BASKETTIAMO SPECIALE PLAYOFF #2

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speciale playoff

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MARKOISHVILI, JONES E ROCCA: A S S A LT O A L T R O N O D E L R E

SHAUN STONEROOK


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a cura di Salvatore Cavallo

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ltro giro, altra corsa e “chissenefrega” se Siena è, sempre e comunque, tanto più forte da ridurre i sogni di scudetto nella sola ambizione di arrivare in finale. Partono le semifinali e Cantù, con il peso di cinque battaglie ed un pronostico chiuso”, ha la faccia tosta, la sfrontatezza di andare a sfidare il Montepaschi. Sarà treazero, treauno, treadue? Diceva un campione del passato che risponde al nome di Oscar: “L’importante è esserci”. E allora perchè arrovellarsi il cervello e farsi il sangue amaro perchè la sfida con Siena lascia speranze vicino allo zero di uscire vincitori? Cantù, la bella Cantù del Trinka, affronterà la semifinale con la consepevolezza della sua forza, con l’orgoglio di chi è arrivato lì dove sarebbero dovute essere la Roma di Boniciolli, la Bologna di Sabatini o ancora la Treviso di Repesa. E invece no, saranno i brianzoli del buon Arrigoni a sfidare i campioni d’Italia con la cattiveria agonistica ma anche la tranquillità di chi sa che... qualunque cosa accada sarà un successo. E allora alziamo questa palla a due e giochiamo.

N

ell’altra semifinale, invece, si apre il libro dei ricordi di una sfida che per tre volte ha assegnato lo scudetto; due all’Olimpia di Meneghin e D’Antoni, una alla Juvecaserta degli scugnizzi Gentile ed Esposito. Caserta, come Cantù, ha già fatto il miracolo e ora si prepara, con il vantaggio del fattore campo, ad andare all’assalto della Milano da bere. L’Armani, dal canto suo, è uscita indenne da mille traversie stagionali (infortuni agli uomini chiave) e, diversamente dalle altre grandi, è arrivata fino in semifinale. Incontrare i casertani, poi, non lascia indifferente neanche la società più titolata d’Italia perchè la storia è storia e le sfide di metà anni ‘80 hanno scritto pagine indelebili sul libro dei ricordi casertani ma anche meneghini. La sfida s’annunciata equilibrata, forse, ma molto forse, il fattore campo con gli oltre 6.000 previsti per gara 1 al Palamaggiò, potrebbe dare mezzo metro di vantaggio, nulla di più, a Sacripanti e ai suoi uomini. Ma ormai è finito il tempo delle chiacchierre... Baskettiamo!

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SOMMARIO

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d i S a l v a t ore Cavallo

di Eduardo Lubrano

Sl a m Du nk

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A.A.A. Cercasi MVP

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L a c o rs a tricolore

Carera, Lar ranaga, Pastori e Pi t -

d i M a r i o Arce ri

t is fanno le car te alle sem if inal i

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FAC C E DA SEMIFINALI #1 S h a u n S t onerook

d i S a l v a t o re Cavallo

di Salvatore Cavallo PAG. 1 8

La storia dei quar ti di f inale di Andrea Ninetti

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FAC C E DA SEMIFINALI #2

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M a n u c h a r Markoishvili d i A n d r e a Ni netti PAG. 9

FAC C E DA SEMIFINALI #3 Ju m a i n e Jones d i C a r l o Santi PAG. 1 1

FAC C E DA SEMIFINALI #4 M a s o n Rocca

d i M a r i o Canfora

DIRETTORE RESPONSABILE S a l v a t o r e C avallo CONDIRETTORE

A n d r e a N i n etti ett i PROGETTO GRAFICO I t a l Re er R e p o r tte

Hanno collaborato: Mario Arceri

Mario Canfora

Eduardo Lubrano

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Per le fotografie si ringrazia

Ciamillo&Castoria (agenzia)

Il Magazine “Baskettiamo Speciale Playoff” è curato dalla redazione di:

Gennaro Buco (fotografo)

SITO WEB

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redazione@baskettiamo.com

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La corsa tricolore vista da Mario Arceri

ino allo scorso anno, l’uomo-play off di Simone Pia-

Siena: questi gli italiani arrivati alla “final four” della

sempre pronto a dare il massimo non appena en-

lenti, ma tutti con una carta d’identità da rinnovare per-

nigiani è stato Kaukenas. Eccezionale sesto uomo,

trato in campo, la guardia lituana, dopo l’enorme lavoro

svolto da Terrell Mc Intyre durante la stagione regolare,

emergeva puntualmente nella fase ad eliminazione di-

retta, imponendo classe e qualità agonistiche.

Certo, il suo contributo si assommava a quello meno spet-

tacolare, ma fondamentale, di Shaun Stonerook, soprat-

tutto all’impegno sempre esemplare per continuità di

Serie A. Tutti stupendi protagonisti, professionisti eccelché ormai prossima alla scadenza.

E i giovani? Rimane solo Mancinelli (che peraltro ha già

27 anni), oltre naturalmente ai tanti, giovani o meno giovani, il cui unico merito cestistico è quello di possedere la nazionalità italiana e di contribuire quindi a fare numero.

Tutti intorno ai 30, con la punta dei 37 anni di Michele

Romain Sato, alla potenza di Benjamin Eze, alla presenza

Mian, gli italiani che possono puntare a un ruolo signifi-

e Ress, poi anche di Marconato.

stanno però ritardando la maturazione - sono già in va-

uomo capace di dare una scossa decisiva alla squadra,

semifinali nelle quali l’armata senese affronterà il Cantù

importante di Lavrinovic, ai minuti di qualità di Carraretto

Insomma, parlando di Siena, è davvero difficile trovare un

sia perché la squadra non ne ha bisogno, sia perché il li-

vello dei singoli è tale che

cativo in questo play off. Le giovani promesse - che

canza. Una considerazione poco lieta, alla vigilia delle

del sempreverde Mazzarino, del sorprendente Leunen,

di Green, Markoishvili

ognuno di loro può imporsi

e Ortner, squadra che

da protagonista assoluto in

schiera giocatori di ben

ogni partita.

otto nazionalità diffe-

Detto questo, se proprio è

renti contro i cinque

necessario identificare un

ceppi… etnici del Mon-

atleta che potrebbe indiriz-

tepaschi, che salgono

zare il cammino della Mon-

a sette se si considera

tepaschi lungo la rotta che

il passaporto bosniaco

con maggiore sicurezza

di Domercant e quello

porta al titolo italiano, sce-

georgiano di Williams,

glierei David Hawkins. D’ac-

come la Georgia è il

cordo, Sato sta vivendo una

Paese di nascita di Me-

stagione eccezionale, Mc In-

tereveli.

tyre un po’ meno ma, anche

quando delude, è in grado di

portare la zampata decisiva per artigliare una vittoria

Dall’altra parte, cinque nazionalità diverse sia

per Milano sia per Caserta che daranno vita a un con-

messa in pericolo. Ma il “falco” sa bene di essere a un

fronto che nella seconda metà degli anni Ottanta fece

Con Sato è stato il migliore nelle tre partite dei quarti di fi-

Siena non dovrebbe trovare difficoltà nel conquistare il

oltre al 13/13 dalla lunetta, lui miglior liberista del campio-

sette anni, anche se forse potrebbe essere meno facile

bivio della sua carriera.

nale, segnando 14 punti di media (sfiorando il 70% al tiro,

nato), aggiungendovi 8 rimbalzi e soprattutto 9 recuperi.

Sato ha cifre superiori (18.6 punti di media, 18 rimbalzi, 7

recuperi, in un ruolo diverso) e tutte le possibilità di conti-

nuare su questi ritmi, se non addirittura incrementarli, ma

Hawkins, a mio avviso, protagonista sempre di ottimi play off, ha le caratteristiche atletiche, le qualità tecniche, la rabbia agonistica necessarie, quest’anno, oltre al ruolo

storia.

suo quarto scudetto consecutivo, quinto negli ultimi

delle stagioni passate. A crearle problemi sono peraltro

stati gli avversari tradizionali: Roma e Repesa, entrambi fuori dai giochi, Roma per… suicidio (oltre che per l’indubbia bravura di Sacripanti e della sua Pepsi, ma la

Lottomatica la stagione l’aveva buttata via assai prima dei quarti di finale), Repesa e la sua Benetton dopo

un’orgogliosa resistenza (unica squadra ad aver battuto

giusto, per candidarsi al titolo di Mvp della seconda fase

a Siena il Monte, così come Roma in trasferta; ottima

ricano di Caserta (e naturalmente la Pepsi) continuerà ad

merito di aver costretto al supplementare i campioni

della stagione, giocandoselo con Jumaine Jones se l’ame-

andare avanti con i ritmi e i risultati del turno iniziale.

Piuttosto, alla vigilia delle semifinali, vorrei sottolineare un

aspetto che potrebbe non piacere troppo a Simone Pianigiani, nella sua imminente veste di ct azzurro. Di Bella e Michelori a Caserta, Mian a Cantù. Bulleri. Mordente e Mason Rocca a Milano, Ress e Carraretto nella sua

ma sfortunata prova nel primo turno dei play off con il d’Italia in gara2 al PalaSclavo).

La logica direbbe Siena e Caserta in finale, con Hawkins e Sato da una parte, e Jones e Bowers dall’altra, protagonisti. In mezzo ci sono però ancora cinque possibili partite e il rischio di sorprese. Vedremo.

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di Salvatore Cavallo

Il Re Leone, incontrastato dominatore della Lega A, risponde al nome di Shaun Stonerook. Portato in Italia dalla Cantù di Arrigoni e Sacripanti, il prodotto di Ohio State è alla 9ª stagione nello Spa-

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ghetti Circuit e, indipendentemente dal passaporto tricolore, è ormai italiano a tutti gli effetti. Sin dai primi canestri in Lega A ha dimostrato di essere un vincente; il prmo trofeo Stonerook lo mette in bacheca già a Cantù conquistando la Supercoppa Italiana. Il passaggio a Siena nel

2005 serve per l’incoronazione definitiva. E oggi, in barba ai quasi 33 anni, il lungo di Columbus resta il pilastro sul quale poggia il grattacielo costruito da coach Pianigiani. Stonerook, a dispetto del ruolo di alapivot, è dotato di un intelligenza cestistica superiore e degna di un

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playmaker. Nel gioco del Montepaschi, infatti, il numero 20 rapprensenta il regista aggiunto, la mente occulta, il terzo occhio di McIntyre ma anche l’allenatore sul parquet; è lui l’uomo che spiazza gli avversari con un passaggio, che smazza un assist vincente e affonda nella difesa come la lama del coltello nel burro. Gli acciacchi fisici “costringono” il neo c.t. azzurro Pianigiani di utilizzarlo per poco più di 20’ a partita, durante i quali offre qualità e quantità. Serve un blocco? Stonerook lo fa. Occorre un rimbalzo? Stonerook lo cattura. Un avversario va in penetrazione battendo un compagno? No problem, ci pensa Stonerook con una stoppata a fargli capire che è meglio girare al largo. E’ di tutta evidenza, infatti, come Stonerook sia un pistone imprescindibile nel motore senese. “Ictu oculi” le statistiche non gli rendono giustizia perchè non rivelano fino in fondo l’importanza del giocatore nei meccanismi del Montepaschi. Eppure, dando uno sguardo più approfondito ai numeri di Shaun, è possibile notare che, pur segnando quest’anno solo 6.3 punti, tira con il 60% da due, il 37% dalla lunga distanza e il 77% dalla linea di tiro libero. Dategli il pallone, lui saprà come farlo fruttare. C’è da notare, incredibile ma vero, che nei playoff l’impatto non è stato, almeno offensivamente, così devastante: soprattutto il 33% da due, il 14% da tre e il 62% dalla lunetta sono numeri non da Stonerook. Se nelle percentuali di realizzazione le tre gare dei quarti non sono state entusiasmanti, vanno rimarcati i rimbalzi, passati dai 5.3 della regular season ai 6.3 dei playoff. E come non notare che il buon Shaun sia salito ad una stoppata per gara? Il Re Leone è l’uomo dal lavoro sporco, un tuffo, un recupero, un urlo, una faccia cattiva da mostrare all’avversario, un muro invalicabile per qualsiasi attaccante. Così l’area colorata difensiva è il suo regno inespugnabile dove, insieme ad Eze, ma anche a Lavrinovic e persino con Ress fino ad arrivare a Marco-

nato, respinge ogni tentativo di invasione barbarica. Sul finire della stagione sono volate parole grosse tra lui e David Hawinks. E’ vibrata nell’aria addirittura una minaccia, più o meno sibillina, del tipo: “O io o lui”. Così in molti hanno pensato che il giocattolo senese potesse rompersi per il “dispiacere”dell’intera Italia della palla a spicchi. Ma quando sei Re, la “ragion di stato” prevale e Shaun ha fatto marcia indietro o forse, molto più semplicemente, ha rinviato il chiarimento, con David ma soprattutto con la società, a fine stagione. Perchè adesso il buon Stonerook è concentrato su quel poker consecutivo di scudetti da centrare, per mettere nel suo ricco palmares il quinto tricolore conquistato in Italia con la canotta biancoverde della Mens Sana. E dire che in questa stagione con la sua Siena ha già messo le mani sulla Coppa Italia, ma l’appetito vien mangiando e, nemmeno dopo il quarto campionato da schiacciasassi, nella città del Palio s’avverte il senso di sazietà. Da buon Re Leone Shaun Stonerook vuole avventarsi sulla preda tricolore. Treviso, pur lottando, ha dovuto cedere il passo, avendo la magra consolazione di essere riuscita, insieme a Roma, a mandare al tappeto i senesi, andando addirittura a fare il colpo... nella Banca senese. Coach Andrea Trinchieri e i vari Lydeka, Micov e compagni sono avvertiti: Siena non farà sconti a nessuno. Al ruolo di favoriti senza avversari Stonerook e soci sono abituati ma il “cannibalismo” che li ha contraddistinti in questi anni lascia ben poche speranze ai canturini in semifinale, ma anche a chi, tra Caserta e Milano, dovesse arrivare a sfidarli in finale. Re Stonerook non vuole abdicare, ma restare saldamente su quel trono occupato ormai da tre anni.

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di Andrea Ninetti In una serie dal pronostico chiuso, come tutte quelle che vedono protagonista il Montepaschi Siena, la variabile impazzita è rappresentata da quell’elemento imprevedibile in grado di stra-

volgere completamente un disegno che sembra essere già scritto.

Difficile immaginare

uno scenario finale con

Siena prematuramente fuori dai giochi, ma Manuchar Markoi-

shvili, da sempre un

predestinato, può incarnare proprio i panni del guastafeste e regalare a Cantù il sogno della missione impossibile.

Ragazzo precoce, ques t o georgiano classe ’86 di 1 metro e 95 centimet r i è b r a vo a r i c o p r i r e

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MANUCHAR MARKOISHVILI c o n egual bravura lo spot di guardia e quello di ala piccola e già a 15 anni era titolare nella serie A del suo paese, guadagnandosi sul campo la chiamata di una grande d’Europa, la Benetton Treviso, dopo aver disputato un ottimo europeo under 16.

zione personale attaccando l’avversario dal palleggio, anche se la sua dote migliore resta il tiro pe-

sante, specialità nella quale ha esibito un ottimo 46% nella serie vinta con Bologna.

Squadra dotata di un

playmaker dalla spic-

Poco minutaggio

cata visione di

e un lieve im-

gioco, questa

patto nella sta-

Cantù operaia ri-

gione che

corda molto la

consentì ai

Avellino che

tuttiverdi di

giunse in semifi-

centrare un

nale scudetto un

fantastico

paio di stagioni

“double”

fa anche se, a

(scudetto e su-

differenza degli

percoppa ita-

irpini, è forse

liana), poi il

meno spettacolare

georgiano, che

e più concreta. Ly-

parla correttamente

deka e Leunen sudano

sei lingue fra cui la

sotto i tabelloni mentre

nostra, ama navigare in

Mazzarino e Markoishvili

internet e leggere romanzi

gialli, comincia il suo girova-

gare per il vecchio continente attra-

hanno il compito di creare pe-

ricoli lontano dal canestro. A loro

due, contro Siena, sarà affidato gran

verso esperienze felici in Germania, Slovenia e

parte del peso dell’attacco, anche se il duello che si

sempre le proprie squadre a vincere.

voli. Markoishvili ha qualità anche come passatore

Ucraina dove, crescendo in maniera costante, aiuta La scorsa estate segna il ritorno in Italia con l’ap-

prodo a Cantù alla corte di Andrea Trinchieri, il cui

sistema di gioco sembra fatto apposta per esaltare le caratteristiche di questo giocatore a cui non difet-

tano certo intensità e forza fisica, doti che nella sfida proibitiva con i campioni d’Italia dovranno essere

un diktat imprescindibile per non tornare a casa con le ossa rotte. Giocatore completo, sa crearsi la solu-

prospetta con Hawkins e Sato non è certo dei più agema un difetto è riscontrabile nel cospicuo numero di

palle perse che, contro una difesa cannibalesca come

quella toscana, potrebbe essere un dato allarmante.

Ad occhio e croce l’unica possibilità di allungare la

serie di semifinale per i brianzoli, sarà quella di man-

tenere bassi i ritmi di gioco per contenere il punteggio, compito facile solo in teoria vista la caratura della Mens Sana.

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ell’impatto con una difesa “vera”, quella feroce, cattiva, la risposta più energica, più convincente, più brillante della Pepsi può arrivare da Jumaine Jones. Milano sarà un’avversaria compli-

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di Carlo Santi

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cata, ostica se volete, ma Caserta appare più squadra. E appare anche più capace di esaltare il talento delle sue stelle in una battaglia che potrà anche essere selvaggia. Pino Sacripanti sa di avere nel suo arco diverse

frecce, sa che Fabio Di Bella è un guidatore eccellente, sa che Bowers con il suo fiuto per il canestro gli garantisce qualche punto. Sa, il Pino che ha fatto diventare effervescente la sua Pepsi, che la sua panchina può assecondarlo, da Doornekamp a Mar-

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J U M A I N E tin a Koszarek come sa che Michelori può diventare un combattente di razza. Dentro la perfida boscaglia dell’Armani, dove dietro ogni cespuglio c’è una trappola, saprà muoversi Jones. Lui saprà destreggiarsi, con pazienza e lucidità, contro gli angoli spigolosi dei gomiti di Mike Hall, l’uomo che per Milano è croce e delizia. J.J. però non teme nessuno. Ha affrontato la Lottomatica e lo ha fatto da re. Tre partite, quelle dei quarti, e per tre volte ha centrato la doppia doppia segnando complessivamente 55 punti e catturando 51 rimbalzi, con ben 30 punti in gara3 con uno straordinario 50 di valutazione. Pensate che Roma, un anno fa, non lo aveva ritenuto un giocatore adatto alla Virtus perché di poca qualità. Durante la stagione regolare questo campione cresciuto nella high scool di Camilla, piccola città della Georgia, giocando ben 35’ ogni partita, ha messo a segno 14,1 punti (con il 42,7% da tre) e tirando giù 8,4 rimbalzi. E’ un portento, Jones, 31 anni compiuti lo scorso febbraio, due metri e tre centimetri. Ed è uno di quei giocatori che non amano essere leader, non vogliono avere la pressione addosso, ma che sanno farsi sentire e avvelenare gli avversari. Un pilastro per Caserta, un pezzo fondamentale per arrivare in alto e garantire qualità in ogni momento. E’ un portento che sa diventare utile alla squadra perché è un fuoriclasse. Che all’inizio dell’anno nessuno pensava potesse tanto. Grande splendore per questo talento che nella high scool nel 1998 ha realizzato 1000 punti, evento che

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alla University of Georgia non capitava da anni, esattamente dai tempi di Dominique Wilkins, ossia dal 1981. Dopo quel quello splendore, dichiaratosi per il draft, J.J. è entrato nel dorato mondo della Nba non trovando mai la giusta fortuna. Atlanta lo ha ceduto ai Philadelphia 76ers, poi è andato a Cleveland, quindi a Boston e poi ai Los Angeles Lakers e dopo ancora a Charlotte e a Phoenix. Era il 2007 quando Jumaine ha scelto l’Europa sbarcando a Napoli. Un’avventura non spettacolare, chiusa senza entusiasmare prima di lasciare l’Italia per andare in Russia e poi in Portorico. Estate 2009, l’anno dei ritorno. Ancora in Campania, alla corte di Caserta dove Jones è rinato. Aveva un conto in sospeso con il nostro campionato e adesso che è arrivato in semifinale è libero di esprimersi come sa, dall’alto della sua classe. Affronta Milano, adesso, ed è curioso ricordare che la Fiba lo ha fermato, nel 2008, con un anno di stop perché aveva firmato un doppio contratto: uno con l’Olimpia, un altro con i russi dell’Ural Great Perm. Ago della bilancia della semifinale, Jones sarà fondamentale perché il suo atteggiamento è sempre positivo. La soluzione migliore sa sceglierla con una lettura perfetta della partita. Mai mangia palloni, mai sopra le righe perché sa lasciare lo spazio ai compagni. Mano allenata per tiri da molto lontano ma stessa determinazione vicino a canestro. L’Armani di Piero Bucchi tenterà di ingabbiarlo, Hall è pronto ma anche Mancinelli lo prenderà in consegna e forse anche Arnold. Ma Jones ha voglia di essere ancora devastante. Fermarlo, sarà un’impresa proibitiva.

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i sarà da soffrire, sotto canestro, per Caserta. Perché nell’area pitturata troverà un milanese (si fa per dire…) capace di spostare l’ago della bilancia: parliamo di Mason Rocca, l’uomo-chiave dell’Ar-

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di Mario Canfora

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mani Jeans. Se gira lui, Piero Bucchi ha metà del lavoro facilitato. Semplice capire cosa gli chiederà: mettere in difficoltà Kavaliauskas, non fare quindi mai entrare in partita Michelori, e magari prendersi pure qualche sfonda-

mento in entrata dal «Sommo» Jumaine Jones, suo compagno di squadra a Napoli stagione 2007-08. Chiariamo: Mason può sballare gli equilibri della serie, perché se Caserta dovesse avere difficoltà con le percentuali da fuori, state pur certi che nei pressi dell’anello la si-

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M A S O N tuazione non migliorerà di molto. Rocca è un mix di volontà, abnegazione, dedizione totale alla squadra. E tanta intelligenza. Se non si può lottare ad armi pari col fisico, allora vien fuori l’ingegnere elettronico che è in lui (titolo preso a Princeton, non certo l’ultimo ateneo statunitense). Ancora ricordiamo, nel Mondiale 2006 in Giappone, quello che combinò contro Yao Ming. Tra i due, sulla carta, era una lotta impari che più impari non si poteva. Trenta centimetri di differenza (sì, trenta!), azzerati però sul parquet grazie a una lotta di gomiti, anticipi e tanto ingegno. Famosa, fu proprio una sua massima del tempo: «Quando non arrivi a due metri, salti zero, giochi centro e l’avversario ti sovrasta, non hai scelta, devi sviluppare l’ingegno». E Mason, in quel famoso Italia-Cina fece talmente bene non solo da rendere innocuo il cinesone tanto da innervosirlo, ma da meritarsi tanti spazi su giornali e siti internet di tutto il mondo. Il suo secondo anno milanese è da applausi, ma anche perchè i tanti guai fisici della scorsa stagione non lo hanno più condizionato. E così, non solo il minutaggio è aumentato, passando da 13,9 minuti a 24,8 a partita, ma i punti realizzati sono praticamente raddoppiati, da 5,4 a 10,3. In salita anche i rimbalzi, da 4,3 a 6,9 e la percentuale nei tiri da due, la migliore da quando gioca in serie A: 61,7%. Già, da quando gioca in A: l’esordio nella massima serie (dopo i trascorsi in LegaDue a Jesi) è stato a Napoli,

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R O C C A dove il nostro ha disputato quattro stagioni di altissimo livello, facendosi apprezzare a livello nazionale e non solo. Vederlo tramutare in canestri gli assist di Lynn Greer era uno spettacolo. Quella Carpisa (stagione 2005-06) non solo arrivò in semifinale scudetto conquistandosi l’accesso all’Eurolega, ma conquistò pure la Coppa Italia, quando ancora l’atto finale si svolgeva a Forlì.

A Milano, Rocca si è ben integrato anche fuori dal campo, la società non gli ha mai fatto mancare nulla, ma è evidente che vorrebbe vincere qualcosa. Fino a quando Siena non «scoppierà», però, è chiaro che si dovrà tenere ben stretta la Coppa Italia vinta a Napoli. Per il momento, punta ad arrivare in finale per la seconda volta di fila per tentare almeno di portare a casa un successo di gara contro l’inarrivabile Siena (un anno fa finì 4-0). «Contro Caserta sarà durissima, abbiamo pure lo svantaggio del fattore campo, ma siamo in un buon momento, giochiamo ancora un po’ troppo a strappi ma fisicamente ci siamo – racconta Mason –: la Pepsi dovrà tirare da molto lontano, perché sotto canestro troverà un sicuro ostacolo…». Insomma, la squadra di Sacripanti dovrà stare con gli occhi bene aperti: avere a che fare con uno come Rocca non è esattamente come con Crosariol e gli altri spaesati lunghi della Lottomatica travolta nei quarti. Stavolta sarà tutto più difficile, e non solo perché si tratta di un turno di semifinale. Ma, siamo convinti, se non ci sarà sindrome da appagamento (e non crediamo che ciò possa avvenire) la strada di Caserta è già disegnata, e prevede ancora un’altra tappa, quella… finale.

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A.A.A. CERCASI MVP

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omain Sato e Maarten Leunen per la prima semifinale tra Montepaschi Siena ed NGC Cantù, Jumaine Jones e Jamie Arnold per la sfida tra Pepsi Caserta ed Armani Jeans Milano. Piacevolmente “costretto” dal Direttore ad una sintesi estrema dei miei giocatori preferiti per queste semifinali scudetto del 2010, ho scelto i 4 nomi iniziali per rendere, o provarci almeno, il senso di ciò che mi aspetto da queste partite. Romain Sato perché ha già dimostrato che quando è necessario essere un uomo ovunque e pieno di classe lui c’è sempre. Può attaccare chiunque e può difendere dal playmaker ad un ala forte tattica magari non altissima, atleticamente non ha rivali nel suo ruolo ma non solo. Non a caso le cifre dicono che tra quelli di Siena lui è il secondo per punti segnati a partita, ed il terzo miglior rimbalzista dietro a gente come Eze e Lavrinovic. Il gruppo di Siena non ha più bisogno di commenti per quanto è completo e preparato ad affrontare chiunque, in Italia, ma al suo interno la stella tra le stelle in questa parte finale di stagione potrebbe essere l’ala centroafricana. Maarten Leunen è un giocatore vero e completo: non solo è il miglior realizzatore della sua squadra, Cantù, è

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di Eduardo Lubrano anche il miglior rimbalzista ed ha cifre importantissime in ogni colonna dello scout : 62 per cento da 2, 43 per cento da tre, 78 e mezzo per cento ai tiri liberi. Venticinque anni per questo americano che fino ad oggi ha fatto la differenza. In una squadra dove sono ben cinque (+ quasi uno) ad avere la doppia cifra nei punti segnati (Launen, Mazzarino, Markoshvili, Micov ed Ortner, più Green che sta a 9,9) che viaggia sulle leggerissime ali dell’entusiasmo e che aspettava di rientrare nelle prime quattro del basket italiano da otto anni. Era ls stagione 2002 quando i canturini allenati da Pino Sacripanti (guarda un po’ un altro che sta sempre lì in alto) persero la semifinale dalla Skipper Bologna. Jumaine Jones ha dimostrato nella serie con la Lottomatica cosa vuol dire essere un giocatore con la mentalità vincente. Nella prima partita ha “solo” preso 18 rimbalzi limitandosi ad un punteggio normale per uno come lui, 12 appena; nella seconda semifinale ha preso 17 rimbalzi e segnato 13 punti, nella terza 16 rimbalzi 30 punti (7 su 8 da tre). Insomma un crescendo per un giocatore fantastico che la difesa di Milano dovrà difendere con particolare attenzione perché Caserta non è squadra

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nella quale puoi “battezzare” un giocatore e lasciare liberi gli altri, se corrono tirano tantissimo e se fanno così fanno spesso e volentieri canestro (80,3 punti a partita).Mancinelli o forse lo stesso Rocca possono essere gli uomini da sacrificare su Jones, col rischio però di sparire dalla fase offensiva per la fatica. Infine, ma solo per questa breve rassegna degli uomini che immagino chiave nelle semifinali, ecco Jamie Arnold, per Milano. Non è alto come un centro classico, non è mobile o forte al tiro da fuori come un ala, ma è tutto questo messo insieme anche ai suoi 35 anni, che vogliono dire esperienza. E’ l’unico lungo vero della squadra meneghina o almeno l’unico che sa come giocare da centro e questo contro una squadra come la Pepsi che a sua volta non ha lunghi che di professione fanno il numero5 o il pivot come si diceva una volta, può essere una chiave tattica vincente. Mi permetto una piccola aggiunta ai nomi che ho fatto. Attenzione a Tim Bowers, la guardia della Pepsi Caserta che ha letteralmente controllato ed indirizzato gara tre contro la Lottomatica. Dopo Jones, il migliore per Caserta è stato lui, anche se a referto ha scritto solo 3 punti. Ma il dominio della partita è sempre stato nella sua testa e nelle sue mani.

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Carera, Lar ranaga, Pastor i e P itti s fanno le carte alle semifinali SERVIZIO A CURA DI SALVATORE CAVALLO

Alla vigilia d elle semifinali ab -

biamo vo luto asc ol tare quattr o prota -

gonisti de lla nostra pallacanestro di

ieri. Abbiamo sott opost o Flavio Carera , Ja y Lar ranaga, Diego Pastori e Ric -

ca rdo Pittis ad un fuoco di domande. Dalle r isposte di c hi ha vissuto da

protagonista sul par quet l’avventura

dei playoff, cerchiamo di scoprire cosa c’è da attenders i da queste s emifinali F L AV I O

CARERA

scudett o.

1. Siena, Caserta, Milano e Cantù: al gran ballo delle semif inali sono arri -

JAMES

LARRANAGA

va te le 4 squa dr e più for ti?

2. Un pregio e un di fetto per ognu na

dell e semifinalist e: partiamo da Siena .

3. Proseguia mo con Caserta. 4. Cosa ci dice di M ilano? 5. Infine Cantù?

6. Quanto peserà sugli uomini di Trin -

ch ier i la sta nchezza per le 5 battaglie co ntro Bologna?

7. Per Siena sarà un m onologo senza storia?

8. Cosa po trebbe c am biare la storia dell a sfida Siena - Cantù?

9. L’uomo de cisivo di Siena – Cantù? 10. Che sfida sar à tra Caserta e Mi -

DIEGO

PA S T O R I

lano?

11. Chi può essere l’uom o decisivo di Casert a – Milano?

RICCARDO

12. Quanto inciderà il fattore campo?

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DOMANDA #1

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DOMANDA #2

CARERA: direi che forse nelle prime 4 ci poteva stare anche la Virtus Bologna arrivata a questi play off con troppi giocatori importanti infortunati. Cantù durante la stagione è stata più continua. Roma e Treviso fuori perché sulla strada hanno incontrato 2 ottime squadre, Caserta e come sempre Siena, ma tanto di capello alla Benetton per il play off disputato con Siena. Montegranaro si è inchinata combattendo contro Milano quindi penso che le 4 semifinaliste possano essere lo specchio del campionato!

CARERA: Siena, difficile trovargli difetti, l’unico difetto, che poi tale non è ma solo un augurio per chi spera in un cambiamento di vittoria finale, è sperare che siano sazi di vincere smile. Il pregio è un gruppo di giocatori che ormai si conosce a memoria da diversi anni e abituato a questo tipo di partite.

LARRANAGA: Chi sa??? PASTORI: Aldilà delle qualità, sicuramente importantissime tecnico/fisiche, sanno cosa serve fare per vincere e lo fanno benissimo. Le vittorie di questi anni hanno dato loro una forza mentale superiore alle squadre avversarie. Loro pensano "non perderemo" che è molto diverso da"vinceremo" Trovare difetti a Siena è difficile. Ah si ha perso 2 partite nella stagione regolare.

LARRANAGA: Non ho seguito da vicino il campionato, ma penso che chi è arrivato in alto è più forte. I vincitori hanno sempre ragione. PASTORI: Il risultato ottenuto sul campo è sempre veritiero. Inoltre in aggiunta alla squadra più forte degli ultimi anni Siena, e la conferma di Milano che nelle ultime 4 stagioni ha sempre raggiunto le semifinali, Caserta e Cantù, sono le sorprese piacevoli di quest'annata agonistica. Va dato loro merito di aver sempre giocato con grande personalità esprimendo una buona qualità di gioco seppur con due concetti di pallacanestro differenti tra loro.

PITTIS: Siena:solidità – nessun difetto

DOMANDA #3 CARERA: Caserta un roster nuovo pieno di entusiasmo, una piazza importante che farà dell’entusiasmo il suo grido di battaglia in questi play off, ottimi stranieri e ottimi i nostri due italiani Michelori e Di Bella.

PITTIS: direi di si. Eccezion fatta per la Virtus che con Koponen probabilmente sarebbe stata una delle semifinaliste.

LARRANAGA: Il presidente Caputo sta approfittando dalle scelte giuste di Coldebella e Sacripanti. PASTORI: Il mix di talento dei 3 americani e la sostanza di Di Bella e Michelori è stata la chiave della stagione. Le gerarchie dei ruoli in campo sono chiare e in casa il fattore campo si fa sentire. Difetti: Sotto canestro mancano centimetri per competere stabilmente ad alto livello. PITTIS: Caserta: imprevedibilità – troppo tiro da tre dall’altro

DOMANDA #4 CARERA: la solidità e l’esperienza LARRANAGA: Mason Rocca è un grande uomo e compagno di squadra e non dimentico mai la sua difesa contro di Yao Ming! PASTORI: Sicuramente il pregio maggiore che ha dimostrato nel corso della stagione è il carattere e la voglia di lottare sempre su ogni pallone. Il difetto: non hanno mai giocato veramente bene. Inoltre Maciulis non ha mai inciso quanto ci si aspettava e l'infortunio di Petravicius toglie parecchie soluzioni offensive in post basso. PITTIS: Milano: esperienza – Rocca-dipendenza.

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DOMANDA #5 CARERA: Cantù probabilmente è la sorpresa di questi play off… sino ad ora! E perché non continuare a sorprendere. Molto difficile ma tentare a Cantù non costa nulla. Complimenti comunque per la brillante stagione LARRANAGA: Trinka è un allenatore e personaggio che è stato sfortunato a Caserta ma ha fatto due anni di grande lavoro. PASTORI: La qualità della pallacanestro che esprimono. Assieme a Siena quella che pratica un gioco più "europeo". Il gruppo la vera forza, ma Markoishvili la loro star. Il difetto: nel complesso poco talento individuale. PITTIS: Cantù:difesa - panchina corta

DOMA NDA #6

D O M AN D A # 7 C A R E R A : S i e n a s u l l a c a r ta è s t r a f a vo r i t a n e l l a s e r i e . LARRANAGA: Si.

CARERA: Cantù sicuramente pagherà lo sforzo fatto fisicamente contro la Virtus Bologna ma l’entusiasmo di questa vittoria le permetterà di continuare a sognare anche contro Siena.

PA S TO R I : M i p i a c e r e b b e v e d e r e de i p l a y o ff c o m b a t t u ti . M a n o n c r ed o s u c c e d e r à .

LARRANAGA: Poco. Nei playoff non si sente la stanchezza finché la seria non è finita.

P I T T I S: m a g a r i se n z a s t o r i a n o , m a a l l a f in e v i n c e r à a l 99,9%

PASTORI: Più che la stanchezza fisica credo potrà incidere la stanchezza mentale. Per contro a loro favore andrà il poter giocare sereni senza pressioni di risultato sapendo che hanno fatto il massimo che potevano fare. PITTIS: molto vista la panchina corta

D OMAN DA #8 C A R E R A : C antù non ha nulla da perd ere , quindi p erché non provare? S i e n a è f u o r i dalla port ata ma Cantù avrà l’ap poggio di tut ta l’Italia cest i stica L A R R A N A G A: Nient e. PA S TO R I : N onostante il grande lavoro di Trinchieri, un evento che noi u m a n i n o n p os siamo n eanc he immagina re. P I TT I S: u n a even tuale vittoria in gara 2 di Can tù o l'arrivo a gar a 5

DOMANDA #9 CARERA: difficile sceglierne uno solo LARRANAGA: Facchini, perché le decisioni arbitrali possono sempre incidere PASTORI: Sato. PITTIS: nessuno in particolare essendo due Squadre con la S maiuscola

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D OMANDA #10 C A R E RA : Sfida più e quilib rat a con l’atle tismo e l’entusiasmo di Ca s e r t a co n t r o l a s o l i d i t à d i Mi l a n o . Cas erta è u n’ott ima squadra che farà dell’entusia smo il suo g r i d o d i b a t ta g l i a . I n o l t re C a se r t a - Milano ci porta indietro nel tempo, alla favolosa finale del 19 9 1 c o n C a s e r t a c h e v i n s e a l l a 5 ª a M ila no. L A R R ANAGA: Bella sfida fr a due allenatori e spe rti, tanti stranieri e m i e i e x c o m p a g n i . PA S TORI: Innanzitu tto affascinante, il remake della fina l e scudetto d i a n n i f a . L a fa n t a s i a e i mp r e v e dibilità casert ana contro la voglia di bu ttarsi per terra di Roc c a . Ta l e n t o c o n t r o te n a c i a . P I T T I S: molto equ ilibrat a D O M A N D A # 11 CARERA: Cantù non ha nulla da perdere, quindi perché non provare? Siena è fuori dalla portata ma Cantù avrà l’appoggio di tu t t a l ’ I t a l i a c e s t i s t ic a LARRANAGA: Niente. PAS TO R I : N on o s t a n t e il grande lavoro di Tr in c h i e r i , u n e v e n t o c h e n o i um a n i n o n possiamo neanche immaginare. PIT T I S : u n a e v e ntu a l e v i t t o r i a i n g a r a 2 d i Ca n t ù o l ' a r r i v o a gara 5

DOMANDA #12 CARERA: Potrà incidere anche se Milano ha già dimostrato in questi play off di poter vincere in trasferta. LARRANAGA: Decisivo. Se il campo e caldo come nei finale di 2008, Milano non si vince mai. PASTORI: E' importante ma non determinante. La storia dice che nei playoff il banco salta spesso. Certo, dà fiducia e carica agonistica, ma a questo livello ci sono giocatori che trovano motivazioni maggiori giocando col pubblico avverso. PITTIS: potrebbe contare per Cantù e Caserta, ma inciderà relativamente soprattutto per Cantù

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MONTEPASCHI SIENA – BENETTON TREVISO 3-0 (118-79; 99-88 dts; 66-69) La serie meno equilibrata dei quarti di finale si è chiusa, come da pronostico, con un netto 3 a 0 per i campioni d’Italia. Va detto però che Treviso, fatta eccezione per la prima partita, ha reso la vita dif ficile ai senesi, sfiorando il colpo gobbo nelle altre due occasioni. Repesa è fra i pochi allenatori che riesce a mettere in reale difficoltà la truppa di Pianigiani, ricca però di solisti in grado di girare sempre a proprio favore qualsiasi situazione. MVP della sfida è sicuramente Romain Sato, 56 punti e 18 rimbalzi complessivi nella serie ma anche tanto lavoro in difesa, giusto per ricordare a tutti che, in un gruppo con 12 leader, lui sa essere spesso il faro che illumina la scena. Da citare anche il falco Hawkins, monumentale in garadue, e il duo McIntyre – Zisis, capace di smazzare 22 assist totali rendendosi spesso imprendibili per gli acerbi dirimpettai. Benetton fuori ma sicuramente con l’onore delle armi, grazie ad una interessante nidiata di giovani (Gentile su tutti) a cui non mancheranno le soddisfazioni in un prossimo futuro.

NGC CANTU’ – CANADIAN SOLAR BOLOGNA 3-2 (75-64; 74-68; 78-89; 79-95; 72-65) Cantù torna a qualificarsi per una semifinale dopo 8 anni e lo fa superando alla quinta partita una coriacea Bologna, incapace di esprimere “on the road” i valori mostrati tra le mura amiche. E’ il suc cesso di Trinchieri, di Arrigoni ma soprattutto di una società che con budget non altisonanti, riesce a mettere in campo sempre squadre gradevoli da vedere e difficili da affrontare. Non è stato semplice per i brianzoli recuperare le energie mentali e nervose dopo aver subito la ri monta bianconera in gara 3 e 4; le prime due partite infatti avevano palesato la prevista supremazia biancoblu con Leunen e Green a dominare la scena. Cantù non pativa nemmeno per l’uscita forzata di Ortner, out a causa di una brutta distorsione alla caviglia. Le “V nere” avevano poi riequilibrato la serie sfruttando il fattore campo con un’ottima prova difensiva unita a percentuali importanti al tiro (62% da 2, 50% da 3) che infondevano fiducia a tutto l’ambiente. Tornati al Pianella, i felsinei hanno sofferto per la mancanza di Maggioli e l’impalpabilità di Vukcevic subendo anche l’estrema freddezza brianzola ai tiri liberi con Mazzarino finalmente protagonista. MVP della serie il canturino Markoishvili, non stellare nelle prime due uscite, ma una presenza co stante in tutte e cinque le sfide, bravo a farsi valere a rimbalzo quando la mano non l’ha aiutato e con la sola pecca di un numero elevato di palle perse, dato da migliorare assolutamente nella sfida impossibile alla corazzata Siena. Note di merito anche per i bolognesi Collins e Jackson, con l’ex ferrarese che ha chiuso in crescendo una stagione martoriata da contrattempi fisici, ed il secondo, ultimo arrivato alla corte di Lino Lardo, bravo a calarsi immediatamente nella realtà della nostra pal lacanestro con il piglio del leader.

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PEPSI CASERTA – LOTTOMATICA ROMA 3-0 (70-65; 78-76; 83-74) Caserta continua a sognare in grande e conquista meritatamente la semifinale 19 anni dopo l’ultima volta (e quel playoff lì si concluse con il titolo) grazie al lavoro di programmazione di una società che non ha sbagliato le proprie scelte ad inizio stagione. Roma si lecca le ferite, uscendo ancora una volta ai quarti di finale, peggiorando se possibile il risultato di 12 mesi fa. Il poco invidiabile “triplete” centrato dalla Virtus Roma (fuori dalle Top 16 di Eurolega, fuori dalle Final 8 di coppa Ita lia, fuori al primo turno dei playoff) è la conferma che a questa società manca qualcosa di impor tante a livello organizzativo. I notevoli sforzi economici del presidente Toti vengono vanificati soprattutto per colpa di coloro che gravitano attorno al numero uno giallorosso, tuttologi che fareb bero senz’altro meglio ad ammettere i propri errori e fare un passo indietro. Non esente da colpe Matteo Boniciolli, che ha ridato sicuramente entusiasmo alla piazza ma che si è intestardito su al cune scelte, oltre a ruotare troppo vorticosamente i suoi ragazzi. Da salvare solo l’ottimo Giachetti, l’ultimo a mollare in un gruppo a cui è mancato tremendamente l’apporto di Hutson, fuori per pro blemi alla tibia, la fisicità di Crosariol (forse non adatto ad una piazza come Roma) e le giocate di Jaaber, con la testa già altrove. Winston è uscito alla distanza, ma non è bastato al pari degli ultimi arrivati Washington e Heytvelt, inseriti tardivamente nell’affollato roster virtussino. MVP della con tesa, nemmeno a dirlo, Jumaine Jones, stella dal passato NBA con esperienza da vendere ed una prestazione notevole in garatre (50 di valutazione con una pioggia di triple da distanza siderale) a conferma dell’ottima scelta fatta in estate dal duo Coldebella – Sacripanti, che masticano basket da una vita ed hanno assemblato una vera squadra. Note di merito per Doornekamp, decisivo in ga rauno, capitan Di Bella, trascinatore quasi esclusivo nella difficilissima garadue, e Michelori, a cui è stato affidato tutto il lavoro “sporco” sotto i tabelloni, compito assolto con totale padronanza. ARMANI JEANS MILANO – SIGMA COATINGS MONTEGRANARO 3-0 (72-65; 67-65; 81-75) Milano soffre tantissimo contro la scatenata Sutor, ben oltre quello che il secco parziale possa far credere. In tutte e tre le partite i gialloblu hanno venduto cara la pelle, dominando la prima gara per poi cedere davanti al solido Rocca ed al ritrovato Finley. In garadue, se possibile, Montegranaro ha giocato ancor meglio, patendo però il pasticciaccio arbitrale che ha in qualche modo favorito men talmente la rimonta meneghina. Bene il duo Brunner – Ivanov sotto i tabelloni ma a coach Frates è mancata clamorosamente la front-line, con Maestranzi ingabbiato e reso inoffensivo. Se i marchi giani hanno vinto solo una delle ultime 10 partite fra regular season e playoff, un motivo di natura mentale ci sarà e Milano è stata brava proprio nell’attendere ogni volta il momento propizio per piaz zare il colpo del kappaò. MVP di questo quarto è Mason Rocca, 36 punti 24 rimbalzi oltre ad un cuore da combattente che tor nerà utile anche nel complicato assalto a Caserta nella seconda semifinale di questo torneo. Bulleri, Mordente e Finley possono diventare il fattore aggiunto di questa squadra, alla costante ricerca della quadratura del cerchio, che potrebbe avvenire se anche Becirovic tornerà ad essere il Sani Boy che tutti conoscono. I nuovi arrivati Arnold e Monroe non sembrano poter aggiungere troppa perico losità al mosaico biancorosso che lamentà già la perdurante latitanza di Hall, troppo spesso evane scente per giustificare il buon minutaggio concessogli da Piero Bucchi. b a s k e t t i a m o m a g a z i n e s p e c i a l e p l a y o f f # 2

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