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REI IL SALUTO AL GRANDE CAMPIONE

Aveva 82 anni e da tempo le sue condizioni di salute avevano tenuto con il fiato sospeso il mondo. A dare l’annuncio la figlia, Kely Nascimento, su Instagram. «Tutto ciò che siamo, è grazie a te. Ti amiamo infinitamente. Riposa in pace», poche parole seguite da due emoticon a forma di cuore. A salutare per l’ultima volta “O Rei” una folla enorme che ha riempito le strade della città brasiliana. Pelè è stato seppellito in un cimitero verticale considerato come il più alto del mondo, nel municipio di Santos, proprio di fronte all’Estádio Urbano Caldeira, il tempio del Santos dove O Rei debuttò come professionista e si trasformò in leggenda. Unico calciatore a vincere tre mondiali, il primo a 17 anni, 1.279 reti segnate in carriera, già questo basterebbe per fare di Pelè una leggenda, ma il campione brasiliano era qualcosa di più, un modello, un punto di riferimento per generazioni di bambini che a lui si sono ispirati.

Una vera icona e non solo del mondo dello sport vissuto in un’epoca dove non esistevano i social e la tua fama potevi costruirla solo con i gol, le prodezze e la tua storia, quella vera. Era un fuoriclasse in tutto: destro, sinistro, velocità, dribbling e colpo di testa; dentro e fuori il campo, perché ha deliziato il pubblico anche al cinema e sul piccolo schermo.

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Sono 53 i film in cui si parla di lui o che lo vedono come protagonista in carne e ossa. In uno studio del 1970 è emerso che 95 persone su 100 conoscevano il suo nome.

Doti fisiche e sportive che lo hanno portato nell’olimpo dello sport: atleta del secolo (assegnato dal CIO nel 1999), calciatore del secolo (ex aequo con Maradona); insieme a Muhammad Ali’ il più celebre atleta nella storia moderna. Raccontare in poche righe la sua vita, il personaggio, lo sportivo, l’uomo, è praticamente impossibile; anche un libro rischia di essere riduttivo. Con lui se ne va una parte di noi perché ognuno, almeno una volta nella vita, ha sognato o si è ispirato a lui. n

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