anno II n. 6 - Giugno 2014 - Poste italiane s.p.a. sped in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 1 - DCB - Caserta
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Arriva l’estate ed i grandi live
del numero che abbiamo tra le mani, l’articolo di apertura e la copertina sono dedicati ad un’amica di Backstage Press ed ancor prima bravissima artista, Ilaria Porceddu che ci racconta attraverso la musica, la sua storia, le sue origini ed i suoi sogni.
Amici di Backstage Press con l’arrivo di giugno e dell’estate, arriva anche la grande musica e gli appuntamenti live dei concerti e dei tanti festival che si susseguono nelle piazze e nei luoghi meravigliosi che di certo Continuiamo con Mariella non mancano in un paese Nava e Nicola Conte oltre ad essere due artisti con come l’ Italia. una lunga storia alle spalle, Proprio mentre andiamo entrambi ci presentano in stampa è di scena nello oltre i loro ultimi lavori straordinario scenario due progetti di produzione della Reggia di Caserta il musicale e di ricerca di primo evento di una serie nuovi artisti del panorama di appuntamenti estivi, musicale. il concerto di Gianni quindi, Morandi. Seguiranno nelle Passiamo, prossime settimane: Pino attraverso le note del Daniele, Laura Pausini, pianoforte di Roberta Alessandra Amoroso e Di Mario, le chitarre dei Park Avenue, la voce Massimo Ranieri. di Gianluca Chiaradia, Ma torniamo alle pagine fino a giungere alla
presentazione del nuovo progetto musicale che vede coinvolti eccezionalmente in trio Max Gazzè, Daniele Silvestri e Niccolò Fabi. Infine non possono mancare le rubriche, in particolare, con Tempo di Musica che ci porta a scoprire alcune curiosità su Dè Andrè e Live Musica e Teatro che ci danno indicazioni sui principali spettacoli live che si svolgono in giro per l’Italia. Non ci resta che salutarvi, dandovi come sempre appuntamento al prossimo numero all’insegna della buona musica e… qualche sorpesa.
ILARIA PORCEDDU In equilibrio tra musica e origini
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MARIELLA NAVA La sua storia attraverso Sanremo PARK AVENUE
16 TEMPO DI MUSICA TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Backstage Press è edito dall’associazione culturale “Il Sogno è Sempre Onlus”. Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, disegni e fotografie non si restituiscono anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’editore. Gli autori e l’editore non potranno in alcun caso essere responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’uso improprio delle informazioni contenute. REDAZIONE Alfonso Morgillo, Wanda D’Amico, Alfonso Papa, Marica Crisci, Domenico Ruggiero, HANNO COLLABORATO: Michela Drago, Alessandro Tocco. REGISTRAZIONE n. 815 del 03.07.2013 presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Comunicazione Editore: Il Sogno è Sempre Onlus Sede Legale: Via Botteghino, 92 – 81027 San Felice a Cancello (CE) Sede Operativa: Via Giacomo Matteotti, 20 – 81027 San Felice a Cancello (CE) – Fax. 0823.806289 – info@backstagepress. it – www.backstagepress.it Distribuzione: Gratuita Stampa: Pieffe Industria Grafica
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NICOLA CONTE L’animo Spiritual del jazz italiano ROBERTA DI MARIO La doppia anima de “Lo stato delle cose” VASSILIJ KANDINSKIJ A ritmo di emozioni
27 GIANLUCA CHIARADIA
28 CONCERTI
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Ilaria Porceddu
In equilibrio tra musica e origini tx Alfonso Papa
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uando hai cominciato ad avvicinarti alla musica e quando hai capito che la musica poteva rappresentare qualcosa di importante nella tua vita? Mi sono avvicinata da piccolissima, avevo sei anni, dopo che i miei genitori regalarono a me e mia sorella una tastiera, chiesi di poter frequentare una scuola di musica e li ho cominciato a prendere lezioni di pianoforte e, un po’ per volta, tutto quello che c’era in quella scuola; canto, musica d’insieme, ecc In realtà è sempre stata una passione molto forte ed io ho sempre desiderato fare questo mestiere, non c’è stato un momento preciso in cui ho capito, forse quando sono arrivati i primi riconoscimenti.
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Le vicende artistiche ti hanno portato a vivere a Roma ma non hai mai perso di vista le tue origini; basti pensare al ritornello in dialetto nel brano presentato a Sanremo, alla stessa “Movidindi”. Ci racconti il legame con la tua terra e quanto ti manca? A mancarmi, mi manca tantissimo ma proprio tantissimo. Ultimamente ho una necessità fortissima di tornarci, anzi spero prima o poi di poter ritornare proprio a vivere in Sardegna. Io a diciannove anni ho fatto le valigie e sono andata via di casa, perché sapevo che essendo propriamente un isola non poteva permettermi di incontrare persone, di fare determinati lavori, purtroppo, proprio perché c’è il mare di mezzo. Per cui molte cose sarebbero state limitate.
Ho continuato a portarla sempre con me, con molta nostalgia come accade da parte di persone che provengono da terre così radicate. Però devo dire che l’ho riscoperta davvero quando ho preparato la mia tesi di laurea in etnomusicologia sui canti facenti parte della tradizione tipica della Sardegna. Per scriverla sono dovuta ritornare sull’isola, intervistare i vari personaggi di questa tradizione; è stato proprio in questo momento, circa tra anni fa, che ho riscoperto la mia terra e li è partita la voglia e la necessità di inserirla anche nelle mie canzoni perché penso che dia un po’ più di veridicità a tutto ciò che voglio dire. Perché esprimo qualcosa di primitivo, di passionale, di terreno che la lingua sarda fa intuire anche a chi non la comprende al
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primo ascolto. “In equilibrio” è un album che racconta l’equilibrio della vita, quel filo che tiene tutti sospesi e che se, da un lato può farci all’improvviso cadere, dall’altro può farci volare e continuare a sperare. Cosa è l’equilibrio per te e soprattutto la tua vita è in equilibrio? In equilibrio? Mah, è alla ricerca dell’equilibrio, perché io non so se lo troveremo mai questo equilibrio. La canzone parla proprio di questo continuo camminare ed il trovarsi sempre in bilico tra una caduta ed un volo che poi è un po’ il senso della vita in questo momento; perché per tutti dagli artisti alle persone che fanno un lavoro normale tutti stiamo vivendo questa perenne incertezza. Penso anche che questo momento di incertezza porti, se noi lo vogliamo davvero a ritrovarsi
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un po’, si va alla ricerca di ciò che si è veramente, per poter sopravvivere bisogna fare solo ciò che si è in realtà per cui torniamo ad essere noi stessi. La mia vita è in continuo equilibrio, sia umore, che vita, che gioie, che dolori ed il disco lo racconta un po’ questo dalla vita circense a quella della nostalgia di una terra lasciata, quello del viaggio costante alla ricerca di quello che si è ma con orgoglio. “Mai, mai” il tuo ultimo singolo, chiude un percorso di conoscenza cominciato con “in equilibrio”, ci parli dell’idea del brano e della simbologia scelta per il video? Devo dire che sono molto fortunata perché è una canzone scritta da Lucio Dalla e Attilio Fontana ed è una canzone molto particolare
ph Domenico Ruggiero
perché parla di due generazioni di donne che si trovano a confronto, in cui una donna più matura cerca di spiegare la vita ad una giovane donna; cerca di raccontarle gli errori che non dovrebbe mai commettere per vivere in maniera migliore o comunque in maniera più serena ed il video che ho realizzato insieme agli embrio.net, che sono il collettivo artistico che ha realizzato tutti i miei video, è un video che abbiamo volutamente deciso di fare in questa maniera cioè la nudità che abbiamo utilizzato e, diciamo, descritto nel video rappresenta per noi il filo conduttore anche con la libertà che volevamo rappresentare in “Movidindi”, però in maniera più intima, cioè il corpo nudo completamente senza malizia sta a significare la verità e la purezza di una donna che decide di mettersi completamente a nudo per urlare e dire che in realtà noi siamo queste senza nessun tipo di timore, con gli errori che facciamo, con i nostri difetti e con i nostri animi. Dalla donna di cinquant’anni alla bambina di tre anni che ha deciso di rappresentare queste tre generazioni. Continua a leggere l’intervista sul sito www.backstagepress.it © Riproduzione riservata
Mariella Nava
la sua storia attraverso Sanremo
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anremo si, Sanremo no, il tuo ultimo lavoro. Un album che raccoglie 19 canzoni tutte con un legame con Sanremo e con te. Come nasce l’idea?
maginandomi su quel palco. Quindi Sanremo mi ha attivato in qualche modo a scrivere quelle che sono delle pagine importanti del mio curriculum artistico.
tx Alfonso Papa
L’album ripercorre venticinque anni, di tempo e carriera, quelle che sono un po’ più distanti, hanno avuto un po’ più bisogno di essere rivisitate però nella stesura e nella rilettura le ho tenute abbastanza vicine e fedeli al momento in cui le ho scritte.
Poi visto che Sanremo è Mi sono accorta che molte sempre un po’ al centro di delle mie canzoni, più si- polemiche tra chi lo guarda gnificative, più importanti e chi lo ama e chi invece lo del mio repertorio sono snobba o fa finta di farlo ho Mentre per quelle più recollegate a questa vetrina pensato che potesse essere centi c’era il problema di ricantarle in maniera un ed allora ho pensato di de- anche carino e curioso. tantino diversa; per esemdicare questo tributo, anche I brani contenuti nell’alpio ne “Il nome di ogni perché alcune di queste ci bum, anche se fedeli alla donna” che tratta il tema sono andate ed hanno avuto anche una certa fortuna, loro esecuzione originale, della violenza sulle donne altre hanno avuto fortuna sono stati attualizzati e ed in particolare della vioanche senza essere state su non manca qualche sor- lenza domestica che io ho quel palco anche se le ho presa come nel brano “in voluto trattare con una fotografia del momento delimmaginate e scritte im- nome di ogni donna”
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la denuncia, della messa a verbale di una denuncia da parte appunto di una donna; ho pensato che fosse giusto chiamare un attore, un doppiatore per essere precisi che è Stefano De Sandro ha prestato la voce al commissario che fa le domande dando così una nuova veste alla canzone che è diventata quasi teatrale. Nell’album anche due inediti, tra cui “In viaggio”, una sorta di riflessione-
domanda sul periodo di Evidentemente ci sono queinsicurezza che si sta vi- ste epoche che ricorrono di tanto in tanto, in cui l’umavendo. nità comincia a porsi delle Sicuramente non è un mo- domande, anche se non mento di spensieratezza, vuole, a sedersi un attimo anzi la stiamo cercando ed a lasciare quel percorso come ricetta per ripartire sicuro che c’era per intracon la speranza del vive- prenderne, probabilmente, re un po’ più tranquilli. E’ un altro. In definitiva da un momento inquieto che tutto quello che è accaduperò io non lego soltanto al to, che è partito dall’Amefatto della crisi economica rica da fatti che sembrano come si potrebbe pensare di borsa, viene fuori tutto ad una lettura superficiale questo, probabilmente da delle cose. dismisure sociali, da fatti che sono un po’ più in profondità. E’ finito il tempo del troppo ed anche tutte quelle altre civiltà, quelle altre culture che adesso sembra siano nel momento del boom dovranno pagare nello stesso modo, arriverà anche per loro quest’onda, quest’onda d’urto, perché è proprio dentro l’uomo arrivare al massimo. Dobbiamo essere più economici ma dentro l’anima prima che fuori, parsimoniosi proprio nel nostro vivere. Continua a leggere l’intervista sul sito www.backstagepress.it
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Park Avenue
Alibi
tx Wanda D’Amico
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quattro anni dal vostro esordio discografico, in lingua inglese, arriva un nuovo album, questa volta in lingua italiana. Come mai questo cambio di rotta? Diciamo che quattro anni fa su dieci brani, otto erano in inglese ma quando giravamo per l’Italia, per promuove il disco, suonavamo anche i brani in italiano ed abbiamo avuto delle buone sensazioni. Questo cambiamento è stato un po’ voluto dal tempo,
si crede. Abbiamo pensato di fare uscire il disco dopo l’EP “Ossigeno” che è andato molto bene, poi abbiamo fatto uscire il singolo “Non è domani” qualche mese dopo, ed adesso è usciL’album è stato anticipa- to “Alibi”. L’iter è stato to da un EP che, in poco quello che volevamo noi. tempo, ha avuto grandi Nel momento in cui siaapprezzamenti sia dalla mo andati a registrare le critica che dalla diffusio- canzoni eravamo convinti ne radiofonica. Vi aspet- delle canzoni che avevatavate questi risultati? mo scelto e che volevamo Non ci si aspetta mai registrare, per cui speraniente in realtà, però ci vamo semplicemente che piacessero e che piacciano sempre. non è stato pianificato o indotto da qualcuno. Quest’ultimo lavoro è prevalentemente in italiano ma contiene dei brani anche in inglese; il grosso, però, è cantato in italiano.
Nell’album si respira la vostra voglia di fare live, com’è il rapporto con la musica dal vivo e come vi confrontate con il vostro pubblico?
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E’ la parte fondamentale perché, se suoni, la cosa che più ti piace fare è suonare e non chiuderti in uno studio di registrazione. Ci piace suonare tanto,
è la nostra dimensione perché ci divertiamo tantissimo. In studio suonavamo in presa diretta per cercare di dare questa sensazione di rock, non perfetto, non preciso al millimetro come accade in studio ma a volte anche un po’ ruvido e sporco. Sia con l’album precedente che con quello attuale, avete fatto tantissimi live anche all’estero e vi è capitato di aprire anche concerti di artisti importanti. Qual è il live che vi ha emozionato di più?
un gruppo che arrivava dall’Italia e nessuno sapeva chi fossimo. Suonare quasi un’ora davanti a gente che comunque è stata ad ascoltarci ed ha apprezzato ha dato una bella iniezione di benzina al futuro della nostra carriera.
web?
In Italia è stato molto bello aprire un concerto di Ligabue, due cose totalmente diverse l’estero ed aprire un concerto di Ligabue. Eravamo in uno stadio ed anche se le persone non erano li per noi ma per Ligabue, sono state molto attente, molto gentili, ci hanno ascoltato, è stata un’esperienza pazzesca perché vedi tutto questo stadio pieno di gente, ti sembra quasi di vedere un poster e non di essere effettivamente li. Ci ha fatto un effetto incredibile.
Noi abbiamo più o meno tutti trent’anni, per cui siamo anche un po’ figli di un’altra generazione, non è così facile anche per noi essere sempre presenti o rispondere ai messaggi e quant’altro.
A me personalmente è piaciuto tanto suonare in un festival che si svolge a Praga che si chiama Rock For People e li è stata una grande prova perché dopo di noi c’erano i Massive Attack, c’erano gli The Offspring e nessuno ci conosceva perché eravamo Il vostro rapporto con il
E’ importantissimo perché oggi è indispensabile. Noi abbiamo tutto quello che un gruppo dovrebbe avere: sito internet, facebook, twitter, etc.
Diciamo che lo facciamo perché ci piace, anche se non ti nascondo che capitano dei periodi ove non riusciamo a farlo e un po’ ci spiace.
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La lotta di De Andrè tx Wanda D’Amico
estando sull’onda dei fenomeni degli anni ‘60, un posto doveroso, lo trova De Andrè. Come ci siamo più volte detti sono gli anni di svolta per la musica italiana a 360° e dopo aver parlato di Gaber e Jannacci, senza alcun dubbio, Fabrizio De Andrè è uno dei massimi esponenti di questa svolta. Stiamo parlando di musicisti che scrivono brani senza molti giri di parole, con una grande linearità, un genere musicale che vede le parole nascere con la musica e viceversa. De Andrè in questo era un grande esperto,.
A conferma di ciò: l’uso frequente, nei suoi brani, della ballata usata anche come forma per una delle sue canzoni più famosa la “Canzone di Marinella”. Le situazioni cantate sono quotidiane, i soggetti dei brani sono sempre presi in situazioni reali, gli oggetti (un cane di pezza o un sasso) diventano simbolo ed entrano a far parte della vita quotidiana ma con maggior spessore, come accade nell’ermetismo (che ha, in Italia, grandi esponenti proprio in Liguria). Da
parte del giovane De Andrè che, inoltre, una grande ricerca e riscoperta delle forme dialettali. Il punto però, visto il periodo storico, è sempre lo stesso, i temi trattati senza troppi giri di parole sono quelli politici. Uno dei brani che esprime di più questo desiderio è La ballata dell’eroe, non ci sono dubbi, questa è l’altra faccia del boom economico, quella di chi soffre di chi vuole metterci la faccia per amore della verità. Esprimevano, negli anni
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’60 come adesso, la voglia ad una vita meno conformista e vuota, il desiderio di una vita più autentica, volevano amori più veri, più sinceri e, soprattutto, più liberi. Dopo i primi anni di carriera arriva l’affermazione, come cantautore, ovviamente ma, soprattutto come poeta eccellente abile nel rendere palpabili quelle che sono tendenze del periodo, si ispira ai cantautori francofoni, riesce ad affrontare tematiche crude e dolorose sotto forma poetica ma con una semplicità popolare e alla portata di chiunque. Incide i primi 33 giri, non moltissimi in realtà, come pochissime erano le sue ap-
parizioni in pubblico. Incide Tutto Fabrizio De Andrè (riedito dopo qualche anno con il titolo La canzone di Marinella), seguito da Volume I, Tutti morimmo a stento nel ’68, Volume III nello stesso anno e l’anno successivo Nuvole barocche. Importante resta il momento in cui scrive di getto il brano Preghiera di gennaio, brano scritto subito dopo la morte a Sanremo dell’amico Luigi Tenco, morto, presumibilmente suicida, nel 67. Il brano apre il disco Volume I. La loro amicizia era fortissima, non nasconde la sua non credenza in Dio e a quest’ultimo scrive una preghiera concedendogli un posto in Paradiso con gli altri suicidi,
condannati invece dai benpensanti e dalla Chiesa ufficiale. Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 furono, sicuramente, i più proficui. Inizia ad incidere una serie di concept album come “Tutti morimmo a stento” aperto dal brano Cantico dei drogati, tratto dalla poesia di Riccardo Mennarini. E’ difficile racchiudere in un paio di pagine la carriera di De Andrè, intanto in questo articolo trovate diversi spunti di ascolto e ci torneremo sicuramente su per approfondire la storia turbolenta che ha fatto di De Andrè un ero dei nostri tempi più che dei suoi. © Riproduzione riservata
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Nicola Conte
L’animo Spiritual del jazz italiano
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’ appena uscito il tuo ultimo album “Free souls”, tredici tracce fra soul e afro, accompagnate da tante collaborazioni.
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di brani che non erano stati completati ed incisi negli album “Rituals” e “Love & Revolution”.
Ho cercato di dare una certa unità al progetto, trattandosi di registrazioni fatte in momenti diversi. Questa omogeneità, almeEra il momento di racco- no nelle mie intenzioni, è gliere le cose che mi sem- legata ad un’idea di apertuQuesto disco è un disco bravano più riuscite, finir- ra a 360 gradi di quello che che raccoglie una serie di le; ove finirle significava si ascolta, quindi del soul, incisioni avvenute a ca- chiamare tutti quei musici- del funky, del jazz e si tratta vallo tra il 2006 e l’inizio sti che in questo momento di un album essenzialmendel 2011 e poi c’è una fase collaborano con me che si te tutto di canzoni, tranne conclusiva, invece, alla andavano ad aggiungere a un brano nella versione eufine del 2013. Una serie di quelli che avevano già re- ropea e due brani nella veresperimenti fatti in studio, gistrato.
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sione giapponese. Quindi tutta una ricerca sulla vocalità, sui testi e tutti i testi ambiscono anche ad avere un certo significato e non essere soltanto dei riempitivi. E’ un disco molto live, nel senso che c’è stata una post produzione però la parte principale di ogni brano è stata registrata dal vivo con tutti i musicisti insieme, per cui si sente molto il sound della band dal vivo.
cambiamenti. Però, io sento una grande mancanza di spiritualità, proprio nella nostra società, nella vita di tutti i giorni, nella vita di ogni singola persona. Probabilmente anche la musica si è un po’ svuotata, con il passare del tempo, di contenuti più profondi. A me questo non è mai piaciuto, quindi quando tocca a me cerco di andare in contro tendenza.
Musicista ma anche proNei testi, si respira spesso duttore, compositore ed un riferimento alla Spiri- arrangiatore. Hai protualità ed in particolare dotto molti artisti tra cui allo Spiritual Jazz, come Chiara Civello e sei colui che ha portato in Italia mai questa scelta? Gregory Porter. Ci parli Perché è una delle cose che di questo aspetto? sto ascoltando di più e nella quale mi riconosco di Io sono sempre alla ricerca più, ovviamente tenendo di nuovi talenti ed è sempre presente i tempi storici ed i importante avere persone
molto motivate quando poi si entra in studio. Così è più probabile che si riesca a creare qualcosa di originale. Un tipo di emozione che molto spesso non è facile raggiungere mentre si registra. Per quanto riguarda Gregory Porter nell’album precedente a questo ho sentito l’esigenza di incidere un’altra voce maschile oltre quella di Jose James e mi ricordo che eravamo in studio e mi dissero di ascoltare questo cantante che aveva appena pubblicato il suo primo album e si chiama Gregory Porter, appena sentite le tracce dell’album capì che era esattamente quello che cercavo e da li è nata una bella amicizia. In questo ultimo lavoro si ascolta un altro cantante che si chiama Marvin Parks, lui addirittura non ha ancora inciso un album e secondo me sarà il prossimo Gregory Porter. Nicola Conte è molto conosciuto anche come dj. CD o vinile? Assolutamente vinile. Continua a leggere l’intervista sul sito www.backstagepress.it
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Roberta Di Mario la doppia anima de “lo stato delle cose”
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usicista, compositrice, autrice, cantautrice e pianista. Riescono a convivere tra loro tutte queste componenti e qualcuna prevale sulle altre? Si assolutamente riescono a convivere perché io sono un insieme di tutto questo, non ero così all’inizio. Ho fatto una ricerca, ho cercato di capire davvero chi volessi essere e con l’impegno, con la volontà col lasciare influenzare da quelle che erano le mie capacità e
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dai miei desideri sono riuscita a far si che tutte queste figure potessero convivere insieme. Forse prevale la musicista pianista perché suono il piano da quando avevo cinque anni quindi è la cosa che faccio da più tempo e lo vivo in modo così naturale per cui credo che sia la cosa che prevale di più all’interno di quella che è la mia attività artistica. Però ognuna di queste figure ha sicuramente uno spazio importante ed ognuna non potrebbe esistere senza le altre.
“lo stato delle cose”, come mai questo titolo e qual è lo stato delle cose oggi? Lo stato delle cose è un verso della canzone che, appunto, apre il cd ed è da li che ho preso spunto per il titolo. Lo stato delle cose a livello più artistico è proprio questa mia progettualità doppia e quindi dal punto di vista artistico è così che voglio sia rappresentata il cantautorato ed il pianismo contemporaneo. Riguardo alla società in perenne incertezza, ecco se ci fosse più consapevolezza delle proprie capacità, se ci fosse l’idea di più altruismo invece che l’interesse personale penso che le cose potrebbero andare sicuramente meglio. Hai accompagnato la mostra internazionale di Botero. Ci racconti questa esperienza?
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E’ stata un’esperienza molto interessante che ha anche
ufficializzato questo mio terzo progetto artistico che spero di intraprendere il prima possibile che è la strada delle colonne sonore. Mi è piaciuto tantissimo, ho unito alla mia musica le immagini ed il mio pubblico mi dice spessissimo che la caratteristica della mia musica e’ proprio quella di rievocare immagini. Penso di aver fatto un buon lavoro ed avere concretizzato attraverso la musica questa mia capacità. E’ stato un onore dare la musica a queste immagini che accompagnavano le opere del maestro Botero e spero di continuare su questa strada perché è stata un’esperienza bellissima. Hai aperto i concerti del
tour con Roby Facchi- cui sceglierò le mete che ponetti, come è nata questa tranno essere anche un po’ più giuste. collaborazione? La collaborazione è nata perché il mio manager segue l’ufficio stampa di Roby Facchinetti ci siamo incontrati a Roxy Bar, ci siamo piaciuti molto, mi stima tantissimo, dice che sono un’artista straordinaria e ci teneva ad avere queste aperture di quindici minuti di musica sia strumentale che cantautorale. Mi sono posta in maniera molto umile ma, allo stesso tempo, molto professionale e quindi molto concentrata; il pubblico ha risposto benissimo ed è stata una cosa davvero bella. Roby mi ha invitato a seguire qualsiasi data del tour, per
La collaborazione col maestro Cantarelli? Bellissima collaborazione di crescita, mi ha insegnato tante cose ed ha permesso di far emergere anime mie. Poi finalmente un produttore vicino casa, senza dover prendere aerei e fare lunghi viaggi Prossimi appuntamenti? il 6, il 13 ed il 27 giugno tra appuntamenti sono stata scelta come artista residente alla Feltrinelli di Firenze e quindi in questi tre appuntamenti racconterò chi sono. Il primo appuntamento sarà legato alla musica classica, il secondo appuntamento saranno le colonne sonore ed il terzo appuntamento sarà “lo stato delle cose” quindi la musica cantautorale. © Riproduzione riservata
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PH: DOMENICO RUGGIERO
tx Marica Crisci
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niziatore dell’Astrattismo, Vassilij Kandinskij, è stato il primo pittore a realizzare un Acquerello Astratto. Per lui il colore deve essere libero dal disegno e doveva privilegiare l’espressione dello spirito, lo stato d’animo. A questo punto, decise di eliminare dalle sue opere la linea dell’orizzonte e di seguire ritmi di composizione diversi da quelli suggeriti dalle regole della prospettiva. In un suo libro, “Lo spirituale nell’arte”, propone una schematizzazione dei colori secondo risvolti psicologici: ogni colore associato ad una forma e in una determinata posizione, ha un significato espressivo differente. La sua prima fase astrattista, è caratterizzata dall’uso del colore in modo pastoso e steso senza seguire un disegno ben preciso (Nel riquadro nero – 1923). Nel-
la seconda fase, mutò sensibilmente il suo stile, dando alle sue opere un reticolo geometrico e rendendo il colore meno pastoso (Macchia nera – 1921). In questo periodo è possibile vedere alcune delle sue opere in mostra a Vercelli, presso l’Arca di Vercelli, dal 29 Marzo al 6 Luglio 2014. Una mostra che racchiude 22 dipinti della collezione del museo di S. Pietroburgo. Un piccolo viaggio per conoscere le opere di un artista che per la prima volta esce dai canoni della composizione della rappresentazione, lasciandosi guidare dall’istinto e dalle emozioni.
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A ritmo di emozioni
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Macchia nera (1921)
© Riproduzione riservata
Nel riquadro nero (1923)
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Gianluca Chiaradia giugn
tx Wanda D’Amico mila o due
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hi è Gianluca Chiaradia? Suono da quando avevo dodici anni, all’inizio erano più filastrocche che vere e proprie canzoni e cerco di portare avanti questa attività studiando canto e chitarra. Ho creato una mia etichetta che è la Babao Dischi con cui ho prodotto il disco e con cui cerco di stare a galla nell’ambiente musicale. Sono alla prima esperienza a livello di disco, è interamente autoprodotto, autogestito e sono alla ricerca di un distributore “Seriamente ironico”, il tuo promo album. Come nasce e cosa racconta? Io sono un fanatico di alcuni comici Verdone, Woody Allen e in qualche modo penso mi abbiano
trasmesso la loro ironia amara e sono parte del disco indirettamente. In realtà il disco è più amaro che ironico, alla fine anche nelle canzoni più divertenti o quelle con la pretesa di essere tali l’amarezza è il sentimento che domina.
ra che mi ha trasmesso la mia esperienza, del vissuto; quello che volevo trasmettere è quello del personaggio di Jep Gambardella che vaga sfumacchiando un po’ come nel film.
Oltre ad essere appassionato di cinema sei anche Il primo singolo estratto un grande collezionista di dall’album “invisibile”, ci vinili, c’è un genere musipresenti il brano e l’idea cale che ti identifica di più? del video? Cerco di non fossilizzarmi Sono appassionato di cine- su un solo artista io sono un ma in generale, dai coreani fanatico dei grandi classici ai francesi, in Italia mi ha ma mi piace anche il jazz ed colpito molto Sorrentino un po’ di classica, mi piace con “La grande bellez- spaziare. Principalmente za”, adesso è nato tutto colleziono vinili rock-blues quel gran chiacchiericcio è un po’ quella la mia direperché ha vinto l’oscar ma zione sonora. Nel mio disco appena ho visto il film l’an- invece c’è un’atmosfera abno scorso mi aveva subito bastanza acustica. Frequencolpito. Invisibile è un po’ to molto mostre, mercatini frutto di quell’atmosfe- è più una mania che un collezionismo vero e proprio. I Prossimi impegni? Sto già lavorando al secondo disco, diciamo che in realtà è già finito a livello di scrittura per cui appena terminiamo un po’ la promozione di “Seriamente ironico” si comincia un po’ a registrarlo ed ovviamente cominciare il giro dei concerti. © Riproduzione riservata
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Fabi-Gazzè-Silvestri La realizzazione di un desiderio a lungo in sospeso tx Alfonso Papa
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anno provato quasi per scherzo, ma poi la prima canzone scritta, cantata e suonata a sei mani li ha entusiasmati a tal punto che si sono messi a fare sul serio. Comincia così la storia di un progetto musicale che, per la prima volta, vede insieme Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè in un percorso
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ampio e ricco di sorprese che li coinvolgerà nel corso di tutto il 2014. Un primo assaggio di questa nuova avventura musicale è arrivato il 25 aprile con l’uscita del singolo Life Is Sweet, brano che farà parte di un album di inediti la cui pubblicazione è prevista a settembre. Per i tre amici, quello di
lavorare insieme è stato un desiderio rimasto a lungo in sospeso, ma coltivato sin dagli anni ’90, quando ciascuno era impegnato a muovere i primi passi nella musica. In più occasioni, però, le loro strade si sono già incrociate, nei rispettivi album e sui palchi dei loro concerti: è il 1996, quando Silvestri sceglie Gazzè come bassista per il suo tour, mentre nel 1998 la hit “Vento d’estate” cantata in duetto da Fabi e Gazzè domina le classifiche. Seguono anni di soddisfazioni personali e parallele e, nel 2007, Gazzè e Silvestri tornano a collaborare in alcuni brani dell’album di quest’ultimo “Il Latitante”. Il 30 agosto 2010 a Casale sul Treja, vicino Roma, Silvestri e Gazzè raggiungono Fabi insieme ad oltre 50 colleghi musicisti, per condividere un’intensa e speciale giornata di musica sul palco di Parole di Lulù. Nel 2011, invece, prende forma la prima collaborazione discografica tra Fabi e Silvestri che inserisce nel suo album “S.C.O.T.C.H.” il brano “Sornione”, scritto e interpretato da entrambi.
L’ultima esperienza insieme risale all’ottobre dello scorso anno, quando Fabi, attivista e testimone del lavoro dell’organizzazione non governativa Medici con l’Africa CUAMM, coinvolge Gazzè e Silvestri in un viaggio in Sud Sudan. Per il pubblico l’incontro con il trio Fabi-SilvestriGazzè iniziarà ufficialmente con il concerto del 14 novembre 2014 al 105 Stadium di Rimini, ma per Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè la loro storia comune sui palchi inizia a metà degli anni Novanta, quando suonavano insieme al Locale di Roma, non semplicemente
Nel concerto di Fabi, Silvestri, Gazzè tour 2014 saranno centrali le nuove canzoni scritte a sei mani, ma a comporre quella scaletta confluiranno gli ormai Quello spirito, quella cu- ventennali repertori dei tre riosità, quella voglia di artisti, che si divertiranno inventare e di inventarsi li a metter mano e voce l’uno ha sempre accompagnati e nelle note dell’altro. sarà la scintilla che accenderà il loro tour nei palaz- La superband sarà accompagnata da Roberto zetti. Angelini, Dedo (MassiDopo il grande successo di mo de Domenico), Piero “Life is Sweet” - il primo Monterisi, Gianluca Misisingolo della superband ti, Adriano Viterbini, Josè che ha debuttato diretta- Ramon Caraballo Armas, mente al primo posto della amici vecchi e nuovi con classifica di iTunes - uscirà i quali hanno condiviso i a settembre un album scrit- loro percorsi. to, prodotto e interpretato dai tre artisti insieme. © Riproduzione riservata luogo storico della capitale, ma uno spazio aperto alla vita musicale e culturale della città e che di quella vita era il fulcro.
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19/6 TEATRO ROMANO – FIESOLE 23/7 FORO ITALICO – ROMA 27/8 TEATRO ANTICO – TAORMINA
22/6 SOGLIANO AL RUBICONE 22/6 GRUGLIASCO GRU VILLAGE 27/6 PADOVA PARCHEGGIO STADIO EUGANEO
24/6 PIAZZA DEL SOLE - S. MARGHERITA LIGURE 25/7 PIAZZA DUOMO – SPLIMBERGO
25/6 STADIO OLIMPICO - ROMA 26/6 STADIO OLIMPICO - ROMA 30/6 STADIO OLIMPICO - ROMA
30/6 MAIDA – ARENA CONCERTI 24/7 STADIO TROISI – GIFFONI VALLE PIANA 22/8 TEATRO D’ANNUNZIO – PESCARA
13/6 CENTRO SPORTIVO – ARESE 3/7 PIAZZA CARLO ALBERTO VALEGGIO SUL MINCIO
7/6 STADIO PLEBISCITO – PADOVA 21/6 CASCINA S. GIACOMO – REZZATO 30/8 CASTIGLIONE DELLE LANZE
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JESUS CHRIST SUPERSTAR dal 8 al 22 giugno 2014 TEATRO SISTINA ROMA biglietti a partire da € 26,45
GHOSTBUSTERS LIVE dal 16 al 18 giugno 2014 TEATRO NUOVO MILANO biglietti a partire da € 24,50 CROZZA DELLE MERAVIGLIE 13 giugno 2014
PALALOTTOMATICA ROMA
biglietti a partire da € 34,50
ph Domenico Ruggiero