PITAGORÀ u
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2 0 0 9
Periodico di notizie, novità e approfondimenti dal mondo dell’innovazione
WiMAX si naviga con un CLICK
Il brokeraggio tecnologico
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pagin a
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Nasce Politec banda Larga Primi servizi WiMAX a
p a g i n a
q u a t t r o
Inaugurazione Protopolo a
p a g i n a
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Ricordo di Renato Bartesaghi a
p a g i n a
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Caratterizzazione dei formaggi Dop Valtellinesi a
p a g i n a
d i e c i
Polo della Innovazione L’intervento immobiliare a pagina
quattordici
QUADRIMESTRALE CURATO DA
ANNO 2009
n
l’editoriale
T E C N O L O G I A
Cambiamo i paradigmi Progetti reali radicati su valori reali
“E
’ morto Renato”. Tre parole nella
resoconto in questo numero di Pitagorà;
tratta di paradigmi che da sempre carat-
loro crudezza, un sabato pome-
così come cominceremo ad avviare la di-
terizzano l’operosità dei nostri territori ed a
riggio intorno alle 16 hanno bruscamente
scussione su alcuni fronti che si apriranno
cui un progetto con il Polo dell’Innovazione
cambiato lo scenario di Politec. Renato
nel corso del 2009. Primo fra tutti l’attività
non può non dare spazio. La recente na-
Bartesaghi, certamente uno dei primi pro-
di incubazione di nuova imprenditoria negli
scita del’associazione “2020” a Morbegno,
pugnatori dell’idea del progetto del Polo
spazi disponibili presso il Protopolo.
che cercherà di promuovere una sensibiliz-
dell’Innovazione, ci ha lasciato. Questo
Può sembrare paradossale parlare di nuo-
zazione rispetto ai temi dello sviluppo so-
numero di Pitagorà dedica doverosamen-
va imprenditoria in un periodo economico
stenibile, potrà essere un interessante ca-
te ampio spazio a questa importante figura
come quello che stiamo vivendo, ma cre-
nale attraverso cui identificare iniziative che
che ha attraversato quarant’anni di storia
do che proprio perché il periodo è questo,
possano dare vita a nuove iniziative ispirate
valtellinese alla guida prima di una delle
sia necessario dare ancora più vigore alle
ai temi della green economy. Ma certa-
principali aziende del territorio e di uno dei
iniziative che permettano di prepararsi al
mente l’attenzione sarà posta in generale
più ambiziosi progetti poi.
momento (inevitabile) della ripresa. Mo-
sulle proposte in grado di promuovere at-
Per fortuna le idee sopravvivono alle perso-
mento che vedrà il successo delle iniziati-
tività industriali legate allo sviluppo di nuovi
ne ed ormai l’idea del Polo Tecnologico si
ve nuove e non legate a vecchi paradigmi.
prodotti o di nuovi servizi e che negli spazi
è incardinata a progetti sostanziali: WiMAX,
L’impressione, che da più parti emerge, è
ma, soprattutto, nella rete di competenze
Laboratori e Impresa Digitale; i tre nomi
che la “batosta” finanziaria abbia dato avvio
che Politec è in grado di offrire, troveranno
di sintesi attorno cui far ruotare l’attività di
ad una fase in cui la serietà dei progetti,
quella marcia in più per poter rapidamente
Politec in attesa che cominci a prendere
il radicamento a valori reali, alla produzio-
ed efficacemente raggiungere il mercato.
forma la struttura del Polo dell’Innovazione.
ne di beni rispettosi di una serie di “limiti”
Anche di questi progetti daremo ampio
saranno fattori competitivi di successo. Si
Stefano Besseghini
Il brokeraggio tecnologico I processi di innovazione rappresentano la principale reazione alle inevitabili mutazioni del contesto che pongono alle strutture produttive la necessità di reagire. E’ abbastanza stucchevole, quindi, porsi il problema se una azienda sia un’azienda che sappia innovare o no. Di fatto, qualsiasi azienda che sia ancora presente sul mercato è stata ed è un’azienda in grado di innovare. Esiste spesso una certa confusione nell’uso dei termini di Ricerca, Sviluppo ed Innovazione; termini usati con un’intercambiabilità che spesso è fonte di confusione e fraintendimenti. La Ricerca è quell’attività umana finalizzata principalmente alla produzione di conoscenza; è tipicamente caratterizzata da alti costi, elevata incertezza nei risultati e spesso le ricadute sono in settori diversi da quelli che hanno inizialmente stimolato l’attività di ricerca. Relativamente a questo ultimo aspetto, la storia della scienza è ricca di aneddoti e situazioni. Lo Sviluppo è quell’attività che prende i risultati della ricerca e tenta di farli diventare prodotti, servizi, oggetti che siano in grado di determinare un vantaggio competitivo a chi di questa attività di sviluppo ha deciso di sostenere i costi. Anche lo sviluppo è un’attività costosa ma caratterizzata da una maggiore possibilità di controllo del rischio e della destinazione del risultato. L’Innovazione, come detto in premessa, è invece un insieme di azioni e di attività che nel complesso identificano la capacità di cogliere proposte in grado di permettere all’impresa di mantenere il vantaggio competitivo che ha sul mercato ed i propri fattori distintivi. Certamente esiste una innovazione che deriva dall’attività di ricerca e sviluppo ed è spesso l’innovazione più radicale; quella che è in grado di modificare dei paradigmi sostanziali ma, spesso, il dominio dell’intera sequenza “ricerca – sviluppo – innovazione” esula dalle possibilità di una singola realtà; a maggior ragione se questa realtà ha dimensioni modeste. Una delle condizioni fondamentali per avere accesso ai benefici che possono derivare dai processi di sviluppo è quello di avere le informazioni. Se è solitamente noto che in
una Università o nei centri si svolge attività di ricerca è molto frequente il caso in cui non si abbia una informazione su quali siano le attività e le ricerche che vengono svolte; quand’anche questo avvenisse, non è così immediato avere consapevolezza di come, se e quando quelle attività potranno avere un riscontro nella propria attività quotidiana. Emerge quindi in tutta la sua evidenza la necessità di strutture di raccordo che possano operare da interpreti e traduttori tra il mondo della ricerca e quello della produzione. E’ un problema non semplice, che non ha una soluzione univoca e che è difficilmente standardizzabile-configurabile come un “pacchetto” acquisibile in maniera acritica. E’ più assimilabile ad un percorso che deve vedere l’azienda aperta, disponibile alla relazione, pronta ad osservare e cogliere gli stimoli che provengono dal contesto di riferimento. Una condizione spesso necessaria e, ahimè, non sufficiente, perché l’azienda possa sviluppare politiche di innovazione articolate e sistematiche è la presenza di un partner che sia in grado di presidiare quegli aspetti legati al linguaggio, ai tempi ed alle modalità di interazione che rendono spesso difficoltosa la comunicazione tra azienda e strutture produttrici di conoscenza, siano esse legate al mondo accademico, della ricerca pubblica o di quella privata. Sia la fase di sviluppo che quella di innovazione richiedono quindi mediatori in grado di armonizzare i vari processi.
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W i M A X
POLITEC BANDA LARGA: Per dare concreta attuazione al progetto di connettività wireless su tutto il territorio della Provincia
Servizi Politec by WiMAX Valtellina Orobie, 2ª Tappa di Coppa del Mondo Skialp A nemmeno un mese dell’accensione del segnale nel sondriese, Politec ha collaborato alla buona riuscita della kermesse orobica di Coppa del Mondo ISMF, garantendo la copertura in diretta dell’evento e fornendo un internet point coperto a banda larga. L’iniziativa, realizzata in sinergia con il Gruppo Creval e Retelit, ha avuto responsi più che positivi. Il giorno della gara, oltre mille utenti internet hanno seguito in diretta la competizione sul portale www.sportdimontagna.com
Politec Informa in streaming: Novità 2009 della nuova serie di incontri “Politec Informa” è la possibilità di seguire i vari meeting direttamente e comodamente da casa. Grazie alla tecnologia WiMAX e alla proficua collaborazione con l’impresa locale (Virtual Valley) che ha messo a nostra disposizione il programma “Virtual Meeting”, sempre più persone approfittano di questa opportunità accreditandosi sul sito www.politecvaltellina.it e richiedendo user e password necessarie per accedere alla camera virtuale.
Dopo l’accensione del segnale Wi-MAX nel
capitale sociale iniziale di 30.000 € e sede
sta prima fase, si perseguirà la promozione
tratto di Valtellina che da Ponte arriva sino
legale in Via Piazzi 23 a Sondrio.
della connettività WiMAX già attiva nella zona
a Cosio, è iniziato il lancio commerciale di
Questa soluzione garantisce sia la caratte-
compresa tra Poggiridenti e Cosio. Il traguar-
17° Trofeo Rally Valtellina
questa innovativa tecnologia che cambierà
rizzazione dell’attività all’interno dei progetti di
do ancora più ambizioso è però estendere
le abitudini e gli stili di vita di molti nostri con
Politec, che la possibilità di allargamento del-
questa copertura all’intera provincia». Tra-
valligiani.
la base sociale ad altri soggetti economici. Il
guardo che potrà essere tagliato solo con un
Proprio in quest’ottica, lo scorso
tutto, mantenendo in capo alla cooperativa il
impegno sinergico di più soggetti: «In piena
mese di Febbraio è nata la società
coordinamento e la conduzione della società
sintonia con lo spirito di Politec, svolgeremo
Sulla scia del buon esito ottenuto alla Valtellina Orobie, a metà marzo si è voluto effettuare un ulteriore step nella ripresa diretta delle grandi manifestazioni sportive presenti sul territorio. Con il semplice impiego di PC, telecamera e connessione WiMAX, qualcosa come 1118 appassionati di motori hanno potuto seguire via streaming una tappa del 17° Trofeo Rally Valtellina
“Politec Banda Larga Srl”,
stessa.
la nostra azione in stretta collaborazione con
ovvero la prima concreta realizzazione di uni-
Il direttivo di Politec Banda Larga è attualmen-
aziende che svolgono la loro azione in loco.
tà produttiva promossa e realizzata dal Polo
te formato da Stefano Besseghini nel ruolo di
Ciò, sia per attivare nuovi servizi che per
dell’Innovazione della Valtellina.
Presidente del Consiglio di Amministrazione;
creare ulteriori possibilità di businnes. Poli-
Tale società si occupa dell’infrastruttura, della
Sergio Schena e Alessandro Della Vedova in
tec Banda Larga opererà quindi come un
diffusione e dell’utilizzo della Banda Larga in
quello di consiglieri. «Questa società nasce
elaboratore di progetti e di nuove tipologie di
provincia di Sondrio e aree limitrofe; in par-
con il preciso obiettivo di presidiare la pro-
servizi resi possibili proprio da tale proficua
ticolare del sistema Wi-MAX. Con natura
gettualità relativa alla fornitura di banda larga
collaborazione».
giuridica di società a responsabilità limitata,
a tutto il territorio della provincia di Sondrio
attualmente detenuta al 100% da Politec, ha
– ha dichiarato Stefano Besseghini -. In que-
E questo è solo l’inizio…
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Gruppo
Giovani
Industriali
Confidustria Giovani GUARDA AL FUTUTRO R
innovato il direttivo, con nomina di Michele Rigamonti a capo del gruppo per il biennio 2009/2011, ad inizio marzo una nutrita delegazione ha visitato il Protopolo di Montagna in Valtellina. L’occasione è stata propizia per un approccio diretto con una realtà innovativa e operativa sul territorio: «Al giorno d’oggi si compete innovando, sia a livello di prodotti, che per quanto riguarda i processi produttivi - ha dichiarato Michele Rigamonti -. Come giovani e come imprenditori crediamo nelle potenzialità di crescita e sviluppo del nostro territorio e siamo profondamente convinti che Politec svolgerà un ruolo fondamentale con la sua opera di trasferimento tecnologico e di aggregazione della domanda di innovazione che emerge dal tessuto produttivo». Facendo un quadro sulla situazione provinciale, ha proseguito: «Oltre alla carenza di infrastrutture fisiche, Valtellina e Valchiavenna scontano un deficit di infrastrutture telematiche. Con il progetto WiMAX, Politec ha iniziato a fornire connettività internet a larga banda, e senza fili, ad alcune aree che mai sarebbero state raggiunte dall’ADSL per mancanza di una sufficiente massa critica di utenti. Crediamo nell’iniziativa ed auspi-
chiamo la sempre maggiore diffusione della copertura wireless». Entrando nei dettagli: «Le odierne normative nazionali e comunitarie pongono in capo ai produttori stringenti obblighi per quanto concerne requisiti tecnici, di sicurezza e di igiene dei prodotti. Spesso le piccole e medie imprese locali devono rivolgersi fuori provincia per fare svolgere prove tecniche ed analisi di laboratorio, con aggravi di costi e di tempi. Politec ha dato una risposta a questi problemi varando Valtellina Labs. Un’ennesima dimostrazione di capacità di ascoltare le esigenze del territorio e di fornire soluzioni concrete». In sintonia con Rigamonti anche l’amministratore delegato di Politec Stefano Besseghini: «L’incontro con i giovani Imprenditori di Confindustria Sondrio è stato quanto mai proficuo. Dopo avere illustrato loro la filosofia Politec e alcuni progetti che si stanno portando avanti, li abbiamo accompagnati in una vera e propria visita guidata della struttura». Entrando nei dettagli di questo primo approccio, ha proseguito: «Questi ragazzi sono il futuro imprenditoriale della nostra provincia e il solo fatto che siano molto ricettivi verso tematiche come tecnologia ed innovazione è di per se un buon segno. In futuro si potrà sicuramente instaurare delle collaborazioni ad hoc sia per quanto riguarda i servizi di laboratorio che offriamo, ma soprattutto per il progetto di incubatore aziendale; la nuova scommessa di Politec. Mi spiego meglio: presso il Protopolo di Montagna abbiamo delle aree già attrezzate e disponibili ad ospitare nuove attività imprenditoriali. In quello che vuole essere un vero e proprio incubatore, offriremo una prima sede, servizi di segreteria, supporto tecnologico ed una solida rete di relazioni per la fase di start up; quella che notoriamente è la più delicata».
N e lla foto: Mic h e le Rigamon ti
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27 MARZO 2009
P o l i t e c :
INAUGURAZIONE PROTOPOLO G
ià a regime dal primo settembre 2008, la prima sede operativa del Polo Tecnologico della Valtellina è stata ufficialmente inaugurata venerdì 27 marzo 2009. Per l’occasione, al Protopolo di Montagna si sono dati appuntamento i membri del CDA e autorità locali. «Solo Innovando si può uscire dalla crisi – ha esordito il presidente di Politec, Fiorello Provera -. Siamo di fronte ad un periodo difficile; ma sono fiducioso. Non si può tagliare questo nastro senza ricordare Renato Bartesaghi che alcuni mesi fa ci ha lasciati orfani del vero e proprio ideatore di questo progetto. La vita deve continuare; prendiamo spunto dal suo entusiasmo per dare la giusta ufficialità a questa struttura. Una struttura a servizio della nostra gente e delle nostre imprese». Entrando nei dettagli ha proseguito: «Politec ha finalità economiche e sociali. E’ un ente strutturato che sta affrontando scommesse cruciali come la copertura banda larga dell’intera provincia. L’obiettivo è costruire il nostro futuro da attori e non subire i tempi che verranno senza avere gli strumenti per affrontare le difficoltà che ci si porranno dinnanzi». E a proposito di futuro, una menzione d’obbligo è andata ai giovani valtellinesi: «L’occupazione si mantiene e si promuove mettendo in condizione le imprese di essere competitive sul mercato, ma anche dando ai nostri giovani laureati la possibilità di contribuire allo sviluppo della loro terra». Alle parole di Provera hanno fatto eco quelle del vicepresidente di Politec Emanuele Bertolini. «Una delle mission di Politec è dare possibilità di sviluppo alle nostre imprese. Qui riceveranno il supporto necessario per sviluppare nuove tecnologie, fare ricerca, per innovarsi e di conseguenza proporsi a nuovi mercati. Il Polo Tecnologico della Valtellina è attivo da diverso tempo e sta portando avanti progetti concreti. Vi sono società che vogliono cooperare. Siamo solo all’inizio, ma se il buongiorno si vede dal mattino; non possiamo certo lamentarci». Tra gli interventi degni di nota, pure quello dell’amministratore delegato Stefano Besseghini: «Al Protopolo sono stati costituiti i primi laboratori e vi sono gli spazi per dare vita a dei veri e propri incubatori aziendali. Ciò che si vuole è stimolare la nuova imprenditoria; cosa fondamentale in questi periodi di crisi». Maurizio Torri
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Ricordo di
Parlare degli ultimi anni di vita Renato Bartesaghi o della storia che
ha condotto alla fondazione ed avvio operativo di Politec è la stessa cosa; tanto sono strettamente connesse e interrelate le rispettive vicende: quella umana e manageriale della persona, con quelle dello sviluppo dell’idea del progetto strategico del Polo dell’Innovazione della Valtellina.
Visceralmente attratto da ciò che percepiva come proposta potenzialmente rispondente ad alti obiettivi di sviluppo del territorio della sua Valle che tanto amava, Renato Bartesaghi vi si dedicava anima e corpo. In questa “mission” era sorretto da un carattere volitivo, arricchito di ampia esperienza maturata come amministratore e manager di alto profilo e da solide capacità organizzative che gli consentivano di coinvolgere e catalizzare tutti i collaboratori con cui si trovava ad operare e che riteneva adeguati alle finalità delle iniziative avviate.
La sua idea, un Polo per la Valtellina E’ noto che l’origine e radici della proposta di costituire in provincia di Sondrio una struttura di Polo Tecnologico risalgono ad un percorso avviato all’indomani delle calamità naturali che hanno colpito la Valtellina nel 1987 sulla base degli studi e ricerche curate da Alberto Quadrio Curzio. L’idea colpì Bartesaghi che vi aderì attraverso un’iniziativa promossa dalla SEV nell’anno 1995 (25 novembre) con il convegno “Una rete di servizi telematici in provincia di Sondrio: una proposta progettuale” – proposta di prototipo e progetto sperimentale anticipatore del Polo Tecnologico - in cui Bartesaghi, nel ruolo di Responsabile del Comitato Scientifico del Convegno, svolse la relazione conclusiva. Da quella data fu un susseguirsi di iniziative promosse da istituzioni e organismi della provincia che contribuì a tener desta ed animare il dibattito locale sul tema dell’innovazione e del trasferimento tecnologico. Dopo la fase di studio e di dibattito sulle più corrette modalità per dar vita ad una iniziativa di “Polo”, iniziò una più ampia fase di annuncio e presentazione pubblica dell’iniziativa orientata a sensibilizzare più ampie fasce della classe dirigente valtellinese al fine di creare le migliori condizioni ambientali per avviare concretamente la realizzazione in Valtellina di un “Polo Tecnologico” o “Polo dell’Innovazione”. Il progetto fu quindi presentato alle autorità politiche, alla società civile e al mondo accademico. L’affinamento della struttura avvenne sulla base di uno studio che la SEV affidò al CERIS del Consiglio nazionale delle Ricerche (CNR) di Torino, ed al cui risultato Renato Bartesaghi fornì preziosi contributi oltre ai lineamenti per le scelte organizzative e settoriali più appropriate per la sua struttura. L’apporto di Bartesaghi si segnala per la lucidità con cui ha saputo coniugare gli aspetti teorici dello studio del Ceris-Cnr, con i principi della sussidiarietà e le esigenze strutturali organizzative dell’entità di governo del progetto, presentando una configurazione innovativa caratterizzata dalle seguenti strutture di gestione e funzionamento del Polo dell’Innovazione: - Cooperativa: Ente gestore del Polo con esclusive funzioni di indirizzo e di controllo; - Entità immobiliare: Ente proprietario degli asset immobiliari del Polo Tecnologico; - Unità produttive: Imprese autonome finalizzate a strutturare l’ offerta di servizi del Polo; - Entità finanziaria: strumento a servizio delle ne-
cessità finanziarie delle imprese che si insediano nel Polo. Le successive tappe sono quelle che hanno condotto alla costituzione del Comitato promotore ed alla costituzione di Politec avvenuta il 15.12.2006 con la partecipazione in qualità di Soci Costituenti dei Soggetti altamente rappresentativi del mondo istituzionale, dell’economia reale e della società civile valtellinese. In Politec Renato Bartesaghi fu chiamato a ricoprire nella fase costitutiva e di avvio operativo sino a fine 2007 i ruoli di Vice Presidente e Amministratore Delegato. Successivamente, avendo ritenuto esaurito il suo compito di amministratore, accettò l’incarico commissionatogli dal Consiglio di Amministrazione di Consulente del Presidente per le strategie. Il suo contributo, sempre determinante, fu rivolto alla definizione dell’ordinamento organizzativo, del piano strategico e piano progetti della società, delle metodologie di gestione, sino all’impostazione di alcuni progetti strategici quali la copertura WiMAX del territorio della provincia di Sondrio, i prodotti e servizi per Impresa Digitale, i modelli previsionali per la gestione economico-patrimoniale aziendale, la struttura del Protopolo di Montagna al Piano. Lascia in tutti coloro che hanno avuto la grande opportunità di collaborare con lui, un ricordo profondo e indelebile: di fede nelle idee e principi fondamentali della vita spesa con grande attenzione e considerazione alle esigenze della comunità. Di dedizione assoluta ai grandi progetti, di generosità, spirito di dedizione, rigore nell’operare e nel perseguimento degli obiettivi. Per Politec e per la Comunità, la sua scomparsa è stata una grande perdita, confortata comunque dal ricordo di quanto ha saputo realizzare e lasciare in eredità di testimonianza. Claudio Snider
Renato
BARTESAGHI Riportiamo di seguito alcuni stralci dell’ intervento di Renato Bartesaghi al convegno del 4 marzo 2005 come lascito del suo messaggio e della sua testimonianza.
Convegno di presentazione della pubblicazione “Valtellina. Profili di sviluppo. Una provincia tra identità e innovazione 2000-2010, a cura di Alberto Quadrio Curzio”, dedicato in particolare alla presentazione del Polo Tecnologico della Valtellina. Una rete telematica non è un problema tecnologico, ma è innanzitutto una questione di cultura che va ben al di là della semplice capacità di utilizzo della strumentazione... E’ un processo che coinvolgerà radicalmente la generazione dei giovani, ancora più pesantemente di quanto la nostra generazione non sia stata coinvolta dallo sviluppo dei sistemi di trasporto e dall’introduzione dei computer… Entrare in rete” significa anche prepararsi a essere nodi di interscambio, accentuando la funzione di trasmettitore e non solo di ricettore di informazioni. La società valtellinese, sull’argomento, ha positivamente riflettuto per lungo tempo; ora è giunto il momento di agire in fretta per evitare di perdere delle opportunità offerte da situazioni ambientali non facilmente replicabili… Ritengo opportuno richiamare l’attenzione su quanto sia importante mantenere sul territorio quartieri generali di imprese significative per dimensioni che consentono di avviare importanti processi di innovazione ed esportano poi il lavoro specializzato svolto sotto forma di “prestazioni” alle strutture da essi dipendenti ed operanti su altri spazi. Nel caso concreto, la banda larga ha offerto la possibilità al rilevante distretto bancario valtellinese di gestire sedi lontanissime dal quartier generale mantenendo l’indotto occupazionale in provincia. In effetti, la provincia di Sondrio ospita le sedi centrali delle Banche una volta solo “locali” mentre le altre province italiane ospitano le loro sedi periferiche. Siamo in presenza della situazione opposta a quanto è accaduto in altri settori produttivi nei quali, in generale, la provincia ospita unità produttive periferiche di conglomerati aventi le sedi centrali altrove con tutti i rischi connessi. Resta da notare che nulla, in questo campo, è irreversibile. La Valtellina deve porsi con grande determinazione l’obbiettivo di diventare “centro” e non “periferia” incolore dei grandi aggregati urbani. Il diventare in futuro “centro” o “periferia” dipende dalla capacità che la classe dirigente valtellinese attuale saprà esprimere nel campo dell’innovazione e della sua attitudine all’esercizio del pensiero strategico. La capacità di produrre uno sforzo congiunto per la realizzazione di un “polo tecnologico” per l’innovazione dell’impresa e dei servizi pubblici influenzerà decisamente il futuro line-
amento economico della valle: da questo dipenderà se la Valtellina sarà centro o periferia. Per poter far entrare effettivamente “in rete” un territorio è necessario che i responsabili delle organizzazioni produttrici di beni e servizi siano in grado di ripensare globalmente il loro modo di produrre partendo dall’evidente constatazione che l’avvento delle comunicazioni a banda larga ha posto fine all’antico modo di produzione basato totalmente sull’utilizzo di risorse e di conoscenze esclusivamente interne. In questo nuovo scenario l’azienda non deve pensare ad “avere” relazioni con il resto del mondo ma deve “essere” intimamente un nodo di un sistema di relazioni che coinvolge tutti. La sfida non è semplice da vincere, ma è semplicemente essenziale vincerla per poter erogare servizi sempre migliori con costi sociali sostenibili. Il Polo Tecnologico, nel contesto sin qui sinteticamente delineato, svolgerà il ruolo di supportare il passaggio culturale che la classe dirigente è chiamata a fare per poter gestire la nuova società basata sulle comunicazioni anche mediante l’offerta dei necessari supporti operativi erogati da agenzie specializzate allocate all’interno del Polo stesso. Oggi dobbiamo adeguare la nostra cultura dirigenziale al proficuo utilizzo dei mezzi che la tecnologia delle reti di comunicazione ci propone a ritmo incalzante; come classe dirigente siamo chiamati a compiere una grande ascensione che nessuno presuntuosamente può pensare di concludere “in solitaria”.
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Agroalimentare La caratterizzazione dei formaggi DOP valtellinesi
L
a consapevolezza dei consumatori riguardo le caratteristiche di salubrità e autenticità dei cibi consumati, e la necessità dei produttori di prodotti tipici di difendersi dalla concorrenza derivante dal commercio di beni similari, che non rispettano i parametri di processo ed origine richiesti in molti disciplinari, richiedono l’individuazione di marcatori caratteristici di ciascuna filiera produttiva (materia prima, processo, prodotto) da utilizzare come parametri per valutare la qualità, salubrità e tipicità degli alimenti. Nel caso dei formaggi, la materia prima e gli enzimi normalmente presenti nel latte, nella microflora lattica o aggiunti dall’operatore per attuare la trasformazione (cagli) concorrono a determinare le caratteristiche peculiari di ciascun prodotto. L’azione principale di questi enzimi si esplica sulla frazione proteica, fornendo prodotti di degradazione che rappresentano delle vere e proprie impronte digitali (fingerprint) in grado di caratterizzare i diversi formaggi (ma più in generale di diversi prodotti alimentari). Rimarcare le differenze tra prodotti apparentemente simili ed evidenziare eventuali alterazioni provenienti da fermentazioni non desiderate o contaminazioni è sempre più una necessità delle aziende e una richiesta dei consumatori. Nell’ambito di Valtec un progetto finanziato dalla regione Lombardia e coordinato dal consorzio di tutela del Casera e del Bitto (CTCB), sono allo studio le caratteristiche compositive e la degradazione proteica dei formaggi DOP valtellinesi Bitto e Valtellina Casera. Analisi già effettuate presso il CRA-FLC di Lodi hanno permesso di rimarcare delle differenze nei due formaggi a parità di stagionatura, che risulta più marcata nel caso dei campioni di Bitto. Ulteriori sviluppi di questo lavoro prevedono l’applicazione di tecniche come la spettrometria di massa. Questa strumentazione analitica, innovativa e versatile, sarà a breve disponibile presso i Valtellina Labs di Politec. Tale tecnologia costituisce un tassello importante per far diventare Politec un polo di eccellenza per problematiche strettamente legate alla caratterizzazione della filiera dei prodotti presenti sul territorio.
CENTO TETTI sportello energia M
La Spettrometria di Massa Una Tecnica Innovativa
La spettrometria di massa è una tecnica di analisi molto potente utilizzata sia per l’identificazione di prodotti incogniti, che per il dosaggio di composti noti. Serve inoltre a rilevare le proprietà strutturali e chimiche di molecole sconosciute. L’analisi può essere realizzata con quantità di campione estremamente limitate (nell’ordine del miliardesimo di grammo) e a concentrazioni molto basse in miscele complesse (fino a una parte per mille miliardi) in quanto lo spettrometro è uno strumento estremamente sensibile e selettivo che permette di misurare esattamente il rapporto massa su carica (m/z) di ioni in fase gassosa, di cui determina in ultima analisi il peso molecolare. La spettrometria di massa fornisce indicazioni attendibili impiegabili in una grande varietà di campi di applicazione quali i settori medico, forense, ingegneristico, biochimico, genetico, chimico organico, fisico, chimico-fisico e astronomico. Sorta come metodo fisico, dapprima per la determinazione della massa atomica e degli isotopi, poi applicata alla chimica organica, e nell’ultimo decennio sviluppata con successo per l’analisi di molecole ad elevato peso molecolare quali proteine e polimeri, si presenta come una raffinata tecnica identificativa che riveste un ruolo di primaria importanza. Ruolo sostenuto dai bisogni emergenti di identificazione di molecole incognite, di quantificazione di composti in matrici complesse, e di studio delle modificazioni subite da questi in seguito a qualsiasi reazione chimica artificiale o naturale. Il suo successo è reso possibile dall’abilità della strumentazione di estrarre specie chimiche intatte da soluzioni composte da un notevole numero di analiti, per poi essere sottoposte all’analisi della formula di struttura o al loro dosaggio. Le applicazioni della spettrometria di massa spaziano dal rivelare e identificare l’uso di steroidi da parte di atleti al controllare in tempo reale la respirazione di pazienti da parte degli anestesisti durante interventi chirurgici, dal determinare se il miele è stato adulterato con l’uso di sciroppi zuccherini al verificare la presenza di diossine in alimenti contaminati; inoltre può essere utilizzata per valutare la presenza di ulcere peptiche tramite tecniche non invasive, chiarire la composizione di specie molecolari rilevate nello spazio, definire “come” i farmaci vengono utilizzati dall’organismo, effettuare analisi di sostanze inquinanti per l’ambiente, stabilire l’età e l’origine di campioni geochimici e archeologici tramite il dosaggio del 14C. Eleonora Perani
entre sto mettendo mano alla stesura di questi appunti ricevo la notizia dell’improvvisa scomparsa di Renato Bartesaghi. Mi è impossibile non ricordare la passione dei nostri incontri discutendo dei 100 tetti ed i suoi insegnamenti morali e manageriali, che sono passati attraverso il sorriso e tante lavagne cancellate e riscritte, ogni volta con la stessa passione. Lo ricordo con gratitudine e riconoscenza. 100 tetti. L’idea iniziale, che da oltre due anni è presente tra le iniziative del progetto Morbegno 2020, era piuttosto semplice e da subito convincente: operare affinché 100 famiglie potessero installare sul proprio tetto un impianto fotovoltaico, senza doversi preoccupare né degli aspetti formali, né di quelli tecnici, né di quelli finanziari, godendo solamente dei vantaggi economici finali. Una scelta di questo tipo trovava la sua naturale collocazione nel nostro progetto locale di sviluppo sostenibile, ma vi era anche la convinzione che potesse rivestire un valore strategico più ampio e significativo per tutta la provincia. A ciò ha contribuito l’incontro con Politec e la rielaborazione progettuale che ne è conseguita, con l’estensione degli obiettivi ed il cambiamento delle modalità operative, i cui tratti sono già stati abbozzati negli incontri preparatori tenutisi al Protopolo di Montagna al Piano e con il convegno pubblico di Morbegno tenutosi lo scorso mese di dicembre. Oggi ci pare che questa misura possa concorrere, con altri importanti interventi, a rafforzare l’economia locale, la nostra autonomia energetica, la qualità dell’ambiente, il benessere dei singoli. Dall’analisi dei dati del GSE emergono alcuni aspetti sui quali soffermarsi. Posto un obiettivo nazionale da raggiungere pari a 1.200 MegaWatt di potenza, al 31 dicembre 2008, sono entrati in esercizio sul territorio italiano circa 24.000 impianti fotovoltaici, per una potenza cumulata complessiva di circa 260 MegaWatt (in provincia di Sondrio oltre 100 impianti per oltre 1MegaWatt a novembre 2008). Confrontando queste cifre con la situazione della Germania, in anticipo di cinque anni rispetto all’iniziativa italiana, e che ad oggi ha un installato superiore ai 5.000 Megawatt, si intuisce come la strada da percorrere sia ancora lunga, soprattutto se si considera il vantaggio importante derivante dall’irraggiamento del territorio italiano, specie nel sud del paese. Una delle prime difficoltà da rimuovere è quella dovuta alla scarsità di una corretta informazione, lacuna che il progetto si prefigge di colmare. Vanno divulgati e spiegati i vantaggi, sia collettivi che individuali, derivanti da questo tipo di investimento. E’ inoltre necessario facili-
tare le pratiche amministrative (sebbene largamente semplificate dal secondo conto energia), dipanare gli aspetti tecnici offrendosi come mediatori al fine di garantire la qualità, ma soprattutto chiarire nel dettaglio i piani finanziari, mettendo ciascuno nelle condizioni di poter fare delle previsioni realistiche sulla resa del proprio investimento. Dal punto di vista finanziario, fortunatamente, gli istituti di credito hanno prontamente creato strumenti finanziari ad hoc, il che consente se non altro di non dover aggiungere alle già elevate incertezze del cittadino anche lo scoglio del finanziamento e comporta la possibilità di arricchire il servizio iniziale offerto dal cento tetti, per chi ne avesse la necessità. Il tutto avendo cura di favorire l’incontro tra domanda ed offerta locale, accrescere il mercato potenziale futuro e la disponibilità dell’offerta complessiva, come la sua qualità. Questi gli ambiti in cui il progetto vuole intervenire per favorire le installazioni, lasciando anche come ricadute sul territorio studi sul potenziale energetico di ciascun singolo edificio, che verrebbero affidati ai comuni che parteciperanno all’operazione. Importante la possibilità di mantenere collegati gli interessi di questi potenziali investitori anche nel futuro, offrendo loro l’opportunità di partecipare a servizi di monitoraggio della qualità e resa del proprio impianto, nonché un punto di riferimento costante ed imparziale, il nostro Politec-Team Ventiventi, in grado di valutare l’evoluzione ed il potenziamento dei propri personali investimenti legati al settore energetico. Dopo un opportuno coinvolgimento dei portatori di interesse locale la parola passerà a cittadini ed imprese che saranno determinanti per la riuscita della proposta. Mauro Del Barba
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Osservatorio Economico della Valposchiavo Un osservatorio economico con obiettivo “locale” Un esempio di sussidiarietà
Sede Sky Italia, Milano
Auditorium Parco della Musica, Roma
Ospedale A. Manzoni, Lecco
Banca Popolare Italiana, Lodi
Maciachini Center, Milano
Corriere della Sera, Milano
UBI Banca, Brescia
Centro Meridiana, Lecco
Bodio Center, Milano
Nhow Hotel, Milano
Golf in Golf Hotel, Solbiate Olona
Istituto di ricerca E. Medea, Bosisio Parini
L’osservatorio economico della Valposchiavo (CH) è uno strumento per l’analisi della situazione economica locale e della sua evoluzione. È una misura concepita dalla neocostituita Regione Valposchiavo (RVP) nel 2008 che diverrà pienamente operativa nel 2009. In sintonia con gli approcci innovativi della RVP, l’Osservatorio economico non si definisce tanto attraverso degli elementi di input come potrebbe essere un segretariato permanente ma soprattutto attraverso gli output, cioè i servizi di consulenza su aspetti di economia locale richiesti dalla RVP stessa. L’osservatorio ha una persona di riferimento per dirigere i lavori nella fase di concezione teorica e realizzazione pratica, ma è pensato soprattutto come rete di persone competenti in materia, attivabile ad hoc, in grado di fornire delle indicazioni pratiche alla RVP per la sua governance nell’ambito della promozione socio-economica.
L
’economia, o meglio, il sistema economico, si trova sempre sotto i riflettori: osservato dai privati cittadini, perché in un modo o nell’altro ne determina la vita quotidiana; analizzato dalle aziende private, un po’ attrici e un po’ sue serve; “sorvegliato” dagli enti pubblici che, invocando l’uso di questa o di quella teoria, tentano di promuovere le “condizioni quadro favorevoli” che dovrebbero farlo prosperare. Un sistema globalizzato, che forse, anzi certamente, avrebbe bisogno di un governo mondiale come proposto dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel al Forum Economico di Davos. Ma allora perché un osservatorio economico con un obiettivo “locale”? Un puro controsenso nei confronti della realtà nella quale siamo immersi? Evidentemente no! E per alcune buone ragioni. Prima fra tutte il principio di sussidiarietà da tanti auspicato ma spesso ignorato al momento della sua messa in pratica. Tale principio promuove la massima secondo cui le decisioni vanno prese il più vicino possibile ai cittadini. In altri termini, misure d’impatto locale dovrebbero essere decise e finanziate localmente, mentre misure d’impatto nazionale decise e finanziate a livello nazionale. Ovviamente, per questioni di ridistribuzione e per altri
motivi, non sempre è possibile una distinzione netta dei ruoli e degli oneri. L’Osservatorio Economico della Valposchiavo è uno strumento che serve a questo scopo. Uno strumento costituito da un insieme di persone in grado di analizzare i vari “parametri vitali” dell’economia dell’area in questione. Per il livello locale è sufficiente che l’Osservatorio sia in grado di dare alcune risposte semplici a domande del tipo: Quali sono i meccanismi di funzionamento del sistema economico locale? Quali sono i pilastri su cui poggia? Quali sono i suoi motori? Quali i suoi freni? O ancor più concretamente: quanto potrebbe essere dannosa la chiusura di un’azienda? Innescherebbe una spirale negativa? O rimarrebbe un evento isolato? Cosa apporterebbe in termini economici l’insediamento di una nuova azienda? Come si inserirebbe nel tessuto economico locale? Lo rafforzerebbe in qualche modo? Infine e soprattutto: vi sono dei potenziali inespressi che potrebbero essere meglio valorizzati? Come? Queste sono alcune delle domande alle quali l’Osservatorio Economico della Valposchiavo risponde. Da una parte, facendo capo ad una conoscenza approfondita del sistema economico attuale, in modo da essere in grado di fare delle previsioni economiche attendibili perlomeno in merito ad eventi di portata locale. Dall’altra, intende interrogare con una certa regolarità le aziende locali sul loro stato di salute, sulle sue prospettive e sui problemi che più la attanagliano. Gianluca Giuliani
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POLO DELL’INNOVAZIONE: l’intervento immobiliare
1) Il Polo dell’Innovazione è un progetto fortemente voluto dal Gruppo Credito Valtellinese che ha messo in moto intelligenze e risorse perchè la Provincia di Sondrio intraprendesse un percorso che anche altri territori hanno avviato; allo stato attuale qual è la sua valutazione sull’avanzamento dei lavori? Il progetto, la cui parte urbanistica sviluppata nel Programma Integrato di Intervento approvato nel 2008 rappresenta solo la parte più evidente, ha l’ambizioso obiettivo di costruire un percorso virtuoso per l’intera provincia di Sondrio. In tale scenario la consapevolezza della complessità del sistema economico e sociale ci spinge sempre più a ripensare ogni nuovo investimento per il territorio in termini di sistema e di rete. I lavori edilizi in corso per il nuovo grande Parco dell’Adda Mallero e lo studio progettuale degli edifici per il Credito Valtellinese e per il Polo dell’Innovazione sono solo lo sfondo della nuova scena che l’iniziativa propone. Ci auguriamo che, con lo sforzo di tutte le parti istituzionali e imprenditoriali coinvolte, si riesca nel più breve tempo possibile a definire compiutamente tutti i contenuti programmatici del progetto per cogliere le opportunità dei nuovi rapporti tra la città di Sondrio, l’intero sistema Valtellina e il resto del mondo. 2) Il Polo dell’Innovazione è anche un grande progetto immobiliare che cambierà volto ad una parte significativa della città di Sondrio, è in corso un grande dibattito sulla riqualificazione del fondo valle pensa che l’insediamento del Polo saprà essere “innovativo” anche da questo punto di vista? La valorizzazione e il recupero di un luogo oggi
marginale e degradato attraverso un impegnativo intervento infrastrutturale e insediativo - di cui cito solamente il parco dell’ Adda Mallero inserito nel più ampio disegno del Sentiero Valtellina - passa senza dubbio attraverso un progetto di trasformazione territoriale a forte valenza ambientale “sostenibile”. Il disegno ordinato e coerente delle nuove aree e l’innovazione tecnologica degli edifici sono le basi per realizzare innovativi spazi di lavoro che ben si relazionano con i caratteri ambientali del territorio circostante, alla periferia di Sondrio e sono la miglior risposta possibile alla sfida della riqualificazione del fondovalle. Fondovalle che, solamente se gestito in termini generali di sistema integrato tra le esigenze produttive e ambientali, potrà riguadagnare quel ruolo di paesaggio alpino a servizio delle eccellenze turistiche della Provincia. 3) Il gruppo Creval sostiene attivamente progetti di credito alle aziende ed in particolare ai giovani imprenditori (basti ricordare l’accordo con Confindustria Giovani), Politec ha in progetto nel protopolo un incubatore di impresa e certo questo sarà presente anche nel Polo dell’Innovazione, possiamo immaginare una sintesi delle diverse iniziative progettuali? Obiettivo primario e da sempre perseguito dalla nostra Banca è il sostegno allo sviluppo economico delle P.M.I. operanti nei territori di nostra presenza. In questo contesto proseguono
le iniziative, concertate con le associazioni di categoria ed i consorzi fidi, per individuare gli strumenti idonei a fronteggiare la crisi finanziaria che sta investendo l’economia nazionale. Concreta testimonianza di ciò sono gli accordi operativi stretti con diverse sezioni di Confindustria sul territorio a supporto di nuove operazioni di investimento e del riequilibrio della finanza aziendale. In questo contesto si inserisce l’accordo con Confindustria Giovani, attraverso il quale la nostra Banca vuole essere concretamente vicina ai giovani imprenditori per favorire la crescita economica del territorio lombardo. Si tratta di un nuovo modo di pensare al rapporto tra banca e imprenditore, un rapporto che va oltre quello che si instaura tradizionalmente tra l’erogatore del servizio e il fruitore dello stesso, facendo così compartecipare due realtà alla realizzazione del prodotto. È sempre con queste premesse che guardiamo poi con particolare interesse verso un progetto di “incubatore di imprese”, che possa favorire la nascita di nuove esperienze imprenditoriali e che possa rappresentare un driver per la crescita economica del territorio. Per questo progetto ci poniamo come punto di riferimento e di supporto in una fase, quella dello start up, in cui maggiore è l’esigenza delle imprese di dotarsi di condizioni e strumenti finanziari adeguati a contribuire allo sviluppo della nuova iniziativa. In questo senso, abbiamo con convinzione partecipato alla costituzione di Genport s.r.l.,
società risultante da uno “spin off” del Politecnico di Milano, che so occupa principalmente della progettazione, della fabbricazione e della commercializzazione di celle a combustibile portatili e di sistemi ad impatto ambientale zero per la generazione portatile di energia elettrica. Genport nasce dalla collaborazione di realtà eterogenee, in grado di apportare know how tecnologico-scientifico, risorse finanziarie e cultura manageriale, necessarie per lo sviluppo di un progetto ambizioso. Oltre al Politecnico di Milano, sono nostri partner di questa iniziativa: Genbee S.r.l., società che porta nel progetto il know how tecnico scientifico e gestionale; Elemaster S.p.A., che opera nelle tecnologie elettroniche, che ospiterà l’avvio delle attività produttive e realizzerà l’elettronica dei prodotti; SAATI group S.p.A., che produce tessuti tecnici industriali e che renderà disponibili componenti innovativi nel settore delle celle a combustibili. Mediocreval S.p.A. – Banca del Gruppo Creval specializzata nei servizi di corporate finance e nell’erogazione di crediti a medio-lungo termine – supporta finanziariamente il progetto, con l’intento di favorire l’industrializzazione in settori ad alta tecnologia in Valtellina. Non appena le condizioni saranno favorevoli, Genport potrà trasferire parte delle proprie attività nella nostra Provincia, al fine di costituire uno dei primi insediamenti del Polo dell’Innovazione. 4) Politec si pone come nodo di una rete di competenze relative al trasferimento tecnologico, una rete di relazioni con il settore dell’università e della ricerca; il gruppo Credito Valtellinese ha un’ampia rete nazionale legata al presidio di territori eterogenei, sarà possibile esportare prodotti e servizi del Polo valtellinese in questi territori? Lo sviluppo del Gruppo Credito Valtellinese è basato sul modello di “impresa a rete”, la cui priorità è quella di rispondere in maniera sempre migliore alle esigenze del territorio locale di insediamento, ponendo attenzione alle sue possibilità di sviluppo, mediante una politica di alleanze a livello nazionale e internazionale. Questo mo-
dello ci consente di dare risposta alle esigenze locali delle famiglie e delle imprese sfruttando reti di conoscenze, esperienze e competenza a livello globale, come avviene, per esempio, nel caso dell’Istituto Centrale Banche Popolari, che ha stretto una partnership europea nei sistemi di pagamento; tale partnership consente anche ai clienti della nostra Banca di avere accesso a tariffe concorrenziali mediante le economie di scala conseguite nel progetto di alleanza. Siamo convinti che la scommessa di sviluppo di un’impresa, fra le altre cose, dipenda dal suo orientamento all’organizzazione di sistemi innovativi di network interaziendali, necessari per realizzare un’ efficace condivisione delle conoscenze tra ricerca e impresa. Ciò contribuisce ad ottimizzare le potenzialità e le opportunità di sviluppo delle specificità del territorio, in linea con la vocazione localistica che da sempre guida e anima il Credito Valtellinese. Il Creval opera attualmente con 500 sportelli distribuiti in 10 regioni per il tramite di 6 banche territoriali, anche attraverso alleanze commerciali con partner specializzati, che offrono un elevato valore aggiunto. Sulla base del nostro sperimentato modello di sviluppo, possiamo certamente affermare che le tecnologie sviluppate da Politec potranno essere messe a fattor comune e trasferite, ove questo sarà possibile, nei territori in cui il Gruppo è presente, al fine di favorire una crescita tecnologia delle imprese nostre clienti. Ciò potrà favorire la creazione di occasioni di crescita e sviluppo nelle aree di nostra presenza, favorendone la crescita socio - economica di lungo periodo. 5) Il periodo storico è caratterizzato da una profonda crisi in cui molti vedono nuove opportunità a patto di saper cogliere stimoli e spunti nuovi nel caratterizzare il business, questa è innovazione a tutto tondo, quindi il polo dell’innovazione può essere uno strumento per accelerare il recupero? Quali le linee principali di azione che a suo vedere andrebbero perseguite? La crisi porta, per l’intero sistema economico, la necessità di un radicale mutamento della visione strategica e dei paradigmi operativi, per adeguarli ai nuovi e urgenti bisogni delle famiglie e delle imprese, adattandosi così in maniera positiva e proattiva al cambiamento. E’ necessario adeguare i propri business model per rimanere sul mercato; l’immobilismo genererà verosimilmente una rapi-
da uscita dal contesto competitivo. Il Gruppo Creval guarda alla difficile situazione che stiamo vivendo come a un’opportunità di sviluppo per le imprese efficienti e innovative. E’ necessario quindi intraprendere con decisione una strategia di innovazione, tanto di prodotto (ampliamento dell’offerta commerciale, ingresso in nuove aree di business e mercati), quanto di processo (razionalizzazione dei processi interni per l’ottimizzazione della struttura dei costi aziendali). Per quanto riguarda il nostro Gruppo, crediamo fortemente nel lancio di prodotti innovativi; negli ultimi anni abbiamo potenziato la gamma di prodotti per famiglie e imprese. Innovazione che, tuttavia, non deve essere imposta “dall’alto”, ma deve essere alimentata dalle effettive esigenze dei clienti; solo in questo modo – interpellando le associazioni e gli operatori del territorio – si può e si deve fare innovazione, altrimenti il rischio è quello di fare “finanza creativa”, come spesso è successo nelle grandi banche (internazionali, ma non solo). Da questo punto di vista, noi abbiamo creato nuovi prodotti e servizi a supporto dell’attività della nostra clientela, ma non abbiamo mai venduto prodotti derivati speculativi alle imprese. Certamente il Polo dell’Innovazione si colloca in questa prospettiva e sarà uno strumento non solo per accelerare il recupero della congiuntura, ma anche per proseguire in un’ ottica di crescita e di “innovazione continua”. Questo percorso virtuoso, che verrà favorito dal Polo dell’Innovazione, potrà determinare nel medio periodo uno sviluppo economico della Valtellina e la creazione di nuove opportunità professionali per i nostri giovani.
PITAGORA’
è il periodico quadrimestrale del Polo dell’Innovazione della Valtellina Soc. Coop. Autorizzazione del Tribunale di Sondrio n. 373. Sede operativa: via dello Stelvio, 103 23020 Montagna in Valtellina (SO) tel. + 39 0342 201527 fax + 39 0342 201919 www.politecvaltellina.it segreteria@politecvaltellina.it Direttore Responsabile
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