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Medicina e ricerca La cannabis potenziale regolatore della salute gastrointestinale

LA CANNABIS POTENZIALE REGOLATORE DELLA SALUTE GASTROINTESTINALE

Dominik Marko

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L’ ampio spettro di proprietà terapeutiche della cannabis medica è stato oggetto di discussione in molteplici contesti come le applicazioni cliniche, la ricerca scientifica o la realtà farmaceutica, risultando spesso molto promettente o pieno di scetticismo. Oltre alle applicazioni terapeutiche già consolidate, come il dolore cronico, il cancro, l'anoressia e l'epilessia, l'elenco dei trattamenti a base di cannabis medica è lungo e riguarda anche disturbi psicologici

come la sindrome di Tourette, la depressione o la schizofrenia. A causa della mancanza di studi clinici sufficienti, non abbiamo ancora piena chiarezza in materia di applicazioni e classificazione di tutti gli usi e effetti; una notevole parte della recente ricerca scientifica sul sistema endocannabinoide (eCB) suggerisce fermamente che esiste un ulteriore target terapeutico nel nostro organismo per i trattamenti con fitocannabinoidi.

Numerosi indicatori dimostrano quanto il nostro cervello sia strettamente interconnesso con l'intestino, creando un unico sistema fisiologico di controllo e se qualcosa non funziona, spesso ci troviamo ad affrontare complicazioni anche gravi. È stato dimostrato che i problemi del nostro sistema gastrointestinale influenzano fortemente anche il nostro stato psicologico e possono portare a disturbi mentali come la depressione, ecc.

I recettori degli endocannabinoidi sono localizzati ovunque nel nostro corpo, regolano diversi sistemi e collegano una moltitudine di processi, spesso svolgendo un ruolo guida e influenzando la capacità di autoregolazione del nostro organismo (omeostasi). Le più recenti ricerche scientifiche sul ruolo del sistema degli eCB nel nostro tratto gastrointestinale sottolineano la grande importanza degli eCB nella regolazione della salute del nostro intestino: un microbioma ampio e lungo che può contenere oltre 400 ceppi batterici diversi, rendendo le interazioni e il loro meccanismo di regolazione molto complessi.

Uno degli eCB più noti a livello intestinale sono l'AEA e il 2-AG (anandamide e 2-arachidonoilglicerolo) e i due recettori CB1 e CB2. Molte scoperte scientifiche hanno rivelato uno stretto legame tra eCB, infiammazione intestinale e cancro gastrointestinale. Diverse scoperte mostrano livelli crescenti e decrescenti di espressione dei recettori AEA o CB1 nell'intestino, che cambiano significativamente in presenza di infiammazione intestinale, trattamento con antibiotici, cancro o stress elevato. L'inibizione del FAAH (enzima responsabile della degradazione dell'AEA) ha portato a una riduzione dell'infiammazione e ha promosso la guarigione dell'intestino, suggerendo una correlazione diretta tra AEA e omeostasi intestinale. Inoltre, è stato osservato che i livelli di AEA aumentano anche in caso di cancro gastrointestinale e di infiammazione cronica dell'intestino. Gli endocannabinoidi non hanno solo un ruolo curativo, ma anche protettivo: il 2-AG è uno scudo contro agenti patogeni come Enterobacteriaceae, Citrobacter o Salmonella typhimurium.

Sebbene l'impatto degli endocannabinoidi sul nostro sistema gastrointestinale non sia ancora stato completamente scoperto, alcuni meccanismi degli eCB sono già stati utilizzati per indagare possibili trattamenti. L'applicazione della cannabis terapeutica ha dimostrato il potenziale di cura della malattia infiammatoria intestinale e viene ampiamente utilizzata come terapia valida, inviando un forte segnale sul suo possibile impego nel trattamento di svariati problemi gastrointestinali. La maggior parte dei pazienti trattati con cannabis terapeutica per malattie infiammatorie intestinali ha mostrato un miglioramento del disagio e del dolore. Mentre l'AEA e il 2-AG aumentano la permeabilità dell'intestino durante l'infiammazione, il THC e il CBD contribuiscono al suo ripristino. È stato anche riportato che il CBD riduce l'infiammazione intestinale legandosi ai recettori GPR55.

I trattamenti con antibiotici causano grandi disturbi nella stasi microbica dell'intestino, portando spesso anche all'infiammazione; inoltre, è stato registrato che i livelli di AEA diminuiscono significativamente durante il trattamento. La somministrazione di THC a topi obesi ha già dimostrato di influenzare la flora intestinale, portando a un miglioramento e a una diminuzione dell'obesità. Il sistema eCB svolge anche un ruolo cruciale nella permeabilità intestinale e nell'assorbimento degli acidi grassi, regolando il peso corporeo. Sono stati osservati livelli diversi di AEA e 2-AG in individui che seguono diete diverse, dove la dieta occidentale ricca e appetibile ha causato un aumento dei livelli di AEA e 2-AG, mentre la dieta mediterranea più leggera ha causato una diminuzione dei livelli di 2-AG. In generale, l'aumento dei livelli di AEA è altamente correlato all'obesità negli esseri umani, suggerendo molte possibili reazioni molecolari che portano a possibili miglioramenti nel trattamento dei disturbi genetici legati all'obesità.

Tutti questi dati suggeriscono fortemente il coinvolgimento del sistema eCB e dei fitocannabinoidi nella regolazione dell'assorbimento gastrointestinale e nella promozione selettiva di alcuni ceppi che ci aiutano nella digestione e/o ci proteggono dalle patologie legate allo stress. La consistente riduzione dell'infiammazione e l'influenza sulla motilità intestinale suggeriscono meccanismi di controllo fisiologico che migliorano il corretto funzionamento del nostro sistema metabolico. Le promettenti risposte al trattamento del cancro fanno sperare nello sviluppo di nuove terapie. Abbiamo abbastanza prove scientifiche per affermare l'immenso impatto del sistema eCB e dei fitocannabinoidi sul nostro tratto gastrointestinale, ma dobbiamo essere consapevoli che abbiamo bisogno di ricerche più approfondite, compresi gli studi clinici, per progredire nello sviluppo dei trattamenti. Molti dei principali meccanismi di regolazione gastrointestinale includono tre fattori chiave: intestino, microbiota e cannabinoidi, aprendo molte possibili interazioni su cui fare leva per creare nuovi approcci terapeutici e trattamenti farmacologici, compreso l'uso della cannabis medica.

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