L'Amico della Famiglia - Febbraio 2022

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Novembre2022 Febbraio 2021

L’Amico della Famiglia

Commento/Le reazioni del vescovo Suetta e de L’Osservatore Romano

La trasgressione di Achille Lauro a Sanremo: l’ennesima offesa ai principi della fede cristiana

A

mmettiamolo: ancora una volta bisogna dar ragione al vecchio Marshall MacLuhan, il fondatore degli studi sulla comunicazione, secondo cui “il medium è il messaggio”. Perché se il gesto del cantante Achille Lauro, la prima serata del festival di Sanremo (la scimmiottatura del rito del battesimo), fosse rimasto confinato tra le mura del teatro Ariston, avrebbe avuto scarsa se non nulla eco. La diretta tv e poi i social, invece, hanno scatenato il pandemonio. Molti cristiani si sono sentiti giustamente offesi. D’altronde non è la prima volta che si usano a sproposito segni e gesti cristiani. Per dire, la cantante Madonna ci ha costruito sopra tutto un personaggio e una carriera (a partire dal nome d’arte scelto) e chi non ricorda qualche anno fa a una Biennale la rana crocifissa? Forse perché, sotto sotto, il cristianesimo - e il cattolicesimo in particolare - danno fastidio, toccano la

Il cantante Achille Lauro coscienza. Non è più tempo, naturalmente, di crociate armate chiamate ad adunata dai papi. Anche se va ricordato che credenti di altre religioni, davanti a gesti simili, reagiscono poco sportivamente a suon di kalashnikov, bombe e scimitarre. Davanti a simili episodi si è sempre indecisi, si possono adottare due atteggiamenti alternativi: lasciar perdere, proprio per non dare maggio-

re evidenza alla cosa. O intervenire per difendere princìpi e soprattutto i fedeli. E’ quello che aveva ben in mente il vescovo di Ventimiglia-Sanremo, Antonio Suetta, che ha deciso alla fine di intervenire con una nota per “dare voce a tante persone credenti, umili e buone, offese nei valori più cari per protestare contro attacchi ignobili e continui alla fede”. “Sono consapevole - ha continuato il vescovo - che la mia contestazione raggiungerà cuori puliti e coraggiosi, capaci di reagire nella quotidianità della vita ad aggressioni così dilaganti e velenose. Soprattutto sono convinto di dover compiere il mio dovere di pastore affinché il popolo cristiano, affidato anche alla mia cura, non patisca scandalo da un silenzio interpretato come indifferenza o, peggio ancora, acquiescenza”. E ha concluso dicendo di ritenere “opportuno sollecitare le coscienze a una seria riflessione e i credenti al dovere della riparazione nella

preghiera, nella buona testimonianza della vita e nella coraggiosa denuncia”. Elegantissima, per finire, la reazione dell’Osservatore Romano. Poche righe, lievi nel tono ma pesanti nel significato. Vale la pena leggerle integralmente: “Chiamati in causa da Fiorello alla cui simpatia non si può resistere, eccoci qui a dire la nostra, come richiesto, su Achille Lauro. In punta di piedi. Perché Sanremo è Sanremo. L’Osservatore è L’Osservatore. E in questo caso si limita ad osservare che, volendo essere a tutti i costi trasgressivo, il cantante si è rifatto all’immaginario cattolico. Niente di nuovo. Non c’è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo. Da questo punto di vista difficilmente dimenticheremo la recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David Bowie. Non ci sono più i trasgressori di una volta”. Chapeau. Paolo Cova


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