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S P E D I Z I O N E I N A B B O N A M E N T O P O S T A L E - D . L . 3 5 3 / 2 0 0 3 ( C O N V. I N L . 2 7 / 0 2 / 2 0 0 4 N ° 4 6 ) A R T. 1 C O M M A 1 . D C B B R E S C I A € . 2 , 5 0 € . 1 , 5 0
mensile bergamasco
PUB B LI Z E TA
MENSILE DI ECONOMIA, COSTUME E SOCIETÀ - ANNO 1 - N°2 - 2009
STORIA STORIA DI DI COPERTINA: COPERTINA:
Franco Travi LA LA CITTA’ CITTA’
Bergamo scienza sapere e comicità COSTUME COSTUME E E SOCIETA’ SOCIETA’
Velo Islamico APPUNTAMENTI APPUNTAMENTI CON CON L’ARTE L’ARTE
Gianni Bertini dall’informale alla Mec-Art Francesco Lussana verso l’Expo 2015 Antonio G. D’Errico il suo ultimo noir inedito EVENTI, EVENTI, CHI CHI C’ERA: C’ERA:
Buon compleanno Friends; Benvenuta palestra Eala; Sofia al raddoppio; La notte dei senza dimora; Concorso di bellezza 500; Campionato Italiano Gran Turismo a Monza.
W W W . B E R G A M O U P. I T
“Quando prendo una tigre per la coda, non la lascio certo andare�
Howard Hughes
BERGAMO
giugno
2009
www.bergamoup.it 1
10 /2009
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TUTTA BERGAMO UNITA PER LA SICUREZZA La sicurezza rappresenta un tema che è sempre
obiettivi che rappresentano aspetti essenziali della
di più (e in modo costante) al centro dell’attenzio-
nostra quotidianità come la sicurezza e la legalità
ne. Di sicurezza si parla e si discute, ma si vivono
stiano correndo il serio rischio di diventare una vera
anche preoccupazioni sempre più fondate e diffu-
e propria utopia, un traguardo irraggiungibile che
se. Basta guardare solo la cronaca di quest’ultimo
rende molto meno godibile la nostra stessa esisten-
periodo, per esempio, per trovare un numero cre-
za. Ma qual’è la nota che emerge da tutta questa
scente di episodi che coinvolgono in modi diretto
riflessione? Dobbiamo abbandonare ogni speranza e
Bergamo e la sua provincia. Si passa dalle rapine
rassegnarci a rimanere chiusi nelle nostre case timo-
in villa a reati di vario genere, una serie di misfatti
rosi e quasi esposti al peggio ormai ineluttabile? Chi
ormai lunga che tiene molte persone con il fiato
ama Bergamo e le sue risorse non può che avere una
sospeso (e non certo senza motivo). Sappiamo tut-
risposta ben diversa. Questa terra ed i suoi abitanti
ti molto bene che la sicurezza è una risorsa fon-
hanno infatti una forza d’animo ed una capacità di
damentale della nostra esistenza, una condizione
reazione tali da rendere possibile il vero e proprio
senza la quale la stessa qualità della vita scade in
miracolo di invertire questa rotta che sembra de-
modo deciso. Bisogna quindi tutelarla e protegger-
stinata ad avere il sopravvento e ad imprigionarci.
la, fare in modo che la gente torni a sentirsi sicura
Senza dubbio unendo le energie migliori di Bergamo
nei nostri paesi e nella nostra provincia. Un discor-
e dei bergamaschi è possibile creare quello spirito
so che in territorio bergamasco deve fare i conti
nuovo e vincente in grado di cancellare tutte le paure
con quelle che possiamo definire “numerose ecce-
del presente e restituire alla gente tesori inviolabili
zioni”, legate a molteplici fattori, ma tutte, in ogni
come la sicurezza. Non si tratta di semplici parole
caso, “spine” che rendono difficile godere di que-
o di qualcosa di molto simile ad un vuoto proclama.
sta sicurezza così desiderata. Anche fare cose del
Al contrario queste parole rappresentano la piena e
tutto normali come passeggiare in certe vie la sera
concreta fiducia nella forza della nostra città e del-
sta diventando un autentico lusso, un’operazione
la sua gente, una realtà che, unendosi a dovere, ha
per cuori forti che francamente ci sentiremmo di
certamente tutte le carte in regola per vincere qual-
sconsigliare ai nostri parenti più stretti. La situa-
siasi difficoltà. Crediamoci dunque e mettiamo tutti
zione, complici i molteplici fattori che si stanno
insieme a disposizione le nostre energie personali,
accumulando in questo periodo (pur senza poterci
nella consapevolezza che quella che ci apprestiamo
dilungare in ciascuna di queste tematiche non pos-
a combattere non è la sfida individuale di questa o
siamo tralasciare aspetti di assoluto rilievo come
di quella persona. Si tratta piuttosto dell’operazione
la crescente diffusione della criminalità, grande e
che dobbiamo compiere tutti insieme per restituire
piccola che sia, la presenza di un numero molto
a Bergamo la sicurezza e la qualità della vita che da
elevato di immigrati ed il loro non sempre facile
sempre rendono la nostra città uno dei grandi pun-
inserimento, la crisi economica e tanti altri tasselli
ti di riferimento di tutta l’Italia. Una considerazione
che compongono il delicato quadro del presente),
che in questo momento è sottoposta ad un “duro
è sicuramente difficile, piena di ostacoli da supera-
attacco”, una sfida che proprio tutti insieme, con
re e ricca di ragioni per preoccuparsi. Sembra che
un determinato gioco di squadra, possiamo vincere! 3
10 /2009
Sommario 10
ARTE POLIEDRICA
Franco Travi DI LAURA GENERALI
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LA CITTÀ, TRA UNIVERSITÀ, MOBILITÀ ED EXPO
Notte della Scienza DI LAURA GENERALI
24
COSTUME E SOCIETA’
Questione Islam DI LAURA GENERALI
32
AVVENTURA
Volare come una nuvola DI MARYLINE JM-W
44
UN SOGNO CHE SI REALIZZA
Doma Cafè
DI LAURA GENERALI
48
COME AFFRONTARE GLI ESPROPRI
Al via Brebemi DI LAURA GENERALI
54
SPECIALE MUSICA
Alex Zanardi
DI LAURA GENERALI
60
SPECIALE SPORT
George Best
DI LAURA GENERALI
4
5
68
BELLEZZE DI CASA NOSTRA
72
ARTE
Modella per un giorno
Gianni Bertini DI MARYLINE JM-W
74
AUTOMOBILISMO
Speciale 500
DI MASSIMILIANO DE STEFANO
80
FOTOGRAFIA
I Volti della Città DI LAURA GENERALI
82
SALUTE
Una Psicologa per Amica DI ISABELLA ROVARIS
86
ECONOMIA
Pianificatore Finanziario DI ROBERTO CAPPIELLO
90
COMUNICAZIONE
La giusta consapevolezza DI ANTONIO RUSSO
94
STORIA
Le scritture Egizie DI EDWARD BATTISTI
98
DANS LES COULISSES...
Di un artista: Francesco Lussana DI MARYLINE JM-W
102
CULTURA & SOCIETA’
Salottino Virtuale DI MARYLINE JM-W
104
SALOTTINO VIRTUALE
Parola alla Filosofia DI GUIDO BOSTICCO
106
SALOTTINO VIRTUALE
Parola alla Cultura DI PASQUALE EMANUELE
108
SALOTTINO VIRTUALE
Parola all’Economia DI RAFFAELE MELOCCHI
6
110
SALOTTINO VIRTUALE
Parola all’Invenzione DI GIANNI CAMPARDO
112
SALOTTINO VIRTUALE
La governante Tilde DI ANTONIO G. D’ERRICO
114
CRITICA GASTRONOMICA
Un tavolo per due DI MR. PINK
118 128
EVENTI
Buon compleanno Friends and Travels EVENTI
Sofia Store 80 anni di calzature e grandi firme
136
EVENTI
142
EVENTI
148
EVENTI
158
OROSCOPO
La notte dei senza dimora
FIAT 500 Concorso di Eleganza
Campionato Italiano Gran Turismo a Monza Segno del mese: Bilancia DI JOSEPH PROCINO
Errata corrige: 1 - Le foto dell’articolo della Fondazione Emilia Bolis pubblicate sul numero di settembre di BergamoUp sono dell’Architetto Giorgio Della Vite. 2 - Vita Cafè Hosteria si trova al 103/c di via Borgo Palazzo 7
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Franco Travi Arte poliedrica di Laura Generali
È un artista sorprendentemente poliedrico, definito tale da molti esponenti culturali, non solo per le tecniche che utilizza ma anche per le sue concezioni. L’arte di Franco Travi, maestro pittore e scultore, copre un arco vastissimo che va dall’arte sacra alla satira, con tutto quello che ci sta in mezzo. Classe 1945, Travi, originario di Casirate d’Adda, inizia già da giovanissimo un percorso nel mondo dell’arte. Rivelando una vera e propria dote innata per qualsiasi forma artistica, Travi muove già a quindici anni i primi passi in un atelier. A diciannove anni, l’artista frequenta l’Accademia Carrara di Bergamo, sotto la guida del maestro Trento Longaretti. Dopo essersi trasferito in città, inizia ad esplorare i diversi aspetti dell’arte figurativa: le sue trasformazioni e i suoi cambiamenti sono vari e la sua sperimentazione arriva a toccare anche la caricatura. La prima mostra personale di Franco Travi è del 1974, ma, negli anni, l’artista bergamasco ha già iniziato a collezionare diversi premi e riconoscimenti provenienti da tutto il mondo. Oggi, Travi non lavora solo per l’Italia, dove ha opere un po’ ovunque, dal Trentino alla Toscana e persino un’opera in Vaticano, ma spesso si vede impegnato con lavori che provengono dall’estero, Baviera in particolare. E fuori Europa, Travi è particolarmente apprezzato in Africa, dove lavora soprattutto con opere di arte sacra, specialmente con la
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Franco Travi Arte Poliedrica
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realizzazione di disegni per le vetrate di chiese
senso di sicurezza e di protezione che l’arte e
e luoghi di culto. “Paradossalmente i Paesi po-
il bello possono dare”.
veri, come l’Africa, hanno fame di arte – com-
Dalla scultura alla pittura, dall’affresco al mo-
menta Travi –. Questo perché ogni volta che
saico: Franco Travi non ha un limite e nemme-
entrano in luogo di culto come una chiesa, le
no lo impone alla propria creatività e alla sua
popolazioni di quei Paesi sentono la necessi-
capacità di saper utilizzare qualsiasi materiale
tà di essere accolte dal bello: l’arte dona loro
e tecnica di lavoro: la tela, la creta, il bronzo, il
un senso di pace e tranquillità, a differenza di
marmo, il legno, il segno a matita o a penna.
tutto ciò che accade fuori da quel luogo, dove
La poliedricità di Travi tocca anche un aspetto
la sopravvivenza non è mai una certezza. Le
fondamentale del suo essere: l’ironia e la sati-
donne africane non sanno se l’indomani i loro
ra. L’artista orobico ha fatto arte anche di que-
figli saranno ancora vivi e quando entrano in
ste sue caratteristiche personali e negli anni
una chiesa vogliono essere circondate da un
si è specializzato in caricature e illustrazioni
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Franco Travi Arte Poliedrica
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Franco Travi Arte Poliedrica
satiriche. In particolare, Travi ha illustrato due libri di satira sul tema della disabilità. “Questa mia estrema poliedricità ha sconcertato molti operatori culturali che spesso non hanno saputo collocarmi in un qualche filone artistico ben preciso – continua il maestro –. In particolare, molti di loro sono rimasti stupefatti nel vedere alcune mie opere, che risalgono agli anni Settanta, assolutamente moderne. Con le illustrazioni satiriche per il libro ‘Andi andi’, la mia parte sarcastico-umoristica è emersa pienamente, creando lo scompiglio”. Suscitò infatti molto scalpore il libro in questione quando venne presentato a Bergamo, nel 1984. Il tema della disabilità era stato affrontato da Travi in chiave umoristica, con uno scopo di denuncia e di sensibilizzazione. “L’ideatore del progetto, Alberto Preda, dirigeva una casa per disabili. I temi mi venivano suggeriti proprio da lui e tutto doveva ruotare attorno all’andi, ossia alla disabilità, parola che ricorre costantemente nei titoli di ogni vignetta. Parlando con i ragazzi dell’istituto di Preda ho conosciuto meglio le loro esigenze e il loro pensiero”. Dalla prima pubblicazione sull’universo dell’handicap, Franco Travi arriva ad un’altra opera, sempre con Preda e sempre sul tema della disabilità: Andiman, una collezione di 48 tavole satiriche con prefazione di Michele Serra, tutto questo mentre collabora con Rai 3 per il dipartimento scuola-educazione.
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pubbli z eta
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Un’A zie n da c he p r e s t a c o nt inua at t e nzio ne all ’evo luzio ni de l me r c at o of f r e n d o al c lie nt e un s e r v izio a 36 0 °, s ia p e r l ’abit azio ne c he p e r la t ua azie n da, c o mp r e s o ri st r ut t urazio ni murarie. un t e am p e r l o s v ilup p o di un p r o ge t t o d ’ int e r ni, c he t ie ne c o nt o de lle vo s t r e e s ige nze, e p r o p o ne un p r o d ot t o c he garant is c e un s ic ur o imp at t o e m ozio nale p e r dar v it a alla c a s a de i p r o p ri s o gni. Un’azie n da dinamic a, m o de r na c he s t a al p a s s o c oi t e mpi ma s e nz a t rala s c iar e il gu s t o e la c o m o dit à.
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La città, tra Università, mobilità ed Expo
Notte della Scienza, sapere e comicità di Laura Generali
La scienza è una cosa seria? Ovvio. Ma lo scor-
hanno pensato quindi le Iene a interrompere e
so 3 ottobre in piazza Matteotti a Bergamo
chiedere agli esperti di spiegare meglio quegli
c’era anche spazio per la comicità durante la
argomenti che interessano tutti. Dalle cellule
Seconda Notte della Scienza. Con un pizzico
staminali alla robotica, dalla matematica alla
di umorismo tutto diventa più facile, persino
criminologia, sono stati diverse le tematiche
gli argomenti astrusi e i massimi sistemi. È
principali affrontate sul palco bergamasco; il
questo quello che è accaduto alla serata in
tutto sotto la conduzione esperta di Max Lau-
questione, momento inaugurale di Bergamo
dadio, inviato di Striscia la Notizia.
Scienza, in programma dal 3 al 18 ottobre: incontri e conversazioni semi-serie in compa-
SPAZIO
gnia delle Iene e di alcuni tra i massimi esperti
Ma veniamo al dunque. L’esordio sul palco
del mondo scientifico. Di fronte ad una piaz-
spetta al responsabile delle missioni nel siste-
za gremita, le improbabili coppie hanno dato
ma solare dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA)
vita a una serie di gag spassose con un uni-
Marcello Coradini accompagnato da Paolo Ne-
co obiettivo: informare divertendo. Sì perché,
spoli, astronauta della NASA, impeccabile nel-
sebbene il clima fosse euforico, gli argomenti
la sua divisa blu, e dalla Iena Gip.
trattati erano complessi, a tratti difficili da ma-
Scopo della conversazione: capirne di più sul-
sticare per un pubblico non specializzato. Ci
lo spazio e soprattutto su cosa si prova ad andarci. L’astronauta cerca di spiegarlo: “Le emozioni sono tante – commenta Nespoli –, soprattutto per l’assenza di gravità che ti fa apparire tutto come se lo vedessi per la prima volta, come per un bambino. E poi, hai la sensazione di cadere, come sulle montagne russe. Solo che dura sei mesi!” E la Iena incuriosita: “Ma si vomita?” “A me non è mai successo, ride Nespoli, però si soffre di mal di spazio e a molti succede”. “La cosa più incredibile, però, continua l’astronauta è vedere da lontano l’atmosfera che circonda la nostra Terra: una piccola fascia azzurra, l’unica cosa che ci
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Notte della Scienza, sapere e comicità
distingue dalla Luna. È per questo che dobbia-
bot che assomoglini in tutto e per tutto all’uo-
mo trattarla bene”.
mo. Nel 2050 dovremmo avere addirittura una squadra di calcio fatta da robot”.
CELLULE STAMINALI “Che cosa fanno le cellule staminali?” Chiede
CRIMINOLOGIA
la Iena Giulio Golia all’immunologo bergama-
“Ma che è ‘sta criminologia?” chiedono le Iene
sco Martino Introna durante la notte dedicata
Andrea Agresti e Filippo Roma “il moralizzato-
alla scienza. “Si dividono, si moltiplicano, e
re” a Massimo Picozzi, criminologo e psichia-
riescono a ricostruire tessuti di un’altra perso-
tra, responsabile scientifico del laboratorio di
na. Ad oggi le usiamo per il sangue, i capelli,
analisi e ricerca sul crimine dell’università Liuc
gli occhi e la pelle, ma un domani serviranno per creare organi. È la scienza del futuro”, risponde l’immunologo che dirige il laboratorio Lanzani, centro d’eccellenza bergamasco, dove le cellule staminali vengono trattate. “E se un bergamasco non vuole le mie cellule perché sono napoletano?” Scherza Golia. “Tranquillo, l’appertenenza partenopea delle cellule non si sente. Puoi donarne anche ai bergamaschi”. ROBOTICA Curiosa apparizione sul palco di Piazza Matteotti di un piccolo robot fatto di Lego. La creazione è opera di tre laureandi che, accompagnati dall’esperto di robotica Davide Brugali, hanno mostrato i passi avanti di questa scienza. “In futuro avremo dei robot in casa – commenta Brugali – ma non ce ne renderemo nemmeno più conto, come è successo per la televisione e il computer”. Qual è l’obiettivo? “Costruire ro20
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Notte della Scienza, sapere e comicità
di Castellanza e autore di numerose pubblica-
MATEMATICA
zioni. “È la scienza che studia il crimine. Ma
“A scuola ero un asino in matematica, proprio
non pensate a CSI”, risponde l’esperto. “Qual-
a me doveva capitare questo argomento?” La
che esempio di caso da criminologo?” “Nel
lamentela è di Paolo Kessisoglu che sale sul
1993, a San Diego, un ragazzo si getta dal
palco di BergamoScienza con il professore di
10° piano di un edificio e muore. Ma non per
Matematica e Teoria dei Giochi alla facoltà di
la caduta, bensì per un foro di proiettile che
Economia di Bergamo Gianfranco Gambarelli.
l’ha colpito in testa. Si scopre che qualcuno
E continua: “Però una cosa la so: la matema-
ha sparato dal 9° piano e che all’8° c’era una
tica non è un opinione”. “Non è vero – ribat-
rete di protezione che ha impedito al ragazzo
te il prof –. Ha mai provato a chiedere in giro
di arrivare al suolo. Al piano 9° vive una coppia
quanto fa 1 più 1? Il matematico risponde ‘2’,
di vecchietti e l’uomo detiene una pistola. Ar-
il filosofo ‘Parliamone’, il gay dice ‘fa wow!’, il
restato, si scopre però che la pistola era scari-
prete ti rivela che ‘Dio solo lo sa’ e il fiscalista
ca e che l’anziano la usava solo durante i litigi
ti risponde ‘Lei mi dica cosa vuole che faccia e
con la moglie, per metterle paura. Si indaga
io lo faccio. Tanto poi c’è lo scudo fiscale!”.
e si scopre che la coppia ha un figlio tossicodipendente che faceva abitualmente pressioni
Tra gag e pillole di saggezza, protagonista del-
sulla madre per avere dei soldi. Dopo l’ennesi-
la serata è stato anche Giovanni Vernia, meglio
mo rifiuto della madre, il ragazzo – che cono-
noto al pubblico di Zelig come Johnny Groove,
sceva l’abitudine del padre di estrarre la pisto-
che a suon di musica House, balli da disco e di
la durante i litigi con la moglie, carica l’arma
“Ti stimo fratello” ha monopolizzato palco e
e attende. Solo che, da quel momento, i due
attenzione del pubblico al grido di “Esssiamo
genitori smettono di litigare. Fino a due mesi
noi...!”.
dopo quando, durante l’ennesima discussione, la prassi della pistola si ripete e questa volta dall’arma carica parte un colpo che va a finire in testa al suicida del decimo piano. La criminologia – conclude Picozzi – serve per capire queste dinamiche e risolvere misteri”.
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Questione Islam, dibattito aperto di Laura Generali
La nostra società multiculturale mette perio-
immigrazione è diventata un tema scottante,
dicamente al centro del dibattito la questione
ha fatto della lotta allo straniero uno dei suoi
delle diverse civiltà che vivono fianco a fianco
principali cavalli di battaglia, che ha avuto una
nel nostro Paese. Scontro per alcuni, opportu-
fortissima presa sulle masse. Dall’altro lato,
nità di crescita per altri. Tra i primi, un posto
c’è chi rifiuta questa logica di scontro e vede
di rilievo spetta alla Lega Nord, che in que-
nell’immigrazione non solo una normale con-
sti anni, soprattutto da quando la questione
seguenza dei tempi che cambiano, ma anche la possibilità di vivere in una società multietnica e, proprio per questo, ricca di esperienze, culture e modi di vivere diversi che altro non possono fare se non arricchire il vissuto di ciascuno. Nella pratica, le due filosofie si trovano spesso a discutere su molti temi concreti che periodicamente balzano agli onori delle cronache. È di qualche settimana fa soltanto la proposta di Carolina Lussana, conclusasi poi con un nulla di fatto, di legiferare sulla questione del burqua in Italia: l’idea della esponente leghista era portare avanti un disegno di legge che impedisse alle donne islamiche di portare il burqua o il niquab (simile al burqua, ma che lascia scoperti gli occhi anziché coprirli con una retina). Le motivazioni della Lussana erano dettate da un senso di ribellione verso un indumento percepito come elemento di segregazione della donna islamica e dal rispetto della legge 152/75 sull’ordine pubblico nazionale, che vieta di indossare in pubblico indumenti che impediscano la riconoscibilità della persona. Anche molti altri esponen-
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ti politici sono concordi nel divieto perchè “il burqua annulla la donna” come afferma Souad Sbai dando voce alla sua Associazione delle donne Marocchine in Italia, invitando Maroni a “far applicare la legge vigente”. In particolare, ha fatto eco alla proposta di Carolina Lussana il Ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna, che pensa già di poter introdurre il provvedimento in futuro nelle scuole: “Sono assolutamente favorevole a una legge che vieti in Italia il burqa e il niqab, simboli di sottomissione della donna e ostacolo a una vera politica di integrazione”, ha commentato il Ministro, esprimendo la volontà di vietare l’uso del burqa e del niqab nelle scuole perché “luogo primario di integrazione ed emancipazione”, per lanciare un segnale forte alle donne islamiche immigrate nel Paese, per il rispetto della libertà e della parità dei diritti fra i sessi. “Sono pochissime le donne islamiche che in Italia portano il burqua o il niquab”, commenta Sara Emam, membro del direttivo nazionale dell’associazione giovani musulmani d’Italia. Sara, ventiduenne italiana nata da genitori egiziani residenti nel nostro Paese da ormai 30 anni, porta il velo – l’hijiab, che le copre solo la testa lasciando scoperto il viso – consapevolmente. “Ho scelto liberamente di portare il velo, così come è dettato dai precetti coranici – continua – e quando l’ho comunicato in 25
Questione Islam, dibattito aperto
famiglia, i miei genitori mi hanno subito chiesto se ero sicura di quello che facevo. Dire che le donne islamiche portano il velo o il burqua per imposizione è una strumentalizzazione. Il 95%-97% di esse lo fa per scelta, poi certo, ovviamente esiste una piccola percentuale di donne che è obbligata a farlo, ma non in Italia, in Afghanistan. Da noi questo non accade, una donna islamica è libera di fare le proprie scelte, anche quando si tratta del velo”. La questione Islam torna periodicamente ad essere
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27
Questione Islam, dibattito aperto
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il centro di interesse della cronaca sotto molti
i politici, con la Lega che non ci sta. Roberto
punti di vista: dalla costruzione delle moschee
Castelli ritiene che l’idea dell’ora di religione
(a Bergamo ricordiamo l’annosa questione de-
islamica, lanciata da Adolfo Urso al convegno
gli spazi di Via Cenisio), alla proposta di inse-
di Farefuturo e ItalianiEuropei, “non sia nean-
rire un’ora di religione islamica nelle scuole.
che da prendere in considerazione”. Insomma,
Anche su quest’ultimo punto c’è divisione tra
dice il viceministro alle Infrastrutture in un’in-
29
Questione Islam, dibattito aperto
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tervista al Corriere della Sera, “l’ora di religio-
be anche avere un’ora in cui si insegnano tut-
ne islamica non è nel programma, non esiste.
te le religioni”. Tuttavia, “la proposta di Urso
Chi ne parla ha in mente altre cose”. Di parere
viene incontro a un’esigenza di un fenomeno
diverso il Pd: Massimo D’Alema commenta
che ormai rappresenta una grande realtà nel
infatti: “È un’idea giusta perché basterebbe
Paese”. “Credo che un’ora di Islam nelle scuo-
l’allargamento di un principio che oggi già esi-
le italiane sia una proposta positiva: ogni stu-
ste, cioè quello di optare per un insegnamento
dente che appartiene ad una religione diversa
alternativo all’ora di religione cattolica. Non
dal Cattolicesimo – e in Italia le minoranze
vedo perché tra le opzioni non debba essere
sono molte, non c’è solo l’Islam – dovrebbe
contemplata la religione islamica. In un mon-
avere il diritto di studiare la propria religio-
do ideale - prosegue D’Alema - forse si potreb-
ne in un contesto scolastico”, conclude Sara.
31
“Per chi ama volare solo come può fare una nuvola.” di Maryline JM-W
Volare. Il sogno di tanti, da sempre. Già nel
le ginocchia quando tocchi terra”. È stato trop-
quattrocento - forse ispirandosi a Dedalo, il
po breve per rendermi conto se mi piaceva, e
personaggio della mitologia greca che tenta di
non ho mai avuto il coraggio di riprovare. Poi
sfuggire al proprio destino volando - qualcuno
sono salita su un elicottero militare grazie ad
si attaccava una coppia di ali direttamente alle
un amico e in seguito ho viaggiato in aerei a
braccia e spiccava il volo, o almeno ci prova-
elica o a turbina. Pratici certo, e veloci anche,
va, come il leggendario Giovanni Battista Danti
ma per conto mio non credo sia Volare. Troppo
che ha cercato di sorvolare la Piazza Grande
rumorosi, inquinanti et coupés de la nature2. Il
di Perugia ed è finito sul tetto di una chiesa
mio sogno è provare il brivido di sentirmi in
vicina. Illeso.
balia delle correnti d’aria. Ogni tanto guardo
1 2 3
32
Per fortuna, o forse dovrei dire
gli alianti nel cielo e sospiro. Forse... ma non
per l’ingegno di chi, come Le-
credo, sarei comunque coupée de la nature. Il
onardo da Vinci, ha saputo co-
deltaplano mi permetterebbe di sentire l’aria
gliere le diverse componenti in
avvolgermi e trasportarmi, ma confesso che
gioco e riprodurle in complica-
sono troppo fifona. Allora? Allora quando ho
ti meccanismi, oggi esistono
letto il motto della KB Voli3: “Per chi ama volare
mezzi più sicuri per realizzare
solo come può fare una nuvola”, la mongolfie-
questo sogno. Il mio sogno.
ra mi è sem-
A la foire du trône1 a Parigi an-
brata un bel
cora bambina mi sono buttata
modo
da una torre di lancio con un
realizzare
paracadute. Mi tremavano le
il
gambe e avevo il cuore pronto
gno. Quindi
a scoppiare dalla gioia, così
ho
cercato
mi ricordo solo che mi hanno
su
Wikipe-
allacciato un’imbragatura e
dia qualche
poi spinta urlandomi: “Piega
dato storico.
mio
per so-
A primavera, ogni anno, le Bois de Vincennes si trasforma in un enorme parco giochi, con giostre di ogni genere. Credo si possa tradurre così: isolati dal contesto naturale. http://www.cremonamongolfiere.it
Il primo volo accertato di un pallone capace di portare persone è avvenuto proprio nella mia terra madre, a Parigi, il 19 ottobre 1783, creato da Joseph-Michel et Jacques-Étienne Montgolfier (da cui il nome mongolfiera). Il pallone era allora “vincolato” a terra. Il primo volo “libero” avvenne circa un mese dopo, il 21 novembre 1783 nel Bois de Boulogne, sempre a Parigi. L’origine del pallone ad aria calda senza equipaggio è tuttavia molto più antica. Già nel 220 d.C. i cinesi usavano infatti lanterne volanti per segnalazioni militari, conosciute come lanterne Kongming. E si ipotizza che le famose linee di Nazca4 in Perù siano state disegnate circa 1500 anni fa mediante mongolfiere con equipaggio. Affascinata da tanta
4 I geroglifici più misteriosi che esistano ad oggi, visto che non si sa ancora come i Peruviani abbiano potuto realizzare - asportando dal suolo lo strato superficiale di ciottoli vulcanici neri - la più grande opera grafica del pianeta, un colibrì lungo 50 metri, un ragno di 45 metri, un condor di 120 metri ed altre forme così grandi che le si può apprezzare solo dal cielo.
33
“Per chi ama volare solo come può fare una nuvola.”
storia, contattai il signor Bartolomeo che, di-
saltata. Errori di gioventù. Quando si è in volo è
sponibile e chiacchierone quanto me, rispose
difficile avere paura. Anche di fronte a pericoli
alle mie mille domande.
seri, un pilota esperto “parcheggia” la reazione emotiva. Sul momento fa quel che deve, usando
La mongolfiera per lui è una storia d’amore
gli automatismi che ha acquisito con l’esperienza
nata dieci anni fa con sua moglie Katia . En-
(gli inglesi dicono che pensa con le mani); non è
trambi conquistati da questi elementi in gioco,
poi granché, è esattamente quel che fa lei, gui-
la forza di gravità, l’aria e il fuoco.
dando l’auto, di fronte a un ostacolo improvviso,
Voglio capire come funziona.
non pensa: “adesso devo frenare”, frena e basta,
“Scaldata con la fiamma, l’aria all’interno del
fatti salvi la percezione e il tempo, fisiologico, di
pallone si dilata e, aumentando di volume, fuori-
reazione. Lo stesso per una sterzata o qualunque
esce dalla bocca aperta in basso. Quando il peso
altra manovra. Avviene lo stesso sulla mongolfie-
dell’aria espulsa equivale al peso della mongol-
ra, solo che invece della strada ha l’aria. Da quan-
fiera, essa galleggia. Scaldando ancora, si alza.
to le dico è chiaro che di pericoli ne ho affrontati,
Smettendo di scaldare, lentamente l’aria si raf-
soprattutto all’inizio, con l’esperienza si impara a
fredda, diminuisce di volume, richiama altra aria,
starne alla larga (il volo in mongolfiera è tutto un
si appesantisce e il pallone scende.
gioco d’anticipo, essendo un mezzo passivo).”
È per questo che bisogna scaldare in continuazio-
Chiedo un esempio di pericolo.
ne. Il bruciatore va a propano, gas liquido. L’elio,
“Quest’inverno ho organizzato ed effettuato la
contrariamente a quel che molti credono, non
trasvolata delle Alpi per conto del Comune di
c’entra niente”.
Capannori, di cui gestisco il pallone. A bordo ero
Indago sui possibili rischi.
secondo, al comando Chris Dewhirst, australiano,
5
“Il pericolo numero uno
che tra l’altro ha al suo attivo il sorvolo in pallo-
sono le linee dell’alta ten-
ne dell’Everest. Davanti a noi un pallone svizzero
sione, non conosco pilota
con fotografo e operatore TV per documentare
che non le abbia toccate,
visivamente. Era un volo d’immagine. Per gli sviz-
ma sono comunque tutti
zeri tutto tranquillo, noi invece passammo sulla
vivi. A me è capitato di toc-
vetta del Cervino dove pagammo cara la quota
care una linea di 15000
troppo bassa. Turbolenza improvvisa per uscire
volt, senza conseguenze
dalla quale, manovrando d’emergenza, avemmo
per me, la linea invece è
un’esplosione alla bocca del pallone. Fortunata-
Mi si apre il cuore quando mi confida che il suo primo volo come pilota in comando, il giorno dopo l’esame, è tra i suoi più bei ricordi perché con sua moglie festeggiavano le loro nozze d’argento.
5
34
35
“Per chi ama volare solo come può fare una nuvola.”
mente senza conseguenza.”
sce solo la cesta in vimini.
Rassicurata, mi lascio cullare dai suoi racconti
Prima cosa, sondare il vento con un pallonci-
dei voli più belli, più strani e quelli organizzati
no gonfiato a elio, perché una volta per aria la
per i matrimoni . E quando il signor Bartolo-
capacità direzionale della mongolfiera è nulla.
meo conclude asserendo: “Il volo aerostatico è
Le previsioni annunciano vento da Sud-est, ma
una metafora della vita; si sa dove si parte, ma
il palloncino appena liberato si allontana spin-
non dove si atterra.”, je suis sous le charme7!
to da una brezza proveniente da Sud-ovest. Il
6
rischio è, se il vento gira secondo le previsioni, L’appuntamento è fissato, meteo permetten-
di essere portati nel CTR9 dell’aeroporto citta-
do, per sabato 3 ottobre alle ore 15 con par-
dino: dobbiamo quindi allontanarci per mag-
tenza da Romano di Lombardia; per il resto
gior sicurezza. Arriviamo a Soncino. Il secondo
deciderà il vento. “In generale,
palloncino-sonda s’innalza in linea retta. Non
con tempo bello, in qualsiasi
c’è vento. Si decide di aspettare un’oretta per-
stagione, poco prima del tra-
ché il cielo è limpidissimo e l’aria secca è più
monto si fanno voli stupendi”,
instabile. All’avvicinarsi del tramonto l’umidità
mi confida il signor Bartolomeo
dovrebbe aumentare.
diventato ormai Bartolomeo.
Ore 16:30 il sole inizia a calare, possiamo partire. Cerchiamo un prato verde dal quale
Il tempo ci assiste quindi ci tro-
decollare, ma ci sono solo campi di mais. Do-
viamo tutti - Bartolomeo, Katia
vremmo stare attenti alle stoppie che sono un
e loro figlia Niki, Anna Sartini,
potenziale pericolo perché, se s’intrufolano nel
la fotografa ufficiale del gruppo,
pallone, rischiano poi di incendiarsi nella fase
Claudia8, Carlo e la sottoscritta
di riscaldamento dell’aria. Appena iniziamo a
- all’orario concordato. Tutta la
scaricare cesta, ventilatore, sacca e bruciatori,
magia del volo è contenuta in
alcuni automobilisti di passaggio si fermano
un rimorchio dal quale fuorie-
incuriositi.
“Gli sposi sono tra i più difficili da accontentare per via dei luoghi già scelti in precedenza e degli orari. Ho partecipato a tre matrimoni. Uno in cui gli sposi erano entrambi piloti di pallone, e, dopo la cerimonia in comune, s’è n’è fatta un’altra (finta) in mongolfiera con tanti altri palloni in cielo. Per un altro matrimonio sono riuscito a incastrare un volo libero tra l’antipasto e il primo piatto. Era una sorpresa per la sposa che volò letteralmente a bocca aperta.” 7 Sono affascinata. 8 Se venite a trovarci negli uffici di BergamoUp, sarà lei ad accogliervi. 9 Zona di traffico aereo limitato. 6
36
37
“Per chi ama volare solo come può fare una nuvola.”
Bartolomeo e Niki sistemano i quattro mon-
aziona i bruciatori e pochi secondi dopo, come
tanti che reggeranno i bruciatori, poi li collega-
per incanto, sono di nuovo tutti in piedi.
no ad una delle tre bombole di gas propano
10
Anna ed io li raggiungiamo. Galleggiamo. Bar-
che sono a bordo e procedono con la prova del
tolomeo fa un piccolo briefing; ci insegna la
fuoco per la gioia di tutti noi che scattiamo
posizione da assumere in fase di atterraggio.
foto à tout va11.
Sorrido quando dice che bisogna flettere le gi-
Quindi inizia la parte più magica. Si spiega il
nocchia; mi riporta indietro nel tempo.
pallone, stendendolo per lungo, prima di ini-
Appena il tempo di accorgersi di essere partiti
ziare a gonfiarlo con un ventilatore. Mi fermo
e siamo già a 140 metri di altitudine. L’aria nel
un attimo per ascoltarmi. Nulla. Né paura, né
pallone è a 80°C. Carlo che è il più alto soffre
agitazione. È come se tutto fosse sospeso.
un po’ il caldo, in silenzio. Mi isolo. Cerco di
Sarà perché tutto sembra ancora così irreale.
nuovo di capire cosa provo. Sento un battito
Man mano che il pallone si riempie, mi accorgo
di farfalle in pancia e le gambe che tremano
di quanto è imponente: 25 metri di lunghezza
leggermente. Respiro forte e tutto passa. Gli
e 20 metri di larghezza. Niki
altri stanno meglio di me. Perfetto; si continua
è ormai invisibile. Corro ver-
l’ascensione. Siamo ormai a 400 metri e sono
so la testa del pallone per
passati pochi secondi. Saluto con la mano i
vedere cosa fa. Sta chiu-
bambini che ci seguono in bici e mi lascio tra-
dendo la cima. Poco dopo il
sportare dal vento, gustandomi il panorama.
pallone inizia a raddrizzarsi.
Una lieve foschia vela l’orizzonte in lontanan-
Bartolomeo controlla l’at-
za. La terra vista dall’alto è una vera meravi-
trezzatura a bordo. Katia ed
glia. Le più belle foto in presa aerea viste nei
io facciamo le prove radio. E
libri diventano realtà. Sospiro.
in meno che non si dica, sia-
A 731 metri c’è una piccola turbolenza, cam-
mo pronti a spiccare il volo.
bia il vento. In attesa di vedere dove ci porta,
Bartolomeo ci fa vedere
saliamo ancora. L’aria è più fresca. Mi perdo
come salire, Carlo e Clau-
in un bosco di pioppi situato in prossimità
dia lo seguono e ups... l’aria
di un’ansa dell’Oglio. Tanta bellezza toglie il
non è abbastanza calda, la
fiato. Quando alzo lo sguardo, a Est si vede
cesta si ribalta. Senza bada-
la luna piena e a Ovest il sole che tramonta.
re agli sguardi increduli dei
Mi sfugge un: “Ma che meraviglia il mondo!”
due viaggiatori, Bartolomeo
e tutti ridono.
10 11
38
Purtroppo la mongolfiera non è un mezzo di locomozione ecologico, consuma moltissimo gas. Senza tregua.
Bartolomeo prende la radio per comunicare il piano di volo all’aeroporto di Orio al Serio. L’idea era di andare verso Caravaggio, ma il vento dà ragione ai palloncini. Costeggiamo dunque l’Oglio in direzione di Torre Pallavicina. Curiosa, voglio saperne di più sull’attrezzatura a bordo. Le bombole mi ricordano quelle da sub, ma sono più grosse e hanno il manometro a livello del rubinetto. L’altimetro indica ormai 941 metri, Bartolomeo vuol portarci a più di 1000 metri. Si sale senza accorgersi di nulla. Pensavo di provare quel senso di sospensione che afferra il cuore negli ascensori veloci dei grattacieli, ma nulla. Nessun fastidio, nessuna sensazione strana. Anna immortala l’altimetro quando superiamo i 1000 metri e poi giù in discesa naturale. Basta smettere di scaldare l’aria e la discesa è immediata. Bartolomeo vuol fare una prova di atterraggio in un prato e risalire in fretta per evitare i fili di alta tensione che distano un centinaio di metri. È solo allora che mi accorgo della velocità di crociera, circa 12 km/h. Tutto sembra lento, ma se si deve evitare un ostacolo allora si colgono i pochi secondi di cui si dispone per scendere e riprendere quota. Fatta la prima prova trattenendo il fiato e piegando le ginocchia, le successive sono puro divertimento. Apogeo delle risate quando, vedendo una festa nel cortile del palazzo dei Conti Barbò, ci lasciamo scendere per “aggregarci”. Forse un matrimonio, anche se la sposa non si vede.
39
“Per chi ama volare solo come può fare una nuvola.”
Accolti da caldi saluti e sorrisi, l’equipaggio si
circondiamo per svuotarlo totalmente e riporlo
distrae, ma il comandante rimane vigile perché
in una minuscola sacca. Come se i sogni potes-
con la mongolfiera bisogna giocare d’anticipo
sero sopravvivere in uno spazio così esiguo.
con piccoli o lunghi azionamenti dei bruciato-
Caricato tutto sul rimorchio, sospiro. Questa
ri. Sembra facile; Bartolomeo mi lascia azio-
volta è finita per davvero. Per fortuna basterà
narli. Dice che sono portata per l’aerostatica.
la curiosità di uno di voi a ridare vita al sogno,
Mi inorgoglisco, ma so bene che sono solo il
perché Bartolomeo ed i suoi giganti buoni non
braccio, la mente è lui; lui decide quando e
aspettano altro.
quanto; Et là est toute la différence . 12
Il resto del viaggio sembra un sogno ad occhi aperti. A bassa quota sfioriamo la cima degli alberi, le case, i giardini, la campagna, gli allevamenti di maiali e altri animali, è un po’ come sbirciare dans les coulisses13 di coloro che dall’uscio delle loro dimore ci sorridono domandandoci dove andiamo, mentre il vento già ci spinge via. Ore 18:49 si scende. Purtroppo questa volta atterriamo definitivamente. Siccome il vento non ci assiste, bisogna stabilizzare la mongolfiera per farla galleggiare raso terra e trainarla fino ad uno spazio verde a pochi metri di distanza. Carlo si presta, scende e ci tira. A guardare i suoi sforzi, non deve essere del tutto facile. I bambini a bordo di un’auto che ci seguiva da qualche tempo accolgono la mongolfiera con grida e corse scatenate. Una volta scesa, guardando il pallone accasciarsi a terra, mi sembra di assistere à la mise à mort14 del gigante buono. S’inclina, costretto dall’aria che lo tradisce fuoriuscendo, ed inizia una lenta agonia, mentre Bartolomeo, Carlo, Claudia e poi anch’io, quali nani malevoli, lo Ed è quello che fa la differenza. Dietro le quinte. 14 L’esecuzione. Se pensate che esagero, andate a vedere il filmato che ho scaricato sul post Il sogno di volare come una nuvola sul mio blog: http://milemary.blogspot.com (archiviato nel mese di ottobre). 12 13
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43
DOMA CAFE’
un sogno che si realizza di Laura Generali
44
Gli ingredienti sono l’entusiasmo, il coraggio
cassetto: quello di realizzare qualcosa di pro-
e la voglia di rischiare per realizzare un so-
prio, aprendo un loro locale. Solo che a diffe-
gno. Il cocktail che ne esce è un insieme di
renza di tanti altri loro avevano anche le idee
bravura e soddisfazione: bravura per non aver
giuste e il coraggio per farlo. In barba quindi
dato troppo peso a chi cercava di ostacolarli,
a chi li scoraggiava dicendo ‘non è il momen-
soddisfazione per il successo ottenuto che fi-
to giusto per aprire un locale’, ‘non fatelo, è
nora ha dato loro ragione. Loro sono Matteo e
un rischio troppo grosso’, i due giovani berga-
Francesco, rispettivamente 23 e 25 anni. Due
maschi hanno deciso di continuare per la loro
ragazzi che, come tanti, avevano un sogno nel
strada e lo scorso gennaio hanno inaugurato il
45
DOMA CAFE’
un sogno che si realizza
Doma Cafè di via San Colombano, a Bergamo. Bar, caffetteria e locale per i giovani: il Doma è tutto questo e molto altro, un locale che ti fa sentire a casa. Il nome, che significa ‘casa’, è preso a prestito dal noto Doma newyorchese – bar nel centro di Manhattan gestito da due ragazzi checoslovacchi e punto di ritrovo dei molti italiani della Grande Mela che qui si incontrano per parlare, leggere, o navigare –; soprattutto dopo che Francesco e Matteo hanno letto ‘Un giorno in più’ di Fabio Volo, scritto proprio al Doma di New York. Curiosando in Internet, i ragazzi hanno poi contattato i gestori checoslovacchi, dicendo loro che volevano aprire un Doma anche in Italia, con grande soddisfazione dei colleghi d’oltreoceano. Francesco e Matteo hanno avuto l’impulso di aprire e dare un servizio in una zona della città dove si offriva poco, soprattutto per i giovani, rifacendo completamente un locale che prima del loro arrivo era adibito a materiale edile. “Il Doma lavora molto con gli aperitivi durante tutto il fine settimana – ci racconta Francesco, che lavorava già in un bar insieme al padre –. Poi, ovviamente facciamo anche un servizio di caffetteria, con la possibilità di pranzi veloci”. Il Doma è infatti circondato da centri di attività come scuole, oratorio, uffici; Francesco e Matteo sono quindi venuti incontro alle esigenze di chi lavora, delle mamme che portano i figli 46
a scuola e dei giovani che transitano in quella
“Viaggiando in lungo e in largo abbiamo incon-
zona con un’apertura che va dalle 6,30 fino
trato magnifici sognatori, uomini e donne che
alle 21,30 durante la settimana (chiuso il lune-
credono con testardaggine nei sogni. Li man-
dì) e fino a mezzanotte durante il weekend.
tengono, li coltivano, li condividono, li moltipli-
“L’idea è quella di far sentire tutti a casa”, ci
cano e infine... quelli più energici li REALIZZA-
spiegano i ragazzi. E sembra proprio che ci
NO. Noi umilmente, a modo nostro abbiamo
siano riusciti.
fatto lo stesso...” DOMA CAFE’ Jsem tu jako DOMA... In questo luogo ci si sente a casa...
47
Al via Brebemi: come affrontare gli espropri di Laura Generali
48
Più di 62 chilometri di autostrada tra Brescia,
Agricolo Sud Milano, Parco Adda Nord, Parco
Bergamo e Milano, passando più a sud rispet-
Adda Sud), quattro corsi d’ acqua principali
to all’A4. Questo il progetto noto come Bre-
(Oglio, Serio, Adda e Muzza) e oltre 40 Comu-
bemi, che il 23 luglio scorso ha preso ufficial-
ni, tra cui, nella provincia di Bergamo: Calcio,
mente il via da Urago d’Oglio con la posa della
Antegnate, Covo, Fara Olivana, Fornovo San
prima pietra. Significativi i numeri: lo studio
Giovanni, Bariano, Caravaggio, Calvenzano,
di traffico redatto per il progetto definitivo evi-
Treviglio, Casirate, Pagazzano, Morengo e Isso.
denzia che la nuova autostrada sarà attraver-
Al termine dei lavori saranno presenti 6 casel-
sata, mediamente lungo tutto l’asse, da flussi
li autostradali completamente automatizzati:
giornalieri di traffico pari a circa 40.000 veicoli
Chiari, Calcio-Antegnate, Fara Olivana-Romano
all’apertura e quasi 60.000 veicoli a regime.
di Lombardia, Bariano, Caravaggio-Treviglio
Scopo del tracciato: decongestionare l’attuale
Est, Treviglio Ovest-Casirate d’Adda. Attraver-
rete stradale e autostradale lungo il corridoio
so questi caselli, l’autostrada si integrerà con
Milano – Bergamo – Brescia e consentire viag-
il territorio e servirà i numerosi centri abitati e
gi veloci e sicuri su un sistema viabile integra-
i relativi insediamenti produttivi. La Brebemi
to nel nuovo sistema infrastrutturale lombar-
prevede, inoltre, la creazione di quattro aree di
do. La Brebemi sarà infatti in grado di attrarre
servizio (Chiari Nord e Sud, Caravaggio Nord
una parte significativa del traffico di lunga
e Sud) e due aree di parcheggio. Pur essen-
percorrenza (soprattutto quello pesante) che
do interamente predisposta per tre corsie per
attualmente si concentra sulla A4, o conge-
senso di marcia (compresi tutti i ponti, i via-
stiona la viabilità ordinaria assediando i centri
dotti ed i cavalcavia), oltre naturalmente alle
abitati delle pianure bergamasche e brescia-
corsie di emergenza, nel tratto da Brescia fino
ne. Anche la viabilità che interessa i due capo-
a Caravaggio, l’autostrada funzionerà con due
luoghi lombardi trarrà considerevoli benefici,
sole corsie di transito per senso di marcia,
grazie ad una migliore distribuzione dei flussi
mentre da Caravaggio fino allo svincolo sulla
di traffico in entrata e in uscita lungo diversi
futura Tangenziale Est Esterna (Pozzuolo M./
e molteplici itinerari. I 62,1 km di autostrada
Melzo) saranno attivate fin dall’apertura tre
attraverseranno cinque Province (Bergamo,
corsie di transito. L’autostrada coinvolgerà
Brescia, Cremona, Lodi, Milano), cinque par-
2500 aziende, per un totale di 10mila posti di
chi (Parco Oglio Nord, Parco del Serio, Parco
lavoro. Ma se gli effetti positivi – nel breve e nel
INDENNITÀ DI ESPROPRIO DI AREE AGRICOLE EDIFICABILI AVV. RODOLFO MENDEZ 49
Al via Brebemi: come affrontare gli espropri
50
lungo termine – possono essere chiari a molti,
generali ed ovviamente poi ogni caso va valu-
ci sono però notevoli aspetti negativi che ri-
tato”, continua Agazzi. “Però è buona norma,
guardano soprattutto gli espropriati. Sono già
per esempio, verificare attraverso una misura-
70 le espropriazioni partite per l’occupazione
zione ben precisa l’esatto perimetro che verrà
temporanea dei suoli che saranno adibiti al
sottratto, per evitare sbagli. Oppure, garantire
posizionamento dei cantieri della Brebemi e
che la terra agricola sia spostata in un certo
altre centinaia di notifiche per occupare il futu-
modo e che poi venga ripristinata senza danni
ro letto autostradale sono già in viaggio. Come
per il terreno. O ancora, che il campo di azione
districarsi tra i complessi problemi che sorge-
di Brebemi venga delimitato per evitare scon-
ranno con l’avvio delle espropriazioni? Marcella
finamenti in parti non espropriate”. I convegni
Agazzi e Rodolfo Mendez, avvocati, e Mirko Se-
organizzati finora hanno illustrato queste pro-
sini, ingegnere, hanno presentato in tre diversi
blematiche ma il gruppo di consulenti ne pre-
convegni – a Caravaggio, Bariano e Treviglio –
vede altri per il futuro, per fare il punto della
alcuni accorgimenti di carattere generale che
situazione. L’azione di Agazzi, Mendez e Sesini
gli espropriati possono seguire, per riuscire a
non si conclude solo nell’ambito informativo,
gestire al meglio la situazione. “Nei convegni
ma i consulenti, insieme ai loro collaboratori,
presentati finora abbiamo fornito un modello
sono pronti ad intervenire per garantire l’esat-
via via più dettagliato sul modo migliore di af-
tezza degli espropri.
frontare la procedura espropriativa”, commen-
“Gli espropriati sono tanti: alle occupazioni
ta Mendez. Dai problemi fiscali a quelli idrici,
temporanee per i cantieri vanno ad aggiun-
le questioni da affrontare sono complesse e
gersi 250 notifiche partite nelle ultime due
soprattutto ogni caso è unico e a sé stante.
settimane per la sola bergamasca, che danno
Scopo dei tre professionisti, circondati da uno
l’avvio vero e proprio dei lavori”, sottolinea
staff di consulenti specializzati come com-
Sesini. “La situazione è di emergenza, perché
mercialisti ed esperti agronomi è aiutare gli
gli espropri sono imminenti. Da quando arri-
espropriati ad ottenere i congrui risarcimenti
va il decreto di esproprio passano al massimo
ed evitare che le azioni fatte nei cantieri vada-
quindici giorni, a volte anche meno, prima che
no a compromettere il buono stato dei terreni
gli addetti ai lavori si installino effettivamente
presi in prestito, che verranno restituiti al ter-
sul suolo espropriato. Dobbiamo quindi agire
mine dei lavori. “I consigli che forniamo sono
in regime di emergenza, e, se gli espropriati
51
Al via Brebemi: come affrontare gli espropri
52
lo richiedono, seguire passo a passo tutte le
lavori dovessero esserci comportamenti erro-
procedure. Nei dieci giorni seguenti il decreto,
nei da parte di Brebemi, noi siamo pronti a re-
il nostro compito è scendere in campo: recarci
carci in loco e garantire il ripristino dei termini
sul terreno in questione, valutare quali sono le
originali di esproprio�. Il gruppo di consulenti
problematiche legate a quel particolare terri-
ha la propria sede a Caravaggio, in via Merisi
torio ed essere pronti il giorno del decreto di
9 e può essere contattato allo 0363-51575 op-
esproprio ad indicare nel verbale tutto ciò che
pure tramite email:
abbiamo riscontrato. Inoltre, qualora durante i
consulenza.espropri@libero.it.
53
Alex Zanardi a BergamoScienza di Laura Generali
Un incontro per trasmettere il messaggio che la scienza e la tecnologia possono rivoluzionare non solo la vita di tutti i giorni, ma anche le prestazioni sportive comprese quelle più estreme. Questo lo scopo dell’incontro di Alex Zanardi con il pubblico di Bergamo Scienza, lo scorso 18 ottobre, nella serata conclusiva della manifestazione. Il 15 settembre 2001 il terribile incidente: durante la Formula Cart, in Germania, sulla pista Eurospeedway del Lausitzring (tristemente famosa per l’incidente costato la vita pochissimo tempo prima a Michele Alboreto), vicino Brandeburgo, Zanardi si trovava in prima posizione; a tredici giri dal termine, dopo essere rientrato ai box per un rabbocco precauzionale di benzina, scese in pista e perse improvvisamente il controllo della vettura (pare per la presenza di acqua e olio sulla traiettoria di uscita) che, dopo un testacoda, sia pur a bassa velocità, andò a posizionarsi di traverso sulla pista, mentre sulla stessa linea sopraggiungeva ad alta velocità il pilota italo-canadese Alex Tagliani. L’impatto fu violentissimo: la vettura di Tagliani colpì perpendicolarmente l’auto di Zanardi all’altezza delle gambe del pilota italiano, spezzandola in due. Prontamente raggiunto dai soccorsi, Zanardi apparve subito in condizioni disperate: lo schianto aveva provocato, di fatto, l’istantanea 54
55
Alex Zanardi a BergamoScienza
56
amputazione di entrambi gli arti inferiori, uno
bilmente compromesso. Dato ormai per spac-
(il sinistro) al di sopra del ginocchio, l’altro al
ciato, Alex incredibilmente si riprese.
di sotto, con il rischio imminente per il pilo-
Nonostante il grave handicap fisico, dopo una
ta di morire dissanguato. Per salvargli la vita,
lunghissima riabilitazione Zanardi è tornato a
Steve Olvey, capo dello staff medico, “tappò”
camminare grazie all’uso di apposite protesi,
le arterie femorali del pilota per tentare in
ed ha anche deciso di ritornare alla guida di
qualche modo di fermare la massiva emorra-
vetture da corsa vincendo gare importanti del
gia. Dopo aver ricevuto l’estrema unzione dal
Campionato Mondiale Turismo, meglio cono-
cappellano della serie automobilistica, venne
sciuto come WTCC (World Touring Car Cham-
caricato sull’elicottero e condotto all’ospedale
pionship).
di Berlino, dove rimase in coma farmacologico
“La riabilitazione dopo un incidente deve par-
per circa due settimane. Qui gli venne rimosso
tire dalla testa: la testa deve capire che l’im-
chirurgicamente il ginocchio destro, irrimedia-
portante è essere autonomi, come lo si possa
57
Alex Zanardi a BergamoScienza
essere e i mezzi che si usano per farlo non
metterci davvero il proprio impegno per farli
hanno importanza. E bisogna imparare a fre-
funzionare al meglio. Dare il massimo in ogni
garsene dello sguardo degli altri”, commenta
occasione, fare tutto quello che si può: questo
il pilota. Alex Zanardi è tornato a vincere dopo
può davvero aiutare. La tecnologia poi ha fatto
la terribile esperienza anche con delle protesi
oggi passi da gigante, tanto che può riportare
al posto delle gambe e i piedi in carbonio. “I
una persona alla vita, anche nel caso di una
progressi tecnologici sono stati fondamentali
duplice amputazione come la mia”, conclude
nella mia riabilitazione – commenta Zanardi –.
il pilota.
ma questo non è l’essenziale: l’importante è
58
59
speciale SPORT
George Best genio e sregolatezza di
Laura Generali
La sua arte era il calcio, il suo credo era l’eccesso. George Best è stato uno dei più grandi giocatori del mondo, distrutto però dalla sua stessa sregolatezza. Best dedica al calcio tutta la sua vita. Nato il 22 maggio 1946 in un quartiere povero di Belfast, nell’Irlanda del Nord, inizia sin da bambino a giocare. La natura non lo aiuta: di corporatura esile, Best è penalizzato rispetto ai coetani ed il talento che poi lo caratterizzerà non è subito distinguibile. Ma a quindici anni, Best segna due gol in una partita con avversari più grandi di lui: gli osservatori del Manchester United lo notano e lo portano con sé nel
Manchester
sotto la guida di Matt Busby, allenatore, manager e proprietario della società. L’impatto non è dei migliori e Best resiste solo un
giorno
nella
città inglese, per poi far ritorno a casa. Sarà poi lo stesso Busby a raggiungerlo a Belfast e convincerlo a provarci di nuovo. Il ragazzo irlandese debutta nel campionato inglese a soli diciassette anni e, il 28 dicembre 1963, segna il suo primo gol con i diavoli rossi. Il 1966 è 60
61
George Best
uno degli anni più importanti per la carriera
Da questo momento inizia la sua parabola di-
di Best: nei quarti di finale di Coppa Campio-
scendente, dove gli eccessi di una vita sfrena-
ni, contro il Benfica di Eusebio il Manchester
ta avranno la meglio sulla carriera calcistica:
United vince segnando cinque reti, due sono
alcool, donne, passione per la bella vita, ma
di Best. Ritroverà il Benfica due anni dopo, nel ‘68, quando in finale di Coppa Campioni, segna e sorprende tutti, contribuendo alla vittoria degli inglesi per uno strepitoso 4-1. Nel frattempo, il Manchester ha vinto il campionato inglese due volte, nel 1965 e nel 1967, e la fama di Best cresce sempre più, tanto da creare un’immagine che va al di là dei campi da gioco. Era infatti un uomo che amava stupire, George Best. La cronaca racconta della sua consacrazione ad icona pop quando, di ritorno da una partita, si presenta in aeroporto indossando un sombrero, mentre le fan lo acclamano in visibilio. Erano gli anni ‘60, gli anni del pop e delle contestazioni studentesche e i giovani amano esibirsi con acconciature particolari, muoversi con atteggiamenti anticonformisti e farsi nota-
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re per qualsiasi stranezza. Da quell’episodio e
anche scarsa disciplina che lo porta a saltare
dalla sua nascita come star George verrà so-
spesso gli allenamenti e a molteplici contrasti
prannominato il quinto Beatle (probabilmente
con il nuovo manager del Manchester United.
anche perché il primo batterista dei Beatles si
Nel gennaio del 1974, a soli 28 anni, Best la-
chiamava Best di cognome).
scia l’Inghilterra, l’Europa e il calcio per tenta-
Il ‘68 è l’anno migliore per il calciatore irlan-
re una carriera nel “soccer” nordamericano.
dese e la sua brillante attività in campo viene
Di lui si ricorda, in particolare, la storica im-
premiata con il Pallone d’Oro.
presa in cui ha segnato sei gol in una sola
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George Best
partita di Coppa d’Inghilterra, contro il Northampton. La vita sregolata l’aveva portato nel baratro: alcolismo, ricoveri, periodi di smarrimento, un arresto nel 1984 per offesa a pubblico ufficiale e stato di ubriachezza alla guida. Poi la rinascita come commentatore per un canale sportivo inglese. Ma nel 2000 c’è il primo ricovero per l’alcool e nel 2002, a 56 anni, le condizioni di George Best sono talmente critiche da dover subire un trapianto di fegato. Nonostante ciò l’ex calciatore non smette di bere. Il 3 ottobre 2005 George Best viene ricoverato in terapia intensiva in una clinica privata londinese, per gravi problemi respiratori. A fine mese le sue condizioni cominciano ad aggravarsi. Pochi giorni dopo, Best chiede al suo agente e amico di fotografare la sua pessima condizione e di far pubblicare gli scatti al tabloid inglese News of the World. Il messaggio che Best vuole lanciare dal suo letto di ospedale sarà anche la sua ultima dichiarazione pubblica: “Don’t die like me”. Best chiede
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George Best
ai giovani di non permettere che l’alcool porti via le loro abilità, i loro soldi, e infine la loro vita, com’è capitato a lui. George Best muore pochi giorni più tardi, il 25 novembre 2005.
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“Modella/o per un giornoâ€? La rubrica di BergamoUp che permette a tutti i giovani bergamaschi, aspiranti modelli/e di usufruire di un servizio fotografico che verrĂ , successivamente, pubblicato sulle pagine della nostra rivista. Se sei interessato/a contatta la nostra redazione telefonicamente allo 035.236661 o via e-mail info@bergamoup.it. Cercaci anche su Facebook.
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Questo Mese presentiamo, per “modella/o per un giorno�: Barbara Epis 21 anni, di Bergamo, professione commessa.
Foto: Matteo Mottari
Si ringrazia La Perla e Massimo Rebecchi Portici Sentierone Bergamo 69
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Gianni Bertini Dall’informale alla Mec-Art di Maryline JM-W
modo c’è. Leggere Le diurnal, un diario scritto
E mi pongo ancora la domanda: “a cosa corrisponde il lavoro di artista-pittore”? di sicuro non soltanto a fabbricare tele. Mio figlio, lui, aveva capito tutto. Quando bambino gli si chiedeva “che lavoro fa tuo padre?”, rispondeva: “Viaggia, va a zonzo per salutare gli amici”.
da lui in francese per un anno e un giorno3.
E così pagine e pagine di confidenze schiette e
Certo, non è compito facile; essendo stato
piene di ironie che svelano aneddoti e curiosità
pubblicato quasi vent’anni fa in sole 1500 co-
su artisti e critici d’arte dagli anni cinquanta
pie numerate, è diventato un libro più unico
in poi, e che ci portano nella quotidianità di
che raro. Anche se, unico nel suo genere, forse,
questo grande artista-pittore che, senza mai
lo era già per essenza. Infatti, non ha i toni
seguire la moda, ma soltanto il suo istinto, ha
eruditi dei testi che s’incontrano nelle riviste
influenzato mezza Europa con l’Arte non-figu-
specializzate, né arie da incensamento che
rativa; l’unica secondo lui in grado di dare un
caratterizzano spesso i cataloghi di mostra. È
significato reale agli avvenimenti.
quello che si chiama in Francia un vero e pro-
Tutti almeno una volta abbiamo visto, magari
prio journal intime. Avrei
senza sapere che si chiamavano i Gridi, tele in
potuto scegliere il lemma
cui usava lettere stampigliate e cifre per espri-
diario, ma trovo che il mio
mersi, o le sue macchie strutturanti, dove la
idioma materno, in que-
sgocciolatura è largamente impiegata. Sorri-
sto caso, renda meglio
do mi viene in mente l’emozione che confida
l’idea del suo contenu-
nell’aver ritrovato per caso una sua tela rea-
to: l’intimità. Quella di
lizzata quando ancora non era stato coniato il
un uomo che riesce ad
termine pitture nucleari. Cerco il giorno. Era il
esprimere pensieri pro-
17 aprile 1989 e lui era a Nansola.
fondi con la leggerezza di
“Ciò che mi colpisce e che mi seduce nella tela che ho appena ritrovata – e che tra parentesi, mi piacerebbe ricomprare – è proprio il titolo che le avevo dato: Ascesa cosmica... così come l’aspetto formale della macchia che ricorda quella del fungo atomico. Questo titolo mi stupisce ancora oggi. Implicitamente attesta sia un manifesto, sia una poetica, come a dimostrare che all’epoca certi
Conoscere l’anima di un’artista1. È già difficile conoscerlo di persona se è un nome illustre, quindi avvicinarlo così tanto e così a lungo da carpirne alcune confidenze sembra pura utopia. Eppure, se l’artista è Gianni Bertini2, un
chi non si prende troppo sul serio.
Nansola, venerdì 28 luglio 1989 “Di sicuro mia madre non ha mai colto il senso del lavoro dell’artista-pittore. Neanch’io tra l’altro.
Qualcuno pensa che non si dovrebbe sapere nulla dell’artista prima di andare ad una mostra per lasciare che siano le opere a parlarci. Può darsi. Personalmente però ho tendenza a cercare l’Uomo prima dell’Arte, o subito dopo, se non ho avuto modo di farlo in precedenza. 2 Artista-pittore nato a Pisa il 31 agosto 1922 che alla fine degli anni quaranta sale a Milano dove raggiunge il gruppo MAC, per poi passare ad un’espressione lirica, con le macchie, chiamata in un secondo tempo Pittura Nucleare. Nel 51 si trasferisce a Parigi dove, tra le altre cose, crea le sue bertinisation prima di abbracciare la Mec-Art. . 3 Si scopre solo alla fine il perché di questo lasso di tempo così “amministrativo”: “Chacun sait que, quand on trouve quelque chose, cela vous appartient de droit au bout d’un an et un jour. Pour les choses intimes, personnelles ou publiques que je vous ai racontées, il en va de même. Elles vous appartiennent maintenant si vous avez eu envie de me lire jusqu’ici”. 1
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temi erano già nell’aria.” Profondo nei pensieri, ma mai pretenzioso, e sempre autentico: Parigi, martedì 27 giugno
1989 : “ Emblematico l’incontro con una macchia d’olio sul ciottolato umido di una via di Milano. Era piovuto. L’acqua formava ancora dei canaletti sul macadam e, su questa superficie bagnata, una goccia d’olio lanciava riflessi iridati. All’epoca cercavo una via d’uscita per sfuggire all’astrazione geometrica. Le mie prime tele del periodo “nucleare” sono nate dalla riflessione che ha suscitato la vista di quella macchia d’olio iridata.” Insomma scrittura di getto, informale, che sia mentre racconta come ha partecipato all’azione del Nouveau Réalisme, o perché ha firmato il primo Manifesto della ‘Mec-Art’4 o ancora quando parla di sé:
Per quelli che come me sono curiosi di natu-
Milano, sabato 27 maggio 1989: “Secondo Talete, l’acqua è alla base di tutto. Secondo Eraclito, è il fuoco. Per me, è il movimento. Quando si vuol arrivare a qualcosa nella vita, bisogna essere un rompiscatole di prima categoria e io penso di esserlo sempre stato. Sono incapace di rimanere neutro – per lo meno per quanto riguarda le mie cose – di starmene tranquillo. E quando non ho nessuno a portata di mano a cui rompere le scatole, prendo il telefono. Sono spesso insopportabile, fastidioso come una zecca, ma senza l’azione, l’odio e molto affetto, mi sembra che vivere avrebbe poco senso.”
ra, anche questo 785° esemplare di Le diurnal vi sarà in bella mostra, protetto purtroppo da uno scrigno di cristallo per ovvi motivi, ma da vedere almeno una volta. Perché ? Perché “Il potere e i soldi non lasciano né tracce,
né ricordi. Solo l’arte e la cultura fanno grande un luogo (o un popolo) e gli permettono di sopravvivere alle ingiurie del tempo” Parole scritte il venerdì 17 febbraio 1989 a Parigi.
Se chiudo gli occhi, posso quasi immaginarlo al telefono. Ascoltarlo parlar di questo o di quello senza cattiveria, ma con un pizzico d’irriverenza, di provocazione, per spingere alla dialettica. Sabato 24 ottobre Gianni Bertini sarà presente all’inaugurazione di una sua personale5 che contempla il suo percorso dall’informale alla Mec-Art. L’appuntamento è alle 18 presso la Galleria d’Arte Bergamo, Via Contrada Tre Passi 1/E, chissà se potrò stargli così vicino da vivere ad occhi aperti queste emozioni. Abbreviativo di mechanical-art; ovvero un’arte che sfrutta tutti i procedimenti fotografici per ottenere un’elaborazione meccanica di una nuova immagine riportata poi su tela o metallo su cui l’artista interviene pittoricamente. Dal 18 ottobre al 29 novembre 2009 - dal martedì al sabato 15 - 19.30.
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Da ex proprietario della mitica Fiat 500 posso essere soltanto orgoglioso e fiero di dare il via a questo speciale dedicato alla g rande piccola reginetta d’epoca. Il pensiero mi ripor ta nel passato: ricordo le passeggiate per le strade di Reggio di Calabria, tra querce secolari, palme e il meraviglioso mare mediterraneo abbracciato dallo stretto di Messina... Erano gli anni ‘80. Tralasciando i ricordi vi presento un amico, specializzato su un solo modello automobilistico, la 500. Anno di debutto, 4 lug lio 1957
Speciale 500 di Massimiliano De Stefano
ANTONIO CASSELLA modelli prevalentemente originali e datati. Conosciuto soprattutto per modifiche particolari che ha eseguito sulle scocche di alcune 500 che sarebbero altresì state destinate alla rottamazione come per esempio le “500 Pick-up” e Antonio Cassella accanto a Renzo Arbore proprietario di una 500 e socio del sodalizio che accomuna tutti gli appassionati della Fiat 500
le “500 corta”. L’ultima di queste è addirittura
Da oltre 25 anni legato al mondo della piccola
(www.500clubitalia.net) per il coordinamento
Fiat. Le prime 500 che ha sfornato, erano tutte
di Bergamo da oltre dieci anni, ha contribuito
con propulsore elettrico. In questo momento è in fase di lavorazione la “500 tre assi”. Fiduciario
del
“FIAT
500
CLUB
ITALIA”
destinate al mercato Giapponese condotto da
alla crescita del Club con oltre 200 Soci iscritti
commercianti che hanno negozi specializzati
nella nostra provincia e nel resto d’Italia.
sparsi per il Giappone. Successivamente, affi-
Il Club ha sede a Garlenda, dove è stato fon-
nando le tecniche di restauro e migliorando la
dato nel 1984 da un gruppo di amici, diretti
qualità, il Restauratore ha potuto selezionare
dal Presidente Fondatore Domenico Romano.
la clientela non più soltanto tra i commercian-
Ad oggi conta oltre 20.000 soci in tutta Italia
ti, ma anche tra i collezionisti e appassionati
ed è l’unico Registro di modello federato ASI.
sempre più esigenti, sia italiani che stranieri,
Presso la sede si trova anche un museo mul-
dalla vicina Svizzera alla lontana America.
timediale.
Operatore tecnico su commissione, restaura
Garlenda provincia di Savona dove ha sede il 50° anniversario della 500 raduno di garlenda 2007
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Fiat 500 Club Italia
Antonio Cassella all’opera nella sua officina
500 Pick-up
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Speciale 500
AGEVOLAZIONE PER LE AUTO STORICHE Le norme ambientali entrate in vigore negli ultimi anni in molte zone d’Italia rendono le automobili con appena più di dieci anni d’età praticamente fuorilegge per lunghi periodi dell’anno in cui non sono autorizzate alla circolazione a causa dell’alto tasso di emissioni nocive. Tutto ciò rende queste auto pressoché inservibili, a meno di non avere la voglia e la possibilità di convertirne l’alimentazione a gpl o a metano. Quando invece l’automobile in questione ha più di vent’anni di immatricolazione alle spalle è già considerabile auto storica, una condizione che si raggiunge tramite l’esame del veicolo di una commissione di esperti dell’ASI (Automotoclub Storico Italiano) che valutano se l’automezzo corrisponde ai requisiti minimi del regolamento tecnico del club (e previa l’iscrizione del proprietario all’ASI). In caso di esito positivo dell’esame del veicolo l’ASI rilascia l’attestato di storicità del veicolo, il certificato d’identità, il certificato sostitutivo delle caratteristiche tecniche e la carta FIVA (che consente la partecipazione alle manifestazioni del calendario internazionale FIVA e un particolare trattamento assicurativo). Per chi ha una macchina ormai vecchiotta ma
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Speciale 500
è disposto a tenerla come auto storica, i vantaggi dell’iscrizione di un’automobile che ne ha i requisiti all’ASI non sono indifferenti. Dal punto di vista assicurativo infatti l’ASI ha siglato un importante accordo con Toro Assicurazioni, che permette ai tesserati di usufruire di una copertura assicurativa sui veicoli storici a prezzi vantaggiosi. Allo stesso modo i veicoli iscritti ASI usufruiscono del diritto di pagamento del bollo in misura molto ridotta. In più per i veicoli ASI ci sono anche delle agevolazioni sul passaggio di proprietà, tramite un’imposta provinciale di trascrizione particolarmente bassa. Questa serie di agevolazioni incentivano l’impegno a mantenere in efficienza le auto che acquistano valore storico, che rimane comunque non indifferente. Fonte Blog di eBay Motori
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Speciale 500
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EVENTO BERGAMOUP CAFFE ’ COLLEONI GIUGNO 2 0 0 9
I volti della città di
Laura Generali
Sono i volti che vediamo ogni mattina, quan-
mo e provincia fin dalle prime luci dell’alba. In
do andiamo a comprare il giornale, ma spesso
questo servizio abbiamo deciso di fotografare
non li notiamo nemmeno. I più forse perché
i loro visi, le loro espressioni, cercando di tra-
troppo di fretta, oppure qualcuno perché è an-
smettere in qualche modo la loro personalità e
cora assonnato: sono gli edicolanti che ogni
farli conoscere meglio ai nostri lettori.
giorno stanno nelle loro postazioni di Berga-
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Una Psicologa per amica di Dott.ssa
Isabella Rovaris1
Cari lettori, E’ con piacere che approfitto del privilegio di introdurvi all’interno di un nuovo spazio, di uno spazio libero e aperto in cui voi siete i reali protagonisti, uno spazio che si auspica di dipanare i vostri dubbi e interrogativi, di demistificare luoghi comuni e perché no, dar voce a “strani e incomprensibili pensieri” che quotidianamente accompagnano i nostri vissuti. La rubrica “una psicologa amica”, che a partire da questo numero vi accompagnerà mensilmente, nasce da un desiderio comune dello staff della redazione di creare e consolidare un opportunità interattiva che affronti tematiche che avvolgono l’essere umano in quanto tale. Mentre scrivo mi chiedo quali potrebbero essere le vostre domande, ma ogni azzardo di previsione corrisponde ad un piccolo peccato di presunzione. Certo, temi come l’ansia gli attacchi di panico e la depressione sono, fra gli adulti, i più affrontati; disturbi del comportamento e dell’apprendimento nei bambini, e problematiche adolescenziali possono essere interessanti argomenti di approfondimento per genitori e insegnanti; il mondo del lavoro e le dinamiche che lo caratterizzano sono diventati un interrogativo che sempre più spesso viene posto agli psicologi; e ancora le separazioni, lo stalking le molestie…forse è meglio interrompere questa breve elencazione, perché in ogni caso sarebbe riduttiva. Mi piacerebbe accomiatarmi con un invito a utilizzare il vostro spazio per porre quesiti, liberi da timori di ogni sorta, protetti dall’anonimato, e all’insegna della regola che non ci sono limitazioni. La psicologia non offre, magari, una risposta certa a tutto, per contro dedica utili spunti di riflessione per chi si chiede non solo “chi”, “che cosa” e “quanto costa”, ma anche “come” e “perché”.
Settembre 2009
in quanto tale, unico degno d’essere chiamato e considerato come ESSENZA DI VITA. AMICIZIA, una parola così troppo spesso abusata
Ciao Bergamo Up, scrivo a questo “fantomati-
ma, per quanto mi riguarda, una parola che rac-
co” mezzo di Bergamo e provincia sperando che
chiude il senso dell’onestà, del vivere, della leal-
possa diventare realmente uno strumento PER la
tà, della FAMIGLIA....
gente....
La mia generazione è cresciuta con lo pseudonimo di famiglia “da copertina” dove mamma, papà
Sono un ragazzo di 30 anni, mi piace definirmi
e prole compresa vivevano nell’Eden della propria
ancora tale in quanto spesso ancora oggi l’adole-
casa in perfetta armonia. Il mio Eden sono neces-
scente vorrebbe prevalere sul carico di responsa-
sariamente diventate le mie amicizie. Sarà che un
bilità che mi hanno portato a dover diventare un
papà pressoché assente e una madre troppo pre-
uomo di trent’anni.
occupata della propria solitudine mi hanno portato a capire che quella “copertina” per me doveva
Nella mia vita ho sempre avuto l’estrema convin-
avere protagonisti diversi.... Stò divagando...
zione dell’esistenza di un valore unico il quale,
Eravamo all’amicizia, all’AMICO con il quale im-
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Psicologa clinica e giuridica. e-mail: psicologamica@virgilio.it
pari a crescere, a diventare uomo, mano nella
Devo credere d’aver avuto un amico troppo codar-
mano in quel cammino così difficile che è la vita.
do per credere che certi valori valgano la pena di
Mi sono sentito fortunato, perché anch’io ho avuto
essere combattuti ad ogni costo? Devo pensare
la “mia famiglia” orgogliosa di ciò che fossi io, io
che questo amore (se lo vogliamo chiamare tale)
Michele con tutte la mie mille sfaccettature, con
per la propria compagna sia talmente subordina-
il mio carattere troppo orgoglioso e le mie insicu-
to da accecarlo?
rezze mascherate in sfacciataggine.
Non voglio minimamente ipotizzare la slealtà
Io non posso credere, non accetto assolutamente
della nostra amicizia, conosco ciò che abbiamo
che questa amicizia così intensa da essere ap-
sentito, l’energia, l’essenza pura. E’ più “facile”
parentemente per entrambi un punto fermo nella
credere che lui, il MIO MIGLIORE AMICO, sia
mia vita, un faro sempre acceso, possa “morire”
stato plagiato da una stupida donna la quale non
nel silenzio.
comprende quanto un uomo capace d’amare un
Sono incredulo nel costatare come silente lui ac-
amico come un fratello sia quell’uomo anche gra-
cetti la presenza di una donna nella sua vita che
zie al proprio vissuto.
impone la moria della nostra amicizia. Come può
Illusioni?
una donna, stupida, egoista ed infantile (a mio parere), esigere per chissà quali subdole ragioni
Michele
l’ulteriore crescita di due “fratelli”?!
Caro Michele, innanzitutto vorrei dare il benvenuto al primo
taneamente da un legame coinvolgano tutti gli
lettore che mi scrive e ringraziarti per esserti
attori interessati e sono convinta che anche in
rivolto alla nuova rubrica la “psicologa ami-
lui sono impressi i momenti essenziali.
ca”.
Se pensi che il suo atteggiamento sia da ricondursi alla sua compagna, la quale avrebbe
Leggendo le prime righe rimango subito col-
imposto la rottura della vostra amicizia, forse
pita dalla profonda importanza che attribuisci
potresti iniziare a cercare un contatto con lui,
al valore dell’amicizia, e dal sentimento au-
e un secondo, e magari anche un terzo.
tentico su cui fondi parte della tua vita tanto
Potresti iniziare a comunicare con lui, “accen-
da definirlo “essenza della vita”. Sembra scor-
dendo la luce” sui momenti salienti che hanno
gersi anche come l’amicizia sia divenuta una
contribuito ad assodare l’amicizia, chissà, for-
scialuppa di salvataggio per sopperire al vuoto
se l’amore per questa donna lo ha portato ad
affettivo di una nave, (la tua famiglia), che va-
affievolire.
cillava a causa delle fenditure dello scafo.
Credo che seminare e fossilizzarsi su capri
Per questo motivo trovo più che comprensibi-
espiatori ti porterà verso una strada a fondo
le la tua amarezza di fronte alla perdita di un
chiuso. Nonostante l’eco della tua ultima frase
amico che hai addirittura definito fratello, che
sembri dar voce ad una timida rassegnazione,
ha rappresentato un punto di riferimento nella
vorrei incoraggiarti a provare a fare una cosa
tua vita.
molto semplice: ascoltare il tuo amico, com-
Mi sembra di capire che la tua sofferenza sia
prenderlo e soprattutto rispettarlo, qualunque
supportata “dall’ energia e dall’essenza pura”,
sia la scelta che farà, o che ha fatto.
sensazioni reali che ti hanno legato in maniera
Vorrei incoraggiarti ad accendere la luce, per-
significativa a lui.
chè l’oscurità non esiste, è solo assenza di
Credo che emozioni uniche che sgorgano spon-
luce. 83
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Le immagini dei piatti sono raffigurate solo come esempio il piatto reale potrebbe essere differente.
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Pianificatore Finanziario Indipendente Fee Only di Roberto Cappiello
TETTO MUTUI AL 4% AFFRETTATEVI: SCADE
lanciato non senza enfasi ormai 9 mesi fa. Nel
IL 31 GENNAIO 2010 IL TERMINE PER LA PRE-
frattempo è successo di tutto, anche sui mer-
SENTAZIONE DELL’AUTOCERTIFICAZIONE
cati interbancari:l’euribor che funziona da parametro di riferimento per il calcolo delle rate
Saranno anche pochi spiccioli, ma le famiglie
variabili, per esempio, è crollato da oltre il 5%
italiane dovranno sudarseli. Tranne sporadici
a meno dell’1% (0,49% la scadenza a un mese
casi, il contributo previsto dal Decreto anti-
giovedì scorso e 0,83% il tasso a 3 mesi) e in
crisi (decreto legge 185/08 convertito dalla
questo modo ha fortemente limitato la portata
legge 2/09) a vantaggio di chi ha un mutuo
dell’intervento. Ciò non toglie però che per al-
a tasso variabile (il cosiddetto «tetto al 4%»)
cuni (magari chi ha una rata semestrale e lega-
non è infatti stato ancora erogato dalle ban-
ta ancora ai tassi 2008) quel contributo tanto
che italiane. Una lunga serie di ostacoli –
atteso possa essere significativo, tenendo con-
dall’interpretazione delle norme varate dal
to anche dell’attuale fase di crisi economica.
ministero delle Finanze al tortuoso iter della
Stando alle informazioni raccolte attraverso i
trasmissione degli elenchi dei beneficiari da
nostri clienti e le loro banche sembra che quel-
parte dell’Agenzia delle Entrate – ha finito per
lo in corso potrebbe essere il mese buono. Mol-
ritardare l’applicazione di un provvedimento
ti fra i principali gruppi nazionali prevedono di iniziare ad accreditare il contributo a favore di tutti i mutui a tasso «non fisso» contratti per l’abitazione principale prima del 31 ottobre 2008 a partire proprio dalle rate scadenti a settembre. E i tempi potrebbero essere davvero maturi, anche perché in diversi casi (Bnl, Montepaschi, Ugf) sono state inviate già a giugno a casa dei mutuatari lettere informative che invitano a recarsi in banca e presentare l’autocertificazione. In realtà, è forse utile ricordare che il modulo predisposto dall’Abi non sarebbe in teoria necessario per chi è già incluso nelle liste dell’Agenzia delle Entrate e in ogni caso
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event
your magazine
anche online www.bergamoup.it 87
Pianificatore Finanziario
non deve essere vincolante per il versamento
paventato di soluzioni differenti per situazioni
del contributo. A tal proposito, visti anche i
analoghe si è puntualmente trasformato in re-
problemi interpretativi relativi ai mutui a tasso
altà. Si possono ritenere fortunati i clienti di
fisso, dato che a seconda dei casi si potrebbe
Mps, Intesa Sanpaolo e Ugf, per esempio, ai
essere esclusi dal contributo, consiglio a tutti
quali verranno riconosciuti i benefici in ogni
i titolari di mutuo a tasso variabile e misto di
caso (e per chi ha in vigore l’opzione fisso non
recarsi comunque in banca e presentare l’au-
si tratterà di pochi spiccioli). Un po’ meno lo
tocertificazione. Infatti, formalmente il Decre-
sono i mutuatari targati Bnl, UniCredit o Cre-
to anticrisi non affrontava questo aspetto, ma
dem, che riconosce il contributo soltanto a
in una successiva circolare il ministero delle
quanti nel 2009 siano legati al tasso variabile.
Finanze ha chiarito che le disposizioni si appli-
Un paradosso che poteva essere evitato con un
cano a «un mutuo che non sia a tasso fisso per
minimo di chiarezza in più da parte di Ministe-
l’intera durata dell’ammortamento», quindi in
ro o Abi. Oltre al problema interpretativo al-
teoria anche ai misti, qualsiasi opzione (fisso
cuni clienti ci segnalano tuttora questioni che
o variabile) sia in
sembravano risolte da tempo: c’è chi sostiene
vigore nel 2009.
di aver ricevuto l’accredito del contributo con
Una lettura favore-
valuta corrente e non (come corretto) retroda-
vole, questa, che
tata al giorno della rata a cui si riferisce e chi
l’Abi stessa ha più
si è sentito ripetere (è il caso del call center di
volte confermato,
Barclays) che al valore del 4% va aggiunto lo
purtroppo soltan-
spread (cioè il ricarico) praticato dalla banca.
to in via informa-
Più in generale, chi ha già ricevuto il contributo
le.
lamenta la mancanza di indicazioni in merito
In
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mancanza
di
ai calcoli effettuati per stabilire il conguaglio.
una voce ufficiale,
Sotto questo aspetto, la gran parte delle ban-
le banche hanno
che prevede di inviare una nota riepilogativa,
tuttavia finito per
se non dopo ogni accredito, almeno a fine
interpretare le nor-
anno o in previsione delle detrazioni da con-
me in modo auto-
teggiare sulla dichiarazione dei redditi 2009.
nomo e il rischio
Altri, come UniCredit, affideranno le eventuali
spiegazioni all’impiegato dello sportello o al call center. In teoria il termine per presentare l’autocertificazione scade il 31 gennaio 2010, c’è da sperare che almeno per quella data la questione «tetto al 4%» si sia conclusa. E in fin dei conti anche da rallegrarsi che il crollo dell’Euribor abbia già alleviato le pene di chi è rimasto aggrappato al tasso variabile.
Studio Cappiello, Via fratelli Lechi 13, 25121 Brescia, Tel/Fax 0305030934, www.studiocappiello.it
i dott. Cappiello è delegato Aduc
per Brescia
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La giusta consapevolezza di Antonio Russo
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Un proverbio giapponese dice “Nessuno di noi
organizzazione se si sentiranno ugualmente
è intelligente come tutti noi insieme”.
coinvolti nella gestione delle attività, se ciascu-
Purtroppo, non basta una citazione a effetto
no conoscerà obiettivi e mezzi ed esisterà un
per trasformare in realtà un progetto, special-
libero scambio di idee e opinioni.
mente se il progetto è ambizioso e se deve es-
Soltanto così si strutturerà una leadership
sere realizzato in una pubblica amministrazio-
condivisa e l’organizzazione opererà secondo
ne, italiana in particolare.
il principio del consenso.
La realizzazione di un progetto comporta il
I risultati non mancheranno e saranno deter-
mettere attorno a un tavolo tutti gli attori chia-
minati da una maggiore motivazione e respon-
mati a realizzarlo e se si vuole che il risultato
sabilizzazione.
finale sia un prodotto di eccellenza tutti do-
Le risorse umane dell’organizzazione devono
vranno dare il meglio di se stessi.
avere spirito di iniziativa e mentalità vincente,
Diceva Helenio Herrera “Se non hai dato tutto
motivazione, senso di appartenenza, disponi-
non hai dato niente”.
bilità alla formazione e all’apprendimento con-
Affinchè tutti possano dare il meglio di se stes-
tinuo, senso del tempo.
si è necessario conoscere il progetto, le sue
Spirito di iniziativa e mentalità vincente sono
finalità, gli obiettivi. Dal centralinista al diri-
atteggiamenti positivi verso il lavoro e consen-
gente generale ci deve essere la condivisione
tono una forte spinta verso il risultato.
dell’obiettivo in modo che ciascuno, ognuno
Gusto per la sfida significa non perdersi nel-
per la propria parte, sappia a che cosa sta for-
la ricerca dei problemi, ma nel proporre so-
nendo il proprio contributo.
luzioni. Significa chiedersi che cosa possiamo
Una organizzazione è vincente se affronta la
fare noi per l’organizzazione e non solo cosa
domanda alla quale è chiamata a fornire una
l’organizzazione deve fare per noi, citando J.F.
risposta come una sfida.
Kennedy.
Una sfida che potrà essere vinta soltanto con il
Motivazione vuol dire che ciascuno è il capo di
contributo di tutti.
se stesso, come dicono in Nokia. E’ la spinta
Nell’affrontare una sfida devono essere note le
individuale e collettiva, verso un obiettivo co-
risorse di cui si avrebbe bisogno e le risorse di
mune.
cui si dispone, ma non ci sono risorse che pos-
Motivazione vuol dire avere passione: se ci ten-
sono sostituire l’impegno di uomini e donne
go a fare qualcosa, non lo chiamo lavoro.
che all’interno dell’organizzazione sono chia-
Motivazione vuol dire, anche, pensare a obiet-
mate a raccogliere la sfida.
tivi ambiziosi sapendo che il percorso è lungo,
Singoli soggetti che lavoreranno come una
che tanti passi devono essere fatti e che l’arri-
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La giusta consapevolezza
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vo non è proprio dietro l’angolo.
• puntualità, intesa come esattezza, precisione
Senso di appartenenza vuol dire che l’organiz-
e diligenza nella gestione delle scadenze, degli
zazione è anche mia.
impegni, degli appuntamenti.
Vuol dire sentirsi partecipi ed essere consape-
Il team vincente è una “orchestra” dove, nono-
voli che il proprio contributo creativo e lavorati-
stante ci siano personalità diverse, attitudini
vo è il tassello del mosaico “Organizzazione”.
diverse, temperamenti diversi e competenze
Vuol dire essere parte integrante del sistema
diverse, il suono diventa “armonia”.
per il raggiungimento degli obiettivi.
Ingrediente importante è la comunicazione.
Ciò comporta il non sciupare le risorse perchè
Comunicare non significa solo inviare informa-
le risorse sono limitate e sono anche mie.
zioni all’indirizzo di una persona.
Tutti, quindi, devono operare con responsabi-
Comunicare significa creare negli altri una
lità e sensibilità nella conservazione del patri-
esperienza, coinvolgerli.
monio dell’Amministrazione.
Le persone che riescono a fare da collante e
“Ciò che contraddistingue una organizzazione
che favoriscono la conservazione delle capa-
di successo non è il fatto che non ha problemi,
cità di comunicazione e di cooperazione di un
ma che non ha gli stessi dell’anno preceden-
gruppo, sono persone che producono salute
te”.
nell’organizzazione.
Disponibilità alla formazione e all’appren-
Altro ingrediente è la solidarietà organizzati-
dimento continuo è un altro requisito di una
va.
organizzazione vincente, che deve essere sem-
Solidarietà oltre la collaborazione, in quanto il
pre capace di imparare, aumentando così la
tutto non è mai la somma delle sue parti. E’
ricettività agli stimoli provenienti dall’esterno
maggiore o minore a seconda di come riesco-
e interagendo maggiormente con esso.
no a collaborare i suoi membri.
“Essere pazzi significa fare le stesse cose e
Perchè un’idea, più o meno straordinaria, pos-
sperare che le cose cambino” dice un anoni-
sa diventare il seme di una grande organizza-
mo.
zione, occorre qualcos’altro: la collaborazio-
Senso del tempo vuol dire:
ne.
• rigore, inteso come coerenza tra programmi
Perchè tutti gli ingredienti possano sviluppare
e realizzazione; tra metodi e contenuti
al meglio le proprie potenzialità è, inoltre, ne-
• regolarità, intesa come rispetto della tabella
cessario il giusto clima nell’organizzazione.
di marcia e affidabilità
Il clima meteorologico lo subisci. Il clima
nell’organizzazione lo crei.
che tradotto in equazione equivale a
E’ necessario creare un clima positivo dove
“Qualità totale = garanzia di successo”
prevale:
Le organizzazioni pubbliche non effettuano ac-
• l’ottimismo sul pessimismo
quisti. Le organizzazioni pubbliche non vendo-
• la fiducia sulla sfiducia
no prodotti. Le organizzazioni pubbliche stabi-
• la costruzione sulla distruttività
liscono relazioni.
• l’amicizia sull’indifferenza
Il massimo riconoscimento al quale si deve
• la lealtà sull’inganno
ambire è la soddisfazione di coloro che con-
• la trasparenza sulla falsità
tribuiscono ad attuare il progetto e per i quali
• la solidarietà sull’individualismo.
possa essere vero che
Last but not least , l’orientamento al “cliente”.
“Il lavoro inizia quando ciò che facciamo non
Pur operando all’interno di una organizzazio-
ci piace più”.
1
ne pubblica, ci si deve comportare come se il “cliente” fosse quello di una azienda privata.
Vuoi saperne di più scrivi a :
La soddisfazione del “cliente” è la vera frontie-
russo59@libero.it
ra competitiva. Il “cliente” è lo scopo finale: tutto quanto è finalizzato ad ottenerne la fidelizzazione, la sua massima soddisfazione. Si deve operare tenendo conto della complessità del “mercato” e della crescente “sofisticazione della domanda”, come se il “cliente” avesse più opportunità di scelta, e l’attenzione deve essere sempre rivolta alla creazione di una reputazione positiva. La soddisfazione del “cliente” deve essere elemento gratificante per tutti coloro che concorrono a realizzarla. Si deve aspirare all’obiettivo dell’eccellenza,
1
Liberamente tratto dal testo “LA COMUNICAZIONE” di Giampietro Vecchiato
93
Le Scritture Egizie di Edward Battisti1
Molti ritengono che l’ unica forma di scrittura
ve preghiera alla dea Isi davanti all’ im-
egizia sia rappresentata dai Geroglifici (Hye-
magine
roglyphikà termine greco che significa parole
Il geroglifico però era ormai diventato patri-
scritte su pietra). Venne anche chiamata “Scrit-
monio di pochissimi eletti e si può tranquilla-
tura della Casa della Vita” nel periodo tolemai-
mente dire che alla fine del IV secolo nessuno
co o anche “Scrittura delle parole del dio” ri-
sapesse ormai più scrivere in questo modo, le
ferendosi al dio Toth, il dio dalla testa di ibis
parole scritte su pietra erano diventate mute
considerato l’ inventore della scrittura e come
ed incomprensibili, una civiltà che era brilla-
tale venerato come protettore degli scribi.
ta per più di tremila anni era davvero caduta
I geroglifici furono utilizzati per iscrizioni sul-
nell’ oblio e dei suoi culti, delle sue tradizioni,
le pareti dei templi, statue, sarcofagi, steli.
non restavano che leggende, con segreti forse
La loro evoluzione parte dal pittogramma
racchiusi in testi che nessuno sapeva leggere.
comune ad altre forme di scrittura, quindi
Per secoli si diffuse l’opinione che fossero
almeno inizialmente con solo un aspetto fi-
simboli esoterici che racchiudessero una su-
gurativo, ma ben presto assunsero forme e
blime sapienza segreta consegnata ai posteri.
connotati propri con
Non pochi invero, si cimentarono in tentativi
un preciso alfabeto e
più o meno efficaci di decifrazione, ma solo
con segni fonetici che
alcuni vi si dedicarono veramente con un cer-
rappresenteranno
in
to impegno e con studi approfonditi. Di quelli
definitiva la vera chia-
dell’ antichità solo Clemente Alessandrino ri-
ve di volta nella deci-
cevette un riconoscimento più o meno ufficiale
frazione degli stessi.
da Champollion, uno dei sommi decifratori, in
Si scrisse in gero-
quanto fu il primo a presupporre che i segni
glifico per quasi tre-
potessero anche avere un significato fonetico.
mila anni e l’ ultima
Molti per la verità furono purtroppo i ciar-
iscrizione in questa
latani ed i venditori di fumo.Tra questi
forma a noi nota, è
Athanasius
quella
al
ta sicuramente un ruolo non secondario.
394 d.c. quando lo
Grande studioso, si interesserò un po’ di tutto,
scriba Esmet-Akhom
scrivendo anche dotte pubblicazioni di mate-
scrisse
matica, astrologia, medicina e biologia, ma
risalente
una
bre-
del
dio
Kircher
nubiano
Mandulis.
(1602-1680)
meri-
Medico Chirurgo Specialista in chirurgia plastica Board Director Associazione Europea di Chirurgia Estetica. Si dedica da anni al ringiovanimento facciale con l’utilizzo di luci artificiali. Studioso di Egittologia (www.egittologia.net) ha tenuto numerose relazioni e conferenze sul tema. Docente e Collaboratore della Società Egiziana di Chirurgia Plastica.
1
SN 94
G\i f^e` \j`^\eqX [` m`j`Y`c`k~ \ gifdfq`fe\# f] ]i`Xdf gXZZ_\kk` Xcc `eZclj`m\# i\Xc`qq`Xdf jkiXk\^`\ [` dXib\k`e^ glYYc`Z`kXi`f \ gifdfq`feXc\ [` XckX hlXc`k~ \[ \] ] `ZXZ`X% >iXq`\ XccË\jg\i`\eqX e\` j\kkfi` [\ccX ^iX] `ZX glYYc`Z`kXi`X# jkXdgX k`gf^iX] `ZX# [`^`kXc\ \ j\i`^iX] `ZX# kifm`Xdf cX ^`ljkX jfclq`fe\ X[ f^e` e\Z\jj`k~# Zi\Xe[f Zfe jk`c\ \ fi`^`eXc`k~ cË`ddX^`e\ glYYc`Z`kXi`X g` X[XkkX Xc Zc`\ek\% SN ADVERTISING di Nadia Scotti - SHOW ROOM in via S. Bernardino, 42/A Bergamo - Tel. 035.2815394 - www.snpubblicita.it 95
Le Scritture Egizie
96
sulla decifrazione dei geroglifici chiese davve-
importanza delle asserzioni di Thomas Young.
ro troppo pretendendo di avere trovato la chia-
Come dunque spesso accade a scoperte im-
ve di volta, inventandosi per lo più pittoresche
portanti, non si può dare la paternità della
traduzioni senza nessun filo logico e spesso
decifrazione ad un uomo solo, anche se certa-
senza senso, che gli permisero però di avere
mente Champollion sapeva di aver consegnato
un buon credito presso Papa Alessandro VII
il suo biglietto da visita per i posteri, come lui
che gli chiese perfino di impartirgli lezioni di
stesso scrisse al fratello prima che la morte lo
lettura, ma davvero non si capirà mai che fon-
cogliesse in giovane età letteralmente consun-
ti utilizzò per le sue conclusioni e soprattut-
to dallo sfinimento per la sua titanica impresa.
to come arrivò ai suoi imbarazzanti risultati.
A volte imbattersi nella lettura dei Geroglifici,
In definitiva però è a due nomi e solo a loro, che
può rappresentare un’ impresa impossibile, in-
si associa il ruolo di veri scopritori del metodo
farcita com’è di segni con valore ideografico,
di decifrazione dei geroglifici egizi, ovvero l’ in-
con altri con puro valore fonetico, altri segni an-
glese Thomas Young ed il francese Jean Fran-
cora come i determinativi che ci sono, ma non
cois Champollion soprannominato il Giovane.
si leggono, o segni anteposti o trasposti per
Fisico affermato, scopritore del moto on-
motivi di rispetto, quadrature e abbreviazioni,
dulatorio della luce, Young preparò una tra-
ma in realtà Young, Champollion, Lepsius che
duzione del testo Demotico della Stele di
incise una lunga iscrizione in geroglifico sulla
Rosetta e fu il primo che nel 1819 dichiarò
piramide di Cheope, Gardiner e tanti illustri
che i cartigli ovali incisi sulla stele, conte-
Egittologi hanno già ben codificato i principi
nessero al loro interno dei nomi propri gre-
della scrittura e le regole della grammatica, ed
ci ed in particolare il corrispondente egizio
ad ogni egittologo dilettante come il sottoscrit-
del nome del faraone Ptolemes (Ptulmis).
to, non resta altro che studiare e forte, ne più ne
Jean Francois Champollion nel suo “De l’ Ecri-
meno come se si trattasse di una qualsiasi lin-
ture hiératique des Ancien Egyptiens” pubbli-
gua straniera, per cercare di carpire il significa-
cato nel 1821, sosteneva ancora che i caratte-
to delle leggendarie “Parole scritte su pietra”.
ri rappresentassero solo idee, ma quando nel
Questa in breve la storia dei geroglifici, tut-
1822 e quindi solo un anno dopo, nella famosa
tavia, benchè sicuramente la più nota, non
“Lettre a M. Dacier relative à l’ Alphabet des
fu certamente l’ unica forma di scrittura uti-
Hiéroglyphes Phonétiques”, annunciò ufficial-
lizzata dagli Egizi, anzi, ben presto per non
mente il significato fonetico di alcuni gerogli-
dire quasi in contemporaneità il geroglifico
fici, appare del tutto evidente che per arrivare
fu sostituito da altre forme, più rapide, che
a tale conclusione affrettandosi a cancellare
ben si adattavano alle forme commerciali od
i concetti precedenti, deve in un certo qual
agli estesi formulari religiosi, una sorta di ge-
modo aver saputo ed assecondato le scoper-
roglifico corsivo o come descrisse lo stesso
te di Young relative al significato alfabetico di
Champollion con un termine felice, tachigra-
alcuni segni che gli avevano permesso di iden-
fico. Stiamo parlando dello Ieratico prima e
tificare i nomi di Ptolemes e Berenice nella
del Demotico che farà la sua comparsa nell’
Stele di Rosetta ed in definitiva ammettere l’
epoca delle Dinastie dalla XXVI alla XXX.
Per termine corsivo, non dobbiamo intendere
Tolemaico (332-30 a.c.) quello ad esem-
una scrittura come quella attuale con le varie
pio della stele di Rosetta incisa in tolemaico
lettere unite tra loro senza staccare la pen-
corrente (BergamoUp Settembre) ed il Demo-
na, ma solo un modo di scrivere più rapido.
tico Romano che arriva sino al V secolo d.c.
Lo Ieratico fa la sua comparsa già nell’ Anti-
Anche il Demotico si scrive da destra a si-
co Regno ed a partire dalla III Dinastia si pos-
nistra e preferibilmente su papiri, ma lo
sono già leggere testi scritti in questa forma.
troviamo
Subì delle evoluzioni ed a partire dal Nuo-
te lignee, anfore e come detto su pietra.
vo Regno, anch’ esso presenta delle lega-
La scrittura copta infine è l’ ultima evo-
ture ovvero dei raggruppamenti di gerogli-
luzione delle antiche grafie egizie ed uti-
fici disegnati senza alzare il pennello pur
lizza l’ alfabeto greco maiuscolo amplia-
mantenendo denza
comunque
unitaria
su
lino,
tavolet-
una
corrispon-
to con sette segni derivati dal Demotico.
segno
geroglifico.
Anche il termine copto è di derivazione greca e deriva da Aigyptios che significa naturalmente
per documenti amministrativi o ufficiali (Iera-
egiziano, ma storpiato dagli Arabi in Kepehet.
tico onciale) o per testi di cancellerie e affari
A differenza delle altre grafie, il copto pre-
(Ieratico corsivo), per opere scientifiche e na-
senta questa volte delle vocali, pur rimanen-
turalmente religiose (Ieratico è un termine di
do sempre scritto da destra verso sinistra.
derivazione greca che significa sacerdotale).
Fu la scrittura abbracciata dalla classe con-
Questi testi, sono sempre scritti da de-
tadina che si convertì al Cristianesimo e tale
stra
sinistra
il
anche
Lo Ieratico venne utilizzato preferibilmente
verso
con
scritto
Re-
scrittura non del tutto morta, si può anco-
gno in poi sempre in linee orizzontali.
ra trovare nei testi della Chiesa Cristiano-
La scrittura demotica o popolare (termine intro-
Copta diventando altresì la lingua popolare
dotto da Erodoto che visitò l’ Egitto verso il 440
delle comunità cristiane di quelle zone. Si
a.c.), rappresenta una naturale evoluzione dello
distinguono ben 5 dialetti il Sahidico o Te-
Ieratico diventando alla fine la scrittura corren-
bano, il Bohairico del Delta Occidentale, il
te per tutti i testi, sia religiosi che commerciali.
Fayumico dell’ Oasi del Fayum, l’ Akhmini-
Distinguiamo
(XXVI-
co della provincia di Akhmin, il Subakhmini-
XXX Dinastia 650-332 a.c.) un Demotico
co detto anche Siutico della regione di Siut.
un
e
dal
Demotico
Medio
Antico
97
Dans les coulisses... di Maryline JM-W1
La stessa sera in cui ho conosciuto l’uragano Max delle quinte di Bergamo up2, mi è stato presentato uno scultore di cui mi ricordai il nome grazie all’invito che mi diede prima di congedarsi. Rientrata a casa, accesi il computer e consultai la più democratica delle fonti di informazione. Tra tante parole, trovai queste sue scritte all’occasione di una mostra tattile, alcuni anni fa, per descrivere il percorso di una sua opera: “La mano sfiora la lamiera fredda; la Sale verso sinistra; foto Raggiunge rilievi di alfabeti sospesi; va Si perde nel vuoto; qui La mano sfiora la lamiera fredda; e Sale verso destra; il Non trova ostacoli; testo L’onda si chiude.” Scultore e poeta che tramuta la tecnologia in Arte, m’intrigava sempre di più. Il giorno dell’inaugurazione cercai una silhouette esile con l’aria da ragazzaccio, per non dire da romanaccio con i suoi capelli lunghi e il suo giubbotto in pelle, e, colpita da quelli che lui chiama Stampi e Steli, gli feci promettere che mi avrebbe dedicato un po’ di tempo. Pochi giorni dopo, comodamente seduta in Galleria Elleni, scoprii che era anche l’homo-faber secondo il poeta Pasquale Emanuele. Un gioco di parole per indicare l’uomo che proviene dalla fabbrica (da operaio a responsabile ha dedicato 35 anni della sua vita al processo produttivo prima di scegliere di vivere della sua arte) e l’uomo che rende visibile il lavoro della fabbrica. E che, per Sergio Radici3, “Rappresenta oggi l’artista contemporaneo più innovativo della provincia, perché utilizza materiali provenienti da un processo industriale già esistente. Abbattendo, così facendo, i muri con la sua arte e rendendo visibile un mondo che di solito per definizione non lo è, giacché è il mondo di pochi, degli addetti ai lavori, e soprattutto un mondo destinato a svanire; i pezzi essendo incorporati alle macchine”. Non a caso dunque è l’unico artista bergamasco che esporrà al primo grande evento in preparazione dell’Expo 2015: Plaza – Oltre il limite – XX anniversario della caduta del muro di Berlino4. Manifestazione promossa dalle rappresentanze consolari5 che trasformerà Milano in un museo di arte contemporanea a cielo aperto, cospargendo le vie del centro6 di sculture, installazioni, performance e allestimenti, per promuovere un confronto nel mondo dell’arte e della cultura. Demolire (il muro e i muri) per meglio costruire insieme (la Milano 2015 e non solo si spera); mi piace l’idea. Ora capite perché non ho resistito alla tentazione di addentrarmi dans les coulisses di quest’arti-
sta inconsueto: Francesco Lussana.
Nata in Francia, a vent’anni l’autrice è venuta a vivere in Italia dove, dopo la pubblicazione del suo primo romanzo - Dans les coulisses... ed. Il filo -, ha iniziato a collaborare con la rivista Bergamo Up senza tuttavia abbandonare le sue passioni, insegnare la propria lingua, viaggiare, dipingere e fotografare riflessi. 2 Vedi Dans les coulisses... di settembre 2009. 3 Conosciuto in città, tra le altre cose, per essere il fondatore di Bergamo arte in fiera, da 20 anni organizza eventi su tutto il territorio nazionale e da quest’anno, fino al 2015, promuoverà la manifestazione annuale Milano Plaza, International Contempory Art Exhibition destinata ad adornare le nuove piazze di una Milano che si prepara per l’Expo 2015. 4 La caduta del muro di Berlino - una barriera di cemento lunga più di 155 km e alta circa 3 metri e mezzo che ha diviso in due la città di Berlino per 28 anni (1961-1989) - viene simbolicamente fatta risalire al 9 novembre 1989 giorno in cui vengono aperti i checkpoint, anche se l’abbattimento ufficiale inizia nel giugno del 1990 per concludersi a novembre. 5 Dopo New York, Milano vanta la più numerosa presenza di rappresentanze consolari al mondo. 6 Corso Vittorio Emanuele, Piazza Mercanti, Piazza Fontana, via Dante e Piazzale della Stazione Centrale. 1
98
Perché inconsueto? Innanzitutto perché, come
di riflessi e di luce per portarmi via l’artista tra
scrisse il direttore della rivista Stampi, “Non è
le sue opere, e qualche confidenza8, Francesco
un’artista nel senso convenzionale del termine,
accetta di portarmi in fabbrica. Ma solo dopo
in lui non riconosciamo quegli atteggiamenti
un buon piatto di bucatini all’amatriciana, sì
intellettuali propri di chi sente di appartenere
perché, oltretutto, cucina anche divinamente.
a un’élite e che opera rinchiuso nel proprio
Un’azienda atipica quella di Raffaello Meloc-
ovattato atelier”. Non sarò certo io a smentire
chi, responsabile della Minifaber.
7
queste parole; umile, disponibile e sempre positivo, Francesco mi ha subito aperto le porte della sua casa-studio di Torre Boldone. In giardino sono stata accolta da Cotone, il suo cane. Una tenera palla di pelo nero che è arrivato con un vecchio pallone tra i denti per giocare. Lungo le scale, i suoi Steli e alcuni suoi Pannelli. E in mansarda, né cavalletti maculati, né bocciarde, raspe o torni. La sua arte la trova in gran parte nei reparti produttivi della Minifaber, un’azienda metalmeccanica di Seriate in cui ha lavorato per anni. Così dopo essersi prestato con pazienza e divertimento alla mia ricerca
A volte sento il bisogno di fermarmi sul senso delle parole. Alla voce élite del dizionario Sabaitini Coletti trovo: Gruppo ristretto di persone che si distinguono per cultura, per prestigio, per ricchezza. In quanto homo-faber le origini elitarie sono effettivamente da escludere. Ma quando lo ascolto raccontarmi che all’età di 15 anni ha iniziato da solo a girare musei e gallerie per avvicinarsi all’arte. E quando vedo brillare i suoi occhi mentre mi spiega che è tutta l’arte del novecento - partendo dal quadrato bianco di Kasimir Malevic, per arrivare ai tagli di Lucio Fontana passando per i quadrati ripetuti e sovrapposti di Josef Albers e i rettangoli intrecciati di Piet Mondrian - che vede nei suoi 30 pannelli d’acciaio elettrolucidato con una programmazione dei fori da 900 a 30, intitolati Progetto Passo-Luce. Allora come per incanto, oltre la tecnica, vedo l’arte, o meglio, vedo l’arte tecnologica. E la parola élite continua a girarmi in testa. 8 Alcune strane. Anagraficamente risulta nato il 18 ottobre, ma festeggia il suo compleanno il 19 perché, secondo sua mamma (fonte abbastanza affidabile), è nato alle due di notte. Altre irresistibili. Quando gli ho chiesto qual era il suo sogno, ha risposto :“Rinascere donna”. Stupita, ho indagato. “Si divertono di più e soprattutto hanno una marcia in più. Sono più coraggiose.” E credetemi non c’era malizia nei suoi occhi, solo sincerità. Tant’è che subito dopo, mi ha chiesto: “Ma ci sarà qualcosa di male a confessare che si vorrebbe rinascere donna?”. Se non mi avessero già conquistate le sue opere, mi avrebbe conquistata l’uomo che gira per casa con infradito da donna, ma non esce mai di casa senza il suo giubbotto in pelle nera. 7
99
Dans les coulisses di quest’artista inconsueto: Francesco Lussana
Al mattino la giornata inizia con brioche fre-
Non è la presenza femminile che stupisce; ci
sche, e in mensa ci sono divani e tavolo basso
sono diverse donne nei reparti, anche una mia
per scambiare quattro chiacchiere o leggere
connazionale, Anna. È il fatto che io prenda
giornali e libri presi dai ripiani della biblioteca
appunti di tutto e scatti foto senza tregua. Il
che fronteggia un sacco da boxe, una cyclette
mondo di Francesco è fatto di segreti che sco-
e un vogatore per scaricare energie in eccesso.
pro uno a uno. Ogni stampo è composto dal
Oserei dire un’azienda a dimensione umana,
maschio fatto con i suoi punzoni elettroerosi
anche se le macchine sono onnipresenti. In-
con il filo di ottone, e dalla femmina che lo
fatti, nei reparti produttivi il pavimento vibra a
accoglie a cadenza per modellare le lastre mo-
cadenza del battere potente delle presse, tum,
dellabili che scorrono dal coils fino ad essa.
tum, tum . Altrove l’odore del grasso e del
Quasi un atto d’amore.
caldo profumo acre delle saldature empie le
Ora capisco perché ogni opera di Francesco è
narici. Gli ex-colleghi di Francesco si fermano
unica e irripetibile; gli stampi diventano obso-
per salutarci, curiosi anche di sapere chi sono.
leti non appena il modello della lavatrice o di
9
Per alcuni un rumore per altri musica; il prossimo cd dei Tool Silence, la cui copertina sarà illustrata da un’opera di Francesco, inizia proprio con questo tum, tum, tum.
9
100
qualsiasi altra macchina in costruzione va fuo-
bergamasca leader europeo nel campo della
ri produzione. E i suoi Steli o Pannelli, in quan-
demolizione che ha, tra le altre cose, abbattu-
to pezzi di processo produttivo, scompaiono
to il cinema Astra di via Sant’Orsola due anni
appena incorporati nella macchina. Un artista
fa - con la pinza cesoia sospesa sopra un muro
dunque inconsueto anche per le sue opere.
di cemento che verrà costruito da Max impre-
Opere che a volte qualcuno confonde con il
sa in diretta il mattino dell’inaugurazione, per
design, così ho chiesto a Pasquale Emanuele,
essere poi distrutto a fine mostra da questo
rinomato studioso dell’Arte tecnologica, se mi
tecnologico “guardiano” delle libertà, come
spiegava la differenza: “Il designer è colui che
a significare che non ci sono muri che non
realizza un prodotto. Francesco non realizza
possiamo abbattere. Tout
un prodotto bensì fa fare uno scatto d’arte alla
simplement génial. Vi la-
tecnologia dando un valore aggiunto ad un pro-
scio la simulazione realiz-
dotto prima ancora che venga realizzato, de-
zata da Giovanni Ginoul-
contestualizzandolo. Come fece Duchamp con
hiac10 per darvi un’idea.
oggetti della vita quotidiana. Chi ha raccontato
So che non conviene ave-
la fabbrica prima di lui ha dato voce al manu-
re aspettative, aumenta il
fatto realizzato da essa. Invece Francesco con
rischio di delusione, ma
le sue opere dà voce ai processi di produzione.
confesso che in cuor mio
Non elabora, o decontestualizza prodotti fini-
spero che Francesco Lus-
ti, ma coglie l’unicità di alcuni componenti del
sana e gli altri artisti presenti sapranno mo-
lavoro seriale. Interrompendo il processo di
strare quant’è importante andare oltre i muri,
produzione è un po’ come se interrompesse il
soprattutto in questo periodo in cui è stato
lavoro a catena per fotografarlo e salvarlo dalla
coniato il neologismo Ostalgia11. Nostalgia per
distruzione”. Visto, ascoltato, scritto e fotogra-
la vita nell’ex Germania Est. Ossia nostalgia
fato, mi rimaneva un’ultima curiosità; sapere
per un regime oppressivo. Non che il modello
cosa porterà a Milano dal 9 al 22 novembre
odierno sia esemplare, è vero, ma la risposta
prossimo, per il grande evento. Un pensiero
non può essere in quel passato ne sono sicu-
realista rinnovato. Distruggere per ri-costruire.
ra. Quindi, come si dice dalle mie parti, à bon
Una potentissima gru della Despe - società
entendeur, salut12.
10 Giovanni, oltre ad essere un professionista hors pair che si è inventato una professione che non esisteva, è un carissimo amico che è stato veramente prezioso; su due piedi è riuscito a realizzare questa simulazione che serviva assolutamente il giorno dopo per la divulgazione dell’evento. Grazie Gio! www.ginoulhiac.com. 11 È una crasi delle parole tedesche Ost (est) e Nostalgie (nostalgia). 12 A buon intenditore, arrivederci (poche parole). Nata nel XVII secolo quest’espressione è un invito alle persone che hanno colto il senso delle parole dette di agire e reagire. In questo caso è anche un invito a scrivermi, se avete delle quinte da svelare. Quindi vi lascio il mio indirizzo e-mail: milemary@hotmail.com. E, per i più curiosi, le quinte di chi vi scrive le trovate sul blog del mio libro che si diverte a raccontarmi: http://milemary.blogspot.com/.
101
Salottino Virtuale di Maryline JM-W
“Nessuno è profeta nella propria terra, soprat-
inventori” per riprendere le parole di Ferruccio
tutto a Bergamo”. È un ritornello canticchiato
Arnoldi in Be Our Guest In Bergamo, il libro - o
da tanti. Ma ci sono anche voci fuori dal coro,
forse dovrei dire “l’invenzione” perché 20 anni
come questo amico che mi scrive: “Ho letto il
fa è stato sicuramente un’idea innovativa - che
pezzo di Nodari , sono cose che sento dire da
accoglie il turista e lo porta in parole e im-
cento anni pari, pari, a Milano e ovunque. Poi
magini alla scoperta di Bergamo e della sua
ti confesserò che Arlecchino è una maschera
gente. Mi alzo e vado verso la libreria. Ecco-
veneziana e non bergamasca. Solo che Berga-
lo2, lo apro e mi perdo con piacere in alcune
mo, essendo stata sotto il dominio della Sere-
delle idee nate in terra bergamasca che hanno
nissima per molti anni, ha importato tradizio-
cambiato il mondo. La prima fiera, il primo
ni popolari, oltre che stili architettonici e gusti
vocabolario ideato nel Cinquecento dall’abate
estetici (Città Alta ne è un esempio!).
Ambrogio da Calepio, o ancora l’invenzione del
Inoltre io non credo al fatto che nessuno è pro-
telefono portatile già nel 1939 che collegava
feta in patria. È una frase del vangelo su cui
Como, Milano, Bergamo, Brescia e Cremona
non sono troppo d’accordo. Berlusconi, Agnel-
con un’antenna posta sul colle di San Vigilio.
li, Bossi!, Bill Gates, Steve Jobs, ma anche Pi-
Senza dimenticare i Tasso, del servizio posta-
casso, Dalì, gli U2, ... non sono forse profeti
le, Francesco Cassani che montò invece per
in patria?
primo un motore diesel su un trattore, segnan-
Chi dice “nemo profeta in patria”, probabilmen-
do così una svolta nella storia dell’agricoltura,
te ha avuto dei problemi lui e tende ad univer-
l’ing. G. Murnigotti che inventò l’automobile e
salizzarli.”
la motocicletta nel 18793, o ancora le grandi
Allora Profeta o non profeta in patria? Sicura-
aziende come la Magrini, la Dalmine, la Freni
mente la Bergamasca è “terra di ingegno e di
Brembo ed altre che devono il loro successo
1
Vedi il Salottino Virtuale di settembre 2009. Devo ricordarmi di farmelo autografare la prossima volta che incontro Ferruccio. C’est mon péché mignon (una tentazione alla quale non resisto); quali una foto, secondo me, le dediche cristallizzano un momento, racchiudendo in esse le emozioni di un attimo di vita. E, meglio di una foto, spesso tornano a farti sorridere mesi o anni dopo, quando meno te lo aspetti, aprendo per caso un libro o ascoltando un disco. 3 Vi lascio il piacere di scoprire a pagina 45 di Be our Guest in Bergamo perché detta invenzione viene invece attribuita a Daimler e Benz benché regolarmente registrata presso la Camera di Commercio di Bergamo dal nostro ingegnere sei anni prima di quella di Daimler. 1 2
102
a brevetti industriali bergamaschi. Sospiro. Qualcuno dunque profeta in patria lo è effettivamente diventato. Allora perché questo ritornello alquanto disfattista? Forse perché tanti come il nostro ing. Murnigotti rimangono per lo più sconosciuti, anche ai Bergamaschi, malgrado la loro genialità. Nell’attesa di rispondere a questo quesito, ho convitato altri ospiti, profeti e non, a riflettere sulla creatività e l’industria. E per fortuna, ancora una volta, nessuno ha rifiutato l’invito quindi ora lascio la parola a Guido Bosticco, Pasquale Emanuele, Raffaello Melocchi e Gianni Campardo che ringrazio tanto. Un grazie di cuore anche lo scrittore Antonio G. D’Errico che ci porterà, Salottino dopo Salottino, nei misteri del suo ultimo noir ancora inedito, La governante Tilde, ambientato in terra Bergamasca.
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Errata corrige: il mese scorso, nel testo di Parola alla Birra, è stato involontariamente commesso un errore. La birra Elav è effettivamente nata in provincia di Bergamo, ma attualmente la produzione e’ effettuata presso il birrificio Bavarese Lauterbacher, dove viene realizzata su ricetta originale ed in esclusiva. Si ringrazia il Sig. Antonio Terzi, Birreria La Pinta Snc ed unico rivenditore, che ce lo ha gentilmente fatto presente e si chiede scusa per l’informazione non corretta. 103
Salottino Virtuale Parola alla Filosofia di Guido Bosticco1
L’indirizzo giusto è: www.google.com/patents.
flessioni, forse banali.
Di che cosa si tratta è molto semplice, lo spie-
Primo: la tecnologia non è solo quella elettro-
ga un sottotitolo: Search over 7 million patents
nica e le invenzioni non sono solo quelle legate
(cerca oltre 7 milioni di brevetti). Il motore di
al mondo dell’hi-tech, ma spesso si nascondo-
ricerca più famoso e performante al mondo ha
no in oggetti semplici di uso quotidiano come
una sotto categoria (come quella della ricerca
lo spazzolino da denti, datato 1876 e poi ri-
di immagini o di libri o di news) dedicata ai bre-
brevettato in forma evoluta a fine anni ‘70. E
vetti. Una bustina di tè, di quelle che si pren-
c’è perfino un brevetto su come mettersi il ros-
dono al supermercato, racchiude in sé circa
setto, registrato nel 1944 da Elaenor Kairalla,
venti brevetti. Venti invenzioni geniali: dal filo
avvocato.
che non si spacca alla carta semi-impermea-
Secondo: le invenzioni generano a loro volta
bile, dalla macchina che trita e distribuisce le
creatività. L’invenzione dell’iPod ha scatena-
foglie nelle buste alla colla resistente al calore
to migliaia di ingegneri e dilettanti che hanno
che le tiene chiuse. Digitate “iPod” sul motore
progettato, realizzato e brevettato oggetti o
di ricerca e, prima di trovare i brevetti relativi
applicazioni connessi.
al lettore Mp3, troverete centinaia di pagine di
Terzo: quante sono le invenzioni che ci cam-
brevetti correlati: l’adattatore per automobile,
biano la vita senza che ce ne accorgiamo? Ab-
la custodia impermeabile, le casse acustiche,
biamo detto del filo delle bustine di tè che una
il software per vedere i video e via così. Queste
volta si rompeva sempre ed oggi resiste. Ma
due piccole ricerche ci suggeriscono alcune ri-
avete mai pensato a come fosse il mondo pri-
Filosofo nato a Bergamo, nonché docente di scrittura all’università di Pavia, giornalista e autore di Riempire i vuoti. Un manuale (soggettivo) di scrittura e comunicazione. Ed. Ibis e La tromba a cilindri scritto con Guido Mazzon. Ed. Ibis.
1
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ma che qualcuno (dicono un italiano, forse ad-
e inutili. L’edonismo, per capirci, è una chia-
dirittura bresciano ma la notizia non è sicura:
ve di accesso a molti mercati assai redditizi
se qualcuno sa di più, si faccia avanti) inven-
per chi si occupa di nuove tecnologie. Ormai le
tasse quel rotolino di cera o plastica che chiu-
performance dei prodotti in commercio sono
de il capo delle stringhe da scarpe? Quando
sostanzialmente tutte uguali, a parità di cate-
quella plastichetta si perde è impossibile in-
goria. Sì, un certo telefonino è meglio di un
filare la stringa nell’asola. Grande invenzione.
altro, forse il tal navigatore è più affidabile, al-
Grande commercializzazione (praticamente in
cuni computer portatili sono più veloci. Tutto
tutto il mondo ogni paio di scarpe ce l’ha), e
vero, ma sostanzialmente non è sui millimetri
grande utilità. Ma mai nessuno che faccia un
di differenza nelle prestazioni che si misura il
pensierino sulla sua genialità. E la ricchezza
successo di un oggetto tecnologico. A parità di
che giustamente tocca al suo inventore non fa
prestazioni contano il design, l’estetica, l’usa-
notizia.
bilità, il piacere alla vista e al tatto. Se la tecno-
Quarto (suggerito dal punto precedente): per-
logia non è bella, di colpo non è più nemmeno
ché di alcune invenzioni sappiamo tutto e di
interessante. Viceversa, se è molto bella divie-
altre no? O meglio: perché, indipendentemen-
ne anche interessante, necessaria addirittura.
te dal successo commerciale o dalla loro re-
E bisogna averla. Necessità e bellezza, notizie
ale utilità, alcune invenzioni hanno fortuna
e realtà. Parole che sembrano scollegate tra
mediatica? Forse oggi l’invenzione fortunata è
loro. Ma che non lo sono. E avremo occasione
quella, per così dire, “totale”: deve risponde-
di parlarne un’altra volta, qui in salotto.
re a molti requisiti apparentemente disparati
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Salottino Virtuale Parola alla Cultura di Pasquale Emanuele1
Scienza e tecnologia aprono stanze all’Arte
ritornare come prima; il mondo all’epoca è
e alla Poesia. Non tutto è immediato, c’è un
appena uscito dal terrificante conflitto, e già
tempo di avvicinamento, di riconoscimento, di
nell’arte, nella cultura si sentono nuovi fer-
conoscenza. E non è tutta la poesia e nemme-
menti con più attenzione rivolta alla vita so-
no tutta l’arte, ma dai laboratori progettuali,
ciale. Un gruppo di artisti sceglie di riscatta-
dalle aziende, dalla vita sociale, si riceve una
re il valore dei materiali d’uso, di scarto (R.
continua emozione che diventa forza creativa.
Stankewicz e Chamberlain). E qui ci sono le
Penso al quarto gradino della scala di Eros o
premesse della Pop Art, con R. Rauschenberg
della bellezza del convito di Platone, in dialogo
capofila che sboccerà nel nuovo realismo con
con la modernità.
artisti come Arman, César, Rotella e Tinguely.
Arte. Arte-Industria e Industria-letteratura
Ma l’arte contemporanea vive e si trasforma
sono due esplorazioni degli anni ’50. La prima
continuamente perché è dentro il contesto del-
in America, la seconda in Italia. In America la
la natura: leggiamo così le opere di A. Burri, R.
compie un operaio metalmeccanico che, forte
Morris, D. Spoerri, E. Bay, R. Crippa, E vedo-
della sua esperienza e conoscenza dei mate-
va, F. Melotti, L. Fontana con la stanza di luce
riali, pensa di creare con questi un’arte tecno-
e, nella Bergamasca, P. Cattaneo, Thea Vallé,
logica. È David Smith; le sue opere sono oggi
P. Viscusi, V. Donaruma e E. Bianco. Da tutte
nei musei. In Italia, la seconda, la conduce un
queste esperienze, scientifiche, tecniche, arti-
intellettuale, Elio Vittorini nella rivista Il mena-
stiche, di architettura, possiamo dire che l’arte
bò (1959-1967) edita da Einaudi. Si tratta di
tecnologica ha saputo trovare un suo percorso.
due iniziative che sono state il lievito di tanti
Gli operatori interni all’industria o in collega-
movimenti artistici e letterari vivi, articolati,
mento con essa dispongono di un numero cre-
defluenti e riconfluenti in tante forme di arte
scente di prodotti e di vedute per orientare le
e di scrittura che hanno presente la condizio-
loro scelte e realizzare le loro opere. Sommes-
ne umana. Diceva S. Quasimodo che le guerre
samente dico che a Bergamo si era formato
devastano il cuore dell’uomo e non tutto può
un gruppo chiamato Ri-progetto, nell’ambito
1 Pasquale Emanuele (Zafferana Etnea 1925), progettista di macchine elettriche e giornalista pubblicista, ha presto abbandonato la sua isola per Novara, e dal 1970 per Bergamo. Maître à penser fin dagli anni ’50 scrive per diverse riviste letterarie, quali Il filosofo di Francesco Graziano e Gina Guarasci, e pubblica numerose raccolte di versi, tra cui il recentissimo E tutto è Etna - ed. Bonnano - dedicato alla sua isola.
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del Gruppo Fara, che si proponeva di transitare
la poesia che sta nella tradizione ad avere quel
dal Ri-progetto al Progetto. Il più interessato e
poco spazio che ha nella letteratura. Ricordo
convinto di questo gruppo è stato Francesco
che a Bergamo, nel 1981, il Gruppo Fara, con
Lussana, e oggi possiamo capire il perché. È
la rivista Abiti-lavoro, promosse il primo conve-
entrato nel clima vero di capire che la scienza
gno nazionale degli scrittori attivi nei luoghi di
e la tecnologia applicata sono stimolatori di
lavoro. Tra gli autori rappresentativi e i critici
idee per un operatore d’arte. È stato, quello di
di varie aree del paese, ricordo F. Brugnaro, P.
Lussana, un lungo colloquio con i materiali e le
Emanuele, G. Garancini, S. Sardella, R. Voller,
forme che sfogliavano le macchine sotto i suoi
R. Leoni, M. Tucci, O. Locatelli, G. Majorino e
occhi per tanti progetti e prove che sono ormai
R. Roversi. Un riuscito convegno che diede vita
nel suo curriculum, sempre pronte a germina-
a una piccola casa editrice, Punti di mutamen-
re in nuove creazioni.
to. Non durò molto. Ci auguriamo che, come
Poesia. Parlare di poesia, con due premi Nobel
tutto cominciò con il ready-made di M. Duc-
- Quasimodo e Montale - nel secondo novecen-
hamp, oggi il buon vento che spinge l’arte tec-
to, è impresa più ardua e risulta più parzia-
nologica possa segnare per la poesia un punto
le rispetto all’arte. Ma certo non si possono
di spinta per un percorso più vitale.
omettere importanti poeti come: V. Sereni, R. Roversi, A. Porta, M.L. Spaziani, N. Risi, M. Luzi, E. Pagliarini, U. Piersanti, G. Raboni, A. Zanzotto, V. Magrelli, M. Bettarini, F. Fortini, L. De Luca, A. Spatola. La poesia non si vede come l’Arte, resta di norma nei cassetti dell’autore. Di poesia se ne scrive molto, ma se ne legge poco. E una poesia che riguarda l’aspetto industriale è poco seguita. Perfino per il poeta l’Industria, che è un luogo di scienza applicata, un ambiente di grande formazione sociale, di nuovi linguaggi, di crescita professionale, non viene considerata come tale. È
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Salottino Virtuale Parola all’Economia di Raffaele Melocchi1
Con l’osservatorio dentro la cosa: una picco-
bliamo tra loro, col più classico dei metodi,
la azienda metalmeccanica, in bergamasca.
la saldatura, o con tecniche meno “brucianti”.
Giusto perché chi legge si faccia un’idea: noi
Nella più parte dei casi i manufatti passano
lavoriamo con una materia che è la lamiera di
nelle mani di aziende terze alle quali affidiamo
un po’ tutti i metalli più comuni (ferro, acciaio
le finiture superficiali (protettive e/o decorati-
inox, alluminio, rame, ecc.). Abbiamo presse
ve). E alla fine, ci occupiamo di assemblare le
che battono con forze da poche tonnellate fino
nostre parti con altre, fatte fare o acquistate
a grandi ed impressionanti macchine da centi-
dal commercio, e arriviamo a prodotti finiti,
naia di tonnellate. Nel mondo della meccanica
confezionati, che i nostri clienti metteranno
le presse sono i forzuti un po’ stupidi; capaci
direttamente sul mercato. Tutto questo senza
di picchiare e niente di più. Allora noi ci infilia-
che la nostra azienda abbia un suo prodotto;
mo sotto degli oggetti molto intelligenti che si
proprio nemmeno uno! Noi serviamo, da terzi-
chiamano stampi, e le nostre tontolone diven-
sti, aziende multinazionali o clienti più piccoli
tano mezzi capaci di performances tecniche e
di noi, molti hanno un comun denominatore:
produttive di assoluta rilevanza. Si capisce che
essere leaders del loro mercato a livello mon-
una delle nostre attività più appassionanti - e
diale. Siamo uno degli anelli – spesso fonda-
vitali - è la concezione e la realizzazione degli
mentale – della loro catena produttiva e com-
stampi stessi; qui la tecnologia e la raffinatez-
merciale. Lunga assai la premessa. Ma mi è
za esecutiva sono spinte ai livelli più alti della
sembrato che dovesse esserci per capire da
meccanica. Altre cose, molte, facciamo ai me-
che parte arriva quello che segue: «COME VA’
talli. Con macchine di sofisticata tecnologia ci
IL LAVORO?»: è la domanda che da sette o otto
tagliamo sagome piane, le più complesse; dia-
mesi ci facciamo tra noi quando ci vediamo
mo loro forme tridimensionali; poi le assem-
o alziamo il telefono. Anche quando si vuole
1 Di lui dice: “Termino nel non vicino 1964 le scuole medie inferiori. Sono stato uno dei pochi bambini che sanno perfettamente cosa faranno nella vita : il cuoco (o meglio : il grande chef!). Per coltivare la mia vocazione, papà, mamma, parenti tutti: “sei matto! ti iscriviamo subito all’ Esperia!” Divento un - poco entusiasta- perito meccanico. Comincio a lavorare in alcune mediopiccole aziende bergamasche : colpo di fulmine per questo lavoro per il quale, ancora oggi, non si è affievolita di un niente la passione e il divertimento (di certo, cominciare dopo qualche anno a lavorare nella piccola Officina che mio padre e mio zio avevano avviato, dare l’anima per farla crescere e plasmarla come io volevo, mi ha trasformato completamente). Accanto al lavoro e alla famiglia, pallavolo (ancora oggi, non lontano dai sessanta anni, insieme a una combriccola di vecchie glorie,ci scanniamo settimanalmente in scontri tanto improbabili quanto ferocissimi), montagna, e i miei grandissimi, indispensabili, compagni : i Libri. Poi, per non tradire la vocazione antica, pasticcio di tanto in tanto in cucina con sommo trasporto (mio; dei commensali un po’ meno)”
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parlare di tutt’altro, prima arriva sempre quel
contro l’altro. I nostri collaboratori, le nostre
«come và il lavoro?» E la risposta è, sempre,
maestranze hanno bisogno che chi sta in cima
come una fotocopia che gira e che tutti leggo-
si batta, faccia sentire loro il suo coraggio e la
no: «da schifo: sono sotto del 30-40-50% del
sua speranza. Io ci vivo dentro - non accanto! -
fatturato; ho dovuto mettere in Cassa Integra-
e, anche qui, sento che la nostra gente è lì che
zione un tot di dipendenti; ho dovuto lasciare
aspetta di poterci seguire con fiduciosa abne-
a casa tutti gli interinali e non ho rinnovato i
gazione. Per loro è arrivato il momento della
contratti a termine; le banche non scuciono un
catarsi e lo sanno. La maggior parte di loro è
euro e intanto i clienti non pagano; se và avanti
pronta a passarci attraverso il “fuoco purifica-
così, chiudo...» Qui, tenetene ben conto, siamo
tore” che cambierà teste, aspettative, modi di
ai discorsi tra artigiani e piccole industrie ma-
pensare. Ma noi - i “comandanti” - non possia-
nifatturiere. Stavolta non c’è nessuno che pian-
mo accasciarci su una sedia ad aspettare.
ge così senza motivo, tanto per non uscire dal
«Regordet: i mester i sa mala ma i mor mai
coro. Bluff non ne vedo quando guardo negli
se ti fè de galantom e co la buna olontà!»2
occhi i miei interlocutori. Questa volta vedo e
« … e racconto all’attento viaggiatore dei
sento paura. La stessa che mi sta tormentan-
tempi antichi la fatica dimenticata e il corag-
do; la paura che avvolge tutto come una rabbia
gio cupo dei padri». Il primo era “l’undicesi-
oleosa e che sta succhiando a buona parte di
mo comandamento” di mio nonno materno.
noi, sanguisuga, la forza vitale. Vedo sparire
Il secondo, l’ho trovato scritto in montagna, su
di giorno in giorno la voglia di provare cose
un roccione sospeso nel vuoto. E da qui pos-
nuove, incamminarsi su sentieri non usuali:
siamo ripartire.
armi che fino a poco tempo fa tutti avevamo e che ci spingevano in sana competizione l’uno
2
Ricordati: le attività si ammalano, ma non muoiano mai se li fai da galantuomo e con la buona volontà.
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Salottino Virtuale Parola all’Invenzione di Gianni Campardo1
Mi è stato chiesto di partecipare a questo sa-
tutto il mondo e la pittura. Ho al mio attivo più
lottino di moderna concezione, sul tema dei
di un centinaio di brevetti3, sempre nel campo
brevetti o forse più in generale della creatività.
della microelettronica. 100 brevetti, sono tan-
Comincerei con il definire questo punto d’in-
ti? Se pensate che una ditta a livello mondiale
contro come un WWB, un World Wide Bower .
può avere un portafoglio di qualche migliaio
È da considerarsi un’invenzione? Non credo
di brevetti, se più di un decimo di questi ha
ma comunque l’assegnare un nome, oltre ad
il nome di una persona sono tanti. Se invece
indicare il possesso in genere e’ considerato
pensate ad Thomas Edison, che ne ha prodotti
un atto creativo. (Genesi 2, 19-20) ( http://
un migliaio, sono pochi. Per poter depositare
www.laparola.net/testo.php ). Sono già in
un brevetto bisogna sottostare ad una lunga
confusione. Ripartiamo: prima un po’ di pre-
trafila. Avuta
sentazioni, come si fa negli incontri di un cer-
l’idea, che e’ ovviamente la parte necessaria,
to livello nelle aziende; un giro di tavolo. Mi
ma non e’ detto sia sufficiente, viene stesa una
chiamo Giovanni, anche se tutti mi chiamano
proposta che poi uffici appositi trasformano in
Gianni, sono nato a Bergamo nel 1958, in Sità
un linguaggio che noi definiamo “brevettese”
Olta (non Berghém de súra come dicono in
che e’ una derivazione di quello utilizzato da-
molti) di cui conservo gli odori delle cantine
gli avvocati per stendere i contratti che hanno
e le folate fredde degli spalti delle mura nei
bisogno di avere la massima copertura per il
pomeriggi d’inverno e le sudate delle corse in
contraente. Due sono le “cose” che devono es-
bici sui colli d’estate, e risiedo oggi in Borch
sere presenti perché il brevetto sia accettato,
(non in Berghém de sota come dicono in mol-
dopo una sorta di processo: la presenza della
ti). Lavoro in una grande multinazionale della
novità e poi l’insegnamento. Quindi non basta
microelettronica, vicina Milano. Sono sposato
che l’idea sia nuova, deve anche esserci una
e ho due figli. Coltivo diversi interessi, fra cui le
spiegazione che permetta a chiunque di rea-
arti marziali e una passione per le maschere di
lizzarla. Ad esempio non posso brevettare il
2
Campardo Giovanni, laureato in Ingegneria Nucleare al Politecnico di Milano (1984) e in Fisica (1997) all’Università Statale di Milano, lavora in Numonyx (spin-off di memorie fra STM e INTEL) ed è autore-coautore di più di 100 brevetti, sei libri tra cui VLSI-Design of Non-Volatile Memories , Springer Series, 2005 e di numerose pubblicazioni. 2 WWB acronimo di World Wide Bower che tradurrei come Il Salottino spalancato sul mondo. 3 Nel sito europeo dei brevetti, http://www.espacenet.com , potete trovare e leggere, tutti i brevetti, non solo i miei, depositati nel mondo. 1
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teletrasporto delle persone. E’ senza dubbio
imparare, poi disimparare e a quel punto si
un’innovazione, ma non sono capace di for-
fa! Con Salvenimi direi: “La cultura è quello
nirne un’implementazione. Se ci sono queste
che sai quando hai dimenticato tutto quello
due caratteristiche si da luogo alla ricerca
che hai studiato”. Così per la mia esperienza.
brevettuale che controlla se, nel mondo, o nel
Ho risolto problemi che poi ho tradotto in bre-
paese dove si richiede il deposito, non esiste
vetti pensandoci per tantissimo tempo, alcune
già qualche cosa di analogo o di simile. Molto
volte anche anni, magari con processi mentali
spesso le idee nascono contemporaneamen-
in background, soprattutto nella vasca da ba-
te, un po’ come i frutti su di un albero che
gno o a letto nei minuti che precedono il sonno
maturano circa nello stesso tempo, quando e’
per poi “vedere” la soluzione la mattina dopo.
la stagione giusta. I miei brevetti, alcuni dei
Personaggi illustri, che hanno dato veramen-
quali sono utilizzati in moltissimi dispositivi,
te grandi cose all’umanità’, hanno affermato
sono molto difficili a spiegarsi perché richiedo-
di avere avuto esperienze di questo tipo, da
no delle conoscenze specifiche approfondite;
Friedrich August Kekulé che disse di aver so-
comunque mi sono chiesto spesso perché a
gnato la soluzione della struttura molecolare
qualcuno vengono delle idee e questa risposta
del benzene, a Srinivasa Aiyangar Ramanujan
non l’ho trovata invece alla domanda su cosa
che si diceva ispirato spesso in sogno da una
si deve fare per avere delle idee, almeno per
divinità indiana. Nel mio piccolo confermo che
la mia esperienza, la risposta c’e’. La prima
il più delle volte la soluzione sembra sorgere
cosa da fare e’ quella di avere una conoscen-
dal nulla nella mente. In realtà credo si tende
za profonda della materia su cui ci si applica,
a dimenticare il lavoro che si compie magari
fino a raggiungere un livello di astrazione dei
considerando prima moltissime soluzioni fino
componenti da utilizzare tale da non pensarli
a che si giunge a quella giusta.
più in termini specifici. Un esempio: nell’insegnamento delle arti marziali; prima si deve
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Salottino Virtuale Appuntamento fisso con
La governante Tilde1 di Antonio G. D’Errico2
1 La morte del vecchio preside di un noto liceo
pure aveva permesso di godere di quell’ultimo
di Bergamo, aveva fatto sprofondare gli abi-
e fatale piacere.
tanti del paesino di Roncola in un comune sen-
Nei bar, gli anziani del paese mormoravano
timento oltraggioso di scandalo e di vergogna.
che avesse fatto uso di viagra. Scuotevano la
L’anziano, unico superstite di una famiglia
testa, sospirando, intimamente solleticati da
numerosa di notabili e funzionari del paese,
stravaganti e misteriose fantasie. Tacevano,
strenui oppositori del regime ai tempi del fa-
subito dopo, e percorrevano in silenzio le stra-
scismo, era stato trovato nell’antica casa di
de tortuose della loro immaginazione. Qualcu-
famiglia, sul suo letto, completamente nudo,
no, che aveva rinunciato già da molto tempo a
con le mani imbrattate di sperma, come era
quelle sollecitazioni, pensava seriamente che
risultato successivamente all’esame condotto
fosse indecente e stupido morire in quella ma-
dalla polizia scientifica sui resti organici di in-
niera, che per suicidarsi ci fossero altri modi,
certa identificazione ad una prima e sommaria
quantomeno più decorosi.
verifica.
Il commissario Gribaudi, della questura di Ber-
Il liquido asciutto e disidratato appariva di co-
gamo, a cui era stata affidata l’inchiesta per
lore scuro, filamentoso e completamente rap-
accertare le cause di quella morte - forse più
preso. Aderiva, come budello di salame, alle
che le cause, altri moventi e istigazioni diver-
parti basse del corpo, sulle pelvi e sul ventre,
si da quella vergognosa verità - aveva cercato
come se fosse colato, scivolando dalle mani,
un confronto con il parroco, l’unico evidente-
che reggevano ancora tra le dita secche e no-
mente in grado di potergli aprire uno spiraglio
dose quel che restava dell’organo genitale, ora
di luce nuova su quell’increscioso e delicato
che si era ritirato, perdendo quel vigore che
mistero. Era stato proprio il commissario ad
Un noir in cui la morte del Preside di un noto liceo di Bergamo manda nel panico e nella vergogna collettiva i cittadini di Roncola, un paesino della Provincia lombarda. Scrittore e sceneggiatore teatrale, televisivo e cinematografico che ha ricevuto importanti riconoscimenti letterari. Tra le varie opere di Antonio G. D’Errico si segnalano due lavori diversi per dare un’idea della vastità dell’opera di quest’artista. Il suo ultimo lavoro, il thriller ambientato nella Bergamasca, Il Discepolo - ed.Frilli (classificato, alla votazione della giuria popolare, al terzo posto del premio Scerbanenco, edizione 2008) che s’ispira al mondo dei giovani, e in particolare al mondo nascosto delle sette sataniche. E un lavoro realizzato con Donato Placido, attore e poeta, fratello del più noto attore e regista Michele Placido, “Montalto. Fino all’ultimo respiro, diario sentimentale” (Giuseppe Laterza Editrice, dicembre 2000) Premio Pavese, edizione 2002, e Premio città di Monteverde, V edizione, estate 2001. Dal cui romanzo è stato tratto un film sul caso “Montalto”, il giovane agente di polizia penitenziaria ucciso nella campagna di Trapani la sera del 23 dicembre 1995, vittima di un agguato mafioso. Per i più curiosi ecco il suo spazio nell’etere: http://www.myspace.com/antoniogderrico
1
2
112
aver dovuto fare quelle confidenze al parroco
voler celebrare la messa funebre, permettendo
riguardo alle condizioni in cui era stato trova-
al suo vicario appena una sbrigativa benedizio-
to il cadavere. Confidenze, però, entro certi
ne della bara, davanti all’ingresso della chie-
limiti, perché erano pur sempre dati di fatto
sa, e gli aveva concesso a fatica di seguire la
su cui fondare un’ipotesi plausibile differente
macchina delle pompe funebre per il tragitto
dal semplice “incidente” come unico motivo
fino al cimitero, impedendogli comunque di
di quella morte. Avrebbe potuto chiudere l’in-
esibirsi in solenni o miti litanie. In realtà, non
chiesta per accertamento di infarto cardiaco,
c’era stato bisogno di quest’ultima raccoman-
dovuto al cedimento del cuore che non aveva
dazione, poiché al corteo non aveva parteci-
retto a quella spasmodica emozione. Invece,
pato nessuna delle anime pie del paese; solo
non era per niente sicuro di quanto era stato
un piccolo ragazzetto, con lo sguardo sveglio
dato per evidenza anche dal medico legale.
e il cuore pulito, aveva tenuto compagnia al
Il parroco si era trincerato dietro l’inviolabili-
prete, che ciondolando si era trascinato fino
tà del sacramento della confessione e aveva
al cancello all’ingresso dell’estrema dimora,
evitato ogni commento, anzi si era detto pro-
evitando di seguire la macchina che aveva
fondamente offeso e mortificato da chi aveva
proseguito nel viale principale. Il commissario
sconvolto la pace del paese, benché avesse
Gribaudi aveva tentato l’approccio con i citta-
procurato morte a se stesso, con quell’osce-
dini di Roncola, cercando da loro risposte sulla
nità che rappresentava offesa a Dio prima an-
vita del defunto, sulle sue abitudini quotidiane,
cora che alla comunità cristiana di cui egli si
se avesse delle abitudini consuete: quali ne-
pregiava di essere ministro della Sua chiesa.
gozi frequentasse per la spesa, se avesse dei
Aveva evitato in modo inderogabile ogni altro
parenti, se ricevesse delle visite. Era stato ri-
riferimento a quell’inquietante e scandaloso
sposto solo con la sfiducia nelle facce di quelli
avvenimento, minacciando finanche di rifiutar-
che gli avevano fatto cenno di no con la testa,
si di celebrare la messa funebre di commiato.
taluni 3schioccando la lingua tra i denti, altri
Era stato proprio lui a far trapelare la notizia
molto più semplicemente girandogli le spalle.
sulle condizioni in cui era stato trovato il corpo
Era rimasto a disperarsi più volte per quel mu-
del preside, durante una delle sue infervorate
tismo, girandosi intorno, trovando come unico
prediche della domenica.
conforto solo lo stupore del suo assistente, che
Aveva tenuto fede anche alla promessa di non
lo aveva guardato sconsolato e impensierito. 113
Appassionato di cucina, membro di un’importante accademia gastronomica, quando passa per Bergamo, cerca un buon locale per passare una serata con Lei.
Un tavolo per due Ristorante La Colombina1
Accetto di prestarti il mio Autan, se mi chiedi scusa per quello che hai scritto l’ultima volta.
Mai! [Un morso di zanzara dopo] Va bene ammetto che si può ricorrervi, ma rigorosamente prima di passare a tavola.
Bene, proviamo questa Colombina, ristorante
non cede a fronzoli. Stupisce però, anche per
familiare di cui su vari blog culinari, che ul-
un locale così, la sparutissima lista dei vini: è
timamente proliferano in rete, si parla bene.
quasi vietato allontanarsi dalla bergamasca, il
Diciamolo subito: se si vuole capire la diffe-
che può andare bene per l’avventore occasio-
renza tra un onesto locale di discreto livello,
nale, e a me un buon Valcalepio di quando in
che soddisfa decorosamente le esigenze di chi
quando certo non dispiace, ma chi ci viene di
ama mangiare saporito senza troppe pretese,
frequente necessariamente si annoia. E’ bene
ed un vero ristorante di qualità, andate alla
riconoscere però che, tra i Valcalepii, nella
Colombina e capirete. Un suo punto di for-
scelta si è ben guidati, e che i prezzi sono più
za, accessibile a tutti nelle sere di magra, e
che giusti. Allora, si mangia: un po’ spaventati
a pochi quando c’è il pienone, è la terrazza,
da leggende di porzioni gigantesche, non del
o meglio il balcone, che domina la città bassa
tutto false ma un poco esagerate, evitiamo an-
e consente di cenare in uno splendido “plein
tipasti e compagnia, e andiamo chi su stagio-
air”. Entriamo dunque, dopo aver io stesso vo-
nali pappardelle ai funghi, chi su eretiche, ma
lentieri capitolato, forse presentendo la serata
talvolta interessanti, melanzane alla parmi-
di grana grossa, sull’uso del pestifero liquido
giana. I funghi, visto l’anno, a domanda si ri-
antizanzare. L’accoglienza è di una grezza cor-
sponde sinceramente essere surgelati: le pap-
dialità, di una familiarità che però non distur-
pardelle superano comunque l’esame, senza
ba, diciamo una genuina schiettezza che certo
eccellere. Almeno a me, surgelato o semivivo,
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Via Borgo Canale, 12 - Bergamo Tel.: 035 261402
il fungo piace un po’ croccante, solido, e qui lo
ottima e abbondante: e se la carne è buona, e
trovo invece nella (ahimè ormai maggioritaria)
lo è, ne sia dato merito al locale.
versione bavosa, che alla fine mi pare, come
Chiudiamo coi dolci, pochi e casalinghi: vai
spesso, anche un po’ dadosa. Comunque, po-
con la crostata, accompagnata dal Moscato
tabili. Le melanzane invece, se uno le mette in
di Scanzo. Discreti entrambi, stile vecchia zia
lista le deve sapere fare bene, e qui l’esecuzio-
di cui ti puoi fidare. Il tombolone arriva però
ne è ordinaria, per non dire anonima: se farle
alla fine: due belle bottiglie di grappa, tradi-
fritte è complesso e dall’esito pesante, si trovi
zionale e ai mirtilli, arrivano assieme al conto.
un quid che le renda meno flaccide, più gusto-
Quest’ultimo non allevia né ostacola la dige-
se o se no almeno delicate.
stione, essendo né caro, né conveniente (sui
Passiamo ai secondi: anche qui, stranamente,
35 €) vista la qualità, le grappe invece, e di-
è lei che c’azzecca: intimorito dalle melanza-
ciamolo una volta per tutte, gridano vendetta:
ne, io ordino un’insalata di coniglio, che si rive-
se le offri, che siano buone per Giove! Macché:
la poi, e lo potevo immaginare, una insaporità
annacquata quella di mirtilli, brusca e senza
al quadrato, essendo poco saporiti sia l’insala-
storia l’altra. Se si vuole essere un tempio, per
ta che il coniglio. Lei ordina invece, nonostante
quanto alla buona, della cucina bergamasca,
il mio sconcerto per la banalità dell’idea, una
sulle grappe non si può tradire.
tagliata, per di più col parmigiano sopra. E in-
Mr. Pink
vece la tagliata è, come si diceva una volta,
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Buon compleanno Friends and Travels
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Serata di divertimento e so-
settimane e dove percor-
lidarietà quella dello scorso
rerà circa 4000 chilome-
24 settembre alla Friends
tri, dal Perù al Paraguay.
and Travels di via Pignolo,
Durante la serata, la Frien-
a Bergamo. Gli appassio-
ds and travels ha presenta-
nati di viaggi si sono infatti
to anche il magazine online
riuniti non solo per parla-
Friendsandtravels.com, in-
re di mete lontane, ma per
teramente dedicato al turi-
dare anche un aiuto a chi
smo, dove il viaggiatore sarà
ne ha più bisogno. È stato
al centro e i clienti avranno
infatti presentato il
Moto-
un ruolo primario attraver-
taxi Junket, una spedizione
so una community, con la
benefica a cui la Friends
possibilità di pubblicare le
and travels prenderà par-
foto delle loro vacanze e dei
te dal 20 ottobre per due
posti che hanno visitato.
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E’ nata la palestra Eala
Dedicata alla squadra agonista dell’associazione sportiva “Eala - Ginnastica Artistica Alzano”, è una struttura altamente professionale, un punto di riferimento necessario ed indispensabile per la crescita di una squadra con alti risultati sportivi. “Eala - Ginnastica Artistica Alzano”, con un corpo di 12 allenatori, vanta oltre vent’anni di presenza sul territorio, abbracciando i comuni di Alzano Lombardo, Villa di Serio, Nembro e Vertova, con ben 200 iscritti, di cui 180 bambine e 20 bambini. La nuova palestra Eala, una delle poche esclusive d’Italia, è stata ultimata nel mese di giugno 2009 ed è stata progettata su una superficie di circa 900 mq, al fine di permettere gli allenamenti alla squadra agonistica, formata da 11 bambine e 5 bambini. Si pone come primo obiettivo i podi delle gare di Federazione, ma con mire ben più lungimiranti. L’entusiasmo per la scuola, l’indispensabile contributo di allenatori, famiglie e di tutte le persone che lavorano nell’ombra con tanta passione, sono valori di base sposati da “Eala - Ginnastica Artistica Alzano”. L’evento di inaugurazione della struttura, situata ad Alzano Lombardo, in via Meer 60, è in programma venerdì 25 settembre 2009. Si è aperta alle ore 16 con l’intrattenimento dei bambini, con giochi, truccabimbi, cantastorie e attività motorie; poi alle ore 19 un mo-
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E’ nata la palestra Eala
mento che ha coinvolto nomi importanti della
Capital Holding Italia, F.lli Sozzi Giovanni e
storia della Ginnastica Artistica e dello sport
Luca, Argonne Immobiliare, I.C.B.
italiano.
Industria
Erano infatti presenti: Jury Chechi, Monica
Sommariva Giulio, Pollice verde, Eco Line, La
Bergamelli, Igor Cassina, Antonio Rossi, Mau-
Maggiolina, Montello,
rizio Randazzo, Mara Zini, Mirko Vuillermin e
Ghezzi, Caloni Autotrasporti, Poliplast, GMC -
altri.
Giovanni Monzio Compagnoni, Credito Berga-
Il progetto “Eala” gode del patrocinio del Co-
masco, Sit-In.
mune di Bergamo, della Provincia di Bergamo
Un evento emozionante che ha saputo infonde-
e del Comune di Alzano Lombardo, ed è soste-
re quella passione che guida i movimenti degli
nuto da aziende che vanno oltre la sponsoriz-
atleti verso la ricerca della perfezione.
zazione, condividendone i valori: F.R. Holding,
Un evento che coinvolge i ragazzi e le loro fa-
Baby House Group, S.i.c.p.a., ACF Berga-
miglie, la popolazione e chi vuole conoscere
mo, Cascina Italia, Virginio Mobili, Tel.Car.,
questo magico mondo fatto di gioia, sacrificio
VI.ESSE, Rinnova Casa, Costruzioni Begni-
e abnegazione.
ni, Tegos, Air Klima, Dieffe a, Nuovo Modulo,
Lorenzo Casalino
Sportissimo, Proenergy.it, Gruppo Tironi, Miro
Ufficio Stampa Eala I press@e-venti.com
Radici Finance, Multimedia Layout, Millenium
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Cartotecnica
Bergamasca,
e.20,
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Sofia store ottant’anni di calzature e grandi firme
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Sofia store ottant’anni di calzature e grandi firme
Evento: Sofia Store 10 ottobre 2009 via Italia 44 Bergamo. Sabato 10 ottobre 2009, Sofia inaugura il suo secondo store, siamo in via Italia 44 ad Alme’ (BG) in collaborazione con lario bergauto BMW-mini, DJ Francesco Zazza e Ristorante Casanova. Un cocktail ben riuscito organizzato da Federica & Giuliana Percassi moltissimi amici hanno partecipato ad un sogno che sempre piu’ prende vita, il sogno di Cacciavillani Donato e della sua famiglia impegnata da quattro generazioni nelle calzature, 80 anni di storia rimanendo nell’anonimato, realizzando calzature per firme e negozi in tutto il mondo. Dieci anni fa per Giovanni Paolo e Donato inizia una nuova avventura con la registrazione del marchio “Jo”, una linea completa ricca di eleganza e stile; e’ subito un successo. Oggi desiderano il contatto diretto con il pubblico dal produttore 130
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Sofia store ottant’anni di calzature e grandi firme
al consumatore per abbattere i prezzi e man-
nava fuori dalla vetrina splendente, colore blu
tenere come sempre un’altissima qualita’.
zaffiro con interni di pregio testa di moro, molto di classe. DJ Francesco Zazza giovane ma
Sofia nasce il 1° marzo 2009 in via Fantoni 68
con grande esperienza internazionale con la
ad Alzano Lombardo (BG). Il primo Sofia Store
sua musica e’ riuscito a far ballare anche i
smosse in Donato la voglia di crearne altri
manichini e il Catering Ristorante Casanova ci
infatti, a distanza di pochi mesi eccoci qui ad
ha deliziato il palato con antipasti, primi, se-
Alme’, un nuovo paradiso, un faro nella notte,
condi, dolce e frutta.
dove si respira aria d’entusiasmo; giovani che hanno voglia di dire io ci sono!!! Questo e’ il
Grazie Sofia, grazie Mini Lario Bergauto, grazie
mio prodotto, i modelli proposti sono infiniti
a tutti gli amici che hanno reso unico questo
e si fondono all’elegante gusto dell’abbiglia-
momento. Forza a tutti quelli che hanno entu-
mento Manila Grace e Adele Fado. Innovativa
siasmo. Noi di BergamoUp vi appoggiamo.
l’idea di affiancare una personal shopper su appuntamento completamente gratuita che potra’ aiutare e guidare nell’acquisto di abbigliamento, scarpe e accessori. “Che dire... quando sono stato invitato pensavo alla solita inaugurazione: stretta di mano, pacca sulla spalla, un pasticcino e via...” Sofia ha voluto stupirci anche in questo: una Mini Cabrio Cooper di Lario Bergauto domi-
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La notte dei senza dimora
Il senso di sicurezza come un bene collettivo e condiviso. Una frase ricorrente nella bocca degli operatori dell’Ambito territoriale 1. E proprio perché il diverso da sé fa paura per definizione, sei anni fa è stata istituita La notte dei senza dimora, un’occasione anche quest’anno per conoscere l’altro; grazie al fotoreportage sociale di Laura Marinoni, esposto al Quadriportico del Sentierone. E un’occasione per vivere momenti insieme - un concerto omaggio a De Andrè con Isy Quintet e un momento di letture e musica con Araucaima Teater -, perché solo così s’innesca il senso di appartenenza e nascono legami reciproci. L’iniziativa serve non solo ad attestare una realtà cittadina - il manifesto indica che oltre 700 persone si sono rivolte ai servizi bassa soglia nel 2008 -, ma anche a sensibilizzare istituzioni e popolazione sul bisogno di costruire luoghi significativi nella nostra città per lottare contro l’emarginazione. Perché l’unica città sicura è quella che si cura, precisa lo slogan di chi da anni lotta per il nostro comune futuro.
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FIAT 500 Concorso di Eleganza
Grande successo a Leffe per il Concorso di Eleganza che si è svolto domenica 18 ottobre. La manifestazione, giunta alla terza edizione, è stata organizzata dal Coordinamento delle Valli Bergamasche del Fiat 500 Club Italia in collaborazione con l’Amministrazione Comunale. All’evento erano presenti 45 esemplari di 500, dai più classici agli speciali. Le auto sono poi state esaminate da un’apposita giuria di esperti del Fiat 500 Club Italia. A far da cornice al Concorso di Eleganza, una serie di eventi collaterali, come i concorsi per i commercianti e gli studenti (invitati a cimentarsi naturalmente sul tema 500), le visite al Museo del Tessile, la Mostra Fotografica
organizzata
dal
CAI locale e, per i più piccoli, giochi con piste e automodelli. La manifestazione si è chiusa in bellezza con un rendezvous per i modelli Steyr-Puch.
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Un negozio in cui si vendono prodotti del commercio equo e solidale e vestiti usati forniti dal Laboratorio Triciclo. È punto di riferimento per l’Associazione Tutti Diversi Tutti Uguali che organizza incontri e attività di sensibilizzazione rispetto ai temi della solidarietà, della giustizia, della sobrietà. Gli obiettivi della bottega sono di instaurare rapporti diretti e paritari con gruppi di artigiani e produttori in America Latina, Asia, Africa, inseriti nel circuito del commercio equo e solidale che garantisce loro una retribuzione equa del lavoro, trasparenza nei rapporti di cooperazione e continuità nei contatti; promuovere una cultura volta al riuso, al risparmio, al riciclo e ad un consumo consapevole e critico attraverso la vendita di vestiti usati; organizzare incontri e attività culturali sul territorio offrendo momenti di confronto e di riflessione rispetto ai temi della solidarietà, della giustizia e degli stili di vita più responsabili per poter agire attraverso scelte consapevoli nel rispetto dell’uomo, dell’ambiente e del lavoro. I prodotti del commercio Equo e solidale sono realizzati nel rispetto dei lavoratori e dell’ambiente in diversi paesi del Sud del Mondo. Il commercio equo e solidale paga un prezzo equo per un giusto guadagno, garantisce rapporti commerciali diretti e continuativi, evitando forme di sfruttamento, rispetta l’ambiente e promuove uno sviluppo sostenibile in tutte le fasi di produzione e commercializzazione
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Campionato Italiano Gran Turismo a Monza
Brividi e velocità in pista a Monza: il 18 ottobre scorso, Max Ferrari – campione orobico di Offshore – è sceso nell’autodromo
più
impor-
tante d’Italia con una Ferrari 430 per il Campionato Italiano Gran Turismo. L’Autodromo di Monza è stato infatti protagonista per tutto il fine settimana di gare e prove: dalle ore 9,00 della giornata di sabato si sono infatti svolte competizioni e prove per i partecipanti, mentre dalle ore 9,00 della domenica si è lasciato libero spazio alle gare.
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Oroscopo di Joseph Procino!
Segno Zodiacale del mese:
Bilancia Il Sole transita nel segno all’incirca tra il 23 Settembre e il 22 Ottobre. Il sole in bilancia produce una personalità calorosa e socievole. La Bilancia è piacevole, ama la giustizia e detesta le discussioni. Di natura armoniosa, ha un senso delle proporzioni nelle percezioni individuali che equilibra il suo punto di vista sulla vita e il suo senso artistico. Molti artisti e musicisti2 sono nati sotto questo segno che fornisce gusto per la musica e amore per la bellezza e per i colori. La bilancia vuole essere leader in qualsiasi circostanza, è dunque molto egocentrica e tende a sfidare tutti con il proprio charme, la propria eleganza e il proprio buon gusto. TRATTI SALIENTI DELLA DONNA BILANCIA: ingegnosa e perfezionista. TRATTI SALIENTI DELL’UOMO BILANCIA: un uomo d’onore, equilibrato esteriormente ed affettuoso. COSA FARE con la bilancia:
COSA NON FARE con la bilancia:
1- molti complimenti.
1- perdere il controllo.
2- essere puntuali, socievoli ed eleganti.
2- essere critici.
3- essere sempre presenti quando
3- essere possessivi, perché questo li offende.
torna a casa.
Scheda tecnica BISOGNO DI VIVERE IN MODO ARMONIOSO. ELEMENTO: Aria ESPRESSIONE TIPICA: Sarà equilibrato? ALIMENTI: Verdure SALE MINERALE: Fosfato di sodio (necessario alle cellule celebrali e al sistema nervoso) METALLO: Rame COLORE: Giallo chiaro (Ispira ed illumina, tende a calmare i nervi) FIORE: Verga d’oro GEMMA: Diamante PROFUMO: Ambra NOTA MUSICALE: MI alto DISCEPOLO DI GESU’: Bartolomeo FIGLIO DI GIACOBBE: Dan 1 Laureato in scienze della comunicazione, e specializzando in editoria multimediale presso l’Università di Bergamo, Joseph Procino studia astrologia dal Prof. Umberto Pirotta di Milano, partecipando a vari seminari su come predire avvenimenti nella vita del singolo in relazione al transito dei pianeti. Per informazioni: HYPERLINK “mailto:JosephP.84@libero.it”JosephP.84@ libero.it 2 Michael Douglas 25 settembre 1944 – John Lennon 9 ottobre 1940 – Oscar Wild 26 settembre 1852
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ARIETE nati tra il 21 marzo e il 20 aprile
TORO nati tra il 21 aprile e il 20 maggio
GEMELLI nati tra il 21 maggio e il 21 giugno
CANCRO nati tra il 22 giugno e il 22 luglio
LEONE nati tra il 23 luglio e il 22 agosto
VERGINE nati tra il 23 agosto e il 22 settembre
Lasciate al passato gli alti e bassi di fine Agosto-Settembre. Vi aspetta un autunno di rinascita e forza. Nuovi progetti, nuovi incontri e forza di volontà per la realizzazione in qualsiasi campo. Ottobre sarà l’inizio di una nuova consapevolezza che vi vedrà protagonisti dai primi del 2010 per alcuni anni.
Dritti dritti verso la meta: il piacere. E’ il momento di rilassarvi e godere su più fronti. Possibilità di fare piccoli viaggi di relax in centri termali o fonti di giovinezza. Ottobre vi riserva l’amore per voi stessi e vi dona la tranquillità che nei mesi passati avevate tanto desiderato.
Negli scorsi mesi siete stati al centro di dissapori con datori di lavoro o colleghi. Non vi siete certo presi cura di voi stessi come siete abituati a fare, ma Ottobre vi riserva uno splendido lancio emotivo e possibilità di nuove amicizie, viaggi o addirittura trasferimenti.
Un mese difficile per voi è appena trascorso. State sereni! Già dalla metà di Ottobre, tutto passerà e sarete pronti per nuove avventure all’insegna di forti emozioni e di amore, quello con la “A” maiuscola. Sono possibili entrate di denaro attese da tempo.
Il mese non si presenta certo leggero. Ottobre vi permetterà di acquisire la forza per scegliere e sentire la necessità di andare avanti. Possibili litigi, rotture di legami. Per molti un bebè in arrivo. Ad Ottobre Voi del Leone, siate Leoni sino in fondo.
Il transito di Saturno ha portato la stabilità in questi ultimi due anni e mezzo. Settembre è stato un mese di chiarimenti in faccende che non risultavano nitide. Ottobre vi riserva riuscite su più fronti e la possibilità di chiedere quel tanto atteso aumento di stipendio.
BILANCIA nati tra il 23 settembre e il 23 ottobre
SCORPIONE nati tra il 24 ottobre e il 21 novembre
SAGITTARIO nati tra il 22 novembre e il 21 dicembre
CAPRICORNO nati tra il 22 dicembre e il 20 gennaio
ACQUARIO nati tra il 21 gennaio e il 19 febbraio
PESCI nati tra il 20 febbraio e il 20 marzo
Care bilancine, questo è il vostro mese. Il sole si riposiziona anche quest’anno sul Vs sole natale. Ottobre si presenta con forti alti e bassi. Possibilità di buone nuove. Piccola anticipazione: sono in arrivo anni pieni di cambiamenti sconvolgenti. Vedrete la vostra vita cambiare in una maniera incredibile.
Il mese di Ottobre sarà per voi un trampolino di lancio da cui gettarvi. Sono in arrivo cambiamenti destabilizzanti. Alcune situazioni di natura lavorativa andranno a chiudersi per lasciare spazio a nuovi progetti. Molti cambieranno i propri orizzonti e tireranno respiri di sollievo per faccende familiari ed economiche.
Passato un Settembre scarico d’energia, Ottobre vi riserva tanta forza di volontà, necessaria per trovare quel sorriso dentro che avete perduto o su cui avete perso fiducia già da un po’. Alcune situazioni di natura finanziaria troveranno una soluzione nel mese di Ottobre. Possibilità di espansione, seppur di poca rilevanza, nel settore lavorativo.
Beneficiate del trigono di Saturno che vi garantisce concretezza, realizzazione di progetti e tanto, tanto tanto buon senso. Ottobre vi darà la possibilità di nuovi incontri e soprattutto di approfondire legami che sono da poco nati. Attenzione a non fidarsi troppo di chi vi sta intorno.
La rinascita è vicina. Il 2010/2011 si presenterà anche per voi come per la bilancia ricco di cambiamenti. Ottobre presenta prove non certo facili da superare. Nulla è impossibile. Forza e coraggio per affrontare nuove sfide. Avete beneficiato della protezione di Giove per tutto l’anno, che sarà mai ora un po’ di fatica in più?
Ottobre aiuterà tutti i Pesci a risolvere situazioni sentimentali sull’orlo della rottura. E’ prossimo per voi un anno ricco di piacevoli imprevisti e colpi di fulmine. Anche l’ultima parte di ottobre vi darà la possibilità di innamorarvi ancora. Vi mancava, vero?
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S P E D I Z I O N E I N A B B O N A M E N T O P O S T A L E - D . L . 3 5 3 / 2 0 0 3 ( C O N V. I N L . 2 7 / 0 2 / 2 0 0 4 N ° 4 6 ) A R T. 1 C O M M A 1 . D C B B R E S C I A € . 2 , 5 0 € . 1 , 5 0
mensile bergamasco
PUB B LI Z E TA
MENSILE DI ECONOMIA, COSTUME E SOCIETÀ - ANNO 1 - N°2 - 2009
STORIA STORIA DI DI COPERTINA: COPERTINA:
Franco Travi LA LA CITTA’ CITTA’
Bergamo scienza sapere e comicità COSTUME COSTUME E E SOCIETA’ SOCIETA’
Velo Islamico APPUNTAMENTI APPUNTAMENTI CON CON L’ARTE L’ARTE
Gianni Bertini dall’informale alla Mec-Art Francesco Lussana verso l’Expo 2015 Antonio G. D’Errico il suo ultimo noir inedito EVENTI, EVENTI, CHI CHI C’ERA: C’ERA:
Buon compleanno Friends; Benvenuta palestra Eala; Sofia al raddoppio; La notte dei senza dimora; Concorso di bellezza 500; Campionato Italiano Gran Turismo a Monza.
W W W . B E R G A M O U P. I T