Tasso Re

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Una sera come tante gli occhi di Ester stropicciavano le immagini dei giochi della giornata e i ricordi pretendevano di essere messi in ordine e archiviati.

Finalmente stesa e vinta dal lieve peso della coperta, Ester attendeva l’ultimo ingrediente per i suoi sogni:

<<Mamma, me la racconti una storia senza mostri?>>

Quella sera, come tante, si aprirono le pagine del Tasso Re e la mamma, paziente, entrò nella sua storia.

CAPITOLO 1

Tasso Re era proprio nei pasticci: mezzo infangato e mezzo arruffato, spettinato fino all’ultimo dei suoi pensieri e non sapeva dove fosse finito.

Quando i suoi occhioni gialli misero a fuoco l’immagine che avevano davanti, si ritrovarono un dito puntato e altri due occhi grandi quanto i loro perché.

Le fattezze di un nano, grazioso però, lo spinsero ad avvicinarsi ancora un po’ e si udì:

<<Ciao, chi sei? Perché ti trovi nel mio giardino? E come sei sporco! Lo sai che lo sporco porta le malattie?>>

“Accidenti, una voce di bambina curiosa e in rosa tutina!”

Tasso Re, poiché era sfinito ed aveva bisogno di un posto asciutto in cui riposare, decise di prender coraggio e parlar con fiducia:

<<Le malattie le fa la tua testa, hai idea di cosa sia questa?

Solo terra bagnata di pioggia e di foglie, mi si attacca al pelo e mai più si toglie!>>

Un animale mai visto, parlante e forse non infetto era magicamente finito nel suo giardino! La bambina non riusciva a contenere l’emozione che infatti le traboccava da gridolini e saltelli:

“Devo assolutamente dargli qualcosa da mangiare!”, pensò.

<<La mangi l’erba? I cavalli la mangiano ma mangiano anche le mele, le carote e i biscottini. Se hai fame, io ti posso portare tutto quello che vuoi!>>

Velocemente raccolse delle foglie di acero rosso, dei ramoscelli e tre pratoline, poi allungò le mani e disse sicura:

<<E’ una pizza con il pomodoro e il formaggio che si allunga. Attento che scotta, ma per finta eh!>>

Tasso Re sentiva il calore di quel corpicino e l’animo puro di chi ancora non ha un passato. Così, quasi commosso da tanto candore, decise di rallentare il suo viaggio e rimanere qualche giorno in quel giardino per coltivare un’amicizia di cui sentiva di aver bisogno.

<<Mhm ma questo profumo mi apre il pancino, ne potrei mordicchiare un pezzettino?>>

<<GNAM!>>, dà il primo morso, e subito il pomodoro gli contorna il musetto.

<<CRUNCH!>>, dà poi il secondo che fa scrocchiare sotto i denti il bordo di stecchetto.

I due scoprirono che la pizza divisa a metà moltiplica la sua bontà e la pancia piena rese entrambi complici e felici, infatti insieme esclamarono:

<<SLURP! Che gran spuntino!>>

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