FEDERAZIONE ITALIANA KARATE TRADIZIONALE E DISCIPLINE AFFINI
PALASPORT Castellanza 8-9 Maggio 2010 via per Legnano 3
Campionati Italiani Assoluti di Karate Tradizionale
KATA KUMITE FUKUGO ENBU
organizzazione a cura di
POLISPORTIVA BUDOKAN Centro Arti Marziali e Ginniche Ass. Sportiva Dilettantistica e Culturale www.budokan.it
M° HIROSHI SHIRAI Col patrocinio di:
Città di Legnano
Sport
ISTITUTO SHOTOKAN ITALIA Ente Morale
PANA T L
Consolato Generale del Giappone
UD
Associazione Società Sportive Bustesi
AL ION
Comitato Provinciale Varese
N INTERNAT HLO
ISI
Coni
Comune di Busto Arsizio
IS
IT
Comune di Castellanza
RegioneLombardia
IUN
G
Panathlon International Club La Malpensa
Centro Arti Marziali e Ginniche • Scuola di Karate tradizionale
Campionati Italiani Assoluti di Karate tradizionale 8-9 Maggio 2010
Campionati Italiani Assoluti
Karate: storia ed evoluzione
di Karate Tradizionale Palasport di Castellanza 8-9 Maggio 2010
Programma SABATO 8 MAGGIO Inizio Competizioni: Ore 10.30 Eliminatorie e, a seguire, finali di categoria - Kata Individuale Maschile e Femminile Categorie: Speranze - Juniores - Seniores - Kata a Squadre Maschile e Femminile - Enbu M/F-M/M - Fukugo Speranze Maschile E Femminile - Fukugo Juniores-Seniores Maschile-Femminile - Kumite Individuale Maschile e Femminile Categorie: Speranze - Juniores - Seniores Dimostrazioni: Ore 18.30 Premiazioni Gare a squadre: ore 19.00
DOMENICA 9 MAGGIO Inizio Competizioni: Ore 9.30 Eliminatorie e, a seguire, finali di categoria - Kata e Kumite Individuale Maschile e Femminile Categoria: Cadetti - Kumite a Squadre Femminile - Kumite a Squadre Maschile Serie “B” e Serie “A” Premiazioni gare a squadre: ore 17.30 Ingresso unico per 2 giorni Euro 15,00 • Ingresso gratuito per bambini e ragazzi fino a 14 anni I presenti alla manifestazione, se interessati, possono ritirare un bonus per 1 mese di prove gratuite di Karate
RISTORANTE PIZZERIA BAR
BUSTO ARSIZIO Via IV Novembre 2 (ang. via XX Settembre) Tel. 0331.322.359 • Venerdì 30 Aprile 2010
CHIUSO IL MARTEDÍ
La storia del karate si perde nella notte dei tempi: fatti, miti, leggende spesso si intrecciano ed è difficile individuare un unico filo conduttore. Di certo sappiamo che il karate tradizionale, come arte di autodifesa, è nato ad Okinawa, isola principale dell’arcipelago delle Ryukyu, situato a metà strada tra Cina e Giappone, e si è sviluppato in un arco di tempo molto lungo. La sua tecnica si basa sul principio del “Tode”, il quale deriva dal “Chonfa”, l’arte di combattimento della Cina: una forma di autodifesa senza l’uso delle armi. Il karate tradizionale è la combinazione della forma di combattimento di Okinawa e della filosofia del Budo Giapponese. Il karate era praticato sin dagli albori del XXº secolo in gran segreto: l’insegnamento autentico è quello trasmesso direttamente da Maestro ad allievo, da cuore a cuore. Solo agli allievi più fedeli e più vicini al Maestro veniva fornita la spiegazione “esoterica”, cioè profonda e autentica, delle tecniche e della filosofia ad esse sottesa. I maestri si allenavano di notte, lontani dai centri abitati, senza lasciare nulla di scritto ed insegnando solo agli allievi più fidati. Questa atmosfera di segretezza dura ininterrottamente fino al XXº secolo. Centrale nella storia del karate è la figura del Maestro Gi-
chin Funakoshi, (1868 - 1957) il fondatore dello stile Shotokan. A lui si deve infatti la divulgazione, la conoscenza di massa e la codificazione delle regole della disciplina. Egli stabilì la grafia definitiva della parola Karate (mano vuota), e aggiunse il suffisso do, che significa via: questo stava ad indicare che il karatedo è la tecnica di autodifesa senza l’uso delle armi. Tutto è basato sulle potenzialità del soggetto, sulla concentrazione della mente e l’allenamento del corpo. Il M° Funakoshi riuscì a diffonderne la pratica al di fuori dei confini dell’isola di Okinawa e a farlo accettare alla pari delle altre discipline del Budo. “L’arte divina della mano nuda del mare del Sud, sono rammaricato, non deve finire; altri la porteranno al successo lo prometto al cielo blu, con il mio cuore” In questa poesia scritta dal Maestro Funakoshi è racchiusa l’eredità spirituale e morale che il Maestro ha lasciato ai suoi allievi e a tutti i praticanti del karate. Nella seconda metà del XX° Secolo, dopo la Seconda Guerra Mondiale, il karate si diffonde in occidente. I grandi Maestri Yoshitaka Funakoshi, Masatoshi Nakaya-
Stage tecnici F.I.K.T.A. Il Mº Shirai sullo sfondo, osserva le tecniche eseguite da Alessandra Cardinale (asinistra) e Pasquale Acri.
ma, Hidetaka Nishiyama, Taiji Kase, Keinosuke Enoeda, hanno ridefinito e codificato il karate tradizionale che oggi noi pratichiamo. Questo enorme patrimonio di conoscenze tecniche, morali, filosofiche, è stato raccolto e ulteriormente arricchito, con uno studio che prosegue tuttora, dallo straordinario lavoro che il Maestro Hiroshi Shirai sta svolgendo in Italia insieme a tutta la F.I.K.T.A. e a livello internazionale, insieme all’I.T.K.F. Nel KARATE TRADIZIONALE è centrale l’idea di TODOMEWAZA o “colpo conclusivo”: con un’unica tecnica definitiva, con l’uso del corpo e senza l’uso di armi o attrezzi, il karateka deve essere in grado di distruggere la capacità offensiva dell’avversario. Questa abilità altamente tecnica rende il karate tradizionale una forma di “arte” sublime. Poiché l’allenamento di karate tradizionale richiede l’uso dinamico del corpo intero, i benefici fisici sono di altissima qualità. Il karate tradizionale mira allo sviluppo dell’intera persona: esso porta anche vantaggi a livello mentale ed emotivo. L’obiettivo finale nel karate tradizionale non è semplice-
mente la perfezione delle abilità di combattimento quanto piuttosto lo sviluppo totale della personalità del praticante. Le regole di gara I.T.K.F. e quindi F.I.K.T.A., si basano sul “SHIAI DEL BUDO”. La parola “SHIAI” significa “mettersi alla prova con l’altro”: ciò significa che lo scopo del confronto tra due individui é quello di sviluppare le proprie abilità e non soltanto quella di vedere chi sconfigge l’altro. Il rispetto reciproco è il principio fondamentale delle gare di karate tradizionale. Il miglioramento tecnico si ottiene attraverso un costante allenamento delle tecniche fondamentali. Le categorie delle gare dio karate tradizionale sono le seguenti: kumite (combattimento libero), maschile e femminile, individuale e a squadre; kata (forma) maschile e femminile, individuale e a squadre; Enbu (dimostrazione di tecniche di attacco e difesa simulando un combattimento reale) eseguito da una coppia uomo/donna oppure uomo/uomo; Fuku-go (combinata di kata e kumite) Venerdì 30 Aprile 2010 •
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Il Maestro Hiroshi Shirai
La F.I.K.T.A. (Federazione Italiana di Karate Tradizionale e Discipline Affini) è nata nel 1989 su iniziativa di circa 500 società, con oltre 25.000 tesserati, che si sono staccate dalla FITAK (FILPJ - CONI) per potere operare meglio nel no-
È grazie alla sua competenza, esperienza e tenacia se in questi anni il karate, da sport un po’ eccentrico e per pochi appassionati, è diventato uno sport di massa e molti hanno potuto apprezzarne il valore formativo sotto il profilo fisico e psicologico. Ed è proprio dall’esigenza di continuare a praticare, studiare e sviluppare il karate tradizionale seguendo l’insegnamento dei più prestigiosi
stro Paese promuovendo il karate tradizionale, sotto la guida del M° Hiroshi Shirai, cintura nera 9° Dan, quale disciplina sportiva con finalità educative e culturali, andando oltre gli aspetti agonistici promossi dalle altre Federazioni.
maestri giapponesi che nasce nel 1989 la F.I.K.T.A., (Federazione Italiana di Karate Tradizionale e discipline affini) : il ruolo del Maestro Shirai è stato ed è determinante per la vita di questa organizzazione. Il Maestro Shirai è, per tutti i praticanti della F.I.K.T.A., un punto di riferimento imprescindibile sotto il profilo tecnico ed umano. Grazie al suo costante lavoro
Il comm. prof. Gabriele Achilli, Presidente della F.I.K.T.A.
Il M° Carlo Fugazza, 7° Dan, Commissione Tecnica F.I.K.T.A.
Il momento del saluto all’inizio del raduno annuale dei tecnici F.I.K.T.A. con il M° Shirai.
Il M° Giuseppe Perlati, 7° Dan, vice-Presidente F.I.K.T.A.
Il M° Dino Contarelli, 7° Dan, Presidente della Commissione Tecnica F.I.K.T.A.
Organigramma federale 2009-2012 PRESIDENTE Achilli Gabriele VICE PRESIDENTI Perlati Giuseppe Puricelli Luciano Shirai Hiroshi CONSIGLIERI FEDERALI Bacchilega Roberto Campini Rino Cialli Marco Colombo Severino Contarelli Bernardo Loffredo Gabriele Maltoni Antonio Matsuyama Shuhei Michielan Ofelio Pazienza Vito Petrilli Angelo Pocaterra Marco Seraglia Antonio Torre Angelo Antonio Vignoli Giancarlo
• Venerdì 30 Aprile 2010
COLLEGIO REVISORI DEI CONTI Cavallari Giorgio Gambi Silvano Giusti Maurizio Membri Supplenti Franzoia Ennio Zoja Luigi COLLEGIO DEI PROBIVIRI Menegazzi Renzo Panzera Giovancarlo Tosatti Marco Membri Supplenti Rausa Riccardo
COMMISSIONE SUPERIORE FEDERALE Shirai Hiroshi (Presidente) Vignoli Giancarlo (Segretario) Campini Rino Contarelli Eligio Contarelli Bernardo Gazich Giorgio Lisco Pierluigi Naito Takeshi Perlati Giuseppe TECNICA Contarelli Bernardo (Presidente) Fugazza Carlo Giordano Salvatore Sedioli Gilberto Michielan Ofelio MEDICA Lisco Pierluigi (Presidente) Benedetti Franco (Vice Presidente) Pirelli Michele
COMMISSIONE ARBITRI Gazich Giorgio (Presidente) Basso Damiano Luce Savino Puntara Angelo Ukmar Dario COMMISSIONE PRES. DI GIURIA Campini Rino (Presidente) Pellegatta Luisa Puddu Anna Sossi Bernardino Tozzola Anna COMITATO SCIENTIFICO Perlati Giuseppe (Coordinatore) Benocci Roberto Contarelli Bernardo Lisco Pierluigi Turci Michela
M° Hiroshi Shirai Cintura nera 9° Dan Nasce il 31/07/1937 a Nagasaki (Giappone) 1955 Inizia a praticare karate 1957 Diventa 1° Dan 1959 Diventa 2° Dan ed è il 1° ai Campionati Universitari 1960 Inizia il corso per maestro presso la J.K.A. 1961 Diventa Istruttore e 3° Dan, arriva 2° ai campionati nazionali giapponesi 1962 1° ai Campionati nazionali giapponesi 1963 Diventa maestro 1964 Diventa 5° Dan 1965 Da febbraio a ottobre, insieme ai Maestri Kase, Kanazawa, Enoeda, è impegnato in dimostrazione e insegnamento in USA, Europa e Sudafrica 1966 Fonda l’Associazione Italiana Karate (AIK) 1969 Diventa 6° Dan 1970 Fonda la Fesika (Federazione Sportiva Italiana Karate) 1974 Diventa 7° Dan 1978 È l’artefice principale dell’unificazione tra Fesika e Fik 1979 Fonda l’Istituto Shotokan Italia 1986 Diventa 8° Dan 1999 Diventa 9° Dan Negli anni ottanta è presidente della Commissione Tecnica e Commissario tecnico delle nazionali che si sono susseguite. Nel novembre 1989 insieme ad un gruppo di maestri e futuri dirigenti ha fondato la FIKTA di cui é Direttore Tecnico.
di ricerca, studio e approfondimento e anche sperimentazione, il karate tradizionale è tuttora una disciplina in continua evoluzione. Partendo dai principi fondamentali del karate tradizionale trasmessi e codificati dai grandi Maestri , è riuscito a costruire una disciplina dinamica ed allo stesso tempo profondamente radicata nella tradizione del budo. Innovare nel rispetto della tradizione: questo ha fatto e sta continuando a fare il M° Shirai. Solo chi conosce in profondità e da vicino, perché ne segue
costantemente gli allenamenti e gli insegnamenti, sa quanto sia appassionante e stimolante questo percorso di ricerca. Il Maestro è una riserva inesauribile di carica vitale: ogni appuntamento costituisce una novità, un’occasione per esplorare una nuova sfaccettatura del karate. Questa passione per la ricerca è il “compito” che il Maestro ha affidato a tutta la FIKTA: un enorme patrimonio di conoscenza, esperienza, tecnica non solo da preservare ma anche da approfondire costantemente.
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Il Kata
Nel Karate-do il kata è un esercizio individuale che rappresenta un combattimento reale contro più avversari immaginari. Nella lingua giapponese la parola “kata” significa “forma”:
Nazario Moffa, campione mondiale di Kata ai Campionati Mondiali di Vilnijus - Lituania ottobre 2008.
• Venerdì 30 Aprile 2010
La squadra di kata maschile: da sinistra Mirko Saffiotti, Roberto Mariani, Fabio Cattaneo medaglia d’oro ai Campionati mondiali di Vilnijus (Lituania). Ottobre 2008. Kata Gojiu Sho Sho.
nell’esecuzione dell’esercizio rivestirà quindi importanza primaria proprio la qualità formale delle singole tecniche, delle posizioni e degli spostamenti. Tuttavia, se ci si limitasse al solo aspetto estetico, si commetterebbe un errore sostanziale: il kata, infatti, deve rappresentare un vero e proprio combattimento, seppur codificato, perciò deve esprimere efficacia, sia dal punto di vista tecnico che strategico. Esso rappresenta per i praticanti l’essenza dell’arte marziale, perché racchiude in sé sia lo studio delle tecniche fondamentali (kihon) che il ritmo e la tattica del combattimento (kumite): è perciò basilare per la ricerca della “Via” (do). Gli antichi maestri hanno estratto dalla realtà dei combattimenti i principi fondamentali delle tecniche e delle strategie, condensandole in sequenze di studio. L’esperienza di una vita spesa nella ricerca portava il Maestro ed i suoi migliori allievi a creare un kata, approfondendo lo studio di tutte le possibili applicazioni. Il kata era poi
trasmesso a tutti gli allievi, diventando una specialità tecnica e il principale strumento di didattica della scuola. I kata, quindi, contengono tutto il patrimonio di conoscenza del karate tradizionale tramandato da Maestro ad Allievo. Ogni kata è composto da una serie di movimenti che ne costituiscono la caratteristica evidente ma presenta altri elementi che sfuggono alla comprensione immediata: i Maestri che li hanno creati hanno spesso volutamente mascherato il significato di alcuni passaggi per evitare che altri se ne impossessassero. Così, ad esempio, i kata vennero mimetizzati in danze innocue, di cui solo gli iniziati riconoscevano l’essenza, nel periodo in cui a Okinawa vigeva la proibizione di praticare le arti marziali. Ogni kata inizia e finisce con il saluto: l’esecutore esprime così il suo stato di massima attenzione (zanshin) che si evidenzia nel momento del kiai (grido). Allo stile “Shotokan” appartengono una cinquantina di kata ma ne sono effettuati poco meno di trenta che vengono classificati in base alle necessità didattiche, secondo un criterio progressivo. Nell’esecuzione del kata occorre fare particolare attenzione alla capacità di esprimere la forza totale, interna ed esterna, fisica e mentale, nell’esecuzione delle tecniche, che devono essere sostenute dal corretto uso della respirazione e della contrazione ad-
Il Kumite
La squadra dei Campioni del mondo in una fase dell’applicazione (bunkai) di unsu.
dominale (kime) che, in particolari momenti, esplodono nel kiai (grido). Forma, dinamica, transizione, potenza, maestria sono le componenti fondamentali nella esecuzione di un kata e costituiscono al contempo i criteri di valutazione durante le competizioni. Le gare di kata sono due: individuali e a squadre. Nelle gare a squadre, oltre ai punti sopraelencati, occorre porre particolare attenzione anche al sincronismo nell’esecuzione. Le squadre devono inoltre eseguire l’applicazione (bunkai) di alcune tecniche del kata previsto nella specifica gara.
Il combattimento rappresenta il momento dello scontro tra due avversari ognuno dei quali può portare attacchi isolati o in successione, o in combinazione, avendo come scopo il superarsi a vicenda senza, tuttavia, colpirsi con la deliberata volontà di procurare un danno fisico. Ciò implica il controllo del colpo: questo è l’aspetto più interessante ma allo stesso tempo più complesso dell’allenamento del combattimento libero, poiché il concetto di “controllo” non ha semplicemente un significato fisico ma rappresenta un esercizio di alta intensità e concentrazione psichica. L’avversario dovrà essere affrontato con serenità di spirito e con la piena convinzione di doverne rispettare la capacità tecnica, la dignità personale e l’integrità fisica. Il praticante, in altri termini, non deve mai affrontare l’avversario con l’intenzione di prevalere sul piano fisico esercitando una Sotto: Bouguaova Kamal (a destra) primo classificato nel Kumite cat. Seniores -75 kg. fascia A (oltre 3° Dan) ai Campionati Italiani AICS di Cividale del Friuli, ottobre 2009.
forza che sarebbe fatta solo di brutalità, bensì deve cercare di affermare un primato tecnico e psicologico dimostrando di avere messo a frutto in modo migliore i risultati dell’allenamento. È particolarmente importante riuscire a mantenere un alto livello di concentrazione mentale in modo da essere preparato a respingere qualsiasi attacco in qualunque modo e in qualunque momento venga portato avendo, nella stesso tempo, la prontezza necessaria per far seguire immediatamente una tecnica di contrattacco. Altrettanto importante è riuscire a disturbare il grado di concentrazione dell’avversario facendone diminuire il livello e l’intensità attraverso una serie di spostamenti e di finte che consentano di portare poi l’attacco prescelto nel momento in cui l’avversario è meno preparato a respingerlo. Fonte: “Manuale di karate” del Maestro Hiroshi Shirai Sotto a destra: Christian Zanovello durante una fase di kumite ai campionati mondiali ITKF a Vilnius (Lituania 2008).
I Campioni del mondo di kumite a squadre ai Campionati Mondiali di Vilnijus Lituania - ottobre 2008. Da sinistra: Marco Bacchilega, Christian Zanovello, Stefano De Bartolomeo, Matteo Leone.
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M° Olfelio Michielan CN 6° DAN, Commissario Nazionali Kata e Kumite FIKTA-ISI.
GALLI impianti di D. & G. Galli sas 21052 Busto Arsizio - viale Rimembranze 6 Tel. e Fax 0331.636.294 - 0331.070.722 Daniele 348.420.55.97 Venerdì 30 Aprile 2010 •
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Campionati Italiani Assoluti di Karate tradizionale 8-9 Maggio 2010
Il Fukugo La gara di fukugo prevede l’alternarsi di fasi di kumite e kata. Le fasi sono organizzate in modo che, in ogni caso, l’ultimo incontro sia di kumite. Emerge l’atleta in grado di eccellere sia nella specialità tecnica del kata che nel kumite, dove è invece determinante la grinta, la volontà di emergere e di imporsi sull’avversario. L’atleta deve essere versatile, pronto a confrontarsi nelle prove di forma, dove centrali sono la concentrazione e la precisione, e subito dopo nel kumite, dove il diretto con-
Enbu L’ENBU è la simulazione di un combattimento reale nella tradizione del Budo, un combattimento libero (Kumite), cioè per la vita o per la morte. Le azioni devono essere iamprontate alla massima efficacia ma anche all’economia del movimento e del tempo, con l’utilizzo di una strategia adeguata. Trattandosi di una specialità molto particolare e tecnica, la prestazione degli atleti è valutata in base ad una serie di parametri.
fronto con un avversario impone l’attenzione alla giusta strategia e alla corretta scelta di tempo per vincere. Il Fukugo è una gara molto particolare: solo l’atleta completo, con caratteristiche fisiche tipiche dello “specialista” di kata, ma con il carattere che contraddistingue il combattente “puro”, è davvero adatto a questa specialità. Nella gara di fukugo si confrontano gli atleti più giovani (17/18 anni) nella categoria Speranze, i più esperti nelle categorie Juniores/senjores (19/35 anni).
SILVIO CAMPARI, classe 1968, pluridecorato campione italiano, europeo e mondiale nelle diverse specialità del Fukugo, Enbu, Kumite atleta “versatile” per eccellenza. Vanta un curriculum di tutto rispetto: 7 volte campione europeo di fukugo 1 volta campione mondiale di fukugo 7 volte campione europeo di enbu m/f 9 volte campione europeo di enbu m/m 3 volte campione mondiale di enbu m/f 3 volte campione mondiale di enbu m/m 3º class Coppa del Mondo - Varsavia - Kata - Kumite 2º class Coppa del Mondo - Mosca - Fukugo
Christian Zanovello, impegnato in una gara di Fukugo nell’esecuzione del Kata Kittey.
TECNICA L’uso delle tecniche deve essere effettuato in maniera corretta secondo i canoni del karate tradizionale. Indispensabile è possedere UKE WAZA e KIME WAZA. Si intende per UKE WAZA la capacità di padroneggiare una tecnica di parata, diverse schivate (SABAKI e KAWASHI), in modo tale da neutralizzare completamente un attacco dell’avversario. Si intende per KIME WAZA una tecnica definitiva - TODOME - ossia tecnica della massima efficacia, tale da porre fine ad un combattimento. Gli atleti devono mostrare di possedere la padronanza della distanza in ogni situazione significa capire la propria posizione rispetto a quella dell’avversario. L’ENBU deve anche essere ba-
sato sulle caratteristiche fisiche e tecniche specifiche di ogni singolo atleta: in questo modo verranno esaltati maggiormente l’originalità e l’aspetto ginnico-sportivo dell’esecuzione. Nell’ENBU è fondamentale mantenere un’elevata capacità di concentrazione, zan-
shin e spirito combattivo, per tutta la durata del combattimento. L’atteggiamento mentale ZANSHIN - trova un suo riscontro a livello fisico, consentendo all’atleta di sfruttare al massimo le sue qualità tecniche in relazione al tempo e alla distanza e quindi elevando il suo livello di KURAI.
Enbu maschio/maschio: Mirko Saffiotti (sinistra) pluridecori campione italiano europeo e mondiale di kata a squadre ed enbu.
Sotto: Christian Zanovello e Alessia Averna in una fase dell’Enbu.
Il M° Gazich con i suoi allievi Alessia Averna e Christian Zanovello, medaglia d’argento Enbu M/F ai Campionati Europei di Malta, 4-5 giugno 2005.
Silvio Campari in una gara internazionale di fukugo (fase di kumite).
Tel. 0331.380.147 www.bertoncaffe.com • Venerdì 30 Aprile 2010
Alessia Averna medaglia d’oro nel Kumite e medaglia d’argento nel Fukugo ai Campionati Europei 1999 Lodz (Polonia). Venerdì 30 Aprile 2010 •
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Karate come disciplina educativa e formativa I principi ispiratori dell’aspetto educativo del karate tradizionale sono racchiusi nelle cinque regole fondamentali del Dojo (DOJOKUN): 1. Perfezionamento 2. Sincerità 3. Costanza 4. Rettitudine 5. Rispetto BAMBINI Il karate è uno sport completo: coinvolge ogni parte del corpo, sviluppandolo in modo armonico e simmetrico, dà scioltezza articolare, tonifica, sviluppa i riflessi e la coordinazione. Il karate non è uno sport violento ma è una disciplina che cura lo sviluppo psico-fisico, rafforza il corpo e il carattere. Oltre a ciò è estremamente utile come autodifesa: attraverso la consapevolezza delle proprie capacità e potenzialità, consente di acquisire maggiore sicurezza e determi-
nazione. I bambini, divertendosi, imparano la disciplina, l’autocontrollo e le regole fondamentali per una buona convivenza sociale. TERZA ETÀ Il karate può essere praticato da uomini e donne di ogni età: non c’è limite. Se le condizioni generali lo consentono, persone anche in età avanzata possono praticare karate e approfondirne la conoscenza sia sotto l’aspetto della pratica sportiva, sia sotto l’aspetto dello studio filosofico-storico-psicologico. Nella F.I.K.T.A., infatti sono previste sessioni d’esami per praticanti OVER 50 : è quindi possibile acquisire qualifiche e gradi per chi si allena con costanza e continuità. Il M° Gazich con Vitale Prospero, classe 1931, arrivato al grado di cintura nera 3° Dan.
Il Bu Do Kan PALMARES BU DO KAN COPPA DEL MONDO 2 terzi posti - Mosca 2000
CAMPIONATI MONDIALI 1 primo posto Vilnjius - Lituania 2008 2 secondi posti Davos 2004 Saskatoon (Canada) 2006
CAMPIONATI EUROPEI 5 primi posti • Atene 1989 - Polonia 1999 Mosca 2002 Skopije 2004 - Polonia 2006 Per i ragazzi, il karate è un bellissimo divertimento.
Oss,
DOJO KUN
3 secondi posti • Skopje (Macedonia) 1995 Lodz (Polonia) 1999 Malta 2005 4 terzi posti • Oporto 2001 - Vilnius (Lituania) 2003 - Skopije 2004 - Malta 2005)
CAMPIONATI ITALIANI ASSOLUTI FEDERALI 31 primi posti - 23 secondi posti - 45 terzi posti
L’A.S.D. POLISPORTIVA BU DO KAN è stata fondata nel 1980 dal M° Giorgio Gazich, 6° Dan. È istruttore dal 1978, Maestro e Arbitro Nazionale dal 1982, Arbitro Internazionale dal 1990. Nel gennaio 1999 la F.I.K.T.A. gli ha conferito il grado di 6° Dan. Ha formato agonisti di rilievo nazionale ed internazionale, numerosi istruttori, alcuni maestri ed un centinaio di cinture nere. È attualmente un punto di riferimento per lo sviluppo della scuola di karate tradizionale nel nostro territorio, dove sono nate, tra il 1992 ed oggi, altre 8 realtà BU DO KAN. Pratica karate da oltre 30 anni. In 25 anni di insegnamento ha avvicinato a questa disciplina oltre 2000 persone. Si allena costantemente ed è allievo del M° Hiroshi Shirai, 9° Dan, promotore e guida del karate tradizionale a livello nazionale ed internazionale.
DIRIGENZA BU DO KAN Presidente e Direttore Tecnico M° Giorgio Gazich Vice-Presidenti Marco Colombo Ernesto Cardani Segretaria Anna Gomiero Tesoriere Francesca Folloni
Il M° Shirai, 9° Dan, con il suo allievo, M° Gazich.
Consiglieri Pino Tuzzolino Giorgio De Bernardi Maurilio Zagatto Paolo Garghetti
A destra: la Squadra Medaglia d’oro ai Campionati Regionali F.I.K.T.A. di Caravaggio 10/11 aprile 2010 - Fascia C (1° Dan). Da sinistra: Leonardo Orsello, Arturo Boderone, Andrea Anaclerio.
COPPA SHOTOKAN 5 Primi posti 2 secondi posti - 5 terzi posti
TROFEO DELLE REGIONI 11 primi posti 7 secondi posti 12 terzi posti
Sotto: gli agonisti del Bu Do Kan ai Campionati Regionali 2010 di Caravaggio (Bg) con il Direttore Tecnico, M° Giorgio Gazich, e il Presidente Della Commissione Tecnica Federale F.I.K.T.A., (a destra del M° Gazich), Dino Contarelli.
Campioni d’Italia di Kumite a squadre serie “A” 2007. La squadra di Kumite del Bu Do Kan Christian Zanovello, Marco Brogna, Matteo Prandoni, Kamal Bougdaova, Stefano Zanovello, Riccardo Loner, Andrea Relloncelli.
Hitotsu, Jinkaku Kansei ni Tsutomuru Koto Il Karate è mezzo per migliorare il carattere Hitotsu, Makoto no Michi o Mamoru Koto Il Karate è via di sincerità Hitotsu, Doryoku no Seishin o Yashinau Koto Il Karate è mezzo per rafforzare la costanza dello spirito Hitotsu, Reigi o Omonzuru Koto Il Karate è via per imparare il rispetto universale Hitotsu, Kekki no Yu o Imashimuru Koto Il Karate è via per acquisire l’autocontrollo Oss. • Venerdì 30 Aprile 2010
Venerdì 30 Aprile 2010 •
Centro Arti Marziali e Ginniche • Scuola di Karate tradizionale
SEDI E PALESTRE Busto Arsizio Castellanza Gallarate Laveno Legnano Magnago Samarate Solbiate Olona Varese
S.M. Bossi S.E. De Amicis c/o Soc. Ginnastica Scuole G. Pascoli Scuole Cantù S. E. Bienate S.M. Samarate Scuola Elementare Palestra ex-pompieri
Via Dante 5 Via Moncucco 17 Via Pegoraro 1 Via Labiena 86 Via Cantù Via Leopardi 5 Via 5 Giornate Via XXV Aprile Via XXV Aprile 24
Polisportiva Bu Do Kan - Centro Arti Marziali e Ginniche Associazione Sportiva Dilettantistica e Culturale Via Dante 5 - 21052 Busto Arsizio Tel. 0331.632.301 • e-mail: segreteria@budokan.it
w w w. b u d o k a n . i t