Requalify

IUAV Facoltà di Architettura Corso di laurea magistrale in Architettura del paesaggio e Sostenibilità a.a. 2013-2014

Densificazione del quartiere di Les Tres Torres in Sarrià-Sant Gervasi, Barcellona.

Beatrice Scarparo Matricola 275253 Relatori: Giovanni Mucelli, Roberta Albiero

R

E

Q U A L

URBAN

Y

Densificazione del quartiere di Les Tres Torres in SarriĂ -Sant Gervasi, Barcellona.

Beatrice Scarparo Matricola 275253 Relatori: Giovanni Mucelli, Roberta Albiero

IN TRO PIX

TRAM 2

HORIZONTALIDAD

LAURA ALCONERO ALEX BRULL BEATRICE SCARPARO CARLES MURO CARME RIBAS TON SALVADOR

OTOÑO 2013

Alzado recorrido

VIA VERDE CIUDAD

VIA

IDA

RÀP

DAD

CIU

Berjas

CALLE BARRIO

Tipologia calle Tres Torres

VIA

ANA

URB

DAD

CIU

Sección calle Tres Torres

CRITERIOS GENERALES DE ACTUACIÓN

IDO

ORR

REC

IDO

ORR

REC

Polos opuestos

RIO

BAR

RIO

BAR Espacios abiertos

Residència d’avis

Viver d’empreses Terciari

Escola

Escola

Centre Cívic Tres Torres

Tallers

Traspoaso de edificación

Residència d’estudiants

Actividad mañana

noche Biblioteca Actividad St. Gervasi Escola

Mercat

Terciari Terciari Cintre Cívic de Sarrià

celona

Terciari

Terciari

Espai jove

Biblioteca Sarrià

Relación espacios abiertos

Actividad tarde

Centre Cívic St. Gervasi

Oficines Actividad sàbadoEspacois + Usos Genova - Barcelona

La proposta di tesi nasce dall’esperienza di studi compiuta all’università ETSAB di Barcellona durante l’ultimo anno di carriera universitaria.

6

Traspoaso de edificabilidad

Relación espacios abiertos

La proposta di tesi nasce dall’esperienza di studi compiuta all’università ETSAB di Barcellona durante l’ultimo anno di carriera universitaria.

L’approccio urbanistico del laboratorio del quinto anno ha offerto la possibilità di approfondire la conoscenza di aree oltre i limiti usuali della conosciutissima Barcellona.

Il soggetto preso in analisi era la fascia occidentale dell’autostrada che percorre circolarmente tutto il perimetro della città, tenendo uniti la maggior quantità di distretti di cui è composta. Di massima importanza era quindi la relazione architettonica, urbanistica e sociale che questa infrastruttura creava nei confronti dei quartieri in cui essa è inserita.

A differenza di molti progetti sviluppati sempre accostati al percorso dell’autostrada stessa, il mio sguardo è stato rivolto maggiormente a come il grande flusso di circolazione che porta questa immensa arteria, possa mutare la forma e le esigenze dell’urbanizzazione limitrofa esistente.

Il focus progettuale cambia così locazione, dislocandosi nella fascia compresa tra il soggetto iniziale dell’intervento e il tessuto urbano ottocentesco dell’Eixample.

Il tessuto urbano di questo quartiere presenta caratteristiche completamente diverse da quelle che siamo abituati a immaginare quando pensiamo alla Metropoli catalana e solo attraverso il contatto diretto con questi spazi si riescono a percepire la reale dimensione urbana e le necessità che questo luogo richiede.

Di primaria importanza sono di sicuro il potenziamento di servizi di ricreazione per il residente, attraverso il riuso degli spazi cittadini che ad oggi si trovano a svolgere un ruolo marginale Il progetto comunale di tre nuove stazioni metropolitane è lo spunto d’avvio dello sviluppo di un nuovo percorso verde che riqualifichi quest’area, proponendo nuove situazioni e attività più vicine al cittadino, convogliando l’operosità dall’interno degli edifici all’aria aperta.

7

8

PROGETTO 9

DESCRIZIONE DELL’AREA DI PROGETTO

10

Quinto tra i distretti che compongono la complessa metropoli spagnola, situato ad occidente, Sant Gervasi-Sarrà ospita 140.461 abitanti (2005), secondo solo a Sants-Montjuic, sebbene abbia una densità di 6.992 ab./km2.

Anticamente tutto questo territorio era composto da piccoli villaggi di campagna, che con l’avvento della rivoluzione industriale e la crescita demografica del XIX, cominciarono ad essere meta della borghesia locale.

La necessità di comunicazione tra il centro storico della città e queste zone rurali, diede origine a una moltitudine di strade, che ancora attualmente fanno parte della trama urbana.

L’area di appartenenza del quartiere preso in esame, è caratterizzata da una morfologia inclinata che sale dall’Avinguda diagonal fino alla Ronda del Dalt, con inclinazione più accentuata nella zona di Vallmajor, la collina di Monterols e il Jardins del Turò del Putget.

Dalla Ronda del Dalt va poi sempre più densificandosi fino a creare l’avvallamento collinare che si scorge già dalla Barceloneta. La collina più importante che compone questo skyline è quella del Tibidabo, alta 512 metri, che ospita il secondo parco d’attrazioni ancora funzionate più antico d’Europa.

Sulla cima vi è situata anche la chiesa dedicata a San Giovanni Bosco, la chiesa modernista del Sacro Cuore, d’età successiva al parco.

11

Grazie alla vicinanza con il Tibidabo, il distretto si è potuto sviluppare maggiormente attraverso la creazione delle linee di metro per congiungerlo al centro della città. Ieri come oggi è più che mai d’importanza la costruzione di un’ulteriore linea metropolitana (L9); la nuova linea lunga 48 km connette i comuni di Santa Coloma de Granente, Badalona, con Hospitalet de Llobregat e il suo aeroporto. Questa linea offre servizio ai quartieri che fino ad ora dovevano servirsi solo dei mezzi di trasporto pubblici superficiali, connettendo così tutti e cinque i distretti che attraversa. Unirà anche punti strategici, centri logistici, zone di servizi, come aeroporto, zona Franca, fiera, l’amplificazione del porto, il palazzo di giustizia, il campus universitario,l a stazione di Sagrera, l’ospedale modernista patrimonio dell’Unesco Hospital de la Santa Creu i Sant Pau, il Parc Guell e il Camp Nou. Conterà 52 stazioni, tra cui quella di Sarrià, Mandri e El Putxet che percorrono tutta l’intera larghezza del quartiere di Sarrià e Sant Gervasi.

Queste zone sono state sprovviste fino ad oggi di un completo servizio pubblico perché solo di recente hanno preso importanza nel contesto quotidiano metropolitano.

12

L’area in oggetto è formata dagli antichi territori di Sant Gervasi de Cassoles e di Sarrià, che furono annessi alla città di Barcellona rispettivamente nel 1897 e 1921. Da fine ‘800 entrambi i quartieri furono scelti come luogo in cui passare il periodo estivo per la popolazione più agiata, finché non si convertirono ad effettive prime residenze dei cittadini di alto rango catalani.

Anche tutt’ora le persone che abitano questa zona detengono un tenore di vita elevato.

Tra il centro storico di Sarrià e Sant Gervasi de Cassoles, si sviluppa un ulteriore quartiere, quello di Tres Torres, l’ampliamento naturale di quelli circostanti, dando così la possibilità di continuare l’espansione di questa tipologia urbanistica. È una zona periferica con poche caratteristiche di interesse socio/culturali e per questo viene surclassata dei distretti che la racchiudono, Sarrià, La Bonanova e Sant Gervasi. Le uniche arterie importanti che l’attraversano sono via Augusta e la Ronda del General mitre che la tripartiscono ma non ne intaccano la trama urbana ambia e regolare.

Le strade sono apparentemente abbastanza generose e sostengono un capiente flusso di veicoli, portando però la sezione pedonale a misure molto ristrette, per poter agevolare la viabilità e il posizionamento di una grandi quantità di parcheggi che seguono tutta la lunghezza delle strade. In molte sezioni stradali vengono collocati filari di grandi alberi latifoglie,che diventano però ulteriore ostacolo per la fascia pedonale non avendo la possibilità da allargarsi.

13

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

Come assi commerciali primarie troviamo solo la Ronda del General Mitre, Vergos e ai piedi del distretto la Diagonal, nucleo commerciale privilegiato grazie ai molti centri commerciali che si trovano giusto nell’unione tra i quartieri più ricchi della città.

Il progetto, esempio che caratterizza quest’area commerciale, è la Illa, un sistema complesso di riqualificazione compiuto da Rafael Moneo e Manuel de solà-Morales.

La Illa Diagonal, un enorme centro commerciale con annessi svariati tipi di negozi, uffici, ristoranti, era la più grande operazione urbana nella Barcellona delle Olimpiadi del ’92, importante per la sua analisi tipologica e per il riordino degli spazi pubblici oltre che una dimostrazione delle tesi sul progetto urbano.

In questa circostanza il progetto urbano era interpretato come una “supermanzana” che organizza un’intera parte di città, con la creazione di attrezzature di quartiere, l’integrazione di altre costruzioni private, e che dimostra la possibilità di inserire un gigantesco centro commerciale nel cuore di Barcellona, continuando a fare città invece di distruggerla. Si voleva quindi unificare i requisiti in materia di gestione della strada comunale, la creazione di spazi e strutture per il quartiere di Les Corts e di Sarrià -Sarrià e Sant Gervasi.

14

DC

DC

DC

DC

DC DR DR

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DR

DC DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

DC

Quest’ultimo rimane comunque un quartiere residenziale per una classe sociale più agiata e, spostandosi all’interno di Tres Torres, è totalmente priva di servizi commerciali e a stento presenta spazi aperti pubblici.

Dovuto al suo prestigio presenta comunque servizi dai connotati elevati, come università e cliniche private. Ve ne sono moltissime sparse per tutta l’area, in maniera irregolare, ma concentrate di più tra Passeig de la Bonanova e la Ronda de Dalt.

Un predominio di edifici isolati di altezza media, che accolgono ampi appartamenti di standard elevato, a volte circondato da un piccolo spazio comunitario, compongono Tre Torres e lo rendono un quartiere silenzioso, pulito e tranquillo, senza commercio, dove predomina il paesaggio lussuoso e modesto del XX secolo, caratterizzato dalla presenza di molte ville, ‘Torres’.

15

16

17

SPIEGAZIONE DELL’INTERVENTO

il primo approccio verso l’area di progetto si focalizza sullo spazio pubblico frammentato che si sviluppa in tutta l’area.

Evidenziando le tre nuove fermate della metropolitana L9 si scorge un potenziale percorso di collegamento tra esse che può svilupparsi seguendo molteplici spazi verdi preesistenti, ora non utilizzati o mal programmati.

Intervento primario è quindi la riappropriazione di questi spazi cercando di creare un percorso più unitario, che dia la possibilità ai cittadini di percorrere in maniera rapida e diretta tutta l’area per raggiungere le stazioni della metropolitana.

Per convogliare e invogliare il flusso delle persone a seguire questo percorso, è però necessario un intervento di tipo architettonico che non si fermi solo alla riorganizzazione della sezione stradale o del verde pubblico, ma che si occupi di plasmare luoghi chiusi adibiti al commercio, hobby e terziario in genere.

L’intervento però non vuole costruire strutture ex novo per non invadere troppo il territorio e occupare ulteriore porzioni di spazi che potrebbero invece essere utilizzati come suolo pubblico Per fare questo si è deciso quindi di analizzare gli edifici circostanti per capire la loro funzionalità e la relazione con il livello stradale che è il contatto diretto con il pedone.

Percorrendo questo territorio si nota nell’immediato come gli edifici abbiano caratteristiche inusuali rispetto ai volumi che si incontrano nell’area di Barcellona.

Siamo soliti vedere strutture a contatto diretto con la strada, con il piano terra adibito a commercio; la porzione di Les Tres Torres invece è caratterizzata da una molteplicità di edifici tra i sei e gli otto piani con accesso ad un piano semi interrato rispetto alla linea di livello stradale.

Questo crea chiaramente difficoltà nell’appropriarsi del piano terra degli edifici perché sviluppati proprio come solo entrata ed accesso ai vani scala di collegamento ai piani superiori. Da qui nasce l’idea di sfruttare la pendenza della morfologia del territorio.

Il primo piano spesso coincide con il livello stradale di risalita verso la Ronda del Dalt, permettendo così l’acceso a quel piano che inizialmente sembrava impenetrabile.

Dopo queste valutazioni è stato necessario trovare quali di questi edifici potessero essere più adatti a questo tipo di intervento.

Scelto il percorso, gli spazi verdi da riqualificare e gli edifici che si prestano maggiormente ad accogliere porzioni di terziario, lo step successivo è stato la progettazione delle strutture che potessero accogliere i nuovi servizi.

18

Masterplan generale.

Sezione longitudinale.

19

Sezioni Stradali, stato di fatto e proposta di progetto.

20

Il gesto progettuale si basa sull’idea di architettura parassita. Una architettura leggera che si appropria del prospetto dell’esistente, e non solo, per realizzare un volume nuovo diametralmente opposto all’edificio che lo accoglie.

La struttura in acciaio e vetro, dalle caratteristiche tecnologiche semplici e di poco impatto, risaltano comunque in maniera evidente nel contesto dell’edificato spesso in mattoni a faccia vista o calcestruzzo.

Prima di addossare l’organismo all’esistente viene fatto un gesto di svuotamento. Vengono liberati alcune residenze all’interno del primo e secondo piano, che si affacciano verso il percorso verde delineato, mentre il prospetto verso la strada rimane immutato. E’ quindi necessario penetrare attraverso l’attuale tratto pedonale se si vuole accedere a quello che ora è il nuovo zoccolo adibito ai servizi verso il pubblico.

La tecnologia utilizzata è tendenzialmente disassemblabile, per avere più attenzione verso una città che muta velocemente nel corso degli anni.

Anche se il processo di trasformazione della struttura non è semplice, si ha comunque la possibilità di cambiarla a seconda delle esigenze della società in cui è inserita.

Il progetto si introduce nel tessuto urbano esistente riqualificandolo, costruendo nuove relazioni concettuali e fisiche che coinvolgono i volumi esistenti lasciandone il più possibile immutata l’identità formale.

Le architetture immesse svolgono un ruolo primario nell’assegnazione di un diverso significato dello spazio in cui vengono collocate, senza stravolgere in maniera radicale la loro natura.

Questa strategia viene adottata per coniugare il rapporto tra pubblico e privato, del pieno e del vuoto, soprattutto per attribuire nuovi valori allo spazio delle relazioni.

Le ‘architetture parassite’ utilizzano i vani scala dell’edificio a cui sono addossate solo per funzioni secondarie, mentre gli usuari possono accedere agli spazi commerciali attraverso nuove rampe o scale sempre all’esterno.

Il risultato complessivo è un sistema di volumi vetrati collegati da ballatoi e piazze d’acciaio.

Dove possibile sono state posizionate delle vasche di verde per diminuire l’ irraggiamento delle strutture esistenti; inoltre è stato adottato un sistema di raffrescamento a pavimento lungo tutto il solaio della struttura.

Si tratta di un impianto composto da diversi condotti posizionati sotto un pavimento flottante, che trasportano un sottile velo d’acqua di recupero che funge da scambiatore di calore.

Caixa Forum, Madrid. Herzog & de Meuron

21

Come metodo di attrazione per il cittadino, oltre al posizionamento di terziario nelle aree prescelte si decide di organizzare il verde a seconda dalle attività che questo può generare.

Negli ultimi anni lo stile di vita cittadino è sensibilmente cambiato ed è più affacciato verso l’idea di ritorno alla natura.

Le persone sono affascinate dal sogno di poter recuperare le antiche tradizioni, ma nei limiti dettati dal luogo in cui vivono. Una maggiore informazione sullo stile di vita migliore, sulla qualità dell’alimentazione e sulla necessità fisica di mantenere un contatto con l’ambiente, ha portato i cittadini a una richiesta sempre maggiore di spazi urbani da poter adibire a piccole coltivazioni.

L’idea dell’orto urbano però non è sempre molto chiara: si può concepire l’orto urbano come solo e semplice luogo in cui investire il proprio tempo libero oppure pensarlo come effettivo luogo di autosufficiente produzione personale.

Perché questo tipo di intervento funzioni si devono scegliere delle dimensioni adatte agli obiettivi che ci si è prefissati.

Infatti nel quartiere di Sarrà-Sant Gervasi il comune ha risposto alla domanda di spazi per la coltivazione, fatta da molti cittadini del luogo, donando uno spazio veramente limitato che risulta insufficiente per qualsiasi tipo di reale necessità di coltivo. L’area destinata è uno spazio di risulta del lotto in cui è situato il complesso della stazione del ferrocaril di Sarrià realizzata da Carlos Ferrater.

Seguendo queste motivazioni, per il progetto si è pensato di organizzare il verde urbano seguendo una linea che ha come focus la volontà di offrire dei luoghi e dei recinti in cui il coltivare fa da protagonista.

Gli spazi più aperti che compongono il masterplan, che si susseguono l’un l’altro seguendo il percorso di unione tra le stazioni della metropolitana, vengono suddivisi per categoria di verde: orticola, frutticola e aromatica.

22

23

Frutteto Frutteto

Serra ortaggi.

Serra ortaggi Serra ortaggi

Porticato

Porticato per rampicanti

Porticato

24

Frutteto

Frutteto.

All’inizio del percorso da Via Augusta si è andati a collocare una serra, non climatizzata, che funge da portale per l’area di progetto. Essa crea un collegamento attraverso una rampa, tra i due diversi livelli della strada principale e dell’uscita della stazione di Sarrià.

Dopo aver ottenuto più superficie, diminuendo la sezione stradale per arricchire quella pedonale, viene adagiata al suolo una successione di sezioni lignee diversamente distanziate tra loro. Attraverso il loro profilo morbido, che cambia lungo tutta la loro profondità, si cerca di donare al prospetto stradale un’inusuale fluidità.

Lo spazio che questo volume delimita viene adibito a una scansione di orti urbani coperti. La serra pur non essendo climatizzata ha la proprietà di difendere le colture dal forte sole diretto che invade la superficie ( in questa porzione di progetto, gli edifici non aiutano nell’ombreggiamento, perchè troppo bassi o distanti dall’area pedonale).

Un fattore di protezione aggiuntivo è dato dalla possibilità di chiusura delle teste del volume, attraverso delle vetrate a tutt’altezza, in questo modo si ha la possibilità di controllare la permeabilità della serra in base ai periodi e alle necessità. Questa tipologia di struttura, arricchita a richiesta di ulteriori piani autoportanti in acciaio, viene quindi adibita alla cultura di ortaggi, ma può essere intesa anche come spazio fruibile da qualsiasi usuario; è un area ricreativa in cui poter svolgere diverse attività sotto una piacevole ombra.

Questa tipologia viene ripetuta ulteriormente nell’ultima fascia di masterplan all’interno di una ‘manzana’ riqualificata a parco.

L’area adibita alle piante aromatiche invece si sviluppa attorno all’antico cimitero di Sarrià. Questo spazio ora è un parco inutilizzato e circoscritto da una serie di edifici che lo nascondono completamente. Per valorizzare questa porzione urbana, in cui di progetto vengono inserite una serie di architetture parassite, viene liberata tutta la superficie e suddivisa in una sequenza di fasce per richiamare la scansione della grande serra descritta precedentemente. In ogni banda vengono inserite diverse qualità di piante, dall’albero all’arbusto, con la tendenza a lasciar crescere spontaneamente la vegetazione così da ricreare un paesaggio con una nuova naturalità.

Lo spazio viene organizzato anche attraverso una grande vasca di raccolta dell’acqua, scandita da un lungo porticato in legno che fa da sostegno alle piante rampicanti come l’orchidea della vaniglia, creando un percorso ombreggiato di collegamento tra i lati opposti del parco.

Accostato alla nuova fermata della metropolitana di Mandri si sviluppa la sezione dedicata alle piante frutticole. Il parco presenta una morfologia irregolare che viene sfruttata per organizzare i percorsi e gli spazi verdi del parco. Quest’area così ampia si presta per la piantumazione di filari di alberi e piante da frutto di vario tipo. La serra progettata per questo tipo di coltura è in realtà una sorta di recinto visivo completamente permeabile ad altezza uomo. La struttura semplice in acciaio viene rivestita da una lamiera stirata lungo tutto il perimetro superiore e lasciata senza copertura per dare luce piena e diretta alle folte chiome . Quando la serra viene addossata ad un avvallamento diventa struttura di sostegno per piante da frutto rampicanti o infestanti, in questo modo il suo prospetto è in continuo divenire in base alle stagioni.

Per questo spazio non è previsto nessun tipo di chiusura, viene lasciato totalmente libero di essere vissuto in qualsivoglia momento e di poter sfruttare a pieno l’ombreggiamento degli alberi.

25

26

La complessità paesaggistica è a completa disposizione del cittadino. Ogni luogo può essere sfruttato al meglio sia come passaggio che come area di sosta, oltre che ad essere utilizzato per la sua vera natura. L’utente può quindi decidere quanto approfittare dello spazio a lui concesso. Se pensa di intraprendere l’attività ricreativa di cultore, viene inserito in una dimensione didattica organizzata da un ente specializzato.

Questo avviene per facilitare e aiutare il cittadino che spesso non ha idea di cosa voglia veramente dire coltivare perchè sempre vissuto in un clima urbano, lontano della dimensione rurale.

Da qui nasce il progetto centrale del campus studentesco, situato al posto dell’attuale Jardin del Doctor Roig i Raventos.

Il campus oltre ad avere le caratteristiche del verde organizzato e di essere intaccato dalle architetture parassite come il resto del percorso, è formato da quattro volumi ben distinti che si connettono tra loro, tre dei quali sollevandosi da terra aumentando la permeabilità dell’ area come le strutture leggere che si snodano lungo il masterplan.

Pianta coperture

27

Accessi

Destinazioni d’uso

TiO2

Sistemi tecnologici

28

L’ intervento principale del progetto cerca di aumentare il più possibile la percorribilità pubblica sotto di esso, regalando spazi alla cittadinaza come il mercato ortofrutticolo collocato al di sotto della scuola . Questo ambiente, rappresentato da un volume vetrato che spicca sui bordi della piazza, consente inoltre l’accesso al basamento dei corpi di fabbrica dove trova locazione un parcheggio interrato ed un sistema di percorsi che ricerca le ombre offerte dai dislivelli pedonali e privati dell’area.

Sul basamento principale si erge l’istituto universitario che ospita aule, laboratori e biblioteca. La peculiarità tecnologica di questo braccio dell’intervento si trova nella volumetria studiata per ottimizzare i rapporti aeroilluminanti, relazionandoli con l’ambiente circostante in modo tale da ottimizzare le prestazioni degli ambienti interni.

Un vibrante rivestimento meccanizzato di brise soleil garantisce un ottimale ombreggiamento delle strutture e degli ambienti. Peculiarità di questo sistema sono le lastre in vetro fotovoltaico basso emissivo che svolge la funzione duale di garantire un ombreggiamento efficiente ed un recupero energetico significativo; il sistema meccanizzato di schermatura si autoregola a seconda dell’ora del giorno per garantire l’ombreggiamento desiderato ed un efficientamento dell’ utile dei pannelli fotovoltaici. La facciata nord invece è completamente vetrata in modo da favorire l’accesso della luce riflessa. La struttura a piani sfalsati crea un movimentato sistema di ombre e terrazzamenti percorribili che esasperano la vibrazione del prospetto sud.

Sezione Sud

29

30

A

A

A

A B

D

A

B

A

B

C

A

C

C

D

F E

E

F

C

A

A

A

A

B

B

B

D

C

C

C

A

E

A

A

A

A

G

A

A

A

B C

B C

B C

D

B

Bar - Ristorante

Destinazioni d’uso

Servizi

H

A

B

Hall

Mercato

Coltivazione multilivello C

Magazzino

A

B

Coltivazione D

Aule Laboratorio

C

Sala impianti

Magazzino

A

D

F

E

Spazi commerciali

Magazzino

A

Garage interrato

E

A

Dormitorio Spazi comuni

Uffici

Cucine

Hall

Hall

B C

E

A

D

Biblioteca

A

Sala esposizioni

Aule Laboratorio F

B

Servizi Sala impianti

Sala conferenze

G

C H

D

B

A

C

B

D

A

C

E

A

C D

B

D

F

G

E

H

E

B

F

A

A

C D

A

31

Attacco a terra a due diversi livelli

32

Altro elemento di forte orizzontalità è lo studentato, esistente nel braccio est, che comunica fortemente con il volume della scuola pur tuttavia distaccandosi da terra per dare accesso all’area.

Inoltre questo permette al vento fresco che caratterizza questa fascia collinare della metropoli di agire in modo più efficiente sul corpo di fabbrica.

Ad incorniciare questo sollevamento ci sono i blocchi scale della fabbrica che danno accesso ai dormitori. Il prospetto sud comunica in modo forte con il gemello del braccio ovest, presentando anch’esso una facciata fotovoltaica ed un grande volume vetrato che fuoriesce dalla testa della fabbrica individuando gli spazi comuni dello studentato.

La facciata nord presenta una texture generata dal passo di marcapiani ed infissi che creano un gioco di sovrapposizioni con i parapetti e le assi lignee verticali a tutta altezza che offrono appiglio alle piante rampicanti di progetto; interessante è la trama di ombre generata dalla sfalsatura dei ballatoi esterni alle abitazioni che vanno ad individuare piccoli terrazzini privati.

Braccio est e braccio ovest sono messi in forte relazione formale e programmatica grazie al sistema di ombreggiamento collocato sul tetto di entrambi i volumi. Un sistema di coperture lignee di brise soleil inclinati genera uno spazio fresco ed ombreggiato che porta vantaggi sia ai suoi utilizzatori diretti sia alla struttura che in questo modo riceve un minor irraggiamento. Inoltre la struttura leggera di legno garantisce un appiglio utile alle piante rampicanti ed in vaso a sospensione, le quali aiutano ulteriormente nella funzione di raffrescamento sia aumentando l’ombreggiamento che tramite evaporazione.

Gli spazi che si vanno a creare tra tetto e sistema ombreggiante esaltano il legame con l’intorno creando un forte legame visivo con gli altri tetti calpestabili circostanti; questi spazi, aerati e piacevolmente freschi sono caratterizzati per la presenza di sedute e tavoli che aumentano la capacità sociale necessaria in uno studentato o struttura scolastica di questo tipo.

33

Ad interrompere la stretta connessione dei due bracci, est ed ovest, un grande volume verticale ospita una grande serra idroponica a più piani.

Questo volume vetrato e caratterizzato da una struttura reticolare in acciaio si comporta come edificio manifesto del progetto, incarnando le volontà dei cittadini di questa parte della città.

La struttura ospita una serie di piani altamente tecnologici che offrono la possibilità agli studenti ed ai cittadini di sperimentare nuove tecniche di coltivazioni. Un grande cavedio al centro gioca con lo spazio cittadino regalando una pioggia di rampicanti che giunge fino a terra. I due volumi “didattici” laterali sono connessi tra di loro tramite corridoi che corrono attraverso il volume della serra. Come lo studentato anche questo volume risulta essere permeabile al livello zero, eccezion fatta per un unico punto di contatto che individua un padiglione espositivo che si slancia in orizzontale verso est, continuando con delle aule didattiche a disposizione dei cittadini.

Questo volume, più degli altri corpi di fabbrica, ospita sul suo tetto un sistema verde che aiuta la climatizzazione degli ambienti sottostanti e smorza l’impatto solare anche sulla zona circostante diminuendone la rifrazione solare.

Questa asta, che va ad intaccare la fabbrica principale con caratteristiche analoghe alle architetture parassite del progetto, dà inizio ad una rete di canalette che passano fino a sotto la pavimentazione delle architetture parassite. Il sottile strato di acqua che scorre nelle canalette ne raffresca la struttura e l’aria circostante e, terminato il suo ciclo, confluisce nella grande vasca che si trova al centro della piazza.

Tutti i materiali e i sistemi costruttivi utilizzati sono stati scelti per poter rendere l’edificio il più possibile autosufficiente e sostenibile dal punto di vista energetico.

L’utilizzo di materiali di riciclo o ecosostenibliti diventa una scelta obbligatoria se si vuole creare uno spazio che doni benessere a chi poi lo deve vivere.

Nulla deve essere trascurato, e non bisogna limitare le proprie scelte solo pensando alle esigenze del momento. Da questo, la decisione di utilizzare acciaio legno e vetro come materiali dominanti nel progetto, per la loro potenziale disassemblabilità che da la possibilità di recuperarli e riciclarli e mutare il volume nel tempo.

Dove è stato necessario impiegare il calcestruzzo di cemento armato, si è optato per una mescola adittivata con biossido di titanio che aiuta la superficie a rimanere pulita e a diminuire il tasso di inquinamento nell’aria. Per i solari composti, l’utilizzo di blocchi prefabbricati di calcestruzzo armato da all’edificio più potenzialità di essere smantellato in maniera selettiva e rapida, come rapida è la posa di queste superfici, impiegando meno tempo e risparmiando energia.

Ogni componente è stato studiato per essere assemblato a secco limitando al massimo l’utilizzo di leganti o agenti difficilmente assimilabili dall’ambiente. questa concezione semplifica anche l’intervento in casi di guasti di svariata natura.

34

Sezione Nord

Sezione Sud

35

FUNZIONAMENTO SERRA IDROPONICA L­ a crescente domanda di produzione alimentare sta portando la scienza botanica a ricercare nuove soluzioni tecniche per soddisfare le nuove esigenze. Negli ultimi anni il concetto della grande produzione intensiva sta mutando, assecondando il desiderio sempre maggiore dell’autoproduzione; in ambiti rurali o periferici la possibilità di possedere uno spazio dove produrre il proprio cibo non è sicuramente un problema ma, in condizioni urbane e metropolitane questa pratica incontra non poche difficoltà.

La tecnica idroponica, largamente studiata negli ultimi decenni è arrivata ad ottenere una grande diffusione anche domestica.

Il principio fondamentale è che le piante coltivate in terreni devono sviluppare continuamente il loro apparato radicale in cerca di acqua e sostanze nutritive così che la maggior parte di energia della pianta viene impiegata per lo sviluppo radicale a svantaggio della crescita della parte aerea.

La chiave del successo per una ottima coltivazione idroponica è dovuta alla luce, l’ aria e la soluzione nutritiva che deve contenere tutti gli elementi minerali necessari per la crescita delle piante e devono essere nelle giuste proporzioni in base alle caratteristiche di ogni pianta.

Le piante in idroponica sono coltivate in un substrato inerte e sterile, come la lana di roccia, argilla, perlite, vermiculite, e alimentate con una miscela di acqua e nutrienti.

Acqua, nutrienti e aria vengono somministrati direttamente alla pianta, in questo modo viene liberata da spese energetiche superflue che vengono utilizzate per un maggiore sviluppo del tronco e della chioma dandole così un equilibrio tra radici e busto.

Le piante crescono molto più veloci e con una resa ottimale equivalente al 100%.

Tra i vantaggi di questa tecnica si hanno variabili di non poco conto in termini di risorse : con la coltura idroponica si arriva a risparmiare un 70-80% di acqua per irrigazione; le piante, oltre ad avere un maggior controllo a livello di nutrienti, sono esenti da contaminazioni tossiche dovute alle pioggie, risultano essere meno soggette a contrarre malattie dovute al contatto con la terra; l’uso di diserbanti risulta prossimo allo zero, in quanto il controllo della produzione è finalizzato alle necessità delle piante in coltura che pertanto crescono più forti di quelle infestanti. La produttività è un altro punto a favore della coltura idroponica, in alcuni casi si è arrivati ad aumentare la produttività di 8 volte, condizione dovuta anche alla possibilità di proseguire con la coltura anche oltre i limiti stagionali di fotoperiodo e temperatura.

Nonostante detenga tutti queste note positive, la coltivazione indoor idroponica risulta carente sotto il piano dell’ indipendenza energetica; la necessità di utilizzare aspiratori, pompe per l’ acqua e illuminazione non ne fa un gran alleato per quelle condizioni dove l’accesso alla rete infrastrutturale sia limitato o dispendioso. Inoltre il filtraggio delle acque reflue del sistema idroponico necessitano un doveroso trattamento di filtraggio dovuto alle sostanze contenute nei nutrienti sia al rischio di contaminazione delle acque da parte di agenti patogeni che potrebbero danneggiare o uccidere le piante. Questi sistemi non risultano essere economici, anche se esistono sistemi naturali alternativi che tuttavia richiedono altre specifiche per entrare in funzione.

Dal punto di vista dell’ impianto di illuminazione, di grande aiuto sono i nuovi sistemi di illuminazione a LED, le cui emissioni luminose possono essere regolate a seconda della coltura interessata per ottimizzarne la resa. Il consumo energetico di queste lampade, rispetto alle tradizionali ad incandescenza/vapori, risulta essere sensibilmente inferiore, oltre alla maggior durata della lampada stessa.

Altro vantaggio è la possibilità di realizzare le più svariate disposizioni, perfettamente adattabili a qualsiasi esigenza spaziale(orizzontale, verticale, cilindrico).

Questa tecnica pertanto consente un’ottima resa da un lato ma una difficoltà tecnica nella realizzazione dall’altra.

Il controllo di tutte le variabili che permettono una coltura di questo tipo ha spinto il progetto alla realizzazione di molteplici ambienti che favoriscano pertanto la declinazione corretta di queste variabili a seconda delle necessità delle varie colture.

36

Sistema idroponico per la coltura di pomodori

37

REQUALIFY si pone nel tessuto urbano con l’intento di rigenerarlo, traendo la sua forza dai vuoti esistenti e dai luoghi in divenire. Lo sguardo alla società in questo progetto vuole essere una risposta alle esigenze di una popolazione sempre più orientata verso scelte e attività collettive, dove la cooperazione e l’apprendimento saranno motivo di crescita per i cittadini e le attività limitrofe.

38

39