Riviste di progetto tra carta e digitale.

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Riviste di progetto tra carta e digitale. Beatrice Rachello


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Abstract

Questa tesi nasce con l’intento di fotografare quella che è la situazione delle riviste oggi, un periodo in cui il web e le tecnologie digitali sono entrate profondamente nel mondo della comunicazione e delle informazioni. Lo scopo della tesi è registrare come le riviste si mettano in relazione con gli strumenti digitali e con internet, come li integrano nelle proprie modalità di trasmissione delle informazioni fino a renderli parte integrante del proprio sistema. Trasformandosi da pubblicazioni periodiche fruibili sul mezzo cartaceo a piattaforme che hanno la possibilità di utilizzare diversi canali. La stesura dei capitoli parte da una sezione più generale che individua i cambiamenti introdotti dagli strumenti moderni nella trasmissione delle informazioni, in particolare nei quotidiani. Passa quindi a delineare la storia recente delle riviste, da quando la tecnologia digitale è entrata nella loro produzione, fino alla situazione contemporanea. Si analizza poi brevemente l’evoluzione dei dispositivi digitali, dei software e dei formati che permettono la pubblicazione editoriale digitale ponendo l’accento sulle modalità con cui sono connessi con la fruizione dal punto di vista dell’utente. L’analisi passa poi a definire le varie parti che compongono una rivista e la distinguono da altre pubblicazioni, confrontando le diversità tra medium cartaceo, piattaforme digitali (i tablet) e il web. Per approfondire l’analisi si è scelto un campo specifico di casi studio, le riviste di progetto italiane e in particolare quelle dotate di manifestazione cartacea, digitale e web, che viene affrontato analizzando una rosa di esempi significativi per rappresentare la situazione che vengono confrontati con altri del panorama internazionale. Tali casi studio analizzano le riviste come prodotti dal punto di vista dei contenuti, della fruizione e di come venga mantenuta un’identità visiva coerente all’interno di tutto il sistema. Le conclusioni partono principalmente da questo confronto per delineare come le riviste di progetto italiane si stanne relazionando con gli strumenti contemporanei, quali hanno integrato nel loro sistema e quali possibilità invece non sono ancora state sfruttate.

The thesis is founded on the intention of giving a profile of the situation of magazines today. A period in which the web together with digital tecnologies are entering deeply in the world of communication and information. The aim of this thesis is to register how magazines are put in relation with the digital platforms ant the internet, how they integrate this two into their mode of trasmitting information. How they become part of a system. Turning magazines from a paper based publication to a platform with the ability to use different channels. The chapters begins with a general section that identifies the changes brought by modern instruments in the transmission of information, in particular in the newspapers. Then it moves to the recent history of magazines, since digital technology has become part of their production till today. Therefore the report briefly examines the evolution of digital devices, software and formats that permit the digital publishing with an emphasis on the user experience they permit and they coma from. The analysis then goes on definig what a magazine is and what are its parts, the ones that set it apart from other publications, comparing their validity and their transformation in paper, digital and web media. The case studies focus the analysis on contents, fruition and visual identity. To give substance to the analysis we have chosen a specific field, the italian magazines of design, analyzing a list of study cases. The various examples are a comprehensive reflection of today situation and they are compared with examples of the same field in the international scene. Conclusions are mainly taken from this comparison, their aim is to outline how Italian design magazines relate to contemporary instruments. How they integrate them into their system and what possibilities haven’t yet been exploited.

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Università IUAV di Venezia Facoltà di Design e Arti Tesi di laurea magistrale in Design della Comunicazione A.A. 2013/2014 sessione di laurea: settembre 2014 “Riviste di progetto tra carta e digitale” Studente: Beatrice Rachello Matricola: 274714 Relatore: Fiorella Bulegato Correlatore: Pietro Costa


Indice

Introduzione

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La crisi dell’editoria La diffusione di internet La diffusione dei supporti per internet Lo sviluppo della free press I cambiamenti nella fruizione e la battaglia per il tempo dell’utente Il nuovo ruolo del web Verso un nuovo concetto di editoria L’importanza dell’informazione

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La situazione delle riviste oggi Le riviste e il passaggio dalla carta al digitale La situazione delle riviste contemporanee Riviste come approfondimento Sempre su carta La selezione del pubblico Un nuovo supporto e la questione delle app Tra carta, online e tablet

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Le trasformazioni delle tecnologie e della fruizione delle informazioni I supporti e i formati I software Le tipologie di informazione e fruizione dei contenuti Possibilità offerte dal digitale Il progettodella rivista tra carta e digitale Concetto o idea editoriale Struttura Oggetto Navigazione Tipografia

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Messa in pagina/Griglia Copertina Linguaggio visivo Lo spazio e il tempo Le competenze per il progetto Riviste di progetto in Italia Cenni sulla storia delle riviste di progetto italiane Classificazione e organizzazione delle riviste di progetto Riviste specializzate e specialistiche Femminili, maschili e riviste di lifestyle Organizzazione della periodicità, settimanali e mensili Introduzione ai casi studio Casi studio: riviste di progetto italiane riviste di progetto straniere Potenzialità per le riviste di progetto Fonti

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Introduzione Le riviste sono pubblicazioni che in un modo o nell’altro accompagnano tutti nella vita quotidiana, nel lavoro e nei diversi interessi di ciascuno. Rivestono differenti ruoli a seconda del tema di cui si occupano, dell’approfondimento con cui lo fanno, del modo in cui lo raccontano e sono fortemente legate alla cultura e alla situazione del presente. Possono essere utili strumenti di diffusione del sapere e di studio, come le riviste scientifiche, o dei leggeri passatempi per impegnare alcuni momenti liberi, come le riviste di intrattenimento. In questo particolare momento storico in cui la tecnologia ha ampliato e sta ampliando i supporti su cui si possono pubblicare informazioni, il mondo editoriale è in fermento per capire come conservare il proprio ruolo nell’informazione, come evolversi assieme ad essa e alle nuove possibilità digitali. Considerata la vastità e la complessità del fenomeno, la tesi si concentra sull’analisi delle trasformazioni degli aspetti progettuali riguardanti in particolare le riviste che si occupano di contenuti collegati ai temi del progetto nel passaggio dalla tradizionale veste cartacea a quella digitale, specialmente in seguito all’integrazione delle tecnologie web. Tali cambiamenti degli elementi di costruzione dell’identità visiva e fruitiva delle riviste – che interessano scelte, organizzazione e modalità d’uso dei contenuti testuali e visuali – sono analizzati nelle loro molteplici manifestazioni sui vari medium digitali. Dal punto di vista del progetto si è cercato di capire quali siano gli elementi in gioco nella costruzione del sistema di identità delle riviste nelle loro molteplici manifestazioni sui vari medium digitali. La trattazione approfondisce prima i cambiamenti nel mondo dell’informazione in un panorama generale. Si sposta poi nell’ambito più preciso delle riviste e indaga come queste sono cambiate in conseguenza all’introduzione del digitale. Ci si occupa quindi di fare il punto sulla situazione delle tecnologie concentrandosi sulle influenze tra queste e la fruizione dei contenuti. Come campione significativo si è scelto di porre l’attenzione su una categoria specifica di magazine: le riviste di progetto italiane alquanto eterogenee nelle scelte e nelle modalità di affrontare le nuove condizioni del settore, sono state analizzate attraverso una serie di casi studio che hanno permesso di identificare delle categorie.

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La crisi dell’editoria



La crisi dell’editoria

Negli ultimi quindici anni circa l’industria editoriale dei periodici, come da più fonti viene rilevato1, sta attraversando un periodo di grandi incertezze. Le cause principali si possono individuare nella crisi economica, che investe tutte le parti in gioco in questo settore, dalle case editrici ai lettori, e nel rapido sviluppo di internet e delle tecnologie ad esso collegate. La combinazione di questi due fattori ha fatto si che buona parte degli editori si trovasse impreparata ad affrontare un fenomeno che inizialmente aveva sottovalutato e senza la tranquillità economica per poter, dopo prolungate perdite nelle vendite, affrontare cambiamenti e sperimentazioni sostanziali che sarebbero invece stati, in alcuni casi, necessari per uscire da questa situazione. A sfavorire la predisposizione al cambiamento va aggiunto il fatto che per molti secoli i giornali, in particolare i quotidiani, sono stati i protagonisti della diffusione dell’informazione. L’organizzazione delle redazioni e del loro lavoro era fondata su modelli molto rigidi sviluppatisi in lunghi archi di tempo e che hanno resistito ad altre crisi nel corso della storia, come quelle seguite all’avvento del telegrafo, poi della radio e infine della televisione. Tutte queste minacce si sono sempre trasformate in strumenti che hanno migliorato le comunicazioni tra inviati e redazione, oppure in nuove possibilità di diffusione dei contenuti. Probabilmente è proprio adagiandosi su questi successi passati che le compagnie editoriali hanno evitato di investigare le ragioni della crisi e l’hanno affrontata in principio con metodi palliativi. Facendo riferimento2 alle prime fasi della crisi dei quotidiani, all’inizio anni 2000, una delle prime soluzioni adottate è stata la riduzione dei formati. Da un lato la soluzione 1 Ne danno ampio risalto tra i molti Vittorio Sabadin, L’ultima copia del “New York Times”. Il futuro dei giornali di carta, Donzelli Editore, Milano, 2007 e Francesco Franchi, Designing news: Changing the world of editorial design and information graphics, Berlino, Gestalten, 2013. 2 Vittorio Sabadin, L’ultima copia..., Donzelli Editore, Milano, 2007, cit. pp. 19-33.

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permetteva di diminuire l’utilizzo di carta che è una delle maggiori voci di spesa assieme ai costi di stampa, inchiostro e distribuzione nel bilancio di un giornale. Pioniere di questa soluzione fu Simon Kelner direttore del quotidiano inglese “The Independent” nel 2003 seguito dalle altre testate nazionali e internazionali. La soluzione successiva fu quella del passaggio al colore prima parziale e poi totale, ad esempio in Italia “La Repubblica” concluse l’operazione alla fine del 2004 seguita poi da “La Stampa” e “Il Corriere della Sera”. Il colore permetteva di attirare l’attenzione dei lettori e allo stesso tempo degli inserzionisti, di valorizzare la grafica e i servizi fotografici. Tutti questi cambiamenti avvennero nei vari stati e nelle varie redazioni con tempistiche diverse, ma nei migliori casi coincisero con un’occasione di rinnovo anche dei contenuti e un rafforzamento del reparto addetto alla grafica di informazione e alle foto. Un’altra soluzione che continua tutt’ora, fu quella dell’offerta di prodotti collaterali come libri, Vhs e poi Dvd, da comprare in allegato al giornale. Tutti questi metodi infatti hanno migliorato l’immagine dei quotidiani, il loro modo di utilizzare i canali che già venivano sfruttati da tempo, ma non si sono occupati di tenere conto di altri fattori che si stavano insinuando nel mondo delle comunicazioni.

La diffusione di internet Da quando nell’aprile del 1993 il Cern3 prese la decisione di rendere il web disponibile a tutti e senza costi, la rete e le tecnologie ad essa legate si sono sviluppate molto velocemente e si sono fatte strada nella vita di tutti i giorni e nelle abitudini delle persone portandovi notevoli cambiamenti e miglioramenti. In primo luogo il web permette potenzialmente di collegare tutti, facendo in modo che le informazioni che riporta siano accessibili e che allo stesso tempo tutti possano distribuire informazione, purché dotati degli strumenti necessari per accedere alla rete e produrre contenuti. 3 Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire ovvero l’’Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare, è il più grande laboratorio di fisica delle particelle oggi e di ricerca nella fisica delle alte energie, si occupa anche di sviluppare l’informatica per metterla al servizio della fisica ed è qui che nel 1989 è stato sviluppato il primo browser facendo nascere il web. La sua nascita si deve alle ricerche del Ministero della Difesa degli Stati Uniti.

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Ha inoltre abituato i propri utenti alla loro interattività, ovvero la possibilità di interagire con quanto si sta consultando, e alla multimedialità, cioè la fruizione attraverso diversi formati (testo, immagine, audio e video) in uno stesso contesto. La distribuzione delle informazioni sul web risponde a logiche diverse da quelle che funzionano nell’editoria tradizionalmente: si paga l’infrastruttura per accedere alla rete ma poi i contenuti e le informazioni pubblicate da qualsiasi utente, che può essere una persona, un’istituzione, un’azienda, sono disponibili immediatamente e gratuitamente. Su internet si sono sviluppate le piattaforme di aggregazione sociale o social network che permettono alle persone di collegarsi tra loro, magari ricreando le reti sociali che intrattengono nella vita di tutti i giorni, rendendo obsoleti i tradizionali mezzi di comunicazione caratterizzati dall’unidirezionalità dell’informazione, dando la possibilità di creare e pubblicare i propri contenuti, di ripubblicare contenuti provenienti dal altre pagine web, di seguire altri utenti e le informazioni che divulgano; in più queste piattaforme che aggregano le persone per similitudine di gusti e di orientamenti si stanno dimostrando anche un ottimo strumento di pressione sociale e politica, nonché di indagine. È possibile quindi l’accesso a qualsiasi tipo di contenuto e, grazie ai motori di ricerca, una scrematura per ottenere ciò a cui si è interessati. Se inizialmente il fatto di avere letto delle notizie in internet era indice di scarsa attendibilità o addirittura cattiva informazione, nel tempo questo fenomeno è cambiato. Infatti la rete, grazie al numero e all’eterogeneità dei propri utenti, ha sviluppato la capacità di auto-correggersi rovesciando il tradizionale metodo di pubblicazione: le notizie vengono pubblicate e in seguito la comunità dei lettori ha la possibilità di correggerle e filtrarle; così funzionano fenomeni come Wikipedia a cui migliaia di persone in tutto il mondo contribuiscono con la propria esperienza e le proprie competenze.

La diffusione dei supporti per internet Negli ultimi tempi inoltre abbiamo assistito ad una notevole moltiplicazione e quindi diffusione dei supporti con cui è possibile collegarsi alla rete: personal computer, tablet, smartphone; ognuno con le proprie peculiarità che investono i modi e i tempi d’uso nella giornata del singolo utente. È proprio grazie a tutti questi dispositivi che internet è potuto entrare nelle abitudini delle persone e non essere solo

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una sorta di enciclopedia da leggere al computer o uno strumento per scambiarsi velocemente i dati all’interno della propria azienda, e nemmeno unicamente uno svago per il tempo libero. I nuovi dispositivi mettono assieme tutti questi utilizzi specializzandosi ognuno nel proprio campo: i computer coprono principalmente la fascia di utilizzo di internet per il lavoro e durante le ore lavorative, i cellulari (smartphone) per accessi rapidi continuativamente nell’arco di tutta la giornata, i tablet per momenti al di fuori delle ore lavorative e in tranquillità. Questo è l’utilizzo generalizzato dei supporti digitali al presente, ma dobbiamo tenere conto per il futuro che questi sono in continua evoluzione e che i confini tra diversi strumenti (come anche quelli tra i diversi mezzi) possono diventare sempre più sfocati influenzandosi a vicenda, replicando le qualità che soddisfano gli utenti. Bisogna anche tenere conto del fatto che la moltiplicazione delle opportunità di informarsi deve fare i conti con il tempo che l’utente può dedicare all’informazione, o alla lettura per piacere personale, ora viene diviso tra tutti questi media. Lo sviluppo della free press Il web e i dispositivi digitali non detengono però il primato di avere messo in difficoltà l’editoria, anche altri fenomeni Oltre a quelli già citati) vi hanno contribuito, ad esempio quello della free press, ovvero dei quotidiani e giornali gratuiti distribuiti in luoghi di alta frequentazione come le metropolitane, che è nato nel mercato svedese a fine anni novanta e nel decennio successivo si è progressivamente diffuso4. Questo tipo di pubblicazioni riescono a sostenersi tramite la pubblicità che offrono agli inserzionisti e secondo il meccanismo che, essendo distribuiti nelle principali città di un paese, il 90 per cento del materiale editoriale pubblicato è prodotto da un unica redazione mentre il restante, che è composto dell’informazione locale, viene esaurito da un paio di giornalisti magari giovani o alle prime armi (questo tipo di pubblicazioni non sono interessate a fregiarsi di giornalisti particolarmente autorevoli) in modo che più sono le città in cui il giornale esce e più vengono ammortizzati i costi di produzione. Il successo di queste pubblicazioni deriva da molti fattori che sono anche gli stessi pregi delle pubblicazioni online: il fatto di essere gratuiti li rende 4 Vittorio Sabadin, L’ultima copia ..., Donzelli Editore, Milano, 2007, cit. pp. 35-55.

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perfetti per chi non può/vuole pagare l’informazione, come gli studenti; l’essenzialità fa sì che vengano consumati in pochi minuti (in genere per leggerli da cima a fondo non si impiega più di venti minuti, come il tempo di una corsa media in metropolitana) dando così l’idea al lettore di essersi informato senza impiegarci troppo; non hanno bisogno del tempo per andare a comprarli ma vanno incontro ai propri potenziali utenti durante i loro spostamenti nel corso della giornata e in situazioni in cui non ha molte altre opzioni con cui intrattenersi. Questo fenomeno ci conferma che non si tratta solo di un’iniziale curiosità verso nuovi mezzi di comunicazione che sfruttano canali digitali, o semplicemente di fascinazione verso la tecnologia, ma che anche l’offerta di canali tradizionali, come appunto l’informazione tramite free press, che rivoluzionano qualcosa dell’informazione o semplicemente offrono la possibilità di scelta e rendono più agevole, praticamente automatico, l’accesso all’informazione è un bisogno sentito dagli utenti e di cui fanno uso quando ne hanno la possibilità. Anche questo fenomeno quindi contribuisce ad esaurire il tempo che le persone mettono a disposizione per l’informazione o per la lettura giornaliera fornendo le notizie di base della giornata. I cambiamenti nella fruizione e la battaglia per il tempo dell’utente La fruizione da parte degli utenti è cambiata su più fronti: come attraverso la tecnologia si ha la possibilità di accedere ai contenuti in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, sia che ci si stia recando a lavoro su un mezzo di trasporto, sia che si stia leggendo un articolo dal proprio computer per lavoro o durante una pausa, sia che ci si trovi tranquilli a casa, semplicemente avendo a disposizione un qualunque mezzo che si colleghi a internet. Il rovescio della medaglia è che il lettore ha a disposizione un tempo limitato e così tante opzioni di consultazione e fonti da avere l’imbarazzo della scelta e rischiare di ricadere sempre nelle solite, perciò i vari canali e piattaforme di distribuzione dell’informazione sono in competizione per la propria fetta di questo tempo. I canali di distribuzione tradizionali si trovano a competere difficilmente dal punto di vista del tempo perché ne richiedono un alto investimento, sia per quanto riguarda la confezione, la stampa e la distribuzione ma anche dal punto di vista del consumo del prodotto editoriale: la lettura di un intero quotidiano richiede molto tempo e sembra un investimento poco produttivo dopo che durante tutta la giornata

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si viene comunque a conoscenza delle notizie principali attraverso gli altri mezzi di comunicazione di massa. Il nuovo ruolo del web Per il mondo editoriale tutto questo significa che il suo ruolo principale non è più esclusivo e che è necessario acquisire nuove conoscenze e sviluppare nuove competenze. Innanzitutto è possibile creare e distribuire informazione saltando il filtro dell’editore, le agenzie di stampa possono aprire i propri siti web e profili sui social network, giornalisti e scrittori possono pubblicare attraverso blog privati. Per l’editoria tradizionale è stato e continua ad essere difficile capire le logiche di questo nuovo mezzo e trovare il modo e di sfruttarlo a proprio favore. Dal punto di vista economico internet ha diminuito il prezzo che gli utenti ritengono di dover pagare per l’informazione, in particolare il pubblico più giovane ritiene che questa sia un proprio diritto e che debba essere gratuita. Da un lato pubblicando online si abbassano i costi per la carta stampata e per la sua distribuzione dall’altro si possono misurare accuratamente i tempi di fruizione da parte degli utenti, fattore utile che può essere sfruttato per la vendita degli spazi pubblicitari e per la creazione di contenuti ad hoc rispetto al tempo che gli verrà dedicato e al modo in cui saranno fruiti. Altre considerazioni si insinuano al confronto con il web, come fa notare Marco Belpoliti: “Il web possiede un sistema efficacissimo per gli inserzionisti: si può visualizzare quanti clic riceve ogni pagina, quanto tempo viene letto un singolo articolo e da chi (informazioni preziose che valgono parecchio per i pubblicitari e non solo loro). Si tratta di un sistema molto più perfezionato rispetto alla tradizionale pubblicità su carta: tanti clic ci dicono quanto vale un giornale, un articolo e anche un singolo autore su Facebbok. Probabile che in un tempo relativamente breve chi oggi scrive sui quotidiani – giornalista o collaboratore – sarà compensato in proporzione ai clic che riceve dai lettori. La logica del social network è implacabile: la quantità diventa sovrana”5. Un altro cambiamento importante per il tradizionale modo di pubblicare è quello delle “unità di pubblicazione”: se è vero che lo spazio virtuale è illimitato, è anche vero che è possibile far uscire i singoli articoli appena sono pronti, senza il vincolo di dover aspettare di avere pronto l’intero 5 Marco Belpoliti, Perché non ricordo gli ebook?, www.doppiozero.com, 9 luglio 2014.

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La crisi dell’editoria

numero di un giornale, così anche le deadline non son o più così definitive perché è possibile rimaneggiare i contenuti ampliandoli o correggendoli in un secondo momento. Questo fattore è interessante da più punti di vista, sia da quello di chi pubblica che da quello di chi usufruisce della pubblicazione e che può, per esempio, accedere a contenuti specifici senza dover consultare o acquistare una pubblicazione intera. Allo stesso tempo le caratteristiche del web permettono di ampliare le informazioni date da un singolo articolo collegandolo a tutti i testi a cui fa riferimento o che siano necessari per ampliarne valenza e comprensione, anche aggiungendo quelli prodotti in seguito, che sono immediatamente consultabili dall’utente. La simultaneità di pubblicazione e circolazione porta come conseguenza la necessità di una produzione continua di contenuti secondo l’ottica del digital first, ovvero privilegiare la pubblicazione si mezzi digitali che possono essere aggiornati immediatamente, senza lasciare l’esclusiva alla pubblicazione cartacea. La distribuzione su diversi tipi di piattaforme comporta più lavoro sui contenuti, richiede che a seconda delle caratteristiche della piattaforma di destinazione le informazioni abbiano un approfondimento dedicato e in alcuni casi anche una certa forma. Verso un nuovo concetto di editoria Cambiano i confini di quella che si considera editoria: “La definizione di editoria” scrive Michela Di Stefano su draft.it “(publishing se vogliamo chiamarla in gergo internazionale) che trovate su Wikipedia indica – il processo di produzione e distribuzione di letteratura, musica o informazioni, l’attività di rendere queste informazioni disponibili al pubblico”6. L’autrice aggiunge il fatto che la definizione va senz’altro approfondita ma individua quello che è il compito principale di questa entità ovvero il processo di creazione e distribuzione dell’informazione e aggiunge che la maggior parte delle volte l’errore che viene compiuto è nel canale di distribuzione dell’informazione e nel considerare i vari canali troppo legati ai mezzi di distribuzione che tradizionalmente hanno utilizzato7 compiendo quindi lo sbaglio di usare i mezzi sba6 Michela Di Stefano, Il futuro dell’editoria: consigli per la sopravvivenza, draft.it, 11 luglio 2014. 7 Con canale di distribuzione si intendono libri, giornali, musica, film ecc. mentre con mezzi si intende la carta, l’online, la radio, il cinema ecc.

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gliati o un solo canale di distribuzione. È ancora più difficile individuare i confini dell’editoria oggi se parliamo dei nuovi esperimenti che nascono direttamente nel web ma che ci troviamo a valutare secondo i canoni tradizionali a cui ci siamo abituati a lungo andare. Un esempio un po’ estremo è medium.com, lanciato da due dei fondatori di Twitter. Tecnicamente può essere definito come una piattaforma di scrittura collaborativa, ovvero una formula ibrida di piattaforma online che mette assieme la partecipazione di chi voglia pubblicare per propria iniziativa e con una propria idea, con la selezione di autori a cui commissionare articoli oltre alla collaborazione con scrittori professionisti. Fonte di dibattito recente8 ha incuriosito perché non è solo un vero e proprio blog, in quanto i contenuti pubblicati da diversi autori si trovano tutti assieme, non è solo una rivista online perché pubblica articoli su qualsiasi tema o argomento, infine non sembrerebbe poter essere classificato nemmeno come editore perché non ne ha i limiti finanziari ed etici. Gli eventuali casi di plagio sono responsabilità dell’autore dell’articolo e non di Medium. Dopo avere acquistato la pubblicazione online “Matter”, che si occupa del campo della scienza e della tecnologia, il 9 giugno scorso il direttore ne annuncia il rilancio sulla propria piattaforma e coglie l’occasione per annunciare: “Yes, we are a publisher”9. Destreggiarsi tra tutte queste novità e possibilità e inoltre coniugarle con i modelli consolidati già presenti nell’editoria è un’operazione molto complessa, anche nel caso di Rupert Murdoch, proprietario di uno dei maggiori colossi del settore dei mezzi di comunicazione di massa e che in un discorso pubblico nel 2006 aveva così sintetizzato il bivio in cui i giornali e in generale il mondo dell’informazione si trovavano: “Le società o le compagnie che sperano che un glorioso passato le protegga dalle forze del cambiamento guidate dall’avanzante tecnologia falliranno e cadranno. […] Una nuova 8 Si consultino ad esempio www.theatlantic.com, o l’italiano www. pagina99.it. http://www.theatlantic.com/technology/archive/2013/08/ what-is-medium/278965/ ; http://www.marco.org/2013/08/05/beyour-own-platform; http://www.pagina99.it/news/cultura/6202/ Avanguardia-Medium--la-piattaforma-social.html, ultima consultazione 25 luglio 2014. 9 Williams Ev CEO di Medium su medium.com, ultima consultazione 16 luglio 2014. https://medium.com/@ev/what-is-now-the-matter-atmedium-105a334f2ea

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generazione di consumatori di media è davanti a noi e chiede di ricevere informazione quando le vuole, dove le vuole e come le vuole […] C’è un solo modo, utilizzare le nostre competenze per creare e distribuire un contenuto dinamico e brillante. Ma i giornali dovranno adattarsi, perché i loro lettori ora chiedono di ricevere notizie su una gran varietà di piattaforme: siti web, iPods, telefonia mobile, laptop. Credo che i quotidiani tradizionali avranno ancora molti anni di vita, ma sono anche convinto che nel futuro l’inchiostro e la carta saranno solo uno dei molti modi con i quali comunicheremo con i nostri lettori”10. Infatti il 15 dicembre 2012 chiude “The Daily” il quotidiano pensato esclusivamente per iPad del dal News Corp, il conglomerato mediatico di proprietà dello stesso Murdoch. Si trattava di un prodotto sviluppato in collaborazione con la stessa Apple, quindi pensato appositamente per il mezzo che sfruttava, ma evidentemente insoddisfacente per gli utenti, in particolare pare i problemi principali fossero formali, non di contenuto editoriale, come il fatto di essere ancora troppo legato alla tradizionale lettura di un quotidiano per esempio nel mantenere la periodicità di pubblicazione in un’unica uscita giornaliera e il fatto di non sfruttare i link per collegarsi ad altri articoli ma continuare a fare affidamento per tutto sulle tradizionali note a margine. In definitiva sono nati numerosi strumenti che possono migliorare e rinnovare il modo di fare informazione dal punto di vista del giornalismo, della redazione e da quello della seguente fruizione da parte degli utenti che, come abbiamo visto, non è più una fase passiva ma ha tutta una serie di risvolti sociali che chi produce informazione deve prevedere. Il dialogo tra utenti reso possibile da internet consente un immediato scambio di pareri e di esperienze sullo stesso tema con una vivacità, un dinamismo e una partecipazione impossibili in un quotidiano o in una pubblicazione stampata a causa dei suoi tempi di confezione, stampa, distribuzione e lettura. L’importanza dell’informazione L’informazione è essenziale per la vita sociale delle persone e delle istituzioni, grazie ai mezzi di comunicazione abbiamo una definizione e un’interpretazione delle basi della nostra esistenza e siamo aggiornati sui principali avvenimenti della vita civile. L’immensa mole di notizie e contenuti di 10 Vittorio Sabadin, L’ultima copia..., Donzelli Editore, Milano, 2007, cit. pp. 4-5.

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ogni tipo che circola ogni giorno può confermare che il bisogno e il desidero di informazione non è ancora venuto meno. Inoltre in questo mare di informazioni è sempre più necessario orientarsi, perciò è ancora importante il ruolo di filtro e raccolta che i giornali hanno sempre svolto, la loro funzione didattica di selezione delle informazioni imprescindibili distinguendole da altre di minore importanza preoccupandosi contemporaneamente garantirne l’attendibilità. Tutte queste attività fanno parte di una relazione tra lettore e giornale, che non è legata alla materialità del prodotto editoriale ma si inscrive nel campo dei servizi allontanandosi dalla materialità. Il compito che il lettore-utente si aspetta dal giornalismo come anche dal resto dell’editoria è quello di produrre dei contenuti di qualità che saranno poi distribuiti e quindi fruiti attraverso i mezzi più consoni e legati al tempo in cui si trovano. La chiave potrebbe dunque trovarsi nel puntare sulla forza di un prodotto editoriale ben fatto: concentrarsi sulla funzione curatoriale, didattica, analisi autorevole; e non dimenticare di integrare tutto questo con gli strumenti del presente.

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La situazione delle riviste oggi



Le riviste e il passaggio dalla carta al digitale Con il termine rivista in breve si intende una pubblicazione periodica in cui l’intervallo di tempo tra l’uscita di un numero e quello successivo non superi le 24 ore. La periodicità è una delle peculiarità di questa pubblicazione, la differenzia dagli altri prodotti editoriali, in primis il libro e il quotidiano, ed esplicita la sua natura come in divenire, un intero che non si conclude nella sua manifestazione presente ma fa parte di un discorso più ampio di cui periodicamente viene sviluppato un capitolo, il numero in uscita della rivista che è legato a tutti i numeri passati e allo stesso tempo che aggiunge qualcosa di inedito al discorso di cui fa parte. Si tratta inoltre di un’opera tematica, che si occupa di uno specifico settore ne tratta le tematiche relative in modo più o meno esauriente al fine di intrattenere, informare e aggiornare, il tutto attraverso una propria linea editoriale diversa dai concorrenti e sempre coerente in modo da creare dei valori in cui il lettore si possa ritrovare e da cui si senta rappresentato, tanto da affidarsi alla rivista e al suo ruolo di curatore. Dopo avere analizzato qual è la situazione generale nel campo dell’editoria ci avviciniamo a quella che è la categoria del nostro ambito di indagine. Partiamo dalla fine del ventesimo secolo, un periodo di boom economico in cui il consumismo è alle stelle e le case editrici di prodotti cercano di approfittare di quest’abbondanza producendo una larghissima quantità di testate e vendendone altrettante. L’introduzione delle tecnologie software e hardware che permettono il desktop publishing arrivano negli anni ottanta, ma è nel decennio successivo che la loro diffusione avanza e prende piede nel mondo delle pubblicazioni. Investe il mezzo rivista su diversi livelli: il progetto e le figure coinvolte nella sua realizzazione, la distribuzione, la stampa, l’oggetto prodotto, la riproduzione dei colori, le operazioni possibili con le immagini e gli altri elementi grafici e tipografici, ed entrando nello specifico la lista diventa molto lunga. Le riviste sentono un continuo bisogno di rinnovarsi e ade-

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guarsi alle tendenze contemporanee per il fatto che esse rappresentano i segni del tempo. Sono lo specchio dell’epoca in cui si trovano e di cui parlano, perciò è molto importante che riescano a farsi carico di questo compito di rappresentazione traducendolo nella grafica e nell’orientamento stilistico utilizzati, conciliandolo con la propria identità. Senza rimanere troppo fedeli a se stesse per non esaurire la propria vena e risultare monotone, ma anche senza andare troppo nel senso contrario con il rischio di perdere la propria riconoscibilità. Inoltre va notato che spesso i magazine che riescono a sviluppare le innovazioni più avanzate sono quelli che hanno più possibilità di sperimentare autonomamente, quelli meno vincolati dal marketing e dalle grandi tirature, diventano così un banco di prova a cui i magazine con più vincoli guarderanno e prenderanno ispirazione adattando però il modo di agire alle proprie limitazioni e in modo più graduale. Questo è avvenuto ad esempio con le riviste «Raygun» e «Beach culture» curate da David Carson che fa un largo uso della tipografia per creare il tessuto narrativo dei contenuti, puntando ad un disordine calcolato, disseminando i titoli nella pagina, variando il corpo e i caratteri delle lettere in una casualità solo apparente, giocando con elementi come le didascalie in dimensioni inattese e come la giustezza delle colonne frastagliata e sagomata in modo irregolare, attuando con tutte queste operazioni un azzeramento della leggibilità, che diventa una sorta di decifrazione, ma puntando alla diretta espressione dei contenuti attraverso la loro espressione grafica. Di contro a queste pubblicazioni che seppur molto conosciute e discusse non sono oggetto di alte tirature, arriva sempre negli anni novanta il boom dei magazine di lifestyle. Non solo per le compagnie è più facile far uscire una rivista, ma è anche più accessibile renderla esteticamente sofisticata. Mentre prima c’era bisogno di un enorme dipartimento artistico che solo le più grandi case editrici potevano permettersi di avere, ora le operazioni necessarie per ottenere gli stessi risultati sono arrivati alla portata della maggior parte delle compagnie. Se prima del boom si potevano trovare esempi innovativi e che si pregiavano di ardue sperimentazioni, si pensi a «The Face» di Neville Brody , ancora in pieni anni ottanta, con la sua copertina dedicata ogni mese ad un ritratto e le doppie pagine composte in modo all’apparenza casuale ma visivamente ben equilibrate, il retro della medaglia di questo periodo d’oro arriva però con l’inizio del nuovo secolo. Il numero dei magazine nel tempo

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La situazione delle riviste oggi

La rivista “Nice Magazine”, designer sconosciuto, 2002 circa.

è aumentato notevolmente, la varietà di testate disponibili è alta e la concorrenza si fa pesante, la competizione sugli scaffali delle edicole è serrata e tutti cercano di farsi concorrenza applicando rigidamente le regole per attirare l’attenzione. Oltre alla forma anche i contenuti devono rispondere alle richieste di marketing e pubblicità, secondo il modello “vendi la pubblicità e vendi tante copie”, dipendono dalle ricerche di mercato, da agenzie e agenti delle pubbliche relazioni di attori, pop star e altri personaggi di interesse piuttosto che da una propria linea editoriale originale. Per rendere la stampa di così alte tirature il più efficiente possibile si è, inoltre, costretti ad adottare alcune costrizioni come ad esempio dei formati standardizzati seguendo i dettami delle tipografie. A poco a poco tutti questi fattori limitano, perché influenzano pesantemente, le possibilità creative delle riviste. Questo avviene anche perché i mezzi del desktop publishing hanno progressivamente allargato in modo ulteriore il loro bacino di utenza, sono disponibili a chiunque abbia a disposizione

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In questa pagina. La pubblicazione “Naked woman covered in glitter”, novembre 2007. Nella pagina accanto. “La mas bella”, n.19, primavera 2010.

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un computer , perciò cresce il numero di persone senza un bagaglio culturale o un esperienza di progettazione o più in particolare di progettazione di riviste che possono disegnare un magazine e a cui le case editrici possono rivolgersi. Da un lato la progettazione viene dettata dalle tecnologie utilizzate, per quelli che si avvicinano al design in modo inconsapevole spinti dal fatto che ne hanno le capacità tecniche, e dall’altro da modelli preconfezionati dalla concorrenza in edicola e dalla pubblicità. Questa situazione continua fino ad arrivare agli anni duemila quando, per contrasto alla monotonia e ripetitività di alcune categorie di riviste, aumentano gli esperimenti che hanno connessioni con il campo dell’arte. Più che esempi di riviste sono dei progetti di protesta con la volontà di sottolineare la banalità e l’abbondanza di tutti questi contenuti standardizzati e gettati in pasto al vasto pubblico. Un esempio è “Nice” magazine, un parallelepipedo di legno della misura tipo di una rivista, che vuole essere un commento allo stato dell’arte e alla natura inutile di alcuna stampa del periodo; un altro esempio, del 2007, è “Naked woman covered in glitter, and words” che è una riscrittura della rivista per ragazzi “Loaded” utilizzando per ogni pagina un’unica frase che ne descriva il contenuto in tono piatto e asciutto facendo emergere la ripetitività di contenuto e iconografia del magazine originale. Questa volontà di rompere gli schemi che si sedimenta e permane anche durante tutto il decennio successivo. L’arrivo del web in modo pervasivo nell’uso quotidiano spinge


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le riviste che hanno più voglia di mettersi in gioco a riesaminare le loro caratteristiche, da un lato provoca per contrasto l’esasperazione delle qualità fisiche del prodotto, della materialità dell’oggetto; dall’altro punta su contenuti non strettamente legati all’attualità e alla diffusione di notizie, ma più inerenti l’approfondimento e l’analisi di tematiche scelte. Molte pubblicazioni si rifanno all’etimologia francese del termine magazine che significa magazzino, un luogo adibito al deposito e allo stoccaggio di merci in modo ordinato. Partendo da questa radice viene ripensato quello che una rivista può essere: una collezione, una raccolta tematica; può permettersi di allungare la propria periodicità di uscita con numeri dedicati ad un singolo artista o argomento o affidando la direzione artistica a personalità speciali anche variando ogni numero, oppure riproponendo lo stesso tema ma sottoponendolo per ogni uscita ad una persona diversa. Le riviste sperimentali che nascono su queste basi a volte

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si avvicinano di più ad oggetti da collezione, quasi dei libri d’artista. Possono essere il paradigma fondante dell’idea editoriale della rivista o esperimenti svolti una tantum per numeri speciali. Ecco alcuni esempi, più o meno recenti per chiarire meglio queste diverse operazioni. Un esperimento estremo sul tema del formato e della rivista come collezione è “La más bella” un progetto iniziato nel 1993 con sede a Madrid e periodicità annuale, ogni numero è una raccolta di oggetti a tema progettati da diversi artisti-contibutori e confezionati in un unico packaging. L’edizione del 2010 consisteva in una scarpa all’interno di una scatola con allegate numerose solette, una piuma, un sassolino, un calzascarpe, mentre quella del 2003 era un portafoglio colmo di tessere e altri documenti tutti progettati dai contributori. “Mono Kultur” è un quadrimestrale che si occupa di arte e cultura, ogni numero è una lunga e approfondita intervista ad una personalità di questo settore, selezionata attentamente secondo la formula “one interview per issue, no more no less. Carefully selected and designed. No distractions, no gossip, no trendscouting. Instead we offer opinions, experiences, lives”. Sulla formula dello stesso tema affrontato attraverso l’intervento di autori eterogenei, artisti, musicisti, registi, scrittori, giornalisti e accademici a cui viene data totale libertà di espressione nel punto di vista adottato e nei materiali e linguaggio che vogliono utilizzare per occuparsi del tema, nel 2003 esce la rivista americana “Esopus”che si propone di lasciare lo spazio delle proprie pagine agli artisti che recluta senza imporre loro alcuna mediazione, e senza la presenza di pubblicità e inserzionisti che rischiano di creare sempre qualche tipo di vincolo. La rivista “Topic”, fondata nel 2002, come è prevedibile dal nome della testa, si concentra ogni uscita su un argomento diverso su cui la redazione si documenta e raccoglie informazioni, sempre riportate con una narrazione in prima persona per rendere più familiare il rapporto con i lettori. Continuiamo a fare esperienza di questi fenomeni anche nel periodo più recente, quando della democratizzazione della produzione fa parte anche lo spostarsi dei canali di vendita, ad esempio verso gli abbonamenti o la vendita online, facendo cadere la dipendenza dal sistema che voleva le riviste

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Doppie pagine delle rivista “Carl*s Car�, n.19, primavera 2007.

in competizione tra loro negli scaffali delle edicole puntando su un linguaggio di branding che imponeva restrizioni di identitĂ . Cambiano i meccanismi di fidelizzazione del pubblico: per gli abbonati vengono proposte copertine diverse da quelle disponibili in edicola, periodicamente escono numeri spe-

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ciali o edizioni limitate da collezione di un numero della rivista. L’esplorazione e l’esasperazione di cosa può essere una rivista continua con la reinvenzione dei generi, molte riviste si propongono come alternative ai modelli preesistenti e mainstream e cercano nuovi modi di trattare i soliti argomenti. Si tratta in genere di piccole case editrici mosse più dalla volontà di dare il proprio contributo che da vere possibilità di guadagno, ma è una pratica molto diffusa e grazie alla visibilità che può ottenere dal canale online acquisisce una notevole risonanza. La rivista “Put an egg on it” appartiene alla categoria dei magazine di cucina, il suo approccio invece di affrontare tematiche pratiche su come cucinare una cena rispettando un certo budget o il menu perfetto per qualche festività, si occupa di celebrare il risvolto culturale del cibo, il piacere di mangiare con gli altri e di condividere le proprie memorie legate al cibo, raccontare storie in qualche modo connesse a questo elemento. “Carl*s car” è una rivista per appassionati di automobili ma si presenta come “a magazine about people” e cerca di mostrare la pesante presenza delle macchine nella vita delle persone, con un punto di vista umoristico. Si pensi anche ad “Apartamento”, magazine di arredamento e architettura, che è interessato a mostrare come le persone comuni, che possono essere studenti, attori, chiunque, si occupi di personalizzare la casa in cui vive e costruisca il proprio modo di abitare dettato dalle personali necessità e possibilità. Tutte queste pubblicazioni, tramite la proposta di un punto di vista particolare cercano di avvicinarsi all’intimità degli argomenti e del proprio pubblico. Alcune di queste non possono essere definite vere e proprie riviste, oltre ad essere pubblicate da un piccolo staff non si impongono di , oppure non riescono a, rispettare una periodicità di pubblicazione in modo rigoroso, non sono conosciute da un vasto pubblico e la loro tiratura è molto bassa. Sono però fenomeni del grande panorama delle riviste, che hanno influenza sulla cultura in particolare di chi lavora in questo settore. Il fatto di non poter più competere sul fattore tempo per le riviste non è, come per i quotidiani, molto determinante, infatti esse in genere non sono mai state fonte di informazione primaria ma appartengono alla categoria dello slow

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journalism con articoli lunghi, reportage molto approfonditi su argomenti che vale la pena esaurire e non solo fare presenti. Questo aspetto viene però intensificato, ora che altri tipi di pubblicazioni sulla carta perdono questo ruolo, e nasce il fenomeno dei mook (parola cerniera coniata unendo magazine e book) che puntano ad una qualità di approfondimento ancora più elevato, curano molto l’impaginato, l’uso delle immagini, e avvicinano la loro distribuzione a quella dei libri in libreria, ma di questo fenomeno parleremo meglio nei capitoli che seguono. Il culmine di questo fenomeno, per ora, è la possibilità di fruire le riviste tramite piattaforme digitali, dato il rapido evolversi delle tecnologie e dei mezzi di comunicazione è diventato molto difficile fare previsioni sul futuro non immediato ed è sempre più complicato tenere testa a tutte le diverse possibilità. C’è chi azzarda la previsione che le riviste cartacee non spariranno ma rimarranno quelle per cui la forma stampata ha veramente ragione di esistere, o come prodotti di lusso, mentre la maggior parte della fruizione avverrà su piattaforme digitali. Tutti questi fenomeni, di alcuni l’evoluzione o una qualche forma di eco o di ricomparsa, continuano nel periodo in cui ci troviamo e fanno parte del fenomeno che questa tesi si propone di analizzare. Continuiamo quindi nel prossimo capitolo a vedere come prosegue questa vicenda in un periodo più recente. Ralph McGinnis, editore e direttore creativo di “Put a egg on it” in un intervista per “The modern magazine”: «I hate to say it, but I look forward to a time when all the big, corporate magazines are gone. They don’t add anything to culture. […] That should be the future of magazine». La situazione delle riviste contemporanee Guardando alla situazione dell’editoria delle riviste ai giorni nostri, vediamo che sono anch’esse investite dalla crisi economica, i lettori hanno meno soldi da investire così come le case editrici, ma la situazione non è così catastrofica come per il settore dei quotidiani. Come scrive Silvia Sfligiotti: «Questo non è solo un tempo in cui le riviste chiudono, è anche un momento in cui nascono, rinascono o resistono: o siamo tutti vittime di un’insana fascinazione, oppure le ragioni

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per pubblicare non hanno esaurito la loro forza»1. — Riviste come approfondimento La natura peculiare della rivista di essere un tipo di pubblicazione con una periodicità medio-lunga la salva dall’essere in competizione diretta con la pubblicazione istantanea delle notizie via web e quindi con il fattore tempo perché il compito dei magazine non è mai stato quello di dare le notizie quanto invece di approfondire e analizzare temi legati a tendenze dell’attualità ma di cui i lettori sono già a conoscenza tramite altri canali. Le riviste vedono un po’ invadere il loro territorio dai quotidiani che invece cercano un po’ di avvicinarsi proprio al giornalismo di lunga forma2 per mantenere un proprio posto nella trasmissione delle informazioni attraverso la stampa, secondo il principio che non c’è più bisogno di stampare le notizie ma vale ancora la pena di usare la carta per le storie di ampio respiro per cui ci si deve concentrare sulla qualità e l’approfondimento, le riviste vedono un po’ invadere il proprio territorio. Forse per questo motivo si ha una fioritura del genere, di cui abbiamo già accennato nel capitolo precedente, dei mook, una selezione editoriale fra rivista e libro. Sempre su carta Nonostante la pervasività dell’ambiente web e delle tecnologie digitali nella vita delle persone, la carta e la stampa continuano ad avere un certo fascino probabilmente dettato dall’abitudine di utilizzo ma anche dalla qualità e consistenza che questo mezzo ispira. L’idea della permanenza fisica ha molta presa sulle persone che anche dopo il boom del web hanno continuato a vivere in un mondo tangibile e sono ancora abituate a pensare azioni quotidiane come la lettura legate anche a dei gesti fisici e all’interazione con oggetti. Quest’idea attira molto anche le nuove generazioni i “nativi digitali”, che sono abituati ad essere stimolati da interattività e multimedialità e che usano le tecnologie digitali da quando sono nati. Tuttavia continuano ad essere affascinate da qualcosa che non sparisce dopo click come ha rilevato la pubblicazione per bambini “Moshi magazine”, derivata dal videogioco Moshi Monsters, sostenendo che 1 Silvia Sfligiotti in Le ragioni per pubblicare, in “Progetto grafico”, n. 20, giugno 2011, cit. p.84. 2 Dall’inglese long form journalism ovvero il giornalismo che si occupa di approfondimenti e reportage consistenti.

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nonostante l’enorme popolarità del loro gioco online, per il loro pubblico “avere il proprio lavoro, lettere o username immortalato da uno stampato sarà sempre una cosa incredibilmente eccitante”3. Sempre su carta abbiamo citato i mook: il modello di ispirazione può essere la rivista “Granta” fondata da alcuni studenti di Cambridge nel lontano 1889 come periodico studentesco di politica, letteratura e intrattenimento e rinato novanta anni dopo fuori dall’università per continuare a coprire il ruolo che aveva ma in direzione del grande pubblico. Continua ad essere distribuita ancora oggi ogni quattro mesi e come dicevamo è diventata un modello: uno degli esempi che vi sono ispirati è il francese “XXI” fondato nel 2008 e che racconta il mondo contemporaneo attraverso una comunicazione visiva dall’impatto notevole e il lavoro di scrittori, giornalisti, fotoreporter e fumettisti. In Francia questo tipo di pubblicazione è al momento molto diffusa e ne esistono varie testate come “6 mois”, “Standard”, “Kiblind”, “Usbek & Rica”, “Pylone”, “Muze” solo per nominarne alcune, ognuna con una propria nicchia di giornalismo ben individuata e accompagnata da un linguaggio visivo che attira l’attenzione. Per parlare invece del panorama italiano possiamo citare ad esempio “Inventario” che ci tiene a presentarsi precisando: “Inventario non è una rivista, Inventario non è un libro. Inventario è un nuovo progetto editoriale che getta uno sguardo illuminato e libero sulla scena del design, dell’architettura e dell’arte…” fondato nel 2010 e oggi arrivato alla sua nona uscita. Si tratta di pubblicazioni a lunga periodicità basate sul giornalismo di lunga durata con reportage approfonditi che non dipendono in senso stretto dall’attualità, così possono essere interessanti per un ampio spettro di tempo cercando di proporre un’analisi dettagliata degli argomenti che affrontano. La profondità del giornalismo di cui si occupano si riflette in una forma che è ugualmente all’insegna della qualità con l’uso di illustrazioni, infografiche elaborate, servizi fotografici commissionati a professionisti e autori, il tutto confezionato con materiali ricercati e carte di pregio. Questi prodotti ibridi non si mettono in competizione diretta con le riviste, anche dal punto di vista della distribuzione che infatti avviene nelle librerie o in negozi specializzati, dove la relazione tra venditore e pro3 Emma Munro Smith, direttore di “Moshi” citata da Mark Hooper, Who says print is dead?, www.theguardian.com, 3 giugno 2013. Ultima consultazione luglio 2014.

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dotto, e venditore e clienti è diversa da quella dell’edicola. In genere il libraio (anche se oggi questo modello a poco a poco sta sparendo con la crisi dell’editoria) conosce i propri prodotti e può consigliare il cliente, nell’ottica della costruzione di un rapporto di fiducia. Oltre a questo la periodicità di uscita più lunga permette di avere un arco di tempo altrettanto lungo durante il quale esaurire le vendite, poter dipendere meno dagli introiti delle inserzioni pubblicitarie, e dare al lettore uno spazio di lettura più ampio prima dell’uscita del prossimo numero. La tematicità e il fatto che si occupi di argomenti non collegati direttamente all’attualità, inoltre, fa si che i numeri vecchi continuino ad essere interessanti da comprare e non obsoleti. Al di là della pura materialità le riviste sono percepite anche come un importante mezzo per arrivare alle persone, per raggiungerle in modo più personale che attraverso un monitor, sfruttando quindi il fatto che sono uno strumento contenitore di relazioni oltre che alla qualità di permanenza. Per questo motivo possono essere utilizzate per aumentare l’ancoraggio di un brand tra il proprio pubblico nel caso di un marchio già conosciuto che voglia allargare il proprio campo di influenza, ma possono anche essere utilizzate per chi ha la necessità di farsi conoscere ed essere considerato in modo più serio dall’opinione del pubblico e in particolare dagli inserzionisti. Numerosi sono gli esempi di brand o di aziende che promuovono o fondano riviste per avere un collegamento in più con il proprio target di clienti, come la già citata “Inventario” che è nata dalla collaborazione con l’azienda Foscarini o la celebre “Colors” del gruppo Benetton. Un esempio piuttosto eclatante è quello di “Think quarterly” il periodico fondato e finanziato da Google che, nonostante sia stato accusato di attentare alla stampa nel periodo in cui venne lanciato Google books, conosce bene il valore del medium cartaceo. Dal web alla carta L’altro caso di cui abbiamo appena parlato è quella di esperienze che nascono dal web e che vogliono dare una con-

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Il sistema di “It’s nice that”. La piattaforma online itsnicethat.com; copertina e doppia pagina dal numero di marzo 2013 di “Printed Pages”; doppia pagina di “Printed Pages”, numero di giugno 2014. Nella pagina precedente: Nicer Tuesday, una delle conferenze organizzate da “It’s nice that”; doppia pagina dell’annuario 2013.

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La sezione Shop del sito web monocle.com e la copertina di “Monocle”, n. 75, giugno-agosto 2014.

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ferma della loro presenza utilizzando le riviste in carne ed ossa, possiamo prendere il caso di “o32c”, una pubblicazione che si occupa di arte e moda, che era stata lanciata come blog online e successivamente, nell’inverno del 2001, decise di pubblicare una propria rivista cartacea con lo scopo di pubblicizzare il sito web. Nel tempo la situazione invece si ribalta e ora la pubblicazione cartacea è ancora edita mentre il sito web è stato trasformato in un archivio digitale della rivista. Casi simili sono quelli di blog tematici che decidono di pubblicare compendi a cadenze regolari in cui riproporre su un medium diverso (appunto la carta) quanto già pubblicato. Il blog itsnicethat.com si presenta come una piattaforma di pubblicazione: online propone quotidianamente almeno nove articoli, mentre su carta pubblica il periodico “Printed pages” che esce quattro volte all’anno e si occupa delle storie in modo più approfondito; il compendio annuale raccoglie centocinquanta dei progetti più interessanti trattati nel corso dell’anno. Oltre a queste pubblicazioni, “It’s nice that” organizza un simposio annuale e alcune conferenze mensili, le Nicer Tuesdays. Anche “Blanket” che è un magazine online su arte, design


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e fotografia annualmente propone una raccolta stampata in serie limitata il cui contenuto è “attentamente considerato e curato per includere tutto ciò che ami di ‘Blanket’: collaborazioni, progetti, profili e, ovviamente le più belle opere d’arte, progetti di design e di fotografia!”4. Vogliamo ribadire però che è grazie alle tecnologie, software e hardware5 e agli sviluppi di metodi di stampa, delle carte speciali e degli inchiostri che è stato possibile democratizzare la produzione degli stampati in generale e delle riviste in particolare anche senza avere alle spalle dei grossi capitali. Sono nati molti siti che offrono operazioni di print on demand, è da citare ad esempio Newspaperclub.com che permette a chiunque di stampare su carta in piccole tirature e a prezzo contenuto. Tutti questi servizi hanno per esempio favorito la nascita del panorama delle riviste indipendenti che si formano fuori dai circuiti dell’editoria tradizionale e dei grandi numeri e che spesso si occupano di argomenti di nicchia. Il successo di pubblicazioni indipendenti è sintomatico del fatto che la settorializzazione e le nicchie possono funzionare e che il pubblico non è così ristretto come si potrebbe pensare. Ovviamente dipende dal grado di settorializzazione, ma potrebbe essere una buona idea anche per le riviste con un pubblico e una diffusione più ampia quella di fare leva sul proprio ruolo di guida o di curatore all’interno del proprio ambito. — La selezione del pubblico Ogni rivista in quanto pubblicazione dedicata ad un argomento e con una voce editoriale che determina la propria personalità si assume il compito di selezionare le informazioni e di narrarle creando relazioni tra esse e trasformandole in storie; il risultato di una selezione ben fatta non è qualcosa che possa essere offerto da chiunque e per chiunque, bensì può essere apprezzato da una fetta di pubblico altrettanto selezionata e specializzata. Il settimanale “Internazionale”, per esempio, ha fatto della selezione la propria missione editoriale. Si tratta infatti di un periodico che ripubblica articoli di stampa estera riguardanti argomenti di attualità internazionale o italiana, traducendoli per il pubblico italiano; è una particolare operazione di scelta di testi 4 Bec Brown, blanketmagazine.com. Ultima consultazione 27 febbraio 2014. 5 Cap. “Le trasformazioni delle tecnologie e della fruizione delle informazioni”.

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prodotti da altri che vengono accostati nella pubblicazione per costruire una propria identità editoriale, riuscendo a mantenerla settimana dopo settimana. Secondo il direttore Giovanni De Mauro: “La nostra esistenza è la dimostrazione di quello che anche Google ha capito, e cioè che la straordinaria massa di informazioni disponibile è sostanzialmente inutilizzabile se non è filtrata e selezionata. Sono convinto che un giornale, più ancora da ciò che pubblica, derivi la sua identità da ciò che non pubblica, dalla scrematura”6. Individuare la propria nicchia di mercato, che può essere più o meno affollata, permette di potervisi dedicare raffinando meglio i propri contenuti e la forma giusta tramite cui presentarli, dimostrando di dare attenzione alle persone che decidono di affidarsi ad una rivista invece che ad un altra. Se consideriamo modelli di questo modo di operare esistono esempi molto variegati. “Monocle” cerca di selezionare attentamente il proprio pubblico cercando di fornirgli gli strumenti per rendersi riconoscibile e proponendo, oltre alla rivista edita rigorosamente solo in forma cartacea perché “non puoi portare un iPad in spiaggia”7, anche altri servizi. Tra questi café distribuiti nelle più rinomate capitali europee, una serie di negozi dove comprare prodotti di design, abbigliamento, accessori da viaggio, derivati dalla collaborazione di Monocle con altri marchi. In questo modo mira a costruire un vero e proprio brand a cui affidarsi per respirare un’aria internazionale nella propria città o per sapere a chi affidarsi quando si è in viaggio, tutto per rendere ancora più tangibile la fidelizzazione con i lettori. Un altro esempio di costruzione di un pubblico fedele è il blog ilovetypography. com. Si rivolge agli amanti della tipografia e nel tempo ha cercato di costruire un rapporto con i propri lettori-utenti curando attentamente la qualità e la serietà dei propri post: prova della riuscita della fidelizzazione è il fatto che quando è stato pubblicato il periodico cartaceo “Codex”, dello stesso autore del blog, è diventato in poco tempo un bestseller. Dopotutto, come sostiene Luca Pitoni: “il lettore sempre più non compra una rivista, ma la possibilità di appartenere ad un ‘club valoriale’, a un circolo di lettori”8. 6 Anna Momigliano, Nella fabbrica di Internazionale, rivistastudio.com dal n.8, 28 giugno 2012. 7 Tyler Brûle fondatore di “Monocle”, 2007 e “Wallpaper*”, 1994, cit. in Francesco Franchi, Designing news..., Berlino, Gestalten, 2013, p. 168. 8 Luca Pitoni, Il disegno delle riviste, in “Progetto Grafico”, n. 20, Giugno 2010, cit p. 76.

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Il canale online, con le sue manifestazioni come i blog ha creato un terreno fertile per molti appassionati di vari argomenti che utilizzano questi strumenti per discutere tra loro e trovare un vasto pubblico che le condivida e segua. Questo è successo anche per appassionati ed esperti di riviste che hanno potuto pubblicare i propri siti web e parlare di questo medium, dimostrando l’interesse e il fermento culturale attorno a questo tipo di pubblicazioni sia di chi le produce che di chi le fruisce. Un esempio molto importante è magculture.com gestito da Jeremy Leslie esperto e appassionato di magazine che scrive articoli per diverse riviste; oppure coverjunkie.com è una raccolta, quasi celebrazione, delle copertine di riviste più interessanti; o ancora magpile. com che si propone come database di riviste dove diventa possibile scoprire nuove pubblicazioni, entrare a far parte di una community e aggiungere riviste nuove o aggiornare le informazioni esistenti, un po’ sullo stile dell’operazione di wikipedia, con in più la possibilità di recensire e acquistare le pubblicazioni. In Italia un sito di questo tipo può essere magisin.org, progetto del Politecnico di Torino, un’inchiesta che si occupa di recensire solo magazine indipendenti ed auto-prodotti. Abbiamo così visto come il web e le tecnologie legate ad esso, oltre ad essere importanti dal punto di vista della produzione, sono diventate fondamentali nelle operazioni di ricerca, promozione e vendita. Hanno reso possibili tali operazioni a chi non disponeva di altri canali ma anche a tutte le riviste, comprese quelle già affermate e che fruivano già di tutti i canali tradizionali. Inoltre la diffusione permessa da questi canali ha fatto si che le pubblicazioni di nicchia o indipendenti raggiungessero una risonanza altrimenti impossibile arrivando a incuriosire anche il pubblico più mainstream e lanciando così una sfida creativa agli editori, mostrando come sia possibile cercare di ottenere il massimo anche con mezzi limitati, sperimentando con le possibilità a disposizione e che sicuramente non sono le stesse delle grandi case editrici. Gli esempi che abbiamo esplorato fino ad ora descrivono come la qualità sia l’elemento più importante su cui fondare i progetti, riferendosi sia alla qualità dei contenuti sia alla qualità nel dare forma a questi contenuti, di qualunque manifestazione formale si tratti, digitale o cartacea. Ma un altro aspetto che la maggior parte di questi esempi ha in comune è il fatto di proporsi come una guida affidabile nel proprio campo attraverso la selezione delle informazioni per conto

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dei propri lettori. Moisés Naim rispondendo alla domanda “Per salvare i giornali è più importante l’iPad, la tecnologia, o cambiare i contenuti?” ha affermato “È impossibile immaginare una rivista che non si adegui alle nuove tecnologie, che non capisca fino in fondo come cambia il consumatore d’informazioni. Oggi il vecchio appuntamento con caffè e giornale si spezzetta durante tutta la giornata. C’è tanta informazione e in futuro avremo bisogno di uno sherpa delle notizie: due, tre marchi importanti di cui ci fidiamo e che ci offrono informazione sempre”9. — Un nuovo supporto e la questione delle app Abbiamo già visto in parte cosa il canale online può offrire alle riviste e come queste se ne siano servite10 ma non abbiamo ancora parlato di un mezzo di diffusione più recente che si è aperto per le pubblicazioni periodiche ovvero quello dei tablet e in particolare dell’iPad, che per ora costituisce l’esempio più fortunato. Nel 2011 in un articolo di “Progetto Grafico” Francesca Comunello sostiene: “le app ricostruiscono un insieme di sistemi chiusi, coerenti, la cui fruizione è immersiva. Se non esistessero le riviste cartacee […] forse il concetto di rivista sarebbe semplicemente nato in concomitanza con la diffusione delle app”11. Infatti al suo arrivo nel 2010 l’iPad chiamò a raccolta le speranze degli editori che videro appunto nelle applicazioni fruibili con questo strumento un equivalente digitale delle riviste. In primis dal punto di vista della vendita che è possibile sia singolarmente che come parte di una sottoscrizione tramite l’App Store, che a sua volta si configura come un modo sicuro di far pagare gli utenti per i contenuti digitali e un luogo dove gli stessi utenti sanno di poter andare per trovare le riviste: una versione digitale dell’abituale sistema dell’edicola o dell’abbonamento. Si tratta di 9 La Governance Globale. Segnali deboli dai nuovi poteri forti, ilsole24ore. com, 4 febbraio 2010, ultima consultazione 22 giugno 2014. http://www. ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Italia/2009/commenti-sole24-ore/04-febbraio-2010/poteri-forti-segnali-deboli_2.shtml M. Naim è giornalista e scrittore membro del Carneige Endowment for Internal Peace, associazione no profit che ha come scopo il miglioramento delle relazioni e del dialogo tra nazioni. 10 Più avanti torneremo su questo argomento nel Cap. “Tra carta online e tablet”. 11 C. Latessa, L. Romei, L. Perondi (a cura di), Nuove strade per le riviste, sette domande, Progetto Grafico, n. 20, giugno 2011, cit. p.67

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una piattaforma diffusa che trova da subito sostenitori ma anche qualche scettico. Alcuni editori pensano che ci sia spazio per lavorare e stanno sperimentando, supportati da un’aumento delle vendite nell’app store anche di quelle pubblicazioni che sono semplici riedizioni del pdf per la stampa12. Un esempio di fiduciosi è “Wired (USA)” che si interessò a questo dispositivo quando ancora non era uscito, nella seconda metà del 2009, ma circolavano alcuni video-demo diventati virali sui canali online. Il primo video riguardava “Sport Illustrated (US)” e immaginava una nuova rivista iPad come una commistione di video ed elementi interattivi su una base di pagine simili a quelle del modello stampato. Si concentrava più sui contenuti del magazine che sulla ricerca della novità. Il secondo video dell’editore svedese Bonnier in collaborazione con lo studio di design londinese Berg sollevava questioni come quella della doppia impaginazione per un orientamento che poteva variare da verticale a orizzontale, indirizzandosi quindi sulla relazione tra supporto e contenuto ma senza definire tipologie di tale contenuto. Il team creativo di “Wired” si mise a lavorare assieme a quello della Adobe per la creazione di un’app del proprio magazine e per sviluppare allo stesso tempo gli strumenti collegati ai software Adobe in materia di pubblicazione digitale e così, circa dopo un mese dal lancio dell’iPad, esce l’app di “Wired”. Secondo Scott Dadich13, direttore creativo di “Wired”, esistono due direzioni per cosa dovrebbe essere un magazine digitale. La prima si avvale degli strumenti di pubblicazione digitale comuni che permettono al designer di lavorare, come InDesign, creando una rivista digitale con un certo tipo di controllo e con uno scheletro comune a tutte le pubblicazioni realizzate; la seconda opzione invece è quella intrapresa ad esempio dall’app “Goings on” del “The New Yorker’s” più connessa al web. Questa seconda strada è quella che vorrebbero gli oppositori di quello che sono ora le app, poiché lamentano infatti il fatto che si tratti di mondi chiusi che quindi limitano l’uso del digitale che per la sua natura viene associato alla rete, alla connettività e alle possibilità di condivisione. Le informazioni che contengono sono infatti invisibili ai motori di ricerca e non fanno parte del flus12 Jeremy Leslie, Modern Magazine..., Londra, Laurence King, 2013, cit. pp. 214-215. 13 Id., cit. p.227.

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so di contenuti che scorre nel web, non sono indicizzabili e nemmeno condivisibili dagli utenti con altri utenti. Da questo punto di vista si capisce il successo di servizi come Flipboard, o Zite, che non producono nessun contenuto ma selezionano articoli da altri siti web, così le riviste hanno la possibilità di pubblicare su queste piattaforme contenuti provenienti dalle altre loro manifestazioni sui social network o di preparare contenuti ad hoc. Ad esempio “Vogue” combina alcuni contenuti del proprio sito web e alcuni inediti dalla versione su carta e li confeziona in un feed che andrà su Flipboard, ma sempre mantenendo la prerogativa di controllare ciò che viene pubblicato14. Tornando alla questione della chiusura delle app, è un argomento che si sta diffondendo nel web15. I partecipanti alla discussione affermano che queste piattaforme nonostante anche il layout molto accattivante, la navigazione ben fatta, diano la sensazione di essere già antiquate. E anche quando cercando di dotarsi di una qualche rete sociale essa è, per ovvi motivi, aperta solo a chi ha acquistato la rivista16. Nonostante le controversie e le incertezze c’è chi sperimenta con questo mezzo, il quotidiano britannico “The Times” prova la strada dei magazine per iPad editando una versione gratuita e riassuntiva del suo mensile scientifico “Eureka” che aveva chiuso i battenti nell’ottobre 201217. Si tratta di un numero speciale sullo sport legato alle tecnologie che, come nella maggior parte dei servizi della rivista, fa largo uso di infografiche rese animate e interattive grazie alle possibilità della nuova piattaforma di edizione. Un esempio simile nel panorama italiano era “La vita nòva” magazine del “Sole 24 14 Eliza Broke, Vogue goes digital with a new Flipboard partnership, fashionista.com, ultima consultazione 17 luglio 2014. http://fashionista. com/2014/02/vogue-goes-digital-with-a-new-flipboard-partnership 15 Si vedano ad esempio gli articoli: Jon Lund, Why tablet magazine are failure, in gigaom.com, 6 ottobre 2013. http://gigaom.com/2013/10/06/ tablet-magazines-failure/; Tablet magazines are dead, in thisisentropy.com, 7 ottobre 2013. http://www.thisisentropy.com/ chatterbox/2013/10/7/tablet-magazines-are-dead 16 La discussione su vari bloge online è molto attiva su vari punti di vista, sia sul progetto delle app che sui sistemi che ne riuguardano la distribuzione come il filtro dell’edicola di sistema Apple. Un esempio: Eddie Vassallo, Tablet magazine ship is sinking fast, in gigaom.com, 15 dicembre 2013. http://gigaom.com/2013/12/15/thetablet-magazine-ship-is-sinking-fast/ 17 Si veda la scheda relativa nel Cap. “Possibilità offerte dal digitale”.

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Ore” per iPad18. Questa pubblicazione, usicta la prima volta nel settembre 2001 e l’ultima nel novembre 2012, esplorava le novità di scienza e tecnologia con uno sguardo rivolto verso il futuro e allo stesso tempo si avvaleva di tutte le possibilità della piattaforma per cui era pensata sfruttando ad esempio grafici interattivi, infografiche complesse, video, piccole animazioni nelle copertine e nelle immagini che illustravano gli articoli. Sono anche numerosi gli esempi di riviste che nascono nel periodo recente proprio grazie alla presenza dei tablet, parliamo subito dell’esempio di “Astronaut” che si presenta come un video/magazine, sviluppato da un gruppo di amici , e che cerca di rendersi appetibile su più livelli. Per gli amanti della fruizione di riviste tradizionali propone servizi da leggere composti da testo e immagini, per chi vuole esplorare con video e serie di foto da scoprire attraverso diversi tipi di interazioni con questi elementi. Per altri esempi di queste app native si veda il capitolo “Possibilità offerte dal digitale”, nel prossimo capitolo invece vogliamo approfondire la questione dal punto di vista di riviste tradizionali e del loro rapporto con carta, web e tablet. Tra carta, online e tablet Abbiamo visto perciò come le riviste, da pubblicazioni che il lettore acquistava in edicola o aspettava a casa all’uscita di un nuovo numero e che poi, a seconda del tipo di rivista e del tipo di lettore, leggeva da cima a fondo oppure sfogliava e quindi cestinava, ammucchiava o ancora riponeva gelosamente nella propria libreria, hanno dovuto tenere conto delle nuove tecnologie digitali disponibili che sono entrate nella vita e nelle abitudini delle persone e si sono dovute — o volute — dotare di una propria manifestazione su questi medium. Possiamo quindi dire che di fronte a tutte queste opzioni il pubblico che segue la rivista non è più composto di lettori ma di veri e propri utenti che si relazionano con un nuovo tipo di prodotto: la rivista è diventata un servizio distribuito su diversi canali. Sono essenzialmente tre: la carta, le piattaforme digitali (con rappresentante l’iPad), il sito web online. Le prime due opzioni possono essere associate dal punto di vista della fruizione, entrambe infatti sono adatte ad una fruizione lean back, ma le forme attraverso cui vengono veicolati i contenuti sono diverse, se entrambe utilizzano testi e immagini il digitale supporta anche animazioni, filmati e registrazioni audio, oltre all’uso dei link. Queste 18 Id.

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possibilità implicano oltre ad una diversa fruizione anche differenti regole di progettazione. È necessario quindi considerare i due canali separatamente, sia nella progettazione del layout che dei contenuti e quindi del servizio complessivo offerto, perché anche se hanno dei punti in comune non possiamo pensare di trasferire un layout semplicemente da una piattaforma all’altra. Come sostiene Craig Mod19 bisogna capire quali sono gli elementi che caratterizzano — nel nostro caso — la rivista, capire se hanno ancora una funzione nella sua controparte tablet e quindi ripensare tale elemento. Prendiamo il caso della cover del magazine, la copertina. Ovviamente nel canale digitale essa perde completamente la propria funzione di rivestimento e protezione delle pagine interne. Lo spazio che le viene dedicato nell’edicola digitale e nell’App store è molto piccolo, insufficiente perché essa possa assumersi il compito di richiamare l’attenzione degli acquirenti, ma può e deve continuare a comunicare l’identità della testata, le sue peculiarità rispetto ai concorrenti, deve essere riconoscibile al confronto con le altre copertine. Continua ad essere la prima parte della pubblicazione che l’utente incontra e che deve introdurlo alle pagine interne. Deve anche tenere conto del fatto che trovandosi in un canale digitale — ma non è escluso che questo possa succede anche alla copertina del numero cartaceo — potrebbe anche essere copiata, inviata come link, postata sui blog o comunque ritrasmessa su altri canali e contesti che non le sono propri. In ogni caso deve conservare la propria identità e parlare dei contenuti che rappresenta. Tutte queste possibilità e altre devono fare parte delle situazioni di cui si tiene conto durante la progettazione, in modo da poterle usare a vantaggio del progetto. Nemmeno i fondamenti che regolano l’organizzazione del layout possono essere applicati nello stesso modo: se è vero che gli schermi retro-illuminati dei tablet esaltano enormemente le fotografie, anche quelle più ordinarie, è vero anche che questi schermi non possono dare la stessa percezione dei dettagli che si trova nella carta, testi molto piccoli, linee sottili, piccoli dettagli tipografici, colori pallidi e tutte quelle cose che impreziosiscono nei dettagli il progetto su carta, diventano nel digitale invisibili o piatti. La gerarchia funziona in modo diverso, su questi due supporti che sono infatti diversi. Il terzo canale che fa parte del nuovo ecosistema della rivista è quello online, costituito dal 19 Craig Mod, Hack the cover, in “craigmod.com/journal”, maggio 2012.

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La situazione delle riviste oggi

Rivista “Eye”, n.68, estate 2008 e n.78, inverno 2010.

sito web che pubblica alcuni contenuti, a volte un blog e che offre anche altri servizi legati alla vendita della rivista e informazioni tecniche. Questo è il canale che in genere si incarica di far sentire la voce della testata più frequentemente rispetto agli altri, anche se con più leggerezza e magari puntando sull’intrattenimento e sulla brevità assieme alla frequenza. Può fornire aggiornamenti in qualsiasi momento, può dover comunicare velocemente una notizia su un fatto di rilievo appena avvenuto, può utilizzare foto, video, link, può servirsi della partecipazione degli utenti, può decidere di pubblicare numerosi post al giorno o solo un numero limitato, o può permettersi di non darsi delle regole di periodicità. Può scegliere di ripubblicare articoli provenienti dai numeri precedenti della rivista come un archivio e può presentare anteprime dal nuovo numero per pubblicizzane l’uscita. Inoltre può dare spazio ad avvenimenti di minor spicco che non troverebbero spazio sulla carta, o ad aggiornamenti in tempo reale che non possono aspettare la prossima uscita ma che eventualmente e che verrano poi approfonditi sugli altri canali. La gestione di tutto questo dipende ovviamente dalla linea editoriale che ogni redazione decide di seguire e da come sceglie di trattare ogni canale di pubblicazione.In un’intervista per Progetto Grafico20 John L. Walters, direttore di “Eye”, ad esempio afferma “Il sito è stato molto importante per ‘Eye’ fin dal 2001, perché è un indice e un archivio degli articoli. Abbiamo lanciato il blog di ‘Eye’ nell’estate 2008, come canale più effimero e istantaneo (quasi da tabloid) per pubblicare ciò che ci interessa.” mentre C. Bouige e I. Moisy di “Étapes” dicono “Per noi i due mezzi — il sito e la rivista nella versione cartacea — sono ugualmente importanti, e lavoriamo a entrambi quotidianamente”. Per capire meglio questo fenomeno abbiamo deciso di scegliere una tipologia specifica di riviste e cercato di analizzare al suo interno una rosa di pubblicazioni in modo da coprire il più possibile le casistiche di analisi per fornire un quadro esauriente di casi studio21. Ma prima di arrivare all’analisi di tali casi studio approfondiamo un po’ meglio e in modo lievemente più tecnico quali sono state le evoluzioni delle tecnologie, cos’hanno cambiato nel nostro modo di fruire le informazioni e come funziona il progetto di una rivista. 20 Silvia Sfligiotti in Le ragioni per pubblicare, in “Progetto grafico”, n. 20, giugno 2011, cit. p.84. 21 Cap Casi Studio.

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Le trasformazioni delle tecnologie e della fruizione delle informazioni



Le trasformazioni delle tecnologie e della fruizione delle informazioni

I supporti e i formati Le caratteristiche del supporto influenzano le forme di testualità che questo rende fruibili, delineano infatti la rosa di possibilità all’interno delle quali i testi si possono muovere, la libertà di esplorazione e sperimentazione che hanno, oltre ai confini delle modalità di fruizione che il supporto consente o impedisce1. Guardando la questione da un altro punto di vista si può dire che le caratteristiche di alcuni tipi di testi (o di pubblicazioni in generale) fanno si che questi prediligano un certo tipo di supporto finale per la fruizione piuttosto che un altro. In ogni caso i limiti sono delle linee guida fondamentali nella progettazione in generale e in quella delle riviste in particolare, perciò possiamo considerare che l’evoluzione delle tecnologie sia è legata alle possibilità delle tecniche disponibili e sia è influenzata dai bisogni a cui si cerca di rispondere. L’utilizzo del digitale nella fruizione dei testi non è un’idea così recente, per confermarlo e capire meglio come la tecnologia si sia progressivamente infilata nella nostra vita quotidiana può essere utile conoscere la sua evoluzione. Innanzitutto bisogna menzionare il fatto che le interfacce su cui fruiamo le informazioni sono composte di due parti: l’hardware, la superficie con cui i nostri sensi vengono a contatto, e il software, il modo in cui i programmi ci si presentano e permettono di usare le loro funzionalità, sviluppando mediazioni dal contenuto simbolico che determinano in gran parte il successo e l’impatto culturale della tecnologia in questione2. In questa sede è utile analizzare quest’evoluzione menzionando le tecnologie e i supporti che sono interessanti per la fruizione di riviste, o di prodotti testuali con caratteristiche simili, ma per fornire un contesto a questi dispositivi può essere utile menzionare anche alcuni esem1 Gino Roncaglia, La quarta rivoluzione..., Editori Laterza, Roma-Bari 2010. 2 Id. p. 11.

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pi precedenti. Partiamo da un periodo in cui le tecnologie non sono ancora in grado di supportare la realizzazione di prototipi ma il fermento di idee permetteva di immaginare delle soluzioni e di sviluppare delle teorie. É il caso del Memex, teorizzato negli anni cinquanta dall’ingegnere meccanico Vannevar Bush, una specie di scrivania meccanizzata che, utilizzando dei microfilm per registrare annotazioni e commenti e collegando fotogrammi diversi, voleva potenziare l’attività di lettura, organizzazione e ricerca delle informazioni cercando anche di integrarle con la scrittura. O più tardi nel 1962 Douglas Engelbart si interrogava su come superare i limiti dell’a serialità e linearità della forma-libro avendo la possibilità di usare modalità non lineari dell’organizzazione dell’informazione, riordinandola, riformulandola e stabilendo nuovi legami. Engelbart scriveva prima della nascita del web ma già teorizzava il fatto che una delle significative introduzioni del mondo digitale sarebbe stata la possibile perdita della linearità3. Due anni più tardi un pioniere dell’informatica, sociologo e filosofo, Ted Nelson sviluppò il concetto di ipertesto, un insieme di documenti collegati tra loro tramite parole chiave in cui non c’è una gerarchia di lettura se non quella scelta ogni volta dal lettore. Nel 1968 Alan Kay pensò invece a dei media più personali e portatili, una novità perché all’epoca i computer erano macchinari enormi e costosissimi, estensioni degli strumenti di lavoro quotidiano. Immaginò il Dynabook: un antenato del personal computer composto da tastiera e schermo in un’unica tavoletta e con la capacità di collegarsi agli altri computer. Un precursore degli odierni tablet sia nella forma che nella multifunzionalità. L’idea di fondo è quella di creare un nuovo medium con nuove proprietà, che fosse utile a diversi tipi di professioni legate alla parola scritta dal poeta, all’insegnante, all’uomo d’affari e che non fosse peggiore della carta in alcun aspetto rilevante. Passiamo poi ad un periodo in cui continua la sperimentazione e lo sviluppo nell’ambito dell’informatica personale e si diffondono le reti telematiche nelle comunità di ricerca, assieme all’idea che i nuovi strumenti potranno essere importanti anche per la creazione di archivi elettronici. L’azienda Franklin Computer Corporation nel 1986 produce il correttore ortografico Spelling Ace. È un primo esempio di 3 D. Engerlbart, Augmenting human intellect..., in www.dougengelbart. org, ottobre 1962.

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fusione tra un contenuto testuale e un dispositivo di lettura. Successivamente l’azienda continua a produrre dispositivi portatili in grado di visualizzare dizionari ed enciclopedie ramite cartucce, finchè nel 1999 arriva la prima ondata di lettori per e-book. Tra questi l’eBookMan, pensato effettivamente per la lettura invece che per la consultazione interattiva. La tecnologia è ancora in uno stadio embrionale, siamo negli anni novanta, ma si rafforza l’idea che l’ambiente elettronico potrà essere adatto alla pubblicazione; infatti nel 1998 nella catena di librerie Barnes&Nobles viene lanciato il Rocket eBook che ha le dimensioni comode di un libro e una risoluzione sufficiente ad utilizzare caratteri tipografici diversi. È il primo dispositivo dedicato interamente alla lettura di tipo lean back4 che ha chiaramente come modello di ispirazione il libro stesso. In questo periodo esce anche il Softbook dallo schermo ancora più largo e leggibile, con la possibilità di avere sedici sfumature di grigio e una copertina in similpelle che svolge la funzione di accensione del dispositivo. Il successo di mercato di questi primi lettori è dovuto al fatto di trovarsi in un periodo di euforia attorno a tutto ciò che riguarda i nuovi media, infatti continuarono ad uscire nuovi modelli di questi dispositivi, diventando mano a mano più leggeri e aggiungendo ad esempio la possibilità di collegarsi ad alcune reti. È interessante il Rocket eBook 1200 in cui venne introdotto lo schermo a colori, cosa che lo rende interessante anche per la fruizione di riviste, infatti era possibile consultarvi una versione adattata di “Newsweek”. Nessuno di questi dispositivi riesce lontanamente a mettere in discussione il primato della carta nella lettura, la scarsa qualità della tecnologia rendeva scomoda la lettura ed era possibile fruire solo i contenuti pubblicati dallo stesso produttore dell’hardware, limitando molto la libertà di scelta. Proprio in questo periodo, inizio anni duemila, esplose la bolla delle dot-com, che fece si che il mercato di questi dispositivi rallentasse. Il web invece continuò a svilupparsi potenziando i servizi offerti e le modalità d’uso, in particolare la fruizione lean forward5 assieme all’idea delle biblioteche digitali, e così lo sviluppo combinato di questa funzione con il blocco del mercato dei lettori contribuì alla formazione del luogo comune che l’ambiente web sia inospitale per la lettura prolungata e immersiva, con la conseguente gene4 Cap. “Tipologie di informazione e fruizione dei contenuti”. 5 Ibid.

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ralizzazione che il mondo digitale è adatto solo a certi tipi di lettura6. Quest’idea ancora attrae e sembra logica per diversi motivi: è rassicurante per gli editori che possono illudersi che generi come la saggistica e la narrativa siano resistenti ai pericoli del digitale, e anche per i lettori meno giovani più legati alla forma abituale del libro a stampa e meno a loro agio con le nuove tecnologie. Si tratta però di una considerazione che è un’assolutizzazione di un dato che è invece relativo: le caratteristiche delle tecnologie attuali vengono usate come riferimento per giudicarne anche il futuro, assunzione che non è corretta se si pensa ai veloci miglioramenti delle tecnologia di cui continuiamo a fare esperienza7. Inoltre avviene idealmente la scissione tra due forme di testualità, quella dalla fruizione immersiva e quella che richiede partecipazione e attività, che nella cultura del libro sono sempre state in rapporto stretto tra loro. Sempre nel corso degli anni novanta avevano preso piede piede piccoli palmari che hanno le funzioni di organizzazione necessarie per essere utilizzati come agenda o rubrica, calcolatrice, per prendere appunti e anche per leggere brevi testi in situazione di mobilità. L’Apple Newton Message Pad 100, del 1993, prodotto avanzatissimo per l’epoca, consente di scrivere con uno stilo su uno schermo in grado di trasformare la calligrafia in testo e sviluppa un software destinato alla lettura di e-book; modelli come questo non hanno molto successo ma forniscono ad aziende come la Apple conoscenze che verranno sfruttate in seguito per i futiri dispositivi. Arriviamo così nel periodo in cui lo sviluppo della tecnologia della carta elettronica e l’ingresso sempre più massiccio del web nella cultura accrescono ulteriormente lapervasività dell’ambiente digitale. La combinazione di questi elementi fa si che riemerga il fermento attorno all’idea di dispositivi di lettura digitali. La carta elettronica o e-paper funziona sul principio di piccole sferette bianche e nere, rispettivamente di carica positiva e negativa, che si spostano in un liquido oleoso quando viene caricato magneticamente lo strato di plastica trasparente sottostante. La tecnologia ha una resa sorprendente, sembra un foglio di carta stampata, grigio chiaro e leggermente patinata ma dalla risoluzione 6 Gino Roncaglia, La quarta rivoluzione..., Editori Laterza, Roma-Bari 2010, cit. p. 93. 7 K. Vinh, Baby steps, in “Eye”, n. 66, 2007, cit. pag.11.

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ottima, non emette luce ma la riflette soltanto, come la carta è leggibile in condizioni di luce. Ciò la rende competitiva con il libro da alcuni punti di vista ma rimane il fatto che abbia anche molti limiti, è disponibile solo in bianco e nero e tonalità di grigio, impiega un certo tempo per comporre la pagina (il tempo in cui le sferette si spostano) rendendo questa tecnologia incompatibile con la fruizione di filmati e animazioni, quindi priva di capacità multimediali. Basato su questa tecnologia, le cui prime sperimantazionei risalgono addirittur agli anni ‘70, nel 2007 esce il Kindle della Amazon. È un dispositivo chiuso, nel senso che distribuisce solo i contenuti venduti dal proprio produttore, ma che ha comunque a disposizione la scelta più grande del mondo. Costituisce un salto di qualità nella possibilità di scelta data agli utenti, connesso alla rete permette di scaricare libri in qualsiasi momento. Poi nel 2009 il Kindle DX con schermo più grande, filtraggio collaborativo dei contenuti che consente ad Amazon di analizzare le ricerche degli utenti e usare i dati per offrire consigli, inoltre da agli utenti direttamente la possibilità di creare liste, scrivere recensioni. Ci si concentra sull’esperienza in qualche modo sociale attorno alla lettura e sui servizi a disposizione per i propri clienti. Barnes&Nobles fa uscire il Nook, con doppia interfaccia: una e-paper per lettura e una a colori per le opzioni di controllo. In questo caso si tratta di una catena di negozi che ha già un punto di aggregazione, le proprie librerie, e che propone alla propria utenza un lettore digitale, da aggiungere agli altri meccanismi di fidelizzazione, come tessere e buoni sconto. Sempre in questo periodo si sviluppano gli schermi LED (cristalli liquidi che hanno bisogno di essere illuminati) e OLED (piccole molecole ellettroluminescenti, che possono emettere luce, più sottili e flessibili dei precedenti e con resa visiva migliore e un po’ meno stancanti) che permettono agli schermi digitali di avvicinarsi ad avere la stessa nitidezza della stampa più la possibilità di avere immagini a colori, filmati e animazioni. É inoltre importante parlare del formato PDF sviluppato dalla Adobe a inizio anni novanta e che nel 2008 diventa uno standard ISO aperto. Inizialmente è rivolto al desktop publishing, cioè alla preparazione su computer dei file destinati ad essere stampati. Si configura come il formato che per eccellenza è orientato alla pagina, ha cioè la caratteristica di mantenere la stessa impaginazione indipendentemente dal dispositivo su cui è visualizzato il file, sia che si tratti di schermi grandi che piccoli, dando la garanzia di totale controllo dell’organizzazione della pagina,

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cosa che permette ad esempio di orientarsi usando i numeri di pagina. Coinvolto in questo discorso è anche l’ePub, un formato a pacchetto al cui interno si trova la parte testuale marcata usando il linguaggio XML e tutti gli altri file come le immagini, il tutto compresso e con applicata una cifratura proprietaria che permette di proteggerlo da modifiche e lo rende leggibile solo da programmi e dispositivi desiderati. L’ePub appartiene alla categoria di formato liquido, permette quindi una riformattazione del testo che si adatta automaticamente al supporto e viene data all’utente la possibilità di impostare alcune preferenze, come la grandezza del carattere di visualizzazione. Nel 2007 la Apple introduce nel mercato il suo celebre iPhone con un’alta qualità dello schermo, un’ottima sensibilità al tocco e un sistema operativo dalle funzioni immediate e intuitive: segna una svolta. In particolare la qualità della risoluzione è molto alta si avvicina a raggiungere la stessa nitidezza della stampa, qualificandolo per essere utilizzato per la lettura, come gli altri smartphone che si sono sviluppati da quel momento in poi. Si tratta di dispositivi che non pretendono di essere dedicati alla lettura, hanno piccole dimensioni, nascono per fare tutta una serie di altre funzioni e sono pensati nello specifico per la mobilità. Dal successo di questi dispositivi non dedicati per leggere brevi testi in mobilità si passa poi ai tablet, di cui l’iPad è l’esempio più fortunato. Viene lanciato nel 2010 già con un programma di lettura per iBooks e uno store (iBook store poi trasformatosi nell’App store) da cui comprare i contenuti da fruire, comprese applicazioni di terze parti. Il grande vantaggio, permesso dalla tecnologia LED dello schermo, è che si tratta di dispositivi che non servono solo a leggere ma anche a fare altro. Sul modello degli smartphone o dei computer, e proprio questa è la soluzione che risulta vincente: non dedicati, che permettono di fare molte altre cose ma con forma dimensioni peso adatti anche ad una lettura lean back. Prodotti che possono permettere la stessa fruizione della carta stampata: grazie alle loro dimensioni e alla durata della batteria possono essere usati lontano da una scrivania, magari in poltrona o anche in treno. Ad oggi la categoria dei tablet ha sviluppato evoluzioni dei prodotti già citati ovvero il Kindle Fire, Kindle Fire HD, iPad Air, con l’aggiunta di caratteristiche come collegamento wifi, memoria espandibile fisicamente o su cloud, risoluzione altissima.

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I software Lo sviluppo dei dispositivi della categoria tablet diffonde l’idea tra gli editori che nel digitale c’è posto per pubblicazioni come le riviste e si attiva la sperimentazione. Le riviste disponibili sull’iPad come anche tutti i programmi che funzionano su questo dispositivo si chiamano app, da applicazioni e sono composti in un formato criptato che serve ad impedire di riprodurre i file su dispositivi non autorizzati, quelli per cui non sono validi i diritti acquistati dall’utente. Per la produzione di questi magazine digitali si muovono anche le case produttrici di software, in particolare quelle già specializzate in quest’ambito per la stampa e di cui, a titolo di esempio, ci interessa vedere la più conosciuta. La Adobe basandosi sul proprio programma per la progettazione di impaginati InDesign, già largamente utilizzato per la stampa e con cui i progettisti hanno già familiarità, ha stipulato partnership con altre aziende che hanno prodotto dei plug in, programmi che si “agganciano” al software base, per formare la sua Digital Publishing Suite; un esempio è Woodwing un sistema editoriale multi-canale diviso in diversi plug in per pubblicare su diverse piattaforme comprese carta, web e social network, smartphone e tablet, e permette il lavoro di gestione dei documenti prima della pubblicazione adattandoli alle diverse necessità delle piattaforme di destinazione nonché poi la parte di pubblicazione8. O ancora il plug in Mag+9 che fornisce la piattaforma app da personalizzare secondo l’immagine editoriale desiderata e con cui pubblicare la propria rivista, basata sempre sul layout fatto in InDesign, nella piattaforma di distribuzione app preferita. Il sistema di software Origami Engine invece è dedicato specificatamente alla pubblicazione su iPad, è progettato per tenere conto delle potenzialità date dalla piattaforma a cui è dedicato, è composto da tre programmi: Origami Design, una desktop application che permette di progettare la rivista dal proprio computer, Origami View un’app che permette di visualizzare e testare il progetto finito direttamente sull’iPad e Origami Exchange che si occupa della parte di “stoccaggio” del prodotto su un database remoto (cloud) e della sua distribuzione10. Oltre al celebre App Store e i corrispondenti di Android, 8 http://blogs.adobe.com/digitalpublishing/ 9 www.magplus.com 10 http://origamiengine.com/

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Amazon ecc. ci sono anche altre piattaforme dove poter andare a cercare e acquistare le pubblicazioni digitali che ci interessano. Va citato Zinio11 che è un servizio di distribuzione di magazine su diverse piattaforme, permette di comprare riviste poi salvarle in una propria biblioteca, offre in anteprima alcuni articoli messi a disposizione dai propri clienti e la possibilità di condividere questi sul social network Facebook. Le riviste che si trovano su Zinio sono ricavate dal pdf della versione cartacea e presentate con un’animazione che simula lo sfoglio delle pagine. Un altro fenomeno che è interessante conoscere è quello dei social magazine e l’esponente di questa categoria che si può prendere ad esempio è Flipboard12. Si tratta di una piattaforma a cui l’utente si può iscrivere, è collegata ai principali social network, e permette di scegliere di seguire diversi argomenti o altri utenti e di ripubblicare questi contenuti organizzandoli in una propria rivista-flipboard. Ovvero un raccoglitore di articoli che si possono selezionare tramite fonte diretta o per argomenti. L’esperienza di fruizione dal punto di vista della forma si presenta con un particolare effetto di sfoglio dei contenuti che richiama quello del mondo fisico senza però esserne una pura replica. Dal punto di vista dei contenuti invece funziona come una riproposizione di quanto già pubblicatio (in questo caso) dagli editori sulle proprie pagine sugli altri social network. Non produce quindi nessun nuovo contenuto ma condivide qualcosa di già esistente presentandolo sulla propria piattaforma e rimandando poi all’originale per una fruizione integrale, per esempio di articoli completi. Le tipologie di informazione e fruizione dei contenuti La stampa ha avuto secoli di storia in cui è stata perfezionata e rifinita, è entrata nella vita di tutti i giorni in un lungo arco di tempo fino a non essere più percepita come una tecnologia, fino a rendere il libro (inteso come artefatto della stampa composta di pagine sfogliabili) non più percepito come una tecnologia ma come un oggetto in cui forma e contenuto sono tutt’uno. I supporti digitali invece sono ancora giovani, il loro ingresso nella quotidianità è avvenuto in un periodo recente, possono ancora essere migliorati ed evol-

11 www.zinio.com 12 https://flipboard.com

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versi, non sono ancora oggetti così familiari13. I metodi di pubblicare su iPad e altri tablet da parte degli editori sono al momento un po’ confusi e vari e lo è anche l’accoglienza da parte degli utenti. In generale rimangono alcuni pregiudizi, come il fatto che queste tecnologie non siano adatte alla lettura o siano un po’ forzate. Oliver Reichenstein14 sostiene che in realtà ciò che importa non è la reale tecnologia ma come essa viene percepita dalla persona utente, come egli la usa e cosa ne fa. Secondo l’autore sono molto importanti le abitudine e quando ne viene data l’occasione queste si evolvono comprendendo le nuove possibilità date dai nuovi strumenti, specie se queste migliorano modi di fare cose che sono ancora necessarie. Egli afferma che bisogna tenere conto del fatto che in genere gli oggetti-strumenti sono estensioni del nostro corpo, come un martello è l’estensione del braccio per alcuni tipi di lavoro, ed è elementare capirne la funzione, nel caso degli strumenti digitali l’analogia è meno immediata ma esse sono estensioni dei nostri processi mentali, ovvero del pensiero. Inoltre nell’ambiente digitale prima di arrivare a poter fruire i contenuti desiderati si devono attraversare diversi livelli. In primis accendere il dispositivo se è spento, poi avere a che fare con il sistema operativo, arrivare al browser oppure cercare il programma della rivista a cui siamo interessati, quindi ritrovare tra i vari contenuti il punto da cui desideriamo cominciare o ricominciare e solo a questo punto siamo arrivati alla meta. Bisogna tenere conto del fatto che l’ambiente digitale con i contenuti divisi in testi, immagini, gallerie di immagini, video, tracce audio è discontinuo e perciò si differenzia dagli altri media a cui ormai ci siamo abituati ,come radio e televisione, dove si può avere un’esperienza fluida che coinvolge sempre le stesse parti della nostra percezione. La discontinuità, la rottura di un ritmo lineare della fruizione può disorientare e rompere la concentrazione. Sarebbe necessario quindi, sempre secondo Reichenstein, che si cercasse di rendere più omogenea la fruizione e si progettassero i programmi dedicati alla lettura o alla fruizione di contenuti secondo un filo logico, come se fossero estensioni dei nostri processi mentali. Oltre a questo è ne13 Gino Roncaglia, La quarta rivoluzione..., Editori Laterza, Roma-Bari 2010, p. 40 e R. Klanten, S. Ehmann (a cura di), Turning Pages..., Berlino, Gestalten, 2010, cit. pp. 4-8. 14 Oliver Reichenstein, Wired on iPad: Just like a Paper Tiger…, in ia.net/ blog, 20 maggio 2010.

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cessario lasciar trascorrere il tempo necessario per abituarsi e lasciar progredire la tecnologia. Come scrive Khoi Vinh per “Eye”15, in genere i nuovi media all’inizio non hanno un proprio posto nel mondo e si riducono ad imitare quelli che li hanno preceduti e di cui si sentono eredi, che nel nostro corrispondono alle riviste cartacee. Dopo una serie più o meno lunga di soluzioni forzate arrivano a definire la propria natura e con essa il proprio linguaggio, che sono diversi da quelli dei predecessori, solo in questo momento si riescono ad allontanare dalla progettazione funzionale ed estetica primitiva e trovano la propria utilità. Da questa nasce anche una propria bellezza (da intendersi come l’equilibrio di una resa estetica che esprime la propria funzione). Il divario che strumenti come i tablet hanno colmato rispetto ai personal computer, è nella fruizione — ed in particolare nella comodità che investe a più livelli la progettazione del dispositivo — avvicinandola a quella del libro, che consideriamo come eccellenza nella fruizione dei contenuti scritti, in particolare dal punto di vista dell’intimità con l’oggetto che favorisce una certa predisposizione alla fruizione dei contenuti che veicola e un certo rapporto con essi, prima ancora di pensare ai tipi di interazione con testo e altri elementi, la messa in pagina e l’organizzazione16. In questa sede e poiché ci si occupa dell’informazione e della sua diffusione non ci si può esimere dal precisare alcuni concetti, legati alla fruizione in generale e che è bene sapere soprattutto volendo porre l’attenzione su chi dovrà utilizzare i mezzi di trasmissione di questa informazione e poi sull’aspetto della loro progettazione. I contenuti possono essere sostanzialmente raggruppati in due tipi. Formless content quando il contenuto può assumere qualsiasi forma senza perdere il il proprio signinificato, di solito si tratta di elaborati formati di solo testo come i romanzi, i saggi e alcuni articoli. Il secondo definite content comprende tutti quei testi in cui il contenuto è composto da testo legato ad immagini, tabelle, grafici, e a come vengono utilizzati e messi in ordine e in relazione tra loro sullo spazio della pagina. Un esempio storico di questo tipo di testualità sono i calligrammes, componimenti poetici in cui il testo disegna una forma o un oggetto in relazione (più o meno manifesta o ovvia) con il tema trattato, l’esponente più co15 Khoi Vinh, Baby steps, in “Eye”, n. 66, 2007, cit. pag.11. 16 Craig Mod, Post artifact books, & publishing, in craigmod.com, giugno 2010. Ultima consultazione 4 maggio 2014.

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nosciuto di questo modo di fare poesia è il poeta francese Guillame Apollinaire; un altro esempio di forte legame tra contenuto e forma è il visual writing, scrittura che che utiUna pagina di esempio del romanzo di lizza come parte integrante della stessa elementi visivi di Jonathan Safran Foer, “The tree of code”, diversa natura, possono essere di qualunque forma e tipo Visual Edition, 201o. come parole barrate o cancellate, fotografie, tagli al vivo, pagine bianche, altri oggetti e materiali inseriti tra le pagine, o ancora qualcosa di nuovo che ancora non è stato usato; tutti questi elementi non sono decorativi o estranei ma partecipano al contenuto, sono elementi chiave della narrazione che altrimenti sarebbe qualcosa di completamente diverso. Prendiamo come esempio i libri editi a Londra da Visual Edition, che comprendono Tree of Code di Jonathan Safran Foer. Inoltre ricordiamo che il testo su un interfaccia digitale può essere organizzato in modo paginato, ovvero con una divisione in pagine che si susseguono e vengono quindi sfogliate, oppure in modo fluido con un unica pagina continua consultabile per scorrimento. In generale possiamo associare i contenuti privi di forma ad un’organizzazione del testo fluida, ma questa può essere adatta anche per il definite content nel momento in cui ciò che definisce il contenuto si trovi nell’organizzazione o in altre caratteristiche visive, come il tipo di carattere usato, la sua misura, il colore; quando invece ciò che rende il contenuto definito risiede anche nella posizione degli elementi c’è bisogno di utilizzare un’impaginazione del testo fissa o che mantenga le relazioni di posizionamento17. Va precisato che anche il testo presentato negli eBook è visualizzato come paginato, ma permette di modificare la divisione delle pagine intervenendo su tipo e dimensioni del carattere, perciò questo formato di testo va escluso dalle precedenti considerazioni o al limite consideComposizione “La tour Eiffel” di Guillame Apollinaire.

17 Craig Mod, Books in the age of the iPad, in craigmod.com, marzo 2010.

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rato come un caso particolare dell’organizzazione fluida. Le situazioni in cui un testo scritto viene fruito, specialmente ai giorni nostri, sono molteplici e la loro considerazione va sommata all’attenzione data all’interfaccia di fruizione e all’organizzazione data al contenuto. Le principali situazioni possono essere così classificate: lean forward, lean back, fruizione secondaria o in background e fruizione in mobilità18. Lean forward è la fruizione che avviene protesi in avanti verso il testo studiando un libro alla scrivania, magari davanti ad un computer, utilizzando l’informazione in modo attivo elaborandola allo stesso tempo unendo lettura e scrittura, è una fruizione che assorbe completamente l’attenzione del “lettore”. La fruizione lean back invece avviene quando si approccia un tipo di informazione che si può fruire a livello mentale, lasciandosi coinvolgere ma senza la necessità di interventi attivi di collaborazione come ad esempio quando si legge un romanzo o una rivista a scopo intrattenitivo. Il terzo tipo, la fruizione in background si manifesta quando un prodotto destinato ad una fruizione lean back viene assorbito mentre si sta facendo anche altro, senza dedicargli tutta l’attenzione o rivolgendogliela solo a tratti. Infine l’ultimo punto è la fruizione in situazioni di mobilità, che assomiglia alla fruizione in background, con la differenza che l’informazione assorbita è in primo piano nella nostra attenzione, ma può essere interrotta dalle azioni richieste dalla situazione di mobilità (ad esempio quando leggendo un libro sul treno ci interrompiamo per controllare le fermate). Tutte queste considerazioni sono utili per essere poi usate di volta in volta per associare ogni canale o piattaforma di distribuzione — tenendo conto delle caratteristiche che gli sono proprie — ai modi ideali di fruizione da cui a sua volta deriva la struttura più adatta per i contenuti.

18 Gino Roncaglia, La quarta rivoluzione..., Editori Laterza, Roma-Bari 2010, cit. pp. 14-17.

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PossibilitĂ offerte dal digitale


Katachi Si tratta di una rivista concepita esclusivamente per iPad La rivista Katachi è un esempio di magazine recente nato direttamente per il dispositivi digitale iPad. Tutto il progetto del layout, delle interazioni e in parte anche la selezione dei contenuti sono realizzati per sfruttare al meglio la piattaforma di pubblicazione e mostrare tutte le possibilità offerte dal software di progettazione Origami Engine. I produttori del software sono gli stessi del magazine, che infatti ha principalmente uno scopo di promozione delle potenzialità di questo strumento. Il range di argomenti che la rivista tratta sono “design, people and business” e come recita il payoff, ogni numero raccoglie diverso contributi su un tema principale. Ad oggi (settembre 2014) la rivista è giunta alla terza pubblicazione mentre il numero quattro è in preparazione, già annunciato su katachi.com. Il primo numero esplora esempi di “eroine femminili”, donne che si distinguono e ispirano in vari ambiti della scena globale, il secondo numero esamina prodotti, persone e servizi che ci circondano e a cui siamo abituati a non fare caso, la terza uscita è una trattazione sull’oro come fonte di potere, prestigio e conflitto. Il quarto numero numero si concentra sul corpo umano e le nostre reazioni al calore. Molti degli articoli contenuti nella rivista sono collaborazioni con artisti o società, servizi di moda o di prodotti.

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1 - 2. L’applicazione esplora anche le possibilità di interazione: toccando lo schermo con un dito si interagisce con i contenuti della pagina; invece toccando lo schermo con due dita si interagisce con la navigazione dell’applicazione facendo apparire in altro la barra di navigazione con tutti gli articoli e a sinistra contenuti aggiuntivi, come delle didascalie che spiegano gli autori dell’articolo.

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2 Scorrendo dal basso verso l’alto il dito sullo schermo si prosegue nell’articolo mentre in orizzontale si prosegue tra i vari articoli della rivista. Coerentemente con il nome del software utilizzato per la sua realizzazione – Origami – le animazioni, conseguenti alle interazioni che l’applicazione permette con i contenuti e con la navigazione, richiamano il piegarsi e il dispiegarsi di fogli o di superfici piane.

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3 - 4. Nei servizi fotografici o composti principalmente da immagini, per passare da una pagina all’altra si attiva un effetto in cui la pagina nuova sembra aprirsi da quella appena passata.

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La messa in pagina utilizza diversi elementi grafici per richiamare la continuità degli articoli. 5. Delle cornici scorrono lungo tutto l’articolo mantenedone l’identità visiva con il tema scelto per le immagini. 6. Le immagini e i contenuti possono essere tagliati secondo alcune forme che si possono utilizzare sia per le immagini che per i testi. 7. I video sono integrati con l’articolo, partono scorrendo le pagine e fanno parte del flusso della pagina come anche le immagini. Nelle impostazioni è però possibile spegnere l’audio e fermare il filmato.

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8. È possibile che parti degli articoli siano da sfogliare per poter proseguire nella lettura: fasce di immagini scorrevoli che si compongono assieme per formare nuove immagini e nuovi significati. 9 - 10. Le immagini degli articoli possono essere animate interagendo, per esempio per ruotare o aprire un oggetto, oppure possono essere delle piccole animazioni continue.


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Post Postmatter è un esperimento promosso da Meri Media, un’agenzia creativa Londinese, cha ha promosso questa pubblicazione per mostrare le possibilità pfferte dalla pubblicazione digitale per tablet. Raggruppa numerosi contributi al limite tra sperimentazione artistica e servizio di moda, assieme ad articoli più tradizionali composti da testo e immagini, oppure contributi video o audio, il tutto confezionato in una sorta di percorso molto suggestivo

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4 sul tema. Ad oggi (settembre 2014) sono stati pubblicati due numeri della pubblicazione: Postmatter e Postgravity. In queste pagine vediamo alcune immagini tratte da Postgravity, un’esplorazione su come l’uomo si è spinto oltre la gravità. 1. L’applicazione sfrutta delle animazioni prodotte dall’utente interagendo con il dispositivo: nella copertina della pubblicazione o dei singoli articoli muovendo il tablet si può attivare anche il movimento della figura sullo schermo o scorrendo un dito si possono spostare i vari elementi, aprirli o chiuderli. 2. La navigazione nell’applicazione avviene in verticale o all’interno della stessa schermata per un singolo contributo, in orizzontale per muoversi tra i diversi articoli. In basso allo schermo compare una barra con i numeri delle pagine, ovvero dei contributi, e il punto in cui si è arrivati.

prodotti posti come se fossero in una tavola periodica a dei brevi filmati in loop dove premendo vengono rivelati i prodotti utilizzati nel servizio. Delle piccole scritte indicano l’interazione con i contenuti. 5. Dell’esplorazione fanno parte anche contributi composti di solo audio, anche se tutta l’esplorazione è accompagnata da una colonna sonora. Infatti all’apertura dell’applicazione un messaggio ci invita ad indossare

delle cuffie per poter godere al meglio l’esperienza. 6. Ci sono anche articoli composti di testo e immagini. Anche in questo caso vengono sfruttate le caratteristiche del supporto digitale permettendo ai testi di scorrere con velocità diverse e alle immagini, o anche filmati, di seguirle. 7. Alcuni contributi sono dei filmati non troppo lunghi che si svolgono sullo schermo in continuità.

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3 - 4. Molti servizi sono legati alla moda o al design, da un elenco di

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Moving six

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Anche Moving six è un esperimento progettato da Meri Media. In questo caso si tratta di un progetto sperimentale per l’utilizzo delle immagini, sponsorizzato dal marchio di moda Comme des Garçons. L’applicazione si sviluppa come continuazione della rivist “Six” di Comme des Garçons che attraverso immagini, illustrazioni e fotografie in preziosi fogli non rilegati formato A3 si faceva portatrice delle suggestioni delle collezioni di capi prodotte. Anche Moving Six parte dagli stessi presupposti ma aggiunge la possibilità di movimento e interazione con le fotografie e le immagini presentate. 1. Ecco che esplorando i sei capitoli il tocco delle immagini ne rivela altre con cambiamenti di colore e sovrepposizioni tra le stesse.

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2. Per procedere tra i capitoli, ognuno caratterizzato da una trattazione delle immagini e un modo di interagire diverso, si scorre in orizzontale. All’interno del capitolo si possono scorrere le immagini, scorrerne alcune parti per creare delle combinazioni tra di loro, sfogliare semplicemente la pagina e vedere le immagini muoversi in modi particolari. Il tutto a seconda dell’atmosfera che il capitolo vuole creare. Delle piccole didascalie rosse sopra le immagini suggeriscono il modo in cui interagire. 3. Ogni capitolo è introdotto da un numero che diventa parte dell’animazione-interazione del capitolo. 4. L’elenco degli autori e dei nomi delle immagini è posto alla fine dell’applicazione.


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La vita Nòva

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La vita nòva era il magazine del “Sole 24 Ore” progettato e concepito direttamente per iPad. Era realizzato dalla redazione che si occupava anche di “Nòva24”, l’inserto settimanale del quotidiano, dedicato al campo della scienza, delle ricerche e dell’innovazione. La pubblicazione per iPad manteneva le stesse tematiche ed era un modo per riprendere gli stessi temi e articoli in un veste nuova, digitale, con la possibilità di aggiungere nuovi contenuti in forme diverse. 1. Si comincia subito con un’animazione sull’immagine di copertina. 2 Per muoversi tra i diversi contenuti e sapere le possibilità di interazione ci viene in aiuto la sezione Help: una lunga pagina con l’elenco di tutte le possibili interazioni. Durante la lettura degli articoli sono presenti icone e pulsanti che indicano come procedere. In alcuni articoli ruotando l’iPad dalla modalità portrait a landscape è possibile fruire ulteriori contenuti come filmati o immagini.

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3. La rivista si occupa di innovazione e ricerca, fattori che si ritrovano anche nella sua navigazione: infatti per fruirne i contenuti è neccessario esplorare e a volte scoprire le sue varie parti. L’indice che è costituito da una sorta di puzzle di tutti gli articoli o di piccole anteprime di essi, come dei trailer dei contenuti. 4. Ogni sezione della rivista è preceduta da una copertina-sommario, con i titoli degli articoli scorrevoli. 5. Gli articoli sono impaginati in modo molto fitto, ricchi di immagini, illustrazioni e infografiche interattive che ci invitano a muovere le loro parti per scoprire come cambiano i valori. Si possono trovare anche dei cartellini con delle domande, come indovinelli, che invitano ad essere girati per scoprire le risposte.

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Eureka

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Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un esempio di pubblicazione concluso. L’applicazione Eureka nasce dall’omonima pubblicazione scientifica del The Times, tutta basata sull’utilizzo di elaborate infografiche per spiegare più chiaramente, e in modo molto suggestivo, gli argomenti trattati. Della controparte cartacea Eureka prende i contenuti più interessanti e che più si prestano ad una trasposizione digitale e li concentra in un’unica pubblicazione digitale dedicata alla scienza applicata allo sport.

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2 1. I contenuti vengono divisi nelle aree medicina, psicologia, biologia, fisiologia umana e ingegneria. Per esplorare le varie parti l’indice si configura come un’ampia mappa che collega i vari argomenti tra loro senza dare un’ordine di precedenza. 2. Per aiutare l’orientamento durante la lettura si può sempre aprire l’indice in basso alla pagina che mostra le diverse sezioni e gli articoli che seguono e precedono quello in cui ci si trova. Per esempio nella foto è riprodotta la parte iniziale della sezione ingegneria dove si può vedere una breve introduzione e l’elenco degli articoli.

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3. Gli articoli da leggere hanno una lunghezza di qualche pagina e sono caratterizzati da elementi grafici del colore assegnato alla sezione. Questi hanno la funzione di invitare alla lettura in senso orizzontale, ovvero a sfogliare le pagine in avanti, e mostrano se l’articolo continua o si conclude. Le icone nelle didascalie possono indicare la presenza di altri contenuti come audio che accompagnano la lettura. In queste sezioni foto e testo si susseguono come nel layout caratceo.

4. Ogni sezione comincia con una slideshow, una galleria di immagini che introduce il tema prima di passare agli altri articoli, che hanno forma diverse. Per fruire la galleria di immagini (come anche per altri contenuti) un’icona animata segnala che bisogna girare il dispositivo. La modalità portrait è dedicata alla lettura, mentre quella landscape permette di raggiungere e fruire eventuali contenuti interattivi dell’articolo.

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5 In ogni sezione oltre all’articolo più convenzionale ci sono diversi articoli in altre forme che vanno dall’intervista audio, al filmato, alle infografiche. 5. Le infografiche utilizzate in Eureka possono essere animazioni che movimentano la messa in pagina facendo comparire nuove informazioni mentre si spostano nell’impaginato o mostrando il funzionamento di qualche strumento.

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6. Altre infografiche possono essere fatte in modo che l’utente debba interagire con esse per attivare dei cambiamenti che portano a vedere nuove informazioni. Nell’immagine si vede come il formato principale per richiamare l’interazione sia quello con il dispositivo orientato in modalità landscape che rende possibile l’ingrandimento e l’esplorazione dei grafici.


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7. Copertina e alcune doppie pagine della rivista cartacea Eureka da cui l’applicazione deriva. L’utilizzo di vari linguaggi visivi per la creazioni di grafici informativi è parte fondante dell’identità visiva di tutto il magazine.

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Astronaut La rivista Astronaut è un altro esempio di progetto nativo per la piattaforma iPad e cerca di sfruttarne alcune qualità fondanti. Si definisce un “video magazine” ed è frutto del lavoro di un gruppo di amici con base a Berlino. I contenuti sono composti da contributi video di vari artisti, fotografi, musicisti, filmmakers, ma anche da articoli e serie di immagini. 1 - 3. I contributi sono divisi nei capitoli della rivista. Per aggiungere delle informazioni alle foto ma permettere di vederle anche singolarmente, la parte scritta compare sopra la foto coprendone solo una parte che rimane comunque visibile in trasparenza. 2. L’applicazione vuole stimolare l’esplorazione, tuttavia è presente una pagina che spiega come interagire con i contenuti. 4. Ruotando il dispositivo si visualizzano altre foto, a seconda del loro formato. Per vedere tutti i contenuti della rivista bisogna quindi esplorare l’applicazione ruotando il dispositivo in quasi tutte le pagine, oltre a fermarsi per guardare i filmati. 5. I video vengono introdotti da una pagina con il titoli del filmato e il nome dell’autore, si trovano assieme ai contributi scritti e fotografici. 1

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Letter to Jane

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2 Letter to Jane è una pubblicazione edita, diretta e programmata da Tim Moore. Si tratta di una rivista che raccoglie contributi – principalmente interviste – da diverse persone: musicisti, artisti, designer, filmmaker. Si tratta di uno dei primi magazine arrivati nell’App Store al lancio dell’iPad ed è stato concepito per questo supporto già dal principio. Lo scopo di Moore nel progettare la pubblicazione è di non farla percepire come un app ma come un flusso continuo di informazioni in cui la navigazione rimanga quasi invisibile.

2 - 3. Gli articoli sono composti di solo testo scorrevole che sembra scomparire metre lo scorriamo, similmente a come avviene con i titoli di coda di un film. In altri casi gli articoli possono essere accompagnati da immagini che cambiano con lo scorrere del testo a seconda della parte in cui siamo arrivati o ancora da filmati.

1. I contenuti sono organizzati in capitoli ognuno diviso in sezioni, come indicato nell’indice a inizio pubblicazione. Una scritta in alto nelle pagine con il testo ci mostra la sezione in cui ci troviamo: A – B – C oltre al capitolo.

4. Alcuni articoli possono essere anche solo delle serie di immagini, legate agli articoli precedenti, messe in pagina sempre in modo da creare una sorta di narrazione.

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5. Le copertine dei capitoli, come anche quella della rivista, sono delle animazioni di fotografie che compaiono assieme al titoli della sezione.


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The OC Annual

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Open Ceremony Annual è una rivista pubblicata in edizione limitata da Open ceremony, casa di moda per lo sport. Dalla pubblicazione cartacea deriva l’applicazione per iPad OC Annual, scaricabile gratuitamente. 5. L’applicazione è formata da sette diversi capitoli o sezioni, ognuno con interviste a diversi sportivi, tutte composte di montaggi di audio e brevi video che si avviano semplicemente sfogliando le pagine. 1 - 2. La struttura formata da diversi capitoli viene resa visivamente da fasce di colore allargabili e cliccabili appena si entra nell’applicazione, la navigazione avviene scorrendo sempre in orizzontale, prima tra i capitoli e poi tra gli articoli. 3. Alla fine di ogni capitolo c’è una sezione ludica, ovvero un gioco interattivo in cui l’utente può spostare immagini per creare un collage, oppure disegnare o giocare a colpire degli oggetti. 2

4. La pubblicazione cartacea Opening Ceremony Annual, Numero 01, Sports, 2012.

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Snowfall Con questo esempio si passa dal campo delle applicazioni dedicate all’iPad a quelle costruite per il web. Snowfall è un’esperienza progettata dal reparto grafico del “New York Times”. Si tratta di una narrazione progettata in modo da renderne la lettura fluida facendo in modo che le foto animate, i filmati, le infografiche creino un flusso continuo che non interrompa la fruizione dell’utente che deve passare da un canale all’altro. Tutti i diversi elementi utilizzati però concorrono cumulativamente a comporre la storia.

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1. La narrazione è divisa in diversi capitoli, visibili in alto nella pagina, ognuno introdotto da una copertina animata, in questo caso coerentemente con l’argomento, che mostra il modificarsi del tempo atmosferico. 3. Anche nel corso del capitolo si possono incontrare animazioni in motion graphic, con dei grafici che descrivono alcuni aspetti della tematica presa in oggetto tramite dati o mappe. 2. Le immagini, i video e le animazioni che accompagnano il testo compaiono e si attivano nel momento in cui si raggiunge il punto del racconto a cui sono collegati, in modo da non attirare l’attenzione quando non è necessario. Per visualizzare i filmati è necessario premere play.

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Bloomberg infographics L’agenzia internazionale di stampa Bloomberg pubblica il settimanale “Bloomberg businessweek” oltre a trasmettere le notizie tramite Bloomberg tv e il proprio sito web www.bloomberg.com. Una sezione del sito, www.bloomberg.com/visual-data, raccoglie tutti i grafici collegati alle notizie pubblicate. 1. I servizi sono divisi nelle due categorie Interactive data products e Infographics. Ognuno di questi grafici è stato realizzato per illustrare i dati collegati ad un articolo pubblicato, a cui la pagina che contiene il grafico rimanda. 2. Interactive data products raccoglie i grafici interattivi in cui l’utente può modificare i dati, di solito scorrendo sopra gli schemi con il puntatore del mouse, per vedere ad esempio come si modificano i dati sulle varie curve. 3. La sezione Infographics invece contiene grafiche informative statiche che possono andare dai tradizionali grafici a torta ad infografiche illustrate più eleborate, ovviamente secondo i dati a disposizione e l’argomento trattato.

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Il progetto della rivista tra carta e digitale

L’analisi qui effettuata riguarda la rivista in generale, ma si preoccupa di trattare con particolare attenzione quegli aspetti che appartengono ad una speciale categoria: le riviste di progetto. Si tratta di pubblicazioni che si occupano essenzialmente di ambiti progettuali tra i quli per la nostra analisi abbiamo selezionato il campo del design, dell’architettura e della comunicazione visiva, come viene spiegato in modo più approfondito nei prossimi capitoli1. In questa analisi puntuale emergono alcune questioni importanti nominate anche nelle precedenti riflessioni generali e che non riguardano strettamente la parte di progettazione grafica di una rivista, ma investono un campi di riflessione più ampio e su cui è necessario fermarsi per un attimo. Sia nelle versioni cartacee che digitali, questo tipo di riviste sono composte principalmente di parole e immagini, di cui si occupano rispettivamente il direttore e il direttore artistico, dalla collaborazione tra queste due figure, tramite confronti e compromessi, risulta la messa in pagina finale della rivista, la forma che questa assume e con cui si presenta ai propri lettori2. In questa sede ci interessa approfondire e capire quali sono le caratteristiche fondamentali e peculiari di questo tipo di pubblicazioni, andando a spiegarle dove possibile presentando esempi. Nel libro “Turning Pages. Editorial Desig for Prin Media”3 vengono analizzate le caratteristiche peculiari del progetto di una rivista cartacea. Le categorie utilizzate da L. Ballad in “Turning Pages” sono: concetto o idea editoriale, oggetto, struttura, navigazione, tipografia, messa in pagina e griglia, copertina e linguaggio visivo. Alcune di queste categorie sono generali e riguarda1 Si veda il Cap. “Riviste di progetto in Italia”. 2 Jeremy Leslie, Modern Magazine..., Londra, Laurence King, 2013, pp. 6-7. 3 Ludovic Ballad, Prologue in R. Klanten, S. Ehmann (a cura di), Turning Pages. Editorial Design for Print Media, Berlino, Gestalten, 2010, pp. 1097.

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Copertine e di “Apartamento”, n.7, aprile 2011; n.12, novembre 2013; n.11., maggio 2013. Pagina interna di “Apartamento”, n.1, aprile 2008.

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no la rivista in tutto il suo sistema, altre hanno un significato solo se riferite al mezzo cartaceo (C), altre ancora possono essere considerate ma con le dovute modifiche anche per il web (W) e per i dispositivi digitali (D). Concetto o idea editoriale L’idea alla base della rivista e risponde ad un’unica domanda: “cosa vuoi dire?”. In genere si risponde con il contenuto, ma potrebbe essere posta a tutte le diverse figure operanti nella redazione editoriale: giornalisti, scrittori, designer…, infatti quello che una pubblicazione vuole trasmettere viene convogliato con parole e immagini, ma anche nelle scelte del progetto grafico, tipografia, formato, e tutti gli elementi di una particolare pubblicazione. Spesso la concezione di partenza viene convogliata in una frase, talvolta nel sottotitolo. La rivista “Apartamento” che si presenta come “an everyday life interior magazine” (un magazine sulla vita di tutti i giorni) immediatamente può far sorgere domande del tipo: “la vita di chi?” per rispondere alle quali si è quindi invitati a comprare la pubblicazione. Un concetto conciso che dovrebbe espandersi in ogni parte del processo di creazione, dal tipo di commissioni ai materiali, tutto confezionato in un pacchetto coerente, tutto deve stare insieme per raccontare un’unica, chiara narrazione che è anche una sorta di patto stipulato con il proprio


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pubblico: la promessa di cosa la pubblicazione farà e cosa non farà (entrambi punti molto rilevanti).Secondo il patto i lettori comprano di nuovo la rivista perché sanno quello che avranno, ovvero delle informazioni affidabili su un ambito a cui sono interessati e da un punto di vista che condividono o che li stimola, o che comunque li interessa. È un esercizio allo stesso tempo di ripetizione in cui ogni numero deve essere diverso dai precedenti, sorprendere il lettore senza violare il contratto che ha con lui di consistenza, coerenza e familiarità. Questa è la missione continua dei periodici.La creatività non ha bisogno solo di immaginazione, ma anche di limiti, e allo stesso modo ma per motivi differenti ne ha bisogno la pubblicità, così creare un target specifico aiuta ad indirizzarsi meglio verso un pubblico e a trovare gli sponsor, a circoscrivere le aree di distribuzione e a pianificare la ricerca dei contenuti. Poi un concetto molto chiaro deve essere comunicato da un progetto grafico altrettanto chiaro e consistente, come vedremo nei prossimi punti, e volendo restare sempre attuale deve cercare di adattarsi e cambiare continuamente, deve far discutere e mai annoiare. Struttura La struttura è come la storia viene raccontata dall’inizio alla fine, la giustapposizione di storie diverse, la divisione e organizzazione in sezioni tematiche, la scelta di come raccon-

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tare poi queste sezioni ognuna in modo particolare: in quanto spazio, con quale stile visivo e in quale sequenza. È quindi la scelta, la progettazione di un ordine. Che si parli di carta o di uno schermo non si vuole assolutamente tralasciare il fatto che lo scopo di questa organizzazione è lo stesso di raccontare una storia, dosare attentamente la drammaticità per coinvolgere il lettore un po’ alla volta e allo stesso tempo guidarlo. In ogni caso è utile ricordare che la scelta di seguire questa sorta di sentiero preconfezionato è ad appannaggio del lettore, sempre liberissimo di aprire la sua rivista lasciandosi guidare dal caso. C Una delle formule tradizionali prevede che la rivista si apra con una serie di pubblicità, quelle (fatta eccezione per la quarta di copertina) più costose, seguite dall’indice, il colophon che comunica informazioni sulla composizione della redazione, i collaboratori e talvolta le biografie; si passa quindi ai contenuti iniziando con brevi pezzi di apertura dalla veste grafica in genere regolare e ripetitiva che spesso sono dedicati alla rassegna delle news o ai pubbliredazionali, pubblicità di prodotti di vario genere scritte dalla redazione sotto forma di articolo, spesso questa sessione è messa in pagina in modo da essere facilmente distinguibile da quello che segue ovvero il cuore del numero con gli articoli più lunghi, approfondimenti e ampi servizi fotografici, qui la pubblicità è disseminata in modo da separare i vari articoli; si arriva alle rubriche o servizi di contributori abituali e quindi, con le ultime pagine di pubblicità, si va verso la conclusione dove spesso si incontrano i contenuti che non hanno trovato spazio nel resto del numero come il finale di servizi molto lunghi o la traduzione in altre lingue dove non c’è la doppia lingua nel corso delle pagine, e infine una piccola rubrica di chiusura, famose sono quelle illustrate. W Per quando riguarda il sito web la struttura solitamente è più semplice, ci possono essere articoli di diverse lunghezze ma nel web, per la sua natura, non esiste un ordine prestabilito, per questo la struttura dei contenuti deve essere molto chiara e immediata, in particolare la distinzione tra le varie sezioni e a quale sezione appartiene un contenuto. Questa formula è un esempio: non esiste una struttura univoca che funzioni per ogni caso e spesso la rottura di formule preconfezionate può risultare molto più interessante, specie quando questa infrazione diventa una delle caratteristiche peculiari della rivista, in questi casi può essere utile evidenziarla come ad esempio fa in modo schematico “Monocle” che assegna una lettera ad ogni sezione: A—affairs, B—bu-

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Foto della redazione di “étapes”con le pagine della rivista incollate al muro per visualizzarle meglio e progettarne la sequenza.

siness, C—Culture, D—design, E—edit; oppure “Pin-Up” che usa il colore come elemento strutturale per dare ritmo alla struttura ad esempio usando un testo colorato per ravvivare il tono degli articoli di apertura, alternando aperture dai colori accesi per alle pagine monocromatiche, con immagini spesso in bianco e nero, per gli articoli più importanti. È importante che la struttura nel suo insieme e nella giustapposizione delle parti tra loro, si preoccupi di mantenere un ritmo compositivo. Questo ritmo è ciò che rende piacevole la lettura attraverso il bilanciamento della struttura più rigorosa, degli elementi di interruzione della monotonia e di pause che favoriscano la riflessione sull’informazione appena ricevuta e la preparazione alla successiva. L’organizzazione dell’ordine dei contenuti è molto importante anche per le riviste su supporti digitali, se non ci fosse un ordine strutturato di sezioni che seguono e si differenziano da altre sezioni non si potrebbe distinguere i contenuti tra di loro e un tipo di pubblicazione dall’altro. Oggetto Non meno importante della scelta dei contenuti è quella della loro forma, anche essa fa parte del racconto della storia perché si incarica di comunicare in un certo modo i messaggi che veicola e di aggiungere allo stesso tempo la modalità con cui i creatori si aspettano che tu interagisca con le loro storie e con il loro prodotto.

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Copertina della rivista “Computer Arts”, n.163, luglio 2009, con una cover ritagliata in fustellatura in modo da rivelare l’immagine nella pagina dietro piegando la carta tagliata. Progetto della copertina studio Non-Format.

C Gli stessi testi e le stesse immagini stampati o comunicati attraverso mezzi o materiali differenti raccontano storie differenti. Come abbiamo precedentemente affermato, anche la carta e la stampa sono un tipo di tecnologia con una propria fisicità di oggetto, pertanto come tutti gli oggetti interagiscono con chi le fruisce attraverso il tocco e le sensazioni che questo rileva, o anche attraverso il peso. Assieme alla carta anche tutte le altre parti dello stampato concorrono all’interazione con l’utente ad esempio le decisioni sul formato, la rilegatura, la dimensione della pagina, l’inchiostro ed eventuali altri materiali. Oltre che sul messaggio veicolato queste scelte hanno una connessione diretta con il budget a disposizione. Si può poi sfruttare la materialità dell’oggetto per riflettere alcune scelte di carattere politico-sociale, come ad esempio l’attenzione all’ambiente può determinare la scelta di carta e inchiostro (e in seguito le modalità di distribuzione) oppure si può , per motivi legati ai contenuti del numero o al concetto editoriale, voler accentuare l’interazione con la materia: invitare a piegare, aprire, strappare per poter fruire alcuni contenuti, dover distruggere il prodotto, cambiarne la natura per rivelare i contenuti, personalizzarlo. Un corrispettivo della rivista dal punto di vista dell’oggetto fisico non esiste in digitale e online, tuttavia si può trovare una sorta di vicinanza alla materialità della rivista cartacea nel dare un senso di completezza e di fluidità alla pubblicazione. L’oggetto cartaceo inoltre porta con se numerose ed onerose questioni come quelle relative ai costi della carta, della distribuzione, del limite fisico del numero di copie, di come e in che quantità distribuirle nelle varie edicole e punti vendita, c’è il ritiro delle copie invendute e altro ancora.

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D Il corrispettivo della rivista cartacea per dispositivi digitali non ha una propria oggettualità fisica se non quella che deriva dal supporto con cui viene fruito. Ma partendo dal presupposto che si tratta di un prodotto che permette lo stesso tipo di fruizione di una rivista stampata, in termini di relazione fisica con l’utente e di utilizzo4, si può comunque prendere in considerazione la chiusura del formato. Ovvero il fatto che questo tipo di pubblicazione sia un intero con un inizio e una fine ma, trovandosi su un dispositivo digitale può sfruttare l’uso della connessione web e quindi espandere e ramificare il proprio contenuto. Può includere anche contenuti esterni, che sulla carta possono solo essere citati per mancanza di spazio. Scrive Craig Mod: “Anche le pubblicazioni cartacee hanno una user experience perché la stampa è una tecnologia tanto quanto lo sono i computer e i tablet, una delle qualità di questa tecnologia è il senso di completezza potenziale, definito da limiti fisici, una qualità assolutamente innaturale nei formati digitali. La lettura digitale fa venire voglia di connettersi ed espandere, quella su 4 Si veda il Cap. “Le tipologie di informazione e fruizione dei contenuti”.

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carta richiama i limiti e il contenimento”5. Oltre a questo è importante che la rivista digitale venga percepita come “fatta per quel dispositivo” al contrario di trasportata o adattata dalla carta allo schermo. È importante che leggendo o fruendone i contenuti si abbia la sensazione di un qualcosa di fluido e naturale. Navigazione Legata all’organizzazione della struttura è la parte della navigazione della rivista, ovvero la parte dedicata ad orientare il lettore, sia nella rivista in generale, che all’interno di un articolo, ma anche in una singola apertura di pagina. C Lo strumento di navigazione che deve essere menzionato per primo è, per ovvie ragioni, l’indice con cui il lettore può avere una panoramica dettagliata dei contenuti, organizzare la propria lettura o ritrovare un articolo di interesse; questo strumento d’abitudine si trova all’inizio della pubblicazione, se non addirittura nella prima pagina come in “Grafik”. Oltre che nell’indice la navigazione deve essere presente in tutta la rivista attraverso altri elementi di orientamento, come: il numero di pagina, i ricorrenti, ovvero il titolo della rubrica o dell’articolo, utili se si propagano per più pagine e di solito collocati ai margini per non essere confusi con i contenuti; o ancora dei simboli posti alla fine del testo per indicare se continua voltando pagina o se si è giunti alla conclusione. Questi elementi possono diventare dei pretesti da usare come elementi grafici caratterizzanti della rivista, come “Numéro” che in alcune pagine li magnifica rendendoli l’unico elemento tipografico ad accompagnare le immagini, nonché segno distintivo per riconoscere la rivista. In ogni caso in qualunque stampato, per quanto la grafica si sforzi di guidare il lettore, la funzione principale di navigazione che permette di sapere dove esattamente ci si trova viene svolta dall’oggetto fisico, dal quale è inscindibile. D Quando si parla invece di riviste digitali quest’ultima opzione non è ovviamente plausibile, per questo motivo la navigazione acquisisce un’importanza ancora maggiore perché non ho sempre “in mano” la panoramica di tutti i contenuti. W Parlando del sito online la panoramica dei contenuti, data la loro vastità al meno potenziale, non è concepibile se non come organizzazione in modo da guidarne la ricerca, 5 Craig Mod, How magazines will be changed forever, in edition.cnn.com, 21 ottobre 2011.

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mentre quando si intende una pubblicazione periodica digitale l’organizzazione delle pagine può essere molto diversa da quella cartacea, se la rivista è organizzata in unità che possono essere associate alle pagine, perciò è molto difficile che in una rivista digitale si trovino dei numeri di pagina, di contro si ha a disposizione la possibilità di nascondere vari elementi nel momento in cui non vengono utilizzati la navigazione non è sempre visibile, in questo modo non si frappone tra il lettore e il contenuto fruito, ma nel momento in cui è richiesta può essere subito a portata di mano. Può essere inoltre organizzata in diversi modi: può essere un elenco dei titoli dei contenuti, può essere una serie di miniature delle pagine che si susseguono, può essere una mappa organizzata per concetti o altro ancora, può essere accompagnata da altre funzioni come quella di poter contrassegnare con una sorta di segnalibro o salvare in una sezione privata alcuni articoli o passaggi per poi ritrovarli velocemente; molto utile è il fatto che possa essere sfruttata per raggiungere il contenuto semplicemente cliccando un link nell’indice in questione andando dritti al punto, ma può anche essere lasciata in disparte per scorrere i contenuti uno per uno. Tipografia La questione della tipografia può essere controversa, infatti può avere diverse funzioni nell’economia di un progetto grafico: da parte portante della comunicazione, ad elemento sfoggiato per la sua forza decorativa, a base che sorregge il progetto con un contributo sostanziale ma silenzioso. C In ogni caso è parte fondante dell’identità di un magazine in cui ogni elemento è caratterizzato da un particolare carattere, con determinati dimensione e peso e la quantità di caratteri che una pubblicazione utilizza dipende dalle sue necessità. In generale possiamo contare un carattere per i titoli, che deve catturare subito l’attenzione, un altro per il testo introduttivo che deve incuriosire il lettore con ulteriori informazioni sull’articolo e che lo spinga alla prima linea del testo, in un carattere non invasivo che accompagni nella lettura in modo trasparente e fluido. Non dimentichiamo poi tutti gli elementi menzionati prima per la navigazione e le didascalie che spiegano le immagini, e che all’occorrenza devono poter essere individuate immediatamente nonostante si trovino sparpagliate per la pagina. D Nell’economia di un magazine digitale, nella sua identità, i caratteri tipografici non cambiano di importanza, quello che cambiano notevolmente sono le complicazioni

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In questa pagina. Pagine della rivista “Velvet”, n.18, maggio 2008. Nella pagina accanto. Pagina di “IL”, n.1, settembre 2008, con la spiegazione della griglia del giornale come metafora per la sua linea editoriale. Doppia pagina di “Elephant”, n.4, autunno 2010.

tecniche per poterli utilizzare nei software, oltre ai software necessari per riprodurli in modo nitido sullo schermo, ma sono tutte questioni che non ci riguardano in questa sede. Le riviste, di moda in particolare, sono note per l’utilizzo di caratteri molto decorativi ad accompagnare le immagini dei servizi fotografici, cercando di accompagnarne la musicalità e la composizione, come da tradizione iniziata da Alexey Brodovitch per “Harper’s Bazar” negli anni cinquanta. Un altro esempio di uso molto marcato della tipografia di può trovare nel magazine “Velvet”, edito da “Repubblica” fino a dicembre 2012, con le sue costruzioni di caratteri tipografici, glifi e altri simboli; oppure prendendo un esempio nel campo della visual culture “Elephant” che sotto la direzione artistica dello Studio 8 ospitava in ogni numero un nuovo carattere emergente magnificato nei titoli e più tardi, quando la direzione è passata allo Studio Julia, l’usanza si è mantenuta con un carattere progettato dallo studio stesso usato per giocare con i titoli dei vari articoli. Messa in pagina/Griglia La griglia, o gabbia, può essere molte cose: ordine, gerarchia, un punto di riferimento, è la struttura che tiene assieme il progetto visivo di una pubblicazione, la regola invisibile a cui ogni pagina deve conformarsi. C È composta da linee orizzontali e verticali che regolano il posizionamento di tutti gli elementi al millimetro, infatti stabilire la griglia non è un compito facile perché bisogna tenere conto di tutte le forme che i contenuti possono assumere numero dopo numero, deve essere assieme rigida e flessibile e rendere la progettazione efficiente, veloce e consistente prevedendone tutte le necessità pre e post-stampa.

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Le griglie usate per giornali e riviste sono tra le più complicate dovendo lavorare con contenuti molto eterogenei, spesso per questo motivo si ricorre all’uso di due o tre gabbie diverse in un unico numero. Anche qui è necessario che sia visibile un equilibrio tra ripetitività e libertà, in modo da conservare la riconoscibilità del layout e dare la possibilità di essere fantasiosi e interessanti. Un esempio di griglia molto riconoscibile si trova su “IL”, inserto di “Il Sole 24 Ore”, che incasella precisamente ogni elemento sulla pagina, dal testo alle infografiche, dai servizi fotografici alle illustrazioni. D La griglia della rivista in ambito digitale è ancora più complessa perché può dover tenere conto del fatto che la pagina può cambiare il proprio orientamento o può essere molto più grande della porzione visualizzata sullo schermo, o ancora del fatto che la messa in pagina può essere fluida o suddivisa in singole pagine, tutti elementi che rendono la griglia un elemento fondamentale. Copertina C La funzione storicamente principale di questo elemento è quella di tenere unite le pagine e proteggerle dagli agenti esterni. Generalmente ha il compito di dichiarare e presentare il contenuto che cela e per i prodotti venduti in edicola

o in libreria anche di attirare l’attenzione, incuriosendo sia i nuovi clienti che quelli abituali, cercando di comunicare la propria appartenenza ad una classe, ad esempio quella delle riviste di moda, ma facendo notare la propria particolarità all’interno della nicchia. Ci sono poi alcuni giornali che non

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Copertina della rivista “Velvet” n.18, maggio 2008, e di “Grafik”, n.191, 2011.

vengono comprati da soli ma sono inserti di un quotidiano, non hanno quindi bisogno di incuriosire gli acquirenti quando si trovano in edicola ma più tardi, quando già in loro possesso. Gli elementi testuali che possiamo trovare sulla copertina di una rivista seguono, anch’essi, una gerarchia: per prima la testata che comunica il nome del giornale e ne è in pratica il logo, poi (specialmente nei giornali più commerciali) gli strilli e la civetta cioè la segnalazione in copertina di un articolo posizionato nelle pagine interne. Di norma poi questi testi sono accompagnati da immagini a tutta pagina o molto grandi per cuiesistono apposite regole: “… i visi vendono di più, una persona che fissa il lettore vende di più di una che guarda di lato, evita il verde e il nero, il rosso spicca di più, il bianco si sporca prima, il nero è come un buco nello scaffale, i numeri irregolari come 37 o 611 vendono meglio di 500 o 1000. E così via”6. Ovviamente ognuno può seguire le regole, deliberatamente sovvertirle o giocare con esse.Parte della copertina è anche il dorso che, oltre a riportare le informazioni per riconoscere la rivista, può essere utilizzato per dei giochi grafici apprezzabili quando si mettono i numeri in fila su uno scaffale come nel caso di “Esquire” che ricompone il nome della rivista, o “Monocle” che evidenzia la sequenza dei numeri, o ancora “Apartamento” che lo ricopre con un pattern diverso ogni mese. A seconda della propria personalità ogni rivista può cercare di diffondere i propri contenuti tramite la copertina in modi differenti, anticipando parte dei contenuti o solo un servizio, può farlo in modo chiaro o più concettuale, può decidere di dedicare ogni copertina ad un personaggio o mostrare qualcosa di poco chiaro ma che inviti ad approfondire aprendo quindi il giornale. Le opzioni sono tante, l’importante è che siano coerenti con il concetto editoriale veicolato. D Per quanto riguarda le copertine dei magazine digitali la copertina ha un valore leggermente diverso, non è così direttamente in competizione con le altre copertine sugli scaffali, perché nell’edicola digitale molto spesso i prodotti vengono ricercati direttamente per nome o ci si affida alle liste, inoltre lo spazio che le viene dato a disposizione è molto limitato, continua però ad essere importante nell’identità del magazine e come introduzione alla fruizione appena 6 A. Ludovic Ballad, Cover in R. Klanten, S. Ehmann (a cura di), Turning Pages. Editorial Design for Print Media, Berlino, Gestalten, 2010, p. 70

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si apre la rivista. Inoltre, rispetto al cartaceo, nell’edicola digitale o nella propria collezione si trova molto spesso in relazione con le copertine dei numeri precedenti della stessa testata, quindi ancora una volta mantiene la necessità di mostrare la coerenza e il percorso dell’identità visiva della pubblicazione. W Nel sito web invece non esiste una vera e propria copertina, spesso si trova una sezione che raccoglie le copertine della pubblicazione periodica a titolo di archivio o per pubblicizzare l’uscita del nuovo numero; esiste però l’home page, quella che idealmente è la prima pagina del sito e come tale si presenta come una panoramica di tutti i contenuti, con brevi assaggi e anticipazioni, allo stesso modo degli strilli sulla copertina. Linguaggio visivo Attraverso la comunicazione visiva, oltre che attraverso i contenuti scritti, la pubblicazione deve palesare il suo modo di interpretare il mondo. C D W Deve in primis manifestare l’ambito di cui la rivista si occupa, ad esempio il linguaggio usato da una pubblicazione di cucina sarà diverso da quello usato da un magazine di finanza, ma spesso i confini non sono così netti. Possiamo dire che in generale l’aspirazione è quella di fare in modo che guardando una pagina della rivista, o meglio un articolo della rivista in uno a scelta dei formati e delle manifestazioni in cui si presenta, sia possibile distinguere di che testata si tratti, e di trovare il modo di coniugare cambiamento e vivacità senza però cadere nell’irregolarità. Gli elementi che compongono questo linguaggio sono molteplici: lo spazio dato alle immagini, il taglio delle stesse, le scelte fotografiche, il contenuto che esprimono, il fatto di essere più esplicite o allusive, come vengono messe in relazione tra loro e con gli altri elementi; l’uso prevalente di illustrazioni o di fotografie, la scelta di un certo tipo di illustrazioni, la predominanza di grafici o infografica. Attraverso tutte queste scelte e il modo in cui ogni parte si relaziona con ogni altra e con l’insieme si crea il linguaggio visivo. E diventa ancora più importante nel momento in cui l’entità della testata abbia più manifestazioni, come stiamo cercando di dimostrare, con la pubblicazione cartacea, quella su piattaforme digitali e quella online, è necessario che pur essendo parti diverse di un discorso siano riconducibili alla testata di cui sono parte, e questo è il compito imprescindibile dell’identità visiva.

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Lo spazio e il tempo Partiamo prendendo in considerazione la questione dello spazio, che è una dimensione con la quale siamo sempre costretti a confrontarci, e affrontiamola dai diversi punti di vista. C In primo luogo lo spazio inteso come la quantità di spazio che la rivista può occupare, ovvero lo spazio che ha a disposizione per ogni numero che pubblica. Si tratta di una regione finita, deve rispettare un certo numero di pagine, che può essere flessibile ma ha comunque dei limiti da non superare oltre i quali (e a volte sotto i quali) non può andare perché per questioni fisiche sarebbe troppo voluminoso e quindi scomodo da essere fruito e da essere trasportato. Sarebbe inoltre troppo costoso in termini di materiale utilizzatore quindi anche di distribuzione. D W Parlando dello spazio dal punto di vista digitale da un lato con la pubblicazione di periodici che corrispondono al numero cartaceo c’è il vincolo di seguire questo numero nella finitezza e nella quantità dei contenuti, si aggiunge però la possibilità di sfruttare la connessione alla rete per ampliare questi contenuti al di fuori della chiusura del numero tramite collegamenti, ad esempio, con il sito web dove lo spazio è in potenza infinito. C L’aspetto è molto rilevante anche dal punto di vista dell’archiviazione, infatti un archivio dei numeri fisici di una rivista richiede molto spazio e molte risorse ed è limitato al luogo in cui si trova, per poterlo consultare gli utenti devono solitamente recarsi nel luogo fisico che custodisce l’archivio e richiedere il materiale, sempre con la possibilità di dover aspettare se altri utenti ne stanno facendo uso. D Sul digitale le risorse necessarie per un archivio possono richiedere un investimento iniziale ma con ancora una volta molti vantaggi in cambio: la possibilità di archivio in termini di quantità di spazio non ha limiti, permette l’accesso contemporaneamente a chiunque abbia a disposizione un dispositivo digitale e una connessione internet, inoltre le funzioni di ricerca sono molto più veloci potendo ricercare direttamente i contenuti a cui si è interessati senza bisogno di consultare diverse copie, cosa che nell’archivio fisico può avvenire solo se i contenuti sono stati, appunto, in parte digitalizzati. W Si possono trovare spesso nei siti online delle riviste gli archivi dei numeri delle riviste pubblicati, nei casi migliori con la possibilità di consultarne l’indice o scaricarne una

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Pagine interne della rivista “Velvet” n.18, maggio 2008, e di “Apartamento”, n.1, aprile 2008 e n.12, novembre 2013.

versione in pdf, altre volte è possibile ordinare i numeri passati, sempre che non siano ormai esauriti. C La seconda questione da tenere in considerazione è quella del tempo. Dal punto vista degli utenti si tratta del tempo di fruizione che una rivista richiede, includiamo anche il tempo di entrare in possesso della copia della rivista che nel mondo fisico significa recarsi in edicola e acquistarla oppure aspettare che venga recapitata a casa dell’abbonato, o ancora recarsi in biblioteca/emeroteca. D Anche per la copia digitale devo raggiungere il rivenditore, ma si tratta di scaricare la copia della rivista sul proprio dispositivo potendolo fare per esempio da casa e poi aspettare qualche minuto che venga copiata nella memoria del dispositivo. W Nel web i contenuti sono immediatamente disponibili. C Consideriamo la questione del tempo anche dal punto di vista della velocità di pubblicazione: le tempistiche della stampa devono tenere conto della raccolta dei contenuti e dei contributi da parte dei giornalisti, della scrittura, poi dell’impaginazione di tali contenuti e quindi delle operazio-

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ni di stampa e confezione e solo infine della distribuzione. D La copia digitale della rivista risente solo di alcune di queste limitazioni, può infatti essere distribuita, o più correttamente essere resa disponibile, immediatamente dopo la fase di impaginazione, ovvero quando inizia la trasformazione del pdf in un prodotto fisico. W Il sito web ha invece la possibilità di saltare quasi tutti i passaggi prima elencati: è vero che per pubblicare un articolo c’è bisogno prima di acquisire i contenuti, ma si può pubblicare immediatamente una volta che è stato scritto, a qualsiasi ora. Le competenze per il progetto Assieme ai cambiamenti tecnologici e dei media e dell’informazione, che abbiamo affrontato, anche le figure coinvolte nella progettazione stanno subendo delle tresformazioni. Grazie alla condivisione delle conoscenze le barriere che in precedenza esistevano tra discipline differenti del design sono diventate più fluide, e molto spesso i processi lavorativi coinvolgono diverse figure allo stesso tempo. I progettisti in particolare devono espandere le loro conoscenza, capire quali sono le competenze di cui hanno bisogno per contribuire a dare forma a quelle che sono sempre più delle piattaforme di distribuzione dei contenuti su diversi canali. Secondo Khoi Vinh7, ex design director del “NYTimes”, la difficoltà nel progetto per giornali e riviste sta principalmente nel fatto che esistono davvero poche persone che abbiano la capacità di creare un buon prodotto digitale a partire da contenuti editoriali di qualità, e si interroga su quale possa essere il motivo di questa mancanza. A suo parere ci troviamo in un periodo di transizione tra un modo di operare in cui lo scopo è quello di creare delle narrazioni visive canoniche delle quali si può controllare ogni singolo aspetto e riferute a canoni conosciuti, ad un modo di progettare per i comportamenti, ovvero capace di generare dei sistemi responsivi — cioè in grado di elaborare un certo tipo di reazione — rispetto agli stimoli provenienti dall’utente o dall’ambiente. Tutto in un contesto in cui la presentazione, la forma che viene data alle informazioni, non sia separata dai contenuti ma sia pensata per essere mutevole per natura, adattandosi alle modifiche conseguenti l’azione 7 Khoi Vinh, Where are all the ed-ex disigners?, www.subtraction.com, 27 ottobre 2011, ultima consultazione luglio 2014. http://www.subtraction. com/2011/10/27/where-are-all-the-ed-ex-designers/

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Sotto e nelle pagine seguenti. Immagini del video concettuale che spiega il progetto Mag+. “Mag+ - Bonnier R&D concept video” visibile all’indirizzo http://www.youtube.com/ watch?v=iAZCr6canvw pubblicato in data 17 dicembre 2009 e realizzato dallo studio Berg.

Una pagina tipo di Mag+.

Il cambiamenti di orientamento del dispositivo dalla visualizzazione portrait a landscape e visualizzazione delle sole immagini.

dell’utente. Questo secondo modo di progettare richiede di essere capaci di capire, interpretare, prevedere le aspettative degli utenti, quelle degli autori e coniugare il tutto in un unico prodotto che risulti valido. Khoi definisce questa nuova figura come un editorial experience designer, ovvero un progettista dell’esperienza editoriale, e pensa non sia un compito adatto ai designer che sono troppo legati al mezzo cartaceo e quindi alla prerogativa di decisione unilaterale di quello che l’utente può essere in grado di fare o di vedere. L’editorial experience designer (ed-ex designer) deve lavorare in questo sistema in cui per il momento coesistono entrambi i modi pur con la loro opposizione. Il modo di costruire una rivista è inoltre profondamente mutuato dalla cultura in cui si trova, ma la sua virtù principale è sempre quella di raccontare narrazioni dal carattere incisivo e come abbiamo appena visto, per farlo ha a disposizione una vasta gamma di elementi. Il periodo in cui si trova, la cultura e non ultime le tecniche e tecnologie con cui una rivista si deve confrontare influenzano profondamente i contenuti e i modi di operare. Come abbiamo già constatato la crescente digitalizzazione impone nuove sfide sul piano del progetto le quali coinvolgono diverse discipline del design, non più solo quella della comunicazione visiva per costruire la messa in pagina dei contenuti ma anche il disegno industriale per la forma delle nuove piattaforme di fruizione, l’interaction design (design dell’interazione) per quanto riguarda tutta la parte di esperienza dell’utente con i contenuti attraverso i dispositivi coinvolti, quindi l’environmental design (design dell’ambiente) per tutte le questioni attorno alla fruizione del prodotto come le logiche che ne gestiscono l’acquisto e la vendita. Un esempio virtuoso di applicazione di questi principi proprio nel progetto di un magazine digitale è l’esperimento Mag+ messo in atto dall’editore svedese Bonnier che commissiona il progetto ad un gruppo di lavoro con componenti provenienti da diverse discipline del progetto, per progettare una piattaforma di distribuzione di contenuti digitali su basata su tablet. Il progetto è molto interessante perché potrebbe anticipare e ispirare, quelle che saranno delle soluzioni di largo impiego nel progettare i magazine digitali, nell’analisi che ne fa “Design Issues”8. Vengono divise le varie varie fasi di pro8 D. Nylèn, J. Holmström, K. Lyytinen, Oscillating between four orders of design: the case of digital magazines, Design Issues Volume 30, n.3, pag.53 - 68.

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Scorrendo in orizzontale si naviga tra diversi articoli di Mag+, mentre in verticale si fruisce la pagina di un singolo articolo.

I contenuti degli articoli nelle due visualizzazioni sono gli stessi, cambia il taglio dell’immagine che si adatta alle proporzioni dello schermo.

La navigazione ai due angoli superiori dello schermo mostra quanti articoli sono già stati letti e quanti mancano.

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gettazione evidenziando l’ambito del design a cui appartengono e mantenendo il confronto tra stampa e digitale. Mostra inoltre le problematiche incontrate e le varie soluzioni di progettazione ideate per dare l’idea del momento in cui sono state fatte in base alla progressione del progetto.Dal momento che il supporto digitale su cui il progetto era destinato ad essere fruito ancora non esisteva, la progettazione di Mag+ infatti comincia nel settebre 2009 mentre l’uscita dell’iPad avviene nell’aprile 2014 e il sui annuncio solo ad inizio 2014, la progettazione include la realizzazione di un mock-up, un prototipo della forma, di un tablet che serviva a capire il tipo di interazione fisica dell’utente con Mag+, l’ipotesi di come poteva funzionare la pagina pensando una doppia struttura per il doppio orientamento dello schermo associata ad un duplice tipo di lettura dei contenuti: in verticale si mettono in primo piano i testi, mentre in orizzontale le immagini; introducono inoltre la struttura a T, che ora può sembrare banale, ovvero scorrendo verso il basso mi muovo all’interno dello stesso articolo e scorrendo verso destra o sinistra mi muovo tra i vari articoli in tutta la rivista. Le considerazioni fatte dal team di lavoro si occupano anche di pensare agli aspetti legati ai lati pratici attorno alla fruizione di un magazine digitale, come cosa succede se l’utente abbonato vuole cambiare dispositivo per fruire la sua rivista, dove vanno affinare tutti i numeri già acquistati, come funziona se vuole comprare anche più di una rivista, cosa succede se lo stesso dispositivo deve gestire gli account di diversi utenti… Il risultato tangibile di questo progetto rimane un video in cui lo studio inglese Berg, che era stato chiamato a partecipare al progetto, spiega il funzionamento di Mag+; più una copia della rivista Popular Science riprospettata per la piattaforma Mag+ con il nome “PopSci+”. Decidiamo ora però di focalizzare la nostra attenzione su una categoria di riviste per mostrare finalmente come esse possano essere di grande importanza per lo sviluppo della cultura delle discipline di cui si mettono al servizio.




Riviste di progetto in Italia



Riviste di progetto in Italia

Cenni sulla storia delle riviste di progetto italiane Le riviste sono tra i documenti più importanti per rileggere la cultura e in particolare le sue manifestazioni visive celebrate dalla grafica. Infatti grazie alla loro frequente periodicità queste pubblicazioni hanno la possibilità di registrare i cambiamenti in quest’ambito in modo maggiore rispetto ad altre pubblicazioni, “in secondo luogo le riviste — forse proprio in virtù della loro natura (apparentemente) effimera — sono state e continuano ad essere un laboratorio di sperimentazione e verifica delle possibilità, dei confini, degli strumenti della comunicazione visiva”. Ci occuperemo ora delle riviste di progetto — design, architettura e comunicazione visiva — nel panorama italiano e per conoscere meglio questo settore specialistico partiamo da alcuni essenziali episodi esemplari della storia1. Questo settore editoriale è importante e particolarmente significativo per la storia del design perché grazie a queste pubblicazioni si è sviluppata e diffusa la cultura del progetto. Il primo esempio che parte dagli anni trenta e che accompagnerà la storia delle riviste per tutti gli anni a venire fino ai giorni nostri è “Casabella”. Fondata nel 1928 come “La casa bella” solo nel 1933 e con l’arrivo alla direzione di Giuseppe Pagano subisce il mutamento di testata e di veste grafica con il logotipo in Futura e si ispira ai nuovi orientamenti di grafica emergenti in europa teorizzati e messi in pratica da Jan Tschichold e Herbert Bayer. Con un formato quadrato cerca di scardinare lo schema classico dell’impaginazione componendo sulla doppia pagina con una simmetria dinamica e cerca di aderire ad una nuova iconografia puntando sul contrasto tra positivo e negativo nel ritmo delle pagine, nei titoli e nelle immagini, il tutto sposando i principi del razionalismo architettonico e quindi testimoniando il col1 Daniele Baroni, Maurizio Vitta, Storia del design grafico, Longanesi, ottobre 2003 e Giovanni Anceschi, Il campo della grafica italiana: storia e problemi, in Rassegna n°6, 1981, pp. 5-19.

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legamento con la cultura e le correnti artistiche internazionali del periodo. Negli anni dal 1938 al 1940 cambia ancora il nome della testata, prima “Casabella-Costruzioni” e poi “Costruzioni-Casabella”, dal 1940 al 1943 la pubblicazione viene sospesa per tornare nel dopoguerra e continuare da quel momento fino ad oggi. Negli anni sessanta con l’impaginazione di Gae Aulenti, diventerà una pubblicazione impegnata, densa e molto scritta, stampata in bianco e nero con la presentazione di molti materiali tecnici. Negli anni novanta arriva l’attuale direttore Francesco Dal Co e l’impaginazione viene affidata allo studio Tassinari/Vetta. Nel 1928 nasce anche “Domus” fondata da Gio Ponti. Nel corso degli anni vede susseguirsi diversi direttori e diverse linee editoriali che di volta in volta si occupano di divulgare diverse sfumature della cultura del progetto. Dall’attenzione all’architettura, alle arti applicate, al disegno industriale ma anche all’arte, alla grafica editoriale e pubblicitaria. Anche questa rivista continua la propria storia fino ai giorni nostri, rinnovandosi nelle diverse epoche per rispecchiare le diverse correnti e tendenze di cui è organo divulgativo. Altri esempi che nascono nel contesto di passaggio degli anni sessanta sono “Abitare”, nel 1962, “Ottagono” fondata nel 1966 direttamente da aziende che lavorano nell’ambito del disegno industriale come Arflex, Artemide, Bernini, Boffi Cassina, Flos, ICF De Padova, Tecno. Le altre riviste che arrivano fino ai giorni nostri, con storie alterne, e che hanno il merito di avere costruito la storia del design italiano sono “Interni”, “Modo” e molte altri. Non si possono non considerare inoltre le riviste che si ispiravano direttamente al movimento di riforma tecnica ed estetica dell’arte della stampa2. Il primo esempio, che ha innescato tutta la produzione successiva, è “Campo Grafico” che darà alla luce 66 numeri dal 1933 al 1939, tutti redatti da operai e tecnici del settore tipografico e o artisti, che dedicavano il proprio tempo libero a mettere a punto, sotto la direzione di Attilio Rossi e Carlo Dradi, una comunicazione visiva moderna ed efficace attraverso sia riflessioni teoriche sia esami pratici. La sperimentazione tecnica nelle pagine era incessante, ogni numero si presentava con una nuova impaginazione, una nuova formula per la copertina, una nuova struttura visiva.Il merito di questa comunicazione è stato quello di creare uno spazio in cui discutere e presenta2 G. Fioravanti, L. Passarelli, S. Sfligiotti, La grafica in Italia, Leonardo arte, Milano 1997.

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re il progetto della grafica e poi passare alla sua progettazione, fattore sicuramente sentito come necessario e che infatti ispirerà la nascita di altre pubblicazioni. “Linea Grafica” ad esempio nel 1946 che promuove una grafica basata sulla cultura del mestiere che associ all’esperienza la sperimentazione. La rivista si trova ad essere particolarmente attiva nel periodo storico della Ricostruzione ma continua la propria pubblicazione negli anni successivi andando a modificare il proprio ruolo nella cultura di cui parla, negli anni sessanta con il pieno riconoscimento del valore progettuale della grafica si trasforma in una rassegna/notiziario, nella metà degli anni settanta arretra a rivista di aggiornamento professionale e verso la fine degli anni ottanta si converte in un luogo di riflessione sui sostanziali cambiamenti dei media della comunicazione, redatta in italiano ed inglese. Vogliamo poi citare “Metron” che esce nell’immediato dopoguerra per iniziativa di Gentili, Piccinato, Tedeschi, Calcaprina, Ridiconcini e Zevi, i cui primi 24 numeri sono di piccolo formato, in carta ruvida e poche illustrazioni, vogliono occuparsi di aggiornare la cultura italiana che era stata isolata dal circuito internazionale a causa del fascismo; dal numero 25 al 44 si passa alla serie di formato medio e dal 45 al 53-54, siamo nel 1952, arriva il definitivo formato grande con l’intervento di Marcello Nizzoli che nella copertina utilizza una fascia orizzontale pari a al quarto superiore della pagina per organizzare, con sapiente assimetria e calcolate proporzioni dei corpi, la tipografia della testata composta in un carattere lineare robusto e quadrato, associata ad un’immagine fotografica emblematica in senso interpretativo espressivo. Per capire il fervore attorno alla costruzione delle riviste e l’importanza data al loro essere palestra della sperimentazione grafica oltre che devota espressione dei contenuti si deve anche citare l’esempio di “L’architettura – cronache e storia” al cui lancio il direttore Bruno Zevi, dopo che ormai il primo numero era già pronto per essere stampato, impaginato conservando il formato di “Metron” che Zevi aveva diretto nei dieci anni precedenti, si rese conto che per fare una grande rivista di architettura era meglio affidarsi al formato di grandi dimensioni. Max Huber, che si era occupato dell’impaginazione acconsentì ad ingrandire la rivista anche se dati i tempi ristretti e dato che i cliché erano già fatti questo avrebbe significato dover ingrandire tutto con le fotografie che sarebbero state troppo piccole , intaccando l’equilibrio della messa in pagina ma per migliorare la resa globale del progetto. Così con il nuovo formato inizia la stagione di

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questa rivista con il primo numero del maggio-giugno 1955, grande non solo per le opere presentate e per gli autori dei testi, ma anche per la qualità grafica e comunicativa grazie a due tra i maggiori operatori visuali del novecento, il già citato Max Huber e Marcello Nizzoli.Per Nizzoli, dopo l’esperienza a “Metron” è questo il maggiore lavoro per impegno e durata nel campo della grafica editoriale, qui realizza soprattutto le copertine affrontandole come diretta mimesi di “Metron” con le stesse scelte tipografiche, la testata sistemata in una fascia di circa un decimo dell’altezza, ma differenziando la soluzione adottata per l’immagine visiva: una concezione seriale affiancata dal tono sperimentale delle soluzioni con seduzioni grafico-visuali. Nel primo numero della rivista Marcello Nizzoli scrive “Io penso che ogni problema di industrial design conduca il designer a seguire una diversa procedura; anzi, che il valore di un buon disegno dipenda, alla base, dal rapporto tra il metodo seguito e la forma del prodotto disegnato. Lo scopo è raggiunto quando il designer è riuscito a tenere presente tutti i condizionamenti e a farli diventare, durante il suo lavoro, altrettanti elementi che concorrono alla sua visione del prodotto. Insomma la forma è quella che unifica ed esprime tutti gli aspetti anche talvolta contrastanti che caratterizzano un prodotto”3. Nella creazione delle copertine erano coinvolti tutti gli operatori dello studio di Nizzoli che si fossero dimostrati interessati alle ricerche visuali, agli assemblaggi cromatici, ai segni simbolici che vi trovavano posto, in questo modo la cover della pubblicazione diventava il centro di scambi di idee, di discussioni aperte ai temi attuali come dell’arte moderna a cui spesso è riferita. Un caso particolare di riviste collegate alla storia della cultura del progetto, e che raggiungono il nostro presente, sono quelle definite House organs4. Ad inizio anni cinquanta in alcuni centri della grande impresa industriale si assiste allo sviluppo di una cultura industriale promossa dalle aziende, in particolare in alcuni casi governati da dirigenze illuminate, in cui all’interesse per il progetto secondo il modello neocapitalista si affiancano teorie che promuovono lo svi3 Citato in Carlo Vinti, Gli anni dello stile industriale 1948-1965. Immagine e politica culturale nella grande impresa italiana, Marsilio/ Iuav edizioni, p. 37. 4 Carlo Vinti, Gli anni dello stile industriale 1948-1965. Immagine e politica culturale nella grande impresa italiana, Marsilio/Iuav edizioni e www.houseorgan.net.

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luppo dell’azienda anche come istituzione pubblica, il tutto guidato dallo spirito modernista del design del periodo. Perciò fino agli anni sessanta le maggiori aziende italiane hanno cercato di mantenere al proprio interno un forte controllo delle attività promozionali ricorrendo a dipartimenti chiamati “Pubbliche Relazioni” o “Direzione Pubblicità e Stampa” il cui ruolo era quello di occuparsi dell’immagine pubblica dell’azienda. I professionisti che cominciano a lavorare in questi ambiti sono le stesse personalità che poi caratterizzeranno la grafica del dopoguerra. L’esempio più celebre e che ha dato inizio al fenomeno è l’azienda Olivetti di Adriano Olivetti che, già negli anni trenta, era animato dal tentativo di negare una contrapposizione tra cultura industriale e cultura umanistica. Olivetti, oltre a condurre la propria azienda come un’istituzione che si occupa anche degli aspetti legati alla previdenza sociale dei propri dipendenti, si faceva carico di promuovere le arti interpretando la civiltà meccanica, di cui era esponente, attraverso il filtro dell’estetica e usando questo linguaggio nella propaganda dell’azienda verso i dipendenti prima che verso i clienti esterni. Questo avveniva grazie a pubblicazioni aziendali periodiche o celebrative, come quella per i “25 anni Olivetti” del 1933, come “Notizie Olivetti” (fondata nel 1952 e pubblicata fino al 1997) tutte prodotte dall’ufficio delle comunicazioni interno. Il fenomeno delle pubblicazioni aziendali, che consideriamo quindi delle forme particolari di riviste perché dedicate ad un pubblico molto settoriale come i dipendenti e i clienti di un’azienda, prenderà piede in altre aziende italiane in particolar modo nel dopoguerra quando l’esempio di Olivetti attecchirà. È il caso di “Pirelli” per l’omonima industria, di “Civiltà delle macchine” di Finmeccanica, della “Rivista Italsider”, di “Ferrania”, o ancora “Il Gatto Selvatico” di Esso. Tutte queste pubblicazioni si fregiarono di importanti art director e collaboratori grafici, che si sono formati proprio in questo frangente, oltre che di contributi di intellettuali, scrittori e critici tra i maggiori dell’epoca. Il caso delle riviste di comunicazione aziendale come sodalizio di art direction, progettazione visiva e linea editoriale non si esaurisce in quest’epoca ma continua nel tempo5, citiamo ad esempio “Caleidoscopio” semestrale edito dal gruppo industriale Busnelli dal 1965 agli inizi de5 Giorgio Camuffo, Riviste fra professione e sperimentazione, in G. Camuffo M. Piazza, C. Vinti (a cura di), TDM5: grafica italiana, catalogo della mostra, Milano 2012, Corraini Mantova 2012, pp. 115-116.

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gli anni novanta, oppure “Humus” singolare pubblicazione quadrimestrale pubblicata a metà anni settanta da Iris Ceramiche e di cui sono usciti solo cinque numeri ma molto ricchi e densi di contenuti poco comuni per un periodico aziendale. Esempi più recenti sono invece “Lux” e “Inventario” dell’azienda Foscarini, la prima semestrale dedicata ogni volta ad un tema diverso, poi sostituita dalla seconda che si caratterizza come pubblicazione a metà tra la rivista e il libro e che è arrivata oggi alla sua settima edizione edita e prodotta da Corraini. “Oxygen” trimestrale dell’Enel distribuito anche in libreria e che si occupa della diffusione della scienza e infine la celebre “Colors” promossa da Benetton. Classificazione e organizzazione delle riviste di progetto Fino a dieci anni fa solo alcune riviste destinate ad un pubblico specializzato avevano come obbiettivo la diffusione della cultura del progetto ed erano curate, dirette e sostenute da poche persone che facevano parte di quell’ambiente culturale. Si trattava di un argomento distante dalla cultura popolare e che aveva bisogno di una certa base culturale per essere compreso appieno. Da poco più di una decina di anni anche in seguito alla diffusione dei corsi universitari di design l’idea di “progetto” si è allargata e ha coinvolto un pubblico più ampio, favorendo l’interesse verso più ambiti: dal packaging all’interaction design6. Così le riviste si sono differenziate e specializzate. D’altra parte la cultura del progetto è entrata, anche se con i dovuti ridimensionamenti, nell’immaginario di tutti anche grazie a pubblicazioni di ampia diffusione, come i settimanali cosiddetti “femminili” e “maschili” che, continuando una pratica in realtà gia diffusa durante lo scorso secolo, presentano una sezione, un articolo o una rubrica “di design” per un pubblico estremamente eterogeneo, può coincidere ad esempio con un servizio sui complementi di arredamento. Le riviste che si occupano prettamente della cultura del progetto rimangono comunque, nel campo dell’editoria, un settore di nicchia che si rivolge a professionisti, ctritici o studiosi della materia. Ognuna delle riviste che si occupa dell’ambito del design-architettura ha una propria diffusio6 Conversazione dell’autrice con Evelina Bazzo, managing director dell’agenzia di comunicazione “Umbrella - comunicare design”, Treviso, 16 giugno 2014. Varie indicazioni di questo capitolo si basano su tale fonte.

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Riviste di progetto in Italia

ne e un proprio tipo di pubblico ben definiti, come avviene per tutti i tipi di magazine. È utile a questo punto andare a definire come funziona l’organizzazione delle riviste in generale, e le tipologie di rivista che si occupano del campo del design, i numeri della loro diffusione e il tipo di pubblico a cui si rivolgono. Questa precisazione ci sarà poi utile per individuare i casi studio per la nostra analisi. Riviste specializzate e specialistiche L’ambito di cui tratta una rivista è la sua specializzazione, esempi di specializzazione sono ad esempio la musica, la moda ecc. I temi che interessano il nostro campo di indagine sono l’architettura, l’arredamento, il design e la comunicazione visiva e poi, con le dovute precisazioni la categoria di riviste di lifestyle. Oltre a quelle che si occupano esclusivamente di design-architettura, molte riviste specializzate solo in architettura solitamente dedicano una rubrica o un insieme di servizi a progetti o temi relativi al design. Sono numerose perché sono molti i punti di incontro tra le discipline dell’architettura e quelle del design e via via il modo di concepire l’architettura si è avvicinato a quello del concepire il design. Ad esempio la rivista “Domus” in ogni uscita dedica la propria attenzione ad un progetto particolare di design e alcune pagine interamente dedicate ad un tema del design, ad esempio l’illuminazione, scelto in base ad una calendario che tiene conto di quello che arriva dalle agenzie stampa, dai propri giornalisti o collaboratori o ancora tenendo conto degli appuntamenti del mondo del design, un appuntamento importante è ad esempio il Salone del Mobile di Milano. Un altro sottoinsieme delle riviste sono le riviste specialistiche, ovvero quelle che si occupano di un settore molto specifico, nel nostro caso sono quelle su temi quali il progetto della cucina, il bagno o ancora la luce, a volte legate alle associazioni di categoria. Si tratta quindi di pubblicazioni con una connotazione informativa e che di solito vengono fruite da chi lavora in quello specifico settore, e in luoghi come le aziende o i punti vendita. Per questo motivo la loro diffusione è piuttosto bassa, la tiratura può essere anche solo di 5000 copie e i contenuti. Femminili, maschili e riviste di lifestyle Il mondo dei giornali, quotidiani e riviste, è nei confronti del proprio pubblico molto classista, in particolare nel caso dei settimanali. Nel senso che tende a ragionare per stereotipi in modo da indirizzarsi ad un target preciso e darsi

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una linea editoriale marcata da seguire. Per questo alcune riviste vengono classificate come dei “femminili” e magari lo esplicitano già nel nome “D La repubblica delle donne” o sono automaticamente associate ad un pubblico maschile “IL - Intelligence in lifestyle” conosciuto anche come il maschile del Sole24Ore. Esiste così anche la categoria delle riviste femminili di arredamento e design che comprende ad esempio testate come “D Casa”, “Grazia Casa” e che frequentemente sono la controparte specializzata in arredamento di riviste femminili, ad esempio “Marie Claire Maison” è il mensile di arredamento collegato alla rivista “Marie Claire”.Una categorizzazione di diverso genere, ma spesso indirizzata ad un pubblico più prettamente maschile è quella delle riviste di lifestyle. Sono riviste che espongono un particolare stile di vita o punto di vista da cui guardare tutti gli argomenti dall’attualità, al design e alla moda, e presentano ogni argomento attraverso questo sguardo particolare. In genere contengono ampie sezioni dedicate ad argomenti del settore di design, spesso con sfumature che sfociano nella moda, che assieme concorrono alla definizione di un particolare tipo di persona e del lifestyle ideale. Organizzazione della periodicità, settimanali e mensili L’uscita in edicola dei mensili segue diverse regole o abitudini. In genere, e in particolare qualche anno fa prima della cosiddetta “crisi” tra le riviste concorrenti c’era la corsa a chi riusciva ad uscire prima degli altri, ad essere quindi presente prima nelle edicole in modo da essere acquistato dal proprio pubblico prima di una rivista concorrente, oppure rimanere per più tempo negli scaffali e quindi prolungare il periodo in cui è possibile essere acquistati. In genere una rivista cartacea esce circa a metà del mese prima, questo significa che il numero di maggio si può trovare dai rivenditori già il 17 di aprile. La preparazione del numero, dei suoi contenuti comincia però molto prima. Ad esempio “Casabella” chiede ai suoi collaboratori di inviare all’inizio di giugno il materiale che uscirà con il numero di settembre, quindi almeno tre mesi prima. Chi lavora nel backstage dell’editoria o delle comunicazione sa che questo è necessario perché bisogna tenere conto di oltre una decina di giorni necessari alla stampa e rilegatura e poi alla distribuzione, poi aggiungere il tempo necessario alla messa in pagina, prima ancora alla creazione.Esistono poi dei casi particolari, delle eccezioni legate ad eventi importanti, ad esempio per “chiudere” il

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numero di aprile si aspetta il più possibile, anche fino a fine febbraio, per cercare di avere notizie più aggiornate possibile e tutte le novità che si possono raccogliere riguardo il Salone del Mobile di Milano che si svolge ad aprile. Le tempistiche di uscita cambiano quando invece si parla di pubblicazioni settimanali e così anche il tempo di chiusura del numero, le notizie si raccolgono fino a 3 settimane prima dell’uscita ma per argomenti importanti si può aspettare anche una settimana prima. La maggior parte di questo tipo di riviste vengono distribuita assieme ai quotidiani, ne sono un esempio “D La Repubblica delle donne”, che esce assieme al quotidiano “la Repubblica” oppure “Sette” del “Corriere della Sera”. Queste ultime pubblicazioni vengono spesso definite parassite perché il fatto di essere degli allegati dei quotidiani significa che ereditano la diffusione del giornale a cui sono associate, ma implica anche che esse raggiungano un pubblico vastissimo di cui però una larga fetta non è interessata perché semplicemente ha ricevuto questo inserto senza scegliere di comprarlo. La diffusione di questo tipo di giornali è stata un grosso concorrente per altri settimanali che invece fanno affidamento solo sul proprio pubblico. Introduzione ai casi studio La cernita di casi studio operata è stata fatta in modo da presentare una rosa dello stato del panorama attuale. Per coerenza con il discorso portato avanti fino a questo momento sono state incluse nella selezione solo quelle riviste che si distinguono da un lato per una particolare attenzione al progetto e per la cura della propria comunicazione visiva, e dall’altro lato che hanno scelto di proporsi come un sistema composto di varie parti, una pubblicazione su carta, un sito web e una parte sugli altri canali digitali, in modo da capire meglio come questo nuovo stato delle riviste sta funzionando e sta venendo realizzato nella pratica. Per avere poi un confronto con il panorama internazionale è stata scelta un’altra rosa di riviste straniere, mantenendo gli stessi criteri di selezione. Nella ricerca e raccolta dei casi studio si sono incontrate situazioni che si trovavano al limite per essere incluse o meno nella selezione. Fra le esclusioni riviste molto prestigiose che non soddisfano tutti i criteri, come Ottagono che non presenta una versione digitale della pubblicazione. Un’altro esempio che esula dai casi studio anche se interessante per l’ambito è archinfo.it, portale dedicato all’architettura che è composto dalle tre riviste Arketipo, Area e Materia . Sebbene vengano proposte in versione digitale con

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un “flipboard”, ovvero un pdf sfogliabile online, non hanno una presenza sui dispositivi tablet. Per diversa ragione è stata invece tralasciata “Graphicus”, rivista storica del mondo editoriale dedicata alla grafica, fondata nel 1911 aveva continuato la pubblicazione fino al 2010 quando era stata sospesa. Nel 2013 ritorna come “uno strumento di ricerca, report, approfondimento e promozione della cultura della comunicazione attuale, futura, senza dimenticare le proprie radici. Nuove discipline, ricerca tecnologica, professionalità inedite legate a economie recenti saranno i temi della rivista pensata in versione digitale in continua evoluzione, con l’idea di stampare alcuni numeri l’anno in una perfetta e tutt’oggi valida relazione tra reale e virtuale.” ovvero trasformata in versione online all’indirizzo www.graphicusmag.it dove è solo possibile scaricare la versione pdf della pubblicazione tematica semestrale (le prime tre uscite sono datate maggio 2013, novembre 2013, maggio 2014). Questo esempio non appartiene ai nostri casi studio perché al momento il sito web non ha contenuti oltre a queste pubblicazioni scaricabili, ma ci interessava citarla per la sua importanza a livello storico e per le possibili evoluzioni che avrà in futuro. Un caso simile ma in ambito anglosassone è quello di “Grafik” che è partita come rivista cartacea e ha poi terminato la propria pubblicazione con il numero 193. L’ultimo anno è stata edita da Flux, che è proprietà di Pyramyd, editore tra l’altro anche della rivista “Étapes”, che è stata offerta come sostituto per gli abbonati di “Grafik”. La redazione ha annunciato una breve pausa che si sarebbe dovuta interrompere nel 2012. Dopo un periodo di latenza invece “Grafik” è ricomparsa sul web come www.grafik.net, dove il primo post pubblicato è dell’8 maggio 2014, presentandosi come “a home for the world’s most inspiring graphic design. Building on our 20-year heritage in print as Grafik magazine, we tap into the brilliant designers, curators, critics and image-makers who shape visual culture. Operating from our London office, we report on the latest projects by both upcoming and established design talent, explore graphic design history, represent the ideas of design practitioners, and provide a forum for thinking and writing about graphic design” uno spazio per la grafica più interessante che trae origine dall’eredità ventennale della rivista e si occupa delle figure che danno forma alla cultura visiva. Un altro esempio che non rientra nei nostri casi studio è “Eye”. La rivista ha scelto di mantenersi come pubblicazione solo cartacea con

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periodicità trimestrale, affiancata dal sito web www.eyemagazine.com che è composta principalmente da una sezione blog che viene aggiornata più volte al mese con articoli inediti di vari autori, una sezione critics che è una rubrica tenuta regolarmente dal critico Rick Poynor che a volte pubblica interventi inediti e a volte ripubblica articoli provenienti dalla rivista cartacea e poi la sezione Events che si occupa di divulgare i vari eventi internazionali di interesse e una parte di archivio del cartaceo.

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Casi studio: riviste di progetto italiane

Indice Abitare Casabella ddn domus Elle Decor Interni Living Progetto Grafico

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Legenda C rivista cartacea D versione digitale della rivista W sito web o versione online della rivista


Abitare categoria architettura, design, arte, grafica diffusione _ nazionalità Italiana lingua Italiano/Inglese editore RCS Media Group Sede principale Milano, Italia fondazione 1961

La rivista ha fermato la pubblicazione della rivista con l’ultimo numero a gennaio 2014. Qualche tempo dopo ha annunciato, ufficialmente ad aprile sul proprio sito web, il ritorno di Abitare nel settembre dello stesso anno mentre www.abitare.it ha continuato la propria attività. Facendo riferimento alla presentazione tenutasi l’8 luglio 2014 a Vicenza da parte di Luca Traverso, direttore incaricato dei periodici RCS, e Silvia Botti, nuovo direttore di Abitare vediamo come la redazione sta riorganizzando il sistema della rivista. Luca Traverso, direttore incaricato dei periodici RCS, ha spiegato il sistema di RCS dei periodici di architettura e design, composto da due pilastri: Living e Abitare, che assieme coprono un target vario come può essere quello del Salone del Mobile. Living che punta alla qualità dei contenuti e a competere con gli altri periodici del settore del progetto, pur avendo la particolarità dell’alta diffusione (oltre 400’000 copie) e della distribuzione assieme al Corriere della Sera, che lo rende da un lato uno strumento molto potente grazie alla mole di pubblico che può raggiungere, dall’altro ha sollevato alcune problematiche, per esempio di forma (la scelta di una carta di qualità etc.). Abitare, che ora viene rilanciato, che copre il target dei più esperti, i professionisti del settore, e che ora vuole aprirsi anche ad un pubblico internazionale. Entrambi questi progetti tengono conto del fatto che il veicolo cartaceo abbia ancora un futuro ma che non possa essere pensato da solo e sia necessaria la componente digitale.

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Silvia Botti, nuovo direttore di Abitare, ha introdotto il sistema su cui si fonderà il nuovo progetto di Abitare. Questo periodico venne fondato nel 1961 da Piera Peroni basandosi sull’idea dell’abitare, ovvero ponendo l’attenzione sulla relazione tra l’uomo e gli oggetti, l’uomo e gli edifici, ma nel tempo si era un po’ allontanato dall’occuparsi di questo aspetto ed era diventato una sorta di vetrina di prodotti. Ora vuole ripartire dalla sua missione iniziale, aggiungendo quella missione di promozione della cultura italiana del progetto. In primo luogo costruendo una rete di distribuzione che raggiunga professionisti, aziende, collaboratori internazionali, tutte le grandi occasioni di settore, le scuole di design, i musei, le fondazioni… La redazione ha base a Milano con un piccolo gruppo di redattori fissi coadiuvati da una rete internazionale di collaboratori. Il sistema di Abitare è così composto: il sito web si occupa di coprire “quello che il giornale non può fare” ovvero l’attualità e la memoria, questa seconda opzione vuole concretizzarsi in un catalogo ragionato, ovvero una classificazione correlata però di contenuti costruiti dalla redazione, che parte dall’esempio di Architonic ma lo adatta alle esigenze della realtà italiana proponendosi quindi di raccogliere non solo le aziende, ma anche le realtà artigiane; una free digital edition che offre un articolo esclusivo, più una preview del numero cartaceo con la possibilità di leggere delle anteprime degli articoli che usciranno completi in edicola, per

invogliare all’acquisto del numero gli interessati (formalmente dovrebbe trattarsi di una newsletter); Abitare instant che raccoglie degli speciali tematici, ad esempio il primo numero si occuperà della corrente Biennale di Architettura (con periodicità non definita e nemmeno formato); una serie di eventi, gli Abitare Talks, più un Abitare Talk Festival annuale; il cuore di tutto, ovvero il giornale cartaceo Abitare (per cui è previsto anche uno sfogliatore digitale “classico”) composto di articoli, inchieste, servizi sempre con l’attenzione a non creare un semplice catalogo ma a mantenere un punto di vista giornalistico e incentrandosi sulle storie, ovvero i processi che stanno dietro ai progetti, alla loro eleborazione e costruzione. I nomi delle rubriche saranno, secondo quest’ottica; progetti, storie, visioni, items… In ogni numero sarà presente un saggio critico (nella forma del saggio breve) che si propone di essere un punto di promozione e sviluppo della cultura del prodotto e della sua critica, più una connessione con il mondo accademico e quello più pratico dei progetti reali. Non ci sarà invece la quasi consueta distinzione tra Advertising e Redazione nel giornale, con l’intento di fornire anche alle aziende una rappresentazione che sia più autorevole e ragionata. Il processo di costruzione della nuova testata non è però ancora concluso, e sicuramente non sarà completo per settembre ovvero la data di ritorno annunciata pubblicamente dal sito web.


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1. L’homepage di www.abitare. com che continua la propria attività di diffusione delle notizie, mentre parte della redazione è impagnata a riprogettare l’intero sistema della rivista. 2. La sezione del sito web che annuncia il ritorno della rivista Abitare.

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Casabella categoria architettura diffusione 30000 nazionalità Italiana lingua Italiano/Inglese editore Mondadori Sede principale Segrate, MI, Italia fondazione 1928 sistema Il sistema di Casabella è costituito dalla storica rivista cartacea, accompagnata dall’app, scaricabile dall’edicola dell’App Store Apple, ricavata dal pdf utilizzato per la stampa con l’aggiunta di qualche immagine, e dal sito web con una sezione blog per brevi notizie casabella web.eu.

CONTENUTI Periodicità C mensile D mensile W Il sito web viene aggiornato in media con un post al giorno. Prezzo C 12 €, l’abbonamento comprende sia la versione cartacea che digitale. D 6,99 €, l’abbonamento comprende sia la versione cartacea che digitale. Organizzazione dei contenuti/struttura C I contenuti cominciano la loro organizzazione con una sezione iniziale tutta composta di servizi pubbliredazionali, ovvero pagati o in qualche modo ordinati dalle aziende. È divisa in dossier e attualità, la prima comprende brevi articoli organizzati in quattro per pagina, dedicati ai prodotti raggruppati per temi come: realizzazione, componenti, materiali... La parte attualità invece propone serie di prodotti attorno allo stesso tema più specifico, come ad esempio il risparmio energetico. Dopo questa sezione, senza numeri di pagina, comincia il numero di Casabella vero e proprio, con i contenuti dedicati all’architettura e al progetto e non più alle aziende e ai loro prodotti. Inizia con un servizio del direttore, che non è strettamente un editoriale ma in qualche modo introduce le questioni del momento. Segue Supernormal, una sezione composta da un tot di servizi

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Casi Studio_Italiane attorno allo stesso tema, ad esempio vari progetti di architettura italiana recenti e di rilievo in varie regioni italiane, con tre articoli circa per ogni progetto che lo espongono da vari punti di vista. Il numero continua poi con piccoli gruppi di articoli, circa tre, attorno ad un tema e spesso preceduti da un’introduzione. Uno dei gruppi di articoli tratta una tematiche di carattere storico. Il numero si conclude con la sezione biblioteca che riporta le recensioni di pubblicazioni editoriali recenti, e in ultimo i testi della rivista tradotti in inglese. D L’organizzazione dei contenuti è la stessa del numero cartaceo. Infatti la versione digitale dei magazine dell’editore Mondadori viene realizzata a partire dal pdf per la stampa con qualche piccola aggiunta. W I contenuti sono divisi tra la copertina o homepage dove sono pubblicati gli ultimi post, i concorsi ecc. l’archivio web con tutti gli articoli pubblicati sul sito divisi per mese e anno, le copertine dell’anno in corso, le copertine e l’indice di tutti i numeri usciti assieme alla storia della rivista e l’elenco dei direttori che si sono susseguiti. Le altre sezioni contengono informazioni per l’abbonamento, l’acquisto o la newsletter della rivista. La sezione Electa architettura presenta le ultime novità della casa editrice in

materia di architettura. I contenuti dei post sono per lo più news nell’ambito dell’architettura, molti informano sulle varie mostre in corso. Tipologie di contenuti C D Testo e diverse tipologie di immagini: piante, blueprint, rendering, schizzi, vedute aeree... W Testo e immagini. FRUIZIONE Orientamento C La sezione dossier che apre il numero non ha un indice o dei numeri di pagina, come a staccarsi dal resto della rivista. Questa invece comincia con una copertina con il numero della pubblicazione e l’indice generale e finalmente cominciano i numeri di pagina senza contare la sezione precedente. Da qui in poi i ricorrenti informano sempre sulla testata, il numero di uscita, a volte anche su tema, titolo e autore. Una piccola freccia alla fine del testo indica che l’articolo continua nella pagina successiva. D L’orientamento nell’applicazione è assegnato a tre tipi di indici o visualizzazioni di sistema che sono disponibili selezionandoli dalla barra in basso. Il primo permette di visualizzare le miniature di tutte le pagine, il secondo è l’elenco di t tutti i singoli articoli (a parte la sezione iniziale che viene elencata come un

unico elemento). Il terzo indice, una volta selezionato, compare come una barra orizzontale che occupa la parte inferiore della pagina e mostra delle miniature delle pagine più la suddivisione in sezioni, a partire dalla pagina corrente. W La barra di navigazione si mantiene in ogni pagina ma non evidenzia la sezione, per capire in che parte del sito ci si trova si può leggere il titolo della pagina anche se non corrisponde propriamente con il nome della sezione, oppure evincerlo dai contenuti. Disponibilità dei contenuti/integrazione con la rete D Una volta scaricato il numero è sempre disponibile sul tablet, c’è però bisogno di una connessione internet per poter aprire i link.

1. Le tre componenti del sistema di Casabella: la rivista cartacea, l’app e il sito web di cui si vede l’homepage. 2. I tre indici per orientarsi nell’app: miniature, elenco dei contenuti e sequenza lineare con miniature.

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5 Usabilità e interazioni D I contenuti possono essere sottolineati, si possono aggiungere appunti, inserire dei segnalibri o salvare alcune pagine nella sezione dell’applicazione dedicata ai preferiti utilizzando le opzioni in alto a destra, a comparsa come anche gli indici di cui abbiamo parlato precedentemente. Le pagine sono ricavate dalla rivista cartacea e come tali si sfogliano scorrendo in orizzontale o premendo sul lato dello schermo. In alcune pagine ci sono dei quadrati rossi, dei pulsanti che aprono ulteriori fotografie, immagini sull’articolo (probabilmente quelle scartate dalla versione cartacea per motivi vari). Se si ruota il dispositivo invece di visualizzare la pagina singola si

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visualizzano due pagine assieme. La pagina può essere zoommata per ingrandire i contenuti. PROGETTO GRAFICO Formato e messa in pagina C Il formato della rivista è 28 x 31 cm, è un quadrato ottico e si è mantenuto costante dalla fondazione. Il testo è sempre organizzato in una o due colonne della stessa giustezza, che occupano ciascuna 2 delle colonne della griglia che è composta di 7, salvo rare eccezioni per l’inizio di un articolo, e non occupa mai più di metà pagina in orizzontale e 2/3 in verticale. Il resto dello spazio è occupato dalle immagini che si compongono su di una colonna a lato del testo o liberamente


Casi Studio_Italiane

sulla pagina quando non c’è del testo. Spesso i disegni tecnici occupano intere pagine, a volte all’inizio di un articolo ci può essere una doppia pagina di copertina con un’unica foto sormontata accompagnata dal titolo. Le immagini non vengono mai utilizzate al vivo ma sono sempre incorniciate dal bianco della pagina e lasciano visibili i ricorrenti. Viene utilizzato sempre lo stesso carattere molto nero per i titoli, mentre per il testo, alternato da una sezione all’altra, viene usato un carattere bastoni e un monospaziato a grazie piatte. Le didascalie e altre informazioni sui contenuti o sull’autore, sono sempre su una colonna dalla giustezza che è circa la metà di quella del testo. La sezione bibliografica invece si differenzia per essere organizzata in tre colonne di testo con un’ampia cornice. D Il layout grafico è uguale a quello cartaceo, le foto extra vengono aperte singolarmente su sfondo nero. Dato che il formato della rivista è quadrato e lo schermo del tablet non lo è, il resto dello spazio viene riempito con delle strisce nere. W Il layout del sito è composto dal logo della testata molto grande e centrale, e due barre rettangolari blu scuro: una in alto sotto la testata è la barra di navigazione con le sezioni, l’altra in basso, il footer. La pagina è composta da cinque colonne verticali, le prime quattro sono occupate dai contenuti della pagina: i post, il testo del singolo

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articolo ecc. A seconda della pagina, la quinta colonna è sempre occupata dalla colonna di servizio. Identità visiva C In tutta l’impaginazione si percepisce la volontà di lasciare ampio spazio per poter fruire e le immagini senza sovrapporle tra loro lasciando libero il lettore di apporre le proprie annotazioni. L’identità visiva è data dalla scelta di un’impaginazione piuttosto rigorosa, basata su un formato quadrato che fa si che lo spazio venga necessariamente utilizzato in

3. La sezione pubbliredazionale di Casabella su iPad e su carta. 4. Alcune pagine dell’applicazione. 5. Il passaggio da visualizzazione portrait a landscape permette di vedere la doppia pagina. 6. Alcune pagine della rivista cartacea.

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7. Piante con i grafici architettonici rispettivamente sulla carta e sul digitale. 8. Un articolo su casabellaweb.eu. 9. Copertina del numero 835.

modo particolare e lasci molto spazio attorno alle immagini, molto spesso rettangolari. D Essendo la messa in pagina identica a quella della rivista cartacea non è possibile alcun tipo di differenza di identità visiva. Bisogna però precisare che l’iPad ha delle dimensioni molto ridotte rispetto al formato cartaceo facendo si che la stessa impaginazione diventi molto piccola a confronto, e costringa l’utente ad ingrandire continuamente testo e immagini, perdendo così l’equilibrio della visione d’insieme. W Nel sito web, pur essendo molto diverso dall’impaginazione della rivista cartacea, l’identità visiva viene richiamata in primo luogo dalla riconoscibilità del logo della testata e quindi dall’uso, almeno nella home

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Casi Studio_Italiane REDAZIONE La composizione della redazione si può trovare sia nella pubblicazione mensile che nel sito web e divide chiaramente i ruoli della redazione tra chi si occupa della prima pubblicazione e chi della seconda. editor Francesco Dal Co segretaria di redazione Silvia Sala coordinamento editoriale Alessandra Pizzochero art direction e progetto studio Tassinari/Vetta: Paolo Tassinari Francesco Nicoletti

9 di colonne strette per i post, come avviene nella versione cartacea, oltre all’ultilizzo rigoroso dello spazio. Copertina C D La copertina varia sempre di soggetto, di immagini e di utilizzo della grafica, si mantiene costante il posizionamento della testata che occupa il primo ottavo orizzontale e il fatto che la grafica, che si tratti di una foto, un’illustrazione o pura tipografia, è centrata nel quadrato del formato. Homepage W La home del sito è come le altre pagine, con la differenza che riporta un banner con diverse immagini, a rotazione, che sono 5 articoli selezionati a cui si vuole dare rilievo.

Commento Casabella è una rivista storica nel panorama delle riviste italiane ed è letta da un pubblico molto specifico che ha coltivato durante gli anni. La versione digitale è un semplice sfogliatore del numero digitale che viene realizzato in modo automatico e viene fatto in questo modo per tutte le riviste dell’editore. Si tratta di una scelta di carattere logistico ed economico, in quanto la realizzazione di questo tipo di pubblicazione non richiede nessuna risorsa o personale in più, ovvero non costituisce un

comitato di redazione Chiara Baglione, Marco Biagi Nicola Braghieri, Federico Bucci, Francesca Chiorino, Giovanna Crespi, Massimo Ferrari, Enrico Molteni, Marco Mulazzani, Carlotta Tonon, Alfredo Zappa comitato scientifico editoriale Nicholas Adams, Julia Bloomfield, Claudia Conforti, Juan José Lahuerta, Jacques Lucan, Winfried Nerdinger, Joan Ockman, Sergio Polano

traduzioni transiting_s.piccolo Produzione innovazione edilizia e design Livio Salvadori Cristina Menotti (grafica) direttore responsabile Roberto Briglia

corrispondenti Alejandro Aravena (Cile) Marc Dubois (Benelux) Luis Feduchi (Spagna) Françoise Fromonot (Francia) Andrea Maffei (Giappone) Luca Paschini (Austria)

Casabellaweb dm & editor Sergio Polano editorial assistant Silvia Sala marketing Riccardo Verderosa techie Cesare Polano helping contributors Giorgio Gàino Gabriele Toneguzzi

ulteriore costo per l’editore e permette così di raggiungere una fetta di pubblico per cui al momento non è importante conoscere la quantità o l’apprezzamento del prodotto, perché appunto viene raggiunta a costo zero. Inoltre il fatto che l’abbonamento comprenda sia la versione digitale (ipad e smartphone) che quella cartacea fa capire come la prima venga vista solo come una comodità in più per fruire la seconda, permettendo per esempio di raggiungere la propria rivista quando non fosse possibile averla disponibile

fisicamente, ad esempio in viaggio. Il sito web ha principalmente la funzione di dare una presenza alla rivista sul web, permettendone anche l’acquisto, non ha un vero e proprio ruolo come blog perché la maggior parte degli articoli hanno la forma di brevi avvisi con le informazioni essenziali. Una funzione impostante che svolge però è quella di archivio: contiene oltre alle copertine anche gli indici di tutti i numeri pubblicati che sono semplicemente scaricabili sotto forma di pdf.

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ddn categoria disegno industriale, interior design nazionalità Italiana diffusione _ distribuzione prevalentemente italia lingua italiano/inglese editore Design Diffusion World sede principale Milano fondazione / sistema Le altre riviste che fanno parte del sistema di ddn sono citate nel sito web della rivista principale, che è la stessa ddn che è stata presa in esame, con una breve descrizione ma non hanno un proprio sito web o versione digitale. Sono: OFARCH, Ofx System, Casa Di, Decor Living, DDN Edizione Russia, DDB - Design Diffusion Bagno, DHD - Hotel Design Diffusion, DDN Cucine International, Hot Col, D*Lux, DDN Köln Design, DDN New York Design, DDN Mosca Design, DDn Milano design, DDN Londra Design. Il sistema di Ddn (Design Diffusion News) è formato dalla rivista cartacea, da una sua riprogettazione per il digitale, che per ora esiste solo degli ultimi numeri, e dal sito designdiffusion.com. CONTENUTI Periodicità C Mensile D Esce solo per alcuni numeri per i quali si prevede una diffusione maggiore e un pubblico non solo italiano, come ad esempio il numero di aprile che riporta articoli sul salone del mobile W Il sito web viene aggiornato in media giornalmente, alcuni giorni possono venire pubblicati più contenuti e alcuni giorni possono saltare la pubblicazione. Prezzo C 15€ D gratuita Organizzazione dei contenuti/struttura C Editorial l’editoriale del direttore, Spot e Report sezioni con articoli brevi, la maggior parte occupano una pagina e solo pochi raggiungono le tre pagine, con le novità del mese suddivise per argomenti come event, design, project, architecture, fair, brand. I servizi più lunghi sono nelle sezioni Event che si occupa di un evento importante del periodo, Cover Project che si occupa di un prodotto che è anche quello esposto nella copertina della rivista, Special Design una sezione ampia dedicata a servizi speciali esclusivamente sul tema

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del design, ad esempio nel numero 202 di ddn ci sono delle interviste ai produttori e delle descrizioni della produzione e della lavorazione di alcuni prodotti; Design Food un servizio dedicato al cibo ma sempre legato al mondo del design; Story Product in questa sezione viene chiesto ad un certo numero di aziende di scegliere quello che è il proprio prodotto storico e raccontarne la storia assieme a quella dell’azienda stessa; Special Paris lo

1. La copertina cartacea e la stessa sull’applicazione. In questa i contenuti appaiono uno alla volta con una breve animazione. 2. L’indice ad elenco e quello a colonne, che fanno parte dei servizi di default di questo tipo di applicazioni. 3. Nella home di designdiffusion.com i diversi colori indicano i temi dei diversi articoli che corrispondono anche alle sezioni nella barra orizzantale. 4. Le istruzioni su come usare la rivista digitale.


Casi Studio_Italiane speciale del numero preso in esame che si occupa dei progettisti del design francese, Selection una selezione di prodotti tematica, ad esempio il letto; reallyitalian.it vari servizi sul design italiano. Tutti i contenuti sono in doppia lingua italiano e inglese. D I contenuti sono organizzati nelle stesse sezioni e categorie della rivista cartacea, sono di meno e alcuni sono diversi, ci sono ad esempio degli articoli che sono pi첫 lunghi su carta e per la versione tablet vengono ridotti, altri esistono solo nella versione per tablet. Tutti i contenuti sono solo in lingua inglese. W I contenuti sono composti da brevi articoli corredati da pi첫 foto, di solito sfogliabili in una piccola galleria, o da un filmato e sono divisi in base al tema che trattano: design, interior, architecture, events.

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Tipologie di contenuti C Testo e immagini D W Testo, immagini, video

FRUIZIONE Orientamento C In ogni pagina è presente il numero di pagina, all’inizio dell’articolo si trova come ricorrente la dicitura della sezione della rivista in cui ci si trova e nella sezione spot per ogni articolo c’è la dicitura del tema (ad esempio architecture). L’indice si trova all’inizio della pubblicazione, indica le sezioni e per quelle con lunghi articoli anche i titoli dei singoli articoli. D All’inizio della pubblicazione è presente la pagina dei contenuti, l’indice diviso in colonne verticali e dove l’ordine di lettura va da sinistra a destra e non segue la colonna, è inoltre presente un indice mappa dei contenuti speciali, ad esempio nel 202 è un planisfero che indica gli articoli dedicati a diverse località, in più vi sono altri due indici che sono quelli di sistema dell’applicazione: quello a colonne che permette di sfogliare tutte le pagine, quando viene aperto parte dalla pagina in cui ci si trova, permette di vedere anche la lunghezza dei singoli articoli; è presente anche l’indice ad elenco che è la lista di tutti i contenuti (pubblicità comprese) ma che non mostra il punto in cui ci si trova. All’interno della pagina che si sta leggendo non sono presenti altri riferimenti se non questi indici, tutti a comparsa su richiesta. W Nella barra di navigazione è sempre evidenziata la sezione in cui ci si trova, in più nelle pagine che non sono la home, è presente un banner orizzontale, come un titolo generale, con il nome della sezione che ha anche assegnato un colore specifico utilizzato nei titoli della sezione. Disponibilità dei contenuti/integrazione con la rete D Una volta scaricato il numero è sempre consultabile però i video non sono integrati nell’applicazione ma

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vengono fruiti tramite collegamento a YouTube, questo significa che è necessaria una connessione internet per poterli fruire. Ci sono inoltre alcuni link che indirizzano ai siti web delle aziende di cui si parla.

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5. L’icona di un cerchio con dentro due frecce orizzontali indica che ci sono dei contenuti da aprire scorrendo. Possono essere una parte di pagina scorrevole o una didascalia a comparsa. 6. Alcune pagine della rivista cartacea. Si può notare l’utilizzo libero della griglia e delle colonne di testo di diverse giustezze.

Usabilità e interazioni D Ad inizio pubblicazione sono presenti le istruzioni per navigare l’applicazione, queste spiegano tutti i simboli che si possono incontrare e le conseguenti interazioni che questi suggeriscono. In realtà le interazioni possibili sono abbastanza facili da capire e intuire: dei cerchi con il segno + all’interno vanno toccati per far comparire maggiori informazioni, ovvero la didascalia dell’immagine, un cerchio con delle doppie frecce all’interno al tocco rivela un rettangolo trascinabile che contiene il testo di un breve articolo, un quadratino in basso a destra nella pagina indica che segue un’altra pagina da sfogliare sotto. Se sotto l’immagine sono presenti dei rettangoli colorati questi indicano che l’immagine è parte di una galleria di tante immagini quanti sono i rettangoli e quello più scuro rappresenta l’immagine su cui ci si trova. Gli articoli che contengono un filmato o altri contenuti fruibili ruotando il dispositivo in modalità landscape sono accompagnati dalla dicitura “rotate and listen” che si trasforma in “rotate and see more” se si stava partendo dalla visualizzazione orizzontale. È possibile ingrandire la pagina


Casi Studio_Italiane

6 PROGETTO GRAFICO con l’interazione pinch in, ovvero toccando la pagina con due dita e poi allargandole. W Il sito è costruito in modo che appena aperto compaia un certo numero di post e il numero aumenti progressivamente scorrendo verso il basso, in modo che i post meno recenti compaiano solo se si scende sulla pagina e non tutti assieme rendendo il sito pesante. È però presente un footer del sito che contiene alcune informazioni ed è visibile solo per il tempo in cui si caricano i nuovi post, perché poi viene spostato sempre più in basso rendendolo un po’ difficile da raggiungere.

Formato e messa in pagina C Il formato è 23,5 x 30 cm. La griglia varia il numero di colonne che utilizza, da un layout a 4 colonne con la colonna di testo che ne occupa 3/4, a 3 colonne di testo che occupano tutta la larghezza della pagina, o ancora un’unica colonna che prende l’intera giustezza della pagina. L’utilizzo diverso della griglia non sembra essere legato alla sezione, ovvero non distingue tra loro le sezioni ma alla dimensione delle immagini che accompagnano l’articolo ed è misto in tutta la pubblicazione, l’unica regola sembra essere il fatto di mantenere lo stesso

utilizzo delle colonne della griglia all’interno dello stesso articolo. D La messa in pagina è basata sulla singola pagina, della dimensione dello schermo del dispositivo, verticale è divisa in due colonne di testo, orizzontale varia da 3 a 4 colonne, mentre le immagini o sono a tutto schermo oppure occupano tutta la giustezza delle colonne. Un articolo può essere composto da più pagine da scorrere in verticale, posso ruotare il dispositivo in orizzontale e quando non sono presenti contenuti aggiuntivi rivelati dalla rotazione i contenuti precedenti si adattano al nuovo formato di pagina mentre le immagini possono

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cambiare, un’altra immagine sullo stesso soggetto o un taglio diverso della stessa immagine. W Il layout principale è composto da una griglia a 3 colonne, a parte per una riga orizzontale che suddivide lo spazio delle 3 colonne in 4. La pagina del singolo post usa 2 colonne per il post e 1 per una colonna di ricerca e di presentazione di altri post simili a destra. Identità visiva C La rivista cartacea e la versione digitale per iPad utilizzano gli stessi caratteri tipografici e proporzioni tra titoli e testo simili. I titoli sono in carattere bastoni con vari pesi e dimensioni.

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D La versione digitale fa un più largo uso di rettangoli colorati, che richiamano il logo della testata, contenenti titoli, didascalie o il testo a comparsa degli articoli brevi. Fa inoltre uso del colore per dare continuità agli articoli o alle sezioni, come ad esempio quella delle News che è composta di tanti piccoli articoli simili. W Il legame con l’identità visiva di tutta la rivista è data principalmente dalla riconoscibilità del logo della testata, sempre in alto a sinistra in ogni pagina del sito nell’intestazione. Utilizza inoltre il colore per differenziale le varie sezioni come avviene anche nella versione digitale. Copertina C La copertina presenta la testata quadrata in alto a sinistra che occupa circa 1/3 della larghezza della pagina, mentre gli altri 2/3 sono occupati dal payoff “Design diffusion news” e da alcuni strilli dei contenuti. L’immagine di fondo rappresenta un prodotto a cui è dedicato l’articolo interno della sezione Cover. D La copertina è la stessa della rivista cartacea con la differenza che alcuni strilli sono del colore della sezione a cui appartengono e appena si apre l’applicazione la copertina si presenta con un’animazione in cui i vari elementi

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(gli oggetti nell’immagine, i titoli e per ultima la testata) compaiono uno per volta. Homepage W La home del sito è come tutte le altre pagine, con la differenza che non presenta il titolo della sezione e contiene post di tutte le sezioni in ordine di pubblicazione a partire dal più recente ed etichettati con i diversi colori delle sezioni.

7. Cambiamenti nel layout al variare dell’orientamento del dispositivo dalla modalità verticale a quella orizzontale.Le foto possono variare o subire un taglio diverso. I rettangoli sotto alcune foto indicano che si tratta di una galleria fotografica, da quante foto Scorrendo il dito sopra le foto passo a quella successiva. 8. In designdiffusion.com il titolo e il colore usato indicano che ci troviamo in una sezione particolare. 9. La pagina di un articolo, in questo caso è composto da un video.


Casi Studio_Italiane

REDAZIONE La redazione della questa rivista è piuttosto esigua. La sua composizione, varia leggermente dal numero cartaceo a quello per ipad, nel senso che essendo i contenuti minori anche i componenti della redazione sono ridotti, non esplicita chi si occupa della rivista cartacea e chi si occupa della parte digitale o del sito, in particolare del progetto o dell’adattamento del layout, ma divide in generale i ruoli e gli ambiti tematici di cui si occupano i vari componenti.

direttore editoriale/managing editor Carlo Ludovico Russo Direttore responsabile/editor

Rosa Maria Rinaldi

Progetto grafico e consulenza artistica/ graphic layour and art consultant Franco Mirenzi Realizzazione grafica/graphic designer Antonietta Scuotri Redazione/editorial staff: Production&fashion/lifestyle Manuela Di Mari Technology & research Laura Galimberti

Inviato speciale/special correspondent Luciana Cuomo Ecodesign&Reallyitalian.it Giulia Bruno Architecture and Design in the USA Bradley Wheeler Photo in NY Oskar Landi Traduzioni ITS, Monza, Olga Barmine, Giovanna Castrovinci Collaboratori del numero (202) Valentina Dalla Costa, Claudio Moltani, Cristina Fiorentini, Francesca De Ponti, Matteo Flora

Commento La rivista Ddn rispetto a quelle storiche dell’architettura e del design molto più recente, ma sembra per il momento aver raggiunto un punto abbastanza equilibrato di sfruttamento del proprio sistema di diffusione tra carta, online e digitale. La parte digitale non è ancora perfettamente integrata nel sistema, non esce per tutti i numeri del cartaceo ma per ora sembra che si tratti di un periodo di sperimentazione e di messa a punto di questo sistema.

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domus categoria architettura diffusione 50000 circa nazionalità Italiana lingua Italiano/Inglese editore Editoriale Domus Sede principale Milano, Italia fondazione 1928 sistema La versione italiana di Domus è la versione principale, distribuita internazionalmente, ne esiste una versione tedesca distribuita tra Germania , Austria e Svizzera, e inoltre le versioni di America Centrale e Caraibi, Cina, India, Israele, Messico. Il suo sistema è costituito da tale rivista cartacea, dall’app di Domus scaricabile dall’edicola dell’App Store Apple e dal sito web www.domusweb.com. L’app è una versione digitale ricavata direttamente da quella cartacea, disponibile per tablet e smartphone. In passato Domus ha sperimentato una versione nativa per tablet dove i contenuti venivano riadattati al dispositivo digitale con un diverso layout che teneva conto dello strumento digitale, si veda il confronto con la versione attuale nelle prossime pagine CONTENUTI Periodicità C D Mensile, con 11 numeri l’anno W Il sito web viene aggiornato con un post al giorno, anche nel weekend, e a volte con più di uno. Prezzo C 10 € D 5,99 € Organizzazione dei contenuti/struttura C D L’organizzazione attuale dei numeri di Domus è iniziata con l’arrivo dell’attuale direttore Nicola Di Battista nel numero di settembre 2013, che ha dato come sottotitolo alla propria visione di Domus “La città dell’uomo”. Il numero si apre con tre sezioni di servizi pubbliredazionali, la prima News contiene brevi articoli sugli eventi e le novità contemporanee, in genere 4 per pagina intervallati da pubblicità vere e proprie; la seconda sezione che cambia tema per ogni numero raccoglie un piccolo gruppo, da 4 a 6 circa, di articoli attorno ad un tema del progetto sempre introdotto da una piccola trattazione del Domus Study Centre; la terza sezione di informazioni dalle aziende. Dopo queste sezioni comincia il numero vero e proprio di Domus con l’editoriale del direttore che propone una riflessione

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su un tema attuale dell’architettura; poi la sezione Coriandoli con articoli su vari argomenti attorno al tema principale dell’architettura, su tutto quello che la ispira e che vi ruota attorno, la formazione, i materiali, gli strumenti etc.; si arriva quindi al cuore del numero che è la sezione Progetti che offre una selezione di

progetti di urbanistica, architettura, interni e design tutti accuratamente documentati e accompagnati da più materiale possibile e interventi degli autori dei progetti; a questo punto si passa alla sezione Rassegna che sceglie un tema, come l’arredo di esterni, nell’ambito del progetto e lo tratta attraverso tutte le possibilità


Casi Studio_Italiane più recenti offerte dall’industria ai progettisti per il loro lavoro o anche per gli utenti; si arriva quindi a Feedback con un itinerario in una particolare città raccontata di volta in volta da un autore che ne presenta la propria personale visione e i propri suggerimenti; infine a chiusura del numero la rubrica Elzeviro che ospita saggi brevi di autori contemporanei, non architetti ma sugli stessi temi trattati dalla rivista: una sorta di chiusura con un punto di vista un po’ esterno. Tutti i testi sono sempre in doppia versione italiana e inglese. W I contenuti del sito web sono organizzati secondo due diverse classificazioni: la classificazione tematica li divide secondo l’ambito del progetto che trattano, le voci della classificazione sono Architettura, Design, Arte, Prodotti — che corrisponde

alla sezione Rassegna della rivista cartacea raccogliendo tutta una serie di prodotti poi selezionabili per azienda, per il numero di Domus su cui sono stati pubblicati che corrisponde anche alla tematica di cui fanno parte, per progettista ecc —, poi la sezione Archivio storico dove ci si può abbonare all’archivio di Domus e avere a disposizioni tutti i numeri della rivista pubblicati (a partire da 3 numeri prima di quello in edicola) per tutta la durata della sottoscrizione, infine la sezione Shop per abbonarsi alla rivista mensile e acquistare altri libri e pubblicazioni dell’editore Editoriale Domus. La seconda classificazione, invece, divide gli articoli pubblicati sul sito a seconda dei contenuti, le voci sono: Notizie, Interviste, Opinioni, Portfolio — con articoli che presentano la produzione o i lavori di un progettista,

Speciali — con degli articoli solitamente su luoghi particolari, numerosi sono gli articoli composti sotto forma di “mixtape” ovvero di raccolte di suoni sul luogo che è il tema dell’articolo, poi la sezione Recensioni, Video, Dall’archivio con ripubblicazioni in occasione di momenti speciali di articoli che fanno parte dell’archivio di Domus, e infine Competition. Tutte queste sezioni sono trasversali e funzionali all’organizzazione dei contenuti, ad esempio un video con l’intervista al direttore della Biennale di architettura si può trovare sia nella sezione Video che in quella Architettura, e anche nella sezione Interviste. Ci sono poi due voci che ospitano contenuti provenienti dalla rivista cartacea: Questo mese, che raccoglie il sommario dei contenuti della pubblicazione, da quella presente a quelle passate; e Edizioni Locali che presenta un breve riassunto del tema di una delle edizioni locali della rivista in altri stati.

Tipologie di contenuti C Testi e diverse tipologie di immagini: foto, planimetrie, schemi, illustrazioni, cartine... D Come il cartaceo più video e ulteriori immagini presentate in gallerie. W Testo, immagini, video, audio.

FRUIZIONE

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Orientamento C Le prime pagine, la sezione News, hanno un loro indice e sono numerate in numeri romani, la numerazione poi ricomincia sempre in numeri romani ma uno per ogni singola pagina nella sezione tematica mentre nella sezione di informazione aziendale ci sono solo dei ricorrenti che ci dicono in che sezione ci troviamo. La rivista vera e propria comincia con l’indice, i ricorrenti in ogni pagina indicano il numero di pagina, la sezione e il numero di Domus che stiamo

1. La rivista cartacea Domus, la sua versione digitale e la homepage di domusweb.com.

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che rimane fissa dando la possibilità di ricominciare a sfogliare il numero dall’inizio con un click. Entrambi gli indici sono cliccabili permettendo di raggiungere le pagine scelte. W Per orientarsi tra i contenuti del sito si possono seguire le diverse sezioni che corrispondono anche ai tag assegnati agli articoli una volta che mi trovo nella pagina del singolo articolo. I contenuti sono pubblicati susseguendosi uno dopo l’altro in verticale e ogni tot articoli ricompare la barra che contiene la testata e le varie divisioni dei contenuti. Inoltre alla fine di ogni articolo è possibile continuare a navigare per associazione tematica scegliendo uno dei contenuti proposti sotto, che sono altri articoli.

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Disponibilità dei contenuti/integrazione con la rete D Una volta scaricato il numero è sempre disponibile sul tablet, anche se i tempi di download sono piuttosto lunghi e il download si blocca se lo lascio in background.

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leggendo, alla conclusione di ogni testo è presente un piccolo logo con la d di Domus all’interno di un cerchio per indicare la fine dell’articolo corrente.

2. I due indici per orientarsi tra i contenuti della versione digitale di Domus. 3. Il cambiamento di orientamento del dispositivo modifica la visualizzazione da una a due pagine. Nella visalizzazione landscape il testo è illeggibile, mentre in portrait è molto piccolo.

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D L’orientamento nell’applicazione viene garantito da due indici, tra loro molto simili, che compaiono in una barra orizzontale in basso nello schermo quando si preme un punto qualsiasi della pagina senza poi sfogliarla. Il primo indice è chiamato Summary, compare come una barra orizzontale che contiene tutte le miniature delle doppie pagine di apertura di ogni articolo, ovvero solo le pagine dove l’articolo comincia, oltre alle sezioni in cui è organizzata la rivista, permettendo così di passare da un articolo all’altro o di spostarsi tra le sezioni. Il secondo indice Pages come il primo compare in una barra orizzontale ma contiene le miniature di tutte le pagine accompagnate dal numero di pagina e che possono essere scorse in orizzontale, con solo la copertina

W La rivista ha un proprio profilo su tutti i più diffusi social network dove pubblica contenuti, brevi e che nella maggior parte dei casi riconducono al sito web, diverse volte al giorno. Usabilità e interazioni D Come la rivista cartacea l’applicazione è composta di singole pagine che occupano tutto lo schermo e possono essere sfogliate in orizzontale, tenendo il dispositivo in modalità portrait è visibile la singola pagina mentre in modalità landscape la doppia, in entrambi i casi è possibile ingrandire la visualizzazione per leggere meglio. Nella barra degli strumenti dove si trovano gli indici c’è anche la possibilità di selezionare la pagina corrente e metterla tra i preferiti o di condividerla via e-mail; è inoltre presente un pulsante multimedia che mette in evidenza i contenuti multimediali o i contenuti in più rispetto alla versione cartacea di derivazione che sono presentati singolarmente al di fuori della pagina, dopo aver cliccato il bottone azzurro


Casi Studio_Italiane all’interno della pagina con l’icona che indica se sono immagini o video. W I contenuti del sito vengono caricati un po’ alla volta, se scorro verso il basso raggiungo un punto in cui i contenuti finiscono ma subito se ne caricano di ulteriori una volta raggiunto quel punto, questo in modo da non rallentare la navigazione nella pagina.

PROGETTO GRAFICO

4. La pagina di un articolo del sito web di domus. In alto sotto la testata è visobile la navigazione con tutte le sezioni del sito, in questo caso ci troviamo in design.

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Formato e messa in pagina C Il formato della rivista è molto ampio: 24,5x32,5 cm. La messa in pagina utilizza una griglia di 12 colonne sottili con dei margini di pagina piuttosto stretti che permette ampie variazioni nell’impaginazione. L’editoriale, che è composto principalmente di testo che occupa 6 colonne della griglia. Poi la sezione Confetti con colonne di testo ciascuna di 3 della griglia e con le didascalie della stessa giustezza, la sezione Progetti con il testo che occupa 4 colonne della griglia e le didascalie larghe la metà. La sezione Rassegna, composta di diversi brevi articoli per ogni pagina divide le colonne in 4 e anche lo spazio attraverso dei filetti che separano gli articoli. Si arriva quindi a Feedback, anche qui c’è l’utilizzo dei filetti che dividono l’articolo in vari itinerari, e infine Elzeviro composto di solo testo su uno sfondo grigio. Le sezioni il cui contenuto principale è il testo sono composte in carattere graziato mentre le altre utilizzano un bastone che è lo stesso poi usato in bold e maiuscolo per i titoli, mentre le introduzioni agli articoli sono in una font graziata e con giustezza maggiore al testo principale. Le didascalie utilizzano sempre la font bastoni bold, una giustezza minore del testo, quasi sempre due colonne della griglia generale, le sezioni sono introdotte da un rettangolo nero che contiene il nome della sezione nel primo articolo o in una pagina di copertina con una foto a tutta pagina. L’utilizzo delle immagini è molto ampio e vario, sfruttando tutte le diverse possibilità sempre ordinatamente disposte in griglia e a riempire ordinatamente tutto lo spazio della pagina. La carta utilizzata per le sezioni iniziali è lucida, mentre per la rivista vera e propria viene utilizzata una carta più opaca e piacevole al tatto. D Il layout dell’applicazione è identico al cartaceo, cambiano le dimenzioni del mezzo su cui viene fruito. W Il sito è composta da una lunga colonna verticale dove gli articoli si susseguono. Le immagini e i titoli

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Identità visiva C D L’identità visiva è fortemente caratterizzata dalla disponibilità di una dimensione di pagina così ampia che permette la coesistenza di diversi elementi, diverse dimensioni di immagini, diversi livelli di uso del testo e di variare molto da una pagina all’altra.

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occupano tutti la stessa giustezza che è la larghezza della colonna, mentre il testo lascia un po’ di margini attorno. I titoli sono contenuti in rettangoli colorati e semitrasparenti che si sovrappongono all’immagine

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dell’articolo utilizzata come copertina. Testi e immagini sono molto grandi, in contrasto con i ricorrenti e gli elementi di navigazione di dimensioni ristrette. Il testo è in carattere graziato molto riconoscibile e leggibile.

W L’elemento visivo che lega il sito alla rivista cartacea è il logo della testata che è presente appena si accede al sito e scorrendo i contenuti ricompare periodicamente. L’altro elemento che può rendere riconoscibile la rivista nelle sue varie parti può essere la libertà di utilizzo di tutti gli strumenti a disposizione nel mezzo web, come nella carta viene fatto un uso molto vario di tutte le dimensioni e formati possibili delle immagini, mantenendo sempre però un ordine di fondo.


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9 Alcune doppie pagine di Domus. 5. La sezione News. 6. Coriandoli. 7. Alcuni articoli della sezione centrale. 8. Pagina con alcune piante di progetti che possono prendere anche molto spazio del layout. 9. Elzeviro, la sezione conclusiva e una pagina con disegni di architetture.

Copertina C D La copertina mette la testata in alto che occupa poco più di un quarto della pagina in un unico colore su sfondo bianco, il colore utilizzato riempie poi il resto dello spazio inferiore e fa da sfondo ad un’illustrazione, uno schizzo di qualche autore famoso e importante per la storia dell’architettura e del design. Homepage W La home del sito come impostazione grafica richiama le altre pagine, con l’unica differenza che presenta i contenuti solo in ordine cronologico di pubblicazione e senza dividerli in sezioni. I contenuti in home sono delle anteprime degli articoli formati dall’immagine di copertina, i titolo e una breve introduzione all’argomento in un rettangolo colorato sovrapposto alla copertina. Alcuni articoli non sono accompagnati da un’immagine ma solo dal titolo e l’introduzione, altri vengono raggruppati in gruppi di tre e presentati a scorrimento.

REDAZIONE La redazione, la cui composizione è pubblicata sulla rivista mensile, divide le competenze tra la rivista cartacea, il web e la versione iPad. La risposta del direttore di Domus, Giuseppe Basile alla domanda: «Quali sono le figure redazionali incaricate del progetto? È stato necessario introdurre nuovi ruoli e figure professionali nella redazione per realizzare anche la versione digitale?». «Per il cartaceo (e quindi per la parte del web) la redazione è composta attualmente (ogni direzione imposta un gruppo di lavoro adatto al progetto in essere) da direttore, un comitato di maestri (cinque personaggi di rilevanza mondiale) come comitato scientifico che affianca la direzione, un gruppo di lavoro variabile che forma un Centro Studi Domus, una redazione grafica, la redazione giornalistica, segreteria, un gruppo redazionale per le versioni digitali che è affiancato da una struttura tecnica aziendale digitale, la struttura editoriale domus dalla nascita del web ha sempre una reparto tecnico e scientifico che segue e si aggiorna nel progresso tecnologico la redazione fa lo stesso»

direttore Nicola Di Battista Collegio dei Maestri David Chipperfild, Kenneth Frampton, Hans Kollhoff, Werner Oechslin, Eduardo Souto de Moura Art director Giuseppe Basile Redattori Loredana Mascheroni vicecaporedattore Rita Capezzuto - caposervizio Laura Bossi Elena Sommariva Grafici Elisabetta Benaglio Franco Miragliotta Coordinamento Miranda Giardino di Lollo Segreteria Isabella di Nunno domusweb Simona Bordone Giulia Guzzini Art director iPad Manuel Ehrenfeld Centro Studi Massimo Curzi, Spartaco Paris, Andrea Zamboni Progetti Speciali Luca Gazzaniga

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Commento Domus è un’altra di quelle riviste che hanno costruito la storia dell’architettura e del progetto in Italia. La sua identità visiva è stata molto mutevole nel tempo, con il susseguirsi di vari direttori che hanno portato avanti diversi punti di vista sugli argomenti trattati ma sempre con professionalità e attenzione alla contemporaneità e al moderno. La linea editoriale costruita attraverso le diverse manifestazioni distingue molto bene le competenze tra il periodico e la pubblicazione web, scrive infatti il direttore in un’intervista via e-mail: «La versione digitale (come descritto sopra) è uno strumento di comunicazione che si aggiunge a quello cartaceo, l’obbiettivo è trasmettere un discorso culturale ben preciso a prescindere dagli strumenti che la contemporaneità ci mette a disposizione, le caratteristiche tecniche di questi strumenti, poi, sono in grado di offrire possibilità comunicative che utilizzate in modo opportuno ci mettono in grado di mostrare i contenuti nel modo più consono al contenitore…. diverso è per il sito web che dato la sua velocità comunicativa e la completa diffusione ha funzioni diverse, pur mantenendo lo stesso interesse culturale propone la comunicazione di notizie che oggi con il mezzo cartaceo non hanno ragione di esistere per via della periodicità, anche questo settore comunque è in continua e veloce data dalla costante e repentina evoluzione degli strumenti usati, in media ogni sei mesi gli standard sono stravolti in modalità evolutiva e il mondo collegato è costretto a seguirlo, per chi esiste sul mercato della comunicazione non si tratta di costruire un progetto nuovo ma di evolvere il progetto esistente».

PRECEDENTE VERSIONE DIGITALE Prima dell’attuale versione digitale, il sistema di Domus ne contava una che manteneva gli stessi contenuti e organizzazione della versione cartacea, ma era riprogettata in modo da adattarsi alla fruizione sul dispositivo iPad. Si tratta di un progetto che rempaginava completamente il layout, coerentemente con il supporto, con gli articoli composti in singole pagine da scorrere in verticale. I grafici e le immagini erano interattivi, in modo da visualizzarne alcune parti o diverse prospettive nella stessa pagina.

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Casi Studio_Italiane 10. L’articolo comincia con una copertina con l’immagine che è un’animazione che mostra, in questo caso, i cambiamenti che l’oggetto può subire. 11. Le didascalie sono a comparsa per permettere di vedere l’immagine anche da sola. 12 - 13. Il testo è su un unica colonna che occupa due terzi della pagina, in modo da essere ben leggibile.

14. I disegni troppo grandi, come questa vista laterale di un prgetto, sono su una pagina scorrevole in orizzontale che li esplorabili. Nel disegno sono presenti anche dei contenuti a comparsa che mostrano altre parti del progetto, per esempio una sezione.

16 Gli schemi possono essere interattivi anche all’interno della stessa pagina, ad esempio scorrendo alcune parti. 17. Premendo sulle didascalie si vedono diverse viste e sezioni del progetto.

15. In alto a destra si vede la navigazione, indica a quale pagina siamo arrivati all’interno dell’articolo. Una piccola freccia o un trattino in fondo a destra indica se l’articolo è concluso o prosegue.

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Elle Decor categoria arredamento, interior, design diffusione 50000 nazionalità Italiana lingua Italiano/Inglese non integrale editore Hearst Magazine Italia Sede principale Milano, Italia sistema La rivista è collegato alle riviste Elle, Marie Claire, Marie Claire maison, Cosmopolitan, Gioia! e Riders del gruppo Hearst Italia, infatti i link dei siti web compaiono nel footer del sito web di Elle Decor, ha inoltre numerose edizioni intenazionali, 25 per la precisione, che fanno parte del network Elle Decoration. Il sistema è composto dalla rivista cartacea, un’app scaricabile dall’edicola dell’App Store e il sito web www.elledecor.it. Ha inoltre un’altra app dedicata al calendario e alle mappe degli eventi del Salone del mobile di Milano e organizza durante la manifestazione l’eventi Be Original.

CONTENUTI Periodicità C D Mensile, 10 uscite all’anno W Viene aggiornato con diversi post al mese. Prezzo C 4,50 €, l’abbonamento comprende la possibilità di sfogliare una versione digitale su web che non corrisponde però all’app. D 4,49 € Organizzazione dei contenuti/struttura C I contenuti sono divisi in macrosezioni con all’interno delle rubriche più o meno fisse: Attualità+cultura che comprende rubriche come Password, che presenta un tema attuale dell’arredamento, Decor News con delle news flash su dei prodotti di arredamento, In Mostra a con una mostra da visitare; Design+architettura con Elle Decor Incontra, una rubrica con le interviste a progettisti e architetti in cui vengono anche presentati i loro progetti recenti o passati, People con una visita a casa di qualche personaità interssante, Design/ Designbook/Design News/Design Focus con le ultime tendenze e prodotti nel campo del design; Stile+decor con diverse rubriche sui nuovi prodotti e tendenze dell’arredamento; Food+travel con le novità internazionali e servizi come Itinerari che presentano il tema

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del living in diverse nazioni; Interni con servizi su case e diversi modi di arredare e vivere la casa in diverse parti del mondo. Può contenere anche degli speciali dedicati ad argomenti di interesse, ad esempio sulla Biennale di Architettura di Venezia. Alcuni servizi, spesso le news e gli articoli corti, hanno degli approfondimenti che possono essere consultati sul sito web e sono segnalati sul giornale cartaceo. Solo alcuni articoli hanno la traduzione in inglese, segnalata in indice e che si trova poi a fine rivista.

D L’organizzazione dei contenuti è la stessa del numero cartaceo. È però possibile acquistare gli speciali anche separati dal resto del numero. W I contenuti sono organizzati nelle sezioni che sono visibili nella barra di navigazione e sono news, case, people, design, architettura, interior decoration, magazine, be original e lo speciale più recente, al momento speciale biennale. Tutte le sezioni raccolgono articoli brevi sul tema accompagnati da una galleria di immagini a scorrimento o anche


Casi Studio_Italiane da un filmato, di solito un’intervista. Be original è la sezione sull’omonima iniziativa di Elle Decor che organizza alcuni eventi per promuovere il design orginale, da questa sezione si può accedere al sito dedicato all’iniziativa dove è presente un catalogo dei prodotti originali promossi, che suggerisce anche i punti vendita. La rivista è distribuita anche sui principali social network come Facebook che aggiorna con diversi post mensili e Twitter con post giornalieri e in inglese, in entrambi i casi sono rimandi ad articoli del sito web oppure avvisi dell’uscita del numero mensile. Tipologie di contenuti C D Testo e immagini, soprattutto fotografie. W Testo, immagini e alcuni video.

FRUIZIONE Orientamento C Il numero viene aperto dall’indice che segnala tutti i contenuti dividendoli in macrosezioni sui temi del design, dell’architettura, del viaggio etc. ma non nell’ordine in cui sono poi disposti nella rivista. Nel corso delle pagine i ricorrenti ci informano su quale rubrica stiamo leggendo, un grosso punto nero avvisa che il testo dell’articolo è concluso. D L’applicazione contiene tra le pagine lo stesso indice del numero cartaceo, in più l’orientamento tra i contenuti è garantito da un indice che riporta gli stessi contenuti di quello cartaceo con la divisione in ambiti e le miniature di tutte le pagine cliccabili in modo da

poter raggiungere l’articolo desiderato o una sua parte in particolare, è poi presente anche un indice chiamato “mosaico” che permette la visualizzazione di tutte le pagine come miniature per avere una visione globale della rivista e dell’ordine degli articoli, infine è presente anche una navigazione che compare sopra la pagina ma lasciandone una parte visibile chiamata indice “slider”, e mostra il susseguirsi delle pagine, al pari dell’ultimo indice, però scorrevoli come una lunga barra. Tutti e tre questi indici sono a comparsa una volta premuta la x in basso a destra dello schermo. W La barra di navigazione rimane sempre visibile, anche scorrendo i contenuti della pagina questa rimane in alto con la sezione in cui mi trovo evidenziata in giallo. Inoltre a inizio articolo è segnalato il percorso che si è fatto per arrivare alla pagina. Disponibilità dei contenuti/integrazione con la rete D Una volta scaricato il numero è sempre disponibile sul tablet, le segnalazioni di ulteriori contenuti a differenza della versione cartacea sono dei link che una volta cliccati, e in presenza di una connessione internet, ci portano direttamente al sito web.

1. Il sistema di Elle Decor. Nell’app per mantenere la pagina con le stesse proporzioni di quella cartacea si devono aggiungere due barre bianche ai lati.

Usabilità e interazioni D I contenuti possono essere sottolineati, si possono aggiungere appunti che rimangono visibili con un’icona sulla pagina, c’è la possibilità di salvare alcune pagine o sottolineare e anche di condividere la pagina ad esempio inviandone una sola alla volta in bassa risoluzione via mail, il tutto utilizzando gli strumenti sulla barra a comparsa in basso a sinistra. A comparsa in alto a destra invece sono presenti gli strumenti per la fruizione del numero: un “link inspector” che evidenzia i link nella pagina, è poi presente anche il pulsante per la “modalità lettura” che dovrebbe consentire di personalizzare lo stile del testo a seconda delle proprie necessità ma non è attivo in nessuna pagina. Le pagine sono ricavate dalla rivista cartacea e come tali si sfogliano

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2 2. I tre indici per orientarsi tra i contenuti dell’applicazione digitale. 3. L’opzione “help” che spiega le gesture per interagire con i contenuti.

4. Quando ruoto il dispositivo in modalità landscape vengono visualizzate due pagine in una schermata.

larga colonna centrale accompagnata da una più stretta a destra con informazioni sull’abbonamento e con la classifica dei cinque articoli più letti, che è 1/3 della colonna principale.

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4 scorrendo in orizzontale. Con un doppio click sulla pagina o con la gesture pinch-in posso zoomare. Se si ruota il dispositivo invece di visualizzare la pagina singola si visualizzano due pagine assieme. W È un sito responsivo, ovvero si adatta in base al dispositivo su cui viene fruito: su tablet cambia un po’ la propria impaginazione su un’unica colonna a volta divisa in due, la barra di navigazione è divisa su due righe per contenere tutte le categorie, e la colonna laterale non esiste ma i suoi contenuti si spostano sull’unica colonna centrale in home. Nella versione per cellulari la barra di navigazione diventa un menu a comparsa, l’impaginazione è composta su un’unica colonna e i post pubblicati sono meno recenti.

PROGETTO GRAFICO Formato e messa in pagina C Il formato della rivista è 23x28,5 cm.

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Il testo è sempre organizzato in un’unica colonna che può occupare metà o 2/3 della pagina dentro ai margini, le didascalie possono variare la loro giustezza ma il testo è sempre a bandiera. Il carattere utilizzato è un bastone geometrico, bold nelle didascalie e nei ricorrenti di sezione, che sono sottolineati da un filetto lungo tutta la pagina, e light per il testo principale, a volte accompagnato da un graziato corsivo per alcuni testi introduttivi degli articoli. Viene fatto largo uso delle immagini spesso a tutta pagina, sormontate solo dalle didascalie. Gli speciali sono introdotti da un copertina interna in carta più spessa, la sezione delle traduzioni a fine numero è un inserto in carta sottile e uso mano. D Il layout grafico è uguale a quello cartaceo. Essendo lo schermo più piccolo della pagina cartacea risulta necessario ingrandire un po’ la pagina W Il layout del sito è composto da una

Identità visiva C In tutta l’impaginazione le immagini sono protagoniste e l’identità della pubblicazione è data principalmente dal carattere usato e dalla differenza instaurata dall’alternanza di bold e light per titoli e testo. D Essendo la messa in pagina identica a quella della rivista cartacea non c’è differenza di identità visiva anche se l’utilizzo di titoli grandi non risalta allo stesso modo. W Nel sito web la continuità con l’identità visiva della testata viene affidata principalmente all’utilizzo dello stesso carattere tipografico, con titoli maiuscoli e bold in contrasto con il resto del testo, dalle didascalie in corsivo graziato e dal largo utilizzo delle immagini, anche se in modo più standardizzato secondo un griglia di impaginazione più rigida e limitata dalla natura del web. Copertina C D La copertina è sempre la foto di un interno o un esterno arredato e accompagnato dagli strilli degli articoli principali. In alcune occasioni speciali vengono fatte copertine solo tipografiche, anche in diversi colori.


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5. Alcune pagine della rivista cartacea di Elle Decor, la sezione Password con il tema, un servizio in sala posa e una pagina di Design News. 6. La copertina interna dello Speciale sulla Biennale di Architettura di Venezia e un articolo interno. 7. Un servizio ambientato in un’abitazione.

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Homepage W La home del sito riporta numerose divisioni per presentare delle anteprime delle diverse sezioni: si comincia, subito dopo la testata e la barra di navigazione, con delle anteprime delle news giornaliere, poi una larga immagine con 5 notizie scorrevoli rappresentate da un’immagine, a seguire anteprime dei vari articoli delle diverse sezioni tematiche, l’anteprima di un articolo selezionato e poi la top 5, in questo caso, di servizi su altre parti del mondo etc. fino ad arrivare al footer.

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REDAZIONE La composizione della redazione è pubblicata sulla rivista mensile, sia cartacea che digitale. C’è una parte di redazione che è dedicata ad occuparsi dei contenuti del sito web composta da un consulting editor e due collaboratori.

8. La sezione Be Original su elledecor.it con tutti gli articoli dedicati a questo evento che comprende mostre e allestimenti nei negozi del centro di Milano. 9. L’app permette di condividere una pagina per mail o come messaggio sul servizio di messaggistica del dispositivo. 10. La sezione News di elledecor.it. 11. Un articolo di Be Original sulla rivista cartacea.

Direttore responsabile Livia Peraldo Matton Caporedattori Laura Maggi - centrale Bettina Rosso - design e tendenze Rosaria Zucconi - interni e travel Direttore artistico Valeria Settembre Redazione Ruben Modigliani - caposervizio Francesca Benedetto - produzione interni, travel, people Paola Carimati - design e tendenze Redazione Grafica Mariapia Coppin - vice caporedattore Elena Santangelo - caposervizio Carlo D’Amico - impaginazione Photoeditor Vivetta Rozza - news, design e tendenze Segreteria Elena Contardi - direzione amministrazione Roberta Salvioni - redazione produzione

Collaboratori Grazia Baccari, Ilaria Baciocchi, Piera Belloni, Tamara Bianchini, Murielle Bortolotto, Sebastiano Brandolini, Marta Lavinia Carboni, Paolo Campostrini, Ana Cardinale, Tami Christiansen, Lisa corva, Chiara Di Pinto, Arianna Lelli Marmi, Francesco Marchesi, Emmanuelle Morice, Ravaiolisilenzistudio, Anna Scaravella, Studiopepe, TDR Translation Company Fotografi Paolo Araldi, Didier Delmas, Fred Ernst, Andrea Ferrari, Kasia Gatkowska, Fabio Ionà, Natalie Krag, Filippo Messina, Stefano G. Pavesi, Matthieu Salvaing, Pietro Savorelli, Gionata Xerra elledecor.it consulting editor Alessandro Valenti collaboratori Eugenio Cirmi, Benedetta Lamberti

11 Commento Dal punto di vista dei contenuti è stato deciso di includere questa rivista, benché non si occupi strettamente dell’ambito del progetto ma più di quello dell’arredamento, perché tra le riviste di interior design nel panorama italiano è quella che da un po’ più di attenzione alla progettazione, alle interviste con i designer, anche se non si spinge ad approfondire come vengono progettati e costruiti i prodotti, salvo rare eccezioni. Molto interessante invece per il progetto è l’iniziativa “Be original” perché si occupa di sostenere il design originale e di diffondere il valore della progettazione attraverso eventi di promozione dei

marchi che la appoggiano ma anche di sensibilizzazione verso il pubblico ampio. Per quanto riguarda il sistema della rivista Elle Decor è come se fosse composta di sole due parti: la rivista periodica mensile, che può essere fruita sia su carta che su supporti digitali in quanto le due versioni presentano identici contenuti e messa in pagina, e poi il sito web con contenuti propri e aggiornati con maggiore frequenza oltre a varie aggiunte agli articoli del magazine, come alcuni video e interviste che non sono fruibili sulla versione mensile ma vi vengono opportunamente segnalate.

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Interni categoria arredamento, interior, design, architettura diffusione 50000 copie distribuzione nazionale ed estera nazionalità Italiana lingua Italiano/Inglese editore Mondadori Sede principale Segrate, MI, Italia fondazione 1954 sistema Il sistema di interni è formato dalla rivista cartacea che ha anche una versione digitale, l’app ricavata dal pdf e scaricabile dall’Apple App Store. Fanno parte del sistema anche www.interniweb.com e le guide di Interni, digitale e cartacea, dedicate a tutti gli avvenimenti del FuoriSalone. CONTENUTI Periodicità C D Mensile, dieci numeri all’anno con gennaio-febbraio e luglio-agosto numeri doppi. W La presentazione che si può trovare su sito afferma che questo viene aggiornato settimanalmente ma i post non sono datati. Prezzo C8 €, l’abbonamento comprende sia la versione cartacea che digitale. D 5,49 €, l’abbonamento comprende sia la versione cartacea che digitale. Organizzazione dei contenuti/struttura C D Il numero comincia con interniews che contiene le news del periodo organizzate nei temi produzione/ production, brevi/in brief, project, premi/prizes, mostre/exhibitions, fiere/ fairs, fashion files. In questa sezione gli articoli sono tutti piuttosto brevi, occupano una o due pagine, salvo la sezione brevi dove il testo dedicato alle news è di un paragrafo di qualche riga. Segue inservice ovvero le traduzioni in inglese di questa prima parte. Non è sempre presente la sezione dossier, molto ampia e con diversi articoli che approfondiscono un tema in particolare come ad esempio per il numero di marzo 2014 parlano dell’Emilia Romagna. Cominciano a questo punto le sezioni regolari precedute da una copertina interna che è un illustrazione disegnata apposta

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1 - 2 - 3. Le parti principali del sistema di Interni.

per interni da un artista che forma la “Drawings Collection”, arriva quindi la prima rubrica intopics, l’editoriale che introduce al tema scelto per il numero che è sempre interpretabile in modo libero che si presta a costruire un numero molto variegato, poi la sezione interiors&architecture con articoli che trattano di progetti di arredo e architettura, insights con degli approfondimenti di vario genere che lasciano spazio anche ad altri argomenti collegati all’architettura e al design, come possono essere l’arte, la grafica, o con approfondimenti di carattere storico. Si passa poi alla sezione indesign incentrata ovviamente sul tema del progetto di design, presentando numerosi prodotti collegati al tema della pubblicazione. Infine si passa

nuovamente ad inservice con le traduzioni di questa seconda parte W I contenuti sono organizzati in due gruppi, il primo comprende le sezioni architettura & interni, design, prodotti, news e agenda, mentre il secondo gruppo che riguarda le informazioni attorno alla rivista e al suo sistema è suddiviso nelle sezioni System, Eventi, Guide, Design Index. Gli articoli che vengono pubblicati nel sito nel primo gruppo di sezioni sono una parte dei contenuti che escono anche con il numero cartaceo e riportano quindi lo stesso testo accompagnato dalle immagini sotto forma di galleria, fa eccezione la sezione prodotti che è un catalogo di numero si prodotti suddivisi per


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tipologie, come cucina, zona giorno, divani, tavoli, complementi… e presenta informazioni sui singoli prodotti, tra cui anche il prezzo e dove acquistare, si tratta di una sezione sponsorizzata dalle aziende per dare visibilità ai loro oggetti. I contenuti del secondo gruppo invece illustrano la costituzione del sistema di Interni. All’interno della sezione System si possono vedere tutte le pubblicazioni di Interni, la rivista principale con tutti i numeri, selezionando il numero si legge una breve introduzione seguita dall’elenco dei contenuti; per “Interni Itinerari”, “Interni Panorama”. “Interni King

Size”, “Annuals” e “Design Index”, che sono tutti gli allegati che si possono trovare in edicola assieme alla rivista Interni o che si possono scaricare assieme alla versione digitale, è possibile avere la visualizzazione del formato pdf su Issuu e quindi sfogliare l’intera pubblicazione gratuitamente. Nella sezione eventi si può leggere e avere informazioni a proposito delle manifestazioni organizzate da Interni, sia per quelle avvenute come lo “Special Design Anniversary” che celebrava i 60 anni di Interni, che per quelle che ricorrono periodicamente come quelle durante il Salone del Mobile. La

sezione Guide ci informa sul “Design Index”, ovvero la guida del magazine a tutti i prodotti del design italiano, classificati da Interni, e che come la rivista è disponibile in versione cartacea (distribuita assieme ad Interni) web e tablet, segue Design Index che appunto ci porta alla versione web dell’index all’indirizzo www.guidainterni.com. Tipologie di contenuti C D Testo, e numerose immagini. W Testo e immagini.

FRUIZIONE 3

Orientamento C La rivista è divisa in due parti separate: interniews assieme al dossier e poi la parte con tutti gli articoli attorno al tema del numero, la divisione si capisce chiaramente anche dall’indice dove sono separate e la numerazione delle pagine in ogni parte ricomincia da zero come fossero due riviste in una. Le pagine dell’indice non vengono contate in questa numerazione ma riportano dei numeri romani come numero di pagina. Oltre al numero della pagina, alla testata e al numero di uscita i ricorrenti ci informano della sezione in cui ci troviamo, del titolo ed eventualmente della posizione geografica. D L’app di Interni è costruita come quella di Casabella di cui abbiamo

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parlato precedentemente (vedere la scheda del caso studio Casabella): c’è la possibilità di orientarsi attraverso tre tipi di indice ovvero quello tramite miniature, il secondo che mostra l’elenco di tutti i contenuti e il terzo che non copre la pagina dove mi trovo e mostra miniature e sezioni in un’unica riga che posso scorrere. Inoltre mantiene la numerazione delle pagine come il numero cartaceo. W La barra di navigazione orizzontale con tutte le categorie di articoli evidenzia sempre la sezione in cui mi trovo, rimane fissa in ogni pagina assieme all’intestazione con la testata che è sempre in alto a inizio pagina.

Disponibilità dei contenuti/integrazione con la rete D Il numero è interamente disponibile una volta scaricato sul proprio dispositivo, non ha collegamenti con la rete perciò tutti i contenuti che presenta sono sempre fruibili. Non vi sono contenuti multimediali aggiunti rispetto al numero stampato. Usabilità e interazioni D Come per le altre applicazioni delle riviste Mondadori (si veda la scheda su Casabella) c’è la possibilità di utilizzare la funzione segnalibro, di salvare delle pagine tra i preferiti, di sottolineare e prendere appunti sulla pagina. Come la rivista cartacea le pagine sono tutte uguali e si scorrono in orizzontale, se ruoto il dispositivo vedo la doppia pagina invece della singola. Inoltre è possibile zoomare la pagina per ingrandire, ad esempio, il testo. PROGETTO GRAFICO Formato e messa in pagina C Il formato della rivista è di 22,5 x 28,5 cm. La prima parte è organizzata su una griglia di 4 colonne che corrispondono sempre alla giustezza della colonna di testo, li immagini invece in base alla loro dimensione possono occupare una io più colonne o sottodivisioni di esse. Anche le didascalie occupano una colonna. La seconda parte della rivista invece ha gli stessi margini della prima

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ma utilizza una griglia di 3 colonne. La divisione tra queste due parti è evidenziata anche dal cambiamento della carta utilizzata, patinata opaca per la prima e uso mano per la seconda, in modo da rendere immediato oltre che alla vista anche al tatto il cambiamento, anche quando qualcuno sfoglia il giornale per la prima volta. La copertina interna della seconda parte è stampata su carta più spessa ed è possibile staccarla dalla rivista per poterla conservare, essendo un disegno con la firma dell’autore. D Il layout è identico a quello del numero cartaceo, essendo ricavato dallo stesso pdf, nonostante la differenza di formato tra il foglio di carta del formato cartaceo e lo schermo su cui poi verrà fruita l’applicazione. W Il layout del sito occupa una colonna che viene suddivisa fino a sei moduli più piccoli, il home un banner di immagini scorrevoli occupa tutta la giustezza, come anche la barra di navigazione, mentre all’interno delle sezioni in cui sono divisi i post il loro elenco occupa ciascuno due colonne su sei lasciandone due libere a destra. Identità visiva C L’identità generale viene mantenuta dal sottile rettangolo orizzontale in alto in tutte le pagine che contiene i ricorrenti e dal fatto che i contenuti delle pagine sono incasellati in una sottile cornice, oltre che dal particolare uso nei titoli di una mescolanza di regolare e corsivo del carattere tipografico in cui è composta la rivista. Nella prima sezione l’impaginazione è sempre incastonata in cornici che dividono le immagini dal testo, con ogni colonna divisa da filetti neri, dai titolo e dalle didascalie mentre nella seconda parte della rivista l’impaginazione è un po’ più spaziosa, come già detto mantiene il rettangolo che incornicia tutti i contenuti ma al suo interno non viene fatto uso di ulteriori filetti, salvo nel caso delle didascalie, le immagini posso occupare anche un’intera pagina e spesso come copertina di un articolo sono usate al vivo con sovrapposti i ricorrenti e i titoli.

4 La testata, trovandoci nel sessantesimo anno di pubblicazione della rivista recita Interni60 invece che semplicemente Interni. W Il mantenimento dell’identità visiva è affidato principalmente alla testata e ai contenuti, il carattere utilizzato è diverso da quello della rivista cartacea e la messa in pagina è molto più semplice e pulita. Copertina C Per tutto l’anno, in cui ricorre il sessantesimo anniversario di pubblicazione, le copertine sono una serie su una pagina di lunghezza doppia, piegata a metà e perforata con una forma in modo la lasciar vedere


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4. Gli indici dell’applicazione per muoversi tra i contenuti. Si può vedere anche la barra con la navigazione tra le funzioni dell’app.

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6. Un articolo sull’applicazione. Il layout è lo stesso della versione cartacea.

5. Alcune pagine di Elle Decor su carta: la copertina interna con un’illustrazione e alcune copertine di servizi.

l’interno della pagina piegata e creare un gioco con questa seconda parte della copertina dove si trovano gli strilli ed eventuali riferimenti al tema del numero attraverso un prodotto di design sponsorizzato, l’esterno della copertina è su sfondo tutto di un colore, che a volte può avere una lieve texture o essere in cartoncino argentato o dorato o ancora avere una sfumatura. D Nella versione iPad la copertina si snoda su due pagine successive, una con la parte esterna con la testata e la seconda con il prodotto che nel

cartaceo si scopre sfogliando la pagina. Homepage W Come anche le altre pagine, è occupata per circa un terzo dalla testata e dalla barra di navigazione del menu, il resto dello spazio è occupato da un banner con nove immagini scorrevoli che sono una selezione di articoli, seguono un certo numero di altri articoli, i più recenti, a tema misto che poi ritroviamo divisi nelle varie sezioni.

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7. La sezione Design del sito di Interni e la sezione Prodotti. 8. La presentazione del sistema Interni che si può trovare su sito.

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Redazione Direttore Responsabile/Editor Gilda Bojardi Art Director Christoph Radl Caporedattore Centrale/ Central EditorIn-Chief Simonetta Fiorio Consulenti Editoriali / Editorial Consultants Andrea Branzi Antonio Citterio Michele De Lucchi Matteo Vercelloni Redazione / Editorial Staff Vice Caporedattore/Vice-Editor-In-Chief Maddalena Padovani Caposervizio/Senior Editor Olivia Cremascoli Caposervizio/Senior Editor Ad Personam Laura Ragazzola Caposervizio/Senior Editor Ad Personam Danilo Signorello Vice Caposervizio Architetture/ Architectural Vice-Editor Antonella Boisi Produzione E News/Production And News Katrin Cosseta Produzione E Sala Posa Production And Photo Studio Nadia Lionello Rubriche / Features

Giovani Designer/Young Designers Virginio Briatore Arte/Art Germano Celant Fashion Cristina Morozzi Produzione E/Production And News Andrea Pirruccio Hi-Tech E/And Contract Danilo Premoli In Libreria/In Bookstores Matteo Vercelloni Traduzioni/Translations TRANSITING@MAC.COM Grafica / Layout Maura Soliman Simone Castagnini Stefania Montecchi Segreteria Di Redazione / Editorial Secretariat Alessandra Fossati Responsabile / Head Adalisa Uboldi Assistente Del Direttore / Assistant To The Editor Federica Beretta Contributi Di / Contributors: Stefano Caggiano Patrizia Catalano Valentina Croci Fabio Destefani Antonella Galli Cristina Morozzi Elisa Musso

Commento La rivista Interni si presenta già sul proprio sito come un sistema composto di varie pubblicazioni cartacee e alcune con il corrispettivo digitale. Ha inoltre un’app dedicata al calendario degli eventi del Salone del Mobile che funziona utilizzando la rete per mostrare tutti gli eventi. Gran parte del sistema è collegato all’evento del Salone del Mobile, in

particolare del FuoriSalone, ma ci sono anche pubblicazioni che sfruttano altri fattori. Un esempio sono le guide di design dedicate alle varie capitali dove si svolgono eventi su questo tema, presentate su carta e in digitale. Un altro esempio è Interni Panorama, la pubblicazione speciale di Interni che esce con la Rivista Panorama sfruttandone l’ampia diffusione.

Alessandro Rocca Matteo Vercelloni Fotografi / Photographs Simone Barberis, Alessandra Chemollo, Cesare Chimenti, Stefano Graziani, Hannes Henz, Helene Hilaire Andres Otero/Luz Photo, Carola Ripamonti, Pietro Savorelli Progetti Speciali Ed Eventi / Special Projects And Events Michelangelo Giombini Cristina Bonini

Redazione Online / Online Staff Direttore Responsabile/Editor Gilda Bojardi Art Director Christoph Radl Coordinamento Generale /Coordination Michelangelo Giombini Danilo Signorello Marketing Riccardo Verderosa Programmazione / Development Qwentes Italia Srl Corrispondenti / Correspondents Francia: Olivier Reneau Germania: Luca Iaconelli Giappone: Sergio Pirrone Gran Bretagna: Davide Giordano Portogallo: Marco Sousa Santos Spagna: Lucia Panozzo Taiwan: Cheng Chung Yao Usa: Dror Benshetrit

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Living categoria arredamento, interior, design diffusione oltre 400000 copie distribuzione Italia nazionalità Italiana lingua Italiano/Inglese editore RCS Media Group Sede principale Milano, Italia fondazione 2013 sistema Il sistema della rivista è composto dalla pubblicazione cartacea, dalla sua versione digitale applicazione di Living scaricabile tramite l’App Store Apple, che contiene anche i numeri vecchi di Case da Abitare che non è più pubblicata e il sito web living.corriere.it. CONTENUTI Periodicità C D Mensile W Il sito viene aggiornato con diversi post mensili, oltre a quelli che sono i contenuti extra segnalati nel numero cartaceo. Le sezioni di prodotti non sono datate. Prezzo C 1,40 € assieme al Corriere della Sera il primo giorno di uscita, poi 3,50 € D 2,69 € Organizzazione dei contenuti/struttura C I contenuti sono divisi in quattro sezioni numerate. La sezione 1, Anteprima, che contiene brevi articoli in genere composti da un immagine accompagnata da un testo, sulle novità del mese, ci può essere uno o più articoli più lunghi degli altri e più approfonditi che occupano qualche pagina. La sezione 2, Sull’Onda, con all’interno le rubriche A casa di — un lungo servizio sull’abitazione , Casa in verde due servizi su delle abitazioni, Tendenze con una selezione di prodotti recenti, L’indirizzo, Arredare con l’arte, Design guru etc. una serie di articoli di arredamento, un servizio tematico in sala posa, interviste a vari personaggi tra cui progettisti. Si arriva quindi alla sezione 3, Album, con dei lunghi articoli su diverse abitazioni in varie città che mostrano i diversi modi e stili di vita. La sezione 4 infine, Vetrina è uno

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2 speciale su un tema dell’arredamento e del design con brevi articoli sui prodotti selezionati, con una pagina, Vetrina - social, che riporta le foto inviate dai lettori, e a conclusione il riassunto per punti delle interviste a due progettisti che possono invece essere viste per intero sul sito web. Alla fine dell’indice c’è anche l’elenco dei contenuti mensili legati ai temi del magazine che sono invece disponibili solo sul sito web e durante le pagine i collegamenti con il sito web sono segnalati. D I contenuti sono gli stessi della versione cartacea con l’aggiunta dei testi in inglese e alcune immagini. W I contenuti sono organizzati nelle sezioni Arredamento con brevi articoli che sono raccolte di complementi di arredo attorno ad un tema, Case con degli articoli su abitazioni, Lifestyle che raccoglie articoli vari su temi altrettanto vari, Agenda che informa sugli eventi del mondo del design, Indirizzi che comincia con una mappa dove sono segnati i vari luoghi di cui parlano gli articoli di questa sezione, tutti su abitazioni o luoghi in giro per il mondo, Tutorial con dei consigli per ristrutturare, costruire, rinnovare casa, Catalogo che è una raccolta di diversi prodotti e Video con le interviste e i servizi video raccolti tutti assieme. Tipologie di contenuti C D Testo e immagini. W Testo, immagini e video.

FRUIZIONE Orientamento C L’indice si trova ad inizio pubblicazione ed elenca tutti i contenuti dividendoli nelle quattro sezioni, nel corso delle pagine i ricorrenti indicano sempre la sezione in cui ci si trova. All’interno della sezione Anteprima delle etichette sopra il titolo dell’articolo indicano l’argomento a cui fa riferimento, come “moda”, “indirizzi” ecc. Ogni sezione comincia con una copertina che declama il nome della sezione e ne fa un breve sommario. Nella sezione Album invece i ricorrenti sono presenti solo nella pagina iniziale di ogni articolo, per lasciare poi più libertà alla messa in pagina. D Oltre all’indice nel numero della rivista nella barra inferiore delle opzioni in basso allo schermo c’è l’opzione Sommario che fa comparire appunto il sommario di tutti gli articoli con una breve descrizione e le miniature delle pagine e con le sezioni divise da una linea contenente il nome della sezione, l’altra opzione per scorrere i contenuti è l’opzione Sfoglia che fa comparire una linea su cui scorrendo con un dito si sfogliano velocemente tutte le pagine. C’è inoltre la possibilità di vedere le miniature di tutte le doppie pagine con segnalati anche i contenuti in più.

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1. La copertina della rivista Living, digitale e cartacea, e il sito web. 2. La sezione Antemprima e la doppia pagina di inizio di un servizio. 3. Una pagina dell’indice di Living.

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W La barra di navigazione con le varie sezioni è sempre presente, non indica la sezione in cui ci si trova perché questo compito è affidato ad un titolo subito sotto all’interno della pagina oppure subito sopra il titolo dell’articolo se mi trovo nella pagina di un post. Disponibilità dei contenuti/integrazione con la rete D Una volta scaricato il numero i suoi contenuti sono sempre disponibili. I contenuti in più rispetto alla versione cartacea sono i testi in inglese degli articoli più consistenti, che si trovano anche impaginati nelle pagine finali del numero, e alcune immagini in più.

W All’interno degli articoli è possibile modificare il colore sfondo-testo invertendo il bianco dello sfondo con il nero del testo, che può essere utile per motivi di visibilità e leggibilità. I post in homepage si dispongono in base allo spazio disponibile sullo schermo, per questo visualizzando il sito su un computer ne compaiono 4 o più, mentre su tablet si dispongono in righe di 3, invece su smartphone viene visualizzato tutto più piccolo. Le pagine dei singoli articoli si allargano ad occupare tutta la larghezza, fino ad un massimo.

PROGETTO GRAFICO Usabilità e interazioni D Le singole pagine corrispondono alla dimensione dello schermo, ruotandolo si visualizzano le doppie pagine. La fruizione avviene scorrendo le pagine in orizzontale o premendo i pulsanti semitrasparenti ai lati della pagina. Con l’interazione pinch-in è possibile ingrandire la porzione di pagina, e questo è possibile farlo anche premendo con il dito la parte di pagina che si desidera ingrandire con la differenza che se si tratta di un testo viene ingrandito in modo che la giustezza corrisponda alla larghezza dello schermo. Selezionando la linguetta in alto a lato della pagina si mette un segnalibro oppure si può salvare la pagina tra i propri preferiti.

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Formato e messa in pagina C D Il formato della rivista cartacea è di 22x28,5 cm ed utilizza una griglia di 6 colonne per pagina dove in genere i testi lunghi utilizzano colonne di testo che occupano ognuna metà pagina, mentre gli articoli con testi più brevi utilizzano colonne di 1/3 di pagina e in genere servizi simili mantengono la stessa impaginazione. La sezione anteprima sembra uscire dalla griglia con testi brevi a volte allineati a bandiera e a volte al centro, a seconda del posizionamento dell’immagine di riferimento mentre la pagina viene circondata da una cornice in un colore chiaro, la sezione Sull’onda ha immagini grandi, con i titoli che un po’ vi si sovrappongono e didascalie strette e colorate sparse per

la pagina, o con foto a tutta pagina per i servizi in sala posa. Gioca invece con diversi caratteri per i titoli e con tagli particolari delle immagini la sezione Album. Delle didascalie blu racchiuse in un rettangolo e accompagnate da un etichetta con una W segnalano i contenuti ulteriori relativi agli articoli e che si possono consultare sul sito della rivista. W La pagina è organizzata con una barra orizzontale superiore che collega il sito al Corriere della Sera e anche ad Abitare (si veda la scheda relativa), seguita dalla barra di navigazione con cui compone la parte fissa del sito che rimane sia cambiando pagina che scorrendo. Il sito utilizza un carattere graziato per i testi e i titoli dei contenuti, mentre i testi della navigazione o delle comunicazioni di servizio (come la sezione relativa agli abbonamenti ecc.) sono un carattere bastoni geometrico. La pagina è organizzata in una colonna centrale dove i contenuti si dispongono adattandosi in base alla larghezza della finestra del browser, i singoli contenuti stanno all’interno di caselle rettangolari in modo da occupare lo stesso posto e i contenuti dello stesso tipo, come gli articoli sono composti solo di un immagine il titolo e una breve introduzione mentre i contenuti relativi alla rivista o alle funzioni del sito sono incorniciati all’interno di rettangoli in modo da essere associabili tra di loro e distinguibili dal resto. Identità visiva C D L’identità generale è varia, ricca di elementi diversi, caratteri tipografici, icone e simboli per sottolineare alcuni elementi.


Casi Studio_Italiane W L’identità visibile viene mantenuta dall’utilizzo degli stessi elementi grafici come i rettangoli che contengono alcuni contenuti, dall’uso del colore per evidenziare alcune aree, dalle icone per i contenuti collegati tra carta e web. Copertina C La copertina riporta sempre la foto di un’abitazione arredata, che può essere un interno o un esterno, all’interno di una cornice bianca con testata e strilli a metà sulla cornice e metà sulla foto.

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Homepage W La homepage presenta come primo contenuto 3 articoli che si susseguono su un banner scorrevole, mentre tutti gli altri articoli si dispongono sotto occupando piccoli spazi rettangolari. Dopo i primi post che sono misti cominciano una sorta di introduzioni delle varie sezioni, ognuna organizzata in modo diverso, separate da filetti con il nome delle sezioni e con gli elementi grafici che le caratterizzano.

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4. Pagine di un servizio in sala posa sulla versione cartacea e digitale di Living. 5. Ingrandendo la visalizzazione con un doppio tap sullo schermo la versione digitale mostra i testi.

6. Copertina di un servizio della sezione Anteprima. 7. Copertina di un articolo della sezione Album.

REDAZIONE Direttore responsabile Francesca Taroni Caporedattori Fabrizio Sarpi Filippo Romeo - Multimedia e Eventi Benedetto Marzullo - Produzione Capiservizio Mara Bottini - Design e Attualità Barbara Gerosa - Produzione Redazione Daria Pandolfi - Styling e produzione Luigina Bolis - Design e Attualità, collaboratore Elisabetta Colombo - Design e Attualità,collaboratore Digital Producer Consultant Chiara Rostoni Web Paola Menaldo Alessandro Mussolini Michele Falcone (collaboratore) Giulia Ossola (collaboratore) Grafici Luisa Pizzeghella (caposervizio) Barbara Rigamonti Marco Ferrandi - Color Resolution Segreteria di redazione Sabrina Monzardo Canale Casa del Corriere della Sera Direttore Responsabile Ferruccio De Bortoli Condirettore Luciano Fontana Vicedirettori Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli Commento La rivista Living è interessante per questa analisi, benchè il suo ambito sia più rivolto all’arredamento che alla cultura del progetto vera e propria, perché è una rivista di fondazione recente, quindi che al suo nascere si è trovata di fronte un panorama in cui gli strumenti digitali già facevano parte della realtà, inoltre non si trova a dover fare i conti con un pubblico e un’eredità storica propria ma può costruirsi il proprio sistema dal nulla. Particolare è anche il fatto che non sia una rivista autonoma ma venga ditribuita assieme al quotidiano il Corriere della Sera, opzione che le permette di avere più possibilità rispetto alle altre riviste del settore.

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Progetto Grafico categoria comunicazione visiva nazionalità Italiana diffusione 2000 copie, distribuzione prevalentemente Italia lingua italiano/inglese editore Edizioni Aiap sede principale Roma, Italia fondazione 2003 sistema La rivista Progetto Grafico fa parte delle pubblicazioni dell’Aiap (Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva) come rivista internazionale di grafica. Ha una versione cartacea e di recente anche una digitale, un’app o il pdf. La sua pubblicazione è periodica, al contrario delle altre che sono libri, e fa riferimento al sito dell’associazione dove ha una sezione dedicata mentre le altre sezioni si occupano in generale della cultura del progetto della comunicazione visiva, in particolare nel panorama italiano. Il sito non è solo della rivista ma è il sito dell’Aiap, l’associazione che la pubblica, perciò solo una sezione è dedicata al magazine semestrale, ai suoi temi futuri, a dare informazioni sull’acquisto e sui numeri precedenti, in più c’è la sezione Aiapzine del sito ovvero un link alla pubblicazione online dell’Aiap che si propone come “Osservatorio Internazionale di Design”. Fa parte del sistema anche la pubblicazione online, sotto forma di blog, aiapzine. aiap.it.

CARTA CONTENUTI Periodicità C D semestrale W Le varie sezioni del sito vengono aggiornate con periodicità diversa in base al tema trattato. Quella aggiornata più di frequente è Notizie. Aiapzine invece viene aggiornato con periodicità varia, gli ultimi post sono di giugno 2014.

Prezzo C 15€ D 9,90€ Organizzazione dei contenuti/struttura C Dal numero 21 di Progetto Grafico che è uscito nell’estate 2012 la rivista ha cambiato la propria direzione, modificando la veste grafica, introducendo la completa traduzione in inglese ma soprattutto reindirizzando la propria linea editoriale verso «una

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impostazione monografica, che permetterà di approfondire una serie di temi, con contributi dall’interno e dall’esterno del mondo della professione» come viene spiegato nel sito. I temi di cui di volta in volta tratta la rivista vengono scelti e annunciati nel sito web e nelle pubblicazioni precedenti per avere la possibilità di raccogliere un numero ampio di contributi, che possono provenire anche e soprattutto dai lettori. Infatti i lettori come i componenti della redazione e i collaboratori della pubblicazione sono principalmente operanti nel settore del progetto e della critica della comunicazione visiva. Ogni numero è organizzato in due sezioni. La prima molto ampia e relativa al tema scelto per il numero, può essere ulteriormente suddivisa in parti o in gruppi di articoli se il tema e la sua organizzazione lo richiede: ad esempio per il numero 24 dal tema “Grafica, Storia, Italia” questa prima parte viene divisa nelle sottocategorie Questioni, Strumenti, Archivi Collezioni Biblioteche

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1. La pubblicazione cartacea e digitale di Progetto Grafico. 2. La pubblicazione online di Aiap, Aiapzine. 3. Il sito web dell’Aiap.


Casi Studio_Italiane e Una domanda per trattare questi diversi aspetti dell’argomento. Questa sezione viene sempre introdotta da un articolo ad opera del o dei curatori del numero, che non sempre corrispondono con il direttore, che spiegano il tema dal loro punto di vista e i contributi raccolti. La seconda sezione Off Topic si occupa invece di introdurre altre tematiche e ricerche. W La struttura del sito www.aiap.it è molto vasta perché comprende anche tutte le sezioni relative all’attività, alle informazioni e ai comunicati dell’associazione Aiap. Analizzeremo perciò la sezione notizie con contenuti relativi al mondo della comunicazione visiva e quella prettamente dedicata a Progetto Grafico. La sezione notizie può essere filtrata nelle sottosezioni: Concorsi, Eventi, Formazione, Galleria Aiap, Icograda, Mostre, Recensioni, Web Design; questa sezione si occupa di informare i progettisti riguardo i bandi di concorso che li possono interessare, gli avvenimenti nel mondo della grafica, presentare workshop e opportunità di formazione e partecipazione, informare sulle nuove acquisizioni, mostre, conferenze tenute nella galleria dell’associazione e non, tenere 2

conto delle mostre interessanti per la comunicazione visiva, recensire le pubblicazioni appena uscite. La sezione dedicata alla pubblicazione dell’associazione si può raggiungere dalla homepage del sito e contiene tutte le informazioni sulla rivista, la redazione fissa, il colophon, informazioni su come collaborare sulla rivista, dove e come acquistarla, contiene inoltre informazioni sulle copie dei numeri passati e tutti gli indici consultabili scaricandone un pdf. Contiene anche una pagina di presentazione del tema e dei contenuti di ogni numero della nuova versione di PG. Il sito aiapzine.aiap.it invece pubblica i contenuti come un blog in una unica pagina dove le anteprime degli articoli si susseguono, arrivati ad un certo punto si può caricare la pagina successiva e alla navigazione che permette di selezionare le sezioni: ultimi articoli, tags, argomenti, ultime gallerie. A lato invece si possono raggiungere gli ultimi contenuti pubblicati nel sito. Gli articoli sono di contenuto molto vario dalle recensioni di pubblicazioni interessanti, a brevi biografie o presentazioni dei maestri della comunicazione visiva, ma anche le tesi degli studenti che le propongono

per la pubblicazione. Tipologie di contenuti C W Testo e immagini.

FRUIZIONE Orientamento C L’indice all’inizio dell’articolo elenca tutti i contenuti e la loro divisione in sezioni indicando ovviamente la pagina in cui si trovano, lo stesso elenco viene poi riportato anche nella quarta di copertina per permettere di scorrere i contenuti anche senza sfogliare la rivista che in edicola si trova contenuta in una busta di cellophane. Il passaggio dalla prima alla seconda sezione viene segnalato da una pagina che riporta il nome della nuova sezione. Nelle pagine i ricorrenti informano sempre della sezione in cui ci si trova, oltre al numero della pagina. D Gli strumenti di orientamento nelle pagina sono gli stessi della versione cartacea, con l’aggiunta che l’indice è cliccabile e tutti i rimandi nel testo ad altre parte della rivista costituiscono dei link per raggiungere subito il contenuto indicato, anche se non è prevista la possibilità di tornare indietro. In ogni

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pagina è presente un link all’indice. Inoltre in basso a destra compare una linea con un puntatore che permette di sfogliare velocemente le pagine del numero, ma non di selezionarne una specifica, vedendo anche delle miniature che scorrono. W Aiap.it — La barra di navigazione orizzontale in cima alla pagina contiene tutte le sezioni del sito, mentre aprendo una sezione si possono navigare le sue varie parti attraverso una seconda barra di navigazione sulla sinistra. Aiapzine — L’orientamento nel sito è molto confuso, è organizzato come una lunga lista di contenuti che si possono filtrare solo attraverso i tag oppure scorrendoli indietro a partire dai più recenti pubblicati.

didascalie ne occupa una e il testo della traduzione in inglese occupa una colonna e mezza, in questo modo la messa in pagina viene resa varia dai diversi accostamenti che si possono fare dei testi. Anche le immagini si allineano a questa impaginazione ma possono a volte essere portate al vivo della pagina. I caratteri utilizzati sono il graziato Alice, per i testi, i titoli e i paragrafi di introduzione o le citazioni negli articoli, e il Gramma, un bastoni molto particolare, che viene utilizzato per le didascalie, i titoli interni al testo, i nomi degli autori e per i ricorrenti.

PROGETTO GRAFICO

W Aiap.it — Il sito contiene tantissimi contenuti, prevalentemente scritti. Le pagine di notizie e avvenimenti utilizzano quattro colonne strette con tutti i contenuti incasellati mentre le pagine di un singolo contenuto o articolo utilizzano una colonna di testo più larga ed elencano le immagini come miniature, che possono essere aperte per venire ingrandite, a lato. Aiapzine — la testata della pubblicazione occupa la fascia orizzontale superiori dello spazio della pagina. La pagina poi è organizzata in un’ampia colonna con le anteprime degli articoli e alla sua destra due colonne più sottili con link al sito dell’Aiap ad esempio alla libreria, alle News di Aiapzine e con lo strumento di ricerca.

Formato e messa in pagina C D Il formato è 21 x 28 cm. La griglia utilizza un layout a 5 colonne con il testo principale che occupa la giustezza di 2 colonne, il testo delle

Identità visiva C D L’identità visiva del progetto grafico viene garantita dall’utilizzo rigoroso dei caratteri tipografici sempre uguale per gli stessi elementi,

Disponibilità dei contenuti/integrazione con la rete D Non sono presenti contenuti multimediali perciò una volta acquistato il numero è sempre disponibile. Usabilità e interazioni D C’è la possibilità di ingrandire i contenuti e ruotando il dispositivo si visualizzano due pagine invece di una soltanto.

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ma movimentato dalla possibilità di disposizione nello spazio data dalla griglia. In più l’utilizzo di un colore, un azzurro scuro, per i testi in inglese e per sottolineare alcune parole e poi anche come sfondo per raggruppare alcune serie di immagini, anche se in questo caso il colore può cambiare in base alle immagini. Identità visiva W Non essendo il sito prettamente dedicato a Progetto Grafico non ci sono elementi in comune tra le due identità visive, anche nella sezione dedicata alla rivista. Anche il sito Aiapzine, essendo una pubblicazione a se stante non ha punti in comune con Progetto Grafico, ma richiama il sito dell’Aiap in alcune piccole cose: l’impaginazione ristretta e il carattere tipografico utilizzato. Copertina C D Nella copertina la protagonista è l’immagine che fa da sfonda, scelta sempre perché emblematica del tema trattato. Tre fasce colorate ospitano la prima la testata, la seconda il payoff e la terza l’enunciazione del tema assieme a data, numero e altri dati di servizio. Homepage W Aiap.it — La homepage è la pagina più varia del sito, mostra le anteprime degli ultimi post e di quattro diverse sezioni. Aiapzine — La home della rivista non è diversa dalle altre pagine se non perché presenta anteprime degli articoli e non un unico lungo contenuto.


Casi Studio_Italiane 4. Alcune doppie pagine della rivista. 5. Una pagina della visualizzazione digitale della rivista, il layout è uguale a quello della pubblicazione cartacea. 3. Il menù delle funzioni e il cursore per spostarsi velocemente tra i contenuti.

REDAZIONE La redazione della rivista Progetto Grafico e di www.aiap.it sono differenti perché i due prodotti sono differenti. Progetto grafico direttore responsabile/editor in chief Riccardo Falcinelli direzione editoriale/editors Riccardo Falcinelli ,Silvia Sfligiotti cambia a seconda del tema del numero comitato di redazione/editorial board Serena Brovelli, Maria Rosaria Digregorio, Luigi Farrauto, Claude Marzotto, Luciano Perondi, Carlo Vinti, Stefano Vittori coordinamento redazionale/editorial coordination Serena Brovelli progetto grafico/graphic design Alizarina e Falcinelli & Co. impaginazione/layout Stefano Vittori correzione di bozze/proofreading Lotto 49 traduzioni/translations Alta Price, Giorgio Testa fotografie/photographs altrospazio.it Aiap.it Redazione Progetto editoriale Consiglio Direttivo Aiap Responsabile editoriale Daniela Piscitelli Direttore Responsabile di Aiapzine Mauro Bubbico Coordinamento editoriale Aiapzine Massimo Porcedda Notizie e editing Stefania Sabbi con la supervisione del Consiglio Direttivo AIAP e della Segreteria AIAP LibreriaOnline Carla Palladino JobService Segreteria AIAP SociAiap e SociInGalleria Gabriele Maci, Segreteria AIAP

InfoAiap, Strumenti Consiglio Direttivo Aiap Concorsi: Marco Pea Iscrizioni Segreteria AIAP MostreOnline, Galleria AIAP e CDPG: Francesco Guida ProgettoGrafico Riccardo Falcinelli, Silvia Sfligiotti Formazione Gianni Latino Realizzazione Webmaster Andrea Alberti Progetto grafico Beppe Chia e Andrea Alberti Sviluppo e gestione BEdita Direttore responsabile / Editor-in-Chief Cinzia Ferrara Comitato scientifico / Editorial Board Andy Altmann (Great Britain) Ge Hong (China) Aysegul Izer (Turkey) Bijan Sayfouri (Iran) Lucille Tenazas (USA) Coordinamento editoriale / Editor Massimo Porcedda Redazione Roberto Arista (Italy), Ghazal Babajani (Iran), Selen Baser (Turkey), Giulia Bertuzzo (Italy), Arnaldo Filippini (Italy), Yixue Ge (China, Usa), Leda Li Pira (Italy, Germany), Claude Marzotto (Italy, Spain), Hua Pei (China), Davide Porro (Italy), Mandar Rane (India), Salvatore Rizzello (Italy), Filip Roca (Montenegro), Fabrizio M. Rossi (Italy), Laze Tripkov (Montenegro), Unità di crisi, Francesco D’Abbraccio, Vincenzo D’Abbraccio, Andrea Facchetti, Francesco Greguol, Christian Jugovac (Italy). Piattaforma BEdita / Andrea Alberti, Manuel Zanettin

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Commento Progetto Grafico è la rivista di un’associazione che si occupa di promuovere e offrire strumenti, tutelare chi lavora nel campo del design e della comunicazione visiva in Italia, cercando di colmare i vuoti che ancora esistono in campo burocratico, amministrativo e anche culturale nel riconoscere i divuti meriti a queste categorie di professioni. Per questo motivo il periodico PG si assume il compito di contribuire a questa cultura del progetto dandogli uno spazio dove approfondire alcuni argomenti salienti. Per quanto riguarda il sistema, manca un po’ di attualità, di aggiornamento dal punto di vista della presenza web che sembra essere sottovalutata o non trattata con la stessa professionalità della rivista cartacea.

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Casi studio: riviste di progetto straniere

Indice Communication Art Computer Arts Creative Review Frame ĂŠtapes Icon Print Wallpaper*

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Legenda C rivista cartacea D versione digitale della rivista W sito web o versione online della rivista


Communication Art categoria Comunicazione visive diffusione _ distribuzione internazionale nazionalità Americana lingua Inglese editore Centaur Media sede principale Redwood City, Stati Uniti fondazione 1959 sistema Il sistema di Communication Arts è composto dalla rivista, che ha una versione cartacea e una per iPad, una versione riadattata al diverso supporto ma con gli stessi contenuti della versione su carta, dal sito web www.commarts.com il sito web aggiornato quotidianamente e vetrina anche di Creativehotlist, una risorsa per i progettisti per la ricerca di lavoro nel campo delle comunicazioni visive. CA promuove anche una competizione internazionale sui temi Design, Advertising, Interactive, Illustration, Photography, Typography. La rivista cartacea pubblica quattro numeri all’anno e ognuno oltre alle rubriche e agli articoli contiene la sezione Annuals con i progetti premiati nella Communication Arts Competition. CONTENUTI Periodicità C D Quadrimestrale. W Alcune sezioni sono aggiornate con la periodicità del cartaceo, la sezione Webpicks viene aggiornata con un post ogni giorno. Prezzo C 24 $ / 18 € D 8,99 € Organizzazione dei contenuti/struttura C I contenuti sono divisi in diverse sezioni. Le sezioni più ampie sono: Features che raccoglie degli articoli medio-lunghi su vari argomenti inerenti le comunicazioni visive, come il lavoro di qualche designer, un artista che fa delle opere particolari ecc.; Typography (oppure Photography, Illustration o Interactive) annual che contiene i migliori esempi raccolti dalla rivista tramite la propria nelle categorie: Posters, Packaging, Advertising, Brochures, Identity, Books, Digital Media, Periodicals, Motion, Environmental, Ephemera, Calligraphy/Handlettering, typeface Design, Miscellaneous, Unpublished. Le altre sezioni, con un taglio un po’ più di informazione sono Fresh, con

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degli esempi di lavori da tre talenti emergenti, Columns sono le rubriche abituali e ognuna tocca uno degli argomenti: Advertising, Design Culture, Creativity, Emerging Media, Typography, Voices, Business, Insights, Design Details, Design Trends, infine Departments che raccoglie le altre rubriche con le informazioni più tradizionali come Editor’s column, Contributors l’elenco dei collaboratori, Overheard le anticipazioni, Web Watch, Book Reviews con delle recensioni e Resources, la sezione con tutte le informazioni sulle firme e i nomi presenti nel numero. D I contenuti sono gli stessi della rivista cartacea, a differenza che i video sono visibili nell’applicazione. W Nella versione online di CA le sezioni di organizzazione dei contenuti sono Creative, Profiles, Perspectives e Competition, più le due sezioni Creativehotlist che è una bacheca per cercare o offrire lavoro e Magazine dove trovare informazioni riguardo l’abbonamento alla rivista, i contatti ecc. La sezione Creative al suo interno contiene Exhibit una raccolta di nuovi

progetti di comunicazione visiva in vari campi, dal packagin all’animazione, con una breve descrizione del progetto accompagnata da alcune immagini; Webpicks una sezione con notizie brevissime relative per lo più a nuove campagne commerciali o sociali, di cui fornisce il link al sito o al video relativo; Annuals con i contenuti della pubblicazione relativa alle varie classifiche pubblicate sulla rivista periodica e Curated Features con gli articoli approfonditi pubblicati sempre nel periodico. Queste ultime due sezioni sono riservate a chi ha sottoscritto un abbonamento. La sezione Profiles è divisa in Fresh che contiene delle brevi biografie di designer mentre la sezione Features anche in questo caso è formata da articoli più approfonditi, con interviste ai progettisti e biografie più lunghe, sempre a disposizione degli abbonati. Perspectives è divisa in Insights, che contiene delle interviste a designer su dei loro progetti particolari mentre Columns contiene le rubriche fisse di chi scrive per CA, che sono pubblicate anche sulla rivista periodica. Infine la sezione News contiene brevissime news, che possono essere proposte anche dai fruitori del sito.


Casi Studio_Straniere

Tipologie di contenuti C Testi e immagini. D Testi, immagini, video. W Testo, immagini, quando si parla di filmati si rimanda al link su altre piattaforme video (i video sono progetti di cui la rivista parla, non realizzati dalla redazione). FRUIZIONE Orientamento C A inizio articolo oltre al titolo è indicato l’argomento all’interno della sezione in cui ci si trova. I ricorrenti riportano il numero della pagina, della rivista e l’argomento dell’Annual. D Per orientarsi tra i contenuti e averne una visione globale c’è il sommario a

inizio rivista, all’interno degli articoli i ricorrenti indicano l’argomento interno alla sezione e in ogni pagina è indicato l’autore dell’articolo e la pagina dell’articolo secondo la formula “1 of 12” con una freccia che indica la direzione in cui proseguire la lettura dell’articolo, nella sezione Annual al posto dell’autore troviamo indicata la categoria. Una striscia colorata sul lato inferiore dello schermo indica che l’articolo è concluso. L’applicazione si utilizza sempre con il dispositivo in modalità landscape. W La barra di navigazione precede i contenuti sulla pagina e contiene tutte le sezioni con le loro sotto-divisioni, una volta selezionati i contenuti il percorso prescelto con l’opzione selezionata rimane visibile su questa barra.

Nel footer si trovano tutte le sezioni e le loro sottosezioni più About, i contatti e le altre sezioni con le informazioni di servizio. Disponibilità dei contenuti/integrazione con la rete D Una volta scaricato il numero i contenuti sono sempre disponibili, anche i video. W La rivista ha un proprio profilo sui social network dove pubblica anteprime degli articoli che possono essere letti sul sito. Usabilità e interazioni D Per muoversi tra i diversi articoli e avanzare nelle rubriche si scorrono le pagine in orizzontale, mentre per sfogliare le pagine di uno stesso articolo si procede in verticale. Delle piccole

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1. Il sistema di Communication Arts.

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2 - 3 - 5 - 6. Alcune pagine della pubblicazione cartacea e il corrispettivo digitale, con gli stessi elementi ma reimpaginati per il diverso supporto. 4. Un articolo della versione digitale, sul lato destro dello schermo la naviagazione indica a quale parte dell’articolo si è arrivati.

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Casi Studio_Straniere

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icone contenenti un + in fianco alle immagini permettono di visualizzare le didascalia, mentre le icone con un piccolo altoparlante attivano dei contenuti audio che sono sempre legati ad un’immagine. W Il sito non è adattabile a dispositivi mobili. PROGETTO GRAFICO Formato e messa in pagina C Il formato di pagina è di 24,5x25 cm, il layout è piuttosto semplice. Il testo è principalmente diviso in due colonne e le immagini sono le protagoniste, spesso occupano più della metà della doppia pagina. Nella sezione Annuals il testo occupa un terzo della pagina e lascia ancora più spazio alle immagini. I titoli dei servizi più approfonditi spesso sono composte giocando con la tipografia o con l’illustrazione per creare una composizione che richiama i contenuti. D Le singole pagine sono tutte della dimensione dello schermo e un articolo è di solito composto da più pagine. Le sezioni che appartengono alla sezione Departments divide il testo in sei piccole colonne, in base alle diverse informazioni. La giustezza delle colonne di testo vari anche all’interno dello stesso articolo, dalle

quattro alle due colonne, a seconda della disposizione e della misura delle immagini. In Features spesso i titoli degli articoli sono dei giochi di tipografia o di illustrazione con il testo del titolo. La seziona Annual in cui le immagini sono molto larghe in genere mantiene il testo in una colonna unica da tre colonne di griglia. W Il layout di www.commarts.com è composto da una striscia orizzontale superiore contenente la testata assieme ad una piccola immagine della rivista cartacea, subito sotto della stessa larghezza di questa fascia il menù di navigazione. La parte dei contenuti viene divisa in due colonne, quella più stretta ospita le news del sito in homepage e nelle altre pagine diventa uno spazio pubblicitario ma sempre di prodotti a tema con la rivista, mentre la colonna più larga ospita i contenuti principali che possono essere divisi in ulteriori sotto-colonne. Identità visiva C La grafica utilizzata dalla rivista è piuttosto semplice per lasciare spazio ai contenuti che spesso sono composti da immagini. D La rivista non ha un’identità visiva molto forte, gli elementi che la rendono riconoscibile sono la testata e i semplici ricorrenti.

W L’identità visiva della pubblicazione è data principalmente dalla testata, assieme alla trattazione dei contenuti e dal fatto che tutte le immagini sono parte dei contenuti di chi viene pubblicato, non vengono realizzate dalla rivista. Copertina C La copertina ospita un immagine relativa al tema della competizione premiata, una composizione tipografica, una foto particolare, un’illustrazione e per l’Interactive Annual una costruzione grafica che faccia pensare all’interattività. D La copertina mantiene le stesse grafiche della versione su carta, riadattate alla diversa forma della pagina. Homepage W La home è strutturata come le altre pagine, solo che nella colonna più piccola ospita la sezione News e in quella principale pubblica in grande l’ultimo articolo pubblicato della sezione Creative e a seguire il Webpick del giorno, con link ai quattro più recenti, e poi anteprime dalle altre sezioni e un “Premium subscribers content” ovvero un contenuto tra quelli disponibili solo per gli abbonati per promuovere la sottoscrizione alla rivista.

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Computer Arts categoria design diffusione _ distribuzione internazionale nazionalità Inglese lingua Inglese editore / sede principale Londra, Regno Unito fondazione 1995 sistema Computer Arts, assieme a 3d Worlds e Net Magazine sono le riviste che fanno capo al blog online Creative Bloq. 3d Worlds e Net Magazine si occupano di web design, di grafica 3d da un punto di vista molto tecnico, mentre Computer Arts si occupa del design, in particolare di comunicazione visiva e multimediale seguendo il motto che enuncia nel payoff “Design matters”. Prendiamo quindi quest’ultima rivista come periodico cartaceo in relazione al blog a cui è legata. L’applicazione di Computer Arts è scaricabile dall’App Store Apple, da questa è possibile acquistare e fruire tutti i numeri della rivista e anche gli speciali a partire dal primo. Il primo numero digitale interattivo è quello di maggio 2013 dal tema “The redesign issue”. Il sito www.creativebloq.com si presenta come “Your daily dose of design, tips and inspiration...”. Fa parte del media group e digital publisher Future plc. ed è relativo alle tre riviste.

CONTENUTI Periodicità C D Mensile, più pubblica un numero speciale all’anno. W Viene aggiornato numerose volte nel corso di tutto il giorno. Prezzo C 6£/15,10€ D 5,99 € Organizzazione dei contenuti/struttura C Ogni numero di Computer Arts è organizzato in macrosezioni, la prima è Culture che riporta brevi articoli sui temi delle rubriche che contiene che sono Trends, People, Places, Events; segue poi Insights con articoli di opinione su temi vari o sul tema dell’approfondimento del numero da parte di personalità del mondo del design; la sezione Projects che raccoglie alcuni progetti recenti e li descrive dal punto di vista delle sfide della loro progettazione. Oltre a queste macrosezioni nel numero si trovano le altre rubriche: Industry Issues che per ogni numero tratta un tema particolare relativo a vari aspetti dell’organizzazione del lavoro dei

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designer, ad esempio il numero di febbraio 2014 tratta la questione di quanto e come farsi pagare. Il secondo approfondimento, Special Report, si occupa invece di un argomento della cultura del progetto. Showcase raccoglie le news e i progetti più interessanti della scena internazionale nell’ambito di design, illustrazione, motion design. In Conversation, Studio Life, e Video Insight si raccolgono contributi e interviste sull’esperienza di vari designer e studi da tutto il mondo. In particolare Video Insight è una rubrica sempre trattata sotto forma di video, riporta l’indirizzo web del canale youtube dove poter vedere i servizi, alcune immagini e brevi testi che riassumono l’argomento di cui i contributi parlano. D L’organizzazione dei contenuti che si ritrova sulla versione digitale di Computer Arts è la stessa della versione cartacea anche i se i contenuti non sono esattamente gli stessi: dove su carta viene indicato il link per fruire un contenuto video sull’app è invece subito

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Casi Studio_Straniere possibile vederlo. W Il sito ha la struttura di un blog con contenuti pubblicati dai diversi autori della redazione in ordine di pubblicazione uno dopo l’altro nella homepage del sito. Oltre a seguire questa lista sono organizzati per argomenti i cui principali sono: Graphic Design, Web Design, 3D, Audiovisual ma premendo l’opzione “more” ne appaiono moltissimi altri, inoltre la sezione Magazines presenta le tre riviste legate alla pubblicazione online e la sezione Jobs che porta ad un sito dove cercare e offrire lavoro nell’ambito trattato dalla rivista. Sono inoltre suddivisi per tipologia di contenuti come Feaures, News, Tutorials,

Opinion, Interviews, Video e Deals (la parte di vendita nel sito).

Tipologie di contenuti C Testi e immagini . D Testi, immagini, video. W Testo, immagini, video, audio. FRUIZIONE Orientamento C I ricorrenti nelle pagine ci orientano sempre sulla sezione in cui ci troviamo, sul numero della rivista, oltre alla pagina e al nome della testata e del suo sito web. All’interno dei singoli articoli viene invece segnalata la presenza di ulteriori contenuti multimediali fruibili sul

sito o sulla versione ipad, e vengono inoltre segnalati gli articoli che per l’argomento che trattano sono collegati al tema principale del numero, di solito attraverso un’icona che contiene il nome del tema. D Come molte altre applicazioni spostandosi in verticale si legge l’articolo in cui ci si trova, mentre in orizzontale si naviga tra i vari articoli in tutta la rivista. In ogni pagina i ricorrenti vicino ai titoli ci indicano il nome della sezione in cui ci troviamo e aprendo il menù in basso possiamo visualizzare subito una fascia orizzontale che contiene le miniature delle pagine, a partire da quella in cui mi trovo e quelle vicine e tutte le altre facendo scorrere le miniature. Un pulsante ci permette di tornare all’inizio, ovvero alla cover del numero, e un altro ci permette di raggiungere in ogni momento l’indice della pubblicazione. L’indice è una pagina con il sommario dei contenuti divisi nelle varie sezioni e macrosezioni, che con un click sui contenuti ci porta alla relativa parte dell’applicazione. W Quando seleziono delle opzioni dal menù degli argomenti queste rimangono evidenziate nella barra del menù, mentre si trovo all’interno di un articolo singolo queste informazioni sono scritte prima del titolo dell’articolo che sto leggendo. Disponibilità dei contenuti/integrazione con la rete D Tutti i contenuti fanno parte dell’applicazione e sono immediatamente fruibili, anche per esempio i video. Vi sono alcuni link, come ad esempio quelli ai siti degli studi o quelli personali degli autori di alcuni articoli, che sono segnalati ma non fanno parte dei contenuti della rivista e quindi richiedono una connessione internet per la fruizione. C’è la possibilità di commentare direttamente dall’applicazione, con la connessione internet, alcuni articoli tramite il proprio account Twitter.

1. Il sistema di Computer Arts

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Formato e messa in pagina C Il formato di pagina è di 22x30 cm, la griglia utilizzata varia molto, con colonne strette di testo per le sezioni più dense di brevi articoli e immagini ristrette, e con colonne di testo ampie e arieggiate quando ci si trova negli approfondimenti, accompagnati anche da ampie immagini. Le sezioni il cui contenuto principale sono le immagini, come Showcase, si distinguono creando ampie cornici sui margini della pagina. La rivista è stampata su carta lucida, mentre la sezione progetti, come fosse un inserto, utilizza carta opaca e porosa. I caratteri tipografici utilizzati sono due bastoni e un graziato, il Trump Gothic che da voce alle informazioni come ricorrenti, titoli delle rubriche, il Neutraface che in vari pesi si occupa delle titolazioni e degli articoli più brevi, e infine il Calluna per i testi più ampi.

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W La rivista ha un proprio profilo su tutti i più diffusi social network: da Youtube dove pubblica soprattutto i tutorial relativi a come usare i software di progettazione, a Facebook e Twitter dove posta dei brevi assaggi degli articoli da leggere sul blog. Usabilità e interazioni D Subito dopo la copertina e una pagina pubblicitaria si viene accolti da una pagina chiamata “Interactive guide” che spiega i vari simboli e le interazioni che questi invitano a fare nel corso della rivista, oltre a come utilizzare il menù dell’applicazione. Oltre alla funzioni precedentemente indicate il menù permette di condividere i contenuti, in realtà inviando un link che porta al negozio virtuale Apple dove si può acquistare il numero della rivista. Le interazioni per fruire l’applicazione sono indicate da alcune icone, dei pulsanti che permettono di aprire e

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chiudere ulteriori contenuti come testi e immagini, diversi tipi di frecce indicano link tra vari articoli, il proseguire delle immagini all’interno di una galleria e un’icona con delle montagne apre le gallerie di immagini. Una barra nera al lato sinistro dello schermo, con in basso una doppia freccia, indica quando la pagina corrente continua sotto. L’orientamento da utilizzare, salvo nel caso dei video che possono essere messi a tutto schermo, è quello portrait. W Il sito è responsivo per dispositivi mobili e per schermi più piccoli, modifica la propria impostazione mettendo i menù a comparsa e modificando la visualizzazione in un’unica colonna che occupa tutto lo schermo con il testo e metà con immagini e titoli. PROGETTO GRAFICO

D La messa in pagina della versione digitale di Computer Arts è tutta ripensata e riprogettata per i dispositivi tablet. Le pagine relative ad articoli ampi sono composte su un’unica lunga colonna, eventualmente accompagnata da una colonna più stretta a lato contenente didascalie o altre informazioni, mentre lo spazio di pagina dedicato agli articoli composti da brevi testi mettono il testo a comparsa premendo un’icona e lasciando così spazio all’introduzione generale o alle immagini se sono protagoniste dell’articolo. La sezione Showcase ad esempio fa largo uso di questa impaginazione, mentre sezioni come Industry Issue che pongono immagini e testi sullo stesso piano utilizzano anche due colonne di testo, la pagina verticale viene suddivisa in pagine della dimensione dello schermo in modo da creare delle unità di lettura, e testo e immagini vengono associate similmente a come avviene per il cartaceo ma adattate all’attuale schermo. W Il sito organizza i contenuti principali in una colonna larga accompagnata da una colonna più stretta, circa la metà, a lato che contiene pubblicità e altri contenuti suggeriti. Il menù con la


Casi Studio_Straniere

testata e le categorie rimane all’inizio di ogni pagina.

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Identità visiva C La grafica utilizzata dalla rivista è molto colorata, spigolosa sia per i caratteri tipografici utilizzati sia perché utilizza molti elementi geometrici come spesse cornici attorno alla pagina, blocchi colorati che contengono alcune parti di testo, filetti molto che circondano o sottolineano titoli o citazioni, o che separano alcune parti o ancora quadrati che contengono i capilettera di alcuni articoli o che evidenziano i punti delle sezioni organizzate ad elenco. Viene inoltre fatto largo uso dell’illustrazione, sia per la presentazione ad esempio degli autori e degli opinionisti degli articoli, che per illustrare gli approfondimenti, oltre a quelle che fanno parte dei contenuti, rendendo l’impressione generale molto variegata e vivace.

2. La rubrica Video Insight presenta dei contenuti video citandone il link. La copertina di un articolo. 3. L’approfondimento del numero in vesione digitale e cartacea. Nell’applicazione ad apertura del servizio c’è una breve animazione dell’illustrazione di copertina.

D L’identità visiva viene mantenuta dall’utilizzo degli stessi elementi grafici, anche se, nella versione digitale, alcuni

4. La sezione Showcase in formato digitale e cartaceo.

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non fanno più semplicemente parte dell’identità visiva della pubblicazione ma diventano elementi indispensabili per l’orientamento e l’interazione con i contenuti.

di copertina. Ci possono essere trattamenti speciali come una doppia copertina ritagliata con fustellatura o, come nel numero esaminato, delle parti da grattare per rivelare dei contenuti.

W L’identità visiva del sito non è riconducibile a quella delle riviste che fanno parte del suo circuito.

D La copertina è la stessa del cartaceo, salvo la rimozione degli strilli che non sarebbero leggibili dato il diverso formato e dato che prima dell’acquisto viene visualizzata solo come anteprima.

Copertina C La copertina ospita prevalentemente illustrazioni trattate sempre con stili diversi, dalla grafica tradizionale a quella 3d, dalla sovrapposizione di fotografie trattate alla pura tipografia. La testata occupa una casella bianca di circa un quarto dello spazio superiore accompagnata anche da uno strillo sul tema principale del numero. Il resto dello spazio è lasciato all’immagine

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Homepage W La home page non è diversa dalle altre pagine del sito, raccoglie tutti gli ultimi articoli da quello di pubblicazione più recente.


Casi Studio_Straniere REDAZIONE La composizione generale della redazione viene pubblicata solo nella rivista caratcea, mentre la versione digitale riporta solo il team principale. Riporta la divisione dei ruoli editoriali, di chi si occupa delle pubblicità e del marketing, mentre non è molto chiaro chi si occupi della progettazione della rivista e dei suoi vari componenti.

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5. L’articolo della sezione Special Report su carta e digitale. Le strisce laterali alla pagina oltre a caratterizzarne l’identità visiva contengono la navigazione che fa capire che l’articolo continua e a che punti si è arrivati. 6. Un articolo di approfondimento della rivista. In questa sezione gli articoli non sono divisi in pagine ma sono un’unica lunga pagina.

Commento Computer Arts è una delle poche riviste in cui si abbia la sensazione che la versione digitale sia più completa di quella cartacea, con l’integrazione dei contributi video nei contenuti che quindi sono subito disponibili per chi fruisce il magazine dal proprio tablet e invece la necessità di cambiare dispositivo per poter vedere i contenuti da parte di chi sta leggendo la rivista cartacea si riceve l’idea che la rivista stia spingendo la versione iPad in un’ottica di fa prevalere in un futuro la seconda versione sulla prima. Anche la grafica, molto ben coordinata tra le due versioni, funziona meglio su tablet che su carta.

Editorial editor Nick Carson deputy editor Julia Sagar art editor Jo Gulliver production assistant Ruth Hamilton creative bloq channel editors Jim Mccauley, Kerrie Hughes Contributors Zaneta Antiosik, Laura JordanBambach, Joshua Checley, Tom Dennis, Franklin Till, Vince Frost, Andrew Gibbs, Dan Gray, Corey Holmes, Karen Lewis, Noelia Lozano, Rick Poynor, Davina Rungasamy, Robin Sung, Jessica Warby, Garrik Webster Advertising_ Marketing_ Print & Production production manager Mark Constance production Co-ordinator Viv Turner ad production manager Nola Cokely Circulation_ Licensing_ Future Publishing Ltd head of creative and design Declan Gough managing director, technology, film and games Nial Ferguson editor-in-chief Dan Oliver group art director Steve Gotobed creative director Robin Abbot editorial director Jim Douglas

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Creative Review categoria Design, cultura visiva e grafica pubblicitaria nazionalità Inglese distribuzione _ diffusione internazionale lingua Inglese editore Centaur Media sede principale Londra, Regno Unito fondazione 1995 sistema La rivista è composta da un periodico cartaceo, da una pubblicazione periodica per iPad che ha alcune cose in comune con il cartaceo ma molto di proprio e infine dal sito web www.creativereview.co.uk. L’applicazione Creative Review iPad Edition, permette di visualizzare tutti i numeri digitali della rivista e di accedere ai contenuti di quelli acquistati. 1

CONTENUTI Periodicità C D Mensile W Viene aggiornato due o tre volte al giorno nella sezione blog. Prezzo C 6,50£/9,15€ D 5,99 € Organizzazione dei contenuti/struttura C Ad apertura del numero l’editoriale come da tradizione introduce i contenuti del numero, citando quelli che il direttore ritiene particolarmente interessanti per vari motivi. Subito comincia la sezione Month in Review con i temi del mese, anteprime, riflessioni, recensioni alcune delle quali costituiscono delle rubriche fisse come Image of the month che analizza un’immagine che è stata protagonista del periodo, perché rappresentativa di qualche avvenimento, e la risonanza che le è stata data nei media, o ancora le rubriche di personaggia abituali che scrivono per CR. Arriva quindi la sezione degli articoli più approfonditi Features con approfondimenti sui temi del mese (ogni mese il numero seleziona un tema), servizi su argomenti della comunicazione visiva e quasi sempre un articolo su consigli per i progettisti. Quindi Crit con recensioni, critiche e analisi ad opera di celebri critici del panorama anglosassone. Verso la fine del numero Directory

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con le pubblicità e offerte di lavoro e a chiusura la rubrica Final Word che introduce esempi di art direction da cui ricavare una lezione. D I contenuti sono divisi in 4 sezioni. La prima Hi Res con articoli composti soprattutto da serie di immagini accompagnate da un breve testo e che parlano di varie tendenze del mondo della cultura visiva. La seconda sezione CRTV è tutta composta da contenuti video, sempre accompagnati da un’introduzione testuale, con interviste ad artisti e progettisti, presentazione di lavori di animazione o di corti o del lavoro di registi pubblicitari o di corti, o ancora con dei reportage video. La sezione Features con gli articoli più lunghi dedicati al tema del mese affrontato da diversi punti di vista della comunicazione visiva. La quarta sezione Ticker con una vasta selezione di articoli dal blog sul sito web. W Nella versione online di CR i contenuti sono divisi in varie sezioni. Current Issue e Back Issues presentano il numero presente e quelli passati e contengono gli articoli dei numeri pubblicati accessibili, tramite log in, solo agli abbonati. Le sezioni Jobs, Advertise, e Directory si occupano di offerte di lavoro, di dare spazio ai partner pubblicitari della rivista e di fare richiesta per entrare a fare parte di

questi partner. Le sezioni Feed, CR iPad App e Subscribe to CR permettono di sottoscrivere la newsletter di Creative Review, di sapere come funziona e dove acquistare l’app e ovviamente di abbonarsi alla rivista. Le sezioni The Annual e Photo Annual sono dedicate alla raccolta di contributi per questi due temi che costituiscono gli argomenti di due numeri di CR che sono riproposti tutti gli anni. La sezione principale è invece CR Blog, dove giornalmente vengono pubblicati articoli più o meno lunghi dalla redazione della rivista, che possono essere ordinati secondo gli ambiti art, books, digital, graphic design...


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Tipologie di contenuti C Testi e immagini D W Testo, immagini, video. Fruizione Orientamento C A parte quando si arriva alla sezione Month in review l’orientamento viene affidato alla lettura di chi ne usufruisce e i ricorrenti ci informano solo sul numero di pagina e sulla testata. La differenza tra le sezioni si nota poi grazie alla diversa messa in pagina. 1. La rivista cartacea, la pubblicazione digitale e il sito web di Creative Review.

D L’applicazione è pensata direttamente per essere navigata su l’iPad, con le pagine della grandezza dello schermo. La barra di navigazione superiore contiene la l’icona CR della testata che corrisponde anche al link per andare alla pagina dei contenuti, ovvero il sommario che permette di avere una visione globale dei contenuti divisi in colonne che rappresentano le sezioni e di raggiungerli. Cliccando su un articolo si entra nella sua pagina dove è presente un testo a scorrimento e le immagini o video, in basso a destra due frecce permettono di spostarsi all’interno degli articoli della stessa sezione. W La navigazione, contenente i pulsanti per accedere a tutte le pagine delle sezioni si trova in un menù in alto a destra. Ogni sezione ha una pagina dedicata, che si distingue un po’ dalle altre a seconda di come sono organizzati i suoi contenuti e presenta un titolo con la dicitura della sezione che è anche evidenziata nel menù. Disponibilità dei contenuti/integrazione con la rete D I contenuti testuali i iconografici delle prime tre sezioni sono integrati nel numero della rivista mentre la sezione Ticker ha bisogno di una connessione perché si collega al blog online di Creative Review. I video non sono integrati nell’applicazione ma è possibili utilizzare l’opzione “save for later” e scaricarli per vederli in seguito in assenza di internet.

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W La rivista ha un proprio profilo sui social network che serve a riproporre quanto pubblicato sul blog, le nuove uscite, e riporta i lettori dai social al sito di CR. Usabilità e interazioni D Per muoversi nell’applicazione è necessario premere i titoli delle sezioni e le frecce per spostarsi da un articolo e l’altro mentre all’interno dell’articolo si può scorrere sulle immagini, che sono organizzate in gallerie, per vederle una dopo l’altra e con un doppio click portarle a tutto schermo, il testo può essere scorso all’interno dello spazio in cui si trova. L’app prevede di essere utilizzata solo in modalità portrait, e non prevede la possibilità di ruotare l’orientamento dello schermo nemmeno per le immagini o i video orizzontali.

2 La rivista cartacea 2. La rubrica Month in review con articoli brevi. 3. La quarta di copertina con un disegno o un’opera di un artista. 4. Un articolo della sezione interna. 5. Lo speciale del numero, in questo caso sull’illustrazione. 6. La rubrica che conclude il numero. La rivista digitale 7. L’apertura della rivista mostra immagini che si aggiornano in loop prese dagli articoli interni. 8. Un articolo della sezione Hi Res con un breve testo e una galleria da immagini da sfogliare scorrendo su quella mostrata. 9. Un articolo della sezione CRTV con un filmato accompagnato da un breve testo da leggere a scorrimento. 10. Un articolo della sezione Features: è composto da una copertina e, scorrendo verso il basso

W Il sito non è adattabile a dispositivi mobili.

Progetto grafico Formato e messa in pagina C Il formato di pagina è di 24,5x25 cm, quasi un quadrato. La messa in pagina cambia nelle tre sezioni principali con Month in Review divisa in quattro colonne che corrispondono alla giustezza del testo principale, con le immagini incasellate e allineate in queste colonne o multipli di esse, e gli altri testi che utilizzano sottomultipli di queste colonne il tutto separato e tenuto in ordine da filetti verticali tra le colonne di testo e orizzontali per i titoli che richiamano l’impaginazione dei quotidiani; la sezione principale che utilizza un’impaginazione più ampia dividendo la pagina in 3 colonne, con le didascalie larghe la metà e immagini che occupano anche la pagina intera; tutto questo a volte sovvertito o adattato alla costruzione dell’articolo. L’ultima sezione riprende invece la messa in pagina della prima con meno divisioni e differenza di elementi perché è composta di articoli molto lunghi e continui e viene stampata su una carta opaca porosa mentre la prima si trova su carta opaca ma patinata.

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il testo dell’articolo accompagnato dalle immagini sotto forma di galleria e con il testo in un box scorrevole. Le frecce in basso allo schermo permettono di procedere tra articoli.

4 D La messa in pagina prevede, all’interno della pagina grande come lo schermo: un menù orizzontale superiore sempre fisso diviso in una fascia più grande con la testata, la data di uscita e il pulsante per uscire dalla rivista e andare nella pagina di acquisto dei numeri, sotto di questa una fascia sottile con i pulsanti delle quattro sezioni e le 4 colonne con i sommari delle sezioni, nelle pagine degli articoli la fascia di navigazione resta stabile

ma lo spazio di pagina è organizzato con la metà superiore che contiene le immagini o i video e la metà inferiore per circa ⅔ ospita il testo, mentre il restante ⅓ ospita le didascalie. W La pagina della versione online è organizzata in una lunga colonna verticale che può essere divisa in varie caselle che occupano una, due o cinque sezioni della colonna generale, a seconda dello spazio richiesto

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dai contenuti. La fascia superiore è occupata dalla barra di navigazione e dalla testata, mentre lo spazio sottostante è tutto dedicato ai contenuti della pagina che lo possono dividere in caselle come indicato prima a seconda delle necessità.

11. Un articolo della sezione Thicker, è fruibile sul sito di CR che viene aperto automaticamente dall’applicazione e ha bisogno di una connessione internet. 12. Il blog online sul sito di CR. 13. La pagina di un articolo del blog. 14. La sezione del magazine sul sito.

Identità visiva C La grafica utilizzata dalla rivista è varia ma con un’identità di fondo ben riconoscibile. In tutta la rivista viene fatto uso di filetto per dividere le sezioni e le colonne di testo, anche se la sezione centrale ne utilizza meno (ad esempio li pone solo tra colonne di testo e non tra testo e margine o immagine). Alterna due caratteri principali, un bastoni

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Casi Studio_Straniere rotondo e un graziato, aggiungendo di tanto in tanto il carattere utilizzato per il logo della testata a sottolineare titoli particolari. La sezione principale della rivista gioca molto nelle titolazioni di alcuni articoli con caratteri particolari o costruzioni evocative del tema dell’articolo. Identità visiva D L’identità visiva mantiene la sensazione di organizzazione e incasellamento che si ha nelle altre due messe in pagina della rivista, quella cartacea e quella online, oltre al senso di ordine e di organizzazione severa. W L’identità visiva della pubblicazione è definita da questa divisione dei contenuti in quelle che abbiamo chiamato caselle, in regioni rettangolari o quadrate che definiscono in modo ben chiaro gli spazi pieni e vuoti. Nella pagina del blog c’è una larga colonna a sinistra con gli articoli in ordine dal più recente, a sinistra una colonna più stretta con suggeriti altri articoli, con i più letti e con la possibilità di dividere i servizi per ambiti.

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Copertina C La copertina ospita prevalentemente un immagine molto evocativa e particolare che deve suggerire il tema della pubblicazione, sormontata da una fascia di circa 1/6 orizzontale contenente la testata. D La copertina è la stessa del cartaceo e viene visualizzata appena aperta l’applicazione assieme a quelle di tutti i numeri però coperta al centro dalla navigazione per accedere al singolo numero, invece appena entrati nella singola pubblicazione si viene accolti da una pagina con la testata completa della rivista, accompagnata da qualche riga che introduce il tema del numero e quattro caselle con immagini a rotazione prese dai contenuti della pubblicazione. Homepage W La homepage raccoglie anteprime dei contenuti provenienti da tutte le sezioni, per prime il blog e poi un articolo che introduce gli argomenti dell’ultimo numero pubblicato. Seguono altri post dal blog.

Redazione La composizione della redazione viene comunicata in modo molto essenziale, non è molto chiaro come venga organizzata e chi lavori ai vari ambiti della pubblicazione. editor Patrick Burgoyne deputy editor Mark Sinclair senior writer Eliza Williams staff writer Rachael Steven digital editorial producer Antonia Wilson art Director Paul Pensom type consultant Paul Barnes head of print prodiction George Stuart studio photography PSC Photography reproduction_ print_

Commento L’esempio di Creative Review è molto interessante perché costruisce il proprio sistema attraverso tre elementi ben distinti, ognuno progettato appositamente per il canale che utilizza e per il medium su cui viene trasmesso. Inoltre i diversi elementi del sistema trovano tra loro alcuni punti di connessione, come gli articoli del blog fruibili tramite l’applicazione digitale e la possibilità di consultare gli articoli del cartaceo anche online sul sito (previo abbonamento).

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Frame categoria design, architettura, design di interni, exhibition design diffusione oltre 400000 copie distribuzione internazionale nazionalità Inglese lingua Inglese editore Frame Publisher sede principale Amsterdam fondazione 1997 sistema Frame Publisher è l’editore che produce tre riviste: Frame, che si occupa prevalentemente di interior design, Mark sull’ambito dell’architettura contemporanea e Elephant sull’arte e i suoi influssi sulle comunicazioni visive. Il sito www.frameweb.com si presenta sia come sito di riferimento dell’editore che come pubblicazione online sui temi che le tre riviste trattano. Prendiamo in esame il magazine Frame come parte cartacea perché è l’unico delle tre che abbia a disposizione anche una controparte digitale. L’applicazione di Frame si configura come un’ulteriore parte del sistema della rivista, con contenuti propri legati al tema generale di Frame ma non nesessariamente collegate al numero che esce lo stesso periodo. Esiste anche una versione digitale ricavata dal pdf della rivista, viene venduta tramite Zinio. Il sito www.frameweb.com si occupa di tenere assieme tutte le varie parti di Frame Publisher.

CONTENUTI Periodicità C D Bimestrale. W Vengono aggiunti dei post alla sezione News quasi quotidianamente. Prezzo C 19,95€ D 2,99 € oppure compresa nell’abbonamento cartaceo, alcune uscite sono gratuite Organizzazione dei contenuti/struttura C I numerosi contenuti sono divisi nella sezione Features, presentata per prima nell’indice anche se si trova nel centro della rivista, la più ampia e con gli articoli più lunghi; Editorial che contiene l’editoriale più alcune brevi notizie attorno un tema comune sotto la rubrica Visions; poi Stills con brevi articoli che occupano in media due pagine e presentano vari progetti nuovi di interni, prodotti, allestimenti con ogni articolo nominato anche con l’ambito specifico di cui si occupa (Shop Windows, Showroom, Catwalks...) che corrisponde ad una rubrica più o meno ricorrente; la sezione Reports che

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presenta nuovi prodotti e negozi con un taglio pubbliredazionale; infine Goods che guarda più da vicino i materiali, le tecniche e le ispirazioni dei progetti e anche il lavoro che ci sta dietro. A volte può esserci una sezione speciale, legata a qualche evento. D I contenuti non seguono una vera e propria struttura, possiamo dire che si tratta di un gruppo di servizi, che possono essere composti da gallerie di immagini, registrazioni video o audio, animazioni o più di questi elementi in un unico servizio. Vengono però classificati secondo le stesse categorie usate dalla rivista cartacea secondo gli ambiti che trattano o il tipo di sguardo che danno. Ci sono inoltre alcuni contenuti “istituzionali” ovvero che informano sui prodotti presenti nel negozio di Frame e sui contenuti dei prossimi numeri. W Il sito ha una sezione News che presenta i vari articoli in successione dal può recente pubblicato, questa

sezione può essere ulteriormente suddivisa nei vari ambiti di cui si occupano le tre riviste dell’editore: Interior design, Architecture e Art (più Newsletter per iscriversi e ricevere le news via e-mail). La sezione Agenda presenta un calendario con segnati tutti i principali eventi, suddivisi sempre nei tre ambiti. Anche la sezione Magazine mantiene la triplice divisione, presentando le tre riviste e raccogliendo tutte le informazioni relative al loro reperimento. Frame App è dedicata all’applicazione, spiegando il suo funzionamento e dove trovarla. La sezione Books invece si occupa dei libri editi da Frame Publisher, e così lo store dei prodotti. Infine su Service si possono trovare le informazioni sull’editore, i contatti eccetera. Tipologie di contenuti C Testi e immagini, più ulteriori immagini e video con la realtà aumentata. D Testi, immagini, animazioni, video. W Testo, immagini.


Casi Studio_Straniere FRUIZIONE Orientamento C Per guidare il lettore tra i vasti contenuti della rivista il numero comincia con la pagina Contents, ovvero l’indice, che riporta tutti gli articoli organizzati nelle sezioni che abbiamo visto prima, in più ad ogni inizio sezione corrisponde una copertina di introduzione di due pagine con alcuni assaggi dei temi degli articoli. I ricorrenti si trovano sul lato esterno di ogni pagina e oltre al numero indicano anche l’argomento dell’articolo e il luogo. D L’applicazione vuole configurarsi più come un’esplorazione di temi, come detto prima, senza una struttura molto organizzata. Tuttavia per permetterne la fruizione esiste una pagina dei contenuti dove gli articoli sono rappresentati con un immagine o un

titolo, cliccandovi sopra si va alla pagina del servizio. Le pagine dei servizi si susseguono una dopo l’altra e arrivati all’ultima la pubblicazione ricomincia dalla prima, come in un cerchio. In basso è presente una barra del menù con delle frecce laterali per la navigazione tra pagine, con il nome della sezione della pagina e un link all’indice. W La sezione in cui ci si trova è sempre evidenziata nella barra dei contenuti, inoltre le sezioni contengono elementi molto diversi tra loro che permettono di capire dove ci si trova. Disponibilità dei contenuti/integrazione con la rete D I contenuti video non sono incorporati nell’applicazione ma è necessaria una connessione a internet per poterli fruire.

W Le tre riviste hanno un proprio profilo sui social network, dove pubblicano link alle news e informazioni sulle nuove pubblicazioni, libri, riviste e app. Usabilità e interazioni D L’applicazione è pensata per essere fruita esclusivamente in modalità landscape. Scorrendo orizzontalmente la pagina si passa a quella successiva, per fruire i contenuti nella singola pagina si possono cliccare le icone che li accompagnano, ad esempio l’icona con un rettangolo indica un video, quella con un + indica la presenza di una galleria di immagini, una freccia invita ad eseguire uno scorrimento. Il pulsante con il punti di domanda sul menù in basso fa comparire, qualora fosse richiesto, dei suggerimenti su come interagire con i contenuti della pagina.

1. La copertina della rivista frame, dell’applicazione e il sito web dell’editore.

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Alcune pagine interne della rivista cartacea. 2. L’indice con l’elenco dei contenuti. 3. La sezione Visions. 4. Una copertina di una sezione interna, in questo caso della sezione Reports. 5. La copertina dello speciale del numero con una pagina interna. 6 - 7. Pagine interne con delle interviste a dei designer.

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W Il sito non è responsivo. Usabilità e interazioni C Anche se ci troviamo nella sezione della rivista cartacea vogliamo in questo ambito sottolineare che la rivista si avvale della realtà aumentata per aggiungere alcuni contenuti. Non si tratta di contenuti indispensabili che cambiano il senso della fruizione del numero, ma più di inserti giocosi o in alcuni casi di video interviste che sono già spiegate nell’articolo. Per fruire questi contenuti è necessario avere uno smartphone su cui scaricare l’applicazione Layar, poi utilizzarla per inquadrare la pagina della rivista che contiene il simbolo che indica la presenza di questi contenuti aggiuntivi e guardare. PROGETTO GRAFICO Formato e messa in pagina C La dimensione della pagina è di 23x30 cm e prevalentemente viene divisa in 9 colonne prevalentemente utilizzate a

gruppi di 3, ma che permettono anche di dividere la pagina in due grandi colonne di testo o di lasciare una piccola colonna tra testo e immagini o tra testo e didascalie, oppure ancora di lasciare diversi spazi tra le immagini di varie dimensioni, creando un impaginato molto movimentato ma con impianto di fondo ben strutturato. Viene sempre lasciato un margine laterale fisso per i ricorrenti, che sono sempre presenti anche sopra le immagini al vivo. D La pagina singola corrisponde allo schermo dell’iPad, i contenuti vengono disposti sparsi su uno sfondo. Si tratta prevalentemente di immagini rettangolari che possono essere accompagnate da un testo a fianco o al proprio interno, oppure di un’immagine di sfondo accompagnata da un titolo e dalle icone dei contenuti a comparsa. W La barra di navigazione sovrasta sempre la pagina che si configura come un lungo rettangolo bianco che contiene i testi, accompagnato a lato da altri rettangoli più stretti con eventuali contenuti collaterali, Nelle pagine dei singoli articoli le immagini sono tutte raccolte a inizio pagina in una galleria a scorrimento mentre il testo segue subito sotto.

Vengono utilizzati per comodità tre colori per distinguere i tre ambiti di cui l’editore di occupa e per distinguere anche le sezioni delle tre riviste. Identità visiva C L’identità visiva di Frame è composta di molti elementi. In primo luogo la posizione particolare dei ricorrenti che si pongono come elementi esterni al resto della pagina, poi l’utilizzo di diversi corpi e pesi per la tipografia ma sempre ben standardizzati e che indicano precisi elementi dei contenuti. Inoltre l’utilizzo particolare degli elementi nella griglia creando sempre degli allineamenti forti tra elementi dello stesso argomento, ad esempio nel caso degli articoli formati da diverse parti, o tra coppie di testo e immagini in altri casi e poi lasciando degli spazi vuoti ogni tanto che hanno la funzione di far risaltare però alcuni contenuti importanti nella pagina. D L’appartenenza al sistema del resto della rivista viene identificata, oltre che dalla testata, anche dalla libertà nell’uso delle immagini e dei contenuti, anche se paradossalmente dato il mezzo su cui ci si trova, si riceve una leggera sensazione di caos contro l’armonia della rivista cartacea.

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8. La navigazione tra le pagine dei contenuti della versione digitale di Frame. 9 - 10. Due pagine dell’app di Frame, in ognuna sono presenti diversi contributi che possono essere articoli scritti, video, gallerie di immagini o registrazioni audio. 11. La pagina di un singolo articolo del blog con in alto le immagini come galleria. La pagina della sezione News sul sito.

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W Il sito non ha una testata o un logo con scritta l’identità dell’editore, tutta via utilizza dei caratteri molto riconoscibili, un in contrasto tra titoli e testo, a volte utilizza la sovrapposizione parziale di testi e immagini come avviene nella grafica dei magazine ma senza identificarsi troppo con questi. Copertina C La copertina ospita prevalentemente un immagine, che può essere una foto particolare o costruita a partire dai contenuti del numero e accompagnata dagli strilli degli articoli che vengono disposti ogni volta in modo diverso.

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D La copertina all’apertura mostra un’animazione accompagnata da della musica, che va a comporre l’immagine di copertina a cui poi si sovrappone la testata Frame. Homepage W La homepage comincia con una galleria di anteprime delle ultime news pubblicate, poi seguono il resto delle news da un lato e le anteprime degli ultimi tre numeri di Frame, Mark e Elephant, e sotto anteprime di tutte le altre sezioni del sito.


Casi Studio_Straniere 12. Due pagine di singoli articoli dell’app. 13. Una pagina di un articolo con un’immagine panoramica che permette di esplorare il contenuto a 360°. 14. Un articolo dell’applicazione con i prodotti dello shop di Frame.

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REDAZIONE La redazione indica chi si occupa di scrivere e raccogliere i contenuti e chi si occupa del progetto. La stessa redazione si occupa anche dell’edizione iPad di Frame e del sito. Editorial editor in chief Robert Thiemann managing editor Fremke de Wild editors Tracey Ingram, Alexandra Onderwater, Riya Patel junior editor Enya Moore contributing editors Shonquis Moreno, Cathelijne Nuijsink, Louise Schouenberg, chris scott, Jane Szita, Michael Webb copy editor Donna de Vries-Hermansander design director

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Barbara Iwanicka graphic designers Mariellle van Genderen, Catelinjn Kruunenberg, Federica Ricci (intern) Translation InOtherWords Contributors to this issue Karianne Fogelberg, Grant Gibson, Alyn Griffits, Tim Groen, Katya Tylevich Web editor Adrian Madlener Publishing_ Advertising_ License holders_ Subscription representatives_

Commento La rivista Frame è una di quelle che riescono a sfruttare molto bene il meglio dei supporti su cui si trovano: la rivista su carta presenta articoli approfonditi e vari, presenta una grafica molto interessante, composta di molti elementi e che varia e gioca molto con la propria identità, utilizza il mezzo cartaceo in modo molto prezioso nei materiali che utilizza, nelle finiture degli inchiostri ecc; la stessa cosa vale per la versione digitale, che ha contenuti completamente propri e cerca di costruire un nuovo tipo di pubblicazione pensata per le possibilità offerte dal tablet. Pecca un po’ il sito web a confronto, perché molte sezioni non sono dedicate alla rivista ma sembrano avere lo stesso peso del blog, ma offre delle news brevi e tiene aggiornati sugli argomenti che tratta.

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étapes categoria design, grafica e cultura visiva diffusione distribuzione Francia nazionalità Francese lingua Francese editore Étapes Éditions (sezione indipendente di Pyramid) sede principale Parigi fondazione 1994 sistema Il sistema della rivista è composto dalla pubblicazione cartacea, dall’ applicazione di étapes: una versione per tablet di quelli che sono i contenuti pubblicati anche nel sito web, rimessi in pagina per essere fruiti su questo diverso dispositivo dando spazio solo ai contenuti e nessun’altra distrazione per una loro lettura immersiva e dal sito etapes.com. Esiste anche un’app sempre per iPad, scaricabile gratuitamente, che è una versione sperimentale di un numero della rivista per il digitale, un esperimento che per ora sembra essere rimasto tale.

CONTENUTI Periodicità C Bimestrale. D I contenuti vengono aggiornati diverse volte al mese. W I contenuti vengono aggiornati diverse volte al mese. Prezzo C 16,80€ D Gratuita Organizzazione dei contenuti/struttura C La rivista cartacea di étapes può essere divisa in due parti: la prima, molto breve, si occupa di quella che può essere definita l’attualità con Agenda che informa su eventi, mostre relativi alle comunicazioni visive che hanno luogo nel periodo in cui esce la rivista; con Livres la rubrica che presenta le pubblicazioni (prevalentemente cartacee) di uscita recente; e infine Regards con delle brevi dissertazioni sui temi della cultura visiva. La seconda parte è tutta dedicata ad un tema specifico della cultura in generale, analizzato in tutte le sue parti che abbiano delle connessioni con la grafica e il design. Ad esempio prendiamo il numero 227 di étapes, tutto incentrato sul tema del cibo. Questa seconda parte, dopo un’introduzione del tema, viene suddivisa in sezioni, ognuna composta da vari articoli, che

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presentano tutti i punti di vista da cui può essere affrontato il fenomeno: Observer che analizza come la cucina viene vista; Repérer che introduce le recenti tendenze nel mondo della cucina; Diffuser che si occupa di come la cucina viene diffusa nei media e nelle pubblicazioni; Saliver con i ristoranti che si distinguono per la loro identità visiva; Captiver con i progetti artistici sul tema del cibo; Emballer dedicata al packagin; Créer con progetti artistici che utilizzano il cibo; Innover #1, #2 e #3 con interviste agli chef che hanno innovato in questo campo, con la ricerca nei laboratori e con i progetti delle università su questo tema; continano poi le sezioni con Accueillir sui negozi e boutique; Orchestrer che si occupa dell’arte della messa in tavola e della disposizione del cibo; Cookbook & Beau livres sui migliori e particolari libri di cucina e in infine, nella sezione En Savoir Plus i blog e gli indirizzi a tema consigliti dalla redazione. Conclude il numero una breve sezione di annunci e pubblicità. D Le sezioni in cui vengono organizzati i contenuti, le quali corrispondono anche alle voci di navigazione dell’applicazione sono News, Agenda

che viene diviso negli eventi in corso e in quelli futuri; Galeries che riporopone gli articoli delle news contenenti vaste gallerie di immagini; La Revue in cui gli articoli sono le presentazioni dei numeri passati della rivista; Vidéos che raccoglie gli articoli contenenti un filmato; Favoris dove vengono raccolti gli articoli che l’utente segnala come preferiti e:xtras che permette di navigare la realtà aumentata del numero cartaceo (questa sezione può anche essere scaricata come applicazione a parte) e mostra un breve articolo o imagini in più sul tema della pagina scansionata. Ci sono poi le sezioni di servizio per abbonarsi, ricevere la newsletter, la presentazione di étapes e i contatti. W Le sezioni in cui il sito organizza i contenuti che raccoglie sono a grandi linee corrispondenti a quelle della versione digitale. Agenda per gli appuntamenti da segnalare, Actus per le news, Magazine che riporta le informazioni sull’ultimo numero uscito della rivista, Abonemments per sottoscrivere un abbonamento, Emploi con una bacheca per consultare annunci di lavoro e Contact dove trovare gli indirizzi della redazione.


Casi Studio_Straniere Tipologie di contenuti C Testi e immagini, più alcuni contenuti di realtà aumentata. D W Testo, immagini, video. FRUIZIONE Orientamento C Oltre all’indice a inizio numero, per guidare il lettore tra i vasti contenuti i ricorrenti vengono posti ai lati esterni delle pagine e riportano numero di pagina, testata e numero, nome della sezione. Ogni sezione viene introdotta da una copertina che riporta il titolo e una spiegazione della parte in cui si sta entrando e un immagine evocativa dei contenuti.

D In alto a sinistra è presente l’icona che apre il menu, ma una volta selezionata la sezione veniamo lasciati soli con i singoli contenuti e con solo una barra superiore che ci ricorda il nome della testata e contiene un pulsante per tornare indietro.

W Étapes ha un proprio profili su Facebook e Twitter dove pubblica i link delle notizie del sito accompagnate da una breve introduzione. Usabilità e interazioni

W La sezione in cui ci si trova è sempre indicata nella barra che contiene il titolo della sezione, ogni parte della pagina che raccoglie una serie di contenuti è accompagnata da una titolazione della sezione che rappresenta. Disponibilità dei contenuti/integrazione con la rete D I contenuti dell’applicazione sono fruibili solo con connessione internet.

C Anche in questa caso, avendo a che fare con la possibilità di estendere i contenuti attraverso la realtà aumentata va precisato che è necessaria una piattaforma digitale assieme alla rivista cartacea. L’applicazione in questione, per dispositivi mobili Apple “è:xtras”, sviluppata esclusiavamente per étapes, e aggiunge dei brevi

1 1. La rivista cartacea, il sito web e l’applicazione di étapes.

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contenuti, come gallerie di immagini o brevi articoli su prodotti relativi alla pagina dove i “contenuti aumentati” sono segnalati. Contiene inoltre la sezione dedicata alla rivista che si può trovare anche nell’applicazione étapes HD di cui parliamo qui nella sezione digitale. D L’applicazione è pensata per permettere una fruizione immersiva, per questo il menù è a comparsa e all’interno dei contenuti basta premere la casella che li contiene per accedervi, premere sulle immagini per vedere in una galleria sfogliabile, poi premere ancora per far comparire il testo in un livello scorrevole. Le sei caselle dei contenuti, sfogliando la pagina slittano verso il lato sparendo e lasciano vedere altre sei caselle sottostanti, come se i contenuti precedenti fossero impilati gli uni sugli altri. W Il sito non è responsivo perché per la fruizione su tablet e smatphone, in realtà solo dispositivi Apple, c’è l’app dedicata.

PROGETTO GRAFICO Formato e messa in pagina C La dimensione della pagina è di 20x25,5 cm. La messa in pagina utilizza dei margini molto ampi e posiziona il testo in due colonne centrali nella pagina con sovrapposto il titolo allineato al centro delle due colonne. Mentre il testo portante ha un posizionamento piuttosto rigido le immagini invece possono disporsi in modo più vario e anche le note possono seguire vari allineamenti, a seconda delle foto nella pagina possono esservi sovrapposte o affiancarle. Le immagini vengono quasi sempre allineate ai margini o ad altri elementi nella pagina e sembrano seguire una griglia di 12 colonne per pagina, di cui la colonna del testo principale prende 4 colonne di giustezza, ma possono anche essere messe al vivo nella pagina. D Il menù a comparsa è una barra verticale alla sinistra dello schermo,

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le pagine di selezione dei contenuti propongono sei articoli alla volta in caselle quadrate e una volta entrati della pagina del singolo articolo si configura come una colonna verticale a destra contenente il testo e a sinistra e nel livello sotto la colonna si trova l’immagine o la serie di immagino o ancora il video, che una volta cliccato passa nel livello superiore riempiendo lo spazio dello schermo. W I contenuti nella pagina sono tutti incasellati in rettangoli bianchi su uno sfondo di leggere righe diagonali. Le varie caselle sono organizzate in quattro regioni principali: la prima la barra orizzontale di navigazione in alto, larga come tutta la regione di pagina utilizzata dal sito, che è assemblato in un unica colonna verticale, e le altre sono organizzate in due colonne sottili attorno alla colonna principale che ospita i contenuti della pagina, in elenco o come singolo articolo lungo. Identità visiva C L’identità visiva è caratterizzata dall’utilizzo di diversi pesi dei caratteri utilizzati per indicare tutte le diverse didascalie e note sulle immagini e sulle varie parti del testo. Nonostante la presenza di molte elementi diversi nella pubblicazione prevale un senso d’ordine probabilmente dato da un rigido ma invisibile utilizzo della griglia di impaginazione e dal fatto che molto spesso l’iconografia utilizzata è molto eclettica e viene perciò per contrasto disposta in modo ordinato e pulito lasciando all’accostamento delle immagini il compito di riempire la pagina. D L’appartenenza al sistema del resto della rivista è affidato soprattutto ai contenuti, che sono gli stessi e utilizzano le stesse immagini, oltre al logo della testata che rimane sempre presente nella barra di navigazione in alto. W La connessione dell’identità visiva con le altre manifestazioni della rivista si trova principalmente nella testata e nel tipo di contenuti e di immagini selezionate, oltre al fatto che tutte le

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2. Il menu di navigazione a comparsa nell’applicazione di étapes. 3 - 4. La pagina di introduzione dell’applicazione con tutti gli articoli dal più recente e l’effetto dello sfogliare tra gli articoli del blog per vedere quelli meno recenti. 5 - 6. Un articolo del blog con il testo visibile sopra l’immagine e l’immagine a schermo pieno. 7. La sezione attualità del blog e un articolo songolo del blog.


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pagine del sito sono uguali, non è infatti diviso in pagine ma la sezione scelta compare come centrale nella pagina unica, e che è sempre presente la sezione che presenta gli ultimi numeri della rivista cartacea. Copertina C La copertina, oltre che dalla testata della rivista posta all’interno di un cerchio che occupa circa 1/6 dello spazio, sotto un altro cerchio contiene le indicazioni sul tema del numero e il resto dello spazio è dedicato ad immagine evocativa del tema e che allo stesso tempo incuriosisca e che è nella maggior parte dei casi dedicata ad un unico soggetto, che viene presa tra quelle utilizzate all’interno della rivista.

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D L’applicazione, come il sito, non ha una vera e propria copertina ma una specie di homepage, la prima pagina che compare aprendo l’app è quella delle News con le ultime sei news visibili. Homepage W La homepage è uguale alle altre pagine in cui cambia solo la disposizione dei contenuti mettendo in rilievo quello della sezione selezionata e riordinando quelli collaterali.

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Pagine interne del periodico cartaceo di étapes. 8. La sezione attualità. 9. Pagina interna della rivista cartacea della sezione Repérer. 10. Doppia pagina di un articolo più approfondito della sezione Créer. 11. Pagina con i progetti di alcuni studenti Innover. 12. La copertina di introduzione e divisione di una sezione dei contenuti della rivista.

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13. Pagina interna della sezione Innover con un articolo-intervista dedicato ad un singolo progettista (in questo caso uno chef). 14. Doppia pagina della sezione dedicata alla fotografia di cibo.

Redazione La divisione dei tuoli della redazione è molto chiara e dichiara la divisione dei ruoli tra carta e web-digitale

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Magazine Directeur de la publication & DA Michel Chanaud Rédactrices en chef adjointes Isabelle Moisy, Caroline Bouige Coordination générale et partenariats Maud Schweblin Marketing & publicité_ Création graphique & maquette © PYRAMYD NCTV Web & Mobile Responsable éditorial web & mobile Cyril Petroff Assistant de rédaction / Community Manager Charles Loyer Développement web Sébastien Augereau, Benjamin Bonnet Développement mobile Vivien Cormier UI designer Lea Taloc

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Icon categoria Design, architettura e cultura nazionalità Inglese diffusione _ distribuzione internazionale lingua Inglese editore Centaur Media sede principale Loughtoun, Regno Unito fondazione _ sistema La rivista è composta da un periodico cartaceo, da una pubblicazione per iPad che viene ricavata dal primo e dal sito web www.iconeye.com. Icon inoltre organizza annualmente gli Icon Awards, una celebrazione del meglio dell’architettura e del design Inglese e internazionale con premiazioni secondo 11 categorie diverse e una giuria composta da esponenti della materia e rappresentanti dell’industria. CONTENUTI Periodicità C D Mensile W I contenuti del sito web vengono aggiornati con diversi articoli al mese. Prezzo C 5£/8,99€ D 1,99£ abbonamento mensile, 18,99£ abbonamento annuale. Non vengono venduti singoli numeri. Quasi ⅓ del numero può essere consultato gratuitamente senza sottoscrivere l’abbonamento. Organizzazione dei contenuti/struttura C D La rivista organizza i propri contenuti in 7 sezioni. La prima sezione Front si occupa delle notizie più brevi e legate all’attualità divise tra le rubriche: Leader, Scene, Diary, Private View, Crimes against design, Anatomy of, Rethink, Five most wanted, Icon of the month. Si arriva poi a New con articoli sulle novità nel campo del design, dei prodotti, della cultura. Quindi si passa a Features articoli approfonditi con interviste a designer, sopralluoghi e servizi nei nuovi luoghi architettonici. La sezione Review che contiene le recensioni dei prodotti, delle pubblicazioni recenti, di mostre interessanti ecc. Product è una panoramica di prodotti mentre Directory raccoglie come una bacheca negozi, servizi, studi e altro. Infine

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Back Page ci offre uno sguardo sulla storia con un’immagine su un prodotto significativo e così si conclude il numero mensile di Icon. W I vari articoli nel sito vengono organizzati in: Architecture e Design che sono a loro volta divise in News per le novità riportate sotto forma di brevi articoli e Features per gli articoli più approfonditi, mentre Archive raccoglie tutti gli articoli passati delle due sezioni precedenti. Opinion ospita gli articoli di critica organizzati in Review con le recensione, Five most wanted dove l’autore di turno dell’articolo parla dei suoi cinque oggetti di design preferiti, Rethink che propone proposte di riprogettazione di vari prodotti messe in atto da studi o designer, Icon of the month propone un articolo al mese con un esempio dal passato, che può essere un prodotto o l’organizzazione di un servizio o altro, ancora attuale oggi; Crimes against design riporta esempi di design, non solo prodotti ma anche eventi, esempi di segnaletica e usanze nelle diverse culture che vanno contro i principi della progettazione e fanno riflettere, Comment con interviste, Diary raccolta degli eventi, mostre esposizioni da segnalare partendo dal presente, Products un grande catalogo di prodotti di design di varie aziende.

Awards è la sezione che riporta i risultati, le notizie e apre il bando per questa manifestazione organizzata da Icon. Nella sezione Magazine si possono leggere le informazioni sul numero in edicola, si possono acquistare i numeri passati, informarsi sulla versione iPad e poi in Subscribe ci si può abbonare alla rivista. Oltre a queste categorie che si trovano nel menù ci sono altre organizzazioni degli articoli che si trovano direttamente nella pagina, come Editor’s choice con gli articoli consigliati dal direttore. Tipologie di contenuti C D Testi e immagini W Testo, immagini, video. FRUIZIONE Orientamento C L’orientamento tra le pagine è garantito dall’indice a inizio magazine, ma poi è affidato ai nomi delle varie sezioni nei ricorrenti che si ritrovano sempre vicino al titolo a inizio articolo. D L’applicazione si sfoglia come la rivista, scorrendo le pagine in orizzontale, e utilizza gli stessi ricorrenti e indice per l’orientamento. Nella barra di navigazione che è


Casi Studio_Straniere in basso nello schermo e compare toccando in quella regione, è presente un pulsante che riporta sempre all’indice dove cliccando i numeri di pagina si può raggiungere l’articolo desiderato.

1. La rivista cartacea Icon, la sua versione digitale ricavata dal pdf e il sito iconeye.com.

W La navigazione è contenuta nella barra superiore larga quanto la colonna che contiene tutto il sito, passando sopra i suoi pulsanti con il mouse compaiono le altre sezioni in cui è divisa la sezione madre. Scorrendo la pagina verso il basso si naviga all’interno dell’articolo e alla fine si arriva alle sezioni collaterali, come gli articoli legati a quello presente. Disponibilità dei contenuti/integrazione con la rete D Non vengono aggiunti contenuti multimediali a questa versione digitale, se non i siti web citati che sono resi dei link. W Icon ha un proprio profilo sui social network in cui riporta gli ultimi articoli del blog.

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Usabilità e interazioni D L’applicazione funziona come un semplice sfogliatore digitale. Un pulsante del menù permette di decidere se visualizzare la pagina singola o doppia, col doppio click o zoomando con due dita è possibile ingrandire la pagina. Inoltre è possibile salvare la pagine nei preferiti e inserire dei segnalibri. W Il sito adatta la propria messa in pagina per i dispositivi mobili rendendo il menù di navigazione a comparsa premendo un pulsante, mettendo i post può importanti a occupare tutto lo spazio dello schermo e quelli minori in 3 colonne affiancate. PROGETTO GRAFICO Formato e messa in pagina C D Il formato di pagina è piuttosto ampio con 23,5x30 cm. La griglia della pagina sembra essere composta di 8 piccole colonne e le colonne di testo posso avere la giustezza di 2 o 3 di queste colonne di griglia, mentre le didascalie ne possono occupare anche

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Pagine interne della versione cartacea di Eye.

5.Pagina interna di un articolo Features.

2. La sezione Diary con brevi articoli su notizie e prodotti recenti.

6. Esempio di un’altra pagina di copertina di un articolo.

3. La doppia pagina di copertina di un articolo.

7. Una pagina dell’app di Eye, è visibile lo sfogliatore veloce delle pagine che permette di scorrerle visualizzandone un’anteprima.

4. La rubrica Private View composta da un’immagine.

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8 8.Pagina di copertina e interna di un articolo della sezione Features.

solo una. Una particolarità della messa in pagina prevede che le colonne dello stesso testo possano anche non avere la stessa giustezza, soprattutto quando una colonna viene utilizzata per inserire una didascalia. Anche le immagini rispettano questa griglia incastrandosi con i testi quando sono di piccole dimensioni, o occupando ampio spazio nella pagina quando sono le protagoniste del servizio. W Il layout è organizzato in un’unica colonna che al suo interno ne contiene una larga a sinistra con l’articolo e i contenuti principali che può essere divisa in ulteriori tre colonne, ad esempio quelle che contengono gli articoli legati a quello presente; una colonna stretta a destra con pubblicità, articoli collegati e altri contenuti.

Identità visiva C D La grafica utilizzata dalla rivista è piuttosto spaziosa, data l’ampiezza della pagina, e la particolarità delle colonne di diversa giustezza contribuisce a dare vivacità alla messa in pagina. Viene inoltre fatto largo uso del colore per titoli, ricorrenti, didascalie e i filetti che accompagnano in verticale le colonne di testo, inoltre sono caratteristici i numeri di pagina che in alcune pagine vengono scritti piuttosto grandi e bold in outline anche sopra ad alcune immagini.

W L’identità visiva della pubblicazione è mantenuta principalmente dalla riconoscibilità della testata e dal colore dei ricorrenti. Nel sito web in particolare non si ha la sensazione di un’identità visiva molto forte perché la funzione di unità rispetto a tutto il sistema viene affidato all’identità editoriale. Copertina C D Il primo quinto orizzontale della copertina è dedicato alla testata con alla sua destra tre strilli sugli articoli da segnalare del numero. Il resto della pagina è un’immagine simbolica dei contenuti sempre contenuta in una cornice dello stesso colore dello sfondo della testata. Homepage W La home page raccoglie in modo vario i numerosi contenuti. Comincia con un banner nella colonna principale con le ultime news seguite da altre tre anteprime di news sotto; poi un banner contiene delle immagini simbolo su alcuni articoli che vengono proposte a rotazione, scorrendo ancora sotto lo stesso schema viene riproposto per le sezioni architettura e poi per design e opinioni. La colonna stretta di destra invece ospita le anteprime e i suggerimenti dalle sezioni Diary, dall’archivio e una selezione degli articoli video.

Redazione La redione viene divisa tra Editorial e Web, essendo la versione digitale una riproduzione di quella cartacea non ha una sua sezione dedicata. Redazione Editorial editor Christopher Turner deputy editor Owen Pritchard senior editor Fatema Ahmed design editor Riya Patel architecture correspondent Douglas Murphy contributing editors Anna Bates, Crystal Bennes, Daniel Charny, Edwin Heathcote, Sam Jacob, Will Wiles, Julian Worrall, Liam Young product editors Kim Boram, Punam Vaja intern Jessica Mairs sub editor Nick Jones Redazione design art director Shazia Chaudhry designer Jon Wiggins web editor Debika Ray

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Print categoria cultura visiva e design nazionalità Inglese diffusione _ distribuzione internazionale lingua Inglese editore F+W Media sede principale Ohio, Stati Uniti fondazione 1940 sistema L’editore F+W Media pubblica due riviste nel campo del design e della cultura visiva, Print e How, entrambe hanno iniziato la loro esistenza come pubblicazioni cartacee e nel tempo si sono evolute in un brand che comprende tutte le nuove piattaforme digitali di pubblicazione. Prendiamo ad esame Print e vediamo come costruisce il proprio brand tra la pubblicazione cartacea, la sua versione per tablet e il sito web. CONTENUTI Periodicità C D Bimestrale W Viene aggiornato quotidianamente. Prezzo C 18,50€ D 8,99 € Organizzazione dei contenuti/struttura C D La struttura con cui vengono organizzati i contenuti non è sempre la stessa, ogni numero si occupa di un tema culturale particolare e lo affronta vedendo come è stato utilizzato, comunicato o come ha influenzato la cultura visiva, la grafica e il design analizzando questo tema da alcuni punti di vista che corrispondono alle rubriche, più o meno ricorrenti. Alcuni numeri invece sono organizzati come raccolte di progetti sul meglio di un periodo, delle “design collection” come ad esempio il numero del “Regional Design Annual” che presenta il meglio del design in America dell’anno 2013 diviso in regioni geografiche. A grandi linee i contenuti sono organizzati in Features che raccoglie tutti gli articoli approfonditi e dedicati al tema, Departments con le sezioni più o meno ricorrenti Grids+Guides, Interview, Evolution, Best Practices, Dialogue, Observer. Conclude il numero la sezione In back con Review la recensione, solitamente di un libro, e la rubrica illustrata The last word.

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1. Il sistema di Print con la rivista cartacea, la sua trasposizione digitale e il sito web.

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Casi Studio_Straniere W I contenuti sono divisi nelle sezioni Image of the Day che propone (più o meno) quotidianamente un’immagine che può essere una foto, un’illustrazione, un grafico, un poster ecc. accompagnate da una breve descrizione; Imprint che è il blog di Print, aggiornato quotidianamente da selezioni di storie, opinioni, notizie scritte dai contributori del calibro di Steven Heller, Seymour Chwast, Paula Scher, Rick Poynor e altri; la sezione Topics organizza i contenuti del blog per argomenti in modo da poter fare ricerche tematiche. Il resto delle sezioni organizza i contenuti collaterali o di servizio: Contributors presenta la redazione che scrive per Print, Competitons contiene i bandi che raccolgono i contenuti per gli speciali di Print o per gli annuari, mentre Online Education pubblicizza corsi di progettazione online, Design Jobs permette di cercare o pubblicare offerte di lavoro, e le sezioni Subscribe e Shop vendono l’abbonamento alla rivista, i singoli numeri, o addirittura alcuni singoli articoli della pubblicazione, oltre ad altri prodotti come ad esempio i cataloghi Pantone. In basso nel footer i contenuti vengono riorganizzati ed è possibili accedere all’archivio, in Recent Issue e Back Issues leggere un introduzione e un sommario dei nuemeri di Print in edicola e alcuni estratti dalla rivista pubblicati nei mesi successivi l’uscita. Tipologie di contenuti C D W Testi e immagini

FRUIZIONE Orientamento C I ricorrenti e i numeri di pagina sono sempre presenti per indicare la sezione e l’eventuale rubrica in cui ci si trova. D Esistono diversi modi per orientarsi tra i contenuti dell’applicazione, il primo è la Table of contents ovvero la pagina dell’indice all’interno dei contenuti che si presenta come un sommario del numero ma con ogni anteprima degli articoli cliccabile in modo da poter

raggiungere il contenuto in questione. Per sfogliare velocemente le pagine avanti e indietro quando premo sullo schermo per far comparire la barra del menù compare anche una linea orizzontale nella parte inferiore dello schermo, spostando il cursore che si trova su questa barra, o premendo il pulsante con le linee verticali nel menù in alto, si possono visualizzare le pagine del numero come miniature (le pagine non sono tutte della stessa lunghezza quindi viene visualizzato anche quanto è lungo l’articolo) e sfogliarle potendo anche leggere in alto il titolo dell’articolo e con una didascalia. Infine il terzo indice, che si trova sempre nel menù, è l’elenco di tutti i contenuti (pubblicità comprese) con titolo e un’immagine molto in piccolo. W Le sezioni vengono evidenziate da un titolo a inizio pagina, per spostarsi tra le varie sezioni si utilizza la barra del menù che si trova subito sotto la testata e premendo il pulsante della sezione si possono selezionare le ulteriori divisione dei contenuti, ad esempio all’interno di Topics si può scegliere l’argomento oppure lasciarsi portare direttamente nella sezione generale Graphic Design. Disponibilità dei contenuti/integrazione con la rete D Condividendo gli stessi contenuti della rivista cartacea l’applicazione non ha video o audio, perciò tutti i contenuti una volta scaricato il numero sono disponibili sul supporto digitale senza bisogno di una connessione internet. W Anche Print utilizza i social network, facebook, Twitter ecc., per promuovere i propri articoli e gli eventi che organizza assieme a quelli della rivista How. Usabilità e interazioni D La navigazione nell’applicazione avviene in modo tradizionale, le pagine che corrispondono agli articoli si sfogliano in orizzontale, mentre in verticale ci si muove all’interno dello stesso articolo. Alcune immagini, se ci si scorre sopra con il dito cambiano lasciando vedere altre immagini, sono delle gallerie e vengono segnalate da

un’icona con la scritta “swipe for more”, mentre un’altra icona con segnala quando il testo della pagina prosegue in basso. W Il sito non è adattabile a dispositivi mobile.

PROGETTO GRAFICO Formato e messa in pagina C Il formato di pagina è di 20x25 cm, e la griglia divide la pagina in 3 colonne verticali dalla stessa giustezza che vengono utilizzate per il testo. Le immagini seguono la stessa griglia o multipli di essa. La messa in pagina può essere più o meno rigida a seconda dei contenuti, ad esempio i numeri che trattano “il meglio di” si caratterizzano per una messa in pagina più rigida perché i contributi che contengono sono molto vari e tutti diversi, mentre i numeri tematici possono permettersi un po’ più di libertà nella messa in pagina. D La larghezza dello schermo corrisponde alla larghezza della pagina mentre la lunghezza può estendersi molto oltre. Nella parte superiore è sempre posizionata un’immagine che fa da copertina e che può essere anche una serie di diverse immagini da sfogliare come una galleria, subito sotto il titolo in un carattere bastone e maiuscolo, accompagnato da una didascalia, che occupa tutta la larghezza della pagina. Quindi la colonna di testo, con dei margini attorno maggiori rispetto al titolo, e ogni tanto con la giustezza diminuita per lasciare spazio ad alcune aggiunte di brevi testi collegati. W Le pagine del sito sono tutte accompagnate dalla testata e dal menù che rimangono fissi, i contenuti sotto si dispongono in due colonne: una laterale con i tweet pubblicati nell’account Twitter più alcune pubblicità, e quella più larga con i contenuti veri e propri della pagina. Identità visiva C La grafica utilizzata dalla rivista è piuttosto rigorosa nelle pagine ma

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2. La pagina di copertina che introduce la sezione speciale sulla rivista cartacea di Print. 3. Doppia pagina di un articolo. 4. Pagina di coprtina di una sezione interna della sezione speciale. 5. Doppia pagina dei contenuti della sezione speciale, è composta da un articolo breve che presenta i progetti e molte loro immagini. 6. La sezione Editor’s Choiche sul sito web e un’articolo singolo.

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Casi Studio_Straniere 7. Pagina di un articolo sulla versione digitale di Print. È visibile il menu in alto e la barra di scorrimento veloce delle pagine in basso. 8. L’indice dei contenuti ad elenco nella versione digitale di Print. 9. L’indice che mostra tutte le pagine e le loro miniature nell’app di Print.

gioca molto negli inizi degli articoli, creando delle titolazioni che giocano con l’illustrazione o altri elementi grafici creando una sorta di copertine tematiche. 7

D L’identità visiva non è molto marcata ma mantiene il principio, utilizzato anche nella pubblicazione stampata, di far concentrare sui contenuti e in particolare su quello che gli articoli dicono, lasciando spesso spazio al solo testo. W Gli elementi che mantengono l’identità visiva di Print sono ancora una volta il logo della testata e il fatto di non dare particolare peso all’impaginazione visiva ma rimanere piuttosto invisibili concentrandosi sulla stesure dei contenuti.

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Copertina C Nella copertina la testata si trova sempre in alto a sinistra ma non mantiene una posizione fissa: può essere preceduta da alcune informazioni (come l’enunciazione del tema del bimestre)o può diventare parte dell’immagine di copertina. L’immagine può essere un’illustrazione, una fotografia: qualsiasi cosa, ma sempre progettata ad hoc per la rivista. D La copertina è la stessa del cartaceo, spogliata da tutte le comunicazioni di servizio come il codice a barre, il prezzo ecc. Homepage W La homepage presenta per prima cosa il post del blog pubblicato più di recente e che occupa lo spazio principale nella colonna, a seguire anteprime da vari articoli e sezioni di Imprint.

Redazione La redazione editoriale di Print si occupa di redarre i contenuti, per quanto riguarda la loro distribuzione e messa in pagina per le diverse destinazioni che possono avere se ne occupa F+w Media. Editorial editor Jessica Kuhn art director Ronson Slagle senior managing editor Zachary Petit associate editors Melissa Mazzoleni, Karli Petrovic Contributors Seymour Chwast, Rodrigo Corral, Michael Dooley, Steven Heller, Caire Lui, Debbie Millman, Rick Poynor, Sabrina Shattles, Fritz Swanson, Trish Witkowski, Douglas Wolk F+w Media_ F+w Media design community group publisher Gary lynch content director Bridgid McCarren senior/online editor Jessica Kuhn interactice content director Erin Prus group show director Beth Dean events manager Heather Griffin online product director Amanda Maleck category marketing manager corinne zielke competition manager Tara Johnson

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Wallpaper* categoria Lifestyle, cultura nazionalità Inglese diffusione 100400 copie (tra carta ed edizione digitale) distribuzione internazionale lingua Inglese editore IPC Media Ltd del gruppo Time Inc. sede principale Londra, Regno Unito fondazione 1996 sistema Il sistema presente di Wallpaper* è stato riprogettato nella sua identità visiva e organizzazione nel 2013 ed è composto dalla rivista cartacea, da un applicazione della stessa riprogettata per tablet e dal sito web. CONTENUTI Periodicità C D Mensile W Viene aggiornato più o meno quotidianamente, in alcuni periodi anche più volte al giorno. Prezzo C 9,50 € D 5,99 €, la versione iPad è gratuita per gli abbonati. Organizzazione dei contenuti/struttura C D L’indice riporta gli articoli

raggruppati secondo macro argomenti come: Architecture, Design, Fashion, Features, Food,Front of Book, Interiors, Media, Travel, Resources con l’aggiunta in alcuni casi di argomenti speciali come Design Directory o Transport & Tecnology. L’indice propone i contenuti divendoli nelle tematiche mentre l’ordine che seguono nel corso della rivista li le rubriche che si ripetono ogni mese e che possono mescolare argomenti di design e architettura o

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altri articoli. Si comincia con la lettera del direttore, poi Newspaper con notizie più o meno brevi su prodotti o notizie, poi la sezione Features con gli articoli più lunghi e approfonditi, segue l’eventuale speciale del mese. L’ultima parte è dedicata ai servizi di moda e prodotti con vaste sezioni fotografiche in sala posa o servizi fotografici che uniscono la sezione vaiggi con quella di moda ambientando i servizi fotografici in luoghi molto suggestivi. Il numero si chiude con un breve articolo su una ricetta culinaria.


Casi Studio_Straniere W Nel sito la divisione dei contenuti rispetta la divisione in argomenti evidenziata nel cartaceo con le sezioni Architecture, Design, Art, Fashion, Travel, Lifestyle e W* Bespoke. Le prime sono le sezioni in cui vengono suddivisi tutti gli articoli pubblicati sul sito che principalmente si configura come un blog, ovvero che si occupa di pubblicare questi articoli, l’ultima sezione in particolare raccoglie le opinioni di Wallpaper* su alcuni prodotti o mostre, una sorta di pubbliredazionale. Esistono anche le due sezioni collaterali Galleries dove trovare tutti i servizi corredati da un’ampia galleria di immagini e Video con articoli sotto forma di filmato. Le informazioni di servizio sui contatti e altro sono invece relegate nel footer a fine pagina. Non è disponibile una sezione di archivio, ma si possono scorrere i post pubblicati continuando a premere “show me more” per vedere quello che è stato pubblicato sempre più indietro nel tempo. Inoltre nel sito non c’è la possibilità di acquistare i numeri passati della rivista (cosa che è probabilmente attuabile contattando l’editore o andando al suo sito) mentre è possibile acquistare una copia del numero corrente o abbonarsi. Tipologie di contenuti C Testo e immagini. D Testi, immagini, animazioni. W Testo immagini e video.

1. Il sito web di Wallpaper*, la rivista cartacea e la sua riprogetazione per il digitale.

FRUIZIONE

immediatamente fruibili.

Orientamento C Ogni pagina presenta come ricorrenti la sezione, ovvero il tema degli articoli e il nome della rubrica per i servizi sui prodotti o i servizi di moda. Le sezioni speciali vengono introdotte da una copertina formata da un’immagine che evoca il tema dell’approfondimanto e dagli strilli di alcuni articoli.

W La rivista ha un proprio profilo sui social network, facebook, Twitter, Tumblr ecc. dove pubblica le anteprime degli articoli del proprio blog dove tutti i link che si trovano nei social riportano per la lettura dell’articolo integrale.

Orientamento W Per navigare si utilizza la barra di navigazione orizzontale i cui pulsanti sono le sezioni degli argomenti che rimangono evidenziati in nero quando cliccati. Inoltre passando sopra a questi pulsanti con il mouse si visualizza una barra che contiene i primi articoli della sezione in modo da averne già un’anteprima. D L’orientamento nell’applicazione funziona come quello della rivista Print di cui abbiamo parlato precedentemente ma con alcune differenze. Le pagine si sfogliano sempre in orizzontale e un articolo può essere distribuito su più pagine. In ogni pagina i ricorrenti vicino ai titoli ci indicano il nome della sezione in cui ci troviamo e il nome della testata si trova in basso a destra. Aprendo il menù in basso possiamo visualizzare subito una fascia orizzontale su cui posso scorrere il dito per andare avanti e indietro velocemente nella pubblicazione, quando inizio a scorrere i contenuti in questo modo la loro visualizzazione cambia e diventano delle miniature e sopra vi compare una fascia dove viene scritto il nome della sezione che stiamo sfogliando. Nella barra di navigazione in alto è presente inoltre un pulsante che apre l’indice ad elenco con tutti i contenuti in una lista cliccabile. Tra le pagine interne dei contenuti vi sono anche quelle dell’indice, come quello cartaceo, ma con i titoli che portano all’articolo. Disponibilità dei contenuti/integrazione con la rete D Tutti i contenuti fanno parte dell’applicazione e sono

Usabilità e interazioni D Le pagine si sfogliano sempre in orizzontale, sono tutte della stessa misura, raramente contengono una colonna di testo a scorrimento, più spesso il testo è suddiviso nelle varie pagine come avviane nella versione cartacea. La rotazione dello schermo da portrait, che è la modalità di fruizione principale, viene utilizzata solo per fruire in orizzontale poche immagini, in particolare quando si tratta delle copertine di un servizio che contengono particolari prodotti che hanno la necessità di essere visti senza essere coperti dai titoli e accompagnati da una didascalia di spiegazione (spesso perché sponsorizzati), molto usato nei servizi della sezione fashion. Il simbolo + nell’angolo di alcune immagini aggiunge contenuti legati a quello a cui viene sovrapposto, ad esempio un’altra foto dello stesso soggetto o degli schemi o infografiche. I simboli >> e * indicano rispettivamente che l’articolo continua nella pagina dopo, e che si è arrivati alla fine dell’articolo. W Il sito si adatta ai dispositivi mobili e tablet cambiando la propria impostazione della pagina e mettendo il menù a comparsa, ma mantenendo sostanzialmente gli stessi contenuti. PROGETTO GRAFICO Formato e messa in pagina C Il formato è 22x30 cm. La griglia divide la pagina in 5 colonne con le colonne di testo che ne occupano due in due colonne più una per le didascalie o che dividono ulteriormente lo spazio in 3 colonne di testo totali. Anche le immagini seguono questa organizzazione ma spesso sono messe a tutta pagina, protagoniste dell’articolo. L’impaginazione è molto vari anche

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all’interno delle stesse sezioni: le prime sezioni composte da articoli brevi, come quelle in Newspaper, vanno da una messa in pagina molto densa con tre colonne di testo, le immagini che occupano tutto lo spazio restante e a volte del testo in una casella colorata con altre informazioni, ad articoli composti solo da una serie di immagini e un titolo o ancora un’immagine che occupa i ⅔ della pagina e un testo molto breve, quasi una didascalia, più il titolo; anche le sezioni Features possono variare a seconda che siano composte prevalentemente di testo o che vengano accompagnate da un’ampia iconografia come avviene nei servizi di architettura. I caratteri tipografici utilizzati Darby e Portrait, diventano anche un elemento di definizione delle diverse sezioni a cui sono assegnati, oltre ad aiutare visivamente il lettore nell’orientamento, e grazie alla varietà di pesi in cui sono stati disegna permettono una notevole libertà di impaginazione. Nel layout della sezione tematica viene ampliata la giustezza delle colonne e lasciato un po’ più di spazio bianco per rendere più comoda la lettura di questa sezione composta di lunghi articoli, mentre l’utilizzo di fotografie o illustrazioni rimane integrato nel progetto. Viene scelta con attenzione una carta un po’ più spessa in modo da rendere più pregiato il prodotto ed esaltare la qualità tattile della rivista, in questo caso, come oggetto fisico.

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D La messa in pagina nell’applicazione di Wallpaper* utilizza gli stessi elementi di quella stampata ma li riorganizza per lo schermo del tablet che è di dimensioni ridotte. I testi vengono ingranditi per non dover essere zoommati ma essere leggibili tranquillamente, e la messa in pagina diventa più rigorosa: la pagina viene divisa in due colonne per il testo che può essere disposto in doppia colonna o utilizzarne una sola e lasciare l’altra per le immagini, viene mantenuto il filetto che divide i testi in mezzo queste due colonne. Le immagini possono essere disposte a tutto schermo, in particolare nei servizi fotografici, o quando accompagnano un articolo con testo

5 vengono tagliate della dimensione della giustezza di una o entrambe le colonne della griglia. Le didascalie possono occupare la metà di una colonna, essere posizionate sopra l’immagine o ancora essere a comparsa. L’alternarsi di tutte queste soluzioni fa si che il layout, benché piuttosto rigoroso, non diventi invece noioso. W Il layout del sito prevede un’ampia fascia orizzontale che contiene la testata più la promozione della rivista cartacea e digitale, subito sotto un’altra fascia più sottile con il menù. Quindi si arriva ai contenuti della pagina veri e propri divisi in tre colonne, di cui due vengono utilizzate per il contenuto


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7 principale, diviso in una galleria di immagini sfogliabili e dal testo che segue subito sotto, e la terza colonna si presta alle informazioni collaterali, come gli articoli collegati o altri suggerimenti: nelle pagine con diversi contenuti o con anteprime degli articoli le tre colonne vengono usate in modo diverso: ognuna contiene un’anteprima oppure vengono ulteriormente suddivise in sotto-colonne. Identità visiva C L’identità visiva della rivista è molto caratterizzata, in primo luogo dai caratteri tipografici utilizzati, poi dall’iconografia molto curata e infine dall’utilizzo dei filetti tra i testi e per sottolineare delicatamente i ricorrenti creando in generale un atmosfera di eleganza. D L’identità visiva viene mantenuta dagli stessi elementi grafici, caratteri tipografici e le stesse immagini, anche se, nella versione digitale, alcuni non fanno più semplicemente parte dell’identità visiva della pubblicazione ma diventano elementi indispensabili per l’orientamento. W L’identità visiva del sistema in questa sua parte viene mantenuta dall’utilizzo di sottili filetti per incasellare i pulsanti del menù, per dividere le varie sezioni di argomenti nella homepage, dall’utilizzo di un carattere graziato per i titoli molto simile ad uno di quelli usati nella versione cartacea e dall’eleganza che questi dettagli assieme all’utilizzo di ampi spazi bianchi tra i contenuti conferisce in generale all’atmosfera della pubblicazione.

8 Copertina C Un’operazione che Wallpaper* sfrutta da tempo per la sua versione cartacea è quella di compiere operazioni particolari sulle copertine, un esempio è il caso di un’iniziativa collegata alla pubblicità degli orologi Rolex, che consentiva direttamente agli utenti di confezionare una propria quarta di copertina per questo brand utilizzando un’applicazione web che dava come vincoli la scelta di un orologio della collezione dello sponsor, più il payoff, un altro esempio è quello del “Custom Covers project”, che è stata riproposta in più occasioni, in cui i lettori hanno accesso ad una palette di grafiche, forme, colori, immagini fotografiche e anche animazioni, scelte dalla redazione tra i lavori di designer e artisti e confezionati in versione digitale, da utilizzare per creare una personalizzazione della copertina di Wallpaper* e quindi ricevere successivamente in una copia della rivista con la propria copertina realizzata e spedita a casa. In occasione della prima realizzazione di questa iniziativa la partecipazione fu di più di 21000 cover originali realizzate! Ad oggi nel sito è possibile vedere una galleria delle copertine realizzate dai lettori in quelle occasioni e anche successivamente, infatti è ancora disponibile il software per progettare la propria cover, che in questo caso verrà solo aggiunta alla collezione digitale. Dall’ultimo re-design della rivista Wallpaper* ha iniziato a far realizzare ogni mese ad un diverso artista o designer selezionato per l’occasione, una copertina che viene stampata in serie limitata e recapitata esclusivamente ai lettori abbonati,

Pagine interne della rivista cartacea di Wallpaper*. 2 - 5. Una pagina della sezione iniziale con una rubrica e l’editoriale. 3 - 6. Copertina e pagina iniziale di un articolo della sezione speciale The W* House.Della stessa sezione pagina con un servizio in sala posa di prodotti. 4. Doppia pagina con un servizio fotografico della sezione moda. 7 - 8. Copertina e doppia pagina interna di un articolo della sezione centrale con le features.

mentre quella del numero in edicola è costruita dalla redazione con le immagini più importanti del numero e i accenni dagli articoli da segnalare. D La copertina è un breve video, un’animazione con lo stesso soggetto della copertina cartacea, ad esempio nel numero di aprile 2014 esplora la foto di copertina zommando sugli oggetto o su alcuni particolari e commentandoli con delle didascalie. Homepage W La home page funziona da vetrina di tutte le sezioni di articoli: comincia con in grande l’ultimo articolo pubblicato, seguita dagli ultimi tre che occupano un terzo dello spazio ciascuno, scendendo una sezione orizzontale presenta sei articoli con la possibilità di scegliere che siano le Latest news oppure gli Editor’s picks, quindi si passa alle Features con le anteprime che occupano tutto lo spazio di pagina, e sono gli articoli più approfonditi e che esistono come sezione solo nella home, infine le anteprime di tutte le sezioni di argomenti.

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Pagina della versione digitale di W*. 9. Un articolo della sezione iniziale con una rubrica fissa. 10 - 11. Pagina di moda e di un articolo dedicato al cibo della sezione Newspaper. 12. Copertina e pagina interna di un articolo più esteso.

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Smiljan Radic's 2014 Serpentine Gallery Pavilion is unveiled in London's Kensington Gardens ARCHITECTURE / 24 JUN 2014 / BY ELLIE STATHAKI

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Smiljan Radic to design the 2014 Serpentine Gallery Pavilion

13. Pagina di un servizio di moda, un icona consiglia di ruotare il dispositivo per vedere la foto a schermo intero e accedere alle didascalie.

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Video: The making of Sou Fujimoto's 2013 Serpentine Gallery Pavilion ARCHITECTURE 1 / 7

A shimmering, shell-like volume resting on rocks has arrived in London's Kensington Gardens, courtesy of the Serpentine Gallery. Designed by Chilean architect Smiljan Radic, it is the 14th Serpentine Pavilion in the esteemed gallery's series of summer commissions from leading architects for the capital.

Serpentine Gallery Pavilion 2012, by Herzog & de Meuron and Ai Weiwei ARCHITECTURE

INFORMATION

Serpentine Gallery Pavilion 2011 by Peter Zumthor

The Serpentine Gallery Pavilion will be open to the public from 26 June to 19 October 2014 in Kensington Gardens, part of London's Hyde Park

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Serpentine Gallery Pavilion 2010 by Jean Nouvel

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Recalling a modern-day Neolithic Dolmen, Radic's Pavilion comprises a translucent structure, made from glass-reinforced plastic, moulded in a ring shape that sits on quarry stones. The pavilion sits lightly on its firm base, offering shelter from the elements to the park's visitors, while its translucent material filters soft light through to the main multi-purpose, timber-floored area. 'I am not a creator of new shapes', said Radic, when we spoke to him earlier in the year about his design approach (see our latest issue, W*183, for the full article). 'I always want to begin from a project that I thought about or saw before, or existing sketches, or architectural history, but I never start with a white page. I always use references.' And so he did with this project, drawing from an earlier work entitled The Castle of the Selfish Giant (in turn inspired by Oscar Wilde's famous story), which also takes a shelllike form. For the Serpentine commission, Radic also intended to play with the idea of the folly. 'It has been used historically in big gardens and parks, always proposing something extravagant, an atmosphere of other places,' he says. 'This is a fake ruin but at the same time proposes a continuity. […] It helps dissolve the limits between architecture and nature.'

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Partly prefabricated in the York workshop of engineers Stage One (the stones also come from a nearby quarry), the pavilion was assembled on site in London earlier in the month. The engineering and technical feat was achieved with the help of AECOM, overseen by David Glover, who has worked on the pavilions since 2000. 'The design process in our day is so prolonged and this is instantaneous. It's the challenge [that attracts me to the pavilions],' says Glover. Adds Radic: 'It looks almost handmade, which sounds easy, but it was in fact really difficult to achieve.'

Video: The Pavilion by Sanaa, Serpentine, London ARCHITECTURE

Serpentine Pavilion construction ARCHITECTURE

Serpentine Pavilion construction ARCHITECTURE

14. Homepage del sito con le anteprime di diverse rubriche e la pagina di un singolo articolo.

Redazione La redazione di W* è molto ampia come ampio è lo spettro di argomenti che interessa la pubblicazione, inoltre è interessante il fatto che divida i compiti anche tra chi si occupa di raccogliere i contenuti per la stampa e chi per l’online, segno che gli articoli vengono pensati già dall’inizio per una destinazione piuttosto che per l’altra.


Casi Studio_Straniere Editorial Editor-In-Chief Tony Chambers Editorial Director Richard Cook Senior Contributing Editor Nick Compton Managing Editor Oliver Adamson Editors-At-Large LeÏla Latching, Emma O’kelly, Henrietta Thompson, Suzanne Trocmé Art Creative Director Sarah Douglas Art Director Lee Belcher Senior Designer Aneel Kalsi Designer Ben McLaughlin iPad Designer Sine Ringgaard JØrgensen Intern Melanie Dagher Photography Photography Director James Reid Associate Photography Director Ryan Grimley, Rachel Lamb Architecture/Design Architecture Editor Ellie Stathaki Design Editor Rosa Bertoli Interns Catarina de Almeida Brito, Leigh Theodore Vlassis Interiors/Entertaining Interiors Director Benjamin Kempton Interiors Editor Amy Heffernan Entertaining Director Melina Keayis Interior Assistant Maria Sobrino Interiors Coordinator Sujata Burman Interns Camille Boyer, Emily Moloney Beauty/Lifestyle Beauty&Lifestyle Director Emma Moore Intern Elizabeth Hutton Travel

Travel Editor Lauren Ho Intern Athena Fierou Fashion Fashion Director Isabelle Kountoure Fashion Editor Zoë Sinclair Fashion Coordinator Alice Shaughnessy Booking Editor Minna Vauhkonen Watches & Jewellery Director Caragh McKay Jewellery Editor-at-large Franceline Prat Interns Pierre Crolard, Sarah Starkey, Julia Vojtovic Production Chef Sub Editor Bridget Downing Production Editor Anne Soward Acting Sub Editor Maksymilian Fus Mickiewicz Sub Editor Léa Teuscher iPad Production Manager Leonard Burns iPad production Coordinator Daniel Short Wallpaper.com Online Editor Malaika Byng Acting Online Fashion Editor Katrina Israel Online Fashion Editor Apphia Michael Online Assistant Editor Jessica Klingelfuss Designer Ben Ewing Junior Designers Michael Ainscough, James Davies Web Developer Marcin Stepniewski Editorial Business Assistant David Paw Office Manager and PA to Tony Chambers TF Chan Contributing Editors Design Albert Hill Media

Stephen Armstrong Production Sara Norrman Typography Paul Barnes International Editors_ Publishing & Marketing Publishing Director Gord ray Publisher Kirsty Mulhern Advertising Commercial Director Paula Cain Fashion, Watching and Jewellry Manager Anu Pai Sales Manager Ben Duggan Advertising Business Manager Amanda Asigno Finance Advertising Coordinator Barron Nouban Intern Margot Dallier Production Controller Nick Percival Marketing Marketing Manager Caroline Sampson Wallpaper.com Senior Digital Sales Manager Ryan Green Digital Project Manager Claudia Mastromauro Wallpaper* Bespoke Bespoke Director Rebecca Morris Editor Simon Mills Art Director Simon Mills Art Director Ben Jarvis Account Manager Matthew Johnston Designer Luke Fenech Bespoke Coordinator Fred Jezeph Art Intern Queenie Wong Special Projects & Events Head of Special Projects Thomas Aastad Advertising Offices_ Circulation/Subscription_ Finance_ Corporate_

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PotenzialitĂ per le riviste di progetto



Potenzialità per le riviste di progetto

Il progetto delle riviste destinate alla diffusione della cultura del progetto pare attualmente destinato a configurarsi come un sistema su diverse piattaforme. In genere avviene che i contenuti più brevi, che corrispondono alle news, o a notizie su nuovi prodotti, istallazioni, mostre o inaugurazioni vengono ancora pubblicate sulla rivista cartacea in sezioni appunto chiamate “News” o simili, ben distinte dagli articoli. Gli stessi contenuti sono destinati anche alla pubblicazione online, perché si tratta di articoli con una funzione promozionale che desiderano beneficiare sia dell’immediatezza che del vasto pubblico raggiungibili con il web, ma anche dell’autorevolezza che il supporto cartaceo ancora esercita. I servizi brevi, i cosiddetti column in inglese o le classiche rubriche, invece si trovano in una situazione un po’ intermedia. Sono articoli più lunghi e a cui il pubblico si può affezionare per i temi trattati o per l’autore e in genere, trattandosi di articoli effimeri ovvero legati al presente, sono pubblicati sia sul periodico che sul web, in quest’ultimo a volte in una versione ridotta. Gli articoli approfonditi sono ancora riservati al periodico ma per promuoverne la lettura è possibile che ne venga fatta uscire online una versione ridotta, una breve anteprima o ancora un articolo a scelta per ogni numero. Avviene poi che le riviste che si occupano di argomenti più legati alla critica e alla storiografia del design abbiano nel loro sito una sezione che raccoglie tutti i contenuti delle pubblicazioni periodiche. Un archivio digitale che parte anche dai primi anni di pubblicazione e che in genere è parte accessibile solo previo abbonamento. Rispetto invece alla consapevolezza della necessità di comportarsi come un sistema, molte delle riviste presenti nei casi studio nelle sezioni che dedicano alla propria presentazione rendono esplicita la propria considerazione di se stesse come tali. “Interni” contiene la sezione System e “Creative Review” si presenta affermando: «Are we a Magazine/ Twitter Feed/ iPad App/ Blog? Creative Review is all of the above (and a bit

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more). It’s undeniable that in a world where every individual gets inspiration, ideas and information in a different way to the next, we can’t simply be a magazine, or an app, or a twitter feed so our aim is to ensure every one of our readers is catered for and that each of the above provides a truly unique Creative Review experience»1. Dall’analisi effettuata sui casi studio emerge che per usare efficacemente questi canali sia dal punto di vista dei contenuti diffusi, che dal punto di vista della progettazione dell’artefatto che li distribuisce, le riviste usano principalmente tre modi di organizzare il proprio sistema. Il primo prevede che i contenuti prodotti dalla redazione della rivista vengano distribuiti tenendo conto dei tre canali in modo distinto: ognuno ha delle proprie caratteristiche di fruizione che determinano la forma della pubblicazione e del tipo di contenuti che può o non può ospitare. Il secondo modo di organizzare il sistema punta la propria attenzione sulla pubblicazione cartacea che viene molto curata e approfondita, la parte digitale diventa un’appendice di questa ovvero una sua resa digitale con qualche piccola aggiunta di possibilità di interazione, perché si discosti da quello che sarebbe soltanto un’estensione digitale della copia a stampa, e infine il sito web che può essere trattato come semplice presenza online della testata offendo informazioni sull’abbonamento e dare le anteprime necessarie a pubblicizzare la rivista o più approfonditamente configurarsi come un blog aggiornato quotidianamente con notizie recenti che non rientrano nell’ambito del periodico stampato per velocità di pubblicazione o per approfondimento. Un terzo modo prevede che le notizie vengano essenzialmente divise tra pubblicazione cartacea e online, secondo la modalità utilizzata dal secondo modo di organizzazione, con la differenza che la versione digitale della rivista è adattata anche per la fruizione su tablet del blog online. Quest’ultimo caso è un po’ anomalo e spesso lo stesso risultato viene ottenuto semplicemente rendendo il sito web responsivo rispetto ai vari dispositivi da cui viene fruito. Andando ora a considerare le interazioni fra i tre canali, possiamo osservare come quello della pubblicazione car1 Sezione “About”, 15 agosto 2014, www.creativereview.co.uk/about.

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Potenzialità per le riviste di progetto

tacea per mantenersi competitiva abbia sviluppato il massimo delle tecnologie riguardanti la propria produzione e la sperimentazione, anche grazie a fenomeni di pubblicazione indipendente, e si sia ricavata un ruolo per la fruizione dei contenuti più approfonditi e destinati a durare nel tempo almeno più del tempo necessario alla loro fruizione2. Anche il canale web si può dire che sia ampiamente sfruttato dalle riviste di progetto, che ne riconoscono la validità, i modi e i tempi di pubblicazione riuscendo a sfruttarli anche per promuovere e la pubblicazione cartacea. Sembra più carente la volontà di sperimentare e mettersi in gioco nel terreno della progettazione per dispositivi digitali. Ma se da un lato si può definire sconosciuto perché è piuttosto recente e perché non esistono ancora esempi di eccellenza, dall’altro lato abbiamo visto3 che non mancano dei buoni punti di partenza a cui ispirarsi, anche solo dal punto di vista formale. Il problema allora si sposta sulla competenza, ovvero a chi spetta la decisione di allargare la presenza della testata al canale digitale. A prendere questa decisione sono in molti casi gli editori, con il risultato che questo canale di distribuzione viene sfruttato sotto una chiave prettamente utilitaristica. Avere la possibilità di raggiungere più lettori ed aggiungere un servizio alla propria offerta ad un costo limitato4 e senza investimento di risorse progettuali, creando una pubblicazione che di fatto è una digitalizzazione di quella stampata. Si offre così, è vero, la comodità di avere un archivio di riviste comodamente trasportabili o acquistabili da tutto il mondo, ampliando il proprio bacino di utenza, ma allo stesso tempo si offre un disservizio: quello di mettere in circolo un artefatto non progettato. Disservizio inteso su più fronti: nei confronti degli utenti che comprano la pubblicazione, verso la cultura del progetto che vede traditi i propri fondamenti e verso la testata stessa che si fa promotrice di un artefatto contrario ai principi che essa stessa promuove a parole. Un altro risultato è quello di avallare

2 Capitolo “La situazione delle riviste oggi”. 3 Capitolo “Possibilità offerte dal digitale”. 4 Conversazione dell’autrice con Paolo Tassinari, art director di “Casabella” presso lo studio Tassinari/Vetta, Trieste, 20 gennaio 2014.

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la convinzione che il digitale non sia adatto alla lettura5. L’ipotesi che questa mancanza di progettazione possa essere il risultato di un’impostazione rigida alla base di situazioni consolidate ormai da molti anni e quindi restie a cambiare non è del tutto vera. La stessa formula, infatti, sembra valere anche per le pubblicazioni recenti, si fa riferimento per i casi esaminati alle testate “Casabella” e “Interni”6, entrambe appartengono allo stesso editore e seguono per la pubblicazione digitale lo stesso criterio. La loro versione digitale è uno sfogliature fruibile sui tablet che è una copia della rivista stampata. In questi casi anche trovandosi a ripensare e riprogettare il sistema rivista dalla base non si è considerata la possibilità di curare questa parte del progetto partendo dal supporto di diffusione scelto. Sembra perciò che in ambito italiano quando si parla di versione digitale della rivista si intenda principalmente una digitalizzazione della rivista cartacea per ovviare a problemi di distribuzione e di spazio, a scapito della qualità del prodotto offerto. Guardando invece all’ambito internazionale, prevalentemente anglosassone, la situazione è un po’ diversa. Riviste con una storia ben consolidata offrono la propria versione digitale come un’app effettivamente progettata per il supporto su cui viene fruita, e con contenuti pensati appositamente per le possibilità offerte da questo supporto. “Print”, “Communication Arts” e “Wallper*” mantengono la stessa offerta di contenuti ma li ripensano per il layout e la fruizione dell’iPad. “Creative Review” si spinge un po’ oltre proponendo sulla propria app una riprogettazione del layout, tutti gli articoli fruibili sulla carta ma aggiungendo una sezione con dei contributi video disponibili solo per la versione digitale e collegando questa versione al blog online con una sezione che riporta agli articoli usciti nello stesso mese. Un passo in più lo fa “Frame” che divide la propria offerta digitale dalle altre parti del sistema: l’app propone contenuti completamente altri rispetto a carta e blog, composti prevalentemente di contributi video e audio, serie di immagini che possono essere anche delle panoramiche esplorabili, offerti solo su questa parte della piattaforma della rivista. Un altro aspetto trasversale 5 Cap. “Le tipologie di informazione e fruizione dei contenuti”. 6 Schede delle riviste in “Casi studio: riviste di progetto italiane”.

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Potenzialità per le riviste di progetto

che è emerso e che si può aggiungere in certo senso al comporre il sistema rivista è quello della partecipazione delle riviste alla creazione e diffusione della cultura del progetto tramite gli eventi culturali, fiere legate alla promozione dei prodotti e dei nomi della cultura del progetto. Gli eventi rappresentano delle fonti di materiale per i contenuti delle pubblicazioni che ne pubblicano report approfonditi sulla versione cartacea e che soprattutto raccolgono contributi in tempo reale da pubblicare online, sfruttando appieno le possibilità di pubblicazione istantanea di questo canale. L’esempio più eclatante è “Interni” che costruisce parte del proprio sistema di rivista attorno alla manifestazione del Salone Internazionale del Mobile di Milano e al connesso FuoriSalone, ma tutte le riviste dell’ambito italiano si occupano di coprire la trasmissione degli avvenimenti di questa manifestazione con sezioni dedicate sul proprio sito web e speciali all’interno delle pubblicazioni. Un altro esempio è l’evento Be Original organizzato da “Elle Decor” collegato sempre al Salone. Possiamo aggiungere poi, più marcatamente nell’ambito internazionale, l’organizzazione di premiazioni o di bandi per raccogliere progetti contemporanei per costruire numeri speciali della rivista. La premiazione annuale “The Icon Awards” oppure più in piccolo il “Creative Review Annual” che raccoglie in un numero doppio della rivista quello che è stato il meglio dell’anno scorso. Nelle riviste che si occupano del design e del prodotto l’attenzione a questo tema comporta spesso la presenza di sezioni che sono vetrine di oggetti, o di materiali, in servizi in sala posa o in sezioni di brevi news tutte incentrate sulle nuove uscite o riedizioni in questi campi. Si tratta spesso di sezioni sponsorizzate dalle ditte, o di spazi ottenuti tramite accordi reciproci che forniscono visibilità alle aziende e materiale per i contenuti alle pubblicazioni. Anche nella versione online si possono vedere esempi di questi servizi in quelle sezioni che si configurano come cataloghi di prodotti ispirati dall’esempio di Architonic7. Di certo non è sbagliato sperimentare con le tecnologie a disposizione grazie ai nuovi supporti su 7 Il sito www.architonic.com è un vasta selezione del meglio del design e dell’architettura operata da un network di esperti del settore e presentato come un enorme catalogo.

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cui leggiamo e fruiamo le informazioni. Quello che è fondamentale è che qualunque sia la tecnica scelta per la versione dei contenuti sia consapevole rispetto alla tecnologia stessa, all’esperienza d’uso effettiva e, dettaglio non trascurabile, alle possibilità di mercato. Sicuramente le soluzioni presenti, come le app, non sono la soluzione definitiva. Data la velocità con cui la tecnologia si evolve molto presto saranno soppiantate da altre possibilità o da loro evoluzioni. Inoltre solleva perplessità il loro utilizzo spesso come sistemi chiusi slegati dal web e l’insoddisfazione che l’esperienza di fruizione, ancora molto legata a quella su carta come modello, in molto casi comporta. Bisogna continuare ad aspettare per un’evoluzione del sistema presente o per l’introduzione di soluzioni non ancora concepite. Ci auguriamo perciò che la situazione fotografata da questo elaborato sia solo la situazione contemporanea e in via di definizione ed evoluzione continua nel futuro. La grande sfida oggi di saper sfruttare il rapporto tra i media e le nuove piattaforme di distribuzione e produzione dei contenuti, e di immaginare innovativi sistemi completamente diversi da quelli tradizionali sembra essere ancora aperta. E perché questa sfida venga vinta la soluzione rimane sperimentare con gli strumenti del presente, sfruttare tutte le loro qualità e spingerle ai limiti in modo da evidenziarli e se possibile superarli. Solo così si può partecipare attivamente allo sviluppo degli strumenti di comunicazione, alle riviste. Come sostiene Andrew Losowsky8 la carta (e noi aggiungiamo anche) le app e i siti web non devono sopravvivere per forza, non sono necessari per la continuazione della società moderna. La cultura si sviluppa sul giornalismo di spessore, sulle storie che hanno valore storico ed emozionale, sui progetti rilevanti. Ma il modo in cui tutto questo viene raccontato e distribuito è sempre cambiato, è progredito da un’era all’altra modificandosi secondo le richieste e i bisogni. Ora ci troviamo in un’era in cui molti media coesistono. Chissà cosa succederà dopo.

8 A. Losowsky, Introducition to Turning Pages, in R. Klanten, S. Ehmann (a cura di), Turning Pages. Editorial Design for Print Media, Berlino, Gestalten, 2010 pp. 4-8.

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Potenzialità per le riviste di progetto

Concludiamo perciò questa trattazione ricordando, con una citazione di William Owen, che: “The ephemeral nature of magazines is their strength. There is no better place to make mistakes9”.

9 William Owen, in Words about pictures about words, Talk di John Walker, direttore di “Eye Magazine”, Iulm Milano - Scuola Politecnica di Design, Milano, 11 giugno 2014.

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Fonti

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Words about pictures about words, Talk di John Walker, direttore di “Eye Magazine”, Iulm Milano - Scuola Politecnica di Design, Milano, 11 giugno 2014. Conversazione via e-mail dell’autrice con Giuseppe Basile, direttore di “Domus”, 13 gennaio 2014. Conversazione dell’autrice con Evelina Bazzo, managing director dell’agenzia di comunicazione “Umbrella - comunicare design”, Treviso, 16 giugno 2014. Conversazione via e-mail dell’autrice con Serena Brovelli e Maria Rosaria Di Gregorio, componenti del comitato di redazione di “Progetto Grafico”, 5 febbraio 2014. Conversazione dell’autrice con Paolo Tassinari, art director di “Casabella” presso lo studio Tassinari/ Vetta, Trieste, 20 gennaio 2014. Conversazione via e-mail dell’autrice con Robert Thiemann, editor in chief di “Frame”, 4 febbraio 2014.



Vorrei ringraziare tutte le persone che mi hanno seguita e aiutata in questo progetto: Fiorella Bulegato e Pietro Costa per la pazienza e l’aiuto nella stesura e nell’organizzazione della tesi; tutte le persone che hanno risposto alle mie domande e alle mie mail; l’agenzia Umbrella che mi ha dato uno spazio accogliente e molto materiale per la mia ricerca. Un grazie particolare ai miei genitori e alla mia famiglia per l’appoggio e il supporto in tutto; alle mie amiche Bea e Ila che si sorbiscono i miei sfoghi, Gio, Michi, Vale e Deb, anche a Samu che mi ha detto che ce la potevo fare e Chri che mi picchiava se non mi laureavo; ringrazio la Vale e la Sara per le sporadiche ma lunghe chiacchierate, Mari che mi sta vicina a distanza e c’è sempre se ho bisogno; Marina che trova sempre un posto per me e Francesca che mi porta a distrarmi. Ringrazio Luca tantissimo e per tantissime cose.




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