BergamoUp n°48

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Anno Sesto numero QuarantOtto | Ottobre Duemilaquattordici | Euro Tre

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Il mensile più letto della città CINEMA JIMI - ALL IS BY MY SIDE PAGINA 34

TELEFILM FRANKLIN & BASH PAGINA 40

n°48

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IL MATRIMONIO E LE TRADIZIONI NELLA SOCIETÀ MODERNA L’Editoriale

DI MICHELE OGGIONI

Moltissime sono le tradizioni e usanze che nel passato era importante osservare per la riuscita di un “buon” matrimonio, considerato un tempo non solo “il giorno speciale” per gli sposi ma anche un evento sociale di grande rilievo. Alcune di queste si sono mantenute fino ai giorni nostri, spesso rivisitate in chiave moderna, altre si sono perse e altre vengono a volte riprese solo dai più tradizionalisti, in modo molto libero, in quanto ormai non esistono più regole precise da seguire. Sono state abbandonate le usanze prematrimoniali secondo cui il futuro sposo doveva andare a casa della ragazza e chiedere ufficialmente la sua mano al capofamiglia (solitamente il padre) e la consegna da parte di questi della Dote, costituita spesso da biancheria per la casa e suppellettili, oltre al pagamento del pranzo o della cena per i festeggiamenti. Si sono mantenute invece, soprattutto nei matrimoni più legati alla tradizione, l’usanza secondo cui gli sposi non si possono vedere prima dell’entrata in chiesa; la sposa il giorno del matrimonio deve indossare una cosa vecchia, una cosa nuova, una cosa regalata, una cosa prestata e una cosa blu, oltre alla giarrettiera, sopraggiunta negli ultimi secoli per sostituire l’usanza da parte degli ospiti di “rubare” pezzi dell’abito da sposa come monile portafortuna; e il lancio del bouquet da parte della sposa verso le invitate nubili come beneaugurante verso un prossimo matrimonio.Infine, alcune usanze sono state rivisitate secondo il gusto degli sposi, come il colore dell’abito da sposa che tradizionalmente doveva essere bianco in quanto simbolo di purezza (mentre ora ne esistono di qualsiasi colore, persino neri), il velo simbolo di pudore non più necessario e spesso sostituito da un cappellino, una veletta o un diadema, il lancio del riso simbolo di prosperità spesso sostituito da coriandoli, bolle di sapone e petali di rosa, i confetti da consegnare agli invitati in numero dispari in quanto “indivisibile come il matrimonio” e il ricevimento dopo le nozze, attualmente reso anche solo come buffet o pranzo di qualche ora, mentre fino a non troppi anni fa durava addirittura giorni.Ovviamente il distacco più radicale con la tradizione in tempi moderni è la possibilità di effettuare una cerimonia civile e non religiosa, un tempo impensabile. Modernità e tradizione sono perciò ancora legate fra di loro grazie al matrimonio e questo legame sarà sempre in continua evoluzione con gli usi e costumi della società.

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Hanno Collaborato: Vip International, Giorgio Arfaras, Andrea Lodetti, Massimo Buttinoni, Samuele Sortino, Nalla Ciombioni, Alice Cerea, Monica D’intino, Graziano Lanza, Cristiana Ghione, Maurizio Lorenzi, Mr. Pink, Marco Chiari, Helca Locatelli. Crediti Fotografici: Per Le Immagini Senza Crediti L’editore Ha Ricercato Con Ogni Mezzo I Titolari Dei Diritti Fotografici Senza Riuscire A Reperirli. È Ovviamente A Piena Disposizione Per L’assolvimento Di Quanto Occorre Nei Loro Confronti. © Copyright Bergamoup Magazine: Testi E Immagini Della Presente Pubblicazione Non Possono Essere Riprodotti Con Mezzi Grafici, Meccanici, Elettronici O Digitali Senza Autorizzazione Firmata Da Editrice Bergamoup Srl. Ogni Violazione Sarà Perseguita A Norma Di Legge. Bergamoup, Periodico Mensile Di Informazione Locale; Iscrizione Presso Il Tribunale Di Bergamo N. 16/2009 Del Maggio 2009 Editrice Bergamoup Srl - Concessionaria Pubblicità Sede Legale: Via Calzecchi Onesti 3, Bergamo Cod. Fisc. E P.iva: 03806600163

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SOMMARIO

OTTOBRE DUEMILAQUATTORDICI

PUBBLIREDAZIONALI LA DISPENSA 8 BAR SEVEN

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FRANCESCO BERTE’ 14 LIUDMILA TROFIMOVA

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BULLFROG 20

RUBRICHE............25

EVENT..................67 7


REDAZIONALE

VIAGGIO DENTRO LA DISPENSA

I

l 25 giugno 2012 Mauro Fornoni ha aperto una piccola bottega a conduzione familiare, così facendo ha incoronato i suoi sogni ed ha avuto l’occasione di mostrare il frutto delle sue ricerche, delle sue passioni mantenendo sempre valori semplici e rari . La bottega si chiama “La Dispensa” ed è situata in Via G. d’Alzano 10 a Bergamo. “Dis” dal latino “distributivo” mentre “pendere” significa “pesare, spartire”. La Dispensa generalmente è il luogo in cui si conserva ed ordina il cibo da spartire.

Per Mauro conta la buona cucina che non significa inevitabilmente dover andare in ristoranti stellati e molto costosi. Ciò che conta è la ricerca di ingredienti genuini e di prodotti selezionati: • Pane,proveniente dal Panificio Dolci,i prodotti da forno più buoni di Bergamo. • Salumi, di prima qualità, dal prosciutto cotto di culatello al crudo di parma riserva,dallo speck ai salumi nostrani. • Salumi di pesce presi direttamente dal famoso Chef Moreno Cedroni, bresaole di tonno e pesce spada,San Daniele di tonno e porchetta di Tonno. • Frutta e verdura fresca tutti i giorni e proveniente dal nostro territorio.

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• Formaggi nostrani, pecorini biologici e formaggi pugliesi, tutti direttamente dal Caseificio. • Salse e pestati di verdure vengono usati per farcire i panini, essi provengono dalle migliori aziende artigianali italiane. • Confetture e gelatine sono prodotte dall’azienda agricola Si.Gi. • Birre artigianali e di produzione bergamasca, italiana e straniera. • Vini,appartengono a piccole realtà di produzioni limitate e di qualità. Le materie prime sono state scelte personalmente da Mauro durante le visite fatte in tutta Italia; tra orti e forni di diversi produttori. Lo scopo è quello di dare alla clientela dei prodotti che li facciano sentire come a casa: “Come aprire un armadietto e prendere un buon pane, dalla dispensa un vasetto di carciofini, qualche fettina di prosciutto e farsi un gustosissimo panino seduti ascoltando musica o ridendo con gli amici. O ancora spalmare della marmellata su un pancarré leggermente tostato, bere un caffè o una fresca spremuta prima di andare in ufficio.... tutto questo potrete trovarlo a La Dispensa”. La Dispensa offre pranzi cene ed aperitivi, (è possibile ordinare d’asporto mentre il servizio a domicilio si effettua dalle 12.00 alle 15.00 in zona centro e dintorni) senza dimenticare che potrete usufruire del loro servizio catering. Vi è l’opportunità di partecipare ad eventi a tema con sottofondo musicale oppure si può partecipare a serate di degustazione (come la degustazione di pesce crudo) in cui vengono abbinati vini e birre artigianali a prelibati prodotti. Le birre artigianali sono disponibili sia in bottiglia che alla spina e variano ogni mese per dare l’opportunità di conoscere le diverse realtà bergamasche ed italiane accostandole sempre a panini (con la P maiuscola!) gustosi e sfiziosi.

Di Anna Paltrinieri, photo by Matteo Mottari

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LA DISPENSA VIA G. D’ALZANO 10, 24122 BERGAMO INFO@LADISPENSA.EU TEL 035 0791629 FACEBOOK.COM/LADISPENSABG WWW.BISTROLADISPENSA.IT 11


REDAZIONALE

SEVEN CAFÉ

I

l 21 giugno è stato inaugurato il Seven cafè, un bellissimo locale situato nella zona triangolo proprio a fianco alle poste in via Giacomo Manzù 7. È aperto dal lunedì al sabato dalle 7:00 alle 24:00. L’arredamento è moderno ed al suo interno prevalgono il colore rosso e bianco che donano atmosfera e senso di confort al cliente. Il titolare nonché gestore del bar è Erikson Hoti, un giovane ragazzo cordiale e con una grande esperienza nel campo della ristorazione e del bartending. Per moltissimi anni ha lavorato in questi settori ed ha avuto anche l’occasione di rappresentare diverse aziende vinicole. Il Seven cafè offre ottime colazioni, basti pensare che le loro brioches provengono da una delle migliori pasticcerie di Bergamo (pasticceria del Tasso). Per pranzo vi è una vasta scelta di piatti freddi e caldi ad ottimi prezzi e di qualità. Una delle loro specialità tanto apprezzata è il cous cous; frutta e verdura vengono scelte in base alle stagioni e finché possibile si cerca sempre di acquistare prodotti a km 0. Una delle particolarità nella preparazione di piatti e drink è che nulla viene lasciato al caso; il cliente oltre ad apprezzare la qualità dei piatti noterà anche la piacevole presentazione di ogni piatto, dal primo al secondo e anche negli aperitivi, il locale ricerca sempre l’abbinamento più appropriato tra drink and food. Vi è inoltre una vasta scelta di vini provenienti dalle principali regioni vinicole e si ha la possibilità di gustarsi piacevoli aperitivi con sottofondo musicale. Il 15 ottobre ci sarà un evento accompagnato da musica blues&soul con la partecipazione dell’A.R.M.R. la Fondazione Aiuti per la Ricerca delle Malattie Rare. Lo staff molto cordiale e l’ambiente confortevole rendono il Seven cafè il posto ideale per gustare ottimi pranzi o per trascorrere piacevoli aperitivi in compagnia.

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SEVEN CAFÉ 24122 BERGAMO TEL: 035 0603648 FACEBOOK.COM/PAGES/SEVEN-CAFE

Non Cumulabile

VIA GIACOMO MANZÙ 7,

2° Aperitivo in

OMAGGIO


REDAZIONALE

DR FRANCESCO BERTÈ

DAL CARCERE ALLA TV PASSANDO DALL’EDITORIA

I

Il talento ha mille facce e lui è la dimostrazione di come a volte si possa coinugare nei modi più inaspettati. Francesco Bertè è un uomo di estrema sensibilità. Un professionista che ha coniugato lavoro con la propria indole che è fatta non solo di attenzione ma anche umanità. Per chi non lo conoscesse il Dr. Bertè è il dirigente medico del Carcere di Bergamo in via Gleno, nella sua carriera ha incontrato centinaia di casi umani densi di sofferenza e brutale realtà, e che sono stati raccolti nel suo libro “Nuovi giunti - Racconti dal carcere” un manoscritto denso di vicende drammaticamente vere, dove il nostro medico ha esplorato quel mondo e le sofferenze che produce partecipando con tutta la sua umanità e professionalità. Il libro è stato pubblicato nel 2005, e adesso sta per diventare una serie televisiva poliziesca, trasmessa dalla Rai, prodotta da Domenico Dima e interpretata da Jerry Calà, Giancarlo Giannini, Ettore Bassi, Katia Ricciarelli e la bella Giovanna Rei. Insomma dall’istituto di via Gleno, la strada sulla quale si affaccia il carcere di Bergamo, ad una fiction, il passo è breve. Accade che, il produttore Dima chiede al dottor Bertè di ‘costruire’ sull’amico Calà la figura del commissario Coletti ma soprattutto di fornire per risolvere intricati casi, tutta l’umanità che il Dr Bertè ha ben distribuito nel libro “Nuovi Giunti” che tratta di storie vere dal carcere. La serie è stata quindi concepita e costruita per l’attore che veste i panni del protagonista. “Questa scelta si basa,” ci spiega il Dr Bertè, “su due motivazioni fondamentali: le caratteristiche del personaggio e quelle del genere. Da un lato occorre proporre all’immaginario del pubblico, un volto, un corpo immediatamente identificabile come uno dei protagonisti dell’ultima fortunata stagione della commedia all’italiana, quella che ha coinvolto le generazioni che oggi rappresentano il segmento maggiore del pubblico della televisione generalista e non solo di quella. Inoltre, ancora più importante, si deve poter contare su un attore capace cioè di interpretare tutte le sfumature del personaggio che vanno, per così dire, dal rosa al grigio, passan-

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do per il giallo”. Il genere della serie – una contaminazione fra crime e comedy – presuppone un punto di vista improntato all’ironia dell’intelligenza, un’atmosfera e un tono più leggeri rispetto al crime classico, una visione coinvolta e disincantata insieme delle vicende umane, anche le più drammatiche, e una chiave di ammiccante realismo quotidiano che ancora una volta il crime classico non può avere. “Questa fiction darà la possibilità di appassionarsi al personaggio di Coletti-Calà e di conoscere da vicino i casi di cronaca così come realmente accaduti, perché la realtà, sorpassa qualsiasi fantasia” dice il Dr Bertè che alla domanda “Cosa vuol dire per lei rivedere i suoi personaggi interpretati da grandi attori” risponde: “Un’esperienza emozionante, vederli parlare attraverso la voce di Giannini e Jerry non ha prezzo” - continua Bertè: “ Io spero che questa fiction avrà una sua completa realizzazione perché le storie sono davvero interessanti, tanto più che sono raccolte dai veri protagonisti”.

Di Renata Sortino

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REDAZIONALE

IN ARTE GALLERY E LIUDMILA TROFIMOVA

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asce a Milano, sede perfetta quella lombarda, culla ricca di storia, arte e cultura che raccoglie una grande quantità di monumenti storici importanti. Nel 2014 con grande impegno In Arte Gallery riesce ad aprire un’altra sede a Berlino, la capitale tedesca che adesso risulta una meta privilegiata dai nuovi artisti contemporanei.

Il primo obbiettivo del fondatore è quello di promuovere istituzioni ed artisti mondiali tramite collaborazione di Enti e progetti culturali. L’idea è quella di proporre scultori e pittori come strumenti di educazione sentimentale. La pittura e la scultura dopo millenni di civiltà rimangono ancora oggi i mezzi privilegiati per comunicare tramite colori, luci e forme, raffigurazioni di grandi temi appartenenti alla società contemporanea. In Arte Gallery questo mese sarà lieta di presentare un’artista contemporanea eccezionale nonché di grande fonte di ispirazione, Liudmila Trofimova. Nasce il 29 maggio 1978 a Cimislia nella parte meridionale della Moldavia, sulle rive del fiume Cogîlnic. Studia Presso l’USM (Universitateade Stat din Moldova) dedicandosi poi al percorso di ostetricia non prendendo in considerazione la sua passione e attitudine per il disegno.

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Per lei assistere altre donne durante la nascita del proprio bambino diventa fonte di grande gioia che comprende molto bene essendo anche lei stessa diventata madre in giovane età. Diverse motivazioni la portano in Italia dove ricomincia una vita nuova come artista di strada. Avviene un incontro folgorante tra lei e il Maestro Lazzaro-Fornoni. Liudmila diventa sua allieva e da lui trae il particolare utilizzo della monocromia che poi reinterpreterà in un modo tutto suo. Nei suoi lavori traspare la forte influenza del Maestro e ciò nonostante preserva e conserva una sua precisa identità espressiva. Un’altra particolarità che la differenzia sono le tele di piccole dimensioni con le quali preferisce imprimere le sue opere rappresentando il mondo animale oppure oggetti singoli statici. Nasce come figurativa e si orienta da subito verso la POP ART tanto che lo scorso 29 settembre fu premiata da Marina Picasso (nipote del più famoso nonno) madrina della mostra internazionale ARTIST DU MONDE a Cannes nella splendida cornice dell’Acroisette. Questo mese sempre rappresentata dalla In Arte Gallery seguirà il marito per la prima personale di Lazzaro a Berlino che naturalmente sarà coordinata dalla stessa Galleria. E’ possibile ammirare alcuni lavori di Liudmila presso il famoso e prestigioso ristorante Le Grill Yacht sul porto di Monte Carlo oppure a Parigi proprio a ridosso della torre Eiffel nel lussuoso ristorante Epifani dove troverete sulle pareti le opere di questa strepitosa artista. Adesso Liudmila Trofimova vive e lavora come moglie e allieva dell’artista di fama internazionale Lazzaro Fornoni. Per lui è sicuramente la sua principale musa ispiratrice nonché modella.

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Di Anna Paltrinieri, photo by Matteo Mottari



REDAZIONALE

BULLFROG MODERN ELECTRIC BARBER L’ATMOSFERA DELLA CLASSICA BARBERIA D’UN TEMPO, UN TAGLIO NETTO CON LA QUOTIDIANA “GIUNGLA” DELLA METROPOLI

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uello del barbiere è un mestiere antico, ma negli ultimi anni aveva perso un po’ di smalto: solo di recente il piacere di una rasatura a regola d’arte ha riacquistato il suo fascino, anche come rito rilassante. BARBER SHOP BULLFROG a Milano è più che una barbieria, è una filosofia oltre che un tuffo nell’America anni ‘30, fatto di piccole grandi cose come il sorriso del barbiere e accomodarsi su una poltrona in pelle per non dover pensare più a nulla. Questo per Barber Shop Bullfrog si chiama “farvi sentire a casa”. L’esperienza originale del grooming maschile, unita ai più attuali metodi internazionali e contaminata dallo stile dei barbieri anglosassoni e nord americani. Questo è ciò che vi aspetta da Bullfrog: un servizio capelli, barba e baffi che intercetta il meglio delle diverse scuole e tendenze. Il piacere di una rasatura a regola d’arte ha riacquistato il suo fascino, anche come rito rilassante, non si tratta solo di uno stile che ormai è diventato virale, quello della “barba importante”, ma principalmente è un bel modo per prendersi del tempo per se stessi facendo di una cosa quotidiana, come il farsi la barba e capelli, una piccola opera d’arte. I due barbieri resident, Tristan e Davide, il primo canadese il secondo italiano, mantengono e risaltano i tagli tradizionali dei loro paesi d’origine, poi a rotazione si alternano free lance esperti di forbici e rasoio provenienti da tutto il mondo così da poter provare tagli davvero unici. Chiediamo al titolare Romano Brida, come è nato Barber Shop Bullfrog? “Bullfrog nasce nel giugno del 2013, scegliendo come location il quartiere Isola, ovvero la nuova zona di riferimento per motociclisti, creativi e hipster metropolitani posizionandosi subito come barbiere nord Americano. Il nostro stile è facilmente identificabile, però il nostro “quid” non è tanto nella particolarità dell’arredo del negozio, ma per le procedure che seguiamo nell’erogazione del servizio”.

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Ci può spiegare meglio il vostro stile? “Il salone si ispira al mood dei barbieri anni Trenta americani. Arredato in stile tradizionale, con boiserie alle pareti, conta un parrucchiere “resident” e a rotazione ospita “guest barber” provenienti da altri Paesi, che dimostrano come gestire una barba o un baffo tagliato ad hoc o come mettere a punto un esclusivo look vintage”. Prima parlava del vostro servizio, ci può illustrare dettagliatamente? “Il nostro servizio è unico. La rasatura per esempio, viene fatta con panno caldo: barba e baffi sono tagliati con rasoi classici a lama dritta, proprio come si faceva una volta, e curati con brillantine e creme. Quanto ai tagli di capelli, rimandano alla Chicago di quasi un secolo fa: riga di lato marcata, sfumature o rasature sopra le orecchie e abbondanza di gel sono il vezzo dei clienti, non ragazzi che cercano il taglio strano, ma perlopiù uomini in giacca e cravatta, tra i 35 e i 45 anni, che magari sotto l’abito elegante sono pieni di tatuaggi”. Come avviene la formazione? “Bisogna imparare da zero. Scoprire o riscoprire un’arte, approfondire una tecnica, acquisire nuove competenze professionali: con il progetto “Accademia della Rasatura”, Bullfrog mette a disposizione tutte le sue conoscenze teoriche e pratiche legate al mondo del grooming maschile. Offriamo corsi studiati ad hoc per chi deve imparare ma anche per chi vuole specializzarsi o riqualificarsi. Perchè il nostro barbiere “tipo” ama viaggiare e portare la propria arte a “domicilio”. E ovviamente, garantire una rasatura, taglio capelli e regolazione barba davvero impeccabili.” Usate dei prodotti particolari? “Abbiamo selezionato da subito dei prodotti non presenti sul mercato, importandoli prima e distribuendoli dopo: sono brillantine a base acqua e prodotti per la cura della barba. A fine maggio inoltre abbiamo lanciato il nostro primo prodotto: balsamo multifunzione (balsamo barba, after shave, crema idratante) che sta avendo un ottimo successo.” L’atmosfera della classica barberia d’un tempo, un taglio netto con la quotidiana “giungla” della metropoli, non ci resta che andare da Bullfrog a Milano in via Thaon de Revel, 3.

Di Renata Sortino

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Rubriche ECONOMIA 26 ATTUALITÀ 28 CINEMA 34 ARTE 36 SPORT 38 TELEFILM 40 VIDEOGIOCHI 42 LIBRI 44 MOTORI 46 BLOG 48 MODA 50 WEDDING 54 RACCONTI 56 MEDICINA 58 VIAGGI 60 CUCINA 62

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RUBRICHE

ECONOMIA

Di Giorgio Arfaras

Pres Comitato Investimenti SCM SIM www.scmsim.it contact@scmsim.it

LA VOLPE E IL PORCOSPINO

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Si ha un gran parlare di Bill Gross – il gestore di Pimco, che è la maggiore casa di gestione di portafogli di reddito fisso. Questo signore la ha lasciata per andare a lavorare alla Janus, una casa molto più piccola. Perché mai se ne parla così tanto? Gross è riuscito per molti anni ad ottenere dei risultati notevoli cavalcando il grande mercato “toro” del reddito fisso, mentre negli ultimi tempi non è riuscito ad ottenere dei grandi risultati.

I rendimenti decennali statunitensi erano, infatti, nel 1980 intorno al 15%, mentre un paio di anni fa erano addirittura giunti sotto il 2% - oggi sono intorno al 2,5%. Una compressione dei rendimenti di questo tenore ha prodotto dei guadagni notevoli in conto capitale. La cedola delle obbligazioni è fissa, per cui, se alle aste le nuove obbligazioni sono vendute con un rendimento inferiore, allora il prezzo delle obbligazioni emesse in passato deve salire per rendere omogenei i rendimenti. Gross ha sfruttato il mercato “toro”. Le obbligazioni hanno oggi dei rendimenti bassi in misura inusuale per cui è ragionevole pensare che prima o poi torneranno a salire. E dunque che saranno i prezzi delle obbligazioni emesse a dovere scendere. Gross sarà capace di sfruttare un mercato “orso” come ha fatto con quello “toro”? Si dice “toro” quando i mercati salgono, perché il toro attacca con le corna dal basso, mentre si dice “orso” quando i mercati scendono, perché l’orso attacca dall’alto in basso. Torniamo alla vicenda di Bill Gross e usiamo di nuovo le immagini di animali. Si hanno due tipi di intelligenze. Quelle che conoscono molto bene una cosa sola, e quelle che conoscono più o

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meno bene molte cose. La distinzione trae origine da un frammento attribuito al poeta greco Archiloco che scrisse: “La volpe conosce molte cose, mentre il porcospino conosce solo una grande cosa”.Ossia, lo specialista porcospino può far male in un contesto che non è quello che conosce meglio. Il non specialista volpe può far meglio in un contesto sfuggente e nuovo. Gross ad oggi si è rivelato un gran porcospino, ma sarà capace di essere volpe? I clienti di Pimco che seguono Gross in Janus scommettono che riuscirà a diventare volpe, mentre quelli che restano in Pimco pensano che è stato troppo porcospino per poter diventare volpe.

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RUBRICHE

ATTUALITÀ

Di Renata Sortino

DEJAVU-BELLISSIME E STYLISH INTERPRETANDO LE ICONE DEL PASSATO

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icuramente tutte le donne hanno ammirato lo stile , l’eleganza raffinata e sempre chic di Audrey Hepburn, e quando pensiamo a lei , la associamo immediatamente al film che l ’ha resa famosa in tutto il mondo : “ Colazione da Tiffany “. Bellissima , fasciata in un delizioso tubino nero , cappello in testa e occhiali neri anche di notte. Charme, charme , e ancora charme a vagoni.

In realtà il suo stile non è difficile, il segreto sta nell’ accessoriare il vestito che ci tocca in sorte, ad esempio il più semplice dei tubini, nero, al ginocchio con una scollatura leggermente accennata. Per dare un tocco stile Audrey è necessario trovare scarpe raffinate che riescano a farci sentire upper – style ma allo stesso tempo eleganti, di quella eleganza che non passa mai di moda, e poi ricordiamoci : “ ogni donna è la scarpa che indossa “ onorevole Santanchè docet. Perfette sono le pump nere firmato da monsieur Christian Louboutin, tacco 12. Con scarpe di questa fattura ogni donna risulta essere deliziosa, però dobbiamo cercare di sdrammatizzare un po’ il total black di scarpe e vestito con gli accessori. In tutto ciò ci viene in aiuto la designer Tarina Tarantino con le sue collane. Noi abbiamo scelto un modello con le perle, per rimanere fedeli almeno all’idea dei gioielli che la Hepburn indossava nel film: autentiche perle firmate Tiffany … uff..!! Perfette, nate apposta per essere abbinate a questa mise, sono la clutch in cocco fucsia di Oscar De La Renda, o la pochette di Miu Miu. Sono magnifiche entrambe, a voi la scelta. Per essere in linea con lo stile anni ’60 Audrey Hepburn non possiamo esimerci dall’indossare il cappello, il quale però ha

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bisogno di un paio di avvertenze prima di essere inavvertitamente comprato e sfoggiato: il cappello non lo si indossa mai dopo le 18,00 ( è quindi perfetto per brunch, aperitivi , o matrimoni diurni ), bisogna essere convinte nell’indossarlo per evitare altrimenti pose plastiche e legnose tipo “spaventapasseri nel bel mezzo di un campo della bassa bergamasca “. Per concludere il tocco miss Hepburn: gli occhiali Ray-Ban modello “way farer “, l’adorabile Audrey li indossava nel classico nero di sera e nel marrone nella versione diurna, noi li scegliamo rosa per fare pan-dan con il resto dei nostri accessori. Non ci resta che spruzzare alcune gocce del profumo di Christian Dior “ Escale a Portofino” che riprende il mood anni ’60, per portare tutto il nostro glam alla Audrey Hepburn a spasso per la città.

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RUBRICHE

CINEMA

PARLIAMO DI FILM Di Davide Comotti

JIMI - ALL IS BY MY SIDE

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nche Jimi Hendrix, icona mondiale della musica rock, gode di un film biografico – o biopic, come si usa dire comunemente. John Ridley, qui al suo esordio da regista ma sceneggiatore di film celebri come 12 anni schiavo, scrive e dirige Jimi – All is by my side (2014) – un’opera in realtà più affascinante nell’idea che riuscita nella realizzazione: pur vantando una buona fotografia e un montaggio originale, non risulta del tutto convincente. Nei panni di Hendrix troviamo André Benjamin, meglio conosciuto col nome d’arte di André 3000, cantante e attore americano. La scelta di regia e sceneggiatura è quella di concentrarsi solo su un anno della vita del musicista, dal 1966 al 1967. Il film inizia con uno spiantato Jimi Hendrix che suona in sale di provincia senza riuscire a sfondare: fondamentale per lui è l’incontro con Linda Keith, fidanzata del chitarrista Keith Richards, e con il manager Michael Jeffrey. Dopo il trasferimento a Londra, inizia la scalata al successo: Hendrix riesce a sviluppare le sue idee e la sua musica che conquisterà il mondo intero. In un anno di eccessi, fra droga e ragazze, il cantante riunisce attorno a sé una band, The Jimi Hendrix Experience, con la quale si esibisce nel grande concerto di Monterrey del 1967. Il limite principale dell’opera dovrebbe essere evidente già dalla trama, che si concentra solo su alcuni momenti della vita di Hendrix trascurando aspetti importanti come il concerto di Woodstock: certo, è vero che non siamo di fronte a un kolossal e il budget a disposizione non è altissimo (è sufficiente guardare le sequenze dei concerti per accorgersene), ma è anche vero che il film dura quasi due ore – dunque il tempo poteva essere impiegato in modo migliore. Si tratta presumibilmente di una precisa scelta dell’autore, il che non è necessariamente un difetto, ma finisce per trasformare quella che poteva essere un’autentica epopea solo in un discreto film biografico. André Benjamin si trova a dover interpretare il difficile ruolo di un personaggio titanico senza probabilmente averne l’esperienza adatta: si rende quindi protagonista di una buona recitazione,

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ma che non va “oltre” nella rappresentazione del personaggio, non restituendo quindi appieno il misto di genio e sregolatezza di Hendrix. I personaggi di contorno, indicati con didascalie dal sapore quasi “pulp”, si susseguono a raffica senza dare modo allo spettatore di affezionarsi particolarmente all’uno o all’altro – e non è un caso che l’intero cast sia composto da attori semi-sconosciuti al grande pubblico. L’impressione è che Ridley abbia realizzato con Jimi un “compitino”, cinematograficamente corretto e con spunti interessanti che vedremo, non riuscendo però a produrre un’opera che colpisce veramente lo spettatore. I biopic possono essere appassionanti (pensiamo al recente Rush di Ron Howard, che ha conquistato più o meno tutti), ma Jimi non riesce ad esserlo. È inoltre difficilmente fruibile al pubblico non esperto, cioè a chi è scevro da nozioni di storia del rock: è più una biografia per “addetti ai lavori”, mentre lo spettatore comune fa fatica a seguire tutti i personaggi storici e le loro storie che si incrociano. Ad ogni modo, Jimi presenta vari pregi, soprattutto dal punto di vista estetico. Oltre alle canzoni di Hendrix, che non mancheranno di far sognare gli appassionati, è da segnalare l’utilizzo di un montaggio visivo e sonoro decisamente singolare e frenetico (in sintonia con la narrazione) e la fotografia coloratissima soprattutto nella rappresentazioni dei concerti. Se, come anticipato, non siamo di fronte a scenografie da kolossal, i colori e le luci vivaci rendono bene l’atmosfera pop e psichedelica di quel periodo.

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RUBRICHE

ARTE

Di Chiara De Troia

violet-photography.weebly.com chiara_violet@libero.it

EDGAR DEGAS LA PRECISIONE DEL DISEGNO, L’IMPRESSIONE FOTOGRAFICA

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dgar Hilaire Germain de Gas, detto Degas, fu non solo il “pittore delle ballerine” ma anche e soprattutto l’artista più originale del movimento Impressionista. Nato nel 1834 da una ricca e nobile famiglia italo-francese, venne introdotto all’arte sin dalla tenera età, frequentando il Musée du Louvre, dove ammirava soprattutto i grandi del Rinascimento Italiano, e intraprendendo la formazione pittorica in ambiente accademico. Dopo solo 6 mesi abbandonò la Scuola di Belle Arti e intraprese regolari soggiorni in Italia frequentando musei e affinando la propria arte nello studio dei classici: ciò lo renderà sempre insoddisfatto della propria arte, conoscendo i propri mezzi ma anche i propri limiti a confronto con la grande Arte del passato. Più incline a dipingere ritratti e nature morte piuttosto che paesaggi e a dare molta importanza e cura meticolosa ai disegni e agli schizzi preparatori, si distinse immediatamente dal fiorente movimento Impressionista di quegli anni, di cui fu ciò nonostante fondatore, importante esponente e propagandista. Degas, infatti, rimase sempre un convinto assertore del disegno e della pittura in atelier, sostenendo che l’impressione di un istante (ciò che gli Impressionisti, fra cui lui stesso, prediligevano dipingere) è talmente complessa e ricca di significati che l’immediatezza della pittura en plein air (all’aperto) non può che coglierla in modo riduttivo e superficiale. Dal 1874, alla morte del padre, l’artista fu costretto a “dipingere per vivere” e iniziò ad affiancare a soggetti quali corse di cavalli, caffè e scene di vita quotidiana il tema che più l’ha reso famoso: le ballerine. Le dipingeva mentre si preparavano, facevano lezione o un’esibizione, indagando e riproducendo i loro gesti con un’attenzione quasi ossessiva, al fine di cogliere anche gli aspetti più marginali ma significativi del quotidiano.

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Cifra stilistica ricorrente e distintiva in pressoché tutte le sue opere sono anche i tagli prospettici inusuali e spiccatamente fotografici in cui l’artista colloca le figure umane (spesso volutamente tagliate dalla scena ai limiti della tela), ponendosi come osservatore discreto e attento, come nel famoso quadro L’Absinthe, ambientato all’interno del Café Nouvelle-Athènes, uno dei luoghi di ritrovo prediletti dagli Impressionisti. Bisogna ricordare però, che nonostante il taglio di tipo fotografico conferito alle proprie opere possa suggerire una pittura di getto, ogni opera di Degas è in realtà frutto di un difficile e meditato lavoro in atelier con decine di schizzi preparatori. I personaggi ritratti nelle sue opere non vengono mai idealizzati, bensì rappresentati con spirito “realista”, come l’artista stesso amava spesso definirsi, nella loro presenza fisica. Dal 1880 realizza inoltre alcune “sculture impressioniste”, molto realistiche come le sue tele: di queste ne venne mostrata solo una in pubblico, la Petite danseuse de 14 ans, una ballerina in cera dipinta completata da capelli veri, scarpette da ballo, calze e tutù. Un artista dunque complesso, innovatore ma conservatore al tempo stesso, una sorta di ponte fra due modi diversi di concepire e realizzare arte, e per questo, purtroppo, spesso non ricordato dal pubblico quanto alcuni suoi contemporanei come Monet o Manet, ma in fondo Degas stesso diceva: “vorrei essere famoso e sconosciuto”.

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RUBRICHE

SPORT

LO SPORTIVO DEL MESE Di Samuele Sortino

FRANCESCO TOTTI

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he King of Rome is not dead”. Recitava così lo slogan per Totti (“Il Re di Roma è ancora vivo”, versione italiana) nato con il personaggio di proprietà degli americani. Più in forma che mai, il capitano giallorosso, fresco dei suoi 38 anni festeggiati all’Olimpico contro il Verona, continua a infrangere record su record. L’ultimo risale proprio a martedì scorso, era il 30 Settembre e di fronte c’era il Manchester City. Una gara, quella dell’Etihad Stadium, che non era iniziata affatto bene per la compagine giallorossa. Infatti dopo solo tre minuti di gioco, fallo di Maicon su Aguero e calcio di rigore, trasformato successivamente dallo stesso. Maicon cerca di farsi subito perdonare centrando la traversa. Un segno, il destino che l’1-1 dovesse arrivare dal piede fatato del “Pupone”, che al 23’ supera Hart con un delizioso scavetto d’esterno. Il cosiddetto “Goal alla Totti”. Col goal ai Citizens, l’attaccante della Roma ha battuto il record di uno dei pochi con cui può essere messo a paragone per numero di presenze, l’altra leggenda del calcio e dello United Ryan Giggs, 24 stagioni in prima squadra. Segnò al Benfica a 37 anni e 9 mesi l’ala gallese, Totti si è rifatto proprio lo scorso martedì, nella città dove visse la sua più grande amarezza sportiva, Manchester United-Roma 7-1 del 10 aprile 2007. E quando è uscito, a venti minuti dalla fine, dopo aver sfiorato la doppietta con un diagonale di destro, lo hanno applaudito anche tanti inglesi. Un segno che Totti è, e rimarrà, uno dei giocatori più forti del calcio italiano ed internazionale. Francesco Totti, un nome una leggenda. Il “Pupone”, “Er pibe de oro”, “l’Ottavo Re di Roma”, tutti nomi che racchiudono un unico calciatore, Francesco Totti, uno dei giocatori più forti del calcio italiano dell’ultimo ventennio. È il calciatore più amato di Roma, il Capitano, colui che è stato e continua ad essere un’icona del calcio italiano, indossando un’unica maglia, quella giallorossa, che lui porta da sempre nel cuore. Come non ricordare la magica annata dello scudetto, festeggiato dal capitano giallorosso proprio il 17 Giugno 2001, giorno in cui realizzò il goal dell’1-0, mentre il Colosseo si specchiava negli

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occhi lucidi di oltre un milione di tifosi in delirio. Quella notte valeva molto di più, valeva più di qualsiasi Champions League sollevata altrove. Lui, da Capitano, ha sollevato quello scudetto, tanto atteso dalla tifoseria giallorossa. Un attaccamento alla maglia così passionale da giustificare anche l’ultima voce che gira in città: ovvero che il nuovo stadio di proprietà, che la Roma progetta di costruire entro il 2017, potrebbe essere intitolato proprio a lui, Totti, il più grande giocatore che il club della capitale abbia mai avuto. Fosse andato in un altro club avrebbe potuto vincere molto di più, ma lui ha deciso di restare nella sua tanto amata città. Quello che Totti non detiene è il record di miglior marcatore nella storia della Serie A. Il record di Silvio Piola è ancora distante 39 gol. Facendo due calcoli veloci, se il capitano continua a giocare a questi livelli, può arrivare ad essere il miglior marcatore di tutti i tempi. E beh, con Totti è meglio non porsi mai dei limiti.

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TELEFILM

LAW SERIES Di Carlo Rondi

FRANKLIN & BASH

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ranklin & Bash è un’irriverente serie tv americana che parla di due avvocati da quattro soldi che si fanno strada nei migliori studi legali di Los Angeles. Basata sulle avventure legali di Jared Franklin e Peter Bash questa serie ha poco dell’ordinario, infatti i due avvocati, amici di vecchia data, non sono i classici avvocati tutto d’un pezzo che si vedono generalmente in tv ma sono quasi due “buffoni” che piegano la legge con i loro modi di fare poco convenzionali. Questi modi di fare attraggono Stanton Infeld (interpretato da Malcolm McDowell ossia Alex di Arancia Meccanica), proprietario, fondatore e socio della Infeld-Daniels che li assume per vincere i casi più disparati. I due, con l’aiuto dei fidati Pindar e Carmen riescono a farsi un nome e, vincendo causa su causa, a diventare partners nello studio, tanto da guadagnarsi una casa a Malibù prestatagli da Infield, sotto la cui ala vivono e agiscono. Nipote di Infield è Karp, grande avvocato di LA ma all’ombra dei due, che viaggiano sulla cresta dell’onda e non perdono praticamente mai. Karp, mosso dall’invidia, farà andare nei guai lo studio, che riuscirà a sollevarsi proprio grazie a Peter e Jared, tanto che lo studio verrà chiamato Infield-Daniels-Franklin&Bash. Franklin & Bash amano fare surf e organizzare feste nella loro casa loro a Malibù dove invitano spesso anche gente famosa e dove spesso hanno problemi con vicini che odiano il rumore e con i polizziotti. La parte divertente del telefilm è quando si trovano in aula, mostrando irriverenza ad alti livelli, cercando di convincere giudici e giurie della colpevolezza o non-colpevolezza del proprio cliente con numeri assurdi, come trucchi di magia, inganni, comparsate, balli (si, hanno organizzato un finto ballo studentesco in un’aula di tribunale) e vere e proprie recite teatrali, una su tutte durante una causa che aveva come fulcro la paura hanno fatto entrare in aula un finto zombie che ha terrorizzato la giuria che ha poi dato il verdetto a loro favore. Questa serie è davvero ottima se amate le serie tv giudiziarie, totalmente una spanna sopra a JAG, Law & Order, Drop Dead Diva e Suits, e oltre ad essere davvero godibile, ci si fanno anche tante, tante risate.

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RUBRICHE

VIDEOGAMES

Di Anna Paltrinieri

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FEEL THE GAME

l 26 settembre è uscito in Italia l’attesissimo FIFA 2015,disponibile per Playstation 3, Playstation 4, Playstation portable, Xbox one, Xbox 360, Nintendo Wii e Pc. Per rendere il gioco più realistico sono state aggiunte delle piccole novità: il cambiamento del clima durante le partite causa cambiamenti sul campo da gioco e sulle maglie dei giocatori, i commenti calcistici sono stati rinnovati da Stefano Nava (commentatore sportivo SKY) e Pierluigi Pardo (telecronista di Mediaset Premium). Sarà possibile utilizzare la stessa tecnologia impiegata nel campionato mondiale 2014, la goal-line technology per verificare la validità del goal. Una novità assoluta che stupirà i videogiocatori è la reazione dei personaggi in campo in situazioni di contrasto,di gol e di occasioni perse. Tutto ciò sarà possibile grazie alle reazioni emotive aggiunte, inoltre i giocatori possono reagire in base ai ricordi ed ai contesti della partita. La forte consapevolezza attribuita ai personaggi gli permette di modificare atteggiamento e proprio come nella realtà potranno utilizzare diverse tattiche di squadra come “Difesa a oltranza”. Il gioco è sfruttabile al massimo delle sue capacità nelle console di next gen ( Xbox One e Playstation 4) dove il nuovo tipo di illuminazione darà più realismo e naturalezza ai giocatori. La stabilità della connessione ai server e il nuovo menù della modalità “Ultimate Team” rendono l’esperienza di gioco online più divertente. Per chi desidera creare una squadra di grande successo scovando nuovi campioni con le proprie capacità manageriali o allenando veri e propri fuoriclasse potrà giocare alla classica Modalità Carriera sempre disponibile e più realistica che mai.

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LIBRI

Di Filedelfja Musteqja

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INFERNO

nferno, il quarto thriller di Dan Brown con protagonista il professor Langdon, docente di simbologia all’Università di Harvard, è ambientato nel cuore dell’Italia. Robert Langdon si immerge in uno dei capolavori letterari più celebrati di tutti i tempi : la cantica dell’ Inferno di Dante Alighieri. Il romanzo si apre con l’Ombra, una figura la quale, pur di fuggire a dei misteriosi inseguitori che vogliono ostacolarla nella sua missione per salvare l’umanità, si getta dal campanile della Badia a Firenze. Qualche giorno dopo il professor Langdon si risveglia nella stanza di un ospedale, con un dolore alla testa e una blanda amnesia che gli impedisce di ricordare gli ultimi giorni. Il dottor Marconi e la dottoressa Sienna Brooks gli spiegano come qualche ora prima fosse arrivato in ospedale con una ferita in testa dovuta ad uno sparo, farfugliando “very sorry”. Confuso sul perché si trovi in quella situazione, Langdon cerca invano di ricordare cosa sia successo. Tormentato da visioni apocalittiche dalla simbologia criptica, il professor Langdon è costretto a fuggire, con l’aiuto della dottoressa Brooks, poiché tallonato da una killer che uccide il dottor Marconi. Si domanda perché la sua mente sia invasa da apparizioni che ricordano la Peste Nera che flagellò l’Europa medievale. Chi è la donna dai lunghi capelli argentei che nelle sue visioni gli chiede aiuto? E soprattutto cosa significa il suo messaggio “cerca trova”? In una tasca segreta all’interno della sua giacca, Langdon trova una biocapsula utilizzata per trasportare sostanze pericolose, che contiene a sua volta un piccolo cilindro che proietta la “Mappa dell’Inferno” di Botticelli, tributo alla cantica di Dante. Ed è proprio grazie a questa mappa che Langdon riesce a trovare il primo indizio che potrebbe portarlo vicino alla verità; egli vi viene condotto attraverso le labirintiche vie e il dedalo di edifici storici nel familiare paesaggio di Firenze, tramite una serie di indizi ingegnosi. Soccorso dalla misteriosa dottoressa Sienna Brooks, riesce a fuggire ai suoi inseguitori grazie alla sua conoscenza della città. In una corsa contro il tempo cerca di trovare delle risposte e di decidere di chi fidarsi prima che

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il mondo venga irrimediabilmente alterato. Inferno è un romanzo avvincente che tiene il lettore incollato al libro, ma bisogna segnalare una serie di inesattezze e approssimazioni grossolane, a partire dal fatto che Langdon è professore di “simbologia” ad Harvard, una disciplina in realtà inesistente. A dare l’idea che Brown descriva una pseudo-scienza è la facilità con cui attraverso un virus pare possibile manipolare il genoma umano, sebbene si tratti di “una struttura delicatissima, un castello di carte”. Per quanto riguarda la mappa di Botticelli, Langdon descrive particolari quasi invisibili se non addirittura inesistenti. Inoltre, nel romanzo un ruolo importante è giocato dalla maschera funebre di Dante, secondo l’autore un calco del volto del poeta ottenuto subito dopo il suo decesso. In realtà tutte le maschere mortuarie di Dante conosciute sono state eseguite in epoche successive alla sua morte. Basterebbe una semplice ricerca su Internet per trovare numerose altre incongruenze. Sebbene non si tratti di un saggio storico o scientifico, per cui la precisione e la fedeltà alla realtà non sono indispensabili ai fini del romanzo stesso, reputo che uno scrittore tanto acclamato avrebbe dovuto basare la trama su fatti più accurati, evitando in tale modo di dare un’idea di confusione e pressapochismo.

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RUBRICHE

MOTORI

Di Redazione

WHAT’S UP MOTORI

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cco la selezione di auto che BergamoUp ha scelto per i suoi lettori, disponibili nelle concessionarie da Ottobre.

BMW M4 Cabrio La versione scoperta della M4 Coupé prevede, al posto della capote in tela, una struttura rigida in tre elementi, che si apre e chiude in 20 secondi fino a 20 km/h di velocità. Il bagagliaio la contiene perfettamente: a vettura scoperta non c’è traccia dell’ingombrante tetto. L’aggravio di peso è consistente rispetto alla Coupé: 1750 kg contro 1500, anche se - rispetto alla precedente M3 Cabrio - sulla bilancia ce ne sono 60 in meno, per il massiccio uso di alluminio. Il motore è il 6 cilindri biturbo da 3 litri, che sviluppa 431 CV di potenza e 550 Nm di coppia massim: efficace, pur se privo della “voce” del precedente V8. Prezzo circa 86.000 euro. AUDI S1 Costa 31.300 euro (31.980 per la piccola famigliare Sportback) l’Audi S1, berlinetta tutto pepe contraddistinta da specifica caratterizzazione estetica, marcata ma non eccessiva: mette sul piatto – o, meglio, sotto il cofano, i 231 CV (e 370 Nm di coppia) del 2.0 TFSI già visto su altre vetture del Gruppo Volkswagen, Golf GTI su tutte. Il sound è marcato: merito dei quattro scarichi posteriori. L’accelerazione da 0 a 100 km/h con partenza da fermo richiede, secondo il produttore, 5”8 (0”1 in più la Sportback), grazie anche alla presenza della trazione integrale che evita di disperdere potenza in inutili pattinamenti. Sterzo e sospensioni sono specifici per il modello; maggiorato l’impianto frenante, con le pinze anteriori da 310 mm in bella vista.

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Mini 5 porte Per la prima volta nella storia della berlina, compaiono due porte supplementari: la Mini a cinque porte sfiora ora i 4 metri di lunghezza (rispetto alla tre porte l’aumento è di 16 cm) a tutto vantaggio dell’abitabilità posteriore e della capacità di carico. Il prezzo è di 800 euro in più rispetto alle equivalenti versioni a tre porte: si parte da quota 21.500 euro. Due i benzina inizialmente disponibili: il 1.5 tre cilindri da 136 CV della Cooper e il 2.0 a 4 cilindri da 192 della Cooper S, e due i diesel (il 1.5 da 116 CV della Cooper D e il 2.0 da 170 della Cooper SD). Più avanti arriveranno le versioni d’accesso One e One D.

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BLOG

Di Alice Cerea

Blogger babywhatsup.com

MILANO VFNO 2014

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ilano Vogue Fashion Night Out 2014. Migliaia se non milioni di persone ovunque, di qualsiasi nazionalità, centinaia di eventi, ospiti speciali e party esclusivi ai quali non potevo assolutamente mancare! Se poi ci si mette una splendida giornata di fine estate (calda, anzi caldissima!) e una compagnia speciale tutto diventa più bello. MILANO VFNO 2014: IO C’ERO E VE LA RACCONTO Cinque di pomeriggio. Partenza in macchina da Bergamo direzione Milano. La BreBeMi è vuota e ci farebbe risparmiare un sacco di tempo ma noi vogliamo davvero spendere così tanto? NO, benissimo, prenderemo una tranquillissima strada secondaria. In meno di un’ora siamo a destinazione e dopo 3 fermate di metro siamo davanti al Duomo. Milano è sempre bella, non me ne stancherò mai! Gente ovunque, soprattutto orientali con macchine fotografiche gigantesche, tanto che la mia Canon in confronto sembra un giocattolo trovato nelle patatine. Le vie centrali sono invase da migliaia di persone e la musica rende tutto fantastico. Tutti i negozi sono aperti, ognuno con un evento diverso, dal cantante al vip del momento, passando per fashion blogger, web influencer e make up artist. Io indosso un lunghissimo e scollatissimo abito nero (di cui presto vi parlerò nei dettagli su babywhatsup.com) e un paio di biker boots con una zeppa non indifferente (1.82 + 8= 1.90 m di donna, sarà per quello che la gente non smette di fissarmi!? OMG), un perfetto outfit da Milano vfno 2014. 48


Una domanda sorge spontanea: da chi partire? Decidiamo per un breve giro in centro e poi via lanciati (e a piedi) verso Via Montenapoleone tra vips (conciati 1000 volte peggio di me, ve la immagine una Anna dello Russo con un corvo in testa!? Mi sono messa a ridere, giuro. Ma dopotutto la moda è moda !?) e orde di ragazzini a caccia di gadget, palloncini e cocktail gratis. Una breve visita a Moschino, un salto da OVS dove Emis Killa ha attirato gente da ogni dove (Via Torino era letteralmente piena, non siamo riusciti a percorrerla tutta!) e poi via verso l’inaugurazione clou della serata: Regina, un party esclusivo di cui vi parlerò prestissimo sul mio blog. Dopo essere ritornati in centro e aver fatto tappa da Douglas e Rinascente per conoscere i make up di tendenza, stanchi, con i piedi a pezzi e pieni zeppi di press kit ci siamo diretti verso Corso Buenos Aires pronti ad assaltare il nuovissimo outlet dolciario, che abbiamo svaligiato! Una pizza al volo nella mia pizzeria/kebab preferita (sono turchi ma fanno una pizza super e ultra low-cost!) e poi via di corsa verso casa!

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RUBRICHE

MODA UOMO

FASHION OUTFIT

Classic

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Writer

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Student

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MATRIMONI

Di Helga Locatelli

h.locatelli@pureweddings.ch h.locatelli@davittorio.com

UN MENÙ DAVVERO PERFETTO

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e è vero che il cibo unisce le persone, il matrimonio è un’occasione irripetibile per coniugare la buona cucina al piacere di stare insieme ad amici e parenti: di conseguenza il menù scelto per il ricevimento avrà un’importanza fondamentale, anche perché sicuramente gli invitati ne conserveranno per sempre il ricordo. Come assicurarsi che si tratterà di un ricordo piacevole per tutti quanti? Ecco qui alcuni suggerimenti e tendenze per rendere la scelta degli sposi un po’ meno difficile. Ovviamente tutto parte dall’orario della cerimonia: a seconda che si tratti di un aperitivo, di una cena o di un pranzo, la complessità delle pietanze proposte aumenterà di conseguenza. Una volta chiarito questo punto, si può passare alla scelta della location. Se ad esempio il ricevimento si svolgesse in una località a due passi dal mare, sarebbe piuttosto bizzarro proporre agli invitati polenta e costine….. Un ristorante di campagna sarà probabilmente specializzato in menù di terra, e così via. Tuttavia, per cercare di accontentare il più ampio numero possibile di commensali, si può pensare di allestire (in particolare per l’immancabile momento degli aperitivi) delle “isole” gastronomiche a tema, come ad esempio l’angolo dei fritti, quello del sushi, quello tradizionale dei salumi e dei formaggi, isole delle tartare per gli amanti delle carni crude, isola del foie gras o vegetariana, ad ognuno la sua preferita, fermo restando che il menù vero e proprio dovrà comunque mantenere una certa coerenza. Lo chef scelto dagli sposi sarà senz’altro in grado di consigliarli e guidarli in questo senso, perciò è importante provare almeno tre cucine prima di decidere a quale affidarsi: ogni ristoratore che si rispetti, infatti, propone delle degustazioni a tutti i futuri sposi ancora “indecisi”, quindi non bisogna avere paura di sperimentare! Una volta stabilite queste linee guida, si può pensare a tutti i particolari, dai quali senza dubbio emergeranno sia la perso-

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nalità dei novelli sposi, sia la cura riservata a ciascun invitato. Alternative vegetariana o per eventuali intolleranze sempre pronte! Pensate a chi non mangia carne o pesce, così come a riservare ai bimbi un menù dedicato…patatine e cotoletta li faranno felici. Il menù deve piacere prima di tutto agli sposi, quindi i loro gusti sono sicuramente la cosa più importante: l’ospite è sì sacro, ma fino a un certo punto! Infine parliamo di dolci. Oltre alla tradizionale wedding cake, per il dessert si possono proporre agli invitati diverse alternative da menù, oppure allestire un vero e proprio angolo dei dolci per torte, dolci al cucchiaio, frutta fresca, gelati: in questo caso non c’è davvero limite alla fantasia! Per concludere in bellezza, l’open bar per il dopocena è immancabile…Aprite le dalze!

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RUBRICHE

RACCONTI

SBIRRO MA NON SOLO Di Maurizio Lorenzi

LA BUROCRAZIA AVVOLGENTE

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mici lettori, viviamo in un paese in cui la burocrazia si respira ovunque. È talmente diffusa nell’aria che finisce per farci venire il fiatone, rendendoci prossimi al vomito. Non se ne può più, ormai questo è chiaro. Conclamato. Indubbio.

Lo leggo nello sguardo della gente ormai esasperata dalle code, sfiancata dalle file per ottenere un’autorizzazione, demoralizzata dalle lungaggini per avere una semplice risposta sul poter fare o meno una cosa. Si percepisce lontano un miglio quello specifico nervosismo, quello che inizia far formicolare le dita. Eppure all’orizzonte, non sembra ci siano via d’uscita. Da anni (chi ha tenuto il conto alzi la mano) l’Italia si dimostra quotidianamente un paese che non vuole cambiare, immobile, retrogrado, ancorato a vecchie logiche che a parole tutti rifuggono ma che poi, nel segreto della stanza dei nostri personali bisogni, sosteniamo in nome di una necessità che fa rima con comodità e forse, con incoerenza. Accade tutto questo alla faccia degli slogan “pseudo politici” che da decenni inneggiano invece tutto il contrario: riforme, innovazioni, coraggio di svoltare e di svecchiare una classe dirigente pressoché “giurassica”. Parole, parole, parole e ancora parole che passano come il vento e che di fatto non comportano impegni concreti, reali, tangibili, a fronte dei quali, lasciare il posto a terze persone in caso di fallimento. Forse manca la volontà di cambiare perchè sia ha paura di perdere ciò che si possiede, si teme il cambiamento perchè quello

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che ci aspetta potrebbe essere peggio di ciò che invece ora governiamo strenuamente. Probabilmente il coraggio del cambiamento non deve essere nel nostro DNA. Anche per questo nell’epoca del cyberspazio e di internet, in cui si passeggia con gli occhi incollati sullo smartphone, rischiando scontri pedonali e attraversamenti stradali al buio, la burocrazia imperversa indisturbata. Svariati enti pubblici pretendono per la corrispondenza il forzoso utilizzo del fax con il risultato che molti dipendenti pubblici (mentre attendono la linea dal centralino per poterglielo inviare) passano il tempo chattando al cellulare con un amico che vive nel Turghikistan. Funzionari pubblici pretendono ancora di apporre il loro timbro su atti di cui non conoscono nemmeno la natura giuridica o normativa, richiedendo l’arrivo fisico del foglio da timbrare (magari stampato a qualche chilometro di distanza) forse ignari che esiste la posta elettronica, strumento che è riuscito a sconvolgere le tempistiche della comunicazione mondiale. Accade tutto questo, anno astrale 2014. Eppure sarebbe legge, sin dal 2009, l’obbligo per gli enti pubblici di utilizzare la posta elettronica. Anzi, è legge, non sarebbe. Va una condanna penale e pecuniaria per il dirigente d’ufficio che si sottrae a tale obbligo, chiamato a risarcire il danno per il mancato risparmio di tale omissione. Timbri, fax, poltrone incollate ai pantaloni, caste che si dipingono come gli innovatori del terzo millennio. Non se ne può davvero più. A meno che sia tutto un bluff e qualcuno si decida a rendere ufficiale un concetto, cioè che viviamo in un paese che non vuole cambiare, strangolato dalla burocrazia, un serpente velenoso che all’occorrenza sa trasformarsi in un fedele alleato, a seconda degli interessi di parte. Bando agli equivoci, amici, perchè non si deve mai generalizzare, ci sono anche delle eccellenze che la burocrazia la combattono davvero, per snellire il giro vita di un gigante perennemente sovrappeso. Ma tutti gli altri, quelli che le eccellenze le stanno a guardare, da che parte scelgono di stare? Sempre la stessa?

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RUBRICHE

MEDICINA

SALUTE E BELLEZZA Di Dott. Massimo Buttinoni

Esperto in medicina estetica e del benessere buttinoni.massimo@libero.it

LA NUTRIZIONE MOLECOLARE IN MEDICINA ANTI-AGING

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l mondo della nutrizione sta cambiando. Le scoperte sulla genomica nutrizionale hanno dimostrato che gli alimenti che assumiamo ogni giorno sono in grado di “dialogare” con le cellule e con il nostro patrimonio genetico (DNA), modulando geni in grado di portare l’organismo verso una condizione di salute e di un sano peso corporeo oppure verso condizioni patologiche, di sovrappeso e di obesità. Il progresso della ricerca nel campo della biologia molecolare sta conducendo la nutrizione, come altre scienze mediche, a una “rivoluzione copernicana. Al centro del sistema biologico umano non ci sono più le calorie, ma le molecole introdotte con l’alimentazione giornaliera e con la respirazione. Un piatto di pasta o una porzione di formaggio possono avere lo stesso numero di calorie, ma i loro diversi principi nutritivi causano reazioni diverse all’interno dell’organismo L’alimentazione deve assicurare una adeguata nutrizione cellulare, cioè ogni cellula deve ricevere ossigeno, acqua, glucosio, aminoacidi, minerali, acidi grassi, vitamine e tante altre molecole nutrienti di cui ha bisogno per generare nuove cellule, per produrre le funzioni deputate a ciascuno organo e tessuto del corpo umano. Le cellule di tutti gli organi del corpo umano sono differenti nelle loro funzioni e strutture specifiche, ma tutte sono unite tra loro, sono tra loro “connesse” dal tessuto connettivo, costituito soprattutto dal collagene, che è la proteina più diffusa all’interno dell’organismo umano a ogni età e sesso. Le ampie e continue oscillazioni di glicemia dopo ogni pasto seguite dalle oscillazioni della insulina, ormone del dopo pasto, favoriscono la glicazione del collagene, ferita irreversibile della cute e dell’immagine corporea. Se il tessuto connettivo è danneggiato non solo si avrà una nutrizione cellulare compromessa, ma gli ormoni non potranno

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svolgere appieno le loro funzioni con evidenti danni istologici e funzionali negli organi e tessuti. In queste condizioni il calcolo giornaliero delle calorie non produce alcuna azione positiva. Non è quindi il controllo delle calorie giornaliere a far dimagrire, mantenere il giusto peso forma e prevenire l’aging (invecchiamento), ma la qualità e la combinazione molecolare di ogni pasto. Partire lentamente a andare piano per dimagrire in salute. Una riduzione veloce, troppo rapida del grasso corporeo viene registrata dal nostro organismo come una condizione di pericolo, una condizione di grave stress metabolico. Il metodo molecolare è organizzato con un modulo composto da quattro giorni con pasti proteici seguiti da un giorno con pasti glucidici. Alla fine dei cinque giorni, il modulo va ripetuto nel tempo. Il modulo giornaliero sia nei giorni “proteici” sia nei giorni “glucidici” è a sua volta organizzato in cinque contatti giornalieri con il cibo: colazione, spuntino mattina, pranzo, merenda e cena. Ogni pasto proteico, pranzo e cena, prevede l’inizio con un piatto di verdura cruda porzione libera, seguito da un alimento proteico di origine animale o vegetale, una definita porzione di pane o cereali interi o patate. Gli ortaggi crudi e cotti di stagione assicurano una dose a ogni pasto di modulatori genici essenziali per assicurare una idonea funzione del DNA cellulare, favorendo azioni positive nel metabolismo cellulare. Dopo quattro giorni con pasti proteici, occorre realizzare il giorno con pasti glucidici (legumi a pranzo e cereali a cena o viceversa) per garantire soprattutto la ricarica del glicogeno nella massa magra muscolare a fini metabolici. Il giorno glucidico è così definito perché nei pasti principali (colazione, pranzo e cena) si realizza una dominanza dei carboidrati sulle proteine . Il giorno glucidico con la maggiore dose di carboidrati e una minore dose di proteine ha lo scopo di “ricarica” metabolica del glicogeno nei muscoli e di assicurare idonea ricarica agli organi glucosio dipendenti e insulino indipendenti e assicurare un sostegno nutrizionale al tessuto connettivo, le cui molecole strutturali sono ottenute dal glucosio alimentare. Concludendo il metodo molecolare con i suoi quattro giorni a pasti proteici “scarica” il fegato e favorisce la perdita di grasso. Ma il quinto giorno, caratterizzato da una maggiore ricarica dei carboidrati, si ha un controllo del dimagrimento con un minore rilascio dei grassi dagli adipociti, consentendo il processo di dimagrimento lento graduale e continuo.

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RUBRICHE

VIAGGI

Di Monica D’Intino

Consulente di viaggi monicadintino@yahoo.it

ISOLA DI PASQUA L’OMBELICO DEL MONDO

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Isola di Pasqua, conosciuta anche come Rapa Nui, si trova nell’Oceano Pacifico al largo delle coste del Cile. Il suo nome proviene dal fatto che l’isola sia stata scoperta il giorno di Pasqua del 1722 dall’esploratore olandese Jacob Roggeveen. Nell’immaginario collettivo viene identificata con le numerosissime statue dei moai, enormi busti monolitici sparsi lungo l’intero territorio. Nonostante le ricerche condotte, lo scopo della loro costruzione non è tuttora noto con certezza. Secondo alcuni studi recenti, le statue rappresenterebbero capi tribù indigeni morti che avrebbero permesso ai vivi di prendere contatto con il mondo dei morti. Alcuni di questi colossi di pietra, se ne contano più di 600, possiedono un cilindro ottenuto da un tipo di tufo di colore rossastro, interpretato come un copricapo oppure come l’acconciatura un tempo diffusa tra i maschi. I moai presumibilmente costruiti prima del 1500, sono alti tra i 2,5 e i 10 metri e pesano tra le 75 e le 86 tonnellate. Il territorio dell’isola è ricoperto da quattro vulcani spenti ed è molto selvaggio infatti sia la flora che la fauna sono stati importati dalla terraferma. Gli abitanti dell’isola sono di origine polinesiana anche se la loro storia è stata caratterizzata da molte invasioni europee, fino a diventare parte dello stato Cileno alla fine del 1800. Gli unici due centri abitati, Mataveri e Hanga Roa, sono collegati da una strada asfaltata che prosegue fino alla penisola di Poike passando anche per la suggestiva spiaggia di Anakena dove si può fare il bagno nell’affascinante scenario a cui fanno

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da cornice le imponenti statue Moai. Il mare non è caratterizzato dalla barriera corallina come altre isole del Pacifico. Tuttavia, nelle sue acque, molto ricche di fauna marina, vive una grande colonia di capodogli che possono essere osservati dai visitatori dell’isola. Per chi ama praticare trekking ed escursionismo è la meta ideale. Cio’ che attrae di questa destinazione sono la natura con i suoi spazi immensi, il silenzio e la cultura del suo popolo che persegue la proprie tradizioni con grande fierezza. La festa nazionale di Tapati che si svolge durante l’estate australe è il momento più importante di tutto l’anno per gli abitanti dell’isola ed una spettacolare attrazione anche per i turisti. Basata sulle antiche tradizioni, vede protagoniste diverse competizioni alla conclusione delle quali viene eletta una simbolica coppia reale dell’anno. Tale evento, così come si svolgeva realmente in passato, è stato protagonista del film “Rapa Nui” del 1994 prodotto da Kevin Kostner. L’Isola di Pasqua può essere raggiunta durante tutto l’anno dal Cile e dalla Polinesia con circa 5 ore di volo. Tra le strutture dell’isola, la più suggestiva è quella della catena Explora che è presente in altre località sudamericane come il deserto di Atacama e la Patagonia. Per quanto riguarda l’architettura, l’eco resort ha una forma arrotondata ed è perfettamente integrato nell’ambiente circostante essendo stato costruito con materiali semplici come il cemento grezzo ed il legno. Le grandi finestre rendono gli ambienti luminosissimi ed aprono la vista su meravigliosi panorami. L’hotel è molto lussuoso, anche se il lusso resta secondario rispetto all’esperienza che viene offerta dal soggiorno. L’hotel infatti è venduto solo con pacchetti di minimo 3 notti che includono escursioni in piccoli gruppi grazie alle quali si puo’ scoprire il patrimonio storico dell’isola, le sue meraviglie naturali a piedi, in bicicletta o via mare e degustare un’aperitivo a base di champagne al tramonto sulla spiaggia.

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RUBRICHE

CUCINA

LA RICETTA Di Chef Salvatore

CALAMARO PATAGONIA SOUTÈ CON POMODORI DATTERINI ED ANTUNNA TRIFOLATA

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rocedimento: La ricetta di questo mese è di facile esecuzione anche per chi ha meno dimestichezza ai fornelli.

L’antunna è un tipico fungo sardo che non richiede lunghe cotture, ma anzi, da’ il meglio di se’ semplicemente saltato in padella con un filo d’olio (che deve sempre essere ben caldo!), uno spicchio di aglio in camicia ed una spruzzata di prezzemolo tritato fresco. Ingredienti per 4 persone: Per quanto riguarda i calamari, il nostro consiglio è di cuocerli • 1 kg calamaretti in padella antiaderente direttamente con i pomodori ma se • 250gr pomodorini volete “sporcare di meno” potete tranquillamente grigliarli e • 500gr antunna sarda condirli prima di portarli a tavola. • Prezzemolo fresco/mirto • Olio extravergine Un piatto fresco e leggero, ma dal sapore intenso che racchiude • Aglio tutto il fascino ed i profumi del mare e della terra di Sardegna. • Vino bianco • Sale/pepe q.b.

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La Pelosetta

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DOMENICA APERTI DALLE 15:00 ALLE 19:00


Events BIAVA 68 BERGAMO SCIENZA

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CARLITO

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DAVID LYNCH

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FRIGENI 78

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EVENT

FESTA

TANTI AUGURI SILVIO!!!

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er festeggiare il settantesimo compleanno di Silvio, il 15 Settembre la sua famiglia ha organizzato una grande festa a sorpresa, invitando presso l’azienda Agricola Biava numerosi amici, parenti e collaboratori di vecchia data. Quando alle 20 Silvio si è affacciato al balcone di casa si è trovato di fronte un numerosissimo gruppo di amici festanti pronti a passare una grande serata.

La sua famiglia ha organizzato tutto con estrema cura, dall’atmosfera, alla musica al catering. Dopo deliziosi stuzzichini e piatti preparati in loco dall’amico Chef Claudio sono iniziate le danze, a ritmo di canzoni anni 60 (dopotutto...si festeggiavano i 70 anni!). Gli invitati hanno avuto la possibilità di vincere tramite una gogliardica lotteria alcune bottiglie di vino, tra cui alcune del pregiato Moscato di Scanzo. Un particolare complimento va fatto alla pasticceria Morlacchi che collabora da tempo con l’azienda vitivinicola, abbinando i propri celebri dolci ai passiti Biava. A tal proposito pare che per il prossimo Natale verrà presentato un cioccolatino Morlacchi ripieno di Moscato di Scanzo Biava...data la qualità dei due marchi, possiamo scommettere che sarà un qualcosa di delizioso! La torta preparata appositamente per la serata rispecchiando i gusti del festeggiato, era deliziosa e ha lasciato tutti a bocca aperta. Oltre all’immancabile festeggiamento col “botto”, l’abbinamento perfetto era quello con l’Exenthia, ultimo nato di casa Biava. 68


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Silvio acquistò la tenuta negli anni ottanta. Pur dedicandosi a tempo pieno alla propria attività commerciale nel mondo dell’abbigliamento, fu il primo a credere nella potenzialità di questi terreni, avendo ereditato la passione per le vigne del padre Gino. Oggi l’azienda Agricola Biava, condotta in modo magistrale dal figlio Manuele, è riconosciuta e pluripremiata per i suoi vini, tra cui spicca il famoso Moscato di Scanzo. Silvio è un importante punto di riferimento per tutta la famiglia e per molti amici. I suoi figli hanno voluto in questo modo celebrare un traguardo così importante con tutti coloro che gli vogliono bene. Al suo fianco, come sempre (a proposito, il 28 Settembre saranno 45 anni di matrimoni...auguri!) la moglie Carmen, che da ottima padrona di casa ha intrattenuto gli ospiti con l’immancabile sorriso.

Photo by Matteo Mottari

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EVENT

CULTURA

BERGAMO SCIENZA

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al 3 al 19 ottobre 2014 si è svolta la XII edizione di BergamoScienza, che nel 2013 ha ottenuto un successo straordinario registrando 147.351 presenze.

Come ogni anno il programma ha visto oltre 170 eventi, gratuiti: conferenze, laboratori, open day, mostre, spettacoli, incontri con Premi Nobel e scienziati di fama mondiale.Si sono approfondiranno temi scientifici e di grande attualità con un linguaggio semplice e divulgativo in ambiti diversi: medicina, biologia, energia, neuroscienze, chimica, ma anche archeologia, sociologia, scienze naturali, tecnologia, robotica, informatica, filosofia, matematica, fisica, astrofisica, ingegneria e architettura. In calendario coi sono stati anche appuntamenti di musica, cinema e arte. La manifestazione è stata inaugurata venerdì 3 ottobre alle ore 17 al Teatro Sociale, con un dialogo tra Sydney Brenner, premio Nobel per la Medicina nel 2002 e Ferruccio de Bortoli direttore del Corriere della Sera. Un’ occasione importante che accompagna l’uscita del libro Le forme della vita. Scienza e bellezza nelle lezioni dei Nobel realizzato dall’Associazione BergamoScienza e da RCS. Il fil rouge della manifestazione quest’anno è stato il mare. Grazie alla consolidata partnership tra BergamoScienza e Fondazione IDIS-Città della Scienza di Napoli, è stata presentata in anteprima la mostra interattiva “Risorsa Mare. La trasformazione della materia di origine marina - cibo e materiali”, allestita al Convento San Francesco dal 4 al 19 ottobre, per informare e sensibilizzare i visitatori sull’uso sostenibile ed eticamente corretto delle risorse marine, fonti inesauribili per la nostra alimentazione, importanti anche nella realizzazione di nuovi materiali ad alto grado di biodegradabilità.

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EVENT

SHOWMAN

CARLITO L’ANIMATORE PREFERITO

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arlo Daniele Santoro in nome d’arte Carlito da circa quindici anni è ormai un esperto nel settore dell’animazione e dell’intrattenimento. Del merito va dato al suo scopritore, musicista ed artista ormai scomparso, Antonio Rodino il quale ai tempi aveva ottenuto una discreta fama nell’ambiente bergamasco con il nome di Tony. Una sera durante un’esibizione si sentì male e chiese a Carlo di salire sul palco e di intrattenere lui il pubblico. Con il tempo i due lavorarono su svariati personaggi che tuttora vengono interpretati da Carlito. Grazie ai corsi di danza moderna praticati a livelli accademici diede vita ad uno dei suoi personaggi preferiti, Micheal Jackson. Con gli anni altri personaggi vengono elaborati ed utilizzati da Carlito durante le sue esibizioni come la Signora Dolores (interpreta il ruolo di una televenditrice), il clown (aggiunto per poter intrattenere e divertire anche i bambini), Mr. Balbetta e Celentano. La manager Daniela Donà facente parte dell’associazione Officina degli artisti prende sotto la sua ala l’animatore Carlito e lo propone a diversi eventi facenti parte anche di realtà legate al sociale. Insieme approfondiscono svariate collaborazioni come quella con Aironi Neri e l’associazione Incontrada; in tutto questo l’artista non smette mai di esercitarsi (sta attualmente lavorando su un nuovo personaggio proveniente dal mondo dei cartoon!) e studia sempre nuovi metodi per dilettare le folle. Anziani, adulti e bambini vengono allietati dalle matte e sempre divertenti personalità di Carlo che vengono personalizzate in base ad ogni esigenza. Di recente Carlito ha fatto delle riprese con delle tv Locali di tutt Italia presso il teatro di Treviglio per creare un format in fascia pomeridiana per bambini. Negli ultimi giorni ha stretto una collaborazione con la MU Event di Mirko Facheris a Treviolo sempre sotto la direzione artistica della signora Daniela Donà.

389 6199346 (OFFICINA DEGLI ARTISTI) WWW.FACEBOOK.COM/CARLITO.ANIMATORE 74

Photo by Matteo Mottari



EVENT

FESTIVAL

DAVID LYNCH

Lucca Film Festival

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al 28 al 30 settembre il Lucca Film Festival, giunto ormai alla decima edizione, ha invitato in qualità di ospite d’onore uno dei migliori registi contemporanei a livello internazionale: David Lynch. BergamoUp c’era! All’interno del festival, per lo più gratuito, collocato nel centro città e della durata totale di sei giorni, molte sono state le iniziative dedicate al regista originario del Montana (USA), a partire da una retrospettiva completa dei suoi lavori cinematografici trasmessa presso il Cinema Centrale e il Cinema Moderno, tra cui sono da ricordare i capolavori Eraserhead (1977), The Elephant Man (1980), Velluto blu (1986, con la favolosa Isabella Rossellini) e Mulholland Drive (2001). Artista completo, Lynch non è solo una figura abile a tutto tondo nel mondo del cinema, ma anche un ottimo pittore, disegnatore e fotografo (oltre che musicista e compositore): per questo motivo durante il festival e fino al 9 novembre, un ampio spazio all’interno dell’Archivio di Stato di Lucca è dedicato alla mostra di un centinaio di sue opere fotografiche e litografiche dal titolo Lost Visions – L’indiscreto fascino dello sguardo. Eventi di punta sono stati indubbiamente la conferenza Meditazione Trascendentale: la coscienza nell’arte e nell’economia, presso l’Auditorium San Micheletto, con interventi di diversi studiosi del campo e dello stesso David Lynch in qualità di grande promotore e praticante (da oltre 40 anni) della tecnica della meditazione trascendentale come naturale rimedio contro ansia, stress, mancanza di concentrazione; e l’imperdibile Lezione/Conversazione di cinema con David Lynch, presso la Chiesa di San Francesco, con racconti, spiegazioni e risposte a molte delle domande del pubblico che hanno svelato un

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Testo e Photo by Chiara De Troia

Lynch ironico, sognante e molto disponibile ma sempre ben saldo al personale principio secondo cui non intende svelare il significato dei propri film. Da non dimenticare il meraviglioso concerto Lost Songs, presso la chiesa di San Francesco, con un’orchestra che riproduceva le migliori colonne sonore delle opere cinematografiche del regista statunitense, fra cui il memorabile tema della serie tv Twin Peaks (1990-91) composto dal famosissimo Angelo Badalamenti; e la consegna del premio alla carriera a Lynch presso il Cinema Moderno. Tre giorni dedicati a una delle menti più oniriche e perturbanti che il cinema internazionale abbia mai avuto, sostenuta da moltissimi giovani venuti da tutta Italia per poterlo incontrare e da una “piccola” città che grazie alla sua presenza si è sentita realmente Grande.

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EVENT

MUSICA

FABRIZIO FRIGENI - VIRTUOSO RECITAL

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abato 18 ottobre (ore 21, ingresso gratuito) due grandi nomi della musica “made in Italy” saranno pronti a incantare l’atmosfera della Chiesa di San Giuseppe, teatro del primo incontro bresciano dell’iniziativa “La Primavera dei Capolavori” che inaugura il connubio fra la chitarra di Frigeni e gli organi antichi di manifattura italiana, tra cui il monumentale Antegnati costruito nel 1581 e ancora oggi custodito e suonato nella chiesa di vicolo San Giuseppe in città. L’obiettivo è quello di rendere omaggio ai virtuosi di ogni epoca, da Vivaldi a Satriani: “Generi diversi possono incontrarsi al di là di ogni confine – dice l’avvocato Marco Chiari, promotore dell’evento –. In ogni esecuzione, infatti, è la chiave espressiva che rende universale il linguaggio della musica e l’utilizzo della chitarra elettrica in modo violinistico consentirà di compiere un viaggio a ritroso nella storia per farla diventare strumento al servizio di Paganini, Schumann e Liszt”. In totale saranno 2 ore di concerto per una carrellata delle migliori opere della letteratura musicale: da “Canon” di Pachelbel a “Il labirinto armonico” di Locatelli, passando per “Il carnevale di Venezia” di Paganini e “Le quattro stagioni” di Vivaldi. Di notevole interesse artistico il contributo di due ospiti d’eccezione: il chitarrista Filadelfo Castro e la cantante Milena Paris. “Suoneremo anche brani di Jimi Hendrix e Yngwie Malmsteen per far comprendere che anche un brano pensato per chitarra elettrica può avere dei risvolti più “classici” – aggiunge Frigeni –. Il tutto per lanciare un messaggio positivo nei confronti del pubblico giovane e non, per questo cogliamo l’occasione per ringraziare don Fusari e la diocesi di Brescia per aver accettato di ospitare in San Giuseppe l’iniziativa, che sarà la prima di una serie in altre chiese della provincia dove sono custoditi tanti organi simbolo della tradizione artigianale italiana”.

Photo by Paolo Acquati 78


FA BRI ZI O F RI GE NI’S

VIRTUOSO RECITAL VIVALDI LOCATELLI PAGANINI SCHUMANN LISZT IL SUONO DEL ROCK INCONTRA LA MUSICA CLASSICA PER UN MIRABILE CONFRONTO FRA ARTE CHITARRISTICA E ORGANISTICA

AVV. MARCO CHIARI

DAVE ROSSI ORGANO ANTEGNATI 1581 FILADELFO CASTRO MILENA PARIS U N A

P R O D U Z I O N E

sabato 18 ottobre - ore 21 (ingresso libero)

CHIESA DI SAN GIUSEPPE VICOLO SAN GIUSEPPE (PIAZZA DELLA LOGGIA) - BRESCIA LA PRIMAVER A DEI CAP OLAV ORI - W W W.F ABRIZIOFRIGENI.T V - W W W.ST UDIOLEGALECHIARI.COM


Da piĂš di 50 anni mangimi di alta qualitĂ




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