NEWCO DI VALORE
La nuova f intech bank di Azimut può portare a Giuliani e ai soci f ino a un miliardo e mezzo di euro
GENERAZIONI A CONFRONTO
Come vedono la professione i consulenti junior e senior
La nuova f intech bank di Azimut può portare a Giuliani e ai soci f ino a un miliardo e mezzo di euro
Come vedono la professione i consulenti junior e senior
Paolo Paschetta racconta l’ultima novità di Pictet Asset Management : un fondo di private equity per i clienti italiani che mette a frutto l’expertise della società nei megatrend
PIMCO GIS Income Fund: oltre 10 anni di comprovata esperienza nella generazione di rendimenti.
Capitale a rischio. La performance dipende dalla tempistica dell’investimento e può comportare rendimenti negativi. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.
Comunicazione di marketing dedicata agli investitori professionali. Questo non è un documento contrattualmente vincolante e la sua emissione non è vincolata da alcuna legge o regolamento dell’Unione Europea o del Regno Unito. Questa comunicazione di marketing non include dettagli sufficienti per consentire al destinatario di prendere una decisione di investimento informata. Il contenuto non costituisce una raccomandazione, né un’offerta di acquisto o vendita di Fondi PIMCO Global Investment Series (GIS). Questo documento si basa su informazioni ottenute da fonti considerate affidabili, ma non comporta responsabilità per PIMCO. Tutti gli investimenti finanziari comportano rischi inclusa la possilibità di perdita di capitale. PIMCO Europe GmbH (società n. 192083) e la filiale italiana di PIMCO Europe GmbH (società n. 10005170963, Via Turati 25/27 (angolo via Cavalieri n. 4), 20121 Milano, Italia)) sono autorizzate e regolamentate dall’Autorità di vigilanza finanziaria federale tedesca (BaFin). La filiale italiana è inoltre soggetta alla supervisione della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB). I prodotti e i servizi offerti da PIMCO Europe GmbH sono sono destinati unicamente a clienti professionali e non agli investitori individuali che non devono fare affidamento a questa comunicazione. Gli investitori individuali devono contattare il loro consulente in caso di richieste sugli investimenti e richieste di assistenza finanziaria, legale e fiscale. Il valore degli investimenti e la redditività possono variare e l’ammontare inizialmente investito potrebbe non essere recuperato. Prima della sottoscrizione leggere il Prospetto e il KID disponibili su www.fundinfo.com o presso i Collocatori. PIMCO GIS Income Fund, comparto di PIMCO GIS Funds: Global Investors Series plc è domiciliato in Irlanda. PIMCO è un marchio di Allianz Asset Management of America LLC negli Stati Uniti e in tutto il mondo. ©2024, PIMCO. Tutti i diritti riservati.
Dai Baby Boomer ai Millennial, dalla Gen X alla Gen Z: il feedback più esper to viene ricercato in filale, Ma il processo d’acquisto...
L’attuale incertezza economica e il contesto geopolitico mondiale influiscono sul settore finanziario che sta affrontando sia le nuove dinamiche di mercato che la trasformazione digitale. Nonostante questo, gli italiani hanno fiducia nelle società finanziarie da cui ricercano maggiore sicurezza informatica, semplificazione dei servizi e trasparenza. Queste sono le prime evidenze emerse in “State of Finance”, ricerca proprietaria di Initiative, agenzia media del gruppo IPG Mediabrands che delinea il profilo di coloro i quali si relazionano con il mondo finanziario: consumatori pragmatici, alla ricerca di solidità e certezza. Inoltre, il report restituisce una fotografia degli italiani che mostrano fatica nel risparmiare più di 5mila euro l’anno anche se ci sono generazioni che riescono a gestire meglio il denaro. Esaminando il panorama secondo le fasce di età, si possono individuare delle tendenze generazionali: la Gen Z sceglie dai social, ricerca semplificazione e novità, mentre i Millennial sono più cauti e accettano consigli. Queste due generazioni hanno però un’attitudine simile quando si parla di comportamento d’acquisto: ricercano entrambi un feedback più esperto in filiale, ma poi finalizzano il processo online Guardando poi a Gen X e Baby Boomer, scelgono istituti consolidati, con servizi e valori a loro affini. Inoltre, il punto fisico è fondamentale perché luogo in cui avviene tutto il processo decisionale
d’acquisto. Il 93% degli italiani usufruisce di servizi bancari, quindi questa sottocategoria risulta essere omogenea in termini sociodemografici. Per l’81% degli italiani una banca deve essere in grado di rispondere alle esigenze dei suoi utenti per poter essere quella scelta. Per questo, la preferenza di un marchio bancario su un altro è la metrica principale che guida questa sottocategoria. Al contempo, è fondamentale la diffusione di una banca e la sua facilità di utilizzo. Inoltre, la reputazione di una banca si costruisce su una comunicazione trasparente e corretta verso il consumatore (72%). Nello specifico, per chi usufruisce di prodotti bancari, rilevante è l’attenzione al rapporto qualità-prezzo (82%).
Tra le tre sottocategorie, il banking è quella dove il punto fisico è il più rilevante, insieme a touchpoint digitali specializzati. Infine chi richiede servizi assicurativi vive in medi centri abitati e quindi riesce a risparmiare di più. Sono persone con un alto livello di istruzione che si riflette nel loro ruolo lavorativo di dirigenti e nel loro stipendio di fascia alta. La Favorability si ricerca anche per i servizi assicurativi, di cui però il 73% degli italiani sceglie la buona reputazione, che si costruisce attraverso il Word of Mouth e la raccomandazione del brand. Difatti, è importante il passaparola: spesso coloro che sottoscrivono servizi assicurativi vogliono essere “rassicurati” da persone di cui si fidano.
Andrea Giacobino | andreagiacobino.wordpress.com
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AVVERTENZE: Questa è una comunicazione di marketing. Si prega di consultare il Prospetto, il Documento contenente le informazioni chiave (KID), il Regolamento di gestione e il Modulo di sottoscrizione prima di prendere una decisione finale di investimento. Questi documenti, che descrivono anche i diritti degli investitori, possono essere ottenuti in qualsiasi tempo, gratuitamente sul sito web della Società di gestione e presso i Soggetti Incaricati del collocamento. È, inoltre, possibile ottenere copie cartacee di questi documenti presso la Società di gestione del fondo su richiesta. I KID sono disponibili nella lingua ufficiale locale del paese di distribuzione. Il Prospetto è disponibile in italiano. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il collocamento del prodotto è sottoposto alla valutazione di appropriatezza o adeguatezza prevista dalla normativa vigente. ANIMA Sgr si riserva il diritto di modificare in ogni momento le informazioni riportate. Il valore dell’investimento e il rendimento che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rimborso, l’investitore potrebbe ricevere un importo inferiore rispetto a quello originariamente investito. Nel caso di stacco cedola, l’importo da distribuire potrà anche essere superiore al risultato conseguito dal fondo, rappresentando in tal caso rimborso di capitale.
Fonte: ESMA - Fund portfolio networks:
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anno XIV - numero 5 - maggio 2024 mensile registrato presso il Tribunale di Milano n. 3 del 4 gennaio 2011
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Opinioni
Gaetano Megale, Maria Grazia Rinaldi, Nicola Ronchetti, Giuseppe Santorsola, Fabrizio Tedeschi
Hanno collaborato
Andrea Barzaghi, Sara Mortarini, Matteo Sportelli, Francesca Vercesi
Graphic design Paolo Di Stefano distefano@bfcmedia.com
Fotografie a Paolo Paschetta by Laila Pozzo in copertina e nell’intervista alle pagine 12-15
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Il costo di ciascun arretrato è di 10 euro
Andrea De Vido (nella foto), classe 1955, il finanziere di Conegliano Veneto che fondò assieme a Enrico Marchi il gruppo Finint e dal quale divorziò clamorosamente nel 2017 dopo quasi 40 anni di sodalizio, è tornato ad avere un ruolo significativo nel settore bancario, ma questa volta in Svizzera.
Base a Lugano
Dopo esserne stato socio importante in passato ed esserne diventato presidente a fine 2022, è infatti da poco diventato anche azionista di controllo di Banca Credinvest, con base a Lugano e Zurigo, che si occupa di private banking e wealth management e che è guidata dal ceo Alex Oberholzer. De Vido ha assunto infatti il possesso del 60,59% del capitale pari al 67,53% dei diritti di voto della banca. Per De Vido quella in Banca Credinvest è una rivincita anche nei confronti di
Marchi che, dopo averlo liquidato, ha costruito attorno a Banca Finint un gruppo finanziario importante del Nord Est, presente negli aeroporti con Save e nell’editoria con Nord Est Multimedia. De Vido dovette vendere a Marchi per 120 milioni
Nuovo aumento di capitale di Banca del Fucino, l’istituto di credito romano presieduto da Mauro Masi e guidato dall’amministratore delegato Francesco Maiolini. Masi ha affermato che “sono pervenuti presso le casse sociali versamenti in conto futuro aumento di capitale per 7,1 milioni”. I tre sottoscrittori erano già azionisti della banca: Upz Investment di Umberto Petricca ha versato 4,99 milioni, Scilla di Santo Versace (fratello del defunto stilista Gianni) 1,95 milioni e i restanti 199mila euro sono arrivati dalla Rem di Umberto Iandolo. Le somme pervenute sono state destinate a capitale per 5,3 milioni e il resto a riserva così che il capitale a oggi sottoscritto e versato è di 224,4 milioni.
L’ottimo andamento dell’asset management della controllata Finint Investments e la piena integrazione di Banca Consulia (ora Finint Private Bank) e lo storico core business dell’investment banking consentono a Banca Finint di raggiungere i risultati migliori di sempre. La merchant bank ha chiuso il 2023 con un margine d’intermediazione in crescita di oltre il 40% a 126 milioni di euro e 95,4 milioni di ricavi da commissioni.
(100 cash e 20 in asset) il 50% del gruppo Finint per fare cassa e coprire la voragine apertasi nei suoi conti privati dopo speculazioni errate che avevano portato i suoi debiti a circa 70 milioni.
Andrea Giacobino
È costato 200mila euro a Paulo Dybala (nella foto) entrare con l’8% e diventare così il quarto azionista della compagine sociale di Feel Good Plus (Fgp), startup innovativa italiana fondata nel 2020 e attiva nello sviluppo della piattaforma “PowerSet”, software che permette un’integrazione completa dei dati sulla salute fisica per consentire agli operatori sanitari di gestire al meglio il piano terapeutico dell’atleta. L’ingresso a libro soci del calciatore argentino e attaccante della Roma è avvenuto sottoscrivendo un aumento di capitale riservato, varato dall’azienda e pari a mille 43 euro e 50 centesimi di valore nominale con un sovrapprezzo di 198mila 956 euro e 50 centesimi. Ovviamente gli altri tre soci della startup hanno acconsentito: si tratta di Federico Genovesi (noto fisioterapista
romano) e Aleksandar Kolarov (già calciatore della Roma) ciascuno col 39,1% e di Alessandro Ricci col restante 13,8%.
Andrea Giacobino
Ciro Immobile (nella foto) punta sulla mobilità elettrica. L’attaccante della Lazio e della Nazionale italiana, attraverso la sua holding 9 Invest, ha sottoscritto un aumento di capitale lanciato su una piattaforma di crowdfunding e ha acquisito lo 0,01% di Nuova Industria Torinese (Nito), società fondata nel 2014 da César Mendoza, ex direttore dello Ied, che produce monopattini e moto elettriche. Nel 2022 Nito ha fatturato 546mila euro con una perdita di 411mia euro. Mendoza ha il 36,5% dell’azienda, ma il primo azionista è la Giacomini Investimenti dell’imprenditore Massimo Giacomini. Tra i soci anche Aldo Cannavale e la sua Boost Heres
letto su Forbes
Circa 93 miliardi di dollari. È questa la cifra complessiva dei patrimoni dei 17 miliardari delle criptovalute del 2024. Tra questi ci sono anche due italiani: Giancarlo Devasini e Paolo Ardoino di Tether. Per il terzo anno consecutivo Changpeng Zhao, fondatore ed ex ceo dell’exchange di criptovalute Binance, è la persona più ricca nel mondo delle criptovalute. Questo nonostante il fatto che lo scorso novembre si sia dichiarato colpevole delle accuse di riciclaggio di denaro. CZ, adesso ha un patrimonio stimato di circa 33 miliardi di dollari. Lo scorso anno si era fermato a 10,5 miliardi di dollari. I due miliardari che hanno fatto registrare i maggiori guadagni sono Michael Saylor, ceo di MicroStrategy e Brian Armstrong. Le azioni di Coinbase e MicroStrategy sono infatti più che quadruplicate in Borsa durante gli ultimi dodici mesi. Sono diverse le new entry di quest’anno nella classifica dei miliardari di Forbes: Giancarlo Devasini (9,2 miliardi), Paolo Ardoino (3,9 miliardi), Jean-Louis van der Velde (3,9 miliardi) e Stuart Hoegner (2,5 miliardi), quattro grandi azionisti di Tether, un controverso ma estremamente redditizio emittente di stablecoin. Inoltre, il club dei miliardari delle crypto comprende anche dei volti già noti, come i gemelli Winklevoss (2,7 miliardi a testa), il venture capitalist e sostenitore di Nikki Haley, Tim Draper (2 miliardi), e il cofondatore di Ripple e imprenditore spaziale Jed McCaleb (2,9 miliardi).
sportelli@bfcmedia.com di Matteo Sportelli
Paschet ta (Pictet
AM): “Por tiamo nei private market la nostra exper tise tematica”di Andrea Telara
Un nuovo fondo di private equity che si chiama Environmental Co-Investment Fund ed è disponibile sul mercato italiano in versione Eltif. È una delle ultime novità nate in casa di Pictet Asset Management. Ne parla a BLUERATING Paolo Paschetta, equity partner e country head Italia della società che sottolinea come l’expertise di Pictet AM nei prodotti tematici ben si adatta anche agli investimenti nei private market.
Grandi trasformazioni
I mercati privati sono il tessuto dell’economia reale e of frono oppor tunità agli investitori
La maggioranza delle aziende più profit tevoli non è quotata sui listini
casi, di eccessiva concentrazione dei rischi su attività come i titoli di Stato. Ciò indica l’interesse verso durate finanziarie medio/lunghe, ma con un’eccessiva esposizione al debito nazionale. Diversificazione, lungo periodo e ritorni interessanti devono quindi, a nostro parere, tornare ad essere centrali all’interno di una corretta costruzione di portafoglio”.
I leader di domani
“Per farlo, è fondamentale individuare i leader del domani, vale a dire quelle aziende solide e innovative capaci di cavalcare i trend del momento e di sfruttare a proprio vantaggio le grandi sfide che stiamo affrontando. Un discorso che vale sia per i mercati pubblici, sui quali ci posizioniamo con un’ampia gamma di soluzioni d’investimento tematiche, sia per i mercati privati, che rappresentano il tessuto dell’economia reale. A ribadire le opportunità insite nel mercato dei private asset sono anzitutto i numeri: del totale delle aziende americane con ritorni superiori a 100 miliardi di dollari, solo il 13% appartiene al mercato quotato, mentre l’87% è privato. I private asset permettono di investire su realtà con margini strutturalmente solidi, che consentono all’investitore di beneficiare di un’elevata
“Viviamo in una fase storica di grandi trasformazioni”, sostiene Paschetta, “che sta mettendo in discussione la solidità dei modelli di business tradizionali, ribadendo l’importanza di nuovi investimenti. Una crescente competitività a livello globale sul fronte dell’innovazione sta spingendo governi e istituzioni a varare piani di stimolo e supporto a favore dell’impiego di capitale in realtà altamente specializzate sul territorio nazionale. Ciò coinvolge diversi settori, da quello puramente tecnologico, a quello delle infrastrutture, delle filiere alimentari, della sostenibilità ambientale. Il rialzo dei tassi di interesse ha spinto gli investitori a riposizionare i propri portafogli verso asset class considerate meno rischiose, peccando però, in molti continua a pag. 14 >
diversificazione del rischio e decorrelazione dalle dinamiche macro di breve termine. Offrono inoltre rendimenti consistenti nel tempo, liberando l’investitore dal rischio di volatilità. Certo, parliamo di investimenti complessi, ai quali dedicare una parte satellite di portafoglio, da affrontare sfruttando le capacità di player qualificati. Come società non quotata e improntata all’innovazione, in Pictet ci avvaliamo dell’esperienza maturata all’interno dei mercati privati tramite servizi tailorizzati. Abbiamo iniziato a investire per la nostra clientela privata svizzera in private equity a fine anni ’80, offrendo la possibilità di investire attraverso società storiche specializzate con le quali abbiamo stretto relazioni importanti. Questo ha generato ampie soddisfazioni, tanto da generare un’allocazione di portafoglio in private asset che oscilla attualmente dal 10% al 30% del totale”.
Offerta di valore
“A oltre trent’anni di distanza, abbiamo oggi la possibilità di aprire le nostre capability ai collocatori italiani, certi di offrire valore aggiunto alla clientela. Ciò è reso possibile da una regolamentazione che sempre più agevola l’impiego di capitali privati per valorizzare le
aziende di minori dimensioni ad alto potenziale, fino a poco tempo fa appannaggio esclusivo di investitori istituzionali. Tra gli strumenti dedicati ai mercati privati, l’Eltif dà infatti la possibilità al risparmiatore al dettaglio di accedere a una vasta gamma di investimenti alternativi (infrastrutture, mercato immobiliare,
private equity e debito aziendale), tipicamente a uso di operatori professionali. La recente entrata in vigore del Regolamento Eltif 2.0 democratizza ulteriormente questi strumenti, mantenendo i benefici preesistenti in termini di vantaggi fiscali, trasparenza e protezione per l’investitore finale, ma eliminando il vincolo quantitativo dell’investimento minimo iniziale, così come il limite di concentrazione del portafoglio aggregato. In quest’ottica, abbiamo lanciato ormai due anni fa sul mercato italiano il nostro primo Eltif dedicato al mondo Real Estate (Pictet Real Estate Capital Elevation Core Plus) investendo in progetti immobiliari residenziali, commerciali o industriali di sviluppo, ripristino e ottimizzazione. Con l’intento di sfruttare l’expertise tematica di Pictet, ad aprile 2024 è nato il fondo di private equity Environmental Co-Investment (disponibile sul mercato italiano in versione Eltif), per catturare i migliori investimenti in tecnologie e
soluzioni innovative in uno o più dei nostri cinque segmenti ad alta convinzione: consumi sostenibili, economia circolare, controllo dell’inquinamento, tecnologie abilitanti e riduzione dei gas serra. Co-Investment, nel private equity, significa affiancare i General Partner investendo direttamente nelle aziende (invece che in fondi esistenti), unendo le loro capacità e conoscenze con la filosofia d’investimento tematica di Pictet”.
Sostenibilità al centro “Il nostro primo fondo tematico dedicato all’acqua risale infatti al 2000, cui hanno fatto seguito, nel 2007, la soluzione Pictet-Clean Energy Transition che guarda a 360° al tema della transizione green e, nel 2014, Pictet-Global Environmental Opportunities, prima soluzione sul mercato ad adottare il Modello dei Limiti Planetari nel processo di costruzione di portafoglio. Il tema della sostenibilità e del cosiddetto clean tech resta al centro delle agende istituzionali”.
I miliardi di euro di patrimonio al 31.12.2023
Oltre 5.300 I dipendenti del gruppo
“Parliamo di tecnologie che richiedono investimenti significativi: la Climate Policy Initiative calcola che i finanziamenti per il clima dovranno crescere del 590% per centrare gli obiettivi, creando un mercato per le tecnologie ambientali del valore di circa 12mila miliardi di dollari entro il 2030 e alcune delle innovazioni più interessanti avvengono proprio nelle aziende private. Environmental Co-Investment seguirà le tre principali strategie del private equity: Growth Equity, per individuare società sane che hanno bisogno di capitale per fare il salto di qualità; Buy-Out, che solitamente prevede l’acquisto di una società quotata cui fa seguito il delisting e la liquidazione degli azionisti; Venture Capital, con attività di seeding money in aziende startup ad alto potenziale, in cambio di partecipazioni (massimo 10% del portafoglio). Il fondo, con una durata di 10 anni e la possibilità di prolungare la scadenza di altri 3, rappresenta il primo strumento di private equity tematico Pictet distribuito ai clienti privati italiani. In linea con il successo avuto nelle strategie tematiche sui mercati quotati, stiamo già strutturando un piano per dare continuità al progetto anche sui mercati privati. L’attenzione al dettaglio di Pictet e ai temi d’investimento secolari, la nostra indipendenza, l’approccio attivo, la conoscenza delle realtà in cui investiamo e la nostra visione di lungo termine si sposano alla perfezione con la filosofia d’investimento dei mercati privati”. Andrea Telara
fintech bank creata da Giuliani viene valutata
1,8-2,2 miliardi e farà incassare alla controllante tra 1 e 1,5 miliardi
Mille su 1.837
I consulenti della rete di Azimut che dovrebbero passare nella newco
Almeno 20 miliardi
Gli asset iniziali minimi trasferiti dalla capogruppo nella fintech bank
Tra i 16 e i 19 miliardi
La raccolta della nuova società nei primi cinque anni di vita in termini di aum
A fine marzo Azimut ha annunciato un progetto per la creazione di una nuova fintech bank tramite lo spin off di una parte della rete italiana di consulenti (mille su un totale di 1.837, più una cinquantina di dipendenti) e almeno 20 miliardi di asset under management (ma non oltre i 25, su un totale del gruppo di 95 miliardi), con l’obiettivo di quotarla in Borsa entro i prossimi sei-nove mesi. Nei primi cinque anni, la raccolta in termini di asset under management è prevista tra i 16 e i 19 miliardi. Il che, secondo gli analisti di Equita corrisponde a 3,2-3,8 miliardi all’anno rispetto a una stima attuale per l’intero gruppo di 4-4,5 miliardi. “L’obiettivo di Azimut è creare una nuova banca digitale con licenza bancaria per consentire alla newco di raccogliere depositi per 7,5-10 miliardi nel primo quinquennio e beneficiare del carry trade attraverso il margine d’interesse”, commentano poi dalla sim milanese. La scelta di quali banker decideranno di unirsi alla newco sarà volontaria, ma la decisione finale sarà presa da Azimut. Nel dettaglio, entro il 2029, il piano prevede l’inserimento di 500 nuovi professionisti dal mercato, anche grazie alla possibilità di partecipare al capitale della società. Una volta scorporata la newco, che continuerà a operare senza una
licenza bancaria, Azimut avrà le attività di distribuzione in Italia (con circa 850 consulenti finanziari), l’intera piattaforma globale di asset management, la partnership con UniCredit, tutto il perimetro internazionale e tutte le altre attività di fintech e corporate investment banking. I 500 milioni di euro di bond rimarranno in Azimut e saranno rimborsati come pianificato entro dicembre 2024. Paolo Martini sarà l’amministratore delegato della nuova banca. Inoltre Azimut cercherà un partner bancario/ finanziario che prenderà fino al 50% di partecipazione nella newco.
Utili al raddoppio
“Il management di Azimut ha indicato una valutazione per la newco tra gli 1,8 e i 2,2 miliardi di euro (su 160 milioni di utile netto come target per il primo anno, atteso raddoppiare in cinque anni, così come gli asset totali). La valutazione corrisponde a un rapporto prezzo/ utile implicito di 11,3-13,8 volte che, se raggiunto, implicherebbe un incasso per Azimut di 0,9-1,1 miliardi”, rilevano da Equita, mentre dalla società fanno sapere che la forchetta sarà tra 1 e 1,5 miliardi.
“Nel tempo, Azimut si aspetta comunque ulteriori incassi riducendo la propria quota dal 40% fino a meno del 10% post quotazione
(mentre il 10% verrà assegnato gradualmente ai consulenti finanziari) principalmente per evitare la supervisione bancaria”, aggiungono poi dalla sim milanese. I proventi dalla cessione saranno impiegati per finanziare la crescita principalmente in Italia, aiutando gli imprenditori a sviluppare le loro aziende o a espanderle all’estero, fino ad arrivare, se desiderano, alla quotazione. I proventi saranno anche utilizzati per restituire valore agli azionisti attraverso i buy-back.
I costi di set-up della nuova fintech?
Non sono previsti essere significativi, e non sono stati forniti commenti specifici riguardo all’ammontare di capitale necessario per la nuova banca: Equita stima 250-300 milioni di euro al 2029. Da rilevare inoltre che Azimut Holding avrà dalla newco la garanzia per 20 anni dei ricavi prodotti dalle masse esistenti all’atto del conferimento e si avvarrà dei servizi bancari della nuova società. La newco avrà accesso anche a prodotti di terzi. Azimut ex-newco pagherà un rebate alla rete di distribuzione della newco pari all’80% delle management fee.
“Il progetto è ambizioso e presenta un rischio d’implementazione, soprattutto in termini di crescita attesa; tuttavia Azimut ha dimostrato un solido track-record in termini di esecuzione, avendo raggiunto tutti i piani industriali sin dall’ipo.
La garanzia per 20 anni dei ricavi sulle masse esistenti di partenza per la newco a favore di Azimut exnewco rappresenta però un elemento critico per potenziali compratori dell’asset, poiché si basa sulla capacità della newco di riuscire a
Paolo Martini / futuro amministratore delegato della nuova fintech bank
mantenere i clienti”, concludono da Equita che assegna al titolo Azimut una raccomandazione “hold” con prezzo obiettivo di 27 euro, anche alla luce della recente vendita della quota in Kennedy Lewis (nonostante il valore dei 225 milioni incassati corrisponda al 6,1% circa del valore delle azioni, fatto non recepito dal mercato nel prezzo del titolo).
Garanzia ventennale
Intesa Sanpaolo valuta invece il titolo buy con target price di 27,8.
Le ragioni? Gli analisti di Intesa identificano tre principali vantaggi per Azimut. Anzitutto, le potenzialità significative e i proventi dell’operazione saranno destinati alla crescita della società e al sostegno del compenso degli azionisti. C’è poi una garanzia di 20 anni sui ricavi da parte della nuova entità in relazione ai ricavi generati dai beni esistenti al momento del trasferimento. Infine, dall’utilizzo dei servizi bancari si potranno ricavare delle sinergie.
Gianluigi Raimondi
Panoramica sui dividendi delle banche-reti quotate. Bat tuta la media del listino
di Gianluigi Raimondi
“Sell in may and go away”, che italianizzato diventa “a maggio vendi con coraggio”, è il celebre detto di Borsa che spesso riecheggia tra gli investitori, istituzionali e non. Funziona? A volte sì e a volte no, in funzione dello scenario contingente del mercato e da una miriade di altri fattori, tra cui quelli esogeni (come per esempio la geopolitica, tanto per citarne uno). Di certo c’è però il fatto che a maggio verranno pagati
molti dividendi. E in vista dello stacco delle cedole i big del risparmio gestito quotati a Piazza Affari sicuramente non sfigurano anche quest’anno.
Più redditizi del mercato Una prospettiva, anzi per meglio dire una “promessa” da parte dei management, allettante sia per quanti già hanno posizioni su questi titoli sia per quanti meditano di incrementarle o assumerne di nuove. In tal senso i numeri del settore
parlano chiaro: in media, stando ai valori di metà aprile (periodo in cui è stato redatto questo articolo), il rendimento del dividendo dei big del gestito quotati sul listino milanese si aggira intorno al 5%. Un livello, considerando i differenti comparti settoriali, tra i più interessanti, superiore al valore medio del dividend yield del 3,3% fatto segnare nello stesso periodo di riferimento dal Ftse Mib (indice di riferimento per l’azionario del Belpaese) e superiore anche al 3,7% relativo al
Btp benchmark decennale. Non solo: occorre anche considerare che da inizio 2024 la performance borsistica media dei big del gestito quotati a Piazza Affari è attualmente limitata al 7,45%, meno del 12% circa fatto segnare dal Ftse Mib e quindi con un potenzialmente elevato spazio di recupero nel caso in cui l’uptrend di fondo del mercato dovesse proseguire.
Le date dello stacco Specie considerando il buon andamento della raccolta: a marzo Azimut ha registrato una raccolta netta totale per 598 milioni di euro che porta la raccolta netta totale dall’inizio dell’anno a 1,5 miliardi, Banca Generali ha chiuso il mese con 600 milioni di euro e un saldo da inizio 2024 di 1,65 miliardi, Banca Mediolanum ha messo a segno una raccolta netta totale di 1,24 miliardi (3,06 miliardi da inizio anno) e una raccolta netta del risparmio gestito di 452 milioni (1,18 miliardi da inizio 2024) e FinecoBank ha archiviato il mese con 806 milioni di euro (2,2 miliardi da inizio anno). Ma quando esattamente verranno staccate e pagate e a quanto ammontano le cedole di ogni singolo titolo del comparto in esame? Ecco di seguito, titolo per titolo, le date e gli importi. Per Azimut, il cda del 7 marzo 2024 ha deliberato di proporre all’assemblea annuale degli azionisti in calendario
il 24 aprile la distribuzione di un dividendo pari a 1,4 euro di cui un euro in contanti e per il resto in azioni proprie. Lo stacco della cedola avverrà il prossimo 20 maggio e il pagamento due giorni dopo. A metà aprile, considerando le quotazioni, il titolo vantava un rendimento del dividendo del 4,1%. Per Banca Generali, la distribuzione del dividendo, proposto all’assemblea degli azionisti del 18 aprile, avverrà con le seguenti modalità: 1,55 euro per azione con data di stacco il 20 maggio 2024 e data di pagamento 22 maggio e 0,6 euro per azione con data di stacco il 24 febbraio 2025 con data di pagamento 26 febbraio 2025. Per Banca Generali il dividend yield è attualmente del 6,15%. Il cda di Banca Mediolanum ha proposto all’assemblea programmata per il 18 aprile la distribuzione di un dividendo per un ammontare complessivo di 0,7 euro, comprensivo dell’acconto di 0,28 euro assegnato a novembre 2023. I rimanenti 0,42 euro verranno staccati il 20 maggio 2024 con data di pagamento due giorni dopo. Per il gruppo guidato da Massimo Doris il dividend yield sfiora il 7%. Per FinecoBank il dividendo proposto all’assemblea dei soci del 24 aprile è di 0,69 euro per azione e sarà staccata il 20 maggio e messa in pagamento dal 22 maggio. Il rendimento del dividendo è del 3,8%.
Gianluigi Raimondi
4,1%
Divided yield sui prezzi di aprile
6,15%
Divided yield sui prezzi di aprile
1,4 euro
Valore dell’utile per azione distribuito
7%
Divided yield sui prezzi di aprile
1,55 euro
Valore dell’utile per azione distribuito
3,8%
Divided yield sui prezzi di aprile
0,7 euro
Valore dell’utile per azione distribuito
0,69 euro
Valore dell’utile per azione distribuito
Il mondo dell’advisory affronta il ricambio generazionale. Lavorare in team è la scelta migliore BLUERATING ha posto quattro domande ai consulenti junior e senior delle principali reti italiane
Matteo Chiamenti
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COME MAI HAI SCELTO LA PROFESSIONE DI CONSULENTE FINANZIARIO?
SECONDO TE, ALLA LUCE DELLA TUA ESPERIENZA, QUAL È IL PLUS VALORE
DATO DAL LAVORARE IN TEAM CON ALTRI CONSULENTI?
PARLANDO DEL TEMA DEL PASSAGGIO GENERAZIONALE NELLA PROFESSIONE, QUALI SONO A TUO AVVISO GLI ELEMENTI PORTANTI PER UNA PROFICUA
COLLABORAZIONE TRA CONSULENTI JUNIOR E CONSULENTI SENIOR?
COME IMMAGINI LA PROFESSIONE TRA DIECI ANNI?
1 Ho scelto la professione di consulente finanziario per concretizzare il mio desiderio di supportare le persone nel gestire in modo adeguato e consapevole la propria situazione finanziaria, divenendo per loro una figura di riferimento grazie a una relazione basata sulla fiducia. Tutto ciò è iniziato nel 2019 quando, durante un’esperienza di stage universitario, ho avuto l’opportunità di entrare nel vivo della professione, lavorando al fianco di un consulente senior.
2. Lavorare in team con altri consulenti significa poter avere uno scambio continuo di idee, unire le competenze e le proprie caratteristiche peculiari per il raggiungimento di un obiettivo comune. In altre parole, combinare le forze per offrire al cliente un servizio di consulenza olistico e soluzioni adeguate alle sue esigenze.
3 Penso che il passaggio generazionale sia concretamente un’esigenza che può trovare soluzione nell’affiancamento e nella collaborazione tra un professionista senior e uno junior. Viene così garantita, in primis, la continuità della professione e, allo stesso tempo, si permette al senior di dedicarsi a incarichi sempre più rilevanti.
4 Immagino che la professione avrà un appeal sempre più forte. Ci sarà molta competizione, la formazione e la specializzazione professionale dovranno rafforzarsi maggiormente.
1 Ho scelto la professione di consulente finanziario per passione; sono passati ben 35 anni da quando ho avuto l’occasione di conoscere un consulente finanziario che mi ha colpito per la sua professionalità, eleganza e cortesia, e per il suo spiccato interesse nel propormi soluzioni orientate ai miei personali progetti. Subito mi sono appassionato a questa attività e ho fatto in modo che diventasse il lavoro della mia vita.
2 Dal mio punto di vista, il valore aggiunto del lavorare in team è dato dal confronto continuo tra i professionisti che ne fanno parte. Mi riferisco, in particolare, alla condivisione delle diverse competenze e caratteristiche di ogni singolo componente, all’esperienza del senior unita alla dinamicità del consulente junior.
3. Innanzitutto, l’effetto di una collaborazione tra consulenti junior e senior genera nel cliente la sicurezza di beneficiare della continuità del servizio offerto, grazie a una presenza e a un’assistenza completa sia nel breve sia nel lungo periodo. Mentre il senior può dedicare più tempo allo sviluppo di nuovi clienti, lo junior ha l’opportunità di fare esperienza.
4 Vedo la professione del consulente finanziario più che mai viva e necessaria nel soddisfare i bisogni dei clienti. Il mio grande sogno è quello di poter vedere ogni consulente finanziario in attività inserito in un team di consulenti, strutture molto simili ai family office.
1 Ho scelto questa professione in quanto ho potuto vedere con i miei occhi cosa significasse una cattiva gestione economicofinanziaria per un individuo mal consigliato. Ne è scaturita una passione derivante quasi da una missione sociale nel voler aiutare le persone con i propri risparmi e gestirli nel modo più efficace ed efficiente possibile. Adoro il mio lavoro e adoro prendermi cura di ogni singolo cliente.
2 In questo mondo la collaborazione in team è un punto di cruciale importanza per confrontarsi e rafforzare il concetto di squadra al servizio del cliente. Permettere di vivere in armonia e dà sostegno nei momenti talvolta più difficili, in questo penso che Credem sia davvero come una grande famiglia.
3. Da consulente junior posso dire che il mio obiettivo principale è quello di assorbire come una spugna le esperienze del mio tutor e di tutti i miei colleghi. Il tema del passaggio generazionale è una sorta di vocazione del maestro di mestiere che passa le competenze relazionali e tecniche a chi verrà dopo di lui.
4 La tecnologia ci aiuterà nelle capacità di analisi e gestione, Credem stessa va in quella direzione, ciò a cui non credo invece è il fatto che possa sostituire al nostro lavoro perché i rapporti interpersonali sono importantissimi nel nostro mestiere. Supportare nei vari momenti di mercato i clienti salda fortemente il rapporto.
Alessandra Daniele senior1 Fin da ragazzina sono stata affascinata dal mondo della finanza e dopo 40 anni ho lo stesso entusiasmo di allora. Gestire i risparmi dei miei clienti è quasi una missione sociale, loro per me sono come una grande famiglia. Negli anni mi sono anche avvicinata al mondo dell’imprenditoria al fine di conoscere le sue dinamiche e rispondere alle loro esigenze patrimoniali. In Credem sono riuscita a trovare un modello che mi permette di creare sinergie con entrambe le realtà.
2. Il team è tutto perché le esperienze dei miei colleghi mi permettono di crescere, avere nuovi spunti e un confronto quotidiano. La condivisione delle criticità e delle opportunità dei vari momenti del mercato mi permette di infondere serenità ed equilibrio ai miei clienti.
3. Il passaggio generazionale è fondamentale, solo se io riesco a infondere la mia passione a un collega giovane e a trasmettere i miei valori posso continuare a guardare il futuro e sentirmi parte integrante del nostro progetto.
4. Tra 10 anni la tecnologia cambierà sicuramente il nostro mondo ma credo che i rapporti interpersonali saranno sempre alla base di tutti i progetti. La fiducia, la trasparenza e la proattività saranno sempre i motori trainanti di ogni relazione e il rapporto umano non potrà mai essere sostituito dall’intelligenza artificiale.
Premio annuale no al 6,901% dell’Importo Nozionale corrisposto in un’unica soluzione alla scadenza o in caso di Rimborso Anticipato a facoltà dell’Emittente ove non si veri chi un Evento di Credito sull’Entità di Riferimento.
In corrispondenza di ciascuna Data2 di Rimborso Anticipato a Facoltà dell’Emittente, e con un preavviso di almeno 10 giorni lavorativi prima di tale data, l’Emittente ha la facoltà di rimborsare anticipatamente i Certi cate al 100% dell’Importo Nozionale. In tal caso, il Certi cate liquida l’Importo Nozionale più un premio annuale cumulativo, pari al premio annuale moltiplicato per il numero di anni trascorsi.
Se si veri ca un Evento di Credito3 sull’Entità di Riferimento durante la vita del Certi cate, il Certi cate scade anticipatamente. In tal caso, il Certi cate liquida un importo pari all’Importo Nozionale moltiplicato per il Tasso di Recupero4, con possibile perdita parziale o totale dell’Importo Nozionale.
A scadenza, ove non si veri chi un Evento di Credito sull'Entità di Riferimento, il Certi cate liquida l’Importo Nozionale e paga un premio cumulativo pari al premio annuale moltiplicato per l’intera durata del Certi cate (8 anni).
Rimborso condizionato dell'Importo Nozionale a scadenza.
Il Certificate è uno strumento finanziario complesso.
1 Gli importi espressi in percentuale (esempio 6,90%) ovvero espressi in euro (esempio 1.380 €) devono intendersi al lordo delle ritenute scali previste per legge.
2 30/06/2025; 30/06/2026; 30/06/2027; 30/06/2028; 02/07/2029; 01/07/2030; 30/06/2031
3 Gli Eventi di Credito sono eventi capaci di compromettere la capacità di una determinata Entità di Riferimento di adempiere alle proprie obbligazioni di pagamento, il cui veri carsi ha come conseguenza di ridurre, no anche ad azzerare, i potenziali premi periodici e l’Importo Nozionale, con conseguente perdita totale o parziale del capitale investito. I Principali Eventi di Credito sono: Procedura concorsuale/Insolvenza, Mancato pagamento, Ristrutturazione, Intervento governativo, Decadenza dal bene cio del termine, Ripudio/Moratoria, Inadempimento di una obbligazione.
4 Il Tasso di Recupero indica la percentuale, determinata con riferimento ad uno o più titoli di debito emessi dell’Entità di Riferimento, durante un’asta organizzata dal comitato di determinazione dell’ISDA (International Swaps and Derivatives Association) o in assenza di una determinazione del CDDC, da una società del Gruppo BNP Paribas in qualità di agente di calcolo dei Certi cate, a seguito del veri carsi di un Evento di Credito su tale Entità di Riferimento. La data di liquidazione a seguito di un Evento di Credito è la data che cade il terzo giorno lavorativo successivo alla data di determinazione del Tasso di Recupero.
Messaggio pubblicitario con finalità promozionali Prima di adottare una decisione di investimento, al fine di comprenderne appieno i potenziali rischi e benefici connessi alla decisione di investire nei Certificate, leggere attentamente il Base Prospectus for the issuance of Certificates approvato dall’Autorité des Marchés Financiers (AMF) in data 31/05/2023, come aggiornato da successivi supplementi, le Condizioni Definitive (Final Terms) relative ai Certificate e la Nota di Sintesi e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’Emittente e al Garante, all’investimento, ai relativi costi e al trattamento fiscale, nonché il relativo documento contenente le informazioni chiave (KID), ove disponibile. Tale documentazione è disponibile sul sito web investimenti.bnpparibas.it. L’approvazione del Base Prospectus non dovrebbe essere intesa come approvazione dei Certificate. Il presente documento costituisce materiale pubblicitario e le informazioni in esso contenute hanno natura generica e scopo meramente promozionale e non sono da intendersi in alcun modo come ricerca, sollecitazione, raccomandazione, offerta al pubblico o consulenza in materia di investimenti. Inoltre, il presente documento non fa parte della documentazione di offerta, né può sostituire la stessa ai fini di una corretta decisione di investimento. L’investimento nei Certificate comporta, tra gli altri, il rischio di perdita totale o parziale dell’Importo Nozionale, nonché il rischio Emittente e il rischio di assoggettamento del Garante agli strumenti di gestione delle crisi bancarie (bail-in). Ove i Certificate siano venduti prima della scadenza, l’Investitore potrà incorrere anche in perdite in conto capitale. Nel caso in cui i Certificate siano acquistati o venduti nel corso della
potrà variare. Le informazioni e i grafici a contenuto finanziario quivi riportati sono
e non esaustivo. Informazioni aggiornate sulla quotazione dei Certificate sono disponibili sul sito web investimenti.bnpparibas.it.
1 Il mondo della finanza mi ha sempre affascinato, sono diventato consulente perché desideravo intraprendere una professione che mi permettesse di rafforzare questo mio interesse e mi garantisse allo stesso tempo la possibilità coltivare relazioni.
2 Per un giovane professionista come me lavorare in team ha rappresentato l’importante vantaggio di avere il supporto e la guida di colleghi più esperti. Credo inoltre che in futuro crescerà la richiesta di un servizio di consulenza che comprenda tutte le competenze specialistiche necessarie a supportare le diverse esigenze dei clienti, a cui i team possono rispondere in modo efficace.
3 In un contesto in cui l’età media dei consulenti è elevata, il tema del passaggio generazionale diventa particolarmente rilevante. Lasciare i clienti a un nuovo professionista non è mai facile, è un percorso che va adeguatamente preparato per agevolare il consolidamento del rapporto di fiducia tra consulenti junior e clienti.
4 Credo che le competenze relazionali del consulente diventeranno centrali tanto quanto quelle tecniche, in un contesto in cui la tecnologia lascerà sempre più tempo libero da dedicare alle relazioni, alleggerendo l’operatività. I clienti si rivolgeranno alla consulenza aspettandosi un supporto nelle scelte più delicate. La combinazione di lavoro di squadra, competenze relazionali e supporto tecnologico distinguerà sul mercato i consulenti del futuro.
Daniele Yari Stati senior1 Ho coltivato fin da giovane la passione per le tematiche finanziarie. Nel tempo mi sono interessato alla professione di consulente finanziario che ho trovato subito particolarmente adatta a me, coniugando finanza, spirito imprenditoriale e capacità di intessere relazioni di valore.
2 Uno dei vantaggi più importanti del lavoro in team è quello di poter condividere con i colleghi punti di vista e approcci differenti. Questo ci permette di trovare soluzioni alle problematiche e di valutare aspetti positivi e criticità in modo più efficiente. Avere a disposizione competenze variegate favorisce inoltre un approccio specialistico alle esigenze dei clienti.
3 Ritengo che in una relazione lavorativa proficua tra professionisti senior e junior entrambi debbano mostrarsi pronti a imparare e cogliere gli aspetti migliori l’uno dall’altro. Un consulente junior avrà sicuramente un entusiasmo e un’energia che può influenzare positivamente un professionista più maturo, il quale a sua volta può rappresentare una guida nel raggiungimento degli obiettivi.
4 Nei prossimi anni vedremo rafforzarsi i trend già in atto nella professione: qualità del servizio sempre più elevata, personalizzazione delle soluzioni di investimento, ma soprattutto centralità del rapporto con il cliente, in cui il supporto tecnologico giocherà un ruolo fondamentale.
1 Sono Family Banker da un anno dopo un’esperienza decennale da agente di commercio. Quando ho avuto modo di confrontare il servizio di Banca Mediolanum con quello degli altri istituti di cui ero cliente, ho chiesto al mio Family Banker se ci fosse la possibilità di allacciare dei rapporti lavorativi. Così, in poco tempo, sono passato dall’essere un cliente di una banca tradizionale, al diventare un cliente di Banca Mediolanum e poi un suo Family Banker.
2. Da agente di commercio lavoravo da solo, avevo il supporto della sede, ma non un team di riferimento. Poi il mondo è cambiato. Oggi ho tanti ganci. Mi posso affidare al mio supervisore, al supervisore del mio supervisore, ai colleghi che vedo ogni giorno.
3. Per me il dialogo quotidiano con il mio supervisore è fondamentale perché la sua esperienza ventennale è una manna. Ho imparato che non esistono domande stupide. Ogni giorno lo riempio di quesiti, di dubbi. Sono convinto che il mio entusiasmo possa essere una grandissima leva per lui.
4 Penso che nei prossimi dieci anni la figura del consulente darà sempre più centrale. Forte di una relazione basata su una profonda conoscenza del cliente e del suo nucleo relazionale, il professionista metterà sempre più al centro le esigenze e gli obiettivi finanziari delle persone di cui si occupa.
1 Provengo da studi economici e ho sempre nutrito una forte passione per la finanza. Le mie prime due esperienze lavorative sono state esterne a questo mondo, ma da cliente di Banca Mediolanum ho constatato con mano la grande differenza di servizio tra il modello tradizionale e quello delle banche-reti. Dopo due anni da cliente, nel 2005, ho chiesto al mio Family Banker se ci fosse la possibilità di accedere a un mondo che mi appassionava.
2 Se parliamo di team in senso stretto, penso che la condivisione di esperienze, di modalità operative, di impegno nella gestione dei picchi emotivi dei clienti consenta un arricchimento quotidiano, trasversale a tutta la squadra. Ma il nostro team fa parte di una struttura più grande che comprende gli specialisti del credito, della protezione, del wealth management e dell’investment banking.
3 Direi due: umiltà e apertura mentale. Combinando i punti di forza di un senior, ovvero competenze commerciali e relazionali, con la dimestichezza degli junior nell’uso delle nuove modalità comunicative e delle nuove piattaforme, non solo social, si può creare un mix esplosivo.
4 Se analizziamo quello che è accaduto nei paesi anglosassoni che, in linea generale, nel nostro settore anticipano i trend, lì possiamo notare che la quota di mercato della consulenza finanziaria è il triplo che da noi. La strada, quindi, mi sembra segnata.
1 La scelta di diventare consulente finanziaria deriva da due grandi passioni: la psicologia e la finanza. Due discipline che possono apparire come universi distanti ma che trovano la loro massima unione proprio nella professione che svolgo. Essere consulente significa entrare nelle dinamiche decisionali dei clienti, comprendere quali siano i loro obiettivi e progetti e ancorare ognuno di questi a dei numeri al fine di renderli possibili e realizzabili.
2 I principali sono l’ampliamento della visione personale, prendendo in considerazione aspetti della realtà o prospettive mai valutate prima. Il confronto generazionale è un grande valore aggiunto e porta un mix perfetto di competenze tra esperienza e innovazione.
3. Riassumerei gli elementi per una collaborazione perfetta in tre punti: dialogo, umiltà, e saper scendere a compromessi. Dal primo giorno in cui io e mio padre abbiamo iniziato a lavorare in team lui ha sempre dato valore alle mie idee, aprendosi a nuove visioni e al contempo io ho imparato da lui a operare con metodo.
4 L’immagine che spesso si ha del consulente finanziario è quella di un lupo solitario. Tra 10 anni lo immagino sempre come un lupo, ma che vive in branco e che trova così la sua forza. Ogni consulente non può essere un “tuttologo” ma può essere specializzato più di un altro in una determinata area.
1 Nel lontano 1994, dopo una carriera da calciatore professionista, durata ben 12 anni, ero giunto a un punto di necessaria svolta. Ho sempre dato grande importanza alla gestione dei guadagni, anche come sportivo, tanto da decidere di rivolgermi fin da subito a un consulente finanziario. Fu proprio lui a introdurmi a questo mondo.
2 Il plus valore di lavorare in team ho avuto modo di apprenderlo nel corso della mia carriera da calciatore: vedersi come membro di una squadra, dove si lavora tutti per raggiungere un obiettivo comune. Nel calcio questo obiettivo risiedeva nel vincere la partita, in ambito finanziario si traduce nel lavorare in sinergia per realizzare una strategia finanziaria personalizzata per ogni cliente.
3. L’elemento essenziale per la riuscita della collaborazione è la ricerca del perfetto equilibrio tra caratteristiche molto diverse che i membri del team possono avere. Bisogna riuscire a unire la competenza e l’esperienza del senior con la creatività e l’entusiasmo del consulente junior.
4 Tra 10 anni mi aspetto una realtà dove l’IA sarà sempre più presente nella costruzione dei portafogli, nella gestione dei clienti e delle attività quotidiane di controllo. La parte umana, fondamentale per creare un rapporto di fiducia con il cliente, non verrà mai sostituita, mantenendo centrale l’intelligenza emotiva.
KIS ActivESG è la proposta di Kairos dedicata agli investimenti sostenibili che, puntando su società rispettose dell’ambiente, attive nel sociale e guidate da solidi principi di governance, ha l’obiettivo di ridurre l’esposizione alle emissioni di carbonio.
È stata una delle prime soluzioni ESG in Italia ad adottare una strategia di gestione long-short. La consolidata expertise in metodologie di gestione alternative, unitamente alla capacità di selezione dei titoli, basata su di un rigoroso processo di analisi fondamentale e su di un modello proprietario di analisi ESG, consente a Kairos di proporsi sul mercato con un’offerta distintiva.
KIS ActivESG intende generare un impatto positivo sul mondo, continuando a valorizzare il patrimonio dei clienti.
Grazie a KIS ActivESG, Kairos è stata premiata nella categoria Alternative Investments ai Private Banking Awards 2023*
Rischio più basso Rischio più alto
Rendimento potenzialmente più basso
Rendimento potenzialmente più alto 1234567
Le informazioni complete sui rischi sono disponibili sul Prospetto e sul KID.
Morningstar Sustainability Rating
Questa è una comunicazione di marketing con finalità promozionali. Si prega di consultare il Prospetto e il documento contenente le informazioni chiave (KID) prima di prendere una decisione finale di investimento, disponibili in lingua italiana sul sito www.kairospartners.com nonché presso la sede legale di Kairos Partners SGR S.p.A. (“Kairos”) e i soggetti collocatori, anche in forma cartacea. Una sintesi dei diritti degli investitori è disponibile in lingua italiana e inglese al link https://www.kairospartners.com/sintesi-dei-diritti-degli-investitori-it-en/. I rendimenti sono rappresentati al netto delle spese a carico del Fondo e al lordo degli oneri fiscali. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. L’investimento riguarda l’acquisizione di azioni del Fondo e non di una determinata attività sottostante che resta di proprietà del Fondo medesimo e implica una componente di rischio, di conseguenza il capitale investito in origine potrebbe non essere recuperato in tutto o in parte. Le oscillazioni dei tassi di cambio possono influenzare il valore dell’investimento e i costi laddove espressi in una valuta diversa da quella di riferimento dell’investitore. Informazioni sulle specificità del Fondo e sugli aspetti generali in tema di sostenibilità (ESG) ai sensi del Regolamento (UE) 2019/2088, sono disponibili al link www.kairospartners.com/esg/. In caso di commercializzazione del Fondo in paesi diversi da quello di origine, Kairos ha il diritto di porre fine agli accordi per la commercializzazione in base al processo di ritiro della notifica previsto dalla Direttiva 2009/65/CE.
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(*) L’evento organizzato e promosso da Blue Financial Communication, casa editrice specializzata nell’informazione finanziaria, premia i principali protagonisti del mercato italiano destinato alla gestione dei grandi patrimoni e agli investimenti alternativi. Una giuria di esperti ha definito, attraverso una serie d’incontri periodici, gli attori che maggiormente si sono distinti durante l’anno in corso.
1 Ho scelto di diventare consulente finanziario spinto dalla mia passione per i mercati finanziari, maturata nel periodo dell’università. In quegli anni mio padre iniziò a portarmi con sé agli incontri con i suoi referenti bancari. Fin dal primo incontro ho capito che la professione richiedeva un’evoluzione: passare da una semplice promozione di prodotti a una figura in grado di fornire un supporto completo ai clienti.
2 Dalla mia esperienza, ritengo che lavorare in team con altri consulenti finanziari offra un valore aggiunto significativo. Collaborare con colleghi più esperti consente di apprendere dalle loro conoscenze, esperienze e competenze nel settore finanziario, accelerando il proprio sviluppo professionale.
3. Ritengo che una collaborazione proficua tra consulenti junior e senior sia fondata su alcuni elementi chiave. Il consulente senior dovrebbe agire come un mentore, supportando lo junior nel suo sviluppo professionale e trattandolo con rispetto e fiducia. Dall’altra parte, il consulente junior dovrebbe mostrare curiosità e impegno.
4 Immagino che la professione del consulente finanziario tra 10 anni sarà caratterizzata da una maggiore personalizzazione e digitalizzazione. Con i progressi nell’analisi dei dati e nell’intelligenza artificiale, i consulenti finanziari saranno in grado di offrire consulenza sempre più personalizzata.
Luca Ruini senior1 Dopo anni di lavoro in banca, la scelta di diventare consulente finanziario è stata un’evoluzione naturale: volevo mettermi in gioco in prima persona, utilizzando le mie competenze e esperienze al servizio dei clienti.
2 La mia esperienza mi ha insegnato che lavorare in team con altri consulenti offre un valore aggiunto significativo. In ambienti molto competitivi ho imparato l’importanza di un confronto continuo. Non si tratta di cercare conferme, ma di essere stimolati, e aperti alle nuove idee, e confrontarsi. Anche se può essere impegnativo, il lavoro in team unisce punti di vista, esperienze e sensibilità diverse.
3 Sono certo che l’elemento fondante, per poter realizzare il passaggio generazionale nella professione in modo proficuo, è la capacità di ascolto. La collaborazione quotidiana tra consulenti junior e senior è secondo me il modo migliore per definire con sorprendente efficacia e chiarezza gli obiettivi da perseguire, generare nuove idee e organizzare al meglio le mansioni.
4. È difficile definire con dettaglio il futuro della nostra professione. Ci aspetta un mondo che si sta evolvendo a velocità Tuttavia, credo che la cura del rapporto interpersonale tra consulente e cliente, combinato con il lavoro di squadra e l’integrazione delle competenze generazionali, siano strumenti essenziali per poter cogliere le opportunità future.
L’85% degli upper af fluent e private italiani apprezza la riconoscibilità che ha il brand della società
Quando pensiamo alla consulenza finanziaria in Italia riteniamo si tratti di un derby tra banche cosiddette tradizionali e banche-reti, peraltro giocato in casa essendo la maggior parte delle reti dei consulenti finanziari parte di gruppi bancari o assicurativi. Verrebbe da dire “tertium non datur” locuzione che in latino sta a significare che una terza soluzione non esiste rispetto alle due suddette. In realtà una terza opzione c’è ed è rappresentata da Poste Italiane, guidata da Matteo Del Fante. Il recente ingresso in Aipb, l’Associazione Italiana del Private Banking, ha solo sancito ciò che da tempo il mercato conosceva e per certi versi alcune banche temevano. Negli ultimi dieci anni le reti hanno acquisito una quota sempre maggiore del patrimonio delle famiglie italiane a discapito del canale bancario tradizionale sul quale pesa il fenomeno della cosiddetta desertificazione bancaria. Nel 2023 in Italia hanno chiuso 826 sportelli, a fine 2022 erano stati 677. Un quarto del territorio nazionale, con una superficie maggiore di quella di Lombardia, Veneto e Piemonte, è stato abbandonato dalle banche. Sono oltre 6 milioni, invece, gli italiani residenti in comuni nei quali è rimasto un solo sportello e che rischiano di trovarsi tagliati fuori dai servizi bancari.
E questo perché in Italia l’internet banking è ancora poco diffuso passando da un 60% delle regioni più finanziariamente evolute a meno del 30% di quelle più arretrate. In questo contesto Poste Italiane può contare su un presidio territoriale garantito da 12.800 uffici postali e da 8mila Postamat. Non stupisce dunque che la quota di mercato di Poste Italiane nella gestione del risparmio degli italiani sia passata in dieci anni dal 12% al 17%. E il bello deve ancora venire visto che Poste Italiane punta ad aumentare ulteriormente i ricavi nel prossimo quadriennio, soprattutto nell’ambito della consulenza finanziaria e nel private banking.
Numeri impressionanti
I numeri da cui Poste parte sono impressionanti: 580 miliardi di euro di risparmi degli italiani tra questi il segmento dei clienti “affluent”, vale 241 miliardi di Euro, e comprende 1,2 milioni di clienti, il segmento “private” pesa per 55 miliardi e comprende 64mila clienti. Oltre alla presenza territoriale Poste Italiane può contare su alcuni punti di forza riconosciuti proprio dagli upper affluent e private italiani intervistati da Finer. L’85% degli upper affluent e private italiani apprezza la riconoscibilità del brand di Poste Italiane, un ottimo risultato in un settore come quello della consulenza finanziaria dove,
17%
12%
con le dovute eccezioni, la strada da fare è ancora molta. La solidità e l’affidabilità di Poste Italiane nell’ambito della consulenza finanziaria è poi riconosciuta dal 79% degli investitori italiani classificati come upper affluent e private, segue l’apprezzamento per la presenza capillare sul territorio con il 77%, la disponibilità e la cortesia del personale (75%), l’offerta di prodotti
sicuri e affidabili (73%) e la loro trasparenza e semplicità per il 71% degli intervistati.
Sottovalutata dai competitor
Un altro punto di forza di Poste Italiane sta nella loro sottovalutazione da parte di competitor più blasonati i cui pregiudizi potrebbero rivelarsi letali, soprattutto nella conquista
di quelle aree geografiche dove le banche private arrivano a servire meno del 35% dei clienti più patrimonializzati. Il potenziale per un terzo modello di servizio nel settore della consulenza finanziaria pare dunque esserci, vedremo se le Poste Italiane sapranno cogliere la sfida: a giudicare dai numeri parrebbe proprio di sì.
Nicola Ronchetti
Le banche-reti italiane e loro capogruppo realizzano ogni anno molte iniziative di solidarietà e beneficenza BLUERATING ha passato in rassegna alcuni di questi programmi, in cui i consulenti sono spesso parte attiva
Consulenza & Charity Consulenza & Charity
Viola SturaroSempre più spesso le grandi banche-reti legano il proprio nome ad attività di grande rilevanza sociale, solidali o di vera e propria beneficenza, anche attraverso fondazioni proprie, collaborazioni o tramite iniziative di filantropia. Alcune reti aderiscono invece alle iniziative di solidarietà realizzate dai gruppi bancari e assicurativi che le controllano. BLUERATING ha passato in rassegna alcune delle iniziative più rilevanti messe in campo negli ultimi anni.
FIDEURAM ISPB
Sono diverse le iniziative di solidarietà sostenute e patrocinate dal gruppo Intesa Sanpaolo. Importante quella a sostegno della Fondazione Severino, che offre supporto in varie forme a soggetti svantaggiati e, in particolare, a persone detenute, nonché a minori e giovani adulti. In questo contesto la Fondazione dedica un particolare focus alla
condizione detentiva femminile, caratterizzata da particolari disagi e difficoltà, cercando di prestare un supporto orientato anche ad agevolare l’emancipazione della donna e la parità di trattamento. La fondazione svolge le proprie attività all’interno degli istituti di pena, in particolar modo, all’interno della casa circondariale di Rebibbia Femminile. Un occhio di riguardo è riservato anche allo sport con il progetto “Meta Insieme – il rugby sociale per i giovani”. Si tratta di una settimana di attività didattica e sportiva dedicata ai ragazzi del Penitenziario Minorile Fornelli di Bari, con l’obiettivo di facilitare opportunità di inclusione e reinserimento lavorativo per giovani. L’associazione sportiva dilettantistica D.D. organizza eventi sportivi senza fini di lucro, con l’obiettivo di favorire il reinserimento sociale delle
persone fragili attraverso la pratica e l’adesione ai valori dello sport. Si avvale dell’esperienza pluridecennale del suo rappresentante legale, Diego Daniel Dominguez, ex capitano della Nazionale italiana rugby. Ultima, ma non per importanza, la quarta edizione di Digital Restart, il Master voluto da Fideuram ISPB in collaborazione con Strategic Initiatives and Social Impact di Intesa Sanpaolo. Il programma, realizzato da Talent Garden, è destinato ai lavoratori in età compresa tra i 40 e i 50 anni, domiciliati o residenti in Lombardia, momentaneamente senza un impiego e che vogliono approfondire competenze nell’ambito dell’analisi dei dati in azienda. Alle prime tre edizioni del programma di reskilling professionale hanno partecipato 75 persone selezionate tra 1.367 candidature. Il 65% dei partecipanti alle prime tre
edizioni del Master risultano, a oggi, occupati come liberi professionisti o lavoratori dipendenti. Un impegno che, nella sua quarta edizione, ha portato il gruppo a mettere a disposizione 25 borse di studio a copertura totale dei costi per la partecipazione al programma.
BANCA MEDIOLANUM
Il gruppo fondato da Ennio Doris concentra le sue iniziative di solidarietà nella Fondazione Mediolanum, nata nel 2001 con l’obiettivo di sviluppare le principali attività in ambito sociale della banca. Dal 2005 si concentra su progetti dedicati all’infanzia in condizione di disagio in Italia e nel mondo, bilanciando le proprie risorse tra i seguenti ambiti: assistenza, scuola, sanità, ricerca, diritti. Dal 2023 la fondazione è iscritta al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore con la qualifica giuridica di ente filantropico all’interno della più vasta categoria di Ente del Terzo Settore. Con la mission “Educare alla libertà affinché i bambini di oggi possano essere gli adulti liberi di domani”, dal 2005 al 2023 sono stati sostenuti 1.247 progetti erogati 37,3 milioni di euro e aiutati a crescere oltre 221mila bambini in condizioni di disagio in Italia e in 54 paesi nel mondo, con l’obiettivo di arrivare ad aiutare 300mila ragazzi entro il 2030.
BANCA MEDIOLANUM - Il gruppo concentra le sue iniziative di solidarietà in una fondazione (nella foto la presidente Sara Doris) creata nel 2001 che realizza progetti dedicati all’infanzia.
Tra le diverse iniziative, da segnalare senza dubbio è quella riguardante “Centesimi che contano”, un servizio di Banca Mediolanum nato nel 2014 con l’obiettivo di sensibilizzare e di rendere partecipe la clientela della banca alle iniziative realizzate dalla fondazione, consentendo ai correntisti di donare, in modo automatico, piccole somme in via continuativa. Un progetto che deve la sua popolarità anche grazie all’aiuto dei Family Banker del gruppo: il loro impegno viene infatti premiato con i riconoscimenti “Mediolanum
Charity Ambassador”, per la promozione di iniziative solidali e attività di sostegno al territorio in aiuto a Fondazioni locali che operano a favore dell’infanzia, e Mediolanum Values Manager, per farsi portavoce dei valori della banca all’interno della loro Region. Focus anche sul tema dell’istruzione con “Voglio andare a scuola”, una campagna di raccolta fondi annuale per il 2024 con l’obiettivo di garantire a 680 minori il diritto all’educazione, offrendo loro
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la possibilità di apprendere competenze, acquisire capacità, coltivare passioni e talenti.
Un progetto portato avanti da Fondazione Mediolanum insieme ad altre sigle della solidarietà: Fondazione L’Albero della Vita, Ciai e Il Manto
AZIMUT
Dal 2011 in poi Azimut ha dato vita alla Fondazione Azimut Onlus, che ha la sua anima nelle persone che ne fanno parte. Infatti, non avendo una propria autonoma struttura organizzativa, opera grazie al contributo volontario e totalmente gratuito dei consulenti e dei dipendenti del gruppo impegnati in diverse attività, anche di carattere amministrativo, nel seguire i progetti e nel rendicontarli.
Nei primi 12 anni sono stati erogati 15 milioni di euro. Risorse preziose che derivano non solo da contributi volontari ma soprattutto dall’impegno del gruppo Azimut che ogni anno devolve alla fondazione l’1% dei suoi utili. Nei primi quattro anni l’attività della fondazione si è focalizzata esclusivamente sul problema del bisogno economico. Tra i progetti sostenuti dalla fondazione possiamo citare quelli rivolti a donne vittime di violenza come Casa Femminile Lumière, inaugurata di recente a Catania per accogliere donne in difficoltà, un rifugio antiviolenza come Casa Virginia a Padova che ospita donne e bambini allontanati da situazioni pericolose o ancora il progetto “InBloom” a Milano per sostenere giovani mamme
adolescenti a riprendere gli studi, cercare lavoro e conquistare l’indipendenza economica.
Nella sfera lavorativa e di recupero la Fondazione Azimut, a fianco di Fondazione Cave Canem, ha sostenuto progetti come “Cambio Rotta” per giovani autori di reato che, nello scontare il periodo di messa alla prova, svolgono attività socialmente utili a favore di animali in canile.
Un’altra iniziativa sostenuta è “Fuori dalle Gabbie”, che coniuga percorsi di formazione, riscatto sociale e inclusione lavorativa di persone detenute nel carcere di Spoleto all’assistenza ai cani. Per finire, l’ultimo lanciato progetto lanciato quest’anno è “Generazione 4C”, rivolto a giovani donne under 35, giovani provenienti da contesti non abbienti e giovani autori di reato
per permettere loro di costruirsi un percorso professionale. La Fondazione è impegnata anche nel recupero e nel riscatto dei territori come con il Quartiere Danisinni a Palermo, un’iniziativa partita con la realizzazione di una fattoria, proseguita poi nel risanamento di un piccolo borgo e con l’avvio di un progetto di collegamento con il resto della città. L’impegno della fondazione è emerso con forza anche in occasione di impreviste calamità, quando l’azione congiunta insieme Comitato di Sostenibilità di Azimut Holding ha permesso di rispondere in tempi rapidi a bisogni urgenti. Possiamo citare il milione di euro stanziato per contrastare gli effetti della pandemia, la guerra in Ucraina e gli oltre 800mila euro per fronteggiare l’arrivo in Italia di decine di migliaia di profughi, l’intervento umanitario in Turchia a seguito del violento terremoto del 2023 con l’invio
di beni di prima necessità e un investimento di 350mila euro per la realizzazione di un villaggio, o ancora l’alluvione nelle Marche e in Emilia Romagna e i 400mila euro destinati alle zone colpite.
ALLIANZ BANK
Numerose le iniziative di solidarietà anche del gruppo Allianz, di cui fa parte Allianz Bank Financial Advisors La compagnia assicurativa agisce soprattutto tramite la Fondazione Allianz Umana Mente, con l’obiettivo di migliorare la vita di chi è più in difficoltà. Dal 2001 lavora a favore di minori e giovani in difficoltà, con l’obiettivo di supportarli nel loro percorso di crescita, contrastando la povertà educativa e fornendo strumenti utili per il loro futuro lavorativo, ma anche di persone con disabilità, per favorire l’inclusione e la partecipazione sociale, valorizzandone i talenti affinché
tutti abbiano l’opportunità di realizzare il proprio potenziale. La fondazione investe risorse economiche, progettuali, relazionali e professionali a favore degli enti non profit e dei beneficiari dei progetti con l’obiettivo di rafforzare le comunità più vulnerabili, offrendo un supporto gestionale e operativo agli enti no profit, accompagnandoli passo dopo passo, dall’avvio del progetto alla sua conclusione. Inoltre, sostiene anche lo sviluppo di partnership, promuovendo rapporti di collaborazione tra gli attori del terzo settore, il mondo dell’impresa, le università e le società del gruppo Allianz. Tra i numerosi progetti sostenuti citiamo “Impariamo dall’eccellenza”, pensato per offrire ai giovani la possibilità di imparare un mestiere nel settore della ristorazione con l’obiettivo di porre basi solide per il loro futuro professionale e “TutorialMe”, una piattaforma sviluppata per unire formazione online e facilitazione all’inserimento lavorativo per i ragazzi del progetto già citato. Di particolare rilevanza anche la filantropia, per esempio attraverso “Insieme per il Sociale”, un’iniziativa dedicata a chi crede nell’impegno sociale e desidera sostenerlo sia a livello personale che aziendale.
È una partnership di successo creata da Allianz Bank con la collaborazione di Fondazione Allianz Umanamente e Fondazione Italia per il Dono, prima realtà no profit italiana capace di offrire servizi di intermediazione filantropica a livello nazionale e internazionale.
FINECOBANK
Tra le iniziative di solidarietà promosse da FinecoBank, si segnala per esempio il sostegno a Save the Children nella risposta all’emergenza in Siria e Turchia, avviata subito dopo il terremoto
del 6 febbraio 2023. In entrambi i paesi, infatti, l’organizzazione ha distribuito tende per ripari temporanei, beni di emergenza e prima necessità (coperte, vestiti invernali, stufe e cibo) oltre a garantire alle famiglie l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici. In campo anche per l’alluvione in Emilia-Romagna accanto a Croce Rossa Italiana, impegnata sin dalle prime ore dell’emergenza nelle operazioni di soccorso ed evacuazione in aiuto della popolazione dei territori colpiti. FinecoBank ha sostenuto con una donazione
la raccolta fondi promossa dalla Cri per aiutare concretamente le comunità duramente colpite dalla calamità naturale.
BNL BNP PARIBAS LB
La rete oggi guidata da Stefano Manfrone si impegna nella solidarietà della Fondazione Bnl, nata il 6 aprile 2006. Dalla sua costituzione a oggi, la fondazione ha erogato contributi per circa 17,5 milioni di euro a favore di 764 progetti promossi da diverse associazioni di volontariato e
onlus, supportando iniziative meritevoli di attenzione anche nei paesi in via di sviluppo. In particolare, sono 3 i grandi progetti lanciati: Help2Help, Dream Up e Support To Refugees. Il primo sostiene progetti di volontariato di associazioni non profit, il secondo è dedicato a bambini e adolescenti di ambienti svantaggiati. Il terzo lavora a sostegno delle attività legate all’emergenza rifugiati.
MEDIOBANCA PREMIER
Tra le sue iniziative di solidarietà, la banca rete di Piazzetta Cuccia
si è distinta in ambito sanitario sostenendo la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt) di Milano Monza Brianza con una donazione di 200mila euro, contribuendo a rafforzare “Childcare”, un programma in favore di bambini e adolescenti oncologici e delle loro famiglie, provenienti da tutta Italia e da alcuni paesi esteri, come Albania, Romania, Moldavia, Senegal e Ucraina, nato per offrire loro cure e assistenza. L’importo devoluto è stato frutto dell’iniziativa solidale con una promozione su “Conto Deposito”, nella quale la banca si è impegnata a donare
l’equivalente dell’1x1.000 della nuova liquidità vincolata dai clienti in beneficenza.
BANCA WIDIBA
La banca del gruppo Montepaschi ha offerto il proprio supporto tecnologico alla fine del 2023 al progetto “Noi per Voi” con una campagna a sostegno dello sviluppo della ricerca scientifica sulle leucemie infantili. Tutti i consulenti finanziari della rete Widiba hanno promosso la raccolta fondi attraverso il proprio sito professionale e profilo Facebook, fornendo informazioni e supporto alle donazioni. Con un servizio di sms per l’effettuazione delle operazioni bancarie, attraverso il proprio consulente, i clienti del gruppo hanno potuto effettuare una donazione con un rapido messaggio di autorizzazione al bonifico.
Bluerating
Un manager che conosce nel profondo l’intera filiera del risparmio gestito, dalle operation fino alla compliance e all’internal audit. È questo il profilo di Lino Mainolfi il nuovo amministratore delegato di Fideuram ISPB. Come recita la bio sul sito della società, Mainolfi è nato a Napoli e dopo la laurea con il massimo dei voti in Economia e Commercio all’Università degli Studi del capoluogo campano, è stato abilitato alla professione di dottore commercialista e si è iscritto al relativo ordine per la Circoscrizione del Tribunale di Milano e al Registro dei Revisori Contabili. Mainolfi ha
iniziato la sua carriera professionale nel 1993 come revisore contabile presso Price Waterhouse. Da febbraio 2020 è diventato responsabile dell’area coordinamento operativo e finanziario di Fideuram ISPB. La sua carriera nel mondo bancario ha però radici profonde.
Esordi a Napoli
Nel lontano 1998 Mainolfi assunse la carica di responsabile Controllo Interno nella società di asset management del Banco di Napoli. Nel 2002 continuò a occuparsi di risparmio gestito ma in Sanpaolo Imi Asset Management, con il ruolo di responsabile Operational Risk Management & Control.
Contemporaneamente, svolse la stessa mansione anche in Sanpaolo Imi Wealth Management, in staff all’amministratore delegato della società. Un nuovo incarico arrivò per lui nel 2005, quando assunse la carica di responsabile Internal Audit di Eurizon Capital. Altro incarico nel 2008 quando venne nominato responsabile Compliance di Eurizon Capital, di Epsilon Sgr e di Eurizon AI Sgr. Nel 2011, nelle stesse tre società sopra citate, Mainolfi assunse il ruolo di responsabile Internal Audit per poi diventare nel 2012 responsabile della Direzione Operations di Eurizon Capital. La nomina di Mainolfi si inserisce oggi in un giro di poltrone tra le RIORGANIZZAZIONE
prime linee di Intesa Sanpaolo, voluto dall’amministratore delegato, Carlo Messina. È nata infatti una nuova struttura di Wealth Management guidata da Tommaso Corcos. È stata costituita per accelerare la crescita e favorire una maggiore integrazione delle fabbriche prodotto nel comparto del wealth management.
A riporto del responsabile ci sono: le divisioni Asset Management, Insurance e Private di Intesa Sanpaolo, le aree coordinamento HR e organizzazione Wealth Management, affidata a Giulia Zanichelli. A questa divisione si affianca il coordinamento Finance Wealth Management, affidato a Domenico Sfalanga
Nella divisione Private di Intesa Sanpaolo, c’è stata la conferma di Paolo Molesini come presidente di Fideuram ISPB, mentre Gianluca Serafini è diventato il nuovo responsabile dell’area di Coordinamento Marketing, Prodotti e Modello di Business ed è stato designato condirettore generale. Luca Bortolan è stato nominato invece responsabile della nuova area di Coordinamento Operativo, che comprende le strutture Controlli Operativi, Operations e Business Transformation, Legale e Banca Diretta.
Promozione per Cubelli
A Fabio Cubelli, responsabile dell’area di Coordinamento Affari e condirettore generale, è stato attribuito il coordinamento unico delle reti di consulenti finanziari (Fideuram, Sanpaolo Invest, IW Private Investments Sim), nonché di Intesa Sanpaolo Private Banking. Cristiana Fiorini assume invece il ruolo di direttore generale di Intesa Sanpaolo Private Banking. Andrea Ghidoni diventa responsabile della rete e del coordinamento commerciale di Fideuram. Infine, Davide Elli è stato nominato amministratore delegato e direttore generale di Fideuram Asset Management Sgr, oltre che responsabile dell’Investment Center di Fideuram ISPB.
Matteo Chiamenti
di Andrea Barzaghi
Dal 1° maggio Stefano Manfrone
è diventato il nuovo responsabile della rete di consulenza patrimoniale di Bnl Bnp Paribas Life Banker
“Per accrescere le sinergie utili e necessarie a un modello sempre più professionale e specializzato”, è scritto nel comunicato che ne annuncia la nomina, “nei prossimi mesi la rete confluirà all’interno
dell’area Private Banking e Wealth Management di Bnl Bnp Paribas, guidata da Luca Bonansea. Ciò porterà nuovi benefici e competenze al servizio dei clienti con esigenze patrimoniali, personali e professionali, complesse ed evolute”. In esclusiva per Bluerating.com, il sito web del nostro magazine, Manfrone ha raccontato gli obiettivi della sua nuova avventura professionale.
Cosa cambierà fattivamente per la rete? “Voglio partire dicendo che il lavoro fatto in questi anni in Life Banker Network è stato molto buono e lo si può facilmente desumere dai 13 miliardi di asset in gestione e dagli oltre 700 consulenti attivi”, ha detto Manfrone che ha aggiunto: “Alla luce di questi ottimi risultati vogliamo espandere ulteriormente in orizzontale i prodotti e i servizi che la rete di Life Banker può offrire ai propri clienti. Il tutto mantenendo assolutamente la propria autonomia, dato che ogni voce dell’area Private Banking e Wealth Management sarà distintiva”.
Driver di sviluppo
A proposito degli obiettivi programmatici, il nuovo capo della rete di Bnl Bnp Paribas Life Banker ha dichiarato: “A breve verrà rilasciato il nuovo piano industriale e il Life Banker Network sarà uno dei driver di sviluppo per il gruppo.
La priorità sarà crescita in due direzioni parallele e complementari: la prima è quella qualitativa, approcciando professionisti di target alto e il secondo è quello quantitativo, ovvero spingere sulla crescita dell’organico.
Su quest’ultimo fronte il nostro obiettivo è di raddoppiare la dimensione della rete”. Quali invece gli obiettivi di breve termine?
“Il primo riguarda i giovani e il loro reclutamento”, ha detto Manfrone, “giusto per dare qualche riferimento, abbiamo un gruppo di prospect di 1.000 giovani con i quali andremo a parlare a breve. Il secondo progetto è quello di intensificare il recruitment in generale da qui
a fine anno, anche attraverso lo sviluppo di nuovi centri finanziari. Infine vogliamo puntare alla progressiva estensione dei prodotti e dei servizi wealth management alla piattaforma Life Banker Network”. Manfrone ha affrontato anche l’argomento del ricambio generazionale, una tematica ancora molto sentita all’interno del mondo della financial advisory italiana. “Noi offriamo una via facilitata di accesso alla professione, perché i nostri consulenti finanziari possono lavorare in maniera integrata all’interno delle nostre filiali”.
Offerta a 360° “I neo-consulenti”, prosegue Manfrone, “possono fin da subito rapportarsi a tutti i servizi del panorama bancario. Abbiamo un’offerta a 360 gradi all’interno del primo gruppo a tre dimensioni in Europa”. Il manager ha infine voluto lanciare un messaggio finale ai consulenti della rete attuali e a quelli che verranno: “Siete e sarete sempre più fondamentali all’interno del gruppo e le opportunità che vi verranno offerte saranno molto importanti”, conclude Manfrone. Bluerating
I servizi di advisory of fer ti da Banca Generali per investire in beni ar tistici
L’arte è stata al centro della scena a Milano nell’ultimo mese, con Art Week 2024 e l’esposizione miart che hanno riempito la città di bellezze artistiche moderne e contemporanee, aiutando i milanesi a scoprire un patrimonio di cui si è sempre più consapevoli del valore sociale ed economico, oltre a quello indiscusso, estetico ed emotivo. Un valore che, seppur ancora minoritario, grazie alla maggiore consapevolezza e opera di valutazione viene sempre più misurato e riconosciuto.
Peso in crescita
“Oggi i beni artistici in Italia pesano circa il 3% nei portafogli dei clienti private, ma è una percentuale destinata a crescere. Quello che stiamo vedendo sul mercato, in particolare ma non solo su quello dei clienti private, è che sempre più l’arte entra nel ventaglio degli investimenti, perché riesce a mettere insieme la componente economica razionale con il cuore, la passione e l’emozione. Questa cultura sta crescendo e si sta sviluppando. Pensiamo che la tendenza sia quella di un superamento del 5% e verso il 10% nei prossimi dieci anni”, spiega
Andrea Ragaini, vicedirettore generale di Banca Generali. Proprio Banca Generali è stata sponsor della settimana di Milano Art Week per il sesto anno consecutivo, in occasione della quale ha offerto per
la giornata del 13 aprile l’apertura gratuita del PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e aperto le porte della sua collezione privata sviluppata nel progetto BG ArTalent, dedicato agli artisti italiani più interessanti nel panorama mondiale. Avere un patrimonio artistico non è però una prerogativa solo delle grandi istituzioni o delle famiglie più abbienti, che spesso hanno raccolto collezioni anche nel corso di più generazioni. “Le case di tante famiglie italiane sono ricche di opere d’arte, ma queste difficilmente vengono valorizzate all’interno del patrimonio familiare. Spesso l’arte è percepita come un qualcosa che riguarda la sfera delle passioni e lontana dalla valorizzazione patrimoniale”, rimarca Ragaini, sottolineando come uno dei capisaldi della consulenza di Banca Generali sia proprio l’approccio olistico, guardando non solo alla componente finanziaria, ma a tutto il patrimonio delle famiglie: immobiliare, d’impresa e, appunto, artistico. L’investimento in beni artistici è, come tutti gli ambiti della gestione del proprio patrimonio, un’attività dove è necessario essere consigliati da esperti, ma i rischi specifici legati alle valutazioni e all’illiquidità delle opere d’arte rendono la necessità di una consulenza ancora più rilevante. “Il rischio, come su tutti gli asset illiquidi, è superiore. Quando si
investe in questo tipo di beni si deve tenere in considerazione un orizzonte di medio-lungo periodo e farsi affiancare dalle migliori competenze”, sottolinea Ragaini. A cominciare dalla mappatura e della valutazione, che sono i servizi alla base dell’art advisory di Banca Generali.
Supporto al cliente
“L’Art & Passion Investments Advisory di Banca Generali si fonda sull’esigenza di supportare il cliente in una decisiva e trasparente operazione di consapevolezza sul proprio patrimonio artistico di cui spesso si conosce il valore estetico, ma non quello economico. È sempre più importante avere una chiara mappatura del valore artistico delle collezioni, per poi valutare se tramandarle, gestirle o valorizzarle al meglio”, spiega il vicedirettore generale di Banca Generali. Questo è solo uno dei servizi che Banca Generali offre nel quadro della sua attività di Art & Passion Investments Advisory, ma non l’unico, dato che prendersi cura, proteggere e valorizzare il patrimonio artistico è un processo complesso e sfaccettato. “I nostri clienti possono trovare presso di noi una consulenza per far valutare le opere, per proteggerle, trasferirle, condividerle e per il passaggio generazionale”, conclude Ragaini. Bluerating
Questionari di profilazione, pianificazione finanziaria, scelta degli strumenti d’investimento e assicurativi. Tutte le tappe che scandiscono il rapporto tra un consulente finanziario e il suo cliente sono oggi all’interno di una nuova piattaforma presentata all’ultima edizione del Salone del Risparmio.
Partnership in due
Si chiama Value for Money e nasce dalla partnership tra due realtà che non hanno bisogno di presentazioni nel mondo della financial advisory italiana. La prima è Fida, gruppo italiano che sviluppa applicazioni software per la gestione degli investimenti ed è specializzato nella raccolta, analisi e distribuzione di dati per il mondo del risparmio gestito. L’altra realtà che ha creato la piattaforma è Progetica, società indipendente di consulenza per la pianificazione finanziaria, economica, patrimoniale, assicurativa e previdenziale. Value for Money, come evidenziato dai suoi creatori, si distingue per una caratteristica, la completezza, poiché “abbraccia l’intero corso di vita dei clienti e gestisce in maniera semplice tutte le fasi tecniche della consulenza” che spaziano appunto dai questionari alla profilazione fino allo step finale, che consiste ovviamente nella scelta dei prodotti d’investimento
più adatto a soddisfare le esigenze del cliente. La soluzione proposta si presenta in forma modulare e distribuita, sia sotto forma di piattaforma integrabile nei sistemi esistenti, sia mediante applicazioni personalizzate, in modo da adattarsi alle diverse esigenze del mercato.
“La nostra soluzione permette ai consulenti finanziari di stare al fianco dei clienti nel lungo periodo ma anche nell’attività ordinaria quotidiana”, ha detto Gianni Costan, amministratore delegato di Fida. Per spiegare le caratteristiche peculiari di Value for Money, c’è stato il ricorso a una metafora efficace da parte di Claudio Grossi, partner di Progetica, responsabile dell’area Metodi, Modelli, Qualità.
“Nel 2007”, ha detto Grossi, “l’innovazione tecnologica ha
portato alla diffusione degli smartphone, che hanno riunito assieme tutti gli strumenti hi-tech che usavamo abitualmente: il computer, il telefonino, i dispositivi audio e video”. Ecco, per Grossi la nuova piattaforma ha fatto più o meno la stessa cosa per i consulenti finanziari: ha unificato tutti gli strumenti che abitualmente un professionista utilizza nelle relazioni con la clientela. La piattaforma spazia dall’operatività day by day fino alla definizione degli obiettivi dell’investitori, sotto forma di rendimento, previdenza o protezione. E include attività come l’utilizzo di portafogli modello, la scelta degli strumenti finanziari, la rendicontazione e il monitoraggio delle posizioni. Senza dimenticare i tool capaci di evidenziare eventuali aree di inadeguatezza.
Il prezzo dell’immobilismo
Francesca Berté, partner di Progetica e responsabile Formazione e Ricerche ha messo in evidenza alcuni aspetti critici della relazione tra consulente e cliente dove non mancano atteggiamenti di sfiducia e di indecisione da parte degli investitori. “Nei nostri modelli abbiamo pensato di mostrare ai clienti anche il costo di non prendere decisioni”, ha detto Berté. Ritardare un piano di risparmio o l’acquisto di un prodotto finanziario è solo in apparenza una scelta che non ha conseguenze. In realtà, l’immobilismo significa mancati rendimenti e anche maggiori difficoltà nel raggiungere un obiettivo.
Bluerating
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UTILIZZANO NEL LORO LAVORO
NEI NOSTRI MODELLI ABBIAMO PENSATO ANCHE DI MOSTARE
QUALI SONO I COSTI DERIVANTI DAL NON PRENDERE DECISIONI
luci&ombre
di Fabrizio TedeschiMolto precisa la recente (14 marzo ’24) sentenza della Cassazione in materia di parti correlate. Il caso sembra quasi di scuola nella sua semplicità. Una parte correlata (vicepresidente esecutivo della società quotata) propone un disinvestimento in rem propriam, partecipa alla preparazione dell’operazione nella quale ha un evidente conflitto d’interessi; una volta definita la fase istruttoria, un attimo prima della delibera di approvazione della sua proposta, si dimette dal consiglio con lo scopo di evitare l’applicazione delle norme in materia di parte correlata. In tal modo fa venir meno tutte le garanzie che tali operazioni richiedono. La Consob sanziona giustamente tutti, dai consiglieri, ai sindaci, alla società per violazione della normativa in materia di parti correlate. Il ricorso in Corte d’Appello ha esito positivo per la società, ma in Cassazione la decisione è ribaltata e la sentenza è cassata con rinvio. La motivazione è lineare. L’applicazione delle norme in materia di operazioni con parti correlate comincia quando si profila l’operazione e si inizia a studiarla. Le fasi di proposta, istruttoria e discussione sono un tutt’uno soggetto alle regole delle operazioni con parti correlate, che non possono essere disapplicate con scappatoie formali, magari abbastanza caratteristiche di una certa italica furbizia. Bene ha fatto la Cassazione a mettere le cose a posto e stabilire il principio di diritto che la sostanza prevalga sulla forma.
Credem Euromobiliare Private
Banking prosegue il suo percorso di evoluzione e crescita, consolidando il ruolo acquisito nel panorama bancario italiano a un anno dalla sua nascita. “Rappresentiamo attualmente il quinto player di mercato”, dice il direttore commerciale Simone Taddei (1), “con un patrimonio gestito di oltre 41 miliardi di asset. La nostra presenza sul territorio è supportata da una solida rete composta da 700 private banker dipendenti e consulenti finanziari, oltre a oltre 300 professionisti dei nostri uffici centrali e operativi di filiale. Il nostro network comprende circa 80 filiali private e centri finanziari distribuiti in tutta Italia.
Raccolta miliardaria
Nel corso del nostro primo anno di attività, abbiamo raggiunto risultati significativi, con una raccolta di nuovi apporti che ha toccato quota 2 miliardi di euro”. La strategia di trasformazione e crescita messa in atto dalla società si concentra anche sull’ampliamento della propria rete di private banker e consulenti finanziari, investendo in particolar modo nei territori “chiave” e nelle piazze italiane a maggior appealing per il settore del private banking. In questo il Lazio, e in particolare la città di Roma, rappresentano un hub strategicamente cruciale per composizione di clientela,
L’area del Lazio e la cit tà di Roma in par ticolare
disponibilità del patrimonio, competenza e conoscenza finanziaria. Continua Taddei: “Attualmente, sulla piazza di Roma e dintorni, contiamo quasi 70 professionisti tra private banker e consulenti finanziari al servizio di una clientela consolidata e fedele, con un totale di business superiore ai 4 miliardi di euro”.
Solide relazioni
Nell’ambito della squadra del regional manager Centro Sud, Giuseppe Barilaro, l’area manager Luigi Ruzzante (2) ha consolidato, in 25 anni di coordinamento, il gruppo di consulenti finanziari attivi su Roma; una squadra che annovera tra più noti e stimati professionisti della Capitale.
Come ci dice lo stesso Ruzzante, “l’esperienza maturata ha permesso in questi anni di stabilire solide relazioni con una vasta base di clienti, quasi 2mila, che quotidianamente siamo felici di incontrare e accogliere nella nostra prestigiosa sede di Piazza Navona”. Nel 2023, il team dei consulenti si è ulteriormente potenziato con l’importante ingresso da Fideuram di Massimo Romoli (3), che vanta oltre 30 anni di carriera e di altri due importanti consulenti di grande grande esperienza Alessandro Fortuna e Giulio Rossi, che portano con sé oltre 25 anni di attività. Bluerating
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Un nuovo consulente per il nord Italia, in particolare per l’area del Veneto: si tratta di Fabio Tormen (nella foto), giovane professionista finanziario classe 1989 e originario di Belluno, che andrà ad ampliare la squadra di Bnl Bnp Paribas Life Banker. Ad accoglierlo, con un post pubblicato sui social, è stato l’area manager nord-est, Paolo Cecconello
IW Private Investments ha accolto un nuovo professionista nella propria rete. Si tratta del consulente finanziario Michele Oliva (a destra nella foto), che dopo quasi venti anni di esperienza bancaria, ha deciso di entrare a fare parte della squadra dell’area manager del Sud Italia, Raffaele Buonomo (a sinistra nella foto)
Il piano di reclutamento della rete dei consulenti finanziari di Mediobanca
Premier non si ferma: con l’ingresso di oltre 20 nuovi professionisti a marzoaprile, la rete ha superato il traguardo dei 600 consulenti finanziari
Ecco gli ultimi ingressi: Maurizio Dainelli, Guido Bodrato, Tiziana Selenscig, Orsolina Dionisi, Mirko Tessari, Antonio Bertoldini, Francesco Angelici, Michele Esposito, Alessandro Ciarcianelli, Giorgio Zannini, Roberto Pacini, Nicola Castiglione, Antonio Ambrosini, Simona Vicorito, Luca Summaria, Angelo Corso, Francesco Paolo Palumbo, Enrico Calà ed Ernesto Pivetti.
Una nuova professionista per Banca Widiba Ad accoglierla è stato Donatello Ceccotti (a destra nella foto) district manager & senior private banker, su LinkedIn: “È con piacere e soddisfazione che accogliamo nell’ufficio di Frosinone Barbara Cipriani (a sinistra nella foto): collega che a grandi capacità professionali abbina notevoli doti umane” si legge.
contropelo di Giuseppe Santorsola
Imodelli distributivi costituiscono fattori determinanti nella pianificazione strategica degli intermediari finanziari. Soluzioni un tempo competitive fra loro sono oggi considerate sinergiche oppure alternative, valutate in termini di cost/income, di efficienza nei risultati e di adeguata elasticità nella loro gestione. Si ipotizzano sistemi “phygital” o di “digitale assistito”. In merito alle filiali delle banche si parla di desertificazione in ragione delle continue chiusure, ancorché distribuite in modo non uniforme nelle diverse aree geografiche.
L’operatività “fuori sede” (soprattutto se densa di consulenza) è la soluzione prevalente nella gestione del risparmio, quella tramite sito/app domina la movimentazione dei depositi e le operazioni correlate, l’erogazione del credito personale è prevalentemente affidata agli intermediari ex-art. 106/TUB, mentre la gestione del credito alle imprese appare restare (in prevalenza) occasione di incontro personale (anche se magari a distanza). Resta da valutare nel breve-medio termine l’impatto in termini di costo e di efficienza interna della moltiplicazione dei canali, i quali (tutti) devono risultare conformi ai crescenti requisiti normativi ed efficienti nei riguardi dei clienti che vi si rivolgono per loro scelta. Lascio al lettore il meditare su un’apparente contraddizione: le banche tradizionali chiudono sportelli e sviluppano reti esterne, le neo-banche aprono punti di contatto (mai chiamati sportelli). Ne riparleremo.
santorsola@uniparthenope.it
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Come ti ripari da inflazione e incertezza nel futuro? L’ECCELLENZA
Perché le tecniche commerciali invasive alla fine si rivelano un boomerang
di Maria Grazia RinaldiNel panorama del business contemporaneo, sta perdendo efficacia la pratica di rincorrere i
clienti con tattiche aggressive, spesso alimentata da una visione obsoleta del marketing. Questo metodo tradizionale, orientato alla mera acquisizione di clientela
Nel panorama del business contemporaneo, sta perdendo molta ef ficacia la consuetudine di stare dietro alle persone con aggressività, alimentata da una visione obsoleta del marketing
attraverso strategie invasive, non solo può creare disarmonia e spreco di risorse, ma spesso culmina in relazioni superficiali, dove il cliente si sente più un obiettivo che un partner. In risposta a questa sfida, emergono nuovi paradigmi che favoriscono l’approccio dell’incontrare il cliente piuttosto che del rincorrerlo
Si tratta di un cambio di rotta basato sulla fiducia e la reciprocità, aprendo la strada così a un dialogo più autentico e a relazioni professionali di lunga durata.
Strategia più sostenibile
Adottare un approccio incentrato sull’incontrare piuttosto che sul rincorrere i clienti rappresenta una strategia più sostenibile e rispettosa, che permette ai professionisti di sviluppare collaborazioni profonde e significative. Le interazioni basate sulla comprensione reciproca e sul rispetto dei tempi e delle esigenze di ciascuno portano a una maggiore lealtà e soddisfazione del cliente. Recenti studi in psicologia del consumatore sottolineano l’importanza di queste dinamiche. Le ricerche in merito sostengono che un contatto di qualità, che rispetti il tempo e lo spazio del cliente, che promuova un dialogo aperto, è cruciale per l’engagement e la soddisfazione del cliente stesso. Per esempio, uno studio nello specifico ha mostrato che professionisti che investono tempo nell’ascolto attivo e nell’empatia ottengono migliori risultati in termini di fedeltà del cliente e percezione del valore offerto.
Dal punto di vista della gestione e della leadership, questo approccio richiede un significativo cambiamento di mentalità a tutti i livelli professionali. È essenziale che i professionisti promuovano attivamente principi di empatia, pazienza e autenticità, caratteristiche che si rivelano fondamentali per costruire relazioni durature e fruttuose. Un articolo del Journal of Business Ethics ha esplorato come i professionisti che incarnano questi valori non solo migliorano le proprie relazioni esterne, ma beneficiano anche di un aumento della soddisfazione personale e professionale. L’orientamento verso un approccio più umano e meno aggressivo nella gestione delle relazioni con i clienti non solo è un imperativo etico, ma si rivela una strategia efficace che risponde alle esigenze di un mercato in continua evoluzione.
Solide basi
La ricerca e la pratica confermano che un tale approccio non solo arricchisce l’esperienza del cliente, ma pone anche solide basi per la crescita professionale sostenibile. Queste pratiche consentono ai professionisti di posizionarsi vantaggiosamente in un ambiente competitivo che premia l’autenticità e il rispetto.
Riassumendo il concetto con le parole del noto saggista ed esperto di management Peter Drucker: “La vera essenza del marketing è conoscere e comprendere il cliente così bene che il prodotto o il servizio si adatti a lui e si venda da solo”.
Maria Grazia Rinaldi
A volte una qualità innegabilmente positiva può diventare fonte di criticità
di Gaetano Megale
Nella pratica professionale della consulenza finanziaria, l’empatia è tradizionalmente celebrata come una pietra angolare della relazione tra consulente e cliente. La capacità di comprendere profondamente e condividere le emozioni e le esperienze del cliente è vista come fondamentale per fornire consigli personalizzati e per costruire un rapporto di fiducia. Tuttavia, questa medaglia ha un rovescio meno esplorato: il “lato oscuro” dell’empatia, ossia come una qualità innegabilmente positiva possa trasformarsi in una fonte di dilemmi etici e criticità professionali
Diverse competenze
L’empatia, nella sua essenza, comprende diverse competenze: ascolto attivo e comprensione profonda delle emozioni, tra le altre. Queste abilità sono indispensabili per personalizzare i consigli finanziari e navigare attraverso le complessità emotive dei clienti. Tuttavia, un coinvolgimento emotivo eccessivo può portare a diverse problematiche, tra cui il sovraccarico emotivo, la perdita di oggettività, conflitti di interesse e dipendenza emotiva del cliente. Questi aspetti negativi possono compromettere la capacità del consulente di mantenere un equilibrio sano e di fornire una
Megale independent ethics advisorQuando un cliente e il professionista hanno un legame emotivo intenso, c’è una perdità di oggettività
consulenza efficace. Dal punto di vista dell’etica professionale, l’eccessiva empatia può violare principi universali quali quelli delineati dall’approccio etico kantiano che enfatizza di trattare le persone come un fine e non come un mezzo.
Due approcci
L’identificazione emotiva eccessiva con il cliente può portare a decisioni che, sebbene ben intenzionate, trattano il cliente stesso più come un oggetto di preoccupazione emotiva che come un agente razionale.
Al contrario, una mancanza di empatia può portare a un approccio puramente commerciale, trascurando il valore intrinseco del cliente come persona.
Gaetano Megale
Le soluzioni di Analysis per i consulenti basate sull’intelligenza ar tificialedi Daniele Tor toriello
Intelligenza artificiale al servizio dei consulenti finanziari. BLUERATING ne parla con Federico Rovegno, executive sales manager di Analysis “Investiamo, da ormai più di 3 anni, tempo e risorse nella ricerca e nello sviluppo di modelli finanziari basati su intelligenza artificiale”, spiega Rovegno.
Valore aggiunto
Of friamo un suppor to operativo che rende ef ficienti i processiFederico Rovegno executive sales manager di Analysis
“A fine 2023 abbiamo rilasciato la nostra prima soluzione basata su IA per il pubblico istituzionale, per supportare i professionisti nelle decisioni di investimento. Considerati i vantaggi portati da questa tecnologia, abbiamo deciso di aprirci anche al mondo dei consulenti finanziari, portandola per la prima volta in Italia al loro servizio”. Operativamente, all’interno della piattaforma di analisi e gestione portafogli, Quantistik, sono stati inseriti alcuni strumenti operativi basati sull’IA in grado di offrire valore aggiunto per consulente e clienti, primo tra tutti è l’utilizzo di portafogli modello ad asset allocation dinamica. “Sono portafogli”, continua Rovegno, “i cui momenti di ribilanciamento non verranno decisi a priori su base temporale, bensì avverranno solo quando si verifica un cambio di scenario di mercato, comunicando al consulente semplici alert.
Abbiamo individuato tre possibili scenari di mercato e abbiamo allenato la nostra IA affinché fosse efficiente nel costruire e gestire asset allocation strategiche in relazione all’obiettivo di rischio e all’effettivo scenario corrente, ma tenendo anche conto della probabilità di evoluzione verso scenari futuri”. Quali quindi i benefici per i consulenti? “Per noi questa è innovazione”, dice Rovegno.
Concentrarsi sull’obiettivo “Offrire uno strumento in grado di generare risultati molto interessanti per i clienti, sgravando contemporaneamente i professionisti da eccessive attività analitiche, con la possibilità di concentrarsi sul vero obiettivo: la cura della relazione con i clienti. Abbiamo compreso che, indipendentemente dallo scopo specifico di utilizzo, l’IA rappresenta un supporto operativo che aggiunge valore all’attività del professionista e rende efficienti molti processi. Non dobbiamo però mai dimenticare che l’intelligenza artificiale dovrà esser guidata dall’intelligenza umana, perché solo noi siamo in grado di gestire questo potente supporto in funzione degli obiettivi, soprattutto nella consulenza, dove i valori fondamentali sono rappresentati dalla capacità di costruire un rapporto umano di fiducia con i propri clienti”, conclude Rovegno. Daniele Tor toriello
Ad at trarre i maggiori finanziamenti sono stati i proget ti innovativi nel business classificato come intermediazione e anche quelli realizzati nell’area dei pagamenti digitali
900 mln
Valore in euro degli investimenti totali nel fintech in Italia nel corso del biennio 2022-2023
1,88 mld
Valore in euro degli investimenti totali nel fintech in Italia nel corso del quinquennio 2021-2025
In aumento gli investimenti nelle tecnologie bancarie
Crescono gli invetsimenti nel fintech, anche se rimangono sotto la soglia del miliardo di euro all’anno nel nostro Paese. A rivelarlo è stato uno studio della Banca d’Italia nel report dal titolo “Indagine fintech nel sistema finanziario italiano” che ha calcolato un valore di 600 milioni di euro, tra il 2021 e il 2022, per la spesa per investimenti in tecnologie innovative nel settore finanziario.
Trend in ascesa
Secondo gli analisti di Palazzo Koch, gli investimenti stanno seguendo un trend in ascesa e raggiungeranno i 901 milioni nel biennio 2023-2024.
Ci sarà poi una coda di ulteriori 380 milioni di euro di spesa nel fintech nel 2025, per progetti già censiti oggi da Bankitalia. In totale, il flusso di investimenti messi sotto la lente dall’authority di palazzo Koch tra il 2021 e il 2025 raggiungerà un valore di 1,88 miliardi. L’indagine ha poi messo a confronto la spesa prevista per le iniziative del fintech nel biennio attuale con quelle del periodo 2017-2018. Conti alla mano, gli investimenti di quest’anno valgono 3,8 volte quelli di 5 anni fa, cioè sono quasi quadruplicati.
Non manca però l’altra faccia della medaglia: “Il processo di trasformazione digitale del sistema finanziario, per quanto in espansione, risulta quantitativamente limitato e polarizzato”, hanno scritto gli analisti di Bankitalia, i quali hanno passato in rassegna anche le aree di business che hanno attratto le maggiori risorse economiche. Al primo posto nel valore delle iniziative fintech c’è il settore dell’intermediazione (che ha raccolto il 43,7% degli investimenti totali) seguito dal business dei pagamenti (39,4%).
Lotta al riciclaggio
In particolare, uno dei campi in cui l’innovazione tecnologica è stata utilizzata con maggior intensità e frequenza è quello legato alla lotta alle attività di riciclaggio. “La quota di intermediari che impiega o sviluppa tecnologie per adempiere agli obblighi di antiriciclaggio”, hanno scritto gli esperti di Bankitalia, “è elevata e in aumento rispetto alla precedente indagine (dal 62% all’80%)”. Bluerating
di Sara Mortarini
Taylor Swift e Dick Wolf sono entrati solo nel 2023 a far parte dell’Olimpo dei miliardari, andando a rinforzare la schiera sempre più
1
GEORGE WALTON
79 anni - regista
PATRIMONIO NETTO
5,5 miliardi di dollari
folta di celebrità con un patrimonio a nove zeri. Un gruppo che, scrive Forbes, ha visto una vera e propria esplosione negli ultimi anni: ben 10 delle 14 celebrities che fanno parte dell’ultima World’s Billionaires
2
STEVEN
77 anni - regista
PATRIMONIO NETTO
4,8 miliardi di dollari
List sono diventate miliardarie solo negli ultimi quattro anni. La maggior parte di loro deve la crescita del patrimonio ad avventure imprenditoriali al di fuori del mondo dello spettacolo. La popstar
3
MICHAEL JORDAN
61 anni - ex giocatore di basket
PATRIMONIO NETTO
3,2 miliardi di dollari
È stata venduta all’asta la celebre zattera che nel film Titanic salvò dal naufragio Rose, interpretata da Kate Winslet. Questa semplice asse di legno, un pezzo della porta di una cabina, è stata venduta per 718.750 dollari (più di 663mila euro) all’asta organizzata dalla catena di ristoranti Planet Hollywood. La zattera in questione è sempre stata un oggetto di scena molto discussa: fin dall’uscita del film, infatti, molte persone hanno obiettato che anche Jack (interpretato da Leonardo DiCaprio) si sarebbe potuto salvare se fosse salito sulla zattera con Rose.
Rihanna, per esempio, ha costruito la sua fortuna principalmente grazie al brand di makeup Fenty Beauty e a quello di lingerie Savage x Fenty. E Jay-Z è diventato il primo miliardario nel mondo dell’hip
4
OPRAH
WINFREY
70 anni - conduttrice televisiva
PATRIMONIO NETTO
2,8 miliardi di dollari
hop grazie a due brand di bevande alcoliche: D’Usse Cognac e Armand de Brignac Champagne, di cui ha venduto il 50% a LVMH. Infine, Michael Jordan ha guadagnato meno di 100 milioni di dollari dalla
5
SHAWN COREY CARTER
JAY-Z
54 anni - rapper
PATRIMONIO NETTO
2,5 miliardi di dollari
sua carriera nel mondo del basket, il grosso della sua ricchezza arriva dai contratti pubblicitari con Nike. Ecco qui sotto alcune delle celebrità miliardarie nella classifica di Forbes Bluerating
6
KIM
KARDASHIAN
43 anni - personaggio televisivo/modella
PATRIMONIO NETTO 1,7 miliardi di dollari
La globalizzazione sarà pure in crisi ma il settore del turismo viaggia ancora a gonfie vele a livello mondiale. Il World Travel & Tourism Council (Wttc) stima che l’industria dei viaggi raggiungerà la cifra record di 11,1 miliardi di dollari nel 2024, eclissando il precedente massimo di 10 miliardi del 2019. Inoltre, si prevede che nel prossimo decennio il turismo diventerà un’industria da 16 miliardi di dollari all’anno, a cui ricondurre l’11,4% del pil globale. Entrambe le previsioni sono delineate nel Travel & Tourism Economic Impact Report 2024 del Wttc.
Avere un patrimonio miliardario non è cosa comune e ancora di meno lo è se si è donna. Appena 369 nomi su 2.781 nella World’s Billionaires List 2024 di Forbes sono femminili, il 13% del totale. E all’interno di questo ristretto gruppo, ancora più rare sono le donne che hanno costruito da sé la propria fortuna miliardaria, senza ereditarla da altri: parliamo del 3,6% del totale. Tra queste troviamo imprenditrici, come Sarah Blakely (nella foto), fondatrice della società di abbigliamento “modellante” Spanx; volti noti dello spettacolo, per esempio Taylor Swift; e persone che hanno fatto carriera in grandi aziende dove sono state assunte,
come Sheryl Sandberg, ex chief operating officer di Facebook. Quest’anno, segnala Forbes, 15 nuovi nomi si sono uniti alla lista delle donne miliardarie self made (dominata in generale da cinesi e statunitensi). Tra queste, oltre alla già citata Taylor Swift, si segnalano due nomi la cui fortuna è legata all’ascesa dell’intelligenza artificiale: Lisa Su, ceo dell’azienda di semiconduttori Advanced Micro Devices e Michelle Zatlyn, cofondatrice, presidente e coo dell’azienda di cybersecurity Cloudflare. Qui a fianco le prime posizioni della classifica (i dati sono calcolati utilizzando prezzi azionari e tassi di cambio alll’8 marzo 2024).
Bluerating
L’era delle mega star sui social non è finita. Parola di Priya Raho, direttrice di Business of Beauty, autorevole testata del settore della cosmesi che ha rilasciato un’intervista a Repubblica
Se qualcuno profetizza il declino delle star dei social, per Raho dovrà ricredersi. La direttrice di Business of Beauty ha indicato come caso di scuola Hailey Bieber (nella foto). La consorte di Justin Bieber è un’imprenditrice di successo nel settore del make up con il suo marchio Rhode. Inoltre è considerata ancora tra i grandi nomi che guidano le conversazioni sui social.
QUATTRO PATRIMONI STELLARI AI RAGGI X LE SIGNORE PIÙ RICCHE DEL PIANETA
Rafaela APONTE-DIAMANT
Diane HENDRICKS
33,1 miliardi di dollari
Cittadinanza Svizzera
Fonte della ricchezza MSC
20,9 miliardi di dollari
Cittadinanza Stati Uniti
Fonte della ricchezza ABC Supply Co.
Judy LOVE Denise COATES
10,2 miliardi di dollari
Cittadinanza Stati Uniti
Fonte della ricchezza Love’s Travel Stops
BREVE DAL MONDO
9,5 miliardi di dollari
Cittadinanza Regno Unito
Fonte della ricchezza Bet365
Kanye West (nella foto con la compagna Bianca Censori) ha abbassato di ben 14 milioni di dollari il prezzo richiesto per la sua casa di cemento a Malibu, una mossa che lo porterà a vendere in perdita. L’edificio da 4mila mq, progettato dal giapponese Tadao Ando, è ora in vendita per soli 39 milioni di dollari. West aveva acquistato la proprietà con vista sull’oceano nel 2021 per 57,25 milioni di dollari, secondo quanto riporta Mansion Global. Attualmente, la casa non è altro che un guscio di cemento progettato da un archistar e affacciato sulla spiaggia.
Versione rinnovata per la spor tiva elet trica di casa Porsche uscita nel 2019
di Sara MortariniArriva sul mercato la nuova Porsche Taycan Turbo GT, versione rinnovata della sportiva elettrica uscita nel 2019: rispetto alla prima generazione, la vettura migliora sotto il punto di vista dell’autonomia (fino a 578 km), della potenza (oltre 1.000 cavalli) e dell’efficienza, con 15 kg di peso in meno. Da segnalare anche la maggiore velocità di ricarica, dal 10% all’80% in 18 minuti, grazie al supporto di 320 kW di potenza (in corrente continua). A livello estetico, invece, non ci sono stati cambiamenti significativi, ma solo
qualche ritocco di stile. Quanto ai prezzi, la Turbo GT, adatta alla strada, ma nata essenzialmente per l’uso in pista, parte da 250mila euro
La rinnovata elettrica della Casa di Stoccarda è disponibile anche in altre
tre carrozzerie: la classica berlina Taycan (da 106mila euro), la Taycan Cross Turismo (da 118mila euro) e la sportiva Taycan Sport Turismo (da 107mila euro).
Bluerating
Il nuovo modello di Girard-Perregaux contiene frammenti di un asteroide
Il nuovo Free Bridge Meteorite di Girard-Perregaux presenta un movimento invertito con i ponti situati nella parte anteriore, il bilanciere a ore sei e il bariletto della molla posizionato direttamente sopra. La scheletratura è al centro
del suo design: dalle lancette delle ore e dei minuti in stile dauphine che si trovano in cima a un ponte al bariletto della molla traforato situato sotto le ore dodici, che offre una visione della molla in vari stati di tensione. Questo serve a creare
interesse attraverso la profondità, la dimensione e la consistenza del design del quadrante. Tuttavia, i ponti non sono l’unico punto focale. Come suggerisce il nome, il Free Bridge Meteorite è arricchito da frammenti di meteorite di Gibeon
L’orologio prensenta un movimento inver tito con i ponti posizionati nella par te anteriore, il bilanciere a ore sei e il barilet
to della molla situato diret tamente sopra
Questo particolare meteorite è stato scoperto in Namibia ed è composto da una lega di ferro-nichel, oltre che da piccole quantità di cobalto e fosforo, che insieme creano delle linee naturali chiamate motivo Widmanstätten.
Di conseguenza, ogni quadrante del Free Bridge Meteorite è unico. Il modello è alimentato dalla nuova evoluzione del calibro GP01800 di Girard-Perregaux, il GP01800-2085, che impiega la tecnologia del silicio nella ruota di scappamento, nella
leva della paletta e nei bracci del bilanciere dalla forma elaborata. Il Free Bridge Meteorite ha un prezzo di 25.700 dollari ed è già disponibile sul mercato presso rivenditori autorizzati.
Bluerating
MAGAZINE / EXPERIENCES / EVENTS / WEB / NEWSLETTER / SOCIAL
BFC MEDIA, PRESENTA L’EDIZIONE ITALIANA DI ROBB REPORT, IL BRAND EDITORIALE PIÙ FAMOSO AL MONDO PER IL LUSSO E IL LIFESTYLE. UN PROGETTO MULTIMEDIALE CHE COMPRENDE IL MAGAZINE, IL SITO ROBBREPORT.IT ED ESCLUSIVE EXPERIENCES. UN’OPPORTUNITÀ PER PROMUOVERE IL MEGLIO DELLA CREATIVITÀ DEL MADE IN ITALY IN TUTTO IL MONDO.
L’offer ta di ClubDeal per accedere più facilmente agli investimenti alternatividi Francesca Vercesi
Il settore finanziario negli ultimi anni è stato testimone di cambiamenti rapidi e profondi. L’avvento del fintech ha rivoluzionato lo scenario attraverso l’introduzione di soluzioni tecnologiche avanzate che hanno automatizzato i processi e reso più accessibili le asset class. BLUERATING ne ha parlato con Antonio Chiarello, fondatore, ceo e azionista di maggioranza di ClubDeal. La società ha creato ClubDeal Digital, la piattaforma wealth tech dedicata agli investimenti in private asset che rende più semplice l’esperienza per investitori, aziende e intermediari, grazie a una gestione digitale end-to-end.
Anche il settore del wealth management è stato coinvolto da un processo di digitalizzazione. Come si sta muovendo ClubDeal?
Il wealth management è stato coinvolto da un processo di innovazione in maniera (forse) meno preponderante rispetto ad altri settori, come per esempio quello dei pagamenti. Guardando in particolare al segmento dei private asset, si nota come la crescente consapevolezza rispetto all’importanza di un’allocazione di questi ultimi nei portafogli si
contrapponga a una difficoltà di gestione degli stessi da parte di investitori e intermediari. Il mercato si trova a fronteggiare una lacuna: la mancanza di infrastrutture digitali in grado di minimizzare le frizioni per investitori, aziende e intermediari che stanno sempre più dirigendo l’attenzione verso questa forma d’investimento. Noi operiamo proprio in questo contesto.
Cosa offre la piattaforma?
Dotata di un’infrastruttura tecnologica avanzata e conforme alle normative vigenti, ClubDeal Digital è in grado di offrire ai propri clienti una toolbox digitale per gestire l’intero ciclo di vita di un private asset, dalla costruzione di un’operazione fino al disinvestimento, passando dal collocamento e la gestione fiscale.
Permet tiamo di puntare su imprese con un elevato contenuto di innovazione
Un esempio è l’operazione su D-Orbit, società space tech che ha un rilievo internazionale
Tramite la piattaforma di placement in modalità B2B2C, ClubDeal Digital consente inoltre a sim e private bank di proporre ai loro clienti opportunità d’investimento alternative, incentrate su imprese italiane ad alto contenuto di innovazione e tecnologia. Un esempio lampante è l’operazione di co-investimento per D-Orbit, una società space tech di rilievo internazionale.
Una sfida, quella di digitalizzare la filiera dei private asset. Sta già mostrando risultati promettenti?
In Italia, il mercato dei private asset è cresciuto considerevolmente, così come la consapevolezza degli operatori: secondo l’Outlook 2024 di Aipb (associazione italiana private banking, ndr) oltre il 63% dei wealth manager vede un aumento della quota dei portafogli dedicata ai private asset fino al 9%. Di fronte a tale espansione, le esigenze degli investitori si sono evolute, diventando sempre più sofisticate. Gli operatori sono alla ricerca di una modalità di accesso ai private market agile, snella e all’avanguardia. Per questo motivo abbiamo deciso di lanciare ClubDeal Digital: una piattaforma end-toend per semplificare ogni singola fase dell’investimento, nonché la gestione successiva all’acquisto di questi asset. Una soluzione che rappresenta oggi un unicum per il mercato italiano.
E cosa fa la fiduciaria?
ClubDealFiduciaria, la fiduciaria nativamente digitale di ClubDeal
Digital, offre a un’ampia gamma di investitori, dai business angel ai fondi di private equity, la possibilità di gestire operazioni di co-investimento in tutte le fasi, dalla sottoscrizione all’exit. Questo processo ottimizza la condivisione delle informazioni, la gestione della vita sociale per gli investitori, oltre alla gestione fiscale. Grazie a ClubDeal Digital anche il mondo delle fiduciarie si è adeguato alla rivoluzione digitale. La digitalizzazione permette di gestire online tutti i processi operativi di amministrazione fiduciaria dei beni sin dalle prime fasi dell’on-boarding, accorciando i tempi e semplificando la gestione e l’amministrazione di operazioni straordinarie come gli aumenti di capitale, per gli investitori sia privati, sia istituzionali. Il modello ha riscontrato l’interesse di numerosi investitori e player sin dai primi mesi di attività per la semplicità di utilizzo e la possibilità di poter gestire completamente online tutte le operazioni senza necessità di recarsi in un luogo fisico e senza il bisogno di incontri di persona, con costi competitivi grazie alla digitalizzazione. Il modello digitale è comunque, mixato a un modello phygital con un team di specialisti a supporto del cliente, qualora sia necessario o gradito. L’efficienza di questa soluzione e le competenze del team sono state riconosciute da primari gruppi di investitori italiani, come Italian Angels for Growth (Iag), Luiss Alumni for Growth (La4G), Angels4Impact e Angels4Growth. Francesca Vercesi
di Andrea Barzaghi
Gli investitori in infrastrutture non possono ignorare l’imperativo dettato dagli obiettivi di net-zero, ma non basta solamente supportare nuovi asset per la generazione di energia. Spesso le reti non sono in grado di far fronte alla discontinuità che caratterizza le fonti di energia rinnovabili; quindi, per ottenere un impatto reale gli investitori devono considerare sia i sistemi di storage dell’energia che le infrastrutture di rete. Ne abbiamo parlato con Umberto Tamburrino, managing partner, ceo e cio Europe di Sosteneo Infrastructure Partners, società di asset management che fa parte di Generali Investments, specializzata in investimenti in infrastrutture greenfield legate alla transizione energetica.
Come si può ottenere un impatto reale attraverso gli investimenti infrastrutturali?
La definizione d’investimento infrastrutturale sembra essere cambiata man mano che le tendenze strutturali modellano questa asset class sempre più orientandola verso il modello Private Equity, ovvero con focus quasi esclusivo sull’uscita dall’investimento. Tuttavia, per rispondere alle aspettative degli investitori sull’asset class infrastrutturale (e.g. resilienza attraverso i cicli economici, stabilità
dei flussi di cassa), è necessaria la generazione di reddito costante piuttosto che il semplice modello che genera rendimenti attraverso una vendita. È importante investire in asset greenfield, fondamentali per qualificarsi come “impact investor” in quanto forniscono addizionalità al sistema. L’addizionalità deve essere al centro dell’attenzione di un fondo infrastrutturale che pone la sostenibilità al centro della sua mission. È inoltre fondamentale riconoscere che l’impatto va oltre la sostenibilità ambientale, considerando per esempio anche i fattori sociali.
Perché lo storage è importante per la transizione verso netzero?
La rete di trasmissione e distribuzione elettrica non è in grado di gestire l’intermittenza che caratterizza le energie rinnovabili. Ciò significa che sono necessari degli “enablers”, che si presentano in due forme: storage ed upgrade della rete. Lo storage trasforma un asset intermittente in uno utilizzabile. La combinazione di reti di nuova generazione e storage permette quindi il consumo dell’energia da parte dell’utente finale. Inoltre, il fatto che la rete sia debole in molti paesi significa che stabilizzare la frequenza e controllare la tensione è un’attività complessa. Maggiore è la capacità di rinnovabili immessa
sul mercato, minore sarà la stabilità della frequenza del sistema di rete. Ciò può portare a blackout o sovraccapacità che possono essere invece gestiti molto bene tramite sistemi di stoccaggio, i quali possono contribuire attivamente alla regolazione della frequenza e del voltaggio, come abbiamo imparato dall’esperienza australiana.
Quanto è importante la gestione degli asset per un’infrastruttura sostenibile?
L’asset management è una parte fondamentale di ciò che facciamo per i nostri investitori. Solo attraverso una gestione attiva è possibile monitorare la performance di un asset, risolvere i problemi, anticipare le sfide e fornire i rendimenti promessi. Da un punto di vista Esg (Environmental, social e governance), la gestione attiva degli asset può anche consentire di individuare in anticipo tematiche ambientali e di risolverle. Infatti crediamo sia anche possibile risolvere problemi locali più strutturali, come quelli legati alla creazione di posti di lavoro a lungo termine. Un approccio attivo alla gestione degli asset consente infine di restare aggiornati sulle ultime tendenze. Lo abbiamo visto per la contrattualizzazione di revenues modellate sui fattori Esg, e per i nostri contratti di vendita a lungo termine (Ppa).
Ci sono grandi oppor tunità per chi, come noi, si focalizza sul segmento greenfield
Cosa vede all’orizzonte per gli investimenti in infrastrutture sostenibili?
Alla luce dell’enorme sforzo richiesto in termini di nuove infrastrutture per raggiungere gli obiettivi di Net Zero (circa 2 trilioni/anno per i prossimi venti anni) crediamo che esista un’enorme opportunità per chi come noi si focalizza sui greenfield. Sia lo storage che il potenziamento della rete devono agire in parallelo. Vedo anche una maggiore consapevolezza tra le aziende, i consumatori e i nostri clienti in merito alle scelte che stanno facendo e all’impatto che possono avere sulla transizione energetica. Infine, a livello macro, crediamo che avere la possibilità di poter fare una scelta di prodotti o servizi o investimenti che possono o meno incidere sulla transizione energetica sia un vero segnale di progresso.
BlueratingDalla propria pagina Facebook, Credem ha condiviso il terzo episodio di “Wellbanking Inside”, in cui anticipa alcune delle prossime novità in arrivo per tutti i propri correntisti, come la possibilità di fare bonifici istantanei.
Investitori clandestini è un canale di mercato azionario con 167mila iscritti ed è stato creato da due trader nel maggio del 2013. Peculiarità del canale è la possibilità di connettersi con altri investitori.
Amine Alahiyane è un giovane consulente finanziario di Sudtirol Bank che, attraverso il proprio profilo Instagram, crea vari contenuti per aiutare le persone a comprendere meglio il mondo degli investimenti.
“Finanza coi tacchi” è una rubrica creata e curata dalla consulente finanziaria di Fideuram ISPB, Barbara Marazzi. Dal suo profilo LinkedIn la professionista offre alle donne numerosi consigli finanziari.
Un approccio focalizzato sulla salute delle aziende.
AB International Health Care Portfolio
In un contesto di mercato incerto, il settore sanitario può offrire interessanti opportunità agli investitori grazie alla sua resilienza. I mutamenti demografici e l’incremento della domanda a livello globale, infatti, lo hanno reso meno vulnerabile alle condizioni macroeconomiche.
Grazie all’innovazione, a valutazioni favorevoli e a una redditività via via maggiore, inoltre, il comparto presenta anche un buon potenziale di crescita.
Per scovare opportunità occorre un approccio focalizzato. Piuttosto che inseguire le ultime novità in ambito scientifico, il team di AB International Health Care Portfolio punta a scoprire società con un potenziale di rendimento interessante tramite un’approfondita ricerca sulla loro solidità. Seguiamo un approccio concentrato, investendo nelle aziende destinate a nostro avviso a prosperare sia oggi che in futuro.
Questa è una comunicazione di marketing. Riservato esclusivamente agli investitori professionali. Il valore di un investimento può diminuire o aumentare e un investitore può anche non riottenere l’intera somma investita. Capitale a rischio.
Le presenti informazioni sono fornite da AllianceBernstein (Luxembourg) S.à r.l. Société à responsabilité limitée, R.C.S. Lussemburgo B 34 305, 2-4, rue Eugène Ruppert, L-2453 Lussemburgo. Autorizzata in Lussemburgo e regolamentata dalla Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF). Il portafoglio è un comparto di AB SICAV I, società di investimento a capitale variabile (société d’investissement à capital variable) di diritto lussemburghese. La vendita dei Comparti di AB può essere limitata o soggetta a conseguenze fiscali avverse in alcune giurisdizioni. La presente promozione finanziaria è destinata esclusivamente a persone nelle giurisdizioni in cui i fondi e le relative classi di azioni sono registrati o che possono comunque legittimamente riceverla. Prima di investire, gli investitori devono esaminare il Prospetto completo del Comparto, insieme insieme al KIID o KID del Comparto e il bilancio più recente. Le copie di tali documenti, ivi inclusa l’ultima relazione annuale e, se emessa successivamente, l’ultima relazione semestrale, possono essere ottenute gratuitamente da AllianceBernstein (Luxembourg) S.à r.l. visitando il sito www.alliancebernstein.com o www.eifs.lu/alliancebernstein, o in formato cartaceo contattando il distributore locale nelle giurisdizioni in cui la distribuzione dei fondi è autorizzata. ICMA2024242