Backstage Press Febbraio 2015

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anno III n. 2 - Febbraio 2015 - Poste italiane s.p.a. sped in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 1 - DCB - Caserta



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Sanremo, secondo Carlo Conti Come ogni tradizione che si rispetti, anche quest’anno il Festival di Sanremo fa parlare di se, nel bene e nel male, chi contro e chi a favore, ognuno dice la sua sulla manifestazione canora più attesa dell’anno. Sicuramente possiamo dire che il vero vincitore della sessantacinquesima edizione è stato Carlo Conti, che dopo aver accettato la sfida di presentarlo, ha creduto e si è battuto fino alla fine per le sue idee ed è stato premiato dal pubblico, registrando ascolti che non si riscontravano da alcuni anni. In questo numero, parliamo anche del grande ritorno della cantantessa, Carmen Con-

soli torna sulla scena musicale con un nuovo album di inediti “L’abitudine di tornare, ne scopriamo i contenuti attraverso la recensione del nostro Francesco Ruoppolo. Incontriamo poi Amara, una delle rivelazioni della musica emergente italiana, che ci parla della sua esperienza sanremese e del nuovo album “Donna Libera”. Incontriamo poi Riky Anelli e Valentina Mattarozzi. Aces in My Book ci presenta una interessantissima intervista a Daniel H. Wilson , Tempo di Musica ci fa fare un viaggio nel Rock an Roll Italiano, mentre la rubrica Arte ci porta alla scoperta del Quirinale e della mostra “Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pon-

tormo e Bronzino”. Ci piace, ricordare con la rubrica Teatro, la riapertura del Teatro dei Piccoli, tempio per bambini e ragazzi di Napoli. Uno spazio rimasto troppo al lungo chiuso e solo da poco tornato al suo splendore e fruibile per i ragazzi. Le arti come il teatro, la musica, il cinema che aiutano i bambini e i ragazzi ad esprimere se stessi e le loro potenzialità assumono un ruolo determinante in questo processo di crescita.

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FESTIVAL DI SANREMO

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16 TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Backstage Press è edito dall’associazione culturale “Il Sogno è Sempre Onlus”. Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, disegni e fotografie non si restituiscono anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’editore. Gli autori e l’editore non potranno in alcun caso essere responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’uso improprio delle informazioni contenute.

REDAZIONE Alfonso Morgillo, Wanda D’Amico, Alfonso Papa, Marica Crisci, Domenico Ruggiero, HANNO COLLABORATO: Michela Drago, Alessandro Tocco, Francesco Ruoppolo, Alfonso Papa (To), Giuseppe Maffia, Ambra De Vincenzi. REGISTRAZIONE n. 815 del 03.07.2013 presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Comunicazione Editore: Il Sogno è Sempre Onlus Sede Legale: Via Botteghino, 92 – 81027 San Felice a Cancello (CE) Sede Operativa: Via Giacomo Matteotti, 20 – 81027 San Felice a Cancello (CE) – Fax. 0823.806289 – info@backstagepress.it – www.backstagepress.it Distribuzione: Gratuita Stampa: Pieffe Industria Grafica

TEMPO DI MUSICA

19 AMARA

21 PIAZZA DELLE ARTI

24 IL PRINCIPE DEI SOGNI

27 EMERGIAMO

28 ACES IN MY BOOK

30 TEATRO

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ph Alessandro Tocco

Sanremo

Un Festival dove vince la musica tx Alfonso Papa

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l 65° Festival di Sanremo è il primo dell’era Carlo Conti ed a manifestazione conclusa si può dire che è stato un successo sotto ogni punto di vista. Carlo Conti, ha riportato al centro dell’attenzione la musica e le canzoni, rendendole protagoniste assolute.

ph Alessandro Tocco

Che piaccia o no, il Festival di quest’anno è stato popolare, riportandolo alla tradizione ed all’essenza delle sue origini e forse è stata proprio questa la mossa vincente degli organizzatori della sessantacinquesima edizione. Il ritorno sul pal-

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co dell’ Ariston della coppia Albano e Romina Power che a distanza di più di vent’anni hanno riproposto alcuni dei loro successi, il travolgente Tiziano Ferro, Biagio Antonacci, Giovanni Allevi, Gianna Nannini i super ospiti italiani. I comici Alessandro Siani, Pintus, Gabriele Cirilli, Luca e Paolo, Giorgio Panariello. Ancora la band americana degli Imagine Dragons, Conchita Wurst, vincitrice austriaca dell’Eurovision 2014, i Saint Motel, il cantante inglese Ed Sheeran, la PFM con la banda dell’Esercito, i giovani protagonisti del

cast di Braccialetti Rossi, ed ancora Will Smith, Charlize Theron, il dj The Avener, il cantante Marlon Roundette, il ct della nazionale Antonio Conte, il ciclista Vincenzo Nibali, Pino Donaggio fino ad arrivare al collegamento con lo spazio ed incontrare l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti. Per quanto concerne la gara dei Big è tornata l’eliminazione, infatti partiti in venti solo sedici artisti sono approdati alla serata finale. La vittoria finale è andata al trio de Il Volo con il brano grande amo-


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ph Alessandro Tocco


re. Fin dalle prime battute della gara si è notato il grande interesse da parte del pubblico verso di loro. Piero, Ignazio e Gianluca partirono proprio da questo parco, circa sei anni fa, partecipando allo show “Ti lascio una canzone” di Antonella Clerici. Secondo posto per Nek con “Fatti avanti amore” e terzo posto per Malika Ayane con “Adesso e qui (Nostalgico presente). A seguire, Annalisa “Una finestra tra le stelle”, Chiara “Straordinario”, Marco Masini “Che giorno è”, Dear Jack “Il mondo esplode (tranne noi)”, Gianluca Grignani “Sogni Infranti”, Nina Zilli “Sola”, Lorenzo Fragola “Siamo uguali”, Alex Britti “Un attimo importante”, Irene Grandi “Un vento senza nome”, Nesli “Buo-

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na fortuna amore”, Bianca Atzei “Il solo al mondo”, Moreno “Oggi ti parlo così”, Grazie di Michele e Mauro Coruzzi “Io sono una finestra”. La gara delle nuove proposte, ha visto la novità fortemente voluta da Carlo conti - di far esibire gli artisti di questa categoria ad inizio serata e non più alla fine come accadeva negli anni scorsi. Scelta premiata dal pubblico. Gli otto finalisti: Amara “Credo”, Serena Brancale “Galleggiare”, Giovanni Caccamo “Ritornerò da te”, Chanty “Ritornerai”, Kaligola “Oltre il giardino”, Kutso “Elisa”, Enrico Nigiotti “Qualcosa da decidere”, Rakele “Io non lo so cos’è l’amore”, si sono affrontati in sfide a due fino ad arrivare alle se-

mifinali e finali che hanno visto avere la meglio a Giovanni Caccamo che oltre a vincere la gara, si aggiudica anche il Premio della Critica ed il Premio della Sala Stampa. Che il primo festival di Carlo Conti dovesse far meglio dell’edizione precedente era abbastanza prevedibile, ma un successo così schiacciante forse pochi se lo aspettavano. Tutte e cinque le serate della manifestazione canora hanno avuto uno share di spettatori quasi del 50% . A pochi giorni dalla chiusura dell’edizione 2015 già è cominciato il TotoSanremo per la prossima edizione e voci dicono che è stato chiesto a Carlo Conti di presentare anche l’edizione 2016, ma per le conferme di ciò c’è ancora tempo, ora lasciamo spazio alla musica che dal palco dell’Ariston di Sanremo arriva nelle case di tutti gli italiani, nelle piazze e nei palazzetti delle varie città. Il primo appuntamento è quello dell’Eurofestival, ove saremo rappresentati da Il Volo. © Riproduzione riservata



Carmen Consoli

L’abitudine di tornare

tx Francesco Ruoppolo

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n agricoltura, per millenaria tradizione, si lascia un campo a riposo; questa tecnica si chiama maggese, il terreno si rigenera, ricarica. Il maggese di Carmen Consoli è durato cinque anni, tanti quanti quelli passati da Elettra. Un lustro di maggese precisamente, ecco come ha scritto sul suo profilo Facebook annunciando il suo ritorno: “Cinque anni: un lustro, il lasso di tempo che – nell’Antica Roma – intercorreva tra un censimento e l’altro. Era un tempo per contarsi, per contare le ricchezze, per contare le strade percorse e quelle ancora da percorrere”. Durante l’estate scorsa la “cantantessa” è tornata a comporre canzoni, a registrarle, fino ad anticipare col singolo “L’abitudine di tornare” – che ha iniziato a girare per le radio a dicembre – l’uscita del nuovo omonimo album, comparso nei negozi il 20 gennaio 2015, su etichetta Universal. Cos’ha fatto in questi anni Carmen? Prima di tutto è di-

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ventata mamma, poi si è data del tempo, per stare con sé, la famiglia e soprattutto per stare tra la gente, guardandosi intorno, riuscendo a raccogliere pensieri, urgenze, emozioni che incontrava negli altri; quindi il momento della scrittura ha avuto già alle spalle un terreno fertile, lo stesso messo a maggese. La cantautrice catanese oggi ha 40 anni e si sentono, più che altro si ascoltano, nelle dieci tracce di quello che a piena ragione può essere considerato come l’album della maturità. Di base continua, in un solco di coerenza comune a pochi, la ricerca della parola, letteraria quanto basta, meno costruita di un tempo e più diretta, più musicale e meno fine a sé stessa. Carmen racconta così l’Italia vista nei tiggì, ma soprattutto negli sguardi incrociati per strada, la condizione della donna, l’amore, tra il nascondimento

e la noia. Uno sguardo solo apparentemente impietoso e negativo sulla storia odierna, dico apparentemente, perché in ogni canzone è sempre presente il filo rosso della speranza, della primavera evocata in “E forse un giorno”. Dal punto di vista musicale, tutto scorre tra le sonorità classiche “alla Consoli”, tra una grande presenza acustica, con ritmica (chitarre, basso e batteria) in primo piano, elettronica mai invadente, il tutto morbido ed accogliente, mai sopra le righe, spesso a sottolineare i testi, dove regna l’ironia tutta siciliana di raccontare anche le tragedie, che somiglia ad un cinismo senza cattiveria, ma lucido. La cantantessa nel disco suona basso, chitarra acustica e percussioni; il resto della band è composta dai musicisti di sempre, perché – come appunto ama dire – le cose riescono meglio se si fanno con le persone


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cui vuoi bene, specie se si tratta della famiglia musicale allargata. In “Oceani deserti” al basso troviamo Max Gazzè, coautore, col fratello Francesco, del brano stesso. Le venature rock di melodie ed arrangiamenti ben si compensano con episodi più vari, come il tempo ternario, quasi un valzer moderno, di “Esercito silente”, la marcetta ne “La notte più lunga” (che si scioglie nei violini del ritornello, in contrasto con la durezza delle parole) o la bossa nova del brano dedicato al figlio Carlo: “Questa piccola magia”, saudade etnea. Passiamo all’analisi dei brani, uno per uno. L’abitudine di tornare. Singolo di lancio del disco, dove si racconta di un uomo indeciso tra la moglie e l’amante; il verso “sarai tu a decidere se vorrai” la dice lunga sul personaggio ritratto nella canzone. Ottobre. Idealmente ambientata nell’Italia degli anni ’50, anche se oggi certe “differenze” non sono ancora viste con l’occhio della normalità, differenze che nella canzone sono rappresentate da due ragazze adolescenti che scoprono l’amore, un amore

omosessuale difficile da tollerare all’epoca e anche oggi. Il verso più bello: “Il paradiso poteva anche attendere / fosse stato il prezzo della libertà”

na ragione di avere paura”.

Oceani deserti. Forse il brano più delicato del disco, un addio amaro, la fine di un amore che vorrebbe nutrirsi dell’entuEsercito silente. È la de- siasmo degli inizi, “di un nuncia dell’omertà che è la passato che non passa mai”. base silenziosa del potere mafioso. In questa canzo- E forse un giorno. Ancora ne è presente il verso più l’attualità, la crisi economiduro e vero del brano e ca che costringe una famicredo del disco: “lo stato glia a dormire in un’auto; assai spiacente / che posa una madre che racconta la una ghirlanda / tricolo- vergogna di dover dire ai re con su scritto assente” figli di stringere i denti. Il verso più duro: “alla lotteSintonia imperfetta. La ria quest’anno in palio un noia di una vita in due sen- buono per la spesa”, quello za novità, stimoli, quando che apre alla speranza: “Ma i colori sfioriscono nel gri- la primavera tornerà nei gio, nel passare “da un di- nostri poveri cuori avvilivano all’altro”. È così che la ti e ammalati e li guarirà”. protagonista pensa a quanto fosse sognante l’amore Continua a leggere su al tempo dei suoi nonni, www.backstagepress.it evocato con la citazione di “Voglio vivere così”, brano © Riproduzione riservata del 1941, scritto da Giovanni D’Anzi e Tito Manlio ed interpretato da Ferruccio Tagliavini. La signora del quinto piano. Si affronta qui il tema del femminicidio, ma anche della “distrazione” di chi ci dovrebbe difendere, da quella questura, i cui funzionari “continuano a dire / che non c’è alcu-



Riky Anelli Considerazioni

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l tuo ultimo lavoro discografico “Considerazioni Notturne” è in distribuzione da qualche mese. Possiamo fare un primo bilancio? Come sta andando?

tx Alfonso Papa

non credo che possa dare delle risposte ai grandi e potenti della terra. Non penso si possa fare la rivoluzione con la canzone, ma Nell’album si parla di penso sia un buon metodo amore, tasse, politica, per muovere la massa. guerra. Secondo te, la musica, in un tempo Hai partecipato alle selecome quello attuale, può zioni per Sanremo arricontribuire a risollevarsi vando ad un soffio dalla ed a far credere in un do- fase finale. Eri già stato al Festival di Sanremo nel mani migliore? 2001. Come è cambiato Non credo, nel senso che se è cambiato - Sanremo dal 2001 ad oggi? sendo di estrazione pop, mi fa piacere che sia apprezzato anche da quella parte di pubblico.

ph Tania Alineri

Possiamo dire che sta andando bene, che un certo interesse verso l’album sia da parte di un pubblico più attento e che ascolta un certo tipo di musica e sia da quello che ascolta musica pop italiana. Non es-

Notturne

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Per quanto riguarda la mia esperienza personale, nella partecipazione del 2001 ero troppo giovane, inesperto e mi sentivo abbastanza inadatto per quel momento. Forse fa strano a dirlo, perché oggi molti artisti giovanissimi si sentono pronti, arrivati o come se fossero dei professionisti di vecchia data. Musicalmente parlando, invece è cambiato perché oggi ci sono molti più mezzi di fruizioni a partire dai tanti social o canali web


Il progetto principale è quello di continuare a scrivere canzoni, quindi fare dischi e portarli in giro per l’Italia e soprattutto anche all’estero dove esistono dei posti ove rispettano maggiormente i cantautori; posti dove puoi suonare la tua musica ed essere apprezzato senza la necessità di dover ricorrere alle cover. © Riproduzione riservata

ph Tania Alineri

Io frequento molto l’ambiente indipendente che è Personalmente credo che più vicino al mio mondo. la forza della musica, deb- Li c’è molta attenzione verba essere ricercata più che so i nuovi talenti. nella vendita dei dischi nel Qual è il tuo rapporto con live. il palco e con le persone Riguardo al fare musica, che seguono la tua musiil tuo album è autopro- ca? dotto attraverso una piattaforma di raccolta fondi. E’ vitale ed essenziale. Il In Italia c’è la giusta at- mio rapporto con il pubtenzione verso i giovani blico è molto buono, che sia un concerto in una vetalenti? nue grande o in un locale il In Italia c’è attenzione per confronto con il pubblico è i giovani talenti se passa- il vero metro di misura per no per i Talent Show, non chi fa musica. c’è attenzione per i giovani talenti se non passano per i Quali i prossimi impegni e progetti futuri? Talent Show. dedicati alla musica.

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Rock and Roll Italiano tx Wanda D’Amico

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bbiamo da poco finito di parlare del rock progressive italiano, una corrente durata quasi vent’ anni, molti hanno provato a raggiungere le profondità della musica progressive italiana ma, ahimè, non ha uguali. Altra importante corrente e contaminazione della musica italiana fu il Rock’ n roll. Questo genere musicale cominciò a suonare in Italia grazie al Quartetto Certa nel 1956, furono loro ad aprire le porte a questo

genere così travolgente, incisero una versione italiana del brano Rock around the clock, il brano fu riadattato nel testo da Tata Giacobetti che gli diede il titolo L’orologio matto. Torniamo un attimo indietro a quelle che sono le origini del Rock and roll in se, nasce in America, con il sopracitato brano che diventa un vero e proprio tormentone. Mentre l’Italia è intenta a riprendersi dalla

botta inflitta dalla seconda guerra mondiale, oltreoceano, impazza un irrefrenabile Elvis. In quel periodo, colonne portanti della musica italiana sono Claudio Villa, Nunzio Gallo, Gino Latilla, Achille Togliani capitanati dalla regina indiscussa Nilla Pizzi. Il modo romantico e lento della musica italiana di quel periodo sta bene a tutti, discografici compresi, il ritmo attuale fa sognare, mantiene l’equilibrio di cui

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l’italiano ha bisogno e nessuno pensa allo scatenato rock and roll degli Stati Uniti. La calma piatta delle note italiane dura poco però e basta un attimo che Elvis comincia a girare tra le nuove leve del Bel Paese, Adriano Celentano, Little Tony, Bobby Solo. Tra il 1955 e il 1959 cominciano a riecheggiare i brani di due band che faranno la sto-

ria del rock and roll italiano, i Rock Boys di Adriano Celentano e i Little Tony and his brothers. Il primo inciderà brani come Rip it up, Jailhouse rock, Tutti frutti e Blueberry hill per poi passare a brani di propria composizione come Il tuo baci è come un rock , Teddy girl, Il ribelle. Anche Little darà vita a diversi singoli tra il 1958 e il 1960 come Lucille, Johnny B.Good, Shake rattle and roll per passare poi

a brani più melodici. Altri importanti precursori del rock and roll italiano furono Tony Renis, Ricky Gancio (Ricky Sanna), la meteora Roby Milioni e la sua “Rock Staana” e gli Erranti, furono marginali ma diedero comunque il loro contributo. Il fenomeno cresce e contagia un po’ tutti, basti pensare agli Happy Boys guidati dalla voce di Mina, prima chiamata Mina Georgi, poi Baby Gate, tra il 1958 e il 1960 incisero una serie di 45 con alcuni brani assolutamente rock n roll come Be bop a lula, Splish splash o Nessuno e Tintarella di luna. Il rock and roll italiano raggiunge il suo apice nel 1957 quando, a Milano, si tenne il Primo Festival del Rock n Roll con la partecipazione dei Rock Boys di Celentano (che vinsero il festival), Tony Renis, Little Tony, Betty Curtis, Tony Dallara, Clem Sacco, Ghigo. Questo articolo ci serve per fare una panoramica iniziali di quelli che furono gli esponenti italiani di questa corrente, nei prossimi articoli entreremo nel vivo di ognuno di loro, ripercorreremo la carriera di coloro che gettarono le fondamenta e costruirono la storia del Rock n roll made in Italy.

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Amara

Donna Libera

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l video del brano che Amara ha presentato al Festival di Sanremo, ha registrato in pochi giorni più di 260.000 visualizzazioni, secondo solo al video del vincitore.

alla speranza ed al non arrendersi mai.

tx Alfonso Papa

Oggigiorno spesso ci capita di volere sempre di più, di cercare chissà cosa ma poi ci si accorge che sono le cose semplici che servono e che colorano la vita.

Credo è un pezzo talmente vero, che si racconta in ogni singola parola. Personalmente c’è stato un momento in cui sono caduta Volendo conoscerti un po’ Nell’ambito del Festival, ed ho sentito l’esigenza di meglio, ci racconti come Amara, risulta seconda sia raccontarmi nel profondo. mai la scelta del nome Amara? nella classifica per l’assegnazione del Premio della In questo brano, davvero Critica “Mia Martini” sia ho ritrovato la forza che Amara è una cosa senza in quella per l’assegnazione temevo di perdere. Conti- aggiunta, una cosa pura, del Premio della Sala Stam- nuare a credere nei valori così com’è. Poi si dice che pa Radio-Tv-Web “Lucio umani, nelle cose sempli- noi siamo il risultato di ci della vita, per esempio: quello che viviamo e se è Dalla”. i sogni, i bambini, i colori così non potevo non chiaHai partecipato al 65° Fe- mi ha fatto in un certo sen- marmi Amara. stival di Sanremo con il so rinascere. Compresa l’ultima, sono brano “Credo”, un inno

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22 ph Alessandro Tocco


ben 5 edizioni che vinci Area Sanremo. Quest’anno sei approdata sul palco dell’ Ariston, tra i finalisti delle nuove proposte. Come ti sei preparata per questo appuntamento e quali erano le tue aspettative?

sogno di sentirmi dire certe cose, cerco risposte, cerco una forza. Quella voce che parla attraverso le parole di una canzone è una voce amica che mi da quella forza e spero che possa esserlo anche per gli altri, per chi ascolta le mie canzoni e più in generale per chi ascolta Mi sono preparata, perché musica. oltre a quello che si può immaginare dietro quell’ap- Il sogno nel cassetto di puntamento c’è tanto la- Amara? voro da fare. La chiusura del disco, la preparazione Fino a poco tempo fa, pendi tutto quanto si vive in savo che i sogni erano rapquei giorni in cui sei al cen- presentati solo da quelle tro dell’attenzione e tutti ti cose che non si sarebbero cercano. Ti confesso però mai realizzate. Ma devo che sono stata abbastanza ricredermi. Uno si è già serena e non mi ero prefis- realizzato ed è quello dell’esata aspettative particolari, sperienza di Sanremo, una perché le aspettative spes- cosa che inseguivo da tanso deludono. Credo che in to. L’altro è quello di divenquesti casi si debba prende- tare una stilista di moda, re quello che viene, del re- mi piacerebbe tanto ma sto Sanremo non deve esse- quello credo sia un po’ più re visto come un arrivo ma difficile da realizzare. come un punto di partenza. Il tuo nuovo album - usciIl brano che ho presentato, to da qualche giorno Credo, è stato accolto positivamente sia dalla critica sia dal pubblico e ciò non può che rendermi felice.

Donna Libera, ce ne parli? Donna Libera è un disco che contiene dieci brani ed è privo di censure, nel senso che non segue uno standard particolare. Racchiude un percorso durato cinque anni ed ogni pezzo ha la sua storia, la sua parte emotiva, la sua parte letteraria. Ogni pezzo è un pezzo a se e racconta quello che ho visto e vissuto in questi ultimi anni. Quali i prossimi impegni e dove i tuoi fans potranno ascoltarti? Nei prossimi giorni ci saranno una serie di appuntamenti in cui presenteremo dal vivo “Donna Libera”. Partiremo il 24 febbraio dalla Mondadori Multicenter di Milano, il 25 saremo alla Discoteca Laziale di Roma ed il 26 alla Mondadori di Firenze. © Riproduzione riservata

Tu sei una cantautrice, racconti storie di vita quotidiana. In momento di crisi come quello attuale, ritieni che la musica possa dare una mano? Sicuramente può aiutare. Quando scrivo è come se scrivessi a me stessa, ci sono momenti in cui ho bi-

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Piazza delle Arti

La piattaforma web che mette in contatto artisti ed aspiranti mecenati. tx Domenico Ruggiero

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n sogno, una scom- spazio che possa mettere in messa, una piccola, mostra delle opere. grande rivoluzione: tutto questo è Piazza delle Circa 2700 gli artisti che in pochi mesi hanno caricato Arti. La piattaforma web che met- e “messo in mostra” oltre te in contatto artisti e mece- 17.000 opere sulla piattafornati. Un progetto che rompe ma. gli schemi e che porta l’arte in luoghi nuovi e inusuali Grazie a Piazza delle Arti, come negozi, alberghi, cine- infatti, chiunque può dima, uffici, supermercati, fab- ventare un mecenate. Non briche, ristoranti, palestre, servono grandi capitali. ospedali, mobilifici, etc. In- Bastano solo la passione e somma, ovunque ci sia uno un po’ di coraggio.

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Attraverso il sito www.piazzadellearti.it i potenziali mecenati possono trovare le opere che preferiscono (fotografie, dipinti, sculture, disegni, fumetti, collezioni e qualunque altra forma d’arte), mettersi in contatto con gli artisti e creare così, nei propri spazi, mostre collettive o personali. Con www.piazzadellearti. it sia gli artisti (professionisti e non) sia i mecenati non


hanno più alibi: con pochi click del mouse, possono liberare nuove energie e aprire migliaia di nuovi spazi alla creatività. Provate a immaginare a quale rivoluzione potremmo dare vita se nel vostro ufficio, nel vostro giornale o nella vostra emittente radiofonica o televisiva, apriste le porte e i muri a decine e decine di artisti. E provate a immaginare se tutto questo accadesse per ogni esercizio commerciale, ufficio o spazio del nostro Paese. È un sogno? Una follia? Sicuramente è una meravigliosa, elettrizzante scommessa: aiutare gli artisti nella ricerca di nuovi spazi dove esporre e individuare persone disposte a esaltare il loro talento attraverso uno strumento concreto e facilmente accessibile.

Tra le iniziative speciali, vi segnaliamo Ligabue, Elisa, Eugenio Finardi, Red Canzian, Red Ronnie, Niccolò Agliardi, Gianluigi Paragone e Stefano Senardi. Tutti loro sono diventati Mecenati di Piazza delle Arti, scegliendo un’opera tra quelle caricate sulla piattaforma da ospitare in un luogo da loro scelto. Rudy Zerbi ha invece selezionato alcune opere di artisti iscritti a Piazza delle Arti creando così una mostra che potrà essere scelta dai Mecenati per essere esposta in una delle location che hanno aderito alla piattaforma. La selezione di Rudy Zerbi è accompagnata da sue note generali e singole per ogni opera.

della città di Faenza, è stato realizzato un Art Contest dedicato alla musica italiana. Gli artisti hanno caricato gratis su www.piazzadellearti.it le proprie opere legate al tema della “musica italiana”. Le più meritevoli sono state esposte a Faenza Il direttore della rivista durante il MEI 2.0. Hestetika Marco De Crescenzo ha selezionato die- © Riproduzione riservata Con www.piazzadellearti. ci opere presenti su Piazza it non ci sono più scuse. delle Arti che sono state Chiunque può mettersi in pubblicate sul numero di mostra. E chiunque può luglio del magazine. aiutare l’arte e il bello a farsi largo nel nostro PaIn occasione del MEI 2.0 ese. Non servono grandi (Meeting delle Etichette capitali. Perché, tra il dire Indipendenti), la più ime il fare - soprattutto in portante manifestazione momenti come questo - c’è italiana dedicata alla scena di mezzo soprattutto una musicale indipendente che cosa: il coraggio. si svolge nel centro storico 25


ndo CHIMICA corsi collettivi e individuali di:

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Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino. tx Marica Crisci

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l Salone dei Corazzieri del Palazzo del Quirinale accoglie dal 17 febbraio al 12 aprile 2015 la mostra “Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino” che raduna, dopo centocinquanta anni, i venti arazzi che raffigurano la storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, narrata nella Genesi(37-50). Gli arazzi, divisi per volere dei Savoia nel 1882 tra Firenze e il Palazzo del Quirinale, tornano, grazie all’impegno della Presidenza della Repubblica Italiana e del Comune di Firenze, a essere esposti insieme in una mostra unica. Questa serie di panni monumentali, oggetto di un complesso e pluridecennale restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e il Laboratorio Arazzi del Quirinale, rappresenta una delle più alte testimonianze dell’artigianato e dell’arte rinascimentale.

missionati da Cosimo I de’ Medici tra il 1545 e il 1553 per la Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio a Firenze. I disegni preparatori furono affidati ai maggiori artisti del tempo, primo fra tutti Pontormo. Ma le prove predisposte da quest’ultimo non piacquero a Cosimo I, che decise di rivolgersi ad Agnolo Bronzino, allievo di Pontormo e già pittore di corte, e a cui si deve parte dell’impianto narrativo della serie. Tessuti alla metà del XVI secolo nella manifattura granducale, tra le prime istituite in Italia, furono realizzati dai maestri arazzieri fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher sui cartoni forniti da Agnolo Bronzino, Jacopo Pontormo e Francesco Salviati.

Cosimo de’ Medici nutriva una particolare predilezione per la figura di Giuseppe, nelle cui fortune vedeva rispecchiate le alterne vicende dinastiche medicee: Giuseppe, figlio preGli arazzi con le Storie di diletto di Giacobbe, tradito Giuseppe vennero com- e venduto come schiavo

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arte

dai fratelli, fatto prigioniero in Egitto, riesce comunque, grazie alle sue rare doti intellettuali, a sfuggire alle avversità, a perseguire una brillante carriera politica e a raggiungere posizioni di potere. Abile parlatore, consigliere e interprete dei sogni del Faraone, mette in salvo un’intera popolazione dalla carestia e, infine, dà prova di clemenza e magnanimità, perdonando i fratelli che lo avevano tradito. © Riproduzione riservata

Il Faraone accetta Giacobbe nel regno(1553)

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E’ appena trascorso San Valentino, festa per eccellenza degli innamorati. Questa ricorrenza nasconde ancora qualcosa di vero o come per molte feste moderne è solo occasione per scambiarsi regali? Per me San Valentino è sempre stata una festa, sono nata in quel giorno. Tutte le feste possono essere vere o finte, dipende che valore diamo noi ad esse. E che cosa desideriamo noi in quel momento, se siamo davvero innamorati il San Valentino lo potremmo vivere come un giorno “normale” Perché tutti i giorni passati con amore si sono trasformati in un San Valentino. Le ricorrenze non sono inutili, ci ricordano che forse dovremmo dare dei valori che non diamo più. Viviamo di fretta, respiriamo la fretta e non siamo più in grado di contemplare la nostra vita

e quelle dei nostri cari. Il farsi dei doni, come a Natale, l’abbiamo reso noi consumistico. Quando si dice “basta il pensiero” è un pensiero giusto. Un fiore, un sorriso, possono illuminare le nostre giornate, ma Perché regalarli solo un giorno o due all’anno? A proposito di regali, il 14 febbraio ci hai regalato il video del tuo “inno dei divorziati”, da te stessa ideato e scritto. Ci racconti come è nato e perché la scelta del 14 febbraio per presentarlo? Ho scelto di presentarlo il giorno di San Valentino per “mettere il dito nella piaga…” Se la canzone malgrado il tema amarissimo è ironica, il video è comico. A volte grottesco. Parla di una coppia che scoppia in modo “trash”, in ambienti “kitch”, utilizzando momenti cliché Punto il dito

sul modus operandi che abbiamo dato alle nostre vite, facendocele delineare in modo indegno da questa società. Il soggetto l’ho scritto io e sono riuscita a realizzarlo con l’aiuto del mio amico Mirko Mirabella, bravissimo fotografo nonché videomaker. Gli attori principali, “la coppia che scoppia”, Letizia Gori e Jack Gallo, due attori eccezionali, sono riusciti a creare proprio quell’ambiente grottesco e dissacrante che però fa scoppiare come una bomba la risata fragorosa. Credo che l’ironia e la comicità possano avere davvero molta più presa e comprensione da parte del pubblico e se la bellezza salverà il mondo, l’ironia salverà l’universo! Piangersi addosso non aiuta certo ad rialzarsi. Il mio “inno dei separati” è anche un modo per dire alziamoci e proviamo a capire dove abbiamo sbagliato, ma soprattutto iniziamo a volerci bene davvero. A smettere di fare le cose tanto per farle Perché ce le dicono gli altri. Continua a leggere su www.backstagepress.it

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E se il futuro fosse “Robot”? Intervista a Daniel H. Wilson

er lavoro e soprattutto per passione, qualche mese fa mi sono imbattuto nel bel cortometraggio di fantascienza “The Nostalgist”, diretto da Giacomo Cimini e che, tra l’altro, ha fatto incetta di premi in tutto il mondo. Giacomo è un regista italiano, che alcuni anni fa ha fondato una società di produzione a Londra. Insomma un “cervello in fuga”, se si vuole assecondare questa locuzione piuttosto abusata e un po’ retorica. Ad ogni modo, dopo la visione del film, ho sentito la necessità di approfondire e sono riuscito a fare due chiacchiere

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tx Alfonso Papa

acesinmybook@backstagepress.it

molto piacevoli con il regista, scoprendo che il soggetto di “The Nostalgist” era in realtà l’adattamento del racconto di uno scrittore americano: Daniel H. Wilson. A essere sinceri, fino a quel momento - benché io sia un lettore piuttosto compulsivo - non ne avevo sentito parlare. Eppure Wilson è l’autore del best-seller “Robocalypse”, pubblicato in Italia da Rizzoli; lavora anche per il cinema (attualmente sta collaborando nientemeno che con la società di Brad Pitt) e i diritti del suo “Robocalypse” sono stati acquistati dalla DreamWorks di

Spielberg. Ovviamente, per naturale curiosità, ho letto subito il romanzo e ammetto che mi ha colpito. Daniel H. Wilson è uno scrittore visionario, il cui lavoro si inserisce perfettamente nella tradizione del genere sci-fi, da Asimov a Dick, da Crichton a Heinlein. Le sue storie di “robot” sono inquietanti quanto perfettamente credibili, perché Daniel è anche un ingegnere con una specializzazione in robotica, il che, per confezionare storie dell’impatto di “Robocalypse” (e del seguito “Robogenesys”, per ora non ancora pubblicato in Italia), evidentemente non guasta.


Daniel è inoltre un ragazzo molto simpatico e disponibile e il suo successo non ha scalfito la sua curiosità e il suo desiderio di confronto. Così gli ho chiesto un’intervista… ed eccola! Quando ho l’opportunità di parlare con autori o artisti, in qualsiasi ambito, la mia prima curiosità è quella di indagare brevemente sulla loro esperienza personale. Cioè, nel tuo caso, mi piacerebbe provare a ricostruire come e quando hai capito che scrivere era davvero quello che volevi fare. Se è stato difficile all’inizio il rapporto con gli editori, oppure no. Tra l’altro tutta la tua scrittura – sia i primi libri umoristici, sia i racconti e i romanzi – è fortemente segnata dai tuoi studi di ingegneria robotica, quindi suppongo che i tuoi studi innanzitutto siano stati caratterizzati da una grande passione per l’argomento, oltre ovviamente alla tua grande competenza in merito… Sono cresciuto leggendo fantascienza in modo vorace e volevo fare lo scienziato. Ho studiato informatica al College perché nella mia testa programmare era in qualche modo la mede-

sima cosa che dipingere o scrivere romanzi – era comunque un modo per esprimere se stessi. Ma un programma per computer è intrappolato all’interno di un dispositivo, così ho scelto di studiare robotica, perché pensavo mi offrisse l’opportunità di creare qualcosa che poteva anche essere liberato nel mondo. Al termine dei miei studi di robotica ho poi avuto l’opportunità di vendere un piccolo libro. How to Survive a Robot Uprising mi ha catapultato quasi per caso nel mondo dell’editoria. È stato molto divertente trasporre in fiction ciò che avevo imparato all’Università. Alla fine sono diventato un ragazzo che scrive fantascienza anziché fare scienza. E fortunatamente amo entrambe le cose.

state trovate soluzioni che non c’erano nel racconto… hai collaborato alla stesura dello script o ti sei affidato totalmente al talento di Giacomo? Insomma come è nata e come si è sviluppata questa esperienza? Amo ciò che Giacomo ha fatto con il cortometraggio “The Nostalgist”! In primo luogo è stato un onore per me avere una mia storia adattata (e ho potuto constatare in prima persona la quantità di lavoro che occorre per creare un film di qualsiasi lunghezza). Giacomo mi ha contattato di punto in bianco dimostrandomi grande passione e così ci siamo accordati per l’utilizzo del racconto. La sua sceneggiatura era fantastica – ho giusto proposto un paio di piccole modifiche per la versione definitiva, ed era a posto. Giacomo ed io siamo diventati amici nel corso degli anni. A questo punto, mi piacerebbe sviluppare con lui “The Nostalgist” in un lungometraggio, ma dovremo aspettare e vedere…

Come sai, ho seguito il recente lavoro del regista italiano Giacomo Cimini che con il cortometraggio tratto dal tuo racconto “The Nostalgist” ha riscosso premi a apprezzamenti in tutto il mondo. Credo che a un autore faccia sempre un certo effetto particolare vedere un proprio lavoro adattato in un media diverso continua a leggere su dall’originale. Cosa pensi www.backstagepress.it di questo adattamento in particolare? So che sono © Riproduzione riservata

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Progetto Sonora e il Teatro dei Piccoli, tempio artistico per bambini e ragazzi di Napoli. tx Francesco Ruoppolo

ra il 1939 quando l’architetto Luigi Piccinato fu incaricato di progettare – inserendo la costruzione nella grande opera della Mostra d’Oltremare, a Napoli – una sala teatrale che avesse come precisa destinazione spettacoli di marionette e cinema per bambini. Distrutta durante la seconda guerra mondiale, la struttura fu ricostruita nel 1952, su progetto di Delia Maione e Elena Mendia, ma col tempo è andata in disuso. Nel 2013 una nuova ristrutturazione ha restituito alla città questa meraviglia dedicata a bambini e ragazzi: il

Teatro dei Piccoli, 500 posti, uno spazioso palco, con tanto di cavea per l’orchestra. Promossa dal Comune di Napoli e dalla Mostra d’Oltremare, tale l’iniziativa è stata ideata e realizzata da quattro imprese napoletane, Le Nuvole, I Teatrini, Progetto Sonora e CineTeatro La Perla chiamate a realizzare e gestire un articolato progetto artistico dedicato alla produzione e promozione culturale per l’infanzia e la gioventù. È così nel dicembre 2014 è partito il primo cartellone di spettacoli.

2015 sono stati promossi oltre 25 titoli di spettacoli teatrali, musicali e cinematografici, ai quali si andranno ad aggiungere i progetti speciali e le attività di formazione e laboratorio.

Oltre alle produzioni delle associazioni, ci saranno tanti allestimenti di storiche compagnie primarie della scena nazionale per ragazzi come Ruotalibera Teatro di Roma, Teatro Pirata di Jesi, Fontemaggiore di Perugia, Fondazione AIDA di Verona, L’Uovo de L’Aquila, giusto per citarne qualcuna, e quelli di Assiemi (Associazione Italiana Educazione Musicale per Per i primi cinque mesi del l’Infanzia) di Bologna, di cui è presidente onorario il maestro Riccardo Muti, che sarà ospite del Teatro dei Piccoli con due spettacoli musicali, Chichibio, la gru e altre storie e L’usignolo dell’imperatore rispettivamente in aprile e in maggio Continua a leggere l’articolo sul sito www.backstagepress.it © Riproduzione riservata




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