L'amico della famiglia Giugno 2014

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DOMENICA 29 GIUGNO 2014

FESTA DEL GIUBILEO SACERDOTALE DI MONS. SILVANO MOTTA Cinquant’anni di felice ministero a servizio di Dio e della Chiesa Venerdì 27 giugno - ore 20.30 al Santuario della Madonna dei Vignoli Rosario Eucaristico nel giorno anniversario dell’Ordinazione Sacerdotale di mons. Silvano Motta

Concerto con le Corali “S. Cecilia” e “Don Luigi Fari” in onore di mons. Silvano e pro-restauro dell’organo

Domenica 29 giugno ore 8.30 S. Messa di mons. Silvano nella Chiesa di S. Salvatore ore 10 S. Messa solenne in Basilica ore 11.15 Aperitivo aperto a tutti nel cortile della Casa Prepositurale con la presenza del “Corpo Musicale S. Cecilia”

anno XCII - n. 6-7-8 Giugno-Luglio-Agosto 2014 - periodico delle comunità cristiane di Seregno

Sabato 28 giugno ore 21 in Basilica

Don Paolo un dono per la Chiesa

Il S. Rocco fa 150 Stampa & Grafica Sarigraphic -Seregno

Il 50° di mons. Motta

L’eredità del patriarca


ORARIO ESTIVO DELLE SANTE MESSE FESTIVE NELLA CITTA’ DI SEREGNO

SS. MESSE VIGILIARI (sabato pomeriggio e sera) 16.30 17.30 18.00 18.30 19.00 20.00 20.30

Don Gnocchi Don Orione Basilica - S. Ambrogio - S. Carlo - Abbazia S. Valeria Ceredo - Ospedale S. Salvatore Lazzaretto

SS. MESSE FESTIVE (domenica e festivi) 7.00 7.30 8.00 8.30 8.45 9.00 9.30 9.45 10.00 10.30 11.00 11.30 17.00 17.30 18.00 18.30 20.30

Don Orione S. Valeria (sospesa ad agosto) - Basilica S. Ambrogio - Lazzaretto - Ceredo - Abbazia Sacramentine Basilica Ospedale - Istituto Pozzi S. Valeria - Don Orione Abbazia Basilica - Lazzaretto S. Ambrogio - S. Carlo - Ceredo - S. Salvatore S. Valeria - Don Orione - Abbazia Lazzaretto (sospesa ad agosto) - Basilica Don Gnocchi Don Orione Ceredo (sospesa ad agosto) - Basilica - S. Carlo - Abbazia S. Valeria S. Ambrogio

In copertina: Don Paolo Confalonieri festeggiato dopo la sua prima messa nel santuario di S. Valeria. (foto Volonterio)

ECCO LE VARIAZIONI ESTIVE NELLE SINGOLE PARROCCHIE:

«L’AMICO DELLA FAMIGLIA», PERIODICO DELLE COMUNITÀ CRISTIANE DI SEREGNO anno XCII, 22 Giugno 2014, numero 6-7-8

S. Salvatore dal 5 luglio la S. Messa del sabato anziché al mattino sarà celebrata alle ore 20.00; dal 6 luglio è sospesa la S. Messa festiva delle 8.30

Direttore responsabile: Luigi Losa; in redazione: Franco Bollati, Paolo Cova, Enrica Dell’Orto, Patrizia Dell’Orto, Nicoletta Maggioni, Giovanni Marelli, Patrizia Mariani, Sabrina Parravicini, Elisa Pontiggia, Mariarosa Pontiggia, Samuele Tagliabue e Paolo Volonterio; e-mail: amicodellafamiglia@yahoo.it; amministrazione: Riccardo Ballabio; abbonamenti: Buona Stampa San Paolo - c/o segreteria parrocchia S. Giuseppe - Piazza Libertà 6 - 20831 Seregno (MB) telefono 0362 231308 o presso le segreterie delle altre parrocchie; Stampa & Grafica: Sarigraphic E. Riva di M. Riva & C. snc, Via Gandhi, 10 - 20831 Seregno MB; Autorizzazione del Tribunale di Monza n. 93 dell’1/12/1987

Il prossimo uscirà domenica 7 settembre 2014

Basilica dal 22 giugno al 28 settembre è sospesa la Messa delle 10.30 al S. Cuore in oratorio (riprenderà il 5 ottobre); dal 21 giugno è sospesa la Messa vigiliare delle 20 ai Vignoli

S. Valeria nel mese di agosto è sospesa la Messa festiva delle 7.30 Ceredo dal 27 luglio a fine agosto è sospesa la Messa festiva delle 18.00 S. Ambrogio dal 22 giugno a fine agosto le SS. Messe delle 9.45 e delle 11.15 sono sostituite da un’unica Messa alle 10.30 dal 6 luglio è sospesa la Messa delle 18.00 Lazzaretto nei mesi di luglio e agosto è sospesa le Messa festiva delle 18.30 nel mese di agosto è sospesa la Messa festiva delle 11.30


1964: Il San Rocco compie 100 Anni

Giugno 1964, festa di san Luigi, monsignor Luigi Gandini, nella chiesa del Sacro Cuore addobbata a festa celebra la messa del centenario.

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2014: Le feste per i 150 anni

Gli animatori della Zorama evento, durante un pomeriggio della festa del 150mo di fondazione dell'oratorio San Rocco. (foto Volonterio)

Gli oltre 500 partecipanti alla terza edizione della "San Rock ten" che si è disputata sabato 14 giugno, sotto una pioggia battente. (foto Volonterio)

Don Samuele Marelli, responsabile diocesano degli oratori a colloquio con monsignor Bruno Molinari nella sacrestia del Sacro Cuore. (foto Volonterio)

Grande successo ha riportato l'iniziativa delle "Fate Stralunate" con il giro in Fantamobile. (foto Volonterio)

Monsignor Armando Cattaneo, già assistente, è tornato sui suoi "passi" a festeggiare il 150mo anniversario dell'oratorio San Rocco circondato dai tanti amici. (foto Volonterio)

Don Ferdy Mazzoleni, domenica 15 giugno, dopo la celebrazione dell'eucaristia nella chiesa del Sacro Cuore, ha ritrovato i suoi giovani di quando era assistente prima al maschile e poi al femminile Maria Immacolata.

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Editoriale

San Rocco, una storia infinità di gioventù Il “miracolo” di un luogo dove non si è mai soli

Un mezzo e mai un fine sulla stada della fede

A Seregno praticamente da che mondo e mondo se dici oratorio non puoi non pensare subito, in automatico, al San Rocco anche se poi la festa che lo ha reso famoso è quella di San Luigi. E’ così da generazioni, anzi sono le generazioni ad avere scritto la sua storia che ora arriva alla soglia dei 150 anni, un traguardo storico per una autentica istituzione che conserva intatto e quanto mai attuale il suo grande, unico, inimitabile valore: quello educativo. Sì perché al San Rocco, e lo posso testimoniare e confermare in prima persona, si impara ad essere bambini, poi ragazzi, poi giovani e infine anche adulti, padri e madri di famiglia e persino nonni. Il San Rocco è un unicum di Seregno e praticamente di tutta la Brianza se non dell’intera diocesi per la sua capacità di essere sempre nuovo e al contempo di non saper perdere mai il filo della sua storia di luogo, anzi di punto di riferimento per una vita cristiana che si dipana dall’iniziazione alla fede alla sua maturazione e impegno, attraverso chiamate vocazionali tra le più disparate, spirituali, lavorative e professionali, caritative e sportive, comunicative ed espressive. Tutto questo lo si deve, è fuori di dubbio, alla Provvidenza che in ogni epoca, più o meno fortunata, ha sempre saputo creare le condizioni per cui al San Rocco ci fosse sempre un prete ‘faro’, capace anzitutto di affascinare ragazzi e giovani, ormai senza distinzione di età ma anche di sesso. Preti che hanno continuamente ‘innovato’ e ‘rinnovato’ con una dedizione totale che li ha oltremodo fatti crescere insieme a padri, madri e soprattutto ‘figli’ e ‘figlie’ che a loro si sono affidati. Il segreto di una così importante longevità che pare non conoscere limiti e confini è forse proprio quello di essere una sorta di ‘miracolo’, nel senso di essere sempre evento e luogo dello straordinario nella più assoluta normalità e quotidianità, di un campo di pallone o di basket, di un bar o di un’aula di catechismo, di una chiesetta storica e silenziosa di riflessione e meditazione e di una chiesona che risuona di canti e preghiere gioiose e piene di vita, di un teatro e di un cinema, di una radio e di una scuola, insomma di un posto dove si scopre che la vita è bella, e che non si è mai soli.

L’oratorio San Rocco compie centocinquanta anni. Solo tre anni di storia in meno dell’Italia. Non si sa bene come fosse tanti anni fa. Oggi è un luogo splendido, dinamico, aggiornatissimo, uno degli oratori più grandi e più belli della diocesi. Pullula di proposte, di attività, di eventi, di formazioni, di laboratori, di vacanze insieme per ragazzi e le loro famiglie. Negli ultimi anni le iscrizioni agli oratori estivi hanno sfiorato e forse superato i settecento iscritti. La festa di San Luigi è stata come sempre un successo di partecipazione. La gente si è divertita, si è incontrata, è stata insieme. Sì, ma che differenza c’è allora tra un bell’oratorio e un bel centro ricreativo qualsiasi? Qual è lo scopo dell’oratorio? Sulla porticina del tabernacolo della chiesa del Sacro Cuore è raffigurato Gesù attorniato dai bambini e c’è una frase del Vangelo: “Sinite parvulos ad me venire”, lasciate che i bambini vengano a me. Ecco, questo è il vero compito dell’oratorio: lasciare che i bambini - che nella logica evangelica sono coloro che non contano nulla, gli emarginati e i senza diritti, non i viziati che comandano i genitori - vadano a Lui. Lo scopo dell’oratorio è di non trattenere i ragazzi perché la strada della fede deve portare al Signore Gesù (e quanto nelle nostre feste e nei nostri oratori - pure nelle catechesi - viene pronunciato questo nome?). L’oratorio è un mezzo, mai un fine. I giovani che vengono all’oratorio «ce li manda il Signore perché noi ci interessiamo delle loro anime. Tutto il resto deve essere considerato come mezzo» scriveva Don Bosco. Se lo scopo del nostro educare, del nostro raccogliere soldi, del nostro offrire un servizio diventa per l’istituzione stessa - che rischia di diventare un’azienda, una s.p.a. - e non per Gesù Cristo combineremo ben poco. «Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori». Se si è soli nell’impresa dell’educazione e dell’animazione, si farà poco o nulla. Don Bosco scriveva ancora: «Diedi il nome di Oratorio a questa casa per indicare chiaramente come la preghiera sia la sola potenza sulla quale dobbiamo fare assegnamento». Nell’oratorio si fa esperienza di Dio. Come il credente si rivolge a Lui dicendogli “Padre nostro”, così un figlio ammirando il suo papà sporcarsi le mani mentre prepara sorridendo un panino alla salamella senza essere pagato, impara cosa sia la gratuità, impara Dio.“Ha radici qui il mio cuore” dice l’inno dell’Oratorio Estivo di quest’anno. Radici non per essere statici e immobili, ma radicati nella terra buona perché si possa essere agili e slanciati verso l’Alto il cui nome è, ricordiamolo ancora, Gesù Cristo.

Luigi Losa

Samuele Tagliabue

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Chiesa Locale Dalle origini ad oggi il S. Rocco ha visto molti avvicendamenti e trasformazioni

Un ambiente attivo e vitale, dal contatto con la realtà sociale di fine '800 all'attenzione per le nuove generazioni Nel 1864 prende avvio l'oratorio festivo per bambini, attiguo alla chiesetta dei SS. Rocco e Sebastiano; l'attuale chiesa del Sacro Cuore risale al 1906 e la casa dell'assistente al '53 Le vicende dell'oratorio maschile San Rocco sono strettamente legate a quelle della chiesetta da cui prende il nome. L'oratorio maschile è il punto di riferimento di tanti eventi di Seregno. L'istruzione popolare e professionale, ne sono strettamente legate perché da lí hanno preso origine. Il primo nucleo della casa monastica Olivetana e l'oratorio femminile hanno avuto nell'oratorio maschile la loro culla. Non ultimo evento la scelta dell'oratorio come luogo di riunione di tutte le forze cattoliche che incominciavano verso la fine dell'Ottocento, con don Albertario e Ludovico Necchi, a prendere coscienza dei compiti sociali che lo attendevano. L'unione diocesana milanese raccolse tutte le associazioni operaie e agricole. Per tali incontri non vi era luogo migliore dell'oratorio maschile, dove tanta gioventù, venendo a contatto con nuovi problemi sociali e politici, sentiva sottolineata da tanto entusiasmo la necessità di pensare non solo a sé, ma anche alla società in cui viveva. L'oratorio era così direttamente innestato nel movimento sociale e politico e diveniva sorgente di forze cattoliche militanti e campo di addestramento per le future responsabilità. Il luogo, reso sacro dalle tombe di tanti antenati, divenne nel 1867, il primo temporaneo ospedale seregnese, dove i colpiti dalla grave epidemia di colera ebbero un'assistenza più degna di quella riservata agli appestati nei tempi precedenti. E' nell'estate del 1864 che incominciarono i lavori di trasformazione dell'antica sede di San Rocco in locali idonei ad ospitare la gioventù, organizzata in oratorio festivo. In precedenza, dopo l’inaugurazione

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Don Antonio Cantù. della chiesa di S. Giuseppe del 1871, il luogo scelto per il nuovo cimitero furono le vicinanze della chiesa di San Rocco, che monsignor Verri chiamava "interior" e che era sempre stato riser-

Don Giuseppe Cantù. vato alla Scuola dei Disciplinati. Venne ricavato un sotterraneo, nel quale per

un ventennio, attraverso cinque bocche ricoperte di marmo, venivano introdotti i cadaveri in altrettante sepolture riservate al clero, ai confratelli, agli uomini, alle donne e ai bambini. Chi ha assistito agli scavi delle fondamenta dell'attuale casa dell'assistente ha ricordato di quanti resti vennero riportati alla luce. L'ultima trasformazione anteriore all’inizio dell'oratorio festivo per bambini (1864) avvenne nel 1855. Il salone, che un secolo prima era servito, secondo le informazioni lasciate da monsignor Verri, come chiesa interna ad esclusivo uso dei Confratelli, fu diviso in due locali-magazzeno. Sopra venne ricavato un salone, destinato a diventare il luogo di riunione e di preghiera per le giovani dell'oratorio femminile. Sempre nel 1864 fu abbassato il livello del cortile inferiore (parte sud) per liberare la chiesa e il fabbricato dall'eccesso di terra a tutto scapito dell'integrità dei muri perimetrali dell'edificio. La traccia è ancora evidente a nord dell'attuale cortile inferiore. L'abbassamento si rilevò, per certe considerazioni, utile alla conservazione e all'igiene dell'edificio, ma divenne anche origine di gravi inconvenienti, specie durante le copiose precipitazioni, per l'accumularsi di acque e di fango che costituirono un ostacolo al normale svolgesi dell'attività dell'oratorio. Alle conseguenze ovviava nel 1959 monsignor Bernardo Citterio che diede al grande cortile la definitiva sistemazione e alle acque il regolare deflusso fino ad incanalarsi nei condotti di via San Rocco. Una delle date più importanti per la vita dell'oratorio è quella del 20 feb-


Chiesa Locale

Don Silvio Corti. braio 1865. In quell’anno il sacerdote don Giuseppe Silva cedette un ampio spazio di terreno attiguo ai locali dell’oratorio. Fin dalla fondazione l'asilo festivo dell'adolescenza ebbe come protettori, e lo sono tuttora, la Beata Vergine Maria Immacolata e San Luigi. L'11 novembre 1864 venne inaugurato il nuovissimo oratorio. Nel vasto cortile messo geDon Adolfo Masini. nerosamente a disposizione dalla liberalità dei benefattori si muovevano 300 giovani, che in precedenza avevano a disposizione una piccola aula concessa in via Paradiso. Per chiesetta veniva usato l'antichissimo oratorio dedicato ai santi Rocco e Sebastiano. Nel 1867 lo spazio e i locali dell'oratorio furono occupati per la violenza del colera. Un'epidemia che cessò nel 1868 e, dopo aver ripulito e disinfettato i locali, furono riaperte le porte dell'oratorio, la cui vita iniziò più intensa. Alle

ragazze fu assegnato il salone inferiore dietro l'altare e nel 1868 quello superiore, dopo che fu aperta una finestra a mezzaluna, dalla quale poter partecipare alle funzioni religiose. Nei 1868 vennero ampliati i locali del fabbricato verso est.Al piano superiore venne realizzato il primo teatro e in quello inferiore la scuola festiva per fanciulle. Nel 1872 venne avvertita la necessità di un custode e sempre in quell'anno l’oratorio si arricchì di altri due saloni che vennero adattati a falegnameria e a dormitorio. Altro problema era l'acqua per la presenza di 800 tra maschi e femmine. Il 20 febbraio 1875 dopo circa tre mesi di ricerca si trovò la falda d'acqua. Nel 1877 venne costruita la casa dell'assistente, una costruzione che resistette fino al 1950 e che si trovava nella posizione dell'attuale atrio del teatro San Rocco. L'oratorio San Rocco è stato anche il primo nucleo di una casa Olivetana, nel 1884. Nel 1887 le ragazze lasciavano la sede di San Rocco. Come assistente, a don Antonio Cantù, subentrò il nipote don Giuseppe Cantù, quindi don Carlo Perego. Nel 1906 tra le contraddizioni, soprattutto per il terreno scelto per la sua erezione, nasceva la nuova chiesa all’interno dell’oratorio dedicata al Cuore del SS.Redentore, voluta dall’attivissimo don Antonio Girotti. Nel 1953 monsignor Ratti iniziava la costruzione della casa dell’assistente, nel 1954 i lavori per la costruzione del cine-teatro inaugurato il 2 febbraio 1957, nell’ottobre di quell’anno monsignor Bernardo Citterio faceva abbattere il vecchio salone del cinema per edificare la scuola arti e mestieri inaugurata il 1 gennaio 1959. All’inizio del 1966 monsignor Luigi Gandini completava il salone del cine-teatro con l’edificazione del palcoscenico; all’inizio degli anni ’90 decise di riportare all’antico splendore la chiesa del Sacro Cuore, benedetta nel giugno 1995. Dieci anni dopo monsignor Silvano Motta rimetteva a norma l’edificio di via Cavour.

GLI ASSISTENTI SAN ROCCO 1864-1890 don Antonio Cantù 1890 (pochi mesi) don Giuseppe Cantù 1890-1892 don Carlo Perego 1893-1902 don Carlo Gianola 1903-1917 don Pietro Berra 1917-1919 don Carlo Maderna 1919-1929 don Silvio Corti 1929 (pochi mesi) don Alberto Ghiringhelli 1929-1937 don Giuseppe Rimoldi 1937-1942 don Giuseppe Busnelli 1942-1954 don Adolfo Masini 1954-1960 don Giuliano Sala 1960-1964 don Pino Caimi 1964-1974 don Ferdinando Mazzoleni 1974-1988 don Armando Cattaneo 1988-1989 don Mauro Magugliani 1990-1998 don Maurizio Mottadelli 1998-2004 don Gaudenzio Santambrogio 2004-2009 don Stefano Perego 2009 don Gianmario Poretti

Paolo Volonterio

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Per molti è stata la prima esperienza, per tutti un ricordo indelebile: sono i preti dell'oratorio

Un luogo educativo con una finestra aperta sul mondo I 150 anni del “San Rocco” raccontati dai suoi assistenti

Il cine-teatro e il Sessantotto, gli intellettuali e i lavoratori, le feste di San Luigi e le Quaresime giovani. E poi il restauro della chiesa, la fusione col Maria Immacolata: semplicemente, la storia di una comunità viva DON GIULIANO SALA (1954 - 1960) “L’oratorio San Rocco è stato fondamentale per la mia vita sacerdotale. E’ stato il mio primo incarico dopo l’ordinazione e devo dire che è stata un’esperienza molto positiva attraverso la quale ho potuto conoscere il mondo dei ragazzi. Ora i ragazzi che ho conosciuto sono cresciuti, sono diventati uomini, ma penso che l’esperienza dell’oratorio non l’hanno dimenticata. Ricordo con piacere anni belli, seppur faticosi, frequentavano l’oratorio più di mille ragazzi, una presenza assidua e costante. Ricordo che un inverno era venuta tanta neve che abbiamo perfino sciato in oratorio. Poi accanto all’oratorio è sorto il cinema che è stato complementare alle varie attività perché tante cose si organizzavano anche sfruttando la sala che si prestava a diverse iniziative. L’oratorio San Rocco lo porto ancora oggi nel mio cuore e non lo dimenticherò mai!”

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DON PINO CAIMI (1960 - 1964) Don Pino Caimi è giunto all’oratorio San Rocco nel 1958, subito dopo l’ordinazione sacerdotale, affiancando l’allora assistente don Giuliano Sala fino al giugno 1960 quando mons. Luigi Gandini gli affidò l’incarico di assistente dell’oratorio. Sacerdote brillante e innovativo, don Pino prese molto a cuore l’educazione dei ragazzi e dei giovani per i quali si spese a piene mani. Un sacerdote che non stava rinchiuso nel recinto dell’oratorio, ma la domenica pomeriggio andava per le strade della città con la mitica “lambretta” a raccogliere i ragazzi che “marinavano” l’oratorio.Tante le iniziative che promosse perché l’educazione cristiana dei ragazzi fosse il fulcro attorno alla quale ruotava l’intera attività dell’oratorio.Tanto per citarne alcune: la Repubblica Ragazzi, il Circolo Giovanile, il Palio dei ragazzi, l’oratorio estivo, le varie attività formative e ricreative, le vacanze nei campeggi, i diversi concorsi… Molti giovani, ora uomini, lo ricordano ancora oggi, per i grandi insegnamenti di vita che da lui hanno ricevuto.”

DON FERDINANDO MAZZOLENI (1964 - 1974)

DON ARMANDO CATTANEO (1974 - 1988)

“Sono stati anni veramente indimenticabili anche perché sono coincisi con quelli della mia giovinezza.Già conoscevo l’oratorio San Rocco perché per due anni vi ero stato mandato dal seminario la domenica pomeriggio per dare una mano a don Pino. Per cui quando il 31 luglio 1964 sono ufficialmente entrato come nuovo assistente non mi sono trovato spaesato: già conoscevo alcuni giovani e ragazzi. Quando tutto sembrava ormai avviato fummo investiti da quel fenomeno che prese il nome di ‘68. Ne assaggiammo le avvisaglie in occasione dell’inaugurazione del teatro il 4 dicembre 1967, assediatati da una contestazione che mai dimenticherò per tutta la vita.Di lì a poco la contestazione esplose e fu necessario serrare i ranghi per non crollare, ma l’oratorio fu il baluardo contro tutti e non crollò. Si era creata tra i giovani e i ragazzi con il loro assistente una compattezza, che mi ha dato modo di vivere anni splendidi, che ho sempre più apprezzato, soprattutto quando ho dovuto andarmene da Seregno: porto tutti ancora nel cuore.”

“Per chi lo frequenta gli anni dell’oratorio sono tra i più intensi della vita! Di questi 150 anni io ne ho vissuti 14 da assistente dell’oratorio Li abbiamo vissuti insieme. Io trascinato dentro dall’entusiasmo e dalla generosità di tanti adolescenti, giovani,mamme e papà, nonni… Mi ricordo che i giovani erano divisi in due gruppi: gli intellettuali che esigevano contenuti e incontri e i lavoratori che schivavano la catechesi e preferivano costruire e organizzare. Per accontentarli tutti si arrivò a riempire di contenuti le feste e si riusciva ad esprimere in modo concreto e talvolta clamoroso i concetti. I giovani erano di tale valore che in 14 anni abbiamo avuto 12 prime messe! Il grande desiderio era quello di arrivare ai “lontani”, cioè anche a chi in oratorio e in parrocchia non veniva. Per arrivare a tutti s’è fatto prima la Polisportiva San Rocco, poi il Cinema, il Teatro, la Radio, la Quaresima Giovani in TV. E le vacanze, in tenda, le facevamo a Parigi, in Grecia… perché non volevamo davvero che i giovani cresciuti al San Rocco fossero chiusi o sulla difensiva: eravamo una squadra tutta di attaccanti. Con una squadra così magari non si vince, ma ci si diverte un sacco!”

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DON MAURO MAGUGLIANI (1988 - 1990)

DON MAURIZIO MOTTADELLI (1990 - 1998)

“Quando un prete novello giunge in una comunità cristiana, vi arriva con tutto il bagaglio del proprio entusiasmo, ma anche dei suoi comprensibili timori… La freschezza e le energie degli inizi del ministero sono state anche per me ciò che hanno determinato i miei primi passi da prete al San Rocco, unitamente, però, alla trepidazione per una realtà oratoriana dalla grande tradizione e con un intenso percorso di attività, iniziative, organizzazione e percorsi educativi. Ricordo con tanto affetto i ragazzi e gli adolescenti dell’epoca e ripenso con gioia ai momenti della preghiera della domenica pomeriggio nella stracolma chiesetta di S. Rocco, pigiati e seduti anche per terra perché la grande chiesa interna all’oratorio era allora non agibile. Così pure la grande festa di S. Luigi, ma anche il cammino ordinario durante l’anno, attraverso il quale anch’io sono cresciuto insieme ai “miei” ragazzi. Tutto questo un prete non lo dimentica mai, statene certi; e i volti e le persone ti rimangono sul cuore e ti cambiano la vita!”

“Agli otto anni trascorsi in oratorio San Rocco sono legati alcuni ricordi molto belli: la catechesi e le iniziative per i ragazzi con eventi che si ripetevano quasi mensilmente, tanto per citarne alcune (festa d’apertura, Corteo dei Magi, l’oratorio feriale, il campeggio per i ragazzi, gli incontri per le giovani coppie di sposi…) e, in sintonia con tutto ciò, l’attività del Teatro San Rocco e le altre associazioni. Ma tutto ciò è la normale vita di un oratorio. La cosa che mi ha coinvolto maggiormente però è stato il lavoro per la stesura di un Progetto educativo dell’oratorio. Perchè non basta frequentarlo, bisogna capire che cosa deve essere e quale obiettivi educativi si prefigge. L’iniziale esperienza di una comunità che si riscopriva educante e la collaborazione di tante persone che credevano in quei principi restano i ricordi più significativi. L’icona di tutto ciò rimane la Chiesa del Sacro Cuore: pensata e voluta da sempre come il cuore dell’oratorio e restaurata, soprattutto per volontà e impulso di mons. Luigi Gandini.”

DON GAUDENZIO SANTAMBROGIO (1998 - 2004)

DON STEFANO PEREGO (2004 - 2009)

“Il san Rocco è stato il mio primo oratorio, nella parrocchia alla quale sono stato destinato da prete novello. Sono arrivato in un pomeriggio dell'oratorio feriale: quei primi momenti me li ricordo benissimo, sono uno dei passaggi più intensi della mia vita. Ebbi l'impressione di una grande “industria”, con molte attività, realtà, associazioni legate al S. Rocco. Mi resi conto anche della presenza di tante persone attente e desiderose di collaborazione. Senza la presenza e l'affetto dimostrato da subito, mi sarei facilmente spaventato per le tante attività che richiedevano la mia presenza. 150 anni dicono una storia lunga costruita da tanti “pezzetti” di vita e di energia spesa perché le giovani generazioni possano ricevere la cura della comunità cristiana, che vuole testimoniare la fede nel Signore Gesù e favorire l'incontro personale con Lui. È un compito mai finito! A tutte le persone che il S. Rocco “contiene” va il mio augurio e la mia preghiera perché possano essere strumento per insegnare ai giovani ad amare il Signore. Coraggio, fede, avanti sempre!”

“150 anni di San Rocco: il ricordo indietreggia d’una decina d’anni, quando prete novello giunsi tra gli amici che mi avrebbero tirato grande, mentre io li avrei visti crescere in fede e carità, insieme animati dalla certa speranza di chi segue Gesù. C’era un tale intreccio di storie – e di storia, come quella che insegnerò in Seminario – da rimanere a bocca aperta. Trovai quella “casa” un poco a soqquadro per i lavori di ristrutturazione che mons. Motta presentò al Vescovo Dionigi in un’eucarestia traboccante di gioventù e famiglie. Il Cardinale la ricorda ancora, al pari delle orme sul pavimento del Sacro Cuore. Su ogni orma c’era la preghiera di un bimbo, di un adolescente, di un giovane, di un papà e di una mamma accanto ai quali stare con timore e stupore, scoprendo i passi per il cammino di ciascuno. E se, al pari del ragazzo del Vangelo, seppi dar loro i miei cinque pani e due pesci – Cos’è questo per tanta gente?- il Signore Gesù fu sempre in mezzo a noi, pronto ad amare chi dona con gioia.”

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Dall’ordinazione in Duomo alla prima messa a Santa Valeria la festa di una intera comunità

Il “Magnificat” di don Paolo Confalonieri in santuario: “Mamma prega per me perchè sia un prete santo” Monsignor Bruno Molinari e don Lino Magni hanno sottolineato il valore e l’importanza del dono del sacerdozio. L’abbraccio gioioso dei parrocchiani al loro novello Con il cuore pieno di gratitudine e di grande gioia, la comunità parrocchiale di Santa Valeria ha festeggiato la prima Messa di don Paolo! Sabato 7 giugno, una nutrita rappresentanza di seregnesi, guidati da don Giuseppe, ha partecipato alla cerimonia dell’ordinazione nel Duomo di Milano, per accompagnare nella preghiera e nell’affetto i ventisei diaconi, tra i quali il nostro don Paolo, che venivano eletti e ordinati presbiteri per il servizio del Popolo di Dio. L’Arcivescovo card. Scola, durante la sua omelia, ci ha ricordato che, tramite il loro ministero, lo stesso Gesù Cristo nello Spirito si fa presente sacramentalmente nell’oggi della storia. I gesti, propri del sacramento dell’ordine, dell’imposizione delle mani, della vestizione degli abiti sacerdotali, dell’unzione delle mani e dell’obbedienza al Vescovo, ha reso tutti consapevoli di quanto stava avvenendo, aiutati anche dalla profusione dello Spirito Santo, sceso abbondantemente sui candidati al sacerdozio. Al termine della cerimonia abbiamo accolto don Paolo all’uscita dell’Arcivescovado, con striscioni e con il tradizionale “lancio in aria” del sacerdote novello, (a significare che con l’ordinazione è lanciato verso nuove avventure ma sempre con il sostegno di qualcuno) rivolgendo a lui calorosi saluti, carichi di affetto e di gratitudine. Poi, insieme a don Paolo, siamo ritornati a Seregno, dove nel santuario di Santa Valeria ci aspettavano tante altre persone.Accolto sul piazzale da una folla festante e da don Lino, don Paolo ha presieduto un breve e in-

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tenso momento comunitario di preghiera, aiutato dagli altri due seminaristi di Seregno, Simone e Giovanni. Il calice di don Paolo (con incisa l’immagine della Madonna di S. Valeria), portato all’altare da papà Ambrogio, è stato ben e d e t t o . Don Paolo con, da sinistra, don Simone Arienti, Giovanni Insieme ab- Calastri e Simone Sormani. biamo ringraziato il Signore cantando il Te Deum per il nuovo sacerdote e ci siamo affidati a Maria perché lo custodisca e lo protegga. In serata, presso l’oratorio di via Wagner, i giovani hanno organizzato una cena con don Paolo e, poi, Da sinistra mons. Bruno Molinari, don Piero Maria Mastroviti, hanno accolto don Paolo e don Lino Magni. tutta la comunità con un rinfresco e un intrattenimento nel la figura del sacerdote. Attraverso salone teatrale. Lo spettacolo, in l’uso di video, giovani, adulti di ogni onore di don Paolo, ha voluto trac- età e sacerdoti hanno cercato di riciarne la sua biografia e la storia spondere a domande quali chi è il della sua vocazione, e approfondire prete, come dovrebbe agire, cosa ci


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si aspetta da lui, quali sono gli aspetti positivi e negativi della vita sacerdotale. E’ stata una serata divertente ma molto seria nei suoi contenuti, che non solo ha strappato la risata o l’applauso, ma anche la riflessione. Domenica 8 giugno alle ore 11 la prima Messa solenne di don Paolo ha visto la presenza di numerosi sacerdoti concelebranti, seminaristi, chierichetti e un santuario straripante di fedeli. Monsignor Bruno Molinari, a nome della comunità di S.Valeria, insieme a tutta la città di Seregno, rappresentata dalle sue istituzioni e dai rappresentanti delle associazioni presenti, ha introdotto la celebrazione manifestando la gioia di tutti per il dono del sacerdozio di don Paolo e si è augurato che tanti altri giovani, accogliendo il dono dello Spirito, possano, con il suo esempio, rispondere alla chiamata del Signore. Durante l’omelia, don Lino, ricordando la sua prima Messa, avvenuta più di sessant’anni fa, ha cercato di indovinare i pensieri e le domande di don Paolo in quel momento. La tanta emozione rende difficile l’immediata consapevolezza della portata del mistero che si sta celebrando, l’Eucaristia. Con il tempo verrà una migliore comprensione. Perché il Signore ha chiamato proprio me? Don Lino non riesce a dare una risposta neppure dopo tanti anni. Perché la mia mamma non è qui oggi? Pensando alle figure evangeliche di Marta e Maria, mamma Maria Rita non è qui con noi affaccendata come Marta, ma sarà in contemplazione presso Dio come Maria, a sostenere il cammino sacerdotale di don Paolo. Don Lino ha, poi, espresso quanto ha capito dalla sua esperienza di sacerdote. Il prete è un uomo di Dio che ha liberamente scelto di ascoltare la sua chiamata, ha affidato la sua vita a Dio e, senza rimpianto, ogni giorno si riaffida a Dio come strumento di comunione e di comunicazione dei messaggi di Dio. Gli è risultato difficile far capire che il bravo prete non

è quello più organizzato, ma quello che crede nella misericordia di Dio e la dona ogni giorno. A conclusione della celebrazione don Paolo ha voluto esprimere gratitudine scrivendo il suo Magnificat. Ha reso grazie a Dio che lo ha scelto fin dal grembo di sua madre: “Mamma, prega per me perché sia un prete santo”; ha pregato perché il Signore custodisca papà Ambrogio il più possibile. Ha ringraziato la comunità di Santa Valeria che ha nel cuore e don Lino che gli ha insegnato che il prete è soprattutto un uomo. Ha voluto ricordare la comunità del seminario che gli insegnato molto e tutti i sacerdoti che lo hanno sostenuto nel suo cammino. Ha, infine, chiesto di pregare perché vi sia il dono di tante altre vocazioni. Poi, è seguito sul piazzale il rinfresco e presso il Buffet del Pellegrino il pranzo comunitario con oltre trecento persone. Nel pomeriggio don Paolo ha celebrato la Messa vespertina (“la mia seconda Messa”) con la celebrazione di due battesimi. In serata la processione per le vie della parrocchia con l’effigie della Madonna di S.Valeria, che ha visto una grande partecipazione di popolo. Al termine, in santuario, don Paolo ha affidato nuovamente il suo cammino di sacerdote alla Madonna. Lunedì 9 giugno, con la presenza anche del vicario di zona monsignor Patrizio Garascia, don Paolo ha celebrato la Messa in ricordo di tutti i defunti della parrocchia. Ha ricordato le tante persone sia della sua famiglia, sia della comunità, che non sono più tra noi e che lo hanno sostenuto, in particolare il sagrestano Carlo, a cui deve l’aver imparato cosa vuol dire servire all’altare. La comunità di Santa Valeria è grata a don Paolo per il grande dono della sua ordinazione sacerdotale e per averle fatto vivere, in queste giornate intensissime di emozioni, una “forte esperienza” di Chiesa.

Le mie radici tra di voi

Paola Landra

vostro don Paolo

Carissimi amici di S.Valeria, domenica scorsa, al termine della mia prima messa, vi ho detto che un prete nel suo armadio dovrebbe sempre avere una veste, segno della fedeltà a una tradizione, e uno zaino di montagna, segno del desiderio di puntare sempre in alto. Venerdì sono andato a celebrare la messa in cima al Resegone. Dall’alto guardavo la pianura e pensavo che ho donato la vita all’intera chiesa ambrosiana. La vita di un prete, l’ho già intuito e sperimentato negli anni di seminario, comporta inevitabilmente degli arrivi e delle partenze nonché la fatica del distacco. Ma le proprie radici non si dimenticano. Senza radici, senza memoria non si può andare avanti. E non dimenticherò mai la mia infanzia, la mia adolescenza e i miei anni di seminario passati all’ombra del nostro campanile e sotto lo sguardo della nostra Madonna. E soprattutto non potrò mai dimenticare gli scorsi giorni di festa, unici nella loro bellezza, nei quali tutti abbiamo reso grazie al Signore per il grande dono di un figlio chiamato a diventare sacerdote. Ho visto una comunità ricca, viva, grata. Vorrei ringraziare davvero con tutto il mio affetto tutti coloro che hanno partecipato alle celebrazioni e ai festeggiamenti e soprattutto i tanti amici che hanno speso tempo ed energia per la buona riuscita di tutta la festa. Cari amici, inizia per me un nuovo cammino a tempo pieno nella comunità di Vedano ma vi prometto che mi ricorderò sempre, in ogni eucaristia, con tanta gratitudine, della comunità che mi ha generato alla fede e che ha accompagnato la mia vocazione. Con tanta commozione nel cuore vi auguro ogni bene e vi benedico!

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Don Sergio Dell’Orto, prima parroco e ora vicario riflette sul senso dell’anniversario

Ceredo: la memoria di comunità attraverso figure di preti e laici che hanno lasciato un segno in 50 anni di storia La parrocchia di San Giovanni Bosco elemento portante di tutto il quartiere a cavallo tra Meda e Seregno pur nella consapevolezza di essere una periferia dove i problemi non mancano “Pensando all’anniversario che ci apprestiamo a celebrare mi sono ritrovato a considerare come in fondo cinquant’anni per una parrocchia non sono poi tanti ma comunque un tempo sufficiente per guardare con attenzione al cammino fatto e al contempo a quello da compiere. Voglio dire che seppure non siamo di fronte a secoli di storia, si incomincia a formare una memoria di comunità con un susseguirsi di figure non soltanto di preti ma anche di laici che hanno lasciato un segno in tutti questi anni”. Don Sergio Dell’Orto, da otto anni alla guida della parrocchia di San Giovanni Bosco al Ceredo dapprima come parroco e da un triennio come vicario della comunità pastorale Maria Madre della Chiesa riflette così sul significato del 50° di consacrazione della chiesa e di istituzione della parrocchia medesima in programma sabato 28 e domenica 29 giugno. “Quando sono arrivato al Ceredo prosegue don Sergio - mi ha molto colpito il senso di appartenenza al quartiere e alla parrocchia sia da parte delle famiglie per così dire storiche che di quelle di più recente formazione a seguito dello sviluppo urbanistico a partire dagli anni ’80. Qui tutti si sentono parte per davvero di una comunità coesa, omogenea, al di là della stessa frequenza alle attività parrocchiali e questo al di là del fatto che la parrocchia insiste su due comuni, Seregno e Meda. Il confine proprio non viene percepito, tutti si sentono prima di tutto del Ceredo. Il che non significa che non si sia consapevoli di essere comunque una realtà di periferia, tanto che

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Don Sergio Dell'Orto. (foto Volonterio)

spesso e volentieri si sente dire ‘vado a Seregno’, piuttosto che ‘vado a Meda’”. Una identità forte dunque che nemmeno l’istituzione della comunità pastorale ha messo in discussione.

“Senza dubbio - osserva il vicario l’essere entrati a far parte di una comunità pastorale più ampia ha rappresentato e rappresenta una svolta, se non altro perché sollecita a pensare in un modo diverso, a rapportarsi con altre parrocchie e realtà conseguenti.Tutto questo è per molti versi un aiuto ma anche un impegno ulteriore che sta però dando i suoi frutti.” La parrocchia si sente insomma quanto mai corroborata dalla sua crescita e maturazione spirituale che i suoi pastori hanno via via saputo guidare, a partire dai compianti don Paolo Farina, il padre-fondatore, e don Giorgio Mondonico, e quindi don Giuseppe Galbusera, tutti ancora molto presenti nella memoria dei fedeli, sino a don Sergio Dell’Orto. “La caratteristica che più contraddistingue la vita ma anche e soprattutto le iniziative come le celebrazioni - riprende don Sergio - è una sorta di giovialità contagiosa. Mi ha molto colpito in proposito un episodio riferitomi una domenica mattina dopo la messa da uno dei laici più impegnati: era stato avvicinato da due persone capitate in chiesa per caso che gli avevano chiesto se per caso ci fosse una festa particolare o se la partecipazione corale e gioiosa fosse proprio e sempre la stessa tutte le domeniche”. Certo i problemi non mancano anche al Ceredo e il vicario non ne fa mistero. “La crisi colpisce duro anche qui e sempre più gente viene a chiedere aiuto alla nostra Caritas - sottolinea e poi come detto l’essere una periferia si vede e si tocca con mano in più situazioni, dalla carenza di collega-


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menti allo stato di strade e marciapiedi, alle condizioni delle scuole elementare e media. In più ci si metta il fatto che i due comuni di Meda e Seregno proprio non dialogano: talune scelte e situazioni viabilistiche ne sono la riprova”. La solidità della parrocchia costruita in 50 anni di impegno e fedeltà si misura comunque nella vivacità di iniziative, nella frequenza e partecipazione, nelle stesse strutture. “Nel nostro piccolo non ci manca niente - dice don Sergio - anche se, ad esempio con l’oratorio feriale ci ritroviamo a corto di spazi e siamo praticamente costretti a dire che non abbiamo più posto: 250 ragazzi e 50 educatori sono una massa non indifferente che certo mi piacerebbe vedere frequentare la parrocchia anche nel resto dell’anno. Con i giovani si lavora bene e soprattutto in collaborazione con altre parrocchie. Lo stesso gruppo sportivo, pur se autonomo, è una bella realtà e presenza. Eppoi abbiamo la compagnia teatrale, un vero fiore all’occhiello non solo per la sua bravura e i suoi successi ma anche per la scuola di teatro che ha voluto e saputo avviare per i bambini dai quattro anni in su: è un elemento di aggregazione molto importante per lo stesso oratorio”. Luigi Losa

La messa solenne celebrata dal vicario generale mons. Mario Delpini La sera di sabato 28 un documentario sulle prime origini della chiesa Due appuntamenti molto importanti e significativi costituiranno il cuore delle celebrazioni per il 50° di consacrazione della chiesa dedicata a San Giovanni Bosco e al contempo della istituzione della omonima parrocchia. La celebrazione eucaristica di domenica 29 giugno, alle 10,30, sarà presieduta dal vicario generale della diocesi, monsignor Mario Delpini, a

ricordo della consacrazione della chiesa per mano dell’allora arcivescovo di Milano Giovanni Colombo. La sera del giorno precedente, sabato 28 giugno, data della ricorrenza del cinquantenario, in oratorio dopo la consueta attività conviviale, alle 21 sarà presentato il documentario “Che cosa c’è al Ceredo?” 1917-1964 - Il Ceredo prima della nascita della parrocchia. Si tratta di un paziente lavoro di

raccolta e ricerca di documenti sulle origini della costruzione della chiesa voluta dalla gente del luogo e perseguita per decenni attraverso carteggi, donazioni, raccolte di fondi. A settembre un dvd raccoglierà invece la storia dei 50 anni della parrocchia dalla posa della prima pietra della chiesa sino ai giorni nostri.

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Nel giorno di Pentecoste monsignor Bruno Molinari ha annunciato l'imminente nascita della nuova realtà

Sei parrocchie unite nel nome di San Giovanni Paolo II a settembre prende vita la Comunità pastorale cittadina Responsabile sarà il prevosto, gli altri sacerdoti saranno vicari territoriali o con incarichi pastorali Scelto anche il logo: raffigura il volto sorridente di Papa Wojtyla con la Torre del Barbarossa sullo sfondo Ormai è ufficiale: il prossimo settembre avrà inizio il cammino dell’unica Comunità Pastorale Cittadina “San Giovanni Paolo II” formata dalle sei parrocchie della città. Mons. Bruno Molinari ha scelto di rendere partecipe l’intera comunità seregnese di questa nuova realtà nella solennità di Pentecoste distribuendo un pieghevole in tutte le parrocchie che illustra i tratti caratteristici della nuova comunità pastorale. “La Pentecoste - ha sottolineato mons. Molinari - è la festa in cui accogliamo il dono dello Spirito Santo che di molti fa una cosa sola, che aiuta a valorizzare le diversità fondendole in una autentica comunione per la missione.“ “Responsabile” della nuova comunità pastorale sarà mons. Bruno Molinari, parroco, prevosto e coordinatore di tutto quello che riguarda la pastorale della città. Gli altri sacerdoti saranno “vicari” territoriali della comunità pastorale cioè vicari della parrocchia in cui risiedono e/o “vicari” con incarichi di settore pastorale. La comunità pastorale sarà guidata da alcuni organismi in parte già sperimentati in questi anni nelle due comunità pastorali: il Consiglio

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Pastorale, la Diaconia, il Consiglio per gli Affari Economici, le commissioni pastorali cittadine (pastorale giovanile, familiare, carità, liturgia, evangelizzazione, missione e cultura), le consulte parrocchiali . Che cosa cambierà? “A prima vista sot-

tolinea mons. Molinari - si potrebbe dire che cambierà poco… ma forse perché molto è già cambiato in questi ultimi anni. Diverse sono infatti le esperienze di pastorale cittadina condivisa a livello cittadino: gli esercizi spirituali, le giornate eucaristiche, le catechesi per gli

adulti, il coordinamento della Caritas, della pastorale giovanile, dei percorsi di preparazione al matrimonio e alla Cresima per gli adulti, i percorsi dei gruppi parrocchiali di Azione Cattolica, del Movimento Terza Età e delle Confraternite. Sicuramente potranno nascere nuove proposte soprattutto in ordine ad una pastorale più missionaria e ad una maggior valorizzazione dei carismi laicali presenti nella comunità, con un maggior coordinamento delle proposte pastorali comuni sull’intera città.” La Comunità Cittadina avrà anche un nuovo logo opera del graphic designer Lugi Belicchi. E’ un tondo nel quale campeggia il volto sorridente di San Giovanni Paolo II, patrono di questa nuova realtà pastorale. Sullo sfondo vi è la torre del Barbarossa che è il simbolo dell’intera città di Seregno. A fianco un ramo d’ulivo, segno di pace e di comunione tra le parrocchie, di bellezza e di fecondità di una Chiesa aperta al mondo. I frutti simboleggiano le sei parrocchie che formano la Comunità Pastorale, nutrite dall’unica linfa del Vangelo. Patrizia Dell’Orto


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Domenica 29 giugno ricorderà in Basilica il suo giubileo d’oro di ordinazione sacerdotale

Monsignor Silvano Motta, prete da cinquant’anni: “Ho sempre ricevuto molto di più di quanto ho dato” Consacrato il 27 giugno del 1964 dal cardinale Colombo ne divenne, dopo dodici anni a Seveso, il segretario per quasi un quinquennio e fu quindi parroco a Valmadrera e prevosto a Seregno “In cinquant’anni di sacerdozio è sicuramente più quel che ho ricevuto che quel che ho dato e mi rendo conto che è stata soprattutto una grazia straordinaria che il Signore mi ha donato”. Monsignor Silvano Motta, per 17 anni prevosto di Seregno, dal 1995 al 2012, si appresta a ricordare il giubileo della sua ordinazione, il 27 giugno del 1964 per mano del cardinale Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano da poco meno di un anno e che dodici anni dopo l’avrebbe chiamato al suo fianco quale segretario per quasi un quinquennio. “Di quel giorno ricordo davvero poco - ricorda mons. Motta - perché, a differenza di quanto accade oggi con i preti novelli che sono al centro di tante attenzioni e festeggiamenti, anch’io come i miei compagni di messa eravamo un po’‘imbambolati’. Per la verità ero invece pienamente consapevole che il protagonista, il festeggiato non ero io ma un altro, Gesù Cristo, al cui servizio affidavo la mia vita. E debbo confessare che la mia più grande soddisfazione dopo tutti questi anni, anche nell’incarico che mi è stato affidato ora della cura dei sacerdoti anziani e malati, è quella di aver sempre creduto che il Signore si è sempre servito di me per ruoli e compiti che mi erano scelti da altri”. Monsignor Motta, che tornerà a Seregno domenica 29 giugno per festeggiare con la comunità che l’ha avuto per ultima come pastore, si è ritrovato a vivere esperienze e avvenimenti diversi e insieme straordinari nel segno di quella che è stata la ‘cifra’ del suo sacerdozio: l’obbedienza. “Sognavo di fare il coadiutore, nel

Monsignor Silvano Motta. modo più classico, in un oratorio e in una parrocchia e in realtà non l’ho mai fatto - confida -. Dopo l’ordinazione i superiori mi chiesero di occuparmi come economo e quindi come rettore del seminario di Seveso. E nel 1976 quando il cardinal Colombo mi chiese di fargli da segretario scoppiò la vicenda dolorosa della diossina che vide l’arcivescovo di Milano particolarmente vicino alle popolazioni colpite.Al suo fianco ho avuto poi modo di essere testimone dei due conclavi

del 1978 con l’elezione prima di Giovanni Paolo I,Albino Luciani, e quindi di Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla che era tanto legato a Seregno. Ricordo bene le due ‘fumate bianche’ viste con i miei occhi in piazza San Pietro. E se a Seveso ho avuto la fortuna di poter vivere con la comunità del seminario e di maturare appieno la mia vocazione, gli anni passati con il cardinale mi hanno consentito di vivere da vicino la dimensione della Chiesa universale”. Ma sono senza dubbio le successive esperienze come parroco a Valmadrera e prevosto a Seregno ad avere lasciato il segno più grande nella vita sacerdotale di monsignor Motta. “A Valmadrera - sottolinea infatti - ho imparato cosa fosse per davvero una comunità parrocchiale, a Seregno ho vissuto pienamente l’evoluzione ecclesiale e pastorale che ha portato alla formazione delle nuove comunità pastorali, il tutto passando attraverso tre grandi figure di arcivescovi come Martini,Tettamanzi e Scola”. Di Seregno, ultima tappa del suo cammino come pastore, Motta ha un ricordo sempre vivissimo: “Una realtà di Chiesa viva, dinamica, di gente ancora ben radicata nella fede e dove ho trovato una sorta di tranquillità umana e spirituale”. Ed ora? “Sto vivendo un sorta di quarto tempo del mio sacerdozio, bellissimo, che mi fa sentire valorizzato e ancora utile, sono contento, anzi felice, e non mi posso nemmeno concedere troppo alle nostalgie e ai rimpianti, anzi”. Luigi Losa

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Luoghi e istituzioni legate alla figura del patriarca che per trent'anni ha vissuto a Seregno

La presenza attiva e lungimirante del cardinal Ballerini, cuore e fondamento di realtà ancora vive e presenti in città Dai monasteri benedettini alla posa della prima pietra ai Vignoli, dal Circolo S. Giuseppe al collegio Ballerini, l'impronta di una significativa attenzione alla nostra comunità Si avvicina poco alla volta il mese di settembre, che come abbiamo annunciato sarà ricco di eventi e di novità. Uno dei momenti importanti è rappresentato dalle celebrazioni per il bicentenario della nascita del Patriarca Paolo Angelo Ballerini, di cui nei numeri precedenti abbiamo anticipato le iniziative nei loro vari aspetti. Ma perché è così necessario ricordarci di celebrare questa ricorrenza? Cosa ci lega ancora oggi a questo personaggio così singolare e prezioso per la nostra città? La risposta più evidente e più chiara è rappresentata da tutte quelle realtà che sono presenti a Seregno, e che per la loro storia sono fortemente legate alla figura del Ballerini, perché da lui volute, fondate, e a lui dedicate. La prima e più antica di queste realtà è quella delle Benedettine dell’Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento. Il Patriarca, come scrive madre Thérèse Lamar, è la risposta alla sua preghiera di una casa che le permettesse di rimanere nella diocesi milanese. L’incontro tra i due avviene nel maggio 1880, e poco dopo madre Lamar e due consorelle si stabiliscono a Seregno. La comunità cresce, ricevendo dall’arcivescovo Calabiana l’autorizzazione ad accettare novizie. Ma l’impegno del patriarca in favore della nuova comunità è appena iniziato. Nel 1886 acquista un terreno per poter costruire un vero e proprio monastero da donare alle benedettine. Il suo sostegno, economico e non solo, è documentato da una lunga lista di spese e azioni, datate dal 1881 al

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1895; persino la somma raccolta dai cittadini di Seregno in occasione del Giubileo sacerdotale del patriarca venne destinata a questa opera. Tuttavia questa prima comunità nel 1910 si trasferì a Ghiffa, a causa dei problemi economici, e il monastero fu trasfor- L’Abbazia di S. Benedetto all’inizio del XX secolo, mato in caserma prima degli ampliamenti ad opera dell’architetto Otdopo essere stato tavio Cabiati. acquistato dal Governo. La realtà religiosa per cui il Patriarca si era tanto speso sembrava apparentemente chiudersi, ma una nuova comunità, proveniente originariamente da Milano, subito dopo la Prima Guerra mondiale occupò nuovamente questo luogo, riuscendo a riacquistare il monastero; la Il Collegio Ballerini poco dopo il trasferimento nella nuova comunità nuova sede di via Verdi. delle Adoratrici Perpetue vi ha riportato la vita re- schile, quella dei monaci olivetani, ligiosa, facendolo tornare ciò a cui il cui monastero nacque grazie era stato destinato fin dall’inizio. alla mediazione della madre reveAlla comunità femminile benedet- renda delle benedettine e l’appogtina fu affiancata anche una co- gio del Ballerini. Su sua sollecitamunità monastica benedettina ma- zione, nel 1884 l’abate Camillo Se-


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Di antica fondazione balleriniana è anche il “Circolo Cattolico Seregnese”, nato il 1 gennaio 1888 per volontà del patriarca sotto “la speciale protezione di San Giuseppe”; la sua data di fondazione rende il circolo la più antica associazione di Seregno, oltre ad essere il più antico circolo culturale cattolico della diocesi di Milano. Lo scopo dell’associazione, espresso nei primi statuti, era “promuovere il benessere religioso, Il Santuario della Madonna dei Vignoli. morale e civile del borgo, mediante una vita privata e pubgelo pensò di intitolare a lui il blica sinceramente cattolica”. Ultima in ordine di costituzione, nuovo istituto. Il collegio che anma direttamente legata al nome cora oggi da prestigio a Seregno, del Patriarca è la realtà del Collegio grazie all’arcivescovo Andrea Carlo Arcivescovile “Ballerini”. Il Collegio Ferrari poté fregiarsi del titolo di iniziò il suo percorso nel 1898 “arcivescovile”; successivamente, per iniziativa del giovane sacerdote nel 1901, si trasferì nella nuova seregnese don Angelo Longoni, sede di via Verdi, dove ancora oggi che grazie al si trova. sostegno mora- Infine è giusto ricordare un altro le ed economi- luogo caro alla devozione dei seco della comu- regnesi, il Santuario della Madonna nità cittadina dei Vignoli. Il Santuario nacque brianzola riuscì prima dall’ampliamento di una picad avviare le at- cola cappella dedicata alla “Beata tività didattiche Vergine della Vigna” e dalla sucpresso la prima cessiva ricostruzione di questa sede, che si tro- chiesetta dopo che ne era avvenuto vava in un edi- il crollo. La chiesa, che continuava ficio del centro a celebrare e ringraziare il dono storico di Sere- divino della fertilità terrestre e gno, dove c’era spirituale, fu infatti inaugurata il 2 stato in prece- settembre 1876 dal patriarca Baldenza un altro lerini alla presenza del prevosto Il monastero delle adoratrici perpetue in un’immagine convitto, che Comelli, che lo aveva accolto in don Longoni città pochi anni prima. di inizio del ‘900. acquistò in blocco con tutElisa Pontiggia gato della curia Arcivescovile per te le attrezzature. Essendo morto l’anno prima il Patriarca, don Angli esami ai monaci ordinandi. riolo visitò Seregno e incontrò don Antonio Cantù, che nel frattempo dava assistenza e accoglienza presso l’oratorio S. Rocco ad alcuni giovani che avevano scelto di fare vita celibe e comune. Questo fu il cuore della fondazione a cui diede vita il giovane padre Mauro Maria Parodi, inviato nell’agosto 1884 dall’abate Seriolo. Inizialmente erano stanziati presso l’oratorio poi, grazie all’interessamento del Ballerini, furono acquistate 28 pertiche di terreno nella zona del Lazzaretto, dove nel 1889 si iniziarono i lavori per la costruzione del monastero che dal luglio 1890 iniziò ad accogliere i religiosi. La prima pietra della chiesa monastica, che ancora oggi è uno dei luoghi di cultura e spiritualità di riferimento per la nostra città, fu posta il 12 maggio 1892 da mons. Ballerini, che nel 1894 la benediceva e dedicava l’altare della Vergine di Pompei, in attesa che il 23 ottobre 1895 venisse solennemente consacrata dal card. Ferrari. Il Ballerini continuò il suo aiuto e sostegno alla comunità curando la formazione teologica dei primi studenti olivetani, come insegnante e dele-

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L’Ottolina Silva già a metà degli anni Sessanta all’avanguardia con l’insegnamento della lingua francese

Posato un alberello d’ulivo per ricordare i 50 anni di una materna che è stata molto più di una scuola E’ stato per anni centro e luogo vitale di aggregazione per il quartiere San Salvatore, con oratorio, scuola di cucito, catechismo grazie alle suore dell’Adorazione del Sacro Cuore Una luminosa e soleggiata giornata di sole, sabato 24 maggio, ha fatto da splendida cornice ai festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario della fondazione della scuola d’infanzia Ottolina-Silva. Un evento ricordato in maniera semplice ed essenziale, senza alcuno sfarzo, inserito all’interno delle attività di fine anno scolastico. Una gran folla di genitori, nonni e parenti s’è riversata all’interno del salone della materna per assistere alla rappresentazione dei piccoli dal titolo “C’era una volta Pollon” a cui è seguita la cerimonia di incoronazione dei remigini, al termine le insegnanti Emanuela Mariani, Antonietta D’Errico e Chiara Sgambellone attorniate dai bambini, nell’ampio e verdeggiante giardino, hanno messo a dimora un ulivo a ricordo della commemorazione del cinquantesimo. È seguito un intrattenimento musicale con la band “L’altra generazione” e alle 19 grande pizzata con bambini e genitori, mentre alle 20.30 è stata concelebrata una messa di ringraziamento presieduta dal prevosto monsignor Bruno Molinari con dom Giovanni Brizzi. La festa, sempre sulle note delle più celebri canzoni italiane eseguite dalla band, si è conclusa a notte fonda, tra la soddisfazione dei numerosissimi partecipanti. Nato e pensato nel 1961 come centro parrocchiale per la gioventù, l’edificio di via Montello, è diventato dopo l’inaugurazione del 18 ottobre 1964, sede della scuola materna Ottolina-Silva. Meglio, dal 1964 al 1970-71, è stato anche un centro di notevole aggregazione per tutto il popoloso quartiere. La presenza delle quattro suore dell’Adorazione del Sacro Cuore di Gesù: suor Ida, Marta, Maria Rosa e Maria Margherita è stata polarizzante, in

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Per ricordare il cinquantesimo di fondazione della materna Ottolina Silva i bambini con le insegnanti hanno messo a dimora in giardino una giovane pianta di ulivo. (foto Volonterio) quanto oltre a svolgere la funzione di educatrici per i bambini della materna, la sera tenevano corsi di catechismo (suor Marta) e taglio e cucito (suor Maria Rosa), e la domenica l’edificio si trasformava in oratorio. Ogni venerdì mattina, poi, nella cappellina allestita all’interno dell’abitazione delle religiose veniva celebrata una santa messa, a cui assistevano anche i fedeli del luogo. La materna Ottolina-Silva, quand’erano presenti le suore dell’Adorazione, svolgeva già un’attività didattica all’avanguardia. Le suore, infatti, insegnavano ai bambini della materna il francese, perché la loro congregazione era stata fondata a Lione. Da lì si spiega anche il perché la popolazione le conosceva o le ricorda ancora oggi come “suore francesi”. “In quei primi anni di attività della materna - ha ricordato Viviana Villa Consonni - la nostra comunità di San Salvatore era molto viva e le attività erano ferventi, era un polo di attrazione

e di riferimento per tutti. Quell’aggregazione attualmente ci manca, sembriamo un popolo disperso incapace di aggregarsi e di fare comunità nonostante le diverse iniziative organizzate. Il quartiere si è molto popolato con le costruzioni di nuove case, ma sembra che ognuno faccia da sé e manchi del senso di unione, compartecipazione alla vita della zona. Negli anni Sessanta la nostra chiesetta pullulava di fedeli, tanto che avevano pensato di allungarne un pezzo, attualmente i fedeli rimasti sono pochi rispetto ai residenti”. Regge, invece, la materna OttolinaSilva che visto il crescere della domanda, avrebbe forse bisogno di altri spazi per potersi espandere e soddisfare le richieste. Attualmente le insegnati sono tre Emanuela Mariani, in servizio dal 1990; Antonietta D’Errico, in servizio dal 1993 e Chiara Sgambellone presente dal settembre 2004. Paolo Volonterio


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Numerose le proposte per le vacanze estive comunitarie all’insegna dell’autogestione

Tempo estivo per crescere in responsabilità e autonomia, ritemprare il fisico e offrire allo spirito nuove motivazioni Non solo mete e itinerari offerte a bambini, ragazzi e giovani: anche adulti e famiglie possono condividere esperienze significative e porre le basi per future collaborazioni Terminate le scuole, si apre un tempo di vacanze ristoratrici. La prima e più immediata proposta è l’oratorio estivo, tempo di svago, amicizia, gioco e tempo libero, ma anche occasione di crescita, confronto e, perché no, di riflessione e preghiera in un clima più sereno e disponibile. Da alcune settimane i bambini, e con loro un folto gruppo di animatori generosi e motivati, “abitano” una nuova casa, l’oratorio, e di essa si prendono cura come se fosse la loro stessa abitazione; ma il percorso proposto, “Piano terra”, invita a riflettere su un ospite illustre delle nostre case, Dio che è venuto ad abitare in mezzo a noi. E mentre le settimane scivolano veloci, all’orizzonte si profilano le vacanze proposte da oratori e comunità pastorali, rivolte a bambini, ragazzi, giovani, ma anche agli adulti e alle famiglie che intendono vivere le ferie in una dimensione comunitaria. Le mete e le modalità di gestione sono varie, per lo più improntate all’autogestione e alla condivisione, all’assunzione di piccole ma significative responsabilità, che aiutino nel cammino di crescita e alla conquista della propria autonomia. Diverse le proposte di animazione e gli spunti di riflessione, perché la vacanza diventi anche un tempo privilegiato e ricco di esperienze interiori. Ecco nel dettaglio, le proposte dell’estate 2014.

Oratorio S. Rocco e Lazzaretto Dove? A Colere in Val di Scalve (Bg) presso l’Hotel Plan del Sole (formula autogestione) - a 1500 m di altitudine Quando e chi? 1° turno da domenica 13 a domenica 20 luglio per i bambini di terza, quarta e quinta elementare; 2° turno da domenica 20 luglio a domenica 27 luglio per i ragazzi delle scuole medie. Dove? Pianosa, sull’omonima isola Quando e chi? Da lunedì 28 luglio a lunedì 4 agosto per gli adolescenti (1-2-3 superiore) Dove? Pellegrinaggio in Terra Santa:“Ti seguirò, Signore”- otto giorni itineranti sulle orme di Gesù Quando e chi? Dal 7 al 14 agosto, proposto ai 18/19enni e giovani in comunione con tutti i giovani della Lombardia. Oratorio S. Valeria e Ceredo Dove? A Casere di Cremeno in Valsassina (Lc) presso la Casa Alpina Artigianelli (formula autogestione) - a 900 m di altitudine Quando e chi? Da domenica 13 luglio a giovedì 17 luglio per i bambini di terza e quarta elementare. Dove? A Mezzoldo in val Brembana (Bg) presso il rifugio Madonna delle Nevi (formula autogestione) - a 1350 m di altitudine Quando e chi? 1° turno da sabato 19 a sabato 26

luglio per i bambini di quinta elementare, prima e seconda media; 2° turno da sabato 26 luglio a domenica 2 agosto per i ragazzi di terza media, 1-2-3 superiore. Oratorio S. Ambrogio e S. Carlo Dove? A Valledorizzo di Bagolino (Bs) (formula autogestione) - a 1200 m di altitudine Quando e chi? Da sabato 19 a sabato 26 luglio, per bambini e ragazzi a partire dalla terza elementare. Da sabato 9 a sabato 16 agosto la comunità parrocchiale del Ceredo organizza una vacanza comunitaria per le famiglie a Madonna di Campiglio, località Campo Carlo Magno (Tn) presso l’hotel Catturanino (pensione completa), a 1650 m di altitudine. Un gruppo di famiglie dell’oratorio s. Rocco trascorrerà le vacanze dal 23 al 30 agosto in località Malga Ciapéla, Rocca Pietore (BL), presso l’hotel Principe (pensione completa), a 1450 m di altitudine ai piedi della Marmolada. Infine, per una vacanza alternativa, esiste anche la possibilità di un pellegrinaggio cittadino in Francia da lunedì 18 a sabato 23 agosto al santuario del la Sallette, con tappe a Briancon, Notre Dame del Laus, Lione, Paray le Monial, Nevers, Cluny e Ars. Mariarosa Pontiggia

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Basilica San Giuseppe

Importanti appuntamenti di festa per la comunità nelle ultime domeniche di giugno

Dal novello don Paolo ai cinquant’anni di mons. Motta in basilica è l’ora dei festeggiamenti… poi le vacanze Sabato 28 giugno si terrà un concerto in Basilica in onore di mons. Motta, che il giorno dopo celebrerà la solenne Eucarestia E a luglio la festa di San Salvatore, con la Messa celebrata dal padre Abate Pur addentrandoci nel pieno tempo dell’estate il cammino della vita parrocchiale propone ancora importanti occasioni di festa. Oggi, in Basilica, la comunità si stringerà attorno a don Paolo Confalonieri, sacerdote novello, che celebrerà la Messa delle 10. Domenica 29 giugno sarà con noi mons. Silvano Motta che ricorderà il cinquantesimo di sacerdozio. I festeggiamenti saranno preceduti venerdì 27 giugno, anniversario della sua ordinazione sacerdotale, dalla recita del santo Rosario alle 20.30 nel santuario della Madonna dei Vignoli. Sabato 28 giugno alle 21 in Basilica ci sarà un concerto in onore di mons. Motta tenuto dalle corali “S. Cecilia” e “Don Luigi Fari”. Domenica 29 giugno alle 8.30 mons. Motta celebrerà la S. Messa nella chiesa di San Salvatore; alle 10 presiederà la solenne celebrazione eucaristica in Basilica; seguirà alle 11,15 l’aperitivo aperto a tutti nel giardino della casa prepositurale. Un altro appuntamento sarà la tradizionale festa di San Salvatore che si celebrerà domenica 6 luglio con la Messa alle 10 presieduta dall’Abate dom Michelangelo Tiribilli. In serata alle 20.30 compieta mentre lunedì 7 luglio alle 20.30 S. Messa per i defunti del rione S. Salvatore. Come tradizione nei locali della scuola dell’infanzia sarà allestita la pesca di beneficenza e sarà in funzione la tavola calda. E’ questo un importante momento di aggregazione e condivisione per gli abitanti di questo quartiere che ogni anno vivono con intensità e devozione questo momento di festa. Tra gli appuntamenti dei mesi estivi ri-

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La cappella musicale Santa Cecilia, nella foto dello scorso anno durante i festeggiamenti a dom Giovanni Brizzi, anche per l'imminente festa del quartiere accompagnerà con i canti liturgici la messa solenne. cordiamo la festa del Perdono d’Assisi con l’acquisto della Santa Indulgenza dal 1° agosto alla sera del 2 agosto, ci sarà la possibilità di confessioni . Nel mezzo del mese di agosto, sabato 16, ricorre la memoria di San Rocco con le Messe celebrate nella chiesina alle 7.30 e alle 9. A luglio inizieranno anche i lavori di restauro dell’organo della Basilica per il quale la somma raccolta finora ammonta a circa 50mila euro. Si confida ancora sulla generosità dei fedeli. Ma l’estate è anche tempo di vacanze, di riposo per una sana ricarica fisica e spirituale. “La sapienza antica del Qoélet - scrive mons. Bruno Molinari nel suo augurio - dice che c’è un tempo per lavorare e un tempo per riposare. E prima ancora c’è l’indicazione che risale addirittura alla creazione: “il settimo giorno Dio si riposò”. Allora significa che le vacanze in qualche modo sono un “dovere”, una fonte di rigenerazione e di crescita spiri-

tuale. Per questo dobbiamo tutti augurarci qualche spazio e tempo che sia vero riposo, che ci permetta di fermare almeno un poco la frenesia di ogni giorno e la “dittatura dell’agenda”, che ci aiuti a ritrovare la ricchezza della dimensione interiore, che ci faccia gustare la gioia e la gratuità degli affetti familiari e dell’amicizia, che ci renda capaci di guardare con grata meraviglia la bellezza del creato. Se il riposo è una grazia - e lo è davvero! - sentiamoci responsabili di come vivremo il periodo più o meno lungo delle ferie. E ai molti che di questi tempi non potranno permettersi una vacanza - per le ristrettezze economiche, per l’età, per la salute propria o dei propri cari - vorrei augurare, nonostante tutto, presenze amiche che rendano meno difficile la solitudine. Felice riposo a tutti!” Patrizia Dell’Orto


Parrocchia S. Ambrogio

Una festa molto particolare nella solennità di Pentecoste sottolinea la continuità educativa

La “staffetta” di comunione dello Spirito Santo: la scuola chiude, l’oratorio spalanca le sue porte Davanti a insegnanti, studenti e genitori da un lato e agli educatori del ‘feriale’ dall’altro si è celebrato il passaggio di consegne tra le due realtà che è proseguito con la ‘camminata’ Domenica 8 giugno – solennità di Pentecoste – si è svolta presso la nostra parrocchia una bella giornata di festa, significativamente intitolata “La scuola va in vacanza; l’oratorio continua la sfida educativa”.Abbiamo infatti voluto festeggiare tutti insieme sia la fine dell’anno scolastico, con un particolare pensiero alla nostra scuola parrocchiale, sia l’inizio delle attività estive dell’oratorio. La giornata si è aperta con la celebrazione della Messa delle 9.45. Era presente – al completo – tutta la nostra scuola parrocchiale (insegnati, studenti e genitori), così come facevano bella mostra di sé, nelle prime file, gli animatori dell’oratorio feriale che, in tale circostanza, sono stati ufficialmente presentati alla comunità. Ed è stato proprio bello vedere – quando tutti gli adolescenti si sono portati sull’altare per ricevere il loro mandato educativo – come i ragazzi li indicassero e li chiamassero, segno di un affetto reale e per nulla scontato. Nell’omelia ho voluto sottolineare come uno dei primi doni dello Spirito Santo sia la comunione. Mentre a Babele la superbia dell’uomo portò solo all’insorgere della violenza e della divisione, a Gerusalemme – cinquanta giorni dopo la Pasqua – tutti gli uomini si ricomposero in unità nell’unico linguaggio dell’amore. Potessero le nostre scuole, i nostri oratori e tutte le nostre comunità essere limpido riflesso di questo dono dello Spirito! La celebrazione è stata poi conclusa, dopo la benedizione, dalla proiezione di un breve video realizzato dai nostri animatori. In modo originale e simpatico – come fosse la diretta di un telegiornale – hanno provato a rac-

contare una giornata tipo di oratorio, mettendone in luce i momenti principali e le situazioni più particolari. Terminata la celebrazione dell’Eucarestia, ci siamo tutti ritrovati in oratorio per dare il via alla XXI “Camminiamo insieme”, marcia non competitiva lungo le vie del quartiere. Sì è trattata di una piacevole passeggiata di 3,5 km, a cui hanno partecipato proprio tutti: bambini (anche molto piccoli), ragazzi, giovani, mamme, papà e anziani. Una volta ritornati in oratorio si era già all’ora del pranzo, anche questo condiviso insieme, grazie all’opera di molti papà e mamme che hanno Due momenti della giornata dedicata alla chiusura delle sfoggiato le loro scuole e all’avvio delle attività estive dell’oratorio. migliori doti culinarie. E nel pomeriggio la festa è continuata. E così si è arrivati a sera, stanchi ma Caccia al tesoro, trucca bimbi, pal- insieme anche pronti… pronti per loncini, tornei di calcio fra genitori e iniziare bene – il giorno dopo – l’avfigli…; tutto ha contribuito a rafforzare ventura dell’oratorio feriale estivo! quel clima di serenità e amicizia che ci ha accompagnato lungo l’intera Don Gabriele Villa giornata. Vicario C.P.

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Parrocchia Beata Vergine Addolorata al Lazzaretto L'opera, ricollocata nella chiesa, è stata benedetta durante la Messa vigiliare dell'Ascensione

Tornata al suo posto la statua della Madonna Addolorata Sorpresa dopo il restauro: è stata realizzata nel ‘600 Nel segno di Maria anche il pellegrinaggio a Caravaggio, dove mons. Vincenzo Di Mauro si è soffermato sulla vita della Madonna: il suo racconto l’ha fatta apparire più vicina Durante la solenne messa vigiliare dell’Ascensione è stata ricollocata nel suo altare la statua originale della Madonna Addolorata. Il lungo e paziente lavoro di restauro ha permesso di riportarla allo splendore iniziale, consentendo inoltre di appurare che essa risale al 1600 e non al 1700 come si pensava. Sotto il manto attuale, infatti, ne è venuto alla luce uno più antico di colore azzurro con stelle dorate. La solenne benedizione e il canto del Magnificat con don Norberto, (che come lo canta lui non c’è nessuno), hanno trasmesso ai presenti una piacevole emozione. La sera dopo a Caravaggio, quasi come un proseguo, il Vescovo mons. Vincenzo Di Mauro ha tenuto una tenera omelia sulla Madonna che ce l’ha fatta sentire ancora più vicina. Appartengo serenamente, ma anche orgogliosamente, al genere femminile, lo dico intanto che ancora si può parlare di generi, e il sentir raccontare la vita della Madonna come fosse la vita di una qualsiasi di noi ai nostri tempi, mi ha un po’ turbato. Poter paragonare il tuo quotidiano a quello di Maria, rendersi conto che le tue gioie e le tue difficoltà Lei le ha provate tutte e anche di più, ti concede la speranza che, se con l’aiuto di Dio ce l’ha fatta lei, col suo aiuto e con quello di suo Figlio puoi farcela anche tu. Il racconto della vita di Maria ha in vario modo colpito le signore presenti. In pratica, una giovane ragazza madre che deve affrontare a testa alta i pregiudizi della gente per aver avuto fiducia nell’annun-

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cio di un angelo. Le difficoltà quotidiane che deve affrontare con Giuseppe, sostenuta da un’incrollabile fiducia in quel figlio che spesso umanamente non comprende, ma che ama immensamente. Personalmente, sentendo di quando Gesù a 30 anni se n’è andato, non ho potuto fare a meno di ricordare quando uno dei miei

figli si è trasferito all’estero a cercare, come tanti ragazzi di questi tempi, un’opportunità per il suo futuro. Ho risentito forte e straziante il dolore che avevo provato il giorno della sua partenza, quasi uno strappo nelle viscere mentre cercavo di convincermi che era giusto così. Ma poi me ne sono vergognata, quando il Vescovo ha descritto l’immagine della Madre sul Calvario. Ho pensato a tutte le mamme che non potranno mai più né vedere né sentire i loro figli e ho capito quanto sono fortunata! Mi è tornata alla mente anche una frase che sento spesso dire dai sacerdoti sulle donne che entrano in chiesa e vanno dirette davanti alla Madonna ad accendere la candela senza nemmeno dare uno sguardo al Santissimo. Fermo restando che hanno ragione, mi permetto di fare una battuta. Fra donne nei momenti di bisogno scatta una solidarietà che a parole non si riesce a descrivere. Andare direttamente dalla Madonna per noi non significa scavalcare suo Figlio, ma solo chiedere una raccomandazione, un occhio in più verso problemi della gente, a quel Figlio che lei certamente ha vicino e che noi magari in quel momento sentiamo un po’ lontano. E questo i preti non possono capirlo, semplicemente perché sono uomini. Che la Madonna ci protegga tutti e ci avvolga nel suo manto stellato. Nicoletta Maggioni


Parrocchia San Carlo

Riflessioni a margine dell’intervento di papa Francesco sull’importanza dello sport

Attraverso lo sport la Chiesa si fa vicina ad ogni persona, per aiutarla a diventare migliore e ad incontrare Gesù Il gruppo sportivo San Carlo si appresta a festeggiare il XXV di attività, sostenuto dal messaggio del Papa, una forte valorizzazione dello sport come fattore di crescita Torniamo a parlare da queste righe delle persone del gruppo sportivo oratoriano San Carlo, non solo per simpatia verso di loro o perché fra qualche mese taglieranno il prestigioso traguardo dei venticinque anni di attività sportiva: lo facciamo perché di sport ha parlato Papa Francesco pochi giorni fa durante l’incontro con i cinquantamila del C.S.I. per i settant’anni del grande promotore italiano di sport a matrice cattolica, a San Pietro. Le parole di Francesco hanno generato una ventata di entusiasmo nelle migliaia di persone che regalano con passione il proprio tempo ai ragazzi degli oratori. “Io trovo tre strade” ha detto il Papa “per i giovani, per i ragazzi, per i bambini: la strada dell’educazione, la strada dello sport, la strada del lavoro”. Immaginatevi la gioia di coloro che, a San Carlo, sui campi di calcio e pallavolo, almeno quaranta persone, seguono da vicino i ragazzi. Lo sport con la stessa dignità di educazione e lavoro! Lo sport che “ti porta avanti come la scuola e il lavoro ” dice ancora Francesco. E poi “Se ci sono queste tre strade io vi assicuro che non ci saranno le dipendenze: niente droga, niente alcol”. Per chi, nelle società sportive oratoriane, tende a scoraggiarsi perché ci sono sempre meno soldi e sempre più burocrazia, perché le difficoltà sono in continuo aumento, perché in alcune realtà lo sport è abbandonato a sé stesso, queste parole sono un’iniezione di fiducia, un ricostituente, una molla per proseguire. Papa Francesco invita le società sportive ad accogliere e l’accoglienza è per il G.S.O. San Carlo un punto fermo del proprio progetto educativo. Invita i piccoli atleti a non “mangiarsi” il pallone ma a fare gioco di squadra, a respingere ogni forma di egoismo e isolamento, in-

Una squadra del gruppo sportivo oratoriano San Carlo con lo sfondo del campo sportivo della Parrocchia, uno dei pochi a Seregno adatti per il gioco del calcio a undici. contrare, stimare ed aiutare gli altri, crescere nella fraternità.Tutto questo è nel dna di ogni educatore sportivo a San Carlo. Ma ecco la frase del Papa che più deve fare riflettere: “Se non c’è il gruppo sportivo in Parrocchia manca qualcosa… Lo sport nella comunità può essere un ottimo strumento missionario, dove la Chiesa si fa vicina ad ogni persona per aiutarla a diventare migliore e ad incontrare Gesù Cristo” Se lo dice Francesco… A San Carlo, come credo in moltissimi altri gruppi sportivi oratoriani, ormai hanno più a che fare con il commercialista che con il Sacerdote ma tirano avanti: con il loro nuovo progetto educativo che si basa sull’alleanza con l’Oratorio, con l’idea di inserire nuovi sport, con il chiodo fisso di cercare di migliorare le strutture ormai molto datate, per mettersi al passo con ciò che la comunità chiede loro.“… Ma questo gruppo sportivo deve essere impostato bene, in modo coerente con la comunità cristiana, se non è coerente è meglio che non ci sia!” Davvero il

gruppo sportivo di San Carlo è coerente con la comunità cristiana, da quasi venticinque anni. Sosteniamolo. Non sono tanto importanti le coppe che ben figurano in bacheca e testimoniano tante vittorie sportive, ma sono più importanti le persone che in questi anni hanno giocato, sono cresciute nel divertirsi, senza la pretesa di diventare campioni e che nelle vittorie e nelle sconfitte hanno orgogliosamente portato la loro bellissima maglia nera-arancio. Sono tantissime queste persone e molti di loro ora cercano di trasmettere ciò che hanno imparato ai più piccoli. Facciamo in modo che il gruppo sportivo di San Carlo, ora che è forte della benedizione di Francesco, oltre al venticinquesimo, l’anno prossimo, possa poi festeggiare anche il cinquantesimo. Come? Portiamogli i nostri figli, saranno in un luogo sicuro e divertente e qualcuno di loro certamente si appassionerà e porterà avanti il testimone.

Franco Bollati

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Le notizie La figura di mons. Salvatore Colombo, vescovo martire in Somalia nel 1989, sarà al centro di una predicazione straordinaria durante i mesi estivi L’estate è tradizionalmente un tempo di sospensione degli impegni comunitari e già si pensa alle vacanze. Quest’anno luglio ci ricorda il 25° anniversario dell’uccisione a Mogadiscio di mons. Salvatore Colombo, un brianzolo martire della carità. Nativo di Carate Brianza, venne ordinato sacerdote nel 1946, entrando nell’ordine dei Frati minori; partì missionario per la Somalia, dove nel 1976 fu nominato vescovo di Mogadiscio; si adoperò per il popolo somalo e, in un contesto quasi totalmente musulmano, attivò una serie di opere caritative disinteressate, per lenire le sofferenze di quella popolazione devastata dalla violenza e da calamità naturali. La sua figura sarà al centro di una predicazione straordinaria durante le s. Messe domenicali di luglio per quanto riguarda la Comunità pastorale dedicata a Maria ma-

dre della Chiesa e di settembre per quella di s. Luca. Il predicatore sarà il francescano padre Massimiliano Taroni (nella foto), che nel mese di marzo aveva condotto le predicazioni degli esercizi cittadini. Appartenente anch’egli all’ordine dei frati minori, padre Taroni è sacerdote dal 1992 e attualmente è direttore delle Missioni Francescane Lombarde. Ha condiviso, durante gli anni degli studi e della preparazione sacerdotale, un’intensa esperienza missionaria con mons. Colombo; proprio in quel periodo e il giorno della sua morte si trovava a Mogadiscio per coadiuvarlo nei numerosi progetti caritativi. Sarà l’occasione per approfondire la figura di mons. Colombo e, prendendo spunto da questa figura di martire, dai brani evangelici e dalle letture di ogni domenica, padre Massimiliano inviterà i fedeli a ri-

flettere sulla forza e sul valore della Parola di Dio nel dare senso alla propria vita e riuscire a tradurla nell’agire quotidiano. Questi gli appuntamenti nelle diverse parrocchie cittadine: - domenica 13 luglio in Basilica - domenica 20 luglio al Ceredo - domenica 27 luglio a S. Valeria - domenica 31 agosto a S. Carlo - domenica 7 settembre al Lazzaretto - domenica 21 settembre a S. Ambrogio

“Testimoniare la gioia del Vangelo”: una serie d’incontri per operatori pastorali per dare nuova linfa all’annuncio evangelico Proposta da tutte le parrocchie della città, ha preso il via lo scorso sabato una serie d’incontri di formazione e aggiornamento per laici visitatori delle famiglie, animatori dei gruppi di ascolto, catechisti battesimali e dell’iniziazione cristiana, oltre che tutti gli operatori pastorali. Un’iniziativa che acquisisce maggior significatività per il fatto di collocarsi nel mezzo del cammino verso l’Unita Pastorale Cittadina, passaggio che le sei parrocchie di Seregno intendono effettuare nel segno dell’unità e della testimonianza. Al centro delle riflessioni la “Evangeli Gaudium” con il suo messaggio cardine: siamo tutti invitati a testimoniare nei nostri ambienti di vita e di lavoro, nella quotidianità di ogni giorno il Vangelo della gioia, del buon annuncio. L’iniziativa punta quindi a “recuperare e ad accrescere il fervore di essere

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evangelizzatori”, come dice l’enciclica in oggetto, a rinnovare la motivazione e la forza della nostra personale testimonianza, consapevoli che un messaggio gioioso non può essere tenuto nascosto: il Vangelo incide così radicalmente nelle nostre vite da farsi annuncio e spingerci ad intraprendere un cammino di missionarietà. Nel corso del primo appuntamento di sabato 14 giugno è stata proposta una riflessione di don Francesco Scanziani sul tema: “La gioia del Vangelo: il contenuto dell’annuncio a partire dalla Evangeli Gaudium”; gli incontri successivi, guidati dallo stesso relatore e dalla dott.ssa Cecilia Pirrone, seguiranno il seguente calendario: - sabato 28 giugno ore 15-18 presso i Saveriani di Desio ritiro spirituale con i Consigli Pastorali; la riflessione verterà su: “Lo stile e il profilo spirituale del-

l’evangelizzatore nella Evangeli Gaudium”; - mercoledì 24 settembre ore 21 in Sala Minoretti presso il Centro Pastorale di via Cavour 25: “Li mandò a due a due. Lavorare insieme, uno stile di chiesa”; - mercoledì 15 ottobre ore 21 in Sala Minoretti: “L’accoglienza. Operatori pastorali e famiglie si incontrano”; - mercoledì 5 novembre ore 21 in Sala Minoretti: “Il Vangelo della quotidianità. Il buon annuncio dentro le pareti di casa”.

Preghiera mensile per i defunti al cimitero Sabato 5 luglio, nei due cimiteri della città alle ore 11 ci sarà la recita del santo rosario e una preghiera di suffragio a ricordo dei defunti del mese di giugno.


Le notizie

La visita al monastero S. Maria del Monte Carmelo a Concenedo mette il sigillo ad un altro anno di intensa attività Con una gita a Concenedo di Barzio (Lc) il Movimento Terza Età della città ha concluso un anno denso di attività, incontri e riflessioni spirituali. Favorito dal bel tempo e dall'aria frizzantina della Valsassina, il folto gruppo composto quasi esclusivamente da donne, ha potuto conoscere ed apprezzare quanto di agreste, turistico e spirituale è ancora presente in questi caratteristici paesi. Il programma prevedeva infatti due "momenti" ben distinti: la visita del Monastero S. Maria del Monte Carmelo a Concenedo e la sosta nella piazza principale della cittadina di Barzio. Suor Cristiana Maria dell'Ordine delle Carmelitane Scalze, una persona brillante e molto simpatica, è stata la protagonista del "primo momento": con semplicità e grande disponibilità, nella moderna cappella costruita sotto il monastero, ha spiegato l'origine del Carmelo,la figura di Rosa Ambrogina Bonfanti di Belforte ideatrice e benefattrice del Carmelo, la vita quotidiana delle quindici mona-

che che attualmente lo abitano, il rapporto con le altre consorelle sparse nel mondo, gli eventi e le pubblicazioni che riguardano Santa Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein, che da ebrea si convertì alla fede cattolica e diede inizio all'Ordine stesso. La sua spiegazione ha davvero incuriosito tanto che molte donne hanno chiesto ulteriori dettagli sulla comunità di Concenedo. Dopo una sosta per la consueta foto ricordo e per l'acquisto di oggetti confezionati dalle suore, il gruppo ha

Pronti a ripartire con l'aiuto della “Provvidenza” dopo il Consiglio Centrale di maggio Per la prima volta il Consiglio Centrale della S. Vincenzo di Monza e Brianza si è riunito a Seregno. L'incontro, avvenuto sabato 17 maggio dalle 15 presso la sala Minoretti del Centro Pastorale "E. Ratti", si è svolto con la partecipazione di ben 22 Conferenze su un totale di 25 esistenti, alla presenza del Presidente Roberto Capellini e dello staff di Monza; in rappresentanza della Federazione regionale è intervenuta invece Patrizia Candian. Dopo il saluto della presidente, che ha voluto presentare la "squadra" di Seregno, è seguito l'intervento di mons.

Molinari, che ha posto in risalto l'importanza della S. Vincenzo nell'ambito delle attività parrocchiali per il suo valore nell'immediatezza delle risposte alle molteplici povertà che stanno emergendo. La presentazione del Bilancio Sociale ha stupito tutti, a partire dal tesoriere che ce lo ha presentato, Augusto Longoni. Lo stupore si è trasformato in meraviglia, man mano i numeri svelavano una realtà in controtendenza. Infatti, il totale dei conti vincenziani - cioè dell'insieme di tutte le conferenze - per il 2013 rivelava la cifra di 1.187.810,00 €, con un incremento di oltre 100.000,00 € alla voce più

raggiunto Barzio e, nella piazza principale, ha goduto del meritato relax assaggiando i "caviadini" tipici biscotti barziesi ed altri dolci. Un piccolo gruppo ha anche raggiunto, dopo una breve salita, la chiesa patronale dedicata a Sant'Alessandro con un bell'ingresso a gradoni, diversi affreschi e un pregevole portale. L'appuntamento ora è per settembre prossimo con altri "momenti" di riflessione e svago che tanto aiutano le persone anziane a vivere con serenità, curiosità ed armonia significativa, le "donazioni da privati", che nel 2013 sono diventate 482.077! A questo punto il sig. Longoni non poteva far altro che attribuire tanta generosità, nonostante la crisi, alla "Provvidenza", proprio quella di manzoniana memoria! Si è quindi fatto il programma per i mesi a venire, in particolare per le giornate vincenziane del 27 e 28 settembre prossimo con la vendita del "Pan Tranvai". Alla ex presidente Mariacarla Colombo, per ricordare la recente assegnazione del "Premio Mimosa", è stato dedicato l'ultimo applauso della giornata, che si è piacevolmente conclusa con un rinfresco nel giardino del Centro Pastorale.

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Le notizie

circolo culturale s. giuseppe FONDATO NEL 1888

Giugno e le vacanze sono qui! Per il fortunato gruppo di persone, soci e non, che ha approfittato della "passeggiata 2014" di inizio mese con il Giro delle Puglie c’è già stato l’incontro con il solare sud Italia, e rimangono nella memoria il barocco delle chiese, dei palazzi e la bellezza dei borghi attraversati. Archiviato il mese della cultura 2014 altre iniziative si stanno delineando con le lunghe serate estive: i nostri spazi all’aperto sono l’ideale per ritrovarsi. Dopo la Pizzata delle donne del 18 giugno ecco il nostro programma: domenica 29 giugno, alle 21, concerto del coro il Rifugio di Seregno; giovedì 3 luglio alle 21, concerto della

Tutte le proposte per passare le serate estive a fare... Circolo! Paper Moon orchestra; domenica 6 luglio alle 21 serata con il complesso Altra Generazione, con musica anni 60 e 70; domenica 13 luglio finale dei mondiali; domenica 20 luglio Giochi in Famiglia, per una serata in allegria con un’anguriata beneaugurante per le ferie. A settembre è prevista la Rassegna dei Pittori Seregnesi, ma prima avremo l’ufficializzazione della nuova Comunità Pastorale San Giovanni Paolo II domenica 14 settembre; con un’unica comunità pastorale siamo invitati ad una maggiore concertazione, e il Circolo è a disposizione di tutti gli amici delle parrocchie cittadine e dei gruppi per una programmazione comune. Il giorno precedente si terrà il convegno

per i 200 anni dalla nascita del nostro fondatore Mons. Angelo Ballerini cui tutti siamo invitati a partecipare. Settembre vedrà anche l’utilizzo della sala Minoretti con una mostra fotografica sulla Terrasanta, con spunti dal reportage del pellegrinaggio cittadino dell’aprile 2013. Inoltre tutti i giorni il Circolo riapre per i Soci ed i loro amici e familiari; l’attività quotidiana deve affiancare momenti non solo ricreativi e di svago ma anche occasioni per fare… Circolo, e non bar. Per questo la presenza fisica dei soci si deve basare sul passa-parola, per stare bene assieme tra amici, ritrovandoci in via Cavour 25, specie con la bella stagione.

SCUOLA DI ITALIANO PER STRANIERI “CULTURE SENZA FRONTIERE”

Tirando le somme di fine anno, dopo la festa e la mostra dedicata al Senegal L’anno scolastico si è concluso con la festa di fine anno di domenica 1° giugno nel cortile della scuola e con la mostra sul Senegal dal titolo “Khadylaye, una vita a Camberene”, curata anche dall’associazione Jhankarlo di Besana Brianza e ospitata presso il Centro pastorale Ratti. In questo anno 2013/2014 abbiamo registrato 281 presenze totali di adulti per i corsi del pomeriggio e per quelli serali, oltre a 55 ragazzi che abbiamo aiutato per il sostegno didattico del pomeriggio. 37 nazioni sono rappresentate attraverso i nostri alunni, a partire da Pakistan, Marocco, Ucraina, Perù, Romania ed Egitto. Successo anche per il corso di cucito "Il filo di ...Ana", con 10 donne che hanno partecipato al corso della nostra brava insegnante brasiliana.

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Una bella soddisfazione è arrivata dagli studenti che hanno frequentato il corso per la preparazione dell'esame di conoscenza della lingua italiana, valevole per il rinnovo dei documenti. Per il livello A2 (base) per la parte scritta, su 11 alunni che hanno effettuato l'esame il 16 dicembre 2013, 10 promossi e 1 rinviato; i 10 che hanno portato a termine la se-

conda parte dell'esame il 3 giugno sono stati tutti promossi. Per il livello B1 (intermedio) 3 studenti hanno sostenuto il 5 giugno, e siamo in attesa dei risultati dall'Università per gli Stranieri di Siena. Tutti gli esami si sono svolti presso la sede del Centro Territoriale Permanente di Desio con cui la scuola ha firmato un Accordo di Collaborazione.

L'inaugurazione della mostra sul Senegal. (foto Dell'Oro).


Le notizie “Diamoci la mano” e una festa in giardino prima delle vacanze Il mese di maggio ci viene offerto per dedicarlo alla Madonna, per offrirle preghiere e il nostro cuore. In questo mese di devozione, durante il quale abbiamo partecipato nelle nostre chiese alle celebrazioni serali, non è mancato il nostro impegno per organizzare e rendere agevole la partecipazione ai pellegrinaggi nei santuari mariani di Lourdes e Loreto; così negli ultimi giorni del mese un discreto numero di pellegrini è stato accompagnato verso queste mete. Domenica 1 giugno abbiamo invece partecipato ad una momento di festa

ed allegria, denominata “Diamoci la mano”, organizzata dagli Amici dell’Unitalsi di Vedano al Lambro. È stata una giornata di solidarietà e di comunione con tutti i disabili che hanno voluto prendervi parte, durante la quale hanno potuto provare l’emozione di una salita in mongolfiera, fare giri in moto su apposite piste, partecipare a giochi, fare una passeggiata nel parco di Monza accompagnati dai carabinieri a cavallo e, non da ultimo, gustare anche un ricco pranzo e merenda. Durante il mese di maggio è continuata la raccolta dei nomi di volontari

e disabili che vogliono trascorrere quindici giorni di vacanze marine a Borghetto S. Spirito e possiamo ormai considerare completamente definito l’elenco dei partecipanti. Per domenica 15 giugno si avrà un pomeriggio di festa con i disabili per la chiusura dell'anno prima delle ferie estive; ci ritroveremo nel giardino messo a disposizione dai nostri amici unitalsiani Ester e Franceschino, sempre molto disponibili e generosi con tutti. Stiamo sempre raccogliendo i nominativi di coloro che vogliono recarsi a Lourdes e Loreto nei prossimi mesi. Per informazioni: 349 2935093 - 0362 235943 oppure ci trovate ogni mercoledì in via Cavour 25 presso il Centro Pastorale Ratti, dalle 16 alle 17.

Il gruppo sportivo del S. Valeria a Roma col Papa, pensando a don Paolino Sabato 7 giugno atleti, allenatori e dirigenti del gruppo sportivo dell'oratorio Santa Valeria, con grande entusiasmo, hanno partecipato all'incontro tra Papa

Francesco e tutti gli sportivi, a Roma in piazza S. Pietro. Giunti a mezzogiorno, e' iniziata l'attesa del Santo Padre: per tutti era il primo incontro con Papa

Francesco, e per molti era anche la prima volta in piazza S. Pietro. Al suo arrivo e per quasi due ore, l'entusiasmo ha lasciato spazio all'emozione. E' stato veramente bello condividere lo stupore dei nostri piccoli atleti e le riflessioni che le parole del Santo Padre hanno suscitato in noi. Ci siamo sentiti sostenuti quando ha sottolineato la bellezza di avere un gruppo sportivo in oratorio: se non c'è manca qualcosa, e deve essere impostato in modo coerente con la vita della comunità cristiana. È proprio questo lo sforzo che ci vede costantemente impegnati. La serata conviviale e la visita di Roma prima del rientro di domenica sera hanno concluso felicemente una due giorni perfettamente organizzata dai collaboratori del gruppo sportivo. Non e' mancato un pensiero, anche sullo striscione, al nostro don Paolo che riceveva l'ordinazione sacerdotale.

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Le notizie

Il Gruppo Solidarietà Africa in Assemblea fa il punto della situazione e si prepara a ripartire per nuovi progetti Una conferma al completo per il Consiglio direttivo del Gruppo Solidarietà Africa dopo l’Assemblea del 12 giugno che ha visto i soci confrontarsi su quanto realizzato e gettare le basi per il prossimo biennio. La conferma del Consiglio direttivo vede protagonisti Agostino Silva, Mariapia Ferrario e Paolo Viganò; Giuseppe Tagliabue, Alberto Confalonieri e Emanuele Camisasca per gli aspetti organizzativi e logistici; Francesco Viganò, Maria Silva e Jacopo Sala si occuperanno comunicazione e promozione. La gestione economico finanziaria è affidata a Giuliano Turati, Stefano Confalonieri e Andrea Turla, la cui esperienza garantisce una corretta gestione dei fondi messi a disposizione con generosità e non poca fatica. L’Abbazia benedettina ha fatto da cornice sia all’incontro conviviale che all’Assemblea introdotta dal saluto entusiasta dell'abate dom Michelangelo, alla sua prima esperienza con la realtà associativa del GSA. La dr.ssa Ferrario, segretaria e responsabile dei progetti di emergenza sanitaria, ha presentato le attività che hanno visto in questi anni il GSA affrontare i temi della “salute per tutti” e del “diritto alla vita” per ogni essere umano. Le difficoltà dell’ospedale di Afagnan in Togo, che ha raggiunto i 50 anni di attività, stanno richiedendo un intervento straordinario del personale religioso e laico dell’ospedale; il GSA è impegnato per la

ristrutturazione della diagnostica di laboratorio e per lo sviluppo del settore di microbiologia, fondamentale per la diagnosi delle malattie infettive. In Ghana l’obiettivo è il sostegno al reparto di maternità e neonatologia nell’ospedale di Weme che il missionario seregnese P. Angelo Confalonieri ha particolarmente sostenuto negli ultimi anni della sua missione e della sua vita. A Tanguiéta, in Bénin, si stanno sviluppando importanti attività di ricerca in ambito medico per migliorare l'efficacia dei programmi di cura per molte malattie, grazie a “La Sapienza” di Roma e all’Università dell’Insubria che hanno trovato nel GSA un punto di riferimento efficiente

e qualificato. Si è conclusa invece la realizzazione del Centro per ustionati pediatrici a Porto Novo, in Bénin, grazie a Lions Bénin, Lions Seregno e Lions International (LCIF); si stanno cercando nuove collaborazioni per il drammatico problema della carenza di sangue per le trasfusioni. Riparte, quindi, l’azione del GSA con rinnovato slancio e con il desiderio di essere espressione viva della volontà e dell’impegno dei tanti che rendono possibile l’azione di chi, in prima linea, incontra tante persone e tanti amici decisi, in Africa come in Italia, a percorrere un pezzo di strada con chi è meno fortunato.

Pellegrinaggio delle comunità pastorali cittadine in Francia Vogliamo ricordare che per la settimana dal 18 al 23 di agosto le comunità pastorali cittadine di “Maria Madre della Chiesa” e “San Luca” organizzano un pellegrinaggio in Francia, che prevede tra le varie tappe La Salette, Lione, Nevers, Velazy e Cluny. Un viaggio culturale e spirituale, che attraversa luoghi caratterizzati da una forte presenza religiosa, con il Santuario de La Salette a 1770 mt, la visita al luogo che conserva le spoglie di Bernadette, e due importanti monasteri come Velazy e Cluny, con i resti dell'abbazia benedettina dove nacque l'ordine cluniacense. La quota di partecipazione è di 820,00 €, per il programma dettagliato con tutte le informazioni e le iscrizioni ci si può rivolgere alle segreterie delle parrocchie.

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Le notizie Rinnovamento dopo il convegno nazionale, iniziative per ripartire durante l'estate Anche quest'anno il Rinnovamento nello Spirito Santo ha invitato i suoi membri a partecipare al convegno nazionale del movimento 1 e 2 giugno allo stadio Olimpico di Roma. Anche il nostro gruppo ha avuto la gioia di accogliere il santo Padre nell'abbraccio dei 52 mila presenti, con una vera esplosione di gioia, amore e gratitudine. È stata una esperienza che ha superato ogni aspettativa: lo stupore ha accompagnato ogni parola e gesto che Papa Francesco ci ha donato; siamo stati toccati profondamente dalla sua forza, sapienza e tenerezza. Consapevoli della bellezza della chiamata abbiamo condiviso tra canti, musica e danze quello che lo Spirito Santo ha operato con potenza d'amore, e siamo ripartiti col fuoco nel cuore per essere strumenti che porteranno questo fuoco fino agli estremi confini della terra. Tra le molte iniziative, segnaliamo i corsi sulla Famiglia e sulla Spiritualità carismatica che si tengono alla Casa Famiglia di

Nazareth a Loreto nel periodo giugno-ottobre 2014. Sono rivolti a giovani, famiglie, fidanzati e sacerdoti, in un’oasi di spiritualità e di accoglienza utile a rafforzare la fede, per ritrovare il gusto dell’amicizia e la gioia di condividere in semplicità. Un’altra iniziativa è il VII Pellegrinaggio Nazionale per la Famiglia a Pompei, che si svolgerà partendo da Scafati il 13 settembre 2014, per testimoniare la gioia e

l’originalità dell’essere famiglia. Appuntamento fisso da oltre 10 anni è anche il Campeggio Giovani, che quest’anno si terrà dal 25 al 30 agosto a Policoro (MT). E’ una settimana per vivere un’esperienza di fraternità, di amicizia e di servizio in un clima di semplicità evangelica. Chi fosse interessato a qualcuna di queste iniziative può contattare i membri del gruppo Osanna, che si ritrovano a pregare nella Chiesa del Ceredo il giovedì sera alle ore 21.00 oppure visitare il sito www.rns-italia.it.

Gr.ani.s Un “quadrifoglio portafortuna” per far conoscere i GR.ANI.S Alla fine di questo anno pastorale ed alla vigilia della nuova Comunità Pastorale cittadina vogliamo focalizzare cosa sono, o dovrebbero essere, i GRuppi di ANImazione Sociale. Per conoscerci meglio è importante partire da un “quadrifoglio” (che porta fortuna a chi lo trova!) di attenzioni: 1. Il servizio alla Pastorale sociale e del lavoro Questo è un primo ambito operativo fondamentale per tradurre sul territorio le varie proposte che nell’arco dell'anno sono portate avanti dal servizio per la Pastorale Sociale e il Lavoro. In modo sintetico, proponiamo: giornata del creato a settembre; mezza giornata di spiritualità per gli impegnati nell’ambito sociale e politico (anche gli amministratori pubblici) durante il tempo di Avvento; mese della pace a gennaio; giornata della Solidarietà e Convegno legato a questa giornata; mezza giornata di spiritualità per gli

impegnati nell’ambito sociale e politico (anche gli amministratori pubblici) durante il tempo di Quaresima; veglia per il Lavoro. Promuovere all’interno dei nostri territori questi momenti è già un primo umile ma prezioso servizio. 2. La visione del territorio La domanda che ci guida non può che essere: cosa sta accadendo attorno a noi? Quali implicazioni ha con quello che accade nel resto del paese e più in generale in questo mondo globale? Il livello del vedere per “giudicare” alla luce del Vangelo e della Dottrina Sociale della Chiesa è sempre più urgente. D’altro canto la pedagogia del vedere - giudicare - agire continua a rimanere attuale e necessaria per non lasciare che gli eventi accadano in modo fatalistico. 3. La comunicazione Il Granis ha la necessità di comunicare, dando un’informazione corretta e trasparente che di per sè è già l’inizio di un per-

corso di formazione. Dove comunicare? Tre sono gli strumenti principali: i giornali locali - i bollettini parrocchiali in particolare (quanto spazio c’è oggi per il sociale?), il Foglio della Pastorale Sociale e per il Lavoro, ed il sito della Diocesi. Ma ve ne possono essere anche altri. 4. Il lavorare insieme. Che il lavoro di rete sia importante è oggi sempre più ripetuto, ma non sempre è facile da realizzare. Eppure appare una delle priorità metodologiche del Granis, per poter coordinare al meglio le attività dei vari enti e associazioni, e soprattutto per mettere insieme sensibilità diverse per un fine comune. E la nuova Comunità Pastorale e il riassetto del Decanato sono un nuovo punto di partenza. Tutti i riferimenti su: chiesadimilano.it/pastoralesociale

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Le notizie

Rimanere, andare, gioire: Papa Francesco dona tre verbi all'Azione Cattolica come guida per il cammino da intraprendere “Persone nuove in Cristo Gesù, corresponsabili della gioia di vivere” questo il titolo dell’Assemblea Nazionale dell’Azione Cattolica svoltasi a Roma dal 30 aprile al 3 maggio. Momento importantissimo per 3 motivi: l'indicazione della direzione del cammino per i prossimi 3 anni, la proposta ai vescovi italiani di una terna di nomi tra i quali scegliere il nuovo presidente nazionale, e l’incontro con il Papa. Il professore Matteo Truffelli, docente di Storia delle Dottrine politiche presso l’Università di Parma, è il nuovo Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana fino al 2017. La nomina è stata comunicata il 21 maggio dal card. Angelo Bagnasco, Presidente della CEI, nel corso dei lavori dell’Assemblea generale dei vescovi italiani. Matteo Truffelli, 44 anni, nel salutare tutta l’Associazione ha voluto richiamare alcuni punti del documento finale dell’assemblea dove viene chiaramente espresso l’impegno dell’AC: «noi ci siamo, nei piccoli centri di mare o di montagna, come nei grandi conglomerati urbani, nei quartieri dove straripa il malaffare e nelle cittadine operose e produttive. Ci siamo per sostenere la ricerca di senso e speranza che alberga nel cuore di ciascuno. Ci siamo per costruire “sentieri di gioia” con i ragazzi, i giovani e gli adulti dei nostri territori. Ci siamo per testimoniare l’amore privilegiato di Dio verso chi si sente vinto dalle difficoltà, in particolare i giovani senza lavoro, le famiglie in

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crisi, gli anziani soli, gli immigrati sfruttati, i poveri senza speranza». E’ l’impegno che caratterizza, da sempre, l’AC e che con rinnovato impegno, rinforzato dalle parole del Papa, verrà tradotto nella vita delle nostre comunità. Nell’udienza agli oltre 6.000 rappresentanti dell’associazione, Papa Francesco, con il suo parlare semplice ed efficace, ha spronato tutti in questo modo: “siate asinelli, ma mai statue di museo, per favore, mai!”. Inoltre ha consegnato 3 verbi come guida per il cammino: “Il primo è: rimanere. Ma non rimanere chiusi, no. Rimanere in che senso? Rimanere con Gesù, rimanere a godere della sua compagnia. Per essere annunciatori e testimoni di Cristo occorre rimanere anzitutto vicini a Lui. È dall’incontro con Colui che è la nostra vita e la nostra gioia, che la nostra testimonianza acquista ogni giorno nuovo significato e nuova forza. Rimanere in Gesù, rimanere con Gesù. Secondo verbo: andare. Mai un’Azione Cattolica ferma, per favore! Non fermarsi: andare! Andare per le strade delle vostre città e dei vostri Paesi, e annunciare che Dio è Padre e che Gesù Cristo ve lo ha fatto conoscere, e per questo la vostra vita è cambiata: si può vivere da fratelli, portando dentro una speranza che non delude. Ci sia in voi il desiderio di far correre la Parola di Dio fino ai confini, rinnovando così il vostro impegno a incontrare l’uomo dovunque si trovi, lì dove soffre, lì dove spera, lì dove ama e crede, lì

dove sono i suoi sogni più profondi, le domande più vere, i desideri del suo cuore. Lì vi aspetta Gesù. Questo significa: andare fuori. Questo significa: uscire, andare uscendo. E infine, gioire. Gioire ed esultare sempre nel Signore! Essere persone che cantano la vita, che cantano la fede. Questo è importante: non solo recitare il Credo, recitare la fede, conoscere la fede ma cantare la fede! Ecco. Dire la fede, vivere la fede con gioia, e questo si chiama "cantare la fede". E questo non lo dico io! Questo lo ha detto 1600 anni fa sant’Agostino: "cantare la fede"! Persone capaci di riconoscere i propri talenti e i propri limiti, che sanno vedere nelle proprie giornate, anche in quelle più buie, i segni della presenza del Signore. Gioire perché il Signore vi ha chiamato ad essere corresponsabili della missione della sua Chiesa. Gioire perché in questo cammino non siete soli: c’è il Signore che vi accompagna, ci sono i vostri Vescovi e sacerdoti che vi sostengono, ci sono le vostre comunità parrocchiali, le vostre comunità diocesane con cui condividere il cammino. Non siete soli!” Rimanere, andare, gioire, verbi che risuoneranno, con il linguaggio tipico per ogni età, nei vari settori della nostra associazione. Per conoscere di più, anche le varie iniziative dell’estate – tempo di riposo ma anche di incontri e riflessioni nella bellezza del creato – visita il sito www.azionecattolicamilano.it


ORARIO ESTIVO DELLE SANTE MESSE FESTIVE NELLA CITTA’ DI SEREGNO

SS. MESSE VIGILIARI (sabato pomeriggio e sera) 16.30 17.30 18.00 18.30 19.00 20.00 20.30

Don Gnocchi Don Orione Basilica - S. Ambrogio - S. Carlo - Abbazia S. Valeria Ceredo - Ospedale S. Salvatore Lazzaretto

SS. MESSE FESTIVE (domenica e festivi) 7.00 7.30 8.00 8.30 8.45 9.00 9.30 9.45 10.00 10.30 11.00 11.30 17.00 17.30 18.00 18.30 20.30

Don Orione S. Valeria (sospesa ad agosto) - Basilica S. Ambrogio - Lazzaretto - Ceredo - Abbazia Sacramentine Basilica Ospedale - Istituto Pozzi S. Valeria - Don Orione Abbazia Basilica - Lazzaretto S. Ambrogio - S. Carlo - Ceredo - S. Salvatore S. Valeria - Don Orione - Abbazia Lazzaretto (sospesa ad agosto) - Basilica Don Gnocchi Don Orione Ceredo (sospesa ad agosto) - Basilica - S. Carlo - Abbazia S. Valeria S. Ambrogio

In copertina: Don Paolo Confalonieri festeggiato dopo la sua prima messa nel santuario di S. Valeria. (foto Volonterio)

ECCO LE VARIAZIONI ESTIVE NELLE SINGOLE PARROCCHIE:

«L’AMICO DELLA FAMIGLIA», PERIODICO DELLE COMUNITÀ CRISTIANE DI SEREGNO anno XCII, 22 Giugno 2014, numero 6-7-8

S. Salvatore dal 5 luglio la S. Messa del sabato anziché al mattino sarà celebrata alle ore 20.00; dal 6 luglio è sospesa la S. Messa festiva delle 8.30

Direttore responsabile: Luigi Losa; in redazione: Franco Bollati, Paolo Cova, Enrica Dell’Orto, Patrizia Dell’Orto, Nicoletta Maggioni, Giovanni Marelli, Patrizia Mariani, Sabrina Parravicini, Elisa Pontiggia, Mariarosa Pontiggia, Samuele Tagliabue e Paolo Volonterio; e-mail: amicodellafamiglia@yahoo.it; amministrazione: Riccardo Ballabio; abbonamenti: Buona Stampa San Paolo - c/o segreteria parrocchia S. Giuseppe - Piazza Libertà 6 - 20831 Seregno (MB) telefono 0362 231308 o presso le segreterie delle altre parrocchie; Stampa & Grafica: Sarigraphic E. Riva di M. Riva & C. snc, Via Gandhi, 10 - 20831 Seregno MB; Autorizzazione del Tribunale di Monza n. 93 dell’1/12/1987

Il prossimo uscirà domenica 7 settembre 2014

Basilica dal 22 giugno al 28 settembre è sospesa la Messa delle 10.30 al S. Cuore in oratorio (riprenderà il 5 ottobre); dal 21 giugno è sospesa la Messa vigiliare delle 20 ai Vignoli

S. Valeria nel mese di agosto è sospesa la Messa festiva delle 7.30 Ceredo dal 27 luglio a fine agosto è sospesa la Messa festiva delle 18.00 S. Ambrogio dal 22 giugno a fine agosto le SS. Messe delle 9.45 e delle 11.15 sono sostituite da un’unica Messa alle 10.30 dal 6 luglio è sospesa la Messa delle 18.00 Lazzaretto nei mesi di luglio e agosto è sospesa le Messa festiva delle 18.30 nel mese di agosto è sospesa la Messa festiva delle 11.30


DOMENICA 29 GIUGNO 2014

FESTA DEL GIUBILEO SACERDOTALE DI MONS. SILVANO MOTTA Cinquant’anni di felice ministero a servizio di Dio e della Chiesa Venerdì 27 giugno - ore 20.30 al Santuario della Madonna dei Vignoli Rosario Eucaristico nel giorno anniversario dell’Ordinazione Sacerdotale di mons. Silvano Motta

Concerto con le Corali “S. Cecilia” e “Don Luigi Fari” in onore di mons. Silvano e pro-restauro dell’organo

Domenica 29 giugno ore 8.30 S. Messa di mons. Silvano nella Chiesa di S. Salvatore ore 10 S. Messa solenne in Basilica ore 11.15 Aperitivo aperto a tutti nel cortile della Casa Prepositurale con la presenza del “Corpo Musicale S. Cecilia”

anno XCII - n. 6-7-8 Giugno-Luglio-Agosto 2014 - periodico delle comunità cristiane di Seregno

Sabato 28 giugno ore 21 in Basilica

Don Paolo un dono per la Chiesa

Il S. Rocco fa 150 Stampa & Grafica Sarigraphic -Seregno

Il 50° di mons. Motta

L’eredità del patriarca


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