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Novembre2022 Gennaio 2021
L’Amico della Famiglia
Parrocchie/Basilica San Giuseppe
Lungimiranza, riconoscenza e resistenza, il viatico di mons. Bruno Molinari per le sfide del nuovo anno
C
on la celebrazione della festa del Battesimo di Gesù, svoltasi domenica 9 gennaio, che ha visto al termine della messa celebrata da mons. Angelo Frigerio la benedizione con la statua del Bambino Gesù, si sono concluse le liturgie natalizie. “Celebrazioni che hanno visto una buona e intensa partecipazione di fedeli – afferma mons. Bruno Molinari. Discreto anche il numero di coloro che si sono accostati alle confessioni, seppur in numero minore rispetto agli anni precedenti il 2020.” Anche la messa vigiliare del 31 dicembre, a conclusione dell’anno, è stata molto partecipata. Nella sua omelia, mons. Molinari, come è consuetudine, prendendo spunto dal discorso dell’arcivescovo fatto a Sant’Ambrogio, si è soffermato su tre temi rapportandoli alla comunità seregnese: lungimiranza, riconoscenza, resistenza. “La lungimiranza – ha detto - fa emergere le priorità e tra queste certamente vi è la famiglia, che è un bene da proteggere, da proporre e da promuovere. Nel 2021 a Seregno ci sono stati 37 matrimoni religiosi e 63 civili: al di là dei numeri è proprio l’idea stessa di famiglia che è andata in crisi, sia sul versante morale, sia su quello sociale. Un’altra priorità riguarda le emergenze, soprattutto per quanto riguarda i giovani che in due anni di pandemia sono stati compressi, repressi e depressi, arrivando a forme di apatia, aggressività e violenza; anche la nostra città ha vissuto e sta vivendo seriamente questo rischio, e genitori ed educatori non sanno come
affrontare questa situazione. Una via raccomandabile è sempre quella dell’ascoltare… Oltre alle priorità e alle emergenze ci sono le sfide che riguardano in particolare il lavoro, l’ambiente, le povertà. Anche nella nostra comunità – ha sottolineato mons. Molinari – la crisi continua a pesare, persone e famiglie a rischio di indigenza sono più numerose di quanto non appaia dalle tante richieste di aiuto”. Don Bruno ha quindi condiviso la riconoscenza espressa dall’arcivescovo a tutti coloro che operano nelle istituzioni pubbliche, scuole, presidi sanitari, forze dell’ordine, a chi opera nel volontariato, estendendola all’operosa gente di Seregno, a chi lavora e studia con costanza anche in questo tempo di precarietà, e come parroco, a quanti hanno continuato a frequentare assiduamente le chiese “pur comprendendo, ma solo in parte - ha soggiunto - la paura e la prudenza di chi si è chiuso in casa e ha messo tristemente in lockdown anche la fede”. La terza parola “è resistenza che oggi – ha sottolineato Molinari - si definisce anche resilienza, cioè capacità di tenuta in un periodo di grande disagio com’è quello che stiamo vivendo. Dobbiamo cercare di resistere nella fatica quotidiana, nelle prove della salute e del lavoro, resistere alle insidie e alle tentazioni delle prepotenze, del denaro facile, della corruzione Non lasciamoci cadere le braccia – ha concluso monsignore - ci occorre e ci soccorre la fede con la quale invochiamo, nel canto del “Te Deum”, la misericordia del Signore sull’anno che finisce e su quello che inizia”. Patrizia Dell’Orto
La benedizione eucaristica dopo il ‘Te Deum’
La distribuzione delle immagini dei santi il primo gennaio
La benedizione con la statua del Bambino Gesù