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CAMBIAMENTO E RINNOVAMENTO, LA VERA CHIAVE DEL SUCCESSO.
NICE. L’ARCHITETTURA DEL MOVIMENTO. L’architetto Carlo Dal Bo firma il progetto della nuova sede.
DELLA RESINA E DELLE SUE INVENZIONI.
Mino Longo presenta le nuove quadrotte Liberty.
DIVERSAMENTE SOLIDALE:
il libro che racconta volti e storie delle cooperative Il Graticolato e La Ginestra.
IL PARQUET SI FA GLAMOUR. DIESEL E GURU SCELGONO BERTISTUDIO.
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Berti rivoluziona il suo modo di fare impresa, a tutti i livelli.
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IL PARQUET SI FA GLAMOUR.
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NICE. L’ARCHITETTURA DEL MOVIMENTO.
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Diesel e Guru scelgono BERTISTUDIO.
DELLA RESINA E DELLE SUE INVENZIONI.
Mino Longo presenta le nuove quadrotte Liberty.
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MY NAME’S VICKY!
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DIVERSAMENTE SOLIDALE
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LA VIA DEL PARQUET: IL MADE IN ITALY APPRODA IN COREA.
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LA TENDENZA È BASIC.
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PARTNER IN FIERA.
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GRAZIE OTELLO! UN SALUTO AL SIG. CARLO PALERMO.
da pag. 23 Le quadrotte Liberty.
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CAMBIAMENTO E RINNOVAMENTO: LA VERA CHIAVE DEL SUCCESSO.
L’architetto Carlo Dal Bo firma il progetto della nuova sede.
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Un nome regale illumina il panorama internazionale del light design.
Il libro che racconta volti e storie delle cooperative Il Graticolato e La Ginestra.
Nasce una nuova linea di prefiniti.
I punti vendita delle province di Brescia e Mantova.
SpazioCasa – CasaSuMisura Salone del Mobile – Casa Idea
due prestigiose realizzazioni.
assistente ai sistemi informativi.
da pag. 25 La lampada Vicky.
CAMBIAMENTO E RINNOVAMENTO, LA VERA CHIAVE DEL SUCCESSO. Berti rivoluziona il suo modo di fare impresa, a tutti i livelli.
evoluzione, il rinnovamento, la ricerca: fattori fondamentali per la vita di un’azienda. Di questo ne è soprattutto convinto Giancarlo Berti, la sua famiglia, che opera ormai da tre generazioni nel settore del pavimento in legno, con estrema dinamicità e attenzione a quelli che sono i costanti cambiamenti del mercato, della società, dell’utente finale. È alla luce di questa filosofia che, all’inizio del 2007, anche appoggiato da due importanti società di consulenza, la ABM Consulting e la Inn Med s.r.l., Berti ha deciso di orientarsi a una serie di profondi cambiamenti, che riguardano non solo l’organizzazione del team commerciale, ma tutti i livelli e ambiti operativi del Gruppo. Dopo un attento monitoraggio delle attività dei singoli comparti aziendali, lo studio delle necessità e delle
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problematiche operative riguardanti ciascuna area, si è giunti alla necessità di un rinnovato coordinamento, di un processo evolutivo che potesse migliorare il lavoro di tutti. Come? Ottimizzando tempi e risorse, elaborando nuove costruttive metodologie capaci di snellire la gestione delle attività aziendali, ma di perfezionare e valorizzare anche il ruolo di ogni dipendente. Favorendone in questo modo la crescita, la motivazione professionale. “La nuova organizzazione commerciale” – racconta Matteo Berti – “è fondata su centri di responsabilità rispetto ad ambiti di attività e di competenza ben definiti. Ma soprattutto su obiettivi dichiarati e raggiungibili, e non più sui “classici” rapporti di tipo gerarchico. L’atteggiamento verso il mercato sarà fortemente aggressivo e motivato, nell’interesse del
quello di selezionare e avviare i clienti Partner, mantenendo una crescita di fatturato direttamente proporzionale alla crescita del progetto. In sinergia al ruolo di Stefano Vegrone, l’azienda ha anche sviluppato il progetto “Support your business”, un programma che prevede la realizzazione di espositori o altro materiale a supporto “below the line” per la selezione dei potenziali Partner.
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Cliente, ma soprattutto dell’azienda. Chiunque faccia parte del rinnovato team dovrà stimolare al massimo la propria creatività, al fine di proporre alla Direzione soluzioni innovative atte a semplificare e ottimizzare il proprio lavoro”. Nuovo coordinatore commerciale, dunque, Matteo Berti che, in collaborazione con il Responsabile della rete vendita Italia Gianni Miatello, ricercherà e avvierà nuove forze vendita, monitorando costantemente il network degli agenti. Oltre a questo, aggiornerà i profitti dei Clienti in Italia, fissando precisi obiettivi da raggiungere in termini di fatturato. Stefano Vegrone sarà invece il Responsabile del progetto “Partner”, colui che si occuperà dell’apertura, del controllo e aggiornamento dei negozi Partner in Italia. Suo principale obiettivo
Responsabile dell’Ufficio Commerciale, Chiara Zanchin: sarà lei a organizzare le attività e le risorse dell’ufficio, rendendo operative le direttive di Matteo Berti e Gianni Miatello. Ottimizzerà il servizio al Cliente e il coordinamento delle attività commerciali, gestendo la comunicazione verso i clienti e la forza vendita, risolvendo questioni pratiche e di relazione. Il Gruppo Berti ha avviato una riorganizzazione interna anche dal punto di vista amministrativo, approfondendo le eventuali problematiche gestionali: Dario Badon, già da un paio di anni alla guida amministrativa, dovrà garantire una costante fluidità e comunicazione tra i vari ambiti aziendali. Andrea Berti, responsabile della Produzione, ha invece operato uno studio approfondito dei metodi e dei processi industriali. Oltre ad evadere le richieste del Commerciale, occupandosi dell’approvvigionamento della materia prima e della messa in produzione del prodotto finito, dovrà garantire il giusto quantitativo di materiale a magazzino. Il nuovo magazzino automatizzato, progettato nella nuova sede del Gruppo, rappresenterà una vera e propria opera di ingegneria, dotata di un’evoluta struttura con scaffalature auto portanti. Rosanna Berti, alla direzione dell’Ufficio Personale, sosterrà il rilevante restyling aziendale, supportando e motivando tutta la struttura dipendente. Coordinata alla massiccia riorganizzazione e al potenziamento delle aree produttive, l’evoluzione della rete informatica. Al fine di snellire le procedure e le attività aziendali, di migliorare l’efficacia delle azioni dei vari utenti, l’azienda sta costruendo un’infrastruttura informativa personalizzata. Progettata da Flavio Cacco e Ruggero Grando, sarà in grado di rendere disponibili le informazioni in tempo reale, di coordinare la rispondenza tra piani attuativi e piani strategici. Non ultimo, dovrà cogliere e interpretare dinamicamente le interazioni tra i diversi comparti dell’azienda: amministrazione, produzione, acquisti, commerciale e logistica, con adeguata formazione del personale. Tanti cambiamenti interni, dunque, che il Gruppo Berti si prepara a trasformare in stimolanti sfide imprenditoriali, in nuovi obiettivi comuni. Correlati a questi, l’azienda vuole continuare a intensificare i rapporti di collaborazione con i più importanti esponenti del design e dell’architettura. Senza dimenticare la costante attenzione alle nuove tendenze, non solo nell’ambito dell’arredamento e dell’interior design, ma anche nella moda. Ne è un esempio lampante la realizzazione di tutti gli show room Guru e Diesel, attuata posando l’innovativo prodotto Berti Studio.
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IL PARQUET SI FA GLAMOUR.
DIESEL E GURU SCELGONO BERTISTUDIO. Ebbene sì: dopo aver operato in ambito privato e pubblico, nel settore alberghiero come in quello strettamente legato alla cultura, alla conservazione del patrimonio storico e architettonico, Berti entra con successo anche nel mondo della moda.
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lo fa con immancabile stile, allestendo e personalizzando i punti vendita di due famosi brand italiani: Diesel e Guru. Il progetto, messo a punto grazie all’esperienza come agente del Sig. Marco Schiavi e alla grande perizia tecnica come posatore del Sig. Michele Dianin, è davvero degno di nota. Soprattutto se si considera che le due aziende di moda sono da sempre alla ricerca di soluzioni alternative in grado di valorizzare la propria originalità e personalità, uno stile davvero unico. “Quando l’architetto Michele Trevisan, da anni impegnato presso lo studio di progettazione interno alla Diesel, mi ha interpellato” - racconta Michele Dianin - “ho raccolto con grande entusiasmo la
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sfida. Diesel è un'azienda innovativa e internazionale, un marchio leader sempre a caccia di nuovi stimoli e tendenze. Non solo per la realizzazione dei propri capi di abbigliamento, ma anche nella comunicazione, per quanto riguarda l’immagine e l’allestimento dei propri show room. Insomma, fin da principio sapevo che mi sarei confrontato con persone creative, piene di talento, innovatrici, che rifiutano qualsiasi cieca osservanza delle ricerche di mercato o dei diktat della moda. Per questo mi sono subito rimboccato le maniche e ho cominciato a lavorare, dando il massimo per comprendere le necessità del cliente e poterle tradurre nella realtà. Per il progetto di restyling dei negozi Diesel, nello specifico dei monomarca di Dubai, Atene, Telaviv,
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Liverpool e Londra, sono stati progettati e allestiti circa 2000/2500 mq totali di parquet prefinito. Essenza scelta, il rovere, in alcuni casi proposta in tinta naturale, in altri con un particolare trattamento ad olio che doveva conferire alla pavimentazione una colorazione da noi definita “vulcano”, una via di mezzo tra il grigio e il nero. Oltre a questa singolare finitura, in alcuni negozi sono state posate tavole in rovere effetto ardesia”. “Non è stato facile raggiungere il risultato, considerati i tempi strettissimi e le richieste molto particolari degli architetti” - aggiunge Marco Schiavi. “Ricordo che io e Michele ci siamo più volte trovati a lavorare in laboratorio come dei veri e propri alchimisti. Ottenere la cromia giusta, dopo aver miscelato con pazienza diverse basi d’olio, è stata alla fine una grande soddisfazione! Oltre naturalmente a sapere di essere stati scelti da un marchio come Diesel, presente in oltre 80 paesi del mondo, con 10.000 punti vendita e circa 120 negozi mono-marca, di cui 50 di proprietà e 70 in società con partner locali”. Patron Renzo Rosso ha sempre D U B A I ,
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creduto nella necessità di rivolgersi al mondo intero con un solo prodotto e un unico linguaggio: uno dei suoi primi passi quindi è stata la costruzione di una solida e ampia rete distributiva nei cinque continenti. A fianco della tradizionale distribuzione all'ingrosso, attraverso negozi multimarca e corner nei principali department store, Diesel sta sviluppando intensamente la sua rete retail. I negozi-immagine di proprietà e i mono-marca sono infatti il veicolo ideale per rappresentare lo "spazio Diesel", la cornice perfetta per far conoscere l'intera gamma di collezioni. Ogni negozio è unico nel suo genere, ma tutti condividono la stessa atmosfera, guidando il mercato e comunicando al pubblico l’autentico spirito dell'azienda. E per quanto riguarda gli store Guru? “Ad interpellarmi è stato direttamente l’architetto dell’azienda Stefano Corradini. Si trattava di allestire e personalizzare i punti vendita monomarca di Parma e Reggio Emilia. Per questi negozi, Berti ha fornito circa 200 mq di parquet prefinito in teak spazzolato oliato, scelto nei toni più naturali. Per i prossimi show room invece, siti ad Amsterdam, Barcellona, Catania e Milano, per un totale di 1300 mq, il cliente ha
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richiesto un prefinito in rovere dall’originale colorazione grigio-bianca: il pavimento sui quali cammineranno gli estimatori del marchio Guru dovrà sfoggiare un effetto “pietra” molto particolare, perfettamente coordinato con il materiale di allestimento utilizzato per i punti vendita”. Nata solo nel ’99 nella piccola provincia di Parma, Guru è oggi una realtà internazionale presente in diciassette Paesi, intenzionata ad entrare tanto nei mercati maturi di USA e Giappone, quanto in quelli emergenti di India e Cina. Fattori chiave del successo di questa azienda sono stati, senza dubbio, le originali iniziative di marketing e comunicazione messe in atto sin dagli esordi. Nei primi anni, l’azienda ha fatto leva su mirate azioni di marketing, accompagnate da una più tradizionale attività di relazioni pubbliche. Il marchio Guru è stato così legato a personaggi giovani e di successo
(Paolo Maldini, Naomi Cambpell, Elisabetta Canalis per fare qualche esempio) e locali alla moda come il Billionaire di Flavio Briatore. A queste strategie di marketing, indispensabili per trasformare il marchio in un vero fenomeno di tendenza, è stata affiancata una classica pianificazione pubblicitaria, che ha impegnato artisti del calibro di Terry Richardson e David LaChapelle. L’evoluzione che il marchio ha subito negli ultimi anni è risultata evidente nella scomparsa della celebre margherita, simbolo stesso del marchio. A rimanere immutati sono stati però i valori di fondo che Guru da sempre esprime: il divertimento, la creatività, la spontaneità, la vivacità e l’ironia.
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PROGETTI IN PRIMO PIANO
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NICE. L’ARCHITETTURA DEL MOVIM L’architetto Carlo Dal Bo firma il progetto della nuova sede. L’immagine architettonica dell’azienda trevigiana diviene il ritratto evoluto della sua filosofia imprenditoriale.
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ice produce movimento. Meglio ancora, movimentazioni. Le sue esclusive automazioni sono prodotti moderni, studiati per offrire il massimo della semplicità d’uso e della funzionalità nella vita moderna. È proprio da questa idea, da questo concetto di base - il movimento - che l’architetto Carlo Dal Bo è partito per progettare la nuova sede dell’azienda, poco lontano da Oderzo, nel contesto naturale e immerso nel verde della campagna trevigiana. “Il movimento doveva essere l’anima del progetto” - specifica l’architetto Dal Bo -
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“Osservando l’edificio realizzato, infatti, si nota subito come il corpo centrale degli uffici esca dalla terra, si avviti intorno al vuoto della corte centrale, per tendere e salire ancora dalla stessa parte ove è nato. Una realizzazione architettonica estremamente dinamica dunque, in cui le scelte e gli spunti costruttivi servono ad accentuare e rafforzare questo dinamismo. A partire dagli anelli, dai piani della corte interna che come ghiere scorrono l’uno sull’altro, suggerendone la rotazione. Anche le scale, ellittiche, tendono e si avvitano dinamicamente verso l’alto. Assieme alle vetrate delle finestrature,
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Info: www.niceforyou.com Architetto CARLO DAL BO
Carlo Dal Bo, nato a Vittorio Veneto il 03.05.1952, si laurea in Architettura nel 1978 presso l'Istituto Universitario di Venezia. Iscritto all'Ordine degli Architetti della Provincia di Treviso dal 1979, è in possesso dal 1997 dell'attestato di abilitazione per la Sicurezza del lavoro nel settore edile. Ha insegnato presso la sezione di architettura dell’ISAVV e svolge l’attività di libero professionista a Vittorio Veneto, dove è titolare di uno studio che si occupa di nuove realizzazioni (campo residenziale, direzionale e dell’industria), di restauro/recupero edilizio e di sistemazione d’interni.
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PROGETTI IN PRIMO PIANO
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che sono invece inclinate rispetto alla facciata, come per effetto dell’immaginaria corsa del fabbricato. Volendo definire lo stile dell’edificio e dargli un riferimento storico, non accidentale, posso dire che questo è barocco, ma non nella sua errata accezione di decorativismo. Il barocco a cui mi riferisco è quello romano, in particolare del Borromini che rimane per me uno dei vertici dell’architettura di tutti i tempi. Oltre a questo, aggiungo anche che l’architettura recente che mi ha direttamente ispirato per questo progetto è quella del centro culturale di Jean Nouvel a Lucerna. In particolare, il confronto delle facciate dei due edifici rende evidente questo mio debito”. Ma la cosa che colpisce particolarmente visitando il nuovo quartier generale della Nice è il ruolo fondamentale della luce, impiegata nella sua veste naturale come artificiale. Ogni ambiente, ogni elemento è invaso dalla luce. Ovunque e da qualunque parte si può vedere “attraverso”. E per rispettare, ma soprattutto accentuare la continuità spaziale data dalla luce, i progettisti hanno previsto
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PROGETTI IN PRIMO PIANO numerosi open space, assieme all’utilizzo generoso, ben calibrato, di pareti divisorie in puro cristallo. Ecco allora che di giorno, la continuità della luce naturale permea l’intero fabbricato e il visitatore può attraversarlo tutto con il suo sguardo. Di notte invece, la luce artificiale gioca un ruolo scenografico, è stata pensata per essere forza, colore, stupore. Sia all’esterno, che all’interno. Basta dare un’occhiata all’effetto suggestivo dato dalle luci mutevoli e colorate che corrono lungo le finestrature o dalle bacchette magiche previste per il percorso decking progettato da Berti Pavimenti Legno. A proposito di legno: questo materiale naturale, caldo per eccellenza, è stato scelto per contrastare la freddezza del cristallo e dare forma al camminamento esterno, ai pavimenti dell’ingresso, del bar, dell’area ristoro e della palestra. Sempre in funzione della naturalità, del benessere e dell’equilibrio tra uomo, natura e ambiente costruito, 19
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merita una nota la corte interna, in realtà un giardino da vivere sia a terra che “in aria”, camminando su una passerella in legno sospesa. Qui, il visitatore come colui che lavora all’interno dell’azienda, può percepire il cambio dei colori e delle stagioni, la pioggia, il vento, la luce cangiante del cielo. Fuori, un altro elemento naturale forte, un ampio specchio d’acqua, vivo, spesso increspato dal vento. In questo senso, l’area direzionale della Nice diviene la metafora tangibile di un ponte di comando, e l’intero edificio assume un’identità marina, appare come una barca rovesciata uscita dalla terra, adagiatasi come per magia sull’acqua.
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Un passato come scenografo realizzatore per diverse trasmissioni televisive, spot tv, videoclip e cortometraggi, Mino Longo da circa dieci anni utilizza le resine per gli impieghi più svariati. Tra le recenti realizzazioni, ricordiamo gli show room Replay Jeans (tavoli, lampade, pavimenti, pareti, arredi vari), il Multisala di Crema, case private, negozi e locali in tutto il mondo (Parigi, Londra, Barcellona, Berlino, Atene, Dubai, Ibiza…).
DELLA RESINA E DELLE SUE INVENZIONI. Mino Longo, artista della materia più contemporanea e “capricciosa” che esista, ci racconta il suo percorso di ricerca e creatività.
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idurre la distanza tra l’Uomo, la Terra e il Cielo. Camminare, passeggiare, danzare, sedersi, dormire, giocare, pensare, riflettere, rimanendo sempre con i piedi per terra”. A pronunciare queste parole, che poi in sunto sono la sua filosofia di vita, ma anche l’essenza della sua arte, è Mino Longo, giovane designer e scenografo, poliedrico artista di origini pugliesi, milanese d’adozione ormai da parecchi anni. Ci siamo dati appuntamento a pranzo, in un ristorante poco lontano dalla Berti, azienda con la quale l’“ammaestratore” della resina collabora da mesi a un nuovo progetto. Progetto che ha portato alla realizzazione di un prodotto innovativo, senz’altro inaspettato nel mondo del parquet. Ce lo racconta lui stesso. “Trovo che la Berti sia un’impresa sempre pronta a mettersi in gioco, ad evolvere e sperimentare. A dare il massimo per fornire novità capaci di stimolare il mercato e offrire risposte ai nuovi target di clientela. Per questo, è costantemente in contatto con creativi di talento, designer e architetti di fama internazionale. Nel mio caso, è successo che ho conosciuto Matteo Berti, gli ho parlato della mia arte, mi ha visto lavorare e soprattutto ha avuto modo di ammirare i pavimenti che realizzo con la resina: l’idea di un prodotto che potesse vantare il contenuto tecnologico di un prefinito, ma
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anche rivelare una valenza artistica unica e irripetibile è stata quasi automatica. Sono nate così le quadrotte “Liberty”, prodotte in sinergia con il mio estro creativo. Il principio è stato quello di contaminare il legno con una materia moderna, malleabile e sensuale come la resina, creando una proposta prefinita assolutamente inedita. Per un risultato formale più che mai contemporaneo, dal grande effetto cromatico, dall’enorme impatto emozionale. In collaborazione con i tecnici della Berti, fondamentali per definire l’aspetto tecnico del progetto, è stata coniata una vera e propria “piastrella” di resina, racchiusa in una cornice in legno nobile. All’interno della quadrotta, il cliente può scegliere e decidere a suo piacere quale inserto in resina usare. In tal senso, le possibilità cromatiche, gli effetti materici ed estetici del prodotto sono davvero infiniti. Insomma, potremmo quasi definirlo un prefinito “prêt à porter” ultrapersonalizzabile che, suscettibile ai cambiamenti del gusto e dell’interior design, può sempre adeguarsi al mutevole gradimento della clientela. Una soluzione adatta a quali location? Show room, discoteche, negozi, ma soprattutto interni privati. Tutti i contesti nei quali sono solitamente abituato a lavorare sfruttando la resina, le sue caratteristiche materiche, le sue reazioni a volte imprevedibili. Ma per questo sempre più affascinanti”.
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MY NAME’S VICKY! Un nome regale illumina il panorama internazionale del light design. Artefici del nuovo progetto, Nicola Gardin e Roger Zanon.
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Architetti NICOLA GARDIN ROGER ZANON
appena nata, ma ha già le idee chiare. È Vicky, la lampada disegnata da Nicola Gardin e Roger Zanon, due giovani designer italiani che si presentano al “mondo della luce” con forza di progetto e chiarezza d’intenti. Prodotta in collaborazione con Fabbian, nota azienda veneta dell’illuminazione, questa soluzione luminosa è davvero una novità ed è stata presentata per la prima volta ad EuroLuce, il Salone Internazionale dell’Illuminazione svoltosi a Milano in concomitanza con il Salone Internazionale del Mobile.
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“Quando Fabbian ci ha proposto di progettare una nuova lampada” - racconta Nicola - “per noi è stata davvero una sfida. Sia io che Roger infatti proveniamo dal mondo dell’architettura e dell’interior design. Così, ci siamo subito messi al lavoro, partendo dall’idea di creare una piccola entità metallica e vetrosa capace di modellare la funzione della luce con effetti decorativi di intenso carattere. L’intento, infatti, era quello di andare contro il minimalismo di cui tanto si è parlato e che tanto ha influenzato la ricerca, il lavoro di designer e architetti, la contemporanea produzione industriale. Pian piano è nata così una lampada-oggetto dalla forte contaminazione formale, pronta ad arricchire con la sua presenza i paesaggi domestici “normalizzati” e “raffreddati” dall’omologazione, dal minimalismo inflazionato e banalizzato degli ultimi anni. Ricominciando dalla decorazione, da un romantico ritorno all’ornamento e al segno gestuale, trasferiti con forza al mondo industriale, Vicky rappresenta la perfetta fusione del design con l’arte, dell’artigianato con la tecnologia, della funzione con il decoro. Luce e orpello, debitamente declinati con vetro e forma, metallo e trasparenza, diventano così attori dello spazio, ineguagliabili vettori di emozioni ed esperienze sensoriali”.
internazionale: Arata Isozaki, Toyo Ito, Makio Hasuike, Shigeru Ban, Kazuyo Sejima, Todd Williams & Billie Tsien, Mansilla & Tunon, Alfredo Paya, Peter Eisenman, Daniele Bedini. Con quest’ultimo, conosciuto come l’architetto “spaziale”, presentano nel 2004 la tesi “IMS - International Mars Station”: un avveniristico progetto, una struttura gonfiabile studiata e pensata per abitare un ambiente estremo come Marte. Successivamente Nicola Gardin e Roger Zanon collaborano in diverse occasioni con il famoso designer Gaetano Pesce: realizzano il "Veliero Berti" per l'esposizione "Arte e Architettura" di Germano Celant a Genova 2004 e si occupano della progettazione dello stand di Berti a Verona Fiere 2005. Tra le altre esperienze, va segnalata la partecipazione all'installazione della "Paperloghouse" di Shigeru Ban alla Biennale di Venezia del 2000, l'organizzazione del concorso "Cittadella della logistica" promosso dalla Società Interporto di Padova e il progetto del Palazzo di Giustizia di Bassano del Grappa, con lo studio Scatola e Boris Podrecca. Attualmente impegnati in progetti di architettura in Italia, a Dubai e al Cairo, i due giovani architetti aderiscono a iniziative d'avanguardia artistica e collaborano con aziende riconosciute internazionalmente, attive nell'innovazione e nella ricerca, nei diversi comparti produttivi al servizio dell’architettura contemporanea.
Ma conosciamo un po’ di più i creatori di Vicky. Entrambi architetti, Nicola Gardin e Roger Zanon si conoscono da diverso tempo. Hanno iniziato a lavorare insieme partecipando a diversi concorsi di design, primo tra tutti il Dunnar, premio Lissone. Già durante il periodo di studio all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia creano "Archinternational", un movimento di approfondimento e critica dell'evoluzione architettonica dell'internazionalismo. In questo periodo, organizzano seminari in collaborazione con Sds e la rivista Casabella: alle molteplici conferenze intervengono architetti di fama
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ETICA E SOLIDARIETÀ
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DIVERSAMENTE SOLIDALE:
IL LIBRO CHE RACCONTA VOLTI E STORIE DELLE COOPERATIVE IL GRATICOLATO E LA GINESTRA. “Non siamo solidali ai diversi, perché tutti sono diversi, siamo solidali a tutti gli individui. Ma riteniamo che per alcuni si debba lavorare un po’ di più, affinché abbiano una qualità della vita soddisfacente”.
È
questa la frase che riassume il messaggio etico, l’invito alla riflessione di “Diversamente solidale”, il libro sponsorizzato da Berti Pavimenti Legno, scritto da Giovanni Boniolo e accompagnato dalle splendide immagini di Enrico Bossan (Mimesis Edizioni). Come ben sapete, l’azienda collabora dal 1998 con Il Graticolato e La Ginestra, due importanti realtà impegnate a favorire l’inserimento sociale e lavorativo di persone disabili. Dalla data della fondazione ad oggi, le due cooperative hanno accolto più di 100 persone affette da molteplici difficoltà: soggetti con disabilità mentali e fisiche, o in stato di disagio sociale, che vengono seguiti e formati nei Centri Occupazionali Diurni. Qui si utilizza il lavoro come metodo educativo e ogni attività, regolarmente stipendiata, è finalizzata alla riabilitazione, allo sviluppo e al potenziamento delle capacità delle persone inserite. Tutto questo è possibile grazie all’impegno e alla disponibilità di aziende come la Berti, che da sempre offrono a queste persone l’opportunità di partecipare concretamente alla propria attività produttiva. Ecco che allora i ragazzi creano campionari in legno per la scelta dei pavimenti o assemblano i tasselli che andranno a creare un intarsio ligneo. Nel libro “Diversamente solidale” Giovanni Boniolo racconta con una scrittura semplice, ma non banale, aiutato dai ritratti intrisi di realismo di Enrico Bossan, i volti, le espressioni, i sentimenti, le storie dei ragazzi e delle ragazze del Graticolato e della Ginestra. Come tutti gli individui, ognuno ha la sua storia, ossia la sua tipicità, oppure se si vuole la sua diversità. Ed è proprio qui che sta il nocciolo del libro: i due autori hanno voluto raccontare per immagini e con un testo, non storie di diversità, ma storie di individui diversi, con vite diverse, e quindi storie diverse. Per dare alla parola “diversità” un nuovo significato, una nuova lettura, una nuova dimensione. “Perché tutto ciò che è “diverso” è sostenibile, normale e non anomalo. Fa parte della nostra vita, va condiviso e accolto senza paura” - aggiunge Enrico Bossan. “Molte volte disconoscere il limite è sciocco, come allontanare la diversità: è invece più saggio sapere che esistono e tentare di aggirarli, e questo comporta una responsabilità collettiva”. Ecco cosa sta sotto questo libro, che non accidentalmente è stato intitolato “Diversamente
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solidale”: diversamente solidale vuole essere un nuovo approccio mentale di fronte al limite e alla diversità, un atteggiamento costruttivo, un sereno impegno. Solo attraverso questo percorso, quando si è riconosciuto che qualcuno vive male per un limite definibile “eccezionale”, si può fare in modo che abbia una qualità di vita migliore. La stessa idea condivisa e attualizzata anche da chi gestisce e lavora nelle Cooperative Il Graticolato e La Ginestra: qui gli ospiti vengono considerati individui normali, e quindi come individui con una loro tipica diversità. Che poi questa diversità si esplichi in limiti eccezionali è un problema che in Cooperativa si risolve rimboccandosi le maniche, migliorando la loro qualità della vita, piuttosto che stare lì a perder tempo discutendo su come chiamare in modo politicamente corretto questo o quel limite. Un’idea condivisa anche da Berti Pavimenti Legno, che sa benissimo che ci sono individui che necessitano di avere una qualità della vita migliore. E li aiuta. Concretamente, semplicemente.
ENRICO BOSSAN Fotografo dalle tonalità cromatiche forti e molto peculiari, a partire dal 1985 pubblica regolarmente su riviste nazionali e internazionali. Nel corso della sua carriera ha intrapreso numerosi viaggireportage diventati libri: dal 1998 si dedica particolarmente all’Africa grazie ai progetti che lo vedono tuttora legato ai Medici con l’Africa CUAMM. Dal 2004 insegna al Master in Giornalismo dell’Università di Padova. Attualmente cura il progetto di comunicazione sociale e culturale dell’Azienda sanitaria di Rovigo ed è capo del dipartimento di Fotografia di Fabrica by Benetton.
GIOVANNI BONIOLO Nato a Padova nel 1956, laureato in Fisica e in Filosofia, cattedra di Logica e Filosofia della Scienza presso l’Università di Padova e l’Istituto Firc di Oncologia Molecolare (Milano). Consulente del Centro Nazionale Trapianti e Membro del Comitato Etico dell'Università di Milano, coordina scientificamente il dottorato internazionale in “Foundations of Life Sciences and Their Ethical Consequences”, presso la Scuola Europea di Medicina Molecolare (SEMM) di Milano. Si occupa di filosofia della conoscenza, filosofia delle scienze della vita, etica applicata. Fa parte di comitati scientifici di congressi nazionali e internazionali ed è fra gli editor associati di riviste nazionali e internazionali. Dirige la collana “Dimensioni della scienza” per Bompiani. Ha pubblicato parecchi volumi, fra cui gli ultimi in italiano: “Il limite e il ribelle. Etica, naturalismo, darwinismo”, Raffaello Cortina, Milano 2003; “Laicità. Per una geografia delle nostre radici”, Einaudi, Torino 2006. In inglese: (con P. Budinich, M. Trobok), “Mathematics and Physics: an Interdisciplinary Approach”, Springer, Dordrecht, 2005; (con G. De Anna), “Evolutionary Ethics and Contemporary Biology”, Cambridge University Press, Cambridge 2006; “On Scientific Representations. From Kant to a New Philosophy of Science”, Palgrave Macmillan, 2007. BERTI MAGAZINE
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BERTI NEL MONDO
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LA VIA DEL PARQUET. IL MADE IN ITALY APPRODA IN COREA.
Mr Lee Byeong Eon
Si chiama Dongwha Holdings ed è una gigantesca multinazionale coreana esportatrice di legnami, ma anche produttrice di laminati, prefiniti, pareti per boiserie, finestre in PVC, MDF per mobili. ltre a questo, una delle società controllate dal Gruppo, la Dongwha Chemical, si occupa di ricerca e sviluppo in laboratorio, producendo vernici ecologiche a bassa emissione di formaldeide e resine speciali per laminati. Proprio il 15 giugno 2006 una rappresentanza della Berti è volata a Seoul per siglare un importante accordo con la Dongwha, un contratto di esclusiva per la distribuzione del prodotto in Corea. A partire da giugno infatti il Prefinito 2 strati verniciato, spessore 10,5 mm, nelle essenze rovere, doussiè, iroko e teak, viene acquistato e distribuito in terra coreana.
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Ma analizziamo brevemente il mercato del parquet in Corea. Il trend attuale di questa nazione dimostra chiaramente che la domanda della qualità sta crescendo: soprattutto per le continue richieste da parte della fascia più alta degli acquirenti, che gradualmente si stanno orientando al prodotto ecologico, al trend del benessere. Per soddisfare le esigenze di questa clientela e raggiungere obiettivi di vendita importanti, la Dongwha ha così sentito la necessità di cercare e proporre un prodotto specifico. Oltre a questo, ha scoperto che i gusti del cliente erano chiaramente indirizzati alla scelta di un marchio italiano, da sempre associato ad una qualità superiore. Berti si è posizionato subito in cima alla lista stilata dalla multinazionale, che aveva
già avuto modo di rendersi conto della qualità del marchio grazie alle prestigiose committenze del palazzo di Windsor a Londra e del Cremlino di Mosca. Una volta siglato l’accordo, la Dongwha ha iniziato una serie di attività promozionali e di marketing, a partire dal lancio del prodotto attraverso un evento importante che ha visto la partecipazione dei più famosi specialisti di arredamento d’interni. Oltre a questo, è stato creato un team interno appositamente impegnato nella divulgazione e nella vendita dei prodotti Berti. In soli sei mesi si è così diffuso un passa-parola generale, con un riscontro positivo da parte della fascia più alta del mercato. Una fascia di clienti molto selettiva, che tramite diverse richieste ha dimostrato di apprezzare concretamente la qualità del marchio Berti. La Dongwha si è detta pronta ad investire tutti i suoi sforzi affinché l’azienda padovana si faccia sempre più forte in Corea, diventando il marchio di qualità leader per quanto riguarda la categoria di clienti considerata di nicchia. "Non potremo mai ringraziare abbastanza il Sig. Giancarlo Berti per l’opportunità che ci ha dato. Ci auspichiamo che gli accordi presi portino a grandi risultati e soddisfazioni per tutti, ad una sempre più fruttuosa collaborazione!”. Queste le parole pronunciate alla cerimonia delle firme dal direttore generale della Dongwha, Mr Lee Byeong Eon.
DUE PAROLE SULLA DONGWHA. La filosofia aziendale della Dongwha Holdings è basata sulla soddisfazione del cliente, sulla continua ricerca e innovazione, sul rispetto umano. Rendere migliore la qualità della vita e contribuire allo sviluppo dell’uomo attraverso la creazione di spazi "ecologici" dove vivere in perfetta sintonia con l'ambiente: si può riassumere così la mission che guida l’operato della multinazionale coreana. Non a caso, il logo con i due alberi inseriti in una rigogliosa foresta ben rappresenta lo spirito ecologico della Dongwha, da sempre impegnata a preservare il patrimonio forestale riciclando il legno e attuando una politica di pieno rispetto per l’ambiente. Metaforicamente, i due alberi stanno anche a significare che Dongwha e i suoi clienti desiderano costruire una foresta futura di consensi. Lo slogan che accompagna la filosofia aziendale è: contributo alla società, autosviluppo e innovazione, accrescere la qualità della vita. Costituita il 2 aprile 1948, la Dongwha Holdings ha il suo il quartier generale ad Incheon, vicino a Seoul. La multinazionale vanta un totale di 1700 dipendenti, di cui 950 in Corea del Sud e 750 oltre oceano. La superficie degli stabilimenti, tra impianti e uffici, è pari a 826.450 mq, mentre la superficie forestale impiegata è di 7.272.760 mq. BERTI MAGAZINE
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NEW STYLE
LA TENDENZA È BASIC. Nasce una nuova linea di prefiniti.
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opo Prefiniti e Antico, nasce Basic, una nuova proposta prefinita che, abbinando le caratteristiche tecnologiche ed estetiche delle due precedenti linee, sfoggia una finitura assolutamente originale, dall’effetto squisitamente sobrio e naturale. Creata per arredare gli ambienti più moderni, ma perfetta anche per le ristruttu-
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razioni, questa nuova linea di parquet è un ottimo compromesso tra tradizione e innovazione, e risponde con gusto alle aspettative di un pubblico giovane. Proposto in un unico spessore a due strati di 9,5 mm, ogni prodotto Basic è realizzato in due soluzioni dimensionali per larghezza (70 o 90 mm) e in quattro per lunghezza (400/600 mm oppure 600/1200 mm). Cinque le specie legnose disponibili: il rovere, il doussiè, l’iroko, il cabreuva e il teak. Una soluzione prefinita dal forte appeal che, anche se ha conosciuto da poco il suo debutto, registra già un grande successo: ad oggi sono circa 60 000 i mq di prodotto venduti. Certificato e garantito 100% “made in Italy”, Basic rappresenta un’ulteriore conferma dell’impegno imprenditoriale di Berti: continuare a proporre al mercato globale l’unicità, l’autenticità, la qualità tutta italiana dei suoi prodotti.
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SPECIALE PARTNER BERTI
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Nella foto a destra, show room Tecmar di Adro (BS).
Paolo Coppa e i punti vendita delle provincie di Brescia e Mantova. Sempre impegnatissimo Paolo Coppa. Tra una riunione e un appuntamento, lo raggiungiamo al telefono, curiosi di farci raccontare il suo lavoro, la sua lunga esperienza come agente della Berti. ttivo per l’azienda dal lontano 1987, si occupa del coordinamento dei punti vendita Partner delle province di Brescia e Mantova. “Si tratta di 9 negozi, 7 dislocati nel territorio bresciano, 2 nella provincia di Mantova. I titolari sono giovani, commercialmente aperti alle novità, molto propositivi: caratteristica importante questa. La loro carriera è infatti iniziata con la consapevolezza di aver investito in un marchio forte, unico per la qualità competitiva e l’ampio ventaglio di prodotti. Ma quello che voglio sottolineare è che tutti, fin da subito, hanno dimostrato di essere estremamente dinamici, pronti ad operare sul mer-
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cato in modo attivo, personale, intraprendente… non solo godendo della notorietà riflessa del marchio. In secondo luogo, hanno creduto con forza nel progetto Partner, una filosofia di vendita messa in atto per creare una rete commerciale salda, organizzata e in costante crescita. E hanno compreso come sia importante, attraverso allestimento e strumenti personalizzati messi a disposizione dall’azienda, conferire ad ogni punto vendita un’immagine forte e identificativa, sempre coerente. Il primo passo per concretizzare la strategia di rafforzamento del marchio, ma soprattutto incrementare il business commerciale, i successi di vendita di ogni negozio. Entro il 2007 conto di aprire altri 3 punti vendita Partner, in particolare uno nel territorio di Desenzano e Salò: una zona strategicamente vincente dal punto di vista commerciale, vista la grande visibilità e la costante affluenza di turisti”.
A sinistra, Brescia-Parquet di Brescia, sotto Rivolti di Darso Boario (BS).
Partner di Brescia e Mantova: F.lli Lusetti snc di Giacomo e Ugo Lusetti - Ponte San Marco (BS) L’arte del Parquet di Bettoni Claudio Castiglione delle Stiviere (MN) Societa' Artigiana Pose snc di Pollero Vittorio & C. San Giorgio di Mantova (MN) Olivetti e Piccinotti - Manerbio (BS) Rivolti - Darfo Boario (BS) Tecmar snc di Gatti Massimo e Renato Adro (BS) Zippoli Parquet di Zippoli Angelo Gussago (BS) Scalvini - Verolanuova (BS) Brescia Parquet - Brescia
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Sopra, alcune immagini della fiera “SpazioCasa” di Vicenza. Sotto, il “Salone del Mobile” di Firenze.
PARTNER IN FIERA. SPAZIOCASA - CASASUMISURA SALONE DEL MOBILE - CASA IDEA Sono questi i recenti eventi fieristici a cui Berti ha preso parte assieme ad alcuni punti vendita Partner. pazioCasa, svoltasi a Vicenza dal 10 al 18 febbraio 2007, ha visto come protagonista il negozio “Trentin Pavimenti”. “Lo stand che abbiamo allestito era davvero di grande impatto” – ci racconta il signor Mauro Trentin, proprietario dell’omonimo punto vendita. “Ben 130 mq gestiti con intelligenza, all’interno dei quali, oltre al parquet Berti, spiccava un’immagine pulita ed elegante, assieme ai recenti scatti fotografici realizzati per la campagna stampa o per altro materiale promozionale dell’azienda”. Lo stesso riscontro positivo è stato dichiarato dal rivenditore Giancarlo Tollin che lo scorso ottobre ha partecipato alla visitatissima fiera “CasaSuMisura” di
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Padova. “Devo dire che si è trattato di un successo ben preparato, con un riscontro e un’affluenza di visitatori davvero inaspettati. Molti privati giunti presso il nostro stand hanno dimostrato grande interesse per il prodotto: così, dopo il contatto in fiera, si sono recati direttamente in negozio per avere ulteriori informazioni e richiedere un preventivo in base alle proprie esigenze abitative”. Altri appuntamenti fieristici da ricordare? Il recente “Salone del Mobile” di Firenze che dal 3 al 10 marzo 2007 ha contato la presenza di ben 5 punti vendita toscani. Dal 23 al 1° aprile 2007 ha invece aperto le porte “Casa Idea” di Roma, con la partecipazione di 8 rivenditori Partner della capitale.
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IN RUSSIA E IN CROAZIA, DUE PRESTIGIOSE REALIZZAZIONI. a sempre Berti si cimenta in collaborazioni importanti con artisti e architetti del calibro di Alessandro Mendini, Matteo Thun, Gaetano Pesce. O si distingue per committenze di pregio, che nel corso degli anni hanno voluto affidare alle sapienti mani dell’azienda la ricostruzione di pavimenti storici o la realizzazione ex novo di progetti importanti, sia in ambito privato che pubblico. Proprio a tale proposito vogliamo segnalare due recenti opere, concretizzate con grande abilità tecnica e particolare sensibilità estetica. Partiamo da una villa privata, una residenza storica sita in Croazia, più precisamente a v Varazdin, a 50 chilometri dal confine ungherese, nella zona montuosa e collinare del paese. Committente del l’opera e proprietario dell’edificio, un ricco industriale Federico, Albino ed Eugenio Rampazzo. croato che da anni opera nel settore alimentare. Per la villa, che si racconta essere stata l’ex quartiere generale di Tito durante il comunismo e che vanta una superficie di ben 4000 mq, Berti ha studiato, prodotto, posato e levigato circa 800 mq di pavimenti intarsiati. Un progetto importante, per la cui realizzazione ha lavorato, oltre all’ufficio tecnico di progettazione interno, una squadra di tre quotatissimi posatori. Stiamo parlando dei fratelli Rampazzo - Eugenio, Albino e Federico - soci fondatori della PADOVA LEGNO. Tre esperti professionisti che già in passato si erano distinti per l’esemplare messa in opera di pavimenti in altri contesti di pregio: Gran Teatro La Fenice a Venezia, Palazzo Bolcastro a Padova, Palazzo Reale Sheikha Sayed Al Sabah in Kuwait, Palazzo Residenziale Astana in Kazakistan. “Facciamo questo lavoro da quasi vent’anni” – ci racconta Eugenio. “A guidarci sono da sempre una forte passione e una grande creatività, le stesse medesime caratteristiche che hanno portato Berti ad essere leader nel settore”. “Con l’azienda abbiamo un rapporto di collaborazione e fiducia che dura ormai da
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quindici anni” – continua Albino, che ha cominciato a posare parquet ancora giovanissimo. “Per le pavimentazioni di questa residenza in Croazia” – interviene Federico – “abbiamo lavorato con assiduità per circa due mesi. Nelle diverse stanze della villa sono state posate, con sistemi tradizionali e su scelta del cliente, quadrotte Ghellini in teak, ciliegio, iroko e rovere. A conferire grande forza decorativa, le splendide ed eleganti bordure Bigli, Menai e Benzi”. Altra committenza degna di nota, nuovamente opera dei fratelli Rampazzo per posa e levigatura, l’esclusiva e lussuosa dacia di proprietà del presidente russo Vladimir Putin. Si tratta di un complesso edificato in una rinomata località di montagna, sul mar Nero. Su una superficie totale di 6000 mq, sono stati forniti pavimenti in legno per ben 1400 mq: le pavimentazioni per quattro lussuose suites, la sala d’attesa, due meeting room, la sala del barbiere, la stanza del veterinario, l’infermeria. Per questi locali è stato scelto legno massiccio in iroko, valorizzato e incorniciato dalla bellezza delle bordure intarsiate Melzi, Cordellina, Menai, Saccomani, Seynos e Todeschini. Il tempo impiegato per la posa e la realizzazione completa del progetto è stato di 3 mesi. Con queste due nuove realizzazioni, che vanno ad aggiungersi alla lista di altre ben note, l’azienda si è fatta ancora una volta promotrice del gusto e dello stile Made in Italy, Nella foto in alto, il centrale della storica tradizione “Widmann” della villa in Croazia. artigianale legata al In basso, particolare pavimento in legno. del ballatoio della dacia di Putin. BERTI MAGAZINE
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FATTI E PERSONE IN AZIENDA
RUGGERO GRANDO, ASSISTENTE AI SISTEMI INFORMATIVI. ual’è il suo ruolo in azienda? “Sono in Berti da ormai un anno e mi occupo principalmente della sicurezza dei sistemi informativi, della posta elettronica e di quant'altro concerne la mia posizione. Credo che la continua formazione professionale, la crescita individuale siano gli unici obiettivi che qualunque persona debba porsi. Per questo, non smetto mai di essere curioso, di aggiornarmi e di evolvere. Dopo essermi laureato in Scienze dell’Architettura a Venezia, mi sono iscritto al Corso di Laurea in Sistemi Informativi Territoriali, Sezione Ingegneria Ambientale. Aggiungo che la mia filosofia di ricerca segue le orme di Richard Stallman, mentore del software gratuito”.
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A proposito di lavoro, ci racconti un po’ del suo precedente iter professionale… “Prima di giungere in questa azienda, ho lavorato come Guida Organizer, Webmaster e Tecnico Informatico presso alcune realtà di consulenza informatica. Oltre a questo, ho pubblicato diversi articoli di carattere tecnico su riviste di settore a tiratura nazionale: “Computer Idea” e “PC Magazine”, edite da VNU Business Publications Italia. Durante questo periodo ero sempre studente universitario”. 37
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Dal punto di vista informatico, come è organizzata in questo momento l’azienda? “Nel mio lavoro è fondamentale, se non necessario, l'utilizzo di programmi Opensource, distribuiti gratuitamente in base a una licenza pubblica generale. Questi programmi vengono impiegati anche in Berti per la comunicazione interna ed esterna e per il controllo di alcuni servizi informatici. Nello specifico, l’azienda sta utilizzando IPCOP come firewall e Zimbra Collaboration Suite come mail server atto alla gestione della posta elettronica”. Obiettivi per il futuro? “I progetti a breve termine sono il collegamento VPN LAN-TO-LAN o di tipo ROADWARRIOR: termini davvero incomprensibili per chi non è addetto ai lavori. In buona sostanza, si tratta di collegamenti informatici utili per la connessione di rami o agenti dell'azienda. Oltre a questo, io e Flavio Cacco stiamo approntando un nuovo sistema di reporting, in grado di rendere il più chiaro possibile quello che è l'andamento dei processi produttivi aziendali. L’obiettivo finale è poter svolgere facili interrogazioni su una banca dati centrale, ottenendo informazioni che permettano di verificare la reale produttività dell’impresa. Solo così sarà poi possibile elaborare valide statistiche e proporre mirati piani d’intervento”.
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GRAZIE OTELLO! È una di quelle storie che si ascoltano volentieri quella di Otello Gottardello, un energico signore di 56 anni, un autentico veterano della Berti. Una storia di vita vera la sua, iniziata tanto tempo fa’, fatta di fatica e sacrifici, concretezza, valori positivi. Mentre entusiasta e un po’ emozionato ci racconta i suoi inizi in azienda, ce lo immaginiamo ragazzino, davanti a un bancone, in mano una semplice sega. “Ho cominciato a lavorare nel 1965, quando avevo più o meno 14 anni” - ci riferisce con un velo di nostalgia. “Mio padre era falegname e conosceva molto bene il Sig. Cesare Berti, fondatore dell’azienda. Spesso infatti si recava presso la sua segheria, per rifornirsi di tavole utili al proprio lavoro quotidiano. Così, quando Cesare avviò la produzione di parquet e decise di assumere qualche dipendente, mio padre pensò subito di
propormi come apprendista. Di cosa mi occupavo? Di cornici e battiscopa”. “Ma com’era agli inizi la Berti?”. “Ah, sapeste…” - ci risponde con un sorriso “Cesare aveva organizzato la prima produzione di parquet in una “barchessa”, una di quelle vecchie case di campagna, per capirci. La cosa che ricordo in particolare è che lavoravamo praticamente circondati dagli animali da cortile… Pensate, il mio banchetto di lavoro era posizionato proprio a fianco della gabbia dei conigli! Nel corso degli anni le cose sono cambiate sempre più in positivo e giorno per giorno ho visto trasformarsi l’azienda in una realtà internazionale”. “E adesso cosa farà?”. “Non lo nego: è stato difficile riorganizzare le mie giornate. La pensione è un po’ come una separazione, un divorzio sofferto. Ma non mi perdo d’animo, continuerò ad occuparmi di legno, questa volta per hobby. Da tempo infatti amo destreggiarmi nella costruzione di mobili e mobiletti. E una mia grande passione è quella di scolpire il legno, creando piccoli bassorilievi”.
UN SALUTO AL SIG. CARLO PALERMO. È andato in pensione il 21 marzo scorso, con 42 anni di lavoro all’attivo e una carriera piena di soddisfazioni. Pure il Sig. Palermo ha iniziato a lavorare in Berti da molto giovane. Esattamente a 15 anni, nel lontano 1964, quando l’azienda contava appena una ventina di dipendenti. “Ho sempre operato nel reparto segheria” racconta - “Altro che muletti! Per spostare e accatastare le tavole di legno utilizzavamo un trattore da 40 cavalli. L’industrializzazione, l’avvento di macchinari sempre più evoluti ha migliorato radicalmente il lavoro degli operai e accelerato in maniera incredibile l’intera produzione. Mi ritengo fortunato, perché credo di aver contribuito un po’ anch’io al successo dell’azienda in cui sono praticamente nato e cresciuto. Tanto più perché ho sempre svolto il mio mestiere con molto amore, inventiva, coinvolgimento”. “Ma ci racconti un po’ di Cesare...”. “Cesare Berti? Un grande uomo, un grande imprenditore, capace e attento. La cosa che mi ha sempre affascinato di lui era l’estrema perizia e
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prontezza con cui era in grado di riconoscere e valutare la materia prima. Gli bastava una semplice occhiata per giudicare se una tavola di legno era di buona o cattiva qualità. E poi insegnava a noi tutti a non buttare mai via nulla: per questo si ingegnava continuamente per ottimizzare al meglio gli scarti”. Classe 1949, originario di Villa del Conte, il Sig. Carlo Palermo ci confessa di essersi sempre trovato bene in Berti, un’impresa fatta prima di tutto di persone, rispettosa nei confronti dei propri collaboratori.
ccoci nuovamente qua, torna BERTIMAGAZINE. È la sua settima edizione, uno strumento di comunicazione che si rinnova, che ha voglia di cambiare, informare, catturare per commentare il nuovo e guardare avanti. Ma com’era trent’anni fa? Si vive meglio o no? Sono passati velocemente, ma ancor più velocemente passeranno i prossimi trenta. Merito o colpa di chi? Di internet, della telefonia, del digitale terrestre, dell’ipod? Comunque sia, cambiano le abitudini, le mode, la famiglia nel privato e nel collettivo. Tutto sotto l’occhio attento del marketing che ci spia, ci registra e ci classifica per sapere cosa consumiamo, cosa facciamo e dove andiamo. L’uomo, forse, nasce per strumentalizzare… ma sicuramente non per essere strumentalizzato! E allora cerchiamo di non farci individuare, spiazzando le ricerche di mercato con comportamenti meno di massa, più intorno ai nostri piccoli mondi e Matteo Berti magari ci gustiamo una corsa più lenta e più personale. È così che si viveva bene allora, come si vive bene adesso, quando l’intelligenza e la sensibilità, che stanno tra il cervello e il cuore, producono creatività! E la qualità sta alla base di ogni soddisfazione.
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W W W. B E R T I . N E T
matteo@berti.net
Iscrizione al Tribunale di Padova n° 2017 del 21.03.2006
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CONCEPT: Matteo Berti Giuseppe Piazza GRAPHIC AND DESIGN: Silvia Bonato TEXTS: Katia Marin SPECIAL THANKS TO: Giancarlo Berti, Rosanna Berti, Andrea Berti, Swarovski, Diesel, Guru, Jacuzzi, Allison, Arch. Michele Trevisan, Marco Schiavi, Michele Dianin, Nice, Arch. Carlo Dal Bo, Mino Longo, Nicola Gardin, Roger Zanon, Enrico Bossan, Giovanni Boniolo, Il Graticolato, La Ginestra, Angela Amato, Dongwha Holdings, Romeo Conte, Pierangela Liuzzi, Salento Finibus Terrae, Studio Fuoco, Albino Rampazzo, Federico Rampazzo, Eugenio Rampazzo, Paolo Coppa e i punti vendita di Brescia e Mantova, Stefano Vegrone, Dario Badon, Mauro Trentin, Giancarlo Tollin, Dorico Promotion, Remake, Ruggero Grando, Otello Gottardello, Carlo Palermo.
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