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WILLIAM GRIFFINI: LA CONSULENZA, LA MIA PASSIONE
Si presenti ai nostri lettori: come ha cominciato e come è arrivato ad essere il CEO di Carter & Benson.
“Mi chiamo William Griffini, ho 50 anni e sono amante della natura e dello sport.
La consulenza è sempre stata la mia passione. Ho cominciato la mia attività nel 1992 in un’azienda di ricerca e selezione nella quale ho lavorato per una decina d’anni.
Nel 2002 ho fondato CARTER & BENSON, una società di head hunting e consulenza con sede a Milano attraverso la quale supportiamo Aziende leader di diversi settori a livello nazionale e internazionale, accompagnandole in progetti finalizzati all'ottimizzazione delle risorse umane, all'affermazione delle leadership e, quindi, alla crescita aziendale.
Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi
In questi 21 anni, grazie alla partnership con IMD (International Search Group) che ci permette di poter contare sulla competenza di più di 1300 persone in 24 paesi del mondo, abbiamo avuto modo di espandere la nostra attività anche a livello internazionale.”
Tre aggettivi per descriversi. “Sportivo, amante degli animali e divertente”
Ci parli del progetto delle 32 ore settimanali applicato nella sua azienda. da chi e cosa ha preso spunto?
“L’idea è nata nel 2014, anno nel quale ho cominciato i miei allenamenti sportivi in modo costante tutti i mercoledì.
Pensavo che nel mio ruolo di CEO avrei avuto difficoltà ad assolvere tutti gli impegni, invece con mia grande sorpresa non è stato così, anzi tutto funzionava meglio perché ero più felice e gratificato personalmente e mentalmente molto più concentrato.
Ho fatto tesoro di questa esperienza ed ho cominciato a riflettere sull’importanza di mettere al centro le persone e i loro bisogni, pensando prima di tutto al loro benessere.
Così dal 2017 ho fatto una serie di passi in quella direzione offrendo dapprima la possibilità di 2 ore retribuite durante la settimana per fare sport, facendo poi partire il progetto smart working, e successivamente, nel 2020 attuando la riduzione dell’orario lavorativo a 32 ore a parità di stipendio, benefit, MBO, non prima di aver definito insieme ad un consulente del lavoro gli aspetti burocratici e legali dell’iniziativa. In sostanza ho “regalato” 8 ore a settimana ai miei dipendenti permettendo loro di gestire le 32 ore lavorative a propria discrezione durante i cinque giorni, in funzione delle esigenze familiari e personali. Un concetto che va oltre la settimana corta e offre la massima flessibilità per salvaguardare la libertà di tutti. Questo il motivo per cui la chiamiamo Smart Week.
L’obiettivo era ed è lavorare meglio, non quello di lavorare di più.
Come Carter & Benson siamo stati antesignani di questa rivoluzione culturale, la nostra Smart Week infatti nasce ancor prima della settimana corta introdotta da Microsoft in Giappone. Non c’è stata nessuna pressione politica o istituzionale. È nato tutto spontaneamente.
Nessuno l’ha fatto prima di noi. Ora sta diventando più frequente soprattutto nelle nazioni del nord, anche se questa modalità lavorativa la applicano in modo diverso, ovvero come short week (settimana corta). Per noi invece è Smart Week, la settimana intelligente. In tanti mi chiedono se sia aumentata la produttività. Ma per me non è questa la misura con le quali valutare un’azione di welfare. La produttività non è aumentata, ma siamo tutti più felici e motivati e poi abbiamo creato nuovi posti di lavoro, infatti abbiamo assunto nuovo personale nello staff.”
Anche lei lavora 32 ore settimanali?
“Si, alle volte anche di più. ma in modo libero. Leggo anche le mail il sabato e la domenica.”
Come mai ha avuto ed ha successo?
“L’idea ha avuto ed ha successo perché per i dipendenti è un segnale che l’azienda ascolta i loro bisogni. Per noi non è importante lavorare tanto, quello che conta è lavorare bene.
Più autonomia e fiducia a tutti. E ovviamente più responsabilità del proprio ruolo e del proprio compito da parte di tutti. Il diritto a lavorare 4 giorni può anche voler significare la possibilità di lavorarne 7, ma sempre nella massima libertà individuale.”
Come si raggiunge l’equilibrio tra produttività e benessere?
“Il segreto è capire il bisogno delle persone e ascoltarle senza definire nulla a priori. Chiedere ad ognuno quali siano le priorità e i desiderati è fondamentale. La nuova frontiera è la costumizzazione e la liberalizzazione del welfare, un sistema nel quale sono molteplici le possibilità di vivere la propria attività lavorativa ed ognuno può scegliere quella più adatta. Un’azienda che permette ai propri dipendenti un miglior bilanciamento vita lavoro, che non costringe ad orari impossibili e che permette comunque di non rinunciare al guadagno, potrà solo beneficiare di un meccanismo di questo tipo.”
Pensa sia fattibile applicare questo progetto con successo in una città che non si ferma mai come Milano?
“Secondo me è la città ideale in cui questo progetto deve crescere. Siamo già laboriosi, in questo modo diventeremo i più qualitativi dei laboriosi.”
Ci racconti cosa state facendo e gli obiettivi per il futuro
“Siamo costantemente impegnati a migliorare la qualità del servizio che offriamo.
Nonostante la contrazione della produttività del 20%, l’introduzione della Smart Week è un’opportunità. Da una parte crea la possibilità di nuovi posti di lavoro per compensare le 8 ore settimanali in meno degli attuali dipendenti. Dall’altra ci permette di arricchire i team di nuove risorse e competenze. Nell’ultimo anno questo ha significato un’implementazione dell’organico del 10%. Per noi il costo del lavoro non è l’unica voce del conto economico!
Stiamo anche effettuando significativi investimenti per l’upgrade tecnologico nell’ottica dell’ottimizzazione del lavoro e della massima collaborazione da qualunque luogo si svolga la nostra attività.
Da sempre impegnati sul fronte della sostenibilità e dell’inclusione, dal 2021 siamo Società Benefit mentre da giugno 2023 abbiamo ottenuto la Certificazione B Corp. Essere B Corp. ci rende parte di un movimento globale di società che si impegnano per creare benefici per tutta la comunità, non solo per gli azionisti. Una community di aziende che lavorano insieme per un paradigma economico inclusivo, equo e rigenerativo. In questo impegno c’è la nostra visione di futuro! Vorrei chiudere questa piacevole intervista con un suggerimento: le azioni di welfare vanno fatte solo se ci crediamo. È qualcosa che deve venire da dentro. Come imprenditori e manager dobbiamo uscire dalla logica del comando a tutti i costi ed evolvere culturalmente verso una visione di supporto alle persone, solo così potremo cambiare veramente le cose e creare le basi per un mondo migliore.”
Domanda di rito:
5 brani della sua playlist di spotify “Non ho una playlist vera e propria. Mi piace tutta la musica melodica classica.”
Come sei arrivata fino a qui nel tuo percorso artistico?
“Rimboccandomi le maniche e con tanta determinazione, oltre che quella voglia di fare che mi contraddistingue da sempre. Non essendo figlia d'arte, ho fatto tutto da sola e piano piano sono cresciuta. Mi piace portare a termine i miei obiettivi e devo dire che quando mi metto in testa una cosa prima o poi ci arrivo.”
Sei un volto Rai, dove possiamo vederti in tv attualmente?
“Sono un'inviata di Top - Tutto quanto fa tendenza da due anni (la scorsa edizione su Rai 1 e l'ultima su Rai2). Mi piace molto e sono felice di aver trovato la mia dimensione all’interno di un programma così interessante che valorizza il nostro paese e tutte le sue eccellenze.
Ora c'è in onda la versione estiva su Rai 2, che si chiama Top estate. Dal 30 settembre poi ricomincerà Top 2023/2024.
Oltre a questo, sono anche un'inviata di Weekly, lo spin off di Uno Mattina estate su Rai1 iniziato a giugno. Qui potete seguirmi in giro per l'Italia, mentre racconto le sue meravigliose bellezze.
Vi farò compagnia il sabato e la domenica mattina... non mancate!”
Se dovessi pensare ad un altro programma che non sia un ruolo di inviata o conduttrice, cosa vorresti fare?
“Pechino express, perché adoro viaggiare, e Ballando con le stelle, dato che subisco il fascino del ballo. Sono entrambi due programmi puliti e di successo, con dei contenuti interessanti.”
Dai tuoi profili social abbiamo visto che sei appassionata di interior design, come è nata questa passione?
“Apprezzo molto il mondo dell'arredamento e mi affascina il mondo immobiliare da tempo. Mi diverto a creare un fil rouge ma con dei contrasti. Amo le linee moderne ma anche accostare alla loro semplicità dei pezzi antichi, di arte o di design, per esempio.”
Hai fatto anche radio, torneresti al microfono di un'emittente radiofonica?
“Sì, mi piacerebbe se dovesse capitare un progetto interessante.
La radio è diversa dalla tv ma è molto divertente. Adesso però voglio concentrarmi sullo schermo. Poi, vedremo... mai dire mai.”
Hai pubblicato un libro a maggio, vuoi raccontarci di più?
“Ho scritto un progetto ironico e goloso legato alla cucina, dove ci sono consigli, un breve racconto, diverse ricette e molto altro... perciò, vi aspetto in tutte librerie oppure su Amazon, con il mio nuovo libro “Condito con passione” edito da Bietti edizioni.
È qualcosa di diverso dal solito, che mancava sul mercato, a mio avviso. Che siate single o impegnati, esperti o alle prime armi... mi auguro che possa esservi utile e farvi passare serate pepate.”
Hai un'immagine sensuale, quanto è vera e come la vivi?
“È una parte di me senza dubbio, anche se allo stesso tempo sono molto altro.
Per smarcarsi da un'immagine sexy a volte però serve dimostrare più degli altri, perchè alcune persone sono prevenute o si fermano all'apparenza.
Insomma, la mia estetica mi ha agevolato ma anche creato problemi. Le donne spesso si mettono in competizione, mentre gli uomini possono trovare una donna di questo tipo attraente ma ingombrante. Diciamo che avere un fisico con le curve è una fortuna, ma anche una condanna allo stesso tempo... però non si decide in quale corpo nascere.”
Oggi come ti vedi?
“Una donna consapevole, con la d maiuscola e nuovi traguardi da raggiungere.
Come look ho deciso di tagliare i capelli per la prima volta nella mia vita e mi sento molto bene.
Oggi prediligo lo stile donna in carriera in completo o con un bell'abito, ma anche la semplicità di un jeans e una maglietta o una camicetta bianca.
So chi sono e non ho bisogno di esagerare per sentirmi sicura di me o uscire di casa.”
Da donna cosa ti preoccupa oggi?
“Certe conquiste che noi donne abbiamo fatto nel tempo che in alcuni paesi vengono messe in discussione: è come fare un salto nel Medioevo. Mi riferisco all'aborto, per esempio, o alle donne in Iran, che non sono libere. Mi rattrista moltissimo pensare che ci sono persone molto meno fortunate di me solo perchè sono il sesso debole, nate in un luogo che ha una cultura retrograda. Oltre a questo, la violenza che in molti casi le donne ancora subiscono. È una cosa gravissima.
Poi, il fatto che oggi sta diventando sempre più pericoloso andare in giro non mi fa stare per niente tranquilla. Ci sono tanti stupri ed è davvero terribile dover avere paura e sentire queste cose nel 2023.”
Cosa ti rende unica?
“La mia personalità, la mia testa e il mio carattere, uniti ad un'immagine non stereotipata.
La nostra unicità è l'unica cosa che ci può salvare, in un mondo sempre più globalizzato e anonimo.”