BEYOND the MAGAZINE - speciale roma

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Luxury Web Magazine by Beyond the Rules®

NUMBER 12/2017

B E YOND MAGAZINE th

12^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA

LUXURY CARS & MORE

CELEBRITIES & NEW TALENTS

INTERVISTA A FEDERICA BELLESI


Progetto editoriale a cura di :

BEYOND the RULES® TEL +39 02 48007298 PR@GRUPPOBEYOND.COM BRAND@GRUPPOBEYOND.COM PRESS@GRUPPOBEYOND.COM WWW.GRUPPOBEYOND.COM

MILANO | ROMA | VENEZIA | CANNES | MONTECARLO


Sommario ART & CULTURE

LUXURY CARS & MORE

FASHION & DESIGN


Art & Culture


Art & Culture

“S

- Woody Allen

e i miei film fanno sentire infelice una persona in più, sento di aver fatto il mio lavoro.


Photocredit: Sabina Filice


Art & Culture

HOSTILES Regia di Scott Cooper Con Christian Bale, Rosamunde Pike, Wes Studi, Ben Foster

“ Fotografia sublime. La donna, la moglie, la madre, Hosttiles inaugura la 12^ edizione della Festa del Cinema di Roma.

l’amica, artefice del vero cambiamento

Il capitano Joseph Blocker odia profondamente le nefandezze compiute dal capo Cheyenne Falco Giallo e viceversa; ma durante il loro “viaggio” scopriranno che, in fondo, il disprezzo reciproco che nutrono è rivolto a quella parte crudele di loro stessi a cui la guerra li ha costretti ad accedere. Il cammino che intraprendono dal New Mexico al Montana è quindi la rappresentazione della vita stessa e di come spiriti diversi reagiscono alla medesima esperienza.

Dialoghi tra i due li reazione: amore e speranza o rinuncia e -D.H.introspettivi Lawrence. morte?È questa la citazione che si staglia sullo schermo, su nero, dando inizio al film e delineandone Con unbianco finale a libera interpretazione. Il regista Scott Cooper passa il testimone del lo spirito. Nel 1892 il capitano Blocker (Christian Bale) accetta contro la sua volontà di accompagnare il prigioniero e nemico capo Cheyenne (Wes Studi) e la sua famiglia nella loro terra nativa. Assolutamente impeccabile la fotografia che, sin dalla prima scena, descrive con un raffinato realismo la violenza della guerra, tra pennellate di cruda brutalità e tocchi di delicata sofferenza e compassione. Lo scenario western si rivela un pretesto per dimostrare che guerre e armistizi nascono, in realtà, dal cuore di ogni singolo uomo.

Voto:

messaggio di pace e solidarietà alla donna che, come la Statua della Libertà americana , porta il testimone di un messaggio d’amore e libertà tra i popoli.

Nel film il primo gesto di avvicinamento tra le due civiltà, così apparentemente opposte tra loro, viene compiuto dalla donna Cheyenne nei confronti di Rosalie Quaid, dando il via ad un processo di riflessione.

Un finale figlio di una nuova consapevolezza, in netta contrapposizione con la scena iniziale, anche dal punto di vista fotografico, chiude il cerchio.


Photocredit: Sabina Filice

Photocredit: Sabina Filice

Photocredit: Sabina Filice

Photocredit: Sabina Filice


Art & Culture

STRONGER Regia di David Gordon Green. Con Jake Gyllenhaal e Tatiana Mislany

messaggio di speranza che fa bene al cuore

“ Toccante, delicato e fortemente raffinato. Un

Photocredit: Sabina Filice

Dialoghi introspettivi tra i due li porteranno sulla scelta del martirio come forma di purificazione e rinascita.

“Stronger”, presentato dall’attore Jake Gyllenhaal e dallo stesso Jeff Bauman, reale protagonista degli eventi, racconta del suo commovente itinerario riabilitativo a seguito dell’attentato di Boston – 15 aprile 2013 – durante il quale un’esplosione gli provocò la perdita di entrambe le gambe. A colpire è l’eleganza emotiva che caratterizza l’intera narrazione. Infatti, nonostante la storia sia pregna di dolore e sofferenza, l’umorismo composto di Bauman, che porta con sé un messaggio di forte speranza, riesce sempre a strappare un sorriso allo spettatore. Per quanto la performance di Jake Gyllenhaall sia stata impeccabile e tanto intensa quanto delicata, a colpirmi particolarmente è stata la travolgente e naturale dolcezza di Tatiana Misley, caratterizzata da piccoli gesti

Voto:

e sguardi profondi, messi in risalto dalle inquadrature di dettaglio del regista.

Un messaggio sulla vera “essenza dell’uomo”, che resta tale anche se diversamente abile, perché lo spirito e la voglia di vivere, nonostante le avversità, non hanno limiti di sorta. Solo superando le difficoltà scopri chi sei realmente.


Photocredit: Hollywood Reporter


Art & Culture

WHO WE ARE NOW Regia di Matthew Newton Con Julianne Nicholson, Emma Roberts, Zachary Quinto

“ Vero, trascinante, avvolgente. Un immersione

totale nella vita altrui

Dialoghi introspettivi tra i due li porteranno sulla scelta del martirio come forma di purificazione e rinascita. Nel mentre, una vita che nasce, porta entrambi ad un'opposta reazione: amore e speranza o rinuncia e morte? Con un finale a libera interpretazione. Al mattino ci alziamo e andiamo al lavoro con Beth, poi Who we are now, scritto e diretto da Matthew Newton, racconta la storia di Beth, un’ex detenuta che lotta per riottenere la custodia del proprio figlio. Costretta a lavorare per un centro di bellezza gestito da cinesi che non le consente di stabilizzarsi economicamente, si rivolge ad una associazione di avvocati senza scopo di lucro. Qui incontrerà Jess, una giovane avvocatessa che cercherà in tutti i modi di aiutarla. Ad affascinare è la veridicità quasi documentaristica che caratterizza le riprese dell’intera pellicola. I personaggi vengono raccontati in modo estremamente naturale, attraverso estratti presi dal loro quotidiano, attraverso i veri e propri momenti che, anche se apparentemente banali, caratterizzano la loro vita.

Voto:

assistiamo ai litigi di Jess con sua madre, usciamo, conosciamo persone, viviamo i rumori, i sussurri e il vociferare dei clienti in negozio.

Ogni performance, perfettamente calibrata, è fluida e delicata. "Who we are now" sembra non chiudersi in modo definitivo perché in effetti non lo fa. I personaggi infatti continueranno a vivere ma, a noi, non sarà più permesso sbirciare.


Photocredit: Sabina Filice

Photocredit: Il Tempo


Art & Culture

THE PLACE Regia di Martin McDonagh. Con Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell

di successo. - Non si può fare

Pecca in un suo personale interpretazione. “si può fare” che è solo frutto di una mera scopiazzatura.

Voto:

Ambientato all’interno di un bar chiamato appunto “The Place”, narra la storia di un uomo (Valerio Mastandrea) che, seduto all’ultimo tavolo dal quale non si muoverà per l’intera durata della pellicola, riceve continue visite da parte di clienti che vogliono realizzare un desiderio profondo, quasi impossibile. Eppure, a detta dell’uomo, tutto “Si può fare”, ma, ogni cosa ha il suo prezzo. La tavola calda che ospita l’uomo ed i suoi rispettivi clienti, è completamente decontestualizzata e senza tempo. E’ semplicemente “un posto”. Un posto ovunque nel mondo. Il focus non è dunque concentrato sui luoghi in cui avvengono le azioni, che non vengono mai mostrati, ma bensì sulle cause scatenanti; sulle passioni e sui desideri ardenti che ci spingono a legittimare ogni tipo di scelta pur di ottenere ciò che vogliamo.

“ Deludente trasposizione di una serie TV americana

Il ruolo di Valerio Mastandrea potrebbe rappresentare il libero arbitrio – per la realizzazione dei desideri dei suoi clienti, offre soluzioni spesso immorali e a volte disumane ma senza mai costringere nessuno a compierle. Ognuno di loro è infatti libero di scegliere quale strada intraprendere – oppure potrebbe essere la trasposizione di uno specchio che riflette l’anima e l’essenza profonda di ciascuno, con relative luci ed ombre o addirittura il peso della croce da portare da cui i clienti “escono trafitti” (cit del personaggio di Sabrina Ferilli) Script che potrebbe anche essere considerato originale se non fosse che, in realtà, è l'esatta trasposizione della serie tv americana "The Booth at the End". Sicuramente un’opera che vorrebbe uscire dall’ovvietà ma pecca in un suo personale “si può fare” che è solo frutto di una mera scopiazzatura.


https://www.mazda.it/assets/italy/aboutus/FESTA%20CINEMA/festa%20del%20cinema%20gallery_6.png

Photocredit: Leggo.it


MAZDA, #DRIVETOGETHER alla Festa del Cinema di Roma

interpretazione.

Mazda, per il quinto anno consecutivo, sarà partner di Fondazione Cinema Per Roma, riconfermando così un binomio di sicuro successo che sottolinea il forte legame tra la settima arte e il marchio giapponese. “Un matrimonio non casuale” – sottolineano alla Mazda Italia – l’automobile ha molto da condividere con il cinema poiché l’uno e l’altra si fondano sul medesimo principio – il movimento– rispondendo ad un bisogno dinamico, insito nell’uomo. “ Il valore aggiunto della filosofia #DriveTogether consolida al meglio il binomio tra i due settori. Grazie alla partnership tra Mazda e Fondazione, auto, cinema, fascino e storia saranno gli ingredienti di un evento di successo, sempre pronto ad accogliere star internazionali del cinema e volti noti, massimi rappresentanti della cultura cinematografica.


Fashion & Design


Fashion & Design

si è un’opera d’arte o la si indossa. - Oscar Wilde

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Photocredit: Sabina Filice

Photocredit: Sabina Filice

Photocredit: Sabina Filice


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LA FAVOLA DI FEDERICA BELLESI

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n occasione del Red Carpet del film “The Place", che ha chiuso la 12^ edizione della Festa del Cinema di Roma, l’attrice e modella Nicole Macchi ha scelto di indossare uno splendido abito rosso fuoco della stilista marchigiana Federica Bellesi. Dopo il successo ottenuto interpretando il suo abito di seta bianco sul Red Carpet del Festival del Cinema di Venezia per “Three Billboards...”, non poteva che sceglierla nuovamente!

Le sue creazioni, nate dall'accurato studio del corpo femminile unito alla passione per il design e l'alta moda, sono tutte realizzate artigianalmente. Il suo punto di riferimento è da sempre stato Coco Chanel, con cui condivide il processo creativo.

Il suo punto di riferimento è da sempre Grazie alla forza di Dialoghi introspettivi tra i due li porteranno sulla scelta del martirio come Coco, Federica è Coco e rinascita. forma distato purificazione riuscita a trovare la determinazione che Chanel, conche nasce,Aporta Nel mentre, una vita entrambi ad un'opposta reazione: amore renderla speciale è il processo l'ha spinta a buttarsi creativo alla base della e speranza rinuncia e morte? e ad inseguire i sogni cuiocondivide il realizzazione di un modello. che l'hanno portata Con unprocesso finale a libera interpretazione. Federica, infatti, non disegna i ad aprire una sua suoi abiti: alla matita e alla carta casa di moda a soli preferisce la stoffa. creativo. vent'anni. Così si siede in una stanza sola con i suoi tessuti, li ascolta e fa tesoro di tutte le sensazioni che il contatto con le stoffe le trasmette per poi, una volta raggiunta l'ispirazione, tagliarli e cucirli in un attimo.

Ciò che più colpisce del suo stile è l'essenzialità un po' retrò capace di trasportare in un'epoca in cui ad ogni abito corrisponde un sogno diverso.


Timeless Collection by Federica Bellesi


I segreti di Federica Bellesi

Faccio questo mestiere perché amo la semplicità della bellezza sincera, mi appassionano i tessuti, e l’emotività che un vestito può trasmetterti.

Timeless Collection by Federica Bellesi


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Dialoghi introspettivi tra i due li porteranno sulla scelta del martirio come forma di purificazione e rinascita. Nel mentre, una vita che nasce, porta entrambi ad un'opposta reazione: amore Timeless Collection by Federica Bellesi e speranza o rinuncia e morte? Con un finale a libera interpretazione. Federica, quando è nata la E cos’hai fatto? Hai seguito il suo consiglio?

«E’ cominciato tutto quando avevo 4-5 anni; mia mamma mi portava da una sua amica sarta.

«Sì… (sorride, ndr). Decisi di lasciare la scuola e andai a Milano dove fui selezionata in un concorso per giovani designer. Poi, nell’aprile 2014, esposi al Fuorisalone per la prima volta. Fu un enorme successo. Dieci giorni dopo aprì la mia boutique, anche questa tutta disegnata da me».

Tornavo a casa con una scatola piena di ritagli di stoffe con cui mi divertivo a vestire le Barbie e a fotografare i vari modelli come fosse una sfilata. Poi, verso i 18 anni, mentre frequentavo un corso serale di taglio e cucito, l’insegnante chiamò i miei genitori per far notare loro il mio talento. Accadde la stessa cosa pochi anni dopo con una professoressa della Poliarte di Ancona che mi suggerì di avviare un’attività in proprio...».

E così la tua carriera ha avuto una svolta… «Esatto. Di giorno mi occupavo del negozio e di notte producevo abiti.»

Il mio è un lavoro durissimo ma lo amo più di qualsiasi altra cosa

« Nell’aprile 2014, esposi al Fuorisalone per la prima volta. Fu un enorme successo.»

tua passione per la moda?


Fashion & Design

Dialoghi introspettivi tra i due li porteranno sulla scelta del martirio come Timeless Collectiondi by purificazione Federica Bellesi forma e rinascita. Nel mentre, una vita che nasce, porta entrambi ad un'opposta reazione: amore Qual è il processo creativo A chi si rivolgono le tue e speranza o rinunciadietro e morte? collezioni? alla realizzazione degli « Ho voluto abiti? Con un finale conciliare la miaa libera interpretazione. «Faccio una grande ricerca di tessuti. Poi mi chiudo in una stanza. Amo sentire tra le mani ciò che il tessuto mi trasmette e lascio che sia quest’ultimo a suggerirmi la linea che dovrà avere l’abito. Quando l’ispirazione arriva, taglio il tessuto e lo cucio direttamente. Il campione passa direttamente alla modellista che ne ricava il cartamodello. Vengono eliminati anche i più piccoli difetti e si passa alla produzione delle taglie. Tutti i vestiti sono prodotti da me e sono 100% made in Marche. »

Creare per le donne è un’emozione e una responsabilità

sensibilità con quella delle altre donne; lavorare sulle mie emozioni per emozionare chi compra. Dietro ogni collezione c’è uno studio anche chimico: ci vogliono sensibilità, delicatezza ed un pizzico di ironia.»

« Le collezioni sono pensate per la donna di oggi, che immagino libera di fare le sue scelte, senza alcuna costruzione sociale e senza la paura di essere giudicata.

Le mie sono donne indipendenti e sicure, intente a costruire la loro identità, libere di sperimentare nel loro stile. La donna che veste Federica Bellesi è una donna moderna, sognatrice, curiosa. Una donna che inventa il suo stile seguendo l’emozione senza adeguarsi ai dogmi dettati dalla moda».


Photocredit: Sabina Filice


The End



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