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MATTEO CORVINO: SCENOGRAFO DI EVENTI Un esempio di nobiltà d’animo

A cura di Carla Cavicchini

È in grande stile principesco seppur d’essenziale semplicità, che Matteo Corvino varca l’entrata d’un raffinato hotel veneziano in una luminosa giornata nel mentre i raggi solari disegnano la laguna. Seduti davanti a due ottimi caffè, dopo il ‘tintinnìo’ dei cucchiaini, ripercorriamo i vari ruoli in cui tale artista, o meglio dire ‘creatore’, si muove egregiamente, tanto da essere regolarmente chiamato ovunque per la sua professionalità.

Dunque, organizzatore di eventi, interior design, scenografo, regista e altro ancora?

“Si, sono del segno zodiacale dei pesci, segno doppio, e quindi posso andare bene anche per la ruota di scorta... facendo qualcosa che, creda, sono anche bravo ad inventarmi!”

Ne parliamo?

“Beh…direi che opero nella scenografia d’eventi non facendo però “Wedding-planner” ed altro a esso collaterale, a meno che non siano amici e famiglie di buona conoscenza. A Venezia, dove vivo, lavoro moltissimo ma non con veneziani ed istituzioni bensì con stranieri, per qualche grande matrimonio indiano, facendo poi manifestazioni per gallerie, per la “Biennale d’Arte”, ed ancora per galleristi, oppure collezionisti che vogliono esporre qui. Ho fatto degli eventi molto belli ed importanti anche per Francois Pinault occupandomi anche della cena di gala in occasione dell’acquisto di “Palazzo Grassi”. Di Pinault le racconto un aneddoto particolare: su di lui non essendo ancora conosciuto a livello locale, a Venezia si sparse la voce seppur in maniera scherzosa: “Pinault, bianco, rosso, o grigio?”

(N.d.R. - La collezione d’arte della famiglia Pinault è una delle prime al mondo, ed ha le sue sedi principali a Punta della Dogana e Palazzo Grassi a Venezia, dal 2021 si è aggiunta l’ex sede della Borsa di Parigi)

L’evento che le ha dato più soddisfazioni? Sappiamo inoltre che riportò a grandi fasti il ‘Gran Ballo della Cavalchina’ per il Carnevale. “Ripeto, ho sempre lavorato molto e continuo. Mi viene in mente la Biennale d’Antiquariato di Firenze in quanto lavoro scenografico ed architettonico. Pur non essendo laureato, sono stato onorato d’essere stato scelto tra i 21 migliori progetti in Italia legati al vetro, cristallo, con tanto d’esposizione successiva alla Triennale di Milano dopo la prima edizione. Pertanto ero l’unico non architetto presente! Ricordo c’era Sottsass con “La Nuvola”, tanti altri, ed io! Quindi decisamente una bella soddisfazione!

Gli eventi venuti meglio… mi chiede, beh, sono quelli dove si possono mascherare più facilmente le magagne, poiché le problematicità degli eventi non stanno nel talento di saper disegnare una cosa molto bella ma nel talento di risolvere il problema dell'ultimo momento, senza creare preoccupazioni e nervosismo. Tra l’altro le cose che non funzionano risolte all'ultimo stadio danno a volte anche un tocco di originalità.”

Ed ecco che parlando, parlando, Corvino nel suo fare calmo e principesco a proposito delle splendide fotografie inserite nel 'corpo' dell'articolo, fa gentilmente osservare che rievocano la splendida cena di gala allestita in occasione delle "Nozze di Perle" nel salone da Ballo del "Museo Correr", offerta da una coppia di mecenati che hanno finanziato il restauro degli affreschi di Giuseppe Borsato nell'adiacente Sala dei Paesaggi.

"Interessante conoscere - prosegue - che le tovaglie ed i piatti sono dipinti in maniera artigianale e quindi a mano, riprendendo i decori degli affreschi di Giuseppe Borsato, proprio nella "Sala dei paesaggi" con tutte le 'nuance' che rappresentano magnificamente "Le quattro stagioni".

Per la Biennale d’Antiquariato di Firenze viene regolarmente invitato, logico osservare che sia una buona fonte d’orgoglio!

“Francamente essere venuto dopo Pier Luigi Pizzi che tra l’altro ci conosciamo benissimo da sempre avendolo frequentato come scenografo e costumista… - piccola nota, ho fatto anche l’attore con tanto di diploma all’Accademia Arte Drammatica a Roma- e ritornando a Pizzi egli lavora ancora intensamente. Sempre bravissimo, lucido ed attento come prima, nonostante non sia più un fanciullo.”

Avrà fatto un patto con il diavolo!

“Non lo so proprio, è un essere vitalissimo, le racconto tuttavia che il progetto che presentavo andava al posto suo e quindi inutile nascondere l’imbarazzo creato, ma! Essendo egli una persona acuta ed intelligentissima non ci furono assolutamente problemi. Feci quindi una cosa completamente diversa puntando più sul contemporaneo rispetto al tradizionale di Pizzi che si era ispirato all’architettura del luogo fiorentino proprio nei decori, nei fondali degli stand; quindi una mia intuizione voluta senza occultare il palazzo. Palazzo che rimane visibile sia da quando si entra, che da sopra, proprio in base alle mie idee. Ed è piaciuto moltissimo in primis, alla proprietà, soprattutto a Livia Branca, rimanendo con la zia Lucrezia entusiaste del lavoro. Tra l’altro sono estremamente a loro grato nonché buon amico, in virtù del fatto che mi hanno aiutato molto, risolvendo difficoltà logistiche legate a possibili installazioni dal momento che nei palazzi storici bisogna porre attenzione a tutto.”

Bene, ci racconti adesso personaggi famosi che ha conosciuto.

“Oddio, una vera e propria miriade, non basterebbe questa intervista per raccontarli”.

Ci parli allora di Lucia Bosè visto che l’abbiamo visto delle foto insieme.

“Si, venne con Antonia Dell’Atte che è una mia grande amica. La Bosè fu l’ultima grande celebrità che ebbi l’onore di conoscere a Venezia poco prima che morisse. Proprio qui, città della Serenissima, creò una raffinata esposizione di grandi piatti e vassoi eseguiti in collaborazione con una fornace di Murano presentando suoi ritratti oltre a quelli di Sofia Loren e Marilyn Monroe: tutto magnificamente reinterpretato con gioielli e vetro muranese. La ricordo brava, si sedeva e creava.”

Con la sua bella capigliatura blu.

“Beh…fu la prima e questo poiché legata alla passione degli Angeli dal momento che credeva moltissimo nella loro missione spirituale. Si muoveva sempre con i suoi amici fedelissimi quale parrucchiere, fiorista ed altri ancora, costituendo un vero e proprio clan con il quale sono rimasto ancora in contatto. E tutti credenti nell’Angelo Custode! E se prima lei ha parlato di diavoli, ecco adesso che spuntano gli Angeli! Già, la grande Bosè che amava moltissimo gli animali nonostante fosse stata sposata a lungo con Dominguin. E questo non gioca a suo favore mah!”

Sappiamo tutti che col tempo le cose cambiano, tra l’altro divorziarono! “Concordo, concordo, sta di fatto che tutti ‘passano’ da Venezia. Ho conosciuto qui ed in Usa anche tre Presidenti americani quali Regan nel 1980 quando fu eletto, successivamente Bush, ed ancora Bush figlio.”

Presumiamo che lei sia il tipico cittadino del mondo.

“Ho vissuto molto tempo a Roma, New York, ho lavorato in l’Asia, trascorrendo veramente tempi lunghi a Parigi che per me era diventata la ‘casa’ anche in virtù degli affetti che avevo.”

Innegabile domandarle per questo magazine milanese se conosce Milano. “Ci vado regolarmente per lavoro, vernissage, al ‘Salone del Mobile’ ed altro ancora organizzandomi in anticipo visto che è una città sempre in piena fibrillazione. Mi piace, si, Milano mi piace molto, trovo sempre qualcosa di nuovo, una vera capitale con lo sguardo sempre in alto. E non si ferma mai, effervescente al massimo”.

Ce lo racconta il profilo d’un suo cliente tipo?

“Non ce l’ho! Non ce l’ho in quanto amo le sorprese, avere il challenge di un progetto visto che è già stato fatto tutto! E nessuno inventa niente a parte dei materiali tipo per tessuti! Pertanto lo stile è sempre quello, l’importante è essere coerenti con gli eventi portando quel tocco di originalità legato alla mia personalità, ma soprattutto a quella del cliente che debbo interpretare.” Spontaneo osservare la minuziosità certosina di Matteo Corvino, colui che studia attentamente anche l’ultimo particolare, chissà! Forse determinante visto che è una persona altamente eclettica, una specie di medium, un sensitivo, capace d’entrare nello spirito di ciò che emana il luogo.

Ed allora continuiamo domandogli del suo passato d’attore, luogo d’identità seppur nei suoi mille volti e risvolti. Tanto da essere considerata la settima arte. “A Cannes per un film presentato dall’Italia partecipai con un film da protagonista, ma ho lavorato molto anche con il teatro e con Romolo Valli. Una cosa più carina che curiosa, che mi gratificò moltissimo, fu quella volta che al camerino bussò la splendida Audrey Hepburn complimentandosi vivamente con me. Non mancò poi di bere qualcosa tutti assieme raggiunti anche dall’altra mitica attrice Ingrid Bergman”.

Lei è una persona estremamente sensibile, senz’altro ha un buon rapporto con la sostenibilità.

“Si, decisamente, è una cosa che mi tocca particolarmente visto che sono estremamente attento a tale tematica. Da sempre. Nella seconda Biennale d’Antiquariato di Firenze quando coinvolgemmo San Patrignano per presentare i due famosi lampadari di Scarpa - che erano in vendita dal vecchio Teatro Comunale - mi furono proposte delle carte da parati. Ebbene, ci pensai sopra osservando che mettendo insieme entrambe le cose, sarebbe venuto fuori una hall d’albergo! Fu quindi naturale suggerire: “Ragazzi, siete recuperati alla vita, avete avuto problemi di droga, il mondo sta cadendo a pezzi! fate per favore qualcosa d’estremamente materico!” Lasciai pertanto loro la massima libertà ricevendo in cambio la grandissima sorpresa del loro operato nella costruzione di meravigliosi pannelli con la semplice spazzatura. Si, ha capito bene, spazzatura! Decisamente un grandissimo successo tanto che lavoreremo ancora insieme nella prossima edizione naturalmente in chiave ecologica.”

Lo sanno tutti che lei è un antesignano di tali tematiche.

“È il mio modo d’essere, di vivere. Adoro gli animali ed occuparsi del sociale è assolutamente fondamentale. Tuttavia ad una condizione: che sia spontaneo e non certamente di moda, per carità!”

Il colloquio - decisamente più colloquio che intervista - è terminato verso questo vero e proprio gentleman ironico e sottile, in un clima di grande elegante gestualità, apprezzandone l’estrema profondità sulle vicende importanti della vita. Perché lui è così. Semplicemente Matteo Corvino.

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