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Il Natale di una mamma ucraina profuga in città Pagina

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L’Amico della Famiglia L’Amico della Famiglia Novembre 2021 Novembre 2022 Dicembre 2022 15

Ucraina/In fuga dalla guerra ha raggiunto a marzo la mamma, badante a Seregno Il Natale di Tetiana profuga in città con i due figli, “Mi manca molto la casa, mio marito, la mia città”

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Natale lontano da casa, senza sapere cosa ti riserverà il futuro, lontano dal marito senza sapere se lo potrai rivedere, lontano dalla tua città, dalla tua patria senza sapere cosa ritroverai al ritorno.

Come Maria a Betlemme, un bimbo dato alla luce lontano da casa.

E’ questo il Natale di Tetiana Paskal, 36 anni, di Mykolaïv, una delle città ucraine sul fronte orientale tra le più toccate e distrutte dalla guerra.

Pochi giorni dopo l’invasione da parte della Russia la decisione di lasciare la propria terra, gli affetti per raggiungere la mamma, da nove anni badante a Seregno, insieme al figlio Kostiantyn di otto anni e una nuova vita in grembo.

Grazie ad Oksana Kolotynska, che ci ha fatto da interprete, Tetiana racconta: «Il viaggio è stato molto spaventoso, perché stavamo andando verso l’ignoto: da Mykolaïv a Odessa, poi in treno fino a Leopoli, un altro treno per la Polonia e finalmente in viaggio verso l’Italia e Seregno dove sono arrivata l’11 marzo. Mio figlio e io non siamo mai stati fuori dal nostro Paese. Inoltre, non sapevo se avrei potuto rivedere mio marito Ivan anche solo una volta.

Devo ringraziare la famiglia di Maria Pia Scaccabarozzi che ci ha accolto e ospitati con tanta attenzione.

Tre mesi dopo è nato Elisei all’ospedale di Carate, eravamo contenti che tutto fosse andato bene».

E ora come procede? Bambini ucraini in abiti tradizionali natalizi Tetiana Paskal con Kostiantyn ed Elisei

«È la prima volta che sono lontana da mio marito, è sempre un grande dolore e anche mio figlio maggiore ha nostalgia del papà. Il papà ha sempre visto il piccolino in videochiamata ed Elisei non conosce ancora il padre. Ma due settimane fa, per il compleanno di Kostiantyn - 9 anni - gli abbiamo fatto un grande regalo: siamo andati a Leopoli alcuni giorni e il papà ha potuto abbracciare i suoi figli».

Hai mai pensato, Tetiana, di tornare a casa?

«Mio marito dice che non è ancora possibile tornare; dopo la ripresa di Cherson i bombardamenti sono un po’ meno, ma è ancora troppo pericoloso. Da quando sono qui mi sono abituata a non pianificare, non so cosa accadrà domani, quindi è difficile prevedere un ritorno. Certo mi manca molto casa, mio marito, la mia città.»

Come festeggerete questo Natale?

«Sarà molto triste, ma l’importante è che a mio marito non succeda nulla. Faremo una videochiamata…»

«Faremo festa con le altre famiglie - prosegue Oksana Kolotynska, rappresentante della comunità ucraina presente in città. - Il 26 dicembre si fa visita alle case di parenti e amici e i bambini ricevono in regalo cioccolatini, mandarini, si fanno canti natalizi. Ma la festa dura dal 25 dicembre al 6 gennaio. Prima della guerra gli ucraini di religione ortodossa festeggiavano il Natale il 7 Gennaio, ora i giorni del Natale sono il 24 – 25 – 26 dicembre.

Il 17 e il 18 dicembre abbiamo altri due momenti importanti: sabato 17 alla scuola Rodari, dove al sabato pomeriggio teniamo le nostre lezioni, faremo canti natalizi con la distribuzione dei regali ai bambini per San Nicola; domenica 18 la proposta di un pranzo ucraino-italiano con l’associazione “Ucraina Libera” presso l’oratorio Beata Vergine Immacolata a Desio.»

Cosa ricordate del Natale in Ucraina? Riuscite a far rivivere le vostre tradizioni qui in Italia?

«In Ucraina – spiega Oksana Kolotynska – ci sono tradizioni diverse in ogni zona. Quelle più comuni sono i canti natalizi per le strade con cori di adulti e bambini - li chiamiamo “koliadky”. – A Natale facciamo i cortei (“shchedrivky”) con personaggi della natività in costume: in questa occasione le donne portano il velo ucraino, un velo particolare, simbolo di ricchezza che – una volta – potevano permettersi solo le persone che andavano a lavorare in America; successivamente è diventato un segno beneaugurante. Ci sono cortei anche per l’inizio del nuovo anno con aspetti e costumi più scherzosi. Qui a Seregno oltre ai canti cerchiamo di usare i vestiti tradizionali e i cibi tipici, come nel pranzo aperto a tutti.»

Entrambe hanno caldamente ringraziato tutti gli italiani per l’attenzione e l’aiuto al loro popolo e alla loro terra, ma l’augurio più grande va a Tetiana e alla sua famiglia, a tutti i profughi ucraini perché possano aprirsi prospettive di pace e realizzarsi i desideri di rientro alle loro case: così Natale sarà davvero una festa di pace per tutti gli uomini.

Mariarosa Pontiggia

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