L'Amico della Famiglia - Febbraio 2022

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Novembre Febbraio 2022 2021

L’Amico della Famiglia

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Comunità/Abbazia San Benedetto - Piccolo Cottolengo Don Orione

Molinari: la misericordia verso i malati vuol dire essergli vicini nei luoghi di cura e nelle case

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a comunità pastorale san Giovanni Paolo II, ha ricordato, venerdì 11 febbraio, la 30a. “giornata mondiale del malato”, nella memoria della beata Vergine Maria di Lourdes, istituita da Papa Giovanni Paolo II. Nel santuario di Maria Ausiliatrice dell’opera don Orione, alle 15, è stata celebrata la messa presieduta da monsignor Bruno Molinari. Per il secondo anno consecutivo non è stata impartita l’unzione dell’infermo, nel rispetto delle norme sanitarie in vigore. Il tema della trentesima edizione era “siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36). Monsignor Molinari ha impostato la sua omelia commentando il messaggio di Papa Francesco, che ha spronato a crescere nella vicinanza e nel servizio alle persone inferme e alle loro famiglie. “Siate misericordiosi, fa volgere lo sguardo a Dio “ricco di misericordia”, il quale guarda sempre i suoi figli con amore di padre, anche quando si allontanano da Lui - ha esordito don Bruno -. La misericordia, infatti, è per eccellenza il nome di Dio, che esprime la sua natura non alla maniera di un sentimento occasionale, ma come forza presente in tutto ciò che Egli opera. È forza e tenerezza insieme. Per questo possiamo dire, con stupore e riconoscenza, che la misericordia di Dio ha in sé sia la dimensione della paternità sia quella della maternità. Gesù, il suo Figlio unigenito, è la misericordia del Padre verso i

Mons. Bruno Molinari con gli ospiti del don Orione malati. Quante volte i Vangeli ci narrano gli incontri di Gesù con persone affette da diverse malattie! Perché questa attenzione particolare di Gesù verso i malati, al punto che essa diventa anche l’opera principale nella missione degli apostoli, mandati dal Maestro ad annunciare il Vangelo e curare gli infermi? Quando una persona sperimenta nella propria carne fragilità e sofferenza a causa della malattia, anche il suo cuore si appesantisce, la paura cresce, gli interrogativi si moltiplicano, la domanda di senso per tutto quello che succede si fa più urgente.? Ecco, allora, l’importanza di avere accanto dei testimoni della carità di Dio che, sull’esempio di Gesù, misericordia del Padre, versino sulle ferite dei malati l’olio della consolazione e il vino della speranza”. Il riferimento a “toccare la carne sofferente di Cristo”, acquista un significato particolare per gli operatori sanitari. “Penso ai medici, agli infermieri, ai tecnici di laboratorio, agli addetti all’assistenza e alla

Abbazia, riprese le visite guidate al monastero Le visite al complesso monastico san Benedetto di via Stefano, sono riprese sabato 19 febbraio, dopo la sospensione di quella già programmata il 29 gennaio scorso, a causa della pandemia. Per le visite sono in vigore tutte le misure anticovid: green pass e mascherina. A fare da cicerone sono dom Ilario Colucci e Carlo Perego che mostrano i preziosi volumi dell’immenso patrimonio librario di cui dispone il monastero, nonché la chiesa abbaziale con le vetrate che ripercorrono i punti salienti della presenza olivetana in città, la cripta, i vari laboratori, la mostra dei mille gufi collezionati dall’abate emerito dom Valerio Cattana. Per le visite future occorre inviare la prenotazione a centro.sanbenedetto. seregno@gmail.com.

cura dei malati, come pure ai numerosi volontari che donano tempo prezioso a chi soffre - ha proseguito il prevosto -. Un servizio accanto ai malati, svolto con amore e competenza, trascende i limiti della professione per diventare una missione”. Per “I luoghi di cura, case di misericordia”, monsignor Molinari ha rammentato la presenza in città del centro Ronzoni-Villa, fondazione don Gnocchi, la casa delle suore Canossiane (dove in serata è stato recitato il rosario), l’opera di don Orione e la Casa della Carità. “La misericordia verso i malati, nel corso dei secoli, ha portato la comunità cristiana ad aprire innumerevoli “locande del buon samaritano”, nelle quali potessero essere accolti e curati malati di ogni genere, soprattutto coloro che non trovavano risposta alla loro domanda di salute o per indigenza o per l’esclusione sociale o per le difficoltà di cura di alcune patologie”. E per concludere l’ultimo punto commentato è stato quello della “misericordia pastorale: presenza e prossimità”. “A Seregno, sono oltre 200 gli ammalati chiusi in casa, che noi sacerdoti visitiamo periodicamente. La vicinanza agli infermi e la loro cura pastorale non è compito solo di alcuni ministri specificamente dedicati; visitare gli infermi è un invito rivolto da Cristo a tutti i suoi discepoli. Quanti malati e quante persone anziane vivono a casa e aspettano una visita!”. Paolo Volonterio


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