BergamoUp n. 28 giugno 2012

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Bisogna sempre giocare onestamente quando si hanno le carte vincenti.

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Oscar Wilde


Il mensile più dinamico della città - www.bergamoup.it

Se vivi in città o in provincia abbonati alla rivista più diffuda per chi vive Bergamo così ti verrà spedita via posta. Basta spedire il tagliando al nostro indirizzo: Editrice Bergamoup srl - Piazza Monsignor Chiodi, 30 - 24049 Verdello (Bg) o via fax: 035:236661 - mail: info@bergamoup.it Si, voglio sottoscrivere l’abbonamento annuale a

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Editore Editrice bergamoup srl

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Direttore Generale michele oggioni

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Dalmine (Bg)

Fotografi matteo mottari.

Hanno collaborato:

Stefano D’Aste, vip international. Crediti fotografici: Per le immagini senza crediti l’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire e reperirli. È ovviamente a piena disposizione per l’assolvimento di quanto occorre nei loro confronti. © COPYRIGHT BergamoUp Magazine: Testi e immagini della presente pubblicazione non possono essere riprodotti con mezzi grafici, meccanici, elettronici o dogitali senza autorizzazione firmata da editrice Bergamoup srl. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. BERGAMOUP, Periodico mensile di informazione locale; Iscrizione presso il Tribunale di Bergamo n. 16/2009 del Maggio 2009 Editrice BERGAMOUP srl - Concessionaria pubblicità Sede legale e operativa: P.zza Mons. Chiodi, 30 - 24049 Verdello (Bg) Cod. Fisc. e P.Iva: 03806600163

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L’Editoriale | di michele oggioni

Barcollo ma non mollo... Cari lettori, come sempre nella vita, le cose non scorrono lisce come l’olio. È tutto molto difficile con tanti intoppi, però si deve avere la forza di sorvolare e andare avanti. È quello che è accaduto a noi di “Bergamo up”, che nel mese di Aprile abbiamo subito un furto nella nostra redazione. Questo brutto episodio ci ha recato diversi danni, il più importante e grave è quello dei nostri computer, contenenti tutto il nostro prezioso materiale.... (tre anni di archivio compreso il backup). Questo è uno dei motivi per cui siamo usciti in ritardo il mese scorso. Un altro problema è stato un breve cambio di editore che in poco tempo pensava di rivoluzionare la rivista, sostituire le rubriche e dare un’altra impronta che non ci apparteneva. E come se non bastasse, sempre in questi mesi, una buona parte di tutto il nostro staff ci ha lasciato e solo ora capisco il perché... Con furbizia e bugie hanno lavorato per l’uscita di una nuova rivista portando una buona parte dei contenuti di “Bergamoup” su quest’altro mensile. Hanno sfruttato il nome di “Bergamoup” per farsi conoscere, ed ora a testa alta pubblicano le medesime rubriche altrove. Ovviamente questa cosa mi ha deluso e tradito profondamente. Il nostro mensile è nato per i lettori bergamaschi, tenuti a sapere quello che ci circonda nel bene e nel male, ed è su questo punto che vogliamo destinare le nostre energie e professionalità. “Bergamo up” vuole continuare ad essere un periodico di spessore e libero di scrivere tutto! Insieme a Stefano Salvi, il nuovo direttore editoriale, e Valeria Barizza direttore responsabile e tutto il nostro team, vi promettiamo di ritornare nelle vostre case e aziende a pieno regime più brillanti... di prima.


in copertina bergamoup: PHI Informatica

sommario

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BERGAMOUP MODEL

pag.

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Francesca Bellavita Bella giovane e ....intelligente

STORIA DI COPERTINA

pag.

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PHI Informatica Risparmio e sostenibilità energetica in 3 “C”

Azienda Biava Il Moscato di Scanzo e non solo... SALUTE NEL PIATTO

pag.

SI SALVI CHI PUO’

60

Percassi “Genio o farneticante” IN VIAGGIO CON PAMELA

pag.

“Conero” perla dell’Adriatico Bellezze incontaminate fra l’azzurro del mare e il “Rosso Conero” D.O.C. IN CASO DI VIAGGI

pag.

Glam Entertainment Professionalità nel fascino dello spettacolo

66

Innamorarsi di Parigi La più visitata e forse la più romantica

CAVALIERI E NOBILTA’

pag.

34

Multati in “Odore di santità”

pag.

SPETTACOLO

pag.

DALLA VOSTRA PARTE

Andavano a Messa parcheggiando sul Sentierone

64

Molino S. Giuseppe A Soncino, Borgo dei Sapori

28

Un must di stagione made in Italy

59 IN CANTINA

pag.

22

Il bracciale Tiffany low-cost

pag.

Cascina Bolsa Storia di una vita

18

56

ARTE CULINARIA

pag.

14

SPECIALE MODA

pag.

L’INDIPENDENZA

pag.

Templaria Veosfest

72

Tre giorni a Seborga

L’Antipolitico Monti... meglio che indossa l’elmetto

AMERICAN BAR

pag.

36

76

Il Caffè “up” per eccellenza

40

“Oltre” per vivere bene

pag.

84

Innamorarsi e capire le emozioni Hi-Fi

pag.

44

pag.

Sound Gallery

92

Tutta la potenza dell’HI-FI

48

Mens sana in corpore sano

6

Con la dieta Tisanoreica

A PASSEGGIO PER LA CITTA’

TWIZY, BE FUN Arriva il due posti elettrica

EVENT

Lazzaro Fornoni Pennellate e stile unico da far invidia a gli impressionisti-moderni

SALUTE E BENESSERE

pag.

Mazda CX-5 Frenata, abitacolo e controlli elettronici

ATTUALITA’

pag.

TOP SPEED

pag.

Nazionale Cafè

pag.

94

Caffè del Borgo Aperitivi a suon di musica


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Point Entrate, chiedete e vi sarà dato Oltre alla normale distribuzione, per rispondere alla richiesta dei nostri lettori, abbiamo deciso di mettere il mensile piu dinamico della città gratuitamente a disposizione di tutti presso i seguenti bergamoup point : Se vuoi diventare BergamoUp point chiama in redazione, saremo lieti di accontenarti • Redazione BergamoUp

P.le Mons. Chiodi, 30 - Verdello (Bg)

tel. 035.236661 • Ottica Gionchilie

via S. Alessandro, 26/a - Bergamo tel. 035.319380

• Le Iris - America bar

via Vittorio Emanuele II, 12 - Bergamo tel. 035.217037

• Galleria Marelia

via Guglielmo D’Alzano, 2/b - Bergamo 035.0603115

• Treco - calzature

via Giuseppe Garibaldi, 4/d - Bergamo tel. 035.233787

• Coca Club

via Madonna della Neve, 35 - Bergamo tel. 035.0346077

• TecnoDomo

via Giovanni Pascoli, 2/a - Seriate (Bg) tel. 035.4921473

• Trattoria da Silvia

via Roma, 16 - Gorle (Bg)

• Lucchini Casa

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c.so Europa, 38 - Scanzorosciate (Bg) tel. 035.6570027


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storia di copertina

Phi informatica

Risparmio e sostenibilità energetica in 3 “C” di Stefania Barcella photo Matteo Mottari

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n’azienda che nasce dall’esperienza decennale di un gruppo di professionisti che operano da anni nel settore informatico nella provincia di Bergamo e della Lombardia. Phi è informatica e oltre: l’attenzione è al presente, lo staff è all’avanguardia per fronteggiare nel modo migliore la situazione di crisi attuale, l’obiettivo principale è il risparmio. Come? Semplice, lasciandosi guidare dalle tre “C”: soluzioni nell’ottica del risparmio da parte del cliente e della sostenibilità energetica.

Carta: eliminiamo carta proponendo al cliente la soluzione Archibox (Servizio di Archiviazione Elettronica Documentale, Gestione e Conservazione Sostitutiva dei documenti), venduta in modalità servizio a partire da € 150,00 al mese. Comprende i server e il software, il backup dei dati. La copia dei dati viene effettuata ad almeno 150KM dall’ufficio del cliente con la garanzia di ripristino dei dati entro 72 ore, il valore del dato è fondamentale nelle aziende! A noi piace definirla la “Cassaforte dei tuoi dati”, il tuo articolo che scriverai se conservato in Archibox conserverebbe tutte le versioni che salvi, e se tu avessi ristretto l’accesso al tuo articolo, nessuno in nessun modo lo potrebbe leggere. Utilizza un sistema di crittografia brevettato a livello europeo a 4096 bit.

L’azienda troverà sempre le informazioni che cerca, in breve tempo, e non si dovrà preoccupare del backup dei dati e della conservazione. Nel caso poi scelga di passare alla conservazione sostitutiva potrà distruggere tutti i documenti contabili e nel caso di controlli consegnerà un DVD contenente tutti i dati agli organismi di controllo. Risparmiando tempo e probabilmente riducendo enormemente i tempi di presenza di controlli in azienda.

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L’integrazione del prodotto con Gestionale Open, prodotto gestionale che installiamo da anni, li rende la scelta ideale per la piccola e media impresa.


Cartucce: eliminiamo scarti per la stampa con un costo al di sotto della media, la nostra partnership è con Xerox! Un nuovo modo di pensare all’inchiostro: l’inchiostro solido è il risultato di una innovativa e rinomata tecnologia di stampa a colori offerta solo da Xerox. Facile da utilizzare, consente di ottenere una qualità di stampa a colori eccellente. Inoltre si ha fino al 90% in meno di rifiuti di stampa rispetto alle stampanti laser a colori di tipo analogo. Il solo fatto che non è necessario smaltire i rifiuti da stampante Laser porta un grosso risparmio, che unito alla modalità costo pagina All-inclusive, pezzi di ricambio e assistenza compresi, aumenterà ancora di più il possibile risparmio. Consumi: riduciamo il consumo energetico con Google Apps. Google sta creando un web migliore per l’ambiente. Unico data center certificato per il risparmio energetico: l’impatto ambientale di un business utilizzando Gmail è fino a 80 volte più piccolo della media.

Grazie alla riduzione dei server in azienda i risparmi saranno evidenti nel breve periodo. Un server consuma circa € 400,00 di energia in un anno considerando anche i costi di condizionamento. Il risparmio sarà ancora più evidente considerando l’annullamento dei costi di acquisto, manutenzione, backup dei dati, ecc… I risparmio medio calcolato per ogni utente è di circa € 300,00 annuali (dati Google), che per un azienda di 15 dipendenti e in tre anni significa € 13.500,00!!! È stato inoltre creato il sito www.itsostenibile.it dove verranno pubblicate notizie relative alla sostenibilità e all’ufficio green. Non è un caso che Phi informatica fosse presente col suo stand al Festival dell’Ambiente, tenutosi a Bergamo l’1-23 giugno. Non poteva certo mancare l’azienda leader nel settore dell’informatica ecologica: l’informatica è responsabile del 2% delle emissioni globali; l’informatica ecologica mira a ridurre il restante 98%. Carta, Cartucce, Consumi… questa la strada della sostenibilità!

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Phi - Informatica S.r.l. Via Carnovali, 84 - 24126 Bergamo Tel. +39.035.0299277 Fax.+ 39.035.5096955 info@phi.it www.phi.it


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storia di copertina


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Trattoria della Cascina Bolsa

Storia di una vita

Quando la ristorazione vuol dire profumi, sapori, rumori

di Stefania Barcella photo Matteo Mottari

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a storia di una persona “contro”. Dino Sartirani espansivo, ma esigente. Protagonista a 360°. Dopo aver girato il mondo e aver avuto l’onore di collaborare con grandi professionisti della ristorazione moderna all’apertura di ristoranti italiani con forte influenza mediterranea ha avuto l’opportunità di incontrare la signora Adriana Gadda che, intuendo le sue potenzialità e la sua grande capacità professionale ha deciso di coinvolgerlo in un progetto nuovo, in Italia e più precisamente a Verdello in provincia di Bergamo. «In una vecchia cascina ristrutturata, dove si respira ancora la natura pur essendo vicinissimi alla città – racconta Dino –ho concepito per Adriana la Trattoria della Cascina Bolsa. Non un ristorante classico, ma una trattoria… come al mare… come in campagna. Un locale informale dove i profumi, i rumori ma soprat-


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tutto gli umori sono veri, dove il cibo si presenta da solo con la freschezza dei prodotti più buoni che il mercato ci offre giornalmente. Pomodorini, mentuccia, basilico, origano, maggiorana, timo e olio extra vergine di oliva diventano il giusto accompagnamento al pesce rigorosamente freschissimo (da noi il “pesce di oggi” è veramente di oggi) e alla carne da me personalmente selezionata». Alla Trattoria della Cascina Bolsa il pasticcio di mais è la polenta, il pesce veloce del mar Baltico è il baccalà e non la supercazzola brematurata. «Non ci piace prendere in giro nessuno, siamo semplicemente noi stessi – commenta Dino col cuore in mano – prendere o lasciare. La garanzia di 40 anni di esperienza nel settore e un ottimo rapporto qualità/prezzo sono le carte che giochiamo con i nostri clienti, coccolati a pranzo e cena 7 giorni su 7, sia che vengano a mangiare per pranzi e cene di lavoro, sia per assaggiare il menù turistico a 18 euro o per togliersi qualche sfizio come le lumache trifolate, il crudo di frutti di mare, il percorso di mare o anche solo per fare una cantatina davanti a un bicchiere del nostro prosecco. Sempre, in ogni caso, i nostri ospiti sono l’anima pulsante del nostro locale».


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TRATTORIA DELLA CASCINA BOLSA VIA CASCINA BOLSA , VERDELLO (BG) TEL 035 4820344

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Dino ama il suo lavoro in modo viscerale grazie agli insegnamenti della madre Serena (grande mamma e grande cuoca, ci tiene a sottolineare) e della nonna Angelina. «Mentre Adriana ripensa ai brasati e agli stufati di mamma Adelaide, io ricordo con nostalgia le domeniche della mia infanzia: il profumo della polenta e del coniglio arrosto, il calore quasi spirituale delle caldarroste cotte sul camino nelle serate autunnali circondato da tutta la mia chiassosa e numerosa famiglia. Noi, ora, nel rispetto di quei tempi meravigliosi e delle tradizioni dei nostri nonni selezioniamo e cuciniamo solo i migliori prodotti del nostro territorio con la speranza di poter suscitare anche nei nostri ospiti le stesse emozioni che abbiamo provato noi».


Azienda Agricola Biava: passione per la qualità

di Stefania Barcella photo Matteo Mottari

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Azienda - Sorge sulla collina del monte Bastia a Scanzorosciate nella tradizionale culla del Moscato di Scanzo. Le vecchie più vigne producono uva eccezionale che dà vita a vini unici. Biava è il talento messo a frutto. Un’azienda piccolissima che punta all’eccellenza. Poche bottiglie trattate come figli. Le stesse tecniche tradizionali e genuine per mantenere l’identità del Moscato, ma con un occhio puntato verso il futuro alla ricerca di un costante miglioramento.

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La Famiglia - Manuele Biava è oggi titolare e l’unico che di fatto lavora in campagna e segue personalmente tutte

le fasi di lavorazione e produzione dei vini. Una passione coltivata fin da piccolo grazie al nonno. “La passione per le vigne - racconta Manuele - mi ha spinto già da ragazzo a scegliere la scuola agraria nel mio percorso di formazione. Nel mio lavoro sono aiutato dall’enologo Roberto Ravelli e appoggiato dalla famiglia: il fratello Diego, il papà Silvio, la mamma Carmen, la moglie Adeana e l’amico Marco. Nei periodi più impegnativi dell’anno sono tutti disponibili a dare una mano felici di collaborare.”


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Ph Zaccarelli


AZIENDA AGRICOLA BIAVA MANUELE Via Monte Bastia, 7 - 24020 Scanzorosciate (BG) www.aziendabiava.it

L’azienda Biava fa parte anche di una famiglia più grande, quella del “Consorzio Tutela Moscato di Scanzo” che si propone di diffondere l’immagine e garantire la qualità di un prodotto unico come il Moscato di Scanzo. È grazie a questo lavoro che il mese scorso per fino le Poste Italiane si sono accorte della bontà del Moscato di Scanzo dedicandogli un francobollo. I Prodotti - A tutte le tipologie di vini dell’Azienda è riconosciuto un alto livello di qualità. L’importante clientela comprende la più bella ristorazione italiana e internazionale: ristoranti stellati di Monaco, Zurigo, Londra e Parigi da anni scelgono Biava per le loro tavole. Il Moscato di Scanzo è indubbiamente il fiore all’occhiello dell’azienda. È impossibile elencare gli innumerevoli premi ricevuti da questo vino fuoriclasse. Basti dire che Manuele Biava è stato invitato ad un importante convegno svoltosi lo scorso 19 maggio all’Hotel Westing Palace di Milano per parlare del futuro nel mercato durante la giornata nazionale della cultura del vino.

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L’Eccellenza - In recenti interviste perfino Gerry Scotti alla domanda “Quale vino sceglieresti per far colpo su una bella donna?” ha indicato il Moscato di Scanzo Biava e sceglie lo stesso vino includendolo tra le trenta bottiglie che non possono assolutamente mancare nella sua cantina personale.


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A Soncino c’è un vero

Borgo dei Sapori

il ristorante Molino San Giuseppe

Metti uno dei Borghi più belli d’Italia, metti tre donne con il piglio per gli affari e l’amore per la buona cucina, metti una location mozzafiato: il risultato è il Borgo dei Sapori. Il ristorante è meta ideale per una gita “fuori porta” e ha delle caratteristiche davvero “fuori dal comune” di Greta Nicoletti photo Matteo Mottari

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A poco più di trenta chilometri da Bergamo si trova uno dei Borghi più belli díItalia. Parliamo di Soncino, un piccolo e suggestivo borgo medievale in provincia di Cremona, noto ai più per il suo imponente castello. Da un paio d’anni ciò un motivo in più per concedersi una scappatella godereccia merito della felice intuizione di tre socie che, innamorate del luogo e della cucina, hanno pensato bene di ristrutturare una vecchia segheria abbandonata di proprietà della famiglia Meroni dando vita al Ristorante Molino San Giuseppe (conservando anche il nome storico dal 1228). Le artefici di tanta grazia sono le sorelle Francesca e Rosa Stilo, di Fornovo San Giovanni, e Barbara Merletti, di Caravaggio. Tre ragazze , trentenni, che tre anni fa si sono imbarcate in questa avventura, ristrutturando questo splendido posto ai piedi del castello. “La nostra fortuna - mi spiega Francesca - è stata la cura con cui il geometra Maurizio Bergonzi di Soncino ha seguito i lavori, l’attenzione con cui il dottor Giambattista Moro ha seguito le varie pratiche legali e la gentilezza con cui il sindaco Francesco Pedretti ci ha accolto a Soncino. Siamo partite da zero, sulle spalle solo qualche esperienza stagionale e tanta, tanta passione per il buon cibo e l’accoglienza di qualità. Ci sembrava un sogno”. Un sogno che è divenuto realtà l’8 dicembre del 2010 e che da allora è decollato sempre pi˘ fino a raggiungere il traguardo attuale che si concretizza con una positiva ri-


chesi. La cucina di Rozzoni è riassunta in una carta semplice, con pochi piatti che variano ogni 40/50 giorni a seconda della stagionalità e della disponibilità della materie prime. Ad esempio, tutto il mese di aprile sarà dominato dai sapori e dai prodotti della primavera, dagli asparagi al riso, dalle uova alle verdurine, dall’agnello alla pasta fatta in casa. Citiamo ad esempio il “Trionfo di stagione alla Cantarelli” come antipasto, che questo mese è a base di asparagi e uova di quaglia. Oppure i “Paccheri di Gragnano alla carbonara” e ancora l’Agnello da latte proposto in tre diverse cotture (anche eseguite a bassa temperatura). Non si possono non citare i piatti forti della casa, ovvero i salumi del Molino San Giuseppe (prosciutto cotto di Mangalica, soppressata, crudo 24-30 mesi, salame nostrano, assaggi di crostini con salsiccia cruda realizzata da Silvio Rozzoni di Treviglio). E ancora, da non perdere la Fiorentina di manzetta prussiana, servita su pietra ollare da tagliare direttamente in tavola. A solleticare il palato ciò anche la degustazione di formaggi di capra forniti da La Via Lattea di Brignano Gera d’Adda.

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sposta da parte dei clienti e la soddisfazione generale delle proprietarie. Il ristorante, arredato con sapienza e in stile provenzale, è molto luminoso. Si divide tra la sala centrale e le due ali laterali soppalcate e il giardino esterno che in estate rende al meglio con i fiori e la splendida vista sul castello. In tutto sono una settantina i posti a sedere, una trentina quelli all’esterno. » il luogo ideale per una cena romantica, un banchetto o un piccolo matrimonio e delle cene d’affari. Il locale resta aperto tutte le sere, tranne il lunedì e la domenica a pranzo. In occasione di gite e per grandi gruppi di persone il servizio a pranzo è su prenotazione. L’impatto visivo è assicurato, il resto lo fanno l’accoglienza impeccabile,la riservatezza,la discrezione e l’attenzione nel servizio importante l’offerta enogastronomica di qualità. Un menu da leccarsi le dita . A rendere possibile ogni giorno il miracolo del gusto al Molino San Giuseppe è un giovane chef trevigliese, Nicola Rozzoni, che ha lavorato al fianco di Vito Mollica a Praga e a Firenze c/o Fourseason Hotel, per Pierino Penati a Viganò Brianza, al Colleoni dell’Angelo in Città Alta (BG) e ha fatto esperienza da Carlo Cracco a Milano e ad Erbusco da Gualtiero Mar-


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La scelta delle materie prime è stata ed è sempre rigorosa, lo chef e le proprietarie provano direttamente i prodotti e selezionano quelli che meglio rispecchiano la filosofia del ristorante. L’ultima parola spetta al cliente, che ne resta soddisfatto. Oltre a salumi e formaggi tipici locali, anche la scelta del riso Carnaroli o di altre materie prime è orientata alla qualità, che poi alla fine fa la differenza nel piatto. Un’alchimia vincente Ad accogliere il cliente è il sorriso di Francesca che vi metterà a proprio agio come se foste a casa vostra. La direzione della sala è affidata alla precisione e riservatezza di Rosa. La cantina e la carta dei vini (composta da una cinquantina di etichette) è affidata a Barbara sotto l’attenta supervisione di Walter Galeotti somelier ventennale, membro del Seminario Veronelli e collaboratore con l’azienda Scarpitti Distribuzione di Milano. È stata fatta la precisa scelta di tenere solo vini italiani e di piccole cantine emergenti o sconosciute insieme ad alcuni immancabili Champagne. Il rapporto qualità-prezzo è buono anche per questo motivo. La squadra di cucina è affiatata e l’entusiasmo delle tre socie è davvero tangibile. un piacere vedere che, anche in tempi di crisi, ciò chi non perde il sorriso e riesce a trasmettere la passione per il proprio lavoro.

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Molino San Giuseppe 1228 Borgo dei Sapori Via Borgo Sotto, 4 – 26029 Soncino (Cr) - Tel e Fax 0374 83060 info@molinosangiuseppe.it – www.molinosangiuseppe.it Aperto tutte le sere, domenica a pranzo, chiuso il lunedi. A pranzo aperto su prenotazione per gruppi


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eventi e spettacoli

Glam

Entertainment Professionalità e serietà nel fascino dello spettacolo

di Stefania Barcella

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nico punto di riferimento in Bergamo per chi vuole entrare nel mondo dello spettacolo, inteso nel senso più ampio del termine: Glam Enter-

tainment è un’agenzia di eventi, moda, pubblicità, televisione, cinema, make up, fotografia, immagine, comunicazione, management, casting e musica. Il “glam” della location è il primo passo per entrare nel magico mondo di tutto ciò che è “entertainment”… Nata da un’idea di Giacomo Ferrari (ex calciatore dell’AlbinoLeffe, Alzano e Modena) in collaborazione col noto fotografo Giorgio Sorti, Glam Entertainment nasce in una Bergamo molto scoperta su questo tipo di situazioni. Non è un caso, infatti, che ragazze e ragazzi arrivino nella nostra City da tutto il nord Italia per fare book e casting

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affidandosi al team dei professionisti Glam.


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eventi e spettacoli


STAFF and collaborators: Giacomo Ferrari - g.m./public relations Massimiliano Aresi - artistic direction/comm. Giorgio Sorti - photographer Damiano Petrelli - management Luisa Scivales - stylist Laura Masini - make up artist Andrea Rotondella - photographer Simona Camisa - laboratory theatre Ignazio Peragine - press office

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Bergamo - Via FrĂ Celestino, 9 www.glamentertainment.it info@glamentertainment.it Tel. 035 1990 6013


Ricerca e Selezione, Head-hunting, Consulenza Organizzativa, Formazione e Coaching sono le aree di competenza di una delle realtà bergamasche più affermate nell’ambito delle Risorse Umane: SIRIUM. Sirium opera dal 1987 in Italia e dal 2000 a livello internazionale grazie al network Sirium International.

In occasione dei suoi primi 25 anni Sirium ha pensato di invitare amici e aziende clienti ad un innovativo percorso formativo che si sviluppa lungo tre giornate a tema: L’Individuo (28 marzo), L’Individuo nel Team (20 giugno) e l’Azienda Sistema (24 ottobre) L’evento sarà l’occasione di fare business network, apprendendo divertendosi! Via Camozzi, 130 - 24121 Bergamo - tel 035.217168 - fax 035.240452 - 340/6821084 - sirium.bg@sirium.it - www.sirium.it


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di Mino Mottari photo Matteo Mottari

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Successivamente ai due eventi, il primo presso il Castello degli Angeli a Carobbio degli Angeli pubblicato da Bg up nell’Ottobre 2011 ed il secondo presso l’Hotel de Paris a Montecarlo pubblicato da Bg Up nel Dicembre 2011, siamo stati invitati, da S.A.S. il Principe Reggente alla “tre giorni” di Seborga. Domenica, 22 Aprile, ore 18.00: il Segretario Generale del V.E.O.S.P.S.S., Fra Riccardo Bonsi, dava inizio al “Cerchio di Spade” e tutti i Cavalieri del Tempio urlavano “Non Nobis Domine, Non Nobis, Sed Nomini Tuo Da Gloriam!”. Con questo grido si chiudeva ufficialmente TEMPLARIA VEOSFEST, ma nasceva una nuova era dei Cavalieri Templari. Dall’apertura della manifestazione, venerdì 20 Aprile, alla sua chiusura, abbiamo assistito a tre giornate in cui abbiamo potuto comprendere appieno il messaggio dei Cavalieri del Tempio del Terzo Millennio. Tre giorni in cui si sono susseguiti eventi eccezionali, da quelli ludici (l’esibizione straordinaria dell’orchestra occitana “Lou Janavel” e del gruppo di ballo “La Malinteisa”, le straordinarie battaglie di spade dell’Ordine portoghese Gladius Templi, dell’Ordine della Fenice di Sant’Egidio di Moncalieri (TO) e dell’Ordine di Sigerico di Chignolo Po (PV), a quelli culturali . Venerdì, abbiamo potuto assistere ad una carrellata degli interventi dei NON-EROI (così amano essere definiti) della Protezione Civile: magistralmente guidati dal Disaster Manager Dino De Pasquale, questi uomini, veri e propri Angeli del soccorso, ci hanno emozionato e ci hanno fatto comprendere che i Cavalieri Bianchi sono attivi più che mai nel soccorso al prossimo. Sabato è stata la grande giornata delle consacrazioni: numerosi i Postulanti ed i neo-Cavalieri investiti durante una Cerimonia toccante. Degna di nota e’ stata la partecipazione di una delegazione dell’ordine della Corona di Ferro nell’ottica di collaborazione sempre più stretta, al fine di consolidare varie Epoche Cavalleresche, rappresentata da : S.A.S. il Principe Massimiliano Molini di Chauvigny, riconfermato Cavaliere con l’ammissione nel V.E.O.S.P.S.S. S.E. Il Cavaliere dott. Leopoldo Rizzi Conte di Pulaski - S.E. Il Cavaliere Paolo Bracci Conte di Pontedera - S.E. Marco Barbetti Conte di Aquilea - S.E. Giorgio Gensini Conte di Montecarlo - S.E. Stefano Ferreti Cavaliere - S.E. Pasquale Bosco Cavaliere Luogotenente Generale della Piazza di Cispadania Est.


Templaria Veosfest

Seborga - 20, 21, 22 Aprile A.D. 2012

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Domenica, infine, il cerchio di spade, un monito per il mondo intero: i Cavalieri Templari sono tornati. Ma quali sono le origini di questi cavalieri del terzo millennio e qual’è la loro storia? La storia del Venerabilis Equester Ordo Sacri Principatus Sancti Sepulchri (V.E.O.S.P.S.S.) affonda le sue radici in epoche antichissime. Le sue origini risalgono all’epoca dei Sag-giga (meglio conosciuti come Sumeri) e degli Egizi. L’Ordine, da sempre viene definito yeoshuita, ossia fedele alla parola di Gesù Cristo. Fedele ad un Cristianesimo puro, privo di sovrastrutture religiose e politiche, l’Ordine inizia il suo cammino moderno in un monastero nell’ Antica Abbazia di Orval, sita nelle Ardenne, nel 1070. Questi monaci appartengono al gruppo di cristiani denominati Apostolini o Apostoliti, devoti di Giovanni Evangelista. Nel 1099 Godfrey de Bouillon (Goffredo di Buglione), apostolita, fonda i Chevaliers du Rocher de Sion (Cavalieri del Monte Sion). Nel 1108, in Palestina, alcuni Cavalieri di Sion, capitanati da Hugues de Champagne, decidono di mutare il nome dell’Ordine in Chevaliers du Temple de Jerusalem (Cavalieri del Tempio di Gerusalemme). Dieci anni più tardi, nel 1118 in Castrum Sancti Sepulchri (conosciuto come Seborga), alla presenza del Principe Abate Edoard e dell’ Abate Bernard de Clairvaux (San Bernardo di Chiaravalle), otto Cavalieri del Tempio di Gerusalemme mutano il nome dell’Ordine in Paupera Militia Christi e viene nominato Gran Maestro Hugues de Payns. Nasce così l’Ordine più famoso del Mondo che proseguirà ininterrottamente la sua storia sino al 1314. Il 18 marzo 1314 Jacques de Molay, Gran Maestro dell’Ordine, viene arso sul rogo - sull’Isola dei Giudei situata sulla Senna a Parigi - per ordine di Filippo IV detto il Bello Re di Francia e per accondiscendenza di Papa Clemente V. Dopo la morte di Jacques de Molay i Cavalieri superstiti si riuniscono e trasferiscono la sede generale dell’Ordine da Parigi a Cabardés sur l’Aude, sempre in Francia. Vengono fondate diverse Confraternite, dette dei Cavalieri Bianchi, che, pur controllate dalla sede generale di Cabardés sur l’Aude, agiscono come strutture indipendenti. Nel 1365 il Gran Maestro della Paupera Militia Christi, l’Abate aragonese Ponce Lance, letto anche Principe Abate di Seborga, cambia il nome dell’Ordine in Venerabilis Ordo Sancti Sepulchri (V.O.S.S.). Nel 1611 l’Abate Cesario da San Paolo, già Gran Priore dell’Ordine, viene eletto Principe di Seborga e, sempre nello stesso anno, muta il nome dell’Ordine in Venerabilis Equester Ordo Sacri Principatus Sancti Sepulchri (V.E.O.S.P.S.S.), denominazione che sussiste tutt’oggi. Nel 2000 il Fra Giorgio Carbone, diventato nel 1999 Gran Priore, riforma l’Ordine. Utilizza come simbolo la rossa croce patente ottagona - detta comunemente Croce templare - posata su campo bianco. Nel 2010 l’Ordine, adeguandosi alle nuove normative in fatto di associazionismo, è registrato presso il Tribunale con atto notarile con la dichiarazione di legittimo discendente della Paupera Militia Christi con la denominazione aggiunta di Antico Ordine dei Cavalieri Bianchi di Seborga.


Il Nazionale “Up” per eccellenza

di Stefania Barcella photo Matteo Mottari

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uando le cose vecchie sanno di buono. Quando ad essere buono è un Caffè con la “C” maiuscola. Quando la caffetteria che ha fatto la storia di Bergamo torna al nome originale ridando alla città il suo punto di riferimento. Il Nazionale, 3 tonnellate di caffè Illy all’anno, le buone brioches di “alta pasticceria”. Cu-

cina espressa per il pranzo e per l’aperitivo con pizza fatta e cotta al momento. Aperto dalle 7 alle 21 da domenica a giovedì e dalle 7 all’1 il venerdì e sabato. Da settembre in arrivo grandi novità: sarà possibile il “pranzo d’asporto” a mezzogiorno e, soprattutto, arriverà l’attesissimo brunch domenicale dalle 11 alle 15 con tutta la qualità della cucina


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italiana. Vi aspettiamo sul Sentierone, di fronte al teatro Donizzetti. Il Nazionale sarà anche la location scelta per festeggiare insieme a voi, il 21 giugno, il 3° compleanno di BergamoUp!


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NAZIONALE CAFE’ VIA SENTIERONE 37 - 24122 BERGAMO - tel. 035.4284646 www.nazionalecafe.com - info@nazionalecafe.com


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“Oltre” per vivere bene Innamorarsi e capire le emozioni di Stefania Barcella photo Matteo Mottari

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ei anni fa nasceva a Bergamo una rivista unica nel suo genere: “Oltre” rivista di naturopatia. Da settembre raggiungerà ogni più piccolo paese d’Italia e sarà distribuita gratuitamente presso erboristerie, centri benessere e termali. La dottoressa Lucia Viola, famosa naturopata nonché fondatrice del magazine, aveva ed ha un unico obiettivo: divulgare i principi fondamentali di varie metodologie naturali per ottenere il benessere psicofisico e, al tempo stesso, intraprendere un valido percorso di prevenzione delle malattie psicosomatiche. Tanta gente oggi si ammala per le troppe medicine, la natura può venirci incontro. Ansia, colite, cefalea, dermatite, insonnia… le pillole non possono risolvere quei mali che hanno origine dall’indebolimento della nostra parte più emotiva. Ci lasciamo guidare dall’esperta per capirne di più… «La rivista “Oltre” è il punto di arrivo di un lungo percorso iniziato venti anni fa, ovvero quando mi sono avvicinata alle discipline olistiche e ho studiato e approfondito la Medicina Psicosomatica. A questo sono seguiti corsi e master presso RIZA l’Istituto di Medicina Psicosomatica di Milano e la collaborazione con il Dottor Raffaele Morelli, notissimo psicoterapeuta. Il nome “Oltre” e il simbolo del gabbiano infatti rappresentano il desiderio di andare oltre quello che è l’aspetto esteriore, le apparenze e comprendere che “allestire l’involucro è inutile, se mente e cuore non volano leggeri”».


non permette di riconoscere le malattie psicosomatiche provocando, inoltre, malattie iatrogene (il farmaco non sempre guarisce e addirittura provoca ulteriori disturbi)». Quale ruolo giocano le emozioni? «La medicina psicosomatica parte dalle nostre emozioni, se riuscissimo a decodificarle potremmo di conseguenza capire eventuali nostri disturbi ed intervenire per eliminarli. Qualunque sintomo è importante per gestire ciò che non va. Il dramma sta nel non riconoscere qual è il problema. Gli specialisti di Medicina Psicosomatica confermano che il “grido di aiuto” della mente si concretizza in una malattia fisica, ovvero una lesione somatica, che simboleggia un’altra sofferenza, quella emozionale. A seconda dell’organo che si ammala, possiamo avere una serie di indicazioni sul tipo di disarmonia che si è creata. Il nostro cervello è come l’intestino: non dà problemi se regolarmente scarichiamo tossine. Allo stesso modo, i conflitti interiori, i pensieri vanno fatti fluire. Nella vita di tutti i giorni abbiamo aspettative eccessive, siamo il risultato di condizionamenti. La natura ci suggerisce come vivere, dobbiamo accettare ciò che è fisiologico. Come ri Dottor Raffaele Morelli Direttore di Riza - Istituto di Medicina Psicosomatica di Milano.

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Di cosa si occupa la naturopatia? «Il concetto che sta alla base della medicina naturale è quello che uomo e natura costituiscono un’unità inscindibile. Non si tratta di rimedi “fai da te” che spesso procurano più danni che benefici. La medicina naturale merita di essere affrontata con la dovuta preparazione per valorizzarne le potenzialità e i principali contenuti. Il naturopata non prescrive terapie farmacologiche, non diagnostica e cura malattie, presta attenzione a sintomi e malesseri dell’individuo, aiutandolo a comprendere il messaggio emotivo e relazionale nascosto nei disagi, per cogliere quella parte più profonda che vuole e reclama attenzione; individua ed, eventualmente, interviene sulle cause che sono all’origine del “malessere”: emozioni, stile di vita e i traumi che stanno a monte dello stato di sofferenza. La solitudine, un tradimento, un abbandono, un insuccesso professionale o, semplicemente, lo stress possono generare traumi che prosciugano l’energia vitale, alterando l’equilibrio endocrino, con il conseguente abbassamento delle difese immunitarie. Medicina convenzionale e ricerca farmacologica vantano un reale progresso per la cura di svariate patologie ma l’uso eccessivo e indiscriminato di farmaci


corda il Dottor Morelli: «Non c’è nulla da cambiare in noi, una rosa non tenterà mai di diventare garofano». Il punto non è se sia meglio ricorrere a psicofarmaci, oppure optare per un rimedio naturale, quanto imparare con un approccio, davvero alternativo, ad accogliere anche aspetti della nostra quotidianità che non ci soddisfano. La felicità non si può dosare con il bilancino del farmacista e, per assurdo, sentirsi chiedere: “Preferisce la pastiglia da 2,5 mg per un’euforia immediata o da 1mg a rilascio continuato nel tempo? Le ricordo che tra le controindicazioni c’è il rischio di suicidio, cioè garanzia di felicità… eterna”. La cura migliore, per essere sempre in forma e non sentirci soli, è avere speranza, serenità e semplice gioia di vivere, rimedi naturali che le case farmaceutiche non riusciranno mai a sintetizzare in una pillola.

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Qual è il segreto per “vivere bene”? «Nuovi stili di vita. Star bene è qualcosa di più che “non essere malato”. La salute è uno stato di equilibrio che va ricercato e difeso giorno dopo giorno. Non ha senso prendere dei farmaci per correggere abitudini scorrette. Mangiare troppo e male, ad esempio, per poi deglutire pillole per abbassare il colesterolo e i trigliceridi. L’adozione di un regime alimentare equilibrato e naturale rappresenta il modo migliore per salvaguardare la nostra salute. Se volessimo perdere peso? Ricordiamoci piuttosto di non esagerare nelle quantità: molto spesso abbiamo fame… di amore. Innamoratevi sempre. Del vostro partner, di un obiettivo, di un progetto. Innamoratevi e resterete giovani».

“Oltre” rivista di Naturopatia è una pubblicazione all’interno della quale vengono trattati argomenti riguardanti salute, medicina psicosomatica, rimedi naturali, alimentazione e tecniche per il mantenimento del benessere psicofisico. Le rubriche all’interno della rivista sono curate da naturopati professionisti, medici, psicoterapeuti e operatori del benessere, al fine di divulgare un “Progetto per la difesa della Salute”. “Oltre” propone anche interessanti servizi su Arte, viaggi e interviste a personaggi della cultura, dello spettacolo e dello sport, non trascurando di dare informazioni utili per nuovi stili di vita. www.rivistaoltre.com Info: 338 27 15 381


chirurgia estetica

Dott. Nicola Catania Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1970 presso l’Università di Bologna. Specializzazione in Ginecologia nel 1975 presso l’Università di Padova.

Formazione in Chirurgia Estetica a Parigi. Numerosi stages in Francia, Spagna, Argentina, Brasile, USA, Messico. Da 41 anni pratica tutta la chirurgia estetica. 1. Presso: ambulatorio privato Via E.Fermi N.12/F manerbio (Brescia) Telefono: 0309938829 Cellulare: 3356368487 Email nicolacatania@libero.it

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2. Presso: Studio personale Via Roma N.50/I Credaro (Bergamo) Telefono: 035/935426 - Fax: 035935721 Cellulare: 335/6368487 Email nicolacatania@libero.it


Sound Gallery tutta la potenza

dell’Hi-Fi

di Stefania Barcella photo Matteo Mottari

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a nuova primavera del buon vecchio giradischi rispolvera il fascino dell’analogico attirando appassionati di sempre e nuovi adepti. Prodotti di qualità che si rivolgono a una clientela non necessariamente ricca, ma sicuramente appassionata. Giorgio Pavia, da sempre appassionato di Hi-Fi, nel 2007 decide di iniziare una nuova avventura acquistando uno dei negozi storici di Bergamo al civico 11 di via Suardi. Ce n’è per tutte le tasche al Sound Gallery: bastano 100

euro oggi per un giradischi usato. Si stampano ancora dischi veri e propri che nulla hanno da invidiare ai moderni mp3. Oggi si può entrare nel mondo dell’analogico pur non avendo nulla e arrivare a costruire una discoteca. L’Hi-Fi, inoltre, ben si presta anche a tutta l’utenza più evoluta di smartphone e internet, aumentandone esponenzialmente la potenza. Altro servizio molto richiesto è la videoproiezione, che grazie all’HD permette oggi di ricreare il cinema in casa


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con lo stesso investimento di una buona tv. Sound Gallery offre non solo gli impianti migliori, ma anche la progettazione per inserirli in qualsiasi situazione d’arredo. L’assistenza multimarca, infine, porta a nuova vita prodotti vintage degli anni d’oro dell’Hi-Fi che hanno ancora un alto valore qualitativo e musicale, oltre che commerciale.

Sound Gallery - Bergamo - Via Suardi, 11 www.soundgallerybergamo.com - giorgio@ soundgallerybergamo.com


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storia di copertina

Mens sana in corpore sano

con la dieta Tisanoreica

di Greta Nicoletti

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a Tisanoreica è un programma di dimagrimento personalizzato che si basa su prodotti a bassissima quantità di carboidrati che consentono di seguire una dieta normoproteica, ma ipoglucidica e a equilibrato tenore di vitamine e Sali minerali. In questo modo, si continua a nutrire la massa muscolare lasciando che il corpo utilizzi le riserve in eccesso, ovvero la massa grassa, per ricavarne l’energia necessaria. Così il nostro corpo non sentirà una carenza e le forme si manterranno toniche e morbide dove occorre.

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Fin dall’inizio si stabiliscono tempi e obiettivi. Si elabora il Protocollo Tisanoreica, un programma personalizzato nel rispetto delle caratteristiche individuali, da seguire per un massimo di 40 giorni.


Gianluca Mech

Le novità dell’estate: integratori Erbomech e test Genomech Il Genomech-Test è un dispositivo medico che analizza alcuni geni-chiave che sono coinvolti in fattori di rischio molto comuni per la salute, e per i quali vi è una gran quantità di fonti scientifiche accreditate. Questo test valuta le varie aree cruciali per un programma di benessere a lungo termine: metabolismo della vitamina B e riduzione dei livelli di Omocisteina; antiossidanti e stress ossidativo; detossificazione; buona salute delle ossa; glicemia e sensibilità all’insulina. La linea Erbomech include una gamma di integratori alimentari di altissimo livello fitoterapico. Questi integratori, usati in sinergia coi protocolli Tisanoreica-Decottopia-Cosmech offrono performance elevate. Erbomech si differenzia per le straordinarie qualità funzionali e la possibilità di inserimento come integratore alimentare in tutti gli inestetismi trattati in istituto.

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“Dobbiamo pensare a un cibo diverso, a un cibo migliore, per il bene nostro e dei nostri figli”.


Incontrare Gianluca Mech a Bergamo Il prossimo giugno “mister Tisanoreica” in persona, ovvero Gianluca Mech, promuoverà il suo libro “Non sono a dieta, sono in Tisanoreica” proprio presso “inCentro Benessere” a Bergamo. Gli interessati possono contattare il centro per conoscere la data esatta dell’evento, dove sarà possibile avere la propria copia autogra-

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fata del libro e incontrare il signor Mech!


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BergamoUp Model

di Matteo Mottari

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Francesca Bellavita


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Nome: Francesca Cognome: Bellavita Professione: Fashion designer Hobby: leggere e montagne russe Passioni: Fuochi d’artificio, caramelle e scarpe Altezza: 1,73m età : 27 Taglia: 38/40 Segno zodiacale: toro

www.francescabellavita.com


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Speciale moda ACCESSORI P/E 2012, TRA NEON E PASTELLI Un continuo susseguirsi di colori, dai più accesi e fluorescenti ai più tenui e romantici, per l’anima rock e quella sognatrice. Capita spesso di sentir dire: “Il sorriso è il miglior accessorio di una donna”. Una regola che non vale per le collezioni moda della primavera - estate 2012. Ce n’è per tutti i gusti, si passa dalla palette cromatica del rosa confetto, giallo canarino, verde menta, azzurro cielo a pennellate di giallo fluorescente, rosa shocking, verde lime, arancio neon, il cosiddetto “color block”. Ed ecco che borse, cinture, scarpe e gioielli si colorano come fossero arcobaleni o intense luci da discoteca, per le donne che, si sa, amano cambiare e stupirsi, sentendosi un giorno un po’ Cindy Lauper e un altro Barbie da sogno. Gli abbinamenti variano a seconda del gusto del momento. Uno dei look più amati dalle fashion – addicted è senza dubbio il color pastello mischiato alle tinte fluo, come l’arancio neon e il giallo fluorescente. Ma per un’aria tutta femminile si opta per delle tonalità pastello abbinate al pizzo chiaro; se, invece, si vuol conservare il tocco classico, allora il colore pastello è ultra glam accostato al blu o al nero, per essere sicure di non sbagliare mai. Basta un solo strategico accessorio per arricchire e trasformare un ordinario outfit da giorno o da sera, magari optando per una cartella dai colori sgargianti o per una borsa con manico, da portare al braccio come una star del cinema internazionale. La scelta va dalla “satchel bag”, famosa per le tonalità fluo, alle Pomikaki Bag, le ormai celebri e divertenti imitazioni della Birkin di Hermès, disponibili nelle più delicate sfumature pastello, come il grigio perla, carta da zucchero e rosa bouquet. Così non servirà molto per sentirsi come Kate Moss o Jessica Alba in una piacevole giornata di primavera o una caldissima sera d’estate: basterà imitare i loro accessori, ma in versione low cost, croce e delizia delle appassionate di moda.

Ops!

Il bracciale Tiffany low cost

Un must di stagione Made in Italy, colorato, economico e che fa l’occhiolino al più costoso modello d’oltreoceano. di Laura Santoro

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na semplice telefonata tra amici, a volte, può trasformarsi in un’avventura carica di piacevoli sorprese. E’ nel 2010, infatti, che prende forma il progetto Ops!, grazie al debutto di una colorata collezione di orologi, insieme al lancio del sito www. Opsobjects.com. Soltanto un anno dopo, ecco che il must di casa Ops! fa capolino tra le più gettonate vetrine delle maggiori città italiane: un bracciale con catena in silicone ed un grande pendente a forma di cuore, la cui incisione riporta la scritta “lovely designed in Italy”.

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Le carte in regola per conquistare il portafoglio delle più accanite amanti del low – cost ci sono tutte: bastano soli 36 euro per accaparrarsi il must della stagione primavera – estate, in ben 10 colorazioni differenti, come l’azzurro, il

bianco, il rosa, il lilla, il grigio, il fucsia, il nero, il caramello, il viola perla e il blue. Ma il vero punto di forza del bijoux più trendy del momento è tutto racchiuso nella famosa chiusura a T, quella che, soltanto chiudendo gli occhi, farebbe pensare immediatamente a uno degli oggetti del desiderio femminile, da sempre: il celebre bracciale di Tiffany&Co. Si tratta della casa gioielliera più famosa al mondo, nata nel 1837 a New York e divenuta la sede del design in America. Fondata da Charles Lewis Tiffany e John B. Young nel distretto di Manhattan, inizialmente vendeva una gran varietà di articoli, tra cui quelli di cancelleria. Successivamente, mutò in Tiffany&Co. quando John Young divenne socio di Charles Lewis Tiffany.


Ops! strizza l’occhio alla casa di gioielli statunitense, con tanti vantaggi per le fashion – addicted, grazie ai prezzi decisamente più abbordabili e alle colorazioni più glamour. Le proposte non finiscono qui, perché al bracciale è possibile abbinare tono su tono la più recente creazione di Ops!: la collana ancora in resina anallergica, che si regola in lunghezza grazie alla fortunata chiusura a T, con l’immancabile pendente a cuore ed il simbolo Ops! in acciaio. Stessa vasta gamma di colori, alla gustosa cifra di 48 euro. Il low – cost fa rima, soprattutto, con fashion – bloggers, un esercito di appassionate ed intenditrici delle ultime tendenze modaiole, sempre più spesso invitate a presenziare agli eventi dei vari marchi italiani ed internazionali.

Ops! non fa eccezione: da poche settimane, infatti, tre blogger nostrane sono state ospiti presso il marchio in Campania, dove tra gli spettacolari scorci mozzafiato di Capri hanno potuto toccar con mano la nuova collezione estiva di bracciali e collane, ma anche di orologi e anelli, tutti rigorosamente in silicone. Tra gli accessori Ops!Love, infatti, si fanno spazio i bracciali con cuore nella versione fluo, croce e delizia della stagione estiva, nonché must irrinunciabile delle fashion - victim. Per le nuove sfumature fluo, si va dal giallo lime, al verde acido, passando per il rosa shocking, senza dimenticare l’arancio acceso, l’azzurro, il verde e il viola. Oltre a colorare i bracciali e le collane dell’originale azienda, il fluo ha invaso ogni angolo del guardaroba delle shopaholic, un vero e proprio lasciapassare per essere al passo con le tendenze della prossima estate 2012. Pennellate di rosa, giallo, verde - rigorosamente in versione shocking – sembrano spopolare su camicie, gonne, tee – shirt, ma, soprattutto, su scarpe e borse. E non esitano a “macchiare” anche le tonalità più discrete, come quelle pastello.

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Dal 1837, i capolavori di Tiffany&Co. hanno dettato lo stile e celebrato le più grandi storie d’amore del mondo, grazie alle collezioni celebri, designer leggendari e gioielli spettacolari. In realtà, il vero punto di forza della casa appartiene ai famosi diamanti, quelli annoverati tra le pietre più belle del globo. E’ il “Tiffany Setting” a far davvero battere il cuore, essendo l’anello di diamanti più luminoso mai creato, il dono di fidanzamento per antonomasia, racchiuso nella magica “Blu Box”, quella scatolina color azzurro tanto amata da tutte le donne del pianeta.


Speciale moda Le protagoniste delle accoppiate vincenti, tra fluo e pastello, sono le catene low – cost, da Zara a Bershka, da Pull&Bear a Stradivarius, fino ad arrivare al mitico colosso svedese, HM, che non ha risparmiato neppure la collezione intimo donna, colorando di giallo e fucsia neon anche mutandine e reggiseni.

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Volendo, invece, fare uno zoom sugli accessori più desiderati e adorati dalle blogger, allora basterà fare una veloce ricerca tra le collezioni di brand d’oltreoceano, come gli statunitensi Doloris Petunia e Dannijo, una sorta di guru dei bijoux più colorati e in, anche tra le più famose celebrities internazionali. I bracciali Ops!Love, tuttavia, reggono bene la sfida con le proposte che vengono dagli Stati Uniti, ma anche con i marchi nostrani, con un boom di vendite tra giovani e non. Trovarli è semplice, i famosi bracciali in silicone con cuore gigante sono disponibili - oltre che sullo store online, insieme alle collane, anelli ed orologi – anche nelle migliori gioiellerie delle principali città italiane, come Roma, Milano, Torino, Genova, Firenze e tante altre, senza dimenticare i negozi più cool di abbigliamento giovanile, esperti negli oggetti must di tendenza.


dalla vostra parte

Multati, anche se in “odore di Santità” di Paola Bianchi Cassina

Andavano a Messa parcheggiando sul Sentierone

Sono nata a Bergamo il 23 marzo 1956, risiedo in Città Alta di cui conosco le molteplici problematiche.Mi sono laureata in Giurisprudenza all’Università Statale di Milano nel 1980 e, dal 1984, dopo aver svolto la necessaria pratica legale, esercito la professione di Avvocato in campo prevalentemente civile.- Seguo in particolare le problematiche dei consumatori tramite l’associazione “Unione Bergamasca Consumatori” e ciò mi consente di essere quotidianamente in contatto con realtà e situazioni che cerco di risolvere soprattutto con il buon senso e in maniera concreta.- Da oltre 4 anni, ricopro la carica di Giudice di I° Istanza per la Regione Lombardia nell’ambito della Giustizia Sportiva della Federazione Italiana Golf.- Bergamo, 29 maggio 2012

tri cittadini, disturbati nella loro passeggiata dall’invasione di spazi destinati a quella e non certo ad un parcheggio abusivo?? Sono stati proprio questi cittadini, che probabilmente ascoltano la Messa comunque, nella stessa S. Bartolomeo o altrove, a richiedere l’intervento della Polizia Locale. Considero inoltre quantomeno fuori posto il pacato riferimento, quasi ricattatorio e minatorio della portavoce dei multati:..”poi non lamentiamoci se c’è un calo di presenze (in chiesa)”. Complimenti, si dimostra davvero un senso di cristianità eccellente ed una fede cristallina se si va ad ascoltare la Santa Messa soltanto se possiamo parcheggiare davanti alla Chiesa! Insomma, carissimi fedeli, rigorosi cattolici praticanti, il parcheggio di Piazza della Libertà si trova a soli 100 metri dalla Vostra Chiesa preferita, la prossima volta parcheggiate lì e, con maggior spirito cristiano accompagnato da un ritrovato senso di educazione civica, forti di essere cittadini dalla parte della ragione, ascoltate tranquilli la Vostra Santa Messa, certi che non ci sarà alcun odioso fogliettino bianco e giallo ad aspettarVi sulla Vostra automobile! P.S. Siamo in attesa che la stessa solerzia dimostrata dai Vigili Urbani per le automobili parcheggiate sul Sentierone sia applicata anche per quei cittadini che parcheggiano inopinatamente e...continuamente le loro autovetture, specialmente nelle ore serali, in Piazza Pontida e nell’ultima parte di via XX Settembre dove tutti ma proprio tutti sanno che lì è vietato sostare.

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aledizione, ho preso la multa! Quante volte ci è capitato, perfettamente consapevoli di essere dalla parte del torto, di inveire contro tutto e tutti trovando l’odioso fogliettino bianco e giallo graziosamente appoggiato sul nostro parabrezza! Chi non ha pensato, più o meno in quest’ordine, che: i vigili urbani potrebbero fare ben altro… gli ausiliari del traffico, non potrebbero dare multe se non in casi particolari e invece… il Comune vuole arricchirsi alle spalle dei poveri cittadini… Io stessa, nell’ambito della mia professione e a tutela dei miei Consumatori, ho più volte promosso ricorsi avanti al Giudice di Pace e, quasi sempre, con successo. Perché è vero che a volte fioccano multe quantomeno discutibili: in prima persona, mi sono trovata l’odioso fogliettino bianco-giallo con 90 euro di multa da pagare, avendo parcheggiato sulle strisce pedonali. In realtà, le strisce pedonali erano state lievemente invase per non più di 30 cm, fotografie alla mano, dalla mia ruota anteriore sinistra. Ecco quindi motivato il mio ricorso al Giudice di Pace, che ha correttamente ridotto l’entità della sanzione da 90 euro richiesti ai 39 euro effettivamente dovuti per divieto di sosta (che c’era, e lo sapevo benissimo!) Dobbiamo però riconoscere con la dovuta obiettività che, molto spesso, abbiamo torto. Da onesti cittadini e consumatori, dobbiamo convenire che tante multe ce le meritiamo e non sono giustificabili gli appelli al “buon senso”. Mi riferisco all’incresciosa polemica (vedasi “L’Eco di Bergamo” del 3 maggio scorso alla pagina 21) fatta con il Comando della Polizia Locale da un gruppo di cittadini che, recandosi ad ascoltare la Santa Messa nella Chiesa di San Bartolomeo, si sono FINALMENTE trovatila multa per divieto di sosta.Cosa significa appellarsi al “buon senso” dei Vigili perché, in fondo, “siamo andati a Messa”? Ha forse senso ritenere che, la circostanza di recarsi a Messa, possa giustificare un comportamento, parcheggiare sul Sentierone, che procura fastidio ad al-


Si salvi chi può

Percassi

Genio o farneticante?

Dal rilancio di San Pellegrino al nuovo stadio passando per Doni

di Stefano Salvi

Terme San Pellegrino Accordo programmatico tra Regione, Provincia, Comune di San Pellegrino e Antonio Percassi per il rilancio di San Pellegrino: Con soldi di Percassi 1. Anticipazione di 16 milioni di euro al Comune di San Pellegrino e Regione Lombardia per la realizzazione delle nuove terme al posto dell’ex stabilimento Sanpellegrinese 2.

La vecchia sede delle terme sarà trasformata in galleria commerciale con uffici -

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Nella zona delle terme verranno edificati due alberghi a 5 stelle al costo di 40milioni di euro

NON FATTO

Ristrutturazione del Grand Hotel che diventerà un albergo a 4 stelle con 140 camere, centro congressi,...

NON FATTO

4.

5 . Si provvederà alla riattivazione dell’ex hotel Vetta, le aree vicine e l’ex hotel Paradiso. Con soldi pubblici: 1. Al posto dell’ex stabilimento Sanpellegrinese, verranno realizzate le nuove terme -

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NON FATTO

2.

Si provvederà al recupero complessivo del casinò e la costruzione del nuovo teatro.

3.

Verrà riattivata la funicolare.

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Verrà ampliata la scuola alberghiera.

Sono state realizzate soltanto la strada per la località Vetta e predispostele infrastrutture nell’area dell’ex hotel Paradiso

NON FATTO Il teatro è stato sistemato al 30% mentre il casinò al 95%

NON FATTO Ad oggi è stato fatto il sopralzo della scuola alberghiera


to: “l’intervento congiunto tra la salvaguardia degli edifici storici di alto valore architettonico e la riconversione delle aree industriali dismesse, permetterà il rilancio di questa storica località. Un nuovo centro termale, nuove strutture alberghiere e commerciali, nuove residenze di alto pregio, il restauro del casinò e del teatro permetteranno a San Pellegrino di tornare ad essere una destinazione ambita a scala internazionale”. Ma quale tutela degli edifici storici e di alto valore architettonico se viene abbattuta la villa Beaux della seconda metà dell’ottocento? Senza considerare che nell’accordo le vecchie terme venivano trasformate in area commerciale. Inoltre a Percassi viene assegnata la laurea ad honorem per un progetto (Dominique Perrault) che lo stesso Percassi nel 2011 accantonerà perché, a suo dire, poco funzionale. Percassi su L’Eco di Bergamo de 11 marzo 2010: “andiamo avanti, stiamo lavorando alla grande. Tutto procede in modo sempre più importante con ulteriori fondi messi a disposizione da uno straordinario Formigoni”. Ma come?...Nel 2007 non aveva dichiarato che: “dal 2009 si potranno trovare strutture di altissimo livello,...ecc.” Genio o farneticante? Gruppo Percassi su L’Eco di Bergamo del 12 giugno 2011: “Accantonato il progetto Perrault: era poco funzionale. Il progetto è cambiato ma la qualità architettonica resterà altissima. I disegni affidati a Kengo Kuma e De8”. Falso in quanto in data 17 agosto dello stesso anno viene protocollato presso il Comune di San Pellegrino un progetto a firma dell’architetto Marco Piantelli. Che fine ha fatto Kengo Kuma? Genio o farneticante? Gruppo Percassi su L’Eco di Bergamo del 19 gennaio 2012: “Le nuove Terme di San Pellegrino saranno tra le più grandi d’Europa”..... Ma come? Il 22 giugno del 2007 non aveva dichiarato: “porteremo il mondo a S. Pellegrino....” Adesso Percassi si è già ridimensionato, non più “il mondo a San Pellegrino”, nemmeno le terme più grandi d’Europa, ma solo “tra le terme più grandi d’Europa”. Considerando che sono di 3.700metri quadri (non di 4.000 come da lui dichiarati), come faranno ad essere tra le più grandi d’Europa? Forse saranno a malapena le più grandi della Valle Brembana. Genio o farneticante? Che dire: dal 1° aprile (!!) 2006 ad oggi, ne è passata di acqua sotto i ponti, compreso tanti progetti e tantissime parole alle quali non ha fatto seguito alcun fatto concreto. Dopo sei anni di tutto quanto sopra promesso, non esiste praticamente ancora nulla se non il gran vuoto prodotto dalla demolizione del vecchio stabilimento di imbottigliamento che fa di quell’area il “Ground Zero” Sanpellegrinese, oltre alla chiusura delle vecchie terme che allora erano ancora in funzione.

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Per mettere il lettore nella migliore condizione di poter rispondere alla domanda contenuta nel titolo di codesto articolo pubblichiamo di seguito le dichiarazioni che Antonio Percassi ha rilasciato negli incontri pubblici e raccolte dalla stampa locale. Percassi su L’Eco di Bergamo del 26 novembre 2006: “stiamo pensando alla grande, anzi alla grandissima. Sarà un progetto fantastico. Siamo all’opera da tempo e nella stesura dei progetti, nei contatti con le istituzione e nelle operazioni di marketing e il via libera rappresenta una tappa fondamentale nella strada del rilancio di San Pellegrino e della Valle Brembana. Percassi su L’ Eco di Bergamo 31 gennaio 2007: 1. Faremo le terme più belle del mondo. 2. Dal 2009 si potranno trovare strutture di altissimo livello, 3. hotel 5 stelle, 4. una galleria per lo shopping, 5. un prodotto di lusso capace di diventare punto d’attrazione su scala mondiale in una locazione mondiale. 6. Il Grand Hotel sarà la struttura ricettiva di più alto livello, dotata di un’altra spa termale privata, 7. negozi e appartamenti daranno vita ad una struttura immobiliare di altissimo livello.” Genio o farneticante? Percassi su L’ Eco di Bergamo del 22 giugno 2007: “porteremo il mondo a San Pellegrino. Secondo me è la sfida del secolo per la bergamasca, una nuova rivoluzione. Per il Grand Hotel stiamo pensando ad un albergo a 7 stelle, come il Burj Al Arab di Dubai: sarebbe il secondo al mondo”. Genio o farneticante? A luglio del 2007 c’è la prima variazione sull’accordo di programma: i primi soldi della Regione non vengono destinati come d’accordo di programma del gennaio 2007 per la ristrutturazione delle terme, bensì per opere secondarie di infrastrutturazione stradale zona Vetta, che dovevano invece essere fatti come ultimo intervento. A dicembre del 2007 vengono appaltati dai 5 ai 6 milioni e vince la gara la Betonville S.p.a i lavori iniziano a marzo del 2008. Per spendere questi 5-6milioni si è fatto alla svelta sia per destinarli che per spenderli, una zona marginale del paese, nulla che riguardi il rilancio turistico di S. Pellegrino. Percassi su L’Eco di Bergamo de 8 luglio 2008: “a me piace la bellezza a 7 stelle e anche più se possibile. San Pellegrino può diventare un distretto dell’industria turistica, un progetto che può fare scuola”. Martedì 9 giugno 2009: “conferita la laurea honoris causa in ingegneria ad Antonio Percassi” con le seguenti motivazioni: “..anche per il progetto di rivalorizzazione urbana di S. Pellegrino terme”. Mentre il Consiglio di facoltà di ingegneria ha osserva-


Si salvi chi può

Dai proclami del 2005-2006 in cui Percassi dichiarava che San Pellegrino sarebbe diventata la prima stazione termale al mondo con alberghi a 5-7 stelle e le terme più belle del mondo, arriviamo ad oggi in cui udite udite Percassi presenta una variante al piano di recupero in cui da 2 alberghi si passa ad 1 alberghetto di 35 camere (pensione Maria compresa) e guarda caso trasformazione della volumetria da ricettivo-alberghiero a residenziale-commerciale. Il perché di tutta questa operazione? Il perché di tutti questi proclami? Il perché di tutte queste promesse disattese? I proclami hanno senz’altro agevolato il cambio di destinazione d’uso di area industriale dismessa in area residenziale-commerciale di esclusiva proprietà del Gruppo Percassi area che compera a 11milioni di euro e potrà edificare per 135mila metri cubi, cioè cementifica tutto arrivando ad altezze dai 24 ai 26 metri. I 135mila metri cubi che il Comune di San Pellegrino ha garantito a Per-

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Il “Ground Zero” della Val Brembana

cassi potrebbero essere lottizzati e venduti alle migliori condizioni di mercato non solo, il Gruppo Percassi può addirittura progettare il tutto e vendere il progetto a terzi e andarsene senza tirar fuori 1 centesimo per la realizzazione dei 135mila metri cubi e tanti saluti, ivi compresi i 5 monumenti che dalla San Pellegrino S.p.a passano al Gruppo Percassi con atto di cessione societaria nel 2007 e che sono: 1-porticato della fonte 1901 2-sala bibita 1901 3-parco della fonte 4-antiche terme 1901 5-albergo terme Milano e che potrà vendere ai prezzi che gli saranno più convenienti. Genio o farneticante?


Soldi: Da accordo programmatico del 2010:

Pubblico

Percassi

programmati e 59 Milioni

programmati e 149 Milioni:

e 7 M Casinò con teatro

arrivati e 3,7M

Acquisto terreni e 11 M

già spesi

Spese tecniche e 4 M

istituto alberghiero

e infrastrutturazioni

e16 M Centro termale

e 0

Lavori di demolizione, bonifiche, scavi e

palificazioni e 3,5 M

e 1,5 M Ampliamento

e 3

M Facciata Grand Hotel

arrivati e 1,5M

e 18,5 M Sistemazione strutturale e 4,5 M Ripristino funicolare

e

0

e

0

e 5,5 M Infrastrutture

già spesi

e 3,5 M Opere di urbanizzazione

già spesi

Tot. e 15,7Milioni

Tot. e 18,5Milioni

su 59Milioni

su 149 Milioni

programmati

programmati

Atalanta-Doni A seguito dello scandaloso comportamento di Doni e del grave nocumento che il giocatore con il suo comportamento ha causato alla società Atalanta Bergamasca Calcio della quale è dipendente, come mai il Presidente Percassi non ha: 1. immediatamente dichiarato che si sarebbe costituito parte civile contro lo stesso Doni? 2. annunciato che avrebbe adito alle vie legali contro il giocatore? 3. immediatamente dichiarato che al giocatore sarebbero stati sospesi gli emolumenti da parte della società? Fin da subito, non sarebbe stato meglio fare quanto richiesto sopra per fugare ogni dubbio di coinvolgimento della società? In questi mesi si sta delineando una verità sconvolgente quanto inconfutabile e cioè, che il calcio italiano non è solo marcio, ma la cosa molto più preoccupante è che sia seriamente colluso e contaminato con la peggiore criminalità organizzata. Perché Percassi a protezione dell’Atalanta non ha preso le distanze da chi con comportamenti anti-sportivi, illegali e criminali arricchiva sé stesso depauperando l’onorabilità ed il buon nome della società?

Come è possibile tollerare che un tuo dipendente consumi un crimine in casa tua senza registrare un’adeguata reazione da parte della proprietà?

Nuovo stadio Percassi ha presentato al Comune di Bergamo il progetto per il nuovo stadio e Cittadella dello Sport costo dell’operazione 250milioni di euro. Ora, se ci trovassimo in una situazione economico-finanziaria nazionale e mondiale ben diversa, questo progetto potrebbe anche essere preso in considerazione ma, o Percassi vive sulla Luna o non si rende conto che siamo non in una situazione di crisi mondiale, non in una situazione di recessione europea, ma siamo in deflazione. Un imprenditore serio presenta progetti realizzabili nel contesto politico, sociale ed economico che sta vivendo il Paese, proposte di questo genere sono assolutamente irrealizzabili. Serio sarebbe stato se avesse presentato, visti i tempi, un progetto di ristrutturazione dell’attuale stadio Brumana. Questa sì strada assolutamente perseguibile che assicurerebbe alla città uno stadio nuovo in linea con le ristrettezze economiche che il mercato ci impone. Genio o farneticante? Ai posteri l’ardua sentenza. 63

Grand Hotel


in viaggio con pamela

Conero, perla dell’Adriatico Bellezze incontaminate fra l’azzurro del mare e il “Rosso Conero” D.O.C. di Pamela Zonca

Pamela Zonca assistente alla comunicazione di una importante testata giornalistica ha trascorso parecchi anni della propria vita girovagando il mondo per lavoro.

S

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piagge incontaminate, calette segrete, ripide pareti rocciose che si immergono nelle acque cristalline dell’unico tratto di costa frastagliata dell’Adriatico centrale, borghi antichi tutti da scoprire; la Riviera del Conero è quel tratto di costa marchigiana, a 10 Km da Ancona. Un paesaggio unico nel suo genere in Italia dove si mescolano in modo armonico il verde del monte Conero, l’azzurro del mare e il bianco della roccia, proprio per preservare questo paradiso della natura la zona è diventata nel 1987 Parco Regionale. Assolutamente da non perdere Numana Alta, la parte antica della città, arroccata sul mare con case costruite in pietra bianca, viuzze e la piazza al centro della quale è collocato un arco di epoca medievale. Da non scordare le spiagge e il porticciolo di Numana Bassa. Spostandoci più a sud merita sicuramente di essere vista la spiaggia “delle Due Sorelle”, nominata una delle dieci spiagge più belle e incontaminate d’Italia. Viene chiamata così per la presenza di due faraglioni, somigliati a due suore in preghiera, che emergono dal mare. La spiaggia è bianchissima ed è composta da sassi, ghiaia e scogli ed è raggiungibile solo via mare oppure percorrendo un sentiero abbastanza impegnativo e naturalmente la spiaggia non è attrezzata.

Ben più facili da raggiungere, non per questo meno belle, sono la spiaggia “Urbani”, un’incantevole spiaggia fatta a mezzaluna e incastonata nella grotta Urbani, la spiaggia “San Michele” e la spiaggia “Sassi Neri” proprio perché costituita da sassi e renella scura. E dulcis in fundo Porto Recanati, per la testimonianza storica ed enogastronomica che è in grado di offrire, come il Castello Svevo e il Rosso Conero, un vino doc fruttato e delicato reso tale grazie alla brezza marina e al terreno calcareo, che permettono al vitigno Montepulciano di esprimere in questo nettare una tipicità impossibile altrove.


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in caso di viaggi

Innamorarsi di Parigi

Parigi è una delle città più belle al mondo, la più visitata e forse la più romantica. Fa onore alla sua fama e non delude nessuno. Anzi, al momento di partire il viaggiatore sente il dispiacere di non disporre di più tempo, o denaro, per trattenersi

di Greta Nicoletti

Girare l’Europa “formato week end” si può. Proprio da Bergamo, dall’Aeroporto di Orio al Serio, partono tutte settimane voli accessibili a gran parte delle tasche, dai giovani alle coppie, alle famiglie. Un’ottima opportunità per prendere in mano la carta geografica e decidere la destinazione, poi basta prenotare volo e alloggio e iniziare a programmare il viaggio. Dal mio punto di vista anche il treno rimane comunque un mezzo di trasporto molto interessante per intraprendere simili avventure. Al viaggiatore l’ardua sentenza! Il mio viaggio europeo ci porta in cinque note capitali. A cominciare da Londra, che merita una visita a inizio priin caso di mavera per la gradevolezza del clima e il fascino della natura che esplode in città, passando per Parigi, all’insegna di un viaggio romantico in stile bohemienne, e poi per Berlino, la città dai mille volti, per Lisbona, da visitare in estate quando il sole si riflette sui bellissimi azuleios e si può anche godere dell’immenso spettacolo dell’Oceano Atlantico. Per giungere infine a Madrid, che andrà a chiudere questo tour entusiasmante.

A

differenza di altre grandi città europee, Parigi non ha un “centro” definito attorno al quale si espande la città, piuttosto ogni quartiere è “centro”. Questo perché la metropoli francese non ha continuato ad assorbire le piccole città della periferia, che hanno mantenuto la loro indipendenza amministrativa. Il tutto a Parigi ha un aspetto antico e classico, una passeggiata per Parigi è una passeggiata in un posto dove il tempo non sembra esistere, dove a dispetto del chiasso e del movimento il turista avrà la sensazione di trovarsi in un luogo che non è cambiato per secoli.

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Come muoversi? Meglio in treno, in bicicletta e sul battello Il RER è come un treno, ma a Parigi si usa come se fosse una linea in più di metropolitana, o meglio come fossero 5 linee che attraversano Parigi.

Se desiderate visitare numerosi monumenti e musei in un breve periodo di tempo, conviene acquistare una Carta Paris Visite. Questa è la formula che permette di utilizzare i mezzi di trasporto pubblico per un numero senza limite di corse. Consente di utilizzare a proprio piacimento autobus, metropolitana, RER, treni dell’Ile-de-France verso EuroDisney senza dover acquistare ulteriori biglietti. Bellissima, soprattutto in estate, la soluzione di girare Parigi in bicicletta. Velib è un servizio attivo da appena 2 anni ma ha incontrato un successo enorme tra i parigini. Consiste in un servizio di noleggio biciclette, il comune di Parigi mette a disposizione dei parigini oltre 20.000 biciclette in circa 1450 stazioni che distano tra di loro circa due o trecento metri (meno delle stazioni della metropolitana!). Info su www.velib.paris.fr


E ancora, è possibile spostarsi in città anche a bordo di un battello, grazie alla metropolitana fluviale BatoBus, sistema attivato ormai da diversi anni, alla stregua di altre città europee, per decongestionare le altre reti di trasporti. Ha 8 scali: Tour Eiffel, Musèes d’Orsay, Saint-Germaindes-Prés, Notre Dame, Jardin des Plantes,Hotel de Ville, Louvre e Champs-Elyséses. Cosa visitare in poco tempo Non è sempre possibile pianificare nel dettaglio quello che si vuol vedere ma a volte, soprattutto se si visita la città per un fine settimana, è bene avere chiaro ciò che si desidera vedere ad ogni costo e ciò che si vedrà solo se abbiamo tempo extra. Andare all’avventura e senza la pressione del cronometro va bene se si dispone di tempo, ma si corre il rischio di andarcene senza vedere qualcosa di realmente più importante. Non si dovrebbe lasciare Parigi senza aver prima visto Montmartre, la Tour Eiffel, i Campi Elisi. Un possibile itinerario potrebbe iniziare proprio dall’Arco di Trionfo, per poi proseguire fino a Place de la Concorde, poi al Lou

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i viaggi


vre e infine Notre-Dame. Dopo questi obiettivi primari ed imprescindibili ci sono anche altri luoghi di un grande interesse, come la Madeleine, Piace Vendôme o Les Invalides. Le due rive della Senna... Quando si parla dei quartieri di Parigi, tagliata in due dalla Senna, non si può non far riferimento alle rive gauche e droite, due parti della città nettamente distinte per caratteri architettonici e culturali. La riva destra, a nord, è il centro economico, politico e finanziario di Parigi, quella sinistra, a sud, è quello culturale e romantico. Shopping in città A Parigi lo shopping non è un’attività che riguarda solo chi compra ma anche chi semplicemente passeggia, osserva, visita, esplora.... I negozi, i centri commerciali, le vetrine, costituiscono un aspetto assolutamente coinvolgente della città. Capiterà di vedere una fila di persone, adulti e bambini, fermi ad ammirare le scenografiche vetrine del Printemps o delle Galeries Lafayette oppure quelle di Cartier a Place Vendome e di Louis Vitton sugli Champs Elysées, che sono tra le attrazioni più fotografate della capitale! A Parigi si vende e si compra per tutti i gusti, la prima meta immancabile sono le Galeries Lafayette, dietro l’Opéra sul Boulevard Haussmann, edificio storico capolavoro dell’art nouveu parigina. Sempre nel quartiere dell’Opéra degni di una visita sono i magazzini Printemps e la boutique gastronomica di Fauchon e dirigendovi verso Chatelet il grande centro commerciale di Les Halles. Gli Champs Elyseés rappresentano un’altra battutissima meta dello shopping, soprattutto per i turisti. Non lontano da qui poi le celebri strade consacrate alle grandi firme: Rue du Faubourg Saint Onorè, Avenue Marceau, Avenue Montaigne. Qui scoprirete la concentrazione più alta di boutiques di lusso della capitale, oltre che una serie di inconfondibili turisti che fanno fotografie e si dilungano a osservare i prezzi fuori le vetrine...

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A chi ha il palato da “buongustaio”, consiglio vivamente una passeggiata in rue Montorgueil nei pressi di Les Halles, la via dello shopping gastronomico, con boutique che propongono specialità gastronomiche di tutta la Francia, dai formaggi alle ostriche e al vino, e dove si è insediata anche una della prime boulangerie “Paul” a Parigi, la maison fondata nel 1889 nel Nord della Francia.


pasticceria. I croissant sono nati in Francia e pertanto è una buona opportunità per provare quelli autentici, e per gli amanti del cioccolato niente di meglio che un pain au chocolat. Per quanto mi riguarda a Parigi il cuore resta lungo la Senna, ma la gola va tutta ai macarons. Tipici dolcetti tondi dai mille colori e sapori, questi fragranti biscottini con un morbido cuore rappresentano il meglio in fatto di dolcezza: sono bellissimi da vedere, perfetti da regalare, buonissimi da mangiare. Sarà per questo che erano i preferiti da Maria Antonietta? Esposti nelle gioiellerie del gusto francese - da Fauchon alla mitica Ladurée - i macarons rappresentano un must eat della gastronomia dolce.

Pasticceria, mon amour Semplicemente è come vedere la Torre Eiffel: obbligatorio. In una delle moltissime boulangeries (panetterie) che si trovano per le strade di Parigi si possono degustare ricche torte e la sua squisita

Dove mangiare per tutte le tasche Parigi è una città che ha un’infinità di ristoranti, ce n’è per tutti i gusti! Accanto alla cucina francese troverete rappresentate le specialità culinarie del mondo intero. Purtroppo, però, la qualità non è onnipresente, soprattutto se i prezzi non sono particolarmente alti. Mangiare bene senza spende-

re troppo è impresa ardua! Badate però…non bisogna confondere Parigi col resto del paese, in Francia, appena fuori dalla capitale, si mangia benissimo anche

senza prosciugare il conto in banca! Parigi, però, è la grande città, quella delle opportunità, la ville lumière bella e romantica che attrae lavoratori e turisti dal

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Parigi a tavola La cucina francese è ritenuta a ragione una delle migliori del mondo anche se non tutti gli italiani riescono ad apprezzarla nel modo giusto. In effetti sia i sapori sia le abitudini alimentari dei vicini d’Oltralpe sono abbastanza distanti dai nostri; i condimenti utilizzati sono per lo più a base di burro anziché olio d’oliva, non ci sono i nostri tanto cari “primi piatti” a base di pasta e riso mentre imperano sulla tavola dei parigini le famose “salse”, servite e preparate in numerosi modi e che conferiscono ai piatti l’inconfondibile gusto francese. Per quanto riguarda il menu, ovvero la composizione di un pasto francese, esso si riconduce sostanzialmente a 3 portate: gli antipasti e/o primi piatti (hors-d’oeuvres o entrées), i secondi ovvero il piatto principale (plats) e i desserts.


Informazioni utili Documenti necessari: per i cittadini italiani che si recano in Francia per turismo è sufficiente la carta d’identità valida per l’espatrio. Viaggi all’estero di minori: è sufficiente il lasciapassare per l’espatrio dei minori di 15 anni. E’ un documento, generalmente un certificato o un estratto di nascita rilasciato dal comune di residenza del minore, che deve essere vidimato dal Questore del luogo per essere utilizzato come documento valido. Visto: non necessario. Per permanenze superiori ai tre mesi occorre ottenere il “permesso di soggiorno” dalla competente Prefettura francese. Valuta e Banche: la valuta corrente è l’euro. Le banche sono aperte in genere dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 17.Gli sportelli bancomat (DAB Distributeur Automatique de Billets) sono collegati ai circuiti Cirrus, Mastercard e Visa. La carta di credito più diffusa in Francia è la Visa, seguita da Mastercard, American Express e Diners Club. Clima: il clima parigino è caratterizzato da inverni freddi, con temperature che in genere non scendono molto al di sotto dello zero, e giornate umide e nebbiose, inframmezzate talvolta da periodi di cielo sereno e luminoso. D’estate può fare anche molto caldo, ma raramente il clima diventa afoso grazie all’influsso dei venti di provenienza atlantica. Nei mesi di settembre, ottobre, maggio e giugno il tempo è molto variabile, potete cominciare la giornata con una t-shirt a maniche corte e un sole forte con 30° e terminarla con un acquazzone e una temperatura di 15 gradi.

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mondo intero! Di conseguenza, la domanda è molto più alta e i prezzi salgono nonostante la qualità non sia sempre delle migliori. Per questo motivo, in questa sezione, vi propongo solo pochi indirizzi per una lunga cena o per un pasto frugale, dove, però, difficilmente sarete delusi: Bouillon Racine, Brasserie Lipp, A la Biche au bois, Le Quincampe, Closerie des lilas, Ristorante Le Pavé, Chez Flottes, Bistro Bourgogne Sud, Café Constant, Brasserie Thoumieux, Ristorante 58 Tour Eiffel.


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l’indipendenza

L’antipolitico di Leonardo Facco

Leonardo Facco è giornalista, editore, musicista e autore teatrale. Ha diretto la rivista “Enclave”, ha collaborato con “Libero”, “Il Foglio”, “il Giornale” ed altre testate italiane. È autore di diversi saggi, tra i quali l’Elogio dell’evasore fiscale (Aliberti), “Elogio dell’antipolitica” (Rubbettino), “Si chiama Rigoberta Menchù” (Rubbettino), “C’era una volta il Che” (Simonelli), “Umberto Magno”, biografia non autorizzata di Bossi e della Lega Nord (Aliberti). È il fondatore del Movimento Libertario.

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U

n paio d’anni fa, c’era un tizio che sosteneva che “Le tasse sono una cosa bellissima”. Era il ministro dell’economia Tommaso Padoa Schioppa. Oggi, un suo compagno di scuderia bocconiana, oggi assurto alla presidenza del Consiglio, ce ne rifila un’altra a dir poco memorabile: “Chi evade mette le mani nelle tasche degli italiani”. Non è cosa di poco conto che a fare affermazioni così strampalate (degne del romanzo “1984” di George Orwell) seppur in linea con la demagogica campagna del “dagli all’evasore”, sia un personaggio pubblico, professore della Università più prestigiosa d’Italia, elevato al rango di “salvatore della patria” dai poteri forti a cui appartiene. Già, perché quando le sue parole giungono all’orecchio dell’italico “homo medio” quest’ultimo penserà che se ad affermare cotanto principio è il “gran-prof-rettor-president” Monti allora è vero: “Chi evade mette le mani nelle tasche degli italiani”. Io vi dico che non è così. E non ve lo dirò con parole mie, modesto tapino sempre contro-corrente, ma con quelle di chi ha qualche gallone in più, persino di Mario Monti. Intanto, essendo il premier italiano un neo-membro della casta, chiedo aiuto a Sergio Ricossa, che mi ha insegnato: “Ma che lotta alla ricchezza, tutti la cercano solo che i politici hanno la possibilità di rubarla agli altri, le persone comuni no. I politici hanno inventato una strana filosofia per la quale si può sottrarre la ricchezza a chi la produce senza neanche esserne incolpati”. Milton Friedman, in visita in Italia nel 2001, dichiarò “che se il nostro paese si regge ancora è grazie al mercato nero ed all’evasione fiscale che sono in grado di sottrarre ricchezze alla macchina parassitaria ed improduttiva dello Stato per indirizzarle invece verso attività produttive”. In qualche modo, sostiene Friedman, “l’evasore in Italia è un patriota”. Ci aveva visto giusto, ma la sua lezione manco fu presa in considerazione. Oggi, dieci anni dopo, l’Italia sta fallendo e nulla, dico nulla, è stato fatto per diminuire la pressione fiscale e il peso della burocrazia statalista. Pedro de Navarra sosteneva che “le tasse possono essere tiranniche, non solo nel caso in cui chi le impone non ha la facoltà legale di farlo, ma anche se una persona viene tassata più di altre o se i fondi delle tasse vengono usati per un motivo personale o nell’interesse del

principe invece che per il bene comune. In casi di estrema necessità, il popolo non è, in coscienza, obbligato a pagare”. Era un cattolico, Scuola di Salamanca. Infine, visto che la vulgata pubblicistica fa apparire il signor Monti come un liberale cristallino, mi appello al padre del liberalismo, John Locke, che ammoniva: “Esula dai doveri dell’uomo sottomettersi ai governanti sino al punto da accordar loro licenza di distruggerlo, poiché i cittadini hanno il sacrosanto diritto di ‘appellarsi al cielo’ ogni qualvolta non c’è altro rimedio contro i soprusi del governo”. Infine, ma pur sempre con Locke, “Laddove la potestà tributaria è usata come strumento per depredare alcuni cittadini a favore di altri ed ha come suo unico limite quello della voracità delle corporazioni sul cui consenso il governo fonda il suo potere, lì la democrazia si riduce a farsa della democrazia e lì esploderà la rivolta” Oggigiorno infliggiamo severe punizioni ai trasgressori fiscali, inserendoli spesso nella categoria dei criminali. Eppure i grandi saggi della nostra civiltà – da Adam Smith, a Montesquieu fino a William Blackstone – hanno tutti condannato “la trasformazione delle violazioni fiscali in crimini, biasimando il governo per una tassazione eccessiva che, inevitabilmente, conduce alla ribellione, alla fuga e alla frode”. Del resto, se, secondo il precetto libertario, “non c’è crimine senza vittima”, non è chiaro che razza di crimine sia l’evasione fiscale (dato che il furto è la violazione della proprietà di un individuo, non di un’entità astratta come “lo Stato” o “la società”) ed è molto dubbio che l’evasore rubi qualcosa a qualcuno, se non parte del bottino che lo Stato estorce a tutti, compreso lui. Traduco: l’evasore è come Robin Hood, che rubava ai ladri (lo sceriffo di Nottingham, un antesignano del primo ministro) per ridare il bottino ai legittimi proprietari (i poveri contribuenti). Forse, secondo il presidente del Consiglio “evadere le tasse è ingiusto” perché mette in dubbio un qualche improbabile dovere di obbedienza del suddito (nelle democrazie definito cittadino) rispetto al sovrano (nelle democrazie definito lo Stato). Edmund Burke scriveva: “Le più grandi battaglie per la libertà si sono combattute intorno a questioni di tassazione”. Do un consiglio al “mister” Monti: visto il 2012 che ci aspetta, meglio che cominci ad indossare l’elmetto.


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top speed

di Stefano D’Aste photo Matteo Mottari

Da test di vetture a test di moto, scooter, quad passando per barche, jet sky e magari aerei o elicotteri, potrebbe sembrare il programma del magazine di un pazzo, invece sono solo alcuni argomenti che andremo a trattare in queste pagine; parleremo di Motorsport (a cui molti Bergamaschi sono legati), parleremo delle loro esperienze e risultati, di quello che capita dietro le quinte delle corse svelando curiosità e aneddoti a volte simpatici quasi ridicoli ma a volte sconvolgenti; la vita di un pilota che spesso può sembrare semplice e senza problemi ma che poi raramente è così. Alcune semplici pagine sulla tecnica di base applicata ai veicoli o alla guida, consigli su come affrontare le 4 stagioni con la propria auto stradale, spesso smentendo i luoghi comuni che non fanno altro che complicare le cose. E per concludere non poteva mancare l’argomento a richiesta, se avete dubbi che volete chiarire, inviatemi un’e-mail a sdate@pbracing.it; farò il possibile per risolvere i Vs dubbi.

Mazda CX-5

ABITACOLO:

SU STRADA:

Si riconosce subito la buona qualità dei materiali utilizzati, forse poco innovativi rispetto ai precedenti modelli. Il design è equilibrato e i comandi facilmente raggiungibili. Il navigatore ha uno schermo forse un po’ piccolo, ma può essere comandato con sistema touch a sfioro o tramite un piccolo joystick posizionato sul tunnel centrale. La posizione di guida è molto comoda e i sedili hanno un buon contenimento laterale. Posteriormente lo spazio non manca e sorprendenti sono le dimensioni del bagagliaio da 463 litri.

La vettura del test è equipaggiata con il 2.0 litri 16 valvole da 163cv. Il motore è elastico e allunga bene fino ai 6000rpm; passa da un sound decisamente grintoso, quando spremuto a fondo, fino a quasi scomparire se utilizzato con più gentilezza. La vettura ha un ottimo comportamento sia nei percorsi misti che più veloci, il cambio è fluido nelle cambiate e in modalità manuale diventa più rapido nelle cambiate. FRENATA:

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L’impianto frenante è ben dimensionato e si dimostra all’altezza di un utilizzo normale quotidiano, non siamo riusciti però a spremerlo a fondo magari mettendolo a dura prova di fronte a pendenza e velocità. STEFANO D’ASTE PILOTA AUTOMOBILISTICO CASCO D’ORO 2007 “ITALIA CHE VINCE” - VINCITORE NEL 2007 DEL CAMPIONATO DEL MONDO TURISMO FIA YOKOHAMA INDEPENDENT’S TROPHY, NONCHE’ NEL 1994 5TH AL CAMPIONATO ITALIANO 125 CC SU CAGIVA (VINTO DA VALENTINO ROSSI) - 1998 5TH CAMPIONATO ITALIANO 250 SU APRILIA 4 TH CLASSE A7 RALLY DI MONZA SU CLIO A7 - 2003 2ND CAMPIONATO EUROPEO CLIO 3.0 V6 1° CLASSIFICATO RALLY DI MONZA (TOYOTA COROLLA) – 2004 4° CAMPIONATO EUROPEO TURISMO IND (BMW 320I) - 2005 3° CAMPIONATO DEL MONDO TURISMO I (BMW 320I) - 2006 3° CAMPIONATO DEL MONDO TURISMO I (BMW 320SI) - 2008 3° CAMPIONATO DEL MONDO TURISMO I (BMW 320SI) - 2009 4° CAMPIONATO DEL MONDO TURISMO I (BMW 320 SI)


CONTROLLI ELETTRONICI: Grazie ai disposistivi elettronici esclusivi per il segmento e agli standard di sicurezza passiva eccezionali in caso di collisione grazie all’utilizzo di acciai ad altissima resistenza (fino a 1800 MPa) la vettura si può definire molto sicura. I sistemi di sicurezza attiva includono il sensore livello pressione pneumatici (TMPS), il City Safety che supporta il conducente per la frenata in città, il Rear Vehicle Monitoring System (RVM), i fari Bi-Xenon, il HYPERLINK “http:// www.mazda.it/showroom/cx-5/video_gallery/” \l “/Vid_MZSKY_84/” controllo abbaglianti (HBC) che disattiva automaticamente gli abbaglianti quando rileva un veicolo in avvicinamento. Un sistema di fari adattativi, che ruotano i fari negli angoli per illuminare la strada più chiaramente, ed un sisitema che aiuta a mantenere la carraggiata (LDW).

MOTORE PRESTAZIONI CONSUMI: Motore Alimentazione Cambio Trazione Potenza motore Coppia motore Dimensioni mm (lung/larg) Passo:

4 cilindri in linea DOCH 16V Benzina Automatico 4 ruote motrici 160cv a 6000 rpm 208 Nm a 4000 rpm 4540/1840 2700

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Si ringrazia la Concessionaria Livio Cella


top speed

Intervista ad Arturo Merzario: Arturo Merzario nasce a Civenna nel 1943; ex pilota di F1 corse con le più prestigiose auto del circus tra cui Williams e Ferrari; dal 1978 divenne costruttore schierando una sua vettura in F1 la Merzario. Uomo dal Palmares imbarazzante, nel 1976 salvò la vita a Niky Lauda gettandosi tra le fiamme e slacciandogli le cinture per estrarlo dalla Ferrari. Da cosa nasce la tua passione? Nasce fin da bambino con la bicicletta, allora vivevo vicino alla Madonna del Ghisallo e spesso incontravo ciclisti come Coppi e Bartali che venivano ad allenarsi; mi affascinava ed esaltava vedere con quale grinta venissero su e la costanza che ci mettevano nell’allenamento. Con i miei amici facevamo gare tutto il giorno su e giù con la bicicletta all’inizio e poi con dei carretti che costruivamo in casa con delle rotelle, cose da matti ma almeno non c’era traffico! Lo spirito della competizioni l’ho sempre avuto. A 10 anni mio padre mi regalò la prima moto, un Demm e feci le prime gare dilettantistiche in moto. A 18 anni e 6 giorni esattamente il 19 marzo debuttai a Monza con la Giulietta e arrivai sesto alla prima gara.

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Il ricordo più bello? Belli sono tutti e tanti belli, quando fai una prestazione che sia una vittori o un quarto posto è bello comunque perché solo tu sai lo sforzo che ci è voluto per arrivare al risultato. Ma la vittoria del Gp del Mugello con la Abarth 2000 fu davvero speciale, ma non perché arrivai primo: la gara era lunga 820Km, si percorrevano 10 giri di un trac-

ciato di 82 km, tutte le squadre la facevano con più di un pilota, io corsi da solo; mi ricordo che ad ogni giro mi fermavo velocemente a bere al bar all’incrocio del Giogo arrivando da Firenzuola. Quella era una gara molto ambita da Enzo Ferrari a cui partecipò diverse volte ma non riuscì mai ad arrivare in fondo; fu da quel momento che gli nacque l’interesse nei miei confronti. Ma il vero motivo per cui fu speciale è che 3 minuti dopo la vittoria, Rai1 stava mandando in onda le immagini dello sbarco sulla Luna di Neil Armstrong. Il rischio grosso? Al di là di quello al Nurburgring con Niky fu durante le prove ufficiali della 1000km di Monza, ero pilota ufficiale Ferrari con la F 512, a Monza facevamo 241km/h di media con punte di 350km/h, arrivai alla prima di Lesmo e si ruppe la sospensione posteriore sx; la macchina decollò tra le piante e rimasi incastrato con la vettura a 20 metri d’altezza. Non potevo muovermi perché ad ogni minimo movimento la macchina rischiava di cadere; furono costretti a chiamare una mezzo con una gru speciale per tirarmi giù e ci misero un bel pò di tempo. L’auto da corsa a cui sei rimasto più affezionato e perché? La Abarth 2000 e la Iso Marlboro del 1974, sono le due macchine che mi sono sentito più cucite addosso in assoluto, riuscivo a portarle a spasso come volevo e non mi sono sentito una sola volta in difficoltà. La Iso derivava da un vecchio telaio Detomaso F1 che recuperò Frank Williams. Come supporto tecnico venne chiamato G.P. Dallara che la mise a punto in un modo perfetto.


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cinemaup

In Dvd

La morte ha sorriso

all’assassino

(1973)

“Un horror gotico dalle suggestive atmosfere oniriche” di Davide Comotti

espresso visivamente mediante inquadrature “flou”, scene girate al ralenti e musiche malinconiche accompagnate spesso da vocalizzi femminili. Nel 1971, Emilio P. Miraglia aveva diretto un altro film di culto, La notte che Evelyn uscì dalla tomba, dove l’elemento onirico e soprannaturale viene fuso alla perfezione con il thriller. Altre pellicole illustri appartenenti a questo genere sono Nuda per Satana (1974) di Paolo Solvay e Un bianco vestito per Marialé (1972) di Romano Scavolini, per non parlare dei numerosi film dello spagnolo Jess Franco (Un caldo corpo di femmina, Vampyros lesbos, I desideri erotici di Christine, solo per citare alcuni esempi). Possiamo dire quindi che La morte ha sorriso all’assassino è un horror gotico italiano dal carattere spiccatamente onirico, romantico, morboso e decadente, costantemente coniugato con l’elemento macabro. Ma non è sufficiente, perché il film di Massaccesi sfugge a ogni preciso tentativo di caratterizzarlo: direi che la definizione più appropriata è quella di “horror artistico”. Non solo è sicuramente il miglior film di questo prolifico regista (1936-1999), ma anche un autentico gioiello della cinematografia italiana, che, come spesso accade per via della critica “snob” e della distribuzione, non fu apprezzato subito, ed è stato rivalutato man mano nel corso degli anni. Il regista stesso amava questo film in modo particolare, tant’è vero che lo firmò col suo vero nome invece che con l’abituale pseudonimo di Joe D’Amato. Formatosi come direttore della fotografia (che cura anche in questo film), esordisce alla regia con un film erotico e un paio di western. Il massimo risultato artistico lo raggiunge proprio 81

La Cinekult, collana della Cecchi Gori Home Video dedicata alla (ri)scoperta del cinema di genere italiano degli anni Settanta e Ottanta, realizza un colpo sensazionale per la gioia di molti cinefili: la distribuzione, per la prima volta in Dvd in Italia, del bellissimo film La morte ha sorriso all’assassino (1973) di Aristide Massaccesi. L’ottimo master video e audio dell’edizione consente di gustare finalmente questo “horror artistico” nella qualità che merita; il Dvd è arricchito inoltre da alcuni interessanti bonus, quali il trailer originale e il documentario “Sorridere alla morte”, che contiene interviste al regista, al produttore Franco Gaudenzi e all’attore e agente cinematografico Tony Askin. La morte ha sorriso all’assassino è uno di quei film che, per essere compreso pienamente, va innanzitutto visto, dal momento che non è possibile trovare un autentico paragone. La pellicola, se vogliamo, si inserisce nel filone dell’horror gotico italiano “anni Settanta”. Un genere che, si faccia attenzione, non riguarda tutti i film gotici prodotti in quel decennio: se prendiamo, per esempio, il bel film di Mario Bava Gli orrori del castello di Norimberga (1972), esso rientra negli anni Settanta come data di produzione, ma è un horror gotico ancora vecchio stile, seppure con qualche elemento di modernità. Il vero e proprio gotico “anni Settanta” riprende invece gli elementi dei film classici (castelli, cimiteri, vampiri e via dicendo) virandoli però in senso decisamente onirico, romantico e decadente. Dunque, concede più spazio alle storie di amore e morte, calate in un contesto particolarmente morboso, accentua l’elemento erotico e soprattutto quello onirico e surreale,


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con La morte ha sorriso all’assassino: in seguito, oltre ai numerosi film erotici, dirigerà ancora altri horror, basati però soprattutto sugli effetti splatter, senza riuscire a ottenere l’atmosfera presente nel suo capolavoro. Un’atmosfera che, d’altra parte, non mi risulta essere presente in nessun’altra pellicola: ecco quindi un altro valore aggiunto del film in questione, che trova una forte componente di originalità artistica proprio nel suo essere un unicum. Massaccesi, che scrive anche il soggetto e la sceneggiatura insieme a Claudio Bernabei, prende spunto da varie suggestioni della tradizione gotica (letteraria e cinematografica): da Carmilla di Le Fanu, ai racconti di Edgard Allan Poe, per giungere a quel filone dell’horror gotico (italiano e non solo) basato sulla volontà di sconfiggere la morte e l’inesorabile trascorrere del tempo. La vicenda si svolge agli inizi del Novecento, in un luogo imprecisato (presumibilmente, visti i nomi dei personaggi, tra Austria e Germania). Dopo un “prologo”, nel quale vediamo un giovane gobbo piangere la morte della sorella (la bellissima Ewa Aulin) con la quale viveva una torbida relazione, l’attenzione si sposta in un suggestivo ed elegante castello, dove vivono i coniugi Eva e Walter Von Ravensbruck (Angela Bo e Sergio Doria). I proprietari del castello soccorrono una ragazza che, dopo un incidente, si trova in stato di shock e ha perso la memoria: si tratta di Greta, la stessa donna che avevamo visto morta nel prologo, ma questo i due coniugi non lo sanno. Il dottor Sturges (Klaus Kinski), dedito ad esperimenti occulti per riportare in vita i morti, dopo aver visitato la ragazza, si accorge che c’è qualcosa di strano in lei, ma viene misteriosamente ucciso nel suo laboratorio. Nel frattempo, Greta rimane ospite al castello e fa innamorare di sé entrambi i coniugi. Folle di gelosia, Eva la seppellisce viva nel sotterraneo, ma la misteriosa donna, che ritorna continuamente dalla morte, torna per vendicarsi e inizia a uccidere tutti gli abitanti del castello. Nel finale, scopriamo che Greta era stata riportata in vita dal fratello attraverso una formula antica, ma questo l’ispettore di polizia che conduce le indagini non lo saprà mai. Nell’ultima inquadratura vediamo proprio la moglie del commissario, il cui volto è identico a quello di Greta: a testimonianza di una storia senza tempo, destinata a ripetersi forse per l’eternità. Già da questo riassunto, possiamo capire che si tratta di un film decisamente particolare: è un “film d’atmosfera”, più che un “film di trama”, ossia è un film dove ciò che conta maggiormente non è tanto la concatenazione logica degli eventi, quanto piuttosto l’atmosfera onirica e surreale che

si respira in ogni inquadratura. A differenza del gotico classico, in cui si cercava di dare una spiegazione il più possibile “razionale” anche al soprannaturale, in La morte ha sorriso all’assassino la logica cede quasi interamente il posto alla suggestione suscitata dai fatti narrati e dallo stile. Il film di Massaccesi è, infatti, anche un vero e proprio esercizio stilistico, in cui gli elementi del linguaggio cinematografico vengono fusi in una sinestesia di immagini e musica che giustifica la definizione di “horror artistico”. Gli ambienti (esterni e, soprattutto, interni) sono valorizzati dall’ottima fotografia dello stesso Massaccesi e sono perfettamente funzionali alla narrazione di una vicenda che vuole essere sospesa nel tempo e nello spazio: le stanze del castello, riccamente decorate in uno stile gotico-decadente e collegate l’una all’altra in una specie di labirinto; i sotterranei dove viene sepolta viva Greta; la lugubre stanza in cui la ragazza morta viene vegliata dal fratello; il laboratorio del folle scienziato interpretato da Klaus Kinski; ma anche gli esterni, come il cimitero e i verdi prati dove spesso si muovono i personaggi. La ricorrente presenza della fotografia “flou” e “lattiginosa” (soprattutto nei flashback) e alcune inquadrature grandangolari che deformano le immagini (per esempio, nella sequenza in cui Franz insegue la domestica) creano un clima ancora più onirico e surreale. Mai come in questo caso, inoltre, la musica contribuisce in maniera preponderante alla costruzione dell’atmosfera: composta da Berto Pisano (che sui titoli compare con il nome di “Berto Pisani”), immerge lo spettatore in un’atmosfera più che mai rarefatta e onirica, con una melodia dolce, malinconica, accompagnata a tratti da un vocalizzo femminile, alternata ad alcuni contrappunti più tesi e vibranti presenti nei momenti di maggiore suspense. Posso affermare con certezza che La morte ha sorriso all’assassino, senza la colonna sonora di Pisano, perderebbe almeno la metà del suo fascino. Come affermano i critici della rivista “Nocturno Cinema”, in questo film “la spinta macabra e quella lirica si fondono in un equilibrio mirabile; il raccapriccio e lo spleen malinconico circolano l’uno nell’altro senza soluzione di continuità”. Infatti, in La morte ha sorriso all’assassino confluiscono spontaneamente, come in un sogno (o meglio, in un incubo), momenti d’amore (quasi sempre, però, morboso e malsano) con sequenze crudeli di morte: è il film dove si uniscono, per eccellenza, Eros e Thanatos. La sequenza onirica e romantica più bella compare già all’inizio del film, quando Franz Von Holstein, il fratello di Greta, ricorda i momenti felici vissuti insieme alla


che i morti sono ben più di sette. Siccome la storia sfugge a qualsiasi spiegazione logica, è impossibile ogni tentativo di ricondurla a una trama gialla: anche se la rappresentazione dell’assassino in soggettiva potrebbe far pensare a uno sviluppo in questo senso, in realtà non troveremo una spiegazione vera e propria. Probabilmente è la stessa Greta a uccidere, ma potrebbe essere anche il maggiordomo Simeon (interpretato alla perfezione dal caratterista Marco Mariani, particolarmente adatto nei ruoli torvi e inquietanti), il quale conosce il segreto della donna. Lo stesso ispettore di polizia (impersonato da Attilio Dottesio, presente in numerosi western e polizieschi italiani) ammette che in tutta la vicenda c’è qualcosa di soprannaturale, qualcosa che sfugge alla sua comprensione: proprio come accade allo spettatore, ulteriormente spiazzato dall’inquadratura finale. Essa mostra, infatti, il viso della moglie del commissario, che assomiglia incredibilmente a Greta (anche se più anziana), come se questa donna “non morta” fosse destinata a ritornare in eterno. Conclusione perfetta per un horror gotico costantemente in bilico fra la dimensione reale e (soprattutto) quella onirica, dove i personaggi si muovono in una “danza macabra” costantemente sospesa nel tempo e nello spazio.

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sorella: con il suddetto accompagnamento musicale di Pisano, vediamo le immagini “flou” di Ewa Aulin vestita di bianco correre al ralenti su un prato verdeggiante, inseguita da Franz, fino all’incontro con il suo uomo (Giacomo Rossi Stuart), che turba visibilmente il fragile equilibrio mentale del fratello. Particolarmente azzeccata, in proposito, è anche la scelta dell’attore che lo interpreta, il grande caratterista Luciano Rossi, una specie di “Klaus Kinski italiano”, spesso utilizzato in ruoli da psicopatico o di uomo affetto, in genere, da turbe nervose. Ma ci sono anche numerose altre sequenze oniriche molto suggestive, per esempio gli incontri amorosi fra la misteriosa ospite e i due coniugi, ripercorsi anche in un ottimo flashback. Da notare il fatto che l’erotismo, in questo film, è parecchio contenuto, a differenza di quanto accadrà nei successivi film di Massaccesi: le scene erotiche sono abbastanza brevi, e non molti sono i nudi. Ma è l’atmosfera stessa del film ad essere perversa: non solo perché l’amore si esprime spesso in forme deviate (incesto, omosessualità femminile), ma per la figura stessa di Greta, una splendida donna che, come una vampira, torna continuamente dalla morte. E, a testimonianza di questo continuo alternarsi di Eros e Thanatos, la ragazza, dopo essere “morta” la seconda volta, ritorna in due modi opposti: a volte in tutta la sua bellezza, altre volte con il viso decomposto e deformato, uccidendo con la seduzione e seducendo con la morte. Le scene di sangue, pur essendo più contenute rispetto ai successivi horror di Massaccesi, sono comunque forti: per esempio, bisogna ricordare il cocchiere impalato dall’asta della carrozza, la domestica uccisa con una fucilata che le devasta il volto, il maggiordomo ucciso da Greta a colpi di rasoio, il gatto che dilania il viso di Luciano Rossi (una scena che ha costituito poi l’immagine della locandina). E anche quando non c’è sangue, la suspense è spesso palpabile, alternata, come si è detto, ai momenti “romantici”. Ecco dunque la domestica perseguitata dal “fantasma” di Franz, Giacomo Rossi Stuart che viene inseguito nel cimitero da Greta, Klaus Kinski strangolato nel suo laboratorio mentre sta riportando in vita un cadavere, la padrona di casa che vede riapparire Greta, che la perseguita fino a indurla al suicidio. Il titolo di lavorazione del film era Sette strani cadaveri, che fu poi cambiato al momento della distribuzione in quanto andavano di moda i film con la parola “morte” nel titolo: secondo chi scrive, in effetti La morte ha sorriso all’assassino è un titolo molto più suggestivo e irrazionale, proprio come la vicenda narrata, considerando pure il fatto


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a passeggio per la cittĂ


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pa dell’aspetto commerciale, della scelta dei modelli e del contatto con il pubblico, lui realizza i pezzi unici, insieme a suo padre Giorgio, nel laboratorio a Loreto, zona piazza Varsavia. Quest’attività, Luigi, l’ha pratica in famiglia sin da bambino con 4 generazioni di calzolai da parte del padre e 3 da parte della madre. Ed il destino ha voluto che si incrociassero!

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L’ARTE DI.. FARE LE SCARPE


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“TRECO significa tre mele cotogne, il soprannome del mio trisavolo Luigi del quale porto il nome: nei primi dell’Ottocento riparava a domicilio le scarpe dei clienti e, sul carretto con gli attrezzi, portava anche le mele cotogne.” Passione ed esperienza sono le qualità che mettono a disposizione per chi è alla ricerca di un oggetto che non si può semplicemente definire “scarpa” ma status symbol. Veri oggetti di lusso, opere d’arte realizzate attraverso i migliori materiali e le migliori tecniche. Curano personalmente il prodotto come un autentico gioiello non di produzione industriale ma artigianale. “DELL’ARTE DEL SAPER FARE” oggi è bello abbinare la capacità di creare una scarpa con i metodi tradizionali con la fantasia artistica. Questa è una delle prospettive di Luigi e Maddalena per differenziarsi e proporre un articolo handmade coniugato al design.

“Tre aggettivi per le mie scarpe? Vere, sincere e comode come un paio di vecchie scarpe.” Luigi e Maddalena vi aspettano nel loro regno delle scarpe per raccontarvi del loro lavoro artigiano, per fare due chiacchiere e respirare aria genuina come nelle botteghe di un tempo..

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Lazzaro Fornoni...

Pennellate e stile.

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dere i suoi quadri è proprio l’energia e la forza attraverso i suoi chiaroscuri coinvolge anche il più scettico degli osservatori. I toni di colore usati dal “lazzaroFornoni” incuriosiscono e aiutano a soffermarsi nel tram-tram della vita quotidiana attraverso i vari movimenti e le attività dell’uomo. Consiglio spassionato - OSSERVARE per credere.

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i respirava arte e stile impressionistico-modertno mercoledì sera 30 maggio alla galleria “Arte e Filatelia” di Gorle - quartiere Bajo - a Bergamo dei Fratelli Animelli, il tutto organizzato miticolosamente dall’Art project manager Michele Oggioni, con il quale collabora da alcuni mesi. Si perchè la senzazione nel ve-


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Aperitivi a suon di musica Caffè del Borgo

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di A.Paganelli photo Matteo Mottari


chè i venerdì del “Borgo” sono colorati tra Dj e musica dal vivo. Vi aspettiamo per un inizio estate folgorante all’insegna del buon senso e delle distrazioni da fine settimana e non...

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G

li apertivi del “Caffè del Borgo” non sono da perdere, a suon di buona musica selezionata dagli ottimi Dj che ogni venerdì accompagnano le serate in quel di Verdello, creando un’atmosfera unica, serena, rilassante ma allo stesso tempo divertente. Si per-


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