2 minute read
Ibla sceglie i turnaround
from PRIVATE GIUGNO 22
by BFCMedia
PRIVATE
2020, della business unit della multinazionale Manuli Rubber Industries, che si occupa di tubi per il trasporto di petrolio in ambiente marino, ribattezzata Man Oil & Marine. Il nostro intervento si è articolato lungo tre assi. Abbiamo rapidamente costituito alcune funzioni operative, per rendere Man Oil & Marine un’entità autonoma e autosufficiente. Abbiamo investito in digitalizzazione e in nuovi macchinari, garantendo un’efficienza produttiva superiore del 30% rispetto a quella esistente. Lavorando, al contempo, fianco a fianco con il management della società, in un’ottica di eccellenza gestionale, per migliorare la competitività della società, grazie all’aumento dell’efficienza e ad altre misure di riduzione dei costi. E i risultati non si sono fatti attendere: nel 2021 la società ha riportato un fatturato di quasi 27 milioni di euro e un margine operativo lordo di 4 milioni di euro. Niente a che vedere con quanto registrato nel 2019. Quando, all’interno di Manuli, aveva chiuso l’anno con un fatturato di poco superiore a 9 milioni di euro, registrando una perdita di un milione di euro.
Guarda al presente e all’immediato futuro, cosa significa per lei operare nel private equity? E, soprattutto, sta notando dei cambiamenti, anche in virtù della crisi innescata prima dal Covid e ora dal conflitto in Ucraina?
Il mondo è drasticamente cambiato sotto i nostri occhi e le conseguenze saranno rilevanti sia per i privati cittadini, sia per le aziende. Per quanto riguarda il business, dopo un prolungato periodo di euforia, con tassi prossimi (o inferiori) allo zero, bassa inflazione e vasta disponibilità di capitali, dovremo affrontare un periodo – si spera di durata limitata – caratterizzato da notevoli rincari, soprattutto sulle materie prime, sui costi energetici e su quelli di trasporto, che si tradurranno in spinte inflazionistiche, mai registrate prima in questo millennio. I fondi di private equity dovranno, quindi, aiutare le società di portafoglio a gestire una pressione sui costi che ne eroderà la redditività e potranno contare meno sui ritorni garantiti dalla leva finanziaria, in un contesto di tassi crescenti. Questo scenario, in cui sarà critico l’incremento della marginalità delle società di portafoglio, creerà importanti opportunità per i fondi come Ibla
2015 ANNO DI NASCITA DELLA SOCIETÀ
1050 IL FATTURATO DELLE AZIENDE TARGET
30 MILIONI IL VALORE DELLE PARTECIPAZIONI ATTUALMENTE IN PORTAFOGLIO
Capital, che potranno fare leva sulla capacità di creare valore attraverso l’eccellenza gestionale.
Concludendo, quali sono quindi i settori da tenere sott’occhio e cosa dobbiamo aspettarci da Ibla Capital?
Non è semplicissimo pianificare il futuro, anche a breve termine, in uno scenario macroeconomico così fluido. Il 2021 è stato per l’Italia un anno straordinario: la ripresa dopo l’anno della pandemia ha spinto il Pil a +6,6%. In questo contesto, abbiamo guardato con particolare attenzione a un settore ciclico come l’industrial manufacturing, che ha fortemente beneficiato della congiuntura positiva. Per il 2022, Confindustria ha recentemente previsto una frenata, che porterebbe il Pil a crescere solo dell’1,9%, invece del 4,1% atteso. Continueremo comunque a tenere sott’occhio il settore dei beni strumentali, meno esposto di altri alle spinte inflazionistiche e favorito dal pacchetto di stimoli fiscali disponibile. Altri settori che stiamo guardando, in previsione di un’inflazione crescente, sono quelli caratterizzati da una domanda poco elastica, come alimentare e farmaceutico, ma anche quello del relativo packaging. In tutti i casi, siamo attenti a selezionare le società maggiormente attente alle tematiche Esg. Per quanto riguarda gli obiettivi, prevediamo di chiudere il 2022 con almeno tre nuove acquisizioni e di iniziare a raccogliere il nostro terzo fondo nel quarto trimestre dell’anno.