anno III n.11 - Novembre 2015 - Poste italiane s.p.a. sped in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 1 - DCB - Caserta
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Per questo numero di Novembre abbiamo scelto di aprire con due dei principali artisti del panorama musicale italiano: Laura Pausini e Biagio Antonacci. “Simili” è il brano che dà il titolo al disco, filo conduttore per tutte le canzoni presenti nell’album. Nicolò Agliardi scrive di nuovo per Laura una canzone importante: la bellezza di essere simili, è la bellezza stessa della vita. L’essere diversi dagli altri, seppur non totalmente, e allo stesso tempo assomigliare agli altri, pur non essendo uguali. È questo il nostro legame con il mondo, con la vita. Scritto da Biagio Antonacci e prodotto da Michele Canova, “Ci stai” è invece, il primo inedito che apre la raccolta, un’intensa ballata pop-rock che racconta le dinamiche di un rap-
ph copertina Omar Cruz
porto, di qualsiasi natura esso sia, che si muove nella speranza di recuperare gli errori commessi. Il brano è in rotazione radiofonica dallo scorso 23 ottobre ed è accompagnato da un videoclip diretto da Federico Zampaglione dei Tiromancino, che appena una settimana fa si è aggiudicato i premi “Miglior regista” e “Miglior video” in occasione della tredicesima edizione della rassegna “Roma Videoclip”. Nella seconda parte del giornale, diamo spazio al cinema con il nuovo film di Leonardo Pieraccioni “Il Professor Cenerentolo” che dal 7 Dicembre arriva in tutte le sale. la storia di Umberto (Leonardo Pieraccioni) che per evitare il fallimento della sua disastrata ditta di costruzioni ha tentato insieme ad un dipendente (Massimo Ceccherini) un maldestro colpo in banca che
gli ha fruttato però solo quattro anni di carcere! Ma se non altro, nella prigione di una bellissima isola italiana: Ventotene. Adesso Umberto è a fine pena e lavora di giorno nella biblioteca del paese. Una sera, in carcere, durante un dibattito aperto al pubblico, conosce Morgana (Laura Chiatti), una donna affascinante, un po’ folle e un po’ bambina. Morgana crede che lui lavori nel carcere e che non sia un detenuto. Umberto, approfittando dell’equivoco, inizia a frequentarla durante l’orario di lavoro in biblioteca. Ma ogni giorno entro la mezzanotte, proprio come Cenerentola, deve rientrare di corsa nella struttura per evitare che il direttore del carcere (Flavio Insinna) scopra il tutto e gli revochi il permesso di lavoro in esterno.
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LAURA PAUSINI
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16 TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Backstage Press è edito dall’associazione culturale “Il Sogno è Sempre Onlus”. Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, disegni e fotografie non si restituiscono anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’editore. Gli autori e l’editore non potranno in alcun caso essere responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’uso improprio delle informazioni contenute. La collaborazione è a titolo gratuito. Foto e manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono. REDAZIONE Alfonso Morgillo, Margherita Zotti, Alfonso Papa, Marica Crisci, Domenico Ruggiero, HANNO COLLABORATO: Michela Drago, Alessandro Tocco, Francesco Ruoppolo, Alfonso Papa (To), Giuseppe Maffia, Ambra De Vincenzi, Tonia Cestari, Carmela Bove. REGISTRAZIONE n. 815 del 03.07.2013 presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE). Comunicazione Editore: Il Sogno è Sempre Onlus Sede Legale: Via Botteghino, 92 – 81027 San Felice a Cancello (CE) Sede Operativa: Via Giacomo Matteotti, 20 – 81027 San Felice a Cancello (CE) – Fax. 0823.806289 – info@backstagepress.it – www.backstagepress.it Distribuzione: Gratuita Stampa: Pieffe Industria Grafica. Tiratura 7.000.
ADOTTA UN MATTONE
19 LEONARDO PIERACCIONI
21 LAURA CHIATTI
24 ARTE
27 EMERGIAMO
28 ACES IN MY BOOK
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P.zza Caduti di Nassirya - Airola (Bn) - www.setph.it - info@setph.it
ph Leandro Manuel Emede
Laura Pausini Simili tx Alfonso Papa
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i chiama “Simili”, il nuovo album di Laura Pausini uscito in tutto il mondo il 6 novembre 2015. Presentato per la prima volta ai media internazionali a Miami, Simili è pubblicato per Atlantic-Warner Music in versione italiana e spagnola e distribuito in oltre 60 paesi. Simili è il dodicesimo album di inediti e arriva a quattro anni di distanza dal successo mondiale di Inedito e a due anni da 20 The Greatest Hits, la raccolta dei suoi brani più famosi pubblicata per festeggiare i primi 20 anni di carriera dell’artista italiana più amata nel mondo. “Simili è una parola che mi piace - racconta Laura Pausini - molto, perché contiene un significato che oggi mi sta molto a cuore. Quasi uguali. “Quasi”, appunto. Uguali ma diversi. Diversi ma fatti tutti nello stesso modo. E dobbiamo imparare a godere di queste “magnifiche diversità”. È questo il senso di questo titolo profondamente evocativo che Laura Pausini ha scelto per il suo nuovo progetto che la porterà in tutto il mondo e da cui prendono nome i prossimi appuntamenti con la sua musica live. Simili come le impronte digitali: uguali e diverse. Simili contiene 15 tracce ed è il primo album di Laura scritto dopo la nascita della sua
bambina e che, più di ogni altro, fotografa un periodo personale di grande gioia, specchio di questo bellissimo momento artistico e personale. Il successo internazionale ottenuto con la conduzione di diversi talent, la permanenza di Laura all’estero, donano a questo nuovo album un sound ancora più internazionale. Per la prima volta Laura si presenta al pubblico con un album non completamente autobiografico: Simili racconta, infatti, storie diverse, non necessariamente legate da un unico filo conduttore, storie «che non necessariamente appartengono alla mia vita ma nelle quali mi immedesimo completamente». Autori d’eccezione hanno voluto collaborare al grande ritorno di Laura. Per Simili, infatti, tre tra i più importanti artisti della scena italiana hanno messo a disposizione il loro grande talento. Biagio Antonacci, che per Laura ha realizzato successi internazionali come Vivimi (con l’album che conteneva questo brano Laura ha conquistato il primo Grammy della storia assegnato ad una artista italiana), oltre al pluripremiato Tra te e il mare, è l’autore di tre brani: Lato destro del cuore, la ballad profonda ed intensa che Laura ha
scelto per anticipare il nuovo album, la dolce ninna nanna di È a lei che devo l’amore e Tornerò (con calma si vedrà), un tributo alla musica latina che tanta importanza ha avuto, e ancora ha, nella carriera di Laura. Giuliano Sangiorgi ha scritto e prodotto Sono solo nuvole, un tenero e delicato acquarello, una colonna sonora che sembra nata in un tempo sospeso cantata da Laura con voce vellutata e con grande emotività. Lorenzo Jovanotti Cherubini è l’autore di Innamorata, con cui trascina Laura nel suo mondo esplosivo e le regala un inno alla vita e al potere di una donna innamorata. Laura, con un’interpretazione per lei completamente inedita, ci travolge con un brano pop reggaeton che l’ha conquistata dal primo ascolto e rappresenta per lei una vera sfida: «la mia voce nel mondo di Jovanotti». La title-track Simili è firmata da un collaboratore storico di Laura, Niccolò Agliardi, autore di alcuni dei suoi brani più famosi, con cui Laura ha condiviso, fin dalle prime battute, l’idea alla base di questo lavoro discografico. La profonda sintonia con Niccolò è confermata dalla presenza di altri tre brani scritti con Laura e Paolo Carta: Chiedilo al cielo, Il nostro amore quotidiano e Per la musica. L’au-
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ph Leandro Manuel Emede
tore milanese firma anche Ho creduto a me, con musiche di Massimiliano Pelan, e Colpevole, musica scritta da Daniel Vuletic, altro collaboratore storico, e Laura stessa.
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Ancora una volta Laura Pausini sceglie, inoltre, di dare spazio ai giovani autori di talento: è infatti Tony Maiello a firmare l’intensa e struggente 200 note. È di Mattia De Luca la musica di Nella porta accanto, un brano che coglie l’essenza di un primo incontro volutamente raccontato in chiave fresca giovanile dalle parole di Laura, autrice, men-
tre la svolta dance arriva con l’irrefrenabile Io c’ero (+ amore x favore) brano che porta la firma di Laura Abela (L’Aura) e Paolo Carta, oltre alla stessa Laura che sorprende con un registro completamente inedito per le sue corde. Dei 15 brani che compongono la track-list 12 vengono definiti “Simili” e 3 “+ Simili”, a sottolineare come questi ultimi tre siano legati al mondo più intimo di Laura. La prima, tra le “+ SIMILI”, è Lo sapevi prima tu, scritta con Laura Abela (L’Aura); il brano è dedicato al padre Fabrizio Pausini che più di ogni altro, fin da bam-
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bina, l’ha sempre incoraggiata e supportata credendo in lei. Segue È a lei che devo l’amore, composta dall’amico e cantautore Biagio Antonacci, definito più volte dalla stessa Laura “il mio poeta del cuore”, è una ninna nanna dedicata alla figlia. Il brano è eseguito con il solo accompagnamento della chitarra del compagno Paolo Carta e le “intrusioni” della piccola Paola: si tratta, infatti, del provino originale del brano, mai ripetuto per non rovinare la delicatezza e l’intimità del momento. Ultima delle + SIMILI è Per la musica, una canzone dedicata ai fan che hanno reso Laura l‘artista italiana più amata al mondo, è una “collaborazione” musicale unica realizzata con alcuni iscritti al suo fanclub ufficiale (www.laura4u. com) provenienti da tutto il mondo che, per la prima volta nella storia, sono inconsapevoli protagonisti del brano. Infatti, selezionati tra quelli in grado di suonare o cantare, i fortunati hanno ricevuto ed eseguito solo la traccia audio del loro strumento o la linea dei cori, realizzando così, insieme a Laura il primo featuring al mondo con 28 fan provenienti da 17 Paesi (Brazile, Canada, Cile, Colombia, Equador, Finlandia, Francia, Gambia, Germania, Giappone, Inghilterra, Italia, Messico, Olanda, Russia, Serbia e Stati Uniti). © Riproduzione riservata
Biagio Antonacci
Biagio
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i intitola Biagio, la stra- occasione della tredicesiordinaria raccolta di Bia- ma edizione della rassegio Antonacci in uscita il gna “Roma Videoclip”. prossimo 27 novembre. La traccia successiva Questo nuovo lavoro disco- è “Cortocircuito”, il segrafico è costituito da 3CD, condo inedito scritto da che contengono 4 nuovi brani Biagio Antonacci e proinediti, 2 nuove versioni riar- dotto da Michele Canova. rangiate di brani storici, oltre a 48 successi rimasterizzati tratti dal repertorio del cantautore.
Scritto da Biagio Antonacci e prodotto da Michele Canova, “Ci Stai” è il primo inedito che apre la raccolta, un’intensa ballata pop-rock che racconta le dinamiche di un rapporto, di qualsiasi natura esso sia, che si muove nella speranza di recuperare gli errori commessi. Il brano è in rotazione radiofonica dallo scorso 23 ottobre ed è accompagnato da un videoclip diretto da Federico Zampaglione dei Tiromancino, che appena qualche settimana fa si Un brano funky-dance è aggiudicato i premi “Miglior anni ottanta con sonorità regista” e “Miglior video” in moderne, che raccoglie vari stili musicali, come spesso accade in molte produzioni del cantautore che ama mettersi in 12
tx Alfonso Papa
discussione con generi e riferimenti musicali, solo all’apparenza, distanti dal suo mondo. “Aria di cambiamento” è invece stato scritto e composto appositamente per Biagio Antonacci
da Franco Battiato e Juri Camisasca. Antonacci, che raramente appare in una pura veste di esecutore, si cimenta, pienamente a suo agio, in questa interpretazione che
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racconta il valore del cambiamento nella vita di ogni uomo. Nel brano è presente la suggestiva ed intensa partecipazione di Franco Battiato, da sempre un riferimento musicale importante nella crescita artistica del cantautore.
chi di un bambino che rielabora la realtà circostante portandola in un mondo proprio, dove le regole ed il normale incalzare della vita seguono un andamento bizzarro che poco ha a che vedere con la realtà di un adulto.
L’ultimo degli inediti è “Mio Mondo”, scritto sempre da Biagio Antonacci prodotto sempre da Michele Canova, un brano ritmico dalle sonorità country/rock, con un testo “non senso” che racconta un mondo visto dagli oc-
La prima nuova versione è “Se io se lei”, in una versione intima, una delle più classiche ballate di Antonacci che rimane, per stile e coinvolgimento emotivo, uno dei più importanti brani scritti e composti dal cantautore.
“Liberatemi” è la seconda nuova versione del disco che vede una collaborazione d’eccezione, una straordinaria rivisitazione musicale del primo grande successo discografico di Biagio Antonacci in una nuova versione prodotta, arrangiata e realizzata dai Negramaro che sono riusciti a reinterpretare con incredibile modernità il brano originale con il sound caratteristico della più famosa rock band italiana. La canzone è impreziosita dalla duttilità vocale ed interpretativa di Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro, che ha regalato nuove energie e parole a questa hit di Antonacci. Oltre a queste sei nuove registrazioni, questa raccolta contiene alcuni tra i più grandi successi di Biagio Antonacci, tutti rimasterizzati per l’occasione. La produzione esecutiva della raccolta BIAGIO è curata da Graziano Antonacci, manager e fratello dell’artista. © Riproduzione riservata
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Lungs
Visto da Massimiliano Farau
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scito dalla penna di Duncan Macmillan, drammaturgo e regista inglese della nuova generazione di scrittori, attivo tra teatro, radio, tv e cinema, vincitore di diversi premi tra Inghilterra e Stati Uniti, LUNGS ha debuttato al Teatro Due venerdì 8 novembre, interpretato dai giovani e talentuosi Sara Putignano e Davide Gagliardini, con la regia di Massimiliano Farau. Lo spettacolo sarà in scena - dal 1 dicembre 2015 - al Teatro Piccolo Bellini di Napoli. Ritratto attuale e ironico di una storia d’amore qualunque,
tx Margherita Zotti
divertente e commovente, Lungs dà voce alla coppia contemporanea, ai problemi contingenti e universali di una generazione per la quale l’incertezza è un modo di vivere, partendo dalla domanda se avere o meno un bambino. Cosa significa Lungs? “In italiano significa polmoni - dice il regista Massimiliano Farau – Un titolo che fa riferimento al respiro, alla sorgente prima della vita, e anche alla capacità polmonare dei due personaggi che in scena portano
avanti un dialogo forsennato, con battute lunghe anche una pagina stampata. La drammaturgia di Lungs riproduce esattamente l’immediatezza del parlato con i tipici inceppamenti, le incertezze, le ripetizioni e quella sorta di self-editing che si fa in automatico mentre si chiacchiera: si torna indietro e ci si corregge… L’effetto finale è estremamente naturale, iperrealistico, direi, si ha costantemente la sensazione che gli attori stiano improvvisando, mentre in realtà il testo è molto preciso, un dia-
logo vivacissimo in cui le voci spesso si sovrappongono.“ Cosa l’ha colpita di questo testo? Accanto alla scrittura e alla drammaturgia, l’altro grande punto di forza del testo sta nel tema, cioè la capacità di raccontare il rapporto con il nostro tempo, la grande preoccupazione per il destino del pianeta. Ma soprattutto l’interrogativo che pone all’individuo è sulla “capacità di amare” e investire su un’altra persona. Al grande realismo del testo fa da contrappunto una scena nuda, quasi astratta… “Quando ho letto Lungs per la prima volta, mi ha colpito questa didascalia: La commedia deve essere recitata
senza scene, effetti di luce, senza azioni mimate, senza cambi costume, senza suoni che indichino passaggi temporali o spaziali etc.. Questa indicazione mi ha subito affascinato insieme alla forma del testo, cioè una struttura che consente salti continui nello spazio e nel tempo. L’assenza di scenografie realistiche o costumi segue la precisa intenzione di sottolineare la relazione nello spazio di questi due personaggi, ciò che importa è la storia della loro conversazione, il dialogo di una vita. Per la scena ho voluto un spazio indaco, un colore che ha la capacità di astrarre, di far pensare al cielo, a un contenitore in cui i personaggi si possano sta-
gliare in confronto a temi assoluti; o, se vogliamo, può far pensare al blue screen, sempre più usato al cinema e in TV, solo che qui le immagini che devono far da sfondo agli attori non le fornisce la postproduzione digitale, ma l’immaginazione degli spettatori. I salti spazio temporali sono risolti con una relazione fisica portata all’essenza, ho usato la massima astrazione, che dà assolutezza. Il sostegno di qualsiasi elemento descrittivo sarebbe stato superfluo, la scenografia è verbale” © Riproduzione riservata
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Adotta un Mattone 2
l’aiuto di tutti per lo sprint finale! tx Marica Crisci
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dare la struttura e poterla biglietti vincenti un viaggio solidale in Senegal all inaugurare. inclusive, e workshop a Ed è per questo che tor- scelta di Formazione Solina a distanza di un anno dale. Per ogni “adozione” la lotteria e campagna di verrà rilasciato un biglietraccolta fondi ” Adotta un to numerato valevole per Mattone”. l’estrazione del 6 gennaio Puoi partecipare alla nuo- 2016 di un viaggio solidava lotteria e darci una le in Senegal all inclusive e di un workshop a scelta mano in due modi: di Formazione Solidale. Per le adozioni on line 1) Adottando Mattoni: verrà inviato il numero di Con solo 1,00 euro po- partecipazione alla lottetrai adottare un mattone ria tramite mail. Abbiamo però bisogno di un e partecipare alla nostra ultimo grande aiuto per ul- lotteria solidale che re- Puoi adottare uno o più timare i lavori, rifinire, arre- galerà ai possessori dei mattoni anche on line ari amici e sostenitori di Formazione Solidale siamo arrivati allo sprint finale e all’ultimo sforzo per fare in modo che l’iniziale sogno di poter costruire una scuola di formazione nei villaggi in cui operiamo diventi realtà. A 7 mesi dall’apertura del cantiere i lavori proseguono senza sosta. In questo momento si sta lavorando alla costruzione del piano superiore della struttura.
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ph Domenico Ruggiero
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Leonardo Pieraccioni
Il Professor Cenerentolo teca del paese. Una sera, in carcere, durante un dibattito aperto al pubblico, conosce Morgana (Laura Chiatti), una donna affascinante, un po’ folle e un po’ bambina. Morgana crede che lui lavori nel carcere e che non sia un detenuto. Umberto, approfittando dell’equivoco, inizia a frequentarla durante l’orario di lavoro in biblioteca. Ma ogni giorno entro la mezzanotte, proprio come Cenerentola, deve rientrare
di corsa nella struttura per evitare che il direttore del carcere (Flavio Insinna) scopra il tutto e gli revochi il permesso di lavoro in esterno. Come è nata l’idea di questo film? Una volta sono stato a presentare un mio film nel carcere di Prato. Dopo la presentazione c’è stato un buffet ed io parlavo con le persone non sapendo se erano invitati esterni o
ph Leonardo Baldini
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acconta la storia di Umberto (Leonardo Pieraccioni) che per evitare il fallimento della sua disastrata ditta di costruzioni ha tentato insieme ad un dipendente (Massimo Ceccherini) un maldestro colpo in banca che gli ha fruttato però solo quattro anni di carcere! Ma se non altro, nella prigione di una bellissima isola italiana: Ventotene. Adesso Umberto è a fine pena e lavora di giorno nella biblio-
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carcerati. Cercavo di capire dalle conversazioni se erano di passaggio oppure “ospiti”. Ho applicato questa sensazione all’incontro che il mio personaggio Umberto fa con la protagonista Morgana (Laura Chiatti). Nel film infatti lei equivoca e pensa che io lavori nel carcere e non che ci sia recluso. Quali sono le caratteristiche del personaggio che interpreti e che tipo di evoluzione avrà nel corso del racconto? Con questo film mi sono regalato un personaggio completamente differente dai miei. Sicuramente più ruvido e cialtrone. Umberto è uno che pensa di risolvere i propri problemi economici facendo un buco nel caveau di una banca! E’ un tipo in bilico, un approssimativo, uno che va per le spicce anche in amore. Quando incontra la bella Morgana, dopo tutti quegli anni di carcere, non punta certo al suo cuore, ma a ben altro! Tra i vari punti deboli di Umberto c’è al primo posto il difficile rapporto con sua figlia, che ha dovuto lasciare, forzatamente, negli anni più importanti della
sua formazione. E’ recuperare quel rapporto il vero “colpo” che dovrà fare nella sua vita. Chi è Morgana, il personaggio di Laura Chiatti?” Morgana è una “fulminata”. I due si capiscono immediatamente perché sono due randagi. Lei ha addirittura il 25% d’invalidità mentale, non si ricorda le date, è infantile, ha propositi eccentrici per il suo futuro. Il loro è un incontro tra due zoppi che cercano di sorreggersi l’uno con l’altra ma i risultati di questa camminata sono alquanto disastrosi e comici. Come ti sei trovato con lei? Me lo avevano raccontato che lei ha un animo da maschiaccio…ma da li a far arrossire Ceccherini non ci avrei mai creduto! E’ molto simpatica, si è solo preoccupata quando con Massimo durante una scena l’abbiamo chiamata “merendona”. Lei pensava che si riferisse a qualcosa che riguardava il suo aspetto, in realtà è un modo toscano per descrivere una bella ragazza piena di cose buone! Laura è un’attrice
che prende fortunatamente con allegria questo mestiere. Solo un giorno l’ho vista preoccupata, le ho chiesto se c’era qualcosa che non le tornava nella scena che dovevamo girare e lei mi ha risposto che era ansiosa perché le avevano sbagliato la consegna di un lampadario a casa. Fantastica! Hai dichiarato che si tratta di una commedia più cinica e cattiva rispetto alle tue precedenti, come mai questa scelta e come si manifesta in scena? E’ il mio personaggio che è molto diverso. E’ lui (una volta tanto..!) che frega la protagonista non dicendole la verità. E’ lui che è disincantato per quanto riguarda il matrimonio. E’ sempre lui che si muove con aria guascona per tutta la storia con un’etica molto discutibile. Mi è piaciuto farlo … La scorrettezza al cinema è sempre divertente!
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Laura Chiatti
Il Professor Cenerentolo
tx Alfonso Papa
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ome si è trovata pre, non sembra nemmeno con Leonardo Pie- che tu stia lavorando. Per raccioni? me è il regista perfetto: non è presuntuoso, non si esibiIo e Leonardo c’eravamo sce in pensose elucubrazioincontrati già in passa- ni sul personaggio, ti dirige to per un’ipotesi di lavoro senza forzare la tua natura ma io ero occupata in un ed è sempre di buon umore. altro progetto e abbiamo E’ veramente un “figo” e lo dovuto desistere. Quest’an- è proprio perché non lo sa.. no è arrivata la bellissima opportunità con “Il professor Cenerentolo” e sono rimasta incantata da lui sia professionalmente che umanamente: oltre che un eccellente regista Leo è una persona speciale! E’ carino, umile, divertente, protettivo, soprattutto nei confronti delle donne. Era da tanto tempo che volevo recitare con lui, avevo lavorato in passato con il truccatore Francesco Nardi, un nostro grande amico comune oggi purtroppo scomparso, che Chi è la donna che lei inmi diceva spesso che era terpreta e che cosa le succonvinto che io e Pieraccio- cede in scena? ni avremmo legato moltissimo se avessimo fatto un In questa occasione Pieracfilm insieme. Io non amo le cioni ha scritto con Giopesantezze e Leonardo è un vanni Veronesi e Domenico artista leggero. Quando sei Costanzo un bel personagsul set con lui ti diverti sem- gio femminile, sapendo da subito che l’interprete sarei
stata io. Da tempo avevo voglia di recitare un ruolo brillante in una commedia e sognavo spesso di interpretare una donna piuttosto folle.. e la Morgana del film lo è! E’ un personaggio speciale, in scena si dice che lei ha il 25% di instabilità mentale perché ha ricevu-
to una botta in testa molto forte e ogni tanto “sclera”: urla, dice cose strane o si esibisce in grandi sorrisi come se fosse “posseduta” e questo si rivela molto divertente. Un giorno si ritrova tra il pubblico di un dibattito all’interno del carcere
protagonisti vanno subito al sodo, non hanno problemi nella fisicità, ma quando Morgana a un certo punto scopre la vera condizione di Umberto, prima sbraita e poi intraprende con lui una sorta di percorso comune che porterà entrambi ad aiutarsi reciprocamente rispetto alle proprie vite, finendo in qualche modo con l’avvicinarlo alla figlia quattordicenne lontana, aiutandolo a ritrovare un buon rapporto con lei. Ricorda qualche sequenza particolare tra quelle girate?
sempre qualcosa di buffo e capitava anche di improvvisare sul momento. Di solito i registi si arrabbiano se ci sono distrazioni da parte degli attori mentre si lavora ma questa volta era Leonardo il primo a ridere e scherzare su tutto, anche per smitizzare un po’ il clima generale. Non l’ho mai sentito alzare la voce o porsi in maniera spiacevole nei confronti dei suoi interpreti e della troupe, si è rivelato una persona davvero deliziosa. © Riproduzione riservata
Sul set ogni giorno c’era
ph Leonardo Baldini
di Ventotene, l’isola dove vive, e incontra Umberto, il personaggio interpretato da Pieraccioni. Morgana lo scambia per un professore che lavora nel penitenziario mentre invece lui è un detenuto finito dietro le sbarre perché ha sfondato il muro di una banca per tentare un audace colpo in stile “I soliti ignoti”. L’equivoco prosegue perché lui si finge uomo libero, lavora in biblioteca, ma ogni sera, all’approssimarsi della mezzanotte, deve inventarsi una scusa per fuggire e raggiungere in gran fretta la sua cella. Questa volta non c’è la classica storia d’amore tipica dei film di Leonardo, i due
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n artista spagnolo dotato di grande talento per il disegno già da bambino. Appena adulto decise di trasferirsi a Parigi, centro artistico in pieno fervore, dove tenne la sua prima mostra nel 1901 e fu in grado di vendere i suoi quadri già da subito. Assiduo frequentatore di mostre, alcune delle quali lo condizionarono come quella di Seurat, di Van Gogh, di Gauguin e soprattutto quella di Toulouse-Lautrec.
Assenzio - Degas (1876).
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Pablo Picasso
tx Marica Crisci
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Le suggestioni delle mostre si sommarono con quelle che vedeva per strada dando vita così ai quadri malinconici del “periodo blu”. Scena di vita quotidiana, di un’umanitá povera, ma consapevole. Un disegno descrittivo ed essenziale anche nel colore: la tavolozza formato da un solo colore, il blu in tutti i suoi toni. Nell’opera “Pasto frugale” (1904) compare un’evidente citazione al maestro Degas con il suo “Assenzio”
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(1876), ma i due personaggi, madre e figlio, non indossano tulle e pizzi ricamati ma solo stracci. Continua nel prossimo numero © Riproduzione riservata
Pastp Frugale - Picasso (1904).
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al 20 novembre un disco d’esordio, dal titolo omonimo, imperdibile, che contiene la collaborazione con il grande Mango. Oltre alla cover di “Oro”, ultima registrazione ed ultima partecipazione dell’artista ad un videoclip, l’album contiene anche la traccia “Stella Contraria”, un brano scritto a quattro mani con la musica inedita che mango ha voluto dare a Zois e il testo scritto da Valentina Gerometta (front-woman e leader della band), a dimostrazione di quanto Mango credesse e sostenesse for-
temente il progetto. Stella contraria è l’unico inedito di Mango pubblicato successivamente alla sua scomparsa. Zois è un gruppo nato a Bologna dall’incontro di Valentina Gerometta e Stefano Chio, con Alessandro Betti e Ivano Zanotti. Il disco in uscita, il primo della nuova etichetta LullaBit srl di Bologna, è un progetto che sintetizza la passione per la contaminazione e sperimentazione. Acustico o elettrico, legno o transistor: il per-
sonale linguaggio musicale mescola generi apparentemente distanti e una solida base rock, pulsazioni dance e canzone d’autore, tempi dispari e melodie accattivanti, battito funk e orizzonti dilatati. Dal 3 dicembre in contro tendenza rispetto alla sola pubblicazione in digitale riservata agli esordi, l’album verrà distribuito anche in CD e sarà disponibile presso punti vendita selezionati, su tutto il territorio nazionale (sul sito ufficiale www.zoismusic.com sarà disponibile la mappa dettagliata e costantemente aggiornata). © Riproduzione riservata
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Il “pathos” dei nuovi talenti indipendenti italiani.
i sono imbattuto per caso nel bel cortometraggio di fantascienza Pathos. Stavo navigando in internet alla ricerca di spunti, idee, stimoli e sono finito su un frame piuttosto straniante con sotto una promettente freccetta bianca a indicare “play”, che ha attratto irresistibilmente la mia attenzione. Ovviamente l’ho cliccata subito, senza pensarci troppo su e per i diciassette minuti successivi, sono stato proiettato in un “fantastico”, anzi “fantascientifico”, altrove! Poi il film è finito e io ho cominciato a rifletterci su. Per lavoro e per passione da un po’ rifletto sui nuovi media, sulle nuove oppor-
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tunità crossmediali e transmediali della comunicazione artistica (soprattutto in relazione allo storytelling) e probabilmente mi aggiravo proprio tra questi oscuri meandri, quando ho avvistato questa strana immagine: un uomo piuttosto catatonico con un cordone ombelicale che gli spunta dalla testa completamente calva e da lì sparisce in alto oltre lo schermo. L’uomo è in piedi al centro di una stanza spoglia e quasi fatiscente, tiene il mento poggiato su un particolarissimo supporto ed è immerso in una luce al neon, piuttosto verdognola. La situazione a prima vista ammetto che mi fece pensare a qualcosa del genere
tx Alfonso Papa
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“Torture Porn” (citando David Edelstein, critico del New York Magazine), tipo “Saw”, e ricordo che – prima del famoso clic sulla freccetta play – mi ritrovai a pensare: “Che cavolo succede qui, di quale genere di torture sarà mai oggetto questo malcapitato?” Ed è così che ho conosciuto l’interessantissima realtà di questa società di video-produzioni che si chiama Illusion, con sede a Genova, fondata nel 2003 da Dennis Cabella e Marcello Ercole. Dennis Cabella, co-ideatore, co-sceneggiatore, co-regista, coproduttore (e molto altro ancora) di Pathos, ha accettato di fare due chiacchiere con me.
Si potrebbe cominciare con la più classica delle domande. Come nasce l’idea di Pathos? Mi interessa in modo specifico il processo di scrittura, dall’idea allo script. Quanto sapevate del mondo là fuori, che non rientra strettamente nella narrazione vera e propria del cortometraggio. Perché l’impressione che se ne ha è di una grande consapevolezza.” Dennis Cabella: “Pathos nasce dal desiderio di rappresentare i nostri pensieri sulla vita e sulla società contemporanea. L’idea era quella di riflettere sulla realtà che ci circonda, mascherandola da futuro distante e distopico, per osservarla in modo freddo e distaccato e mostrarne i lati più oscuri. Nel 2003, anno in cui abbiamo cominciato ad abbozzare la sceneggiatura del film, si respirava un’atmosfera strana. L’11 settembre era ancora troppo vicino e l’insicurezza del mondo molto forte. Le teorie sul riscaldamento globale diventavano dogmi e da lì a poco si sarebbero trasformate in Oscar e premi Nobel. Il complotto cominciava a diventare una scienza e l’umanità si divideva irrimediabilmente in due gruppi contrapposti: quelli che accettano passivamente il sistema e per sopravvivere ne diventano schiavi e quelli che non accettandolo continuano irriducibilmente a rivendicare, per quanto gli sia possibile, un pensiero autonomo, critico e indipendente. La storia di Pathos nasce proprio da questo punto/spunto: dal momento cioè in cui l’umanità diventa cosciente della propria condizione di schiava di
se stessa. E da qui siamo partiti immaginando un futuro molto lontano. Un futuro in cui la Terra è morta a causa dell’inquinamento e del riscaldamento globale e in cui gli uomini, per sopravvivere a un mondo ormai totalmente inabitabile e ostile, si sono rinchiusi in enormi strutture metalliche: una sorta di città-incubatrice, che li protegge, ma al tempo stesso li controlla anche. L’idea era quella di provare a capire dove sarebbe potuta arrivare l’umanità evolvendo nella peggiore delle direzioni. Una direzione in cui il “Grande Fratello” fosse l’unica cosa in grado di tenere in vita l’uomo e quindi l’uomo, appunto per sopravvivere, ne avrebbe accettato qualsiasi condizione. Abbiamo immaginato un futuro in cui l’unico lavoro possibile fosse spalare rifiuti, accumulatisi per decenni sulla superficie terrestre e l’unica forma di denaro esistente fossero i propri 5 sensi. Un futuro in cui la vita di ognuno è costretta all’interno di una piccola cella metallica e fatiscente, quale unica protezione dal mondo esterno. Un mondo in cui le giornate si dividono tra bruciare spazzatura in una fornace, per dare energia all’intero sistema e l’immersione in sogni sintetici a pagamento, forniti dal sistema stesso. Tutto ciò che va in contrasto con il sistema però – cioè qualsiasi forma di sogno o pensiero immaginativo autonomo – viene punito con la disattivazione di uno dei sensi del malcapitato fino addirittura alla morte. Avevamo in mente di porre proprio il libero arbitrio quale ne-
mico estremo e indagare quindi su ciò che si sarebbe disposti a fare pur di tornare a sognare autonomamente, per tornare a essere liberi di immaginare. Ovviamente, per scrivere una storia che fosse sì assurda, ma anche metafora credibile e funzionale, abbiamo provato a creare tutto un mondo anche al di fuori di ciò che si vede nel film. Un mondo con regole precise e un passato logico e coerente. Una società senza via di uscita che, come tutti i piani ben riusciti, non avesse punti deboli. Anzi in cui l’unico punto debole fosse il sacrificio personale, staccarsi dal sistema, l’auto-eliminazione! Diciamo in definitiva che se dovessimo raccontare il mondo di Pathos sapremmo senz’altro cosa dire per molte ore. E penso che sarebbe tutto abbastanza interessante in quanto potrebbe stimolare riflessioni anche profonde, forse addirittura su ciò che siamo veramente o su ciò che vorremmo essere.” continua a leggere su www. backstagepress.it © Riproduzione riservata
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Dal 1 al 6 Dicembre al Teatro Bellini
erite a morte nasce nel 2012 come progetto teatrale sul femminicidio scritto e diretto da Serena Dandini. Un’antologia di monologhi sulla falsariga della famosa Antologia di Spoon Riverdi Edgar Lee Master, realizzata attingendo alla cronaca e alle indagini giornalistiche, per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Ferite a morte è stato presentato prima come lettura-evento: all›immaginario racconto postumo delle vittime davano voce
tx Margherita Zotti
donne illustri del mondo della cultura, dello spettacolo, della politica e della società civile, in un’ottica di sensibilizzazione verso l’argomento. Dal 2013 è, poi, diventato uno spettacolo vero e proprio, recitato da una compagnia stabile composta da Lella Costa e altre tre attrici. Saranno loro, su una scena teatrale sobria arricchita da schermi orizzontali e verticali su cui scorrono filmati e le splendide immagini dell›artista Rossella Fumasoni, a raccontare le “loro” storie, con un linguaggio poliforme, ora drammatico ora leggero, ph Mauro Ricchetti
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Ferite a Morte
che usa i toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini. “Tutti i monologhi di Ferite a morte – spiega Serena Dandini – ci parlano dei delitti annunciati, degli omicidi di donne da parte degli uomini che avrebbero dovuto amarle e proteggerle. Non a caso i colpevoli sono spesso mariti, fidanzati o ex, una strage familiare che, con un’impressionante cadenza, continua tristemente a riempire le pagine della nostra cronaca quotidiana. Dietro le persiane chiuse delle case di tutto il mondo si nasconde una sofferenza silenziosa e l’omicidio è solo la punta di un iceberg di un percorso di soprusi e dolore che risponde al nome di violenza domestica. Per questo pensiamo che non bisogna smettere di parlarne e cercare, anche attraverso il teatro, di sensibilizzare il più possibile l’opinione pubblica”. © Riproduzione riservata