anno VI n.11 - Novembre 2018 - Poste italiane s.p.a. sped in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 1 - DCB - Caserta
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Mentre chiudiamo il numero che state per leggere, ci arriva la notizia della scomparsa del maestro Bernardo Bertolucci, grande maestro del cinema italiano. Con lui vanno via i sogni di una generazione... Il numero di Novembre si apre con i The Giornalisti, che con il loro tour hanno riempito i palazzetti di tutta Italia, dopo la prima parte del tour si ritornerà sui palchi a partire dal prossimo mese di mar-
zo. Si parla ancora di musica dal vivo con Al Centro, tour celebrativo per i cinquant’anni di carriera per uno degli artisti più amati d’Italia Claudio Baglioni. Abbiamo poi incontrato Raiz degli Almamegretta e Mario Insenga dei Blue Stuff.
mese”. Infine le nostre rubriche e l’incontro con Piero Madston con cui abbiamo parlato di musica, di temi sociali e di live.
Siamo infine stati al cinema con Bradley Cooper e Lady Gaga per Prima delle rubriche c’è A Star is Born. ancora spazio per tanta Non ci resta che augumusica con Luca Car- rarvi buona lettura e boni e Luigi De Gre- darvi appuntamento al gori che in una piace- prossimo mese. vole chiacchierata ci ha parlato del suo progetto “Una Canzone al
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THE GIORNALISTI
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TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Backstage Press è edito dall’associazione culturale “Il Sogno è Sempre Onlus”. Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, disegni e fotografie non si restituiscono anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’editore. Gli autori e l’editore non potranno in alcun caso essere responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’uso improprio delle informazioni contenute. La collaborazione è a titolo gratuito. Foto e manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono. REDAZIONE Alfonso Morgillo, Margherita Zotti, Michela Campana, Alfonso Papa, Marica Crisci, Domenico Ruggiero, HANNO COLLABORATO: Michela Drago, Alessandro Tocco, Francesco Ruoppolo, Alfonso Papa (To), Giuseppe Maffia, Ambra De Vincenzi, Tonia Cestari, Carmela Bove. REGISTRAZIONE n. 815 del 03.07.2013 presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Comunicazione Editore: Il Sogno è Sempre Onlus Sede Legale: Via Botteghino, 92 – 81027 San Felice a Cancello (CE) Sede Operativa: Via Giacomo Matteotti, 20 – 81027 San Felice a Cancello (CE) – Fax. 0823.806289 – info@backstagepress.it – www.backstagepress.it Distribuzione: Gratuita Stampa: Pieffe Industria Grafica. Tiratura 7.000.
12 ALMAMEGRETTA
16 LUIGI DE GREGORI
19 LUCA CARBONI
21 BLUE STUFF
24 ARTE
27 EMERGIAMO
28 CINEMA
30 TEATRO
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ph Carolina Amoretti
The Giornalisti
Pensieri e Parole tx Michela Campana
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l “LOVE Tour 2018”, partito il 21 ottobre 2018 continua a sorprendere, registrando tappa dopo tappa un enorme numero di spettatori.
certo cantautorato che i giovani di oggi spesso ignorano ma che sembra apprezzino molto. Lo stile e la melodia, come lo stesso Tommaso, in più di un’ occasione ha ricordato ha origine da un’influenza cantautoriale: Vasco Rossi, Antonello Venditti, Lucio Dalla, Luca Carboni, gli Stadio.
Il successo dei THE GIORNALISTI, la band capitanata da Tommaso Paradiso, è oramai cosa conclamata ed anche in Campania, lo scorso tre novembre non poteva E per alcuni di questi canche registrarsi un tutto esau- tautori c’è spazio anche nel rito. concerto, dapprima un tributo a Vasco Rossi con l’inPalapartenope, SOLD tramontabile Sally e poi a OUT! Titolo futuristico o Antonello Venditti con l’ulpremonitore per un loro ce- timo grido della notte. lebre brano. I The Giornalisti, nascono Fin dalle prime ore del po- a Roma nel 2009 e sono la meriggio era palpabile il prova vivente che non negran fermento che cresceva cessariamente c’è bisogno di con l’approssimarsi dell’a- un talent per emergere. pertura dei cancelli e l’accesso dei circa seimila fan ac- Scrivono ed interpretano la corsi per assistere allo spet- loro musica, partendo da ciò tacolo dei The Giornalisti. che gli ruota intorno, distinRisultato Sold Out! guendosi nella ricerca delle sonorità. Si auto producono Di solito il Paradiso viene i primi due album che nadescritto con un cielo blu e scono nel salotto di casa. soffici nuvole bianche, ma per il pubblico del Palapar- Milano/Roma li sagomatenope il Paradiso si chiama coinvolge-cresce. Si passa Tommaso! Giovane, bello poi per Riccione storico ma soprattutto bravo. centro della movida italiana e che tutti in un modo o Con Tommaso Paradiso, nell’altro hanno vissuto. Marco Antonio Musella e Marco Primavera ci si im- Brano che qualche estate fa merge negli anni ottanta, ci ha rappresentato un vero si ritrova catapultati in un tormentone, facendo da un
lato ballare i più giovani e dall’altro rievocanto il tempo dei Juke Box per quelli con qualche anno in più. Eh si! Quella scatola colorata e luminosa, ove si inseriva una monetina, pigiava un tasto e partiva la magia della musica. La loro storia è la storia di tanti giovani che nel quotidiano cercano o provano ad emozionare con semplici gesti... a ricordarci l’alba verrà. New York è l’America, come la tua gonna, come la tua gomma. Completamente è quasi un omaggio che The Giornalisti fanno a noi che scriviamo di loro, hanno portato novità sonore e vocali ad un mercato musicale nazionale troppo attento alle vendite e distratto verso le emozioni, loro riescono a riavvolgere il nastro e riportare chi li ascolta indietro nel tempo. Un gran bel gruppo pop a tutti gli effetti. Scaletta Overture Zero stare sereno Milano Roma Fatto di te
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ph Alfonso Papa
Controllo Il tuo maglione mio Sbagliare a vivere Vieni e cambiami la vita Love Sold out
Questa nostra stupida canzone d’amore Proteggi questo tuo ragazSenza zo Riccione Fine dell’estate New York Una casa al mare Felicità puttana Promiscuità Dr. House L’ultimo giorno della terra Completamente © Riproduzione riservata Tra la strada e le stelle
ph Alfonso Papa
L’ultimo grido della notte
Io non esisto
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Claudio Baglioni
Al Centro,per una nuova notte di note
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l nuovo progetto live di Claudio Baglioni, dopo l’anteprima dell’Arena di Verona. Al Centro, registra sold out, tappa dopo tappa nelle varie città della penisola.
tx Alfonso Papa
di diverse misure e forme, per un palco di circa cinquecento metri quadri in continua evoluzione e che si trasforma a seconda dei brani eseguiti. Tanti anche gli elementi visivi e scenografici che hanno rappresentato la storia dei live di Claudio Baglioni.
Al Centro è uno spettacolo che non solo celebra i cinquant’anni del rapporto tra Claudio Baglioni e la musica ma anche l’inesauribile ed intenso rapporto tra la musica di Baglioni Non solo musica, ma un e il linguaggio, il costume e la vero spettacolo, con corecultura del nostro paese. ografie, scenografie mobili e movimenti innovaIl concerto ripercorre, tutti i tivi che rappresentano gli più grandi successi dell’artista, stili del mondo della danattraverso una scaletta – per la za, del teatro e della rapprima volta – in ordine crono- presentazione mimica. logico. Ai quattro angoli del palIl palco centrale, ed il pubbli- co sono posizionati i muco che lo abbraccia a 360 gradi sicisti e polistrumentisti, completano gli elementi per che grazie alla presenza percorrere cinquant’anni di dei fiati e degli archi vestoria lungo un viaggio, fatto stono i brani con nuovi di incontri tra persone che non arrangiamenti. si conoscono ma che condividono assieme un momento Tra i tanti elementi scedella loro vita. nografici, la valigia, simbolo del viaggio per Una scena maestosa, compo- eccellenza, perché racsta da una pedana computeriz- chiude una piccola parte zata posta nella parte centrale, di ognuno, da proteggere che crea movimenti verticali e portare ovunque.
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Un viaggio emozionale, tra musica e immagini, in cui la gente “comune”,
diversa per età, cultura, provenienza, si unisce a uno spettacolare cast di attori italiani, che con affetto ed entusiasmo hanno deciso di partecipare alla realizzazione del video: Diego Abatantuono, Ambra Angiolini, Luca Argentero, Simona Cavallari, Pierfrancesco Favino, Isabella Ferrari, Ficarra e Picone, Claudia Gerini, Marco Giallini, Michelle Hunziker, Sabrina Impacciatore, Edoardo Leo, Milena Mancini e Vinicio Marchioni, Neri Marcorè, Giorgio Panariello, Rocco Papaleo, Alessandro Preziosi, Vittoria Puccini, Rolando Ravello, Valeria Solarino. Un’occasione unica per ripercorrere 50 anni di indimenticabili successi, dagli esordi nel 1968 fino ai giorni d’oggi, la sua storia musicale raccontata in ordine cronologico, un ulteriore elemento di novità assoluta. Claudio Baglioni, 50 anni vissuti in musica, 60 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Sono i numeri essenziali di una
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parire il palco” e portare la scena al centro delle Arene più importanti e prestigiose d’Italia – in ambito musicale, sociale e televisivo. © Riproduzione riservata
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carriera unica e irripetibile. to fondere canzone d’autore e rock, sonorità internaClaudio Baglioni musici- zionali, world music e jazz, sta, autore, interprete, che, rivoluzionando il concetto dalla fine degli anni Ses- stesso di performance live santa a oggi, è riuscito a – il primo a inaugurare la conquistare una generazio- stagione dei grandi raduni ne dopo l’altra, grazie a un negli stadi e ancora il prirepertorio pop, melodico e mo, nel 1991, a “far scomraffinato, nel quale ha sapu-
Raiz
Almamegretta in Dub Box tx Michela Campana
“E pensare che all’inizio non apprezzavo la classica napoletana, ma poi col tempo mi sono dovuto ricredere...” Gli Almamegretta sono un gruppo che comincia a lavorare agli inizi degli anni novanta fino ad incontrare, qualche anno più tardi in uno
studio romano Stefano antico e di moderno. SteFacchelli, un fonico dalle fano era l’uomo che poteva intuizioni e capacità stra- aiutarci in ciò”. ordinarie. Questo progetto è stato Per entrambi è stato un chiamato “dub box” perincontro fondamentale. ché parte da una scatola “Noi volevamo portare in cui entra quasi tutto ma avanti un progetto dub al tempo stesso può uscire abbastanza radicale – rac- tutto. conta Raiz – dove l’elettronica incontrava il raggae Il tutto si muove accanto ed in qualche modo l’etni- a delle sequenze programca, attraverso la mia voce mate, affiancate dalle parti ed il mio modo di cantare. live, spazi di improvvisaQuindi volevamo mette- zione, momenti in cui la re assieme un qualcosa di gente balla. © Riproduzione riservata
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Gennaro della Volpe, in arte Raiz è in pratica la sintesi delle sperimentazioni sonore: elettroniche/tecno/rave/raggae, associate a quel dialetto napoletano che entra nel sangue.
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Luigi Grechi De Gregori
Una canzone al mese
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n tipo strano, quarto brano del tuo progetto “Una canzone al mese”. Chi è “un tipo strano”?
o al tempo stesso abitante del mondo. Ti ritrovi tra queste due realtà essere un apolide o cittadino del mondo.
E’ una storia autobiografica, una storia che parla di chi si è spostato nel corso della vita e che per ovvie ragioni ha un po’ perso di vista i luoghi e gli amici di infanzia. Il vivere in tante città ti fa sentire un po’ come il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, quindi ti senti o senza patria
Una canzone al mese, regali con cadenza mensile un brano all’ascolto. Una scelta un po’ controcorrente visto che nel mondo musicale odierno si cerca di sfruttare ogni mezzo per vendere musica.
tx Alfonso Papa
Io non credo che si possa guadagnare altro che spiccioli oggi, pubblicando un cd, a meno che tu non sia una star o un big. La mia impressione è che nessuno compri supporti per ascoltare la musica se non per avere un oggetto da collezione; tutti ascoltano tramite i mezzi digitali. Tanto vale farli ascoltarli gratis.
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A breve divulgherai il quinto brano del progetto, come avviene la scelta degli stessi? I primi tre brani erano inediti, e pubblicati appositamente per questo progetto. Per la prossima uscita ho riarrangiato un vecchio brano che si chiama Berry, che non è assolutamente autobiografico anche se dico spesso “io”, ma è il personaggio che parla di se. E’ un personaggio di pura fantasia.
gionevolmente dopo diecidodici brani penserò a fare poche copie di un cd, per gli appassionati e per chi viene ai miei concerti. Fin dagli inizi hai un po’ snobbato la discografia e preferito agli studi di registrazione i palchi. Oggi è ancora così?
I dischi erano qualcosa che venivano dopo e destinati solo agli appassionati, preferisco il privilegio all’ascolto live. Sono stato un grande consumatore di diChe durata avrà questo schi ma li utilizzavo per approgetto? prendere e la cosa più bella era quella di prendere poi Finchè riusciamo a pro- una chitarra e rifare ciò che durre e a scrivere cose. Ra- avevi appena ascoltato.
Prossimi progetti? Io sono un po’ produttore di me stesso, adesso sono concentrato su questo progetto e quindi non sto cercando molto i concerti anche se ho delle serate da fare in piccoli locali ove amo suonare. Sto pensando poi ad un progetto fumettistico. Sono sempre stato innamorato del fumetto di qualità, sto accarezzando l’idea di trasferire su striscia due-tre canzoni. Sto cercando un grafico fumettista che possa condividere con me questa idea e mettere il tutto su carta. © Riproduzione riservata
Luca Carboni
sono sempre lo stesso
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Musica, un concerto per pochi intimi, si può dire, e nell’intimità del concerto si riesce a rivivere il Carboni dei primi anni; quello di Silvia lo sai, Mare mare, Farfallina, Ci vuole un fisico bestiale, Il mio cuore fa Ciock e altri brani del repertorio storico dell’artista che tutti quelli della nostra Noi di Backstage Press ab- generazione hanno ascolbiamo assistito al concerto tato durante la propria di Napoli – ventisei otto- adolescenza. Luca Carboni bre - presso la Casa della è sempre stato un artista putnik titolo dell’ultimo lavoro di Luca Carboni ma anche nome del giro di concerti che ha portato il cantautore bolognese in viaggio per l’Italia, titolo che sembra proiettare lo sguardo a ciò che lasceremo del nostro presente al futuro.
tx Michela Campana
innovativo, sperimentatore e capace di mettersi continuamente in gioco; al punto che lo stesso Lucio Dalla lo definì un ragazzo nuovo al pop italiano. Oggi quel ragazzo, con Sputnik, è riuscito a restare al passo con i tempi. Una grande festa che riassume il suo lavoro di innovazione musicale, significativo, coinvolgente e trascinante per le nuove
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La scaletta del concerto: Segni del tempo, Amore digitale, Il tempo dell’amore, I figli dell’amore, Io non voglio. L’amore che cos’è, 2, La nostra strada, L’alba, Bologna è una regola, Sputnik, Ogni cosa che tu guardi, Il mio cuore fa ciock!, Farfallina, Gli autobus di notte, Stellina (dei cantautori), Silvia lo sai, Luca lo stesso, Prima di partire, Inno nazionale, 10 minuti, Ci vuole un fisico bestiale, Mare mare, Una grande festa, Fragole buone buone, Vieni a vivere con me. © Riproduzione riservata
ph Alfonso Papa
generazioni che forse poco sica. sanno del Luca Carboni E se è una femmina si delle origini. chiamerà Futura, il suo I brani eseguiti sono alter- tributo al grande Lucio che nati da racconti – spesso per chi è bolognese come anche ironici – della sua lui ha rappresentato un vita e la loro esecuzione grande punto di riferimenripropone diversi stili mu- to. sicali. Hanno condiviso il palco Lo “Sputnik” per noi rac- con lui, Antonello Giorgi chiude il suo lavoro di una alla batteria, Ignazio Orvita, riuscito per altro in lando al basso, Mauro Pamaniera impeccabile. telli e Vincenzo Pastano alle chitarre e Fulvio FerLa scaletta ripercorre pra- rari Biguzzi alle tastiere e ticamente tutto il suo per- synth. corso artistico e musicale, ventidue brani, più quattro bis per circa due ore di mu-
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Blue Stuff ...è Mario Insenga
ho scelto di fare il musicista in...blues
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, titolo del nuovo al- crea un pizzico di rammarico, bum dei Blue Stuff. difatti fino a quando vivevo Perché il 7? a Napoli spesso mi avvalevo della collaborazione di amici Il sette per il blues rappresen- artisti, tra cui mi piace citare ta un numero fortunato, per- Eugenio Bennato. ché tradizionalmente in quel numero è visto qualcosa di Per la musica invece, ho avuforiero e di buona sorte. to la collaborazione di Emilio Quaglieri, attuale chitarrista Ci sono dei brani come “Ho- che per fortuna abita più viciochie Coochie Man” ove si no a me per cui è facile inconcita che nella settima ora del trarsi e confrontarsi. settimo giorno del settimo mese nasce un bambino. Nasce sotto la buona stella. In quei tempi, nelle piantagioni di cotone, dove nasce il blues, per poter portare avanti il lavoro c’era bisogno di famiglie numerose ed in particolare il settimo figlio era quello predestinato. Nel blues, però, i termini usati spesso non sono immediati e nascondono un secondo significato. Per cui anche per il numero “7”, se vogliamo nel nostro caso possiamo dire che potrebbe essere stato scelto perché sono sette gli album che abbiamo pubblicato fino ad ora.
tx Michela Campana
ho capito che c’era qualcosa che andava al di la del bello nella loro musica, parliamo di musicisti. Quelli veri! Riascoltando loro ho capito che c’era qualcosa che poteva dar tono alla mia stessa musica. “Sono Stanco” di Bruno Martino, brano uscito la prima volta nel ’59, quando avevo solo otto anni ma che fortunatamente è stato riproposto a metà degli anni sessanta ed io ero già una “spugna” capace di assorbire ciò che ascoltavo. Quel brano è un pezzo blues che colpì la mia immaginazione. La stessa cosa mi successe qualche anno dopo, nel sessantacinque con Bandiera Gialla di Boncompagni/Arbore che segnarono la mia investitura al blues.
I rapporti con la vecchia band? Ogni tanto ci sono delle reunion, ma per il solo gusto di suonare assieme. E Joe Sarnataro?
Questo album nasce princi- Purtroppo una parentesi brepalmente da te o ti sei avval- ve ma molto bella ed intesa. so di altri aiuti? Cover tributo a Bruno MarPer quanto riguarda i testi tino e Lucio Dalla? sono esclusivamente miei, anche se devo dirti che ciò mi Bruno Martino/Lucio Dalla
Ed in qualche maniera il mio brano Vittorio è dedicata a quell’ipotetico amico che mi ha fatto conoscere il blues e sicuramente posso dirti che quell’amico, nel mio caso amici, sono stati Gianni Boncompagni e Renzo Arbore. Dopo qualche anno, nel ‘66, venne fuori Lucio Dalla con la pubblicazione di “Lei” brano di Ray Charles, scusatemi se è poco.
Hai ricordi personali di Lucio? Hai suonato con lui?
quello che mi serve è da dove partire, l’origine.
Ricordo di un concerto nel 70 ad Ischia ove era accompagnato da un trio e lui oltre a cantare si alternava tra sassofono e clarinetto. Suonare con lui? Magari! Sarebbe stato un bel connubio.
Per esempio darmi l’idea di John Dillinger; sono stato a lungo alla ricerca di un personaggio su cui scrivere una canzone, fino al momento in cui l’occhio non cadde su John Dillinger. Lui era un ladro che rapinava le banche e mentre le rapinava bruciava i libri contabili. All’epoca non c’erano i computer e tutti i debiti erano registrati solo sui libri contabili. Guarda a quante persone ha fatto del bene.
ll significato dei tuoi pezzi, li conosci solo tu? Fondamentalmente si, nelle collaborazioni non mi serve che mi venga detto come mettere una cosa o come correggerla, ma mi serve l’idea. Perché dal mio punto di vista una determinata frase è funzionale come la immagino io,
Una volta i gruppi suonavano con un’idea comune, oggi invece nei gruppi si è persa questa cosa ed ognuno suona col gruppo solo per suonare, come se fosse un lavoro. Non c’è più quella identità dell’idea, io ho scelto di fare il musicista e come tale voglio portare avanti l’idea dei blue stuff.
Tu fai parte di una band. C’è differenza tra i gruppi di oggi e quelli del passato? © Riproduzione riservata
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tx Marica Crisci
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Van Dyck. Pittore di corte.
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Il 16 novembre 2018 presso i Musei Reali di Torino, nelle Sale Palatine della Galleria Sabauda apre al pubblico la straordinaria mostra dedicata ad Antoon van Dyck (Anversa, 1599 – Londra, 1641), il miglior allievo di Rubens, che rivoluzionò l’arte del ritratto del XVII secolo. Personaggio di fama internazionale e amabile conversatore dallo stile ricercato, Van Dyck fu pittore ufficiale delle più grandi corti d’Europa ritraendo principi, regine, sir e nobildonne delle più prestigiose famiglie dell’epoca. Per la prima volta, la mostra Van Dyck. Pittore di Corte – attraverso un percorso espositivo che si dispiega in quattro sezioni e oltre 50 opere – intende far emergere l’esclusivo rapporto che Van Dyck ebbe con le corti più autorevoli – italiane ed europee – per le quali dipinse innumerevoli ritratti, capolavori unici per elaborazione formale, qualità cromatica, eleganza e dovizia nella riproduzione dei particolari, soddisfacendo le esigenze di rappresentanza e di status symbol delle classi regnanti: dagli aristocratici genovesi ai reali di Torino, dall’arciduchessa Isabella alla corte di Giacomo I e poi quella di Carlo I
d’Inghilterra. La mostra è organizzata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Musei Reali di Torino e Gruppo Arthemisia, con il patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino.
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La cura dell’esposizione è affidata ad Annamaria Bava e Maria Grazia Bernardini e a un prestigioso comitato scientifico, composto da alcuni tra i più noti studiosi di Van Dyck quali Susan J. Barnes, Piero Boccardo e Christopher Brown.P © Riproduzione riservata
Opera di Antoon van Dyck
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Madston N ove
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preferirei fare il lavapiatti pur di suonare la mia musica tx Michela Campana
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ono diplomato al conservatorio in canto jazz, come voce basso. Anche se nasco come tastierista, amo suonare la chitarra. Ho parecchi brani inediti, il mio è un genere non definito. Vengo molto dal blues, rock, hard rock grazie a mio padre che mi ha avvicinato alla musica fin da piccolo. Poi c’è il “reggae”, fondamentale per me, ma cerco di renderlo più particolare e personale possibile, aggiungendo note in blues e rock. Dei tuoi pezzi, sei autore sia del testo che della musica? Testo e musica sono miei, anche se – ovviamente- quando effettuavamo i live con il mio vecchio gruppo “i madston” (formatosi nel 2006) ci sono stati piccoli accorgimenti e arrangiamenti condivisi. Ci parli di qualche tuo brano? Il primo è stato “a neve ncopp a munnezza”, del 2004, brano che parte come reggae ma che contiene melodie balcaniche/gitane faccio riferimento a Goran Bregovic, Manu Chao. Brano che affronta tema-
tiche sociali ed anche se scritto nel lontano 2004 è ancora oggi molto attuale.
dotto cambiando qualche lettera “Pietra malvagia”, ma io con il malvagio non ho niente a che fare.
Il brano non si riferisce solo al problema dell’immondizia – molto sentito nelle nostre zone con il fenomeno della Terra dei Fuochi – ma esso si rifà a tutte quelle cose che oggi si cerca di nascondere o far apparire in modo diverso. Per esempio, oggi invece di dire guerra si dice missione di pace, o invece di inceneritore diciamo termovalorizzatore ed è così anche per il titolo della canzone, ad un primo impatto si potrebbe dire: “che bel panorama innevato” ma poi basta guardare sotto e scoprire che la realtà è diversa.
Madston non è altro che Mad da Maddaloni il mio paese di origine e Kingston patria del reggae in Giamaica.
Ovviamente il concetto può essere esteso anche alle persone che si mostrano con una doppia faccia facendo buon viso a cattivo gioco. Tra ti, il
quelli scrittuo preferito?
Tra i vari sicuramente Madston… un brano che parla di speranza e gioia. Madston, che è anche il tuo nome d’arte. Cosa significa? Al contrario di quanto sembra, non è un termine inglese; che andrebbe tra-
Secondo te è la musica che ci sta abbandonando o sono i musicisti che stanno abbandonando la musica? Questo è un concetto che non va limitato alla musica, ma va visto come un abbassamento culturale generale. Non so se accade solo in Italia o è così anche negli altri paesi, di sicuro in Italia se non passi per un talent non puoi proporre i tuoi inediti in nessun modo. Sembra quasi che non puoi fare il musicista. Vorrei ricordare che per fare il vero musicista c’è bisogno sì di passione ma anche di tanto studio. La musica è un arte, non un qualcosa che può fare chiunque. Non mi vanto di essere un musicista, ma per la musica farei di tutto: “pur di suonare la mia musica, preferirei fare il lavapiatti”. Progetti futuri? Riprendere in mano i miei pezzi, rivederli oggi con l’esperienza maturata e la tecnologia acquisita e riuscire finalmente a suonarli con dei musicisti e realizzare un cd. © Riproduzione riservata
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el gennaio 2011 la Warner Bros annunciò Clint Eastwood come regista del remake e Beyoncé come protagonista. Prima di Bradley Cooper, la produzione ha provato a coinvolgere Tom Cruise come protagonista della pellicola, ma la star ha rifiutato. La pre-produzione del film, tuttavia, è stata posticipata di un anno per permettere a Beyoncé di portare a termine la sua gravidanza, ma alla fine la cantante ha abbandonato il progetto per i troppi impegni canori. Anche Clint Eastwood, in seguito, decise di abbandonare il remake. Dopo alcuni anni di stasi, nel marzo 2015 Cooper è stato scelto come regista del film e ha coinvolto Lady Gaga come protagonista femminile. Le riprese sono iniziate il 17 aprile 2017. Il film ha come protagonisti Bradley Cooper, che è anche co-sceneggiatore e produttore, affiancato da Lady Gaga, che riprende il ruolo già portato sullo schermo da attrici come Janet Gaynor, Judy Garland e Barbra Streisand. Per la cantante si tratta dell’esordio cinematografico come attrice protagonista.
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La stessa Streisand si è detta “impressionata” dal lavoro di Cooper e Lady Gaga al film,
tanto da fare visita ai due sul set durante le riprese. Jackson Maine è una star della musica rock, che si esibisce tutte le sere in città diverse per platee di fan urlanti. Il cantautore ha avuto un passato turbolento: il padre lo ha avuto all’età di 63 anni e la madre ne aveva a malapena 18. Come lui, il padre era un alcolizzato e molte volte Jack si sentiva male a causa della sua assenza. Inoltre, fin da quando era piccolo, Jack soffre di una malattia che lo tormenta: l’acufene. Una sera, dopo un suo concerto, in cerca di qualcosa da bere, si dirige in un night club e incontra Ally, una bravissima ragazza che si esibisce tutte le sere in quel locale; dopo un’accesa lite in un bar poco distante, lei gli canta a cappella alcuni versi di una canzone improvvisata, più il ritornello di una canzone scritta qualche giorno prima. Jackson si innamora di quei versi, poi la riaccompagna a casa. Il giorno dopo, Ally viene in-
vitata al concerto dallo stesso Maine. Inizialmente riluttante, si dirige al concerto dopo essersi licenziata dal posto in cui lavora. Durante lo spettacolo Jack ed Ally cantano insieme e si innamorano. Lei vorrebbe passare la notte con lui, ma quest’ultimo è troppo ubriaco e crolla immediatamente. Il giorno successivo, Jack ed Ally partono in moto e si dirigono in Arizona, luogo di nascita di Jack. Per via delle canzoni cantate insieme nei vari spettacoli, Ally acquisisce sempre più fama ed il manager di Jack diventa ben presto quello di Ally, che decide di essere sponsorizzata incidendo il suo primo album. Anche se sono a distanza, il padre di Ally è sempre presente ed è fiero di lei. Il disco diventa subito famosissimo, tanto che Ally vince un Grammy Award come miglior cantautrice esordiente. Durante il discorso di ringraziamento della cantante, Jack, che poco tempo prima l’aveva sposata, molto ubriaco fa fare
una brutta figura alla moglie. Due mesi dopo, Jack esce dal suo corso di riabilitazione per combattere l’alcolismo e torna a casa completamente pulito. Ally gli dice che rinuncerà alla tournée europea e rimarrà a casa con lui, registrando un secondo disco. Intanto il manager di Ally, in assenza di lei, dice a Jack che è un peso per la moglie, e che semplicemente standole vicino le porterebbe una pessima pubblicità, inficiando la sua carriera. Mentre Ally è assente da casa per fare un ultimo concerto al quale dovrebbe partecipare anche Maine, Jack prende una cintura trovata in macchina e si impicca nel garage di casa. Saputa la notizia, Ally, molto triste, canterà ai funerali una canzone scritta dal marito quando lei aveva iniziato ad avere successo snaturando il suo vero stile e la sua musica. Jackson aveva infatti nascosto il testo tra le pagine del diario che Ally usava per scrivere le canzoni che piacevano a lui.
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Notre Dame de Paris N ove
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Dopo il travolgente successo di pubblico delle precedenti stagioni, con la cifra record di 4 milioni di spettatori, torna a teatro “Notre Dame de Paris”, uno fra i più grandi successi di sempre nella storia dello spettacolo in Italia, tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo. Lo show più importante mai stato realizzato in Europa, prodotto da David e Clemente Zard, in collaborazione con Enzo Product Ltd, partirà a ottobre 2019 con una tournée interamente curata da Vivo Concerti. Un’ascesa incredibile che, soltanto nella stagione 2016, ha superato un milione di spettatori e affollato le 43 tappe italiane, per 283 repliche a colpi di sold out, in 31 città. Nello stesso anno, inoltre, lo spettacolo, diventato un vero e proprio cult, ha fatto impennare le vendite dei biglietti a teatro, capitanando la classifica dei titoli e superando le presenze dei più grandi live della musica rock e pop. NOTRE DAME DE PARIS racchiude un’alchimia unica e irripetibile: la firma inconfondibile di Riccardo Cocciante rende le musiche sublimi e inconfondibili, regalando all’opera un ca-
rattere europeo. Il magistrale adattamentodi un romanzo emozionante, come quello scritto da Victor Hugo, ad opera di Luc Plamonon e di Pasquale Panella, diretto dal sapiente regista Gilles Maheu, si affianca alle coreografie e ai movimenti di scena curati da Martino Müller. I costumi sono di Fred Sathal e le scene di Christian Ratz; un team di artisti di primo livello che ha reso quest’opera un assoluto capolavoro. Dietro a questi sorprendenti risultati, l’intuizione di David Zard, impresario e produttore
visionario, che descrisse, nel 2017, lo spettacolo con queste parole: “Dopo 15 anni Notre Dame de Paris ha continuato a tenere la scena con un successo strepitoso, che non conosce paragoni. Questo progetto è entrato nel DNA degli italiani. Il nostro paese non aveva mai visto così tanti spettatori e repliche per un musical prima. Notre Dame de Paris non solo ha detenuto ogni record di pubblico in Italia con 4 milioni di spettatori, ma ha rivoluzionato la scena dello spettacolo nel nostro paese.”
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