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Progetto Dragonboat
Nell’inverno 2011, durante la preparazione invernale della squadra nazionale di canoa in Australia (Sidney), il cordenonese Mauro Baron assiste ad un evento internazionale di Dragonboat dedicato alle donne operate di cancro al seno. Inizia così a farsi strada l’idea di un progetto dedicato anche al territorio pordenonese. Nel 2016, con l’allora presidente ANDOS Pordenonese Renza Zanon e i dirigenti del CNS Libertas Ivo Neri e Lorenzo Cella c’è stato un incontro “illuminato” che ha messo le basi per costruire una squadra di dragonboat al lago Burida. Dal dire al fare, iniziata l’attività a luglio 2016, a settembre 2017 le nostre donne speciali hanno vinto l’argento ai campionati mondiali BCS (Breast Cancer Survivors) svoltisi all’Arsenale di Venezia e partecipato da protagoniste a numerosi eventi. Il progetto Drago Rosa Burida consente di trascorrere del tempo all’aria aperta, facendo attività fisica di gruppo, dando valore allo stare insieme. Ci si ritrova al lago Burida il lunedì, mercoledì e sabato pomeriggio e alla domenica per qualche trasferta in laguna o altre località. In dragonboat si parla, si condividono emozioni, ci si aiuta finito l’allenamento, si torna a terra ed è avvenuto il miracolo….visi sorridenti, persone appagate, abbiamo imparato a prenderci un’ora per noi, abbiamo scoperto che in quell’ora ci siamo sentite persone normali, soprattutto SANE! Vogliamo dare la possibilità a tante donne di fare quest’esperienza a contatto con la natura, avere un luogo per incontrarsi e condividere momenti ludici. VIVERE la Vita nella consapevolezza che insieme si vince sempre! Ora stiamo per realizzare la “Casa del Drago” al lago Burida e permettere di dare identità al progetto ma soprattutto una sede idonea alle nostre donne speciali. Perché casa? La casa è il nido che ci avvolge e dove si torna sempre, specialmente dopo una tempesta. Perchè Drago? Il drago rappresenta la forza per combattere il cancro. a) La dimensione culturale delle attività sportive canoistiche affonda le sue radici nella storia e nell'evoluzione dell'uomo e delle civiltà. La canoa è stato il primo mezzo di trasporto sull’acqua e ancora oggi è utilizzata d’alcune popolazioni quale strumento di vita e di lavoro. Come per molti altri sport anche la canoa quale sport moderno ha trovato le sue origini nei mezzi e nella gestualità spontanea dell'uomo trasformandola poi in specialità sportive. b) La dimensione sociale ed ambientale La canoa è un mezzo con cui l'uomo ha conquistato e vissuto l'ambiente acquatico. Il lago Burida si può definire un ambiente acquatico sicuro e adatto a promuovere la pratica della canoa. Lo sport della canoa ci riporta in questo ambiente, oggi purtroppo, in molti casi, tristemente degradato. Chi pagaia, sui fiumi, sui laghi, sul mare diventerà inevitabilmente un tutore dell'ambiente del domani. Inoltre la canoa presenta diverse sfaccettature di tipo socializzante tali da poterlo definire a crescita collettiva. c) La dimensione educativa La dimensione educativa del Dragonboat si può considerare su diversi piani. Su quello motorio si ha un forte coinvolgimento delle capacità condizionali con un privilegiato utilizzo della resistenza soprattutto aerobica con i vantaggi conosciuti sul piano funzionale e organico anche e soprattutto riabilitativo. Inoltre, sono sollecitate alcune importanti capacità coordinative quali equilibrio, senso del ritmo, anticipazione motoria (per citarne solo alcune). Sul piano cognitivo la pratica di questo sport consente un notevole ampliamento delle conoscenze sia teoriche, per quanto riguarda il movimento, l'ambiente, l'allenamento, sia pratiche per quanto riguarda l'organizzazione e la strutturazione delle sequenze motorie. Inoltre, sul piano emotivo la pratica di questa disciplina offre momenti e situazioni di controllo e gestione delle proprie azioni ed emozioni anche in relazione all’ambiente e alle compagne di squadra.
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Con questo Progetto, il Gruppo Kayak Canoa Cordenons A.S.D. e l’A.N.D.O.S. Pordenone, intendono innanzitutto migliorare lo stato di salute e lo stile di vita delle donne operate di tumore al seno, rendendole protagoniste della propria vita così come della propria guarigione; In seconda istanza far conoscere e far praticare la canoa nelle sue varie specialità ad un numero crescente di donne, attraverso un approccio concreto e razionalmente organizzato. Il fine è infatti testimoniare attraverso l’esempio di queste donne quanto si possa recuperare dopo un’esperienza così traumatica e soprattutto come si possa tornare ad avere una vita piena e attiva. Il progetto è strutturato all'interno di precise coordinate che ne guidano i vari aspetti.
Coordinate tecnico-metodologiche e sanitarie a) Aspetti tecnici: L’intervento chirurgico per carcinoma della mammella tuttora prevede in molti casi l’asportazione dell’intera ghiandola mammaria e dei linfonodi dell’ascella: le conseguenze sono una limitazione articolare e una riduzione della forza evidenti subito dopo l’intervento, ma che possono persistere anche a distanza di tempo, soprattutto in persone meno attive o psicologicamente più deboli. L’impianto di una protesi mammaria, se da un lato ha la finalità di contenere l’impatto psicologico causato dall’amputazione della ghiandola, dall’altro può essere esso stesso causa di una ridotta funzionalità dell’arto superiore.
Inoltre, l’eventuale radioterapia e il trattamento farmacologico con inibitori delle aromatasi possono tradursi in rigidità di spalla e dolore locale e generalizzato, con ulteriore impatto sulla funzionalità dell’arto e sulla situazione psico emotiva della persona operata. Da questi dati si evince che nella maggior parte dei casi alle terapie per il cancro al seno conseguono diversi disturbi, fisici e psico emotivi, che tendono a portare la persona all’auto isolamento. A quanto sopra riportato va aggiunto che circa nel 22% delle persone che abbiano subito lo svuotamento ascellare e nel 2-6% delle persone che hanno subito l’asportazione del solo linfonodo sentinella, a distanza variabile di tempo si instaura un linfedema dell’arto superiore: questo consiste in un gonfiore di una parte o di tutto l’arto, a causa del danno causato al sistema linfatico dai diversi trattamenti del carcinoma. Il trattamento del linfedema al 2° e 3° stadio, secondo le linee guida internazionalmente applicate, prevede l’esecuzione di attività motoria regolare, eseguita indossando un bracciale elastocompressivo, in modo da realizzare un massaggio dei tessuti edematosi, oltre che delle strutture vascolari ivi presenti (arterie, vene, linfatici).
Misura e valutazione dei benefici apportati dall’attività di canoa
Il progetto prevede di valutare le dimensioni psico emotiva e quella relativa alla menomazione (segno e sintomo) e alla disabilità (deficit funzionale). La misurazione del linfedema avverrà con volumetria, sfruttando il principio di Archimede: l’immersione dell’arto in un contenitore contenente acqua permetterà di calcolare il volume dei segmenti misurati (mano, avambraccio, braccio) rilevando la differenza di volume del contenitore con e senza segmento corporeo. Le variazioni della forza dell’arto verranno valutate con dinamometria, mentre la fatica neuromuscolare verrà valutata con un protocollo appositamente studiato dall’equipe del dott Luca Miceli del CRO di Aviano.
Attrezzature e logistica b) Aspetti metodologici e didattici: l'impostazione generale di questo progetto prevede il rispetto della fascia di età e degli obiettivi personali. L’azione metodologico/ didattica così impostata pone la donna al centro del processo di apprendimento. Si abbandona così definitivamente una metodologia addestrativa per costruire l'apprendimento attraverso la manipolazione e la scoperta attiva delle componenti dell'attività stessa: dal fare al sapere.
Il progetto richiede l'utilizzo di una base logistica adeguata e strumenti quali canoe, pagaie, giubbotti salvagente che noi forniremo gratuitamente alle partecipanti. Inoltre, la partecipazione ad eventi quali Vogalonga, Trofeo LILT e manifestazioni BCS (Breast Cancer Survivors) necessitano di un automezzo con gancio di traino e carrello portaimbarcazioni.
3) Coordinate di tipo organizzativo Sedi: • Scuola Nazionale Canoa Libertaslago Burida - Porcia/Pordenone Docenti : • Il responsabile tecnico del progetto è Mauro Baron, un tecnico sportivo insignito della “Palma d’oro al merito sportivo” e del titolo di Commendatore della Repubblica Italiana per i numerosi successi ottenuti in campo internazionale. • L’area Tecnica è completata dai tecnici e istruttori del Gruppo Kayak Canoa Cordenons A.S.D. • L’area Sanitaria si avvale di preziosi alleati: • Dott. Elisa Scian - psico oncologa • Dott. Luca Miceli, Responsabile Medicina del dolore clinica e sperimentale al C.R.O. di Aviano