L'Amico della famiglia Ottobre

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L’Amico della Famiglia Editoriale

Quella piazza piena di fedeli segno di una comunità viva e <aperta>

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uperare la frammentarietà, radicarsi nella comunione, per costruire una vita buona dentro una società civile plurale. Sono le parole chiave degli interventi che hanno contraddistinto la visita dell’arcivescovo Angelo Scola (nella foto Viganò) in una domenica, quella del 14 settembre scorso, già ricca di grandi significati, appuntamenti, ricorrenze che travalicavano il pur rilevante aspetto pastorale e religioso. Sono le indicazioni scaturite da riflessioni articolate ma anche accorate, proprio di un pastore desideroso di aiutare il suo popolo a trovare il modo migliore per affrontare gli affanni e le complessità di una fase della vita di tutti che non da oggi lo stesso arcivescovo ha definito un ‘travaglio’ che per sua natura porta con sé momenti di dolore e fatica accompagnati dalla speranza e quindi dalla certezza che ne potrà venire un nuovo inizio. E in questo senso diventa naturale associare a queste riflessioni, che il cardinale ha voluto consegnare ai tanti fedeli che lo hanno accolto e che hanno pregato con lui, il senso più profondo e autentico della comunità pastorale cittadina che ha ufficialmente iniziato la sua storia intorno all’altare nella festa dell’esaltazione della Croce, ponendo dunque il volto di Cristo al centro della propria stessa esistenza. Ma quasi tutto ciò non bastasse, l’arcivescovo, nel sottolineare e ribadire il carattere ‘esemplare’ della nuova

comunità cittadina per l’intera Chiesa ambrosiana, ha affidato praticamente a tutti i seregnesi un ulteriore, supplementare, impegnativo compito, quello di essere di ‘esempio’ di Chiesa quanto mai ricca di carismi diversi, frutto di una fede radicata, curata e ancora molto salda che sa far rifluire queste positività in una vita non solo religiosa ma anche civile carat-

terizzata da una ‘buona cittadinanza’ “che sappia rispettare la pluralità di visioni in cui siamo ma nello stesso tempo sappia riconoscere che siamo chiamati a vivere assieme e quindi faccia di questa vita comune un valore politico” ha chiarito bene Scola. Ecco allora la necessità di un impegno a tutto campo per tutte le realtà, piccole e grandi, antiche e nuove, a livello ecclesiale così come civile in

quell’ottica di Chiesa sempre più aperta che Papa Francesco richiama sin dal primo giorno del suo pontificato, e di quel ‘campo’ che è il ‘mondo’ che lo stesso arcivescovo ci ha spronato da tempo a considerare come ambito di una fede autentica ed incarnata nella quotidianità delle situazioni che ci è dato di affrontare e vivere. La plastica immagine della piazza della Concordia (con quel suo significato storico che rappresenta) antistante la basilica S. Giuseppe, chiesa madre della città, piena di fedeli accorsi per seguire la celebrazione eucaristica in totale comunione con quanti si trovavano all’interno e con gli stessi sacerdoti di tutta la città, davanti al megaschermo appositamente voluto da monsignor Bruno Molinari non soltanto per ragioni di capienza del tempio, ma proprio per significare la totale apertura all’esterno ed insieme lo stare insieme del popolo di Dio che è in Seregno, e quindi stringersi festante attorno all’arcivescovo rappresenta sicuramente il segno più incoraggiante e beneaugurante per la nuova comunità pastorale. A vegliare sulla quale, proprio sulla medesima piazza, ci sono quelle due statue del patriarca Paolo Angelo Ballerini e di San Giovanni Paolo II che rappresentano la memoria di due figure capaci con ‘parole ed opere’ di confermare nella fede, anni dopo anni, decenni dopo decenni, la Chiesa seregnese. Luigi Losa

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SOMMARIO Sinodo famiglia: parla Vittore Mariani Pagine 4-5 Sinodo famiglia: l’aiuto del consultorio Pagina 6 Sinodo famiglia: lavoro e crisi

Pagine 7

Sinodo famiglia: matrimonio e sacramenti Pagine 8-9 Visita pastorale: Scola avvia la comunità Pagine 10-11-12-13-14 Bicentenario Ballerini Pagine 18-19 Montini diventa beato Pagine 20-21 Giornate eucaristiche Pagina 23 Festività di novembre Pagina 25 Giornata missionaria Pagine 28-29-30 Giornata Caritas Pagina 31 Oratori

Pagine 32-33

Scuole paritarie Pagine 34-35 Parrocchie Pagine 37-38-39 41-42-43-44 Comunità religiose Pagine 45-46-47 Decanato primo consiglio Pagina 48 La giornata dell’AC Pagina 49 I 50 anni di CL a Seregno Pagina 51 Notizie da gruppi ed associazioni Pagine 53-54-55 Agenda

Pagine 56-57-58


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Sinodo/L’analisi del pedagogista

Vittore Mariani: <Se la famiglia si sgretola a rischio tutte le reti e le formazioni sociali> Professor Vittore Mariani, dopo pochi mesi dalla propria elezione, Papa Francesco convoca un Sinodo straordinario sul tema della famiglia. E’ sorpreso per questa scelta? “Non sono sorpreso. La famiglia è l’elemento fondativo della società e pure della Chiesa. La famiglia è il luogo dell’apertura verso la vita, della trasmissione dei saperi, dell’educazione dei figli, del passaggio generazionale delle tradizioni e dei valori. Se si sgretola la famiglia, si sgretolano come immediata conseguenza tutte le reti e le formazioni sociali”. Dalle sue parole, mi pare di cogliere la preoccupazione per uno sgretolamento ormai in stato avanzato… “Mi pare che si stiano ampiamente diffondendo visioni ideologiche che attribuiscono la connotazione di famiglia a situazioni che di famiglia hanno ben poco. Famiglia è il luogo in cui sono centrali le figure di mamma e di papà, di un donna e di un uomo che decidono di progettare a lungo termine e vivere la vita in comunione, aperti alla vita e pronti al delicato e decisivo compito educativo. Questo, ovviamente, detto con il rispetto per le idee e le storie di tutti, senza giudicare le situazioni singole, ma solo per dare il giusto nome alle cose. Ad altre situazioni, unioni, convivenze eccetera si possono dare altri nomi…”. Quando dice “chiamiamo famiglia ciò che non è famiglia” sottolinea che esiste una verità di fondo della famiglia, che famiglia sia un dato della natura e non del pensiero storico del momento ... “L’uomo contemporaneo, che

è l’uomo tecnologico, pensa che tutto sia modificabile: questo comporta una negazione della natura delle cose. Viviamo nella prima epoca storica in cui ufficialmente si nega anche il più elementare dei dati dell’esperienza: che l’essere umano, come gli altri esseri viventi, è maschio e femmina e che vi è una diversità netta ed evidente tra uomo e donna, chiamati alla complementarietà e alla generatività. E’ la radice di un pensiero a mio parere disastroso, che genera inevitabile confusione. E’ il prodotto di una ideologia individualistica ed edonistica che ha alle fondamenta il relativismo, che è il male più profondo dell’uomo contemporaneo, un’ideologia potente e totalizzante che vuole spazzare via chi la pensa diversamente”. Il rischio di queste posizioni è dare la sensazione di chiudere la porta in faccia alle situazioni più difficili… “Occorre il massimo rispetto per le storie individuali e per il pensiero di tutti, per persone e gruppi. Ma con una chiarezza di posizioni. Di fronte ad una famiglia che si sfascia, per esempio, non dobbiamo chiudere le porte, ci vuole comprensione e aiuto. Ma non si deve nemmeno sostenere di essere di fronte ad una situazione tranquilla e idilliaca, senza problemi, come tentano in maniera subdola di farci credere i mass media. Ci si deve impegnare per limitare i danni, specialmente per i figli. Per tutte le situazioni, anche le più difficili, le più delicate, eccezionali, ci sono molti esempi di vite condotte con consapevolezza e dignità. Ad esempio, i cammini di chi rimane, con non comuni volontà e coraggio, fedele alla scelta

Vittore Mariani

Docente di Pedagogia alla Cattolica Vittore Mariani è personaggio molto noto nel panorama sociale e culturale cittadino. Attualmente è docente di Pedagogia all’Università Cattolica del Sacro Cuore nella sede di Milano e presidente della sezione seregnese del Movimento per la Vita. È anche presidente nazionale del Movimento Laicale Guanelliano. In una chiacchierata a tutto campo, propone ai lettori de “L’ Amico della Famiglia” alcune riflessioni generali che introducono ai temi più scottanti tra quelli in discussione nel Sinodo dei Vescovi dedicato al tema della Famiglia.

matrimoniale, abbandonato dal partner, dando priorità ai figli, dovrebbero trovare, all’interno della Chiesa, una maggiore valorizzazione”. Torniamo al tema iniziale. Cosa sta dietro lo sfascio dell’istituto famigliare… “La diffusa accettazione che una famiglia possa sfasciarsi per motivi banali. Talvolta le famiglie si sfaldano per motivi davvero gravi, ma se andiamo a guardare sono situazioni numericamente molto minoritarie: più spesso oggi i coniugi si lasciano perché ‘non si emozionano più’ e vogliono cambiare, per vivere nuove esperienze affettive e sessuali, nuove avventure, trovando scuse varie e sostanzialmente banali, in nome della propria individuale realizzazione. E questo è ormai accettato come normale, è entrato nella mentalità corrente. Ma questo è tutt’altro che buono e giusto, è contrario all’essenza della famiglia! C’è alla base troppa enfasi edonistica della sessualità genitale e degli aspetti emozionali e sentimentali individuali a scapito di quelli progettuali, comunitari ed etici: la predominanza devastante dell’individuo sulla comunità… ” Perché contrario? “Perché la famiglia deve essere, per l’individuo e nella società, un punto di riferimento stabile nel tempo. Quando la famiglia si sfalda, pagano prima di tutto i figli che vanno incontro alla sofferenza e a seri problemi di identità ed affettività, potremmo dire esistenziali, a tutte le età. Ma pagano anche i coniugi, in particolare quelli che subiscono le scelte dell’altro. Neppure la legislazione aiuta, perché si favorisce giuridicamente la se-


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Sinodo/A Roma dal 5 al 19 ottobre

Vescovi da tutto il mondo per dare risposte ad una crisi profonda

Papa Francesco con una famiglia parazione consensuale, anche se nella sostanza può non esserci consenso…E dobbiamo aggiungere anche che molti sfasciano le famiglie sull’onda della moda culturale e ingenuamente senza prevedere fino in fondo le conseguenze, anche economiche con difficoltà addirittura di sussistenza specialmente nell’attuale fase prolungata di crisi…” Cosa si può fare in questo scenario? “Papa Francesco mi è sembrato tendere ad evidenziare che chi mette su famiglia non sempre comprende fino in fondo cosa sta facendo. C’è molto di vero in questo. I coniugi devono acquisire, e consolidare, nel corso della vita, la consapevolezza che la famiglia è soprattutto una dimensione di stabilità, davvero condivisione di gioie e dolori, con entusiasmo e spirito di sacrificio, portatrice di una cultura della condivisione, del dono e del perdono. Occorre ripensare ad una educazione dei coniugi, partendo da un serio discernimento della vocazione. La formazione delle vocazioni religiose si svolge per anni con accompagnamento assiduo, guida spirituale,

approfondimento. Non è così invece per le vocazioni coniugali. Occorre da parte della Chiesa valutazione, ripensamento, cambiamento, riprogettazione degli itinerari educativi e formativi”. Il Sinodo affronterà anche il tema dell’apertura alla vita. Tema delicato, soprattutto per il mondo occidentale che sceglie di non avere figli… “Sottolineato che l’apertura alla vita deve essere responsabile e che, comunque, il rispetto della vita fin dal concepimento è sacro, occorre rilevare che una civiltà che non vuole figli è destinata al baratro, perché mostra di non credere più al proprio futuro. E questo non riguarda solo le scelte individuali (scelgo di non avere figli perché non voglio dedicare loro il mio tempo), ma abbraccia anche scelte di tutta la società. A volte non si mettono al mondo figli anche per ragioni economiche o perché non vi è adeguato sostegno da parte delle istituzioni. In questo momento in Italia c’è poca attenzione e tutela della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna e con figli.” Sergio Lambrugo

L’Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si riunisce a Roma dal 5 al 19 ottobre, sul tema “Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”, rappresenta un evento eccezionale nella vita della Chiesa. Innanzi tutto eccezionale è la forma: il Sinodo dei Vescovi è convocato in assemblea ordinaria con cadenza triennale. L’ Assemblea Generale, a norma del Diritto Canonico, si riunisce in forma straordinaria quando vi sia da discutere un tema urgente di interesse generale. Quindi, si deduce che papa Francesco (nella foto) ritiene urgente una riflessione della Chiesa universale sui temi della famiglia. Non solo. La tempistica di convocazione del Sinodo (pochi mesi dopo l’elezione di papa Francesco) lascia intuire che l’esigenza di questa discussione sia maturata già negli ambienti del Conclave. Poi, eccezionale è il tema. Nelle due sole occasioni in cui è stata precedentemente convocata, l’Assemblea straordinaria ha discusso di questioni strettamente legate all’organizzazione interna della Chiesa: nel 1969 si è parlato di Conferenze Episcopali Nazionali, nel 1985 di attuazione del Concilio Vaticano II. Quest’anno, in-

vece, al centro della discussione è un tema più prettamente pastorale. Le domande sul tappeto sono molto chiare e forti ed interrogano profondamente la Chiesa, ma più in generale il mondo contemporaneo: la conoscenza del Magistero circa l’istituto famiglia, la consapevolezza del matrimonio come istituto del diritto naturale, la famiglia come soggetto di evangelizzazione, le situazioni difficili (convivenze prematrimoniali, unioni di fatto, persone separate e divorziate, famiglie ricostituite), unioni omosessuali, apertura delle famiglie alla vita. Nel confronto, inevitabilmente, i Padri Sinodali dovranno trovare una sintesi non facile tra la Dottrina così come si è sviluppata sino ad oggi, l’analisi del contesto storico e sociale entro cui il Sinodo è chiamato a muoversi e la misericordia verso le situazioni più delicate. Il Sinodo non è una assemblea deliberante, e come tale le sue indicazioni avranno carattere consultivo: sarà papa Francesco, poi, con un’Esortazione Apostolica a delineare la sintesi dei lavori e le linee dottrinali e pastorali per la Chiesa di questo inizio di Terzo Millennio. S. L.


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Sinodo/Il Consultorio interdecanale

Situazioni patologiche in aumento e chi paga di più sono i minori

Premessa: noi vediamo quasi esclusivamente situazioni famigliari patologiche. Forse il quadro che mi chiede di tracciare uscirà un po’ più negativo del necessario...” Mette le mani avanti, Natalia Rivolta la direttrice del Consultorio interdecanale La Famiglia. Ma subito precisa: “certo che il patologico non è neanche poco, ed è anche piuttosto grave!” L’esperienza degli operatori di consultorio conferma un contesto sociale che evolve, tra l’altro evolve molto in fretta, visto che operatori relativamente giovani sono testimoni di questo cambiamento: “ciò che notiamo è l’incremento esponenziale della conflittualità, che a volte si fa violenta e travolge anche i minori: solo lo scorso anno abbiamo fatto otto segnalazioni di minori maltrattati (moralmente o fisicamente). C’è sempre meno la capacità di gestire le fatiche ed i conflitti”. Sulle ragioni che stanno dietro tutto questo, ci sono diversi fattori: “qualche decennio fa, la famiglia era il cardine dell’esistenza. Mandare a monte una famiglia era qualcosa che non ci si poteva in alcun modo permettere. Oggi, invece, la famiglia è una rete sociale importante, ma che può essere surrogata da altre reti sociali”. C’è poi la percezione di una confusione nei ruoli all’interno della famiglia: “In genera-

le, c’è una perdita di autorevolezza da parte delle figure maschili: abbiamo mariti-padri che si impongono con la forza oppure che subiscono le vicende della vita, ma sempre meno sanno porsi come punto di riferimento solido ed autorevole. E poi è sempre più diffusa l’incapacità di distinguere il ruolo genitoriale dal ruolo di coniuge/compagno. Sino a qualche anno fa, tra coppie in grave contrasto, si tentava la terapia di coppia, perchè mediamente i coniugi riuscivano a tenere i figli fuori dai conflitti. Da almeno quattro anni non faccio più terapie di coppia: sempre mediazioni famigliari, perchè i figli sono costantemente trascinati dentro il conflitto: le situazioni sono complesse, spesso rese ancor più complesse da legami che ricostituiscono nuove famiglie. Occorre un lavoro profondo, che è sempre più difficile svolgere”. Come mai? “Perchè il lavoro sulle relazioni richiede tempo. In generale, le persone non sanno prendersi il tempo: vorrebbero risolvere i problemi in tempo zero. Ed è lo stesso nelle relazioni all’interno della famiglia: l’incapacità di decantare e ragionare insieme, rende inevitabile la conflittualità”. Sergio Lambrugo

Natalia Rivolta, al centro, con due collaboratrici

Consultorio/Nella sede di via Cavour 25

Servizi a tutto campo per la coppia Da qualche mese ubicato nel Centro Pastorale monsignor Ratti di via Cavour 25, il Consultorio Interdecanale “La Famiglia” rappresenta una importante risorsa che i Decanati di Seveso-Seregno e Carate Brianza hanno attivato con l’intento di offrire una risposta professionale e cristianamente ispirata alle problematiche collegate alla vita di coppia e di famiglia. Il Consultorio è struttura accreditata presso Regione Lombardia e svolge, quindi, tutte le prestazioni offerte anche dai Consultori pubblici, con alcune importanti differenze: non vengono effettuate le procedure collegate all’Interruzione Volontaria delle Gravidanza, mentre vengono messe a disposizione competenze sui metodi naturali di regolazione della fertilità (che sempre più spesso sono utilizzati come metodo che favorisca il concepimento, piuttosto che come metodologia contraccettiva) e consulenze etiche, grazie alla collaborazione dell’assistente don Alessandro Chiesa. Grazie alla disponibilità di molti operatori volontari, che integrano le prestazioni di professionisti in discipline psicologiche, sociali e sanitarie, il Consultorio offre non solo prestazioni individuali, ma anche gruppi di formazione, mutuo aiuto e prevenzione (gruppi per coppie in attesa di un figlio, per genitori di figli adolescenti, per coppie in difficoltà, per donne che subiscono maltrattamenti, ecc.). S. L.


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Sinodo/Il Fondo Famiglia Lavoro della diocesi

Le Acli in campo per rispondere alla crisi attraverso riqualificazione e microcredito

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i primi segnali della crisi economica, il cardinale Dionigi Tettamanzi aveva lanciato in tutta la diocesi il Fondo Famiglia-Lavoro. Era il tentativo di alimentare un canale che potesse offrire un sostegno economico alle famiglie in difficoltà per la perdita del lavoro. “Era un progetto finalizzato a fronteggiare situazioni di emergenza, nella convinzione (o nella speranza) che la crisi economica si risolvesse in tempi brevi. In realtà, le cose sono andate diversamente: di qui, la decisione del cardinale Angelo Scola di provare a concentrare le risorse del Fondo su interventi un po’ più strutturali”. Il commento è di Mauro Frigerio, presidente del locale Circolo Acli: Acli e Caritas sono stati i gruppi cui è stata affidata la ricezione delle domande di contributo relative al Fondo. “Le risorse del Fondo sono sempre destinate alle famiglie con figli a carico, famiglie in grave difficoltà economica perchè uno dei genitori ha perso il lavoro. Rispetto alla scelta iniziale di erogare contributi economici, oggi con il Fondo si finanziano percorsi di riqualificazione professionale oppure interventi di microcredito per avviare un’attività in proprio: questo per consentire alle persone di rimettersi in gioco nel mondo del lavoro”. Questa più recente prospettiva, se da un lato ha escluso dall’ambito di intervento del Fondo le situazioni più disperate e compromesse, dall’altro appare un fiducioso approccio fondato sulla capacità delle

Mauro Frigerio presidente del Circolo Acli

persone di reagire alla difficoltà: è un approccio volto ad imprimere una svolta di lungo periodo. Le risorse del Fondo sono sempre più insufficienti per fronteggiare una richiesta di aiuto che non cessa di essere pressante: “abbiamo già avuto informazione che, tra breve, la diocesi chiederà alle comunità parrocchiali un ulteriore sforzo per alimentare uno strumento di solidarietà concreta verso chi è in difficoltà”. Sergio Lambrugo

Associazione/Banco di Solidiarietà Madre Teresa Onlus

La spesa mensile per chi è in difficoltà La famiglia come soggetto da aiutare, ma anche come risorsa. Questo emerge dall’attività del Banco di Solidarietà Madre Teresa Onlus, realtà di volontariato che sostiene economicamente venticinque famiglie bisognose del territorio: “attorno al nostro gruppo (una cinquantina di persone, molte provenienti da Comunione e Liberazione, ma non solo) – spiega il coordinatore Giovanni Dell’Orto – si sta consolidando una rete di famiglie solidali, che una volta al mese fanno la spesa anche per chi è in difficoltà, affidando poi generi alimentari e di prima necessità a noi, che provvediamo alla distribuzione. La crisi economica ha fatto scoprire (o riscoprire) questo modo semplice di essere solidali, un modo che sembra davvero essere coinvolgente”. I volontari del Banco Madre Teresa visitano regolarmente le famiglie assistite, portando aiuti in viveri e generi di conforto, ma anche cercando di instaurare una relazione solidale: “le difficoltà economiche, specie se improvvise, creano situazioni molti difficili da affrontare: molti si chiudono, oppressi da un senso

di vergogna. Anche solo chiedere aiuto, spesso, è un problema. Siamo contenti quando qualcuno chiede aiuto: è il primo passo per uscire da una condizione di solitudine, che è il male più profondo. Per quanto ci è possibile, cerchiamo di mettere a disposizione delle famiglie in difficoltà eventuali opportunità di cui veniamo a conoscenza, come per esempio piccoli lavoretti: è un modo per aiutare le persone a riconquistare un po’ di fiducia. E poi, l’obiettivo è quello di tenere alta l’attenzione sul tema dell’educazione dei figli. Il disagio economico frequentemente ingenera distrazione verso il tema della scuola dei figli. Non è infrequente che i figli interrompano il percorso di studi. Su questo proviamo ad intervenire”. Ma le famiglie, di fronte ai problemi economici, tengono o si sfasciano: “non c’è una regola fissa e le evoluzioni delle situazioni sono spesso imprevedibile. Però, ci sono famiglie che, sulle fatiche delle difficoltà economiche, riescono a consolidare i rapporti al loro interno”. S. L.


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Sinodo/I corsi per fidanzati

La preparazione al matrimonio è cambiata: le coppie conviventi sono la maggioranza

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i chiamiamo “corsi fidanzati”, ma oramai questa terminologia comune sembra un po’ da aggiornare... “In effetti – commenta Demetrio Bolis, che si occupa di questi corsi anche con responsabilità a livello decanale – negli ultimi anni, la maggioranza dei partecipanti ai corsi di preparazione al matrimonio è costituita da coppie già conviventi. La prospettiva del matrimonio, da progetto per una vita a due, diventa necessariamente una revisione del già vissuto verso una definitività richiesta da figli che stanno per arrivare e sono già arrivati. Oppure per una definitività richiesta dall’età che avanza”. Ma non solo è cambiata la condizione di chi inizia un cammino verso il matrimonio cristiano: una profonda mutazione si registra nell’età a cui si accede al matrimonio cristiano, tanto da determinare, nei corsi di preparazione, gruppi di lavoro particolarmente eterogenei: “l’età media è in costante aumento, e di conseguenza è aumenta anche il divario tra i partecipanti. Nello stesso corso, si ritrovano coppie davvero giovani e conviventi con una lunga esperienza di vita insieme”. Di fronte a questo scenario in evoluzione, anche l’approccio di chi si fa carico della formazione è chiamato ad una rivisitazione: “gli ultimi orientamenti pastorali della Chiesa Italiana, fatti propri anche dalla nostra Chiesa di Milano, prevedono un percorso di dodici incontri, quindi più tempo per le coppie per incontrarsi e condividere parte del cammino. Il tempo necessario non solo per riprendere gli argomenti all’interno della coppia, ma soprat-

tutto per trasformare questi incontri formativi in un’esperienza di Chiesa che rimarrà nel futuro. Il sacramento del matrimonio ha una dimensione comunitaria che è difficile spiegare a parole: è necessario scoprirla nelle relazioni che il corso in preparazione può offrire. Relazioni con i sacerdoti, con le coppie guida, con gli atri partecipanti. Inoltre la finalità della formazione è anche offrire l’occasione alla coppia per riprendere il cammino nella Chiesa, anche a chi per anni, magari dal giorno della Cresima, l’ha abbandonato”. Sergio Lambrugo

Gruppo/Intercomunione delle Famiglie

Esperienza di spiritualità che arricchisce L’Intercomunione delle Famiglie (www.intercomunione.it) nasce dall’opera di p. Raimondo Bardelli, frate cappuccino che si è dedicato a giovani, coppie e famiglie (si veda www.amarsi. it). Ogni persona umana percepisce l’ardente desiderio di completarsi con un’altra persona ecologicamente complementare. Così alla base del sacramento del matrimonio c’è l’amore naturale inteso come risposta ad una profonda esigenza del cuore umano. L’amore naturale oggi più che mai necessita di essere ben conosciuto, rivalutato e vissuto ecologicamente, in quella unità tra cuore e corpo che si esprime sommamente nell’intimità coniugale. Per ecologia si intende l’armonia presente in tutto il creato (si veda Sinodo dei Vescovi, Instrumentum Laboris, Parte I, Capitolo III su famiglia e legge naturale). Tale armonia “naturale” viene perfezionata dai doni dello Spirito Santo attraverso i sacramenti. L’Intercomunione è dunque una realtà in cui le famiglie cristiane possono: - stabilire legami di amicizia, comunione e sostegno reciproco; - seguire un cammino di formazione umana

e spirituale, focalizzata sulla vita familiare alla luce del sacramento del matrimonio - avere momenti di preghiera comunitaria in cui intercedere per tutte le situazioni di bisogno nelle proprie famiglie e all’esterno - offrire una testimonianza credibile, soprattutto nei confronti dei figli, della bellezza dell’essere discepoli di Gesù, sposi in Cristo e partecipi di una comunità di cristiani in un clima di semplicità e amore reciproco; - sostenersi nell’educazione cristiana dei propri figli, anche in riferimento all’educazione sessuale nell’ambito della quale urge, oggi più che mai, che i genitori si riapproprino del loro ruolo di primi educatori, in una società inquinata dalla mentalità pornografica; - aprirsi nei confronti di altre famiglie perché possano anch’esse riscoprire così la bellezza della loro vocazione. Il nostro gruppo riunisce famiglie delle province di Lecco e Monza Brianza. Ci troviamo una volta al mese, ormai da tre anni, a Seregno presso l’Istituto Pozzi di Via Alfieri 6. Clare e Massimo Mazzucchi (referenti gruppo MB)


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Sinodo/L’iniziazione cristiana dei figli

Prima comunione e Cresima: coinvolgimento dei genitori come opportunità e non obbligo

I sacramenti ricevuti dai figli sono una delle ultime occasioni di conversione per i genitori”. E’ uno slogan, ed ha tutti i limiti degli slogan: “ma è vero che, dal coinvolgimento dei genitori nel percorso verso la Prima Comunione o la Cresima dei figli, possono riprendersi cammini di fede interrotti anche da diverso tempo”. Don Gabriele Villa, incaricato per la pastorale dei sacramenti dell’iniziazione cristiana della Comunità Pastorale Giovanni Paolo II (incarico che condivide con don Gimmy Poretti), analizza il contesto, sempre più sfidante, entro cui i tradizionali percorsi oratoriani sono chiamati a muoversi: “i bambini iscritti al catechismo provengono da realtà tra loro molto eterogenee: sappiamo che le famiglie che frequentano regolarmente la messa sono attorno al venti per cento. Le restanti famiglie hanno percorsi di fede diversi, magari troncati da molto tempo. Molti bambini hanno genitori non sposati in chiesa, altri hanno genitori separati. E’ un mondo variegato che, innanzi tutto, abbiamo il dovere di accogliere. E, poi, di coinvolgere, perchè il cammino di fede del bambino che si avvia a ricevere i sacramenti possa essere un cammino di scoperta/riscoperta della fede per gli adulti”. E’ un radicale cambiamento di approccio per il quale è stata già individuata una prima modalità concreta: “il Corso Zero ideato da don Gimmy Poretti al San Rocco (per i bambini di sette anni) e che poi si è esteso ad altre parrocchie è un tentativo concreto di andare proprio in questa direzione: sei incontri domenicali rivolti soprattutto ai genitori. Il primo nostro obiettivo è coinvolgere i genitori, invitandoli ad accettare il coinvolgimento come opportunità e non come obbligo!” Sergio Lambrugo

Gruppo di spiritualità/Al Collegio Ballerini

Separati, cammini di fede da ricostruire Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito” è una lettera indirizzata dall’allora Arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, alle persone che hanno vissuto la sofferenza della separazione dal coniuge, manifestando loro la vicinanza della Chiesa e auspicando l’avvio di percorsi di fede espressamente rivolti a loro. In questi anni nella Diocesi di Milano si sono attivati alcuni gruppi di spiritualità, uno dei quali si ritrova in città (al Collegio Ballerini, il terzo martedì di ogni mese, a partire dal 21 ottobre, per informazioni tel. 335 54.62.767335 54.62.767). “E’ un’esperienza ancora in fase iniziale – spiega la referente del gruppo, Elena Brivio - però, vediamo che i gruppi sono in continua crescita, che c’è un interesse; tutto questo malgrado si faccia ancora un po’ fatica a diffonderne la notizia negli ambiti parrocchiali. Nonostante i suggerimenti e l’attenzione del Cardinale Tettamanzi, all’interno della Chiesa, della condizione dei separati e soprattutto di chi si trova a vivere una nuova unione si parla sempre un po’ malvolentieri...”

E’ una condizione molto delicata, quella di chi – per varie ragioni della vita – ha visto finire un matrimonio che aveva sperato eterno ed indissolubile: “quando una persona credente, praticante e magari con un ruolo ben definito e riconosciuto all’interno della comunità parrocchiale si trova ad affrontare l’esperienza della separazione, spesso vive un momento di disorientamento. Se non trova un contesto che sa comprendere ed accogliere, il rischio è quello di un progressivo allontanamento dalla fede. Questo è il compito che si prefiggono di assolvere gruppi come il nostro. Noi non siamo una realtà di mutuo aiuto o una compagnia di socializzazione: i nostri gruppi sono pensati per vivere un’esperienza di fraternità e di spiritualità. Dovrebbero essere, soprattutto, esperienze che aiutino a superare il momento più difficile e per consentire a ciascuno, secondo i suoi tempi, di riprendere un proprio cammino di fede e ritrovare un nuovo ruolo ed una nuova dimensione nell’ambito della propria comunità parrocchiale”. S. L.


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Visita pastorale/L’arcivescovo in città

Bagno di folla per il cardinale Angelo Scola: <La vostra comunità modello per la diocesi>

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na splendida giornata di sole caldo, domenica 14 settembre, giorno dell’Esaltazione della Croce, ha favorito la prima visita ufficiale in città del cardinal Angelo Scola, che aveva messo piede ai suoi margini, il 25 novembre 2011, allorquando aveva presenziato l’incontro con le comunità dell’intera zona pastorale di Monza e Brianza, al palaporada. Terminata la breve visita all’oratorio San Rocco, dov’era stato accolto al suo arrivo, ha percorso a piedi tra ali di folla plaudente via San Rocco, Cavour, XXIV maggio, indirizzandosi alla casa prepositurale dove ad attenderlo per i saluti c’era il sindaco Giacinto Mariani e tutti i sacerdoti della città compreso quelli in rappresentanza degli ordini religiosi. Dalla casa prepositurale s’è levato un corteo che ha raggiunto la basilica,all’interno della quale le sei corali delle parrocchie locali hanno intonato il canto d’ingresso, accompagnati dai fiati del corpo musicale Santa Cecilia. Dall’ambone il prevosto Molinari porgeva al cardinale il saluto ufficiale ricordando tre liete circostanze: la memoria dei 200 anni della nascita del patriarca Ballerini; i festeggiamenti del 150mo della fondazione dell’oratorio san Rocco e i diversi anniversari di consacrazione delle chiese o parrocchie cresciute attorno alla basilica: san Giovanni Bosco che celebra il 50mo, santa Valeria che ricorda il 60mo, sant’Ambrogio e la Beata Vergine Addolorata del Lazzaretto che hanno festeggiato lo scorso anno e di san Carlo già esistente dagli inizi del 1900. Ma anche

L’arrivo dell’arcivescovo all’oratorio San Rocco (foto Volonterio)

In via Cavour (foto Viganò) l’avvio della comunità pastorale intitolata a san Giovanni Paolo II, per la quale sottolineava “per noi è importante riuscire ad essere segno di unità nella realtà frammentata e dispersiva di Seregno”. I fedeli che non hanno trovato posto nella basilica gremita hanno seguito l’eucaristia, ed erano davvero tanti, dal maxischermo posizionato in piazza della Concordia. Prima della chiusura della messa il porporato nel saluto finale ha ricor-

L’incontro con il sindaco (foto Volonterio) dato che: “la nuova comunità pastorale è stata lungamente preparata. E’ un fatto molto significativo non solo per Seregno ma può essere realmente un punto di riferimento e un modello per molte altre città come questa e di diversa natura che costellano la diocesi ambrosiana”. In un passaggio successivo aggiungeva che il “grande nemico è la frammentazione”, e ai ragazzi e ai giovani “ che è molto importante amare nella vita”. Ringraziava il

prevosto don Bruno, tutti i sacerdoti con un abbraccio speciale all’abate Tiribilli “col quale abbiamo lavorato assieme in Maremma quando lui era abate generale di Monte Oliveto ed io vescovo di Grosseto. Ricordo anche monsignor Gandini, che è stato mio professore di religione a Lecco e monsignor Citterio, rettore del seminario. Due figure che hanno avuto un certo peso nella mia vita”. Paolo Volonterio


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Al San Rocco festa <rumorosa> di benvenuto

La folla segue la messa sul maxischermo (foto Viganò)

L’abbraccio della folla in piazza (foto Volonterio)

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, i r . n Con la banda S. Cecilia (foto Viganò)

Una macchia di giallo, il colore del fazzolettone che portavano al collo i tanti ragazzi presenti, ha subito stupito e impressionato il cardinal Angelo Scola, accolto, domenica 14 settembre, alle 10, da fragorosi applausi e dal trillo di centinaia di fischietti, nel cortile dell’oratorio San Rocco. Il primo saluto, appena sceso dall’auto è stato del prevosto monsignor Bruno Molinari al cui fianco c’era il vicario episcopale Patrizio Garascia. La vettura del prelato era stata scortata dall’auto della locale Polizia Stradale alla cui guida c’era il comandante Gabriele Fersini. Una serie di strette di mano e poi dall’alto dei gradini della chiesa del Sacro Cuore, c’è stato il saluto di benvenuto da parte del prevosto che iniziava così: “Eminenza, solo una piccola parte di quelli che abitualmente frequentano questo ambiente, specie durante l’estate, sono rappresentati oggi”, quindi ha ricordato l’importante ricorrenza del 150mo di fondazione “uno degli oratori più antichi della diocesi”, il bicentenario balleriniano e la nascita della nuova comunità pastorale Giovanni Paolo II “che con Seregno ha avuto un’amicizia del tutto particolare”. Il cardinal Scola interveniva con un’apertura che strappava l’applauso : “visto che bel sole oggi ? Ci voleva l’apertura delle scuola per riavere un cielo così sereno e un sole caldo”. Poi intratteneva sull’importanza dell’unitarietà nella formazione delle giovani generazioni e sui temi della comunità educante. P.V.


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Visita pastorale/Il saluto finale del cardinale Angelo Scola

<L’indicazione del vescovo è che lavoriate nella comunione con il Crocefisso risorto>

È

stata lungamente preparata la comunità pastorale cittadina, ed è un fatto molto significativo, non solo per Seregno, ma può essere realmente un punto di riferimento e un modello per molte altre città come questa che costellano tutta la nostra diocesi ambrosiana. Ed allora vorrei che voi foste consapevoli di questo dato; diciamo sempre, e lo ha detto con forza anche papa Francesco nella ‘Evangeli Gaudium’, che “il tutto viene prima della parte” e che il frammento deve essere attraversato, illuminato, deve lasciare trasparire il tutto, quindi, come ben ha sottolineato don Bruno all’inizio, l’immanenza pratica, concreta, alla vita della Chiesa diocesana, che a sua volta come Chiesa particolare vive d’immagine della Chiesa universale, deve essere un elemento decisivo per lo sviluppo della comunità pastorale, vedendo l’insieme degli elementi delle varie congregazioni religiose, dei luoghi di consacrazione, non sto a citarli tutti, dei gruppi, dei movimenti, delle associazioni, della vita, delle dimensioni comuni di una comunità, dall’educazione al gratuito, alla testimonianza, al pensiero di Cristo, al centro culturale e così via. Si vede che in questa città ci sono dal punto di vista ecclesiale, ma poi anche dal punto di vista civile, tutti i fattori necessari per affrontare i tempi che stiamo vivendo trasformando la circostanza problematica in un’occasione di creatività e di propositività; per questo vi raccomando moltissimo di tenere alla comunione tra le varie realtà. Lo dico innanzitutto ai sacerdoti che, come dimostrano oggi,

già la vivono con decisione, e la nuova appartenenza al decanato di Seveso potrà forse aiutare ancora meglio questa prospettiva. Ma lo dico per tutte le realtà di religiosi che qui vivono: il grande nemico della Chiesa, della società del nostro tempo, il grande nemico delle nostre famiglie, il grande nemico della nostra persona è la frammentazione. Viviamo divisi in tanti segmenti, in tanti pezzi, questo lo si vede nell’educazione dei nostri ragazzi. Per questo abbiamo pensato alle comunità educanti; abbiamo tanti segmenti tra loro separati e questo non fa bene alla persona e non fa bene alla comunità, perché senza un punto unificante l’<io> non vive, perché non può affrontare una serie di mondi separati. Allora vi invito a superare quella frammentarietà cui faceva riferimento don Bruno, provando modalità d’intesa, ma soprattutto radicandoci in quella comunione con il Crocefisso risorto, con l’aiuto di sua madre Maria, di san Giuseppe e di tutti i Santi, di cui tutti, a cominciare da me, abbiamo bisogno, ma che spesso trascuriamo anche riducendo la preghiera, la meditazione della parola di Dio, l’eucarestia quasi ad una pratica di pietà un po’ adempiuta, senza cogliere la forza di trasformazione che possiede; quindi vi invito ad assumere con forza questa responsabilità diocesana che voi avete. Il vescovo la lascia come indicazione pastorale autorevole, non è un opinione tra le altre, è l’indicazione del vescovo e quindi è da prendere molto sul serio. Lavorate tutti in questa direzione. Una cosa poi voglio dire ai ragazzi e ai giovani, anche in oc-

La solenne concelebrazione (foto Viganò)

I sacerdoti concelebranti (foto Viganò)

I chierichetti con il cardinale (foto Viganò)


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L’invito a preti, educatori e suore ad educare i ragazzi ad amare in vista della chiamata che il disegno di Dio farà per ciascuno di loro. Il ricordo affettuoso di mons. Bernardo Citterio e mons. Luigi Gandini.

Le corali in basilica (foto Viganò)

Davanti alla tomba del Patriarca (foto Volonterio)

L’arcivescovo con i confratelli (foto Viganò)

casione del 150° dell’oratorio. E’ molto importante imparare ad amare nella vita; oggi domina la convinzione che tutti sanno già cos’è l’amore, siccome qualcosa dell’amore tutti sperimentiamo, si da per scontato che non ci sia più nulla da imparare e quindi, spesso, l’amore è ridotto a pura istintività, a pura passione, ma non irrobustisce, non edifica più; perché l’amore edifica, anche nel caso del rapporto tra un uomo e una donna, quando passa dalla passione, senza perderla, al bene dell’altro come altro. Allora diventa un amore effettivo, un amore oggettivo, quando l’altro non è strumentalizzato a me, ma quando è lasciato essere, come avviene alla Trinità, alle tre persone, quando è lasciato essere per quello che è. Allora, fin dalle medie, e qui lo chiedo ai preti e a tutti gli educatori e le suore, i ragazzi e le ragazze debbono essere educati ad amare, in vista della chiamata che il disegno di Dio farà per ciascuno di loro, che sia il matrimonio, che sia se qualcuno ha nel cuore l’inclinazione di dedicarsi a Dio, anche alla possibilità per taluni di poter percorre questa strada. Pertanto se qualcuno ha nel cuore questa inclinazione ha la responsabilità di capire quel che significa, rivolgendosi a qualche sacerdote, a qualche figura autorevole. Infine non possiamo chiudere questa eucarestia, in questa chiesa, senza ricordare San Giovanni Paolo II, come faremo adesso, perché ha avuto con la vostra comunità un rapporto

straordinario e del tutto particolare, fin dai tempi di quando era vescovo a Cracovia. Quindi sono lieto che voi possiate ora venerare questa grande figura che in questa festa dell’esaltazione della Croce, ci fa pensare alla grande testimonianza che ci ha dato nella sofferenza e nella prova. Ringrazio tutti voi che siete intervenuti, don Bruno, tutti i sacerdoti, un saluto e un abbraccio speciale all’abate Tiribilli, col quale abbiamo potuto lavorare insieme in Maremma, quando lui era abate generale e io vescovo di Grosseto. Ricordo anche volentieri in questa sede sia monsignor Gandini che monsignor Citterio, che sono state due figure che hanno avuto un certo peso nella mia vita: monsignor Gandini è stato mio professore di religione a Lecco e Citterio è stato rettore del seminario. Ma soprattutto sono molto molto lieto, e ringrazio in modo particolare quanti hanno dovuto stare fuori per seguire la messa, della vostra affluenza numerosa. E adesso ricevendo la benedizione della Santissima Trinità la portiamo fuori dalla chiesa, fuori dalla piazza, nelle nostre famiglie, nelle nostre case, a quanti incontreremo oggi e domani, in particolare alle figure più fragili: i bambini, gli anziani, gli ammalati, quanti sono nell’ombra della morte, i più poveri e i più bisognosi. Grazie di cuore!


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Visita pastorale/L’omelia della messa solenne

<Quella Croce che è segno di amore e salvezza> Pubblichiamo un’ampia sintesi dell’omelia dell’arcivescovo Angelo Scola (nella foto Viganò) durante la messa solenne. Il motivo per cui noi la domenica lasciamo le nostre case, compiendo quindi un gesto fisico, come voi avete fatto questa mattina venendo dalle varie parrocchie per riunirci in chiesa, è la convocazione che Gesù vivo, morto e risorto, continua a fare, attraverso l’eucarestia, del suo popolo, documentando la sua attuale presenza in mezzo a noi; e quindi questo gesto stupendo, che da duemila anni fa vivere la Chiesa Santa di Dio, assume la forza di essere un centro di riferimento per la nostra vita quotidiana, il fuoco di una prospettiva che getta la sua luce su tutti gli aspetti del nostro vivere, una luce straordinaria, perché è una luce che viene dall’eternità; Gesù, il figlio di Dio, che entra nel tempo, che porta l’eterno nel tempo e quindi apre il tempo al suo vero significato… E la festa di oggi, in modo del tutto particolare, ci aiuta a comprendere questo grande mistero della fede. Celebriamo l’esaltazione della Croce, e già qui si percepisce il paradosso della vita, che il cristianesimo mette in luce con forza; la Croce era la pena più ignominiosa che poteva essere comminata ad un delinquente… Ecco allora il secondo polo del paradosso: com’è possibile che l’ignominia si trasformi in Gloria? Come è possibile che i cristiani adorino il crocefisso? Si pongano davanti a lui con

un atteggiamento di riconoscente gratitudine? La seconda lettura di oggi, l’epistola, tratta dalla lettera di san Paolo ai Filippesi, ce ne da ragione; potremmo dire con una parola sintetica che il motivo del passaggio della croce dall’ignominia alla gloria è l’amore incarnato di Dio in Cristo Gesù, e le parole dell’inno dei Filippesi devono incidersi profonda-

nome... Allora la croce che noi esaltiamo, la gloria della Croce, ci coinvolge immediatamente e lo stesso santo Evangelo ce ne spiega la ragione straordinaria e assai bella, che motiva il fatto che voi, i vostri padri, i padri dei vostri padri da secoli si ritrovano, si lasciano convocare da Gesù la domenica. Dio ha tanto amato il mon-

mente nel nostro cuore oggi, in questo momento, nei vari stati di vita. Pur essendo nella condizione di Dio non ritenne un privilegio essere come Dio ma svuotò se stesso, assumendo la condizione di servo, come? Diventando simile agli uomini, umiliò se stesso, ubbidendo fino alla morte e alla morte di Croce, per questo Dio lo esaltò, e gli diede il Nome, cioè il potere che sta sopra ogni altro

do da dare il Figlio Unigenito perché chiunque creda non vada perduto. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Ecco allora il cuore di questo amore, ecco allora la direzione dell’amore con cui Gesù ci ama personalmente e insieme, partendo dagli affetti familiari, partendo dalla prossimità immediata degli

affetti più stabili per giungere, come fate voi, all’accoglienza degli ospiti, di coloro che vengono e sono abbastanza numerosi, nella vostra città, nelle nostre terre per trovare una diversa dignità e danno così fisiognomia al nuovo cittadino italiano-europeo, al nuovo cittadino di Seregno; ma come è potente e consolante questa parola, Gesù non è venuto a condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato, purché la si capisca bene: da cosa è salvato il mondo? Dalla nostra faticosa, contraddittoria, fragile fin che volete, immedesimazione a Gesù, il Salvatore, dal nostro tentativo di sperimentare nella nostra vita che esistere vuol dire donarsi progressivamente a Dio e agli altri, vuol dire rinnovare il rapporto con Dio, con gli altri e con noi stessi ogni giorno… Ecco, allora, ed è l’ultima annotazione che la liturgia di oggi mi suggerisco, ecco, allora noi dobbiamo fare ciò che in un altro modo e verso un altro oggetto, non verso un soggetto vivo, fecero gli israeliti dopo la punizione della morte per serpente: Mosè alzava il serpente e tutti guardavano. Papa Benedetto applicando alla festa di oggi questa scena, descritta nella prima lettura, dice cosi: “La contemplazione del Crocefisso ha una straordinaria efficacia. Perché? Perché ci fa passare dall’ordine delle cose pensate all’esperienza vissuta - il nostro essere qui è esperienza vissuta - dalla salvezza sperata alla patria beata.”…


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Visita pastorale/Il ritratto all’altare del Redentore opera di Gianluca Corona

La memoria dell’<amico> San Giovanni Paolo II rivivrà nella festa liturgica del 22 ottobre

Infine non possiamo chiudere questa eucarestia, in questa chiesa, senza ricordare San Giovanni Paolo II, come faremo adesso, perché ha avuto con la vostra comunità un rapporto straordinario e del tutto particolare, fin dai tempi di quando era vescovo a Cracovia”. Con queste parole e successivamente scoprendo e benedicendo il ritratto, opera del pittore milanese Gianluca Corona, del santo protettore della nuova comunità pastorale cittadina collocato all’altare del Redentore (primo a destra entrando in Basilica) l’arcivescovo Angelo Scola ha richiamato alla memoria non solo la figura del grande papa ‘amico’ di Seregno ma praticamente l’intera storia di questo straordinario legame. Una storia che ha celebrato lo scorso anno i 50 anni dall’inizio di un rapporto che ha poi avuto il suo culmine nel 1983, il 21 maggio, con la storica visita di un papa, Giovanni Paolo II, in città. Fu infatti nel 1963, l’1 dicembre, che l’allora vescovo ausiliare di Cracovia, mons. Karol Wojtyla si presentò per la prima volta in città per ringraziare i seregnesi del dono delle tre campane destinare alla parrocchia di San Floriano. Il futuro pontefice tornò a Seregno l’anno seguente, giusto 40 anni fa, il 24 novembre e ancora nel 1973, il 30 settembre da cardinale. E ora che, proprio quest’anno, Giovanni Paolo II è stato proclamato santo, per i seregnesi che l’hanno scelto come patrono della loro comunità pastorale, vi sarà già il prossimo 22 ottobre, ricorrenza del suo insediamento sul soglio di Pietro nel 1978 e data della festa in suo onore secondo il calendario liturgico, l’occasione per rinnovargli affetto e devozione.

Il cardinale davanti al ritratto di San Giovanni Paolo II (foto Viganò)

Visita pastorale/Il ricordo dell’arcivescovo

La ricchezza di tanti anniversari e ricorrenze All’inizio della sua omelia pubblicata in sintesi nella pagina a fianco l’arcivescovo si è così rivolto ai fedeli presenti alla celebrazione eucaristica. “Fratelli e sorelle carissimi in Gesù Cristo, che stipate questa bella Basilica e che partecipate a questo gesto potente che è l’eucarestia dalla piazza, voglio dire anzitutto la mia gratitudine per questo invito a monsignor Molinari, a tutto il clero che è qui numeroso, alle autorità civili, a partire dal signor sindaco e a tutte le realtà che animano questa bella nuova comunità pastorale. E il mio pensiero di gratitudine è ancora più forte dopo che, avendo visitato l’oratorio di San Rocco nel suo 150 anniversario di fondazione, ho potuto attraversare un po’ il centro della città e ho visto una presenza di popolo molto disponibile e molto accogliente. Don Bruno ci ha ricordato gli eventi, i fatti, i motivi specifici della visita dell’arcivescovo di oggi, in questa festa del Signore, la festa dell’esaltazione della Croce. I 200 anni della nascita del patriarca Ballerini, i 150 anni dell’oratorio, il ricordo di tanti anniversari, 60/50, anni

delle varie parrocchie che oggi compongono la comunità pastorale, ma soprattutto l’inizio ufficiale, che so che è stato ben preparato, di questa comunità pastorale cittadina che mi sto accorgendo man mano può rappresentare un caso emblematico, un modello molto significativo per il cammino futuro della nostra Chiesa ambrosiana”. E non ha mancato in chiusura di ricordare il patriarca Ballerini affermando: “come disse il cardinale Martini parlando di lui e richiamandosi ad un bellissimo testo di Montini, che certamente voi conoscete: <Fu un uomo esperto dalla sofferenza>. L’arcivescovo impedito con molta umiltà e con grande sapienza seppe trovare nella carità, nello studio, nella fondazione sia del monastero delle Adoratrici che anche dell’abbazia degli Olivetani, l’ispirazione per il collegio Ballerini, per le molte e belle realtà che ancora oggi sono presenti nella vostra bella città. Seppe trasformare quella prova, largamente ingiusta, in una occasione di offerta di se. Voi avete il privilegio di averlo ospitato qui per trent’anni e non lo dimenticate”.



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Comunità pastorale/Il bilancio di monsignor Bruno Molinari dopo la visita di Scola,

<Ora ci attende un cammino impegnativo, serve trovare anche orizzonti di valore>

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oddisfazione ma anche consapevolezza che il cammino da percorrere è ancora particolarmente impegnativo. E’ questo lo stato d’animo di mons. Bruno Molinari, prevosto della città e responsabile della nuova comunità pastorale cittadina dopo la visita dell’arcivescovo, il cardinale Angelo Scola, che ha sancito l’avvio della nuova realtà posta sotto la protezione di San Giovanni Paolo II ma anche nella significativa ricorrenza del bicentenario della nascita del patriarca Paolo Angelo Ballerini. “La visita dell’arcivescovo – ricorda ancora con piacere don Bruno – è stata un momento di grande significato e incoraggiamento. E ha fatto indubbiamente piacere ascoltare più volte dalla sua voce come la nostra nuova realtà pastorale possa considerarsi esemplare per altre situazioni di comunità cittadine nella diocesi. L’intervento del cardinale è stato molto importante perché ha confermato la giusta direzione in cui ci stiamo muovendo”. E dopo la radiosa giornata di domenica 14 settembre l’attenzione ai prossimi passi è vigile. “Non dobbiamo pensare ad una rivoluzione che va in atto – sottolinea il prevosto – ma al contrario si tratta di mandare a regime una modalità di lavoro e di presenza che già stiamo vivendo. Di sicuro dobbiamo operare affinchè tutte le commissioni parrocchiali e cittadine per i diversi settori pastorali si consolidino o vengano costituite ed avviate. Mi riferisco ai settori quali la famiglia, i giovani, la liturgia, l’evangelizzazione e la cultura. Gli incarichi ai sacerdoti sono stati distribuiti ed affidati.

L’arcivescovo con mons. Molinari (foto Viganò)

Parimenti nelle sei parrocchie vanno avviate, come già avviene peraltro a S. Valeria e S. Carlo, le consulte parrocchiali per tradurre operativamente le indicazioni della diaconia e del consiglio pastorale. Resta beninteso prioritario ricercare e proporre continuamente orizzonti di valore”. Sul piano organizzativo la neonata comunità vedrà tra l’inizio e la metà di ottobre la convocazione ufficiale del consiglio pastorale unitario mentre su quello spirituale l’appuntamento di rilievo saranno le Giornate eucaristiche coordinate e con momenti comunitari.

Comunità pastorale/Nomine e incarichi

Diaconia e residenti, ecco l’organigramma Martedì 9 settembre scorso alle ore 10 in Arcivescovado a Milano, alla presenza dell’arcivescovo cardinal Angelo Scola, il prevosto mons. Bruno Molinari insieme ad una rappresentanza della diaconia seregnese, quattro sacerdoti ed una consacrata, hanno ricevuto la nomina ufficiale relativa ai lori incarichi all’interno della nuova comunità pastorale cittadina. La cerimonia è avvenuta nella cornice di un incontro di preghiera durante il quale l’Arcivescovo ha proposto una riflessione sul tema della comunione nella Chiesa a cui è seguita la professione di fede da parte di tutti i presenti e il giuramento di fedeltà agli impegni assunti da parte dei 43 parroci o responsabili di comunità pastorale intervenuti, con i quali il Cardinale si è poi intrattenuto cordialmente. Ecco le nomine ufficiali assegnate: mons. Bruno Molinari - responsabile della C.P.; don Renato Bettinelli - vicario per la parrocchia S. Ambrogio e per la pastorale scolastica; don Alessandro Chiesa - vicario per la parrocchia S. Carlo e per la pastorale familiare, consulente etico/ ecclesiastico del Consultorio Familiare; don Giuseppe Colombo - vicario per la parrocchia S. Valeria e per la pastorale sociale e del lavoro; don Sergio Dell’Orto - vicario per la parrocchia S. Giovanni Bosco e per la pastorale della evangelizzazione, missioni, cultura; don Sergio Loforese - vicario per la parrocchia B.V.

Addolorata e per la pastorale della carità; don Mauro Mascheroni - vicario della C.P. e per la pastorale battesimale e pastorale della salute; don Gianmario Poretti - vicario della C.P. e per la pastorale giovanile / oratori / catechesi I.C.; don Gabriele Villa - vicario della C.P. e per la pastorale giovanile / catechesi I.C. e pastorale della liturgia; sig.ra Giovanna Agostini - ausiliaria diocesana - nomina per la pastorale giovanile. Alla diaconia si aggiungono i seguenti sacerdoti residenti che operano presso le parrocchie e in un caso anche con incarichi pastorali specifici: don Giuseppe Caimi – residente c/o la parrocchia del Lazzaretto e con incarichi pastorali, (RIP) per la pastorale della III età e per le confraternite; don Gianfranco Luigi Redaelli - RIP c/o la parrocchia S. Giuseppe; don Lino Magni - residente c/o la parrocchia S. Valeria; mons. Luigi Enrico Schiatti - residente c/o il Collegio Ballerini; don Paolo Morelli – residente c/o Cappellania ospedaliera S. Francesco; don Sergio Ceppi - residente c/o Centro Ronzoni-Villa Fondazione don Gnocchi; don Giuseppe Pastori – residente c/o la parrocchia S. Carlo


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Bicentenario della nascita/Il bilancio delle tre giornate commemorative

Il Patriarca Ballerini, un <seme provvidenziale> che mostra ancora i suoi frutti fecondi in città

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abato 20 settembre si sono concluse le celebrazioni del bicentenario della nascita del Patriarca Ballerini con il concerto di Ars Cantus “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”. Nella settimana precedente hanno avuto luogo i momenti che hanno composto il “trittico balleriniano”: la posa della targa sabato 12 settembre a Milano, il convegno e la mostra il 13 settembre, e infine la celebrazione solenne di sabato 14 alla presenza dell’Arcivescovo Angelo Scola. La giornata di studio, che ha dato sostanza a queste celebrazioni, si è aperta con gli interventi del sindaco, Giacinto Mariani, e di mons. Bruno Molinari. Come ha ricordato don Bruno, molto è già stato detto sul Ballerini, ma continuare a scavare nei documenti e nella storia permette sempre di portare alla luce nuovi elementi. Ha parlato del Patriarca come “seme provvidenziale, un seme buono che conosce di tempo in tempo nuove fruttificazioni”; siamo stati invitati a riscoprirlo non solo in quella giornata, ma soprattutto leggendo: nelle chiese sono a disposizione I fioretti del Patriarca, di Mariadelaide Spreafico, e il Ciculabet Il nostro Patriarca di Giuseppe Colombo, realizzato per questo anniversario. Mons. Molinari ha anche ricordato il percorso della causa di beatificazione del Ballerini, augurandosi di vedere un altro beato, perchè “non c’è due senza tre”. Don Bruno infatti ha già assistito

I relatori del convegno in sala Gandini (foto Volonterio)

Bicentenario/Scoperta una targa in via Fieno

Una pietra sulla casa milanese di Ballerini Il 12 settembre è stata posta a Milano la prima “pietra” pubblica che ricorda mons. Paolo Angelo Ballerini, arcivescovo “impedito” della diocesi milanese dal 1859 al 1867. Una delegazione di fedeli della nostra città, guidata da mons. Molinari, ha partecipato nella mattinata alla cerimonia svoltasi alla presenza del Vicario Generale, mons. Delpini. La targa (nella foto di Paolo Colzani) è stata posta in via Fieno, sull’edificio che oggi sorge dove un tem-

po c’era l’abitazione in cui il Patriarca ebbe la residenza ufficiale dal 1868 al 1875. Erano

presenti anche il sindaco Giacinto Mariani, in rappresentanza del Comune di Sere-

gno, e l’assessore Marco Granelli in rappresentanza del Comune di Milano.


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Bicentenario/Attivo nelle celebrazioni

Circolo culturale san Giuseppe, dal 1888 una realtà sempre viva nel solco del suo fondatore

Scola alla mostra con Carlo Mariani (foto Viganò) a due beatificazioni: quella di Luigi Maria Monti nel 2003, da parroco di Bovisio, e nel 2011, da Vicario episcopale a Lecco, di don Serafino Morazzone, il buon Curato di Chiuso. Questa giornata ha dato modo di guardare alla figura del Patriarca con occhi nuovi, grazie agli interventi – anche molto accorati, come quello di dom Valerio Cattana – che hanno inquadrato l’operato del Patriarca nel contesto storico, rivelando l’apporto che le sue scelte e le sue azioni hanno dato ad una serie di importanti realtà ancora oggi presenti e attive a Seregno. Nel pomeriggio si è inaugurata l’interessante mostra in penitenzieria della Basilica, molto curata e ben allestita da Carlo Mariani ed Enrico Mariani: tanti i documenti inediti e gli oggetti esposti per raccontare le tappe della vita del Patriarca. Il momento più solenne è stato quello della S. Messa di domenica 14, presieduta dal

nostro arcivescovo che nell’omelia ha ricordato brevemente anche la figura di mons. Ballerini. Inoltre conclusa la S. Messa l’arcivescovo, dopo aver scoperto e benedetto il ritratto di san Giovanni Paolo II, ha reso omaggio alla tomba del Patriarca con una sosta silenziosa di preghiera, e ha visitato con interesse la mostra in penitenzieria. “Le tre giornate che la nostra comunità e città hanno dedicato al Patriarca Ballerini – ha commentato mons. Molinari – sono state veramente intense, partecipate, ben riuscite. E penso che abbiamo lasciato in cuore a tutti un senso di gioia e di soddisfazione. In particolare la presenza dell’arcivescovo è stata di grande onore rispetto alla memoria del Patriarca e di vivo incoraggiamento riguardo al cammino che abbiamo iniziato e stiamo compiendo come Comunità pastorale cittadina.” Elisa Pontiggia

Tra le realtà storiche presenti in città legate alla figura del Patriarca Ballerini si annovera il Circolo culturale San Giuseppe (nella foto Viganò il cardila sede di via Cavour . Fu mons. Paolo Angelo Ballerini, insieme al prevosto don Giuseppe Villa, a patrocinare la nascita di un centro culturale cattolico, per sostenere la crescita religiosa e civile dei seregnesi. Così nel 1888 nacque il Circolo culturale intitolato a San Giuseppe, uno dei più antichi della diocesi. Il Ballerini ne fu presidente onorario dalla fondazione, e alla sua morte l’eredità fu raccolta dai soci, che portarono avanti i loro compiti sulla scia degli insegnamenti balleriniani: preparare i laici al loro ruolo di cristiani nella vita civile, collaborare all’azione pastorale e nel corso degli anni si è distinto per la particolare attenzione alle problematiche sociali. Fu proprio il Circolo San Giuseppe, con l’allora presidente Antonio Colzani, a organizzare l’importante celebrazione del centenario della morte del Patriarca. “Il Centenario del 1997 fu un impegno molto grande, perchè tutto venne praticamente gestito dal Circolo” ricorda Colzani. “Il comitato organizzativo comprendeva le rappresentanze delle tre istituzioni che hanno

dato vita alle celebrazioni: il Comune di Seregno, la parrocchia San Giuseppe e il Circolo. Il convegno tenutosi il 22 marzo al seminario di Milano fu curato da dom Giorgio Picasso, allora preside della facoltà di Lettere dell’Università Cattolica, e questo ci permise di coinvolgere studiosi del calibro di Giorgio Rumi e Nicola Raponi. Particolarmente importante fu poi la presenza del card. Martini, il cui interessamento fu sollecitato da mons. Motta. Aprì il convegno con il suo intervento dedicato alla figura del Patriarca, presente negli Atti e oggi nella ristampa dei Fioretti. Fu una bella iniziativa, un motivo di vanto e di prestigio per la buona riuscita e il numero di partecipanti che furono coinvolti, di cui il Circolo può sentirsi orgolioso ancora oggi”. Anche in occasione del bicentenario appena concluso il Circolo culturale ha svolto un ruolo importante, dando supporto e sostegno organizzativo a mons. Molinari, in particolare seguendo le pratiche burocratiche per le celebrazioni del 12 settembre a Milano. Elisa Pontiggia


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Paolo VI sugli altari/Dal 1955 al 1960 quando era arcivescovo di Milano

Dalle cresime alla patronale, all’inaugurazione del nuovo San Rocco le cinque visite di Montini Beatificazione in San Pietro il 19 ottobre Il prossimo 19 ottobre papa Paolo VI diventerà beato. Papa Francesco lo scorso 9 maggio aveva firmato il decreto che sanciva un miracolo avvenuto con l’intercessione di papa Montini, e poco dopo era stato dato l’annuncio della beatificazione che avverrà tra poche settimane. Sarà festa in piazza San Pietro, dove arriverà anche una rappresentanza della diocesi di Milano, che Montini ha guidato dal novembre 1954 al giugno 1963. Un pellegrinaggio vero e proprio, aperto a tutti i fedeli della diocesi, che sarà guidato dall’arcivescovo Angelo Scola. Momento centrale sarà la celebrazione in piazza San Pietro presieduta da papa Bergoglio, a conclusione solenne del Sinodo sulla famiglia oltre che per la liturgia della beatificazione. Il pellegrinaggio di tre giorni prevede anche altri momenti di preghiera che si terranno presso la chiesa dei XII Apostoli: il 18 ottobre una veglia di preghiera e il 20 ottobre una S. Messa di ringraziamento. Anche in città avremo modo di prepararci a questo momento: il Circolo Culturale San Giuseppe organizza infatti per lunedì 6 ottobre, alle 21, l’incontro “Paolo VI, uomo spirituale, Papa del Concilio”, con la partecipazione del teologo Marco Vergottini.

L’arcivescovo Montini all’inagurazione del nuovo oratorio nel gennaio 1959

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aolo VI dal novembre del 1954 al giugno del 1963 è stato arcivescovo della diocesi di Milano, e negli anni del suo episcopato visitò diverse volte la nostra città. La prima visita di Montini fu il 19 gennaio del 1955, a poco più di due mesi dalla sua nomina. Non fu una visita ufficiale, ma bastò a scaldare il cuore dei seregnesi che riempirono le strade e la Collegiata, “rigurgitante di fedeli”. E subito l’arcivescovo novello promise di ritornare appena possibile per una visita ufficiale più lunga, per ricambiare l’affetto che la città gli aveva dimostrato. Nel discorso prononuciato in quell’occasione, l’arcivescovo Montini si propose ai fedeli come un padre che si offre alla sua famiglia: “Io vi offro tutta l’anima mia, tutto il mio cuore, tutta la mia affezione e vi porto la benedizione, la mia triplice benedizione”. La benedizone da arcivescovo di Milano, successore alla cattedra di S. Ambogio e di S. Carlo, e Padre a capo della grande famiglia della diocesi; la benedizione di tutta la Chiesa,

in quanto mandato dal Santo Padre Pio XII; in fine la benedizione di Dio, come suo ministro e intermediario, per diffonderne la bontà e la carità. Un discorso toccante e emzionante che rimase nei cuori dei seregnesi; anche per questo lo accolsero con rinnovata gioia nella loro città, questa volta con una visita pastorale ufficiale, il 19 marzo del 1958. Si univa alla festa del santo patrono – San Giuseppe – quella per la presenza dell’arcivescovo. La visita si svolse nel pomeriggio, e il card. Montini ebbe modo di amministrare innanzitutto le Cresime a circa 500 bambini, oltre a incontrare le autorità laiche e religiose e celebrare la S. Messa vespertina. Il cardinale regalò nuovamente un discorso amorevole e intenso, partendo dalla figura di Giuseppe, esempio di chi si sacrifica e plasma la sua vita secondo le necessità del Figlio di Dio, e modello di vita anche nel lavoro: “Gesù è diventato, con S. Giuseppe, collega nella fatica. Cristo si è messo al nostro livello per dire che il lavoro non è castigo ma la legge di

Dio, è onestà della vita”. Cinque giorni dopo, il 24 marzo Montini era di nuovo a Seregno, per amministrare le Cresime al Collegio Ballerini e per la Congregazione del Clero del Vicariato. Nel gennaio del 1959, dopo meno di un anno, l’Arcivescovo tornò per l’inaugurazione del nuovo Oratorio S. Rocco. Accolto da numerosa folla, Montini tagliò il nastro e benedì i nuovi spazi, e dedicò parole preziose: “In queste istituzioni si dà vita ad una società nella quale l’amicizia diventa regola, così che tutti ci si sente collaboratori attivi nell’opera educativa”. Poi seguì in Collegiata la benedizione della prima pietra della chiesa di S. Ambrogio, il segno più evidente del “Piano Montini”. La sua ultima visita fu l’11 dicembre 1960, per ricordare il centenario dell’ordinazione ad Arcivescovo del patriarca Ballerini, ma le parole dell’Arcivescovo, e poi del Papa, reggiunsero sempre i fedeli di Seregno grazie all’Amico della Famiglia. Elisa Pontiggia


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Paolo VI sugli altari/Nel 1960 per il centenario dell’ordinazione episcopale del predecessore

Le tre eredità spirituali del patriarca Ballerini in un memorabile discorso del card. Montini

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apa Paolo VI, quando era Arcivescovo della diocesi di Milano, fu protagonista di una bella commemorazione in occasione del centesimo anniversario dell’ordinazione ad Arcivescovo di mons. Paolo Angelo Ballerini. L’ordinazione del Ballerini avvenne la notte tra il 7 e l’8 dicembre del 1860 nella Certosa di Pavia, e fu poco “canonica”: era presente infatti solo mons. Caccia Dominioni, Vicario Generale, mentre il rito richiedeva ordinariamente la presenza di tre Vescovi. Paolo VI indica questa consacrazione come un momento di cui fare memoria per le generazioni future, sottolineando l’emble-maticità della figura di questo rsuo predecessore sulla cattedra di Ambrogio; ne indicava quindi tre eredità spirituali. Mettendo ben in evidenza come la sofferenza e la diffiò ocoltà vissuta in quegli anni da mons. Ballerini fosse lo specchio del cambiamento radicale che era in corso nel nostro panese – “Vediamo qui non soltato dil dramma di mons. Ballerini, -ma potremmo dire il dramma iitaliano” – Montini ricorda icome il Patriarca seguì la linea della conciliazione mutuata da -Pio IX, dando prova di obbedienza e fedeltà alla Santa Sede tanto da essere “apostolo di conciliazione, di pace interna”. e Per questo lanciava un invito: “Noi dobbiamo raccogliere econ gioia l’eredità sia della polsizione presa da Monsignor iBallerini di fedeltà alla Chiesa ae di moderazione nel considerare le vicende dolorose del paaese, sia soprattutto dal risultato

che la Provvidenza da queste vicende ha tratto: la pace religiosa, dico, la conciliazione. [...] Godiamo di questa pace e cerchiamo di costruirvi sopra il fondamento della vera grandezza italiana e di una buona prosperità spirituale e religiosa del popolo italiano”. Una seconda eredità viene identificata in altri due aspetti della vita del Ballerini. Per prima l’attività di studio: “...se noi cattolici raccogliessimo in pieno questa lezione che Egli ci lascia! Abbiamo bisogno di studiare”. Poi la vita di preghiera: “Fu uomo di grande preghiera. E questa è l’eredità che dobbiamo tutti raccogliere [...] dobbiamo bilanciare l’attività esteriore, l’attività temporale ... l’attività materiale con l’attività spirituale”. L’ultimo lascito, secondo Montini, fu l’esempio della bontà, “la bontà del ministero pastorale, la pazienza dell’assistere una ad una le anime, di dare ad ogni anima il tempo e la venerazione che merita [...] Prima Dio, prima le cose del Signore, prima la vita buona, poi tutto il resto”. La commemorazione assume nel finale un tono di attualizzazione rispetto a quelli che erano i bisogni di allora, e che per molti versi sono simili a quelli che ancora oggi ci troviamo ad affrontare. Per questo è bene allora ricordare le conclusioni a cui era arrivato Paolo VI, nel lontano 1960: monsignor Ballerini “ci sembra a suo modo un precursore, e ci dice come preparare le vie del Signore”. Elisa Pontiggia

Montini alla tomba di Ballerini nel 1960

Biografia/Arcivescovo per nove anni

Il Papa che chiuse il Vaticano II Giovanni Battista Montini nacque a Concesio nel 1897. Appartenente a una famiglia borghese di tradizioni cattoliche, fu ordinato nel 1920 dopo gli studi teologici. Nel 1924 iniziò a lavorare nella Segreteria di Stato, e dal 1944, con mons. Tardini, divenne collaboratore di Pio XII. Nel 1954 venne scelto come arcivescovo di Milano, ma solo nel 1958 fu ordinato cardinale. Collaborò attivamente al Concilio Vaticano II indetto da papa Giovanni XXIII; nel 1963, alla morte di Roncalli, ne fu il successore. Da Papa condusse il Concilio, compito che portò a termine manifestando una statura spirituale e culturale straordinaria. Il Concilio si chiudeva l’8 dicembre 1965; Montini fu prudente nelle aperture d’ordine disciplinare o ecumenico, e si dimostrò sensibile ai problemi del Terzo Mondo e della pace mondiale. Uno dei momenti forti del suo pontificato fu l’anno giubilare 1975, che si chiuse l’8 dicembre con la pubblicazione dell’esortazione apostolica Evangelii nuntiandi. Dal 1975 fino alla sua morte perseguì con determinazione sia la politica ecumenica sia quella verso i Paesi dell’Est europeo. E. P.



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Le antiche Quarantore/Da giovedì 23 a domenica 26 ottobre

<Eucaristia: pane per la vita del mondo> il tema delle giornate eucaristiche in tutte le parrocchie

Eucaristia: pane per la vita del mondo” è il tema che accompagnerà le giornate eucaristiche cittadine che si terranno da giovedì 23 a domenica 26 ottobre. E’ questo un momento intenso per la vita spirituale personale e comunitaria. Adorare l’Eucaristia è lasciarsi amare da Dio per imparare ad amare veramente noi stessi e gli altri. Adorare è fissare il proprio sguardo in quello di Gesù mettendo nelle Sue mani la nostra vita. La Chiesa e il mondo d’oggi hanno bisogno del culto eucaristico, Gesù aspetta gli uomini in questo sacramento d’amore. Bisogna trovare il tempo per andarlo a incontrare nell’adorazione, nella contemplazione e nell’’ascolto della Parola di Dio. Le giornate eucaristiche si apriranno giovedì 23 ottobre con un celebrazione eucaristica che si terrà alle 18 in Basilica, e alle 21 nelle altre parrocchie della città, Ci saranno poi momenti di preghiera durante le giornate secondo i programmi delle parrocchie. Venerdì sera alle 20.30 ci sarà l’adorazione comunitaria nel Monastero delle Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento, seguita dalla notte di adorazione. Sabato sera ci sarà la notte di adorazione a cura della pastorale giovanile: alle 19.30 al San Rocco per preadolescenti; alle 19.30 al Ceredo per adolescenti, 18/19enni e giovani. Le giornate eucaristiche si concluderanno per tutte le parrocchie domenica 26 ottobre alle 16.30 in Basilica. Patrizia Dell’Orto

Anniversario/Quarant’anni di sacerdozio

Don Carlo Silva torna nella sua Seregno Con grande gioia la comunità della Basilica si stringerà attorno a don Carlo Silva (nella foto) che ricorderà domenica 26 ottobre alle 10 il quarantesimo di sacerdozio. Don Carlo, nato in città il 27 agosto 1948, è cresciuto negli ambienti della parrocchia San Giuseppe dove ha maturato la sua vocazione che lo ha portato all’ordinazione sacerdotale l’8 giugno 1974. “Innanzitutto devo ringraziare il Signore – ci confida – per questo grande dono che mi ha fatto e per tutte le belle esperienze che ho vissuto in questi quarant’anni in diverse parrocchie della Diocesi: Sacconago, Concorezzo, Vimercate, Vighizzolo, Lecco, e attualmente parroco ad Olgiate Molgora. Son contento di ritornare a celebrare il mio quarantesimo nella chiesa dove ho celebrato la mia prima santa messa e dove ho conosciuto sacerdoti eccezionali che sono stati importanti punti di riferimento per la mia crescita.” Don Carlo ricorda con molto piacere gli

anni vissuti come coadiutore a Sant’Ambrogio con l’allora parroco don Luigi Fari, collaborando al completamento del nuovo oratorio. “L’esperienza più lunga e grande è stata quella come parroco a Vighizzolo, dove ho trovato un legame particolare con la mia città nativa, sapendo che un mio predecessore aveva accolto qui il Patriarca Ballerini.” Un cammino ricco di esperienze anche in terra di missione in Congo e in India. “Sono state esperienze che allargano gli orizzonti, ma soprattutto aprono il cuore a un amore più grande.” Don Carlo si è occupato anche per molti anni della Pastorale del Lavoro per la zona di Monza. “Inoltre non potrò mai dimenticare l’amicizia speciale con papa Giovanni Paolo II accanto al quale ho concelebrato la S. Messa nella sua Cappella privata ricordando il mio venticinquesimo di sacerdozio.” P. D.



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Ricorrenza/Le festività di inizio novembre

Santi e morti occasione di ricordo e preghiera, processione e messa comunitaria in cimitero

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l mese di novembre si apre con due importanti ricorrenze: la festa dei Santi che si celebra sabato 1 novembre, seguita domenica 2 novembre dalla commemorazione dei defunti. La Chiesa invita nel giorno dei Santi ad onorare e fare memoria di tutte quelle persone che hanno risposto in pienezza alla vocazione alla santità, accettando di lasciarsi incontrare da Gesù, attraverso i loro desideri, le loro debolezze, le loro sofferenze. Il 2 novembre si ricordano invece i cari defunti e il bene da loro compiuto, si prega per loro affinché vivano nella pace eterna. La festività di tutti i Santi sarà ricordata nelle parrocchie e nelle chiese della città con celebrazioni solenni, in particolare in Basilica la messa delle 10 sarà presieduta da don Gianluigi Frova, rettore del Collegio Ballerini, che ricorderà il trentesimo di sacerdozio. Nel pomeriggio i fedeli di tutte le parrocchie si ritroveranno alle 15 in Abbazia San Benedetto per la recita del vespero; al termine si farà la processione insieme al cimitero dove si terrà un momento di preghiera. Domenica 2 novembre le messe seguiranno sempre l’orario festivo; alle 15 in cimitero sarà celebrata una santa messa per tutti i defunti presieduta da mons. Bruno Molinari e concelebrata da tutti i sacerdoti della città. Inoltre da lunedì 3 a sabato 8 novembre alle 7.30 sarà celebrata una s. messa nella chiesina dei SS. Rocco e Sebastiano. Patrizia Dell’Orto

Anniversario/Trent’anni di sacerdozio

Tante esperienze nel segno del servizio Nato il 1° luglio 1960 don Gianluigi Frova (nella foto) è stato ordinato sacerdote il 9 giugno 1984 per mano del card. Carlo M. Martini. Diverse le esperienze cha hanno accompagnato il suo cammino sacerdotale: coadiutore a Gallarate e a Desio, parroco a San Carlo di Monza, responsabile della comunità pastorale SS. Trinità d’Amore e dal 2010 Rettore del Collegio Ballerini. Quali sentimenti attraversano il suo animo ricordando trent’anni di sacerdozio? Molti sono i pensieri, i ricordi e le persone che si affacciano alla mente ed al cuore. Mi torna in mente la mia giovinezza, gli amici, le esperienze fatte con gli scout, le persone importanti per la mia crescita ed alcuni preti. Tutto si fonde in un grande ringraziamento a Dio perché mi ha condotto per mano. Gli anni vissuti in mezzo ai giovani sono

stati anni entusiasmanti e ricchi di vera paternità, anni in cui abbiamo parlato di Dio e durante i quali ho visto meraviglie nel cuore di tutti loro. L’esperienza da parroco a Monza mi ha aiutato a scoprire un’altra grande meraviglia: il Vangelo diventa evidente quando incontra la vita concreta delle persone e riesce ad “ascoltarla”. Dal 2010 è Rettore del Collegio Ballerini: come vive questo ministero? Il servizio che svolgo non è solo con i giovani, ma con gli insegnanti, il personale, le famiglie: è il grande campo dell’educazione degli adulti di domani. Servizio pieno di futuro e di vivacità, grazie al quale mi accorgo dei grandi tesori che ci sono nel cuore dei giovani. Vedo come sia importane amarli ed avere fiducia in loro: sono alla ricerca di “padri” e “madri” che parlino loro da cuore a cuore.



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Tradizione/Una presenza diffusa anche nelle nostre parrocchie

Visitatori laici a supporto delle benedizioni natalizie per portare il Vangelo nelle case

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a carenza di sacerdoti e l’impossibilità di raggiungere tutte le famiglie per le tradizionali benedizioni natalizie ha indotto l’allora arcivescovo di Milano cardinale Tettamanzi al coinvolgimento dei laici. La figura del visitatore è nata quindi come supporto ad un’attività, quella delle benedizioni, che resta di esclusiva pertinenza dei sacerdoti, ma con il passare degli anni il ruolo del visitatore si è andato sempre meglio delineando nella sua specificità di laico chiamato a testimoniare il Vangelo casa per casa. I visitatori si recano presso le nostre abitazioni a due a due (come dice il Vangelo) non per benedire (non ne avrebbero facoltà) ma per annunciare che il Signore è nelle nostre case, nel nostro lavoro, nelle nostre fatiche ed è con le nostre famiglie. “Custodisco i volti di coloro che ho incontrato” testimonia una visitatrice. Ed è proprio questo vis à vis che fa crescere la nostra comunità. Candida e Paolo Pezzotta (coppia di visitatori/sposi del Ceredo) ci raccontano: “la proposta ci vede all’inizio abbastanza perplessi, ci assalgono dubbi: cosa penserà la gente? Quale sarà l’accoglienza? … Con questo spirito iniziamo il nostro cammino e, di giorno in giorno, i nostri dubbi si dissolvono perché non ci aspettavamo un’accoglienza simile…Questa nostra testimonianza vuole essere di incoraggiamento a quanti il prossimo anno vorranno sperimentare quanto sia gratificante avvicinarsi alle persone e parlare al loro cuore con parole semplici…Ora tocca a noi” Uscire, andare incontro, sem-

bra allora essere una chiamata impellente. Aprire le porte a Cristo, significa anche aprire le porte delle nostre chiese non più per aspettare che qualcuno entri, ma per uscire, senza paura, a spargere il buon seme della Parola di Dio nel campo che è il mondo. Nella lettera pastorale 2013/2014 il nostro arcivescovo invita “ogni fedele ed ogni realtà ecclesiale della Diocesi a rileggere il senso della esistenza cristiana alla luce di questa urgenza ad uscire da se stessi per entrare in “campo aperto””. Luigi Santonocito

Visitatori/Percorso di formazione in cinque incontri

Più di 40 coppie pronte a bussare alle porte Anche quest’anno le benedizioni natalizie partiranno nel mese di novembre con l’ausilio dei visitatori laici. Le date di inizio ed i relativi calendari saranno comunicati dalle varie parrocchie nel mese di ottobre. Prima di andare per le case è recente tradizione che i visitatori si soffermino in adorazione presso la cappella delle Adoratrici di via Stefano da Seregno, nella consapevolezza che solo dall’intimità con il Signore si riceve la grazia della missionarietà. Stando ai dati del 2013 quest’anno dovrebbero essere confermate 42 coppie di visitatori laici che affiancheranno i sacerdoti. L’auspicio è che altri operatori di pastorale si aggiungeranno in questo meraviglioso servizio alla comunità. Le coppie sono così distribuite: 6 coppie di Santa Valeria che incontreranno 800 famiglie, 14 coppie della Basilica per 1600 famiglie e 2 coppie del Ceredo per 400 famiglie. Nonostante l’ausilio dei visitatori laici, i nostri sacerdoti (per numero ed età) non possono raggiungere annualmente tutte le famiglie, co-

stringendo alla convocazione in chiesa. L’obiettivo di quest’anno è però quello di raggiungere tutta la comunità anche con l’ausilio dei religiosi presenti sul nostro territorio. Molto dipenderà dalla disponibilità di altri visitatori. Partendo dalla consapevolezza che è necessario dare a ciascun visitatore un’opportuna formazione, don Bruno Molinari ha lanciato la proposta di una serie di incontri, allargati a tutti gli operatori di pastorale. L’idea ha trovato il supporto nella competenza di don Francesco Scanziani che ha offerto alla comunità cittadina un percorso di 5 incontri partendo dai contenuti dell’esortazioni apostolica “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco e della lettera pastorale “Il campo è il mondo” del nostro arcivescovo. Due incontri, dal taglio più teologico, si sono svolti nel mese di giugno. Gli altri tre incontri vedranno anche la partecipazione della dott.ssa Cecilia Pirrone e sono stati programmati per il 24 settembre, 15 ottobre e 5 novembre alle ore 21 presso la Sala Minoretti di Via Cavour 25. L. S.


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<Il cammino di suor Camilla> in mostra Ottobre mese missionario: per l’ associazione Auxilium India è il tempo del ricordo di suor Camilla Tagliabue che si è spenta dieci anni fa. Dopo le celebrazioni in India, sarà ricordata nella sua Seregno: dall’11 al 19 di ottobre, presso la sala Minoretti del centro pastorale “Mons. Ratti”, sarà allestita la mostra fotografica “Il cammino di suor Camilla” che attraverso immagini e parole ripercorrerà le tappe del suo servizio sino agli ultimi anni a Lonavla. Così la ricorda suor Marina Fernandes, grande amica della missionaria: “Aveva un cuore grande; ha abbracciato tutti. Faceva di tutto per stare accanto alle ragazze e alle loro famiglie che erano nel bisogno. Quando guardiamo alla vita di suor Camilla vediamo come lei ha dato ogni cosa per i poveri. Questa era la grandezza del suo cuore. Da lei ho imparato la capacità di perdonare; lei perdonava per prima, sempre e comunque. Ricordo come il giorno prima della sua morte ha voluto cantare una canzone che dice “Prezioso Signore prendi la mia mano e portami a casa”. Anche dopo dieci anni vive nel cuore e nella memoria di tutti noi.” Alla mostra parteciperà anche la “sua” India: alcune parti della sua vita saranno raccontante da disegni eseguiti da una ragazza della missione di Lonavla. Suor Camilla sarà ricordata anche il prossimo 15 novembre alle 18 con una S. Messa in Basilica, cui seguirà la tradizionale cena annuale del Namastè, incontro per amici e benefattori di Auxilium India al salone dell’Oratorio del Lazzaretto (per informazioni tel. 0362239431).

L’Amico della Famiglia Giornata missionaria/Le vite parallele di due concittadine

Carla Crippa e Camilla Tagliabue: una vita per i bambini <ultimi>

Familiari e amici sulla tomba di suor Camilla in India l’estate scorsa

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arla Crippa e Camilla Tagliabue sono due donne che hanno molto in comune. Entrambe seregnesi, nate e cresciute a poche centinaia di metri l’una dall’altra nel quartiere San Rocco. Quasi coetanee: Carla nata nel 1932, Camilla due anni prima. Di entrambe, quest’anno, ricorre un anniversario significativo della morte (vent’anni per Carla, dieci per Camilla). Entrambe danno il nome ad associazioni di volontariato (non di matrice ecclesiale), impegnate in progetti di cooperazione internazionale e molto vivaci in ambito seregnese. Comune è la loro vicenda umana, che le ha portate a vivere lontano da Seregno la parte più significativa della vita, l’una in Bolivia, l’altra in India. Comune è l’attenzione e la dedizione ai bambini, tan-

to che le rispettive biografie si intitolano “I ninos di Carla” e “Che i bambini si sentano amati”. A fronte di tanti punti in comune, l’apparente differenza della scelta vocazionale. Camilla ha voluto essere “suor Camilla”, ha voluto vestire l’abito delle suore salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice. La sua scelta missionaria si è sviluppata, in un percorso lungo cinquant’anni, secondo le regole di povertà ed obbedienza che sono la cifra di una vocazione religiosa. Carla, invece, era una cooperatrice laica, cresciuta come operaia e poi impegnatasi come sindacalista, laureatasi assistente sociale, culturalmente sensibile ai fermenti politici e sociali degli anni Sessanta e Settanta. Quando sceglie di partire per l’India, suor Camilla pensa che, per essere all’altezza

dell’amore di Dio, occorre avere il coraggio di lasciare tutto in nome Suo. Carla insegue il sogno di aiutare gli Ajmara (tribù indigena boliviana) a conquistare l’emancipazione da una condizione di sostanziale schiavitù. Ma, anche nella diversità della vocazione, Carla e Camilla hanno un altro punto in comune: una grande fede. Una fede imparata e respirata all’interno della propria famiglia. Una fede semplice, ma molto solida. Una fede che ha fatto di loro due formidabili testimoni del Vangelo. Di suor Camilla è stato detto: “Sei benedetta perchè non volevi possedere niente. Sei benedetta perchè hai provato fino in fondo quello che Dio ha provato, vedendo il mondo distrutto”. Di Carla, invece, è stato detto: “i segni della povertà, che


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Giornata/Dal 2011 in Bolivia

Mirko, Veronica e Santiago Pozzi una foto di famiglia racconta il volto nuovo della missione Carla Crippa

Suor Camilla in India

Gloria e Roberto nel carcere di Riberalta lei stessa viveva, erano i segni della presenza di Cristo sotto le specie di coloro che soffrono”. Frasi che potrebbero essere tra loro scambiate, perchè – anche per cammini e per vocazioni diverse – Camilla e Carla hanno raggiunto un destino comune. Un destino che le ha portate ad essere testimoni felici del Vangelo. Suor Camilla e Carla sono un sorprendente esempio di come persone con origini molto simili possano sviluppare scelte vocazionali animate da sensibilità all’apparenza differenti, ma che poi hanno esiti comuni. Questo, però, è possibile se le fondamenta comuni di queste vite sono valori solidi e fecondi, valori che regalano la pace del cuore. Questo sottolinea anche papa Francesco nel messaggio per la Giornata Missionaria Mon-

diale del prossimo 19 ottobre: “l’umanità ha grande bisogno di attingere alla salvezza portata da Cristo. I discepoli sono coloro che si lasciano afferrare sempre più dall’amore di Gesù e marcare dal fuoco della passione per il Regno di Dio, per essere portatori della gioia del Vangelo. Tutti i discepoli del Signore sono chiamati ad alimentare la gioia dell’evangelizzazione. Dove c’è gioia, fervore, voglia di portare Cristo agli altri, sorgono vocazioni genuine. Tra queste non vanno dimenticate le vocazioni laicali alla missione. Ormai è cresciuta la coscienza dell’identità e della missione dei fedeli laici nella Chiesa, come pure la consapevolezza che essi sono chiamati ad assumere un ruolo sempre più rilevante nella diffusione del Vangelo”. Sergio Lambrugo

“Un missionario, oltre ad essere sensibile ai temi della mondialitá, della cooperazione, della difesa dei diritti umani (elementi questi in comune tra cooperante e missionario), deve anche sentirsi chiamato dall’esortazione di Cristo di andare all’incontro del prossimo fino ai confini più remoti della Terra!” Mirko Pozzi (nella foto con moglie e figlio) è, per data di partenza, l’ultimo dei missionari seregnesi. Dal 2011, infatti, è “fidei donum” per la Diocesi di Milano, impegnato in un progetto con la diocesi di Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia. Un’esperienza che doveva concludersi quest’anno, ma che è stata prorogata a tutto il 2017. Ultimo per data di partenza, Mirko Pozzi è invece il primo missionario “laico” seregnese: prima di lui, infatti, sono partiti sacerdoti, suore o anche fratelli cooperatori, ma sempre inseriti in un progetto di vita di speciale consacrazione. Mirko Pozzi, invece, è sposato con Veronica Garcia (di origine boliviana, anche lei missionaria “fidei donum”) e padre di un bambino, Santiago. All’esperienza missionaria, Mirko Pozzi è approdato dopo diversi anni di impegno come cooperatore internazionale,

sempre in Bolivia, per conto dell’associazione Carla Crippa. Ha ben chiare, quindi, le similitudini e le differenze dei due ruoli: “anche se – sottolinea – oggi non mi sento un uomo migliore in quanto missionario, in quanto inviato non da una Organizzazione Non Governativa, ma da una Diocesi nell’ambito di una collaborazione tra chiese sorelle. Rimango sempre me stesso, con le mie fragilità”. A Santa Cruz, Mirko e Veronica Pozzi si occupano soprattutto degli Hogares (istituti che accolgono bambini a b b an d on at i , maltrattati, figli di carcerati), nell’ambito delle attività della Pastorale Caritativa della diocesi, il cui vescovo è l’italiano monsignor Sergio Gualberti. Inoltre, la famiglia Pozzi ha aperto la propria casa a quattro adolescenti che non possono più rimanere negli hogares per raggiunti limiti di età ma che non hanno una famiglia che le possa accogliere. In quella che è la “Casa Famiglia Sandro Terragni” (che è sostenuta economicamente dal Circolo Acli di Seregno), le quattro ragazze stanno terminando gli studi e imparando la vita fuori dagli hogares. S. L.


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Anniversario/Il ricordo di don Eugenio Battaglia

L’eredità di Carla Crippa a vent’anni dalla morte: condividere tutto con i poveri per esserne la voce

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enerdì 26 settembre, nel ventesimo anniversario dalla scomparsa di Carla Crippa, l’associazione a lei intitolata l’ha ricordata in due momenti. Alle 18 in Basilica è stata celebrata una S. Messa in sua memoria, con la presenza di mons. Bruno Molinari e don Eugenio Battaglia, suo amico personale e per molti anni missionario in Bolivia. La sera alle 21, nella sala card. Minoretti del Centro Pastorale “Ratti”, si è tenuto un incontro con le testimonianze dello stesso don Battaglia e di due volontari dell’associazione, Gloria e Roberto, che sono stati in Bolivia visitando i progetti a Santa Cruz, Cochabamba e Riberalta. Il presidente Alberto Ortolina ha ricordato come questa sia stata per l’associazione l’occasione di guardare al cammino fatto fin ora e apprezzare i frutti dell’eredità di Carla Crippa. Nella sua testimonianza don Battaglia ha ricordato il tempo condiviso con Carla, che arrivata la prima volta in Bolivia nel 1976 vide rifiutare dal vescovo ausiliario di La Paz il progetto che l’aveva portata fin là. Presa coscienza della realtà boliviana, ritornò nel 1989 dopo la sua laurea per un progetto propostole da padre Tito Solari, e in tre anni, dal 1990 al 1993, lasciò “un ricordo incancellabile”. Aveva capito che solo condividendo la vita con i poveri si poteva diventare la loro voce: “Se non sto con questa gente come posso parlare di questa gente? Se non vivete le cose non potete capire!” Elisa Pontiggia

La serata ricordo con don Eugenio Battaglia (foto Paolo Colzani)

Associazione/La testimonianza di Gloria e Roberto

Un viaggio dentro l’altra faccia della Bolivia “Prima di partire per la Bolivia, mi hanno chiesto cosa mi aspettassi. In realtà non avevo le idee del tutto chiare: le tappe del viaggio le conoscevamo, ma non sapevamo esattamente come avremmo riempito ciascuna di esse”. Roberto Arienti ha trascorso il mese di agosto in Bolivia insieme a Gloria Vimercati: “I ricordi di questa esperienza rimarranno nella mia mente e nel mio cuore a lungo”. Gloria è legata all’associazione da un legame forte: “Ho avuto la possibilità di iniziare a conoscere un popolo e una realtà di cui avevo solo sentito parlare da mia zia Carla, di cui l’ associazione porta il nome.” Prima tappa Santa Cruz de La Sierra: “Siamo stati nella casa famiglia dove Mirko Pozzi e la sua famiglia vivono con 4 ragazze: abbiamo condiviso la loro quotidianità; il confronto con Mirko e sua moglie ci ha dato una chiave di lettura importante per capire le realtà che di giorno in giorno incon-

travamo”. “Perché la Bolivia non è un paese facile: poche settimane non bastano per capirne le dinamiche” continua Roberto. “Ricordo i bambini dell’hogar Santa Maria de los Angeles: i sorrisi, gli abbracci, l’affetto. Mi chiedevo se sarei stato in grado di “entrare in contatto” con loro, e dopo cinque minuti ero circondato dai più piccoli che facevano a gara per essere presi in braccio!” Ultima tappa l’incontro con mons. Eugenio Coter del Vicariato di Pando e la visita alle carceri di Riberalta e Guayaramerin. Gloria ci spiega come “l’impatto con questi luoghi è stato un pugno nello stomaco; è stato essenziale sommare le nostre impressioni ai racconti di mons. Coter.” “Le foto, senza gli odori e le sensazioni, faticano a trasmettere le condizioni in cui i detenuti sopravvivono – dice Roberto. In celle di 16 metri quadri dormono 25 persone.” E. P.


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Caritas/La giornata diocesana del 9 novembre

Riflessione corale sul senso del volontariato e sul tema del cibo nelle sue ricadute sociali

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er dare inizio alle attività come comunità pastorale San Giovanni Paolo II, la Caritas cittadina si impegna ad aprirsi alla città, per riscoprire il valore della testimonianza attraverso il volontariato. Tanti sono i seregnesi che dedicano parte del loro tempo ad alleviare sofferenze e solitudini, ad accorrere in aiuto, a rispondere alle necessità del prossimo. Nella giornata diocesana della Caritas, che quest’anno cadrà domenica 9 novembre, ci saranno il tradizionale mandato degli operatori Caritas e una attenzione specifica durante le funzioni liturgiche celebrate in ogni parrocchia di Seregno. Per allargare un po’ di più lo sguardo, verrà organizzato un convegno sul senso del volontariato insieme alle altre realtà caritative presenti a Seregno. «L’intenzione è quella di avvicinare le persone al volontariato caritativo - spiega il responsabile della Caritas Cittadina Gabriele Moretto - e, attraverso una esperienza significativa, fare in modo che ci si interroghi sul senso di quello che si fa e offrire spunti di riflessione. Chiederemo, poi, ad alcuni volontari dei gruppi operanti sul territorio di raccontarci brevemente la loro esperienza, di comunicarci quali sono i motivi che li hanno spinti a dedicare gratuitamente parte del loro tempo agli altri. Auspichiamo una collaborazione della pastorale giovanile per chiedere loro di mettersi in gioco in prima persona. In questo anno pastorale, incentrato dall’Arcivescovo sulla comunità educante, è quasi d’obbligo proporre ai più giovani la disponibilità ad essere aperti alla solidarietà e al servizio, non solo con le parole ma anche con la testimonianza concreta di una comunità

adulta nella fede». Il cammino della Caritas cittadina si inserisce nell’alveo delle tante iniziative proposte a livello diocesano. In vista del grande evento dell’Expo 2015 a Milano, in accordo con il tema «Nutrire il pianeta. Energia per la vita», la Caritas vuole invitare a riflettere sul tema del cibo come Pane di vita che ci ha donato Gesù, partendo dall’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci (Luca, 9, 10-17). Il pane offerto da Gesù ha saputo sfamare una moltitudine di persone ed è stato elargito con abbondanza. Il brano evangelico ci insegna che abbiamo bisogno soprattutto della Parola che dia un significato convincente e bello alla vita. Come Caritas, più concretamente, si intende riflettere e agire sui rapporti cibo-povertà e cibo-emergenze, che oggi risultano elementi molto critici in tanti Paesi del mondo, a causa di calamità naturali o a causa di guerre in corso. E anche pensare al tema alimentare calato nelle fragilità della società civile: cibo e carcere, cibo e disabilità, cibo come veicolo di integrazione sociale e lavorativa, come dialogo con culture diverse. L’obiettivo è quello di essere presenti al grande evento dell’Expo e di coinvolgere con domande importanti sugli stili di vita, che permettano a tutti una esistenza dignitosa. Don Sergio Loforese, vicario della parrocchia del Lazzaretto, è stato incaricato a seguire la Caritas cittadina. Lo ringraziamo fin da subito per la sua vicinanza e la sua assistenza spirituale, con la certezza che, come ha detto ai responsabili durante l’incontro del coordinamento cittadino, «siamo strumenti nelle mani del Signore, e solo obbedendo a Lui in tutto, faremo vero esercizio di

Una riunione della Caritas con don Sergio Loforese

Giornata/Al cineteatro Santa Valeria

Convegno <... se posso farlo io...> La celebrazione della Giornata diocesana Caritas prevede: Sabato 8 novembre 2014 a Milano, convegno diocesano sul tema «Voi stessi date loro da mangiare. Fede cristiana, Eucaristia, responsabilità sociale»; Domenica 9 novembre 2014 durante le Messe del mattino, in ogni parrocchia: mandato degli operatori Caritas. Nel pomeriggio, presso il Cineteatro Santa Valeria, via Wagner, 85, la Caritas cittadina invita tutti coloro impegnati nel volontariato, o disponibili ad impegnarsi, a partecipare al Convegno «... se posso farlo io...». Questo è il programma di massima: ore 16.00 Introduzione e saluti a cura della Caritas cittadina. ore 16.15 Relazione della dr.ssa Silvia Landra, direttrice della Casa della Carità, dal titolo “L’amore di Dio e l’amore per il prossimo”. ore 16.45 Tavola rotonda “Il volontariato che cambia la mia vita”. ore 17.30 Dibattito ore 18.00 Saluti di mons. Bruno Molinari I dettagli del convegno cittadino saranno divulgati dai fogli degli avvisi parrocchiali. Per maggiori informazioni sulle attività della Caritas diocesana si può visitare il sito www.caritasambrosiana. it. P. L.


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Oratori/La festa di apertura

Professione di fede e mandato per segnare la comunità educante

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er gli oratori cittadini domenica 5 coincide con la festa d’apertura con cui si dà ufficialmente il via alle attività oratoriane. “Solo insieme” è il motto proposto dalla Fom e farà da filo conduttore da qui a giugno e al quale si richiameranno le molteplici iniziative in cantiere. Uno slogan ripreso dal cardinale Scola nel suo messaggio agli oratori, con un richiamo forte alla comunità educante, che sappia offrire gratuitamente tempo e passione vivendo rapporti pienamente umani e autenticamente evangelici. In quest’ottica assume particolare significato, all’interno della S. Messa d’inizio anno, la consegna del mandato a catechisti, educatori, allenatori, animatori e insegnanti, espressione di una comunità che condivide e si prende cura di quanti vengono loro affidati. Un altro gesto pregnante è la professione di fede dei “preado”, i ragazzi ormai di prima superiore, che s’impegnano davanti alla comunità a testimoniare il Signore e ad assumere piccole responsabilità, cui adempiere con fedeltà e dedizione. • Al S. Rocco la festa d’apertura assume particolare rilievo nel ricordo del 150° di fondazione: a celebrare la S. Messa delle 10.30 è stato chiamato don Pino Caimi, per anni responsabile dell’oratorio. Al termine benedizione della nuova fontana da parte di mons. Molinari. Al rinfresco e al pranzo comunitario, nel pomeriggio

seguono giochi organizzati, presentazione dei laboratori, premiazioni del concorso fotografico “Lo spirito oratoriano”, lancio e adesioni per il presepe dell’oratorio, apertura iscrizioni alle vacanze estive e sulla neve per ado e 1819enni. A conclusione vesperi e aperitivo per tutti. • L’oratorio S. Domenico Savio di Santa Valeria e il Gruppo Sportivo hanno proposto, ai ragazzi e alle famiglie della parrocchia, una fiaccolata verso Oropa, con tappa a Mesero, tenutasi il 27 e 28 settembre. Per il giorno della festa, è stata chiesta la collaborazione di tutte le famiglie per realizzare “solo insieme” la più grande torta di Seregno. • Al Ceredo la S. Messa con professione di fede viene celebrata alle 10.30, accomunando anche i ragazzi di S. Valeria, mentre nel pomeriggio “Il paese dei balocchi” propone giochi di un tempo fatti a mano da un mastro artigiano. • A S. Ambrogio dopo la s. Messa alle 9.45 lancio dei palloncini e gioco interattivo; pranzo comunitario e a seguire gli animatori propongono lavoretti, giochi, musica e trucca bimbi. • Al Lazzaretto la consegna del mandato alle catechiste avverrà domenica 12, durante la S. Messa delle 10, nel contesto della festa parrocchiale. Nel pomeriggio consegna del segno della croce, prima tappa del percorso di catechesi per i bambini di seconda. Mariarosa Pontiggia

Oratori/Novità e attività

Genitori, catechisti, educatori si riparte ovunque a pieno ritmo Alla ripresa delle attività c’è sempre qualche novità: oltre alla presenza di una nuova coordinatrice delle catechiste al Lazzaretto, al S. Rocco don Gianmario sarà coadiuvato da Matteo Tiraboschi e nel week end anche dal seminarista Filippo Pirondini. Negli oratori già si susseguono gli incontri del catechismo, mentre a S. Carlo si stanno raccogliendo le iscrizioni. • Lunedì 6 ottobre alle ore 21 presso il salone del Ceredo si terrà una tavola rotonda per genitori, catechisti ed educatori sul tema:”Comunità educante: Dialogare tra generazioni: sogno o realtà?” • Domenica 12 il S. Rocco organizza il Dum, S. Valeria e il Ceredo propongono Iplo, due iniziative volte alla raccolta di carta e rottame a favore dei rispettivi oratori. • Domenica 19 a S. Ambrogio la s. Messa delle 9.45 avrà un taglio missionario; nella cripta sarà allestita una mostra missionaria con gli oggetti tipici delle terre di missione. Nella settimana per i gruppi di catechismo vi sarà mezz’ora di preghiera/racconto della situazione delle missioni, a seguire visita alla mostra. • Riprendono al S. Rocco gli appuntamenti domenicali (ore 14.30) per la famiglie: 12/10 terzo anno; 19/10 secondo anno; 26/10 quarto anno. M.P.


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Oratori/Lo slogan dell’anno

<Solo insieme> per capire come è la comunione che dà alla fede la forza di essere cristiani

Oratori/La domanda del cardinale

<Cosa c’entra Gesù con la scuola?> La risposta da trovare ogni giorno Nel secolo delle comodità e della tecnologia tendiamo a non complicarci troppo la vita. Noi siamo la generazione delle risposte, non delle domande. Però la domanda che il cardinal Scola ha lasciato ai giovani dell’oratorio San Rocco domenica 14 settembre durante la sua visita – “cosa c’entra Gesù con la scuola?” – non può non essere presa sul serio. In gioco c’è tutto: la fede, il senso delle cose, la vita stessa. Cosa c’entra questo Gesù di cui mi hanno così tanto parlato da quando andavo al catechismo, con la mia vita? Cosa c’entra un ebreo vissuto duemila anni fa con la mia storia, addirittura con la scuola dove studio, imparo, fatico tutti i giorni? Cosa c’entra Gesù con la felicità e la tristezza, con la gioia e il dolore? Nella domanda dell’Arcivescovo non è difficile cogliere l’eco della domanda che Gesù stesso pone ai suoi discepoli: “ma voi chi dite che io sia?”. Il Vangelo dà la risposta, ma è dalla nostra storia che Gesù vuole passare. Forse è nel luogo dove meno ce lo aspetteremmo che ci vuole incontrare, nel luogo della quotidianità, dove spesso un giorno sembra uguale a un altro e dove pare che nulla possa cambiare, nemmeno dopo il suono della campanella. S. T.

È sorprendente e stimolante il fatto che mentre la società contemporanea, pure nel modo di pensare e vivere la religione, spinga verso l’individualismo e accresca le illusioni della spiritualità fai-date, la Chiesa richiami al fare comunità (o, meglio, a fare comunione). Non si può essere cristiani vivendo la propria fede solo nel privato (Papa Francesco direbbe che “non abbiamo bisogno di cristiani da salotto!”). La comunione è condizione indispensabile per la fede. E non tanto perché “l’unione fa la forza”, ma perché “dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”, dice Gesù. Ma attenzione! Anche di fronte all’invito che noi seregnesi abbiamo ricevuto ad essere una sola comunità nella nostra città, non si deve cadere nella tentazione di pensare di “farsi da sé”. La comunione non è anzitutto frutto dei nostri sforzi, ma è dono del Padre creatore, attraverso il Figlio, nello Spirito Santo. A noi spetta la custodia di questo dono prezioso che ci precede e ci supera. Anche i ragazzi degli oratori saranno guidati quest’anno dall’invito a vivere insieme la fede, oltre che “stare” insieme. “Solo insieme” infatti si è Chiesa, cioè gente chiamata, addirittura eletta. “Solo insieme” si può vincere

ogni divisione, distanza o distrazione che separa dagli altri e imparare che cosa significhino la condivisione e la carità che prendono forma nel dono di sé. In una comunità che si riferisce costantemente al Signore Gesù e al suo Vangelo e che concretamente si incontra in oratorio, i ragazzi potranno trovare la forza per «uscire» e frequentare il mondo da cristiani, consapevoli di non essere soli nel loro cammino, di avere accanto una grande famiglia, fatta di persone che si prendono cura dei più piccoli e che hanno una predilezione per loro. “Solo insieme” possiamo ricevere – da ragazzi - e trasmettere – da adulti - il dono della fede. È emblematico il fatto che il grande nemico della comunione sia il Diavolo, cioè, letteralmente, il Divisore. Ma ancora Cristo ci ricorda: “Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me”. Se, cioè, sarete in comunione tra voi e anzitutto con me, porterete frutto. Se porrete me come punto di partenza e di arrivo della “comunità educante” sarete veri figli di Dio. Samuele Tagliabue


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Nuovo anno/Tante le iniziative messe in campo

L’ accoglienza diventa kermesse per partire con il piede giusto e stare bene a scuola

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inizio anno scolastico una delle attività su cui maggiormente si concentra l’attenzione dei docenti è quella dell’accoglienza degli alunni, in modo particolare di coloro che iniziano un percorso di studi. “Come vicerettore – spiega don Guido Gregorini del Collegio Ballerini - desidero sempre che i primi giorni di scuola siano in qualche modo indimenticabili e che introducano gli studenti con curiosità ed entusiasmo nel nuovo anno scolastico, così che possano iniziare con serenità e gioia il nuovo cammino.” Accanto a momenti istituzionali come gli incontri col rettore, la presentazione dell’anno scolastico o delle regole della scuola, ce ne sono altri improntati al piacere di stare a scuola: ai ragazzi delle medie sono stati proposti la visione di un film con dibattito, giochi didattici e sportivi, tornei; gli studenti delle superiori hanno condiviso due giorni in rifugio a Mezzoldo, occasione di socializzazione e conoscenza reciproca. Per tutti, inoltre, una s. messa d’inizio anno e un ritiro spirituale sul tema dei talenti. “E’ bello iniziare un anno sen-

Un incontro di accoglienza tendosi attesi – afferma Susanna Mancini, preside della scuola dell’obbligo all’Istituto Candia. – Proponiamo agli studenti momenti di festa, come il primo giorno di scuola, e l’incontro con qualcosa di bello, che sia tema conduttore di tutto l’anno. Ai “primini” dell’elementare l’immagine proposta “Aspettami, sto pensando” vuole esprimere il tempo della riflessione e l’at-

tesa rispettosa dell’insegnante. Ai ragazzi della prima media lo spunto di riflessione è giunto dal video “La luna”, un messaggio perché ognuno possa fare l’esperienza della propria originalità in un percorso volto alla scoperta di sé. Anche le famiglie sono state coinvolte attraverso un intervento di papa Francesco sul patto educativo, un accordo tra scuola e famiglia che deve

costantemente rinnovarsi.” Al linguistico Candia, un momento saliente dell’accoglienza è stato l’incontro col giornalista Rodolfo Casadei: ha raccontato la sua esperienza in Iraq a contatto col popolo curdo e testimone delle persecuzioni religiose in atto. Un modo diverso d’iniziare un percorso formativo, consapevoli che la scuola è apertura al mondo. Mariarosa Pontiggia


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Ricorrenza/il 2 ottobre insieme agli angeli custodi

La festa dei nonni scatena gioia e fantasia in tutte le scuole dell’infanzia paritarie

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l 2 ottobre, Festa dei nonni, i bambini delle scuole dell’infanzia parificate hanno voluto manifestare loro un grande grazie carico d’affetto. E non è un caso la scelta della data, proprio nel giorno in cui la Chiesa celebra gli angeli custodi, un ruolo che ben si addice loro. Ecco le tante iniziative dedicate ai nonni dai loro nipotini. • SCUOLA M. IMMACOLATA Nella mattinata i nonni hanno raccontato storie, favole dei loro tempi o racconti di gioventù. Nel pomeriggio le maestre hanno presentato la storia di Cappuccetto Rosso, cui è seguita una merenda preparata da nonne e nipotini. • SCUOLA l DE NOVA-ARCHINTI o E’ stata allestita una mostra di ooggetti vintage/antichi recuperati dai nonni per mostrare com’è a cambiato il modo di vivere nel egli anni; i nonni hanno allestito nuno spettacolo per i bambini, cui sono seguiti canti e poesie. • SCUOLA CABIATI I bambini hanno proposto un acanto animato sul tema degli an-

geli custodi, poiché i nonni sono gli angeli di tutti i bambini: a fare da sfondo una mostra di disegni dei più grandi su questa suggestione; a seguire tombolata figurata e merenda per tutti. • SCUOLA S. CARLO Nel pomeriggio estrazione dei premi della lotteria, canti dedicati e via alle danze con gara di ballo. • SCUOLA S. AMBROGIO Gli alunni hanno partecipato al concorso pittorico indetto dal comune di Seregno. Nel pomeriggio s. messa nella chiesa parrocchiale, cui ha fatto seguito la recita di poesie. • SCUOLA RONZONI I bambini hanno offerto un lavoretto ai nonni e hanno partecipato a un laboratorio espressivo per riflettere ed esternare, attraverso l’espressione artistica, il ruolo dei nonni visto con i loro occhi e il loro cuore. • SCUOLA OTTOLINA SILVA La festa si è tenuta domenica 5 ottobre con una colazione offerta dai genitori, torte, vendita giochi e gonfiabili per i piccoli. M. P.

Collegio Ballerini

L’inevitabile addio al liceo classico Nel maggio scorso, mentre si concludevano i festeggiamenti per il 25° dell’Istituto Alberghiero presso il Collegio Ballerini, un indirizzo scolastico che è andato via via ampliandosi e raccogliendo consensi, gli studenti dell’ultima classe del liceo classico si accingevano ad affrontare le fatiche degli esami di maturità. E ora, ad inizio d’anno, dopo decenni di attività e schiere di studenti che sui banchi del Ballerini si sono formati e appassionati agli insegnamenti classici, il tradizionale liceo classico non ha riaperto i battenti. “Nell’istituto sono in crescita le classi di primarie e secondarie di 1° grado - ha spiegato il preside del Ballerini, Roberto Pagani - ma davanti alla crisi degli studi classici ci si è dovuti arrendere. E’ stata una scelta obbligata legata alla scarsità degli iscritti, che sono sempre più diminuiti. Anche a Milano e nell’hinterland molti licei classici sono andati convertendosi in licei pedagogici o delle scienze umane, avvantaggiati anche dal fatto che si sono trasformati in corsi quinquennali.” La città perde un indirizzo di studio tradizionale e prestigioso, ma questo è anche segno dei cambiamenti della società: alla scuola viene chiesto di leggerli e interpretarli, sapendo formulare nuove proposte formative valide e al passo coi tempi. M. P.


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Parrocchie/Basilica San Giuseppe

Nella festa del S. Crocifisso don Armando invita a non essere conservatori e guardare avanti

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Mons. Cattaneo con Molinari e Schiatti (foto Volonterio)

avorita dal bel tempo, la festa del Santo Crocifisso, celebratasi domenica 28 settembre, ha visto anche quest’anno una folta partecipazione di persone ai diversi momenti in programma. In particolare una folla di fedeli ha gremito la Basilica alla messa solenne presieduta da mons. Armando Cattaneo, prevosto di Saronno, che ha ricordato il suo quarantesimo di sacerdozio. “Quarant’anni fa – ha esordito mons. Cattaneo nell’omelia - quando l’arcivescovo

Basilica/Iniziative di raccolta fondi

Restauro dell’organo, iniziati i lavori a lotti “Vini diversi per versi Divini”: con questo slogan è stata proposta nei giorni scorsi sul sagrato della Basilica una vendita di bottiglie di vino a favore del restauro dell’organo della Basilica. Diverse le persone che hanno aderito alla proposta permettendo di realizzare un ricavato di 1500 euro. Un contributo di 424 euro è stato raccolto anche nella serata di sabato 20 settembre con il maestoso concerto del coro e orchestra ArsCantus (nella foto Volonterio) che ha visto gremita la Basilica. Un concerto sublime, nel quale si sono sentite risuonare anche le note del prezioso organo, seppur non nel pieno della sua potenza. Finora con i vari contributi si è dunque raggiunta la

somma di 86.767 euro, ma occorrono ancora gesti di generosità per raggiungere il costo totale dell’opera che ammonta a 150.000 euro. I lavori intanto, iniziati lo scorso luglio, stanno procedendo a lotti, in modo che uno dei tre corpi dell’organo possa comunque continuare a suonare. In diverse fasi si sta smontan-

do un corpo per volta dell’organo, per essere revisionato e riparato in tutti i suoi componenti. L’ultima fase, indubbiamente la più costosa, ma anche quella più vitale per l’utilizzo, sarà la sostituzione della vecchia consolle elettromeccanica a tre tastiere, con una nuova elettronica digitale. P. D.

mi ha destinato qui, ho avuto subito la sensazione di una bella e grande città, ricca di vivacità e pronta all’azione e ne ho avuto conferma nelle successive visite da vicario episcopale. Qui a Seregno ho imparato tanto da tutti voi. Mons. Cattaneo ha invitato quindi a vivere l’esperienza della comunità pastorale cittadina come dono di Dio, evitando atteggiamenti conservatori che non aiutano a crescere, ma guardando sempre avanti.” Al termine della celebrazione molti gli amici che si sono fermati a salutare con gioia il caro e mai dimenticato “don Armando”. Alla celebrazione era presente anche una delegazione dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme. La festa si è conclusa in serata con la processione con il Santo Crocifisso presieduta dall’abate dom Michelangelo Tiribilli. Prima di impartire la solenne benedizione dom Michelangelo ha invitato i presenti a riflettere sul significato della Croce. “La Croce – ha sottolineato – è amore, donazione, solidarietà. Un cristiano è tale se sa abbracciare la Croce di ogni giorno, se sa riempire il proprio cuore di amore per gli altri.” Tante le iniziative che hanno dato “colore” alle festa: musica, intrattenimenti, tavola calda, occasioni anche queste d’incontro e di condivisione. Patrizia Dell’Orto


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Parrocchie/Santa Valeria

I sessant’anni di parrocchia per dare slancio ad una comunità non chiusa in se stessa

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Bella la scelta di iniziare i festeggiamenti in un rione che anima la vita della parrocchia, perché dà l’idea di una chiesa in uscita, in missione, non chiusa in se stessa». Con queste parole mons. Bruno Molinari ha dato il via alle messe nei rioni, nel cortile della cascina Numer2 di via Orcelletto. Le quattro messe serali, in preparazione della celebrazione del 60° anniversario della parrocchia di S.Valeria, in quattro luoghi significativi dei quartieri, hanno sottolineato quattro aspetti della vita parrocchiale: comunità cristiana convocata dalla Parola di Dio e attenta agli anziani (al Numer2); centrata sulla Eucaristia e vicina agli infermi (alla Cruseta, nel cortile della famiglia Formenti-Mascheroni di via alla Porada); che annuncia il Vangelo, con particolare attenzione alle famiglie con figli che frequentano il catechismo (al Riun, via Segantini angolo via Vela); che vive la comunione fraterna, con particolare attenzione alle famiglie con figli piccoli (alla Ca’ Storta, presso l’asilo “Ronzoni” di via Toti). «Celebrare l’anniversario della parrocchia - ci ha ricordato don Giuseppe - vuol dire ricordare gli inizi e la crescita di una comunità cristiana che fa riferimento al nostro santuario. Significa ritrovare i fondamenti della missione, ossia comprendere sempre più chiaramente che ogni realtà di Chiesa esiste per evangelizzare». Domenica 28 settembre la presenza di mons. Luca Bressan, vicario episcopale della diocesi di Milano per la cultura, la carità, la missione e l’azione sociale, ha dato solennità alla Messa delle

La partenza della fiaccola dal santuario di Oropa

Il gruppo dei partecipanti alla fiaccolata (foto Volonterio) ore 11. Ha accolto l’arrivo della fiaccolata organizzata dal gruppo sportivo S.Valeria, con una numerosa presenza di ragazzi e delle loro famiglie. Ha ricordato che il fuoco è simbolo dello Spirito Santo che dà forza al nostro cammino e ha chiesto a tutti i presenti di condividere la fatica fatta dai ragazzi nel correre con la fiaccola, perché è l’energia che

serve per costruire la comunità. Nell’omelia ci ha ricordato che dobbiamo ringraziare la fede dei nostri genitori e dei nostri nonni, perché ha reso possibile essere qui oggi a celebrare questo anniversario. La parrocchia è proprio quella palestra nella quale si impara ad amare Dio e i fratelli, cioè a vivere il comandamento dell’amore insegnatoci da Gesù. La

giornata è poi proseguita con il pranzo comunitario al buffet del pellegrino, il cui ricavato, come espressione della sintonia e della comunione della parrocchia di S. Valeria con la Chiesa ambrosiana, è stato devoluto al Fondo Famiglia Lavoro, istituito per venire incontro a chi, rimasto senza lavoro, tenta nuove strade per una valida occupazione.


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Le fotografie raccontano una storia viva

Mons. Luca Bressan accoglie la fiaccolata prima della messa solenne

Anniversario/Gruppo sportivo e oratorio

Da Oropa a Seregno con tappa a Mesero Il gruppo sportivo ed i ragazzi dell’oratorio S.Valeria hanno ricordato e festeggiato con una fiaccolata il 60° anniversario della parrocchia. L’iniziativa, che per il notevole impegno organizzativo viene proposta solo nelle occasioni “importanti”, ha subito trovato un positivo riscontro tra i ragazzi e le ragazze dell’oratorio, in particolare tra i più giovani che non avevano mai partecipato ad una fiaccolata prima d’ora. In poco tempo quaranta giovani si sono iscritti e, con il supporto di una ventina di adulti, il gruppo si è trasferito sabato 27 settembre, a bordo di nove pulmini, al Santuario di Oropa. Dopo l’accensione e la benedizione della fiaccola di fronte alla Basilica, ha avuto inizio la prima tappa della fiaccolata che, suddivisa in 15 frazioni di circa 7 km ciascuna, ha portato il gruppo a raggiungere prima Oleggio, sul Ticino, e successivamente Mesero. Molto suggestivo è stato il tragitto alpino da Oropa a Biella e l’attraversamento del Parco del Ticino, tratto nel quale si sono aggiunti gli studenti delle superiori impegnati a scuola il mattino. Denso di emozioni è stato l’arrivo al Santuario della famiglia di Mesero, all’imbrunire. Don

Giuseppe, con il rettore del Santuario don Paolo, ha accolto i tedofori sul sagrato e guidato un momento di preghiera e testimonianza. Grazie alla disponibilità si è potuto visitare il luogo di sepoltura di S. Gianna Beretta Molla. La serata nell’oratorio di Cuggiono, dove si è trascorsa la notte, è stata all’insegna della contagiosa allegria dei giovani. Poche ore di riposo per ripartire alle 5 da Mesero e giungere, dopo 140 km, a S. Valeria per la Messa delle ore 11, con sfilata di tutti i partecipanti per le vie della parrocchia ed essere festosamente accolti sul sagrato. Durante i vari momenti singoli o in gruppo, passando la fiaccola da uno all’altro si è certamente riflettuto sul significato del testimoniare un’appartenenza, manifestata nell’attraversamento dei piccoli borghi e nelle vie cittadine. Non si trattava infatti di compiere un’impresa sportiva. Il senso è stato perfettamente compreso dai ragazzi e dalle ragazze che si sono comportati educatamente e responsabilmente e che serberanno a lungo il ricordo di queste giornate e la riconoscenza verso i loro genitori e gli adulti che l’hanno resa possibile. Enrico Marelli

Presso i locali di via Piave, in occasione del sessantesimo anniversario, è stata allestita una mostra fotografica sulla storia della parrocchia di S. Valeria. Ripercorrere il cammino fatto attraverso i volti delle tante persone che ci hanno preceduto e dei tanti sacerdoti che hanno esercitato il loro ministero tra noi, vuol dire rendere grazie al Signore dei tanti doni ricevuti. Tra i tanti cari ricordi, abbiamo trovato immagini del compianto don Emilio Balossi, amato canonico del santuario; le foto di Carlo Redaelli dell’ingresso di don Giuseppe Rimoldi come primo parroco di Santa Valeria il 10 ottobre 1954; il Palio dei Rioni degli anni ottanta, occasioni in cui la la comunità parrocchiale ha vissuto i suoi momenti più intensi. Come non ricordare quando, con tutti i carri allestiti nei modi più creativi, la comunità aveva “invaso” piazza Concordia nel mese di settembre del 1989 e offerto graditi regali all’allora prevosto mons. Luigi Gandini! Non è mancata la possibilità di sfogliare raccolte fotografiche sui lavori, gestiti da don Lino, di varie ristrutturazioni a cui è stato sottoposto il Santuario negli ultimi decenni. Una ricorrenza celebrativa raggiunge il proprio scopo se sarà servita a incuriosire i parrocchiani e ad accrescere in loro la soddisfazione di appartenere ad una comunità così ricca di vivacità, di fede e di storia. P. L.


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Parrocchie/San Giovanni Bosco al Ceredo

Una settimana di grande condivisione nella fede per vivere in pienezza la nostra festa patronale

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ella sua nuova veste, credo che L’Amico della Famiglia sia il luogo più adatto per far arrivare un sincero ringraziamento a tutti coloro che si sono impegnati – e molto - per la realizzazione e la buona riuscita della festa patronale che abbiamo celebrato dal 13 al 21 settembre. Una settimana intensa, segnata anche dalla visita dell’arcivescovo di domenica 14 alla città di Seregno; una settimana ricca di proposte dai diversi aspetti, (possibile solo per il lavoro di numerosi e generosi volontari, a cui va tutto il ringraziamento della comunità parrocchiale). Un grazie che è anche rivolto a tutti coloro che poi hanno partecipato e hanno condiviso i vari momenti durante la settimana. Solo così è possibile davvero “fare festa”, cioè uscire dall’ordinario del quotidiano per ritrovare un più profondo senso di comunità che nasce da una medesima fede condivisa. È bello poter dire grazie. E lo faccio volentieri perché il lavoro di molti, il più delle volte nascosto –magari dietro ai fornelli, o in sacrestia, o a riordinare il giorno dopo – è un servizio prezioso per il bene di tutti, e che fa bene a tutti. Quest’anno il tempo ci ha aiutato e favorito molto, a differenza dell’anno scorso, permettendo un afflusso di gente davvero numeroso, soprattutto la seconda domenica. Resta però una domanda nel fondo dell’animo che nasce dalla constatazione che le

Il concerto della banda S. Cecilia

proposte più condivise sono quelle intorno a un tavolo, magari condite con salamelle e polenta… Non è per sminuire queste occasioni che sono belle e doverose, che creano il clima della festa, che favoriscono l’incontro, ma mi ha lasciato un po’ di amaro vedere un calo di partecipazione alla processione dell’Addolorata (che è il motivo per cui fare festa) e alla serata con il quartetto musicale (una vera chicca…). È solo una considerazione personale, che non sminuisce la gioia di una settimana che segna l’inizio e la memoria del cammino di tutto l’anno. don Sergio Dell’Orto

Appuntamenti/Giorni e orari

Tra catechesi e Giornate eucaristiche CORSI DI CATECHESI PER L’INIZIAZIONE CRISTIANA: Seconda elementare: cinque incontri per ragazzi e genitori nelle domeniche 30/11 – 18/1 – 15/2 – 19/4 – 17/5, ore 15.30-17.00 Terza elementare: il mercoledì dalle 16.45 alle 18.00 Quarta elementare: il lunedì dalle 16.45 alle 18.00 Quinta elementare: il martedì dalle 16.45 alle 18.00 Prima media: il venerdì dalle 16.45 alle 18.00 GIORNATE EUCARISTICHE EUCARISTIA: PANE PER LA VITA DEL MONDO Giovedì 23 ottobre ore 21.00 S. Messa di apertura, segue adorazione personale fino alle 23.00 Venerdì 24 ore 8.15 celebrazione delle lodi, segue la Messa e l’adorazione personale fino alle 10.00 ore 17.00 adorazione eucaristica guidata per i ragazzi ore 21.00 preghiera di compieta, proposta di meditazione e adorazione personale fino alle 23.00 Sabato 25 ore 8.15 celebrazione delle lodi, segue la Messa e l’adorazione personale fino alle 10.00 ore 16.00 esposizione dell’Eucaristia, adorazione personale, fino alle 18.15, possibilità di confessioni Domenica 26 ore 16.30 in basilica, conclusione cittadina delle Giornate eucaristiche. Meditazione e omelie di don Giuseppe Colombo.


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Parrocchie/Sant’Ambrogio

Accoglienza, missione ed Eucaristia: parole semplici ma a cui papa Francesco tiene molto

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ttobre – tradizionalmente – è il mese in cui ricominciano i vari cammini di catechismo dei bambini e dei ragazzi dell’iniziazione cristiana. Mentre leggete questo numero, stiamo vivendo la festa di apertura dell’anno oratoriano (v. nel box qui sotto il programma più dettagliato) che prevede anche la distribuzione dei moduli di iscrizione all’anno di catechismo. Nella settimana fra lunedì 6 e venerdì 10 verranno raccolti ogni giorno dalle catechiste e poi via… pronti a partire! Come già l’anno scorso, ai bambini di seconda sarà chiesto di partecipare ad alcune domeniche pomeriggio lungo l’anno, insieme ai loro genitori. Scopo di questi incontri non è mettere un peso in più sulle spalle delle famiglie, già gravate da mille impegni e responsabilità, ma quello di introdurre il cammino di catechismo in modo graduale, coinvolgendo anche papà e mamma nel loro insostituibile compito di guide nel cammino dei propri figli. Questo spiega anche perché, a chi non avesse partecipato l’anno scorso, sarà chiesto di cominciare quest’anno, senza passare direttamente al secondo anno del cammino: non una punizione o una fatica in più, ma una opportunità… quella di intraprendere un cammino di fede tutti insieme, come famiglia e quindi come Chiesa. Terminata la raccolta delle iscrizioni, il catechismo vero e proprio inizierà nella setti-

mana successiva a domenica 12 ottobre. Nel primissimo incontro, i ragazzi si accosteranno all’itinerario dell’anno con un momento celebrativo ben curato, un gioco che tratteggi i principali “temi” che verranno affrontati e una piacevole merenda tutti insieme. Nella settimana successiva, sarà l’avvicinarsi della giornata missionaria mondiale a farla da padrone. Ciascun gruppo di bambini ascolterà anzitutto una testimonianza missionaria, vivrà poi in chiesa un momento di preghiera con un pensiero speciale a tutti i fratelli e le sorelle che nel mondo soffrono per la loro fede; e, infine, potrà visitare la mostra allestita nella nostra cripta, alla scoperta degli oggetti tipici della vita comune di tanti popoli che, pur geograficamente distanti da noi, hanno le nostre stesse attese e i nostri stessi desideri. E da ultimo, quasi a ricordarci quella che è la fonte di ogni spinta missionaria nella Chiesa, anche con i bambini e i ragazzi del catechismo ci raduneremo intorno all’Eucarestia, “Pane per la vita del mondo”, così come recita il titolo che verrà dato alle giornate eucaristiche cittadine. Accoglienza, missione, Eucarestia: tre semplici parole, ma anche – se ci pensiamo bene – tre fra i temi più ripetuti, quasi come un benefico ritornello, da papa Francesco. A noi – fragili e insieme audaci cristiani del XXI secolo – il compito di portarle nel campo del mondo. don Gabriele Villa

Iniziative per la giornata missionaria

Oratorio/La festa di inizio anno

Animatori e giovani trovano adulti compagni di viaggio Anche se quando molti leggeranno questo articolo, la festa per l’inizio dell’anno oratoriano sarà ormai conclusa, ci sembra comunque bello riportare brevemente il programma della giornata per richiamare a tutti la bellezza e la ricchezza di quanto vissuto. 9.45: s. messa con professione di fede dei ragazzi di I superiore e consegna del mandato ai vari membri della comunità educante (catechiste, animatori, insegnanti della scuola parrocchiale, allenatori, …) 11.00: lancio dei palloncini e grande gioco dell’oca interattivo 12.15: pranziamo insieme in oratorio 14.00: lavoretti e trucca bimbi 15.00-17.00: “telegiochi” con premiazione finale 17.30: balli di gruppo e – al termine – il grande gioco “Cultura moderna” Insieme al programma, mi piace sottolineare che la festa è stata interamente immaginata dagli animatori e dai giovani dell’oratorio, i quali hanno subito trovato la discreta e fattiva comprensione e collaborazione di tanti adulti, che si sono fatti loro accanto come compagni di viaggio. E già questo, in contesti dove spesso gli adulti si lamentano per la mancanza d’impegno dei più giovani e – viceversa – i ragazzi si sentono talvolta poco valorizzati nelle loro idee ed iniziative, non mi pare un risultato da poco.


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Parrocchie/Beata Vergine Addolorata al Lazzaretto

Anniversari di matrimonio e pellegrinaggio a Rho per l’apertura della festa patronale

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a celebrazione degli anniversari di matrimonio che si svolge oggi, domenica 5 ottobre, farà un po’ da apertura alle celebrazioni della nostra festa patronale. Un nutrito gruppo di coppie parteciperà alla Messa delle 11,30 e al pranzo che seguirà in oratorio. Inizierà poi martedì 7 ottobre con il pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Rho, la festa vera e propria che durerà fino al 13 ottobre. Un altro momento forte della celebrazione religiosa sarà alle 21 di giovedì 9: in chiesa ci sarà l’Adorazione eucaristica guidata, rivolta a tutti ma in particolare ai collaboratori della Parrocchia. E’ infatti molto importante prepararsi bene spiritualmente per poter poi affrontare terrenamente le fatiche della festa. Sabato pomeriggio alle 15 continua la tradizione della Messa per gli ammalati e per la terza età del decanato. Domenica 12, giornata clou della festa, le SS. Messe delle 10 e delle 18,30 saranno seguite dal bacio della Reliquia, mentre la Messa solenne delle 11,30 sarà accompagnata dai canti della nostra corale. Nel pomeriggio, alle 15,30, ci sarà la celebrazione della consegna della croce ai bambini di seconda elementare. Un piccolo ma significativo segno di accoglienza nella comunità, rivolto ai piccoli che cominciano con le famiglie il percorso di catechismo per accostarsi ai sacramenti dell’iniziazione cristiana. Lunedì 13 chiusura della festa con la S. Messa delle 20,30 celebrata da mons. Silvano Motta in occasione del suo 50° anniversario di ordinazione sacerdotale. Seguirà la processione “aux flambeaux” accompagnata dalle musiche del Corpo musicale S. Cecilia. Nicoletta Maggioni

La processione dello scorso anno per la festa patronale

Festa patronale/Il programma completo

Una settimana fitta di appuntamenti MARTEDÌ 7 /10 GIOVEDÌ 9 /10 VENERDÌ 10/10 SABATO 11/10

ore 19,00 ore 21,00 ore 19,30 ore 15,00 ore 16,00 ore 17,00

ore 20,30 ore 21,15 DOMENICA 12/10 ore 10,00 ore 10,30 ore 11,30 ore 12,30 ore 15,00

LUNEDÌ 14/10

ore 15,30 ore 16,00 ore 16,30 ore 18,30 ore 21,00 ore 22,00 ore 15,30 ore 17,00 ore 20,30 ore 21,00

- Pellegrinaggio serale cittadino al Santuario della B. V. Addolorata di Rho - Adorazione Eucaristica - Apertura cucina - “piatto speciale cazoeula” (gradita prenotazione) - S. Messa per ammalati e anziani - Rappresentazione teatrale “Full Monty in Brianza” - Inaugurazione mostra “Il legno diventa merletto” nel salone dell’asilo, segue rinfresco - S. Messa vigiliare accompagnata dai Maestri Colciago - Serata danzante - S. Messa con bacio della Reliquia - Apertura mostra “il legno diventa merletto” nel salone dell’asilo - S. Messa solenne accompagnata dal coro parrocchiale - Pranzo su prenotazione - Riapertura mostra “il legno diventa merletto” con accompagnamento musicale a cura del complesso Soft Guitar - Consegna del segno della Croce ai bambini di 2° elementare - Giochiamo insieme: animazione per bambini e ragazzi - Dimostrazione di Karate - S. Messa con bacio della Reliquia accompagnata dal coro “Il Rifugio” - Serata danzante - Estrazione sottoscrizione a premi - Apertura bar - In Chiesa, benedizione dei bambini - S. Messa in suffragio dei defunti della Parrocchia, celebrata da Mons. Silvano Motta e accompagnata dal coro parrocchiale - processione mariana “aux flambeaux” accompagnata dal Corpo Musicale S. Cecilia

Da venerdì a domenica funzionerà la tavola calda con ottima cucina e gustose caldarroste. Nel cortile dell’oratorio mostra: “Azienda Agricola in miniatura” Nei locali sottostanti la chiesa saranno allestiti: pesca, banco di beneficenza e mostre; saranno inoltre presenti associazioni di volontariato.


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Parrocchie/San Carlo

La serata tutta al femminile il clou di una festa capace di generare entusiasmo e partecipazione

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anche questa è andata!”, devono essersi detti gli oltre settanta volontari di San Carlo che hanno reso possibile questa terza edizione della festa di inizio anno pastorale. Domenica 21, alla chiusura, erano tutti lì, molti i veterani e qualcuno alla prima esperienza, con le loro nuove magliette arancioni e l’aria a dir poco stanca ma felice. Il bello è questo: non si è fatta nessuna fatica a trovarli, tutti hanno risposto con entusiasmo all’invito e per i nove giorni della festa hanno dato con gioia (e fatica) il proprio contributo al servizio della comunità. Quest’anno poi la cucina era più grande, grazie allo spazio gentilmente concesso da don Giuseppe, le lampade tutte nuove, mentre i tavoli e le sedie sono stati messi a disposizione dagli amici della parrocchia del Lazzaretto. Il sottotitolo della festa, sottinteso ma ben presente, è “non solo salamelle”. Infatti molte sono state le iniziative. Sempre presenti lo stand del gruppo sportivo oratoriano che ha organizzato i tornei di calcio, pallavolo e wii, il mercatino, le truccabimbi e le scatenate animatrici con la frequentatissima baby dance. Si è cominciato sabato 13 con la presentazione dei cresimandi che domenica 28 hanno ricevuto in Duomo a Milano il Sacramento della Confermazione. Domenica 14 pausa per dar modo a tutti di accogliere l’arcivescovo card. Angelo Scola in visita a Seregno per il bicentenario del Patriarca Ballerini e per inaugurare la nuova Comunità cittadina “San Giovanni Paolo II”. Martedì 16 abbiamo ricordato con una s. messa il parroco di San Carlo don Luigi Longoni, nel 50° dalla morte. Il pezzo forte

Adriana Colciago al clavicembalo

L’abito delle sorelle Sementa

I protagonisti dello spettacolo di cabaret (foto Volonterio) della festa è stato giovedì 18 con la serata multiforme dedicata alla donna. Ha iniziato il gruppo missionario che ha ricordato, tra la commozione generale, le tre martiri missionarie Saveriane di Parma uccise in Burundi. Quindi le rappresentanti del Movimento per la Vita di Seregno Malpassi e Mariani hanno testimoniato le finalità e l’attività del gruppo in favore delle future mamme: quante vite non sono andate perdute grazie a questa

preziosa attività! La Corale di San Carlo diretta dal maestro Adriana Colciago ha interpretato alcuni pezzi scritti da donne e la stessa Adriana si è esibita con un prezioso e stupendo clavicembalo. Per finire si è inaugurata la mostra “L’altra metà della musica”, bellissima itinerante che l’Associazione Brianza Musica ha allestito per testimoniare l’opera assolutamente non secondaria della donna nella musica classica. Simpatico e divertente

venerdì 19 lo spettacolo di cabaret degli “animattori” di San Carlo, grande come d’abitudine Lillo con sua band sabato 20 e a chiudere il San Carlo’s Got Talent di domenica 21. Sempre domenica, durante la S. Messa, don Alessandro ha conferito il mandato a educatori e catechisti di quella che, secondo l’auspicio per il nuovo anno pastorale, sarà la Comunità Educante di San Carlo. Chi ben comincia… Franco Bollati


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Comunità religiose/Abbazia San Benedetto

Monsignor Tremolada apre i corsi biblici: sacra scrittura, occhi e cuore della fede

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l centro culturale San Benedetto d e l l ’o m o n i m a abbazia sono iniziati i corsi biblici. Un’iniziativa fortemente voluta dai monaci olivetani e diventata un fiore all’occhiello per la stessa diocesi ambrosiana. Da 22 anni il centro san Benedetto, si sforza di offrire momenti di conoscenza, approfondimento e arricchimento culturale sul più importante libro della storia: la Bibbia. E per sottolineare il valore e la portata dell’iniziativa, venerdì 19 settembre, alle 21, nella chiesa abbaziale, il vescovo ausiliare di Milano, monsignor Pierantonio Tremolada, introdotto dall’abate padre Michelangelo Tiribilli, ha svolto un prezioso intervento sul tema “La sacra scrittura: occhi e cuore della fede”. Il modo attuale di studiare la Scrittura non assomiglia a quello dei secoli passati. Si scoprono aspetti nuovi, che aiutano ad apprezzarne meglio la varietà e la ricchezza. La Scrittura si studia bene soltanto nella fede. “Le Sacre Scritture - ha scritto Paolo a Timoteo - possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede di Cristo Gesù”. In n un pensiero di un antico predicatore si trova scritto che: “se qualcuno ha il senso delle tcose spirituali capisce profonedamente la Bibbia anche se ,non ha cultura, perché la fede lillumina gli occhi del suo cuoire e questa illuminazione è più preziosa di tutti i mezzi della àscienza, che possono far luce nsu aspetti secondari, ma non raggiungono il centro, che è il “proprio” della fede”.

Il monaco Enzo Bianchi che è stato più volte ospiti del centro culturale ha scritto che “la Bibbia conduce l’uomo a “umanizzarsi” insegnandogli a dire la verità. Senza menzogne e mistificazioni, la Bibbia narra la condizione dell’uomo, dice la verità sulla vita e sulla morte, sull’odio e sull’amore, sull’eros e sulla violenza, sulla meschinità e sulle altezze sublimi cui possono giungere gli uomini. La Bibbia insegna la “pluralità” come condizione dell’esistenza umana. Insegna il “dialogo” come strumento di convivenza e di costruzione comune di un senso”. L’8 settembre è stata la ricorrenza liturgica di Maria Bambina che è patrona dell’abbazia di Monte Oliveto che, con la città di Siena, onora la Madonna. In tutte le chiese dei monaci olivetani c’è sempre un’urna di Maria Bambina. Lo stesso giorno l’abate dom Michelangelo Tiribilli, si è recato all’isola di San Giusto, sul lago d’Orta, in provincia di Novara, invitato dalla badessa Anna Maria Cànopi del monastero “Mater Ecclesiae”, delle monache benedettine di clausura, per la professione solenne di una giovane monaca. A fine agosto dal 26 al 30 agosto, cinque giovani monaci con dom Valerio Cattana hanno partecipato alla settimana di cultura monastica a Monte Oliveto, durante la quale è stato celebrato il settimo centenario della vocazione-conversione di san Bernardo Tolomeo. Paolo Volonterio

Il bassorilievo in cotto con il cardinale Borromeo e il patriarca Ballerini opera dello scultore Antonio De Nova collocato nel chiostro dell’abazia (Foto Volonterio)

Mini corso/Legato ad Expo 2015

<Non di solo pane, alla tavola di Dio con gli uomini>: 4 serate

“Non di solo pane, alla tavola di Dio con gli uomini”, è il titolo del mini-corso biblico legato all’Expo 2015 che ha preso avvio giovedì 2 ottobre, al centro culturale san Benedetto di via Lazzaretto, in cui il relatore don Roberto Vignolo, ha svolto i fondamenti biblici dell’antico e nuovo testamento. Giovedì 9 ottobre, alle 21, sarà la volta di Lisa Cremaschi sul tema “I Padri del deserto ed il monachesimo orientale”; il 16 ottobre, sempre Lisa Cremaschi, discuterà su “La regola di san Benedetto ed il mondo occidentale”; il 30 ottobre, invece, Paolo Branca, proporrà “L’islam: il Ramadan”. A chiudere il mini-corso sarà mons. Francesco Braschi che il 6 novembre affronterà il tema “Sviluppo nel mondo orientale (ortodossi). Venerdì 3 ottobre sono iniziati anche il corso base, l’introduzione generale ad un libro biblico con don Giorgio Paximadi, che si è occupato della “Genesi” e contemporaneamente anche il primo corso di approfondimento con don Luca Pedroli. P. V.


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Comunità religiose/All’Istituto Pozzi

Profughe nigeriane sfuggite alle persecuzioni dei cristiani al centro della festa di San Vincenzo

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omenica 21 settembre si è svolta all’Istituto Pozzi l’annuale festa di San Vincenzo. Favorita da una bella giornata di sole, ha avuto inizio con la Santa Messa delle 9,00 che è stata celebrata presso la cappella da mons. Bruno Molinari. Nella bella omelia don Bruno ha ricordato San Vincenzo de’ Paoli, fondatore dell’ordine religioso al quale appartengono le suore del Pozzi. Ha descritto un uomo mistico, ma sempre al servizio degli altri, soprattutto dei più poveri, dei più bisognosi, dei derelitti, degli abbandonati, nei quali sapeva sempre riconoscere il volto di Gesù. Proprio come continuano a fare oggi le suore e i volontari dell’Istituto. Un altro spunto di riflessione a fine Messa è stato offerto dalla Madre Superiora, quando, presentando un gruppetto di ragazze nigeriane sfuggite alle persecuzioni dei cristiani, ha comunicato che sono giunte all’Istituto senza nulla tranne gli abiti che indossavano, ma con la

Bibbia che una di loro è riuscita a portare con sé. Alle 10,00 nel cortile è stata offerta la colazione a tutti e si sono aperti gli stand, la pesca di beneficenza e il banco vendita. E’ stato possibile anche acquistare squisiti dolci e biscotti preparati da cuoche e volontari. Per tutta la mattina sono state esposte moto Ducati, mentre “I macellai di Seregno” deliziavano i presenti con ottime degustazioni di salumi. Prima di pranzo, per concludere degnamente la mattinata, è stato offerto l’aperitivo dell’Istituto. Nel primo pomeriggio si sono riaperti gli stand e qualcuno ha anche potuto effettuare un giro a cavallo. Ha poi avuto luogo lo spettacolo musicale con Gigi Rock. L’estrazione della sottoscrizione a premi ha chiuso la giornata. Sabato 27 settembre la festa si è conclusa con la celebrazione della Santa Messa solenne in cappella alle 21,00, nel giorno in cui si fa memoria liturgica di San Vincenzo de’ Paoli. Nicoletta Maggioni

Conferenza S. Vincenzo/Le attività

Pan Tramvai per dare una mano e colorare la vita dei bisognosi Uno dei gruppi più rappresentativi delle attività legate alla famiglia vincenziana sono le Conferenze, nate circa 150 anni fa per iniziativa del beato Federico Ozanam, allora studente della Sorbona ma molto sensibile e attento alle povertà che lo circondavano, e fervente proselita di san Vincenzo de’ Paoli. Lo scorso 27 settembre, ricordando la memoria del Santo, la nostra Conferenza ha partecipato alla funzione che si è svolta all’Istituto Pozzi. Ha poi continuato a dare testimonianza del messaggio proprio delle Giornate Vincenziane con una particolare iniziativa. La Conferenza S. Vincenzo, operante nell’ambito delle attività caritative parrocchiali e cittadine, il 4 e 5 ottobre ha rinnovato la proposta del Pan Tramvai, accompagnata dallo slogan “Dare una mano colora la vita”. All’uscita delle messe è stato allestito un banchetto che ha proposto l’acquisto del caratteristico dolce che si rifà alla tradizione contadina anche nel nome, per sottolineare la semplicità e la condivisione del “pane quotidiano”. Il ricavato della vendita permetterà all’associazione di continuare a “dare una mano” ai più bisognosi, per corrispondere alla nostra preghiera, “perché non passi accanto a nessuno con il volto indifferente, con il cuore chiuso, con il passo affrettato”. Ringraziamo quanti hanno accolto il nostro invito, permettendoci così di continuare il cammino di solidarietà vincenziano. E. P.


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L’Amico della Famiglia Comunità religiose/Piccolo Cottolengo di don Orione

Le fiabe per capire il mondo con il teatro dei <Girasoli>

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l Piccolo Cottolengo di Don Orione ha ospitato domenica 21 settembre, la rappresentazione teatrale messa in scena dalla compagnia “ I Girasoli”. Alla presenza di un folto pubblico, è stato presentato un atto unico dal titolo:”Caos di mezzanotte, ovvero cosa succederebbe se il mondo delle favole venisse stravolto?” E’ la storia di una regina che si preoccupa perché il figlio non riesce a trovare moglie. Organizza una festa in grande stile e invita tutte le principesse dei regni vicini,

ma si dimentica della strega Malefica, che poi trama per potersi vendicare. Grandi applausi per la bravura e l’impegno degli attori che cercano, in modo comico, di spiegare e far conoscere luoghi e fiabe, realtà e fantasia, buoni e cattivi. Ciascuno a seconda delle proprie inclinazioni, preparano testi, costumi, scenografie, balletti e locandine; il tutto sotto la supervisione della regista e attrice Micaela Cesana. Come sempre, le cose più belle sono quelle fatte con il cuore. Nicoletta Maggioni

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Sacramentine, adorazione serale e notturna continua Con gli orari già comunicati nel numero precedente, continuano le Adorazioni Eucaristiche serali e notturne presso il Monastero delle Adoratrici Perpetue. Durante il giorno, nel raccoglimento della chiesa di via Stefano da Seregno, si possono vivere momenti di preghiera e di riflessione, facilitati dall’atmosfera tranquilla che si respira al suo interno. Chi desidera uscire da un tran tran quotidiano fatto prevalentemente di rumore, di fretta e di problemi che si sovrappongono, qui può trascorrere qualche attimo di silenzio senza timore di essere disturbato. Ogni domenica la S. Messa viene celebrata alle 8,30, nei giorni feriali il mattino alle 7,00.

Comunità religiose/Istituto Ronzoni

Mensa, doposcuola, pensionato: accoglienza a tutto campo Con l’apertura delle scuole le suore dell’Istituto Ronzoni hanno ripreso l’accoglienza a mensa e il dopo-scuola dei bambini che frequentano le scuole Cadorna. Al momento i numeri sono più bassi rispetto agli altri anni, perché sulle famiglie, che già faticano molto a livello economico, grava un costo del pullman troppo alto rispetto al breve tragitto di strada da effettuare. Durante le vacanze di Natale e Pasqua e nei mesi estivi il servizio verrà esteso anche a bambini dei paesi limitrofi. L’Istituto comprende varie costruzioni, nelle quali svolgono la loro attività anche

molte associazioni e gruppi: la Banda S. Cecilia, una scuola di musica per ragazzi, Autieri, Bersaglieri, Carabinieri, Silenziosi, Senegalesi e un gruppo di Teatro. Anche Radio Seregno ha uno spazio al suo interno. Una segnalazione particolare merita la struttura del pensionato, inaugurato nel 1961 dall’allora monsignore Giovanni Colombo, che si compone di due piani in un blocco e di un altro nel Padiglione Ronzoni, per un totale di 32 stanze. Accoglie donne (mamme, badanti, studentesse universitarie, ecc.) per la maggior

parte provenienti dal sud Italia. Si offre ad ogni donna la camera, poi per ogni piano ci sono cucina, sala da pranzo con televisione, bagni e docce. Come in altre comunità religiose presenti sul nostro territorio, qui le suore svolgono attività apparentemente umili, quasi insignificanti, ma in realtà molto importanti, risolvendo le carenze delle istituzioni sul territorio. Offrono un approdo modesto ma sicuro, un’oasi tranquilla nella confusione di ogni giorno. Nicoletta Maggioni


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Decanato/Primo consiglio pastorale dopo l’unione con Seveso

Garascia: <Anche questa nuova realtà più vasta deve diventare una comunità educante>

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l primo incontro del consiglio pastorale del nuovo decanato “Seregno-Seveso” si è svolto lo scorso 10 settembre presso il Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso, alla presenza del Vicario episcopale di zona mons. Patrizio Garascia. Dal 9 settembre infatti la costituenda Comunità pastorale S. Giovanni Paolo II è entrata a far parte del decanato di Seveso. I consiglieri di questo nuovo decanato sono 62, di cui 28 del precedente consiglio pastorale decanale di Seregno e 34 di quello di Seveso. Il nuovo decanato comprende 26 parrocchie, distribuite sul territorio di 6 Comuni (Cesano, Seveso, Meda, Lentate, Barlassina e Seregno), e conta 149.590 abitanti e 63.587 famiglie. Le comunità pastorali sono cinque con 22 parrocchie, più una unità pastorale con tre parrocchie, oltre ad una singola parrocchia. I ministri ordinati nel decanato sono 62, 59 sacerdoti più tre diaconi permanenti coniugati. Il decano don Flavio Riva ha presentato il decanato e introdotto i lavori del consiglio salutando e ringraziando i presenti e invitando tutti a mettersi in ascolto reciproco all’inizio di questa nuova esperienza e di questo camminare insieme. Mon Bruno Molinari dal canto suo ha illustrato il volto del precedente consiglio pastorale decanale di Seregno-Giussano. Mons. Garascia ha introdotto il nuovo anno pastorale facendo gli auguri al nuovo decanato e ai presenti, a tutta

Mons. Garascia con mons. Molinari (foto Viganò) la Chiesa che vive sul territorio ribadendo che è una grazia essere qui perché è Gesù che ci ha fatto incontrare e ci raduna insieme. <Anche il consiglio pastorale decanale – ha detto - deve essere una comunità educante. Il motivo per cui ci troviamo qui è quello di vivere la comunione per rendere credibile la missione. Noi vogliamo essere discepoli di Gesù al servizio del Regno di Dio testimoniando la bellezza dell’incontro con il Signore>. <Chiediamoci anche noi ha sottolineato ancora padre Garascia - , come Papa Francesco suggeriva di fare ai vescovi nell’assemblea generale del maggio 2014, “chi è per me Gesù? come ha segnato la verità della mia storia? che dice di Lui la mia vita? Questo ci

aiuterà a tornare all’essenziale e a superare le tentazioni che cercano di oscurare il primato di Dio. Queste tentazioni sono: tiepidezza, mediocrità, quieto vivere, fretta pastorale, accidia, insofferenza, presunzione di chi si illude di poter far conto sulle sue forze e risorse organizzative, è l’accomodarsi nella tristezza che non ci fa entrare nella vita della nostra gente. Se ci allontaniamo da Gesù, finiamo con lo sperimentare la sterilità delle nostre parole e iniziative. I piani pastorali servono ma la nostra fiducia è anzitutto nello Spirito che ci spalanca gli orizzonti della missione. Per dialogare dobbiamo avere maggior autocoscienza di chi siamo e cosa desideriamo>. Infine il vicario ha invitato tutti ad una ripre-

sa personale delle tre lettere pastorali precedenti (famiglia, fede, il campo è il mondo) e ha ricordato che il Cardinale scriverà due note pastorali: una sulla “Comunità educante” (già diffusa) e una sul “Nuovo umanesimo” che uscirà il prossimo 7 dicembre in relazione all’importante appuntamento dell’Expo 2015. Poi ha chiesto di seguire con attenzione la prossima beatificazione di Paolo VI, il Sinodo straordinario sulla famiglia e l’anno della vita consacrata. I presenti hanno sottolineato la grande opportunità derivante dalla fusione dei due decanati, con il decanato inteso come luogo di formazione, di condivisione, di lettura e comprensione del territorio, che può favorire la comunione e diventare occasione di arricchimento reciproco oltre che luogo di sintesi anche di altre presenze e animazioni cristiane sul territorio quali le associazioni e i movimenti. Il decanato deve pertanto essere luogo di conoscenza, confronto e coordinamento della pastorale delle parrocchie; studiare ed esaminare tutto ciò che si riferisce all’attuazione locale del piano pastorale diocesano; promuovere e organizzare iniziative specifiche nei settori pastorali che superano l’ambito parrocchiale. Nel prossimo aprile 2015 sono previsti l’elezione dei nuovi consigli pastorali e quindi l’assemblea dei ministri ordinati eleggerà il nuovo decano. Il prossimo incontro del consiglio pastorale decanale si terrà il prossimo 5 novembre sempre presso il Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso.


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Azione cattolica/La giornata diocesana domenica 12 ottobre

Laici cristiani con la gioia di vivere anche nei giorni feriali la fedeltà alla Chiesa

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nizia il nuovo anno pastorale con tante novità: gioia ed entusiasmo dall’incontro con il nostro Arcivescovo e tanta santità che ci viene travasata dalla fede di San Giovanni Paolo II, “amico di Seregno” e ora patrono della nostra comunità pastorale cittadina. La nota dell’Arcivescovo “La comunità educante” richiama l’impegno scaturito dalle ultime due lettere pastorali, “Il Dio vicino” e “Il campo è il mondo”, specificando ancora una volta il grande, difficile ma entusiasmante e fondamentale ruolo che la comunità degli adulti ha nella educazione alla “vita buona”. Nei laici deve maturare uno stile di partecipazione, di rispetto reciproco, di autentica capacità di lavorare insieme e di perseguire gli stessi obiettivi nella valorizzazione delle diversità. Prendendosi carico con il proprio impegno ma in modo unitario e condiviso. Il ruolo degli adulti richiede quindi un impegno nella loro formazione. Come adulti in una comunità parrocchiale dobbiamo davvero “vivere in prima persona l’esperienza della fede e della comunione” e non solo pensare alle iniziative da proporre agli altri: ecco allora l’impegno a “stare con Dio”, a incontrarlo nella sua Parola con l’iniziativa della Lectio divina. Tradizione della nostra associazione da moltissimi anni, anche quest’anno la proposta è stata scelta dai nostri sacerdoti per caratterizzare, come momento qualificante, la formazione degli adulti della nostra comunità pastorale, con la programmazione che verrà precisata nei prossimi giorni. Per i decanati della zona pastorale di Monza si terrà il 23 ottobre - ore 21 – nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Muggiò, la presentazione multimediale della Lectio dal titolo “Rinasce-

re di nuovo (dall’Alto)“: l’incontro con personaggi del Vangelo di Giovanni: Nicodemo, Maria di Magdala, Tommaso, i sette discepoli pescatori e Pietro che hanno cambiato la loro vita dopo l’incontro con Gesù. “Siamo laici di Azione Cattolica: cristiani con gioia anche nei giorni feriali”: questo lo slogan che caratterizza la giornata diocesana dell’A.C. che si terrà domenica 12 ottobre: una giornata rilanciata dall’arcivescovo per pregare per questa associazione così importante per la vita della diocesi. Il fine dell’Azione Cattolica è, infatti, la formazione dei laici per un impegno di corresponsabilità nella vita della Chiesa locale, in stretta comunione con i sacerdoti per attuare le linee pastorali del vescovo. La giornata è un invito a tutti i fedeli a “guardare” con attenzione questa realtà e ad aderire. Per questo, durante le messe, il valore di questo impegno verrà richiamato in una preghiera dei fedeli. Sul sagrato della Basilica S. Giuseppe e del Santuario di S.Valeria sarà predisposta una bancarella con i sussidi e verranno presentati i vari programmi. Domenica 19 ottobre, alle ore 15 nella sala don Giuseppe Busnelli del Centro Pastorale “Mons. Ratti” di via Cavour 25 si terrà un incontro di presentazione. Il percorso formativo che ci accingiamo ad iniziare, dal titolo “Vita d’Autore “, è un forte richiamo a vivere in prima persona i richiami che Papa Francesco ci ha affidato lo scorso maggio durante l’Assemblea nazionale: rimanere in Gesù, andare per le strade, gioire sempre nel Signore. In questo modo crescere in spiritualità personale, nella testimonianza e nella vita comunitaria. Altre informazioni sul sito www.azionecattolicamilano.it . Agostino Silva

L’incontro con Silvia Landra (foto Volonterio)

Giovani/Le proposte dell’A. C.

Un cineforum per gli adolescenti L’Azione Cattolica offre ai giovani di oggi la possibilità di riscoprirsi Chiesa. Tramite iniziative diocesane e di zona allarga lo sguardo verso una Chiesa universale, non confinata alle parrocchie ma aperta al mondo. Mette in gioco i laici in prima persona nella costruzione di una Chiesa bella, formando al senso di responsabilità e di collaborazione. Si prende cura della quotidianità di ognuno, perché si parli di Vangelo e di Gesù a scuola, in università e nei luoghi di lavoro, così da diventare testimoni di una “Chiesa vicina”. I giovani prendono in mano la loro vita scrivendo una Regola basata sulla preghiera, sulla condivisione e sul servizio. Per gli adolescenti la proposta è l’itinerario “Skyscraper” che introduce appunto alla Regola di vita, prendendo in considerazione i vari aspetti che intercettano la loro età; gli incontri vengono svolti mensilmente a livello decanale. Nella città di Seregno, a partire da gennaio, verrà inoltre svolto il cineforum “ADO in ACcaD”, un sabato sera al mese pensato appositamente per loro. Per i diciottenni e diciannovenni il tema sulla Regola di vita prende spessore e tramite l’itinerario “Ora tocca a te!” si comincia a ragionare sulle scelte importanti che è necessario compiere per crescere; gli incontri vengono svolti a livello decanale, con scadenza mensile, in concomitanza con quelli degli adolescenti. Per i giovani l’itinerario nazionale di Azione Cattolica aiuta a mettere in pratica nella vita di tutti i giorni la propria Regola di vita, tramite incontri mensili nel decanato di Seregno e Seveso preparati dai giovani stessi. Federica Arienti



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Anniversario/Tra sabato 11 e domenica 12 ottobre

Per i 50 anni di Comunione e Liberazione a Seregno arriva Carron, l’erede del <Gius>

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inquant’anni è per gli uomini, in genere, “ il mezzo del cammin di nostra vita”. Per un movimento è un traguardo che si apre a mete ancora più lontane. Così è per “Comunione e Liberazione” di Seregno nato nel 1964 e che l’11 e 12 ottobre ricorda i 50 anni della sua storia. Una storia che si rinnova consapevole “lo scopo di tutto quello che facciamo- ha detto don Luigi Giussani, fondatore del movimento nel 1954, la cui frase viene ripresa da don Julian Carron, in una lettera inviata l’8 settembre scorso è l’incremento della persona e il Movimento esiste per questo”. La scintilla che ha aperto prospettive nuove è partita da un sacerdote del collegio Ballerini, don Mauro Poggi, che il 9 ottobre 1964, col desiderio di comunicare ai giovani una proposta cristiana che sapesse raggiungere le nuove generazioni, a San Salvatore di Erba, invitava un gruppo di quindicenni ad una tre giorni di convivenza per incontrare don Luigi Giussani e padre Manuel. Quel “don Gius” che incontrerà la comunità nel 1970, l’anno successivo e nel ’73, per approdare al teatro San Rocco l’8 marzo 1982 e nell’84 per dialogare di quaresima. Quei ragazzi sentivano per la prima volta parlare della vita e dell’esperienza cristiana in modo imprevedibile. Hanno osservato gesti di compagnia, sentito parlare di Gioventù Studentesca e ascoltato canzoni, fra le quali una spalancava lo sguardo in “Oh che bello c’è il mondo!”. Per altre vie, poco dopo,

Pellegrinaggio notturno per incominciare

Don Giussani al san Rocco nel 1982 (foto Volonterio) anche all’istituto magistrale Santa Giovanna d’Arco, alcune ragazze iniziavano a conoscere “Gs”. Da quegli incontri nasceva una “compagnia viva”, la “comunità di Gs”. Inizialmente la comunità si identificava col il “raggio”, che era un ritrovo settimanale con sguardi nuovi sugli aspetti dell’umano. Con il “raggio”, nasceva anche un coro che lanciava “Avanti forza”, testo e musica scritto da uno dei componenti Fabrizio Ferrari. Il “raggio” faceva promuovere gite, lo studiare assieme, mentre la domenica veniva dedicata ai più piccoli. Un’opera che passava sotto il nome di “caritativa” svolta nelle zone di periferia della città come Sant’Ambrogio, Meredo, Ceredo, in cui si erano stabilite nuove famiglie in cerca di lavoro. La prima sede sono stati i locali di via Cavour, 25, all’interno della casa delle associazioni della parrocchia san Giuseppe. Tra le prime attività anche la raccolta di carta e rottami il cui ricavato veniva versato agli amici in partenza per

la missione in Brasile. La comunità aveva anche momenti di preghiera con la recita delle Lodi il mattino, fuori dagli edifici scolastici o sul treno, il Vespro la sede in sede o in una chiesa della città. Nel 1966 c’era la prima rappresentazione cittadina al teatro San Rocco con il “Senso dell’attesa”, una meditazione sul Natale, sull’attualità di Cristo nel tempo; nel 1970 inchieste in Brianza, sulla condizione giovanile, Nel 1973 dalla vita giovanile nascevano le prime famiglie che portava a vivere anche i momenti di vacanza estiva in montagna a Campitello di Fassa (1975). Tra le famiglie nasceva la condivisione dei bisogni e veniva fondata la cooperativa di consumo “don Costante Mattavelli”, ma ancor di più le prime vocazioni religiose, negli ordini cistercensi, francescani, nelle Piccole Suore dell’Assunzione e nei “memores Domini”, tra i primi nel 1975 Luciana ed Angelo, che sceglievano la vita trappista e quella francescana. Paolo Volonterio

“E’ bella la strada per chi cammina insieme” è lo slogan che campeggia sul volantino che riporta le iniziative promosse dal movimento locale di Comunione e liberazione per ricordare i 50 anni di presenza in città. E una frase di Cesare Pavese “l’unica gioia al mondo è cominciare: è bello vivere perché è cominciare, sempre, ad ogni istante”, fa da didascalia alla foto che raggruppa un folto gruppo di appartenenti al movimento. Le iniziative per il cinquantesimo di attività, hanno preso le mosse dall’11ma edizione del pellegrinaggio notturno che dalla basilica di Agliate s’è snodato fino al santuario della Madonna del Bosco, preceduto alle 21, nella basilica di Agliate da una messa celebrata dal vicario episcopale monsignor Patrizio Garascia. Sabato 11 ottobre, nei locali dell’istituto Candia di via Maroncelli, alle 18, proiezione del video realizzato in occasione del 60mo della nascita di Cl; alle 20, cena insieme e alle 21.30, grande festa: la storia della comunità di Seregno dentro la storia del mondo. Domenica 12, al teatro Santa Valeria di via Wagner, alle 17, assemblea pubblica con don Julian Carron, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione; alle 18,30, Santa Messa.


s r i s s v s p e t s c t r s 2 t M 2 V r s L g n t 1 d C a d s a a c n d s t e p L g c g d n i p n

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Notizie/Circolo culturale San Giuseppe

Il teologo Marco Vergottini su papa Paolo VI Arte e giovani ne parlano due esperte di casa

Il Circolo culturale San Giuseppe sta vivendo un periodo ricco di appuntamenti. Dopo i buoni riscontri ottenuti dalla sedicesima edizione della mostra artistica collettiva riservata a nati o residenti in città, svoltasi in concomitanza con la patronale del Santo Crocifisso, e dall’incontro con argomento «Casa comune europea: la storia, le sfide, i contributi dei cattolici», che lunedì 29 settembre ha avuto come relatore Gianni Borsa, giornalista e scrittore, lunedì 6 ottobre, alle 21, la sala Cardinale Minoretti interna al Centro pastorale Monsignor Ratti di via Cavour 25 accoglierà il teologo Marco Vergottini, invitato a parlare sul tema «Paolo VI, uomo spirituale, Papa del Concilio». La serata approfondirà la figura del Pontefice bresciano, nell’imminenza della sua beatificazione, prevista domenica 19 ottobre in Vaticano. Giovedì 9 ottobre, sempre nella sala Cardinale Minoretti e sempre alle 21, la restauratrice d’arte e docente di tecniche pittoriche seregnese Cristina Meregalli aprirà un ciclo di introduzione alle tecniche artistiche antiche, puntando la sua attenzione sulla pittura su tavola dal dodicesimo al quindicesimo secolo, mentre venerdì 17 ottobre, nella medesima sede e con il medesimo orario, la psicoterapeuta e psicanalista Laura Porta, a sua volta seregnese, inaugurerà un secondo ciclo dedicato ai giovani d’oggi, concentrandosi sui rischi derivanti da internet e dalle nuove tecnologie. In entrambi i casi, le tappe successive dei percorsi sono in calendario in novembre e dicembre. Domenica 12 ottobre, al contrario, una cinquantina di persone raggiungerà Alba, per una visita al suo centro stori-

Marco Vergottini

co, prima di fare rotta su una cantina del circondario, per meglio conoscere i vini della zona. Infine, anticipiamo due date che tutti i soci devono segnare in agenda: domenica 9 novembre è in calendario l’avvio del centoventisettesimo anno sociale, mentre lunedì 24 novembre in sede vi sarà una cazzuolata. Dettagli più approfonditi a breve sul sito internet www.circolosangiuseppeseregno.com

Notizie/Movimento Terza Età

Incontri del giovedì nel segno della cultura e della tradizione L’inizio di ogni anno sociale è una stagione di grandi ricchezze e un tesoro da condividere, un’occasione di nuove aperture e possibilità per vivere in modo del tutto rinnovato la propria vita sociale. Ognuno di noi è chiamato ad arricchire questo nuovo anno sociale di significati e di contenuti per rilanciare e rinnovare il Movimento Terza Età, per aprirci sempre di più al dialogo con tutti, nella Chiesa e nella società del nostro tempo. La Terza Età è la “bella età” della riscoperta, della solidarietà, dell’amicizia; non è il momento della solitudine e dell’isolamento! Per questo proponiamo i nostri incontri del giovedì. Apertura anno sociale giovedì 9 ottobre – ore 9 S. Messa in Basilica celebrata dall’assistente don Pino

Caimi. Ore 15 presso il Centro Pastorale “Mons. Ratti” di via Cavour: animazione con gli amici del Coro “Tuttinsiemeappassionatamente”. Seguirà lettura di filastrocche in dialetto brianzolo, a cura della dott.ssa Giulia Lissoni. Giovedì 16 ottobre alle ore 15 presso il Centro Pastorale “Mons. Ratti”: Incontro culturale “C’era una volta Seregno”: percorso virtuale per le vie di Seregno con immagini dal 1902 al 1954, accompagnato da musiche e canzoni dell’epoca, presentazione di Giulia Lissoni. Da giovedì 23 a domenica 26 ottobre: Giornate eucaristiche in Basilica, seguire il programma parrocchiale. Giovedì 30 ottobre: visita a un Santuario.

Notizie

Gruppi di ascolto e lectio divina: i temi proposti Il cammino di catechesi per adulti ripropone anche quest’anno la “lectio divina” secondo i sussidi dell’Azione Cattolica sul tema “Rinascere di nuovo (dall’Alto)”. Il percorso si articolerà in cinque incontri mensili che si terranno nel Santuario della Madonna dei Vignoli alle 21. E’ in programma un incontro di presentazione a livello di zona di Monza il 23 ottobre alle 21 nella chiesa SS.Pietro e Paolo di Muggiò. I brani della Parola di Dio proporranno cinque figure del Vangelo di Giovanni. 3 Novembre: Nicodemo; 1 dicembre: Maria di Magdala; 12 gennaio: Tommaso; 2 febbraio: I sette discepoli ritornati pescatori; 13 aprile: Pietro. In ottobre ripartiranno anche i “Gruppi di Ascolto” nelle case ospitanti. Il tema sarà “Il pane della salvezza” con la rivisitazione di alcune pagine del Vangelo di Marco ( la cosidetta “sezione dei pani” ). Non mancherà anche qualche riferimento al tema dell’Expo 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”. Il calendario degli incontri sarà il seguente: 22 ottobre, 12 novembre, 10 dicembre, 21 gennaio, 11 febbraio, 11 marzo, 15 aprile.


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Notizie/Gruppo Solidarietà Africa

Ebola imperversa ma non ferma i progetti Parte il corso <Un ponte intorno al mondo>

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n queste ultime settimane si è presentato il problema dell’infezione da virus Ebola anche nei Paesi sede di progetti del GSA. La missione delle suore Domenicane del S. Rosario in Costa d’Avorio a Zouan-Hounien è sul confine con la Liberia, una tra le zone più colpite dall’epidemia. In questo villaggio il GSA è impegnato nella realizzazione del nuovo centro sanitario. Il rischio che l’epidemia si espanda in questa regione ha rallentato le attività ed innalzato i livelli di protezione per il personale che, in condizioni ancora molto precarie, deve assicurare un minimo di assistenza a tante persone, compresi quanti sono in fuga dalla Liberia. Situazione analoga a Tanguiéta in Bénin dove fra Fiorenzo è coordinatore della azioni di protezione e prevenzione per il nord del Paese. L’ospedale è in massima allerta e gli esperti GSA hanno già fornito le indicazioni specifiche per applicare alle strutture dell’ospedale le indicazioni fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le missioni GSA nei Paesi interessati restano definite, salvo modifiche importanti degli scenari, in accordo con le indicazioni che verranno fornite dall’OMS e dell’Istituto Superiore di Sanità italiano, in prima linea nella lotta all’infezione. Giunto alla quinta edizione, si svolgerà a novembre il corso “Un ponte intorno al mondo” proposto dal GSA ai giovani di IV e V superiore

come scoperta del volontariato e della cooperazione internazionale. Il corso si svolgerà presso il Centro culturale San Benedetto di via Lazzaretto 3, impegnando i partecipanti per tre pomeriggi (11,19 e 27 novembre dalle 15 alle 18) e un’intera giornata (sabato 13 dicembre dalle 9 alle 16) con lezioni e gruppi di lavoro alla presenza di esperti in ambito di volontariato e cooperazione. La frequenza sarà certificata e segnalata agli insegnanti delle scuole di riferimento; al termine sarà rilasciato un diploma valido ai fini curriculari. L’iniziativa è condivisa con Auxilium India, Associazio-

ne Carla Crippa, Avis, Scuola per stranieri, Seregno Soccorso, Centro orientamento Educativo (COE) e Cooperazione Internazionale (COOPI) di Milano. Il corso si propone di offrire ai giovani partecipanti la possibilità di interagire con l’articolato mondo del volontariato e di individuare, anche in vista delle scelte universitarie, eventuali percorsi in grado di sviluppare capacità di condivisione in ambito progettuale a livello internazionale. L’attenzione e l’impegno delle scuole superiori hanno garantito un’importante partecipazione nelle passate edizioni, e numerosi allievi del corso, dopo aver comple-

tato la formazione in ambito professionale, hanno dato e stanno dando il loro contributo a progetti del GSA. Informazioni più dettagliate sul corso e le modalità di iscrizione sono disponibili su www.gsafrica.it o contattando l’associazione all’indirizzo gsafrica@tin.it Ricordiamo infine l’iniziativa Castagne della Solidarietà nei giorni 1 e 2 novembre con la vendita di caldarroste in piazzale del Cimitero a sostegno del progetto Incontro alla vita per la tutela della gravidanza, del parto e della prima infanzia all’Ospedale di Weme in Ghana.

Notizie/Le attività dei Granis

Attenzione alla crisi economica e formazione La perdurante crisi economica conferma l’attualità del Fondo Famiglia e Lavoro proposto dalla Diocesi di Milano per aiutare chi subisce la crisi con la perdita del lavoro. Avendo erogato tutto quanto raccolto (oltre 5 milioni di euro), compito culturale dei Granis è anche quello di evidenziare la necessità di rifinanziare questo strumento anticrisi: “Un buon investimento ha un nome ed una faccia” è lo slogan di questo settembre 2014. Altro fronte da riprendere è quello della formazione socio-politica. Occorre accompagnare le persone impegnate in politica (o che vorrebbero farlo) facendo in modo che non si sentano sole e al contempo urge la formazione di giovani. Le prossime elezioni amministrative sono un banco di prova per la scuola di formazione “Date a Cesare” che di recente ha coinvolto diversi giovani di vari decanati (Seveso, Erba, Varese, Mi-

lano). Rapportandosi con Acli e Caritas ci si accorge, anche a Seregno, che non solo manca il lavoro, a volte la casa, ma anche il cibo è una conquista non scontata. La mensa della S.Vincenzo e i pacchi alimentari ce lo mostrano ogni giorno. Expo 2015 non è una bella vetrina. Che cosa vuol dire nutrire il pianeta? Questa crisi ha certamente messo in discussione anche i nostri stili di vita e allargato la disparità tra chi spreca e chi manca del necessario. Non è solo il problema della fame nel mondo. Arrivarci culturalmente preparati è anche l’impegno locale dei Granis. Anche nel nostro nuovo decanato di Seregno-Seveso, favorire il discernimento sotto lo stimolo della parola dell’Arcivescovo è forse il nostro primo scopo. Per aggiornamenti e riflessioni: Chiesadimilano.it/ pastoralesociale


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L’Amico della Famiglia Notizie/La professione di Giovanna Agostini

Ausiliaria diocesana, scelta totale di vivere per Cristo tra i fratelli

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iovanna Agostini ha detto il suo “sì, per sempre”. Lo scorso 6 settembre, nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano e nelle mani del Vicario Generale della Diocesi monsignor Mario Delpini, ha emesso la propria professione perpetua, confermando definitivamente la propria scelta vocazionale di Ausiliaria Diocesana, scegliendo di vivere per Cristo mettendosi nella piena disposizione dell’Arcivescovo di Milano. Accanto a lei, la consorella Paola Vitali, con la quale ha condiviso il cammino di formazione. Da sette anni Giovanna Agostini collabora con le parrocchie di Santa Valeria e Ceredo per la

La professione di Giovanna Agostini pastorale giovanile, ruolo che ora le è stato formalizzato per l’intera comunità pastorale. “Dentro di me ho una gioia intensa e profonda, ho quella gioia che dona la pace nel cuore: auguro a tutti di arri-

Notizie/Gruppo Osanna

vare a provare una gioia come quella che sto provando io”, ha detto Giovanna salutando la comunità del Ceredo in una partecipata veglia di preghiera svoltasi la sera del 12 settembre.

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Scuola italiano per stranieri, ripartono i corsi Come per tutte le scuole, anche per la scuola di italiano per stranieri inizia un nuovo anno di lezioni a disposizione degli studenti che vogliono imparare la nostra lingua. Gli orari e i giorni per i corsi dei vari livelli sono il martedì e il giovedì dalle 14,30 alle 16 e le lezioni serali dalle 20,30 alle 22. E per iniziare bene proponiamo di passare “Un’ ora con... te”, appuntamento in programma per domenica 26 ottobre dalle 15,30 alle 16 nella sede della scuola in via Lamarmora, come momento di accoglienza dei nuovi iscritti, conoscenza di esperienze in campo sociale da parte di ospiti italiani e/o stranieri e degustazione di varie essenze di te.

Notizie/Unitalsi

A Montichiari per Paolo VI

Vacanze e pellegrinaggi

Il gruppo Osanna di Seregno con i gruppi e le comunità del rinnovamento nello Spirito parteciperà domenica 12 ottobre alla 36° convocazione regionale del movimento che si terrà al PalaGeorge a Montichiari (Bs). La giornata sarà dedicata alla commemorazione di papa Paolo VI in vista della sua beatificazione in programma domenica 19 ottobre. L’evento che vivremo sarà “Evento di Cultura di Pentecoste” ed assumerà dunque un significato storico e carismatico ripercorrendo le tappe del nostro cammino partendo proprio dalla figura di Papa Montini sino ai nostri giorni. Il Papa Paolo VI per il Rinnovamento è stato un “padre”, che gli ha aperto le porte della Chiesa. Nell’incontro con i Carismatici nella Pentecoste del 1975, tra le tante altre, pronunciò queste parole: “Questo Rinnovamento deve ringiovanire il mondo, deve dargli una spiritualità, deve riaprire le labbra chiuse alla preghiera, al canto, alla gioia, agli inni e alla testimonianza. E sarà una grande “chance” per il nostro tempo”. La Parola che farà da guida all’intera giornata è “La parola del Signore corra e sia glorificata” 2 Ts 3,1b; la consegneremo a Padre Raniero Cantalamessa che parteciperà insieme ad altri ospiti ed invitati.

Nei mesi di luglio e agosto la nostra Associazione è stata impegnata a organizzare le varie partenze per le vacanze marine a Borghetto S. Spirito. Domenica 13 luglio è stata effettuata una gita a Borghetto e al Santuario di Don Orione a Tortona alla quale hanno partecipato i genitori e gli amici dei “ragazzi” che erano in vacanza al mare. Sempre nel mese di agosto un gruppo di 15 pellegrini della nostra città si sono recati a Lourdes con il treno Unitalsi. All’inizio del mese di settembre c’è stata la prima manifestazione alla quale abbiamo partecipato, la Festa alla Madonna della Campagna nei giorni 5, 6 e 7. Lunedì 15 Settembre abbiamo invece collaborato con don Giuseppe nella parrocchia di S. Valeria nell’organizzare la celebrazione della S. Messa per gli ammalati e infermi. Infine sabato 4 ottobre abbiamo partecipato al pellegrinaggio serale a Caravaggio. Riprendono le attività consuete dell’associazione. Tutti i primi martedì di ogni mese incontro di amicizia presso le Madri Canossiane alle 20.30 con la celebrazione della S. Messa o con la sola recita del S. Rosario. Sabato 11 ottobre alle 15 al Lazzaretto sarà celebrata una S. Messa per gli ammalati, mentre domenica 26 ottobre nel pomeriggio castagnata da Franceschino.


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AGENDA: TUTTI GLI INDIRIZZI UTILI

Basilica San Giuseppe

Parrocchia Sant’Ambrogio

Mons. Bruno Molinari Piazza Libertà 6 Tel./Fax: 0362 231308/231347 Don Mauro Mascheroni Tel./Fax: 340 3859429 Don Francesco Scanziani Tel./Fax: 0331 867111 Don Gianfranco Redaelli Tel./Fax: 0362 223247 Mons. Luigi Schiatti Tel./Fax: 0362 235501 www.basilicasangiuseppe.it basilicasangiuseppe@tiscali.it seregnoprepositurale@chiesadimilano.it

Don Renato Bettinelli viale Edison 64 Tel./Fax: 0362 230810

via Piave 6 Tel./Fax: 0362 323002

Oratorio

Istituto Pozzi – Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli

Oratorio San Rocco

Resp. don Gianmario Poretti Via Cavour 85 Tel./Fax: 0362 241756 www.oratoriosanrocco.it info@oratoriosanrocco.it

Cine-teatro S. Rocco

via Cavour 85 Tel./Fax: 0362 230555/327352 www.teatrosanrocco.com info@teatrosanrocco.com

Parrocchia Santa Valeria Don Giuseppe Colombo via S. Anna 7 Tel./Fax: 0362 230096 Don Lino Magni Tel./Fax: 0362 224143 Don Sergio Ceppi Tel./Fax: 340 5403243 www.parrocchiasantavaleria.it info@parrocchiasantavaleria.it seregnosantavaleria@chiesadimilano.it

Oratorio San Domenico Savio Resp. Giulia Viggiani via Wagner 85 Tel./Fax: 0362 236128

Cine-teatro S. Valeria

Resp. don Gabriele Villa via don Gnocchi 2/3 www.psase.it - parrocchia@psase.it seregnosantambrogio@chiesadimilano.it

Cine-teatro S. Ambrogio viale Edison 54 Tel./Fax: 0362 222256

Parrocchia B.V. Addolorata al Lazzaretto Don Sergio Loforese via Vivaldi 16 Tel./Fax: 0362 239193 Don Pino Caimi Tel./Fax: 0362 232860 seregnolazzaretto@chiesadimilano.it

Parrocchia San Carlo Don Alessandro Chiesa via Borromeo 13 Tel./Fax: 0362 16500197 Don Giuseppe Pastori Tel./Fax: 0362 629635 www.sancarloseregno.it parrocchia@sancarloseregno.it seregnosancarlo@chiesadimilano.it

Abbazia San Benedetto via Stefano da Seregno 100 Tel./Fax: 0362 268911/321130

Centro culturale San Benedetto

Istituto educativoassistenziale Cabiati Ronzoni Suore Sacramentine di Bergamo

via S. Benedetto 49 Tel./Fax: 0362 231230 Suore Sacramentine di Bergamo

via Don Gnocchi 25 Tel./Fax: 0362 237107

Istituto Figlie della Carità Canossiane via Torricelli 38 Tel./Fax: 0362 237704

Circolo culturale S. Giuseppe Centro pastorale Mons. Enrico Ratti

via Cavour 25

www.circolosangiuseppeseregno.com circolosangiuseppe@libero.it

Fondazione per la famiglia E. Stein Onlus

Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento

consultoriofamiliareinte@tin.it Orari apertura: lunedi-martedì-giovedì ore 1419 – mercoledì-venerdì ore 9-12 – sabato ore 14-17

Parrocchia San Giovanni Bosco al Ceredo

Cappella Ospedale Trabattoni

Resp. Giovanna Agostini via Tiziano Vecellio Tel./Fax: 0362 238382 www.parrocchiaceredo.it segreteria@parrocchiaceredo.it ceredo@chiesadimilano.it

www.istitutopozzi.it

Consultorio Interdecanale La Famiglia Centro pastorale Mons. Enrico Ratti

via Stefano da Seregno 52 Tel./Fax: 0362 238368

Oratorio

via Alfieri 8 Tel./Fax: 0362 231217

via Lazzaretto 3 Tel./Fax: 0362 231772

via Wagner 85 Tel./Fax: 0362 326640

Don Sergio Dell’Orto

Istituto Don Gnocchi

Don Paolo Morelli

via Verdi 2 Tel./Fax: 0362 223217

Santuario di Maria Ausiliatrice Piccolo Cottolengo don Orione

via Verdi 85 Tel./Fax: 0362 22881

via Cavour 25 Tel./Fax: 0362 234798

Unitalsi via Torricelli 42 - Seregno Tel./Fax: 0362 239074 (delegato Silvio Agradi)

Tel./Fax: 0362 235943 (Rosanna Tagliasacchi)

Tel./Fax: 349 2935093

unitalsi.seregno@alice.it www.unitalsi.it Incontro ogni mercoledì dalle ore 16 alle ore 17 presso Centro pastorale Mons. Enrico Ratti via Cavour 25


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AGENDA: TUTTI GLI INDIRIZZI UTILI

Movimento Terza Età

Centro Ascolto decanale Caritas

Centro pastorale Mons. Enrico Ratti

via Cavour 25

Ritrovo ogni giovedì pomeriggio dalle 15.30 alle 17

Rinnovamento nello Spirito Santo (R.n.S.) Gruppo Osanna

www.rns-lombardia.it/www.rns-italia.it rocco.cotardo@virgilio.it Ritrovo ogni giovedì: ore 20.30 Santa Messa parrocchiale – segue preghiera comunitaria carismatica ore 21-22.30

Associazione dilettantistica Polisportiva GXXIII

Circolo ACLI di Seregno

s.carloseregno@virgilio.it

Gruppo Scout Seregno 1 presso parrocchia S. Valeria capigruppo@seregnouno.it - www.seregnouno.it

AIMC sezione di Seregno via G. Galilei 52 Cell. 3281216826

seregnodancecentre@polisportivag23.com

emanuele.verdura@libero.it

Scuola di italiano per stranieri “Culture senza frontiere”

Movimento dei Focolari Seregno presso Fumagalli Cesare

via Lamarmora 43

via Enrico Toti 38 ore

Conferenza S. Vincenzo de’ Paoli Mensa della Solidarietà – Segreteria

via Lamarmora 43 Cell. 334 1805818

Orari di apertura: dal lunedì al sabato ore 11.30/12.30 Punto di raccolta indumenti

presso Istituto Pozzi - via Sicilia Cell. 338 3776091

Orari di apertura: ogni lunedì, ore 15-17 Punto di distribuzione

presso Istituto Pozzi – via Sicilia Cell. 338 3776091

Orari di apertura: ogni giovedì, ore 15-17

Movimento per la Vita/ Centro Aiuto alla Vita presso Centro Ascolto Caritas

Istituto Pozzi – via Alfieri 6 Tel./Fax: 0362 222397/239431 per urgenze

m.p.v.seregno@tiscali.it www.mpv.org Orari di apertura: mercoledì ore 17-19 – sabato ore 10-12

maternacabiati@libero.it

Scuola dell’infanzia S. Carlo

presso presidente prof. Emanuele Verdura

via Lamarmora 43 Tel./Fax: 0362 231609

via Grandi 7 Tel./Fax: 0362 231089

cdaseregno@gmail.com

via Carlini 11 Tel./Fax: 0362 244047/230047

via Tiziano 2 Cell. 333 6425504

Cell. 393 0428986

via Alfieri, 6 Tel./Fax: 0362 222397 Orari di apertura: mercoledì ore 17-19 – sabato ore 10-12

presso Chiesa di San Giovanni Bosco

borgonovo.laura@gmail.com Orari di apertura: martedì e giovedì 14.30/16.00 - ore 20.30/22.00 Inizio corsi 2014: 23 settembre 2014

presso Istituto Pozzi

Scuola dell’infanzia O. Cabiati

fumagallicesare@hotmail.com

Scuole Paritarie Asilo Nido e scuola dell’infanzia M. Immacolata via Lamarmora 43 Tel./Fax: 0362 237670 nido.immacolata@libero.it

Scuola dell’infanzia Ottolina Silva

via Montello 276 Tel./Fax: 0362 320940

scuolaottolinasilva@libero.it

Scuola dell’infanzia De Nova Archinti

via S. De Nova 38 Tel./Fax: 0362 231390

www.santinodenova.altervista.org

Scuola dell’infanzia Ronzoni Silva

via Toti 3 Tel./Fax: 0362 238296

segreteria@scuolamaterna-ronzonisilva.it www.scuolamaternaronzonisilva.it pagina facebook: Scuola Materna Ronzoni Silva, via E.Toti 3, Seregno

via S. Carlo 43 Tel./Fax: 0362 629910

Scuola parrocchiale S. Ambrogio via Edison 54/D ang. Via Don Gnocchi Scuola dell’infanzia Romeo e Gianna Mariani

Tel./Fax: 0362 330220 Scuola Primaria e Secondaria di I grado

Tel./Fax: 0362 234186 s.ambrogio@tin.it

Collegio Arcivescovile Ballerini Don Gianluigi Frova e don Guido Gregorini via Verdi 77 Tel./Fax: 0362 235501-2/238788 info.ballerini@collegifacec.it www.collegioballerini.it

Istituto Europeo M. Candia e scuola dell’infanzia S. Giuseppe Via Torricelli 37 Tel./Fax: 0362 230110/1570309 segreteria@iemcandia.org www.iemcandia.org

Auxilium India Onlus via Carlini 15 Tel./Fax: 0362 239431 www.auxiliumindia.it auxiliumindia@tiscali.it

Associazione Carla Crippa Onlus presso Circolo culturale S. Giuseppe Centro pastorale Mons. Enrico Ratti

via Cavour 25 Cell. 333 9560868 / 333 3104354 www.associazionecarlacrippa.org info@associazionecarlacrippa.org

Gruppo Solidarietà Africa Onlus via S. Benedetto 25 Tel./Fax: 0362 221280 www.gsafrica.it gsafrica@tin.it


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ORARIO DELLE SANTE MESSE

SS. MESSE VIGILIARI (sabato pomeriggio e sera) 16.30 17.30 18.00

18.30 19.00 20.00 20.30

Don Gnocchi Don Orione Basilica S. Ambrogio S. Carlo Abbazia S. Valeria Ceredo Ospedale S. Salvatore Lazzaretto

SS. MESSE FESTIVE (domenica e festivi) 7.00 7.30

Don Orione S. Valeria

7.30 8.00

8.30 8.45 9.00 9.30 9.45 10.00 10.30

Basilica S. Ambrogio Ceredo Abbazia Sacramentine Basilica Ospedale Istituto Pozzi S. Valeria Don Orione Abbazia S. Ambrogio Basilica Lazzaretto S. Carlo Ceredo S. Cuore S. Salvatore

11.00 11.15 11.30 17.00 17.30 18.00

18.30 20.30

S. Valeria Don Orione Abbazia S. Ambrogio Lazzaretto Basilica Don Gnocchi Don Orione Ceredo Basilica S. Carlo Abbazia S. Valeria Lazzaretto S. Ambrogio

SS. MESSE FERIALI 7.00

Sacramentine Istituto Pozzi Abbazia

7.30 8.00 8.30

9.00 15.30 16.30 17.30 18.00 18.30 20.30

Basilica S. Salvatore S. Valeria Don Orione Ceredo S. Ambrogio Lazzaretto S. Carlo Basilica Cappella Ospedale Don Gnocchi Don Orione Basilica Abbazia S. Valeria S. Ambrogio Vignoli (mercoledì) Ceredo (giovedì)

STATISTICHE AGOSTO/SETTEMBRE

PARROCCHIA SAN GIUSEPPE BATTESIMI Gregorio Corti, Andrea Cappellini, Asia Redaelli, Leonardo Bandiera, Vittoria Preite, Giuditta Mondellini, Sofia Randisi, Andrea Monti, Edoardo Franzo, Matilde Bianchi, Sophia Gil Claudio, Thomas Newton, Lorenzo Pavan, Leonardo Greco Lucchina, Alexandra Bellinazzi, Andrea Clemente, Marco Censini, Chiara Scalon, Luca Pagnottella, Anna Villa, Nicolò Basile. Totale anno: 111 MATRIMONI Eleonora Russo e Luca Turati, Giuditta Pesce e Matteo Galli, Francesca Fuscio e Fabio Corbetta, Michela Mariani e Raffaello Fossati, Viviana Marelli e Luca Galli. Totale anno: 34 DEFUNTI Ferruccio Pellizzoni (anni 84), Angela Mariani (anni 81), Carmela Guarnieri (55 anni), Filippo Ballabio (anni 67), Savina Rampazzo (anni 75), Maria Assunta Frigerio (anni 86), Giampaolo Parilli (anni 75), Giovanni Colpani (anni 87), Pietro Ballabio (anni 81),

Tarsilia Merlo (anni 86), Antonio Iervolino (anni 84), Alma Spinelli (anni 90), Aldo Viganò (anni 86), Crocifissa Comparetti (anni 85), Angelo Testi (anni 83), Remo Gasparello (anni 79), Rosa Marino (anni 70), Irene Bellini (anni 96), Francesca Ghigini (anni 90), Luigi Mariani (anni 57), Silvia Marta (anni 86). Totale anno: 125

ra (anni 84), Vittoria Fenaroli (anni 84). Totale anno: 52

Costarelli, Nicole Morello. Totale anno: 6

PARROCCHIA SANTA VALERIA

DEFUNTI Antonio Forte (anni 56), Giovanna Cattaneo (anni 87), Emilio Sala (anni 80). Totale anno: 24

PARROCCHIA SANT’AMBROGIO

MATRIMONI Silvia Borrelli e Mirko Catalano, Elisa Somaschini e Cristian Melis, Anna Maria Villa e Alessandro Di Cagno, Francesca Russo e Damiano Isella, Marta Silva e Ruggero Luigi Baroni, Veronica Scarico e Alessandro Carra. Totale anno: 16

BATTESIMI Gaia Mariani, Tommaso Colzani, Diego Arosio, Miriam Caliandro, Federica Grasso, Anita Farinato, Ambra Gualtieri. Totale anno: 27 MATRIMONI Alessandra Sartori e Dario Candin, Alfonsa Ghidelli e Roberto Lucatelli. Totale anno: 8 DEFUNTI Carolina Francesca Tagliabue (anni 92), Cesare Ravasi (anni 91), Donata Trivisano (anni 89), Achille Bruno Borghi (anni 56), Irene Viganò (anni 62), Rosa Vendrame (anni 91), Rina Lidia Zorloni (anni 88), Maria Bambina Nova-

BATTESIMI Nora Bacchiocchi, Giacomo Prestifilippo, Gaia Ballabio, Nicolas Logrillo, Sebastiano Silva, Edoardo Ghezzi, Tommaso Ghezzi. Totale anno: 33

DEFUNTI Giuseppina Confalonieri (anni 64), Anna Santoro (anni 86), Zaira Gobbi (anni 90), Renata Ester Cantù (anni 69), Giovanna Anna Frigerio (anni 91). Totale anno: 54

PARROCCHIA B.V. ADDOLORATA AL LAZZARETTO BATTESIMI Christian Colombi, Mattia

PARROCCHIA SAN GIOVANNI BOSCO AL CEREDO MATRIMONI Alessandra Caglio e Davide Terraneo. Totale anno: 2 DEFUNTI Giambattista Ravasi (anni 82), Danilo Moro (anni 94). Totale anno: 19

PARROCCHIA SAN CARLO MATRIMONI Francesca Dolci e Gianluca Paladino. Totale anno: 4 DEFUNTI Luisa Guardavascio (anni 47), Rosalba Mariani (anni 73). Totale anno: 23




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