La scuola al tempo dei nonni raccontata da noi

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LA SCUOLA AL TEMPO DEI NONNI RACCONTATA DA NOI I bambini intervistano le loro nonne Dall’intervista al testo espositivo-informativo



Gli alunni delle classi terze della Scuola Primaria di San Bortolo e Le nonne Giovanna, Gianna, Ines

Regia: inss. Barbara e Giorgia A.S. 2012/2013



1^ U.I. I QUADERNI Le nostre nonne, quando frequentavano la scuola elementare (allora si chiamava cosĂŹ), avevano due quadernetti piccoli a righe o a

quadretti. Uno lo portavano sempre a casa per eseguire i compiti e l’altro rimaneva in classe e serviva per le verifiche.

I quaderni non avevano la copertina di plastica colorata e non vi si incollavano schede,

perchĂŠ

fotocopiatrice. http://cantastoriediblogspot-rosy.blogspot.it

non

esisteva

la


2^ U.D. IL LIBRO Avevano un solo libro, il sussidiario, che conteneva sei materie: religione, storia, geografia, aritmetica, scienze e igiene.

C’erano poche immagini, tutte in bianco e nero: erano disegni, non fotografie. In classe prima, però, non serviva il libro perché fino a Natale si facevano le astine, poi si cominciavano a studiare le lettere

dell’alfabeto e verso la fine dell’anno scolastico si imparavano le sillabe. Alla fine della classe prima non si sapeva ancora leggere nei libri!


3^ U.I. LA CARTELLA Le cartelle erano di cartone o di stoffa e

venivano tramandate dal fratello maggiore via via a quelli più piccoli: una sola cartella era utilizzata praticamente da tutti i figli

della stessa famiglia. Solo più tardi hanno iniziato ad esserci le cartelle di cuoio. Chi abitava in montagna, d’inverno usava la cartella come slitta per scendere più velocemente il sentiero che portava alla

scuola!


4^ U.I. L’ASTUCCIO E IL SUO CONTENUTO L’astuccio solitamente era una scatolina di legno rettangolare che si apriva facendo scorrere il coperchio oppure poteva essere fatto di stoffa.

Nell’astuccio c’erano una o due matite. Una matita aveva la punta più sottile per scrivere e disegnare, l’altra aveva una punta più grossa per fare il grassetto. Nell’astuccio potevano esserci al massimo 6 colori a matita: il rosso, il blu, il giallo, il verde, il nero, il bianco. Non c’erano i colori a pennarello e nemmeno il temperamatite. Per fare la punta a matite e colori si usava un coltellino.

L’astuccio conteneva anche il pennino, la carta assorbente e la gomma. Non tutti i bambini, però, avevano la possibilità di disporre di tutto questo materiale. Alcuni non avevano la

gomma e allora per cancellare utilizzavano la mollica del pane ben pressata con le mani. Spesso per comperare matite e quaderni si andava dal droghiere e si davano in cambio le uova fresche, raccolte nel pollaio.


L’ASTUCCIO


5^ U.I. LA PENNA A INCHIOSTRO In prima elementare, fino a Natale, si scriveva con la matita e poi finalmente si passava a utilizzare la penna a inchiostro. La penna a inchiostro era un bastoncino sottile di legno con il pennino in cima. Per scrivere bisognava intingere il pennino nell’inchiostro. Questo era versato nel calamaio, un piccolo contenitore nero, inserito in un

foro del banco. Se ne versava poco per volta, perché non bisognava sprecarlo e capitava anche di diluirlo con l’acqua: così durava più a lungo! Intingendo il pennino nell’inchiostro spesso si facevano delle macchie, ecco perché serviva la carta assorbente che si appoggiava sulle parole appena scritte per asciugarle. La maestra, invece, usava un tampone come quelli che venivano utilizzati negli uffici.

La carta assorbente serviva anche per avvolgere il pennino nell’astuccio perché non si rompesse.


LA PENNA A INCHIOSTRO


6^ U.I. I BANCHI I banchi di legno erano uniti a due a due ed erano

posti sopra una pedana Questo serviva per evitare che i piedi dei bambini rimanessero a contatto con il pavimento gelido dell’aula. I banchi avevano il

piano inclinato per scrivere e leggere meglio. Fra i due posti del piano c’era un foro che serviva, come già detto, per inserirvi il calamaio, ovvero il recipiente che conteneva l’inchiostro. Nelle

freddissime

mattine

invernali,

arrivavano a scuola, i bambini

quando

trovavano

l’inchiostro della boccetta ghiacciato, da non riuscire a scrivere. Anche la cattedra era di legno e anch’essa era posta sopra a una pedana, così la maestra poteva vedere tutti dall’alto.


7^ U.I. GLI STRUMENTI DIDATTICI In aula c’era la lavagna di ardesia appoggiata su un piedestallo di legno. In una grande cartina geografica la maestra indicava i vari paesi con una bacchetta lunga.

Non c’erano gli strumenti multimediali di cui dispongono oggi le scuole!


8^ U.I. LE MATERIE E I VOTI Le materie che si insegnavano allora erano anche riportate nella pagella: religione;

educazione morale, civile e fisica (oggi è il voto del comportamento); lingua italiana; aritmetica

e

geometria;

disegno;

bella

scrittura. A partire dalla classe terza:

lavoro (le

femmine imparavano a ricamare e i maschi facevano lavoretti con il legno); storia e geografia; scienze e igiene; canto. La maestra in pagella metteva i voti usando i numeri fino al 10. Gli stessi voti venivano

scritti anche nel quaderno.


9^ U.I. L’IMPORTANZA DELL’IGIENE A

proposito

di

“igiene”,

la

maestra

controllava la pulizia di mani, collo, orecchie e controllava i capelli per vedere se c’erano i pidocchi Se trovava i bambini sporchi,

bacchettava le loro mani! In casa non c’era la vasca da bagno o la doccia. Ci si lavava sul catino e una volta alla settimana, la mamma riempiva la tinozza e faceva il bagno ai figli: il sabato sera prima di andare a letto.


10^ U.I. TANTI MODI PER SCALDARSI Al tempo dei nonni non c’era educazione motoria: non sapevano nemmeno cosa fosse la palestra. Al mattino, soprattutto in inverno, per scaldarsi un pochino si faceva un po’ di ginnastica in classe, anche se le aule, con 30-35 alunni e i banchi grandi di legno, erano

molto strette. L’aula non era molto calda perché riscaldata solamente da una stufa a legna. I bambini portavano da casa un pezzo di legno da ardere. A volte succedeva che il pezzo di legno era ancora verde e non si accendeva,

così si rimaneva al freddo per tutta la mattina. Allora la maestra impegnava i bambini nella pulizia dell’aula o in qualche lavoretto per scaldarsi.


11^ U.I. LE VERIFICHE E GLI ESAMI Quando le nonne andavano a scuola non avevano verifiche su schede come oggi. La maestra assegnava lo svolgimento di temi di italiano, l’esecuzione di operazioni ed equivalenze, faceva recitare le poesie a memoria e interrogava in storia e geografia.

Ogni tanto il direttore andava in classe e interrogava i bambini per verificare se erano preparati e per controllare se si comportavano educatamente. Se gli alunni rispondevano bene, faceva i complimenti alla maestra, che, per fare bella figura, suggeriva sempre qualcosina ai suoi alunni! Alla fine della classe seconda si sosteneva un piccolo esame per l’ammissione alla classe terza, mentre alla fine

della quinta si faceva un vero e proprio esame che consisteva in un tema di italiano, un problema di matematica e l’interrogazione di storia, geografia e scienze. Per poter frequentare la scuola media, bisognava superare una prova di ammissione, ma erano pochissimi coloro che continuavano gli studi dopo la quinta elementare. Molti si fermavano addirittura alla seconda elementare, perchÊ, se la famiglia era tanto povera, dovevano andare a lavorare.


12^ U.I. I COMPITI DELLE VACANZE ESTIVE La maestra per le vacanze estive assegnava i compiti, che erano eseguiti nei caldi pomeriggi che i bambini trascorrevano a casa. Nel tempo rimanente, si giocava con gli amici in cortile o per la strada e si aiutavano i genitori nelle faccende domestiche.

Chi aveva una fattoria, di tempo per fare i compiti ne aveva poco, perchĂŠ doveva aiutare i genitori nel lavoro dei campi o a dar

da mangiare agli animali.


U.I. 13 LE PUNIZIONI Nella scuola delle nonne esistevano le punizioni: i

bambini erano messi dietro alla lavagna in piedi a guardare il muro. Quelli più cattivi, invece, venivano messi fuori dalla porta inginocchiati e

con dei sassolini sotto le ginocchia. Di solito quelli che disturbavano di più e che si meritavano questi castighi erano i maschi ripetenti. Altre punizioni potevano essere le orecchie d’asino, che gli alunni dovevano indossare quando

non facevano i compiti o non avevano studiato, oppure rimanere con le braccia alte per un’ora. A volte la maestra per punizione faceva scrivere tante volte di non ripetere il comportamento scorretto.


14^ U.I. LA DIVISA SCOLASTICA Gli

studenti

grembiule

indossavano

nero.

Le

un

femmine

portavano un fiocco rosa o bianco in testa, mentre i maschi il fiocco blu al collo. Anche

la

maestra

grembiule nero.

indossava

il


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