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Cesarina Ferruzzi si racconta

/Cultura ET VOILÀ, IL DIAVOLO VESTE ROSA!

Cesarina Ferruzzi si racconta

A cura di Carla Cavicchini

Cesarina Ferruzzi

Talvolta mettere più testa e meno cuore per non farsi sopraffare dalle emozioni non è facile, eppur necessario in giochi di grande equilibrio. Cesarina Ferruzzi dopo aver conseguito la laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche a Bologna, si forma in materie Economiche e Marketing presso SDA Bocconi di Milano. Eccola, trentenne, pronta, vivace, brillante, nonché bellissima, nelle vesti di stimatissima dirigente d'azienda alla vigilia d'una bella storia di successi professionali. A differenza dei troppi 'bla bla bla’ in giro, Cesarina si attiva di buona lena, sensibilizzando opportune tematiche ambientali, mentre la natura tutta (!) si ribella inondandoci letteralmente di piogge torrenziali, con chicchi di grandine grossi come pallottole che si rovesciano a terra. Questo con scenari di ghiacciai che si liquefano come neve al sole, grazie alla follia umana nell'aver troppo desertificato, cementificato, senza un briciolo d’assennatezza, in un contesto ove invece si dovrebbe esigere il massimo rispetto per la salvaguardia del pianeta. Nel frattempo l'attraente fanciulla viaggia rimanendo affascinata dalle culture e colori dell'isola di Bali, dell'Indonesia, grazie a quelle tonalità straripanti ed avvolgenti che tanto rendono sbiadita l'Europa. Il viaggio appartiene a quel fascino ancora adolescenziale, con il ‘motorino’... - forse il Ciao! -, foriero di viaggi e viaggetti verso lidi sconosciuti seppur con la marmitta rovente, pronta ad ustionare. E chi se ne frega! Nel frattempo l’ignoto ha sempre acceso ben bene le ali della fantasia per questa ‘tipa' libera di testa, di cuore, di mente. Inoltre l’infinito è così vicino... Nelle sue peregrinazioni è fortemente attratta dai sapori delle spezie, dai colori sgargianti della curcuma, zafferano, cannella, nonché dal riso, vere e proprie colonne di riso simboleggianti nutrimento accanto a ceri devozionali richiedenti protezione. A Bali conosce l'arte del baratto, regalando 'Bic' a destra e manca. Il degrado turistico balinese ha spazzato le meraviglie terrestri d'un tempo a favore del 'Dio soldo', pregno d’aridità umana e souvenir di massa. È arrivato il momento di cambiare: in Messico e ancora giù di lì, tra le civiltà dei Maya ed Atzechi. Alla bella fanciulla non mancano pizzicotti al ritto sederotto nelle tipiche zone calienti, con baffi neruti in agguato, bevute a go ago e sguardi malandrini. Divertita si imbarca con le amiche sui camion locali... al diavolo i tour operator! in compagnia di galline ben stipate, al suono di tanti ‘coccodè’, risate, polvere messicana ed avventure in agguato. Incantevole la visione della ‘Piramide della Luna’ ed ancora del ‘Serpente Piumato’. Con quell’ indio bello come un Dio! La passione travolgente si infiamma consumandosi nelle intense ore notturne scemata poco a poco dal chiarore dell'alba al richiamo dei doveri professionali che prepotentemente si affacciano all'orizzonte. È insito in lei l'uso di riutilizzare rifiuti in maniera etica e professionale alla mercé di collanine e bracciali, salvaguardando tuttavia il concetto che ogni tipo di lavoro è degno del rispettoso valore d’ogni dignità umana. ‘L'esploratrice’ è il capitolo che avvolge completamente il suo DNA proseguendo tra indios e pennuti, seduta su camion sconquassati in compagnia del dollaro che lascia passare alla dogana. Veri e propri scenari da film in terra guatemalteca, ove corruzione e guerrileros si spartiscono le zone a colpi d'arma. Eppure, qualche chilometro dopo, il paesaggio cambia facendo esplodere prepotentemente la natura verso quell' oasi lussureggiante e fresca ove specchi lacustri rimandano la propria immagine. Inevitabile il richiamo a Tolstoj con 'Guerra e pace'. È fortemente attratta da Panajachel, rifugio di eccentrici, desperados, santoni, drogati, artisti, geni mancati, o per lo meno che credono d'esserlo. Nella giungla il fungo allucinogeno va alla grande: una sorta di paradiso artificiale a costo zero che paralizza l'espressione facendo vagare indios ed altri nei loro girotondi alla ricerca di qualcosa che non arriva, eppur utilissimo nel far dimenticare gli orrori della guerra civile di Santiago e zone limitrofe. Luoghi in cui l'aereo è sconsigliato dal momento che 'cadono tutti' (!) e via allora stipati come pulcini su

bus lordi e malconci, inondati dal nero-fumo dei tubi di scappamento. Persino la pipì resta nella vescica alla vista dell'immonda latrina ironizzando non malamente su quei volti intensi, guasconi, che si soffiano il naso con le mani in maniera decisamente più comoda e pratica! Nel frattempo si deve pur dormire (bere o affogare), in una topaia tra scarafaggi, muffa ed umidità. Ma poi…ripaga la vista del più grande insediamento Maya del 90 a.C. Alla veduta dei templi che svettano con gigantesche piramidi. Mirador, El mundo, Perdido, sono i loro nomi, abbracciati nella foresta tra pavoni, scimmie, tucani, pappagalli. Nella notte non troppo fonda si alza prepotente il pensiero umano. Quello della bolgia consumistica ove la deforestazione avanza selvaggiamente col pianeta che poco a poco si spegne per asfissia, nel martellante contesto di social e chat. Insomma, le belle diavolerie tecnologiche! Tuttavia l'impegno ecologico della Ferruzzi prende campo con la “Coca-Cola”, sensibilizzando alla raccolta delle lattine presso la casa madre. Le persone sono entusiaste in un clima di vero e proprio delirio collettivo. L'invenzione 'Abbi cura del tuo ambiente ' e ‘Spiagge pulite' godono d’un successo strepitoso, al di là di ogni aspettativa, accendendo il motore dell'economia circolare. Peccato che molti hanno la memoria corta e ritengono che inquinare sia più facile che raccogliere! Nel capitolo 'La manager apocalittica' Cesarina si butta come piombo nell'operazione 'Smaltimento rifiuti' in quel di Beirut rischiando vita e carriera. Anno 1988: un vero e proprio girone dantesco tra serpenti d'esalazioni fumose pericolosissime, rifiuti di cui riconoscerne la natura per poi separarli, classificarli ed imballarli, destinazione Italia! Questo sotto gli occhi attoniti dell'Ambasciatore che osserva quella bella e spavalda fanciulla così indaffarata per 'roba da maschi'! Proseguono lavori e trattative in una città teatro di guerra nelle cui viscere splendono vetrine cariche di gioielli, banche e ristoranti alla moda che tanto fanno impallidire la 'Milano da bere'! Il lavoro di logistica manca letteralmente tuttavia la Ferruzzi riesce a barcamenarsi sotto gli sguardi cocenti di chi medita fallimenti nei confronti di quella tizia decisamente tosta come un maschio, laureata con lode. Ma... si sa oltre le gambe c'è di più, tanto da guadagnarsi stima e rispetto ad operazione riuscita. Parliamo di una creatura dotata di forte spirito d'adattamento a cui la guerra non fa paura. Nemmeno dentro a quel carcere preventivo subito per colpe non sue, facendola riemergere più tardi Lady Ferruzzi. Altro capitolo, altra storia. Così Lady da ammirare l'arte in tutte le sue espressioni più recondite, osservandola vitale nel suo dare e ricevere. Inevitabile il richiamo ad Oscar Wilde: 'fare della propria vita un capolavoro!'. E, tutto questo ben scrutata dallo scrittore dublinese rea, d’avergli rubato cotanta creatività. D'altronde la sete di conoscenza è insaziabile: una molla che ti spinge ad andare sempre oltre, alla ricerca di quel nutrimento mentale che appaga corpo e spirito. Non le manca inoltre l'ironia - caratteristica delle persone intelligenti - vera e propria arma, capace di sdrammatizzare i momenti bui nel corso della propria esistenza. Come? Prendendo semplicemente 'di petto' la vita. Nei suoi scritti talvolta appare profetica, una sorta di 'medium', in grado di prevedere il futuro. Roba da strega? No da Regina! Della moda ha il 'pallino' conoscendone perfettamente i risvolti socio-culturali. La 'griffe' non le interessa particolarmente visto che ama rispecchiarsi nel suo stile personalissimo, punteggiato dall'animaler’ insito in lei, riflettendo pienamente il suo essere selvaggio e libero. Tra i vari stilisti conosciuti un occhio di riguardo è per la fashion designer Eleonora Lastrucci, stilista delle celebrities e dei più rinomati Festival del Cinema ed eventi internazionali. Colei capace di modellarla come una sirena, col bel vitino di vespa e busto prominente. 'La primavera del Botticelli' le si addice perfettamente grazie alla natura predominante dei fiori, colori e profumi che avvolgono il suo nido, o forse tana, in un coriandolo di espressioni che volgono verso la cultura nipponica alla ricerca della saggezza e felicità. Nonché libertà. 'Dimmi dove vivi e ti dirò chi sei' recita un antico mantra, scoprendola esteta di sé stessa, innamorata della vita. Vita che alimenta il suo camino in pietra in compagnia dell'amatissima musica, muovendosi panterona tra mura domestiche, al suono di graffi maculati! Quanto all'amore, ben venga quella sana follia tra flutè di champagne e fasti squisitamente dorati della 'Giuditta' di Klimt. Vera e propria opera carismatica, enigmatica, intrisa di grande pathos, altamente seducente da rispecchiarla totalmente. Ed ancora, come un fiume in piena, ella balla, danza, librando nell’aria, energia positiva. L'estasi del ballo, del canto, è ben impresso in lei, tanto da considerarlo estetica di vita e di valori. Ballando - anche su un tavolino improvvisato - le energie assopite poco a poco prendono fuoco regalando gioia, benessere, vitalità. Testimonianze varie hanno raccontato di persone uscite dal coma a suon di musica e, non è un caso che i neonati protetti nelle pance delle loro mamme, avvolti nel liquido amniotico, al suono delle dolci melodie, si rilassano dolcemente. Beh… tornando a prima, spunta la morale d’una donna che decide autonomamente, fuori dalle righe, eppure in un clima di grande equilibrio e profondità. "Sei stato selvaggio un tempo. Non lasciarti addomesticare” Isadora Duncan. Colei che insegna l'arte del non reprimere affrontando l'esistenza da consapevole guerriero. Vero e proprio fenomeno d'emulazione. Quanto al corpo, è doveroso modellarlo, come lo scultore fa con l'amata scultura. Principi ripresi magistralmente da Cesarina Ferruzzi, capace d'averne fatto vera e propria ragione d'esistenza. E 'Voilà', adesso suona istintivo!

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