anno III n.5 - Maggio 2015 - Poste italiane s.p.a. sped in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 1 - DCB - Caserta
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Tanti live e buona musica da ascoltare Il numero che ci apprestiamo a sfogliare si apre con la bella intervista concessaci da Mario Biondi in occasione del suo nuovo lavoro discografico Beyond, un album dal
sound moderno, nel quale lo stile di Mario Biondi si sperimenta in nuove sonorità accrescendo il prisma della sua vocalità in 13 straordinarie tracce.
Incontriamo poi Marco Masini in occasione del suo tour ed in particolare durante la tappa al Teatro Acacia di Napoli, un Marco Masini in gran forma che ripercorre la sua carriera attraverso i principali successi. Ancora, tempo di live con Marco Mengoni che al Teatro Palapartenope di Napoli - pieno in ogni ordine di posti - ci regala uno spettacolo davvero straordinario e coinvolgente.
Siamo stati poi, al concerto di Joe Barbieri che all’apertura del suo tour ci ha presentato “Cosmonauta da appartamento”, la sua ultima fatica discografica. Nella rubrica teatro, spazio al Ravello Festival che dalla sua meravigliosa cornice ci offre musica, teatro e spettacoli a cui non si può far a meno di partecipare.
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MARIO BIONDI
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12 JOE BARBIERI
16 TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Backstage Press è edito dall’associazione culturale “Il Sogno è Sempre Onlus”. Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, disegni e fotografie non si restituiscono anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’editore. Gli autori e l’editore non potranno in alcun caso essere responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’uso improprio delle informazioni contenute.
REDAZIONE Alfonso Morgillo, Wanda D’Amico, Alfonso Papa, Marica Crisci, Domenico Ruggiero, HANNO COLLABORATO: Michela Drago, Alessandro Tocco, Francesco Ruoppolo, Alfonso Papa (To), Giuseppe Maffia, Ambra De Vincenzi. REGISTRAZIONE n. 815 del 03.07.2013 presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Comunicazione Editore: Il Sogno è Sempre Onlus Sede Legale: Via Botteghino, 92 – 81027 San Felice a Cancello (CE) Sede Operativa: Via Giacomo Matteotti, 20 – 81027 San Felice a Cancello (CE) – Fax. 0823.806289 – info@backstagepress.it – www.backstagepress.it Distribuzione: Gratuita Stampa: Pieffe Industria Grafica
ALMAMEDITERRANEA
19 MARCO MENGONI
21 LUCA MADONIA
24 ARTE
27 EMERGIAMO
28 ACES IN MY BOOK
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P.zza Caduti di Nassirya - Airola (Bn) - www.setph.it - info@setph.it
ph Ale Fonta Run
Mario Biondi Beyond tx Alfonso Papa
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eyond è un album dal sound moderno, nel quale lo stile di Mario Biondi si sperimenta in nuove sonorità accrescendo il prisma della sua vocalità in tredici straordinarie tracce. Una produzione curata da musicisti d’eccellenza tra i quali i Dap-Kings, gruppo musicale funk/soul di Brooklyn, band di Sharon Jones che ha collaborato con Amy Winehouse ed altri artisti. Tra gli autori dei brani Bernard Butler (ex chitarrista degli Suede) e D.D.Bridgewater. L’album “Beyond” ha una speciale dimensione dinamica ed interattiva grazie
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alla realtà aumentata, attraverso la quale è possibile dare vita al CD ed accedere a contenuti multimediali sempre diversi ed esclusivi. Inquadrando la copertina dell’album tramite BLINKAR, un’innovativa applicazione disponibile gratuitamente su App Store e Google Play Store, è infatti possibile sbloccare il primo di una serie di contenuti inediti che saranno resi disponibili nel corso delle prossime settimane. A distanza di due anni dal tuo ultimo lavoro arriva “BEYOND”… “Oltre”. Sembra quasi voler lanciare una sfida, a chi è rivolta?
Principalmente a me stesso, amo confrontarmi sempre con i miei “limiti” e provare a superarli ogni volta. Nell’album tantissime sonorità, con funky e soul che padroneggiano sul jazz. Un invito al ballo ed al divertimento? Tutto è partito dall’esigenza di divertirsi e di creare qualcosa di comunicativo, spaziando anche su un terreno più pop, per chiudere addirittura con un reggae. Per me la necessità resta sempre quella di dare un suono, un “clima”, che poi si possa adattare ai concerti, il live è una parte fonda-
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successi? La scaletta di questi conL’album arriva in contem- certi è un racconto comporanea con il tuo nuovo pleto di questi ultimi 10 tour, come mai la scelta anni. Presenteremo tutti dei teatri come location i miei album: da If a Sun, anche se i sound ed i rit- passando per Handful of mi di “BEYOND” forse si Soul e Due per poi chiudeadattano maggiormente re con Beyond. ad altri tipi di spazi? Lo spettacolo che stiamo Tornando all’album ed portando in giro è moto al concetto di innovazioricco, pieno di luci, pannel- ne, l’album nasconde una li led e coreografie, quindi particolarità e cioè fotosicuramente più completo grafando la copertina con rispetto al passato, e con una particolare app sarà questa produzione anche i possibile accedere a contenuti inediti. Ancora un teatri cambiano faccia. modo per voler andare In questo giro di concerti oltre? ci sarà spazio, nella sca- Esattamente! Quando mi letta, anche per i vecchi hanno parlato di questa mentale della mia vita.
tecnologia sono impazzito, l’idea di poter comunicare attraverso questa applicazione (Blinkar) con tutti i miei fan che hanno acquistato il disco, o una spilletta al concerto, o una maglietta con la copertina di Beyond mi ha conquistato subito. Qual è il rapporto di Mario Biondi con la tecnologia? Ottimo, mi informo e cerco di stare al passo sempre su tutto. Invece quello con il mondo dei social? In particolare riguardo alla musica ritieni che sia uno strumento utile? Sia da un punto di vista di integrazione con i fan che da quello di fruizione e divulgazione dei propri lavori? Grazie ai social con i fan c’è un rapporto diretto, io cerco sempre di rispondere a tutti. E sicuramente è anche un modo per poter comunicare informazioni in maniera immediata. © Riproduzione riservata
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Marco Masini Cronologia Tour
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on è vero che l’amore cambia il mondo, singolo estratto dall’album “Cronologia”. Si può vivere di sola tecnologia ed innovazione? Bisogna vivere di tutto, l’innovazione e la tecnologia sono un ottimo modo per poter crescere e poter essere in contatto con noi e con gli altri. Ma bisogna anche cercare qualcosa di diverso, secondo me, qualcosa di più spirituale che consenta di trovare l’amore vero che non è quello che noi idealizziamo per il nostro egoismo sentimentale, ma un amore che si possa mettere anche in una condizione più di aggregazione, di comunità nei confronti di questo mondo con una cruda e spietata realtà; dove non conta più lo stare insieme ma l’essere da soli, ove conta soltanto il proprio benessere. Non credo che si possa annullare completamente l’evoluzione di una società che in maniera vertiginosa si trasforma, credo che ci sia bisogno anche di un momento di stop, per guardarci dietro e fare una propria au-
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tx Alfonso Papa
E’ stata un’esperienza diversa, positivissima anCronologia, ha un for- che se devo dire che ante legame con il tempo. che le precedenti erano Oltre al titolo, alcune state positive. Quella di immagini contenute quest’anno è stata positinell’album e non ultimo va perché ogni volta che il racconto del tuo per- fai Sanremo è un’especorso musicale. Com’è rienza talmente imporil rapporto di Marco tante che ti regala un’eMasini con il tempo che mozione nuova. scorre? Ho scelto “che giorno è” E’ un rapporto normale, perché credo che sia uno come per tutti. Il tempo dei pezzi più belli che ho che scorre, che allonta- scritto negli ultimi dieci na dalla cose più belle, anni. Dopo “l’uomo vodall’inconsapevolezza lante” forse tra i più belli. dell’adolescenza. E’ un rapporto di odio e amore, Credo che quando si va a per alcune cose ti esal- Sanremo si debba essere ta per altre ti frusta, per convinti di quello che si certe altre ancora ti igno- va a fare, andare a cantare ra un po’ perché il tempo una canzone della quale sei convinto e tutto ciò al ignora tutti. di la del piazzamento in Questa raccolta contie- classifica che lascia un po’ ne i tuoi brani più im- il tempo che corre. Anche portanti e cinque ine- vincere non serve a nulla. diti, tra cui “che giorno è” il brano con cui hai Cronologia è anche un partecipato all’ultimo tour con cui stai giranfestival di Sanremo. Per- do le principali città ché proprio quel brano e italiane, cosa regali al com’è stata l’esperienza tuo pubblico dal palco e di quest’anno rispetto com’è il calore del pubblico che ti segue? alle precedenti? tocritica.
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ph Domenico Ruggiero
Napoli, qual è il tuo rap- che l’essere umano più freddo del mondo. porto con questa città? Credo che Napoli sia una città che possiamo definire la più istintiva di tutte, Napoli ha un istinto incredibile: nella musica, nell’arte, nell’ironia. E’ una città che amo per questo, non è una città fredda e calcolatrice è una città molto calda, molto vera, molto genuina e quindi l’emozione trova un campo fertilissimo.
Spero che questa forte atCredo che il pubblico abbia trazione che ho per la città capito questa cosa e durandi Napoli possa essere allo te le due ora e mezza circa stesso modo ricambiata, della durata del concerto perché quando unisci l’eripercorre con me questo mozione con il calore di viaggio con il mio stesso Napoli di solito si ottiene entusiasmo. un botto incredibile, che Tra qualche giorno farai direi unico e quasi univertappa al Teatro Diana di sale, che scioglierebbe an-
Cronologia segna il traguardo dei venticinque anni di carriera, per il futuro ci sono già nuovi progetti in cantiere? Per ora ci godiamo le emozioni di questo tour, che sarà lungo e durerà fino alla fine dell’anno, tra poco si trasformerà in un tour estivo e continuerà poi fino ad ottobre- novembre. Per ora voglio concentrarmi sul tour, ma è ovvio che se strada facendo dovesse nascere qualche idea la metterò nel cassetto nell’attesa del momento giusto per tirarla fuori. © Riproduzione riservata
ph Domenico Ruggiero
Il calore è grandissimo, lo vedo in tutte queste date che ho fatto, anche perché regalo quello che mi regalano loro. Un’emozione enorme. Lo faccio attraverso un viaggio nel tempo, che parte da oggi e si ferma al 1990, un viaggio a ritroso che ripercorre, momento per momento, attraverso delle fotografie, dei colori, delle frasi, delle citazioni e delle canzoni un momento importante della mia vita. Venticinque anni di musica.
Joe Barbieri
Cosmonauta da appartamento
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oe Barbieri è considerato un outsider nel mondo della musica italiana, sulla scia della canzone d’arte, d’autore; molto apprezzato da addetti ai lavori e musicisti, soprattutto provenienti dal mondo del jazz, come ad esempio Fabrizio Bosso e Stefano Bollani, coi quali Joe ha anche collaborato. Dopo l’esordio nel 1993, scoperto da Pino Daniele, collabora con Giorgia per la quale compone il singolo estivo dell’album “Mangio troppa cioccolata” (del 1997, prodotto da Daniele), “In vacanza con te”. Dopo un avvio di carriera decisamente pop, cambia strada e fonda nel 2003 una sua casa di produzione, Microcosmo. Da allora produce i suoi dischi: “Parole povere” (2004), che vede la collaborazione di Mario Venuti, e pubblicato in Europa, America ed Asia; “Maison Maravilha” (2009), cui fa seguito il primo live nel 2010; nel 2012 pubblica “Respiro” e “Chet lives!”, per celebrare il 25° dalla morte di Chet Baker, grande trombettista jazz. Il 24 marzo 2015, in fine, esce la nuova fatica “Cosmonauta da appartamento”, che vede nelle tracce la presenza di Peppe
tx Francesco Ruoppolo
Servillo e del bondoneista brasiliano Hamilton de Holandan. L’album è anticipato dal singolo L’arte di meravigliarmi. Mercoledì 20 maggio ha esordito il tour promozionale del nuovo lavoro discografico, un giro di concerti che ha voluto far partire da Napoli, la sua città, al Teatro Acacia. Il cantautore è accompagnato da un gruppo di musicisti di alto livello, tra i più quotati della scena jazz campana: Giacomo Pedicini (basso), Marcello Giannini (chitarra elettrica), Sergio Di Natale (batteria), Antonio Fresa (pianoforte, diamonica e tastiera), Stefano Jorio (violoncello) e Robertinho Bastos (percussioni). Barbieri principia il concerto con Itaca, per poi ripercorrere la sua carriera attraverso i brani dei suoi quattro lavori discografici (Subaffitto, Lacrime di coccodrillo, Facendo i conti, Fammi tremare i polsi, Onda schiva, Leggera, Scusami, Zenzero e cannella, Microcosmo, …); durante la serata l’ar-
tista omaggia Lucio Dalla, eseguendo Il cielo, e Pino Daniele, con una perla poco conosciuta dal grande pubblico: Che ore so’. Le sue sono canzoni che si muovono tra la tradizione cantautorale italiana classica, i suoni sudamericani della bossa nova e dell’habanera, il jazz, la world music, il tutto supportato da una voce gentile e vicina all’espressività saudade tipicamente brasiliana. Il tempo in teatro scorre gradevole, le emozioni si fanno sentire e Joe stesso si mostra emozionato, soprattutto perché per la prima volta ci sono i suoi nipotini ad ascoltarlo dal vivo. Il cantautore sarà ospite di Fabio Fazio il 6 giugno 2015 alla trasmissione “Che tempo che fa”, quindi il tour proseguirà toccando Tokyo, Seoul, Palermo, il tempio del jazz “Blue Note” di Milano, fino a chiudersi in Spagna. La nostra migliore musica da esportazione. © Riproduzione riservata
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ph Marco Rambaldi
P.zza Caduti di Nassirya - Airola (Bn) - www.setph.it - info@setph.it
Almamediterranea
Sentieri di libertà
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entieri di libertà è un album di 15 tracce a cui hanno collaborato alcuni tra i più grandi esponenti della musica folk italiana come Fry Moneti dei Modena City Ramblers, Luca Morino dei Mau Mau e Alessandro Finazzo di Bandabardò. Tenendo fede a quelli che sono i principi del gruppo fin dall’inizio della carriera, gli Almamediterranea scelgono ancora una volta di far riflettere con la loro musica sulla
tx Alfonso Papa
società di oggi. «L’idea di unirci a Libera Comunità Terapeutica nasce durante una manifestazione di quattro giorni fatta di trekking e dibattiti sulla salute mentale insieme ai “guarenti” – racconta la band - Abbiamo registrato in quell’occasione il brano “Sentieri di libertà” (title track del cd) con un coro formato dai
protagonisti di questo progetto. E’ stata per noi un’esperienza unica. Per noi è fondamentale che i nostri progetti e la nostra musica possano contribuire a sensibilizzare e dare voce a tematiche di cambiamento, di evoluzione culturale e sociale come questo meraviglioso “esperimento” sulle malattie mentali e sui suoi processi di guarigione. E’ stata una magia che solo
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attuale di quei sessantottini europei che Jean-Luc Godard definiva con compassionevole sarcasmo “figli di Marx e della Coca-Cola”, costretto inesorabilmente alla contraddizione tra i propri ideali e la società capitalistica in cui si trova immerso. Il videoclip è stato girato da Oscar Serio nel Il primo singolo estratto locale Republik di Cagliari “Radical Chic” è un brano e vede come protagonisti i goliardico, dalle sonorità “messaggi radical” dei già folk rock, il cui testo dipinge tanti appassionati agli Alil ritratto chic dell›erede mamediterranea. la musica può regalare; abbiamo visto quel sentiero appartenerci perché il nostro percorso ha tracciato un’alternanza di sacrifici e soddisfazioni che oggi più che mai vogliamo condividere e dedicare a coloro che ci hanno aiutati a segnarlo».
Gli Almamediterranea sono: Roberto Usai Almo (voce, chitarra, guitalele, bouzouki), Pamela Strazzera Panky (voce, cajon, djembe), Gigi Mirabelli (basso), Emanuele Pusceddu (batteria), Diego Milia Dieghi (banjo, violino, mandolino, armoniche, ukulele, tromba, trombone), Santino Cardia Santo (sax contralto, flauto traverso, sax soprano, clarinetto, chitarra) e Fabrizio Lai Fabrenji (chitarra, cavaquinho). © Riproduzione riservata
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Marco Mengoni
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gnava il palco. La mancanza di retroterra si vide subito: grande voce si, ma incapacità totale di rapportarsi col pubblico, repertorio limitatissimo e quasi esclusivamente di cover. Con gli anni ho continuato a seguire Marco Mengoni, nelle sue evoluzioni, molto “pilotate”, maschere varie che i vari produttori gli hanno messo addosso, maschere che con la maturazione e l’esperienza è riuscito a mettere via, mostrando sé stesso sempre più, fino al bellissimo nuovo disco, “Parole in circolo”, uscito ad inizio 2015 e le cui tracce – che vedono l’artista di Ronciglione pre-
sente come autore – sono quanto mai contemporanee, nelle sonorità e nei temi. Il “Marco Mengoni Live 2015” si presenta subito spettacolare agli occhi: entrando nel Palapartenope, tappa napoletana del giro di concerti, la scenografia promette grandi cose, a partire dal palco, grande, pieno di strumenti e luci che si sposteranno durante tutta la serata, a creare effetti e sorprese, un megaschermo da grande concerto rock. Il pubblico si mostra trasversale, anche se buona parte dei quarantenni presenti accompagna i figli
ph Giovanni De Sandre
ell’agosto 2009, verso la fine delle mie vacanze in Calabria, mi trovai ad un concerto di Marco Mengoni, artista arrivato al grande pubblico grazie al talent show “X- Factor”. Non sono mai stato favorevole a questi programmi, e non mi piace neanche quando mi si dice “oggi se vuoi avere successo devi solo partecipare ad un talent”, anche se con gli anni qualche eccellenza (ma pensiamo quante trasmissioni ci sono state e vediamo quanti sono emersi…) è venuta fuori. Dicevo… quella sera d’agosto un ragazzo senza gavetta alle spalle guada-
tx Francesco Ruoppolo
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adolescenti, la fascia d’età naturalmente più presente, che alle 21 inizia in coro a gridare “Sono le nove! Sono le nove!” Dopo circa venti minuti l’attesa viene interrotta dalle luci che si spengono, accendendo l’urlo di un palazzetto gremitissimo. Entra la band, 9 straordinari elementi: Giovanni Pallotti al basso, Peter Cornacchia e Alessandro De Crescenzo alle chitarre, Davide Sollazzi alla batteria, Davide Ferrario ai cori e polistrumentista, Francesco Minutello alla tromba, Mattia Dalla Pozza al sax, Federico Pierantoni al trombone, mentre alle tastiere il coordinatore della band (e curatore degli arrangiamenti, con Mengoni stesso) Gianluca Ballarin. L’introduzione porta al primo brano, singolo di lancio del nuovo album, Guerriero, seguono Non me ne accorgo e Sei come sei; l’energia sale, soprattutto quando Marco saluta il pubblico, felice e incredulo per tanta partecipazione e tanto calore. Trova così la maniera di ricambiare tanto affetto, continuando a cantare: Pronto a correre, Invincibile, Mai e per sempre cantate di seguito. Invita quindi ad attivare l’applicazione per smartphone lanciata con la pubblicazione del disco;
ecco che il pubblico diventa parte integrante della scenografia sul brano Dove Si Vola. L’artista viterbese quindi chiama al centro del palco il trio di fiati per l’esecuzione in spagnolo del brano Llorona, che utilizza come introduzione a Solo. Continua così la mescolanza di sonorità, rock, pop, romantiche, elettroniche, funky, dance, col proseguire della scaletta del concerto: La Valle Dei Re, Ed È Per Questo, Bellissimo, 20 Sigarette/Natale Senza Regali, Come Un Attimo Fa, I Got The Fear, Non Passerai. A questo punto dello spettacolo Mengoni esce di scena, lasciando il posto ad una registrazione della sua voce (dove lancia invettive contro la violenza e l’omofobia) che introduce il brano Esseri umani; ecco quindi che rientra in scena, seduto su una poltrona, montata su una pedana che si muove in sincrono con le immagini 3d che trasmette lo schermo e che riprendono idealmente il suo salotto, effetto suggestivo e bellissimo. La pedana riporta sul palco il cantante, che prosegue eseguendo La Neve Prima Che Cada, quindi un tiratissimo arrangiamento disco di Stanco (Deeper inside), preceduto da un filmato con Mengoni bambino che racconta le sue
vacanze e la musica che le accompagnava, quindi un pezzo strumentale di gusto sudamericano in chiave quasi mariachi, accompagna un videogame associato sempre alla app. Bellissima quindi la rilettura di Una Parola, il cui arrangiamento cita “Conga” di Gloria Estefan e “Billie Jean” di Michael Jackson. Lo zenit della serata si raggiunge con la corale esecuzione del successo sanremese L’essenziale. Il cantautore esce di scena per rientrare per i bis: In Un Giorno Qualunque e Io ti aspetto, preceduto dalla presentazione della band. Così la festa, con il lancio di megapalloni tra il pubblico, termina. Grande assente dalla scaletta “Credimi ancora”, sul podio di Sanremo 2010. Marco Mengoni è cresciuto, è diventato un artista completo, la sua voce (che non sbaglia una nota) intenta a non strafare gratuitamente, preferendo l’espressività alla tecnica ossessiva e fine a sé stessa degli esordi; il concerto è uno show di tutto rispetto, pieno di emozioni, sorprese, meraviglia. La nuova strada intrapresa è finalmente quella giusta. © Riproduzione riservata
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Luca Madonia
La monotonia dei giorni
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a monotonia dei giorni, un sondare dell’animo e della memoria alla ricerca di forti emozioni. Ci racconti l’album? E’ un lavoro che parte dall’intimo, analizzo appunto i sentimenti dell’uomo, i piccoli movimenti del cuore come li chiamava Gaber con una frase molto affascinante; per risalire proprio la natura umana, perché poi sono proprio i momenti intimi che determinano il comportamento umano nella società. Cerco un po’ di analizzare, anche quel malessere che spesso accompagna la nostra esistenza, malessere dettato dai ritmi sempre uguali e dal quotidiano. La monotonia ed i social, come vedi questo connubio ? Credo che questa idea di globalizzazione porti ancora di più all’individuali-
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tx Alfonso Papa
smo, al virtuale in tutto e per tutto anche nei rapporti sociali. Io vengo da una generazione in cui quando parlavi con un amico lo guardavi negli occhi, oggi vedo comitive intere di ragazzi seduti magari in una pizzeria ed invece di parlare tra loro ognuno smanetta col proprio cellulare. Trovo che sia abbastanza triste. Nel tuo album si intravede un filo conduttore tra le varie tracce, possiamo definirlo come un concept album? Magari, noi abbiamo lavorato a realizzare questo disco con quest’ottica. Ogni canzone che si lega all’altra, è un album che andrebbe letto, ascoltato in toto anche se i tempi oggi sono indubbiamente frenetici. Volevamo che avesse un sapore, un suono quasi da vinile. Carmen Consoli, amicizia di vecchia data. Ha cooprodotto l’album, canta
in un brano e suona quasi tutte le chitarre presenti in esso. Ci parli un po’ di questa amicizia e di com’è stata l’esperienza di partecipare al suo tour? Carmen la conosco veramente da tantissimo, ma la nostra frequentazione è aumentata tantissimo dopo il Sanremo 2011 quando lei venne a supportare, nella serata dei duetti, me e Battiato che eravamo in gara. E da li è nata l’idea di collaborare al disco e realizzarlo nel suo studio. Credo che l’amicizia vera, intesa in questo senso, dia poi i suoi frutti. Amicizia sfociata fino a questo ultimo tour, dove lei mi ha invitato facendo la guest star, prima del bis con due brani ed è stato veramente piacevole, abbiamo girato undici palazzetti ed è stata per me una grandissima emozione. © Riproduzione riservata
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ndo CHIMICA corsi collettivi e individuali di:
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Il Giudizio Universale tx Marica Crisci
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egli anni a seguire, nuovi danni furono causati dalla scarsa stabilità delle fondamenta e nuove crepe si aprirono danneggiando irreparabilmente gli affreschi delle Storie di Cristo e di Mosè. Nel 1535 Clemente VII decise di richiamare Michelangelo per l’ultima grande decorazione della Cappella Sistina: il Giudizio Universale (1536 - 1541). Un
intervento definito “distruttivo” per lo stravolgimento delle prime rappresentazioni iconografiche, fino ad allora … e coordinate con i pontefici. Si tratta della rappresentazione della parabola di Gesù in cui tutti gli uomini saranno giudicati in base alle loro azioni compiute in vita e destinati quindi, al Paradiso o all’Inferno. La composizione è incentra-
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La volta della Sistina
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ta attorno la figura del Cristo, rappresentato nell’attimo prima di emettere il verdetto: un gesto che richiama l’attenzione e al momento stesso placa gli animi delle figure circostanti. Accanto, La Vergine, rappresentata con un’espressione di rassegnazione, non potendo più intervenire nella decisione finale. Subito vicino, figure importanti come San Pietro, San Lorenzo, Santa Caterina, San Sebastiano e San Bartolomeo, nel cui volto si riconosce un autoritratto dell’artista. Seguono nella fascia sottostante, gli Angeli dell’Apocalisse e le figure risorte. Infine, in basso, appare la figura di Caronte, insieme ai demoni, accompagnano i dannati nella discesa agli inferi. Molte furono le polemiche che seguirono dopo la presentazione dell’opera di Michelangelo: le figure, troppo nude, erano indegne per il luogo in cui si trovano. Dopo il Concilio di Trento, infatti, ad alcune figure ritenute oscene, furono aggiunte delle “braghe”. © Riproduzione riservata
Giudizio Universale (1536 - 1541)
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Emanuele Barbati io d magg
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tatore verso l’estate con musicologia, ha studiato chiun ritornello che resta tarra, pianoforte e produzione musicale presso il CPM Music impresso. Institute di Milano, diretto da «Il mare della litoranea Franco Mussida. Cresce nelsalentina e la città la scena punk pugliese e avvia vecchia di Taranto sono una progetto solista nel 2005. la scenografia perfetta Chitarrista esperto e giovane per una canzone estiva poeta, grazie ai finanziamenti e spensierata che parla di Puglia Sounds, pubblica nel di una rinascita dopo 2012 il primo album “Sulla Stesun periodo di crisi – af- sa Via” da cui è stato estratto il ferma Emanuele Barbati singolo “Defaillance”. Il tour lo - Fermarsi e dire “Ecco porta a suonare in tutta Italia e “Ecco arriva il sole”, pro- arriva il sole” non solo è in Francia. Gli ultimi singoli di dotto da Roberto Ver- un augurio per una calda Emanuele Barbati sono “Finalnetti (Dolcenera, Elisa, estate che sta per arriva- mente”, “Stai sicura”, “Oh, oh” Irene Grandi, Elio e Le re ma anche per una vita che verranno raccolti nel nuovo Storie Tese,…), con te- migliore in generale». lavoro discografico dell’artista. sto e musica di Emanuele Barbati, è una canzone Emanuele Barbati è un che accompagna l’ascol- compositore e autore © Riproduzione riservata di Taranto. Laureato in orna con un nuovo singolo dal ritmo trascinante “Ecco arriva il sole”, disponibile dall’8 maggio in digital download e su tutte le piattaforme streaming e in rotazione radiofonica, che anticipa l’uscita dell’EP “Sfumature Vol.1” (Scirocco Music/ Believe) prevista per il 15 maggio.
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Di cosa parliamo quando parliamo di webserie?
i cosa parliamo quando parliamo di webserie?
Una webserie non è banalmente la produzione di un prodotto di intrattenimento audiovisivo con caratteristiche casuali, destinato semplicemente alla fruizione attraverso il web, ma rappresenta un’esigenza creativa, produttiva e distributiva, che si incrocia fortemente con l’enorme sviluppo della tecnologia digitale, con la diffusione della connettività e dei nuovi dispositivi mobili e con le conseguenze culturali e sociali che questo sviluppo sta determinando (nell’ottica di una cultura partecipativa
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tx Alfonso Papa
acesinmybook@backstagepress.it
e di una convergenza multimediale dei mezzi di fruizione). La serialità, la breve durata (talvolta, ma non solo e non sempre), l’utilizzo dei device mobili e quello intrinseco dei social network, con la possibilità immediata di condivisione e commento, che offrono allo spettatore un ruolo più attivo rispetto alle modalità di fruizione tradizionale, sono solo alcune delle caratteristiche specifiche (e per nulla definitive) di una webserie. La scelta del web non è quindi una caratteristica accessoria, ma significa entrare fin da subito nei meccanismi della rete e sfruttarne le strategie, significa pensare e progettare un prodotto
adeguato alla fruizione di uno specifico genere di utenti, con specifiche abitudini e esigenze. Senza contare che una serie web nativa si svincola dai criteri di selezione dei contenuti tipici dei principali broadcaster televisivi, all’insegna della più totale (o quasi) libertà, anche rispetto alla forma. Se da una parte la serialità rimanda principalmente a un prodotto di “fiction”, basta osservare le categorie in concorso al Roma Web Fest, per constatare che quando si parla di web relativamente a un prodotto audiovisivo, i confini semantici sono ancora estremamente fluidi: Azione, Cartoon, Comedy/ Sketch, Comedy/Story, Drama, Mokumentary, Web Show/Tutorial, Web Serie brandizzate, Science/Fantasy, Horror e un generico Altro (per non farsi mancare niente!). Diciamo subito che l’Italia però, in questa nuova corsa, non tiene per ora il passo di altri Paesi. Negli Usa il mercato delle webserie è già ampiamente strutturato. Ogni anno vengono proposti un migliaio di titoli e la presenza delle Majors ha affiancato quella tipica,
consolidata, delle produzioni indipendenti low budget. Nel mondo, non a caso, sono già moltissimi i festival dedicati specificamente alle webserie, a partire dal punto di riferimento internazionale, il Los Angeles Web Serie Festival, fino ad arrivare al nostrano Roma Web Fest, ma anche Marseille Web Fest, Melbourne Web Fest, Vancouver Web Fest, Hong Kong Web Fest. In Italia il salto di qualità produttivo non è avvenuto sia per evidenti resistenze culturali, sia per la ancora più evidente inadeguatezza delle infrastrutture (prima fra tutte la diffusione della banda larga). Però si registra - già da qualche anno - un incoraggiante fermento creativo e produttivo. Basti citare il caso di Freaks! (che ha visto il passaggio della serie da Youtube a Deejay Tv) o l’interessamento di importanti società di produzione come Magnolia Fiction (Kubrick, una storia porno), Publispei (Lib), nell’ambito del branded content (realizzazione su commissione per PosteMobile), Indigo Film (Una mamma imperfetta), progetto crossmediale in collaborazione con Rcs e Rai Fiction, scritto da Ivan Cotroneo e visibile sul sito del Corriere della Sera (successivamente trasmessa da Rai Due). D’altra parte la direttrice di RaiFiction, Eleonora Andreatta, ha più volte ribadito l’importanza delle webserie per il mercato italiano, annunciando la nascita di
una linea di produzione Rai per il web. Ma si può fare di più. L’alternativa è tra vivere pienamente una rivoluzione in atto da protagonisti, o accontentarsi di raccontarla dal di fuori, come farebbe però qualcuno che non ne ha ben compreso le dinamiche e non ne ha fatto veramente parte. TO BE CONTINUED L’urgenza autoriale di molti giovani talenti italiani dimostra ampiamente che intendiamo vivere pienamente la rivoluzione e che, anzi, siamo perfettamente in grado di segnarne la rotta, seppure per ora la produzione di webserie, appaia ancora, per lo più, come il frutto orgoglioso del sacrificio personale e dell’impegno spesso probono di questi talenti e dei loro collaboratori. I titoli di cui si parla di più, oltre a quelli già citati, sono, in ordine sparso e casuale: Soma, Stuck, Next Stop, The Pills, Di come diventai Fantasma e Zombie, Geekerz, Lost in Google e molti altri, ma tutto sembra funzionare ancora come accade per la forma cortometraggio, dando adito quindi al solito equivoco: si utilizza la webserie come una palestra, un mezzo per ottenere visibilità e eventualmente fare poi il salto di qualità, entrando magari nel circuito autoriale mainstream. Ma così come il cortometraggio, con tutte le difficoltà produttive e soprat-
tutto distributive, che lo accompagnano, dovrebbe invece essere concepito come una forma di espressione autonoma, con una propria specifica dignità, lo stesso vale per la webserialità. Altrimenti non si innesta nessun processo virtuoso generale, non si crea un sistema strutturato, non si fa networking e si rischia di disperdere inutilmente risorse ed energie. È necessario interrogarsi continuamente e in prospettiva quindi sulle relazioni tra tecnologia e mercato, anche in funzione dell’audiovisivo e dell’intrattenimento, consci che le potenzialità del web si intersecano con nuove pratiche e forme di narrazione, con la condivisione delle informazioni in tempo reale, con l’universo delle app e dei social network. È questo il mondo attuale in cui viviamo, l’acqua in cui quotidianamente nuotiamo. Parafrasando David Foster Wallace, è fondamentale essere sempre consapevoli dell’acqua, saggiarne continuamente la temperatura, per non fare come quei due giovani pesci che nuotano uno vicino all’altro e incontrano un pesce più anziano che, nuotando in direzione opposta, fa loro un cenno di saluto e poi dice “Buongiorno ragazzi. Com’è l’acqua?”. I due giovani pesci continuano a nuotare per un po’, poi uno guarda l’altro e gli chiede “Cosa diavolo è l’acqua?” © Riproduzione riservata
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on una serata di grande danza internazionale, costruita su musica di Richard Wagner, partirà, il prossimo 20 giugno, il Ravello Festival, che come una grande composizione circolare, celebrerà il proprio nume tutelare anche nella serata di chiusura, il 5 settembre, consacrata al “Parsifal”. Tra i due estremi wagneriani troveranno spazio quasi cinquanta eventi che, come da tradizione ormai consolidata, alterneranno contenuti sinfonici e cameristici, repertorio jazz e pop, senza mancare di attenzione al teatro,
alle arti visive, agli incontri di parola. Il format del Festival, promosso dal 2003 dalla Fondazione Ravello sulla scia del progetto nato nel 1953, resta quello che, specialmente nell’ultimo quinquennio, si è rivelato più che mai vincente, facendo registrare un trend in costante ascesa per presenza di pubblico e riscontro mediatico. Il tema conduttore intorno al quale si dipaneranno i due mesi e mezzo della programmazione, disegnata dal direttore artistico Stefano Valanzuolo, è “InCanto”. Nel termine,
che Mimmo Paladino ha reso vero e proprio logo con il suo bozzetto dedicato, si confondono per scelta due intenti: il primo e principale concede attenzione alla voce umana quale strumento espressivo, melodico, poetico, ritmico e, all’occorrenza, persino politico. Questo versante implicherà la presenza di una fitta serie di cantanti prestigiosi a Ravello: la carismatica Laurie Anderson, musa di Lou Reed, incontra sul palco (ed è la prima volta in Italia) il grande compositore Philip Glass; il principe dei cantautori italiani, Francesco De Gregori, si propone in acustico; Bobby McFerrin, talento vocale dal virtuosismo senza etichette, sceglie Villa Rufolo per uno dei suoi tre concerti italiani di questa stagione; Dee Dee Bridgewater torna alle radici del jazz di New Orleans. Continua a leggere su www. backstagepress.it
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