BIBENDA n° 88

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Anno XXI - n. 88 - Luglio 2022

88 duemilaventidue

I


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90 78 106 84 66

copertina > Il 15° Forum Internazionale della Cultura del Vino si è svolto a Roma il 4 luglio 2022. In questa edizione, barbatelle di Nebbiolo, Sangiovese e Aglianico e relativi vini sono stati consegnati ufficialmente all’Agenzia Spaziale Italiana per essere spediti e sperimentati a bordo della stazione spaziale internazionale. Il Vino nello Spazio: da pagina 6.

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In Primavera Bibenda ha compiuto 30 anni! / L’Editoriale di Franco M. Ricci Lettera aperta alla Presidente della regione Umbria / di Franco M. Ricci Il vino nello spazio / di Redazione Cuore Primitivo / di Redazione Oscar del Vino 2022 / di Stesy Ruggieri La prima verticale / di Marco Medori e Paolo Lauciani Forte e fragile, dolce e ruvido Montalcino / di Federico Sorgente Blend Custoza: mezzo secolo / di Giulia Di Giovanni Vino Nobile di Montepulciano Pieve / di Lorenzo Costantini Boroli, investire sulla natura / di Stesy Ruggieri Il vino più bello del mondo / di Vittoria Benedetti Vita Salernum Vites sorsi e racconti di una terra antica / di Redazione Le vigne del figlio di Afrodite / di Giulia Di Giovanni La festa delle 5 Gocce / di Redazione Quando nasce un Consorzio / di Barbara Palombo Autoctono bulgaro / di Antonella Pompei Dietro ogni grande Chef c’è sempre un grande Maître / di Carlo Attisano A tavola con i produttori / di Cinzia Bonfà


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74° CORSO DI QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE PER SOMMELIER INIZIA GIOVEDÌ 3 NOVEMBRE 2022 WWW.BIBENDA.IT


L’EDITORIALE

IN PRIMAVERA BIBENDA

! i n n a 30

HA COMPIUTO

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Era proprio l’Equinozio di Primavera quando “facemmo”

apparizione tra gli altri eleganti libri editi da BIBENDA, per

BIBENDA Editore.

rendere più seducenti la cultura e l’immagine del Vino!

Eravamo proprio come quattro amici al bar, c’era venuta l’idea

Questa dei trent’anni è una festa di tutti, perché proprio tutti

di fare un’Agenda del Vino: come chiamarla? Uscirono fuori un

hanno voluto la sua crescita, la sua presenza in un mondo che

po’ di nomi ma vinse BIBENDA!

stava cambiando nettamente la bottiglia da mero contenitore e

Fu così che l’Agenda che descriveva la geografia del vino d’Italia

ne faceva studio, cultura, riflessione della sua diversità.

e del mondo fu un successo inaspettato. Segnava l’anno 1992.

Questa dei trent’anni è la festa di tutti coloro che l’hanno fatta

La portammo dapprima alla festa delle Enoteche Romane, si

crescere con educazione, una “figlia” per bene: Paola che ne divenne

chiamava L’Arte dei Vinattieri, un evento molto noto in quegli

il Capo Redattore illuminato che la portò subito ad un successo

anni e nel Vinitaly di quell’anno fece il suo primo viaggio fuori

insperato e Luisa una grafica speciale che la vestiva da alta moda,

porta. Fatto sta che poi divenne la Guida dei Vini e poi la

Stefano il fotografo impegnato, Michela la signora delle idee.

Rivista sul vino più bella e attraente del mondo. Sbarcò negli

Poi tutti i redattori storici: Stefano Milioni, Daniele Maestri,

Stati Uniti, grazie a Stefano Milioni, uno degli ideatori. E poi

Giovanni Ascione, Claudio Maffei, Paolo Lauciani, Claudia

BIBENDA divenne l’Editore di molti libri, quaderni e volumetti

Sabina, Francesco Del Canuto, Daniela Scrobogna. E infine

che riempirono di Cultura il mondo Vino.

oggi Fabiana che con il suo stile rende ogni giorno BIBENDA

Oggi il Marchio BIBENDA è conosciuto in tutto il Mondo,

sempre giovane e sempre la bella signora di tanti anni fa!

dalla Cina agli Stati Uniti, dal Sudafrica all’Europa e tutti le

Perché BIBENDA è diventata anche l’immagine di ogni nostro

rivolgono il rispetto che merita per averla voluta sempre, proprio

prodotto, un Corso, un Evento, un Forum, un Oscar, un

sempre, accostata a qualità, deontologia e professionalità!

Diploma d’Onore e uno di Vittoria!

Una Signora seria e scherzosa al tempo stesso. Ricordo

BIBENDA rimarrà per sempre nel cuore della gente del vino, sarà

un volume, disegnato dalla Scuola Romana

compagnia elegante e attraente per tutti coloro che si avvicinano

del

Fumetto,

elegantemente

a noi per ascoltare una Cultura unica e sorprendente. E rimarrà

rilegato che fece la sua

nel cuore di tutti per aver scoperto per prima che il lusso non è il contrario della povertà. Franco M. Ricci, il suo Direttore, semplicemente

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LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE DELLA REGIONE UMBRIA

Lettera Aperta

ALLA PRESIDENTE DELLA REGIONE UMBRIA F r a n c o M .

R i c c i

Presidente carissima, ci siamo conosciuti tanti anni fa per il vino e subito ci siamo voluti bene. Tanto. La magia del tuo Sagrantino di Montefalco mi ha rapito. Quando mi hai detto di parlarne, per me è stata una gioia insieme a te, donna forte e smaniosa di gridare alla gente che un vino così difficile da comunicare era per te logica di cultura forte, forte della tua Umbria. Oggi posso dirti, perché sei di tutti gli umbri, oggi posso dirti che amo certamente Marco Caprai ma sento la grandezza dell’Umbria nell’amare profondamente Renzo Cotarella, Luisa Todini e Massimo D’Alema, Filippo Antonelli e Chiara Lungarotti e tanti altri. Oggi sento e ammiro la tua ecumenicità di un’Umbria che sta nel cuore e nella mente della gente del mondo: parlo di vino, Donatella, parlo di una cultura immensa nella quale il destino ti ha dato la fortuna di starne dentro. Proprio in Umbria, ad Assisi, c’è una piccola ma immensa Enoteca che, a fatica, ma anche con orgoglio l’abbiamo, l’abbiamo tutti annoverata tra i più grandi Centri di Cultura del Vino del mondo! Piano piano, dolcemente, Nila Halun ha inventato BIBENDA ASSISI e lì, da tutto il mondo, vanno donne e uomini a sentirla parlare di vino in italiano e in altre quattro lingue. Vanno a sentirla parlare della magia del vino dell’Umbria, dell’Italia e del resto del pianeta vino. Attraente, la sua parola, perché esprime con orgoglio quell’amplissima arte appresa sui banchi di scuola di Sommelier e resa ancora più ampia dalla sua voglia matta di crescere. Cosa che ha fatto in maniera eccellente. Colta, raffinata, fino all’incredibile: la sua profonda conoscenza del vino l’ha resa unica e nota in tanti Paesi del mondo. Io, Nila, l’ho conosciuta a Montefalco con il Sagrantino, con te Sindaco e con il tuo orgoglio di esserlo di una città del Vino che faceva festa con Enologica, ricorrenza di lusso a Montefalco. Nila “ha fatto” Francesco, un vino umbro che, anziché andare in tipografia a farsi fare il biglietto da visita, presenta come un pezzo di Assisi che rappresenta il suo lavoro. 4


Questo vino, la sua bottiglia e un’etichetta speciale che nasce dai

nipotina hanno chiuso a chiave la loro casa. E, con tanta fatica

tipi di BIBENDA riconoscono ad Assisi la sua dimensione di

tanta, con una piccola Peugeot, caricati pochi bagagli, hanno

santità, perché il vino, oltre al Sacrificio del Cristo, dona anche

lasciato Riverivne a nord di Kiev, mentre in Ucraina cadevano le

pace per millanta volte con i mille vitigni d’Italia. Un’immensa

bombe, queste quattro donne dopo aver attraversato l’Ungheria

ricchezza di genere. Di diversità.

sono arrivate in Italia. E di lì in Umbria. Piangevano e piangono

Questo vino nella bottega-enoteca di Nila prende corpo e notorietà

sempre, ma sono vive, pronte per abbracciare il Santo!

in tutto il mondo - perché Assisi “è” il mondo, Presidente, come ben

Una storia sconvolgente, come tante altre, Presidente, ma questa ti

tu sai, la preghiera della gente in questo Paradiso di pace viene per

riguarda, ci riguarda perché con tanto amore abbiamo parlato anche

venerare il Santo. Ecco, Assisi, in un angolo di strada ha pure Nila.

noi del vino che l’Umbria ci ha dato la grazia di amare.

“BIBENDA per rendere più seducenti la Cultura e l’Immagine

E queste quattro donne Ucraine né te, né io, né nessuno può

del vino” è un concetto che Nila ha capito bene, per questo ha

lasciarle sole.

fatto più grande Assisi, ha fatto migliore l’Umbria. Pochi giorni fa Nila, sua mamma di 93 anni, sua figlia e la sua

Franco M. Ricci 5


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IL VINO NELLO SPAZIO

IL VINO NELLO SPAZIO

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L’avveniristico progetto prodotto dalla Fondazione Italiana Sommelier in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, per la realizzazione di un esperimento scientifico avanzato dedicato alla valorizzazione del vino italiano. Si è svolto a Roma nell’ambito del 15° Forum Internazionale della Cultura del Vino, nato da un’idea del Presidente Franco M. Ricci, rappresenta un’iniziativa unica nel suo genere, che mette il vino, la sua cultura e la sua storia al centro di un progetto.

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15° Forum Internazionale della Cultura del Vino

Il Vino nello Spazio Il Vino nello Spazio

L’avveniristico progetto prodotto dalla Fondazione Italiana Sommelier in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, per la realizzazione di un esperimento scientifico avanzato dedicato alla valorizzazione del vino italiano. Si è svolto a Roma, lunedì 4 luglio 2022, il 15° Forum Internazionale della Cultura del Vino. Nato da un’idea di Franco M. Ricci, Presidente della Fondazione Italiana Sommelier, rappresenta un’iniziativa unica nel suo genere, che mette il vino, la sua cultura e la sua storia al centro di un progetto. In questa edizione il tema del convegno è stato avveniristico “Il Vino nello Spazio”. Oggi l'Italia, il più grande Paese al Mondo nella Produzione di Vino, si trova, grazie a questa sperimentazione, al primo posto per le prospettive esistenziali della vite. I massimi scienziati italiani che si occupano degli studi spaziali si sono alternati sul palco per illustrare l’importante progetto, da Giorgio Saccoccia - Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana - a Massimo Claudio Comparini - A.D. di Alenia Space Italia, Nicolas Gaume - Space Cargo Unlimited - Walter Cugno - TAS Italia, Franco Malerba - Primo Astronauta Italiano esperto della crescita di piante e vegetali nello spazio, Donato Lanati - enologo e scienziato della coltivazione della vite.

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Elisabetta Salvatori Nel buio della sala, sul palcoscenico illuminato da un solo fascio di luce, Elisabetta Salvatori, artista scrittrice, ha introdotto l'argomento "spazio" narrando una fiaba. Una sua favola, creata appositamente per noi e per l'occasione, dal sapore antico e futurista al tempo stesso. Per noi, nel tempo, ne ha create diverse, tutte bellissime ed emozionanti, narrate con la mente e con il cuore, l'incanto e la grazia che sa dare a ogni storia, con la sua voce calda di terra toscana. Dopo l'intervento di apertura del Presidente della Fondazione Italina Sommelier Franco M. Ricci, di seguito gli altri interventi 9


15° Forum Internazionale della Cultura del Vino

Il Vino nello Spazio Giorgio Saccoccia

Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Le sperimentazioni a bordo della stazione spaziale internazionale e nello spazio. Il ruolo dell’Italia e degli astronauti italiani nella sperimentazione in orbita e nelle esplorazioni spaziali del futuro. In analogia con quanto avviene nel mondo del vino, le attività spaziali sono un patrimonio unico del nostro paese, un’area di eccellenza che fa distinguere l’Italia, i suoi ricercatori e le sue imprese nel mondo. Un campo in cui l’Italia sa innovare e guardare avanti ed è in grado di conquistare nuovi spazi e mercati.

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Massimo Claudio Comparini A.D. di Thales Alenia Space Italia Ha illustrato, partendo dal ruolo dell’Italia, sin dall’inizio dell’avventura spaziale, il percorso dell’esplorazione e dell’utilizzo delle tecnologie spaziali per conoscere e proteggere il nostro Pianeta rendendolo un luogo sostenibile. Un percorso con l’Italia protagonista e in prima linea.

Nicolas Gaume Space Cargo Unlimited

Walter Cugno TAS Italia

Elementi significativi della sperimentazione in orbita della coltivazione delle piante e della vite. L’esperimento attualmente in corso sulla stazione spaziale e l’importanza di proseguire sulla base di tali risultati con una nuova e più completa sperimentazione in orbita.

Franco Malerba primo astronauta italiano e fondatore di Space V start up Un intervento estremamente interessante, divertenti aneddoti riguardanti la vita dell’astronauta nello spazio. Ha inoltre illustrato la start up che ha fondato, dedicata all’osservazione e alla crescita di piante e vegetali nello spazio.

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15° Forum Internazionale della Cultura del Vino

Il Vino nello Spazio Donato Lanati

Enologo e scienziato della coltivazione della vite Capire nello spazio per risolvere i problemi sulla terra. Il vino accompagna la nostra cultura da 8500 anni e ha saputo adattarsi ai cambiamenti di gusti e di stili. Oggi la cosa più importante che sta facendo l’uomo è andare nello spazio, e la vite e il vino non potevano che essere l’uno di fianco all’altro anche in questa impresa, per studiare e prevedere i cambiamenti che stanno avvenendo in natura. È un modo per mettere insieme uomini e mezzi per una ricerca avanzata.

Il Vino nello Spazio! La consegna delle barbatelle e dei vini destinati alla Stazione Spaziale Al termine dei vari interventi il momento della consegna ufficiale delle barbatelle e dei vini destinati alla Stazione Spaziale è stato vibrante di emozioni. Dodici Sommelier in divisa hanno scortato questa straordinaria consegna. È la prima volta che un palcoscenico ospita da protagoniste assolute delle piante di vite accompagnate dai loro vini.

Sergio Vitale La simbolica cerimonia è stata siglata dall’Inno d’Italia, suonato dalla tromba di Sergio Vitale. Rinomato artista della tradizione di fiati del Conservatorio di Salerno, lavora da anni con prestigiose orchestre in ambiti jazz, pop e classico collaborando con eccellenze musicali quali Bacalov, Morricone e tanti altri e con artisti internazionali quali Michael Bublè o Tom Jones, come prima tromba solista di artisti del calibro di Laura Pausini, Lucio Dalla, Katia Ricciarelli, Renato Zero, Gino Paoli, Ornella Vanoni, Gigi D’Alessio e Riccardo Cocciante.

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I Vini Sei bottiglie di vino, di due differenti annate: Brunello di Montalcino Riserva 2006 e 2015 per Biondi-Santi, Taurasi Piano di Montevergine Riserva 2012 e 2015 per Feudi di San Gregorio, Barolo Sperss 1988 e 2017 per Gaja. Per ciascuna annata sarà inviata una bottiglia in orbita sulla Stazione Spaziale. Un’altra bottiglia di ciascuna annata sarà esaminata dal Gabinetto di Analisi dell’Agenzia Spaziale Italiana prima del viaggio nello spazio. L’ultima bottiglia sarà custodita presso la Fondazione Italiana Sommelier per la comparazione dopo il viaggio di ritorno. L’intento è quello di valutare il potere di invecchiamento dei vini nello spazio e indagare sulle variabili di conservazione delle annate più recenti rispetto a quelle più mature di ciascun vino, in aperto confronto con la straordinaria longevità che le contraddistingue sulla Terra. 13


15° Forum Internazionale della Cultura del Vino

Il Vino nello Spazio Biondi-Santi

Il vitigno più coltivato in Italia, il Sangiovese, ha la sua più ampia diffusione in Toscana. Biondi-Santi, il primo produttore nella storia del Brunello, ha aderito al progetto con la consegna del Brunello di Montalcino Riserva 2006 e l’ultima uscita sul mercato, l’annata 2015. “Il vino è una storia che evolve nel tempo, Biondi-Santi ha nel suo DNA la sperimentazione e il ricorso a tecniche innovative adottate in primis da enologi illuminati come Franco Biondi Santi, che arrivò all’identificazione del clone BBS11 nel 1978. Oggi Biondi-Santi è entrata in una nuova era ed è una grande emozione portare una nostra barbatella nello spazio, con i nostri vini, e pensare che questo possa rappresentare un nuovo passo per aggiungere informazioni utili al futuro della nostra cantina.” commenta Giampiero Bertolini, Amministratore Delegato di Biondi-Santi.

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Feudi di San Gregorio Tra i vitigni autoctoni della tradizione campana è stato selezionato l’Aglianico che rappresenta con la sua eleganza e la sua struttura il "falso-Sud” dell’Irpinia. Nel vigneto simbolo della cantina Feudi di San Gregorio, il Piano di Montevergine, da cui nasce la Riserva di Taurasi, viti centenarie a piede franco si alternano ad alberi da frutta e ulivi. Antonio Capaldo, presidente di Feudi di San Gregorio, commenta: “Quando ho saputo che il nostro Aglianico avrebbe viaggiato nello spazio, mi sono davvero emozionato: la Feudi di San Gregorio è nata con l’intento di portare la bellezza dell’Irpinia e dei suoi vini in terre lontane, ma mai avrei pensato che sarebbero arrivati così lontano. Vedere l’Aglianico selezionato fra i grandi vitigni rossi italiani - e il nostro Piano di Montevergine insieme a due vini straordinari che hanno fatto la storia del nostro Paese - è poi motivo di grande orgoglio. Oltre all’annata corrente, la 2015 ho scelto un’altra annata iconica: la 2012, la nostra ventesima vendemmia."

Gaja Tra i vitigni autoctoni a bacca nera, è stato scelto inoltre il Nebbiolo, che nel cuore delle Langhe, nel comune di Serralunga dà vita al Barolo Sperss di Gaja, il cui termine dialettale piemontese significa nostalgia: quella di Giovanni Gaja, padre di Angelo per i ricordi d’infanzia legati a Serralunga. Oggetto della sperimentazione spaziale saranno l’annata 1988, la prima prodotta da Gaja e la più recente, quella del 2017. Angelo Gaja racconta: “Il progetto Vino nello Spazio è un messaggio di civiltà. Già i romani, quando si espandevano in nuovi territori, diffondevano la coltivazione della vite per produrre vino quale ambasciatore di pace, gioia e fraternità. Non sappiamo quando sarà possibile raggiungere nuovi pianeti ospitali, ma dalla vite e dal vino, la bevanda mediterranea più ricca di storia e di cultura, ne deriva un messaggio d’augurio.”

Il progetto vino è sempre stato il focus all’interno di tutti i Forum

Made in Italy più importate del Paese: Vino, Olio e Prodotti della

della Cultura del Vino organizzati ogni anno dalla Fondazione

Terra. I tre produttori coinvolti - Giampiero Bertolini, Antonio

Italiana Sommelier, a partire dal 2007. L’idea, da una grande

Capaldo e Angelo Gaja - nel ringraziare Franco Maria Ricci per

intuizione del fondatore Franco M. Ricci, da sempre curata dal

aver scelto le loro realtà, credono fermamente che questa iniziativa

nostro Centro, il più importante al mondo, nasce inizialmente

meriti di essere esaltata per l’innovazione di pensiero nel mondo

con le Giornate della Cultura del Vino, sui temi del Turismo del

enologico internazionale. Oggi, con questo progetto avveniristico,

Vino, in seguito sull’introduzione del Vino come materia di studio

“Il Vino nello Spazio”, l’Italia, il più grande Paese al Mondo nella

nell’Educazione Scolastica, fino ad ospitare nel 2018 il Presidente

Produzione di Vino, si trova, grazie a questa sperimentazione, al

della Repubblica Sergio Mattarella per l'adesione alla Cultura del

primo posto per le prospettive esistenziali della vite e del vino. 15


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CUORE PRIMITIVO

CUORE

PRIMITIVO Ci siamo ispirati al titolo di un bellissimo romanzo di Andrea De Carlo. Un gioco di parole per comunicare ai lettori quanto amiamo questa terra, baciata dalla qualità, dal carattere e dal pregio del suo meraviglioso vino: il Primitivo di Manduria.

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CUORE PRIMITIVO

UN VINO, MILLE ESPRESSIONI

degna di nota. Al naso regala un piacevole sentore di prugna,

Morbido, avvolgente, fine e caldo. Parliamo del Primitivo di

ciliegia, mora, piccoli frutti di bosco maturi, uva passa o uvetta

Manduria, l'importante Doc pugliese che rientra nella Top

sotto spirito; a seconda della zona in cui è coltivato, si possono

Five dei vini più esportati e amati nel panorama vitivinicolo

trovare sentori di macchia mediterranea molto interessanti. In

internazionale. Sono tre le sue varianti: Primitivo di Manduria

bocca è ricco, caldo, profondo, con aromi fruttati avvolgenti,

Doc, Primitivo di Manduria Riserva Doc e Primitivo di Manduria

buona trama tannica ed equilibrata freschezza, oltre che una

Dolce Naturale Docg. Attualmente è il vino da meditazione per

sorprendente persistenza in bocca.

eccellenza per il suo perfetto equilibrio tra le varie componenti: acidità, estratto secco, alcol, bouquet e colore. Il Primitivo di

3. Primitivo di Manduria Riserva. Forza e opulenza. L’affinamento

Manduria nasce dall’incontro tra l’entroterra ed il mare e porta

previsto dal disciplinare - due anni di invecchiamento in cantina,

dentro di sé l'essenza di due mondi: quello del suolo calcareo e

di cui minimo 9 in legno - ne aumenta la complessità all’olfatto

argilloso della terra rossa e quello minerale delle acque dello Ionio.

e la morbidezza al palato. Vino di grande struttura, intenso e complesso e dalla notevole persistenza. Maturo, caldo, pacato,

1. Primitivo di Manduria giovane. Il Primitivo di Manduria è

dal tannino vellutato ed elegante. Il Primitivo di Manduria

conosciuto come un vino potente e strutturato, dal colore intenso,

Riserva ha un luminoso color rubino carico con riflessi granato.

dalle note di frutta molto matura, che ben si presta bene ad essere

L’intenso bouquet che sprigiona al naso è caratterizzato, oltre che

affinato per qualche anno. Ma Primitivo di Manduria non vuol dire

dall’inconfondibile tono di frutta matura, tipico di questo vitigno,

solo questo: sempre più produttori scelgono di inserire nella propria

da aromi terziari molto interessanti, da profumi balsamici e

gamma delle referenze dallo stile più giovane e fresco che si adattino

mentolati, da spaziature dolci che vanno dal cioccolato alla vaniglia,

ad ogni occasione di consumo. Questi vini sono caratterizzati da

alla cannella, e spesso è presente anche una particolare nota di

note più fresche e vivaci, da piacevoli aromi di fiori freschi appena

tabacco. Il vino pare voglia mostrare muscoli e potenza, ma la sua

raccolti, da una struttura meno intensa ma elegante e per questo più

esuberanza è ridimensionata subito da espressivi toni morbidi e

approcciabile. Il tannino è solleticante e stupisce la grande freschezza

da un frutto maturo e fragrante. È il classico rosso importante che

di questi vini che regala un sorso facile e piacevole. Il Primitivo

si riesce ad ottenere solo da vigneti vecchissimi, spesso allevati ad

di Manduria giovane è comunque un vino altero e che stupisce

alberello, e ha la capacità di evolversi magnificamente nel tempo.

rimanendo però sempre vicino al consumatore.

Ideale per abbinamenti con piatti complessi e ben strutturati della tradizione culinaria pugliese.

2. L’Anima del Primitivo di Manduria. Queste etichette

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rispecchiamo l’autenticità, provengono da vigne vecchie e

4. Il Primitivo di Manduria Dolce Naturale Docg. Il vino

rappresentano l’essenza della denominazione. Una fantastica

rosso dolce per eccellenza made in Puglia, il Primitivo di

caratteristica di questo vitigno è l’appassimento naturale in pianta

Manduria Dolce Naturale è la prima Docg riconosciuta in Puglia

presente in tutti i vigneti con una percentuale di acini appassiti

(2011) e l’unica delle quattro Docg dedicata esclusivamente a

che diventa maggiore nei vigneti vecchi. L’appassimento consiste

un vino rosso dolce. Al pari dei suoi ‘fratelli secchi’ Primitivo di

in una concentrazione di tutte le sostanze qualitativamente

Manduria doc e Primitivo di Manduria doc riserva, ha avuto un

rilevanti nel vino come polifenoli ed antociani, ma anche

grande successo e vanta un posto speciale tra i vini dolci italiani.

di zucchero, motivo per cui il Primitivo di Manduria ha una

La denominazione Primitivo di Manduria Dolce Naturale

gradazione alcolica importante, un colore intenso e una struttura

DOCG nasce dalla tradizione: storicamente questo vitigno nella


zona di Manduria veniva esclusivamente allevato ad alberello e le uve che si ottenevano da questi vigneti erano sempre così tanto mature e appassite da poter dare anche vini da 18/19, a volte 20, gradi alcolici potenziali. Le fermentazioni erano sempre svolte in maniera spontanea, con lieviti necessariamente indigeni, i quali non riuscivano quasi mai a portare a termine la fermentazione e il vino rimaneva quindi naturalmente dolce. Questo era un bene per i contadini del tempo perché il vino a quell’epoca era un alimento che doveva dare energia più che una mera bevanda da degustare per piacere. Al giorno d’oggi ovviamente le tecnologie si sono evolute e molti produttori scelgono di lavorare con lieviti selezionati, le fermentazioni vengono quindi arrestate per ottenere lo stesso risultato di un tempo. Quello che colpisce di questo vino è il frutto maturo esaltato ancora di più dalla dolcezza residua la quale viene spesso bilanciata da una buona freschezza. Un vero incanto ed un piacere per i sensi, può essere considerato un vino da meditazione o da fine pasto accompagnato a pasticceria secca ma è ottimo anche da abbinare a formaggi stagionati che creano il giusto contrasto gusto-olfattivo.

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La degustazione | Cuore Primitivo Agricola Erario

Primitivo di Manduria Senza Compromessi 2017 Rubino cupo e impenetrabile, evoca al naso profumi di ciliegia in confettura, amarena, cacao in polvere, spunti di caffè, goudron e vampate salmastre di macchia marina. Sorso pieno e avvolgente dotato di progressiva scia sapida e fitti tannini. Lunga persistenza. Primitivo di Manduria Sisma 18 2017 Rubino dall’orlo granato, sprigiona intense note olfattive di spezie scure, resina, cacao, prugna e foglie di alloro. Caldo e rotondo al gusto, dalla progressiva spinta sapida e vellutato tannino. Chiusura dolce e fruttata. Primitivo di Manduria Fuoriclasse 19 2017 Cuore rubino dalle nuance violacee. Ventaglio aromatico colorato da profumi di frutti di bosco in confettura, cioccolato, radice di liquirizia, pungenti note speziate e balsamiche di resina di pino. Ingresso gustativo potente addolcito dalla generosa glicerina. Delicato l’aspetto tannico, progressiva la scia sapida. Finale lievemente amarognolo.

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Primitivo di Manduria L’Unico Riserva 2016 Rubino dalle sfumature granato. Ampio bagaglio olfattivo caratterizzato da sensazioni di bosco, goudron, tabacco, prugna California, cacao amaro, cannella, rintocchi torbati e folate minerali. Suadente ed elegante al sorso, esprime carattere ed equilibrio. Freschezza viva sostenuta dal docile tannino. Sorso che dura minuti.

Antica Masseria Jorche

Primitivo di Manduria 2017 Rubino-porpora. Subito vegetale, poi rilascia note di more, liquirizia, rabarbaro e folate balsamiche. Strutturato e caldo al palato, con tannini fitti e piacevole sapidità. Lievemente ammandorlato il finale. Primitivo di Manduria Riserva 2018. Rubino dall’orlo granato. Naso che concede visciola, prugna, susina, mirtillo, peonia e lavanda a cui fanno seguito sensazioni di humus, felce, liquirizia, eucalipto e leggere ventate vegetali e di spezie dolci. Avvolgente al sorso, corpo ben strutturato, sapido, tannini finissimi e scalpitanti, persistente nelle note balsamiche e fruttate.


Primitivo di Manduria Dolce Naturale 2020 Rubino intenso e luminoso. Al naso si presenta con delicate percezioni di prugne e mirtilli in confettura, datteri farciti, frutta secca, liquirizia e folate di viole appassite e spezie. Dolce e caldo al palato, con tannini morbidi e appagante freschezza.

Antico Palmento

Primitivo di Manduria Chiodi di Garofano 2016 Rubino luminoso e consistente. Naso articolato, subito amarene e marasche sotto spirito, vivo nei toni di sottobosco, carcadè, fiori rossi appassiti, spezie dolci, tabacco, radice di liquirizia e cuoio conciato. Bocca elegante e calda, trama tannica fine, incisivo il supporto della freschezza a bilanciare la sostanziosa massa glicerica. Lungo il finale.

Apollonio

Primitivo di Manduria Mani del Sud 2018 Colore acceso, compatto, amaranto. Apre con morbidezze tipiche della varietà: amarena in confettura, gelatina di more e ciliegia matura. Seguono note ombrose di resina e muschio, alleggerite in un gioco di chiaro-scuro da suggestioni di macchia mediterranea e lavanda. In bocca è luminoso, caratterizzato da una tannicità capace di tenere in equilibrio le imponenti parti caloriche. Finale materico.

Bosco Società Cooperativa Agricola

Primitivo di Manduria Gladio 2018 Porpora tendente al granato, al naso evoca profumi di mirtilli in confettura, mela cotogna, pennellate salmastre, foglie secche, tabacco bagnato e suggestioni minerali ferruginose. Sorso avvolgente dal preciso equilibrio e sottile trama tannica. Morbidezza sostenuta dalla progressiva scia sapida di stampo minerale. Ottima la rispondenza gusto-olfattiva. Primitivo di Manduria Nonna 2016 Rubino cupo dall’orlo granato. Panorama olfattivo colorato da sensazioni di fichi rossi in confettura, prugna matura, dattero, cioccolato, caffè e sottobosco. Dolcezza gustativa bilanciata dalla presenza sapida dai rimembri salmastri. Viva l’acidità, setoso il tannino. Persistenza fruttata e di lunga durata.

Cant. Coop. Madonna delle Grazie

Primitivo di Manduria 2020 Violaceo dalle sfumature rubino, evoca al naso profumi di prugna, foglie di mirto, alloro, resina, grafite e pennellate minerali ferrose. Fresco e piacevolmente morbido esprime lunghezza gustativa coerente accompagnata dal presente grip tannico.

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La degustazione | Cuore Primitivo Cantine Due Palme

Primitivo di Manduria San Gaetano 2020 Rubino denso. Tutto giocato su sensazioni di mirtillo, pepe in grani, liquirizia, tabacco biondo, pot-pourri e alloro. Morbido e di incalzante acidità con dolce tessitura tannica. Lunga e piacevole la persistenza.

Calitro

Primitivo di Manduria Riserva 2018 Rosso rubino fitto. Ampio e ricco l’olfatto dai sentori di more, mirtilli, prugne secche, fichi, amarene in confettura, macchia mediterranea, tabacco dolce, vaniglia, grafite e tocchi mentolati. In bocca esalta per morbidezza e freschezza con una trama tannica matura, carnoso e armonico. Finale molto persistente fruttato e pieno. Primitivo di Manduria Ausilio 2020 Rosso rubino. All’olfatto profuma di confettura di mirtilli, viola appassita, humus, liquirizia, pepe nero, spezie dolci e tocchi balsamici. In bocca è caldo, energico con tannini ancora vivi, buona l’acidità che rinfresca il sorso; finale speziato di media persistenza.

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Primitivo di Manduria San Gaetano Riserva 2018 Rubino con lampi granato. Fiori appassiti, amarene e ciliegie sotto spirito, arancia rossa, speziatura scura, cenni di china e grafite formano il bagaglio aromatico. Sorso morbido e fresco sostenuto da equilibrata spalla sapida e tannini levigati.

Cantine Lizzano

Primitivo di Manduria Macchia 2018 Rubino dai lievi riflessi granato, esprime aromi fruttati di prugna matura, susina e frutti di bosco. Corpo pieno, caldo, avvolgente, il tutto equilibrato da una viva freschezza con tannini piacevoli. Buona persistenza fruttata.


Primitivo Dolce Naturale Macchia 2020 Rubino. Al naso evoca profumi di frutti di rovo e sentori di fichi secchi. Poi note più profonde di spezie e cenni di tabacco. Al palato è avvolgente e discretamente persistente.

Cantine Pliniana

Primitivo di Manduria Plinius Maior Riserva 2017 Rubino profondo. Sprigiona intensi profumi di resina di pino, sottobosco, cacao in polvere, cioccolato, radice di liquirizia, dattero e mineralità ferrosa. Sorso pieno, fresco e avvolgente, coordinato dal piacevole morso tannico. Sapidità prolungata e persistenza coerente.

Cantine San Giorgio

Primitivo di Manduria Imperio LXXIV Feudo Croce2019 Rubino con orlo granato. Profumo di amarena, prugna, legno di sandalo, rosa canina e menta, a seguire un corredo speziato e cenere a comporre un coacervo intrigante. Rotondo e carnoso all’ingresso, poi una spinta fresca balsamica gli dona vigore e chiama un altro sorso. Profondo e lungo il finale.

Primitivo di Manduria Diodoro 2021 Rubino. Domina l’olfatto uno splendido tango tra frutta matura e balsamicità, toni quasi amari di radici, the nero, un tocco di rosa e un fascio di erbe aromatiche donano profondità. Il sorso è ricco, potente, aliti mentolati ne esaltano lo sviluppo gustativo in cui non si nasconde una sapidità ammaliante. Intrigante.

Cantine San Marzano

Primitivo di Manduria Sessantanni 2017 Rubino concentrato e consistente. Ampie folate di amarene e prugna in confettura anticipano sensazioni balsamiche di resina, poi tabacco biondo, cannella, cioccolato, vaniglia e spezie dolci. All'assaggio è possente, fresco e sapido allo stesso tempo, tannini vellutati e tesi, morbido e caldo. Lunga la persistenza balsamica e fruttata. Primitivo di Manduria Dolce Naturale 11 Filari 2019 Rubino terso. Sprigiona aromi di visciola e amarena sotto spirito, ribes, tocchi salmastri e speziati di cannella e salamoia. Sorso avvolgente, dal piacevole equilibrio dolce-sapido. Tannino frenante e persistenza fruttata.

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La degustazione | Cuore Primitivo Claudio Quarta Cantolio

Primitivo di Manduria 15 di Mare 2021 Rubino crepuscolare. Al naso esprime sensazioni di macchia mediterranea, profumi di bosco, suggestioni terragne e ferrose; emergono in secondo piano aromi di prugna in confettura, cacao, caffè e tè nero. Potente ed elegante ingresso gustativo, dotato di sprint sapido e vellutato tannino. Lunghissima persistenza dai rintocchi minerali e fruttati. Primitivo di Manduria 14 di Terra 2021 Rubino dalle nuance aranciate. Ventaglio aromatico composto da profumi di amarena e prugna matura, tabacco bagnato, spezie orientali, cenni tostati e di china. Sorso fresco e avvolgente sostenuto dal gentile tannino. Lungo il finale dai rimbombi minerali ferruginosi.

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Primitivo di Manduria Oro di Eméra Tenuta Emera 2020 Calice dalla veste rubino scuro. Al naso racconta di accenti decisi di prugna e amarena in confettura, con soffi di salsedine e una speziatura che sa di tabacco e cioccolato. Al palato si rivela pieno e di notevole impatto calorico con tannini nitidi. Primitivo di Manduria Anima di Primitivo Tenuta Emera 2019 Luminosa veste rubino. Al naso regala sensazioni fruttate di amarena sotto spirito e mirtilli selvatici in confettura, ravvivate da incursioni speziate di cioccolato, una punta di tabacco e un finale di liquirizia. Un sorso di grande calore, con tannini ben integrati, in piena coerenza gusto-olfattiva. Primitivo di Manduria Antica Masseria del Sigillo 2019 Rubino dalle sfumature granato, evoca profumi di mora, mirtilli in confettura, prugne secche, china, soffi balsamici, cioccolata e rintocchi salmastri. Sorso generoso ed elegante, dal docile aspetto tannico e ottima rispondenza gusto-olfattiva. Persistenza che dura minuti.


Giordano Vini Erminio Campa

Primitivo di Manduria Li Cameli 2019 Rosso rubino intenso con riflessi granato. L'elegante bouquet olfattivo è composto da spezie dolci miste a erbe aromatiche mediterranee che lasciano spazio a prugna, more, fiori rossi secchi, liquirizia, pepe e tabacco da pipa. Il sorso è masticabile, gustoso, fresco e morbido, sapido con tannini signorili. Coerente con il profumo.

Fabiana

Primitivo di Manduria Calidus 2020 Violaceo impenetrabile. Panorama olfattivo dalle suggestioni vinose; emergono profumi terragni e di macchia marina seguiti da frutti ben maturi. Avvolgente al sorso, il grip tannico sostiene la viva freschezza addolcita dalla generosa glicerina. Finale fruttato.

Primitivo di Manduria Collection 2020 Violaceo dal cuore rubino. Al naso profumi di amarena, marasca, violetta appassita, soffiate vinose e di macchia marina compongono il quadro aromatico. Sorso pieno dalla sferzante freschezza e presente tannino. Segnali di gioventù ritornano sul finale ampliamente fruttato. Primitivo di Manduria 2020 Rubino luminoso. Olfatto caratterizzato da profumi di prugna, mirtilli, foglie secche di alloro, radice, rimembri balsamici di resina e minerali ferrosi, il tutto poggiato su sfondo salmastro. Ingresso gustativo morbido, sprigiona viva freschezza e piacevole grip tannico. Persistenza dai ricordi di arancia rossa e chinotto. Primitivo di Manduria Riserva 2018 Rubino di grande luminosità. Profumi di spezie dolci, sottobosco, prugna disidratata, tocchi smaltati e lievemente vegetali di carruba. Sorso potente quasi dolce, dall’immediata sapidità e deciso morso tannico. Rispondente e di gradevole persistenza.

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La degustazione | Cuore Primitivo La Pruina

Latentia Winery

Primitivo di Manduria Il Morante Riserva 2017 Splendida veste rubino. Complesso l’olfatto che spazia dalla macchia mediterranea alle note di piccoli frutti rossi, violetta di campo essiccata, chinotto, liquirizia dolce, felce e incenso, con un finale di speziatura dolce piacevolmente balsamico. Fresco al sorso con il tannino che ben si fonde con la morbidezza. Finale lungo e persistente.

Leone de Castris

Primitivo di Manduria Il Morante 2020 Rubino dal bordo violaceo. Sensazioni iniziali di piccoli frutti rossi preparano l’olfatto a note di pepe verde in grani, chiodi di garofano, vaniglia e macchia mediterranea, incorniciati da delicate note balsamiche. Inizialmente morbido al palato, con tannini moderati e intensa freschezza.

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Primitivo di Manduria Novantaceppi 2021 Rubino luminoso. Olfatto preciso dai ricordi di lamponi, ribes nero, fragoline di bosco, spunti balsamici, rintocchi speziati e ferrosi. Spiccata morbidezza in sostegno ad una presente acidità coordinata dal vellutato tannino. Finale fruttato, dalle suggestioni vegetali di erbe aromatiche.

Primitivo di Manduria Villa Santera 2020 Rubino splendente. Il naso regala gradevoli sentori di frutta rossa, humus, sottobosco, sbuffi di spezie dolci e lampi balsamici mentolati. Il sorso è corposo per via della struttura glicerica, bilanciata dalla tannicità e da un'ampia freschezza, ritorni fruttati nel finale.


Masseria Altemura

Primitivo di Manduria 2019 Rubino con sfumature granato. Intense note di fiori rossi appassiti, felce, viola, sottobosco, humus, pepe e china. Elegante l'approccio gustativo, pieno, sapido, con tannini in evoluzione e un finale amaricante.

Mare Divino

Primitivo di Manduria Musorosso 2020 Rubino crepuscolare di grande compattezza. Spiccate sensazioni scure di bosco avvolgono il naso, seguono profumi di mirto, prugna California, menta e cioccolato, cardamomo e spezie orientali. Sorso generoso, dalla spiccata acidità accompagnata dal setoso tannino. Scia sapida, elegante persistenza fruttata con rintocchi minerali.

Masca del Tacco

Primitivo di Manduria Piano Chiuso Riserva 2018 Rubino compatto. Intensi toni di frutti rossi selvatici, visciola sotto spirito, tamarindo, carruba, ginepro, polvere di cacao, spezie dolci e sprazzi minerali su delicate sensazioni balsamiche. Sorso appagante ed equilibrato, di buona persistenza fruttata e vegetale. Fitto il tannino.

Masseria Borgo dei Trulli

Primitivo di Manduria 2020 Rosso rubino limpido. Naso di marasca e amarene, sottobosco e fiori rossi macerati, toni tostati, liquirizia e appunti speziati. Bocca morbida, mediamente sapida, vena acida in ottima presenza e giusto calore.

Masseria Cuturi

Primitivo di Manduria Chidro 2019 Rubino con sfumature violacee. Eleganti ricordi di spezie dolci, fragoline, amarena, peonia legno di cedro. Bell’equilibrio fresco-tannico poi tanto sapore minerale e fruttato. Patina sapida e fine nel finale. Primitivo di Manduria Monte Diavoli 2017 Rubino. Note di ciliegia sotto spirito, mirto e cannella, rabarbaro, sottofondo di spezie e pot-pourri. Sorso molto caldo, potente e scalpitante nel tannino, ricca sferzata acido-sapida e piacevole scia.

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La degustazione | Cuore Primitivo Masseria Surani

Paololeo

Primitivo di Manduria 2019 Rubino dal bordo granato. Profumi di mirtilli in confettura, datteri e fichi neri, liquirizia, carruba e cardamomo; trama ferrosa e speziata in sottofondo. Sorso sapido e salmastro, freschezza e morbidezza perfettamente integrate, tannino levigato e lunga persistenza agrumata.

Produttori di Manduria

Primitivo di Manduria Dionysos Riserva 2017 Veste rubino compatto. Sprigiona sentori fruttati, dalla prugna all'amarena sotto spirito, alla confettura di mirtilli su un tappeto di spezie e sbuffi minerali. In bocca è strutturato, con tannini scalpitanti, la nuance fruttata si mescola al pepe nero, al cioccolato e al rabarbaro. Chiusura fresca e appena sapida.

Mottura

Primitivo di Manduria Le Pitre 2020 Rubino cupo limpido e consistente. Al naso propone un intenso sfarzo di rose e viole appassite, contorni vegetali di humus, poi amarene sotto spirito, prugne, more, sul fondo pepe, chiodi di garofano e liquirizia. Palato caldo, tempra alcolica e morbidezza in bella evidenza, stemperate da freschezza e morso tannico di ottima fattura.

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Primitivo di Manduria Passo del Cardinale 2021 Rubino compatto e consistente. Profuma di prugna matura, ciliegie e marasca, accompagnano fiori di peonia, viola e un leggero tono vegetale di sottobosco, chiude con spezie scure e radice di liquirizia. Palato in equilibrio. Sostanzioso nella vena acida, poi contributo calorico e morbido in giusta dimensione.

Primitivo di Manduria Sonetto Riserva 2016 Rubino compatto. L’intenso bouquet è segnato da spezie e frutti scuri, che si fondono a tocchi mentolati, sapidi, tabaccosi, tostati, di goudron ed erbe aromatiche essiccate. L’impatto in bocca denuncia i caldi estratti alcolici parzialmente smorzati da una pervasiva freschezza, tannino gentiluomo e ritorni di arancia ed erbe di grande eleganza. Primitivo di Manduria Lirica 2019 Rubino con orlo più tenue. Ricchi i sentori di spezie dolci e frutta rossa matura, amarene e ciliegie, cioccolato e un tocco di menta. Morbidezza di sorso; ha nei toni balsamici e nel riverbero fruttato la sua vera forza, intarsiato da freschezza vibrante e sapida mineralità.


Tenute Cerfeda

Primitivo di Manduria Don Filippo Riserva 2013 Rosso rubino consistente. Intensi profumi olfattivi che ricordano amarene e visciole in confettura, viole appassite, tabacco, eucalipto e cannella, poi caffè, spezie scure e lievi sensazioni d'incenso. Decisamente strutturato al palato, bilanciato da tannini nobili e integrati. Vibrante spalla fresco-sapida. Primitivo di Manduria Eteria 2018 Rubino compatto. Schietto e nitido nei profumi fruttati di visciole, more di rovo e mirtillo maturo, poi cenni floreali di violetta, accenti vegetali di sottobosco e chiusura appena speziata. Bocca morbida e calda. Gradevole l'impianto tannico ingentilito dalla generosa glicerina, vitale la spinta acida, in fondo una buona persistenza sapida. Primitivo di Manduria Mandurino 2019 Rosso rubino. Impianto olfattivo dai ricordi iniziali di sottobosco, appunti vegetali di radici, frutti rossi di visciole, more di rovo, viole appassite, sul fondo toni speziati scuri e rimandi balsamici. Bocca strutturata, deciso nella freschezza, morso tannico vellutato, impianto calorico ben bilanciato nel finale dalla massa glicerica.

Tenute Giustini

Primitivo di Manduria Areale 2021 Rubino lucente. Ventaglio aromatico dagli aspetti giovanili; ribes e fragoline di bosco, foglie di mirto, vampate balsamiche e salmastre compongono il quadro. Fresco e glicerico, dall’impercettibile tannino e prolungata sapidità. Ottima coerenza gusto-olfattiva. Primitivo di Manduria Acinorè 2021 Rubino terso. Al naso evoca profumi di ribes e mirtilli, violetta appassita, lavanda, carruba, pepe verde, cenni torbati e balsamici poggiati su un sottofondo minerale ferroso. Avvolgente al gusto quasi masticabile, esprime vitalità e carattere coordinato dal vellutato tannino. Lunga persistenza.

Tenute Salentine

Primitivo di Manduria 76 Monete 2019 Rubino cupo e consistente. Naso intenso e ampio nei toni marcati di frutta rossa in confettura, poi sentori vegetali di humus, chiude con spezie dolci scure di liquirizia e tabacco, fondo balsamico. Sorso caldo, solido, spinta acida e tannica in giusta dose a supportare la massa glicerica in bella evidenza. Lunga persistenza.

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La degustazione | Cuore Primitivo Terracalò

Primitivo di Manduria 816 2020 Rosso rubino compatto e consistente. Naso complesso di frutta rossa matura, ricordi di ciliegia e amarene, more in composta, poi una leggera speziatura di pepe accompagnata da viole appassite, sottili note erbacee, di sottobosco e humus, chiude con delicati toni balsamici. Bocca solida, dal sapore intenso, giusto apporto calorico, tannini smussati, sottile nota sapida e vitale scia acida.

Tormaresca

Primitivo di Manduria Carrubo 2019 Violaceo intenso e consistente. Ventaglio olfattivo dai ricordi scuri di bosco, goudron, tabacco bagnato, soffiate selvatiche di pelliccia, marmellata di prugne, resina e cioccolato. Al sorso esprime immediato equilibrio. La spiccata acidità è sostenuta dall’avvolgente morbidezza e frenata dalla vellutata tannicità. Finale lunghissimo dai delicati ritorni ammandorlati.

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Trullo di Pezza

Primitivo di Manduria Pezzale Riserva 2016 Rubino con lampi violacei. Note fruttate di visciola, amarena sotto spirito, sottobosco, a cui seguono sentori eterei e di smalto. Caldo e intenso all'assaggio con ritorni di spezie dolci e frutta sotto spirito. Sorso reso leggiadro da una stuzzicante vena sapida e da una buona persistenza ammandorlata. Primitivo di Manduria Licurti 2019 Rubino intenso dalle nuance granato. All'olfatto è complesso, dall’impatto fruttato, con sentori di confettura di prugna e ciliegia, poi dolci note di tabacco e liquirizia, pepe rosa e nero, finale boisé. Sorso ben strutturato, morbido, dai tannini levigati, con un gustoso finale fruttato e speziato persistente, piacevolmente fresco.


Varvaglione

Primitivo di Manduria Papale Oro 2019 Manto rubino orlato di porpora. Naso che racconta di frutta a polpa rossa matura come la mora di rovo, i mirtilli selvatici e la prugna, su un tappeto speziato di cacao con lievi sbuffi balsamici. Il sorso è corposo e vellutato, lungo il finale.

Vespa Vignaioli per Passione

Primitivo di Manduria Raccontami 2019 Manto rubino impenetrabile. Spettro aromatico dall'incipit di mirtilli, more e prugne mature e polpose, con guizzi balsamici di macchia mediterranea e suggestioni speziate di liquirizia e caffè torrefatto. In bocca si schiude con la sua dote tannica poderosa ed elegante al contempo, interminabile persistenza dagli echi fruttati e di cioccolato. Primitivo di Manduria Il Rosso dei Vespa 2020 Manto rubino quasi impenetrabile. Il naso profuma di marasca e amarena in confettura, slanciato da guizzi balsamici e note speziate di liquirizia e cacao. Il sorso si rivela suadente e avvolgente, complice l'apporto calorico, e di buona persistenza.

Vigne Monache

Primitivo di Manduria Assiade 2021 Rubino compatto. Olfatto colorato da aromi di ribes, alloro, fichi rossi, ciliegia in confettura e pungenti note speziate. Al sorso è armonioso, freschezza e sapidità addolcite dalla generosa morbidezza vengono smussate dal setoso tannino. Persistenza e carattere su un finale minerale di spiccata eleganza.

Vigneti Reale

Primitivo di Manduria Gloria 2019 Rubino con lampi porpora, impenetrabile. Trama olfattiva sontuosamente ordita con note di amarene e prugne che si intrecciano alle spezie dolci. Il sorso, possente e caldo, regala un'estrema morbidezza e tannini setosi. Ritornano anche in bocca il cioccolato, la vaniglia e la cannella in un turbinio di sensazioni rotonde. Lunga persistenza.

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La degustazione | Cuore Primitivo Vinicola Cicella

Picchieri Vinicola Savese

Primitivo di Manduria Dolce Naturale Pezza della Chiesa 2015 Color mattone. Al naso emana sensazioni minerali scure di grafite, humus, tè nero, folate salmastre di salamoia, china, rabarbaro, cacao in polvere e ricordi di torrefazione. Si rivela rotondo al gusto, vivo di acidità sorretta dal levigato aspetto tannico. Infinita persistenza dalla scia minerale sapida accompagnata da note di frutta matura.

Primitivo di Manduria Tradizione del Nonno 2017 Veste granato con bordo aranciato che svela un naso dai ricordi balsamici, eucalipto, confettura di ciliegie, tabacco e cuoio con sbuffi vanigliati. Morbido e pieno con precisa verve fresco-sapida sostenuta dai tannini serrati. Chiude balsamico e lungo.

Primitivo di Manduria Pepe Nero 2019 Rubino crepuscolare. Al naso emana sentori pungenti di chiodi di garofano, tocchi pepati, rustici e selvatici, fiori macerati, gelatina di amarena, folate balsamiche e boschive di timo selvatico, salvia e alloro. Austero al sorso, l’immediata sapidità salmastra è addolcita dal generoso aspetto glicerico. Tannino vellutato e lunga persistenza.

Primitivo di Manduria Dolce Naturale Il Sava 2012 Granato cupo e impenetrabile. Ricco ed elegante, panorama olfattivo caratterizzato da profumi di fichi rossi in confettura, datteri, prugne California, spezie dolci, cioccolato, tè nero, salamoia, chinotto e carruba. Esplosivo ingresso gustativo, potente e raffinato. Al sorso esprime vivacità e morbidezza, tannini disciolti e infinita persistenza dai rintocchi minerali ferruginosi.

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Primitivo di Manduria Doc C.da Piscine S/N 74024 Uggiano Montefusco Manduria TA Tel/Fax: 099 979 6696 www.consorziotutelaprimitivo.com

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OSCAR DEL VINO 2022

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Ventiduesima (!) edizione dell’Oscar del Vino, la seconda del dopo Covid: trecento partecipanti hanno degustato i vini in nomination e poi votato in diretta i loro preferiti. Questa manifestazione nasce nel 1999 da un’idea del Presidente della Fondazione Italiana Sommelier Franco M. Ricci con l’intento di sottolineare anche un aspetto più leggero nella degustazione, un po’ più lontana da rigidi schemi, inserendo il vino in una competizione che ricalca i parametri dell’Oscar del cinema, con tanto di Accademia che in questo caso decide le nomination, mentre i Premi vengono assegnati in diretta dalla platea dei partecipanti. 35


Oscar del Vino 2022 Il Racconto (per chi non c’era) Luci, sguardi, incontri, un'energia distesa. e poi, la consapevolezza che in questa grande sala le nostre papille gustative godranno per sei ore buone di ben 21 eccellenze del vino italiano e dell'assaggio di 3 oli molto importanti. Una scia di eleganza, fatta di passi che percorrono la navata centrale, quest'ultima impreziosita dal caloroso e gentile saluto della squadra Sommelier. Un evento unico, voluto e ideato dalla Fondazione Italiana Sommelier, dove i presenti in sala giocano un ruolo attivo nella scelta dei migliori vini attraverso una votazione in diretta. Una serata che non dimenticheremo, dove ogni degustatore, sceglierà il suo vino del cuore e la sua magica colonna sonora.

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Oscar del Vino 2022 Il Racconto (per chi non c’era)

Miglior vino spumante Rompe il ghiaccio la sferzante ironia di Luciano Mallozzi, visibilmente e scherzosamente indeciso, sull'uso degli aggettivi più consoni e più “politicamente corretti” da utilizzare quando si parla di vino. Domanda: ma possiamo ancora chiamarla “Bollicina”?

LE NOMINATION

ALGHERO TORBATO SPUMANTE BRUT CLASSICO OSCARÌ 2017 - SELLA & MOSCA Oscarì è il nome di questa bolla dal carattere sardo, un nome il suo, che sembra quasi scelto appositamente per la serata. In realtà Oscarì è un personaggio di fantasia che fugge via da Alghero per andare in Francia, per poi farne ritorno dopo alcuni anni. Sella & mosca riesce naturalmente a descrive Alghero attraverso i suoi vini, fa parlare con dignità il Torbato, un vitigno tipico del territorio anticamente legato alla Malvasia. Uno spumante dove lo zucchero è dosato sapientemente, e dove si ha sin da subito una piacevole sensazione di salsedine. ALTO ADIGE EXTRA BRUT METODO CLASSICO 1919 RISERVA 2015 - KETTMEIR Nel 2019 questa azienda situata nel cuore di Caldaro, ha festeggiato 100 anni dalla sua nascita. Uno spumante importante che rivive tutta la sua lunga storia. I Kettmeir furono i fautori che nel lontano 1964, contribuirono al rilancio della spumantizzazione altoatesina. Un Extra Brut ottenuto da Chardonnay e Pinot Nero: salgono al calice note agrumate, ananas, foglie di tè e sul finire lascia una bocca vivace e cremosa. 38


TRENTO BRUT RISERVA DEL FONDATORE 976 2010 - LETRARI L'Ora del Garda soffia e muore nei vigneti di Vallagarina, creando un microclima confortevole e adatto alle uve. Filari posti ad una quota di ben 900 metri, regalano spumanti di montagna eccezionali, come quello della famiglia Letrari, azienda forte dell'esperienza e della passione di Leonello seguito dalla figlia Lucia. 976, Chardonnay e Pinot Nero, quest'ultimo un clone giunto in azienda direttamente dalla regione dello Champagne. Un naso tonico, frutta matura, nocciole, una struttura robusta, e lievi ricordi di spezie, per uno spumante che lascia un lungo ricordo di sé.

IL VINCITORE TRENTO BRUT RISERVA DEL FONDATORE 976 2010 - LETRARI

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Oscar del Vino 2022 Il Racconto (per chi non c’era)

Miglior vino bianco Occhi che guardano fuori dal finestrino, pupille che si muovono all'impazzata di fronte alle immagini che scorrono davanti a loro. Orecchie che fissano e rapiscono una musica, quella musica: la colonna sonora di un viaggio, magari proprio quello di quando eravamo bambini in macchina con mamma e papà. Giovanni Lai apre la degustazione del miglior bianco con una scia di ricordi, decide che sarà Ennio Morricone, con le sue colonne sonore, ad incidere il ricordo di questo prezioso momento di degustazione.

LE NOMINATION

GORGONA BIANCO 2020 - FRESCOBALDI La fusione del Vermentino e dell'Ansonica, uve queste, a cui forse è destinata una maggiore cura, perché raccolte da mani che attraverso queste vigna, saggiano la libertà. Frescobaldi dal 2012 porta avanti un progetto di ambizioso valore sociale: gli agronomi e gli enologi dell'azienda, lavorano a stretto contatto e dirigono il lavoro dei detenuti del carcere di Gorgona, una piccola isola dell'arcipelago toscano. Nasce così un vino dal forte carattere salmastro; è quasi come se si potesse sentire la schiuma che schiaffeggia le rocce di quest'isola. Lime, licis e un sottofondo di erbe aromatiche che trovano coerenza con un sapore di sale e di freschezza. 40


COLLI TORTONESI TIMORASSO GRAN FOSTÒ - VIGNE MARINA COPPI Francesco Bellocchio, nel 2013 decide di volgere lo sguardo indietro, uno occhio che guarda al passato per poi dirigersi sicuro verso il futuro. Si avvicina al piccolo borgo Castellania, per ritrovare la tradizione del nonno Fausto Coppi, puntando così sullo storico vitigno del Timorasso. Decide con amore, di dedicare il nome dell'azienda alla madre Marina. La sua è una viticoltura consapevole, ragionata, decisa a prevenire piuttosto che a curare, sfugge dunque all'utilizzo errato di prodotti di sintesi che sono solo nocivi per l'uva. I suoi sono vini artigianali, ottenuti dall'occhio vigile e attento di Francesco, con l'uso sapiente di sovesci, per un vino che si mostra pieno, sapido, con un carezzevole profumo di gelsomino,una buona sensazione glicerica, sapientemente contenuta da ferme redini di freschezza. GRECO DI TUFO VITTORIO RISERVA 2008 - DI MEO Originali e unici. Si muovono con azzardo i Di Meo, producendo vini dalle lunghissime soste sui lieviti, dai 12 anni e più. Roberto e Generoso, allevano le loro vigne nel comune di Salza Irpina, a pochi chilometri da Avellino, i vigneti sono collocati fino ai 700 metri s.l.m.. Il loro Greco di tufo, ha un odore sfacciato, carico di erbe aromatiche, di tiglio, di pompelmo, ha inoltre una leggerissima nota ossidativa che si fa spazio con decisa armonia. Al sorso regala forse un po' meno rispetto quanto anticipato all'olfattiva, ma pur sempre di una beva dal carattere singolare.

IL VINCITORE

GORGONA BIANCO 2020 - FRESCOBALDI 41


Oscar del Vino 2022 Il Racconto (per chi non c’era)

Miglior vino rosato Passioni, incontri fugaci e nascosti, e a volte, che durano per sempre. L'argomento che più ci scalda e che alle volte ci avvolge in un manto carico di malinconia e pieno di interrogativi: l'amore. Sì, ma se dovessimo ricordare un eccitante e suadente sorso, un iconica bottiglia che riesca ad essere per noi la descrizione di un momento d'amore, quale sarebbe? Alessia Borrelli, ci racconta questi tre rosati, in una chiave diversa, psicologica e d'amore. LE NOMINATION

Reggiano Lambrusco Spumante Brut Cadelvento 2020 - Venturini Baldini Azienda storica, posta sulle colline Matildiche, cariche di biodiversità, tutto a regime biologico, con un terreno ricco di argilla e di sabbia. L'azienda nasconde inoltre un antico gioiello, 400 botticelle di legni preziosi per la produzione del patrimonio regionale: l'aceto balsamico di Modena. Cadelvento è un Lambrusco di Sorbara e Grasparossa, ottenuto con metodo Charmat lungo. All'occhio un tenue rosa cipria, al naso invece, tengono testa la rosa canina, ed una spiritosa fragolina di bosco. Al sorso è una briosa e fresca morbidezza che stacca inaspettatamente col sale. Etna Spumante Brut Rosato Metodo Classico Sosta Tre Santi 2019 - Cantine Nicosia Un'azienda che inizia i suoi primi passi nel 1898, in contrada Trecastagni, sul versante nord del vulcano più alto d'Europa: L'Etna. La cantina, nel corso del tempo si è 42


spinta anche più a sud, possiede infatti, vigneti a Vittoria e nel resto della Sicilia. Sosta tre Santi, è un metodo classico ottenuto dal principe della “Muntagna”: il Nerello Mascalese, che cresce a circa 700 metri s.l.m. Un rosato che vira verso il ramato, spezie lievemente sussurrate, e se lo si ascolta con attenzione anche un soffio di geranio. Al gusto, ha una bolla non troppo prorompente, si mostra molto garbata, sorprendente invece la sensazione di estrema freschezza. Franciacorta Pas Dosé Rosé Parosé 2016 - Mosnel Mosnel, nel dialetto di origine celtica significa “Pietraia”; questo è il nome della prestigiosa azienda che da cinque generazioni è inserita nella splendida regione del Franciacorta, dove i suoi terreni di origine morenica e la presenza del lago d'Iseo, sono la culla di questo gioiello della spumantizzazione italiana. Emanuela Barboglio, è lei che nel 1968 intravide con occhio lungimirante, una luce in questa terra, ottenuta in eredità nel lontano 1836. La famiglia Barboglio Berzano, conduce un'azienda che punta tutto sulla qualità, coltivano e lavorano con attenzione i loro 41 ettari di vigne, seguendo la filosofia biologica. Il Parosé ha un elegante color cipria, un fragrante profumo di panificazione, di melograno e di erbe officinali; In bocca è vibrante, una bolla importante ed incisiva, una splendida freschezza ed una interminabile lunghezza. IL VINCITORE Franciacorta Pas Dosé Rosé Parosé 2016 - Mosnel 43


Oscar del Vino 2022 Il Racconto (per chi non c’era)

Miglior vino rosso Massimo Billetto, racconta attraverso la lettura di un piccolo stralcio del libro Cuore, romanzo di formazione scritto da Edmondo De Amicis, le meravigliose diversità tra le regioni italiane. Prendendo spunto dal libro, nato dall'esigenza di raccontare l'Italia da poco unita, attraverso dei piccoli alunni provenienti da realtà sociali e geografiche diverse, questa sera per noi, il narratore della degustazione cerca di trovare un filo conduttore fra tre regioni distanti e molto diverse tra loro: la Calabria, l'Abruzzo e il Piemonte. Seppur inchiodati alla sedia, Billetto questa sera è riuscito a farci viaggiare. LE NOMINATION

Gravello 2019 - Librandi Siamo nella Calabria orientale, la prima delle colonie greche, anticamente battezzata con il nome di “Enotria Tellus” ossia: terra del vino. La famiglia Librandi da tre generazioni, esalta la sua terra dando lustro al Gaglioppo e al Greco Bianco, e con il prezioso aiuto della scienza, esegue un capillare studio del territorio e del clima del Cirò, per rispettare quest'ultimo, capirlo, e per esaltare al meglio i suoi frutti. Gravello nasce dall'unione del Gaglioppo e del Cabernet Sauvignon, uva quest'ultima, che in Calabria trova un terreno alleato per la sua crescita. Il vino in assaggio è figlio di una buona annata: la 2019 regala al colore un rubino intenso, salgono al naso odori di spezie, di ciliegia fresca e l'amarena sotto spirito. Al gusto si presenta con la sua giovane baldanza, mostrando un tannino che gli fa da cuscinetto, ed una moderata freschezza. 44


Barolo 2017 Ornato - Pio Cesare L'anima del piemontese è ben radicata alla sua amata terra, ha le radici ben salde e piantate in profondità; in passato soprattutto questo fu un tratto ben distinto del carattere del popolo piemontese: in sintesi, amavano spostarsi poco e restare sereni nella loro terra. Pio Cesare invece si contraddistinse in questo, egli fu uno dei primi italiani a possedere un passaporto. Fu un animo viaggiatore Pio, e con la libertà ricevuta, si fece portavoce dei suoi vini in tutta Europa. Oggi i suoi nipoti proseguono il viaggio, facendo conoscere i vini dell'azienda, frutto delle vigne di Barolo e di Barbaresco. Ornato 2017 è il primo “cru” dell'azienda, a sud di Serralunga, le vigne sono illuminate dal sole, le uve sono calde per via della loro esposizione privilegiata a sud. Un colore raffinato ma al contempo deciso, un naso oltremodo elegante, con sbuffi di viola, terra umida ed un barlume di speziatura. In bocca tannini ben levigati ed una grande freschezza. Montepulciano d'Abruzzo 2015 - Valentini È possibile trovare delle similitudini fra l'uomo e il vino? Forse si, ci sono delle volte in cui la nobiltà di un vino è facilmente riconducibile ai tratti fisici e ai modi di chi lo produce. Francesco Paolo, un uomo garbato, riservato, dal nobile portamento, dai modi pacati e gentili, lo si guarda e si ha modo di associarlo a quel Trebbiano, a quel Montepulciano che con fortuna qualche volta siamo riusciti ad assaggiare, vini dalla trama unica e raffinata. L'energia è questa: non sai perché ma i vini di Valentini lasciano un'inspiegabile emozione addosso, una rustica poesia abruzzese. Il 2015 si presenta sin da subito con un rosso rubino intrigante e vivo; al naso, si concede dopo un po', ha riserbo, e dopo averlo aspettato escono fuori dei frutti rossi selvatici, l'ortica e una mentuccia appena accennata, in bocca è avvolgente, un tannino nobile, un vino dalla dritta spina dorsale. IL VINCITORE Montepulciano d'Abruzzo 2015 - Valentini 45


Oscar del Vino 2022 Il Racconto (per chi non c’era)

Miglior vino dolce I migliori passiti d'Italia. È Filippo Busato a raccontarci questo incredibile viaggio; vini su cui spesso non ci si rivolge con la dovuta attenzione e con il dovuto spirito di ricerca. Questi nettari invece, descrivono le splendide diversità italiane meglio di chiunque altro. Busato ci ricorda che esistono i “vini da viaggio” come diceva Mario Soldati, che anche dopo averli bevuti sul posto, sono capaci di far rivivere le stesse emozioni dopo averli fatti viaggiare e averli degustati in terre lontane.

LE NOMINATION

Orvieto Classico Pourriture Noble 2019 - Decugnano dei Barbi Annata 1981, il primo vino muffato fatto in Italia. La famiglia Barbi, sono loro a detenere questo pezzo importante di storia italiana nel mondo del vino, che dal 1973 produce vini in Umbria, a Orvieto, a 300 metri di altitudine, con un terroir unico fatto di argilla, sabbia fossili di conchiglie e di ostriche. Pur non essendo una zona che si affaccia sul mare, gli sconvolgimenti geologici susseguitesi nel corso del tempo, ci parlano di mare, di salinità; il sale, il profilo marino, lo ritroviamo tuffando il naso in questo muffato che è il risultato della fusione di Grechetto, Procanico, Sauvignon Blanc e Semillon. Un paglierino brillante con punti di luce verde, al naso le mele, un profumo che sa di salmastro, di iodato; al sorso si mostra accattivante, pieno di vita, una mela cotogna piacevolissima e un finale di sale che si sposa perfettamente con la dolcezza. 46


CALUSO PASSITO SULÈ 2017 - ORSOLANI Tufo, argilla e sabbia, sono i principali descrittori che abbiamo a disposizione per risalire ai cambiamenti geologici che hanno caratterizzato nel tempo le colline moreniche di Caluso, nell'alto Piemonte, ma in special modo a San Giorgio, un luogo questo, dove l'Erbaluce trova un terreno fecondo. Anticamente chiamato Alba Luce: la storia del sole e della luna che desiderosi di incontrarsi e di guardarsi, lo fanno attraverso l'eclissi. Ai piedi di questo anfiteatro naturale, nel 1894, Giovanni Orsolani e Domenica, decisero di fondare la loro azienda. Questa sera abbiamo avuto l'onore di assaggiare il loro passito dal carattere intrigante e deciso: ha il colore dell'ambra, un naso complesso che non lascia spazio ad alcuna indecisione, sentiamo l'albicocca, la carruba, i fichi e la liquirizia; al gusto gioca le stesse carte dell'olfattiva, è denso, plastico, potremmo dire che vorrebbe restare il solo protagonista. Torna a farsi strada poi, la radice di liquirizia e con lei chiude in una piena lunghezza. PASSITO DI PANTELLERIA NES 2020 - PELLEGRINO Filippo Busato per aprire la degustazione del passito Nus, cita il premio Nobel Gabriel Garcia Màrquez: costui nel 1969, anno del primo sbarco sulla luna, si trovava per lavoro a Pantelleria, e rimase talmente colpito dalla bellezza di questa piccola isola ventosa e vulcanica, da portarlo ad affermare che la terra del Moscato di Alessandria era senza alcun dubbio ancor più bella della luna. L'azienda Pellegrino coltiva i suoi migliori autoctoni nella zona di Marsala e a Pantelleria, conducendo una viticoltura ecosostenibile. Forse, anche Soldati lo avrebbe definito un vino da viaggio, i suoi profumi evocano immediatamente la splendida isola: un'ambra brillante, miele, fichi secchi, datteri, frutta candita; in bocca è solare, pieno di vita, col sale alla fine che regala equilibrio alla sua pacata ed elegante morbidezza. IL VINCITORE Passito di Pantelleria Nes 2020 Pellegrino 47


Oscar del Vino 2022 Il Racconto (per chi non c’era)

Premio Bibenda Miglior olio evo del raccolto 2022 L'olio non parla italiano, parla il dialetto. Sono le parole di Maurizio Saggion, e non poteva trovare definizione migliore per esprimere la vastità e le molteplici sfumature descrittive di questo alimento, che parla dell'Italia tutta. In questa edizione dell'Oscar del Vino 2022, si è sentita l'esigenza di dare il giusto spazio anche all'olio perché esso merita assolutamente un approccio più curioso e attento. Maurizio guida i presenti, con grazia e simpatia, alla tecnica per ascoltare il profumo dell'olio, e così in un attimo, ci troviamo tutti ad abbracciare il bicchiere, ad avvolgerlo con il calore delle mani per poterlo sentire al meglio.

LE NOMINATION

Olio Evo Leccino Denocciolato 2021 - Fèlsina Fèlsina, nota per la sua storica tradizione vitivinicola nel Chianti, quest'azienda si dedica inoltre, dal 2002, alla produzione di un extravergine d'oliva degno di essere raccontato. In uno scenario fatto di boschi, in un luogo carico di biodiversità, nasce il Leccino, con ricordi di carciofo, di erbe, e di mandorle, al sapore riaffiora una sensazione di amaro, di vegetale, quasi medicinale. 48


Olio Evo Colline Pontine 2021 - Cetrone Ci spostiamo più a sud nel Lazio vicino Latina, per conoscere il secondo olio in gara, di Alfredo Cetrone, il quale fin da bambino, restò affascinato da queste piante secolari da cui il padre otteneva uno splendido liquido verde che riusciva ad essere straordinariamente diverso se raccolto in momenti diversi e in zone poco distanti tra loro. Alfredo ha creato la DOP Itrana, olio tipico ottenuto sulle colline Pontine; produce inoltre olive di Gaeta da tavola. Il suo Olio mostra una trama vegetale, profuma di foglia di pomodoro, di carciofo, e al palato regala una composta e piacevole piccantezza. Olio Evo Vibianino 2021 - Castello Monte Vibiano Piante secolari e addirittura millenarie, danno vita ad un oro verde dal profilo umbro, vicino Perugia; l'azienda Castello Monte Vibiano, oltre ad essere luogo meraviglioso, è stata premiata per la sua spiccata sensibilità ecologica, si pensi che nel 2009 ottenne la certificazione per lo standard più alto al mondo, per una produzione a impatto zero di CO2. Il Vibianino 2021 emana sentori di spezie ed è gentile e rotondo al gusto. I VINCITORI A PARI MERITO

Olio Evo Colline Pontine 2021 - Cetrone Olio Evo Leccino Denocciolato 2021 - Fèlsina 49


Oscar del Vino 2022 Il Racconto (per chi non c’era)

Miglior vino del miglior produttore L'uomo, la donna, i giovani e l'umanità tutta, sono questi i pilastri che hanno sorretto ed ispirato il discorso di apertura di Paolo Lauciani in occasione di questa categoria molto importante. Lauciani inoltre, ci invita attraverso le parole di Giacomo Tachis, a far sì che il tempo ci sia caro, che diventi prezioso per noi, ci ricorda di averne cura, e soprattutto ci fa riflettere sull'importanza di saper cogliere la bellezza di un momento, di farlo nostro, senza frenesia, un po' come la bellezza nel fermarsi e di saper godere di un paesaggio, così semplicemente. LE NOMINATION

Alto Adige Pinot Bianco Quintessenz 2019 - Kellerei Kaltern Kallerei è frutto della sinergia tra uomo e popolo, è una comunità di ben 650 soci che insieme danno lavoro, insieme creano e danno voce alla loro terra. Chiudiamo gli occhi ed immaginiamoci molto lontano, in Alto Adige, siamo a Caldaro, il lago più caldo dell'intero arco alpino, i nostri passi calpestano un terreno ricco di porfido e di dolomia bianca calcarea, e le tante vigne riempiono il nostro sguardo. In questo scenario meravigliosamente nordico nasce la quinta essenza di Kaltern, un Pinot Bianco che cresce a circa 650 metri s.l.m. in zona San Nicola, un vino dal bel giallo paglierino luminoso, un naso caratterizzato dalla mineralità: affiora il gesso, il muschio, un frutto che sa di pesca bianca ed un finale balsamico. Al sorso è saporito, caldo con una buona concentrazione di salinità. Chianti Classico Gran selezione Castello di Brolio 2016 - Ricasoli Questa azienda ci porta lontano nel tempo, ci ricorda da dove prese forma l'importanza del vino toscano e di chi gli diede una solida identità, destinata questa, a perdurare nel tempo. Il territorio del Chianti è come una culla che dona amore al territorio e alla sua biodiversità, Bettino Ricasoli lo sapeva bene, lui che nella sua formula del 50


Chianti, decise di aggiungere la “Malvagia che arricchisce il Sangioveto”, già allora lui era consapevole dell'importanza del suo splendido territorio e dei suoi preziosi tesori. Il castello di Brolio dal 1141, perdura fino ai giorni nostri regalandoci questa degustazione dal sapore antico e lontano. Il 2016 è stata un'annata ottima, che i toscani ricorderanno come feconda. Il Chianti Classico di Brolio è di un rubino brillante, al naso è classico ed emozionante: si fanno strada il bosco, rami spezzati, legni antichi, la violetta e il ribes. Il tannino stupisce per la sua quasi cremosità, delle striature di arancia rossa regalano al gusto il giusto slancio, il finale poi, è lungo senza avvertire però la percezione del peso. Tenores Romangia 2016 - Dettori Un artigiano che fa il vino con la sola uva. Lui è Alessandro Dettori, un vignaiolo che nella sua Sardegna a Romangia “luogo dorato”, ha scelto di seguire il suo modo di fare vino, dove il cemento è il contenitore prescelto per le sue uve e dove i lieviti sono spontanei; l'uva non viene pressata ma solo diraspata, il legno non è contemplato perché i tannini possono essere domati in vigna e le uve da cui nascono i suoi vini provengono rigorosamente e unicamente dalle sue terre; un occhio sapiente che non ha bisogno di consulenze ma solo del proprio istinto e dalla propria esperienza, questo è essere artigiano per Alessandro Dettori. Il Cannonau in degustazione è un canto armonioso e vibrante che viene dalla terra, nonostante abbia avuto nell'annata 2016 non pochi problemi, che ne hanno causato il 30% in meno della produzione. Il Tenores ha un intenso colore rubino, al naso è un corsa di odori che viaggiano all'impazzata, dal mirto alla ciliegia, odori officinali, bacche rosse e ancora tanta frutta sotto spirito; Il sorso è carico di glicerina, sostenuta quest'ultima da una grande freschezza. IL VINCITORE Tenores Romangia 2016 - Dettori 51


Oscar del Vino 2022 Il Racconto (per chi non c’era)

Premio speciale della Giuria Quale potrebbe essere la sinfonia del vino? Potremmo far riferimento e lasciarci trasportare da un trio d'archi per esempio, la viola, il violino e il violoncello, lasciarci cullare dalla loro sinfonia, per entrare in connessione con il magnifico gioco degli equilibri, della musica e del vino. È Daniela Scrobogna ad accompagnarci in questa sinfonia, e lo fa come sempre lasciandoci addosso la passione per questo magico liquido, come lei sola riesce a farlo, con la sua forza ammaliatrice e la sua instancabile voglia di raccontare. I VINCITORI

Etna Bianco A'Puddara 2017 - Tenuta di Fèssina Il racconto di questa azienda siciliana è iniziato non senza commozione, è stato difficile parlare del grande lavoro svolto dall'enologa Silvia Maestrelli, la pioniera del vino etneo, venuta purtroppo a mancare troppo presto. Silvia ci ha comunque lasciato la sua preziosa eredità, i vini di Fèssina infatti, sono la sintesi del lavoro, dell'amore e della grande scommessa che fece quando nel 2006 si innamorò per la prima volta di questa terra affascinante; di riflesso però, potremmo dire che anche la “Muntagna” le deve molto, perché nonostante le difficoltà iniziali, Silvia ha saputo trarne fuori il meglio. Il loro è stato un memorabile incontro tra donna e natura. Questo Carricante, nasce in cima alle vette più alte, a ovest dell'Etna. A 'Puddara sono le costellazioni, i punti di riferimento sospesi proprio sopra i vigneti del Carricante, che i pescatori di Riposto, miravano alzando lo sguardo al cielo. Un Etna bianco dai leggeri riflessi verdi, con un naso tipico della sua terra madre: mineralità, idrocarburi, senape, erbe aromatiche e al gusto un perfetto equilibrio tra acidità e sapidità, sul finale un regalo che ricorda la crema di limone. 52


Masseto 2018 - Masseto Tutto ebbe inizio negli anni Ottanta, in una terra situata nei pressi Bolgheri, dove a quel tempo le vigne erano abbandonate e inutilizzate. Si trattò dunque di una scommessa, di un azzardo, provare a piantare le prime barbatelle di Merlot in questa terra toscana accarezzata dalle correnti tirreniche, da questo mare capace di divenire il protagonista di ogni annata. Il carattere del Masseto è dato anche e soprattutto dalla sua terra composta di argilla blu, dove ecco che il mare ritorna ad essere il principale attore anche all'interno del terreno stesso, facendo vanto della sua presenza con i resti di fossili marini. I vini di questa azienda sono accompagnati passo dopo passo dall'uomo e dalla sua maniacale e rispettosa attenzione, le uve vengono selezionate a mano e poi lasciate fermentare in cemento, per poi riposare e meditare in Barrique. Questo 2018 ci regala un bel rubino luminoso, compatto senza essere impenetrabile, si sollevano odori di ciliegia, amarena e non poca balsamicità, e ancora, il cacao, il sottobosco e per concludere, un'immediata morbidezza ed una spiccata opulenza che sazia e soddisfa. Muffato della Sala 2010 - Castello della Sala Antinori è una di quelle famiglie destinate a far parlare di sé per secoli e generazioni; la storica famiglia del vino toscano decise con intuito e lungimiranza di riproporre il sogno francese in Umbria, a pochi chilometri da Orvieto. La spinta fu proprio la Francia, cercare di riproporre nelle terre umbre, con i suoi suoli carichi di residui di fossili marini, uno Chardonnay con una parte di Grechetto, che potesse raggiungere i grandi bianchi della Borgogna, riuscire a creare quindi un bianco longevo e molto importante. E nel 1987 le leggere e dolci nebbie mattutine, furono le condizioni ideali per la nascita di un altro gioiello di famiglia, il Muffato della Sala. Ha il colore dell'ambra chiara questo muffato, figlio di un annata fresca; i profumi ricordano lo zucchero caramellato, lo zafferano, e anche una piacevolissima crème brulée; al sorso è delizioso, note iodate ed una morbidezza sostenuta da un ottima spalla acida e sapida. 53


Bibenda 88 duemilaventidue

LA PRIMA VERTICALE

LA PRIMA VERTICALE M a r c o

M e d o r i

P a o l o

L a u c i a n i

Un vitigno importante, un vino raro e monumentale. La Grenache, 6.200 ettari in tutta Italia, da nord a sud, da est a ovest, isole comprese, nelle Marche ha trovato il suo habitat ideale, ispirando una cordata di produttori che ne hanno saputo fare un’eccellenza del territorio.

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Bibenda 88 duemilaventidue

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LA PRIMA VERTICALE

Si è svolta a Fermo, nello scorso mese di maggio, la prima e unica

2010, invece, fermenta in un “uovo di cemento”, che garantisce

verticale di Kupra, vino dell’azienda Oasi degli Angeli di Cupra

maggior rispetto delle bucce ed estrazione più delicata degli aro-

Marittima. Abbiamo assistito a una serata piena di aneddoti e di

mi. Vi passa 30/35 giorni fra fermentazione e macerazione, poi

battute: divertente, brillante e assolutamente carica di Cultura.

va a maturare in legno piccolo per 32-33 mesi, il primo anno

A guidare questa splendida degustazione il nostro Paolo Laucia-

in legno nuovo; poi viene travasato e rimane ancora un anno in

ni, che ha aperto sottolineando che il Kupra è un vino distin-

legno nuovo: “il famoso 200% di legno nuovo”, il tutto senza

to e originale: “Assisteremo a un grande concerto nel quale la

solforosa. Ferma convinzione di Marco è che con un corretto

Grenache sarà lo strumento, ma l’interpretazione “dello spartito”

uso del legno, soprattutto nelle annate più giovani, non si tra-

da parte dei maestri/produttori Marco ed Eleonora farà sì che i

smette nulla e non si cedono sentori al vino. La botte è solo uno

protagonisti siano loro molto più che l’uva”.

strumento a disposizione dell’uomo per arrivare al risultato che

La Grenache (Cannonau, Alicante, Tocai Rosso), 6.200 ettari in

si prefigge, interpretare il proprio vigneto: il legno serve a micro-

tutta Italia, da nord a sud, da est a ovest, isole comprese, nelle

ossigenare il vino e a stabilizzarlo. Le cose fondamentali sono la

Marche ha trovato il suo habitat ideale, sollecitando una cordata

qualità del prodotto e la qualità del legno stesso.

di produttori che ne hanno saputo fare un’eccellenza del territo-

Il vigneto è coltivato con una densità di 7500/8000 piante per

rio. Tale sviluppo è nato dalla curiosità e da una storicità “conta-

ettaro, su un terreno sabbio-limoso con scheletro, molto drenan-

dina” di bottiglie trovate, condivise, studiate e discusse.

te, che aiuta a mantenere in perfetta salute le piante. Non si fa

Questa la semplice ricetta di Marco ed Eleonora Casolanetti: una

uso di chimica di sintesi, anche grazie alle caratteristiche della

cura maniacale in vigna, 1,5 ettari di piante vecchie potate a spe-

zona e del terreno; si è partiti con rame e zolfo, per poi andare

roni, alberi più che viti, 2 grappoli per pianta, vendemmia solita-

oltre con prodotti alternativi, latte, propoli, aceto, succo arancia,

mente a fine settembre con maturazione fenolica perfetta, per un

che funzionano eccome! Aiutano la vicinanza al mare, che porta

totale di 500 bottiglie prodotte. Inizialmente il vino fermentava

iodio nell’aria, la cura scrupolosa applicata a ogni fase del proces-

in tini di legno e maturava in legno piccolo (32-33 mesi); dal

so e il grande rispetto per ogni parte della vigna.


La Verticale | Kupra 2011 Annata solare, ricca, con temperature più calde della media, adatta al vitigno, dato che ama il caldo. Andamento climatico comunque regolare. Inizialmente burbero, poi cede e si apre. Il Grenache ha la particolarità di una sostanza antocianica abbastanza limitata e un tannino non certo clamoroso, il che si traduce in un’evoluzione del colore piuttosto veloce. Si manifesta con un naturale granato luminoso, trasparente. Al naso sensazione di sacrestia, legni vecchi, ceralacca, incenso; poi si apre e si illumina con sentori di macchia mediterranea che territorializzano il vino. Niente speziatura, ma accenti vegetali nobili di rosmarino, alloro e salvia. Un accenno selvatico di carruba, quindi frutta disidratata, prugna, mora e intarsi ferrosi. All’assaggio c’è sostanza: il vino si rivela energico, scalpitante, do-

tato di un “morso di velluto”, grazie alla maturità fenolica perfetta, con un tannino muscoloso ma vellutato e un finale di agrume (chinotto). Struttura importante incorniciata da una grande bevibilità, firma del produttore: un vino con la dote dell’equilibrio.

2013 Annata media, né troppo calda né troppo fresca. Al naso, subito ribes, bosco, corteccia; poi rientra nella sua anima mediterranea, con sensazioni di arancia rossa e fiori freschi; a chiudere un finale scuro di yogurt al caffè, coadiuvato da un “balsamico” ritorno di sensazioni aromatiche del verde. In bocca sfoggia un elegante binomio di tannino coeso e freschezza scalpitante, in perfetta sinergia con un accento minerale, gustoso e saporito.

2015 È il vino che ha conquistato l’Oscar 2019 come “Miglior Vino del Miglior Produttore”. Annata perfetta, in cui tutto è andato come doveva andare. Sfumatura granato con pennellate rubino, eleganza fatta di bagliori e trasparenze. Al naso si cambia nuovamente: lampone, frutta rossa luminosa, gelatina di fragoline di bosco, accento boschivo ma dolce di muschio, felce, rami secchi; quindi erba di macchia, sfumatura mentolata, agrume vivo fresco, nota floreale di rosa canina, che dona un ulteriore tocco di raffinatezza. Al sorso non tradisce le aspettative: vino tridimensionale, rotondo, lungo, largo e profondo, com’è proprio dei fuoriclasse, caratterizzato da una grande armonia d’insieme. Ci si perde in una sinfonia perfetta di equilibri rifinitissimi. Il finale è perfettamente calibrato e coerente: sapidità, freschezza, bilanciamento perfetto.

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La Verticale | Kupra

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2016

2017

2018

Annata che ha seguito gli andamenti climatici degli ultimi tempi, con temperature in aumento, ma comunque nella norma. Ha il “problema” di essere arrivata dopo la 2015, rispetto alla quale mostra un ventaglio aromatico più stretto, disegnato su ciliegia croccante, floreale di violetta, spunti vegetali, humus, sottobosco, in un quadro comunque in forma smagliante. In bocca è molto equilibrato, saporito, pimpante, pepato: la beva è dinamica, vivace, con un tannino grintoso che pulisce e bilancia la bocca, rendendola subito pronta a un nuovo assaggio.

Annata arida, calda e caratterizzata da un’importante grandinata che, fortunatamente, ha risparmiato proprio la zona del Kupra. Visivamente si presenta con un bel colore granato acceso che dà idea di evoluzione. Al naso propone sentori di chinotto, artemisia, corteccia di china, more e accenni più scuri di rabarbaro, humus, funghi ed erbe aromatiche disidratate. Al gusto il tannino è immediato ed energico, riassestato subito da freschezza e mineralità. Grande corrispondenza tra sentori olfattivi e lunga progressione finale.

Annata simile alla 2016, umida e con qualche pioggia in vendemmia, ma fondamentalmente buona anche se un po’ complicata. Naso giovane e sottile, penetrante con sensazioni di geranio, peonia, violetta, note pepate, piccanti, accenni di cumino, chiodo di garofano, cannella: si percepisce in maniera nitida la speziatura, di norma ben digerita nelle bottiglie più evolute. In bocca è molto interessante, caldo anche se non particolarmente impetuoso: esce bene la parte eterea, con decisi ricordi di boero, in un contesto di fisicità molto delicata. Per ora è la meno coerente dal punto di vista gusto-olfattivo, ma è certamente destinata a un grande futuro.


Oasi degli Angeli Contrada S. Egidio, 50 63064 Cupra Marittima AP T. 0735 778569 info@kurni.it www.kurni.it 59


Bibenda 88 duemilaventidue

FORTE E FRAGILE, DOLCE E RUVIDO MONTALCINO

FORTE E FRAGILE, DOLCE E RUVIDO Montalcino F e d e r i c o

S o r g e n t e

Oltre il ponte. Oltre il fiume. Sui crinali è un susseguirsi di splendidi guardiani che si rincorrono in un continuo saliscendi verso il nulla: i cipressi che posseggono questa terra.

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Bibenda 88 duemilaventidue

FORTE E FRAGILE, DOLCE E RUVIDO MONTALCINO

Alle spalle la dolce, malinconica asprezza della Maremma e l’imponenza dell’Amiata che lasciano il passo all’eleganza di mille nuovi colori dove, immersi, riposano casali centenari. È un turbinio di sensazioni emozionanti. La strada si snoda tra piccoli borghi e villaggi fiabeschi, mentre il sole scende verso il mare e le ombre, sempre più lunghe, degli austeri cipressi, si oppongono alla luce che va a morire ricamando il terreno con gli infiniti disegni del tramonto. L’ultimo trattore s’inerpica sbuffando lungo la carraia ed anche il suo stridore metallico è un dono di questo splendido paesaggio. Dopo l’ultima salita appare, forte e fragile, Montalcino. La fortezza sovrasta tetti rossi, cento vicoli, cento discese e cento salite. Protagonista di lotte fratricide tra guelfi e ghibellini, domina la Via Francigena. In questo crogiolo di storia, bellezza e cultura, il Sangiovese ha avuto la sua consacrazione planetaria. Le onde dei filari, che si contendono questa valle, non avrebbero potuto dimorare più degnamente: sole, brezza marina, terreno accogliente, clima dolce e ruvido, attitudine dei suoi cultori, ne fanno un terroir perfetto per regalarci prodigi di aromi, di sapori e di colori.

Società Agricola Ridolfi Srl Località Mercatali, 1 53024 Montalcino - Siena info@ridolfimontalcino.it Tel. +39 0577 16 98 333

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Aziende si susseguono bellissime e laboriose da sud a nord. Ed è a nord

della metodica delle alghe marine, e nella “confusione” sessuale, per

est di Montalcino che si distende l’azienda Ridolfi di Valter Peretti,

prevenire l’infestazione da tignoletta, creano un ambiente idoneo ad

leader di un gruppo tra i più importanti dell’industria conciaria

un’eccellente viticoltura. La lavorazione manuale in vigna, caparbia

italiana e testimone del Made in Italy, inserendosi con delicatezza

e passionale, è il presupposto irrinunciabile per prodotti di prestigio.

tra questi morbidi clivi, modellandoli con superbi e preziosi vigneti.

Arber Shabani, Jessy Marconi, Gianni Maccari, grande esperto di

Il territorio è variabile nelle sue caratteristiche climatiche e territoriali,

cantina, sono tra gli artefici di questo splendido percorso, illustrato in

da nord a sud, da est a ovest le brezze marine si intersecano con

un recente incontro degustativo condotto da Paolo Lauciani.

la fertilità vulcanica, mentre a nord il clima piovoso e fresco dei

Shabani rende giusto merito al lavoro che sfianca sotto il torrido sole

morbidi rilievi favorisce l’escursione termica. Qui, a 300 metri

o al gelo penetrante, nonostante l’amore infinito per questa terra,

di quota, su terreni argillosi ricchi di fossili marini, si estendono

volubile amante. Tale dedizione permette di ottenere, con un iter

le vigne Ridolfi, 30 ettari, di cui 11 dedicati al Brunello, uno al

naturale e delicato, colori, aromi e sfumature gustative uniche. La

Rosso di Montalcino e 6 al Chianti Colli Senesi. Qui i dettami

conferma di questo affascinante percorso, che parte dal terroir e si

dell’agricoltura biologica, negando i fertilizzanti animali, credendo

conclude in cantina, si esprime con i prodotti in cui il legame tra la

esclusivamente nei prodotti naturali, con l’innovazione suggestiva

tradizione e la vinificazione innovativa raggiunge il perfetto equilibrio.

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I VINI Bibenda 88 duemilaventidue

TITOLINO DI GIRO

Ecco quindi due splendide verticali: ROSSO DI MONTALCINO e BRUNELLO e DUE ANNATE RISERVA DI MERCATALE. Il Rosso dal 2017 al 2019, il Brunello dal 2014 al 2017 ed il Mercatale dal 2015 al 2016. Viene chiarito che il Sangiovese si incammina verso la maturazione di Rosso o di Brunello per le scelte di cantina: dopo un anno di affinamento ecco il primo step con un assaggio di botte. La degustazione parte dal Rosso che ha nelle sue caratteristiche 15 mesi di sosta in legno.

2017

Il , che si presenta con venature granato in un brillante rubino, colpisce per la sua maturità ed inebria con i sentori di erbe aromatiche e di incenso.

2018

L’annata leggiadria e l’eleganza.

Il

, con vendemmia ritardata per i tanti mesi di pioggia, rapisce per la

2019

, che attira per il suo color rubino intenso, si perde nel bouquet di frutti

maturi e nella delicata speziatura. Ed ecco il principe indiscusso: il Brunello. La verticale è attesa con interesse e riguarda annate con problematiche metereologiche contrastanti che hanno richiesto il lavoro continuo e senza tregua di vignaioli e cantinieri. I 36 mesi di legno forgiano tutte le annate donando note piene e caratteristiche.

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2014

Prima annata in degustazione la che ha impegnato per le lunghe piogge. Accanto a profumi delicati di fragole e di varietà floreali, il gusto si riempie di freschezza ma anche di un tannino da comprendere.

2015

2016

La , come la , sono annate che spiegano il Brunello: frutta matura, fiori freschi, sensazioni vegetali, speziatura delicata, con note di grafite nella 2016. Un insieme di aromi evocanti una malinconica serenità.

Per ultimo il Mercatale Riserva, frutto di una porzione di vigna. Nome particolare, riferentesi

2015 2016

a una piccola zona dove viveva il mercato. Due annate: e , con maturazione in un’unica botte per 55 mesi. Il calice è un insieme di cacao, affumicatura e speziatura. In bocca freschezza agrumata e calda e infinita persistenza. E ancora con la lunga presenza della miscellanea gustativa che andiamo a concludere questo viaggio caleidoscopico di mille immagini assemblate in un dipinto meraviglioso fatto di chiari e scuri, di colori accecanti e di pastelli melanconici che sono la Val d’Orcia, con i vini di questi colli che contribuiscono a rendere il mito ed il fascino di questa terra ineguagliabili.

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BLEND CUSTOZA: MEZZO SECOLO

BLEND CUSTOZA: MEZZO SECOLO G i u l i a 66

D i

G i o v a n n i


“Custoza è terra del vino ma anche di suggestioni paesaggistiche, di storia e di beni culturali tutti da scoprire. È una terra straordinaria, percorsa dalla storia, vicina a grandi ed eleganti città ma incastonata in un quadro bucolico ricco di autenticità e amore per la tradizione. Il vino è da sempre l’espressione del suo carattere.” CONSORZIO TUTELA VINO CUSTOZA DOC

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BLEND CUSTOZA: MEZZO SECOLO

“The Art of Blending”. Così si presenta il Consorzio della Denominazione Custoza, presieduto da Roberta Bricolo, nell’anniversario dei suoi 50 anni. Nel 1972 nasce la Doc nello storico comune di Sommacampagna, famosa per le battaglie svolte durante le guerre del Risorgimento italiano; antica stazione di guardia risalente al XIII secolo fungeva da vedetta nelle guerre fratricide tra veronesi e mantovani. La denominazione si estende tra i comuni di Sommacampagna, Villafranca di Verona, Valeggio sul Mincio, Sona, Bussolengo, Lazise, Pastrengo, Peschiera del Garda e Castelnuovo del Garda. Il territorio comprende circa 1400 ettari vitati, più di 500 produttori e 70 aziende (tra cui alcune cooperative) per un totale di 12 milioni di bottiglie prodotte ogni anno. Nel panorama mondiale questi vini sono molto conosciuti e apprezzati in Germania, principale Paese d’esportazione. Da evidenziare anche il mercato giapponese che negli ultimi anni sembra gradire gli antichi blend di Custoza, più secchi e sapidi, rispetto alle tradizionali amabili bevande orientali. Pezzi di storia e tradizioni, questi vini hanno un passato arcaico e poco noto. 68


Le origini sono fortemente legate al terroir, caratterizzato da un anfiteatro morenico il cui suolo, costituito da materiale roccioso, sali minerali e una notevole composizione calcarea, dona alle uve destinate al blend importanti sapidità e mineralità. Il microclima deve la sua unicità agli influssi del lago di Garda (sponda sud-est) che permette la termoregolazione e la ventilazione, tutelando il sito dagli inconvenienti del riscaldamento globale. I vigneti sono soggetti a rilevanti escursioni termiche dovute alla vicinanza delle montagne innevate, in particolare del monte Baldo di 2000 metri di altitudine. Le temperature medie annuali di circa 15°C e quelle invernali, di 4-5°C maggiori rispetto alle zone limitrofe, permettono inoltre la coltivazione di agrumi come arance e limoni o palme e bougainville solitamente inadatte a quelle aree. La fascia del 45° parallelo e le pendenze collinari tra il 5-9% accentuano la particolare vocazione alla produzione di vini bianchi leggermente aromatici. Le piogge sono distribuite prettamente nei periodi autunnali e primaverili. Custoza, conscia del patrimonio enologico che la identifica, sostiene tecniche e metodi di coltivazione biologica ed ecosostenibile; è promotrice della lotta a diserbanti e agenti chimici con attenzione e cura, proprie dei tempi che corrono, nell’agricoltura d’eccellenza. Il disciplinare prevede l’uso esclusivo di uve a bacca bianca da vitigni autoctoni tra cui i principali Garganega, Trebbianello (biotipo locale del Tocai Friulano) e Bianca Fernanda (clone locale del Cortese). È consentito l’utilizzo di queste uve in blend per un minimo del 70% in cui il singolo vitigno non può superare il 45%. Negli uvaggi sono ammessi in percentuali minori vitigni complementari quali Malvasia, Riesling e Manzoni Bianco, vinificati quasi esclusivamente in acciaio. La forza di questi vini risiede proprio nell’armonizzazione dei tagli sapientemente plasmati, soprattutto nelle annate più difficili o di maggiore complessità. Blend estremamente tecnici, sia in vigna per la differenziazione della maturazione che in cantina negli affinamenti; l’uva più precoce è il Trebbianello, raccolto a fine Settembre, la più tardiva è la Garganega pronta generalmente verso fine Ottobre. I bianchi di Custoza mostrano un profilo variegato, dai profumi delicati floreali e fruttati della Garganega ai sentori leggermente aromatici del Cortese, passando per la struttura e il carattere del Trebbiano. Di raffinata freschezza e sapidità risultano versatili negli abbinamenti e di buona bevibilità. Vivaci e piacevoli in gioventù sono capaci di stupire nel tempo, affascinando dopo l’affinamento. Bianchi adatti ad ogni occasione, da aperitivo o tutto pasto, leggeri, garbati, morbidi, acuti, gentili, insomma, ben fatti. Entrando ora nel vivo, nel vino, nel bicchiere... Dodici le bottiglie e le cantine in degustazione nella sala Belle Arti, partendo dall’annata 2021 per finire a ritroso fino alla 2011. 69


I VINI

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GORGO Via Gorgo, 19 37066 Custoza VR Tel + 39 045516063 www.cantinagorgo.com

CANTINA DI CUSTOZA Via Staffalo, 1 37066 Sommacampagna VR Tel +39 045516200 www.cantinadicustoza.it info@cantinadicustoza.it

MENEGOTTI Località Acquaroli, 7 37069 Villafranca VR Tel +39 0457902611 www.menegotticantina.com info@menegotticantina.com

Custoza Val dei Molini 2021 Tocai Friulano, Garganega, Trebbiano Toscano, Cortese e Chardonnay - Gr. 12,5% Si presenta giallo-verdolino, al naso note floreali e minerali seguite da più nitidi sentori di frutta a polpa bianca, pera e pesca; camomilla. Sapidità e succosità connesse nei toni fruttati, persistenza salina, finale di frutta secca.

Custoza 2020 Fernanda 45%, Garganega 40%, Trebbiano 10%, Tocai Friulano 5% - Gr. 12,5% Paglierino con riflessi verdolini, di spiccata mineralità, al naso giunge poi la frutta matura e succosa, infine frutta secca. Sorso pieno, ricco, rotondo; la freschezza si sacrifica in onore dell’equilibrio. Morbidezza e sapidità convogliano nell’armonia della persistenza, lunga nel finale.

Custoza Superiore Summa 2020 - Biologico Garganega, Bianca Fernanda, Trebbiano, a.v. - Gr. 13% Color giallo paglierino con riflessi oro-verde. Profumi intensi di macchia mediterranea, zagara, gelsomino e lime; rosa antica e frutta secca. Naso articolato e complesso. Molto piacevole al palato, lieve percezione di residuo zuccherino e aromaticità ricordano le uve Riesling e Malvasia con note sapide nel finale, articolato e ampio con buone capacità di affinamento.

CANTINA CASTELNUOVO DEL GARDA Via Palazzina, 2 37014 Castelnuovo del Garda VR Tel +39 0459816205 www.cantinacastelnuovo.com info@vitevis.com

ALBINO PIONA Loc. Casa Palazzina di Prabiano, 2 37069 Villafranca di Verona VR Tel +39 045516055 www.albinopiona.it info@albinopiona.it

CANTINA VILLA MEDICI Via Campagnol, 9 37066 Sommacampagna VR Tel +39 045515147 www.cantinavillamedici.it info@cantinavillamedici.it

Custoza Ca’ Vegar 2020 Garganega, Trebbiano Toscano, Trebbianello e Cortese - Gr. 12,5% Mostra un colore giallo-verdolino. All’olfatto come al gusto evidenti cenni minerali, agrumi ed erbe aromatiche; accenni mentolati in profondità. Fresco, sapido e minerale nella persistenza; austero, dal finale leggermente ammandorlato.

Custoza 2020 Garganega 30%, Trebbiano 30%, Trebbianello 15%, Bianca Fernanda 15%, Riesling, Pinot Bianco, Incrocio Manzoni 10% - Gr. 12,5% Alla vista appare giallo-verdolino. Olfatto intenso di frutta a polpa bianca e agrumi, pera e pompelmo; in chiusura salvia, timo e un leggero sentore fumé. In bocca minerale e delicato, tende più al secco che al fresco. Sapidità e persistenza buone.

Custoza Superiore 2020 Cortese 30%, Trebbianello 10%, Garganega - Gr. 13% Giallo paglierino con riflessi oro. All’olfatto dominanti note floreali, percezioni di dolcezza, pera, albicocca e pesca matura quasi sciroppata; erbe aromatiche e profumi minerali in seguito. Al gusto ottimo equilibrio tra sapidità e morbidezza perfettamente integrate. Finale piacevolmente ammandorlato, ricorda il profilo aromatico dei profumi.


TAMBURINO SARDO Strada del Tamburino Sardo, 11 37066 Sommacampagna VR Tel +39 045516190 www.tamburinosardo.it info@aziendaagricolatamburinosardo.it Custoza Superiore La Guglia 2020 Trebbiano, Garganega, Malvasia, Cortese, Incrocio Manzoni - Gr. 13,5% Paglierino-verdolino tendente all’oro. Sensazioni minerali, sentori delicati floreali e fruttati, sul fondo nitide note di zafferano. All’assaggio morbidezza e corposità in armonia, freschezza spiccata. Molto persistente.

MONTE DEL FRA’ Strada Custoza, 35 37066 Sommacampagna VR Tel +39 045510490 www.montedelfra.it info@montedelfra.it Custoza Superiore Ca’ del Magro 2020 Garganega, Trebbiano Toscano, Cortese, lncrocio Manzoni - Gr. 13% Color giallo paglierino intenso con nuance dorate. Grande profondità olfattiva; profumi floreali, camomilla, petali bianchi e acqua di rose. Frutta matura, mela Golden, lychees, pera, albicocca, pesca gialla, mango; erbe aromatiche e spezie, zafferano e senape. Minerale, asciutto e sapido in bocca. Buona persistenza.

IL PIGNETTO Località Pignetto, 108 37066 Bussolengo VR Tel +39 0457151232 www.cantinailpignetto.com Custoza 2018 Garganega, Trebbiano Toscano, Tocai Friulano, Cortese - Gr. 12,5% Si presenta color giallo paglierino tenue. Profumi intensi ed eleganti, sensazioni fruttate con note floreali, frutta secca ed erbe aromatiche. Gusto sapido e asciutto, leggermente aromatico con finale piacevolmente amarognolo. Sufficientemente persistente.

CAVALCHINA Via Sommacampagna, 7 37066 Sommacampagna VR Tel +39 045516002 www.tenutedifamiglia.com info@cavalchina.com Custoza Superiore Amedeo 2015 Garganega, Fernanda, Trebbianello, Trebbiano Toscano - Gr. 12,5% Color giallo paglierino con riflessi dorati, brillante. Naso ampio e profondo con profumi freschi floreali e fruttati, fiori gialli, agrumi e frutta esotica. Minerale e speziato, sensazioni di zafferano e idrocarburi, lievi note ossidative che arricchiscono il bouquet. Gustoso, denso, equilibrato e molto lungo.

CANTINA RONCA Via Val di Sona, 7 37066 Sommacampagna VR Tel +39 0458961641 www.cantinaronca.it info@cantinaronca.it

LE VIGNE DI SAN PIETRO Via di San Pietro, 23 37066 Sommacampagna VR Tel +39 045510016 www.levignedisanpietro.it info@levignedisanpietro.it

Custoza Superiore Ulderico 2017 Garganega, Trebbiano Toscano, Tocai Friulano, Riesling - Gr. 12,5% Oro brillante e luminoso lascia percepire profumi ampi e intensi, zafferano, zenzero candito, crema di nocciola e caramella all’orzo; erbe aromatiche, mela cotogna e polpa matura. Palato sapido nella persistenza, di buona struttura, la spiccata freschezza introduce l’armonia.

Custoza 2011 Garganega 45%, Trebbianello 10%, Trebbiano 30%, Cortese, Manzoni Bianco - Gr. 12,5% Luminoso, oro intenso e brillante. Profumi ampi e profondi, sentori terziari propri dell’affinamento, crema di nocciola, caffè, cappuccino, umami; speziature distinte, zafferano, orzo, fungo e sottobosco. La straordinaria freschezza dona longevità e armonia, finale piacevolmente sapido.

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VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO PIEVE

VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO PIEVE L o r e n z o

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C o s t a n t i n i


Nell’area della prima Docg d’Italia il nuovo progetto della menzione aggiuntiva Pieve con l’individuazione di dodici zone definite nel disciplinare di produzione Unità Geografiche Aggiunte UGA. Il frutto di tale progetto si concretizzerà con la messa in commercio delle prime bottiglie nel 2024. Abbiamo avuto il piacere di ficcare il naso in 12 campioni di botte rappresentanti le singole pievi, un’occasione unica per un percorso di studio all’interno di questa novità.

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VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO PIEVE

Il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ha di recente intrapreso un percorso di riscoperta e riappropriazione delle origini della vitivinicoltura in quella che è l’area della prima Docg d’Italia, e contemporaneamente si è speso per indirizzare il futuro della denominazione. Il progetto è quello di mettere a punto un Vino Nobile di Montepulciano con la menzione aggiuntiva “Pieve”, che si aggiunge ai celebri Vino Nobile di Montepulciano e Vino Nobile di Montepulciano Riserva; un’iniziativa che nasce da un’attenta analisi della denominazione e che ha visto la partecipazione di tutte le aziende produttrici. Da una parte si è dato vita ad una raffinata indagine geologica e pedologica dell’area, con l’obiettivo di una zonazione approfondita, mentre dall’altra si è proceduto con lo studio degli archivi storici, fino ad arrivare al Catasto Leopoldino del 1800. Un percorso che ha portato all’individuazione di 12 zone, e di riflesso a 12 potenziali personalità di Vino Nobile, definite nel disciplinare di produzione UGA (Unità Geografiche aggiunte) e che in etichetta saranno posposte alla menzione “Pieve”. La scelta di utilizzare tali toponimi territoriali, riferibili a quelli delle antiche pievi in cui era suddiviso il territorio già dall’epoca tardo romana e longobarda, vuole ribadire le profonde radici storiche della denominazione e tramite esse darle nuova linfa. Il frutto di tale progetto, fisicamente iniziato con la vendemmia 2020, e considerati i 36 mesi di lavorazione previsti dal disciplinare, si concretizzerà con la messa in commercio delle prime bottiglie nel 2024.

IL DISCIPLINARE • Vigneti di almeno 15 anni • Resa massima di 70 quintali per ettaro di coltura specializzata e 2,5 kg di produzione massima per ceppo • Sangiovese minimo 85%; sono ammesse integrazioni di Mammolo, Ciliegiolo, Canaiolo e Colorino (quest’ultimo per un massimo del 5%) • Maturazione e affinamento: sono previsti 36 mesi totali, di cui almeno 12 in legno e 12 di vetro

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I VINI Abbiamo avuto il piacere di “ficcare il naso” in 12 campioni (di botte) rappresentanti le singole pievi, all’oscuro dei produttori coinvolti. Un’occasione più unica che rara, un percorso di studio all’interno di questa nuova denominazione, per constatare la notevole eterogeneità caratteriale dei vini in batteria e il valore potenziale del progetto.

Vino nobile di Montepulciano Pieve ARGIANO 2020 Rubino pieno. Una nota alcolica veicola ciliegie in confettura, visciole, liquirizia, spezie e una suggestione minerale ferrosa. Al palato si presenta fresco, con tannini decisi e poco incline a languidezze. Vino nobile di Montepulciano Pieve CERVOGNANO 2020 Colore rubino, con una giovanile sfumatura purpurea. Naso più “dolce” e ammiccante del Pieve Argiano, evoca frutti di bosco, un tocco speziato di chiodi di garofano, infuso all’ibisco e vaniglia. Bocca compatta, fresca e mossa da tannini gentili.

Vino nobile di Montepulciano Pieve VALIANO 2020 Tonalità a metà fra il rubino e il porpora. Naso fruttato, floreale, schietto, quasi vinoso. Dischiude fragranze di melagrana, gelatina all’anguria, ciliegie, un tocco di caramella alla viola. In bocca mantiene una certa “informalità” ma vanta notevoli grazia, corpo e personalità.

Vino nobile di Montepulciano Pieve BADIA 2020 Si ritorna alla nuance porpora. Un colore che ritroviamo anche nei descrittori di viola, succo di mirtilli e ciliegie croccanti; un tocco vinoso a chiudere. Bocca per certi aspetti simile al Valiano: fresca, “dolce”, ammiccante, ma con un tannino che si fa sentire.

Vino nobile di Montepulciano Pieve GRACCIANO 2020 Rubino. Si intercettano timide note di ciliegie in confettura, sottobosco, cenere e viola essiccata. Il sorso propone un tannino tra i più rilevanti della batteria e un profilo tosto, meno orientato sul garbo fruttato-floreale dei vini precedenti.

Vino nobile di Montepulciano Pieve ASCIANELLO 2020 Purpureo, di modica concentrazione cromatica. È in una fase di ritrosia aromatica ma si scorge un certo carisma; al momento frutti di rovo, china, una certa mineralità e pot-pourri. La bocca conferma una personalità decisa, fatta di sapidità minerale, corpo e tannini compatti.

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I VINI

Vino nobile di Montepulciano Pieve CAGGIOLE 2020 Tenue veste porpora. Sciorina calde sensazioni di visciole sotto spirito, liquirizia, echi floreali e china. Impatto gustativo caldo, sapido e goloso, con tannini decisi ma ben integrati all’intelaiatura del vino. Vino nobile di Montepulciano Pieve LE GRAZIE 2020 Una veste cardinalizia, più concentrata dei vini precedenti. È uno dei campioni più intriganti anche all’olfatto, con le sue fragranze di ciliegie, succo di mirtilli, eucalipto, legno di cedro e cioccolato fondente. Sorso pieno, compatto, ma non privo di slancio acido e ritmo sapido.

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Vino nobile di Montepulciano Pieve CERLIANA 2020 Ancora una mise purpurea. Sprigiona note floreali in primo piano, poi un cesto di frutti di rovo scottati dal sole, liquirizia e suggestioni minerali di grafite. All’assaggio ricorda la solidità e la compattezza del Le Grazie, ma c’è più calore e un’eco ammandorlata.

Vino nobile di Montepulciano Pieve SANT’ALBINO 2020 Tre il rubino e il porpora. Si presenta con una personalità balsamica e fruttata, alle quali abbina idee di rapa rossa, vaniglia e chiodi di garofano. Non lesina all’assaggio corpo, compattezza e slancio fresco-sapido; il tannino è ben presente ma non compromette l’equilibrio.

Vino nobile di Montepulciano Pieve SAN BIAGIO 2020 Rubino. Ha un dna “mediterraneo”, giocato su erbe aromatiche, melagrana, ginepro, resina, rosa e violetta. Al palato è scorrevole, elegante, perfettamente equilibrato e con tannini già quasi risolti. Bella chiosa sapidominerale.

Vino nobile di Montepulciano Pieve VALARDEGNA 2020 Si torna su un abito purpureo. Giovanile e “croccante” anche la sequenza aromatica, rappresentata da rosa, viola, amarena, rabarbaro, resina di cipresso e tabacco da fiuto. Gusto che vede convivere potenza, amalgama tra gli elementi e carisma minerale. Finale tra i più lunghi.


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BOROLI, INVESTIRE SULLA NATURA

BOROLI, INVESTIRE SULLA NATURA S t e s y

R u g g i e r i

Quando le Langhe chiamano, non si può non ascoltarle. Così ha fatto la famiglia Boroli, che ha puntato tutto su queste splendide terre. All'Hotel Cavalieri, un venerdì di fine aprile, si è tenuta una degustazione dei loro vini, oltre ai Barolo in batteria, anche lo Chardonnay.

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BOROLI, INVESTIRE SULLA NATURA

Le Langhe sono un caleidoscopio naturale, quando si decide di met-

Nel 2000 entra a far parte dell'azienda il figlio Achille e da

tervi l'occhio si è consapevoli di vedere colori, forme, esposizioni,

quel momento ci sono diversi cambi di repertorio, ma il più

climi e terre diverse, si assiste ad uno spettacolo carico di sfumature

importante si verifica nel 2012, quando egli decide che non può

e sfaccettature dissimili tra loro seppur distanti pochi metri. Un ter-

andare avanti con due cascine, e si risolve a impiegare tutte le

ritorio geologicamente pieno di diversità: le epoche hanno tracciato

sue energie solo sulla cascina del Barolo. Una scelta rischiosa,

nel tempo confini, strati, placche di terra, livelli di argilla, di sabbie,

raccontata da lui con fierezza e passione, con un magnetismo a

che raccontano quello che ha contribuito a disegnare questo luo-

cui i presenti non sono riusciti a sottrarsi. Una passione, la sua,

go baciato dalla fortuna. Il Piemonte

che si intuisce sin dal principio.

è costellato da molteplici identità. La famiglia Boroli lo sa bene e nel 1996

Tre sono le vigne in cui l'azienda

decide di intraprendere questo nuovo

Boroli produce i suoi vini d'eccellen-

percorso imprenditoriale, puntando

za: Villero, una delle più importan-

tutto sulle Langhe.

ti a Castiglione con la sua ottimale esposizione a est e un suolo ricco di

A presentare l'azienda ai fortunati pre-

marna blu e argilla; Cerequio, defi-

senti alla degustazione è Achille, unico

nita l'isola felice, dove quando gela o

dei tre figli che ha deciso di dedicarsi

piove è come se tutto fosse addolcito,

totalmente a questa nuova avventura

più tenue, il clima si approccia con

e di lasciarsi cullare dalla sinfonia del

fare e modi gentili, a un terreno cari-

vino e del Barolo. A fargli da spalla, un

co di antichità. E infine la loro vigna

piemontese trapiantato a Roma che non poteva proprio mancare.

Brunella raccontata con grande orgoglio, il loro monopolio espo-

Stiamo parlando di Massimo Billetto, Sommelier e docente della

sto a sud-est con un terreno calcareo, argilloso e venature di sabbia.

Fondazione Italiana Sommelier, che con la sua voce fiera e attenta

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ha ascoltato i vini di Achille e li ha tradotti ed interpretati ai pre-

Molti sono i produttori che decidono di lavorare con il vino

senti con la sua naturale chiave di lettura.

senza avere alle spalle una famiglia di vignaioli, e in tanti sono

Imprenditori dal 1600, i Boroli sono passati dal tessile all'editoria,

giustamente costretti a fare affidamento a consulenti o enologi

ma solo alla fine degli anni Novanta hanno deciso di investire

che, come si sa, tessono le loro trame e cuciono un vino che

sulla natura. Il Piemonte, le Langhe, sono stati per loro come un

inevitabilmente racconta prima di tutto loro stessi. Consapevole

richiamo, una voce a cui è stato davvero difficile sottrarsi.

di ciò e con le spalle più dritte e sicure, Achille decide di fare sì

Ma dove incanalare questo flusso? Sul riso o sul vino?

che il suo vino sia prima di tutto equilibrato, elegante, un vino

Ebbene, per prima cosa hanno mosso i loro primi passi nelle risaie,

dove il legno faccia da sostenitore e non da protagonista.

ma dopo aver fatto questo tentativo hanno capito che era la vigna

Riduce le gemme lasciandone solo 4 a pianta, sicché tutto si

quella da ascoltare. E quando si decide qual è la via da seguire, in-

concentri in quei grappoli; le concimazioni vengono fatte con

cominciano naturalmente, di riflesso, a concatenarsi gli incontri e i

fiori di senape tra un filare e l'altro, sperimenta trattamenti di

legami fortuiti che portano a raggiungere l'obiettivo, come fortunati

alghe sulle foglie, per rendere queste ultime più forti in caso

per loro sono stati la conoscenza con Carlo Petrini di Slow Food, e

di sofferenza idrica. Decide inoltre di dividere questi piccoli

l'acquisto di due cascine, una a Castiglione Falletto e una ad Alba.

fazzoletti di terra, queste vigne, in ulteriori cubi, per prendere


il meglio dalla diversità nella diversità. Vinificazioni, macerazioni, affinamento e invecchiamento vengono svolti separatamente, per arrivare alla quadratura perfetta. Tutto ciò è un rischio, lui lo sa, ma sappiamo che l'unicità, la perfezione, partono tutte da una sfida, da una linea che inizialmente è indefinita e poco chiara. Achille è un interprete degno di questi bivi e azzardi della vita. Nel mezzo della degustazione si alza una voce, una signora che dice una cosa che potrebbe essere uno spunto di riflessione sull'effetto che il vino ha sugli animi di chi si ritrova ad assaggiarlo, ad ascoltarlo; dice riferendosi allo Chardonnay Bel Amì : “Achille, assaggiando questo vino, non so perché, è stato un po' come essere a casa sua. Chiudo gli occhi e sento di essere in quella vigna. Starò forse delirando?” Allora ci si domanda se è davvero possibile chiudere gli occhi ed essere inspiegabilmente catapultati in una terra lontana. Suggestione? Chi può dirlo. Lo sappiamo, a volte accade anche questo, ed è inutile addentrarsi troppo e cercarne la ragione perché certe volte il vino questo fa, ti porta dove non sei.

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La degustazione | Boroli Langhe Chardonnay Bel Amì 2020 Bianco Doc - Gr 13,5% Il vino dedicato al poema preferito della madre di Achille. Un bel paglia brillante con sfumature che virano sul verdolino. Un naso fresco, un accenno agli agrumi, al bergamotto e poi piccoli fiori d'arancio lievemente sussurrati. Un naso che continua a essere coerente con il territorio, regalando una mineralità quasi salina. Al gusto, la morbidezza e la sapidità creano una danza simbiotica, si sostengono entrambe. La perfetta descrizione degli equilibri.

Langhe Nebbiolo 1661 2020 Rosso Doc - Gr. 14% Al primo sguardo un bel rosso rubino, vivace, gioioso e quasi trasparente. Prosegue al naso con allegria, dei bei frutti rossi, una viola fresca e una lieve nota balsamica sul finale con un ricordo di menta. In bocca è fresco, fragrante, il tannino è un'accennata carezza. Chiude con una bella sapidità, un vino da merenda piemontese, di gioia, di chiacchiere e compagnia.

Barolo Classico 2017 Rosso Docg - Gr. 13,5% Al colore un rosso rubino con una elegante trasparenza. Un naso che si dimostra inizialmente austero, le radici, l'hummus, la terra bagnata la fanno da padrona. Al secondo ascolto, una delicata scorza d'arancia e in fondo la china. Al sorso appare garbato, fresco, torna la radice, la terra, la liquirizia. E' un vino lungo e persistente, austero ma al contempo snello.

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Barolo Cerequio 2017 Rosso Docg - Gr. 14% Cerequio definita anche la “riviera delle Langhe”. Al naso salgono profumi suadenti, ammalia con fascino, si sentono dei frutti del sottobosco, il melograno, una viola essiccata che ti abbraccia, e poi una leggera speziatura. Al sorso si assapora il territorio tutto, le sabbie di Cerequio. Un tannino delicato, setoso ed elegante. Il sale chiude il sorso che stenta a farsi dimenticare.

Barolo Villero 2017 Rosso Docg - Gr. 14% Un bel rubino quasi trasparente con un lieve riflesso granato. Un naso intenso, vibrante e vivo. Emerge la terra, quest'ultima gli conferisce un profilo netto e deciso. Al sorso è pungente, spigoloso e austero, note che si addolciscono sul finale dimostrando equilibrio. Il suo è un tannino oltremodo interessante e gestito sapientemente. Elegante e con un ricordo di arancia e di erbe aromatiche sul finale.

Barolo Brunella 2017 Rosso Docg - Gr. 14% Brunella, la loro vigna di proprietà esclusiva di famiglia. Un profumo terragno, quasi piccante, torna la viola, i piccoli frutti rossi. In bocca è esplosivo, estremamente fresco e con un tannino morbidissimo. Un frutto dolce e succoso che si appoggia su un filo di sale dritto che gli fa da sostegno, regalando al sorso un magistrale equilibrio. Questo vino è la perfetta sintesi dei due precedenti assaggiati.

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IL VINO PIÙ BELLO DEL MONDO

IL VINO PIÙ BELLO DEL MONDO V i t t o r i a

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B e n e d e t t i


La Doc Orcia nasce il 14 febbraio del 2000, nel giorno di San Valentino. Un vero e proprio progetto d’amore, che ha come scopo la produzione di un vino “artigianale” e il suo stretto rapporto con il territorio in tutte le sue forme.

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IL VINO PIÙ BELLO DEL MONDO

Nella cornice dell’hotel Rome Cavalieri, sede centrale della Fondazione Italiana Sommelier, si è svolta la manifestazione che ha visto protagonista “Il vino più bello del mondo”. È proprio così che la Pesidente del Consorzio del Vino Orcia, Donatella Cinelli Colombini, ha descritto quello che da ormai 22 anni è il prodotto ottenuto dal lavoro costante di vignaioli appassionati, fondatori dello stesso. La regione di produzione del vino d'Orcia è di fatto il primo territorio rurale ad essere inserito nel 2004 dall’Unesco nel Patrimonio dell’Umanità. Sarà per il paesaggio estremamente variegato, che va dalle dolci colline incorniciate da cipressi e piante d’olivo secolari, alle lunghe distese di campi coltivati a cereali e vigne; o forse per le campagne verdi che di tanto in tanto lasciano spazio ai piccoli comuni ricchi di storia, ai castelli e alle abbazie. Sta di fatto che questa piccola realtà vinicola che si trova in una delle regioni più produttive d’Italia, non ha nulla da invidiare ai due titani che l’affiancano: Montalcino e Montepulciano. La Doc Orcia nasce il 14 febbraio del 2000, il giorno di San Valentino. Un vero e proprio progetto d’amore, che ha come scopo principale la produzione di un vino “artigianale” e lo stretto rapporto che ha questo con il territorio in tutte le sue forme, a partire dalla tradizione enogastronomica fino ad arrivare alle profonde radici storiche affondate nella via francigena che attraversa il consorzio. Proprio questo è fil rouge che lega indissolubilmente i produttori dei 12 comuni che ne fanno parte: Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Quirico d’Orcia Trequanda e parte dei comuni di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena. Il Consorzio svolge anche un’intensa attività culturale, che ogni anno ad aprile culmina nel “Orcia Wine Festival” manifestazione che ha lo scopo di avvicinare turisti e appassionati al vino e al territorio che lo produce. Protagonista indiscusso è il Sangiovese, presente almeno per il 60% nell’Orcia Doc e Orcia Doc Riserva e il 90% per Orcia Sangiovese Doc e Orcia Sangiovese Riserva. Abbiamo quindi iniziato, accompagnati dalla docente Daniela Scrobogna, il nostro viaggio sensoriale alla scoperta di questa terra stupenda. 86


La Degustazione | Val d'Orcia Il Fattore 2018 Azienda Agricola Bagnaia San Quirico d’Orcia 100% Petit Verdot - 13,5% L'azienda nasce dal sogno dei coniugi Fiorella e Luigi Olivieri che, nei primi anni Ottanta, sentendo il desiderio di tornare alle loro origini e al contatto con la terra decidono di acquistare un vecchio podere abbandonato e trasformarlo in quella che oggi è la loro cantina. Il vino in degustazione parte da una raccolta manuale e selezionata in vigna, arriva in cantina dove svolge la fermentazione in vasche di acciaio e termina il suo percorso prima con una maturazione in botti di rovere francese e poi con l'affinamento in bottiglia. Nel calice brilla di un rosso rubino con riflessi porpora. Al naso sorprendono avvolgenti note fruttate, principalmente frutti a bacca piccola: ribes e frutti di bosco. Seguono decise note balsamiche ed erbacee tipiche della macchia mediterranea e un inaspettato finale speziato che viaggia sulle sensazioni del tabacco e della liquirizia. Di buona intensità e complessità. Al palato, buona freschezza e sapidità, un tannino molto composto, nobile e ben domato dalle morbidezze del vino. Corpo pieno e ottimo finale di buona persistenza.

Orcia Sangiovese Il Tocco Ris. 2018 Cantina Campotondo

Orcia Sangiovese Frasi Riserva 2019 Marco Capitoni

Campiglia d’Orcia 90% Sangiovese, 10% Colorino - 15%

Pienza 90% Sangiovese, Colorino e Canaiolo - 14%

La storia della cantina Campotondo prende vita dal legame della famiglia Salviucci con il loro territorio. Quando nel 2000 decisero di iniziare questo progetto, a Campiglia d’Orcia non c’erano aziende dedicate alla produzione del vino, ma solamente una tradizione vitivinicola di contadini. In vigna, non solo filari di Sangiovese ma anche Chardonnay, Colorino e Merlot, principalmente coltivati ad alberello che accolgono turisti e appassionati nelle diverse visite guidate e degustazioni in azienda. Il Tocco, vino in degustazione, viene lanciato per la prima volta nel 2007, dopo una fase di criomacerazione e una fermentazione in vasche di accaio. Prodotto solo nelle annate migliori, dopo 24 mesi in botti piccole e tonneau e 6 mesi di affinamento in bottiglia, esce sul mercato. Nel bicchiere il colore è granato, trasparente. Al naso mineralità esplosiva, poi arrivano la grafite, la speziatura, il pepe nero e un inaspettato finale agrumato. Intenso, fresco e minerale il sorso, buona sapidità e tannino giovane ed esuberante. Finale persistente.

L'azienda Capitoni vanta una tradizione di più di 50 anni. Non solo vigne ma anche cereali, ulivi e boschi e proprio grazie a questa pluricoltura si crea l’ambiente perfetto per un’armonica convivenza di tante specie diverse di insetti, in un ottimale situazione. Frasi è un vino diverso in ogni annata, cosi come in ogni annata è diversa l’etichetta che aggiunge una nuova frase alla sua descrizione. Il vino nel calice si presenta rosso granato e compatto. Al naso è intenso, complesso ma anche delicato. Si colgono sfumature di sottobosco, humus e foglie bagnate. Poi arrivano le note balsamiche e di speziatura dolce, vaniglia e cannella, e la frutta rossa, le more e le visciole. In bocca l’ingresso è pieno, quasi totalmente poggiato sulla freschezza e sulla sapidità e proseguendo l’assaggio ritroviamo i sentori balsamici e speziati del naso. Il tannino è posato ed elegante, ancora giovane ma con il tempo porterà in totale equilibrio morbidezze e durezze. Il risultato è intenso e persistente.

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La Degustazione | Val d'Orcia Orcia Cenerentola 2018 Donatella Cinelli Colombini Fattoria del Colle Trequanda 70% Sangiovese, 30% Foglia Tonda 14,5% “Cenerentola” proprio come nella favola dei fratelli Grimm, è la storia di un vino che parla di sfide, di ambizione e di amore. Solo che in questo caso non c’è nessun principe da conquistare, ma soltanto la corsa alla rivalsa di una piccola DOC che, nonostante le due sorelle maggiori, ha voglia di farsi notare. Così come nelle migliori favole grazie ad un pizzico di magia e alla giusta Fata Madrina, in questo caso Donatella Cinelli Colombini, iniziò una lunga storia d’amore fra il ricco e famoso principe della Toscana “il Sangiovese” e il meno conosciuto e difficile “Foglia tonda”, vitigno autoctono della stessa regione ma abbandonato ormai da anni. Il risultato è un vino potente ma elegante, unico e dal DNA 100% toscano. Inizialmente “Cenerentola” riposava per in barriques, le quali però vennero quasi subito sostituite da tonneaux, oggi affiancate da un uovo di cemento nudo che la aiuta ad arrivare in bottiglia in condizioni perfette. Nel calice è di un colore rosso rubino inten-

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so e brillante, con sfumature porpora e un accenno di granato verso l’unghia. Al naso offre un bouquet molto ampio che spazia dai profumi di viola, sentori di amarena e poi i profumi più scuri di pepe nero, sottobosco e decise note ematiche e ferrose nel finale. Il gusto è armonico ma prepotente, molto equilibrato con un corpo pieno. Il calore è ben domato dalla freschezza, i tannini sono evidenti ma promettono longevità. Tutte le componenti sono ben integrate fra loro e garantiscono una grande intensità, una buona bevibilità ed un finale molto persistente.

Orcia Sangiovese Sesterzo 2019 PoggioGrande Castiglione d’Orcia 100% Sangiovese 14,5% Dal 1999 l’azienda Poggio Grande è guidata da Luca Zamperini, che sceglie con cura ogni dettaglio: a partire dalla terra migliore fino ad arrivare ai metodi più sperimentativi in cantina. Per questo è proprio lui, insieme alla figlia Giulitta, ad occuparsi personalmente di seguire ogni fase del processo di produzione nel massimo rispetto dei frutti e del terreno.

“Sesterzo” nasce da un’attenta vendemmia manuale che seleziona solo le uve migliori di un singolo vigneto. La vinificazione avviene in vasche di acciaio a temperature controllate ad opera di lieviti indigeni, dopodiché passerà 24 mesi in tonneaux. Nel calice è di un granato aranciato trasparente. Al naso risaltano subito i sentori terziari. Apre la strada il corredo speziato, con cardamomo, chiodi di garofano e pepe bianco. Prosegue poi con sentori di tostatura, caffè e cioccolato. Arrivano sul finale i frutti di bosco, prugna e ciliegia. In bocca è succoso, pieno e corposo, un’ottima gestione dei tannini fitti ma mai invasivi. Buona freschezza e sapidità con un finale di bocca degno di nota.

Orcia Sangiovese Sasso di Sole 2019 Montalcino 100% Sangiovese 14,5% La famiglia Terzuoli si occupa di produzione di vino fin dal diciottesimo secolo e da allora si tramandano di generazione in generazione sapienza ed esperienza. Fondamentale per loro è lo sguardo al futuro, con nuove tecniche di produzione e lavorazione, senza mai però dimenticare il passato, quindi il rispetto della terra e dei vigneti,


più di 10 ettari coltivati solo a Sangiovese. Il vino in degustazione inizia il suo percorso con una lenta fermentazione ad opera di lieviti indigeni per poi svolgere la malo-lattica in vasche di acciaio inox. Riposa poi in botti grandi di rovere di Slavonia. Nel bicchiere è color granato mediamente trasparente. Al naso si presenta austero, molto intenso e complesso che esprime subito note di sottobosco e humus, un fondo vegetale, che ricorda le foglie bagnate, poi una mineralità che richiama la grafite e la cenere sicuramente figlia del territorio di appartenenza. In bocca è secco, caldo e moderatamente morbido, tannico, sapido con un finale speziato. Molto intenso e buona persistenza.

Orcia Sangiovese Biologico Aetos 2019 Tenuta Sanoner San Quirico d'Orcia 100% Sangiovese La Tenuta Sanoner, è tra le più giovani del consorzio e la sua filosofia recita “Ospiti della natura, assecondiamo i suoi ritmi, accogliamo i suoi frutti e li trasformiamo in un nettare che racconta il territorio.” Proprio questo è infatti alla base dei processi lavorativi, assecondare i ritmi della natura

limitando al massimo l’intervento umano nelle varie fasi di produzione dei loro vini biologici. “Aetos” è il nome di tutti i vini della cantina e in greco antico vuol dire “aquila”, la regina dei cieli, presente sia sulle etichette che nello stemma dell’azienda. Il vino in degustazione è ottenuto da uve Sangiovese 100% biologiche, svolge la fermentazione in tini di cemento francese e dopo la malo-lattica matura 12 mesi in botti di rovere, tonneaux e piccole botti. Si presenta nel bicchiere di un colore rubino brillante e trasparente. Intenso al naso con sentori floreali di viola, tipici del Sangiovese, frutti di bosco come lamponi e ribes. I sentori terziari arrivano nel finale con baccelli di vaniglia e cannella. In bocca risulta giovane e giovanile, se così possiamo dire, con un tannino morbido e una freschezza sorprendente frutto sicuramente dell’annata. Buona intensità, immediato e di pronta beva.

Orcia Bucaccio 2018 Vald'Orcia Terre Senesi Castiglione d’Orcia 80% Sangiovese, 20% Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot. L’azienda nasce nel 1998 quando 4 amici, tra cui Antonio e Gabriella gli attuali proprietari, con la passione per le terre senesi,

decisero di acquista alcuni ettari di uliveto tra la Val d’Orcia e il Monte Amiata per la produzione personale di olio biologico. Tutto cambia nel 2009 con l’acquisizione dell’azienda Scarabotti e con il successivo acquisto di altri ettari di terreno destinati alla coltivazione della vite (principalmente Sangiovese e Cabernet Sauvignon) e dei cereali, biologici anche questi. “Bucaccio” è frutto di una raccolta manuale e selezionata in vigna, una fermentazione in vasche di acciaio ed una maturazione di 6 mesi almeno in botti di rovere seguiti da ulteriori 6 in bottiglia. Nel calice è di un rosso rubino smagliante poco trasparente. Al naso, come se fosse la sua carta d’identità, possiamo leggere perfettamente le generalità del vino descritte dal complesso bagaglio olfattivo. Troviamo subito una bella mineralità, figlia del sottosuolo marino, la frutta rossa di bosco e le viole, concesse dall’inconfondibile Sangiovese ed infine i sentori speziati e balsamici, segno del suo passaggio, anche se breve, in botte. In bocca l’ingresso è pieno quasi masticabile, non c’è un carattere preponderante e persino il tannino, anche se a tratti esuberante, rimane al suo posto. È un vino secco, morbido con un corpo pieno ed equilibrato. La mineralità che si è presentata durante l’olfattiva è rimasta protagonista. Ottima intensità e lunga persistenza.

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VITA SALERNUM VITES SORSI E RACCONTI DI UNA TERRA ANTICA

VITA SALERNUM VITES

sorsi e racconti di una terra antica

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L'antica Poseidonia, Era, Atene, Nettuno e le sirene del Cilento; una terra fatta di mutevolezza di colori e leggende, di miti, di pietre e templi che raccontano quella che un tempo era la Magna Grecia. La provincia di Salerno è un gioiello fatto di storia, di genti e di vino.

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VITA SALERNUM VITES SORSI E RACCONTI DI UNA TERRA ANTICA

Ritorno al respiro. Si potrebbero introdurre così i banchi d'assaggio del

L'antica Poseidonia, che con i Romani prenderà il nome di

Consorzio Vita Salernum Vitae, tenutosi venerdì 6 maggio

Peastum, si trova più a sud dalla Costiera. Le pietre di questa

nella bella e luminosa sala delle Belle Arti all'Hotel Cavalieri:

terra raccontano un passato lontano: templi avvolti dal silenzio

sì, perché dopo anni in cui abbiamo quasi trattenuto il respiro

e apparentemente senza vita, se ascoltati con attenzione, parlano

per via delle restrizioni, delle mascherine, questa giornata è

di miti, di leggende e di coloni greci vissuti più di 2.500 anni

stata come tornare a prendere aria, come buttar giù un lungo

fa; in un tempo dove, questo popolo antico, onorava la natura,

respiro a lungo trattenuto. Finalmente un parlare libero; a

la potenza di quest'ultima, facendone mito. E chi ama il vino

raccontarsi ben 27 aziende. Voglia di scambi, voglia di sapere

sa che la natura è padrona, va ascoltata e rispettata per far sì che

e di parole sciolte, ma sopratutto voglia di scoprire i vini della

questa, regali il vino sperato.

splendida Costiera Amalfitana, di Peastum e del meraviglioso e selvaggio Cilento.

Ancora più a sud, il Cilento, colline e basse montagne sempre di natura calcarea, un paesaggio quasi carsico. Il parco del

La Costiera Amalfitana, ha una sua unica e fiera identità:

Cilento è un fermento di biodiversità: i corsi d'acqua, il verde,

terrazze calcaree, ripide e a volte impervie, regalano un

e la brezza marina che soffia dalle vicine acque tirreniche,

affaccio sul Golfo di Salerno da perdere il fiato. Si vorrebbe,

sono la fusione perfetta, da cui nascono vini dal riconoscibile

una volta approdati su questa terra, restare immobili, fermi,

tratto minerale e salino.

a contemplare con sguardo sereno, le meravigliose scogliere

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modellate dal mare. Le terrazze della Costiera fanno da

Voci che hanno voglia di raccontarsi nella sala delle Belle Arti:

teatro al lavoro eroico dei contadini, dei viticoltori, che

sono le parole e i racconti dei produttori e delle vignaiole,

con tenacia e coraggio raccolgono l'uva che cresce su delle

che insieme, nel corso del tempo, hanno tessuto una trama

vertiginose pendenze.

preziosa e antica, dando vita e corpo a vini unici.


Tanti gli incontri fra una pausa e l'altra, brevi intervalli necessari a far riposare le papille gustative; incontri come quello fatto con Loredana, dell'azienda Agricola Cerrella a San Cipriano Picentino. Un tempo, racconta, faceva la fisica con base fissa negli Stati Uniti, poi l'artista, ed ora, è una fiera viticoltrice di Aglianico; i suoi vini nascono in un luogo felice, incontaminato, circondato dai castagni, dagli ulivi e il mare a pochi passi. Loredana, racconta inoltre, di quanto un'altra produttrice come lei, abbia contribuito a rivalutare la sua zona, generando poi la fortuna di altre viticoltrici e di altri vignaioli: si riferisce a Silvia Imparato, che negli anni '80 portò la sua azienda e il suo territorio in giro per il mondo, forgiandosi dell'aiuto dell'enologo Sergio Cotarella. Passando davanti al banco d'assaggio dell'azienda Fasanella, si fa la conoscenza del Sindaco di Sant'Angelo in persona; proprio quest'ultimo insieme ad altri appassionati e viticoltori, nel novembre del 2003, decidono di metter su una cooperativa, facendo una scelta ben precisa: attingere solo dalle proprie uve, non acquistare da terzi, ma puntare tutto sul loro territorio, dando vita a vini con una precisa e forte personalità. Chiudiamo il giro di assaggi con un sorso diverso, “Il Puro”: fermentazioni spontanee, no chiarificazioni, no filtrazioni e nessun solfito aggiunto. Questa è la filosofia dei vini di Domenico Coppola. Un produttore giovane che ha deciso di seguire la scia dei vini artigianali, e non si può dire che non ci stia riuscendo.

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La degustazione | Vita Salernum Vites Aita

Eboli Teone 2019 Aglianico Abito rosso rubino, accennata unghia granato; naso avvolgente, intrigante sensazione di sottobosco, frutti rossi, mirtillo, visciola e prugna; violetta e rosa canina. Ancora sentori scuri, arancia amara e accenti di pepe nero. I tannini vellutati accompagnano il sorso in un finale piacevolmente sapido.

Albamarina

Centola Agriddi 2016 Aglianico Rubino denso, naso attraente ed ampio, frutti rossi scuri, mora, gelsi, mirtillo; poi profumi articolati, noce moscata, fungo, resina di pino marittimo e sottile ricordo fumé sul fondo. La bocca e il naso sono avvolti da sensazioni balsamiche morbide e fresche. Tannino accennato e ben integrato.

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Belrisguardo

Bellosguardo Chiusa del Prato 2020 Fiano Un arancio lieve, segno del riposo sulle bucce per 2 giorni, pochi ma abbastanza da conferire a questo Fiano un'identità tutta sua. Sale al naso il miele, la mandorla tostata, un profumo che sai che potrebbe spingersi oltre nel tempo. Un delicato accenno di tannino, una carezzevole freschezza, ed un sorso lungo e saporito. Mangiaguerra 2018 Aglianico Solo acciaio per questo Aglianico. Un bel rubino, quasi violaceo. Suadente ed intrigante al naso, un amarena sotto spirito ed una prugna secca salgono alle narici. Cadono delle vistose lacrime dai bordi del calice. Un vellutato tannino, la bocca è avvolta dal un sale pungente, il sorso chiama ancora; e poi un bel frutto che avvolge. Sorge una domanda: ma il legno è davvero indispensabile? I regali sono tanti per questo vino che fa solo acciaio; i fiori, una viola secca, un po' di pepe, che ti fa quasi un leggero solletico al naso.

Cantine Barone

Rutino Cilento Fiano Vignolella 2019 Riflessi verdolini su sfondo paglierino; coinvolgenti sensazioni di gelsomino e biancospino che introducono note di frutta esotica, susina gialla, toni di cedro, lime, zenzero; ancora nocciola, erbe aromatiche e tenue speziatura di pepe bianco. Pieno, morbido e fresco, rimane la sapidità.

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La degustazione | Vita Salernum Vites Casula Vinaria

Campagna Colli di Salerno Candito 2020 Moscato Oro cangiante, fragranze di erbe aromatiche, zagara e muschio; in secondo piano la frutta, pesca, mandorla e ricordi d’arancia su un sottofondo vegetale. Sorso piacevole e diretto, delicato nella sapidità che lascia penetrare la freschezza.

Cerrella

San Cipriano Piacentino Cerrella 2018 Aglianico Rubino scuro con riflessi granato; spettro olfattivo di piccoli frutti di bosco sotto spirito, ribes, visciola, mirtillo, prugna. Leggeri toni speziati, soffi iodati e balsamici. Palato pieno, soave; tannini vellutati, fresco e pulito. Lungo e sapido nella persistenza.

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Chiara Morra

Felitto Castel San Lorenzo Rachìa Lambiccato 2021 Moscato Bel giallo paglierino sfumato oro brillante. Profumi delicati, albicocca e pesca a polpa matura, fiori gialli, ginestra; erbe aromatiche, salvia e note dolci di miele. In bocca risulta dolce e morbido, armonico e di esile struttura. Incantevole e amabile.

Cicalese

Eboli Fluminé 2021 Fiano Paglierino con riflessi verdolini. Quadro olfattivo ampio, fiori bianchi, gelsomino, zagara, biancospino e rosa canina. Sensazioni fruttate di pesca bianca matura e agrumi, cedro e lime; erbe aromatiche, salvia. Infine sterzata minerale con note marine. Di buona struttura, in bocca molto fresco e sapido.

Donna Clara

Licusati di Camerota Cilento Aglianico Notarius Riserva 2018 Fascinoso rubino con sfumature granato. Naso ampio e complesso, confettura di frutta, mora, visciola e mirtillo; tracce di bosco, felce e rosa canina. Prosegue su accenti di liquirizia fusi nello scenario balsamico e minerale. Bocca fresca con tannino pettinato, torna poi a sedurre la componente balsamica.

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La degustazione | Vita Salernum Vites I Vini del Cavaliere

Capaccio Paestum Cilento Granatum Aglianico 2019 Vigoroso rubino. Naso abbondante ed esuberante, frutti di bosco, gelsi nero, ribes e prugna; si aggiungono tracce di spezie dolci, vaniglia, pepe rosa e tabacco. Tannini raffinati, incorporati nella freschezza e nella lunga conclusione golosa e fruttata.

Il Colle del Corsicano

Castellabate Cilento Licosa 2021 Fiano Nel bicchiere giallo paglierino. Profumi di agrumi, cedro candito, pompelmo rosa e sensazioni di ananas e papaya; fiori gialli, ginestra e miele in fondo. Fresco e sapido all’assaggio, morbido ed equilibrato; leggermente ammandorlato nel finale.

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Lenza

Pontecagnano Faiano Massaro 2020 Falanghina, Greco Oro e verdi riflessi. Erbe aromatiche, una torta al limone e allo zenzero, sembra quasi di masticare l'arancia candita. Un sorso lungo e vivo.

Luigi Maffini

Giungano Kràtos 2021 Fiano Solo acciaio per questo Fiano ottenuto dall'unione di uve di diversi vitigni. Un bel paglierino che brilla, al naso salgono veloci note di erbe aromatiche, rosmarino, timo, un intreccio di frutta fresca e zenzero candito; il tutto sorretto da un'estrema salinità, da una roccia modellata dal mare. Al sorso, entra gentile, piacevolmente morbido, esce un bel frutto a polpa gialla e finisce col sale. Pietraincatenata 2019 Fiano Un Fiano che fermenta e medita per 4 mesi in barrique nuove. Regala alla vista un bel colore dorato con lievi sfumature verdoline; si ritrovano come nel Kràtos, le erbe aromatiche ma con una fragranza quasi di pane, di pasticceria, che invita immediatamente al sorso; in bocca è denso, plastico, quasi che lo si potesse masticare, e poi il burro, la meringa al limone ed un sale finale che trova gradevolmente impreparati.

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La degustazione | Vita Salernum Vites LunaRossavini

Giffoni Valle Piana Costacielo 2019 Aglianico Riposa in anfore di terracotta questo Aglianico, che alla vista ha un bel rosso rubino. Piccoli frutti rossi delicati, quasi acerbi.Un naso accattivante, sale la terra, il fieno, e all'assaggio, un tannino che muove i suoi passi con prudenza, un bel sorso, giovane ma incisivo.

Marisa Cuomo

Furore Costa d’Amalfi Furore Bianco Fiorduva 2020 Ripoli 40%, Fenile 30%, Ginestra 30% Oro splendente con nuance smeraldina. Profilo olfattivo a tutto tondo; frutta variegata a polpa gialla, cedro, fico e frutta secca fresca. Fiori di ginestra, camomilla e calendula presentano l’essenza marina, erbe aromatiche di macchia mediterranea, capperi e salsedine, finale fumé. Sorso appagante e appetitoso, freschezza su note di agrumi. Lunghissima durevolezza salina.

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Mila Vuolo

Cetara Colli del Salento Aglianico 2016 Rubino con venatura purpurea, olfatto su frutti di bosco sotto spirito, mora, ribes, mirtillo, potpourri; impressioni di spezie, cannella, liquirizia, humus, sbuffi balsamici di sottofondo. Bocca pulita e fresca, tannini sinuosi e ben integrati nelle percezioni saline.

Montevetrano

San Cipriano Picentino Montevetrano 2019 Cabernet Sauvignon 50%, Aglianico 30%, Merlot 20% Rubino vivace; risaltano frutti a bacca rossa in confettura, profumi cupi ed eleganti, petali di rosa scura, peonia, ginepro, carruba, terra bagnata, liquirizia e sottofondo balsamico d’accompagnamento. Assaggio denso e perfetta sintonia tra sensazione alcolica, freschezza e tannino. Prolungato finale balsamico e fruttato.

Carlo Polito

Agropoli Cilento Fiano Saracè 2020 Luminoso giallo paglierino. Gradevoli aromi di pera, melone bianco e pesca bianca, seguono pompelmo rosa e cedro candito, ancora fiore d’acacia, mandorla e nocciola. Bocca fresca, ritorno di agrumi. Conciso, sapido e dal finale ammandorlato.

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La degustazione | Vita Salernum Vites San Salvatore 1988

Giungano Brut Rosé Gioì 2018 Aglianico Brillante questo Aglianico spumantizzato, di un bel rosa languido. 24 mesi sui lieviti, una tenue bollicina, un respiro che sa di melograno, di cachi e di agrumi. Piacevole lunghezza. Una freschezza che rapisce e che fa bere ancora.

Tempere

Sant'Arsenio Tempere Etichetta Nera 2016 Aglianico Rubino con bordo granato. Affiorano intensi sentori di confettura di mora, amarena e prugna. Talco e humus anticipano le spezie dolci e le accattivanti sensazioni balsamiche. Palato avvolgente, fresco, stuzzicato da tannini ben gestiti che si dilungano nel finale.

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Tenuta Macellaro

Postiglione Ripaudo 2019 Fiano 2019 Un bel giallo paglierino vivo, un sentire tufaceo, citrico; inaspettatamente sale al naso una brioche con sopra una lieve spolverata di zucchero di canna, e poi il caramello. In bocca, il limone, il sale, intrecciano una trama avvolgente che riscalda e sazia.

Tenuta Massanova

Perdifumo Cilento Ziopì 2019 Fiano - Veste giallo paglierino, luminoso. Al naso frutta a polpa bianca, su tutto, banana; fiori bianchi, mughetto, biancospino, erbe aromatiche e sensazioni di macchia mediterranea. Sapidità e freschezza in perfetta sintonia, bocca pulita, leggiadro nella persistenza.

Tenuta San Francesco

Tramonti Costa d’Amalfi Tramonti Bianco 2020 Biancolella 40%, Falanghina 40%, Pepella 20% - Giallo paglierino con lampi verdolini. Al naso ricorda la pesca bianca, il melone invernale e gli agrumi, pompelmo rosa e bergamotto; accenni vegetali e mughetto. L’assaggio è sostenuto da bella sapidità e giusta freschezza. Ritorno di agrumi in chiusura.

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La degustazione | Vita Salernum Vites Tenute del Fasanella

Sant’Angelo a Fasanella Phasis 2020 Fiano Brillante giallo paglierino. Bagaglio odoroso ampio e profondo, spiccata sensazione minerale e salmastra, poi fiori bianchi e gialli, gelsomino, camomilla, calendula e lavanda; note fruttate di passion fruit e melone. In equilibrio gustativo, la freschezza lascia il posto alla sapidità nella lunga persistenza.

Verrone

Agropoli Cilento Vigna Girapoggio 2019 Aglianico Rosso rubino intenso. Percezioni odorose di frutti a bacca rossa, mora, gelsi e visciola. Lievi toni speziati di cannella e cenni iodati. Piacere immediato, fresco e morbido. Tannini appena accennati, conciso nel finale su sensazioni salmastre.

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Villa Lupara

Località Croce Il Puro White 2020 Falanghina, Trebbiano, Malvasia 2020 Un Blend che sta a contatto con le bucce per circa dieci giorni; una macerazione che gli regala un bel giallo arancio e pieno di luce. Al naso una leggera ossidazione, giusta e piacevole, con un ricordo di miele, di propoli e di prugna matura. In bocca è pieno e sapido. Un sorso che resta a lungo.

Viticoltori De Conciliis

Prignano Cilento Perella 2017 Fiano Paglierino sfumato oro verde. Intenso nei profumi di pesca, cedro, zenzero candito e scorza di limone; fiori di campo, ginestra e biancospino. Arrivano al naso poi le erbe aromatiche, salvia, timo e coriandolo; sbuffi minerali. Palato garbato, l’equilibrio si diffonde nelle tonalità di agrumi.

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LE VIGNE DEL FIGLIO DI AFRODITE

LE VIGNE DEL FIGLIO DI AFRODITE G i u l i a

D i

G i o v a n n i

Diciotto anni compiuti per la Denominazione Erice, grazie all’impegno e all’abnegazione di Lilly Fazio, appassionata e indiscussa Signora del Vino che ha il merito di aver spinto in alto la qualità dei vini prodotti in quest’antica area nei pressi di Trapani, il cui nome è legato ad antichi miti e leggende. Il nome Erice deriva da Eryx, figlio della dea Afrodite.

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Bibenda 88 duemilaventidue

LE VIGNE DEL FIGLIO DI AFRODITE

Si aprono le porte del Salone dei Cavalieri per la Doc Erice, istituita nel 2004 grazie anche all’impegno e alla passione di Lilly Ferro Fazio, fondatrice di quella che si può definire la rinascita dell’antica e storica zona del trapanese. I comuni compresi, Buseto Palizzolo, Erice, Valderice, Custonaci e Castellammare del Golfo sono zone meno blasonate i cui albori, in ambito vitivinicolo, risalgono ai tempi dei Greci. L’agro ericino si estende alle pendici del monte Erice e comprende siti archeologici come Segesta e Selinunte, senza tralasciare le saline e le isole Egadi, luoghi di grande interesse turistico, artistico, culturale ed enogastronomico. Lo scambio e l’arricchimento con culture molto diverse è all’ordine del giorno nel calendario dell’azienda, insieme ad una visione ampia del panorama mondiale. I paesi interessati dal mercato d’importazione sono soprattutto Cina, Giappone e Canada, spesso entrati in contatto con la cantina grazie ad attività turistiche. L’intento principale dei produttori è valorizzare il territorio attraverso gli stessi frutti, perfetti biglietti da visita per la presentazione della regione. La cantina dalle memorabili origini sorge da un distaccamento dalla cooperativa agricola nel 1998, da allora Lilly, suo marito, l’enologo Giacomo Ansaldi, compiono un’operazione di restyling aziendale con particolare attenzione alla sostenibilità, puntando al regime biologico. I circa cinquanta ettari vitati, incorniciati da suggestive rose sentinella tra i filari, pettinano le colline offrendo un meraviglioso scorcio panoramico vista Eolie da un altitudine che oscilla tra i 300 e i 700 metri, ideale per la produzione di uve aromatiche. Quest’area è costituita da un terreno molto ricco e variegato con rilevanti presenze di calcare, gesso e argille, regalando alle uve fortissima componente minerale e salina, perfettamente sintetizzate nei vini. La famiglia Fazio conduce con amore e dedizione il lavoro che si svolge sul campo, forte del motto: il vino buono si fa in vigna. Si tiene, inoltre, conto del disciplinare che prevede un kilo e mezzo di resa per pianta; le vendemmie devono essere svolte necessariamente nelle ore notturne a causa del troppo caldo di quelle diurne. Essendo la Sicilia regione soggetta a siccità il disciplinare consente un’irrigazione d’emergenza a cui spesso non si ricorre grazie alle abbondanti piogge invernali; il terreno, nella sua composizione, mantiene l’acqua piovana, concedendo alle radici la giusta umidità anche d’estate. È regolamentata la coltivazione di vitigni autoctoni, tra questi è incluso il Müller Thurgau, tutt’altro che siculo, di cui Lilly e la sua famiglia anni fa si fecero promotori, ottenendo l’inserimento nel disciplinare del loro vitigno di punta. Il desiderio di sperimentazione ha portato alla produzione di questo vino riscuotendo grande successo fin dalla prima vendemmia che risale al 1998, dopo una valutazione minuziosa, nel tempo, è divenuto icona della Doc Erice. L’escursione termica del sito concede alle uve straordinaria aromaticità, accentuata dal lavoro in cantina attraverso il contatto prolungato tra mosto e bucce a temperature controllate, offrendo ai vini profumi e fragranze eccezionali. Una carrellata di aromi e profumi introducono gli assaggi. 108


Casa Vinicola Fazio Via Capitano Rizzo, 39 91010 Fulgatore - Erice TP T. 0923 811700 info@faziowines.it www.casavinicolafazio.it

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La Degustazione | Fazio

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Blanc de Blancs Brut

Calebianche 2021

Aegades 2021

Chardonnay Timido nel colore verdolino luminoso, brillante nella copiosa effervescenza; risaltano immediate le note salmastre e minerali tendenti al fumé, poi frutta secca, pan brioche e lievito. Ancora crema di nocciola e burro fuso, ricordi di dolce appena sfornato ad arricchire. Acidità tagliente, elegante nelle sensazioni di agrume e iodio.

Catarratto Verdolino tenue, al naso inebriante sensazione di frutta tropicale, seguita da pesca gialla e albicocca mature, polpa succosa, fiori gialli e bianchi, si distinguono camomilla, ginestra, tiglio e mughetto, completano le note più dolci. In bocca sterzata di acidità, pungente e raffinato nella conclusione.

Grillo Paglierino chiaro, dolci i profumi emanati, ricordi di cipria, albicocca, pesca e melone bianco, macedonia, accenni di confettura, caramella, frutta secca; intuizioni floreali di rosa bianca ed erbe aromatiche, sensazione glicerica anche all’assaggio. Salino e fresco, versatile ed equilibrato.


Müller Thurgau Anima Solis 2021 2021 Müller Thurgau Verdolino con venature paglierine. Esplosione di profumi intensi, minerali ed eleganti; fiori e frutta, fresche erbe aromatiche di montagna, mughetto, biancospino, acacia. Note algide tipicamente nordiche e sbuffi mentolati. In bocca coerente ed avvolgente, le componenti di acidità, sapidità e morbidezza perfettamente integrate tra loro.

Zibibbo 50%, Catarratto 50% Limpido e brillante, percezioni floreali di zagara e acacia, pesca gialla, cenni di confettura. Sorso bilanciato, acidità e salinità pungenti, tamponate e supportate dal lieve residuo zuccherino; rilascia un leggero sentore ammandorlato nel finale.

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La Degustazione | Fazio

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Torre dei Venti 2019

Luce d’Oriente Cartesiano 2018 2019

Nero d’Avola Rubino intenso e splendente, dai profumi entusiasmanti di frutti a bacca rossa, mirtillo, ribes, visciola e gelso; seguono note più selvatiche e scure di prugna, poi erbe aromatiche, grafite e sfumature di corteccia di legno di noce. Immediato, piacevole e fresco, tannini delicati, sapido e fruttato nella persistenza.

Syrah Rubino impenetrabile, naso complesso di frutti di rovo, prugna secca e amarena; intuizioni di spezie, liquirizia, rabarbaro, note cupe, tamarindo, sensazioni ematiche, anice in chiusura. Morbido e avvolgente al palato, i tannini introducono impressioni di masticabilità.

Cabernet Sauvignon 40%, Merlot 30%, Nero d’Avola 20%, Cabernet Franc 10% Rubino compatto con bordo granato. Olfatto inondato da sensazioni balsamiche e mentolate, si distinguono l’artemisia e l’eucalipto; frutta e fiori fanno da sfondo alle note speziate, catrame, grafite e liquirizia. Ottimo all’assaggio in perfetto equilibrio, si dilunga nel finale.


Pietrasacra Riserva 2013

Petali Moscato

Nero d’Avola Rubino tendente al granato, profumi di mare introducono la prugna e l’amarena; tante spezie, tamarindo, rabarbaro, chinotto, tabacco e cardamomo. Sentori terziari avanzati concludono su sbuffi balsamici. Ben fatto e avvolgente in bocca, tannini vellutati accompagnano la sapidità in fondo.

Moscato Bianco Luminoso e brillante nelle sfumature, delicati petali di rosa bianca solleticano il naso, crema di limone, fiori di ginestra e acacia compongono il ventaglio. Avvolgono il palato sensazioni di dolcezza e aromaticità, abboccato e raffinato si presta all’armonia in chiusura di bocca.

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Bibenda 88 duemilaventidue

LA FESTA DELLE 5 GOCCE

LA FESTA DELLE Festeggiamenti in tutte le Sedi Regionali della Fondazione Sommelier per la premiazione dei migliori Oli Evo d'Italia. Ne è scaturito un evento corale che ha coinvolto l’Italia intera nel celebrare e sottolineare una cultura che per primi abbiamo abbracciato e che raccontiamo da oltre vent’anni. In un video il Presidente Franco M. Ricci ha aperto gli eventi in ogni regione. 114


E 5 GOCCE 115


La Festa delle 5 Gocce I Migliori Oli Evo d’Italia

Toscana Hotel Four Points by Sheraton - Siena | Sabato 19 Marzo 2022 Sabato 19 marzo è stata una giornata per certi aspetti storica per l’olivicoltura toscana. Nelle sale dell'Hotel Four Points by Sheraton di Siena si è svolta la premiazione della aziende toscane che hanno ottenuto le 5 gocce, massimo riconoscimento per i migliori Oli Evo italiani, della Guida Bibenda. La Guida Bibenda è da sempre punto di riferimento per l’Eccellenza del Vino Italiano e da alcuni anni anche per l’Eccellenza dell’Olio Evo. Il Comitato Toscano di Fondazione Italiana Sommelier, diretto dal Presidente Paolo Cepollaro, ha organizzato questo evento nel quale per la prima volta si è effettuata la Premiazione più importante d’Italia di un prodotto che, come Fondazione Italiana Sommelier, stimiamo ed apprezziamo fino a fare un Corso di specializzazione che rilascia un Diploma riconosciuto in 32 paesi al mondo. Il pomeriggio si è aperto con il video messaggio del Presidente Nazionale Franco Maria Ricci che ha voluto salutare i partecipanti e congratularsi con le aziende premiate. Poi Paolo Cepollaro, dopo i saluti, ha aperto un dibattito con la collaborazione della dottoressa Nadia Riguccini, agronomo e Dirigente scolastico dell’Istituto di Agraria B.Ricasoli di Siena e di Giampiero Cresti vice presidente del Consorzio Tutela Olio Toscano Igp. Grazie anche al contributo dei produttori partecipanti sono stati trattati argomenti di grande attualità nel mondo dell’olio. Si è evidenziata soprattutto la necessità di dare visibilità e far conoscere tutto ciò che ruota intorno a questo prodotto fiore all’occhiello della nostra tradizione agricola, e di come diventi importante il contributo dei sommelier dell’Olio per la comunicazione di un prodotto ancora purtroppo legato alla scelta da parte del consumatore in base al costo o alla mancanza di difetti, e non, come dovrebbe, per le caratteristiche organolettiche che un grande Olio Evo può regalare. La consegna degli attestati con le 5 Gocce ai produttori ha concluso la prima parte della manifestazione che è poi proseguita con una meravigliosa degustazione libera di tutti gli Oli Evo premiati, con la collaborazione dei sommelier della Fondazione. 29 aziende con 38 Oli provenienti da varie zone della nostra regione, dalla provincia di Lucca alla maremma grossetana, 38 esempi di come una attenta selezione in oliveto e una altrettanto attenta cura nella lavorazione in frantoio possa portare a prodotti anche molto diversi tra loro ma uniti dal comune denominatore dell’altissima qualità e della possibilità di abbinamento sulle nostre tavole come avviene per i grandi vini. 116


Alcune immagini della Festa delle 5

Gocce che si è svolta in Toscana, nella bella cornice dell'Hotel Four Points by Sheraton di Siena, organizzata dal Presidente Paolo Cepollaro. Al centro classica foto di gruppo con i Produttori degli Oli Evo premiati.

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La Festa delle 5 Gocce I Migliori Oli Evo d’Italia Puglia Borgo Egnazia - Savelletri - Brindisi | Sabato 19 Marzo 2022 L’esclusivo evento ha celebrato i 38 migliori oli extravergine di Puglia. Quest’anno la regione sul podio più alto premiata per qualità. È stata indimenticabile la cena di gala per festeggiare i produttori pugliesi premiati con l’ambito e prestigioso riconoscimento delle “5 Gocce Bibenda 2022”. La serata - promossa dalla Fondazione Italiana Sommelier Puglia con la partecipazione delle più alte cariche della Regione Puglia, Dipartimento Agricoltura Sviluppo Rurale ed Ambientale lo scorso 19 marzo presso Borgo Egnazia a Savelletri di Fasano, luogo che da sempre rappresenta l’eccellenza alberghiera in Puglia con un forte impegno nella promozione del vino e dell’olio della regione. Dapprima la presentazione alla stampa della nuova Guida Oli Bibenda 2022 da parte del Presidente della Fondazione Italiana Sommelier Puglia, Giuseppe Cupertino a cui è seguita la premiazione dei produttori che hanno conquistato il massimo riconoscimento in guida per l’ultima campagna olearia, celebrati alla presenza delle istituzioni regionali e nazionali e dei giornalisti di settore. La Cena di Gala, abbinata alla degustazione degli oli extravergine, è stata firmata per l’importante occasione da Domingo Schingaro, Chef Executive di Borgo Egnazia e Chef 1 Stella Michelin del ristorante “Due Camini”. Quest’anno la Puglia vanta l’importante primato di essere la prima regione per numero di oli extravergine di qualità premiati a livello nazionale. Un risultato maturato grazie all’impegno e alle energie che quotidianamente i produttori pugliesi profondono nell’obiettivo di raggiungere un livello qualitativo del prodotto sempre più alto e che la Fondazione Italiana Sommelier riconosce con grande orgoglio. “Abbiamo intrapreso un percorso di EVOluzione - afferma entusiasta Giuseppe Cupertino - In tanti, soprattutto i produttori dell’olio extravergine di qualità lo attendevano con ansia. È stata una scalata lenta e silenziosa, lanciata in primis da coloro che hanno cercato la qualità a tutti i costi, senza sé e senza ma, dalla terra alla tavola. Questo cammino, ha fatto sì che la Puglia diventasse la regione leader, con il maggior numero di oli premiati per la loro pregevolezza, raccontata e diffusa anche grazie a Bibenda 2022, la guida ai migliori oli extravergine d’Italia. Immaginate che in pochissimi giorni sono state scaricate oltre 420 mila copie. È un successo inaspettato. Grazie alla Fondazione Italiana Sommelier il mondo dell’olio EVO ha ottenuto l’attenzione e l’attestazione che si merita anche da parte delle istituzioni. Insieme all’assessore pugliese all’agricoltura Donato Pentassuglia abbiamo preso l’impegno con i produttori di portare sempre più in alto il livello di qualità nella comunicazione dell’olio pugliese, proprio come è accaduto per il vino.” Arrivederci alla presentazione della Guida Oli Bibenda 2023

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La Festa delle 5 Gocce I Migliori Oli Evo d’Italia Molise Museo Sannitico - Palazzo Nobiliare Mazzarotta - Campobasso | Domenica 20 marzo 2022 La Fondazione Italiana Sommelier ha organizzato la premiazione dei migliori olii extravergine di oliva in tutte le regioni italiane. In Molise l’evento si è tenuto al Museo Sannitico di Campobasso, durante la mattina di domenica 20 marzo 2022, in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Molise. La giornata è iniziata con il Convegno dal titolo “La Primavera dell’Olio”, presentato dalla Presidente della Fondazione Italiana Sommelier del Molise, Dora Formato, con la presenza di Antonio De Cristofaro, docente dell’Università degli Studi del Molise; Davide Delfino della Direzione Regionale Musei Molise e della biologa nutrizionista Rosanna Ramacciato. I relatori hanno illustrato l’aspetto storico dell’olio e la presenza dei reperti all’interno del museo, passando, poi, all’aspetto più tecnico circa i composti olfattivi nell’olio e le loro modifiche positive e negative con le tecniche estrattive e, infine, sull’importanza dell’olio extravergine come alimento e nutraceutico.

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In Molise, la cerimonia si è svolta

all'interno del Museo Sannitico di Campobasso. Sono stati consegnati gli attestati di qualità agli Oli Evo che hanno ottenuto il riconoscimento delle 5 e delle 4 Gocce.

A seguire la Premiazione dei Produttori del Molise che hanno conquistato le 5 Gocce, ovvero il massimo riconoscimento della Guida BIBENDA 2022, dal raccolto 2021: il premio è andato all’Olio Extravergine di Oliva Rumignana Selezione Colle d’Angiò dell’azienda Tamaro. Altre aziende molisane che hanno ricevuto il riconoscimento di 4 Gocce sono state Marina Colonna, Masseria Vittore, Oleificio Di Vito, Principe Pignatelli. Altri momenti significativi sono stati la consegna dei diplomi professionali, italiano e WSA, ai neo Sommelier del vino: Bellitti Roberto, Di Maio Antonio, Lauriola Giovanni Paolo, Lazzaro Filomena, Lombardi Dominique, Ruggiero Ingrid e l’omaggio alla città di Campobasso di un albero di ulivo, consegnato per l’occasione nelle mani dell’Assessore Simone Cretella. La Presidente ha spiegato che il dono simboleggia l’impegno nella promozione della Cultura dell’Olio e del Vino, e la speranza e augurio di seminare con appuntamenti come questo al Museo, insieme ai corsi professionalizzanti della Fondazione, il seme per la Cultura in questo settore. Infine, i Banchi d’Assaggio degli Oli premiati, accompagnati dai prodotti tipici del territorio nelle Sale e nel giardino del Museo Sannitico. 121


La Festa delle 5 Gocce I Migliori Oli Evo d’Italia Marche e Umbria Ristorante Villa Bianca - Montegranaro - Fermo | Domenica 20 marzo 2022 La serata, organizzata dalla Fondazione Italiana Sommelier Marche, si è svolta seguendo un programma ben preciso, con un convegno iniziale snello e curioso presentato dal Presidente Marco Medori che ha presentato la prestigiosa guida Bibenda e anticipato gli interventi del Sindaco di Montegranaro Endrio Ubaldi e dello chef Marco Biagiola che hanno ospitato l’evento. A seguire l’intervento tecnico del docente Emanuele Paoletti Teodori che ha fatto un excursus sulle cultivar e territori legati al mondo dell’olio e la panoramica gastronomica condotta da Otello Renzi il quale ha deliziato i cento ospiti

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sull’uso dell’olio in cucina e abbinamenti a tavola. Sono stati quindi premiati, insieme al vicepresidente nazionale di Fondazione Italiana Sommelier Carlo Attisano, ben 22 oli di Umbria e Marche “un’occasione unica, di orgoglio e consapevolezza – descrive Marco Medori – che abbiamo accolto con professionalità e gioia insieme a tutti i Sommelier della nostra associazione. Premiare lo sforzo di produttori attenti alla qualità, cultori e promotori di un territorio magnifico è stato un onore e poterlo fare nelle Marche è stato emozionante e un piacere enorme.”

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La Festa delle 5 Gocce I Migliori Oli Evo d’Italia

Emilia Romagna Grand Hotel Rimini | Domenica 20 marzo 2022 Il 20 Marzo, a Rimini, nella elegante cornice dello storico Grand Hotel, sono stati consegnati i riconoscimenti di qualità della Guida Bibenda 2022 ai migliori oli EVO dell’Emilia-Romagna. Un momento che ha fatto della premiazione, ulteriore occasione d’incontro di menti e sinergie per un nuovo modello di lavoro culturale sul territorio. Con la conduzione del Presidente del Comitato regionale, Maurizio Saggion e della Vicepresidente, Eva Panitteri, le competenze e la passione che da oltre dieci anni distinguono Fondazione quale organizzazione di riferimento dell’innovazione e della qualità nel mondo dell’olio, hanno dialogato con le realtà del territorio: Visit Rimini, Presidente Stefano Bonini, Associazione dei frantoiani e olivicoltori Emilia-Romagna, Presidente Gianluigi Vasconi e Comune di Rimini, con l’Assessora Francesca Mattei, con deleghe All’agricoltura, Lavoro e Politiche giovanili. Hanno ritirato il premio 5 Gocce Bibenda, anche alla presenza della stampa di settore (Laura Giorgi, Luca Ioli, Luca Lombardi e Michele Casetta), Eleonora Berardi per Palazzo di Varignana, Giovanni Fraternali per Uliveto del Fattore e Marco Tamagnini per San Patrignano. Un evento unico per la Regione, che per la prima volta ha visto il territorio protagonista del proprio racconto.

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Calabria Castello Svevo-Normanno - Cosenza | Domenica 20 marzo 2022 Per festeggiare il successo delle migliori aziende produttrici di olio, domenica 20 marzo nella suggestiva cornice del Castello Svevo di Cosenza, si è tenuta la Festa delle Cinque Gocce, un pomeriggio interamente dedicato all’oro verde calabrese. Al convegno inaugurale, condotto da Francesca Oliverio, sono intervenuti: Gennaro Convertini, presidente di Fondazione Italiana Sommelier in Calabria, Massimino Magliocchi, presidente de Consorzio Olio Calabria IGP, Carmelo Fabbricatore, presidente di Federazione Italiana Cuochi di Calabria e Roberto Greco, docente di Fondazione Italiana Sommelier e redattore della Guida Bibenda. Dopo la premiazione si è tenuto un interessante percorso cibo-olio, che ha visto protagoniste le otto etichette premiate abbinate a dei finger food realizzati con prodotti tipici del territorio e ad un'ampia selezione di vini. Un'elegante cerimonia di premiazione con importanti momenti di confronto tra i vari attori e protagonisti del settore, il cui scopo comune è far crescere la cultura dell'olio in Calabria.

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La Festa delle 5 Gocce I Migliori Oli Evo d’Italia

Basilicata Art Restaurant Ricevimenti - Potenza | Lunedì 21 marzo 2022 A Potenza, per la prima volta in Basilicata, la premiazione delle 5 Gocce Bibenda 2022. Vincitrice l'azienda agricola Elena Fucci con il suo Titolio. La premiazione si è svolta il 21 marzo 2022 presso l'Art Restaurant Ricevimenti. A presentare l’evento il Presidente della Fondazione Italiana Sommelier della Basilicata, Nicola Gentile, alla presenza del Sindaco di Barile, del prefetto di Potenza, di produttori del territorio e di numerosi ospiti. Grande partecipazione e grande entusiasmo hanno caratterizzato l'evento. Al termine del convegno si è svolta la degustazione a banchi d’assaggio dell'olio premiato abbinato a prodotti tipici del territorio, ovvero, le burratine del Caseificio Coviello, la pasta Caterina di grano lucano con fagioli di Sarconi dell'azienda Per Boschi e Contrade e, a concludere, il gelato del maestro gelatiere Luigi Buonansegna di Officine del Gusto con assaggi di alcuni vini lucani vincitori dei 5 Grappoli; in particolare, Basilisco, Casa vinicola D'Angelo, Paternoster, Eubea, Elena Fucci e Quarta Generazione, quest'ultimo alla presenza del produttore, Sergio Paternoster.

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La Festa delle 5 Gocce I Migliori Oli Evo d’Italia

Sicilia Centro Congressi Four Point by Sheraton Catania - Acicastello | Mercoledì 23 Marzo 2022 Nella cornice del Centro Congressi dell’Hotel Four Points by Sheraton di Catania, per l’occasione “addobbato” con numerose piante di ulivo, si è svolta la cerimonia di consegna delle 5 Gocce Bibenda 2022 alle Aziende premiate per l’eccellenza dei loro Oli Extra Vergine d’Oliva dalla più prestigiosa e storica Guida nel mondo del vino e dell’olio. Un convegno, moderato dal Presidente siciliano di Fondazione Italiana Sommelier, Paolo Di Caro, ha aperto la serata, alla presenza del Presidente dell’Istituto regionale Olio e Vino di Sicilia, Sebastiano Di Bella, e del Professor Benedetto Torrisi, docente di Statistica Economica e Presidente del Corso di Laurea in Economia all’Università di Catania.

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25 le etichette premiate, più di 200 i presenti all’evento, 15 giornalisti di settore accreditati, i banchi d’assaggio con le Aziende “5 Gocce” e i corner dedicati al vino e al cibo che hanno fatto da “contorno” al primo vero momento di contatto postpandemia fra produttori, appassionati, giornalisti e addetti ai lavori. Ciascun produttore ha raccontato la propria storia dal palco durante il talkshow di consegna degli attestati, condotto dal giornalista enogastronomico e conduttore radiofonico, Francesco Seminara, dimostrando la grande crescita del mondo dell’olio di qualità in Sicilia e presentando straordinarie storie di passione, sacrificio e successo.

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La Festa delle 5 Gocce I Migliori Oli Evo d’Italia

Abruzzo Hotel Villa Michelangelo - Città Sant'Angelo - Pescara | Mercoledì 23 Marzo 2022 La premiazione si è svolta la sera nel corso di un partecipato convegno. A presentare l’iniziativa i Presidenti della Fondazione Italiana Sommelier dell’Abruzzo, Daniele Erasmi e Paolo Zazza. Dopo il saluto introduttivo degli organizzatori, durante il quale si è parlato del valore e delle caratteristiche degli oli presenti in Abruzzo, sono intervenuti, il docente Roberto Greco, il presidente della Fondazione Italiana Sommelier Emilia Romagna Maurizio Saggion, il professor Maurizio Ferri, il Sindaco di Città Sant’Angelo, Matteo Perazzetti, il Sindaco di Pineto, Robert Verrocchio, il Presidente del Consorzio docg Colline teramane Enrico Cerulli Irelli, Gianluca Grimi presidente di Assoturismo e Stefano Cianciotta Presidente di Abruzzo Sviluppo.

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Al termine ci sono stati banchi d’assaggio degli oli premiati accompagnati da prodotti tipici del territorio (tra cui pomodorino pachino flagella, pane del Panificio San Gregorio dell'Aquila e formaggi del caseificio Gregorio) con assaggi dei vini abruzzesi, in particolare il Montepulciano d'Abruzzo Escol 2016 della cantina San Lorenzo alla presenza del proprietario Gianluca Galasso. L’azienda agricola Forcella di Città Sant’Angelo, il frantoio Tini di Castilenti, il frantoio Garra di Pineto, il frantoio Marina Palusci di Pianella e il Trappeto Caprafico di Casoli sono le aziende della regione Abruzzo che hanno ottenuto le ambite 5 gocce della guida Bibenda 2022 per i migliori oli extravergine d’oliva. 131


La Festa delle 5 Gocce I Migliori Oli Evo d’Italia

Trentino - Alto Adige Enoteca Winestore - Cornedo all'Isarco - Bolzano | Giovedì 24 Marzo 2022 La consegna delle due 5 gocce Bibenda per i migliori oli d’Italia 2022 in presenza della stampa locale e dei sommelier dell’olio ha avuto come ospiti Alessandro Marzadro per Madonna delle Vittorie e Furio Battelli per Frantoio di Riva. Il dibattito, coordinato dalla docente Sara Tosti e dal Presidente Raffaele Fischetti, è stato incentrato sulle difficoltà che i cambiamenti climatici stanno portando nel territorio. È stato affrontato anche il tema delle nuove tecniche agrarie, utilizzate al fine di ottenere maggiore omogeneità di raccolta nel corso degli anni.

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La Festa delle 5 Gocce I Migliori Oli Evo d’Italia Campania Hotel Holiday Inn - Cava de' Tirreni - Salerno | Giovedì 24 Marzo 2022 Cava dei Tirreni è un po’ la Capitale delle nostre attività culturali in Campania e proprio qui è stata celebrata la festa dell’Olio Evo di BIBENDA 2022 premiando con le 5 Gocce i migliori olii del raccolto 2021. Una festa solenne che ha visto i numerosi Produttori premiati, protagonisti in una regione ricca di qualità del Vino e dei prodotti della Terra. La Presidente Veronica Iannone ha raccontato l’olio insieme a Maurizio Saggion, Presidente di Fondazione in Emilia-Romagna, al docente Roberto Greco e ad alcuni Produttori. La festa è stata organizzata ricca di particolari: dagli allestimenti con gli ulivi agli omaggi di un vaso di ceramica vietrese personalizzato. Degustazioni con prodotti tipici del territorio come il pomodoro “I SAPORI DI CORBARA” col corbarino e degustazioni al bicchiere, finger food realizzati dai ragazzi della scuola alberghiera I.G. Fortunato di Angri (SA) capitanati dal Prof. Tedesco e cioccolatini creati con cura dalla Presidente e realizzati dal cioccolatiere Todisco di Angri, ripieni di ciascun olio premiato. Ha preso la parola per le istituzioni Marianna Ferri giornalista e sommelier per la regione Campania. La gioia di esserci dei ragazzi del Gruppo Servizi e il piacere emotivo dei Produttori ha fatto della giornata una celebrazione unica, mai realizzata in Campania. Grande è stata l’occasione di conoscere tutti i Produttori e i loro collaboratori, ciò ha permesso alla Fondazione Italiana Sommelier di promuovere al meglio la grande Cultura dell’Olio e del Vino.

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La Festa delle 5 Gocce I Migliori Oli Evo d’Italia

Veneto Hotel Tiepolo - Vicenza | Sabato 26 marzo 2022 Nella mattinata si è svolta la sessione di esami del primo corso per Sommelier dell'olio tenutosi in Veneto, seguita poi nel pomeriggio da una degustazione libera con banchi d'assaggio che ha coinvolto i frantoi del Veneto presenti in guida. Sono stati i produttori assieme a Raul D’Alessandro Presidente della regione Veneto e Maurizio Saggion Presidente della regione Emilia Romagna e docente dell’olio ad investire ufficialmente i nuovi Sommelier dell’olio, a seguire è stato consegnato un riconoscimento regionale a tutti i partecipanti; in particolare al Frantoio di Cornoleda ed al Frantoio Orlandi è stato consegnato il prestigioso riconoscimento delle cinque gocce Bibenda 2022.

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Sardegna Sede Regionale di Cagliari | Sabato 26 marzo 2022 Nel Mediterraneo l’olio extravergine di oliva è un gesto quotidiano di gusto e salute, con una dose giusta di 20 grammi al giorno. L’interesse cresce anche nel resto del mondo e la Food and Drug Administration americana l’ha promosso a farmaco nel 2018. Occorre però seminare una cultura dell’Olio EVO per tracciare gli scenari futuri e veicolare un messaggio di continua scoperta nei piatti. Questi e altri i temi portati all’attenzione del pubblico grazie al convegno organizzato a Cagliari, sabato 26 marzo, dalla Fondazione Italiana Sommelier nella sede regionale della Sardegna. Le relazioni degli esperti Pierpaolo Piras e Pierpaolo Arca, rispettivamente medico e tecnologo alimentare, sono state delle autentiche lezioni arricchite dall'intervento di Roberto Greco, docente e redattore della Guida Bibenda che ha sottolineato il patrimonio italiano delle cultivar, oltre 500, contro le 30 della Spagna che però svetta con il 50 per cento della produzione mondiale. Il presidente regionale Giulio Pani ha ribadito una criticità da superare: «Per i vini arriviamo a spendere tanto mentre, per quanto riguarda l’olio, a casa abbiamo un solo olio e in dispensa non teniamo tre o quattro cultivar diverse». Sulla stessa linea anche il sommelier Andrea Cherchi, responsabile della didattica per la Sardegna. «Anche con l’olio bisogna avere la stessa attenzione come con il vino», ha detto annunciando il prossimo corso di Sommelier dell’Olio a settembre. Applausi ai produttori premiati con le 5 Gocce della Guida Bibenda 2022: le porta a casa, per il quinto anno consecutivo, l’Accademia Olearia di Alghero per l’olio Evo Gran Riserva Giuseppe Fois e l’Olio Evo Biologico. Si trovano tutte nell’Oristanese le altre eccellenze: l’Agricola Orrù per l’Olio Evo Semidana TresLizos, l’Azienda agricola Rovelli per l’Olio Evo Ollu Monocultivar Semidana 2021 e l’azienda Tanca Barbarossa per l’Olio Evo Monocultivar Bosana 2021. «La premiazione regionale regala ai produttori anche la bellezza del confronto fra loro», spiega Roberto Greco di Bibenda. La Guida ha appena spento le candeline sulle trenta primavere. E ancora continua a parlare un linguaggio che sia consono «a tutti, agli esperti come alla massaie». Parola d’ordine per promuovere l’olio? Rete. «Come per il vino, i produttori devono capire che il mondo dell’olio deve essere una famiglia e devono darsi una mano a vicenda e stare allo stesso livello di qualità per esprimere al meglio il territorio», prosegue l’esperto. Anche nelle esperienze turistiche l’olio può giocare una grande partita se si mette al centro, appunto, il territorio. Infine valorizza il ruolo del sommelier in stretta sinergia con produttori, frantoiani e chef. «Il sommelier deve essere infatti in grado di comunicare le caratteristiche del piatto per l’abbinamento giusto con l’olio, oltre che con il vino», osserva. Un ultimo segreto per l’olio? «La libertà del design della bottiglia. Si può fare tantissimo», conclude.

Nelle immagini il gruppo

dei produttori sardi vincitori delle 5 Gocce con i loro Oli Evo eccellenti. In basso la sorridente pattuglia dei Sommelier.

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La Festa delle 5 Gocce I Migliori Oli Evo d’Italia

Lazio Aminta Resort - Genazzano | Domenica 27 Marzo 2022 Domenica 27 Marzo, immersi nel gradevolissimo paesaggio collinare di Genazzano, presso l’Aminta Resort, ristorante dello chef stellato Marco Bottega, si è svolta la Festa delle 5 Gocce Bibenda 2022, organizzata dalla Fondazione Italiana Sommelier, che ha visto premiati i migliori Olio Evo della Regione Lazio. Dopo l’introduzione del Presidente della Fondazione Italiana Sommelier del Lazio Romina Riolli, i docenti Alessia Borrelli e Luciano Mallozzi hanno intrattenuto gli ospiti con delle relazioni estremamente interessanti. Alessia Borrelli ha parlato dell’olio non solo come alimento ma anche come ausilio cosmetico per la bellezza femminile. Luciano Mallozzi ha fatto un originale excursus storico sull’importanza dell’olio nelle tre religioni monoteistiche insistenti nel Mediterraneo. Un simpatico intermezzo è stato rappresentato da Erminia Mesiti Vermiglio, sommelier dell’olio, che ha presentato un suo libricino dal titolo “Viaggio Itinerante di una Bruschetta vanitosa e intrigante” rivolto ai bambini per stimolare la conoscenza e l’uso dell’olio d’oliva sin dall’infanzia e che è protagonista di un importante progetto presentato anche in alcune scuole. Ovviamente interessanti sono stati gli interventi dei produttori presenti chiamati a ricevere il premio delle 5 Gocce Bibenda 2022. Tutti i 18 oli del Lazio protagonisti della giornata sono stati prima degustati in banchi d’assaggio a bordo piscina e poi proposti durante il pranzo dai nostri sommelier dell’olio per esaltare al meglio i piatti dello chef. Il piacevolissimo pranzo conviviale con i produttori ha concluso dunque l’interessante giornata.

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QUANDO NASCE UN CONSORZIO

QUANDO NASCE UN CONSORZIO B a r b a r a

P a l o m b o

Presentato ufficialmente al Vinitaly 2022 il Consorzio Vini Valle d’Aosta.

Costituito il 25 marzo 2022, il Consorzio dei Vini della Valle d’Aosta ha scelto il Vinitaly

per presentarsi e illustrare i progetti e le attività future.

Davide Sapinet, il presidente

Sappiamo quanto utile sia l’attività di questo organismo riconosciuto dal Mipaaf nella

Stefano Di Francesco e Andrea

Tutela del Vino italiano, nella Regolamentazione del Disciplinare, nelle di attività di

Barmaz presidente uscente

assistenza tecnica, di proposta, di studio per la promozione del territorio e del prodotto.

della Vival.

Uno strumento molto importante per la salvaguardia e la valorizzazione del Vino italiano, nostro Patrimonio collettivo. Stefano Di Francesco, Presidente di questo giovane Consorzio, ha preso la parola insieme all’assessore all’agricoltura e Risorse Naturali della regione Davide Sapinet e a Rudy Sandi, storico e scrittore, per illustrare gli obiettivi da conseguire raccontando la Valle d’Aosta dal punto di vista geografico, storico e culturale. È una terra piccola in dimensioni, ma con una grande tradizione vitivinicola, una complessa e particolare cultura enoica. I più alti monti d’Europa che si trovano in questo territorio, Monte Bianco, Monte Cervino, Monte Rosa e Gran Paradiso, sono l’evidenza palese dell’incredibile storia geologica valdostana: nascono dallo scontro avvenuto 130 milioni di 140

Da sinistra: l'assessore


anni fa tra gli antichi Continenti Europeo, Oceanico e Africano, e

Il clima della Valle d’Aosta non è semplice per la pianta della vite

da tale movimento sono nate le Alpi. Per intensità e per massimo

a causa delle basse temperature, però le estati sono abbastanza

impatto, il punto in cui gli strati si sono mescolati di più, quello

calde, la ventilazione è costante e ci sono escursioni termiche

soggetto al massimo innalzamento, ha generato la Valle d’Aosta.

significative. Questo permette una viticoltura di prezioso

Quindi si può affermare che le viti valdostane si nutrono di un

valore, frutto del duro lavoro dei vignaioli valdostani che hanno

suolo derivante da tre Continenti diversi e ciò conferisce alle uve,

“strappato” i terreni alla montagna, per mettere a dimora le viti

e al vino, caratteristiche uniche e irriproducibili.

su pendenze da capogiro. È una viticoltura eroica quella della Valle d’Aosta, dove il

Le vette della Valle d’Aosta sono un elemento imprescindibile

sodalizio tra passione, tecnica e amore verso la propria terra, si

dell’identità regionale; sulle loro pendici si adagiano i vigneti

traduce in vini prestigiosi.

terrazzati tramite tecniche secolari. I vitigni autoctoni valdostani esprimono una ricchezza straordi-

Buon lavoro allora al neonato Consorzio, con l’augurio che la

naria: dodici, distribuiti su soli 60 km lineari di viticultura, un

viticoltura di questi luoghi venga promossa e valorizzata come

vitigno diverso ogni 5 km di vigne valdostane, una biodiversità

merita. La Fondazione Italiana Sommelier formula i migliori

senza paragoni nel mondo.

auguri di successo nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. 141


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A n t o n e l l a

AUTOCTONO BULGARO

P o m p e i

AUTOCTONO BU 142


ULGARO

L’Europa è un antico vigneto e anche in Bulgaria la viticoltura ha radici antichissime. I Traci vi coltivavano la vite già tremila anni fa, seguiti poi dai Romani che introdussero nuove tecniche di vinificazione ed una categorizzazione di uve e vigneti. La Bulgaria oggi vanta una superficie vitata di circa 60 mila ettari, una produzione annua di 420 mila tonnellate d’uva e un’esportazione di 60 milioni di litri l’anno. 143


Bibenda 88 duemilaventidue

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AUTOCTONO BULGARO

Diversamente da quello che molti pensano, la viticoltura in Europa

radici antichissime. I Traci vi coltivavano la vite tremila anni fa,

non è mai stata solo appannaggio di Paesi come Italia, Francia, Spa-

seguiti poi dai Romani che introdussero nuove tecniche di vinifica-

gna o Germania. Chi scrive vi ha già parlato di vini croati e di vini

zione ed una categorizzazione di uve e vigneti. Sono state rinvenute

montenegrini, stavolta cercheremo di raccontare qualcosa a propo-

tracce di “leggi del vino” introdotte in Bulgaria nel II secolo d.C.

sito dei vini bulgari. La Bulgaria è oggi uno dei Paesi dell’Est euro-

dall’imperatore Antonius Pius e la successiva conversione al Cristia-

peo che vede una forte crescita nel contesto vinicolo internazionale:

nesimo portò nuovo impulso alla produzione e al consumo di vino.

ha una superficie vitata di circa 60 mila ettari, una produzione an-

Da alcuni decenni il governo bulgaro indirizza investimenti

nua di circa 420 mila tonnellate d’uva, di cui 250 mila destinate alla

nel settore vinicolo che ha fatto registrare un aumento sia della

vinificazione, ed un export vinicolo verso numerosi mercati per 60

produzione che dell’esportazione. La carta geografica della viti-

milioni di litri, per cui non si tratta certo di un’attività secondaria.

coltura bulgara può essere utilmente suddivisa in cinque grandi

L’Europa è un antico vigneto e anche in Bulgaria la viticoltura ha

regioni, che interessano quasi interamente il territorio nazionale.


REGIONE

DEL NORD:

nella parte nord-occidentale del Paese, si trova tra

il fiume Danubio e i Balcani da nord a sud e, da est ad ovest, nelle terre della Valle Dobrudzhae, al confine con i territori della ex Jugoslavia. I vini migliori di questa zona sono i vini rossi prodotti con il Gamza, un vitigno tipico locale, e con Cabernet Sauvignon e Merlot; i vini bianchi vengono soprattutto da Chardonnay, Riesling e Sauvignon Blanc. Qui vengono prodotti i migliori vini bulgari Suhindol e Rousse.

REGIONE

ORIENTALE:

è quella che si affaccia sul Mar Nero, confina a

nord con la Romania e a sud con la Turchia. È una zona vocata ai vini bianchi, prodotti con le uve bianche internazionali e con le locali Misket e Dimiat. Sono vini particolarmente speziati, molto apprezzati dai bulgari e dagli abitanti dell’est e del sud Europa, perché ben si adattano ai piatti della cucina locale e tradizionale.

VALLE DELLE ROSE: la coltivazione delle rose è il simbolo della Bulgaria, e la Valle delle Rose si trova nella parte centrale del Paese, a sud dei Monti Balcani. Il microclima presente in queste zone è unico nel suo genere e oltre alle magnifiche rose famose e ricercate in tutto il mondo, qui si producono anche vini apprezzati in tutta la nazione.

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AUTOCTONO BULGARO

LA VALLE DELLA TRACIA: è la regione meridionale che parte dai Monti Balcani fino al confine con la Grecia ed ha un clima più tipicamente mediterraneo. In questa valle viene coltivata la migliore uva della Bulgaria ed i suoi vini, soprattutto rossi, sono tra i più rinomati ed apprezzati del Paese. Le uve coltivate sono suddivise fra uve internazionali, prevalentemente Cabernet Sauvignon e Merlot, e uve autoctone bulgare, tra le quali spicca il Mavrud, un’uva a bacca rossa che può essere annoverata come il vitigno simbolo dell’enologia bulgara. Fonti nazionali lo descrivono come un vitigno che dà vini color rubino intenso, dai profumi essenzialmente di frutta rossa e di spezie e che, grazie alla struttura importante ad al buon bagaglio di acidità e di polifenoli, può prestarsi all’invecchiamento. Viene vinificato in purezza ma, anche per andare incontro ad un gusto più “internazionale”, viene spesso assemblato con il Cabernet Sauvignon e con il Merlot.

LA VALLE STRUMA: è la parte sud occidentale del paese, conosciuta anche come Pirin Macedonia. Da qui arriva dell’ottimo Cabernet e altri buoni vini rossi. Tra i vini più rinomati troviamo il Melnik, un vino molto robusto e aromatico da lasciare invecchiare per apprezzarne di più il gusto intenso e il Rosè Keratzuda, conosciuto anche con il nome di Kresna.

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Una curiosità: in Bulgaria, nella regione della Tracia, si trova un’azienda vitivinicola di proprietà italiana, l’azienda di Edoardo Miroglio, piemontese tra in più importanti imprenditori tessili italiani, che nel 2015 è stata eletta miglior cantina di Bulgaria. L’azienda si chiama Edoardo Miroglio Wine Cellar e si trova ad Elenovo, dove produce vini sia da vitigni internazionali quali Pinot Nero, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Chardonnay e Traminer, che da vitigni autoctoni qauli principalmente il Mavrud. Per la nostra degustazione abbiamo assaggiato due vini dell’azienda,Villa Yambol, che ha sede nella Valle della Tracia, i cui vini a base di Mavrud e Cabernet Sauvignon sono stati i vini bulgari più premiati nel 2019. Producono un’ampia gamma di etichette, da vitigni internazionali e locali. Villa Yambol 2019 - Mavrud e Cabernet Sauvignon, vol. 14% - € 4,00. Rosso rubino con riflessi violacei. Al naso sentori intensi e fruttati, di ciliegia e prugna. In bocca il sorso è caratterizzato dalla prevalenza delle durezze, con acidità in evidenza e una spinta alcolica accompagnata da un tannino ancora da smussare e dal ritorno leggermente amaro. Il corpo è pieno e la persistenza è moderata. Grigliata di carne mista al rosmarino. Kabile 2016 Villa Yambol - Mavrud e Cabernet Sauvignon, vol. 14% - € 6,50. Rosso rubino limpido. Profumo intenso di piccoli frutti rossi e neri come ribes e mirtilli e altre note dall’impronta di frutta poco matura, seguite da accenni speziati, di erbe aromatiche e da un ricordo di liquirizia. L’assaggio è brioso e caratterizzato da una certa rusticità, con un’acidità scalpitante e succosa. Il corpo è pieno, mentre il tannino restituisce una leggera nota amaricante. Buona la persistenza. Spezzatino di manzo al sugo di pomodoro e spezie. 147


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DIETRO OGNI GRANDE CHEF C’È SEMPRE UN GRANDE MAÎTRE

Dietro ogni grande Chef c’è sempre un grande Maître C a r l o

A t t i s a n o

Non sono ancora molti i ristoranti che hanno compreso

e del prezzo che tutto ciò richiede. Ma la scelta iniziale, si lega

l’importanza di comunicare con competenza le scelte e le

sostanzialmente al grande Chef che impersonifica poi la location

preparazioni dello Chef dal Maitre di Sala che ricopre

o che spesso dà il nome al Ristorante stesso. Scegliere di cenare

un ruolo determinante nel far vivere al commensale

presso la “casa” di uno Chef piuttosto che di un altro, significa

un’esperienza indimenticabile.

però non solamente volontà d’imbattersi nella meravigliosa estetica dei suoi piatti o nelle sensazioni uniche dei contrasti

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Una figura che ricopre un ruolo determinante. Esistono due

proposti, deve significare anche racconto di quelle materie prime

ambiti di pari ed indiscusso valore in un ristorante che si rispetti:

e di quelle maestrie adottate per elaborarle. Qui si apre lo scenario

la Cucina dove regna indiscusso la Chef e la Sala dove a farla da

chiave di questo approfondimento, e mi piace sottolineare come

gentil padrone è il Maitre (di Sala, appunto). Due metà di un

questo scenario abbia la stessa importanza del grande lavoro che

unico cuore pulsante per regalare all’ospite un’esperienza che vuole

viene realizzato nelle segrete stanze delle grandi cucine e di come

andare al di là delle pietanze stesse. Oggi, decidere di andare in

esso sia praticamente complementare ed indissolubilmente legato

un Ristorante di livello significa ricercare un’emozione a 360° che

al successo del ristorante prescelto: la voce stellata dello Chef.

completi anche quella culinaria. Il Ristorante con la “R” maiuscola

Ancora oggi, purtroppo, non sono molti i Ristoranti che hanno

è diventato nel corso degli ultimi anni anche un teatro sensoriale

compreso l’importanza del trasferire la maniacalità delle scelte e

dove per teatralità s’intende la parte sana dello spettacolo, quella

delle preparazioni di un grande Chef che, se non comunicate ed

che ti fa alzare dalla tavola con un ricordo che ti porti dentro e

approfondite poi a tavola, fanno vivere la famosa esperienza che

che ti apre la porta dell’emozione di aver vissuto un’esperienza.

si ricerca nell’andare in quel posto specifico, solamente al 50%

Non si tratta solo di un pranzo o di una cena, si tratta spesso di

(direi anche al 40%): un grande piatto che viene proposto dallo

un viaggio emozionale fatto attraverso le materie prime, attraverso

Chef in maniera impeccabile, se non vive anche di un racconto

grandi vini che ad esse si accompagnano esaltandole, si tratta di

delle materie prime che lo compongono, perde una buona fetta

un rituale di accoglienza fatto di attenzioni, eleganti e discrete

del suo appeal. Non dimentichiamoci mai che è sempre il nostro

“coccole” e stile. Accoglienza, dunque, e un servizio dedicato

cervello che bendispone il palato o meglio, che lo aiuta predisporre

che travalicano la sfera della grande Cucina che viene degustata

tutte le nostre papille gustative ed i nostri ricettori sensoriali in

e che completano e giustificano spesso la scelta della location

maniera tale che quando si degusta la portata preparata, il nostro


corpo, sorretto e spinto dalla descrizione della particolarità delle materie prime selezionate, è già proiettato verso una positività che l’assaggio poi completa e suggella. In realtà è un concetto abbastanza semplice e facile da intuire. Immaginate, solo per fare un piccolo esempio, che vi troviate di fronte ad un piatto che oltre ad essere presentato visivamente come un’opera d’arte, viene raccontato snocciolando alcuni dettagli che non solo danno il peso delle materie prime scelte, ma che vi fanno entrare in una dimensione che vi da l’idea di essere di fronte ad un unicum facendovi sentire dei privilegiati. Un conto è sapere di magiare un filetto di cervo su un letto di patate viola, un conto è sapere che il filetto di cervo è considerata la carne più salutare al mondo in quanto di questo animale non esistono allevamenti ma è una bestia che vive allo stato brado nutrendosi solo di quello che Madre Natura gli offre in maniera incontaminata ogni giorno, un conto è sentirne il giusto punto di sale all’assaggio e un conto è sapere che quel sale di cui si sta godendo è un sale in fiocchi di Maldon che si ottiene esclusivamente dall’ebollizione dell’acqua dell’alta marea proveniente dalle antiche scogliere inglesi. I classici dettagli che fanno la differenza e che riescono ad aumentare, solamente attraverso una percezione mentale, la bontà e l’unicità di una pietanza già di per sé meravigliosamente realizzata. Tutto ciò, tutta questa grande operazione di racconto che poi diventa puro coinvolgimento mentale, può (deve) essere gestita esclusivamente da colui che è il padrone del 50% di quella casa che è adibita ad accogliere e coccolare gli Ospiti in attesa che nel suo regno (la cucina, l’altro 50% della casa..) l’artista dei fornelli inizi a preparare per poi deliziare tutti i commensali con le sue sculture gastronomiche. Quella del Maitre, quella del Maestro di Sala appunto, è una professione che si può costruire fino ad un certo punto, perché la formazione e l’esperienza rimangono sì, basilari, in una professione come questa, ma è solo attraverso una sensibilità innata che non appartiene a tutti, che si può completare l’opera dell’altro Maestro, lo Chef, regalando emozioni e ricordi unici: la voce stellata dello Chef, appunto. 149


i r o t t u d o r p i n o c A tavola C i n z i a

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B o n f à


Siamo entrati nelle cucine di alcuni produttori di vino chiedendo loro di raccontarci una propria ricetta alla quale sono particolarmente legati.

IL PRODUTTORE Questo mese ci apre le sue porte Batasiolo, azienda di La Morra, sita nel cuore delle Langhe, che vanta una produzione capace di coniugare una qualità di alta fattura a numeri importanti. Questo perché la famiglia Dogliani fa parte di quell’élite di produttori che hanno consolidato nel tempo la celebre storia vitivinicola della regione, forti anche della condizione di avere vigneti nei più prestigiosi cru di Barolo con Cerequio e Brunate a La Morra, Boscareto e Briccolina a Serralunga d’Alba, e Bussia a Monforte d’Alba. Luoghi di indissolubile bellezza capaci di regalare sempre emozioni diverse, le stesse che regalano i vini che qui si producono. Ci accoglie con fare gentile ed elegante Paola Marrai, parte integrante della famiglia Dogliani, sempre al fianco come compagna di vita di Fiorenzo Dogliani, presidente della Batasiolo. Paola si occupa di alcuni mercati asiatici, come Cina, Indonesia, Corea, Dubai, Bahrain ma anche Brasile. Di tanto in tanto tanto, si dedica in cucina nella preparazione di piatti gastronomici molto ricercati ma semplici, dall’appeal estemporaneo ma classico come lo è uno spaghetto aglio, olio e peperoncino adagiato su un letto di totani in guazzetto.

SPAGHETTINI AGLIO, OLIO E PEPERONCINO SU GUAZZETTO DI TOTANI Ingredienti per 4 persone: 300 gr di spaghettini 600 gr di totanetti 200 gr di pomodorini datterini prezzemolo q.b. 2 spicchi d’aglio olio EVO q.b. peperoncino q.b. Preparazione 1. Tagliare a metà i pomodorini datterini, imbiondire uno spicchio d’aglio nell’olio di oliva, aggiungere i pomodorini, salare e farli cuocere per 10 minuti a fuoco medio. 2. Passare la salsa di pomodorini al setaccio, rimetterla in un pentolino sul fuoco aggiungendo i totanetti già puliti e tagliati a listarelle, facendoli cuocere per 10 minuti. 3. In una padella far rosolare aglio, olio e peperoncino, spegnere e aggiungere il prezzemolo tritato. 4. Cuocere gli spaghettini in abbondante acqua salata. Scolare la pasta al dente versandola nella padella con il soffritto già pronto e mantecarli con abbondante acqua di cottura della pasta e olio Evo. 5. Impiattare sul fondo il guazzetto di totanetti caldo e sopra un nido di spaghettini.

L’ABBINAMENTO Per l’abbinamento Paola suggerisce l’ultimo nato in casa Batasiolo, il Micó 2021, un vino rosato, prodotto con uve Nebbiolo e Barbera, dalla grande propulsione aromatica in grado di esprimere intensità, trasversalità e piacevolezza. La guizzante freschezza e il carattere distintivo, dato dall’aromaticità dei vitigni, lo rendono versatile e pronto a mettere in discussione qualsiasi piatto in abbinamento, anche il più sostanzioso, come può essere questo appena proposto. La lieve piccantezza del piatto unita alla grassezza del cefalopode e al sapore dolce del datterino, ben si sposano con la sensualità del succo e la freschezza languida ma vivace del vino. Micó in dialetto piemontese significa “anche io”, per cui è un vino che si inserisce d’istinto con consapevolezza nell’ampia gamma della produzione aziendale, dando una nuova interpretazione dei profumi delle Langhe. La bottiglia trasparente mette già in luce il bel colore salmone brillante preludio a un piacevole bouquet olfattivo con sensazioni di frutti di bosco, lampone, magnolia, biancospino, kirsch e fiori di pitosforo. Assaggio dinamico con acidità scintillante ma al contempo morbido e carezzevole, gustoso, dai sottili richiami al lampone e dal finale fruttato. Le uve sono state raccolte e vinificate separatamente in bianco. Matura 4 mesi sulle fecce fini in acciaio.

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Consulenti dell’Editore Fabrizio CASADIO Internet DIRETTORE

Pierluigi DEL SIGNORE Medicina

Franco M. RICCI

Stefano MILIONI Editoria Andrea MASOTTA Legislazione

Caporedattore centrale

Barbara TAMBURINI Enologia

Paola SIMONETTI

Gianfranco VISSANI Cucina

Hanno collaborato a questo numero Carlo ATTISANO, Vittoria BENEDETTI, Cinzia BONFÀ, Lorenzo COSTANTINI, Giulia DI GIOVANNI, Paolo LAUCIANI, Marco MEDORI, Barbara PALOMBO, Antonella POMPEI, Stesy RUGGIERI, Federico SORGENTE.

Grafica e Impaginazione Fabiana DEL CURATOLO

BIBENDA per rendere più seducenti la cultura e l’immagine del vino

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Anno XXI

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n. 88

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Luglio 2022

> Direzione, Redazione e Amministrazione 00136 Roma - Via A. Cadlolo, 101 - Tel. 06 8550941 - Fax 06 85305556 >

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> Iscrizione al Registro Operatori della Comunicazione al n° 9.631 L’analisi sensoriale, che evidenzia la qualità dei vini di tutte le nostre recensioni, viene effettuata con metodo e scuola di Fondazione Italiana Sommelier. Bibenda, la rivista nata nel 2002 su progetto grafico originale di Bets Design S.r.l., Roma. Altre Pubblicazioni di Bibenda Editore | BIBENDA la Guida online ai Migliori Vini, Grappe, Oli e Ristoranti | L’Arte del Bere Giusto / Il Gusto del Vino / Il Vino in Italia e nel Mondo / Abbinare il Vino al Cibo / Il Dizionario dei Termini del Vino (sono i testi del Corso di qualificazione professionale per Sommelier riconosciuto in tutto il mondo) | Ti Amo Italia (la pubblicazione in inglese su Vino e Cibo italiani) | Il Quaderno di Degustazione del Vino | Bibenda 2020 Ti Amo Italia del Vino (Edizione Speciale per il francobollo dei 20 anni) | La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene. Pellegrino Artusi | I prodotti della terra d'Italia.


III


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