anno III n.6 - Giugno 2015 - Poste italiane s.p.a. sped in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 1 - DCB - Caserta
p re ss
o du giugn
emila
quind
ici
a le i r o t i ed
Capitani Coraggiosi Backstage Press, per questo nuovo numero ci ha riservato degli appuntamenti davvero esclusivi. Le prime pagine sono dedicate al progetto di Claudio Baglioni e Gianni Morandi “Capitani Coraggiosi”, qualche giorno fa abbiamo partecipato “al varo” del progetto, dove i due amici Claudio e Gianni tra aneddoti, scherzi e racconti hanno illustrato gli aspetti di questa nuova avventura. Nell’incontro, avvenuto presso la Casa del Jazz di Roma, è stato presentato anche il brano inedito che accompagnerà l’intera
iniziativa. Vi consigliamo di seguire anche le pagine del nostro sito web ove potrete trovare diversi contenuti multimediali riguardante l’incontro. Altra “chicca” di questo numero è quella che ci ha regalato, la nostra collaboratrice ma ancor prima amica Tonia Cestari che ha seguito per noi lo straordinario concerto di Bobby Mc Ferrin & Chick Corea svoltosi alla Sala Beethoven del Liederhalle Sttttgart (DE). Eh si, Tonia si è spinta fino a Stoccarda per raccontarci questo evento unico e straordinario ed ad-
dirittura ce la siamo ritrovata sul palco con Bobby Mc Ferrin & Chick Corea a cantare “Smile”. Continuando a sfogliare il numero che abbiamo tra le mani incontriamo Virginia Veronesi, Franco J Marino, Leiner, Domingo e poi ancora le nostre rubriche Aces in my book, arte, emergiamo, concerti e teatro. L’appuntamento è per il mese di luglio, con i concerti negli stadi, il Giffoni Film Festival e tante altre storie da raccontare.
Foto in copertina di Alessandro Dobici
www.backstagepress.it
CAPITANI CORAGGIOSI
p re ss
7 o du giugn
emila
quind
ici
a so m m
rio
BOB MC FERRIN & CHICK COREA
12 VIRGINIA VERONESI
16 TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Backstage Press è edito dall’associazione culturale “Il Sogno è Sempre Onlus”. Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, disegni e fotografie non si restituiscono anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’editore. Gli autori e l’editore non potranno in alcun caso essere responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’uso improprio delle informazioni contenute. REDAZIONE Alfonso Morgillo, Wanda D’Amico, Alfonso Papa, Marica Crisci, Domenico Ruggiero, HANNO COLLABORATO: Michela Drago, Alessandro Tocco, Francesco Ruoppolo, Alfonso Papa (To), Giuseppe Maffia, Ambra De Vincenzi, Tonia Cestari. REGISTRAZIONE n. 815 del 03.07.2013 presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Comunicazione Editore: Il Sogno è Sempre Onlus Sede Legale: Via Botteghino, 92 – 81027 San Felice a Cancello (CE) Sede Operativa: Via Giacomo Matteotti, 20 – 81027 San Felice a Cancello (CE) – Fax. 0823.806289 – info@backstagepress. it – www.backstagepress.it Distribuzione: Gratuita Stampa: Pieffe Industria Grafica
FRANCO J MARINO
19 LEINER
21 DOMINGO
24 ARTE
27 EMERGIAMO
28 ACES IN MY BOOK
30 TEATRO
34
P.zza Caduti di Nassirya - Airola (Bn) - www.setph.it - info@setph.it
ph Alessandro Dobici
Capitani Coraggiosi
Baglioni e Morandi: Testa e Cuore. tx Alfonso Papa
7
T
esta e cuore. Questa, in estrema sintesi, è la filosofia che anima il progetto “Capitani Coraggiosi”. La testa indica la strada giusta da imboccare; il cuore dà il coraggio necessario a percorrerla fino in fondo, qualunque cosa accada. Quello di affrontare la traversata della vita, trovando il coraggio di seguire la rotta indicata dalla testa è l›invito che Claudio Baglioni e Gianni Morandi rivolgono a se stessi e a tutti quelli che sentono il bisogno di dare un senso - significato e direzione di marcia - alla propria quotidianità. In un momento nel quale sembra ci siano più ombre che luci, l’invito è quello di dimenticare che le risposte che cerchiamo non sono fuori, ma dentro di noi - tra la testa e il cuore, appunto -
8
e che le ombre non avranno mai ragione della luce, per la semplice ragione che, senza luce, non possono esserci ombre. Il varo del progetto è avvenuto lo scorso 15 giugno presso la Casa del Jazz di Roma. Come mai avete scelto questa location per la presentazione di Capitani Coraggiosi? (Baglioni) Perché la storia di questo posto, oltre alla bellezza, evoca anche un po’ il nostro titolo. Questo luogo è stato confiscato ad un personaggio che faceva parte della banda della magliana, è stato confiscato nel 2001, un po’ come si confiscano le cose della mafia o di altre operazioni di malaffare ed oggi è destinato ad ospitare momenti di cultura e di arte. E’ stato un gesto da Capitani Coraggiosi, avere questa
bellissima villa e sapere che è divenuta punto d’incontro per buone cose. Quando vi siete incontrati per la prima volta e come nasce Capitani Coraggiosi? (Morandi) Il nostro primo incontro risale al 1969 era la prima volta che Claudio si presentava all’Hotel Hilton davanti alla RCA italiana dove facevano dei provini e cantava dei brani tipo “Vecchio Samuel” e “Signora Lia”. (Baglioni) Morandi in quel periodo era uno dei cantati più prestigiosi che avevamo in Italia e forse non ricordandosi il mio nome mi appellò al buffet, arrivando e dicendo: “Signora Lia”. Essere chiamato Signora Lia non mi andò molto giù e pensai ma ho fatto anche “Vecchio Samuel”, ma anche li non è che sarebbe andata meglio.
9
ph Domenico Ruggiero
(Morandi) Nel corso degli anni poi ci siamo visti tante volte, specie nel periodo di O’Scià dove abbiamo avuto modo di parlare di molte cose ed arriviamo a dire perché non facciamo qualche cosa insieme? Ma sulle prime Claudio diceva sempre di non essere pronto e si rimandava sempre. L’anno scorso poi prima di Natale mi chiama e mi fa: forse adesso la possiamo fare quella cosa, ho già anche il titolo “Capitani Coraggiosi”.
Questo brano farà parte di un Cd live?
Oggi oltre al giro di concerti in programma il prossimo settembre allo stadio del tennis, presentate anche un brano inedito che da appunto il nome al progetto.
Durante i concerti eseguirete solo canzoni vostre o ci sarà spazio anche per omaggiare qualcuno?
(Baglioni) Abbiamo fatto questo brano un po’ per creare un patto, per ora non c’è ancora nulla di definito. Noi registriamo tutto, perfino le prove, però da qui a dire - già oggi - per certo che ci sarà un documento dal vivo ce ne vuole. Bisogna vedere, i dischi dal vivo devono avere un significato e magari in questo c’è, ma lo sapremo più avanti.
(Morandi) Ne abbiamo parlato, probabilmente ci sarà
uno spazio aperto nel mezzo del concerto per improvvisazioni e magari con in braccio due chitarre accenniamo un artista che ci piace o una canzone che ci piace. Si parla su qualche sito web di diretta televisiva, si parla anche dell’Arena di Verona. E’ vero? E ci saranno date in altre città? (Baglioni) Per adesso che noi sappiamo sono in programma solo i concerti di Roma, non c’è null’altro di definito. Come può confermarci lo stesso Salzano, qui presente, ci sono dei contatti con delle reti televisive ma ancora non vi è nulla di deciso e programmato. L’incontro con i giornalisti continua con un piccolo assaggio live, con i due artisti che propongono alcuni dei loro successi, chiudendo con l’esecuzione dal vivo del nuovo brano Capitani Coraggiosi.
Su www.backstagepress.it contenuti multimediali.
10
© Riproduzione riservata
Bobby Mc Ferrin & Chick Corea
tx Tonia Cestari
Q
uello che ci si aspetterebbe da un concerto jazz è una serie infinita di pattern e virtuosismi, sicuramente affascinanti, ma forse ripetitivi e poco originali. Tutt’altro è stato il concerto dei due colossi del jazz Bobby McFerrin e Chick Corea ieri sera nella Sala Beethoven della Liederhalle a Stoccarda (DE).
Si contavano sulle dita di una mano i posti vuoti in sala, particolare irrilevante se consideriamo che la sala Beethoven, la più grande della Liederhalle, può ospitare ben 2100 spettatori.
Non sono mancati i momenti esilaranti e carichi di vivacità come scambi di posto, cambi di tempo e di dinamiche in un guidarsi a vicenda per la buona riuscita della performance.
Un concerto organizzato dall’ente StuttgartKonzert Veranstaltungs GmbH che ha messo in scena tutto ciò che il pubblico poteva aspettarsi: dalla famosa “Spain” di Corea a “Don’t worry be happy” di McFerrin fino ad esecuzioni di brani classici del repertorio jazz come Teach me Tonight, Autumn Leaves e Smile, eseguiti
Emozionante è stato per il pubblico farsi trasportare da Bobby McFerrin che, come molti sanno, è solito durante i concerti insegnare agli spettatori qualche frase da cantare in loop al fine di costruirsi un tappeto di voci sul quale improvvisare. A suon di cassa toracica, Mc Ferrin sa bene come servirsi della sua profonda voce, agile nel passare
li di studio per gli studenti di insieme a “volontari” dal musica dei conservatori e delle pubblico prestatisi con accademie di tutto il mondo. piacere ad un momento di improvvisazione con i propri idoli.
da un’ottava all’altra in un range vocale ampissimo.
McFerrin è noto soprattutto per la sua “Don’t Worry be Happy”, vocalist per eccellenza, dalla voce profonda e dal range vocale ampissimo e Corea per la sua “Spain” e per essere tra i più virtuosi pianisti e più creativi compositori del mondo del jazz, entrambi protagonisti di seminari e model-
12
Consapevole del potere universale della musica e del funzionamento
13
a vicenda nell’azzardare durante l’ improvvisazione: l’intesa vincente di una coppia di artisti di fama mondiale che già in passato aveva confermato il proprio valore artistico e che si ripropone ancora.
della mente umana (Bobby McFerrin – Notes and Neurons: In Search of the Common Chorus - World Science Festival 2009 ), anche stavolta McFerrin ha coinvolto ogni singolo spettatore, perfettamente capace di comunicare le sue intenzioni attraverso
semplici gesticolazioni di facile comprensione. Nessuna predominanza dell’uno sull’altro, al contrario una fusione di stili perfettamente riconducibili ai propri artefici, ma che si sposano benissimo insieme e si esplorano continuamente, si stimolano
Chick Corea and Bobby McFerrin Together Again è uno show che mancava al suo pubblico. Due grossi pilastri di storia della musica mondiale hanno regalato alla città di Stoccarda una serata indimenticabile. © Riproduzione riservata
Virginia Veronesi When i was you
D
opo aver prestato la voce allo spot di XFactor 2014, cantando il brano “Try” il tuo nuovo video “When i was you” ha già superato le centocinquantamila visualizzazioni. Ti aspettavi un riscontro così ampio? Confesso che non me lo aspettavo, in quanto ho cercato di non metterci troppe aspettative. L’idea era quella di rendere il video pubblico e capire il pubblico come reagiva, per cui il risultato fino ad ora raggiunto è stato una piacevole sorpresa.
Nel tuo percorso formativo troviamo musical, recitazione, canto, quale forma d’arte ti si addici di più e se possibile quando hai capito che forse il canto poteva essere quella che aveva la meglio sulle altre?
tx Alfonso Papa
resti o preferisci la strada classica delle serate e della gavetta?
Fino a questo momento non ci avrei mai pensato a fare un talent. Ho deciso di seguire un altro percorso e per ora l’ho fatto senza l’appoggio, il supporto del Che il canto potesse dive- talent. In questo momento nire, come dire, un lavoro no., poi nella vita non si sa l’ho un po’ scelto dopo le mai. superiori. Nel senso che ho proprio scelto se con- Com’è il tuo rapporto con tinuare gli studi con l’u- chi ti segue, con chi segue niversità o se intrapren- la tua musica? dere un percorso artistico Molto piacevole, non sono un po’ più professionale una supertecnologica che quindi l’accademia. è sempre attaccata al com-
When i was you, parla di sogni, piccoli o grandi che sia- Delle tre discipline, quelno si dice che bisogna sempre la che sento più vicina è crederci. Tu credi nei sogni? sicuramente il canto che mi accompagna da quanAssolutamente si, anche la do ero bambina, anche se mia storia un po’ lo racconta. devo dire che avendole Il sogno nel cassetto di Vir- studiate tutte e tre ciò mi ha aiutato molto ed ogni ginia Veronesi? tanto tornano e mi aiutaPensando in grande, sempli- no per svolgere al meglio cemente fare questo lavoro quella del canto. per tutta la mia vita. Un po’ più nell’immediato l’idea di Abbiamo citato X-Factor, come ti poni rispetto realizzare un album. ai reality. Ci partecipe-
puter ma quando ho voglia di comunicare qualcosa sia che riguardi i miei lavori o serate ma anche della musica che in quel momento mi piace ascoltare lo faccio. E devo dire che le persone che mi seguono sono sempre molto attente a partecipare e supportarmi anche nelle piccole cose. E’ veramente piacevole, farlo così, per loro ed insieme a loro. © Riproduzione riservata
17
P.zza Caduti di Nassirya - Airola (Bn) - www.setph.it - info@setph.it
Franco J Marino
Ogni giorno che verrà
F
ranco J. Marino è un autore, compositore e interprete, nato a Napoli ma che da sempre vive a Roma. Da molti anni opera nel panorama musicale nazionale e internazionale collaborando con importanti artisti di fama mondiale, tra i quali Mauro Malavasi, Andrea Bocelli, Lucio Dalla, Tony Esposito, Leo Z, Nathan Pacheco, Alessandro Rinella, Chloe Agnew, Petra Berger, Karine Carusi. Il singolo “Ogni giorno che verrà”, anticipa l’album in uscita in autunno. Ci parli un po’ di questo nuovo lavoro?
tx Alfonso Papa
vivendo ed affrontando. Infatti nel video c’è questa metafora dei tre personaggi: la ballerina, un clown ed un pugile. Devo a mio figlio Alessandro l’idea di sceneggiatura che è stata accolta subito da me e il mio team – racconta Franco J. Marino – i tre personaggi del video si confrontano con la lotta di tutti i giorni e la voglia, ma anche il timore, di cambiare radicalmente una vita che
non li soddisfa. Questa canzone è dedicata infatti a chiunque abbia il coraggio di prendere la propria vita tra le mani per poterne cambiare il corso a dispetto di tutte le avversità di quest’ epoca. Il progetto, più ampio, dell’album vedrà la partecipazione di alcune importanti collaborazioni, conterrà dieci brani ed appunto è previsto per il prossimo autunno. In questo mondo globale
Il tema principale del testo è quello di mettersi in gioco e la parola chiave è “ogni giorno che verrà, lo inventerò con le mie mani”, inteso come un cambiamento di vita che spesso non soddisfa ma soprattutto un cambiamento interiore rispetto alla vita stessa. Difficoltà che possono esserci nella vita a 360 gradi vista anche un po’ l’epoca che stiamo
19
e veloce, quanto è impor- Sei a lavoro al nuovo altante cambiare e quanto bum, in quest’arco di tempuò aiutare la musica? po che ci separa dall’autunno ci sarà spazio per La musica è la cosa più vi- qualche live o altro tipo di cina a Dio, credo molto in impegno? un cambiamento attraverso la musica come espres- Si oltre al lavoro dell’alsione di valori forti e veri. bum, che assorbe la magLa musica forse non può gior parte delle energie, sicambiare il mondo, ma curamente ci saranno altre può aiutare ed invitare alla cose. Abbiamo in programriflessione. Credo molto ma delle cose televisive da nella forza della musica, se qui al mese di settembre, però per musica si intende tra l’altro ho già registrato un percorso di sacrifici ed delle cose per rai Internaaffermazione di valori veri. tional ad inizio mese e che
20
andranno in onda il 20 luglio visibili sia in streaming che all’estero e potranno vederle tutti coloro a cui piace la cultura italiana, perché poi alla fine di questo parliamo. Esportare anche la nostra cultura musicale che è fatta di cose vere, noi abbiamo diversi artisti italiani che nel mondo hanno fatto la differenza, partendo da Modugno fino ad arrivare a Bocelli, Lucio Dalla e tanti altri. © Riproduzione riservata
Leiner
Flying Up
I
tx Alfonso Papa
niziamo con le pre- hai capito che non era solo sentazioni, chi è Lei- una passione e che poteva diventare un lavoro? ner?
Io sono stato adottato a sei anni e prima dei sei anni non ricordo niente, potrei anche essere nato ballando ma non ho ricordi di ciò. Arrivato in Italia, i miei genitori notavano che continuavo a muovermi in qualsiasi situazione e vedendo che mi piaceva ballare hanno deciso di iscrivermi a Hai detto che la musica ha questo corso di ballo. Da li sempre fatto parte della è poi cresciuta questa pastua vita, in che momento sione per la musica ed an-
L’esperienza di X-Factor e l’incontro con Fedez, cosa ti ha lasciato? E’ stata un esperienza che mi ha portato un grandissimo bagaglio, ne ho un bellissimo ricordo e soprattutto mi ha dato tantissimi insegnamenti, oltre ovviamente ad aver fatto un passo in più verso quello che è il mio sogno che è
ph Roberto Graziano Moro
Bella domanda, Leiner è una persona estremamente fanatico della musica, che ha basato tutta la sua vita sulla musica e ciò che essa trasmette. E’ iperattivo, creativo, permaloso…una persona con molti aspetti negativi e molti aspetti positivi.
che se non conosco niente della mia vita precedente, credo che potrei confermare e dire, da sempre.
21
ph Roberto Graziano Moro
22
di cantare e vivere di musi- essere felici penso che sia una grandissima chiave e ca. confesso che ancora oggi Potrei dire, fino a questo faccio fatica ad apprendere momento, una delle espe- nel senso pieno del termirienze più belle della mia ne. Fa sempre male il penvita, perché non capita tutti siero di rimanere soli con i giorni di poter trovarsi a se stessi, ma sono convinto vivere una situazione del che se si imparasse a congenere. vivere con questa filosofia Mi ha dato tantissime emo- forse ci sarebbe qualche zioni, catapultandomi in problema in meno. un mondo per me ancora in parte ignoto, facendomi scoprire molte cose che non conoscevo e avere una visione diversa del mondo.
Per il video abbiamo deciso di fare una cosa molto semplice, in studio, con la chitarra. Partire o ritornare alla semplicità ed all’essenE’ in rotazione il video del ziale. tuo nuovo brano inedito Il video sta andando molFlying Up, brano che par- to bene, rispetto alle nostre la dello star bene con se aspettative e questo mi renstessi senza dipendere da de particolarmente felice. altre persone. Ci racconti i contenuti di questo bra- Attualmente sei impegnato in una serie di date in no? giro per l’Italia, qual è il Questa canzone l’ho scritta circa due anni fa, testo e chitarra. E’ una storia molto personale, nel momento in cui ti lasci con una ragazza arrivano mille domande e continui comunque a correrle dietro e da li sono arrivato a capire che la cosa importante è stare bene prima di tutto con te stesso e non solo se hai qualcuno a fianco. Esprimere se stessi, stare bene con se stessi,
tuo rapporto con il pubblico? Con l’esperienza il mio rapporto con il palco ed il pubblico è molto cambiato, lo stare sempre più sul palco ti permette di stare sempre più a tuo agio. Anche se c’è sempre da migliorare e correggere gli errori, oggi mi sento abbastanza sicuro. Quali i prossimi impegni? A questo singolo seguirà un album? Adesso stiamo continuando un po’ con le serate in giro per l’ Italia, a brevissimo ci sarà un nuovo singolo e subito dopo cercheremo di puntare all’album che contiamo di pubblicare il prima possibile. © Riproduzione riservata
23
Domingo
I Love Domingo
I
l tuo nuovo lavoro “I Goal forse lo abbiamo scelto Love Domingo”, ci perché ci sembrava diverso racconti i contenuti di dagli altri brani e personalquesto album? mente mi sembrava anche molto curioso. Dal punto Premetto che sono un mu- di vista testuale non c’è mai sicista e che mi sono sempre una tendenza a voler dire occupato di musica stru- esattamente qualcosa, inizio mentale, prestando il mio lavoro ad altri artisti. I Love Domingo è un disco che è nato un po’ tutto in una volta ed è dipeso molto dal cambio di approccio che ho avuto nei confronti della scrittura della musica.
tx Alfonso Papa
dicevo “goal” e da li optammo per goal, quindi tutto nato in modo molto spontaneo e naturale. Nel video del brano, c’è un forte richiamo agli anni novanta. Vhs, vecchie cassette
Da questo nuovo modo di approcciarmi alla musica è seguito un po’ poi tutto a cascata, nell’arco di otto mesi ho scritto una trentina di brani e poi assieme con il produttore Matteo Buzzanca, che mi ha aiutato molto nella realizzazione di questo lavoro, ne abbiamo selezionato dieci. Il primo singolo, estratto dall’album, “Goal”. Un brano che ripercorre un po’ la parabola della vita con un inizio ed una fine. Perché la scelta è ricaduta proprio su questo brano?
a scrivere e cerco di costruire delle frasi per immagini. Riguardo al titolo, in realtà all’inizio dicevo “Go” ed il mio produttore mi chiese se
ed immagini che riportano la mente al passato. Come mai questa scelta e secondo te come è cambiata la musica oggi con le nuove tecnologie?
Nella tua formazione ci sono tante cose, soprattutto legate alla composizione ed all’essere musicista. In quale veste ti senti più a tuo agio? Oggi sicuramente in quella di Domingo, mi capita di fare altre cose, collaborare col teatro. Una volta questo mio occuparmi di tante cose mi metteva in difficoltà non
riuscendo a concretizzarne nessuna, negli ultimi tempi invece riesco a conviverci, valorizzandole e vedendole come un pregio. In questo momento però, sono assolutamente concentrato su Domingo. © Riproduzione riservata
ph Serena Pea
Per me è cambiata moltissimo, io ho vissuto la musica in maniera fisica, con gli strumenti in mano. Adesso più che cambiamento c’è proprio un’altra modalità di far musica, a me piace intrecciarle col mio vecchio modo di essere e spesso fondo i due mondi, come accaduto appunto nel video di Goal.
25
ndo CHIMICA corsi collettivi e individuali di:
per studenti:
- Chimica generale - Chimica organica - Stechiometria
- scuole superiori - universitari
P.zza Caduti di Nassiriya (ex P.zza Mercato) - Airola
info: 328. 6763077
tx Marica Crisci
I
niziatore dell’Astrattismo, Vassilij Kandinskij, è stato il primo pittore a realizzare un Acquerello Astratto. Per lui il colore deve essere libero dal disegno e doveva privilegiare l’espressione dello spirito, lo stato d’animo. A questo punto, decise di eliminare dalle sue opere la linea dell’orizzonte e di seguire ritmi di composizione diversi da quelli suggeriti dalle regole della prospettiva. In un suo libro, “Lo spirituale nell’arte”, propone una schematizzazione dei colori secondo risvolti psicologici: ogni colore associato ad una forma e in una determinata posizione, ha un significato espressivo differente. La sua prima fase astrattista, è caratterizzata dall’uso del colore in modo pastoso e steso senza seguire un disegno ben preciso (Nel riquadro nero – 1923). Nel-
la seconda fase, mutò sensibilmente il suo stile, dando alle sue opere un reticolo geometrico e rendendo il colore meno pastoso (Macchia nera – 1921). In questo periodo è possibile vedere alcune delle sue opere in mostra a Vercelli, presso l’Arca di Vercelli, dal 29 Marzo al 6 Luglio 2014. Una mostra che racchiude 22 dipinti della collezione del museo di S. Pietroburgo. Un piccolo viaggio per conoscere le opere di un artista che per la prima volta esce dai canoni della composizione della rappresentazione, lasciandosi guidare dall’istinto e dalle emozioni.
p re ss
A ritmo di emozioni
g
due iugno
milaq
uindic
i
arte
Macchia nera (1921)
© Riproduzione riservata
Nel riquadro nero (1923)
27
p re ss
Lorenzo Vizzini o du giugn
tx Alfonso Papa emila
quind
ici
mo
ph Carlo Giunta
ia e m e rg
28
I
l tuo nuovo album, “Il Viaggio”, dieci tracce legate da un unico filo conduttore.
Il Viaggio è un lavoro a cui ho dedicato gli ultimi due anni della mia vita. L’idea dell’album è quella del filo conduttore, che è poi quello del viaggio come metafora della vita di tutti i giorni. La nostra vita è molto simile ad un viaggio, nel senso che ogni giorno si va alla scoperta di nuovi territori, sconnessi o lisci da percorrere. 21 Anni. il secondo singolo estratto dall’album, brano molto autobiografico. Partendo da esso, ci descrivi chi è Lorenzo Vizzini?
21 Anni, mi descrive per quelli che sono stati questi anni di vita a Milano e mi descrive perché non mi sono mai trovato fino in fondo nel mondo discografico. Quando sono partito da Ragusa vedevo un po’ la musica come un giardino dell’ Eden e invece poi scoprendo tutta la macchina che c’è dietro ti disilludi. Ma nonostante tutto, preferisco continuare a viverla a modo mio e metterci la stessa passione.
biamento quando è inteso come evoluzione può portare soltanto progresso. Oggi l’evoluzione viene vista purtroppo come iper-globalizzazione, nel senso peggiore del termine; nella velocità, nella sintesi dei rapporti umani e tutto ciò è molto triste. Invece, il progresso evolutivo interiore è il passaggio principale per portare ad una evoluzione globale.
Tu sei principalmente un cantautore, ed hai scritto molti brani anche per altri artisti. Ci racconti Il primo singolo, Vita l’incontro con Ornella Vanoni? Nuova, è invece un invito E’ stato un incontro molto casuaal cambiamento. Ritieni le, avevo 18 anni e non avevo mai che sia importante camscritto canzoni per altri, venni prebiare, per poter essere a sentato a lei come cantautore e lei passo con i tempi? mi propose una sfida dicendomi di Assolutamente si. Il cam- dover scrivere un brano partendo da alcuni elementi che lei stessa mi diede. Io la presi sul serio e nacque il secondo brano del suo disco, due giorni dopo gliela feci ascoltare, le piacque molto e mi chiese di scrivere tutto l’album con lei. Con l’arrivo dell’estate ci sarà un giro di concerti? Si li stiamo programmando, partiremo da Siracusa il 3 e 4 luglio e poi continueremo soprattutto nella parte autunnale girando l’Italia. E sto già pensando ad un secondo disco, visto che mi piace sempre avere lo sguardo rivolto in avanti. © Riproduzione riservata
29
p re ss
Quando il contenuto incontra la tecnologia
o du giugn
L
emila
quind
ici
in a ce sboo k my
’11 e il 12 giugno si è svolta a Parigi la sesta edizione dei Cross Video Days: una due giorni molto intensa di conferenze, case-study e incontri professionali, dedicati all’industria e alla creatività nell’ambito della produzione e creazione di contenuti transmediali e crossmediali. Si tratta insomma di uno dei principali mercati europei dedicato ai contenuti digitali, con lo scopo di attivare e promuovere le co-produzioni internazionali, favorendo così la realizzazione di progetti altamente
30
tx Alfonso Papa
acesinmybook@backstagepress.it
creativi e innovativi. Lo scenario è una zona piuttosto periferica di Parigi, a Saint Denis, in un’area denominata Les Docks de Paris (Dock Eiffel): una scacchiera di vecchi depositi di merci, oggetto di recupero architettonico e oggi sede di uffici e in alcuni casi appunto di eventi professionali. Precisamente è in Rue du President Wilson che i creativi e i produttori non solo europei, si sono dati appuntamento, proprio in uno di questi ex-magazzini, allestito per l’occasione con monitor vari, un’area
meeting one-to-one, due sale conferenze allestite con mega schermo, oltre a un’area dove è stato possibile immergersi per alcuni minuti, indossando un apposito casco VR (Virtual Reality) in un campo profughi in Siria, prima e dopo una terribile esplosione. È questo il contesto in cui è stato presentato l’Entertainment, verrebbe da dire, del futuro, ma invece parliamo del presente più reale e concreto, già operativo e disponibile alla fruizione in tantissime modalità e piattaforme. 64 progetti selezionati per il
mercato, più di 500 appuntamenti one-to-one previsti, 21 pitch di progetti selezionati per il Gran Prix Cross Video Days, 51 Paesi rappresentati, workshop di approfondimento alla presenza di produttori internazionali, emittenti televisive e web, committenti digitali e organismi di finanziamento internazionali. Le categorie attraverso le quali si declina l’intero percorso di questa due giorni, sono termini coi quali dovremo imparare a fare i conti e a rapportarci, intendendo con ciò sia chi si occupa professionalmente di proporre contenuti e di produrli, sia i semplici (ma non più tanto semplici, a quanto pare) spettatori: Cinema & Transmedia, Documentario interattivo, Webseries e Webfiction, Giovani e Education, Interactive Animation, Videogame, Show televisivo e crossmedia; ovviamente però non si tratta di compartimenti stagni, ma appunto nell’ottica della transemedialità, abbiamo ormai a che fare con categorie che possono e devono poter interagire l’una con l’altra, divenendo i confini mediali sempre più indefiniti e indefinibili. Ospite d’eccezione della kermesse, il pluripremiato giornalista e regista francese, residente in Canada, David Dufresne, il cui lavoro è ormai punto di riferimento imprescindibile nell’ambito dell’interactive documentary e non solo, autore dello strepitoso e complesso progetto Fort McMoney (60 giorni di riprese, 55 interviste, 2 anni di lavoro, 2000 ore di girato, centinaia di percorsi interattivi possibili), co-prodotto tra
gli altri dal National Film Board of Canada, Toxa e Artè7: allo stesso tempo web documentario e videogioco di strategia basato sulle vicende di Fort McMurray, cittadina dell’Alberta (Canada), terza riserva mondiale di petrolio, con il suo milione e mezzo di barili estratti ogni giorno attraverso la raffinazione del-
e sostenibile. Il gioco è una componente fondamentale dello storytelling, ne reinventa le dinamiche, rinunciando alla linearità sequenziale classica è in grado così di focalizzare l’interesse dello spettatore-giocatore. L’interattività favorisce il dibattito, l’approfondimento e il confronto consapevole affidando
le cosiddette sabbie bituminose, una poltiglia velenosa e metifica, che occupa circa 141.000 chilometri quadrati di foresta. Il progetto prende quindi spunto dal dilemma tra economia e conservazione dell’ambiente, coinvolgendo lo spettatore in una vera e propria avventura etica, invogliandolo a schierarsi: da una parte gli interessi economici, dall’altra il rispetto dell’ambiente nell’ottica di uno sviluppo responsabile
allo spettatore l’opportunità di condurre in prima persona una specie di investigazione attraverso punti di vista contrapposti: gli abitanti del luogo, i baroni del petrolio, i lavoratori, i gestori di strip club e le spogliarelliste, i cacciatori e i pescatori alle prese con le mutazioni genetiche dei pesci causate dal cianuro, i lobbisti, gli attivisti e il sindaco, per decidere infine quale visione del mondo debba prevalere. © Riproduzione riservata
p re ss
emila
quind
ici
rt e c n o c
o du giugn
i
33
p re ss
Teatro Bellini giugn
L
o du
quin emila
dici
tx Alfonso Papa
t eat ro
a stagione 2015/2016 inaugura una progettazione a lungo termine, un progetto triennale attraverso il quale intendiamo ribadire fortemente la nostra identità culturale. Il lavoro di composizione del programma è stato articolato e complesso, pensato in continuità con quello svolto negli ultimi anni, che ha portato risultati positivi e tangibili sul territorio e sul pubblico che ha scelto di “sposare” la linea culturale del Teatro Bellini; l’attenzione ai linguaggi contemporanei ha caratterizzato fortemente la nostra proposta culturale rendendo-
ci un punto di riferimento per gli spettatori e per tutti gli artisti più innovativi del panorama teatrale italiano. Anche per la stagione 2015/2016 abbiamo voluto proporre al nostro pubblico una rosa di spettacoli che si distinguesse, che raccogliesse le realtà più interessanti del panorama nazionale e non. Così quest’anno presentiamo la straordinaria Carmen diretta da Mario Martone, dove Bizet è ripensato e interpretato dall’Orchestra di Piazza Vittorio, La parola canta, ritratto di Napoli in versi e musica pensato da Toni e Peppe
Servillo in scena con i Solis String Quartet. E ancora la nuova drammaturgia europea, con Luca Zingaretti che dirige e interpreta The Pride, del drammaturgo inglese A. K. Campbell e Gospodin, il testo del giovane tedesco Philipp Löhle, realizzato e diretto da Giorgio Barberio Corsetti e interpretato da Claudio Santamaria. Vedremo teatro, danza, musica e pittura in uno spettacolo evento: La Verità di Daniele Finzi Pasca, dove 13 artisti saranno riuniti intorno a un gigantesco fondale originale dipinto da Salvador Dalí. E ancora spazio alla scrittura scenica di Punta Corsara, Emma Dante, Antonio Latella, accanto alla grande prosa di Franco Branciaroli, Pamela Villoresi e Arturo Cirillo, insieme ai progetti a metà tra teatro e musica come La musica provata di Erri De Luca e quelli in cui l’arte sposa il sociale, come il Ferite a morte di Serena Dandini con Lella Costa. © Riproduzione riservata