BergamoUp n. 21 Settembre 2011

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Il Mensile di economia, arte, costume e società made in Bergamo

Anno Tre Numero Ventuno | Settembre duemilaundici | Euro Due

Settembre 2011

Apertura sì, ma con criterio!

Il mensile più dinamico della città

PUBBLIZETA

What else?

21

In copertina Gionchilie Ottica

Speciale Il potere del turismo

Event Cigar Club Bergamo

pagina | 10

pagina | 57

pagina | 92

bergamoup.it



“Ci sono due errori che si possono fare lungo la via verso la verità... non andare fino in fondo, e non iniziare.” Confucio

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www.bergamoup.it


L’editoriale | di Maryline JM-W

Apertura sì, ma con criterio!

Tuuuu…tu.. tu..tu…sciiiiiiiiiiiii…. vi ricordate il rumore che facevano i modem di vecchia generazione mentre tentavano di collegarsi alla rete? Preistoria del collegamento! Oggi i modem sono silenziosi e spesso invisibili come nelle tre piazze cittadine dove, dal 15 luglio scorso, il Piazza Vecchia, Piazza Mercato delle Scarpe e Piazza Vittorio Veneto

visitatore ha la possibilità di accedere ad iniziative e informazioni turistiche aggiornate, collegandosi ad una rete Wi-Fi gratuita. Miracolo Per navigazione sul web, vedi: bergamowifi.it

del progresso tecnologico o elettroparlando di tecnologia: BergamoScienza torna, vedi pag. 72

smog dannoso per la salute? Senza Si parla di emicranie, cali di memoria, minore capacità di concentrazione, e persino rischio tumori

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Caporedattrice www.romanzocollage.it

entrare nel merito di quest’inizia-


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tiva - nata quando invece in Gran Bretagna iniziano a smantellare le reti Wi-Fi nelle scuole - , visto che le ricerche mediche/scientifiche non sono in grado di dare risultati confortanti sulla loro “innocuità”

all’indomani delle vacanze, abbiamo voluto dedicare il nostro Speciale al turismo bergamasco. Ovviamente il nostro territorio, in quanto meta culturale, non ha stagione ed è molto positivo aprirsi agli altri, meglio tuttavia se lo si fa con una particolare attenzione alla soste-

N.B.: Da questo mese, se andate sul nostro sito (bergamoup.it), cliccando su Io leggo etera, oltre A NUMEROSI APPUNTAMENTI, POTRETE TROVARE le vostre rubriche abituali e molto altro.

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nibilità.


Entrate, chiedete e vi sarà dato! di Maryline JM-W

ltre alla normale distribuzione, per rispondere alla richiesta dei nostri lettori, abbiamo deciso di mettere il mensile più dinamico della città gratuitamente a disposizione di tutti presso i seguenti BergamoUp point:

O

Bergamo Via Guglielmo d’Alzano, 2b Tel. 035 0603115 www.galleriamarelia.it

Bergamo Via S. Alessandro, 26/A Tel. 035 319380 www.gionchilie.it

Treviglio (Bg) Via F.lli Galliari, 6 Tel. 0363 1847489 www.moodphoto-studio.it

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Redazione Verdello (Bg) P.zza mons. Chiodi, 30 Tel. 035 236661

Bergamo Via Garibaldi, 12/A Tel. 035 242054 www.naturalebiologico.com

Almè (Bg) - Via Milano, 42/A Tel. 035 638123 www.niniva.net

Lucchini Casa American Bar - Ristorante Bergamo Viale Vittorio Emanuele II, 12 Tel. 035 217037

Scanzorosciate (Bg) - Corso Europa, 38 Tel. 035 6570027

Bergamo V. Madonna Della Neve, 35 Tel. 035 0346077 Seriate (Bg) Via Pascoli, 2/A Tel. 035 4921473 www.tecnodomo.it


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In copertina: photo matteo mottari

sommario

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STORIA DI COPERTINA

pag.

10 Ottica Gionchilie L’occhiale giusto in quattro mosse

pag.

dintorni

31 45 anni insieme... Gioco

pag.

34 Matrimonio a casa Feltri

mondo

pag.

19

Queen

Boutique Uomo Donna

pag.

Automobile

37 Femmes Fatales Burlesque Academy

pag.

25

mondanità

Golf tour 2011

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Golf Club Bergamo l’Albenza

pag.

41 Soft Air

Sport


TOP SPEED

pag.

71 Test Lotus Elise CR

45

BergamoUp Model

pag.

Incontri sportivi

77 Daniela Masseroni

pag.

Persone e personaggi

80 Il Bepi 49 Mondo incognita 51 World Herritage Commite 53 Il potere del turismo

VIDEOLUDOLOGIA

pag.

84

Il Videogioco

sempre più vittima della disinformazione. Diamogli il giusto valore. pag.

Andiamo per monti

86 Rifugio Fratelli Longo

55 Una storia centenaria pag.

58 I numeri del turismo 61 Le strutture del turismo 65 La pubblicità è un’Arte 66

Il sorriso è un’attrazione

68 Bergamo Scienza

Bel pais

88 Trezzo D’Adda pag.

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EVENT

Cigar Club Bergamo Niniva & Biolux Energy 007

pag.

SPECIALE: Turismo


Editore Pubblizeta Di Emanuele Zarcone Direttore Generale Michele Oggioni Direttore Responsabile Luca Marinoni Caporedattrice Maryline Milesi Redazione Raffaella Ravasi STefania barcella Amministrazione Barbara Epis

Via Della Valle, 42 - 25128 Brescia

direttore@bergamoup.it

info@bergamoup.it

romanzocollage@gmail.com

Piazza Mons. Chiodi, 31 - Verdello (BG)

amministrazione@bergamoup.it

Art Bm Adv Advertising Impaginazione Alessandro Di Miceli Segreteria

info@bmadv.it

grafica@bergamoup.it Segreteria@bergamoup.it

Pubbliche Relazioni Web

Culture and Tourism a SPECIAL WELCOME

10 Musei della città gratuiti_City museums with free admission 8 Musei della provincia gratuiti_Provincial museums with free admission 7 Musei della provincia a ingresso ridotto_Provincial museums with reduced price admission 15 Linee bus gratis_Free bus routes 1 Linea tramviaria gratis_Free tram line 2 Funicolari gratis_Free funicular railways_Sconti in hotel, ristoranti e negozi_Discounts in hotels, restaurants and shops

1 Sola card_Only one card

3385961927 www.bergamoup.it

Progetto grafico paolovallara.com Stampa Editoria grafica colombo srl Fotografi Niccolò gritti, Matteo Mottari Hanno collaborato: Stefano D’Aste, Paola Cervi, Rach. Finazzi, Stefano Salvi, Vip International S.r.l., DANILO MORONI, Michele bove, marco sidmarko locatelli. Crediti Fotografici: Per le immagini senza crediti l’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. è ovviamente a piena disposizione per l’assolvimento di quanto occorre nei loro confronti. © COPYRIGHT BERGAMOUP MAGAZINE:­TESTI E IMMAGINI DELLA PRESENTE PUBBLICAZIONE NON POSSONO ESSERE RIPRODOTTI CON MEZZI GRAFICI, MECCANICI, ELETTRONICI O DIGITALI SENZA AUTORIZZAZIONE FIRMATA DA PUBBLIZETA PRODUCTION. OGNI VIOLAZIONE SARà PERSEGUITA A NORMA DI LEGGE BERGAMOUP, PERIODICO MENSILE DI INFORMAZIONE LOCALE ISCRIZIONE PRESSO IL TRIBUNALE DI BERGAMO N° 16/2009 DEL 18 MAGGIO 2009.

PUBBLICITÀ E ABBONAMENTI: Azienda Trasporti Bergamo

Museo Bernareggi

Tel. 035 236661 i n fo @ b m a d v. i t - w w w. b m a d v. i t


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Ottica Gionchilie

L’occhiale giusto in quattro mosse


di Raffaella Ravasi Photo Matteo Mottari

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n paio d’occhiali? Un accessorio con personalità, un tocco di stile in più, come in una partita a scacchi giocata in sole quattro mosse:

E cosa dire di questo Borsalino? Marchio storico, dall’intramontabile eleganza, come in questo modello da donna: design chic e materiali pregiati che parlano da soli.

Moda Lusso Qualità Esclusività Moda e Lusso sono i brand Borsalino, Italia Independent, Marma London, Ugo Boss, ic! berlin, Jimmy Choo, Chopard, Alain Mikli, Persol, fra le linee di punta che Gionchilie propone per chi fa del suo paio d’occhiali una questione di stile, dal gusto particolare, ma comunque accessibile.

Ecco un modello da uomo IC! BERLIN: la casa tedesca nota per la produzione artigianale di pochi pezzi numerati, realizza il suo prodotto in acciaio biomedico: le lastre sono tagliate, piegate e montate a mano. Le colorazioni, decisamente uniche, sono polveri di marmo ottenute ad alte temperature.

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E un paio disegnato da Alain Mikli? Da sempre il guru dell’occhiale, un vero punto di riferimento per molti. Da trent’anni usa lastre con colori e innovazioni particolari, come in questo modello unisex rosso.


Esclusività vuol dire la scelta di prodotti di edizioni limitate e numerate delle varie linee come la Ray Ban che propone questo divertente modello venduto con un kit per personalizzarlo: pennarelli e fantasia per un modello introvabile, o per i più fashion nostalgici, perché non regalarsi un modello Persol Steve McQueen: ne sono rimasti solo gli ultimi sei pezzi sul mercato, oramai sono praticamente introvabili. Scacco matto.

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E per concludere un modello di ITALIA INDEPENDENT: l’azienda italiana fondata da Lapo Elkann, il brand per eccellenza fashion, capace di coniugare stile e innovazione, tecnologia e gusto, occhiali che nelle ultime stagioni sono diventati un vero e proprio must del Made in Italy, capaci di unire l’eleganza e la stravaganza di Lapo in un prodotto dal prezzo assolutamente accessibile. Qualità da Gionchilie vuol dire vuol dire servirsi di aziende leader nel campo dell’Ottica, come per le lenti ZEISS, soprattutto per la realizzazione delle lenti progressive tramite il servizio on line che consente l’esecuzione delle lenti direttamente dalla casa madre.

Bergamo - Via S. Alessandro, 26A Tel e Fax 035 319380 Lunedì 15:00 -19:30 da Martedì a Sabato 9:00 - 12:30 15:00 - 19:30 e tutte le Domeniche 15:00 - 19:30


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TORREGGIANI

BRUT

MILLESIMATO

SATÈN

Sleever Limited Edition 016

WWW.VINITORREGGIANI.IT


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Queen Boutique Uomo Donna di Raffaella Ravasi Photo Matteo Mottari

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due passi da Piazza Bergamo nella centralissima Via Borfuro, la Boutique QUEEN festeggia il primo anno di attività. Due grandi vetrine che si affacciano dal porticato della via proponendo un modo di vestirsi, uno stile nuovo in città dal gusto un pò British.

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Una superficie di ben 300 mq disposta su tre livelli con arredo ricercato ma minimale, strutture in ferro che si prestano a sorreggere i capi a contrasto delle bianche pareti, perchè, come Emanuela ci spiega, “la nostra filosofia è esaltare il gusto: il nostro è un negozio dove protagonisti sono gli abiti che proponiamo ai nostri clienti”.


Queen Boutique Uomo Donna

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Uomo e donna, per tutti color che amano vestirsi e identificarsi con una moda dal gusto alternativo e ricercato. Street di giorno, ma che con l’accostamento del giusto accessorio può diventare anche da cocktail. Una moda confortevole, che può mutare nel corso della giornata adattandosi alle esigenze di chi la indossa. QUEEN ha scelto, infatti, di diversificare i prodotti che propone al suo cliente, proprio per offrire l’alternativa con un occhio di riguardo anche al prezzo, alla qualità made in Italy ed agli articoli.


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Un’ampia scelta di brand per soddisfare tutti i gusti, la YUMI’ from London e FIX DESIGN (con anche la linea “Borsalino” la più esclusiva per le boutiques) soddisfano le clienti dal look più easy e divertente, mentre con le collezioni HIGH, I’MARRAS e PLEIN SUD il profumo che si percepisce è di Moda con la M maiuscola. HIGH by Claire Campbell è dedicata alla cliente che ama distinguersi con estrema femminilità, è una moda ricercata come I’MARRAS il marchio più young dello stilista Antonio Marras, un marchio giovane. È nato infatti nel 2008 ma si è già imposto sulle passerelle con passi da gigante esaltando il gusto del bello! C’è spazio anche per la sensualità PLEIN SUD che strizza l’occhio al fashion puro, ed ancora ER RA°RE e FRED MELLO per lei e per lui.


Queen Boutique Uomo Donna

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Alla moda uomo, lo staff, dedica particolare attenzione proponendo anche il noto marchio CP COMPANY rilanciato dall’imprenditore stilista Enzo Fusco: un prodotto di ottima qualità, dallo stile facile per tutti con una collezione festeggia l’intramontabile GOGGLE JACKET, la “Giacca 1000 Miglia” lanciata nel 1998 quando l’azienda partecipò come sponsor alla gara. Una vasta scelta di firme che si completano a vicenda, da abbinare con gli accessori COLLECTION PRIVEE? per una pelletteria di qualità fatta a mano, uomo e donna made in Italy: lo staff è sempre a disposizione per suggerire e consigliare i clienti, anche la domenica pomeriggio.

QUEEN Boutique Uomo Donna Bergamo - Via Borfuro 12/C Tel. 035 241895 queensas@legalmail.it 7 giorni su 7 Lunedì 15:00 – 19:30 da Martedì a Sabato 9:00 – 13:00 e 15:00 – 19:30 E tutte le Domeniche pomeriggio dalle 15:30 alle 19:30


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prenotazioni: tel. 035/210091 grafica: francescochiaro.blogspot.com

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Terrazza bellavista


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QUARTA TAPPA

ITALIAN

DELL’

GOLF TOUR 2011

GOLF CLUB BERGAMO L’ALBENZA

S

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i è svolta domenica 31 luglio 2011 la 4° tappa dell’Italian Golf Tour 2011: ad ospitare questo atteso circuito italiano è stato il Golf Club Bergamo l’Albenza. Dopo le ultime tappe svolte in terra di Franciacorta, l’Italian Golf Tour torna in terra bergamasca tra le colline di Almenno San Bartolomeo. Il Golf Club Bergamo, inaugurato ufficialmente il 19 marzo 1961 su progetto dello Studio inglese Cotton & Sutton è inserito in una incantevole cornice di prati ed alberi secolari, ai piedi delle colline orobiche che precedono la catena alpina, dove golf, natura e cultura si accompagnano in armonia grazie anche alle numerose opportunità della vicinissima città d’arte di Bergamo, ai suoi dintorni, alle sue valli ed all’offerta delle strutture turistico/alberghiere. Dopo l’inaugurazione delle ultime 9 buche, avvenuta nel 1987, il Golf Club Bergamo “L’Albenza” può vantare uno splendido percorso composto da 27 buche di riconosciuta levatura tecnica.


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Nonostante l’estate inoltrata, il caldo non afoso ha incoraggiato i circa 70 golfisti che si sono sfidati su questo meraviglioso campo, cimentandosi nelle 18 buche del percorso giallo e blu. I vincitori della giornata sono: Salerno Federico sul podio più alto con 39 punti, vincitore assoluto del primo netto; secondo classificato, nella prima categoria, Zanetti Francesco con 37 punti. Il primo premio per la seconda categoria è andato a Bruzzi Achille con 38 punti, mentre il secondo classificato di questa categoria è Ghilardi Daniele con 37 punti. Primo classificato per la terza categoria è Magni Luciano con 41 punti, a pari punteggio ma secondo classificato Mercanti Daniele. Il premio del primo lordo è stato assegnato a Manzoni Diego che ha totalizzato 34 punti. Complimenti anche a Bosso Silvia che con 37 punti è risultata la Prima Lady e a Carsenzuola Adriano primo Senior con 36 punti.


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Le premiazioni di questa tappa del circuito verranno effettuate sabato 24 settembre presso la Golf House dell’Albenza. Ai vincitori verrà consegnata una scultura in argento opera dello scultore-orafo Antonino Rando realizzata appositamente per l’Italian Golf Tour 2011. Un ringraziamento speciale a Opel, main sponsor del circuito, ed in particolare alla Concessionaria Longhi di Bergamo che ha permesso l’esposizione di cinque autovetture all’esterno della Club House.

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Le prossime tappe del circuito: 23 ottobre: GOLF CLUB VARESE – (VA)

Teamitalia srl Via Zelasco,1 - 24122 Bergamo – Tel 035 237323 - Fax 035 224686 - www.teamitalia.com - teamitalia@teamitalia.com


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E il 20 settembre sono

45 anni

1965

di Matteo Mottari ph. archiv. di famiglia e Matteo Mottari

I

miei genitori si sono sposati molto giovani animati dal desiderio di costruire una famiglia, ed in effetti hanno messo al mondo tre figli. Una vita costruita e trascorsa insieme: mio padre non ha mai voluto che mia madre lavorasse, ha sempre sostenuto che la moglie si deve dedicare alla conduzione della famiglia mentre il marito si deve preoccupare di provvedere al sostentamento materiale della stessa. È stato un padre molto severo con noi figli, il classico capofamiglia di un tempo, ma al contempo sempre presente, disponibile e in grado di risolvere qualsiasi problema che ci riguardasse oltre ad un instancabile lavoratore, estremamente preciso ed esigente negli affari, non solo con gli altri, ma anche

con se stesso. Serio e affabile, sempre in anticipo agli appuntamenti, il suo grande impegno nella professione, ha consentito alla nostra famiglia di vivere una vita agiata. Mia madre è invece la mamma che tutti vorrebbero: bellissima, molto buona, dolce, affettuosa e molto generosa. Rispettosa con tutti, non hai mai offeso nessuno, brontola solo con me, che ancora vivo con loro, perché sono disordinato. E poi da sempre sopporta quel “rompino” di mio padre con amore e pazienza: mia madre dice che se tornasse indietro nel tempo, lo risposerebbe e non lo cambierebbe con nessuno. Ma allora è vero che l’amore è cieco! Mi ritengo fortunato: sono nato in una famiglia dove i miei genitori hanno fatto di tutto e di più per dare la possibilità a noi figli di crescere bene, di studiare, di poter scegliere e intraprendere la nostra carriera lavorativa vivendo in un ambiente sereno. Come quando ho deciso di abbandonare l’Università, per iniziare quella che oggi è la mia professione di fotografo frequentando l’Accademia Fotografica: inizialmente i miei genitori non erano molto convinti, mentre oggi a distanza di alcuni anni, visto anche i buoni risultati che ho ottenuto, si sono resi conto che quella era la mia strada, quella che cercavo. Abitiamo in una casa indipendente: sopra di noi vive mia sorella con i suoi due figli, mentre in giardino c’è il nostro

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di vita insieme…


1966

1979 cane, un pastore del Caucaso che praticamente è il padrone di casa. Mio padre che è sempre stato così severo con noi, al cane lascia fare di tutto… si preoccupa se ha sempre l’acqua fresca, se ha mangiato e quando le giornate sono calde lo fa entrare nell’ingresso di casa per tenerlo al fresco. A completare la nostra famiglia ci sono i nipoti: tengono viva la casa, a volte pranzano da noi oppure passano a salutare i nonni e si fermano anche solo per rimanere in compagnia. Questa è la mia famiglia, una casa serena e armoniosa.

1990

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1985

1971

2011


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Matrimonio a casa

Feltri Photo Matteo Mottari

I

l nostro reporter - a spasso per la città - ha “rubato” quattro foto ad una cerimonia privata avvenuta sabato 16 luglio nel comune di Bergamo, dove Federica Feltri Pilenga, nipote di Vittorio Feltri, è convolata a nozze con il suo compagno Luca Reina. Nell’occasione, si è anche scoperto che i neo sposi aspettano un lieto evento per ottobre.

La cerimonia è stata celebrata dall’Assessore Tommaso D’Aloia, amico della coppia. I Feltri non si smentiscono mai in quanto a discrezione nel modo di vivere: invitati parenti ed amici intimi anche al pranzo che si è svolto presso il ristorante “da Ivan” ad Almenno San Bartolomeo, in un luogo immerso nel verde, elegante e riservato!

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Auguri alla coppia e al “giovane” bis nonno. Mino Mottari


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APERTI OGNI DOMENICA


Femmes Fatales

Burlesque N

el contesto dell’Associazione Atys di Ciserano (Bg), orientata alla diffusione delle arti coreutiche, è nata all’inizio di quest’anno l’Accademia di Burlesque “Femmes Fatales”. Con la direzione artistica delle vedettes Morgana Roth e Sparkling Veedee, bergamasche purosangue che da oltre 15 anni si esibiscono in tutto il mondo come performer soliste, si tengono corsi per principianti e di livello avanzato. I corsi di Burlesque organizzati da Atys sono strutturati con una o due lezioni settimanali - a seconda del livello del corso - oppure full immersion nei weekend.

Queste due opzioni portano agli stessi risultati, si differenziano solo per la tempistica. I corsi sono in versione “classe”, con un massimo di 10 allieve, o in versione “privata”, a piccoli gruppi di amiche o a singole allieve che desiderano essere seguite in modo diretto in ogni fase dell’apprendimento. Make up, guanti, tacchi alti, reggicalze, bustino, boa piumato, cappelli sono sempre presenti nelle coreografie che si creano ad hoc per ogni allieva e sono oggetto di esperienze didattiche specifiche durante le lezioni.

Le parti dei corsi che sono indirizzate al “glamour” ed alla “seduzione” sono svolte ad ogni livello con la consapevolezza che molti degli elementi che costituiscono la scena Burlesque, possono essere trasferiti anche all’esperienza quotidiana. Il Burlesque che si impara nei corsi “FemmesFatales” di Atys è strutturato su alcuni elementi fondamentali che sapientemente dosati e bilanciati creano l’indispensabile atmosfera di ironica malizia: postura ed espressione del viso, tecnica del movimento e della danza, interpretazione attiva della scena e trasmissione del fascino sono le armi fondamentali a disposizione di ogni donna anche nella vita quotidiana. Le allieve dei corsi sono condotte perciò attraverso un percorso completo che porta all’acquisizione di consapevolezza, autostima e ironia, e rende tonico e snello il corpo. Le collaborazioni di volta in volta stabilite con i migliori locali di Bergamo, Milano, Brescia permettono alle allieve dei corsi di giungere ad un vero debutto in scena durante il saggio di fine corso e nessun’allieva finora si è mai tirata indietro per imbarazzo o disagio, anche quelle che all’inizio del corso avevano detto “non riuscirei mai a farlo in pubblico”. 037

di Raffaella Ravasi

Academy


da 14 cm e boa di struzzo? Naturalmente …(ride ndr) Ma lei si aspetta quindi che una giocatrice di tennis ci vada con la racchetta in mano? (ride ndr) No, ovviamente non esco in costume di scena, e detto tra noi, non mi chiamo nemmeno Morgana, ma Susy. Però devo dire che certe sottigliezze di comportamento e la forma fisica ben mantenuta certamente si vedono, e mi fanno un gran bene. Quindi nel Burlesque si può trovare un equilibrio tra la donna e la vedette? Così esagera. Con il Burlesque si possono imparare certe divertenti esagerazioni e la capacità di sorridere o anche ridere di se stesse. Sapere ballare e posare come una pin up non significa farlo in ogni momento, saper portare i tacchi di 14 cm non significa portarli sempre anche quando sono fuori luogo. Tuttavia, può essere divertente poter indossare con autoironia una mise clamorosa per una serata di gala col proprio marito. Lei è sposata, Susy? Segreto professionale… (ride ndr)

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Intervista a Morgana Roth Come ha iniziato ad insegnare l’arte del Burlesque? È stato un passo ovvio, quando arrivi ad un livello di consapevolezza e di soddisfazione in quello che fai, diventa piuttosto naturale desiderare di mantenerlo vivo e trasmetterlo ad altre persone. Ed è anche molto divertente. Ma l’immagine della donna nel Burlesque non è fuori dal tempo? Il Burlesque è stato letteralmente scoperto in Italia da pochi anni e credo che vivrà a lungo: è un momento di gioco, è l’espressione del dominio che la donna può esercitare attraverso fascino e seduzione, naturalmente condito da una grande dose di ironia, humour e bellissima musica. Ha parlato di musica: è importante nel Burlesque? Fondamentale: la musica sbagliata è sinonimo di pessimo spettacolo. Io sono una ballerina, il mio rapporto con la musica è di primaria importanza, per questo dedico alla ricerca musicale per i miei spettacoli molto tempo, come insegno alle mie allieve durante i corsi. L’allieva ideale? Qualunque donna che desideri divertirsi mentre si abitua a valorizzare se stessa. Certe cose che si imparano, come i passi di danza, le espressioni del viso, i gesti con gli accessori, sono giochi da palco, ma lasciano una consapevolezza di sé piacevole anche nella vita quotidiana. Quindi è più di un corso di danza. Devo pensare che quando Morgana Roth va a fare la spesa esce con tacchi

Intervista a Sparkling Veedee Abbiamo chiesto a Morgana Roth come ha deciso di insegnare il Burlesque, e lei? Cosa ha risposto? (sorride e ammicca ndr) Non glielo dico! Mi ha sempre affascinato riunire persone attorno alle mie


Sedi e costi dei corsi Ciserano, Bergamo, Milano Corso completo a partire da 150 euro tutto incluso. Costi orari a partire da 15 euro. Corsi privati ad allieva singola a partire da 250 euro tutto incluso Siti, contatti e sedi Per le attività dell’Associazione e i corsi www.associazioneatys.it burlesque@associazioneatys.it academy@femmesfatales.it Per richiedere uno spettacolo o informazioni su show in cartellone www.femmesfatales.it info@femmesfatales.it Per vedere il canale YouTube di FemmesFatales http://www.youtube.com/user/ShowBurlesque Per contattare l’Associazione o direttamente le Vedettes morgana@femmesfatales.it veedee@femmesfatales.it personal@femmesfatales.it Associazione Atys Via Circonvallazione Ovest, 80, 24040, Ciserano (BG) Tel 035 882753 Cell. 3336606885 e 3472682231 FemmesFatales Burlesque Show by Atys Vìa Strambio, 6, 20133 Milano, Tel. 0236536415 Cell. 3472312192

Avete una scuola di danza e desiderate attivare un corso di Burlesque? FemmesFatales è disponibile a collaborazioni nella zona di Bergamo, Milano e Brescia. Contattando l’associazione Atys è possibile organizzare corsi diurni, serali e full immersion presso qualsiasi struttura.

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passioni, l’ho fatto per la show dance, avevo una compagnia di ballerine di animazione che avevo formato e istruito io, l’ho fatto per la danza classica e seguo ancora oggi le bambine di 4 anni che iniziano a ballare. Il Burlesque è una forma di danza molto coreografica e divertente, insegnarla è di grande soddisfazione perché si vedono subito risultati anche molto significativi. Risultati? Le allieve si liberano di molte paure legate all’errata convinzione di non essere capaci di fare certi movimenti, di assumere certe posizioni. Il corpo quando lo si allena bene, risponde rapidamente. Prendono confidenza con i costumi, che sono stupendi, pieni di piume e lustrini. In certi momenti sembrano bambine la notte di Natale. Bambine molto sexy però… Ogni donna è sexy, se chi la guarda vuole notarlo. Forse lo spirito comico del Burlesque permette di superare quei limiti che ingiustamente le donne si pongono. Mai volgari, per nessun motivo, ma sempre seducenti, questo sì. Ma si spogliano, però… Si spogliano per gioco e non è nemmeno una parte fondamentale. Il livello di strip tease che il Burlesque richiede è bassissimo, non si mostra nulla ma proprio nulla che non si possa mostrare con un abito da sera un po’ trasgressivo in qualsiasi serata di gala. Il gioco dello strip Burlesque è far immaginare, affascinare, ammaliare, non esibire. Espressioni del viso, movimenti ironici, non bisogna superare nessun pudore, anzi, il pudore è fondamentale per trasmettere il proprio fascino. Ricorrono parole come fascino, seduzione, gioco, ironia. Ma oltre a questo? Tecnica, danza, esercizio fisico, educazione al movimento. Le nostre allieve si muovono molto ma, rispetto ad altre discipline, il Burlesque ha il vantaggio di essere tremendamente divertente e la fatica si sente molto meno. A vederla non si fa fatica a crederle: ma quanti anni ha, Sparkling Veedee? Sparkling Veedee ha qualcosa più di cinque anni. Se intendeva chiedere a me quanti anni ho, le dirò che mi chiamo Laila e che la mia età è… segreto professionale… (ride ndr)


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Soft Air Appuntamento ad ottobre con i Triarii per le finali di Raffaella Ravasi

Il 15-16 ottobre in Val di Castro nelle Marche, si disputerà la Finale Nazionale. I nostri Triarii (www.triarii.it) con sede a Scanzorosciate, presso la “Premiata Pizzeria” di Negrone, capitanati da Marco “Bush” Gritti, “armi in pugno”, sono pronti per affrontare la sfida, la finalissima dopo due anni di gare disputate in giro per il Nord Italia.

Nata nel 2008 dalla voglia di condividere una passione di un gruppo di giocatori di Soft Air, la squadra dei Triarii, prende il nome dai famosi soldati della Roma Antica che costituivano la terza legione ed erano considerati i più esperti, quelli ai quali ci si affidava nelle situazioni critiche. La Triarii Sac - Associazione Sportiva Dilettantistica - vanta oggi una quarantina di soci che si danno appuntamento il giovedì sera davanti ad una pizza fumante servita in porzione extra large nella sede orobica. Forse i più scettici storceranno il naso pensando al ritrovo di un gruppo di “maschi belligeranti”, quando in realtà oggigiorno il Soft Air conta circa seicento associazioni e club dislocati sul territorio nazionale per un gioco solo in apparenza bellicoso, ma in realtà innocuo, non violento che si basa sul corretto confronto sportivo. È proprio nella correttezza di ogni singolo giocatore la particolarità di questo gioco,

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È

proprio così, alla fine i Triarii hanno vinto il Campionato Lombardo di Soft Air per il biennio 2010-2011 organizzato dall’ASNWG, acronimo dell’Associazione Sportiva Nazionale War Games che dal 1994 si occupa della promozione del Soft Air e del suo campionato. La ASNWG è strutturata nei diversi Comitati regionali che decretano il proprio vincitore e


non esistendo nessun modo per provare oggettivamente che l’avversario sia stato colpito, salvo l’integrità dello stesso che prima dichiari il fatto con autodichiarazione e poi abbandoni l’area di gioco. Numerosi sono i tornei e i campionati che ogni anno si svolgono in Italia dove le squadre costituite da dieci - trenta giocatori si sfidano in partite, combat dai diversi obiettivi in una moltitudine di tipologie di gioco, ma sempre in massima sicurezza: è importante ricordare che non è possibile giocare in un terreno se non si ha l’autorizzazione per la pratica sportiva così come la zona di gioco è segnalata con opportuni avvisi per i viandanti. Per la squadra di Marco Gritti Triarii vuole, infatti, dire Esperienza, Saggezza, Equilibrio, Forza e Coesione, così come Soft Air significa Divertimento, Amicizia, Avventura e Sport.

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In bocca al lupo per la finale!


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Turismo

di Rach. Finazzi

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speciale

World Heritage Committe La salvaguardia del mondo

di Michele Bove

C

ome affrontare il tema del turismo senza prima ricordare che dal 19 al 29 giugno scorso si è svolta la 35ma sessione annuale del Comitato del Patrimonio del Mondo (World Heritage Commitee), sotto la guida dell’UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization).

Obiettivi di questo comitato, presieduto da rappresenla difesa internazionale delle radici culturali e la protezione e la conservazione degli ambienti naturali, sempre più spesso messi in pericolo da comportamenti irresponsabili e da decisioni inclini allo sviluppo caotico e distruttivo di un sistema societario che non si adegua alle necessità e ai tempi dell’evoluzione millenaria che ha plasmato il mondo. Tra i vari impegni di quest’anno, i responsabili hanno determinato l’ammissione di 25 siti nuovi nella lista dei patrimoni mondiali dell’umanità. Erano state presentate 35 località in totale, di cui 2 sul territorio italiano, entrambe ammesse positivamente. Inoltre, hanno preso in esame la situazione conservativa dei luoghi già inclusi nella stessa lista, focalizzandosi in particolare su 35 siti considerati in pericolo di distruzione.

Per adempiere al proprio compito, il Comitato ha anche deciso e supervisionato la distribuzione e l’impiego di un capitale di 4 milioni di dollari (circa 2.800.000 euro) che dovrà essere utilizzato nella prevenzione e nel mantenimento dei 936 siti sparsi nel mondo che sono riconosciuti come bene supremo e indispensabile della storia dell’umanità e del mondo naturale.

La lista dei luoghi protetti si divide tra beni naturali che segnano un interesse di carattere geologico, geomorfico; beni naturali che presentano habitats ed ecosistemi unici nel loro tipo; beni storici e culturali che segnano una testimonianza del percorso della civilizzazione umana; beni rappresentanti il genio e la creatività umana e infine beni che dimostrino e mantengano la testimonianza di culture ed etnie mondiali.

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tanti di 21 stati, eletti ogni quattro anni da tutti gli stati membri dell’organizzazione (che oggi ammontano a 193):


te re av a, at er i s is ias at ls gr as ita qu er a) , in gh on do ar ers ian a M p b gl izz na Pu ) ta p r u a sto Bg 0 to n pe Ri e ( , 1 2 es d u do qu o a ali io at ni 88 sh gn rco 05 do itt (v Fa nte a 3 9 an dir M A nt 6 a i se 03 V l. Te

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IlPotere

Turismo

del

L’Italia e il suo ruolo mondiale di Michele Bove

L’Italia ha dunque raggiunto la cifra di 47 siti inscritti nella lista della WHC , divenendo lo stato con il più alto numero di luoghi riconosciuti patrimonio mondiale. È anche per questi riconoscimenti internazionali che l’Italia è uno degli stati leader del turismo mondiale, segnando annualmente presenze per 252 milioni di persone (solo la Francia conta più presenze, 277 milioni). Un numero impressionante, che porta al nostro Bel Paese entrate economiche non indifferenti.

Si attesta che il 12% del Pil italiano sia derivante dal turismo.

Eccezione fatta per le città culturalmente interessanti (sono 21 le città inscritte nella lista della WHC), che riscontrano un costante turismo, la distribuzione e la quantità di turisti sul territorio varia ovviamente tra mesi e luoghi. Si vede dai dati emessi annualmente dall’Osservatorio Nazionale del Turismo che la montagna segna picchi di visite durante i mesi invernali ed estivi. Mentre le restanti aree di interesse (quali terme, laghi, mari e zone di campagna) hanno picchi turistici durante l’estate, in particolare nel mese di agosto, quando la maggior parte dei paesi inizia le lunghe festività.

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25

dicevamo i siti che verranno aggiunti alla lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità, di cui due appartengono, almeno in parte, al nostro territorio nazionale. Il primo sito è l’unione di una serie di sette diverse costruzioni sparse nel nord del nostro stato, tutte accomunate dalla storia longobarda che regnò su questi territori dal 568 d.C. al 774 d.C.; non a caso il patrimonio è stato nominato “Longobardi in Italia, luoghi del potere”. Il secondo è locato tra le Alpi - nel territorio montano diviso tra sei differenti nazioni (Italia, Francia, Germania, Svizzera, Austria e Slovenia) - è una serie di centoundici differenti costruzioni palafittiche costruite tra il 5000 a.C. e il 500 a.C., locate generalmente sulle rive di laghi, fiumi o antiche paludi.


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Una

Storia centenaria

Il turismo continua a sorprendere e modificare di Michele Bove

P

Certo è che il turismo del 18esimo secolo era diverso da quello contemporaneo. In primo luogo interessava solamente una certa classe sociale, quella che, durante la Rivoluzione Industriale Inglese, si era arricchita attraverso la prima esplosione imprenditoriale del mondo; secondariamente il turismo interessò solo una certa area di partenza europea, che era l’Inghilterra industriale. Tuttora esistono segni di questo movimento, quali, in tutta l’Europa continentale, il mantenimento per le strutture di accoglienza storiche di nomi come Hotel Majestic o Hotel Bristol; o ancora La promenade des anglais (passeggiata degli inglesi) di Nizza. Pur di poter passeggiare lunga la Baie des anges, gli Inglesi decisero di farsi carico del risanamento e della bonifica di questa zona insalubre, impiegando le famiglie più povere della città.

Quasi contemporaneamente si sviluppò il turismo invernale, che rappresenta anche oggi una grande fetta delle entrate internazionali a livello vacanziero. Nel 1865, infatti, a St. Moritz, in Svizzera, un gruppo d’intraprendenti managers decisero di aprire una serie di Hotels e Resorts che tutt’oggi sono presenti sul territorio. È invece nel 1936 che viene data una definizione internazionale, ad opera della Lega delle Nazioni, del turista straniero, che viene identificato come “qualcuno che viaggia continuamente per un periodo di almeno 24 ore”. Nel 1945, le Nazioni Uniti completarono la definizione includendo una permanenza massima di 6 mesi. Questa definizione delinea con perfezione il turista dopo gli anni ’60, quando si sviluppa il turismo di massa, in congiunzione con un miglioramento tecnologico, con un generale benessere economico nei paesi sviluppati e con un aumento non indifferente del tempo libero personale.

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rima di parlare del turismo in terra bergamasca, concedetemi una parentesi storica. Il turismo è l’organizzazione e l’operazione commerciale legate alla visita di luoghi di interesse. Questa definizione, e l’uso di questo termine, divennero comuni nel 1811. Mentre bisognerà attendere il 1840 per vedere per la prima volta apparire la parola turista. La prima agenzia viaggi fu invece aperta molto prima, nel 1758, con il nome di Cox & Kings.


speciale Una

Storia centenaria

Anche oggi continua lo sviluppo della tecnologia del viaggio, in particolare con lo strumento aereo che è sfociato nella fondazione di compagnie low cost e con l’e-commerce, tramite internet che permette un certo risparmio di tempo e di denaro. Nel 2009, The Guardian annota in un articolo che

“la WHO stima che ci sono 500.000 persone a volare contemporaneamente al mondo in ogni momento”.

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Un dato che dimostra come gli spostamenti abbiano modificato il modo di fare turismo, e abbiano reso accessibile a un più grande numero di persone il piacere della vacanza, anche lontano dal luogo di residenza. Infatti, secondo uno studio compiuto dall’Organizzazio ne Mondiale del Turismo (UNWTO), nonostante abbia subito un leggero calo durante la crisi economica nel biennio 2008-2009: la crescita del flusso turistico si attesta a crescere del 4% annuo.


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Un mondo enorme e in continua trasformazione quello che si delinea dalle statistiche e dai dati, un mondo che ormai necessita di accontentare un numero di richieste e di bisogni personali enorme, e che necessita di un’organizzazione profondamente solida. Perciò sta nascendo una specializzazione dei prodotti, con la conseguente spartizione del mercato. Non si può più dunque parlare di turismo in generale, ma di turismi differenziati che posseggono caratteristiche peculiari (cito l’ecoturismo, il turismo di recessione, medico, educazionale, creativo, nero, sportivo). Ed esistono anche sognatori che vorrebbero vedere realizzato il desiderio del turismo spaziale, un progetto ambizioso che sembra non realizzabile nel futuro prossimo per i costi elevati.


speciale

I

Numeri

Turismo

del

Come Bergamo sia cambiata di Michele Bove Photo Niccolò Gritti

B

ergamo e il suo territorio sono già stati inscritti nella storia dopo che, nel 1995, la WHC decise di aggiungere nella lista del Patrimonio Mondiale dell’umanità il villaggio di Crespi d’Adda. Nondimeno la nostra città e i suoi dintorni attirano turisti italiani e internazionali per altri luoghi di svago e d’interesse culturale e naturalistico. Sono i dati a dimostrare come il nostro territorio attiri visitatori, per la maggior parte italiani, ma anche stranieri, facilitati a raggiungere la città grazie all’aeroporto di Orio al Serio.

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Si parla di presenze pari a 1.799.351 persone nel 2010, un incremento notevole, 7,83%, rispetto all’anno precedente. Un numero che rende Bergamo il quarto polo lombardo per turismo (dopo le città di Milano, Brescia e Sondrio). Di queste presenze 1.146.277 sono di origine italiana, le restanti 653.074 straniere. Un quantitativo così grande di visitatori necessita un sistema di infrastrutture che possa soddisfare i bisogni dei turisti. Si contano 3.969 tra ristoranti e bar (incremen-


tando del 14% circa dall’anno 2000), che danno impiego a 9.832 persone. Per quanto riguarda le strutture di alloggio si contano 289 alberghi (con un incremento del 5,5% dal 2005), 193 B&B (incremento del 57%) e 223 altre tipologie di ricezione (incremento del 49%), dando lavoro a 1.581 impiegati. Particolare è però la distribuzione di tali strutture e della fioritura turistica del nostro territorio, infatti, se nel caso della città l’incremento è costante e notevole (+8% annuo per le presenze), nel caso dei laghi e delle valli orobiche la situazione è ben diversa. Si nota un decadimento in alcuni settori commerciali (-5,5% di alberghi e -28% di campeggi sulle Orobie, -3% di alberghi e nessuna variazione di campeggi sui laghi), e una diminuzione delle presenze del 3% per le Orobie e del 2% per i laghi.

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Nonostante le statistiche non siano sempre lo specchio di una realtà, viene mostrato come la nostra città sia la punta di diamante del turismo sul nostro territorio, una città che attrae ogni anno un incredibile numero di visitatori con le sue bellezze e la sua storia.


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Le

Strutture delTurismo

L’importanza degli enti di Michele Bove Photo Niccolò Gritti

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Per cercare di coprire nel modo migliore la gestione di vaste aree come il territorio bergamasco è stato e sarà importante uno sforzo sinergico tra le varie parti al lavoro. Ed è proprio su questa sinergia che la Provincia e il Comune di Bergamo stanno impiegando i propri fondi, con risultati già tangibili. In primis è stato creato un centro d’informazione turistica nel luogo più centrale della città; l’Urban Center infatti è di fronte alla stazione. Una struttura questa che è facilmente raggiungibile, identificabile e che affianca al servizio di accoglienza quello di deposito bagagli e di noleggio bicicletta, risolvendo il gravoso problema di movimento nell’area urbana.

Ed è stata attivata una rete di connessioni internet WiFi nei punti chiave della città, che danno la possibilità ai turisti di navigare sul web anche per informarsi sulle nostre bellezze artistiche mentre passeggiano. Sempre legate alla mobilità è stata realizzata una rete di piste ciclabili che percorrono le nostre due valli da una parte, e connettono dall’altra parte una serie di città lombarde (per la precisione 12). Un sistema che attira un turismo sportivo e che è stato accolto con piacere dalla FIAB, una delle associazoni ciclo-sportive d’Italia.

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na delle chiavi del successo turistico è la capacità di creare strutture che possano accogliere i visitatori e semplificare il viaggio. Per poterlo fare è fondamentale l’osservazione del territorio e la distribuzione dei flussi turistici; compito svolto dalla Provincia, con l’aiuto dell’ente comunale e dell’associazione di privati investitori (la Camera di Commercio).


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speciale

Ma non sono state solo le strutture ad essere le protagoniste della progettazione territoriale, anche eventi e festival, come la stagione dell’opera, della prosa, Bergamo Jazz e altri (in totale se ne contano 11) hanno reso la vita del turista, e del cittadino, più eccitante. Senza dimenticare le iniziative legate ai prodotti enogastronomici, che si rivelano un’attrazione gradevole. Bergamo conta 8 prodotti D.O.P. (cito il famoso vino Valcalepio e l’olio del Sebino). Inoltre organizzazioni come Slow Food, a fianco degli enti locali, si sono messe in gioco per creare presidi di protezione e promozione di queste delicatezze, richiamando un gran numero di “buone forchette” sempre pronte a deliziarsi il palato.

Nonostante tanto sia già stato fatto, occorre continuare ad innovarsi per poter divenire un’eccellenza in campo turistico, in particolare prendendo in considerazione gli eventi previsti nei territori adiacenti al nostro. Ed è proprio in quest’ottica che, in previsione dell’EXPO di Milano nel 2015, si cercherà di realizzare un potenziamento del collegamento città-aeroporto, probabilmente via rotaia. È stato anche presentato un progetto per una pista sciistisca al chiuso a Selvino. Una struttura unica al mondo, che sarà costruita a basso impatto ecologico, a basso consumo energetico e nel totale rispetto di ciò che la circonda. L’impegno per questa novità sarà indubbiamente grande, e il tempo di realizzazione lungo (il presidente della regione, Formigoni, ha dichiarato che la pista potrebbe essere pronta nel 2015), ma che dovrebbe portare grandi benefici al turismo sportivo. Gli enti si stanno dunque muovendo per migliorare la capacità ricettiva della nostra provincia, consapevoli dei rischi da prendere, visto che i costi di realizzazione sono elevati e che il successo non è mai garantito.


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Pubblicità è un’Arte

Anche il turismo vuole la sua parte di Michele Bove Photo Niccolò Gritti rato, soprattutto in Italia, a vecchi sistemi di promozione anche a Bergamo, questo stile di promozione “tradizionalista” sarà affiancato da iniziative che si avvalgono delle nuove tecnologie. Partendo da Internet, strumento ormai fondamentale per i turisti fai da te, si può vedere come, se si immette Bergamo nel motore di ricerca Google, ci sia una frammentazione delle informazioni. Invero, son ben quattro i siti che appaiono in testa alla ricerca (Comune, Provincia, Turismo Bergamo e Camera di Commercio). Per sopperire a questo problema verrà lanciato a settembre il portale unico, che unisce in un solo sito tutte le informazioni che prima erano suddivise. Inoltre, in questo portale, si troverà un programma con il quale è possibile visualizzare tridimensionalemente la ricostruzione grafica delle maggiori opere della città, accostandone informazioni storiche. Ma non è tutto, consapevoli dell’aumento degli smartphones - si pensi a quanti iPhones o Blackberries si vedono nelle mani della gente - tra qualche mese, negli Stati Uniti, grazie ad una campagna pubblicitaria creata in collaborazione con la San Pellegrino (che si è fatta conoscere in tutto il mondo con un’acqua d’eccellenza), fotografando con il telefonino un codice multimediale posto sulle bottiglie, si aprirà un video promozionale di Bergamo.

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l mercato e le grandi compagnie internazionali ci insegnano che spesso una buona pubblicità è meglio di un buon prodotto. Basti pensare che Coca Cola spende l’80% dei suoi guadagni in pubblicità, McDonald’s intorno al 75%. Siamo circondati da pubblicità, ovunque, tutti i giorni e tutto il giorno. Eppure c’è sempre uno spot che agisce più di un altro e coglie la nostra attenzione. Lo stesso vale per l’ambito turistico, la promozione è fondamentale per rendere un luogo più appetitoso degli altri, anche non possedendo meraviglie storiche o naturali. E gli enti locali l’hanno capito. Vedi l’iniziativa di Turismo Bergamo - sempre in comunione con Comune e Provincia - che ha completato un catalogo che presenta Bergamo, il suo territorio e gli eventi. Questo libretto cartaceo, tra l’altro disponibile in varie lingue, fa parte di un progetto pubblicitario ben più ampio; infatti, i primi di luglio è stato inviato un gruppo di ragazzi con un camper nei paesi del Nord Europa. Lì si fermeranno nelle maggiori piazze per presentare le possibilità offerte dalla nostra provincia. Il tutto è affiancato da una serie di spot presso i canali televisivi locali, per incrementare la ricezione del pubblico. Per conciliare il mondo in rapida espansione delle tecnologie e quello un po’ statico del turismo - che rimane anco-


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il

sorriso è un’attrazione La capacità dei cittadini di accogliere

di Michele Bove

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onostante tutto ciò che è stato detto nei precedenti articoli sia fondamentale per lo sviluppo turistico di un’area, bisogna tenere in considerazione che sono le persone che vivono quella determinata area a costruire il turismo. Bergamo e la sua provincia sono state sempre viste come “isolate”, nonostante la posizione strategica di alcune zone del territorio come punto di confine tra diversi regni (in particolare l’Adda e l’isola). Infatti, la popolazione bergamasca si è sempre definita come indipendente e consapevole della propria forza senza bisogno di aiuti esterni (Bergamo è stato uno dei primi Comuni d’Italia nell’11° secolo). Ciò ha creato uno stereotipo dell’abitante tipico bergamasco come una persona che non accetta di buon gusto i cambiamenti, non ospitale e che rifiuta il contatto con gli stranieri.

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Se ciò poteva anche essere vero fino a qualche tempo fa, ora, come ha dichiarato il responsabile comunale al turismo Paolo Moretti:

“si è passati dai grugniti a un minimo di accoglienza”.

Un cambiamento questo che ha modificato il rapporto della cittadinanza con i visitatori. Raccogliendo testimonianze di persone che hanno soggiornato diversi giorni nella provincia, si nota una grande soddisfazione per il trattamento ricevuto, per l’affabilità dei commercianti (in particolare nei punti di ristoro) e per l’amichevolezza dei gestori delle attività di alloggio. Per quanto riguarda quest’ultimo punto vorrei soffermarmi sullo sviluppo degli ostelli (oltre allo storico Youth Hostel nel 2008 è sorto il Bg Central Hostel) che offrono, oltre ai prezzi modesti, un’atmosfera rilassata e piacevole per poter godersi appieno la permanenza, permettendo, soprattutto ai giovani, nuove conoscenze e svaghi notturni; lo stesso ostello ospita, al suo interno, un bar, e offre ai clienti diverse convenzioni con locali, sia di ristorazione che di divertimento. Ma cosa è cambiato nella mentalità dei bergamaschi per portare un cambiamento radicale? Sicuramente uno dei fattori è la volontà da parte della popolazione di mostrare con fierezza le bellezze del proprio territorio, come bagaglio culturale e artistico, agli altri. A tale proposito l’assessore provinciale Giorgio Bonassoli dichiara “Lavorando per il turismo ho avuto modo di scoprire tante bellezze culturali che i bergamaschi devono conoscere e di cui devono essere orgogliosi”.


Il secondo fattore, e direi il più importante, almeno per quanto riguarda la vita di tutti i giorni, è quello economico, ovvero la possibilità di un guadagno tramite l’attività turistica. E riguardo a ciò l’assessore dice “Sono certo che i bergamaschi capiranno, e già iniziano a farlo, che grazie alle capacità organizzative il turismo diventerà un’attrattiva economica che ha forza di natura.” Nonostante ciò i passi da compiere sono ancora tanti e i margini di miglioramento enormi, infatti l’assessore comunale aggiunge che

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“Il turismo è l’armonia tra i visitanti e colui che accoglie. Quando i bergamaschi arriveranno ai sorrisi la nostra città sarà totalmente pronta al turismo, e si creerà quella contaminazione delle parti tipica dei luoghi atti ad accogliere”.


speciale

Bergamo

Scienza

16 giorni di scienza con numerosissimi eventi e ospiti internazionali di Maryline JMW

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on si può parlare di Bergamo città di turismo culturale senza annunciare la IX edizione di BergamoScienza - rassegna di divulgazione scientifica - che si svolgerà nella nostra città dal 1 al 16 ottobre.

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Anche quest’anno, molti sono i nomi illustri del panorama scientifico e culturale italiano e internazionale, che affronteranno le tematiche più attuali nell’ambito della ricerca scientifica, tra cui i due Premi Nobel: Barry James Marshall (Premio Nobel per la Medicina, 2005) e R. Timothy Hunt (Premio Nobel per la Medicina, 2001); gli scienziati Elena Cattaneo e Bruno Murari; l’ingegnere Gian Michele Calvi; il fisico e saggista Fritjof Capra; il filosofo Tim Crane; il neuroscienziato Patrick Haggard; l’endocrinologo Janusz Nauman; il neurochirurgo George Ojemann; l’etologa Diana Reiss; il medico e scienziato Zaverio Ruggeri. Per celebrare l’Anno Internazionale della Chimica, BergamoScienza organizzerà, sabato 15 ottobre, una “giornata molecolare” di cui la chimica sarà indiscussa protagonista. Terranno conferenze sull’argomento i chimici Amilra Prasanna De Silva e Françisco M. Raymo; lo scrittore H. Aldersey-Williams e Giovanni Caprara e l’esperto di enigmistica Stefano Bartezzaghi, che proporrà uno speciale cruciverba “chimico”. In programma anche due incontri sui nuovi restauri effettuati sulle opere di Lorenzo Lotto; inoltre letture, giochi, mostre, concerti e spettacoli per le famiglie.

Il 30 settembre, in occasione della presentazione del programma, si terrà al Teatro Sociale un concerto-evento e una conferenza della neuropsicologa Isabelle Peretz, esperta di neurobiologia della musica, per scoprire le relazioni tra suoni e cervello.


Il dubbio cresce con la conoscenza W. Goethe

lazione del sangue. Di leggi della natura e di natura della legge si discuterà con il fisico e saggista austriaco Fritjof Capra, autore del famoso saggio Il Tao della fisica, che si è occupato anche di sviluppo sostenibile, ecologia e teoria della complessità. Il neurochirurgo americano George Ojemann parlerà di neurochirurgia funzionale e sintassi.

Le mostre e i laboratori permetteranno al pubblico di esplorare in modo interattivo il mondo della scienza. Dal viaggio nel mondo della stampa da Gutenberg a Photoshop; dalla costruzione e programmazione di robot a vere e proprie simulazioni di volo; dagli esperimenti di chimica alla scoperta di bit e pixel; dalla scoperta dell’energia alle meraviglie della cellula. Per questa IX edizione la Science Gallery del Trinity College di Dublino produce in collaborazione con Associazione BergamoScienza la mostra interattiva Elements. Dopo Dublino, l’esposizione inaugurerà al ridotto del Teatro Donizetti di Bergamo sabato 15 ottobre e sarà in programma fino al 20 novembre.

Il programma completo della manifestazione è disponibile sul sito www.bergamoscienza.it. Tutte le iniziative sono gratuite e aperte al pubblico fino ad esaurimento posti. Per prenotazioni, dal 12 settembre: privati tel. 035.221581 – prenotazioni.privati@bergamoscienza.it scuole tel. 035.275307 – bergamoscienza@confindustria.bg.it

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Molto attesi i due Premi Nobel per la Medicina: il medico australiano Barry James Marshall (2005), che ha scoperto che l’ulcera gastrica è causata dal batterio Helicobacter pylori, e il biochimico inglese R. Timothy Hunt (2001), per le sue scoperte sull’attività delle proteine che interessano la progressione del ciclo cellulare, le cicline. La scienziata Elena Cattaneo, che dirige il Centro di ricerca sulle cellule staminali dell’Università di Milano, ci parlerà dei progressi della ricerca in questo ambito. Bruno Murari, l’inventore dell’accelerometro - il microchip che ha fatto la fortuna di dispositivi come IPhone e Nintendo Wii - ci condurrà alla scoperta dei segreti dei sensori. Con l’endocrinologo polacco Janusz Nauman si affronterà il tema della contaminazione nucleare. Con l’ingegnere Gian Michele Calvi capiremo se si possono prevedere i terremoti. A svelarci il mistero del processo della conoscenza sarà il filosofo inglese Tim Crane, mentre la psicologa americana Diana Reiss spiegherà che anche delfini, come le scimmie, si possono riconoscere guardandosi allo specchio. Il neuroscienziato inglese Patrick Haggard ci parlerà di neuromorale. Il medico Zaverio Ruggeri spiegherà perché un farmaco salvavita può anche uccidere, come nel caso della coagu-


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Top Speed di Stefano D’Aste Photo Matteo Mottari

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a test di vetture a test di moto, scooter, quad passando per barche, jet sky e magari aerei o elicotteri, potrebbe sembrare il programma del magazine di un pazzo, invece sono solo alcuni argomenti che andremo a trattare in queste pagine; parleremo di Motorsport (a cui molti Bergamaschi sono legati), parleremo delle loro esperienze e risultati, di quello che capita dietro le quinte delle corse svelando curiosità e aneddoti a volte simpatici quasi ridicoli ma a volte sconvolgenti; la vita di un pilota che spesso può sembrare semplice e senza problemi ma che poi raramente è così. Alcune semplici pagine sulla tecnica di base applicata ai veicoli o alla guida, consigli su come affrontare le 4 stagioni con la propria auto stradale, spesso smentendo i luoghi comuni che non fanno altro che complicare le cose. E per concludere non poteva mancare l’argomento a richiesta, se avete dubbi che volete chiarire, inviatemi un’e-mail a sdaste@pbracing.it; farò il possibile per risolvere i Vs dubbi.

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Stefano D’Aste pilota automobilistico Casco d’Oro 2007 “Italia che Vince” - vincitore nel 2007 del campionato del Mondo Turismo FIA Yokohama independent’s Trophy, nonché nel 1994 5th al Campionato Italiano 125 cc su Cagiva (Vinto da Valentino Rossi) - 1998 5th Campionato Italiano 250 su Aprilia 4th Classe A7 Rally di Monza su Clio A7 - 2003 2nd Campiontao Europeo Clio 3.0 V6 1° classificato Rally di Monza (Toyota Corolla) - 2004 4° Campionato Europeo Turismo Ind (BMW 320i) - 2005 3° Campionato del Mondo Turismo I(BMW 320i) - 2006 3° Campionato del Mondo Turismo I (BMW 320i) - 2007 Campione del Mondo Turismo I (BMW 320si) - 2008 3° Campionato del Mondo Turismo I (BMW 320si) - 2009 4° Campionao del Mondo Turismo I (BMW 320si)

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EliseCR

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Abitacolo: Rispetto al modello S, la Cr presenta un interno più spartano, nella versione base addirittura non sono previsti i tappetini; si ritorna un po’ allo spirito essenziale della prima Elise con il valore aggiunto dei materiali e del disegno dei nuovi sedili. Il cruscotto è a fondo nero, come quello della versione S, nella consolle centrale presente uno switch in più per il cambio della mappatura da normale a Sport.

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Su strada: La vettura da guidare è un vero e proprio spettacolo; la riduzione del peso (circa 30Kg) rispetto al modello S si fa sentire e la rende più briosa nelle riprese e maneggevole nei cambi di direzione; il propulsore 1.6 già testato sulla S, si difende bene anche in basso e guadagna 300 giri con la mappatura Sport. Il cambio è a sei rapporti. La frenata è esagerata e la facilità di guida è impressionante. Abs e controllo di trazione potrebbero non esserci grazie alla enorme dose di grip che telaio e sospensioni conferiscono alla vettura; all’esigenza il traction controll può essere disinserito totalmente, mentre nella mappatura Sport l’intervento è meno invasivo. Come per la S è incredibile la trazione sugli asfalti bagnati, grazie al motore centrale il bilanciamento vettura è sempre perfetto.

Telaio: Il telaio è certamente il punto di forza, grazie alla sua rigidità; la taratura delle sospensioni è di impronta sportiva e quindi più rigide delle sospensioni della S, ciononostante non viene compromesso il comfort di marcia. Grazie alla sua struttura portante garantisce uno standard di sicurezza elevatissimo, più elevato del 99% delle vetture in circolazione sul mercato; a proteggerci lateralmente non c’è solo la solita barra ma anche una trave portante del telaio che è praticamente impenetrabile agli urti laterali. Frontalmente c’è una struttura anticrash in carbonio, simile a quella utilizzate sulle vetture F1, ha la funzione di assorbire l’urto frontale e distribuirlo su tutta la superficie del telaio. Posterioremente c’è invece un telaietto di acciaio collassabile.


Controlli elettronici: Il controllo di trazione e l’abs ci sono; è stato aggiunto un tasto sport ma grazie all’ottimo grip che la vettura ha intervengono solo nei rarissimi casi di perdita di aderenza causati da asfalti bagnati o sporchi.

Potenza: 136cv Accellerazione 0/100Km/h: 6.1 sec Velocità max: 207 Km/h Consumo medio: 6.14 litri per 100Km

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Motore, prestazioni e consumi:


Domande a

4 Alessandro Nannini

Photo Danilo Moroni

Da cosa nasce la tua passione? Diciamo che è una cosa che ho sempre avuto, fin da quando, ancora molto piccolo, mio padre mi insegnò a guidare. Il ricordo più bello? Di ricordi belli ne ho molti ma tra tutti l’anno 1989, quello in cui ho fatto i miei migliori risultati in carriera nel Mondiale di Formula 1: tanti ottimi piazzamenti con una vettura non da Assoluto e la Vittoria nel Gran Premio del Giappone a Suzuka è stata davvero esaltante.


L’auto da corsa preferita, alla quale sei rimasto più legato-affezionato? L’Alfa Romeo 155 con la quale ho corso nel DTM. Mi divertivo tantissimo! Correre in Formula 1 è stata sicuramente un’esperienza fantastica ma questa vettura mi ha davvero entusiasmato.

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Il rischio grosso più grosso? Tutti ricordano il mio incidente in elicottero che ha praticamente chiuso la mia carriera in Formula 1, ma in realtà il rischio più grosso l’ho corso in un altro momento, nel 1984: ero a Balocco per un test in preparazione della 24 Ore di Le Mans, ha ceduto una sospensione e la macchina si è impennata ed è letteralmente decollata alla velocità di 350 Km/h, come velocità di decollo diciamo che era giusta il problema è che non ero su un aereo.


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Masseroni Daniela

Incontri sportivi

di Raffaella Ravasi Photo Matteo Mottari

O

cchi che ridono, sorriso dolce, fisico armonioso e aggraziato come la sua ginnastica ritmica che l’ha vista protagonista vincente in giro per il mondo. Abbiamo con piacere incontrato Daniela al rientro dalle vacanze estive, le prime che si è concessa dopo il ritiro dall’attività agonistica annunciato a febbraio 2011: bella e simpatica, si è raccontata con i suoi 26 anni, “un passato” sportivo coronato di successi fra i quali ricordiamo:

Argento Olimpiadi Atene 2004 (generale) Oro Mondiali Baku 2005 (cerchi e clavette) 2 Oro Mondiali Miè (generale e nastri e funi) Oro Mondiali Mosca 2010 (generale) Oro Campionati Europei Torino 2008 (funi) e il suo oggi, fatto degli Studi Universitari che ha ripreso, (Scienze della Formazione ndr) guardando al futuro. Daniela Masseroni, ginnasta dell’Orobica Ginnastica, fa parte dell’Aeronautica Militare e nel 2004 il Presidente Ciampi le ha conferito l’onorificenza di Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana.

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Raffaella ravasi


Daniela Masseroni

Come hai iniziato? Ho una sorella più grande che faceva ginnastica e da bambina andavo con la mamma a prenderla in palestra... volevo essere come lei. I miei mi hanno accontentata e a sei anni ho iniziato. Sono stati 20 anni di palestra, dei quali gli ultimi 8 intensissimi, ma pieni di soddisfazioni: una vita intesa e piena di emozioni. E poi la squadra, gli allenamenti, la vita insieme al centro tecnico di Desio, una seconda famiglia. (Daniela nel 2003 entra nella squadra nazionale di ginnastica ritmica ndr). E oggi? Dopo aver partecipato lo scorso ottobre ad un spettacolo delle Rhyth.mix, una compagnia che organizza spettacoli di athletic dance, dove la mia disciplina sportiva fatta di clavette, funi, palle, nastri e cerchi si fonde in coreografie sorprendenti… sarò in tournée con loro per i prossimi due anni, in Italia e all’estero.

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Due parole sulle prossime Olimpiadi Londra 2012? A settembre ci sono i Mondiali di qualificazione in Francia e poi spero proprio che la squadra riesca a riprendersi quella medaglia di Pechino tanto discussa… (la squadra italiana si è qualificata al 4 posto ndr).


Il fiore che amo Margherita. I miei autori preferiti in prosa Fabio Volo. I miei compositori preferiti Musica italiana, in particolare Elisa. I miei eroi nella vita reale I campioni sportivi. I miei nomi preferiti Arianna e Aurora. Quello che detesto più di tutto La falsità. Stato attuale del mio animo Serena. Le colpe che mi ispirano maggior indulgenza Gli errori commessi in buona fede. Il mio motto Quello della squadra… “entra in pedana con la testa e con il cuore”. Grazie Daniela e in bocca al lupo.

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E poi, a Daniela abbiamo proposto il Questionario di Proust: Il tratto principale del mio carattere Pignola… sono molto precisa in tutto quello che faccio. La qualità che desidero in un uomo Sportivo e simpatico. La qualità che preferisco in una donna Amicizia e lealtà. Quel che apprezzo di più nei miei amici La fiducia. Il mio principale difetto Sono troppo pignola, molto esigente con me stessa. La mia occupazione preferita Lo sport, ovviamente! Il mio sogno di felicità Realizzarmi… Il paese dove vorrei vivere Dove vivo, a Carobbio degli Angeli con la mia famiglia. Il colore che preferisco Bianco.


Persone e personaggi

Bepi

Il

di Paola Cervi

S

ono le 9.30 di una mattina di timido sole, mentre sto aspettando Tiziano Incani davanti al bar convenuto, mi diverto a guardare un cameriere che con divisa di tutto punto sta spazzando il piazzaletto antistante, gettando a terra acqua saponata che ha preparato nel secchiello dello champagne. Arriva Tiziano, meglio conosciuto come “Ol Bepi”, ci accomodiamo al bar e dopo aver ordinato al cameriere di prima, iniziamo la nostra intervista, subito interrotta da un’anziana signora che ci vuol vendere tartufi. La passione per la musica gli è stata tramandata dalla famiglia, anche se entrambi i genitori non hanno avuto trascorsi professionistici, da bambino ha cantato nel coretto del paese, successivamente ha provato a suonare il sax e la tromba, ma è convinto che il mezzo migliore per esprimersi sia il canto. Si diploma al liceo classico di Lovere poi, ispirandosi a Paolo Conte, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza ma dopo alcuni esami si ritira perché:

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Paola cervi scrivimi1966@yahoo.it


Gli chiedo come nasce l’idea di cantare in Bergamasco: ”inizialmente è stato un gioco per fare una risata con gli amici di radio Antenna due di Clusone, poi è subentrata una forma di ribellione perché mi sono accorto che c’era una sorta di discriminazione verso tutto quello che era popolare-dialettale, arrivando dalla provincia dove il dialetto è parte integrante della vita quotidiana mi sento vicino a questa parlata che caratterizza la mia gente, quindi è diventato anche il modo per dare dignità ad una parte di popolazione italiana della quale i media sembra si siano dimenticati”.

Com’è Tiziano Incani nella vita? “Non sono particolarmente ilare e giocoso, a volte burbero e di poche parole, anche perché tutto grava sulle mie spalle, la responsabilità delle scelte, i conti da tenere, ma quando salgo sul palco mi trasformo, il Bepi è un sunto delle mie qualità migliori, l’altra parte di me, quella allegra e spensierata, un po’ come Dr. Jacky e Mr. Hyde. Anche se, analizzando le canzoni del Bepi ci si accorge che non sono proprio così simpatiche, è un ridi d’acchito ma sempre con un fondo amaro, che forse non tutti riescono a cogliere”.

“gli ambienti troppo “fighetti” mi stanno stretti, già il primo anno mi guardavo in giro per vedere se c’erano belle ragazze, per me non esisteva solo lo studio”.

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Mi confida: “non ho mai studiato canto e a volte sento la mancanza di alcune cose quando scrivo i testi e compongo le musiche, ma sono convinto che quando si parla di rock, l’eccessivo tecnicismo può portare ad una perdita di certe caratteristiche che fanno dell’imperfezione l’arma vincente”.

I tuoi personaggi sono ispirati a persone esistenti? “Devo fare una distinzione importante, il 1° Bepi era la parodia di certi personaggi che incontravo nei bar della valle, molto rozzo, molto violento, era talmente eccessivo che questo suo essere fuori dalle righe faceva ridere per forza di cose poi, nel momento in cui mi sono accorto che il personaggio del Bepi stava uscendo dal ruolo di personaggio comico e stava diventando un’icona di un modo di essere, ho cercato di portarlo ad essere sempre meno personaggio e sempre più simile a me, oggi il Bepi dice quello che penso io, non a caso ho tolto la parrucca e credo di aver fatto la scelta giusta, perché il Bepi di oggi può dedicare una canzone alle vittime del Gleno senza timore di risultare ridicolo. Oggi il Bepi e Tiziano sono la stessa persona”.


Curiosità successe durante i tuoi concerti? “Dal 2004 ad oggi ne ho viste di tutti i colori, credo che tra le cose più strane, ci sia l’osservare certe forme di fanatismo nei miei confronti che mi lasciano molto perplesso anche se con uno sfondo di soddisfazione. Ad esempio, una parte dei miei fans arriva alle 12 per il concerto delle 21 e litiga per chi deve stare in prima fila, oppure si posizionano più verso la mia destra, perché hanno notato che tendo a girami più spesso verso il mio chitarrista di destra, o ancora vado a cantare una canzone allo spettacolo di fine anno alle scuole elementari di Vilminore e trovo fan di Rivolta d’Adda che vengono solo per ascoltare una canzone, il pubblico femminile sa che mi piace la donna con camicia bianca, tubino nero e tacchi a spillo, viene ai miei concerti in questo modo anche se suono in un prato pieno di fango - ma questo è uno degli aspetti positivi della celebrità che ho -”.

Progetti futuri? “Non so bene cosa farò in futuro sto cercando nuovi stimoli, voglio allargare i confini per arrivare quantomeno alla Lombardia se non all’Italia, nell’ultimo album canto anche in italiano, ho bisogno di nuova linfa vitale sennò rischio di autoclonarmi all’infinito. Voglio capire se è il caso di continuare o prendermi una pausa per dedicarmi ad altre cose, come la Tv, o portare in giro la commedia che ho scritto. Devo lottare contro tanti pregiudizi che ha la gente e capire bene quanto questi possano condizionare il mio futuro. Non sopporto chi a priori mi giudica negativamente senza conoscere nulla di me, mi fanno incazzare le persone che con boria ingiustificata denigrano il mio lavoro senza nemmeno essere stati in grado di capirlo. Chi mi è vicino, mi dice di fregarmene, non posso piacere a tutti, mi consigliano di non far vedere che le critiche mi feriscono, ma sono una persona sincera, non ho paura di mostrare i miei lati più deboli, tante critiche fanno male perché le reputo profondamente ingiuste. È vero che il Bepi si è presentato in modo rude ma per fare certi ritratti ho usato il pennello fine, ho scritto canzoni sulle morti bianche e un brano dedicato alle vittime del Gleno. Voglio riuscire a coinvolgere categorie di pubblico che finora non sono state interessate a me o corro il rischio di avere un pubblico che non mi garantisca un futuro sereno. Alla fine del 2011 farò il punto della situazione.

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Un messaggio per i tuoi fans? “ll messaggio ai fans è sempre di gratitudine. Grazie a voi che avete avuto la capacità di analizzare il fenomeno Bepi e le sue canzoni con una certa profondità e serenità. Quando ricevi mail in cui capisci che le tue canzoni sono stato ascoltate e capite la soddisfazione è al massimo; vuol dire che il tuo lavoro non è stato vano.” Non sono una sua fan, ma ho ascoltato Gleno; consiglio a tutti di farlo tenendo gli occhi chiusi.


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Videoludologia

Videogioco

Il

sempre più vittima della disinformazione.

Diamogli il giusto valore.

di Marco Sidmarko Locatelli

S

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pesso e volentieri, nei servizi giornalistici legati ai fatti di cronaca nera più toccanti e cruenti, accade di imbattersi in riferimenti superficiali, aprioristici e denigratori nei confronti del videogioco. Secondo alcune testate generaliste, infatti, sembrerebbe che l’esperienza videoludica sia una sorta di “catalizzatore” per potenziali menti criminali che, sfruttando continuamente ambientazioni belliche e contesti violenti (presenti in realtà solo in alcuni generi), spingerebbe l’ignaro utente a sviluppare pensieri assassini anche una volta posato il gamepad. Un caso di disinformazione eclatante ed esemplificativo del fenomeno appena descritto si è verificato in seguito alla recente strage di Oslo, la tragedia che ha portato alla morte di circa novanta ragazzi. In apparente mancanza di un vero e proprio capro espiatorio motivazionale verso cui puntare il dito, infatti, alcuni benpensanti della stampa italiana ed internazionale hanno voluto far credere che Anders Behring Breivik, il 32enne autore della carneficina e dichiarato videogiocatore della serie Call of Duty e di World of Warcraft, abbia trovato ispirazione per il suo efferato gesto proprio nella passione per quest’ultimi. Gli effetti negativi sull’industria del settore non hanno tardato ad arrivare e, pochi giorni dopo, una delle più grandi catene di videogiochi norvegese ha deciso di ritirare dal mercato ben cinquantuno titoli ritenuti troppo

forti alla luce dei tragici avvenimenti di Oslo, o meglio, in seguito alle conseguenti inchieste giornalistiche secondo cui i giochi troppo violenti potrebbero creare dei pazzi criminali. Ma pensiamoci bene: è solo un’approssimativa ed errata ipotesi o una scelta premeditata dagli editori? Mettere sul tavolo degli imputati il videogioco è facile, tocca nel vivo l’opinione pubblica e si sposa perfettamente a quello che vuole sentirsi dire il popolino; allontanando al contempo tematiche più delicate e scomode da affrontare. Fortunatamente, i più acuti sanno che, in realtà, sono ben altri i fattori che hanno mosso la mente malata del sedicente idealista norvegese, che sul suo profilo di Facebook si dichiara anti-islamico, di estrema destra e mostra un’inequivocabile citazione del filosofo inglese, John Stuart Mill: “Una persona con una fede ha la forza di 100.000 che hanno solo interessi”. La crociata disinformatrice che sta travolgendo il medium videoludico va combattuta a muso duro, senza alcuna remora, anche da parte di chi, i videogiochi, non li conosce da vicino. Sì, perché alla stregua del Cinema negli anni passati, ora anche il videogioco ha bisogno di essere salvaguardato e considerato a tutti gli effeti una forma espressiva, culturale ed artistica, matura al punto giusto da ricevere una meritata valorizzazione sociale.

Marco Sidmarko Locatelli Giornalista freelance ed esperto videoludico. Presta la sua penna alle maggiori testate giornalistiche del settore, sia online che cartacee, ed è sempre in prima fila nella lotta per la valorizzazione del Videogioco. Sidmarko@virgilio.it


MATION: metodo di classificazione valido su tutto il territorio europeo usato per classificare i videogiochi attraverso le fasce d’età e il contenuto, indicato con cifre e simboli in bella evidenza) presente su tutte le confezioni. Inutile lamentarsi di titoli violenti se poi si permette al figlio dodicenne di comperare giochi bellici classificati con la dicitura 18 (quindi, indicati a ragazzi di almeno 18 anni).

Le regole, come in tutti gli altri aspetti della società, esistono, ovviamente rispettarle rimane sempre un optional.

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Il suo unico scopo non è quello di divertire ed intrattenere, sono tanti infatti gli effetti benefici secondari, ad esempio, alcuni titoli per Wii che fanno ampio utilizzo del Telecomando Wii (il controller di movimento della console Nintendo) aiutano a curare il morbo di Parkinson e altri problemi legati alle funzioni motorie del corpo umano; nel Dicembre del 2007, Imperium Civitas II, un famoso titolo strategico che narra le vicende dell’antica Roma, è stato addirittura portato di fronte al Parlamento Europeo per mostrare le potenzialità del videogioco in ambito didattico. Questo prodotto permette a chiunque di imparare la storia divertendosi, senza avere però la presunzione di sostituire i libri di Storia ma, al contrario, di completarsi con essi: l’interattività dell’opera multimediale, accompagnata alla minuzia del testo scolastico, potrebbe aprire le porte a nuove frontiere pedagogiche. E tanti altri sono ancora gli utilizzi extraludici che il videogioco riesce a declinare, veicolando forme artistiche audiovisive impossibili da trovare in altri media. Inoltre non dimentichiamo il valore aggiunto dell’interattività, grazie alla quale il giocatore si trova ad essere spettatore e attore allo stesso tempo. Purtroppo, non è tutto oro quel che luccica, verrebbe da dire. Alcune ombre ci sono. Su tutte va segnalata la dipendenza che nasce, come sempre, dall’eccessivo o sbagliato utilizzo del mezzo videoludico; oppure, il mancato scrupolo di certi genitori di fronte alla presenza della classificazione PEGI (PAN EUROPEAN GAME INFOR-


Rifugio 2026m

Andiamo per monti

Fratelli

Longo

di Paolo Valoti

Ai piedi del “Cervino delle Orobie” e alle sorgenti del fiume Brembo

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I

nserito nella perla naturalistica del Sito di Importanza Comunitaria ‘Alta Valle Brembana e Laghi Gemelli’ e fra le più belle e suggestive del Parco delle Orobie, l’attuale Rifugio Fratelli Longo celebra il suo 50° anniversario di apertura.

I lavori, affidati alle maestranze della Società Alto Brembo, iniziarono nel 1922 su un’area occupata da una vecchia baita di minatori, ceduta gratuitamente alla Sezione da Gregorio Riceputi e condomini di Carona, e furono ultimati l’anno successivo.

Il 30 ottobre 1921, in occasione della traslazione a Piazza Brembana delle salme di Nino, Attilio, Santino e Giannino Calvi, militari ed ufficiali degli alpini che operarono durante la prima guerra mondiale, la Sezione manifestava il proposito di onorare la memoria dei quattro eroici fratelli bergamaschi con la costruzione di un rifugio intitolato al loro nome e che servisse come punto di appoggio per le salite al ‘Cervino’ delle Orobie il Pizzo del Diavolo di Tenda 2914m, ai piedi del quale nasce il ramo principale del fiume Brembo. Per concretizzare l’idea venne aperta una sottoscrizione, con 200 lire donate dalla Sezione e 100 lire offerte da alcuni suoi dirigenti. Al termine dell’anno la sottoscrizione raggiungeva l’importante cifra di 1285 lire e di 1934 lire il gennaio successivo. A questa somma si aggiungeva in febbraio 1000 lire raccolte tra i dipendenti degli stabilimenti Dalmine per iniziativa dei Soci Antonio Piccardi e Sergio Veneri.

L’inaugurazione del 23 settembre 1923, in coincidenza del 50° di fondazione della Sezione CAI, fu onorata dalla madrina la signora Clelia Pizzigoni-Calvi, mamma dei quattro fratelli caduti, e la partecipazione di autorità e molti appassionati. Per una decina di anni il rifugio, al centro della bella zona panoramica, fu la meta di gruppi sempre più numerosi di scalatori e escursionisti. Ma quando nel dicembre del 1935 fu aperto il nuovo Rifugio Fratelli Calvi al Lago Rotondo, il vecchio rifugio venne ribattezzato con i nomi di due altri alpinisti bergamaschi tra i più noti dell’epoca, i fratelli Giuseppe e Innocente Longo, periti durante un’ascensione al Cervino nel ferragosto del 1934 e il nuovo Rifugio Calvi, sorto al Lago Rotondo e in posizione più felice, finì per attirare gli alpinisti, escursionisti e turisti che prima si dirigevano al ‘Longo’, e di conseguenza fu lasciato in completo abbandono.

Paolo Valoti è socio della Sezione di Bergamo del Club Alpino Italiano (CAI) dal 1982 (di cui è stato presidente dal 2008 al 2011), nonché Istruttore Nazionale di Sci Alpinismo (INSA) nella Scuola di Sci Alpinismo “Bepi Piazzoli” e Istruttore di alpinismo. La Sezione CAI di Bergamo è stata fondata il 23 maggio 1873 ed è stata dedicata nel 1936 alla memoria di Antonio Locatelli. Oggi è la prima Sezione italiana per numero di soci. www.caibergamo.it


Biodiversità e tipicità enogastronomica del rifugio: Grazie alla passione e professionalità del cuoco Valerio, la cucina accurata offre la possibilità di gustare sapori tipici della Valle Brembana e apprezzare piatti della migliore tradizione gastronomica bergamasca: casoncelli alla bergamasca, polenta e agnello, polenta taragna, salumi, formaggi Branzi, Formai de mut e Taleggio, vini della Valcalepio.

Dallo scorso anno da Carona ai Rifugi Longo e Calvi è possibile utilizzare il servizio jeep-navetta (lungo la strada carrozzabile da Carona al Lago del Prato), istituito dall’Amministrazione comunale, guidata da Giovanni Alberto Bianchi, con l’obiettivo di offrire a disabili, anche in carrozzella, anziani o escursionisti la possibilità di arrivare ai rifugi e godere del clima e dello splendido scenario dominato dal ‘Principe delle Orobie’ il Pizzo del Diavolo di Tenda. Per il servizio contattare Ugo Midali al numero di telefono 328.0424902.

SCHEDA TECNICA Altitudine: 2026 metri sul livello del mare Zona: Valle del Sasso in Alta Valle Brembana - Comune di Carona (BG) Gestore: Enzo e Rossella Migliorini (Società Alpina SCAIS Bergamo) Recapito telefonico gestore: 338.31.92.051 Email: longo@caibergamo.it - enzomigliorini@virgilio.it Recapito telefonico rifugio: 0345 77070 Proprietà: CAI Bergamo Apertura: dal 17 settembre al 1 novembre 2011 giorni prefestivi e festivi Accesso principale: da Carona, segnavia 224 percorribile in 3 ore. Altri accessi: da Foppolo, segnavia 208 percorribile in 5 ore; da Ambria di Piateda (Valtellina), in 5 ore; dal rifugio Calvi, segnavia 246 in 3 ore, segnavia 258 in 2 ore; dal rifugio Laghi Gemelli, segnavia 211 e 213 in 4 ore; dal rifugio Antonio Baroni al Brunone, segnavia 225 in 5.30 ore. Ascensioni: Monte Aga (2720 m.) EE - via normale; AD parete nord dell’anticima settentrionale; D- sperone di sinistra (parete Ovest); Monte Masoni (2663 m.) EE; Pizzo di Cigola (2632 m) EE; Cima di Venina (2624 m.) E; Pizzo Rondenino (2747 m.) EE - via normale, AD - 2 vie lungo la parete Nord; Pizzo del Diavolo di Tenda (2914 m) EE - via normale; PD - via Baroni; Traversata dal Pizzo del Diavolino (2810 m.) al Pizzo del Diavolo (2914 m) PD. Sentiero delle Orobie Occidentali: dal rifugio Longo (7° tappa), si procede alla volta del rifugio Calvi (8° tappa) tramite segnavia n. 246 percorribile in 3 ore, per collegarsi con il classico Sentiero delle Orobie Centro-Orientali. Sito: www.caibergamo.it

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La Sezione accoglieva nel 1956 le richieste della Società Alpina Scais di Bergamo concedendole il rifugio in locazione, alle condizioni che la Società provvedesse al suo ripristino, impegno che veniva sollecitamente assolto. L’inaugurazione del rinnovato Rifugio Fratelli Longo ebbe luogo il 3 settembre 1961 alla presenza dei dirigenti e soci delle due associazioni e dei familiari dei Fratelli Longo. Da allora il rifugio è sempre stato tenuto in perfetta efficienza, con frequenti lavori di miglioria, adeguamento alle normative e ampliamento fino a disporre di 40 posti letto e 70 posti tavola.


Bel Pais

Trezzo D’adda

di Ettore Maffi Photo Chiara Maffi

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T

rezzo - denominazione derivante da un vocabolo celtico che significa “promontorio o luogo alto e fortificato” - dopo la dominazione romana, venne occupata dai Longobardi che vi costruirono anche una rocca per difendersi dalle incursioni degli Orobi. L’importante presenza longobarda sul territorio è stata dimostrata, sul finire degli anni Settanta, con il ritrovamento di una necropoli con cinque tombe ricche di suppellettili: una scoperta definita come la più importante del XX secolo. Bernabò Visconti costruì nel 1300 il castello, accanto a quello voluto dalla regina Teodolinda, che è diventato il simbolo della città e, nel tempo, testimone di cruenti lotte e di conquiste: ricordiamo solo che lo stesso Bernabò vi trovò la morte per mano del nipote Gian Galeazzo. Accanto al castello vi era un antico ponte in muratura, l’unico che collegava Trezzo alla terra bergamasca. Nel 1412 il Carmagnola occupò il castello e, al fin di contrastare l’avanzata del nemico, lo fece distruggere. Così, per secoli, vale a dire sino alla costruzione del nuovo ponte che collega Capriate, l’Adda poteva essere attraversato solo con le barche.

Nel capitolo XVII dei Promessi Sposi, Alessandro Manzoni, narrando delle vicissitudini di Renzo in fuga da Milano per trovare rifugio presso il cugino Bortolo, gli fece attraversare l’Adda proprio a Trezzo. Renzo, quando vide in lontananza la città di Bergamo, si rincuorò ed esclamò: “Viva San Marco!”. Se il castello visconteo è il simbolo, la risorsa di Trezzo è sempre stata il fiume Adda non solo per la pesca ma anche per l’industria e il commercio. Sin dal 1400 erano stati installati sul fiume dei mulini per la macinazione dei cereali, le cui ruote venivano azionate non solo dalla corrente del fiume ma anche mediante un sistema di canalizzazione che convogliava l’acqua direttamente alle ruote del mulino. Nel 1460 Francesco Sforza volle costruire il Naviglio della Martesana per creare una nuova via d’acqua per le merci verso Milano, un sistema questo che sarà utilizzato sino agli anni Cinquanta. Il nuovo canale, però, alterò il flusso


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dell’acqua che alimentava i mulini ed i proprietari intentarono azioni legali di risarcimento alla Regia Camera e alla Comunità di Trezzo obbligandoli a costruire una chiusa per regolare la portata d’acqua. Questa chiusa fu realizzata con un progetto di Leonardo da Vinci, che aveva studiato minuziosamente l’Adda e il territorio circostante: altra opera di Leonardo è il traghetto di Imbersago, che tuttora funziona, dove l’imbarcazione è fissata ad un cavo teso tra le due sponde e, sfruttando la forza della corrente del fiume, viene azionato da un solo uomo. Nei primi anni del Novecento il fiume venne utilizzato per la produzione di energia elettrica con la costruzione della centrale idroelettrica Taccani, in elegante stile liberty, che diede nuovo impulso alle attività produttive a tutta la zona. Quale pregevole opera di archeologia industriale viene periodicamente aperta a visite guidate ed a eventi culturali.


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event

Serata benefica a con

La Marianna

Round Table 39 Bergamo e Cigar Club Bergamo

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Photo Niccolò Gritti


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L

a Round Table 39 Bergamo come service dell’anno 2011 ha scelto di raccogliere fondi a favore dell’Associazione Amici della Pediatria per un progetto di formazione per volontari e un laboratorio con bimbi e ragazzi: l’Atelier di Scrittura.


event

Biolux Energy

al NINIVA

di Almè

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Photo Alessandro Di Miceli


O

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rologi Biolux Energy venduti in offerta speciale al Niniva lounge bar di Almè. L’imperdibile aperitivo “magnetico” con vini delle migliori case vinicole, cocktail e long drink abbinati ad uno straordinario e succulento buffet ricco di prelibatezze, il tutto immerso in un’atmosfera rilassante e moderna è stato organizzato domenica 24 luglio. Un’occasione unica per molti bergamaschi di provare personalmente i rinomati orologi in grado di accumulare luce solare, rilasciandola quando sono indossati o vengono a contatto con il nostro corpo. Durante la serata grazie a un test kinesiologico le persone che hanno indossato l’orologio Biolux Energy hanno potuto riscontrare un aumento di forza ed equilibrio.


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Anno Tre Numero Ventuno | Settembre duemilaundici | Euro Due

Settembre 2011

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In copertina Gionchilie Ottica

Speciale Il potere del turismo

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