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Dicembre 2014
L’Amico della Famiglia Editoriale
Quel presepe è ancora il modo vero per capire ed entrare nel Natale
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SOMMARIO Natale: i ricordi di suor Anna in Ciad Pagine 4-5 Natale: la passione del presepe Pagine 6-7-8-9 Natale: celebrazioni, novene e concerti Pagine 10-11 Natale: gesto di carità per L’Aliante e Spazio Aperto Pagine 12-13
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e c’è ancora oggi, in piena civiltà telematica e tecno scientifica, una rappresentazione che sappia rendere evidente e comprensibile la vicenda della nascita di Cristo, il Dio che si fa uomo, e che di conseguenza costituisca l’essenza più vera, fedele e addirittura ‘reale’ del Natale, questa è sicuramente il presepe. Pur con tutte le varianti di tecniche e di materiali, di scenografia e di contestualizzazione, quella ripetizione della scena della nascita di Gesù, con il bambinello venuto alla luce in condizioni di estrema, totale, povertà e precarietà e accudito con infinita tenerezza dalla madre, Maria, e dal padre putativo, Giuseppe, capace di accettare il ‘mistero’ di una incarnazione divina in forza di una ineguagliabile manifestazione e testimonianza di fede, ci richiama ogni volta, ogni anno, a riconsiderare la forza esplosiva e rivoluzionaria di quell’“avvenimento”, codificato temporalmente nel 25 dicembre di oltre duemila anni fa e che ha determinato l’inizio di una nuova storia dell’umanità. Ed è sempre sorprendente constatare come a distanza di oltre due millenni la condizione di emarginazione che il creatore del mondo ha scelto per farsi uomo, non solo da un lato induca a stupirsi della meraviglia che sempre suscita la nascita di un essere umano in qualsiasi situazione essa avvenga ma, al contempo, e dall’altro lato, a dover prendere atto di come una intera storia di sviluppo e progresso dell’umanità non sia ancora riuscita a superare e cancellare tante disuguaglianze, tante povertà, tante miserie di ogni genere. Tutto ciò serve, continuamente, a farci comprendere che pur nella gioia autentica della fe-
Corteo dei magi, la nuova generazione Pagine 14-15 sta per un bambino venuto al mondo, proprio il ‘come’ questo è avvenuto lo possiamo ritrovare molto spesso intorno, anche molto vicino a noi, messaggio inequivocabile che quella ‘legge dell’amore’ che Cristo ha voluto ed è venuto ad insegnarci non solo la dobbiamo ancora fare nostra, rendere ragione unica di vita, ma ancor più incarnare, realizzare in quel ‘ama il prossimo tuo come te stesso’ nel senso più autentico e concreto. Da questo punto di vista il presepe è sicuramente il modo vero, unico, per guardare ed entrare nel Natale, isolandolo di fatto da quella sorta di coacervo di esteriorità consumistiche che lo stanno sempre più snaturando. Il presepe proprio per la sua composizione è in questo momento il richiamo più forte a quelle ‘periferie’ di ogni genere e situazioni che anche e soprattutto come Chiesa siamo chiamati ad affrontare, vivere e condividere. Con e in una prospettiva totalmente nuova che vede impegnati e corresponsabili tutti i credenti, i battezzati, qualunque sia il loro carisma e la loro vocazione, il loro ruolo e il loro posto nella comunità, anche la nostra, cittadina e/o parrocchiale che sia, in tutte le sue articolazioni ed espressioni. E’ sicuramente molto positivo e incoraggiante che il Natale sia celebrato con tanti momenti di spiritualità, di liturgia e anche di solidarietà umana. Ma tutto e comunque non può prescindere dal fatto che proprio il presepe sta lì a ricordarci che quel Bambino ‘viene ad abitare in mezzo a noi’. Ed è quello il motivo per cui possiamo e dobbiamo fare festa. Auguri. Luigi Losa
Te deum: l’appuntamento del 31 dicembre Pagina 16 Molinari spiega il tema dell’anno pastorale Pagina 17 La nuova pastorale dei battesimi Pagina 19 Don Giuseppe Pastori compie 90 anni Pagine 20-21 Convegno Caritas: il posto dei poveri Pagina 23 Oratori
Pagine 24-25
Scuole paritarie i 30 anni del Candia Pagine 26-27 Parrocchie Pagine 29-31-33-35-37 Comunità religiose Pagina 39 Notizie da gruppi ed associazioni Pagine 41-42-43-44 45-46-47 Agenda
Pagine 48-49-50
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I ricordi della seregnese suor Anna Vergani, saveriana oggi a Parma
Il mio primo Natale in Ciad con quella paglia che mi rimandava alla culla di Betlemme
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Mi guardavo intorno. Campi sterminati di erba secca, color giallo oro. Un’erba che si intreccia su se stessa, quasi a formare delle ghirlande. Eravamo nel cuore della stagione secca, con il cielo da cui non cadeva pioggia da almeno tre mesi. Ho pensato: ecco, qui non ci sono gli addobbi di Natale. Ma ci pensa la natura, con le sue forme ed i suoi colori a creare i colori della festa!” Così Anna Vergani, suora saveriana di origine seregnese, racconta il suo primo Natale in Ciad. Oggi, suor Anna vive a Parma, al “Pozzo di Sicar” (casa di accoglienza per donne straniere), ma con il suo ricordo dell’Africa ci propone una chiave di lettura inconsueta per il Natale, per un appuntamento capace di ritrovare un senso, un fascino ed un valore anche senza tutta una serie di elementi esteriori (addobbi, regali, neve, alberi di Natale, panettoni...) che chi ha conosciuto solo Natali in Brianza dà per scontato facciano parte integrante e forse sostanziale della festa. “Mi guardavo intorno. Vi sono grandi spazi occupati dalla paglia: in Ciad, tutto nella stagione secca (da settembre a maggio) è paglia! Ho ripensato a Gesù Bambino deposto nella paglia, e mi sono detta: “ecco, questa terra, questo Paese sono il simbolo della culla di Gesù. L’idea mi ha anche un po’ aiutato a realizzare un piccolo presepe per la casa di noi missionarie. Ho preso un pentolone, uno di quelli con cui si cucinano i pranzi comunitari. L’ho riempito di miglio. Che è cibo, ma che è anche la base da cui si fermenta la bili-bili, una
Suor Anna Vergani quand’era in Ciad bevanda alcolica il cui abuso rovina gli uomini. Ho deposto il bambino sul miglio. Questa idea del presepe ha incuriosito i bambini della Missione: la nostra cappella è così divenuta “meta di pellegrinaggio” per venire a vederlo. Ogni gruppetto di “pellegrini” che arrivava ci ha offerto l’occasione per una piccola catechesi: vedete, Gesù arriva e si pone nel mondo, vive con noi e ci mostra che il mondo è pieno di “buono” e che noi tutti siamo chiamati ad utilizzare le cose del mondo per finalità belle, contribuendo, collaborando cosi a moltiplicare il “buono” ! L’idea del presepe aveva subito conquistato i bambini, che poi erano andati a casa a realizzare un piccolo presepe, fatto con piccole o piccolissime cose come semplice erba intrecciata”. Quindi, la gente africana si
lascia coinvolgere dal senso del Natale... “Si, la festa è importante e si capisce. Però non è pervasa dalla frenesia e da quel briciolo di retorica, come invece accade in Italia. La festa si cala nel quotidiano e viene vissuta serenamente, nel contesto della tranquillità di tutti i giorni!” Quali sono i segni della festa che ricorda con maggiore forza... “Natale è l’accoglienza della nascita di una speranza nuova. In Ciad, quando nasce un bambino, lo si accoglie facendo pulizia attorno alla casa in cui è nato. I bambini della missione avevano interpretato con la stessa gioia e lo stesso rituale l’accoglienza per la nascita di Gesù Bambino: era bello vederli mentre si davano da fare a fare pulizia attorno all’ “area sacra” della parrocchia
(la “chiesa” è fatta da alberi con fogliame) , raccogliendo i sacchetti abbandonati dal recente mercato!” Immagino che anche le liturgie del Natale riscuotano una partecipazione particolare... “La Missione serve un territorio ampio non so quante centinaia di chilometri quadrati. Alcune famiglie percorrono anche due ore e mezza di cammino per arrivare in “chiesa”. Qualche volta, quando il numero dei sacerdoti della missione lo consente, si celebrano più messe, e per il villaggio che le ospita è una festa inimmaginabile. Se no, tutti vengono alla parrocchia. Vengono la sera della vigilia di Natale, guidati dalla luce delle torce. Partecipano alla messa di Mezzanotte, che magari inizia qualche ora prima. Poi, si fermano a dormire e vegliare nella proprietà della parrocchia… come i pastori vegliarono davanti alla stalla e solo l’indomani tornano alle loro case”. Nel contesto non prevalentemente cristiano, come è percepita la festa? “Nei villaggi, la vita della gente è condivisa con tutti. Le case sono fatte solo per andarci a dormire: il resto della vita scorre all’aperto. Nella zona di Berem (sud ovest del Ciad), dove stavo io, ci sono cristiani (cattolici e protestanti), musulmani e praticanti delle religioni tradizionali. Le feste di un gruppo religioso diventano le feste di tutti: ci si scambia gli auguri, si partecipa ai giochi. E’ la condivisione di ciò che fa parte del vivere, di ciò che è bello e dà speranza!” Sergio Lambrugo
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La storia di una vocazione
Cinque anni nella “sua” Africa Suor Anna Vergani è, cronologicamente, la penultima vocazione missionaria espressa dalle comunità cristiana seregnesi (dopo di lei, l’esperienza come laico “fidei donum” di Mirko Pozzi). Un vocazione maturata quando lei aveva 29 anni ed un lavoro come segretaria presso la scuola parrocchiale Maria Immacolata lasciato alle spalle senza esitazioni per seguire il nuovo progetto di vita. Era il 1997 quando Anna Vergani iniziava il suo percorso formativo presso la Casa Madre delle Suore Saveriane, a Parma. Dopo quattro anni di formazione, emette i voti e viene inviata presso una delle missioni della Provincia Camerun-Ciad, appunto in Ciad, a Berem. L’esperienza africana è stata comprensibilmente molto forte, di quelle che lasciano un segno profondo: “Per cinque anni e
mezzo – ha scritto al suo ritorno - ho avuto la grazia di vivere a Berem, tra il popolo Mussey. All’inizio ero sbalordita nel vedere la gente vivere nell’assoluta normalità condizioni ai miei occhi difficili e nel vedere che alcuni alberi resistevano agli attacchi del fuoco rimanendo capaci di dare ombra e, secondo la specie, anche frutti mangiabili. Mi dicevo: Dio è veramente il Dio dell’impossibile; se qui c’è vita senz’altro ci sta mettendo del suo e allora tutto diventa possibile, se veramente ci si affida a Lui!” Dal 2007 vive a Parma, ed oggi presta il proprio servizio al “Pozzo di Sicar”, casa di accoglienza per donne straniere con una storia alle spalle spesso malamente intrecciata, giunte in Italia per vie differenti. Il ricordo dell’Africa, però, è ben vivo nella sua mente. S.L.
Quelli che per lavoro il 25 dicembre è un giorno come gli altri
La malinconia di Paola e Gianni che anche quest’anno festeggeranno il “giorno dopo”
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atale con i tuoi. Magari. Per tanti a Natale si lavora. Non sono più solo i ferrovieri o chi col suo lavoro permette agli altri di fare festa. Sono i lavoratori del commercio e della grande distribuzione che, a colpi di liberalizzazioni, deve azionare una macchina che non si spegne mai, aperta 24 ore al giorno, 365 giorni su 365. Ingranaggi di un paradosso in tempi di calo dei consumi (-2,5% lo scorso anno) sono anche Paola e Gianni, cassiera in un supermercato lei, addetto di una cooperativa lui (“in pratica siamo i tuttofare dei punti vendita”). “C’è sempre un po’ di malinconia a pensare che il 25 dicembre sarà una giornata come
le altre”, attacca Paola, “Sveglia presto e via a lavorare, dopo un dicembre sempre in attività e con la richiesta di allungare la giornata lavorativa per far fronte all’incremento di domanda. Alla fine il nostro Natale sarà il giorno dopo, S.Stefano”, quando in effetti tutti sembrano concordi nel voler prendere un giorno di pausa. Gianni non sa: “I turni si stabiliscono giorno per giorno e, nell’ambito di una flessibilità ormai amplissima, per cui tutti fanno tutto, noi siamo quelli che non possono mai dire di no”. E così, alla fine, lo devi pure benedire questo ritmo poco umano. “Di ‘sti tempi avercelo il lavoro” puntualizzano quasi ad ogni frase i coniugi. “Ma ci resta poco tempo per nostro figlio, che sta più coi nonni che con noi. Ci manca il tem-
po per la famiglia. Già, la famiglia: il VII Incontro Mondiale delle Famiglie ospitato a Milano nel 2012, cercò di capire come vivere le relazioni (la famiglia), abitare il mondo (il lavoro), umanizzando il tempo (la festa). Un equilibrio faticoso, per non dire compromesso. Federesercenti con il sostegno della Cei, Conferenza Episcopale Italiana, da un paio d’anni sta portando avanti la campagna “Liberaladomenica”. Sono state raccolte molte più delle 50 mila firme necessarie per promuovere una legge di iniziativa popolare che il 14 maggio scorso è stata depositata alla Camera. Ma anche per quest’anno, Paola e Gianni festeggeranno Natale il giorno dopo, a S.Stefano. Fabio Brenna
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Basilica San Giuseppe
Una nuova culla per il bambinello ma sempre in stile napoletano
L’Amico della Famiglia Tradizioni/Parla Paolo Viganò
Presepe che passione, dalla casa all’oratorio
Il gruppo guidato da Francesco Viganò al lavoro Come è nata e continua la tradizione del presepe in basilica san Giuseppe (nella foto una delle edizioni degli anni scorsi), lo abbiamo chiesto al giovane Francesco Viganò, esperto e grande appassionato di presepistica. Il presepio basa la sua bellezza sul fascino intramontabile delle figure in terracotta del laboratorio di Angela Tripi di Palermo, casa da cui nascono alcune delle più belle statue di varie dimensioni e soggetti nel mondo; l’investimento della basilica, all’epoca di monsignor Gandini, ha dotato il tempio di queste maestose opere, che da vent’anni sono le protagoniste, in squisita proporzione con lo spazio e la struttura della cappella che ogni anno viene dedicata al presepio. Chi lo realizza? Dal 2011 l’allestimento del presepio è curato dagli esperti del Gsa, che da ormai dieci anni sono a vario titolo coinvolti nella costruzione di presepi di grandi dimensioni. È questa la sfida delle rappresentazioni sacre nei grandi ambienti come le chiese: riuscire a mantenere l’elevato livello tecnico richiesto dall’alta scuola italiana e spagnola e dalla ricchezza di particolari delle statue. Il poco tempo che deve intercorrere tra il montaggio della struttura portante e l’apertura del presepio rende necessaria la preparazione esterna degli elementi scenografici e l’allestimento rapido della rappresentazione definitiva. Il progetto mira a costruire, anno dopo anno, una scenografia sempre più ricca e completa, nello stile più tradizionale del presepio napoletano. Volta per volta viene aggiunto un particolare, la vegetazione, i ruderi, poi la macina, arrivata assieme al prezioso angelo sospeso a mezz’aria, da ultime le colonne con i capitelli in gesso scolpiti a mano per l’occasione. Qual è il soggetto di questo anno? Le componenti della scenografia appena descritte verranno completate da tessuti drappeggiati e da una nuova culla per Gesù bambino. La ricchezza brillante del presepio napoletano sembra poter stridere con l’ideale di povertà della Natività. Tuttavia, a ben osservare, tutta la ricchezza di colore, marmi e capitelli è accomunata dallo stato di inesorabile decadenza che caratterizza questi elementi tipicamente umani, temporanei e fragili, di fronte alla disarmante semplicità di un Bambino in cui riconosciamo il figlio di Dio, eterno nella sua divinità. P.V.
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La passione per il presepio è nata fin da piccolo in famiglia, si è sviluppata in abbazia san Benedetto all’epoca gloriosa degli anni ’60 con la presenza dei giovani monaci liceali che costruivano un grande presepio in cripta con l’aiuto di noi chierichetti”, così spiega Paolo Viganò, (nella foto) medico infettivologo di professione, fondatore e instancabile, infaticabile animatore del Gruppo Solidarietà Africa, con la grande passione per i presepi . “La presenza di don Ferdinando Mazzoleni - prosegue - al San Rocco, a metà degli anni Sessanta ha visto un potenziamento dell’interesse per il presepio con storiche realizzazioni sia nell’allora collegiata San Giuseppe che in oratorio. Era anche il periodo in cui la Repubblica Ragazzi promuoveva il concorso presepi in città. Tutti questi stimoli hanno contribuito a tener viva la passione per il presepio che si è ri-
accesa in modo decisivo con la partecipazione al corso presepi che si è svolta in città nel 2001 promosso da Giancarlo Salati, appassionato e famoso presepista e dagli Amici del Presepio di Giussano con la partecipazione dell’architetto spagnolo Vito Enriquez. Al corso ho partecipato accompagnando mio figlio Francesco che l’anno successivo si classificava primo assoluto al concorso diocesano della Fom (federazione oratori milanesi) nella sezione ragazzi”. Il racconto di Paolo Viganò continua così: “nel frattempo il Gsa faceva crescere al suo interno un gruppo di volonterosi che si specializzava nella realizzazione di presepi africani con ambientazioni tipiche delle regioni del Sahel dove il gruppo ha i suoi punti di riferimento per la realizzazione di progetti sanitari. Presepi in bronzo e in ebano, sono stati realizzati in abbazia San Benedetto, culla e prima sede del Gsa, fino alla creazione del grande presepe africano vo-
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Parrocchia Santa Valeria
Nuove energie cercansi per dare linfa alla squadra di mani fatate
Uno dei presepi ‘oratoriani’ degli anni scorsi luto dal circolo culturale San Giuseppe nel 2004”. Allo scopo di ottenere finanziamenti per i progetti in Africa, il Gsa ha presentato le sue realizzazioni dapprima nell’abbazia di via Stefano, poi in parrocchie, istituti o gruppi di aggregazione sedi di mostre e rassegne. I presepi del Gsa sono da anni presenti nella rassegna organizzata dal comune in galleria Mariani, così come a villa Litta a Lainate dove i presepi Gsa hanno riscosso sempre un grande apprezzamento dall’associazione Amici del Presepio che da quest’anno è motore di tutto l’associazionismo presepistico milanese. L’Oasi di Besana, le parrocchie santa Maria Goretti, Preziosissimo Sangue e santa Maria alla Fontana di Milano hanno più volte ospitato presepi africani così come il locale “centro Ronzoni-Villa”, fondazione don Gnocchi. Durante il mese di dicembre il Gsa sarà presente, oltre che a in città in abbazia e in galleria civica Mariani, anche a Lainate in Villa Litta e a Milano in santa Maria alla Fontana. Tutto questo impegno da parte di un nutrito gruppo di perso-
ne, tra cui diversi giovani, non è legato a vecchie tradizioni sentimentali o pietistiche, ma intende essere il tentativo di conciliare la frenetica attività di cooperazione sanitaria con Paesi in difficoltà e la riflessiva riproposizione di un contesto in cui si è fatto uomo il creatore del mondo. “Forse con un po’ di presunzione – conclude Paolo Viganò - mentre con il gesso, il polistirolo, la paglia e la segatura creiamo la casa per un piccolo Bambino fragile e bisognoso di tante cure, ci sembra di continuare in altri modi il lavoro che i volontari del Gsa svolgono in Africa con bambini denutriti, bambini soldato, bambini violentati, sapendo che il Bambino di gesso che mettiamo nella culla è il solo a cui poter affidare tutte le nostre speranze. Se anche la realizzazione dei presepi potesse costituire un motivo di riflessione e di condivisione per quanti aspettano il Natale e non solo il panettone, l’obiettivo sarebbe ampiamente raggiunto”. Paolo Volonterio
Nella parrocchia di S. Valeria fin dal 1981 è sempre stato presente un gruppo di volontari (nella foto di repertorio) che si occupava di realizzare il presepe in Santuario. Si trattava di circa quindici persone che con molta buona volontà a partire dal mese di ottobre si trovava periodicamente per costruire, settimana dopo settimana, un piccolo capolavoro che veniva terminato per la Vigilia di Natale. Si incominciava a pensare ad un tema e, scelta una idea di fondo, si costruiva un progetto. Si passava poi alla fase concreta, nella quale, a partire dalle diverse competenze del gruppo, si pensava all’effettiva realizzabilità di quanto si aveva pensato. Falegnami, elettricisti, decoratori e altre figure apparentemente meno qualificate ma ugualmente necessarie per poter portare a termine l’opera, si alternavano, poi, nel predisporre nel miglior modo possibile i materiali utilizzati: legno, carta, cartone, muschio, gesso (in gran quantità!), oltre a congegni e apparecchiature specifiche che servivano a creare gli immancabili effetti speciali. Tutto il lavoro era supportato da un necessario investimento economico offerto dalla parrocchia, che permetteva al gruppo di procurarsi quanto necessario per la realizzazione del progetto o per rinnovare alcune parti che avessero avuto bisogno di un rifacimento. Sofisticate apparecchiature servivano per creare gli effetti luce e per riprodurre i vari agenti atmosferici; mani pazienti decoravano fondali e le diverse componenti del paesaggio, sia naturali che urbani, con una attenzione molto precisa e persino “maniacale” anche ai più piccoli particolari. Ora, negli ultimi anni, l’entusiasmo si è un po’ affievolito, il gruppo trainante si è ridotto. Sono necessarie nuove energie sia perché il gruppo è cresciuto in “età e grazia” sia perché ci si rende conto che serve un rinnovamento nel modo di procedere. Il mutato contesto ecclesiale richiede al gruppo di saper modificare la propria mentalità anche nel progettare il presepe. Lo scorso anno il team ha optato per un modello “minimalista”. Quest’anno si sta accingendo a iniziare a progettare verso la fine del mese di novembre. Staremo a vedere quali sorprese lo staff dei volontari ci riserverà per il prossimo Natale! Paola Landra
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Parrocchia S. Ambrogio
Le periferie del mondo il tema della natività finita all’equatore
Una nuova location per la Natività. Non è irriverenza, ma lo scenario in cui verrà attualizzata l’allestimento tradizionale del presepe nella chiesa di S.Ambrogio (nella foto l’edizione dello scorso anno). Il nuovo scenario sono le periferie del mondo continuamente evocate da Papa Francesco. Dalla grotta di Betlemme alle tante situazioni di marginalità in cui fa irruzione la Buona Notizia. Anche quest’anno verrà mantenuta la tradizione di realizzare un presepe in chiesa. Un nuovo gruppo di parrocchiani si è assunto l’incarico di studiare e realizzare il progetto. Il “cantiere” è – come sempre - protetto dalla curiosità di chi vorrebbe vedere subito il risultato che si manifesterà nella Notte di Natale. Qualche indiscrezione filtra. La scena sarà dominata dal globo terrestre, con l’emisfero settentrionale aperto come una scatola. All’interno, sul piano dell’equatore, troverà posto il presepe vero e proprio. Sullo sfondo di questo mondo ci saranno le periferie verso cui Francesco ci spinge: e qui le anticipazione finiscono. La sorpresa sarà proprio vedere come saranno individuate e scelte queste periferie dell’umano. Come sempre si lavora nei ritagli di tempo e si prediligono materiali riciclabili o già di recupero, anche in questo caso per dare un ulteriore messaggio antispreco. Ai piedi del presepe si troveranno idealmente raccolti anche i frutti dell’impegno richiesto ai bambini e ragazzi del catechismo in questo Avvento 2014. Ogni domenica è stato chiesto di portare generi con cui alimentare il servizio della Caritas parrocchiale e del Centro di Aiuto alla Vita. Si è cominciato domenica 16 col latte a lunga conservazione per la Caritas; quindi i bambini hanno portato l’olio, per oggi sono stati chiesti zucchero e farina mentre il 21 dicembre porteranno i pelati; generi alimentari che la Caritas destinerà a famiglie in difficoltà. Per il Cav sono già stati portati i pannolini, mentre per il 14 dicembre è stato chiesto di donare latte in polvere. Gli stessi bambini e ragazzi realizzano nel corso dell’Avvento il “Dado della preghiera”. Ad ogni messa domenicale ne ricevono un pezzo che è invito alla recita in famiglia della preghiera stampata sopra. F. B.
L’Amico della Famiglia Parrocchia S. G. Bosco al Ceredo
Tante serate dopo cena occasione per creare un
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Troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoria” è il titolo del presepe che sta realizzando un gruppo di volontari della parrocchia San Giovanni Bosco al Ceredo. Il tema del presepe di quest’anno è stato preso dal vangelo secondo Luca al capitolo due «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». “Quest’anno – ci spiega Tommaso Amadio - abbiamo deciso di realizzare un presepe classico. Nel 2012 avevamo realizzato un vecchio cortile del quartiere del Ceredo e l’anno scorso invece abbiamo costruito
in miniatura la chiesa del Ceredo, in occasione dell’inizio dei festeggiamenti del 50° della parrocchia. Il gruppo che si impegna da diversi anni a realizzare il presepe in chiesa è composto da sei persone (Marzio A., Sandro L., Enrico C., Franco D., Tommaso A., Adriano F.) e da alcune donne che aiutano nell’allestimento. Da fine ottobre il gruppo si incontra dopo cena, almeno due o tre volte alla settimana, in un laboratorio. “Il presepe è realizzato nella maggior parte in polistirolo e poi verrà colorato con della tempera a spruzzo. Ecco alcune anticipazioni: in primo piano si vedrà una grossa capanna, con la natività, con i pastori e le pecore; guardando dai due archi della capanna si vedrà in lontananza il paesaggio, nel mezzo ci sarà un albero con
Parrocchia San Carlo
Una tenda per Gesù Bambino “Maestro, dove abiti?” E Gesù dice loro: “Venite e vedrete.” (Gv 1,36-39). Si, ma dove ci porta l’invito di Gesù oggi? Dove abiterebbe? È da questo interrogativo che si è materializzata “l’idea” per il presepio che sarà realizzato nella Chiesa parrocchiale di San Carlo per il Natale del Signore 2014. Prendiamo in prestito dal magistero di Papa Francesco alcune parole ormai di moda, “periferie del mondo”. Ascoltandole ci viene spontaneo considerare noi al centro ed altri (chissà chi) molto distanti ma… siamo sicuri che le “periferie” siano poi così lontane? La nostra parrocchia è geograficamente situata tra le periferie di due città, Desio e Seregno, quindi dopo tutto “periferia” è una parola che ci sentiamo cucita addosso con i suoi pregi e difetti e che gli abitanti del quartiere conoscono bene. Proviamo a farci una domanda: le “periferie umane” seguono i limiti territoriali e geografici o quelli dell’esistenza dell’uomo? Quest’anno la natività sarà essenziale, una tenda in cui nella notte santa deporremo il Bambino Gesù, una casa cucita addosso, relativamente sicura ma nello stesso tempo non così stabile, qualcosa di provvisorio pronto al rinnovamento continuo, quale, ad esempio, ci viene chiesto nel
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a lavorare insieme a vera condivisione
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Parrocchia B. V. Addolorata al Lazzaretto
Il magico trio che dalla natura trae ispirazioni e materie prime
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o , Il presepe allestito per quest’anno è e una fontanella e gli abitanti del Tommaso – è questa per noi una .villaggio che svolgono diversi bella occasione per ritrovarci nlavori, con l’aiuto di luci colorate condividendo alcune ore insie-si distingueranno le diverse ore me, oltre la routine quotidiana, del giorno e della notte, creando per allestire, con estro e fantasia, un effetto veramente suggesti- ogni anno un presepe diverso. ivo. Il presepe verrà allestito in Vi invitiamo a visitare il presepe una nicchia a destra dell’altare. che sarà pronto da domenica 7 Al di là dell’impegno – spiega dicembre.” P.D.
per dirci che la periferia è qui compiere i primi passi della comunità pastorale unica della città di Seregno. Questa tenda porterà impressa nella tela la rappresentazione della realtà ecclesiale della città, ci dirà che non occorre cercare molto lontano la conversione, deve iniziare da noi, perché se ci guardiamo ben bene attorno la periferia è accanto a noi! La povertà materiale crea in noi delle distinzioni ma quella umana ci rende tutti vulnerabili e disarmati: il Bambino posto nella sua culla qui, nel luogo dove lavoriamo, abitiamo e viviamo, ci apra gli occhi per riconoscere finalmente quella sorta di miseria spirituale che alberga in mezzo a noi. Il mistero del Natale è tutto racchiuso in una singola frase che la liturgia ci propone nella santa notte: “Il Verbo si fece carne e pose la sua tenda in mezzo a noi.” (Gv 1,14). Questa immagine dell’Esodo è quanto vogliamo concretamente realizzare nel presepe, perché se realmente ci convinciamo che il Bambino è venuto per stare stabilmente tra noi, non sarà uno dei tanti Natali vecchi e stantii che ci portano ad essere superficialmente buoni, ma forse la novità che aspettiamo da tutta una vita. Franco Bollati
Dalle dimensioni dei presepi che riescono a realizzare, non si direbbe che a lavorarci prevalentemente siano solo in due: Luigi Corti e Gianni Dalla Pozza, con l’assistenza di Giancarlo Viganò (nella foto) e pochi altri, costruiscono presepi per la chiesa del Lazzaretto dal 1990. La passione e l’entusiasmo per questo lavoro sono il motore dal quale scaturiscono ogni anno nuove idee, unite a una buona dose di curiosità e attenzione alla natura che li circonda. Così, ad esempio, una passeggiata sul lungomare di Alassio e la vista dei ciottoli arrotondati dall’acqua, fa scattare una scintilla nella mente di Luigi e dà vita al pavimento del presepio che hanno quasi finito di preparare per questo Natale. Oppure la camminata in un bosco dove raccogliere muschio e pezzi di legno apparentemente senza importanza, ma già trasformati in capanne, alberi o montagne, nella mente dei due. Fonte di ispirazione sono anche i presepi realizzati da altri gruppi e in altri paesi, che loro si divertono a visitare, sempre curiosi di imparare. La preparazione di un presepio non ha un tempo ben preciso. Può bastare un mese, mentre in alcuni casi, come quello di quest’anno, servono anche quattordici mesi. A volte cominciano a costruire un presepio per la loro casa, ma poi, aggiungi un pezzo qua, una casa là, un mulino davanti, un laghetto dietro, si dicono che forse è meglio portarlo in chiesa. E così fanno. I materiali che maggiormente usano sono legno e polistirolo, ma sono sempre aperti a nuove esperienze, pur mantenendosi su presepi classici. Dicono che sì, è vero, hanno imparato molto in questi anni, ma hanno ancora tanto da migliorare. Studiano le proporzioni e le prospettive, sapendo già che quando Giancarlo vedrà per la prima volta il loro lavoro troverà inevitabilmente dei difetti, delle parti da rifare, ma non si scoraggiano, anzi! Il confronto con altre persone è sempre stimolo a crescere. Hanno anche saputo usare attrezzi tipici dei falegnami in modo “atipico”, riuscendo agilmente ad intagliare centinaia e centinaia di tegole per i tetti delle casette. E invitano tutti a venire a vedere un lavoro “fatto col cuore”. N. M.
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Tutti gli appuntamenti e le celebrazioni in programma nelle comunità parrocchiali
Un Natale cristiano ancora tutto da vivere nel segno della presenza di Dio in mezzo a noi
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a festa del Santo Natale è ormai alle porte e le comunità parrocchiali si preparano a vivere intensamente il grande evento della nascita del Salvatore, l’evento che ha cambiato il corso della storia, un Dio che si è fatto carne per diventare nostro compagno di viaggio. Questo evento è per le nostre comunità parrocchiali un’importante occasione per rivivere quella magica notte di luce e tenerezza di un Dio che ci ama così tanto da farsi Bambino. Per prepararsi ad accogliere Gesù nel proprio cuore ci sarà la possibilità di accostarsi al sacramento della confessione, oltre durante il giorno nelle singole parrocchie, e anche nelle sere di: Venerdì 18 dicembre in Basilica e a Sant’Ambrogio; Lunedì 22 dicembre al Ceredo e a San Carlo; Martedì 23 dicembre a S. Valeria e Lazzaretto. In tutte le parrocchie e chiese il giorno di Natale e Santo Stefano le celebrazioni seguiranno l’orario festivo. La messa di mezzanotte sarà preceduta da veglie di preghiera e canti in attesa della venuta di Gesù Bambino. Mercoledì 31 dicembre in tutte le chiese al termine della messa vigiliare si terrà il solenne canto del “Te Deum”.
Basilica S. Giuseppe Convocazioni per la benedizione natalizia: lunedì 15 dicembre alle 15.30 e alle 20.30 a San Salvatore; mercoledì 17 alle 16 e alle 20,30 in via Cagnola, domenica 21 alle 16 in Basilica. La sera del 24 dicembre nel rione San Salvatore si terrà il tra-
dizionale presepe vivente, cui seguirà la celebrazione della messa della natività. All’oratorio San Rocco martedì 22 dicembre alle 21 Gran Galà di beneficenza per adolescenti e giovani. La vigilia di Natale nella chiesa del Sacro Cuore alle 17 sarà celebrata la messa vigiliare alla quale sono invitati i bambini con le loro famiglie. Al termine della messa di mezzanotte auguri in piazza con vin brulè organizzato dall’oratorio San Rocco.
Parrocchia Sant’Ambrogio La vigilia di Natale alle 18 in chiesa messa per i ragazzi ai quali verrà regalata la lettera scritta dal card. Scola. Nelle messe del 28 dicembre alle 11.15 e del 29 dicembre alle 18.30 si ricorderà don Guglielmo Rigamonti, parroco di Sant’Ambrogio, nell’anniversario della sua morte. Durante la messa del 31 dicembre, oltre al canto del Te Deum, verranno letti, quale segno di ringraziamento, i nomi dei bambini battezzati nell’anno e delle coppie che si sono sposate nel 2014.
Parrocchia Lazzaretto Convocazioni in chiesa per la benedizione natalizia: 7 dicembre alle 17, 10 dicembre alle 15 e alle 21, 17 dicembre alle 21. Domenica 14 dicembre festa natalizia per i ragazzi che si aprirà con la messa alle 10, seguirà il pranzo in oratorio e nel pomeriggio lo spettacolo dei bambini che frequentano la catechesi, ogni classe di catechismo proporrà un canto, piccole storie, drammatizzazioni…
Parrocchia Santa Valeria
Parrocchia Ceredo
Convocazioni in chiesa per la benedizione natalizia: 17 dicembre alle 10; 19 dicembre alle 21; 21 dicembre alle 17.30 La messa di mezzanotte sarà animata dal presepe vivente.
Sabato 20 dicembre alle 21: serata di preghiera per ragazzi e famiglie in preparazione al Natale. Confessioni: giovedì 18 dicembre alle 17 per quinta elementare e prima media. Giovedì 1 gennaio sospesa la messa delle 8.
Ceredo e S. Valeria Confessioni: venerdì 19 dicembre per i preadolescenti alle 17.30 a S. Valeria; lunedì 22 dicembre per adolescenti, 18/19enni alle 15.30 al Ceredo. Martedì 23 dicembre alle 21 al Ceredo: veglia “Preparare il cuore al Natale” per adolescenti, 18/19enni e giovani dei due oratori .
Parrocchia San Carlo
Domenica 21 dicembre alle 15 in oratorio grande festa di Natale in collaborazione con il gruppo sportivo. Mercoledì 24 dicembre alle 21 “messa dei pastori” vigiliare; seguirà la messa di mezzanotte e al termine panettone in oratorio.
Patrizia Dell’Orto
Momenti di preghiera e di animazione
La novena “scavata” nei ric Un momento significativo che prepara ad accogliere Gesù che nasce è costituito dalla novena di Natale. Le novene sono nate perché tutti, grandi e piccoli, potessero vivere insieme l’attesa di feste importanti per meglio capirne il significato. La celebrazione della novena di Natale oggi è forse più necessaria che in passato, soprattutto per i bambini. Il Natale, infatti, è tra le feste che loro sentono di più per la strada, a scuola, a casa, in televisione, ne vedono chiari segni: luci, addobbi, alberi… ma tutti questi segni sono sempre meno leggibili e si rischia di dimenticare il motivo della vera festa del Natale. E’ importante dunque valorizzare questi nove giorni con momenti di preghiera, letture di testi, animazione, assunzione di impegni. Per gli adulti al termine delle messe verrà recitata un preghiera che accompagnerà gli ultimi giorni di attesa del santo Natale. Per i bambini all’oratorio San Rocco la novena si terrà nella chiesa del Sacro Cuore ogni giorno alle 16.45 da lunedì 15 dicembre e terminerà il 24 dicembre con la messa della vigilia alle 17. Alle 18.30 novena per i ragazzi del post
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Il coretto del San Rocco
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Il coretto del Ceredo
Numerosi i concerti in programma
Cori e cappelle musicali di scena per creare magiche atmosfere
Il coretto di Santa Valeria
soprattutto per i più piccoli
ordi d’infanzia delle famiglie cresima. Al Ceredo la novena si svolgerà alle 16.45 da lunedì 15 a martedì 23 dicembre, mentre a S. Valeria inizierà martedì 16 dicembre alle 17 in santuario, seguirà alle 17.30 la novena per gli adulti. A Sant’Ambrogio la novena comincerà giovedì 11 dicembre alle 17, mentre a San Carlo si svolgerà dal 15 al 23 dicembre alle 17. I bambini del Lazzaretto inizieranno la novena dal 16 dicembre alle 17 in chiesa. “Sarà una novena di Natale – spiega la coordinatrice delle catechiste Cristina Cattaneo – “costruita” dalle famiglie. Ai genitori è stato chiesto di “scavare” nei loro ricordi d’infanzia per trovare qualche particolare significato, qualche “rito” speciale legato al Natale, oppure qualche piatto tipico che veniva preparato dalle mamme, nonne…, oppure qualche canto tradizionale o qualche emozione vissuta, insomma qualche “nota” particolare. Con questo materiale sarà poi preparato il testo delle meditazioni giornaliere della novena.” P.D.
Diversi gli appuntamenti in musica nelle parrocchie della città per preparaci con gioia a vivere il Santo Natale. Sabato 6 dicembre alle 21 in basilica San Giuseppe grande concerto natalizio che vedrà protagonisti i cori “Amici della Montagna” di Monza, “Gruppo Vocale Vocalincanto” di Renate e “Il Rifugio – Città di Seregno.” La serata rientra nella quarta rassegna natalizia “L’incanto di Natale” che coinvolge oltre a Seregno, altre sei città della provincia di Monza e Brianza. Un’altra occasione che aiuterà immergersi nella magica atmosfera del Natale sarà il concerto “Venite Adoremus” in programma lunedì 8 dicembre, festa dell’Immacolata, alle 21 in Abbazia San Benedetto che vedrà esibirsi la Cappella Musicale S. Cecilia della basilica San Giuseppe insieme alla Corale “Don Luigi Fari” di Sant’Ambrogio. Le corali eseguiranno un repertorio natalizio diretti dal maestro Giancarlo Buccino e accompagnati all’organo dal maestro Lorenzo Zandonella. Anche la Corale Beata Vergine Addolorata della parrocchia del Lazzaretto insieme al Piccolo Coro proporrà sabato 13 dicembre alle 21 un concerto in chiesa. Il concerto vedrà ospite il coro “Amicizia” di Volano in provincia di Trento, con il quale la corale seregnese ha da tempo legami d’amicizia. Entrambi i cori si esibiranno con musiche tipicamente natalizie dirette rispettivamente dai maestri Carlo Pozzoli e Tarcisio Tovazzi. “Se no che Natale ?”è il titolo del concerto che vedrà protagonisti per la prima volta insieme i coretti San Giovanni Bosco, San Rocco e S. Valeria. Saranno 60 le voci bianche che si esibiranno domenica 21 dicembre alle 21 sul palco del teatro di S. Valeria, ingresso gratuito. Diretti dalle maestre Anna Moscatelli, Erica Arienti e Betta Silva, eseguiranno brani sacri e della tradizione del Natale. “L’idea è nata semplicemente parlando tra noi - spiega Anna Moscatelli – e abbiamo pensato che sarebbe stata una bella occasione quella del Natale per proporre qualcosa unendo le voci dei tre coretti. Nell’esecuzione dei canti saremo accompagnati da pianoforte, chitarra e percussioni.” P.D.
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All’oratorio di via Cavour si sta già lavorando alla manifestazione del 6 gennaio
Corteo dei Magi, l’eredità di 44 anni raccolta dalla nuova generazione del San Rocco
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l prossimo 6 gennaio, il Corteo dei Magi vivrà la sua 44^ edizione. Si rinnova un impegno non scontato che da sempre suscita ammirazione. “Quest’anno è iniziato un ricambio generazionale” – spiega Federica Baio, giovane coordinatrice dell’organizzazione. “Abbiamo voglia di metterci in gioco e di riproporre l’evento migliorandolo dove possibile. Alcuni dei volti nuovi che da quest’anno daranno una mano sono Camilla Molteni, Elisa Vergani, Marco Consonni, Alessandra Cattaneo, Sara Pizzoli e Giovanna Buzzi. Ripartiamo dall’anno scorso, ma con uno sguardo al futuro”. Questa vivace e apprezzatissima tradizione è “viva” anzitutto grazie alla voglia dei volontari che ad essa si dedicano instancabilmente. “Sfilano circa 150 persone, ma dietro le quinte una decina di mamme volontarie spende i giorni delle proprie vacanze tra Natale e Capodanno a cucire, rammendare e stirare i vari costumi. Il giorno stesso del Corteo bisogna ricordare altri numerosi volontari che si rendono disponibili per il trucco dei personaggi e la sistemazione degli ultimi dettagli”. Non si tratta dunque di soldi, ma solo di genuino entusiasmo che portando avanti una rappresentazione così bella aiuta tutta la comunità a cogliere il vero senso dell’Epifania. “Comunque uno lo viva – spiega Federica – è visibile per tutti che c’è qualcosa di diverso in questa giornata”. Le collaborazioni che il Corteo riesce ad avere sono buone, ma
i magi in una immagine di repertorio
Tutte le notizie utili da sapere
Partecipazione aperta a tutti: ecco come, dove e quando
Tutti possono partecipare al Corteo dei Magi di martedì 6 gennaio 2015. Si può provare e scegliere il costume del proprio personaggio all’oratorio San Rocco da domenica 14 dicembre a sabato 20 dicembre, dalle ore 17 alle ore 18.30, al termine della preghiera di novena. È possibile inserirsi tra i figuranti del corteo bianco, arabo o nero. Inoltre chi non teme il freddo può far parte dei soldati romani. Oppure, per i più piccoli, è possibile vestirsi da pastorelli. Venerdì 2 gennaio alle ore 20.30 si svolgeranno in Basilica le prove generali del Corteo. Il ritrovo per tutti i partecipanti sarà all’oratorio San Rocco alle ore 7.30 del 6 gennaio. Il Corteo partirà alle 9 attraversando via S. Rocco, via Cavour, Piazza Veneto, via Vincenzo da Seregno, via Garibaldi, via Marconi, via Umberto, via Medici, via S. Pietro, Piazza Italia, Corso del Popolo, Piazza Concordia prima di entrare in Basilica per la messa delle 10. Al termine della messa, il Corteo si sposterà verso S. Valeria per poi visitare gli istituti Ronzoni e Don Orione. S.T.
a causa della crisi non si sono fatti avanti sponsor a supportare l’iniziativa. “Il comune ci dà il patrocinio e c’è la collaborazione dei Vigili, ma non riceviamo nessun sussidio o altri tipi di aiuto. È solo grazie all’instancabile impegno dei volontari che la realizzazione del Corteo è possibile. Cerchiamo degli sponsor che ci possano aiutare”. Nonostante le difficoltà, l’obiettivo è quello di dare alla manifestazione un respiro più ampio. “Un sogno che abbiamo è di rendere l’iniziativa di livello cittadino, vista anche la recente nascita della Comunità pastorale che lega tutte le parrocchie seregnesi. Siamo molto contenti inoltre di passare a trovare gli anziani e i disabili degli istituti Ronzoni e Don Orione che da parecchi anni ci accolgono con gioia e fanno festa con noi”. La carità del Corteo non è occasionale, ma frutto di un’attenta volontà genuinamente cristiana. “Teniamo molto a precisare che il senso di tutto il nostro fare non è far sfilare un carnevale anticipato, ma di adorare il Signore Gesù che viene e di farlo tutti insieme”. Il Corteo è infatti una delle pochissime iniziative oratoriane che continua a coinvolgere tutte le fasce d’età, dai più grandi ai più piccoli. “Le edizioni degli ultimi anni” – conclude Federica Baio – “hanno portato un grande aumento di partecipazione da parte dei bambini che spesso trascinano i genitori curiosi che li accompagnano e che a loro volta diventano partecipanti”. Samuele Tagliabue
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Il tradizionale e storico corteo sempre molto affollato di figuranti in costume
La storia di un’idea vincente
Quando don Ferdy propose ai suoi giovani il ‘cammino’ Tutto nacque da un’idea di don Ferdinando Mazzoleni, 44 anni fa. Andò dai suoi giovani e disse che aveva in mente una rappresentazione del cammino dei Magi che vanno ad adorare Gesù appena nato, una cosa che potesse far riflettere la gente sull’unicità straordinaria di quel momento. La cosa indubbiamente riuscì. Nelle prime edizioni, i personaggi che sfilavano erano esclusivamente maschili. Le ragazze dell’oratorio femminile svolgevano il preziosissimo lavoro di preparare i costumi e la scenografia generale del Corteo. Nonostante ciò, i figuranti già dai primi anni superavano la settantina e diverse centinaia di persone accorrevano a vedere la rappresentazione. Inizial-
mente i cortei dei tre Magi non partivano dallo stesso punto. I neri incominciavano la propria sfilata dal San Rocco, gli arabi dall’oratorio dei Vignoli e i bianchi dall’oratorio femminile di via Lamarmora, per poi riunirsi insieme in Piazza Concordia e partecipare alla messa delle 10, sempre stracolma di fedeli. Quasi da subito il Corteo ha fatto tappa agli istituti Ronzoni e Don Orione dove venivano distribuiti i doni e le offerte che la gente donava durante il cammino dei figuranti e che i piccoli paggetti raccoglievano. Una della grandi attrattive del Corteo sono da sempre stati gli animali. Cavalli, pecorelle, asinelli e mucche hanno vivacizzato le rappresentazioni dei vari anni interessando in
Costumi e particolari sempre molto curati passato anche gli allevatori di Verano, Lissone e Cabiate che prestavano gli animali all’oratorio. Negli anni ’80 c’era stato anche un clamoroso accordo con il circo che sostava a Seregno proprio nei primi giorni di gennaio per cui avevano partecipato al Corteo anche degli elefanti. Il Re del corteo nero, infatti, montò per
alcune edizioni non il solito cavallo, ma un bell’esemplare di elefante indiano. Il senso profondo della rievocazione è da sempre stato racchiuso nelle parole del banditore, che precede i cortei dei tre Magi: “Vi annuncio una gioia grande: oggi è nato per noi il Salvatore”. S.T.
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Le due cooperative sociali destinatarie del gesto di carità dell’Avvento
Spazio Aperto e Aliante, una scelta di vita per dare lavoro e integrazione ai disabili
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l gesto di Carità d’avvento quest’anno ha come destinatari Spazio Aperto e L’Aliante. Siamo andati a parlare con la presidente, Piera Perego, che ci ha accompagnato negli spazi delle due cooperative: “Aprire la cooperativa è stata una scelta di vita. Lavoravo a contatto con persone disabili, e quando c’è stata la possibilità ho aperto insieme ad altri una cooperativa sociale di produzione e lavoro senza fini di lucro. L’idea era quella di aiutare i disabili a comprendere che avevano delle capacità che potevano essere sviluppate. A questo tipo di impegno si è affiancata anche l’attività di inserimento sociale per favorire il benessere di queste persone, anche se non direttamente indirizzato al lavoro. Abbiamo avviato percorsi e progetti volti a raccogliere e sviluppare le potenzialità dei ragazzi per aiutarli a dare un senso alla loro vita”. A seguito della legge 381, che disciplina le cooperative sociali, è nata L’Aliante, con la divisione dei due ambiti: “Spazio Aperto ha continuato come cooperativa di produzione e lavoro, con l’assunzione di una quindicina di ragazzi, mentre l’Aliante si occupa di “integrazione e benessere”, a sostegno delle situazioni di maggiore fragilità. I ragazzi seguono corsi e laboratori, cucinano, fanno sport. Cerchiamo di soddisfare le esigenze di ciascuno in maniera mirata, condividendo e confrontandoci periodicamente con loro per capire se il percorso che stanno facendo è quello giusto, dando loro un obiettivo da raggiungere”. Le due cooperative rimangono strettamente connesse: “Quel-
Nate tra il 1984 e il 1995 seguono quasi 100 ragazzi
Alcuni giovani della cooperativa Spazio Aperto lo che realizziamo con Spazio Aperto, gli oggetti che mettiamo in vendita e le commesse conto terzi, ci aiutano a portare avanti i nostri progetti di integrazione sociale, ma spesso non basta. Siamo sempre alla ricerca di nuove commesse, come anche di nuovi volontari che ci diano una mano!” Un coordinatore, William Viganò, e una psicologa, Silvia Pasinato, suppartano la presidente: “Abbiamo il Progetto Giovani, che dura 3 anni, durante i quali cerchiamo di capire le attitudini del disabile. Se possiamo, lo aiutiamo a inserirsi in ambito lavorativo, se invece risulta più fragile continuiamo il percorso di integrazione sociale. L’estate scorsa si è concluso il progetto “Fuori dal Ghetto”, in collaborazione con il Ministero delle Pari Opportunità. Come
unica cooperativa della nostra provincia, ci ha permesso di collaborare con il Politecnico e andare al Fuorisalone di Milano!” Tanto c’è ancora da fare “per dare una risposta ai bisogni di queste persone e delle loro famiglie. Stiamo sperimentando forme di autonomia in una casa alloggio a Giussano: dal venerdì sera alla domenica sera i ragazzi, seguiti da un operatore volontario, convivono come se facessero un fine settimana tra amici, imparando a stare fuori di casa e insieme”. Di recente sono state coinvolte anche le scuole superiori con il Progetto Davide, in collaborazione con la Caritas cittadina: “Conoscono le nostre attività e soprattutto i nostri ragazzi, perché chi non tocca con mano non può capire fino in fondo.” Elisa Pontiggia
La cooperativa Spazio Aperto nasce nel 1984 per promuovere l’integrazione sociale e lavorativa di persone disabili, con attività finalizzate alla loro qualificazione umana, culturale e professionale. Le sue attività principali, svolte in un laboratorio attrezzato di circa 300 mq, sono l’assemblaggio conto terzi e la vetreria artistica. Ad oggi sono seguiti 40 ragazzi, mentre il personale assunto, compresi i ragazzi disabili, ha un organico di 7 persone. La cooperativa L’Aliante, aperta nel 1995, favorisce e sostiene l’inserimento sociale di persone portatrici di handicap tramite la gestione di un servizio diurno denominato “Integrazione e Benessere” e un “Servizio tempo libero e vacanze”. Attualmente segue 51 ragazzi, grazie a 15 operatori che insieme a collaboratori e consulenti compongono un organico di 18 persone. I volontari che ruotano attorno alle cooperative sono complessivamente un centinaio. Le sedi delle cooperative si trovano a Seregno in Via Comina 21; per ulteriori informazioni: www.spazio-aperto.com - www.laliante.it E.P.
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Le “voci” dei volontari
Vacanze e tempo libero come “veri” amici
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iera Perego ci tiene molto al tempo libero dei sui ragazzi: “La cosa più bella che abbiamo realizzato, soprattutto grazie ai volontari!” Stefano Dell’Orto è uno dei volontari storici: “Ho iniziato nel 1995, dopo il servizio militare. Quando sono tornato ho proposto a Piera di prendere il posto lasciato dall’educatore diventando responsabile dei volontari, e a partire dalla mia esperienza in oratorio ho cercato di organizzare il tempo libero. Preparavamo un calendario mensile con le uscite, a cui i ragazzi potevano iscriversi scegliendo quello che gli sarebbe piaciuto fare per divertirsi. Con loro abbiamo costruito un rapporto di fiducia e di amicizia, diverso da quello che potevano avere con gli operatori, meno formale”. Federica Colzani, volontaria dell’Aliante dopo l’esperienza
Educatori e ragazzi disabili di Spazio Aperto e L’Aliante con Piera Perego
di servizio civile presso il CDD di Seregno, è una dei nuovi responsabili: “Oggi siamo circa 40 volontari legati alla cooperativa. Usciamo con i ragazzi la sera sia in settimana che nel week-end, facciamo con loro le vacanze al mare e la settimana bianca. Anche quest’anno stiamo organizzando per Capodanno qualche giorno di vacanza insieme.” Giacomo Pessi fa il volontario dal 2009: “È stato il classico “Prova anche tu!”. Mi ricordo la prima uscita, e la sensazione bellissima di sentirsi accolto: io che credevo di andare a coinvolgere, mi sono ritrovato coinvolto. A distanza di sei anni, quello che mi spinge a continuare è la passione, e l’aver trovato delle persone che l’hanno alimentata. L’invito che faccio è quello che ho ricevuto io: vieni anche tu, e prova!”. Insomma, provare per credere, e fare un’esperienza di volontariato fuori dal comune. E.P.
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Il tradizionale appuntamento liturgico del 31 dicembre
Il canto del Te Deum, così la Chiesa ringrazia e chiede perdono per benefici e colpe di un anno
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iamo ormai prossimi alla fine di dicembre e come ogni anno nasce l’esigenza di fare una specie di bilancio dei mesi appena trascorsi. Questa azione quasi automatica, perché continuamente sollecitata da televisioni, giornali, internet e quant’altro, in realtà viene sottolineata anche dalla Chiesa col canto del Te Deum, quasi a voler evidenziare la necessità di un momento di riflessione e di verifica del nostro rapporto con Dio almeno una volta l’anno. Don Norberto Valli ci spiega: “Occorre dire che il Te Deum è anzitutto parte della Liturgia delle Ore. E’ un inno che si canta o recita tutte le domeniche, (tranne che in Avvento e Quaresima), feste e solennità a conclusione dell’Ufficio delle Letture. Il carattere laudativo dell’inno ne ha favorito l’uso in tutte le occasioni in cui si intende rendere solennemente grazie al Signore. Tra queste circostanze si distingue in particolare l’ultimo giorno dell’anno civile, quando, al termine della Santa Messa o dei vespri, la Chiesa eleva il suo inno di ringraziamento al Signore per i benefici ricevuti nell’anno ormai trascorso. Il testo manifesta anche la consapevolezza delle miserie umane e implora perdono, aiuto e protezione. Evidentemente guardando al tempo trascorso si avverte la necessità di chiedere a Dio che abbia pietà dei nostri errori e, con lo sguardo rivolto al futuro, si implora la sua grazia per il cammino della vita che ancora è da percorrere”. Ad ulteriore conferma di queste
Anche Papa Francesco ha sottolineato l’importanza del Te Deum
Le origini dell’inno sacro
Preghiera di origine latina redatta dal vescovo Niceta di Remesiana
Il titolo più lungo ed esatto è: Te Deum laudamus, e si recita ogni domenica nella liturgia delle ore, ma è anche cantato in speciali circostanze solenni, quali ad esempio l’elezione del papa o la consacrazione di un vescovo. L’origine di questo inno è di difficile attribuzione. L’ipotesi oggi maggiormente accreditata è che questa preghiera di origine latina, contenente tutti gli elementi di una formula di fede, sarebbe stata redatta nel IV secolo d.c. dal vescovo Niceta di Remesiana, anche sotto influenze orientali. Questo vescovo ebbe notevole importanza per la sua azione evangelizzatrice nelle regioni della Dacia. E’ pura leggenda che il Te Deum sia stato composto a Milano da Sant’Ambrogio e Sant’Agostino in occasione del battesimo di quest’ultimo avvenuto nel 386. Solitamente cantata a cori alterni, si divide in tre parti: la prima è una lode trinitaria al Padre, la seconda è una lode a Cristo Redentore e la terza è una serie di versetti tratti dal Libro dei Salmi. N. M.
parole possiamo citare l’omelia di papa Francesco tenuta alla celebrazione dei vespri nella solennità di Maria Madre della Chiesa e del Te Deum. “Questa sera concludiamo l’Anno del Signore 2013 ringraziando e anche chiedendo perdono. Le due cose insieme: ringraziare e chiedere perdono. Ringraziamo per tutti i benefici che Dio ci ha elargito, e soprattutto per la sua pazienza e la sua fedeltà, che si manifestano nel succedersi dei tempi... La Madre di Dio, nel cui nome domani inizieremo un nuovo tratto del nostro pellegrinaggio terreno, ci insegni ad accogliere il Dio fatto uomo, perché ogni anno, ogni mese, ogni giorno sia colmo del suo eterno Amore”. Nicoletta Maggioni
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Il tema guida dell’anno spiegato da monsignor Bruno Molinari
“Convocati dalla gioia del Vangelo”: l’invito a testimoniare a tutti che credere è bello
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ssere cristiani significa essere chiamati a partecipare con gioia a una festa. Essere cristiani è essere felici. Il desiderio di don Bruno Molinari, come pastore della comunità di Seregno, mira a far riscoprire la comunicazione genuina di questa gioia. “Abbiamo voluto” – spiega – “che il tema guida di quest’anno riprendesse l’invito di Papa Francesco che invoca una Chiesa ‘in uscita’, per testimoniare a tutti che credere è bello. Allo stesso tempo teniamo fermo il richiamo del nostro Arcivescovo alla comunità educante, data come impegno e progetto da tradurre in concretezza nelle nostre parrocchie. Lo slogan che ci guiderà sarà dunque ‘Convocati dalla gioia del Vangelo’. Questo intento è ben fotografato nell’immagine in copertina del nuovo calendario della comunità pastorale. Il nostro tempo vuole quindi essere scandito da questa convocazione da parte di Gesù che genera la gioia del Vangelo”. Gesù, infatti, compare proprio al centro di questo presepe affollato in cui c’è spazio proprio per tutti. È Cristo il punto focale dell’immagine. “Quest’anno può essere vissuto nella gioia solo con Gesù al centro. Nel calendario abbiamo riportato per ogni mese una foto rappresentante un momento di gioia delle nostre comunità, unita a un breve passaggio dell’esortazione del Papa”. Don Bruno puntualizza poi il senso della parola ‘convocati’. “La convocazione evoca l’idea della Chiesa universale perché
La copertina del calendario parrocchiale 2015 nessuno è escluso dalla chiamata alla gioia che scaturisce dal centro, da Gesù. Siamo convocati come diocesi, ricordandoci della strada che si continua a fare insieme negli anni. Siamo infine convocati come comunità pastorale che cammina unita e allo stesso tempo mantiene l’identità propria delle parrocchie che la formano, perché una comunità esiste in quanto convocata presso un altare dall’Eucarestia. Anche per questo, ci sarà durante l’anno uno striscione fuori da ogni chiesa a ricordare visivamente questa convocazione. Non ci dobbiamo poi dimenticare che la con-vocazione richiama alla famiglia e non è mai individuale, ma comunitaria. Dice un insieme, un ‘noi’”. Il punto di concentra-
zione di questa chiamata è nella domenica, nel riunirsi festivo che ritrova Gesù al centro. Don Bruno insiste molto su questo aspetto: “vorrei che la messa domenicale sia davvero un momento di gioia. Nell’eucarestia ci accorgiamo di come Gesù sia la fonte di nuove e belle relazione umane. A volte si vive più la noia che la gioia. Si pensa la messa solo come precetto, come dovere. Ma prima di tutto la messa è un incontro”. Riprendendo l’invito del cardinal Scola, monsignor Molinari parla anche della comunità educante: “ci si riferisce in primis all’iniziazione cristiana senza dimenticare che ogni ambiente in cui un ragazzo cresce è educativo. La sfida consiste nell’educare insieme, non in modo diviso.
Un’educazione frammentaria, in cui ognuno pensa al proprio compitino, non aiuta i ragazzi. Si tratta di partire con realismo dalle domande originarie che ogni educatore si deve porre: ‘ciò che fai, perché lo fai? Come lo fai? Per chi lo fai?’. Qui nasce la motivazione cristiana all’educare. Penso che la messa domenicale sia una bella occasione per riunire le varie realtà educative intorno a un centro comune”. La comunità è dunque educante per se stessa e per l’esterno. Don Bruno ricorda: “raccolgo tante testimonianze di genitori che dopo aver chiesto il battesimo per il proprio figlio, mi ringraziano con gioia perché avvertono la presenza di una comunità bella e viva che li accoglie. E magari, se non sono convinti praticanti, si possono sentire attratti da questo entusiasmo. Penso anche al semplice gesto di visitare le famiglie: è un annuncio evangelico! Quando vengo accolto dico sempre ‘pace a questa casa!’ ed è la pace di Gesù che viene a Natale”. Costruire una comunità educante non significa quindi avere un compito in più, ma dare un nuovo orizzonte, di gioia, all’educazione. “La gioia del Vangelo” – conclude don Bruno – “ce la ricordano i bambini. Noi adulti abbiamo da imparare dalle loro domande, dalla loro pretesa di risposte. I bambini sorprendono per la loro logica semplice, la logica di chi si affida”. Samuele Tagliabue
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La riflessione di don Mauro Mascheroni sulla nuova pastorale battesimale
Il Battesimo occasione per incontrare le famiglie e costruire nuovi percorsi di crescita nella fede
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Dobbiamo operare valorizzando ciò che di buono c’è in ogni situazione. Il Battesimo è l’occasione per incontrare le famiglie in un momento di gioia. Dobbiamo trovare la modalità perché questo incontro sia fecondo”. Parte da questa premessa la riflessione di don Mauro Mascheroni in tema di nuova pastorale battesimale, ambito per il quale è stato formalmente incaricato all’interno della Comunità Pastorale Giovanni Paolo II. “C’è un aspetto su cui è importante soffermarsi. La richiesta del battesimo per il proprio figlio viene fatta, in tanti casi, da persone che non frequentano abitualmente la chiesa. Questo sia nel senso di persone lontane, magari non sposate o sposate solo civilmente, ma anche nel senso di famiglie che pure frequentano con una certa regolarità le messe, ma che non si sentono parte di una comunità. Insomma, uomini e donne che vivono una situazione di anonimato ecclesiale. L’incontro battesimale deve diventare l’occasione per aprire una dimensione comunitaria”. La dimensione comunitaria si può costruire nei tre tempi legati al Battesimo: “nella fase prebattesimale dobbiamo riuscire a costruire una relazione con chi bussa alla porta. Questo è compito del sacerdote, ma in prospettiva anche dei laici: la preparazione non può esaurirsi in un fugace incontro “tecnico”, ma sarebbe bello che si traducesse in un autentico momento di conoscenza reciproca tra famiglia e comunità.
Il calendario delle celebrazioni
Battesimi comunitari ogni mese in tutte le parrocche della città
Don Mauro Mascheroni Poi, siamo chiamati ad una sempre maggiore cura delle liturgie battesimali: una liturgia curata può ingenerare un momento di riflessione anche in coloro, amici e famigliari, che non frequentano la chiesa abitualmente. Ma la vera sfida è nel post-battesimo. In questa fase, il rischio dell’allontanamento e dell’anonimato ecclesiale è particolarmente marcato. E questo mentre il bambino vive gli anni educativamente più importanti. Il lavoro dei prossimi anni sarà strutturare un progetto che accompagni le famiglie dal battesimo all’inizio del percorso dell’iniziazione cristiana. E’ uno scenario nuovo tutto da costruire: possiamo immaginare il coinvolgimento degli insegnanti di religione cattolica delle scuole dell’infanzia e di organizzare incontri periodici, uno o due all’anno, mirati. Per ora sono tutte ipotesi di lavoro, su cui come comunità pastorale siamo chiamati a darci uno stile unitario tra tutte le parrocchie”. Sergio Lambrugo
La distribuzione del calendario della Comunità Pastorale e la festa liturgica del Battesimo di Gesù (che cadrà l’11 gennaio) sono l’occasione, per coloro che nell’anno sceglieranno di battezzare il proprio figlio, per appuntarsi alcune date ed alcune indicazioni. Indicazioni pratiche, ma anche si senso e di metodo. Innanzi tutto l’invito (comune a tutti i sacramenti) è quello di celebrare il battesimo nella propria parrocchia, scegliendo un appuntamento comunitario. A questi inviti di principio, ovviamente, i sacerdoti sono sempre disponibili ad accordare deroghe ove ciò debba ricondursi a particolari esigenze famigliari. Il battesimo deve essere richiesto direttamente al sacerdote: l’incontro con la famiglia è uno dei momenti centrali nella preparazione al sacramento. Occorre, poi, procedere alla scelta del padrino e della madrina (è ammessa la celebrazione alla presenza del solo padrino o della sola madrina). Il Diritto Canonico raccomanda che siano buoni cristiani, che vivano in comunione con la Chiesa e che possano assumersi il ruolo di educatori nella fede per il proprio figlioccio. Queste le dati già da ora individuate per i battesimi comunitari (a cui è da aggiungersi, valutata con i sacerdoti, la possibilità di celebrare il battesimo durante la Veglia Pasquale). Parrocchia San Giuseppe: i battesimi comunitari verranno celebrati l’11 gennaio, l’8 febbraio, l’8 marzo, il 4 aprile, il 17 maggio, il 7 e 21 giugno, il 12 luglio, il 13 e 20 settembre, il 18 ottobre, il 15 novembre, il 6 dicembre. A Santa Valeria, le date prescelte sono l’11 gennaio (durante la messa delle ore 11), quindi le cerimonie comunitarie nei pomeriggi del 15 febbraio 19 aprile, 10 maggio, 14 giugno, 12 luglio, 13 settembre, 11 ottobre, 8 novembre, 13 dicembre. A Sant’Ambrogio, i battesimi comunitari verranno celebrati l’11 gennaio ore 9,45, quindi 1 febbraio, 3 maggio, 7 giugno, 5 luglio, 6 settembre, 11 ottobre, 8 novembre. Queste le date indicate dalla parrocchia del Lazzaretto: 15 febbraio, 15 marzo, 17 maggio, 21 giugno, 19 luglio, 20 settembre, 18 ottobre, 15 novembre, 20 dicembre. La parrocchia del Ceredo ha programmato due messe con battesimi (il 6 aprile, che è il Lunedì di Pasqua, e il 5 luglio), oltre a liturgie comunitarie nei giorni 11 gennaio, 8 febbraio, 17 maggio, 7 giugno, 6 settembre, 11 ottobre, 8 novembre, 6 dicembre. Infine, la parrocchia di San Carlo ha programmato i battesimi comunitari l’11 gennaio, il 12 aprile e il 18 ottobre.
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E’ il più anziano dei sacerdoti della città e il 12 dicembre sarà il suo compleanno
Don Giuseppe Pastori compie novant’anni: una vita da prete ‘donata’ tutta a Seregno Il decano dei sacerdoti locali, don Giuseppe Pastori, il 12 dicembre prossimo spegnerà le sue prime 90 candeline. E’ sacerdote da 65 anni, tutti trascorsi in Seregno. E’ stato parroco di San Carlo, per mezzo secolo, dove tuttora risiede nella casa parrocchiale. E’ il sacerdote che conosce tutto e tutti della città. Nel suo lungo ministero sacerdotale ha visto alternarsi a capo della chiesa locale ben cinque prevosti: Enrico Ratti, Bernardo Citterio, Luigi Gandini, Silvano Motta e attualmente Bruno Molinari. Attualmente sotto il profilo pastorale figura nella schiera dei sacerdoti residenti in quanto nell’incarico di vicario parrocchiale da due anni c’è il più giovane don Alessandro Chiesa. Don Giuseppe Pastori, è nato a San Giorgio su Legnano il 14 dicembre 1924, è entrato in seminario a Seveso nel 1940 accompagnato dal suo parroco don Pietro Ermolli. Quando era studente nel seminario maggiore di Venegono, era stato mandato a svolgere la funzione di prefetto, per due anni, al collegio San Carlo di Milano e a Saronno. E’ stato ordinato l’11 giugno 1949 dal cardinal Ildefonso Schuster che dopo qualche giorno lo destinava a Santa Valeria, che non era ancora parrocchia, quale coadiutore di don Emilio Balossi, con il quale ha operato per sei anni e altri otto con il primo parroco di Santa Valeria, don Giuseppe Rimoldi. Nel luglio del 1963 veniva nominato parroco a San Carlo succedendo a don Luigi Longoni proveniente da Lambru-
Don Giuseppe Pastori durante una celebrazione a San Carlo go, che aveva retto l’incarico per 18 anni, ma il suo ingresso ufficiale avveniva nel 1964. “Quando sono venuto novello sacerdote a Santa Valeria ad aiutare l’anziano don Emilio Balossi, un santo sacerdote, benvoluto e stimato da tutti ricorda don Pastori - non c’era niente. Ho abitato con lui e sua sorella Irene per alcuni anni. Queste due persone sono state troppo presto dimenticate dai seregnesi. Successivamente don Domenico Barbanti, che era un autorevole e apprezzato canonico dell’allora collegiata san Giuseppe, al quale quasi tutti i fedeli si rivolgevano per qualsiasi bisogno, essendo oltre che un sacerdote di profonda fede anche laureato in legge e molto istruito, ha costruito il caseggiato di via Piave. Nel
cortile ricordo c’erano solo le fondamenta del campanile, che secondo il disegno originale non è mai stato costruito. L’edificazione dell’attuale campanile, in tempi più moderni, è stata opera del parroco don Rimoldi. Come collaboratore di don Emilio Balossi, a Santa Valeria, mi sono trovato ad occuparmi di 150 ragazzi e con loro giocavamo sul piazzale della chiesa al pallone, dove a quel tempo in occasione della ricorrenza della sagra di Santa Valeria, disponevano le giostre come attrattiva”. Un ministero svolto oltre che all’oratorio e al santuario si allargava anche alla periferia: “Io mi alternavo con don Domenico a celebrare la messa domenicale nella chiesetta del Ceredo – continua - mentre con
i ragazzi dell’oratorio di Santa Valeria, nei primi anni della mia presenza, le gite le facevamo a piedi al parco di Monza. Che bei tempi!” Don Pastori ci tiene a ricordare che: “il terreno sui è stato edificato l’attuale oratorio San Domenico Savio di via Wagner è stato donato dall’architetto Ottavio Cabiati, una figura di grande uomo e di munifico benefattore. Una persona di grande fede, veniva tutti i giorni a messa”. Quando era a Santa Valeria don Giuseppe Pastori ci tiene a far sapere di aver fondato il Csi iscrivendo la prima squadre di calcio e fatto disputare le prime gare ufficiali ai ragazzi del quartiere, soprattutto le accese sfide contro i “cugini”, eterni rivali, di San Rocco. Paolo Volonterio
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Quarto parroco in più di 100 anni
Ecco come San Carlo ha cambiato il suo volto I festeggiamenti per il suo 60° di ordinazione
Le testimonianze dei collaboratori
Uomo e prete tutto d’un pezzo ma con il cuore sempre ‘aperto’ E’ nel cuore di tutti i sancarlini don Pastori. Cinquanta anni sul podio e con la bacchetta in mano non sono passati invano. Le molte persone che sono state al suo fianco collaborato con lui, richieste di un giudizio sull’operato dell’ultimo parroco del popoloso quartiere, conservano la consegna imposta loro e cioè “don Giuseppe non vuole che si dica niente”. C’è ancora un timore reverenziale e di grande rispetto. Quindi solo poche parole, tra l’altro abbastanza di circostanza. Sereno Barlassina, che sin da ragazzo è al suo fianco nelle funzioni liturgiche, dice: “Una persona super affidabile. In 50 anni da parroco non è mai andato in vacanza restando sempre al servizio della sua gente. Duro nelle sue posizioni e nelle idee. Se quello che aveva in mente e intendeva realizzare non andava bene diceva che si poteva andare anche via. Un prete tutto d’un pezzo, rispettoso e preciso nel seguire le regole della liturgia e le consegne della Chiesa. Ha seguito fino in fondo il ministero sacerdotale. Un sacerdote che non amava le feste perché non voleva che si mischiasse il sacro col profano. A lui per esempio dava fastidio quello che avveniva durante la festa della basilica, e cioè dopo la processione del Santo Crocifisso, alle spalle della chiesa musica e ballo non li condivideva. Ha istituito i ministri dell’eucaristia ed io sono stato il primo ministro eucaristico di Seregno, un incarico che ricopro da 25 anni. Un pastore forte e premuroso, un pastore guida e buono, pronto a soffrire, a sacrificarsi per il bene del suo piccolo gregge, disponibile con tutti e verso tutti. Lui ha sempre detto che le parole degli uomini passano e non hanno certo il sigillo della sincerità e della verità, ma se queste parole sono guidate dalla vera “Parola” ecco che possono indicarci strade nuove da percorrere. E lui ne ha indicate tante di strade” “E’ sempre stato un sacerdote deciso su tutto. Se prendeva una decisione non c’era verso di convincerlo a modificarla - afferma Roberto Minotti, uno dei suoi più stretti collaboratori- una sorta di padre padrone. Ha sempre detto che a San Carlo non c’era il sindaco e lui era il parroco e il sindaco. Una persona buona, comprensiva, superato il primo impatto apriva il cuore, si interessava di ogni caso personale fino a risolverlo” P.V.
La parrocchia di San Carlo è stata fondata nel 1905, per il ministero del beato cardinal Andrea Carlo Ferrari, staccandola dal territorio della parrocchia di san Giuseppe. Nel decennio 1920-1930 ha visto l’avvicendamento di tre parroci: don Emanuele Tanzi (fino al 1 gennaio 1920), dal 26 marzo 1923 per tre anni don Vittorio Monti, in seguito don Luigi Longoni, che si stabilirà definitivamente in parrocchia il 12 febbraio 1927 fino al 1964 quando al suo posto entrava don Giuseppe Pastori. Il quarto parroco di San Carlo ha iniziato a conoscere il quartiere nel luglio 1963 proveniente da Santa Valeria. E subito prendeva alloggio nei locali di una famiglia residente in prossimità del camposanto, essendo presente in canonica ancora don Luigi Longoni, che lasciava l’abitazione nel 1964 quando entrava ufficialmente don Pastori, che per 15 anni ha avuto al suo fianco, Rosa Pastori, sua zia, e successivamente Olimpia. “Quando mi hanno nominato parroco a San Carlo, anche in questo luogo c’erano poche case era tutta campagna - ricorda don Giuseppe- la strada per arrivare alla chiesa era una strada piena di robinie. C’era solo la cascina della “Baregioeura”. Mi sono recato dall’allora sindaco Antonio Colombo, che conoscevo bene e ho perorato la causa di allargare il sentiero che portava alla chiesa creando via Borromeo. Come parrocchia ho ceduto un pezzo di terreno in cambio del muro di recinzione. E così il quartiere ha cominciato a svilupparsi”. L’ultimo parroco ci tiene a ricordare che nella casa parrocchiale ha dormito il cardinal Il-
delfonso Schuster, la notte prima della consacrazione della chiesa. “ Alle 4 di notte Schuster era andato a pregare in chiesa e alle 5 del mattino consacrava il tempio gremito di fedeli”. Tra le tante opere che negli oltre cinquanta anni da parroco don Pastori ha favorito c’è la costruzione dell’edificio dell’oratorio benedetto e inaugurato dal cardinal Carlo Maria Martini nel giugno 1986. I locali che fino a quegli anni erano serviti a luogo di ricreazione per l’oratorio venivano restituiti all’attiguo negozio di alimentari bisognoso di allargare i suoi spazi di vendita. Era il 1982. Ha acquistato dall’Ospedale Maggiore di Milano, 11 mila metri di terreno che ha destinato a campi di calcio per i ragazzi dell’oratorio. Ha recuperato dal pollaio della canonica il bassorilievo della Madonna di scuola leonardesca, valorizzandolo all’interno della chiesa. Ha reso la stessa semplice ed accogliente “la più bella di tutte quelle di Seregno”, afferma con un pizzico di orgoglio. Uno dei crucci di don Giuseppe Pastori è quello di non essere riuscito a dotare i campi di calcio di strutture murarie da destinare a spogliatoi e segreteria del gruppo sportivo. “Ad un certo punto mi sono trovato di fronte ad una scelta- fa osservare - o destinavo le risorse di cui disponevo al campo sportivo o a sistemare la chiesa e il tetto della stessa ammalorato. Ho deciso che era più importante la casa di Dio”. Un altro suo desiderio che non è riuscito a realizzare è di aver avuto una scuola d’infanzia tutta parrocchiale. Paolo Volonterio
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I lavori del consiglio pastorale decanale Seregno-Seveso
Approfondire il valore della domenica la sfida per imparare lo stile della Comunità Educante
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l Consiglio pastorale decanale di Seregno-Seveso si è ritrovato il 5 novembre scorso presso il Centro pastorale ambrosiano di Seveso per la sua seconda sessione di lavori. Come già avvenuto per il recente Consiglio pastorale unitario cittadino, il tema all’ordine del giorno è stato l’approfondimento della nota pastorale dell’arcivescovo sulla “Comunità Educante”. Dopo una breve presentazione della nota, il decano don Flavio Riva ha ricordato e sottolineato l’obiettivo specifico dell’incontro che è stato quello di approfondire il valore della domenica a partire dai quattro pilastri della comunità cristiana. Vivere insieme la domenica infatti potrà essere una scuola privilegiata per imparare la natura e lo stile di una comunità educante, come richiesto dal nostro Cardinale nella nota “La Comunità Educante”. L’arcivescovo ci invita a reagire al dono della nota pastorale comunicando fra noi fraternamente e contagiandoci con il racconto e l’ascolto di cosa si sta già facendo nelle nostre comunità. Gli interventi dei presenti, con sottolineature diverse, hanno evidenziano la necessità e l’importanza delle relazioni per vivere nella comunità educante, come espressione della Chiesa-comunione. In particolare è emerso che la Comunità Educante non
Il centro pastorale ambrosiano di Seveso cristiana: quelli che vengono a messa la domenica, il consiglio pastorale, l’allenatore, i catechisti, tutti sono comunità educante. Trasmettere il Vangelo è compito di tutta la comunità; è la comunità che è educante, non il singolo o il gruppo, quando si celebra la messa, in oratorio, nel volontariato; dobbiamo riappropriarci della responsabilità educativa (sono responsabile del fratello che cammina con me), mentre educo mi lascio educare e la mia testimonianza diventa educativa. E’ necessario far incontrare i vari gruppi già esistenti in parrocchia per condividere un progetto formativo, favorendo esperienze di educatori capaci di accompagnare e aiutare i ragazzi nel cammi-
no di crescita e costruendo relazioni con momenti di preghiera comunitaria fra le tante figure educative che i ragazzi hanno nella comunità. E’ inoltre importante spendere più energie per “contagiare” i genitori ad appassionarsi alle celebrazioni domenicali, sobrie nei linguaggi e nei tempi, con una partecipazione più costante, non solo nelle domeniche insieme, e anche con la cura dei canti liturgici, vivendo il giorno del Signore in un clima di serenità. Dobbiamo porre anche più attenzione agli stranieri che vengono alla messa e ai sempre più numerosi adulti che chiedono i sacramenti del Battesimo e della Cresima. Deve nascere in ciascuno
9 l n I d n c r a V p d s B q e a n “ a c di noi il desiderio di metter-t si in gioco guardando nellac stessa direzione per arrivaren a proposte unitarie e integra-c li, ascoltandoci, guardando as Gesù, accogliersi e poi sce-t gliere di camminare insieme. “ Sono stati infine ricordatis i prossimi appuntamenti: ilp 7 dicembre giornata di riti-p ro presso il Centro pastorales ambrosiano degli operatorid pastorali e dei ministri stra-l ordinari eucaristia; il 14 di-r cembre ritiro spirituale die avvento per amministratoria comunali e politici, presso ild collegio Ballerini di Seregno. n Le prossime sessioni delc consiglio si terranno il 14e gennaio, il 25 marzo e il 17“ giugno quando già suben-s trerà il nuovo Consiglio pa-d storale decanale. l Emiliana Cappellinip
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Il convegno in occasione della giornata diocesana Caritas
L’immagine della Chiesa non può prescindere dal posto occupato dai poveri nella comunità
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Se posso farlo io…” è stato il tema su cui si è snodato il convegno che si è svolto il 9 novembre al teatro Santavaleria, in occasione della giornata diocesana della Caritas. I lavori sono stati introdotti da Gabriele Moretto, coordinatore della Caritas cittadina che comprende le cinque Caritas parrocchiali, il Centro di ascolto e la Conferenza di San Vincenzo. Nel suo intervento pieno di spunti di riflessione, di interrogativi, in alcuni passaggi molto forte, monsignor Bruno Molinari si è chiesto quale immagine di parrocchia e di chiesa stiamo dando “sia all’interno delle nostre comunità cristiane, sia all’esterno”. “La mia impressione – dice ancora – è quella di una chiesa che si esprime prevalentemen-te nella liturgia e nella catechesi. A questi due capitoli è enecessario affiancare la carità -che è pure compito della chieasa, anzi ci rende chiesa”. Con -tono accorato si è domandato “Accanto al sacrificio delle noistre liturgie, è evidente la santa lpreoccupazione e la santa cura -per la carità? Nelle nostre feste dove sono i nostri poveri? idov’è il posto dei poveri?”. Con lo sguardo operativo del pasto-re “dobbiamo essere chiesa che educa alla carità a fronte degli iatteggiamenti di egoismo, inldividualismo, frammentazione, solitudine, chiusura, paura che invadono il nostro tempo e la nostra gente”, e ancora 7“in questo educare dobbiamo -saper distinguere e aiutare a -distinguere tra la carità, quella vera e solida che rimette in ipiedi l’uomo, e il buonismo.
Dobbiamo essere chiesa che nella carità raccoglie una sfida che non ha tempi e mode. Dobbiamo essere chiesa presente e operante sulle frontiere della multiculturalità, dell’integrazione”. Silvia Landra, direttrice della Casa della Carità di Milano e presidente diocesana di Azione Cattolica, ha sottolineato come “la carità deve essere intelligente, i poveri devono far riflettere, occuparsi dei poveri vuol dire esprimere la gratuità”. È seguita la testimonianza di Lorenzo Bertacco, volontario del banco di solidarietà di Madre Teresa, e di Davide Massaro, coordinatore del centro di ascolto e una serie di interventi del pubblico. Paolo Volonterio
I relatori del convegno della Caritas
Per far fronte alle continue necessità
E monsignor Bruno Molinari rilancia la proposta provocatoria di una “casa della carità” a Seregno Nel convegno della Caritas del 9 novembre con argomento il “volontariato” il prevosto monsignor Bruno Molinari all’interno del suo intervento ha lanciato anche una proposta provocatoria “È sogno, utopia o velleità una Casa della Carità a Seregno? Forse ci vorrebbe qualche “pazzo di Dio e dei poveri” per accendere il fuoco!”. Un pungolo, un incitamento, uno stimolo, ma al tempo stesso un invito a riflettere su una realtà che potrebbe essere realizzata per venire incontro alle continue necessità del nostro tempo. Un altro aspetto che ha considerato è stato quello della corresponsabilità dei volontari della carità “Formare cuore, mente, spirito e attivare una cultura, una pedagogia, una spi-
ritualità della carità. In questi anni si è allargato il fenomeno dei ministri dell’Eucaristia (12.000), prima ancora le catechiste (15.000), gli animatori di oratorio (10-12.000), il rischio che tutta questa gente corre è quello di essere confinata nell’ambito liturgico, catechistico, oratoriano. Certo è il loro “mestiere” e il loro compito, ma è evidente la necessità di una sinergia che coinvolga questo esercito di operatori pastorali anche sul versante della carità”. Ha anche sottolineato che “la pastorale dell’ormai è fallimentare perché esaurisce le forze a guardare con nostalgia al passato. Il futuro è la missione anche nel campo della carità”. P.V.
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Il presidente Marelli spiega la scelta dell’Asd Santa Valeria
Troppo “lontana” dall’oratorio, ecco perchè è stata sciolta la squadra di calcio Open Csi Un po’ di rumore lo aveva fatto la scelta dell’Asd Oratorio Santa Valeria di sciogliere, dopo un decennio, la formazione di calcio che partecipava al campionato Open Csi. Un po’ di rumore lo aveva fatto, come è consueto che accada in Italia quando si tocca il calcio. Ma, presidente Enrico Marelli, a distanza di qualche mese, i malumori sono passati? “Direi di sì. Anzi sono contento di aver incontrato tante persone che hanno capito lo spirito della nostra scelta e del nostro intervento”. Intervento che, giova sottolinearlo, non è contro lo spirito sportivo… “No, ovviamente noi crediamo allo sport, allo sport come attività complementare alla proposta formativa dell’oratorio. Noi ci sentiamo e vogliamo essere parte dell’Oratorio di Santa Valeria!” E con la formazione Open non era così... “Negli ultimi anni i giocatori di estrazione ‘oratoriana”, come per esempio erano e sono diversi nostri allenatori, hanno lasciato il calcio giocato e sono stati rimpiazzati da ragazzi che provenivano da realtà estranee. Progressivamente la squadra è diventata una realtà a sé stante, avulsa dal contesto in cui era inserita. Certo, era una bella squadra, un gruppo anche affiatato, che ha conseguito risultati interessanti sotto il profilo sportivo. Ma una realtà non funzionale all’oratorio. Per la nostra organizzazione, seguire una squadra è un carico di lavoro impegnativo: quindi abbiamo compiuto la scelta di chiudere questa attività. Una scelta non facile,
Il gruppo sportivo dell’oratorio riunito in santuario molto ponderata, ma condivisa all’interno del consiglio direttivo. Crediamo che sia una scelta che rende ragione dello spirito con cui interpretiamo l’attività sportiva”. Quindi, non avete avversione verso lo sport “agonistico” in senso stretto? “Assolutamente no. Ma quello è un campo di azione delle società sportive, che sono tante e
lavorano bene. Per noi, lo sport è uno strumento educativo che si inserisce in un progetto più ampio”. In concreto, come la società sportiva fa parte dell’Oratorio? “Innanzi tutto credendo alla proposta educativa. Poi programmando l’attività in modo che i ragazzi possano vivere egualmente bene sia lo sport che l’attività oratoriana ordinaria. E
poi rendendo visibile la presenza della nostra società sportiva nei momenti più importanti della vita parrocchiale. Abbiamo 130 atleti (tra calcio maschile e pallavolo femminile) e una quarantina di adulti collaboratori: non dico che tutti partecipano a tutte le iniziative dell’oratorio, ma assicuro che in questa direzione il nostro invito è puntuale”. Sergio Lambrugo
I partecipanti alla fiaccolata partita dal santuario di Oropa
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Ragazzi degli oratori di Seregno e Meda a teatro con i loro educatori
La storia vera di due alpinisti in difficoltà occasione per riflettere su amicizia e rischio
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ue attori ed amici, Jacopo Bicocchi e Mattia Fabris, una corda e il testo di una storia vera “La morte sospesa” sono gli unici protagonisti dello spettacolo “(S)legati”, in scena lo scorso 10 novembre a Meda a cui hanno partecipato circa 250 ragazzi di Seregno e Meda coi loro educatori per approfondire il tema dell’amicizia e del rischio. Nel 1895 due alpinisti inglesi, Simon e Joe, si preparano a scalare la parete ovest del Siula Grande, in Perù, per essere i primi al mondo a raggiungere la vetta di 6000 metri. Non è solo la storia di un sogno ambizioso, ma anche di -un’amicizia messa alla prova adalle ostilità della montagna. iSuperate le difficoltà della saolita, i due amici condividono ela gioia di veder realizzato un -sogno comune, insieme alla :consapevolezza che qualcoosa potrebbe andare storto e la ,situazione sfuggire inesorabil-mente di mano. . Quando nella discesa Joe ocade in un crepaccio e si rompe una gamba, l’idea della morte, finora un fantasma remoto, si fa quasi reale: la speranza che tornino entrambi vivi è labile. Nonostante questo, Simon, inizialmente combattuto tra il distacco e la pietà, non abbandona l’amico e lo aiuta a risalire. Mettono in atto un piano di discesa disperato, ma la caduta di Joe in un altro crepaccio sembra vanificare la loro lotta. Simon, non potendo fare nulla per salvarlo, taglia la corda che lo unisce all’amico, si “dimentica” di lui e torna alla base. Un senso di vuoto e i rimorsi
I due protagonisti dello spettacolo teatrale “(S)legati”
Le vacanze invernali ed estive
Adolescenti e bambini sui monti con la formula dell’autogestione
Gli adolescenti dell’oratorio San Rocco parteciperanno con don Gimmy a una tre giorni sulla neve dal 2 al 4 gennaio 2015 presso il rifugio “Cima bianca” a Colere (Bg). Intanto sono aperte le iscrizioni alle vacanze estive 2015 (entro il 25 gennaio, precedenza a chi partecipa all’anno oratoriano). Il primo turno, dal 12 al 19 luglio, è dedicato ai bambini nati dal 2004 al 2006 che trascorreranno una settimana di vacanza sempre a Colere (Bg) presso l’hotel Plan del Sole. Il terzo turno, per adolescenti nati negli anni 1998-1999-2000, si svolgerà dall’1 all’8 agosto presso Oga, frazione di Valdisotto (So), bellissima località sopra Bormio. Le iscrizioni per il secondo turno, dal 19 al 26 luglio, per ragazzi nati dal 2001 al 2003 sono chiuse per raggiunto numero di iscritti. Tutti i turni saranno vissuti nella formula dell’autogestione per cui si cercano anche adesioni di mamme, papà e nonni disponibili a dare una mano per la cucina e per la conduzione pratica della casa. S.T.
gli impediscono di smontare l’accampamento e partire, nella speranza che Joe appaia miracolosamente all’orizzonte. E così accade: Joe è riuscito ad uscire dal fondo del crepaccio e a trascinarsi fino alle tende, dove viene subito soccorso. Bastano uno sguardo di intimità e poche parole perché Simon si senta perdonato da Joe, che ha capito le ragioni del compagno e non lo biasima. É un’avventura audace, che fa riflettere su quanto si è disposti a rischiare per il desiderio di misurarsi con i propri limiti, dei quali la montagna è la metafora, e di come un’amicizia possa uscire rafforzata dopo una separazione grazie alla forza del perdono. Elisa Bernasconi
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Assemblea dei soci, festa e un libro per l’anniversario
Il Candia ha compiuto trent’anni: un progetto educativo che ha centrato tutti i suoi obiettivi
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’Istituto Europeo Marcello Candia ricorda il trentennale dalla fondazione. Questo importante traguardo è stato sottolineato venerdì 28 novembre nel corso dell’assemblea dei soci e nel successivo momento di festa aperto a tutti. E’ stato inoltre presentato il libro del trentennale, che sarà distribuito in omaggio ai soci, dipendenti e amici della scuola. Il Candia ha iniziato la sua attività il 14 settembre 1985 con l’istituzione della prima sezione di liceo linguistico: un progetto che è cresciuto negli anni ed ha acquisito un posto di rilievo tra le scuole cittadine per la sua proposta articolata e completa. Nel 2000, infatti, il Candia rilevava dalle Suore Ancelle della Carità anche gli altri ordini di scuola: materna, elementari e medie, aggiungendo poi un asilo nido ed il servizio Tagesmutter (= mamme di giorno). Attualmente l’istituto accoglie circa 600 studenti, dal nido al liceo,
Federico Maffezzini premia Fabrizio Ferrari (a sinistra) e Luigi Mambretti (foto Volonterio) svolgendo un servizio pubblico a favore delle famiglie di Seregno e dei paesi limitrofi e un servizio sociale in quanto dà lavoro ad una novantina di dipendenti. Quando, trent’anni fa, alcune famiglie cattoliche di Sere-
gno hanno deciso di dare vita a una scuola libera non hanno avuto dubbi sull’intitolazione a Marcello Candia, imprenditore milanese che ben incarnava il loro ideale di educazione: amare la realtà nella sua interezza, sia sotto l’aspetto lavo-
rativo che nell’amore verso il prossimo. La cooperativa sociale, che gestisce l’istituto, è responsabile in toto della proposta educativa, della gestione della struttura e dell’amministrazione economica. E’ composta da circa 900 soci, ha un consiglio di amministrazione formato da genitori o ex-genitori, che gratuitamente dedicano tempo ed energia per assicurarne il funzionamento. “Il tratto distintivo della nostra opera – spiega nella prefazione del libro il presidente uscente Federico Maffezzini - è l’unità delle famiglie, degli insegnanti e di coloro che lavorano nella scuola, nel perseguire un unico scopo, l’educazione dei ragazzi; il metodo è quello di educare con l’esempio: si può trasmettere la passione per la conoscenza della realtà, solo se la realtà continua a stupire e ad attrarre noi adulti, insegnanti e genitori.” Mariarosa Pontiggia
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L’Amico della Famiglia Nelle scuole cattoliche cittadine
Natale di riflessioni e solidarietà concreta
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li studenti più grandi, soprattutto quelli delle scuole secondarie, affrontano il Natale con un taglio più impegnato, evidenziando soprattutto l’aspetto religioso, accompagnato da gesti di solidarietà e riflessioni su temi attuali che invitino a guardare oltre se stessi e a sollecitare le coscienze. SCUOLA PARROCCHIALE S. AMBROGIO Lunedì 15 dicembre alle 9.30, presso il teatro s. Ambrogio, la compagnia teatrale delle mamme e dei papà della scuola rappresenterà per tutti i bambini, dall’infanzia alla media, lo spettacolo di Natale: “La Capanna prestata”, che verrà riproposto martedì sera alle 20.45 per tutti i genitori. A fine serata si terrà l’estrazione dei biglietti della lotteria di Natale. Mercoledì 17 dicembre, alle 21, sarà il turno dei ragazzi della secondaria di I° grado che augureranno ai presenti un felice Natale con poesie, musiche e coreografie. Venerdì 19 reciteranno i bambini della scuola primaria: alle 18 sarà la volta dei bambini di prima e seconda con lo spettacolo: “Natale nel mondo”, alle 21 toccherà ai bambini di terza, quarta e quinta con “Un Natale da colorare”. COLLEGIO BALLERINI In Avvento il Ballerini organizza “Donacibo”, raccolta di generi alimentari tra tutti gli studenti a sostegno della colletta cittadina. Ai ragazzi della scuola media verrà proposta, una mattina di festa con gli ospiti del “Don Orione”. Nella settimana precedente il Natale sarà messo in scena uno spettacolo prepa-
rato dalla scuola primaria e uno dalla secondaria di I° grado. Si terrà inoltre il consueto concerto natalizio della scuola di musica “E. Pozzoli”. Giovedì 18 alle 21 sarà celebrata una S. Messa, cui seguirà un momento di festa per tutti. ISTITUTO CANDIA Il tempo dell’Avvento sarà caratterizzato da momenti significativi: agli alunni della scuola primaria don Giuseppe Vergani presenta, ogni lunedì, un personaggio biblico/evangelico o una scena legata al Natale. Sempre il lunedì mattina, i ragazzi della secondaria di I° grado, si trovano in cortile davanti alla statua della Madonna per un momento di preghiera e riflessione. Sono invitati inoltre ad approfondire il tema dei cristiani perseguitati in Iraq, raccogliendo materiali, foto, notizie da utilizzare per l’allestimento di una mostra, unitamente ai disegni dei ragazzi su questo argomento. Dall’inizio dell’Avvento, inoltre, ogni mercoledì don Lino Magni celebra una S. Messa alle 7,30 per sottolineare con un momento religioso il tempo dell’attesa. Martedì 16 dicembre, dalle 15, nel cortile della scuola gli alunni della primaria rappresenteranno con quadri viventi alcune scene del Natale, mentre gli studenti della scuola media accompagneranno il gesto con melodie e canti. Sarà anche organizzata una sottoscrizione a premi per finanziare le adozioni a distanza promosse dalla scuola. Gli ultimi giorni di scuola verrà celebrata una S. Messa con il tradizionale scambio di auguri. Mariarosa Pontiggia
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Le feste nelle materne paritarie
Melodie, recite e doni a sorpresa per la meraviglia dei più piccoli
Con dicembre nelle scuole dell’infanzia predomina il sapore dell’attesa e la meraviglia negli occhi. Ecco le molteplici proposte, per la gioia dei piccini e l’emozione dei genitori. CABIATI Martedì 16 momento di festa per la sezione Primavera, mentre mercoledì 17 tutti intorno al presepe, guidati da S. Francesco: come il santo costruì Betlemme a Greccio, così i bambini costruiranno Betlemme nella loro scuola. Venerdì 19 una merenda organizzata dalle mamme accompagnerà l’arrivo di Babbo Natale con un piccolo dono per ciascun bambino. DE NOVA-ARCHINTI Una recita è in programma mercoledì 17 alle 15. In linea col tema dell’anno i bambini andranno alla ricerca del cibo più buono da offrire a Gesù e scopriranno che non tutti hanno cibo a sufficienza e che il vero dono da offrire a Gesù è un mondo senza sprechi, dove le risorse potranno essere distribuite in modo più equo. Venerdì 19 dicembre arriverà il tanto atteso Babbo Natale. M. IMMACOLATA Il 10 dicembre è prevista la visita di Babbo Natale con un regalo per tutti i bambini, mentre martedì 16 ci sarà la festa di Natale. I piccoli, tra recitazione, balletti e canzoni insceneranno un presepe vivente. Il tempo dell’Avvento invece è dedicato alla realizzazione di un originale presepe, interamente fatto con materiale di recupero e riciclo. OTTOLINA SILVA Babbo Natale consegnerà i doni ai piccini il 17 dicembre, mentre il 18 dalle 14.30 alle 18 si svolgerà la Festa di Natale con una recita dei bambini. Dall’1 al 18 dicembre sarà allestito un banco vendita con lavori artigianali aperto a tutti dalle 7.45 alle 17. RONZONI SILVA La recita natalizia, riproposta dall’11 al 17 dicembre alle 14 per ciascuna classe, sarà collegata alla programmazione sulla natura e le stagioni: Pimpa, la protagonista, scopre il presepe e i personaggi le spiegano cosa sta per accadere. Per la sezione primavera il 17 alle 15.30 si terrà un semplice momento di festa con musiche e canti. Il 19 giungerà Babbo Natale con i doni e si terrà la premiazione del concorso presepi “C’è Vita nella natura”, natività “immerse nella natura” realizzate dai bambini con le loro famiglie e valutate da una giuria di esperti. Per tutti un diploma di partecipazione. S. AMBROGIO Mercoledì 17 alle 16.30, presso il teatro S. Ambrogio, i bambini delle sezioni coccinelle, papere e farfalle presenteranno la recita di Natale: “La piccola Stella”; giovedì 18 alla stessa ora sarà la volta dei piccoli delle tartarughe, pesciolini e coniglietti. Venerdì 19 arriverà Babbo Natale a portare doni per ciascun bambino. S. CARLO Il 18 Dicembre alle 20 i bambini proporranno una rivisitazione di “Christmas Carol” di Dickens, cui seguirà in ciascuna sezione una tombolata. Al termine, in giardino, aspettando l’arrivo di Babbo Natale e dell’amico elfo, panettone e vin brulé per tutti.
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Parrocchie/Basilica San Giuseppe
Per don Antonio Locati e don Stefano Perego 50 anni di differenza ma la vocazione è la stessa
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a solennità dell’Immacolata Concezione che si celebra lunedì 8 dicembre sarà solennizzata in Basilica dalla presenza del seregnese don Antonio Locati che celebrerà il sessantesimo di sacerdozio e di don Stefano Perego che ricorderà i dieci anni di ordinazione sacerdotale. Nato in città il 21 giugno 1925 don Antonio, a sedici anni, entra all’istituto missionario di Ivrea dove frequenta il liceo e dopo il noviziato emette la prima professione religiosa come Salesiano di don Bosco. Nel 1950 parte per il Giappone, a Tokio prosegue gli studi teologici e l’8 dicembre 1954 viene ordinato sacerdote dal cardinal Massimiliano De Dustenberg “In Giappone, dove sono stato per 25 anni in diverse missioni – racconta - ho cercato di portare la Parola di Dio a queste popolazioni , ma non è stato facile, perché su 126 milioni di abitanti , solo mezzo milione di Giapponesi era cristiano, gli altri erano tutti buddisti e scintoisti. Abbiamo tradotto il Vangelo in giapponese affinché anche loro potessero imparare la vita di Gesù. E’ stata un’esperienza bellissima che mi ha dato tanto.” Rientrato in Italia ha proseguito al Collegio Salesiano di Varese dedicandosi all’insegnamento, ha poi avuto incarichi in altre comunità parrocchiali e nel 1998 è tornato al collegio salesiano ove attualmente risiede. “Sessant’anni di sacerdozio ricchi di tante esperienze che ho avuto la gioia di vivere al
Don Stefano Perego servizio della Chiesa e dei fratelli lontani e vicini.” Anche se sono trascorsi solo dieci anni dalla sua ordinazione, anche il cammino di don Stefano si può dire già ricco di diverse esperienze. Nato a Milano il 3 dicembre 1979, don Stefano è cresciuto a Usmate Velate dove ha maturato la sua vocazione sacerdotale. Dopo il liceo è entrato in seminario ed è stato ordinato sacerdote il 12 giugno 2004. La sua prima destinazione è stata all’oratorio San Rocco come assistente. “Al san Rocco – dice - ho trovato tanti amici con i quali sono diventato un po’ più grande, non solo come prete, ma anche come cristiano. Accompagnando la fede, la speranza e la carità di piccoli e grandi, non solo in oratorio, ho intuito quanto queste virtù sono un habitus che non ci si può cucire addosso, ma che devono essere altri a intessere
Don Antonio Locati per te. E ognuno, nel suo modo unico e irripetibile, è chiamato a dare il proprio contributo all’ habitus degli altri. Per vie diverse anche a Roma, su e giù per i sette colli, sono stato tirato grande.” Dal 2009 infatti don Stefano, su invito dell’Arcivescovo, ha lasciato Seregno per seguire il corso di studi in Storia della Chiesa all’ Università Gregoriana di Roma, risiedendo presso il Seminario Lombardo. “Qui – racconta – con una cinquantina di sacerdoti provenienti da tutta Italia – ho condiviso la preghiera, la passione per la Chiesa universale e per le nostre comunità d’origine, l’impegno nello studio e quello domenicale nelle parrocchie di Roma. Ora sono giunto al mio sesto e ultimo anno di studio a Roma, sto preparando la tesi sulla persecuzione dei primi cristiani. Dal prossimo settembre tornerò in Diocesi per insegnare
Storia della Chiesa in Seminario, raccogliendo l’eredità di mons. Ennio Apeciti, che da quest’anno è a Roma come rettore del Seminario Lombardo. Il mio impegno quotidiano sarà accanto ai giovani che desiderano mettersi al servizio della Chiesa e formarsi per affrontare al meglio le sfide e le avventure che attendono il popolo di Dio. E non posso fare a meno di rendere grazie per quei volti di seminaristi che già mi sono familiari, alcuni perché inviati negli oratori di Seregno per fare esperienza pastorale, qualcun altro perché in quegli oratori è cresciuto. Attendo inoltre una nuova destinazione in qualche parrocchia per i giorni festivi” Auguri dunque a don Stefano per questa sua prima tappa del cammino sacerdotale e per il prezioso incarico che lo attende e a don Antonio per i suoi sessant’anni donati a Dio. Patrizia Dell’Orto
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Parrocchie/Santa Valeria
Educatore laico in oratorio, riflessioni a tutto campo con il vicario episcopale mons. Garascia
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are il punto della situazione per i responsabili e le famiglie impegnate nella gestione dell’oratorio di S. Valeria. Ecco l’obiettivo dell’incontro svoltosi in oratorio venerdì 14 novembre sulla figura dell’educatore laico in oratorio, alla presenza del Vicario di zona, mons. Patrizio Garascia, del parroco mons. Bruno Molinari e del vicario parrocchiale don Giuseppe Colombo. Anche il percorso diocesano sulla comunità educante ci invita, quest’anno, a riflettere sulle potenzialità della figura dell’educatore laico e su quali caratteristiche gli vengono richieste. L’esigenza è nata dal fatto che Giulia Viggiani, finora preziosa presenza presso l’oratorio di via Wagner, lascerà il suo incarico come educatrice dei preadolescenti. Questo avvicendamento è l’occasione per ridefinire meglio le attuali necessità dell’oratorio. Durante l’incontro sono intervenuti anche Andrea e Stefano, due educatori della cooperativa Pepita, di cui fa parte anche Giulia. La cooperativa Pepita ha ormai dieci anni di vita, e si occupa di formare educatori. L’oratorio è risultato per loro un ambiente privilegiato per poter esprimere la loro professionalità, visto la costante diminuzione della presenza di preti giovani. Questa figura ‘nuova’ per quanto riguarda la storia della Chiesa e delle parrocchie si sta diffondendo sempre più, in contesti di vario tipo e anche con differenti modalità di espressione. Nella diocesi di Milano si contano più di cento presenze di educatori laici a servizio degli oratori. Nella comunità di S. Valeria, è stata fatta la scelta di concentrare in via Wagner tutte le attività sia di catechesi che di animazione di bambini e ragazzi. Qui si
Messa di inizio anno oratoriano in Santuario
Ogni primo giovedì e prima domenica
Vocazioni e vita nascente al centro di momenti di preghiera comune
Molto importante è sottolineare come nella vita della comunità di S. Valeria sia molto presente la dimensione della preghiera comunitaria e di gesti liturgici di affidamento, di benedizione. Come ci ricorda continuamente Papa Francesco, un cristiano che non prega è come se tenesse chiusa la porta della chiesa e allontanasse gli altri da Gesù. Ogni primo giovedì del mese alle ore 21, presso la cappella Santa Caterina, viene proposta una adorazione eucaristica per le vocazioni, per rispondere al comando di Gesù di pregare perché il Padre mandi ancora operai nella sua vigna. Si tratta dell’attenzione che tutta la comunità deve avere per sostenere le vocazioni sacerdotali e quelle di particolare consacrazione. Inoltre, ogni prima domenica del mese alle 16.30 viene proposto un momento di preghiera con la benedizione delle mamme in attesa, per sottolineare come la vita nascente sia dono di Dio, messaggio profetico in un mondo in cui la vita non è più considerata. Don Giuseppe costantemente ci richiama all’importanza della preghiera personale e comunitaria. «La parrocchia - ci ha ricordato in questo periodo di Avvento - indica degli strumenti (celebrazioni, catechesi, gesti di solidarietà); tuttavia è la libertà di ciascuno di noi che deve entrare in gioco. Il Signore viene per tutti, ma soltanto chi lo accoglie sperimenta la sua salvezza». P. L.
tengono anche le iniziative della pastorale giovanile insieme alla parrocchia del Ceredo, coordinate da Giovanna Agostini. Quale figura, dunque, viene richiesta in questo ambiente? L’educatore nel suo agire segue un ben preciso progetto, che deve essere predisposto e condiviso dall’intera comunità. Si tratta di capire quali sono le aspettative dei giovani e degli adulti che partecipano alle attività proposte e prestano il loro servizio. Si devono individuare insieme degli obiettivi per poter tracciare un cammino comune. La serata è stata molto utile per uno scambio di idee. Soprattutto ci si è domandati che cosa la comunità pastorale chiede a questo ambiente. Il forte rischio è quello di delegare solo ad alcuni le scelte educative e non condividere insieme il senso e la fatica di quello che viene fatto. Bisogna saper dividere i compiti in modo sia efficiente che efficace, pensando eventualmente ad una figura di volontario che si occupi solo degli aspetti strutturali e logistici dell’oratorio. In questo modo l’educatore potrà dedicarsi soprattutto agli aspetti relazionali, alla gestione delle attività di specifici gruppi e a particolari fasce d’età. D’altra parte dobbiamo fare i conti anche con il rischio di frammentare le proposte in tanti percorsi indipendenti l’uno dall’altro. Si sente, quindi, l’esigenza di una figura di un responsabile di riferimento che coordini l’intera comunità. Mons. Garascia ha infine espresso la sua gratitudine per aver potuto ascoltare le esigenze dei presenti, che hanno dimostrato di aver a cuore la cura delle giovani generazioni, o meglio il futuro della Chiesa. Paola Landra
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Parrocchie/Sant’Ambrogio
La patronale di don Renato, un momento in più per ‘aprire’ la comunità alla pastorale d’insieme
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l rodaggio è stato impegnativo: per mesi ha fatto avanti e indietro fra la Comunità pastorale di Peschiera Borromeo e le tre parrocchie della Comunità pastorale San Luca. Il nuovo incarico seregnese gli piovve sul collo nel corso dell’anno pastorale, a decorrere dal I gennaio 2013. Se “tecnicamente” non è mai stato parroco di S.Ambrogio, don Renato Bettinelli, 55 anni, vi risiede stabilmente e parroco lo è per la gente. Con l’istituzione della Comunità pastorale cittadina, gli sono stati affidati alcuni incarichi fra cui il Consultorio. A S.Ambrogio lo si incontra diviso fra Scuola parrocchiale e altri impegni pastorali. La festa patronale è occasione per un primo tagliando, a rodaggio ormai terminato. Che tipo di percorso ha in mente per questa comunità? “Quello che ci suggerisce l’Arcivescovo quest’anno: la Comunità educante. Che interpreto con la pastorale d’insieme: lavorare insieme, ognuno nella sua dimensione, educatori, catechisti, genitori, insegnanti, con l’obbiettivo di educare e di educare alla fede. Questo valorizzandosi reciprocamente”. Ma non è quello che già si fa? “Senza dubbio. Ma da sempre i nostri ambienti sembrano ossessionati dal raggiungimento del proprio traguardo. Il cambio di passo è dato dal conseguimento dell’amore fraterno. La dimensione della comunità pastorale cittadina ci chiede di aprirci ancora di più”. Ci sono tutti gli elementi per una Comunità educante? “Direi proprio di sì. Abbiamo la Scuola parrocchiale che è un valore aggiunto, e la comunità
Gli appuntamenti ‘clou’ della festa
Don Renato Bettinelli
Questi gli appuntamenti di rilievo della festa patronale. Domenica 7. Ore 11.15: S. Messa solenne celebrata da don Carlo Silva nel 40° di sacerdozio, con la presenza del “Coro don Luigi Fari” Nel pomeriggio, in oratorio, “mostra interattiva” su padre Ferdinando Colombo e le missioni. In oratorio, sarà anche aperto il mercatino della Caritas e il banchetto del Centro Aiuto alla Vita Ore 20.30: S. Messa solenne con la presenza della corale di S. Carlo Lunedì 8. Al termine delle Messe della mattina, sul sagrato della chiesa, benedizione delle auto Ore 16.30: in chiesa, momento di preghiera per bambini e ragazzi con benedizione delle statuette di Gesù Bambino. Al termine, sul sagrato, accensione dell’albero di Natale e merenda per tutti Martedì 9. Ore 18.30: S. Messa in suffragio di tutti i defunti della parrocchia
Celebrerà la messa solenne
Don Carlo Silva prete da 40 anni ricorda il suo passato in oratorio
Favolosi quegli anni. Quelli di un giovane prete in una giovane parrocchia, per di più della città in cui era nato nel 1948. Don Carlo Silva ricorda quest’anno il suo quarantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale e i sei anni trascorsi a S.Ambrogio dal 1977 al 1983, seconda tappa del suo ministero dopo la prima destinazione a Sacconago. “Sono stati anni bellissimi” esordisce subito, “pieni di avventure e di iniziative”. Lui “prete dell’oratorio” con il parroco fondatore don Luigi Fari. Una parrocchia di periferia, in pieno sviluppo. “Non c’era ancora lo stabile dell’oratorio”, continua don Carlo, “ma l’ambiente pulsava di vita ed era frequentatissimo”. E tanta vita produsse i suoi frutti: il Gruppo sportivo ed il Gruppo missionario; la Fiera degli Oh Bej Oh Bej e la Fiaccolata votiva. Non solo numeri ma idee: “Il gioiello è stata la costituzione del Gruppo giovanile con i genitori, li porto ancora nel cuore”, prosegue don Carlo, “Con loro inventammo la “pastorale notturna”, un esperimento di incontro all’avanguardia... che bei tempi! Torno anche per pregare per il dono di qualche vocazione sacerdotale”. Don Carlo, dopo S.Ambrogio, passò a Concorezzo diventando parroco nell’88 a Vimercate. Dopo l’esperienza a Cantù, dallo scorso anno è parroco a Olgiate Molgora. F. B.
se ne deve riappropriare. Nell’intuizione del suo fondatore don Luigi, è uno strumento pastorale che completa la parrocchia e la arricchisce”. Pensa a qualche iniziativa per stimolare la Comunità educante? “Proprio per favorire l’incontro e l’inclusione, ho deciso di proporre due incontri l’anno per i genitori dei bambini del nostro asilo, per intercettare le giovani coppie con i bambini dai 3 ai 6 anni”. Impegnativo avere lo stesso patrono della diocesi? “Ma noi ne abbiamo due: non dimentichiamo la Madonna di Fatima in maggio. Uno invernale ed uno primaverile, per differenziare anche le proposte. S.Ambrogio ci accompagna al Natale; a maggio ricordiamo l’importanza della devozione a Maria. Vorrei che fossero occasioni per aprire il più possibile la nostra comunità”. Fabio Brenna
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Parrocchie/Beata Vergine Addolorata al Lazzaretto
Il tema dell’Expo diventa occasione per donare cibo alle famiglie in difficoltà della comunità
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Nutrire il pianeta, energia per la vita”, questo il tema di Expo 2015 che anche la Chiesa affronterà a partire da ciò che la caratterizza: la fede in Dio che si è fatto nutrimento dell’umanità per sostenerla nel cammino della storia. Conoscendo le difficoltà della lotta alla fame, soprattutto di questi tempi, con slancio si è aderito alla richiesta di aiuto del banco alimentare e della Caritas parrocchiale con una raccolta di generi alimentari a lunga scadenza che potranno aiutare tante famiglie in difficoltà. Ogni domenica di Avvento alla S. Messa delle 10, i ragazzi portano latte, zucchero, caffè, farina e olio. Li presentano all’altare, quale simbolica offerta di un loro piccolo sacrificio in aiuto degli altri, ben sapendo che questi utili doni, uniti a quelli di tanti altri bambini delle parrocchie di Seregno, possono aiutare a sopravvivere famiglie che non sono in condizione di poter fare la spesa. Imparano così, meglio che con qualsiasi perfetta lezione teorica, la gioia della condivisione con gli altri fratelli e la speranza di un nuovo modo di vivere assieme. In quest’ ottica, domenica 14 si terrà in oratorio il pranzo di Natale con genitori e bambini di catechismo, quest’anno allargato anche alle new entry di seconda elementare. Al termine ogni classe presenterà alla comunità i lavori che sono stati preparati per l’Avvento. Nicoletta Maggioni
L’offerta dei generi alimentari da parte dei ragazzi
Iniziativa assolutamente innovativa
I catechisti in visita alle famiglie dei loro ragazzi: “Vogliamo confrontarci sui diversi cammini di fede” C’è una novità in parrocchia che riguarda i ragazzi di seconda elementare: i catechisti Gabriele e Mariacristina si recano nelle loro case ad incontrare ogni famiglia. Perché? Chiediamo loro. “Le famiglie che si avvicinano al percorso di seconda elementare arrivano da differenti situazioni di fede, a volte non frequentano da dopo il battesimo del figlio, oppure non conoscono le attività parrocchiali perché provengono da altre parrocchie o città. Quindi, partendo da semplici domande sulla loro esperienza di fede e su cosa vorrebbero che il loro figlio vivesse in questo cammino e nella comunità parrocchiale, abbiamo chiesto loro la disponibilità di un’oretta per incontrarli da qui a fine gennaio. Abbiamo riscontrato subito ampia disponibili-
tà da parte di tutti e la nostra agenda e già piena di appuntamenti. Entrare in una casa, incontrare la famiglia, parlare di fede, della storia di ciascuno, un po’ ci fa tornare ai tempi di S.Paolo e ci fa vivere diversamente anche il nostro ruolo di catechisti. Carlo Maria Martini, in una lettera pastorale del 1997, diceva: “Vorrei farmi tuo compagno di strada: ascoltare le domande vere del tuo cuore, confessarti le mie. Questo è importante: non è possibile trovare e dare risposte, se non si sono riconosciute le domande”. E’ proprio ciò che vogliamo vivere in questo anno di catechesi: ascoltare le domande vere dei nostri ragazzi e delle loro famiglie, alla luce di Colui che ci ha ama più di ogni altro al mondo”. N.M.
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Parrocchie/San Carlo
Gruppo Catechisti, una bella squadra affiatata per educare nella fede ragazzi di ogni età
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San Carlo uno dei gruppi più nutriti ed affiatati è quello dei Catechisti. Quattordici persone, dodici donne e due uomini, circa cinquanta anni di differenza tra il più e il meno giovane, un’anzianità di servizio che va dai due agli oltre venticinque anni, una caratteristica comune, la passione educativa nel testimoniare la Parola di Dio del Vangelo ad una platea di quasi duecento bambini e ragazzi dai sette ai diciannove anni, una nuova sfida, la comunità educante promulgata quest’anno nella nota pastorale del nostro arcivescovo Angelo Scola. Chi sono i catechisti di San Carlo? Barbara e Roberta si occupano dei bambini di seconda elementare del gruppo Betlemme. Gianna, Maria Grazia ed Umberta insegnano ai bambini di terza elementare del gruppo Nazareth. Camilla, Giusy, Imelda e Roberta hanno il gruppo Emmaus, quello dei bambini di quarta elementare. Antonella e Gilberto si occupano dei bambini di quinta elementare raccolti nel gruppo Cafarnao. A Sereno è affidato il gruppo Gerusalemme, quello dei ragazzi di prima media. Per il gruppo Preadolescenti, con i ragazzi di seconda e terza media c’è Francesca. Federica si occupa dei ragazzi di prima, seconda e terza superiore del gruppo Adolescenti. Al gruppo Giovani dei ragazzi 18/19enni pensa don Alessandro in pri-
Alcuni componenti del gruppo Catechisti della parrocchia ma persona. Vi è poi un folto gruppo di ragazzi che collabora nei vari gruppi in modo prezioso: di loro parleremo in modo approfondito nel prossimo numero. Ho chiesto ad alcuni catechisti di dirmi cosa c’è alla base del loro impegno. La gioia dello stare con i bimbi annunciando il Vangelo nel fare, creare, giocare, l’accettazione di una proposta stimolante ed appagante, il desiderio di trasmettere ad altri ciò che da altri si è imparato, il credere nella bontà di un progetto, il progetto di Dio, l’impossibilità di tenere per sé la scoperta della bellezza del Vangelo. La soddisfazione più grande, per Barbara, che si occu-
pa dei più piccoli, è riuscire a soddisfare la loro curiosità e rendersi conto che molto è rimasto dentro di loro. Per Federica, che all’opposto si occupa dei più grandi, è appagante il riuscire a contrastare il fascino perverso di una società che propone idee e comportamenti uguali per tutti e non favorisce relazioni vere, distrugge e omologa, toglie certezze e amore per gli altri. E le difficoltà? Il poco tempo a disposizione, la scarsa collaborazione di qualche genitore, l’eccessiva vivacità di qualche bambino. Certo non è tutto facile ma, ci ricorda ancora Federica, citando Matteo “Io sarò con voi, tutti i giorni, sino alla
fine dei secoli”. Infine Barbara mette in evidenza quanto sia importante il cercare di rendere partecipi i genitori al cammino di fede dei propri figli. Ecco, appunto, la nuova sfida della comunità educante, il togliere le attività dei giovani dai compartimenti stagni in cui sono confinate e creare una sinergia tra tutte le figure educative di queste attività attraverso il confronto, la proposta di percorsi comuni, la corresponsabilità, la formazione e l’informazione condivisa. I Catechisti di San Carlo sono ben attrezzati e non si tireranno certo indietro. Franco Bollati
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Comunità religiose/Piccolo Cottolengo di don Orione
Accoglienza per dodici giovani richiedenti asilo: “Il nostro fondatore avrebbe fatto la stessa cosa”
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’ un normale sabato di metà novembre a una normale messa prefestiva, quando don Graziano Dal Col dà una notizia non-normale di questi tempi: dal 19 novembre verranno ospitati 12 ragazzi provenienti dall’emergenza dei richiedenti asilo, rinnovando così lo spirito di accoglienza ai poveri tipico del fondatore San Luigi Orione, che considerava “un privilegio servire Cristo nei più abbandonati e reietti, poiché nel più misero degli uomini brilla l’immagine di Dio”. Sorge spontanea la curiosità di comprendere il perché di questo gesto, così don Graziano e Paolo Favari pazientemente mi spiegano che “La Chiesa ogni giorno si confronta con le nuove povertà. Seguendo questo percorso e stimolati dalle indicazioni relative al cammino di Avvento della Chiesa ambrosiana, abbiamo predisposto un progetto per l’accoglienza di questi giovani immigrati, tra i 18 e i 30 anni, che provengono da Senegal e Gambia. Sono in Italia da alcuni mesi e sono stati presi in carico dal Consorzio Comunità Brianza che è accreditato dalla Prefettura di Monza quale ente gestore dell’emergenza”. Chiedo se il Piccolo Cottolengo non si trovi così ad accogliere persone diverse rispetto alla tipologia classica presente nella struttura. “Potrebbe sembrare, ma in realtà siamo perfettamente in linea con il nostro fondatore che ha sentito il dovere di non preoccuparsi di chi arriva, ma di lenire il dolore e la sofferenza anche di queste persone”.
Don Graziano De Col
Lo scopo principale di questo progetto è quello di rendere questi ragazzi indipendenti nelle attività di vita quotidiana e di comunità, favorendo la creazione dello spirito di famiglia e fornendo un supporto alla loro formazione professionale. Essi sono stati presi in carico totalmente dalla congregazione orionina di Seregno, che ha individuato un suo referente che avrà il compito di organizzare la loro vita con lo spirito previsto dalle costituzioni della congregazione. Inoltre, tutto lo staff operativo si è reso disponibile come supporto a favorire l’inclusione sociale di queste persone. Al termine c’è anche posto per i ringraziamenti e per un suggerimento: “Grazie al prefetto di Monza Giovanna Vila-
si, alla stazione dei carabinieri di Seregno, al comando locale di polizia municipale, alle istituzioni civili ed ecclesiastiche del territorio, alle associazioni di volontariato che prestano la loro opera all’interno del Piccolo Cottolengo; un grazie grande va a tutta la comunità locale che sta rispondendo alle nostre necessità, sia erogando beni di consumo, sia prestando opera volontaria. A questo proposito chiediamo a tutti coloro che volessero vivere un’esperienza di supporto alle attività di questo progetto di “farsi coraggio” e prendere contatto con i responsabili, nella certezza che Maria Madre di Dio contagerà d’entusiasmo tutti i protagonisti di questa nuova esperienza. Ave Maria e avanti!” Nicoletta Maggioni
Un mese fitto di appuntamenti
Visite, musiche, giochi ma anche riflessioni per tutti gli anziani e i disabili delle residenze dell’istituto Periodo densissimo di appuntamenti al P.C.D.O, quello che va dall’Avvento all’Epifania. Di seguito segnaliamo solo i più importanti. Per la RSD: in Avvento si sta proponendo agli ospiti un cammino che li aiuti a riflettere sui valori positivi per vivere bene insieme e che crei il clima natalizio, cioè quell’atmosfera unica che dona a tutti emozioni più intense e, soprattutto, più speranza. Per la RSA: 10 dicembre scambio di auguri con i “vicini di casa” del Collegio Ballerini 14 dicembre ore 11 visita agli ospiti dei pattinatori Skating Club Giussano Ore 16 personale e ospiti della casa, con l’animazione musicale di Marco Aliotta, festeggiano il Natale con parenti, amici e volontari allietati da un buffet preparato dagli anziani 20 dicembre il Coro del Santuario Maria Ausiliatrice del PCDO propone canti sacri tradizionali
21 dicembre allegro pomeriggio con il gruppo di studenti delle scuole superiori del territorio 24 dicembre i fanti dell’A.N.B. di Seregno presentano gli auguri in musica della Fanfara don Cozzi 28 dicembre saggio natalizio della scuola “Passione Danza” di Desio 31 dicembre tombolata nel salone ricreativo con la partecipazione di amici e familiari 1 gennaio party-karaoke di benvenuto al nuovo anno 3 gennaio con gli amici del gruppo O.F.T.A.L. e i loro canti, condividiamo una dolce merenda 6 gennaio alle 12,30 riceviamo la visita del Corteo dei Magi Alle 15,00 la Befana atterra per portare doni a tutti In chiesa: si segnalano in particolare le messe del Natale e della mattina dell’1 gennaio che sarà introdotta dal suono delle zampogne dei suonatori di Giussano.
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Notizie/Accordo siglato tra mons. Bruno Molinari e il sindaco Giacinto Mariani
Sostegno economico del Comune agli oratori per le attività estive e iniziative per i giovani Per la promozione di azioni di sostegno economico dell’attività degli oratori, l’amministrazione comunale ha stanziato 20 mila euro. L’accordo quadro è stato siglato martedì 25 novembre dal sindaco Giacinto Mariani e dal prevosto monsignor Bruno Molinari, a palazzo Landriani-Caponaghi, presente anche l’assessore ai servizi sociali, Ilaria Cerqua. Il finanziamento è ripartito in due campi: un contributo di 10 mila euro per attività degli oratori estivi e altri 10 mila euro per iniziative organizzate dagli oratori in collaborazione con l’amministrazione comunale. L’accordo quadro ha una durata di cinque anni con possibilità di rinnovo. “E’ l’inizio di una collaborazione a 360 gradi - ha detto il sindaco Giacianto Mariani - finora tutto si era svolto in maniera saltuaria ed episodica, adesso tutto sarà più cadenzato e regolare. Gli oratori in città sono un punto di riferimento prezioso per il servizio che svolgono a favore dell’intera comunità. L’accordo quadro firmato oggi risponde alla necessità di organizzare una sinergia tra l’istituzione e le parrocchie in modo da dare vita ad azioni coordinate in grado di promuovere una nuova educazione civica tra i giovani. Le risorse che siamo riusciti a recuperare sono il riconoscimento della funzione sociale ed educativa svolta dagli oratori”. Giovedì 27 si è riunito il “tavolo di lavoro”, composto da due rappresentanti delle parrocchie nominati dal prevosto e due operatori del Comune, referenti per le aree educative e socio-assistenziali, per l’individuazione di possibili progetti e attività da
Da sinistra mons. Molinari, il sindaco Mariani e l’assessore Cerqua (foto Volonterio) realizzare. La comunità pastorale annualmente, nell’ambito del proprio “piano pastorale” e del progetto educativo oratoriano, deve individuare i progetti da presentare al “tavolo di lavoro”, con l’indicazione di attività, obiettivi, soggetti e destinatari. Sulla base delle iniziative condivise tra amministrazione comunale e la parrocchia saranno stipulati appositi protocolli operativi, per regolamentare le modalità di collaborazione e le forme del sostegno economico. “Investire sui giovani è stata una nostra precisa e calibrata scelta, e cioè quella di instaurare delle allleanze educative - ha aggiunto l’assessore Cerqua - specie in un momento in cui le risorse economiche sono ridotte per gli effetti della crisi. L’accordo riconosce il valore educativo delle attività svolte dagli oratori e questa convenzione ci permette di creare delle sinergie tra famiglia, scuole e realtà che sul territorio si occupano di ragazzi e ragazze”. Paolo Volonterio
In Abbazia San Benedetto
In vendita il cd “Habemus Papam”, le musiche doc per Francesco
Stefania e Barbara Arienti che alle porte dell’abbazia san Benedetto hanno proposto, su concessione della Deutsche Grammaphon il cd “Habemus Papam” (foto Volonterio)
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L’Amico della Famiglia
Notizie/Circolo culturale San Giuseppe
Festa di auguri in musica e mostra di modellismo ma anche un contributo al consultorio interdecanale Lotteria del Cav per le mamme in difficoltà In occasione della festa di S. Ambrogio nei giorni 7 e 8 dicembre presso la omonima parrocchia, le volontarie del Cav di Seregno hanno allestito un banchetto di vendita il cui ricavato sarà utilizzato per l’aiuto alle mamme in difficoltà che si rivolgono a noi rimuovendo così la possibilità di “pensare” all’aborto. Intanto è iniziata da parte dei volontari la vendita in tutta la città dei biglietti della lotteria con lo scopo di raccolta fondi per le attività del Cav. L’estrazione avverrà il prossimo 23 gennaio in occasione della serata culturale per la giornata nazionale della vita, dal tema “Alle radici delle attuali questioni etiche”; interverrà il prof. Lamberto Bianchini, filosofo, alle 21 presso la sala card. Minoretti del Centro pastorale monsignor Ratti di via Cavour, 25. Ringraziamo i bambini che in Avvento raccolgono latte e pannolini presso gli oratori S. Rocco e S. Ambrogio da donare al Cav di Seregno, insieme alle loro mamme e ai sacerdoti responsabili dei due oratori, che con entusiasmo partecipano alla raccolta per dare un concreto aiuto alle neo mamme in difficoltà economiche. L’auspicio è che questa lodevole iniziativa possa essere estesa in futuro, in altre occasioni, anche agli altri oratori della città.
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a giornata di apertura del centoventisettesimo anno sociale del Circolo culturale San Giuseppe, svoltasi domenica 9 novembre, sarà ricordata in modo particolare per la consegna alle suore Sacramentine di Bergamo dell’Istituto Cabiati-Ronzoni dell’undicesima edizione del premio che porta il nome dell’associazione, riservato a persone, enti o associazioni che, sul territorio locale, abbiano saputo fornire una testimonianza concreta dei valori cristiani. Una particolarità, questa, che ha sempre caratterizzato la piccola comunità che dal 1920 si occupa della struttura di via San Benedetto, oggi come ieri punto di riferimento per tante
famiglie che le affidano i loro figli sia durante l’anno scolastico, per usufruire dei servizi di pre e post scuola e di mensa, sia durante le vacanze, quando invece viene organizzato un apprezzato centro estivo. L’appuntamento ha comunque dato nella sua globalità nuova linfa all’attività, che nelle prossime settimane si concentrerà in particolare sul Natale. Giovedì 18 dicembre, alle 21, in sede è prevista la festa per lo scambio degli auguri, che avrà come perno un’esibizione della Cappella musicale Santa Cecilia, diretta da Giancarlo Buccino. Nella medesima occasione, sarà corrisposto al Consultorio interdecanale La Famiglia un contributo economico che nella
sua modestia vuole essere un segno di fratellanza nei confronti di una realtà con cui il Circolo culturale San Giuseppe è felice di condividere i locali del Centro pastorale monsignor Ratti. Due giorni più tardi, sabato 20 dicembre, alle 16, nella sala Minoretti, si alzerà invece il sipario su una mostra di modellismo, promossa con la collaborazione degli Amici modellisti Corona Ferrea Monza e Brianza. Vi troveranno spazio un’ottantina di esemplari tra macchine, navi, aerei e soldatini non in assetto da guerra. Le visite saranno possibili sabato 20 e sabato 27 dalle 16 alle 19, domenica 21 e domenica 28 dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.
Sabato 22 novembre a S. Ambrogio
Le corali delle parrocchie riunite per Santa Cecilia
Le corali delle sei parrocchie hanno ricordato la memoria di Santa Cecilia durante la messa vespertina delle 18 di sabato 22 novembre, celebrata da monsignor Bruno Molinari, nella chiesa di Sant’Ambrogio (foto Volonterio)
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Notizie/Associazione Carla Crippa
Torta paesana, bilancio positivo della festa poi subito a scuola per raccontare la Bolivia
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l bilancio della manifestazione con la torta paesana del 22 e 23 novembre è o sicuramente molto positivo: anche grazie al bel tempo -l’iniziativa è stata un successo, sia dal punto di vista della venodita della torta che da quello della partecipazione. Anche aquest’anno Seregno ha risposto -alla chiamata della solidarietà, e -la torta è stata venduta tutta (era finita verso le 17.45). Quello di idomenica, in particolare, è stato un bel pomeriggio di festa anche grazie alle animazioni per grandi e piccini che hanno caratterizzato questa 15esima edizione della manifestazione. Grazie dunque a tutti coloro che hanno parteci-pato, al Comune di Seregno che ha contribuito anche quest’anno attraverso la concessione del patrocinio, a tutti i panettieri, i pasticceri e gli sponsor, alle scuole che hanno aderito all’iniziativa e a tutti i volontari che con la loro passione e il loro lavoro hanno reso possibile l’organizzazione e la realizzazione della festa. Sabato 29 novembre l’associazione è ritornata in provincia di Padova, nelle scuole medie di Bresseo di Teolo e di Montemerlo. L’esperienza ha ripetuto quella dello scorso anno, che aveva portato i ragazzi, stimolati dalle insegnanti, a realizzare numeroso materiale sui temi affrontati, che poi è stato pubblicato sul sito www.associazionecarlacrippa. org. Inoltre i genitori dei ragazzi hanno organizzato alcune iniziative per raccogliere fondi destinati all’associazione. Quest’anno a portare la loro testimonianza c’erano anche i due volontari che sono stati in Bolivia nell’estate 2014, Roberto Arienti e Gloria Vimercati. Hanno raccontato l’esperienza dell’associazione e dei suoi volontari in Bolivia e sul territorio, parlando dei progetti e delle iniziative in corso, trattando anche i temi della mondialità e della cooperazione internazionale.
Movimento terza età
Auguri con un video di musiche sacre Molto partecipato è stato l’incontro culturale con la psicologa Carmen Minotti tenutosi lo scorso 27 novembre sul tema “La forza della faccia”: il viso è lo specchio dell’anima? E’ giusto cancellare i segni del tempo dal viso falsificando il proprio aspetto? Come mi vedo io e come mi vedono gli altri? Un tema che ha suscitato molto interesse da parte del pubblico presente. Il mese di dicembre si è aperto con l’incontro di testimonianze, immagini e parole, che hanno raccontato l’esperienza di cinquant’anni di missione in India della concittadina suor Camilla Tagliabue, ricordando il decimo anniversario della sua morte. Nel momento forte dell’Avvento il Movi-
mento ha organizzato per giovedì 11 dicembre una Giornata di spiritualità che si terrà a Villa Sacro Cuore di Triuggio. La partenza sarà alle 8.30 in pullman dalle proprie parrocchie e per i partecipanti della basilica partenza da via Cavour. Per ulteriori informazioni rivolgersi alle incaricate (tel. 0362/236350). Giovedì 18 dicembre alle ore 15 presso il Centro pastorale mons. Ratti si terrà un incontro natalizio con video di musiche sacre presentate da Giulia Lissoni. Seguirà un momento conviviale e scambio di auguri. Il movimento augura a tutti un santo e sereno Natale e un migliore anno nuovo!
Sabato 22 novembre a S.Ambrogio
Confraternite a raduno per eleggere il nuovo priore
Le Confraternite di tre parrocchie: basilica San Giuseppe, San Carlo e Sant’Ambrogio, riunite nella chiesa di Sant’Amborgio, sabato 22 novembre, per l’elezione del nuovo priore (foto Volonterio)
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L’Amico della Famiglia
Notizie/Gruppo solidarietà Africa
“Il Frate e il Califfo”, così l’ospedale cattolico cura i malati musulmani
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al 29 novembre al 7 dicembre, su iniziativa del Gruppo solidarietà Africa, in sala Mariani, la mostra “Il Frate e il Califfo” ripercorre la strada che lega l’ospedale cattolico di Tanguiéta in Bénin con la regione di Kiota in Niger dove la massima autorità spirituale è il califfo Cheikh Khalif Moussa Aboubakar Hassouni. Da trenta anni fra’ Fiorenzo, chirurgo, e la sua équipe curano i malati nigeriani inviati dal califfo di Kiota con un semplice comunicato: “Caro fra’ Fiorenzo, affido alle tue cure un mio fratello ammalato. Venerdì preghe-
remo per te nella moschea”; al ritorno i malati portano al califfo i saluti del frate. La mostra è aperta dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. Proprio l’ospedale di Tanguiéta è sotto pressione per l’epidemia di ebola, in quanto accoglie pazienti da numerosi paesi dell’Africa sub sahariana. La morte del primario pediatra e di tre infermieri a seguito di assistenza intensiva ad una neonata morta in pochi giorni ha gettato l’ospedale nel dolore e ha creato panico in tutta la zona. In collaborazione con l’Oms e il ministero della salute del Bénin si stanno cercando le cause di queste morti che
speriamo restino limitate. Nel frattempo abbiamo inviato farmaci antivirali nel tentativo di prevenire nuovi casi. Con il Natale alle porte il Gsa è impegnato nella realizzazione di vari presepi: in sala Mariani presepe arabo, in abbazia presepe tradizionale, mentre a Villa Litta di Lainate, su invito degli Amici del Presepe, sarà allestito il presepe valdostano realizzato al S. Rocco lo scorso anno e vincitore del concorso presepi della Fondazione oratori milanesi; infine a Milano, presso S. Maria alla Fontana, sarà riproposto il “Presepe a Peschici”.
Domenica 23 novembre in Basilica
Tutta la banda a messa per festeggiare la patrona
Il corpo musicale Santa Cecilia schierato al termine della messa di domenica 23 novembre in basilica san Giuseppe (foto Volonterio)
Auxilium India: Namastè ricco di testimonianze Sabato 15 novembre Auxilium India ha organizzato il tradizionale incontro del Namastè. Quest’anno è stata l’occasione per ricordare, con amici e benefattori, il percorso missionario di Suor Camilla, nel 10° anno dalla scomparsa: molti hanno voluto raccontare come è entrata nella loro vita e di quanto bene ha seminato nei loro cuori. Mr Banerjee Amitkumar, fondatore di case famiglie con la associazione indiana Samparc, è intervenuto dall’India ricordando quando, da giovane avvocato, ha incontrato la suora seregnese: “E’ stata per me una fonte d’ispirazione. Ho imparato da lei a prendermi cura dei bambini, a farli crescere e a sviluppare le qualità utili alla loro vita. Sento sempre la sua presenza nel mio lavoro”. Sono seguiti i racconti delle ragazze che vivevano nella missione di Lonavla, raccolti attraverso la pagina facebook Auxilium India Onlus. Ogni racconto ci ha ricordato come il suo modo di prendersi cura di chi le era affidato non lasciava indifferenti. La sua determinazione e la sua scelta di servire i fratelli più piccoli, unita all’Amore verso il Signore, ha “contagiato” davvero tanti, portando molto frutto. A tutti noi l’impegno e la responsabilità di proseguire nel “suo solco”.
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Notizie/Scuola per stranieri “Culture senza frontiere”
Christina dal Bangladesh alla laurea in medicina ed ora mediatrice linguistica tra i connazionali
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al mese di ottobre “Culture senza frontiere” si è arricchita di una nuova e preziosa presenza. Si chiama Christina Hazna, nata a Khulna in Bangladesh 46 anni fa, e in Italia dal 1989, medico dirigente presso l’Asl di Como nel settore delle dipendenze. La sua storia rispecchia inevitabilmente quella di molti migranti che, per lavoro, studio o altre necessità, hanno lasciato la famiglia e ora vivono in un paese molto diverso dal loro per cultura, tradizioni, stile di vita. Nata da una famiglia numerosa di religione cattolica, dopo il liceo esprime il desiderio di diventare medico per aiutare i connazionali, soprattutto coloro che vivono a Rayapur, piccolo paese senza presidi medici dove il padre contadino possiede molti terreni. In Bangladesh però e’ impossibile frequentare l’università statale se non si è di religione musulmana. La fortuna – o la provvidenza – le fa conoscere padre Mario Rigon, missionario saveriano che ha realizzato scuole, ospedali, centri artigianali ed è tra i più accreditati traduttori di Tagore. Padre Rigon si prodiga per farle ottenere il visto e trovare una persona in Italia disposta ad ospitarla. Una signora di Cesano Maderno la aiuterà in tutti i modi nel conseguimento della laurea in Medicina a Milano e della specializzazione in malattie infettive e tropicali a Pavia. Per sette anni ha lavorato presso il
Christina Hazna, in primo piano, alla scuola stranieri
carcere di Vigevano e la prefettura di Como per poi dedicarsi alle dipendenze. Quando torna in patria presta servizio di volontariato medico, tenendo fede al suo desiderio di giovane studentessa. Da due mesi è nella nostra scuola come mediatrice linguistica su richiesta di alcuni suoi connazionali che hanno difficoltà ad apprendere l’italiano. E’ una risorsa preziosa che facilita l’insegnamento e l’approccio con una cultura molto diversa dalla nostra. In città vivono tanti stranieri che come Christina possono portare un contributo concreto all’integrazione e alla multiculturalità, ci auguriamo che il suo esempio possa essere di stimolo agli altri.
Conferenza San Vincenzo
Mercatino natalizio e pranzo della Mensa Dicembre denso di appuntamenti importanti per la nostra associazione. Innanzitutto il Mercatino natalizio, inaugurato lo scorso venerdì 5 dicembre e che sarà aperto nei locali di via Volta fino a domenica 14 (tutti i giorni, 9.30/12 – 15.30/19). Questa iniziativa è la nostra principale fonte di sovvenzionamento, che garantisce la continuità di aiuti alle famiglie e alle persone che costantemente aiutiamo. Ci auguriamo quindi che i tanti sostenitori e amici che ogni anno ci dimostrano attenzione e generosità non vengano meno. Speriamo che il successo di quest’anno possa superare quello delle precedenti edizioni. Altro momento significativo per noi sarà il 25 dicembre col Pranzo di Natale per gli ospiti della Mensa della Solidarietà. È im-
portante che la condivisione della santità del Natale con i nostri ospiti sia vissuta nel giorno della nascita di Gesù, per trascorrere con loro un momento di festa: un menù speciale, con panettone e spumante e qualche piccolo dono. Tuttavia il dono più prezioso rimane l’amore degli uni nei confronti degli altri. Infine, stiamo progettando, in collaborazione con i Servizi Sociali del Comune, una nuova convenzione per la Mensa, che ci permetterà di disporre di un numero maggiore di pasti, e quindi poter aggiungere più di un posto a tavola. Ricordiamo che nel mese di dicembre il punto distribuzione di indumenti e alimenti chiuderà dal 19 dicembre al 14 gennaio compresi.
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Notizie/Gruppo Scout
Sede provvisoria nell’ex asilo di via Bottego e il 21 dicembre si rinnova la “Luce della Pace”
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nche quest’anno il gruppo Scout di Seregno ha ricominciato le sue attività. Essere Scout non significa solo “fare qualcosa di diverso dal solito”, ma imparare fin da piccoli a diventare grandi, gradualmente e adoperando diversi strumenti educativi a seconda della fascia d’età. Questo è lo spirito con cui da settembre si è aperto il nuovo anno, che è iniziato con una grande novità: dopo l’allagamento della sede di viale Piave, il Comune ha concesso al gruppo Scout come sede provvisoria l’ex-asilo nido di via Bottego nel quartiere di Sant’Ambrogio. Finalmente i Capi avranno un luogo dove ritrovarsi e i Lupetti avranno di nuovo una “tana”. Quello che manca è aprirsi di più alla cittadinanza di Seregno per far conoscere la realtà educativa dello scoutismo e renderla accessibile a tutti, coinvolgendo anche chi non è (ancora) Scout! Primo appuntamento in questa direzione sarà domenica 21 dicembre, la cosiddetta uscita della “Luce della Pace”. Nella Chiesa della Natività a Betlemme vi è una fiamma che arde perennemente e che ogni anno, senza mai essere spenta, viene distribuita di fiaccola in fiaccola, di Scout in Scout in tutto il mondo: la collaborazione tra gli Scout di diverse nazionalità diventa simbolo e promozione della Pace come stile di vita. E’ per questo che nella domenica prima di Natale, anche i nostri scout porteranno nelle varie parrocchie di Seregno la Luce. Un appuntamento a cui non si può mancare! Per info e contatti rivolgersi al sito www.seregnouno.it
Il gruppo scout in una uscita
Azione Cattolica
Giornata decanale di ritiro per l’Avvento Oggi, domenica 7 dicembre, presso il Centro Pastorale Ambrosiano a Seveso - San Pietro si tiene la giornata decanale di ritiro per l’Avvento: è la prima occasione che abbiamo per incontrarci con gli amici dell’Azione Cattolica delle altre parrocchie del nostro “nuovo” decanato Seregno-Seveso. Martedì 16 dicembre, alle 21, presso il santuario della Madonna dei Vignoli Veglia di preghiera nel primo giorno della novena del Natale: è l’occasione per iniziare insieme l’ultimo periodo dell’Avvento e prepararci all’incontro con Gesù Bambino. Mercoledì 17 continua l’itinerario formativo per gli adulti sul testo “Vita d’Autore” alle 21,00 sempre presso il Centro Pastorale. E’ un forte invito a vivere in prima persona i richiami che Papa Francesco ci ha affida-
to: rimanere in Gesù; andare per le strade; gioire sempre nel Signore. Un aiuto a nutrire la spiritualità personale per essere testimoni autentici. Il terzo incontro della “Lectio divina”, proposta per gli adulti di tutte le parrocchie di Seregno, si terrà lunedì 12 gennaio 2015 alle 21 nel Santuario dei Vignoli. Tema dell’incontro: Tommaso (Giovanni 20,19-29) un’altra persona che ha cambiato la vita dopo l’incontro con Gesù. L’Azione cattolica Studenti ha in programma dal 2 al 5 gennaio 2015 la grande iniziativa della “4 giorni invernale” con l’incontro culturale ed ecclesiale con la città di Padova. E’ l’occasione per farsi nuovi amici e conoscere l’Azione cattolica. Per saperne di più, visita il sito www.azionecattolicamilano.it
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L’Amico della Famiglia Notizie/Domenica 14 dicembre, dalle 9,30, al Collegio Ballerini
Il magistero sociale del beato Paolo VI tema del “ritiro” di politici e non “Quale welfare in un tempo dove pare diminuiscano le risorse?” Attorno a questo interrogativo ha ruotato la riflessione del convegno che il Servizio diocesano per la Pastorale sociale e il lavoro ha organizzato sabato 29 e domenica 30 novembre. Il tema, introdotto da un esperto in materia, ha lasciato ampio spazio alla riflessione condivisa anche grazie a testimonianze di persone che stanno sperimentando nuove soluzioni. Hanno partecipato Attilio Fontana (sindaco di Varese), Monica Chittò (sindaco di Sesto San Giovanni), Roberto Scanagatti (sindaco di Monza) e Vito Bellomo (sindaco di Melegnano), oltre ad altri sindaci della nostra zona. Domenica la giornata è iniziata con
una riflessione di don Walter Magnoni (nella foto), responsabile del Servizio diocesano per la Pastorale sociale e il lavoro; sono seguiti il lavoro a gruppi, l’assemblea plenaria e la celebrazione eucaristica, presieduta dal Vicario generale mons. Delpini. In calendario è previsto in-
vece il tradizionale incontro di spiritualità per l’Avvento che si terrà domenica 14 dicembre dalle 9,30 alle 12,30 presso il Collegio Ballerini per tutte le persone impegnate nel mondo della politica e del sociale del nostro neonato decanato di Seregno/Seveso. L’incontro sarà guidato da don Walter Magnoni, e avrà come filo conduttore la meditazione sul magistero sociale del Beato Paolo VI, cui seguirà un breve spazio per il silenzio, la condivisione comunitaria delle proprie risonanze e la celebrazione dell’Eucaristia. Questo ritiro è un’occasione di preparazione al S. Natale e sono invitati tutti coloro che ancora ritengono la politica la più alta forma di carità.
In sette supermercati della città lo scorso 29 novembre
Colletta alimentare, più di 15mila chili di generosità
Ricordarsi di chi non ha l’essenziale per sopravvivere, fare la spesa per chi non ha mezzi, sabato 29 novembre, era una parola d’ordine. O meglio una prassi silenziosa, discreta, operativa come si è ripetuta da 18 anni. I risultati della colletta alimentare nei sette supermercati della città ha avuto un esito più che positivo. Sono stati raccolti generi alimentari per 15.858 chilogrammi contro i 14.571 del 2013 con un aumento dell’ 8%.
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Unitalsi, scambio di auguri con anziani e disabili Il mese di novembre per la nostra associazione si è conclusi con un incontro insieme ai disabili nel pomeriggio di domenica 23, e come di consueto la sera del primo martedì del mese, lo scorso 2 dicembre, alle 20.30 si è tenuto un incontro di preghiera all’Istituto delle Suore Canossiane. Con l’inizio del mese di dicembre si sta pensando anche alle prossime feste natalizie, in occasione delle quali realizzeremo qualche piccolo dono per i nostri amici anziani e disabili; seguirà anche un momento di festa il pomeriggio di domenica 21 dicembre per lo scambio degli auguri.
Al Consultorio incontro per nuove famiglie Il prossimo 16 dicembre, dalle 18.30 alle 20 presso il Consultorio Interdecanale “La Famiglia” in via Cavour,25, si terrà l’ultimo incontro dell’iniziativa “Famiglie in divenire - Percorso esperienziale di gruppo per nuove famiglie”. Gli incontri gratuiti, realizzati in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano - Facoltà di Scienze Politiche e Sociali, sono rivolti ai genitori di famiglie con figli nati in relazioni precedenti, per consentire l’acquisizione di competenze utili a gestire le dinamiche relazionali, con particolare attenzione al rapporto genitore-figli Per ulteriori informazioni contattare la Fondazione per la famiglia E. Stein Onlus al numero 0362 - 234798.
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L’Amico della Famiglia
AGENDA: TUTTI GLI INDIRIZZI UTILI
Basilica San Giuseppe
Parrocchia Sant’Ambrogio
Mons. Bruno Molinari Piazza Libertà 6 Tel.: 0362 231308/231347 Don Mauro Mascheroni Tel.: 340 3859429 Don Francesco Scanziani Tel.: 0331 867111 Don Gianfranco Redaelli Tel.: 0362 223247 Mons. Luigi Schiatti Tel.: 0362 235501 www.basilicasangiuseppe.it basilicasangiuseppe@tiscali.it seregnoprepositurale@chiesadimilano.it Orari apertura chiesa: 7-12; 15-19
Don Renato Bettinelli viale Edison 64 Tel.: 0362 230810 Orari apertura chiesa: 7.30-12; 15-19 (festivi 21.30)
Oratorio San Rocco
viale Edison 54 Tel.: 0362 222256
Resp. don Gianmario Poretti Via Cavour 85 Tel./Fax: 0362 241756 www.oratoriosanrocco.it info@oratoriosanrocco.it
Cine-teatro S. Rocco
via Cavour 85 Tel./Fax: 0362 230555/327352 www.teatrosanrocco.com info@teatrosanrocco.com
Parrocchia Santa Valeria Don Giuseppe Colombo via S. Anna 7 Tel.: 0362 230096 Don Lino Magni Tel.: 0362 224143 Don Sergio Ceppi Tel.: 340 5403243 www.parrocchiasantavaleria.it info@parrocchiasantavaleria.it seregnosantavaleria@chiesadimilano.it Orari apertura chiesa: 7-12; 15.30-19.30
Oratorio San Domenico Savio Resp. Giulia Viggiani via Wagner 85 Tel.: 0362 236128
Cine-teatro S. Valeria via Wagner 85 Tel.: 0362 326640
Parrocchia San Giovanni Bosco al Ceredo Don Sergio Dell’Orto Orari apertura chiesa: 7.30-11.30; 15-18 (Festivi 19)
Oratorio
Resp. Giovanna Agostini via Tiziano Vecellio Tel.: 0362 238382 www.parrocchiaceredo.it segreteria@parrocchiaceredo.it ceredo@chiesadimilano.it
Oratorio
Resp. don Gabriele Villa via don Gnocchi 2/3 www.psase.it - parrocchia@psase.it seregnosantambrogio@chiesadimilano.it Suore Sacramentine di Bergamo
via Don Gnocchi 25 Tel.: 0362 237107
Cine-teatro S. Ambrogio
Parrocchia B.V. Addolorata al Lazzaretto Don Sergio Loforese via Vivaldi 16 Tel./Fax: 0362 239193 Don Pino Caimi Tel./Fax: 0362 232860 seregnolazzaretto@chiesadimilano.it Orari apertura chiesa: 7.30-12; 15-19 (festivi 8-12.30; 15-18.30)
Parrocchia San Carlo Don Alessandro Chiesa via Borromeo 13 Tel.: 0362 1650197 Don Giuseppe Pastori Tel.: 0362 629635 www.sancarloseregno.it seregnosancarlo@chiesadimilano.it Orari apertura chiesa: 8-12; 14.30-18 (festivi 19)
Abbazia San Benedetto via Stefano da Seregno 100 Tel.: 0362 268911/321130 Orari apertura chiesa: 6-11; 15-19 (festivi 6.15-12; 15-19)
Centro culturale San Benedetto via Lazzaretto 3 Tel.: 0362 231772
Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento via Stefano da Seregno 52 Tel.: 0362 238368 Orari apertura chiesa: 6.30-18.45
Cappella Ospedale Trabattoni Don Paolo Morelli
via Verdi 2 Tel.: 0362 223217
Santuario di Maria Ausiliatrice Piccolo Cottolengo don Orione
via Verdi 85 Tel.: 0362 22881 Orari apertura chiesa: 6.30-11.30; 15.3018.30
Istituto Don Gnocchi via Piave 6 Tel.: 0362 323002
Istituto Pozzi – Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli via Alfieri 8 Tel.: 0362 231217 www.istitutopozzi.it
Istituto educativoassistenziale Cabiati Ronzoni Suore Sacramentine di Bergamo
via S. Benedetto 49 Tel.: 0362 231230
Istituto Figlie della Carità Canossiane via Torricelli 38 Tel.: 0362 237704
Circolo culturale S. Giuseppe Centro pastorale Mons. Enrico Ratti
via Cavour 25
www.circolosangiuseppeseregno.com circolosangiuseppe@libero.it
Fondazione per la famiglia E. Stein Onlus Consultorio Interdecanale La Famiglia Centro pastorale Mons. Enrico Ratti
via Cavour 25 Tel.: 0362 234798
consultoriofamiliareinte@tin.it Orari apertura: lunedi-martedì-giovedì ore 1419 – mercoledì-venerdì ore 9-12 – sabato ore 14-17
Movimento Terza Età Centro pastorale Mons. Enrico Ratti
via Cavour 25
Ritrovo ogni giovedì pomeriggio dalle 15.30 alle 17
Associazione dilettantistica Polisportiva GXXIII via Lamarmora 43 Tel.: 0362 231609
seregnodancecentre@polisportivag23.com
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AGENDA: TUTTI GLI INDIRIZZI UTILI
Scuola di italiano per stranieri “Culture senza frontiere”
Gruppo Scout Seregno 1 presso ex asilo nido via Bottego capigruppo@seregnouno.it - www.seregnouno.it
via Lamarmora 43
borgonovo.laura@gmail.com Orari di apertura: martedì e giovedì 14.30/16.00 - ore 20.30/22.00 Inizio corsi 2014: 23 settembre 2014
ore
Conferenza S. Vincenzo de’ Paoli Mensa della Solidarietà – Segreteria
via Lamarmora 43 Cell. 334 1805818
Orari di apertura: dal lunedì al sabato ore 11.30/12.30 Punto di raccolta indumenti
presso Istituto Pozzi - via Sicilia Cell. 338 3776091
Orari di apertura: ogni lunedì, ore 15-17 Punto di distribuzione
presso Istituto Pozzi – via Sicilia Cell. 338 3776091
Orari di apertura: ogni giovedì, ore 15-17
Centro Ascolto decanale Caritas presso Istituto Pozzi
via Alfieri, 6 Tel.: 0362 222397
cdaseregno@gmail.com
Orari di apertura: mercoledì ore 17-19 – sabato ore 10-12
Movimento per la Vita/ Centro Aiuto alla Vita presso Centro Ascolto Caritas
Istituto Pozzi – via Alfieri 6 Tel.: 0362 222397/239431 per urgenze
Cell. 393 0428986
m.p.v.seregno@tiscali.it www.mpv.org Orari di apertura: mercoledì ore 17-19 – sabato ore 10-12
Unitalsi via Torricelli 42 - Seregno Tel.: 0362 239074 (delegato Silvio Agradi)
Tel.: 0362 235943 Tel.: 349 2935093
unitalsi.seregno@alice.it www.unitalsi.it Incontro ogni mercoledì dalle ore 16 alle ore 17 presso Centro pastorale Mons. Enrico Ratti via Cavour 25
AIMC sezione di Seregno presso presidente prof. Emanuele Verdura
via G. Galilei 52 Cell. 3281216826
emanuele.verdura@libero.it
Azione Cattolica Centro Pastorale Mons. E. Ratti
Via Cavour 25 - Seregno paola.landra@libero.it vitelladavide@gmail.com
Scuola dell’infanzia Ronzoni Silva via Toti 3 Tel.: 0362 238296
segreteria@scuolamaterna-ronzonisilva.it www.scuolamaternaronzonisilva.it pagina facebook: Scuola Materna Ronzoni Silva, via E.Toti 3, Seregno
Scuola dell’infanzia O. Cabiati via Grandi 7 Tel.: 0362 231089
maternacabiati@libero.it
Scuola dell’infanzia S. Carlo via S. Carlo 43 Tel.: 0362 629910
s.carloseregno@virgilio.it
Comunione e Liberazione
Scuola parrocchiale S. Ambrogio
Via Torricelli, 39 - Seregno Cell. 335 7813988
Scuola dell’infanzia Romeo e Gianna Mariani
Referente: Alberto Sportoletti alberto.sportoletti@unibg.it
Movimento dei Focolari Seregno presso Fumagalli Cesare
via Enrico Toti 38
fumagallicesare@hotmail.com
Rinnovamento nello Spirito Santo (R.n.S.) Gruppo Osanna presso Chiesa di San Giovanni Bosco
via Tiziano 2 Cell. 333 6425504
www.rns-lombardia.it/www.rns-italia.it rocco.cotardo@virgilio.it Ritrovo ogni giovedì: ore 20.30 Santa Messa parrocchiale – segue preghiera comunitaria carismatica ore 21-22.30
Scuole Paritarie Asilo Nido e scuola dell’infanzia M. Immacolata via Lamarmora 43 Tel.: 0362 237670
nido.immacolata@libero.it
Scuola dell’infanzia Ottolina Silva via Montello 276 Tel.: 0362 320940
scuolaottolinasilva@libero.it
Circolo ACLI di Seregno
Scuola dell’infanzia De Nova Archinti
via Carlini 11 Tel.: 0362 244047/230047
www.santinodenova.altervista.org
via S. De Nova 38 Tel.: 0362 231390
via Edison 54/D ang. Via Don Gnocchi Tel.: 0362 330220
Scuola Primaria e Secondaria di I grado
Tel.: 0362 234186 s.ambrogio@tin.it
Collegio Arcivescovile Ballerini Don Gianluigi Frova e don Guido Gregorini via Verdi 77 Tel.: 0362 235501-2/238788 info.ballerini@collegifacec.it www.collegioballerini.it
Istituto Europeo M. Candia e scuola dell’infanzia S. Giuseppe Via Torricelli 37 Tel.: 0362 230110/1570309 segreteria@iemcandia.org www.iemcandia.org
Auxilium India Onlus via Carlini 15 Tel.: 0362 239431
www.auxiliumindia.it auxiliumindia@tiscali.it
Associazione Carla Crippa Onlus presso Circolo culturale S. Giuseppe Centro pastorale Mons. Enrico Ratti
via Cavour 25 Cell. 333 9560868 / 333 3104354 www.associazionecarlacrippa.org info@associazionecarlacrippa.org
Gruppo Solidarietà Africa Onlus via S. Benedetto 25 Tel.: 0362 221280
www.gsafrica.it gsafrica@tin.it
50
Dicembre 2014
L’Amico della Famiglia
ORARIO DELLE SANTE MESSE
SS. MESSE VIGILIARI (sabato pomeriggio e sera) 16.30 17.30 18.00
18.30 19.00 20.00 20.30
Don Gnocchi Don Orione Basilica S. Ambrogio S. Carlo Abbazia S. Valeria Ceredo Ospedale S. Salvatore Lazzaretto
SS. MESSE FESTIVE (domenica e festivi) 7.00 7.30
7.30 8.00
8.30 8.45 9.00 9.30 9.45 10.00 10.30
Don Orione S. Valeria
Basilica S. Ambrogio Ceredo Abbazia Sacramentine Basilica Ospedale Istituto Pozzi S. Valeria Don Orione Abbazia S. Ambrogio Basilica Lazzaretto S. Carlo Ceredo S. Cuore S. Salvatore
11.00 11.15 11.30 17.00 17.30 18.00
18.30 20.30
S. Valeria Don Orione Abbazia S. Ambrogio Lazzaretto Basilica Don Gnocchi Don Orione Ceredo Basilica S. Carlo Abbazia S. Valeria Lazzaretto S. Ambrogio
SS. MESSE FERIALI 7.00
Sacramentine Istituto Pozzi Abbazia
7.30 8.00 8.30
9.00 15.30 16.30 17.30 18.00 18.30 20.30
Basilica S. Salvatore S. Valeria Don Orione Ceredo S. Ambrogio Lazzaretto S. Carlo Basilica Cappella Ospedale Don Gnocchi Don Orione Basilica Abbazia S. Valeria S. Ambrogio Vignoli (mercoledì) Ceredo (giovedì)
STATISTICHE NOVEMBRE
PARROCCHIA SAN GIUSEPPE BATTESIMI
Luca Di Santo, Lorenzo Longoni, Mia Zarattini, Michael Montaperto, Thomas Montaperto, Mattia Spinelli, Bianca Maria Santambrogio, Filippo Biello, Valentina Zitoli, Allegra Marialuisa Perrone. Totale anno: 137
DEFUNTI
Domenica Rabacchi (anni 93), Teresa Beretta (anni 98), Pinuccia Borghi (anni 80), Emma Scalvini (anni 87), Franca Ciappi (anni 86), Anna Caglio (anni 93), Emma Pozzoli (anni 85), Antonio Villa (anni 83), Mariantonia Villa (anni 63), Bruno Galbiati (anni 79), Rosalinda Galbiati (anni 73), Virginia Paleari (anni 86), Enrico Sala (anni 75), Rosanna Giussani (anni 76), Gianluca Muscia (anni 11). Totale anno: 150
DEFUNTI
Maria Ernesta Colombo (anni 86), Maria Sabbatini (anni 87), Madre Elvira Colzani Canossiana (anni 91). Totale anno: 67
PARROCCHIA B.V. ADDOLORATA AL LAZZARETTO BATTESIMI
Andrea Umberto Mangeruca. Totale anno: 7
DEFUNTI
Giuseppe Somaschini (anni 89), Carla Ciceri (anni 86), Mariateresa Giussani (anni 87), Regina Mogno (anni 85). Totale anno: 32
PARROCCHIA SANT’AMBROGIO
PARROCCHIA SAN GIOVANNI BOSCO AL CEREDO
BATTESIMI
BATTESIMI
Nicolò Scotti, Martina Tagliabue. Totale anno: 32
DEFUNTI
Luigi Nova (anni 82). Totale anno: 61
PARROCCHIA SANTA VALERIA BATTESIMI
Francesco Di Bernardo, Mario Redaelli, Thomas Avveduto, Lorenzo Filippo Nicoletta, Pietro Cannatelli. Totale anno: 42
Vera Fresolone. Totale anno: 10
DEFUNTI
Luigia Trezzi (anni 90), Placida Sanson (anni 87), Fortunata Mazzeo (anni 85). Totale anno: 26
PARROCCHIA SAN CARLO DEFUNTI
Eugenia Mandaradoni (anni 82), Matteo Faggioli (anni 2). Totale anno: 25
Presepi d’epoca e letterine in via Cavour 25 Una sorpresa che riuscirà molto gradita ai soci e simpatizzanti ma anche a tutti gli appassionati di allestimenti natalizi. Il Circolo culturale San Giuseppe ha infatti organizzato dal 17 al 23 dicembre prossimi una singolare quanto suggestiva mostra presso la sala Don Giuseppe Busnelli all’interno del Centro Pastorale mons. Enrico Ratti di via Cavour 25. Saranno infatti esposti presepi d’epoca in carta e letterine natalizie opera dei collezionisti Angelo Aldeghi e Giuseppe Levati che hanno coltivato questo particolare hobby e che ora rendono disponibile alla visione libera del pubblico. La mostra dal titolo ‘La magia del Natale’ sarà visitabile dal martedì al venerdì dalle 16 alle 19, la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.