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Gettare il cuore oltre l’ostacolo:

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Non solo banca!

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Il progetto Villa Filanda Antonini

Per membri della famiglia Feltrin l’espressione “gettare il cuore oltre l’ostacolo” non è una metafora, è un’attitudine di vita. Difatti, la storia di questa famiglia è connotata dall’innata capacità di affrontare i problemi, e le incognite derivanti, con istinto, coraggio e fiducia nel futuro.

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Questa attitudine ha guidato la genesi e l’ascesa della loro azienda, Arper. Fondata nel 1989 da Luigi, Claudio e Mauro Feltrin, quella che era un’impresa a conduzione famigliare é cresciuta diventando una delle principali firme del design italiano. A tre decadi dalla sua nascita, un secondo atto di coraggio -e d’immaginazione- ha guidato la famiglia a concepire ed istituire Arper Feltrin Foundation. Si tratta di un ente culturale senza fini di lucro destinato a promuovere il dialogo transdisciplinare tra arte contemporanea, design e architettura. Il primo progetto supportato dall’ente consiste nella riconversione della ex-filanda serica di Lancenigo -Villorba- in uno spazio ospitante un programma di residenze d’arte. Dal 2021, per iniziativa di Giulio Feltrin, la casa padronale appartenuta agli Antonini è diventata un luogo indipendente che accoglie artisti e creativi da tutto il mondo. Scelti in base al curriculum, i residenti sono invitati a vivere e lavorare in Villa Filanda Antonini -VFA- per un periodo continuativo che va dalle due alle otto settimane. Durante il loro soggiorno ricevono supporto logistico e uno stipendio appropriato. Le opere prodotte vanno a costituire il corpo della collezione permanente.

L’obbiettivo del programma di residenze d’arte è indagare in maniera proattiva le criticità e le specificità culturali, geografiche, e sociali del territorio in cui viviamo. I risultati di queste investigazioni hanno sempre un precipitato diretto sulla comunità locale che viene coinvolta attraverso mostre, laboratori, e seminari. Infatti, l’obiettivo a lungo termine di VFA è diventare un luogo di riferimento, innescando un dialogo tra gli ospiti e gli abitanti per favorire un arricchimento reciproco.

Durante il suo primo anno d’attività VFA ha pubblicato due libri, ospitato conferenze, concerti, e tre mostre gratuite che sono il risultato di altrettante residenze. In Villa si sono avvicendati gli artisti visuali Alessandro Calabrese, Linda Linko e Matteo Valerio, il fotografo Mattia Balsamini e lo scrittore Pietro Minto. Quest’ultimi due, hanno collaborato congiuntamente al progetto espositivo ed editoriale intitolato Il suo buio speciale.

Il suo buio speciale è un caso chiarificatore, che esemplifica sia la direzione critica intrapresa dal programma di residenze, sia la metodologia transdisciplinare auspicata. Il loro progetto artistico ha proseguito la volontà, già iniziata con la residenza di Calabrese, di instaurare un dialogo con il territorio per ricercarne aspetti identitari. Balsamini e Minto, attraverso tredici fotografie di paesaggio e tredici ritratti individuali, hanno intrapreso un percorso di ricerca sull’identità del territorio del Nord-Est attraverso un confronto con professionisti ed eccellenze venete che si sono distinte in campi umanistici o scientifici. Con la loro indagine, hanno raccontato la storia di una regione che ha subito una profonda trasformazione culturale e sociale negli ultimi cinquant'anni. I ritratti letterari degli intervistati e le fotografie paesaggistiche scattate da Balsamini sono diventati strumenti attraverso cui dialogare con il territorio e ritracciarne la storia: un luogo che è sempre stato caratterizzato dalle logiche competitive del fare, del produrre e che oggi, esaurite le possibilità di sfruttare le sole risorse materiali, deve trasformare il lavoro basato sul sudore in un altro tipo di impegno, conferendo nuova e legittima dignità al “pensare”. Il lavoro a quattro mani di Balsamini e Minto è culminato in una tavola rotonda a cui hanno preso parte gli autori, e alcune delle brillanti personalità ritratte. Hanno partecipato Francesco Bergamo -ricercatore, Sara Margotto -Art Director, Giulia Pasqual -Immunologa, e Francesco Targhetta -scrittore. La conversazione ha portato in luce le fragilità ma soprattutto le potenzialità del nostro territorio e delle persone che lo abitano. della mostra Teuta di Matteo Valerio. L’esibizione ha aperto lo scorso 13 maggio e sarà visitabile fino al 15 luglio 2023 su prenotazione. Foto F.Marin

Per l’anno 2023 VFA rinnova il proprio patto di responsabilità con la comunità offrendo un programma di residenze ed eventi culturali. Nei mesi che verranno, prosegue il suo impegno a prendersi cura della collettività attraverso l’ascolto Un ascolto attivo volto a riscrivere le regole d’ingaggio in funzione di un sempre maggiore coinvolgimento degli artisti e della comunità locale. La missione di Villa Filanda Antonini è, in primis, diventare un luogo al servizio della comunità, progettato e immaginato per attivare dinamiche partecipative. Le quali, a loro volta, contribuiscano a delineare gli orizzonti di una progettazione organica, futuribile, condivisibile e condivisa. Chi fosse interessato alle iniziative culturali di Villa Filanda Antonini può consultare il sito internet https://www.vfa.art oppure chiedere informazioni scrivendo a hello@vfa.art.

Il soggiorno della Villa è una delle generose aree comuni, progettate per facilitare la socializzazione e lo scambio d’idee tra gli artisti residenti. All’occorrenza ospita eventi culturali quali, concerti, presentazioni, seminari.

La Villa è in grado di ospitare contemporaneamente tre artisti che condividono uno spazio workshop. Lo scatto mostra l’enfilade di stanze che conduce all’atelier per gli artisti.

Anno dopo anno la biblioteca si arricchirà di referenze, libri e materiali atti a inspirare le ricerche artistiche dei residenti.

Villa Filanda Antonini offre ampi spazi concepiti per favorire il dialogo e la condivisione tra gli artisti residenti. Un’immagine della cucina collettiva.

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