L'isola che non c'è Selezione di testi antichi della Biblioteca comunale di Trento intorno alle utopie e ai luoghi immaginari
Opere esposte in occasione della presentazione della digitalizzazione e dell'inserimento in Wikisource del manoscritto BCT1 -1 538 della Biblioteca comunale di Trento. Testi a cura di Milena Bassoli e Mauro Hausbergher. Fotografie di Luciano Palombi Stampato in proprio - Dicembre 201 6
Dai miti greci ai romanzi fantasy piĂš recenti i luoghi immaginari hanno sempre popolato la letteratura: cittĂ e isole misteriose e felici, regni ipogei, extragalattici o in dimensioni parallele hanno offerto lo spunto ad avventure e a riflessioni piĂš profonde. In queste vetrine intendiamo proporre una piccola selezione di testi provenienti dalle antiche raccolte della Biblioteca per testimoniare questa presenza anche nelle opere del passato, alcune famose e altre meno note, ma sicuramente non meno affascinanti.
BCT1 -1 538 Manoscritto della Città del sole Si tratta della più antica redazione nota del testo di Tommaso Campanella ed è giunto in biblioteca nel 1 841 con la collezione di documenti e testi a stampa donata alla città dal giudice Antonio Mazzetti. Non sappiamo molto altro della storia di questo manoscritto: come sia arrivato nelle mani di Mazzetti, a chi sia appartenuto e perché sia attualmente legato con altri testi di natura - e anche formato completamente diversi (una storia di Venezia dal 1 297 al 1 582).
Platone, La republica tradotta dalla lingua greca nella
thoscana dall'eccellente phisico messer Pamphilo Fiorimbene da Fossombrone ...., Venezia, Gabriele Giolito
de Ferrari & fratelli, 1 554
Scritta in forma dialogica approssimativamente tra il 390 e il 360 a. C. La Repubblica è il progetto di una città ideale, governata in base a principi filosofici ed è sicuramente l'esempio più celebre di quelle teorie politiche che col passare dei secoli prenderanno il nome di utopie.
Thomas More, Utopia a mendis vindicata, Amsterdam, Johann Jansson, 1 631 Minuscola edizione (in sedicesimo) del notissimo testo di Thomas More del quale ricorre quest'anno il cinquecentesimo della pubblicazione. Fu proprio Tommaso Moro a coniare il termine Utopia (nessun luogo) per localizzare l'isola immaginaria sede di una societĂ ideale descritta nella sua fortunatissima opera.
Nicolas Sanson, Atlantis insula Ă Nicolao Sanson antiquitati restituta, Paris, Guillaume Sanson, 1 699 In questa curiosa carta geografica disegnata da Nicolas Sanson verso il 1 675 e ripubblicata dal figlio Guillaume sono individuati e "localizzati" alcuni dei piĂš famosi luoghi immaginari della tradizione: Atlantide che corrisponde al continente americano, Thule identificata con l'Islanda, le Isole Fortunate localizzate in prossimitĂ delle Canarie e il Giardino delle Esperidi che sembra coincidere con le isole dell'area compresa tra le Bahamas Cuba e Haiti.
Jonathan Swift, Travels
into several remote Nations of the World by Lemuel Gulliver,
London, Charles Bathurst, 1 766
Anche Lemuel Gulliver nei suoi notissimi Viaggi (pubblicati per la prima volta nel 1 726) si imbatte in luoghi fantastici. Nel quarto ed ultimo viaggio Gulliver arriva nel mondo degli Houyhnhnms, cavalli razionali molto saggi e molto intelligenti, dotati di parola e cervello che usano meglio degli umani. La società degli Houyhnhnms si basa sui principi della più pura razionalità: essi non hanno religione e non conoscono dolore per la morte (anche quella dei loro cari), la loro struttura sociale è basata sulla famiglia con due figli di ambo i sessi e nella loro lingua non ci sono termini per definire i sentimenti, la falsità, l’ipocrisia. Le loro terre hanno un unico difetto: ospitano degli esseri brutali, che camminano su due gambe al posto di quattro, gli Yahoos, del tutto uguali agli esseri umani.
Charles Johnson, Histoire des pirates anglois, Utrecht, Jacob Broedelet, 1 725 L'opera, pubblicata per la prima volta a Londra nel 1 724, narra le vicende di alcuni tra i pirati piĂš famosi, reali e immaginari, ed ebbe un'immediata fortuna. Sul nome del misterioso autore circolarono le notizie piĂš disparate: alcuni lo credettero egli stesso pirata, in altri casi si suppose che Charles Johnson fosse uno pseudonimo di Daniel Defoe. Nel libro si narra, tra l'altro, di una colonia di pirati, Libertalia, situata a sud del Madagascar, fondata alla fine del Seicento dal capitano Henry Avery. La leggendaria colonia si sarebbe retta su proprie leggi, avrebbe avuto una propria moneta e una propria lingua.
Jakob Bidermann, Vtopia, Dillingen, Kaspar Sutor, 1 640 Jakob Bidermann fu uno scrittore, soprattutto di opere teatrali, insegnante e inquisitore gesuita vissuto a cavallo tra XVI e XVII secolo. Il suo unico romanzo, Utopia, pubblicato postumo, fu pensato con intento didattico e morale per gli studenti del collegio gesuita di Augsburg. Il romanzo narra il viaggio di tre amici in un mondo "altro" chiamato Utopia, un luogo fantastico in un cui si festeggia un eterno carnevale, il quale produrrĂ terribili conseguenze morali sui tre protagonisti.
Iacopo Sannazzaro, L'Arcadia. Napoli, Felice Mosca, 1 71 91 720 Fortunatissimo romanzo pastorale scritto nella seconda metĂ del XV secolo, in cui si narra la fuga, dopo una delusione amorosa, di Sincero dalla sua cittĂ , Napoli, verso un mondo idealizzato, l'Arcadia appunto, in cui vivono poeti-pastori. Sincero trova conforto nella partecipazione e nell'ascolto dei canti e delle composizioni dei pastori e trova rifugio nell'armonia della natura.
Louis SĂŠbastien Mercier, L'an deux mille quatre cent quarante, London : [s.n.], 1 785 L'interessante romanzo fantastico dell'illuminista Mercier, sposta, per la prima volta nella storia della letteratura utopistica, la societĂ utopica lontana nel tempo e non nello spazio. Infatti l'autore immagina di addormentarsi e di svegliarsi dopo 700 anni nel 2440 in una Parigi in cui, dopo una rivoluzione pacifica, si vive secondo un modello ispirato ai principi progressisti dell'illuminismo.
François de Salignac de La Mothe-Fénelon, Avantures de Telemaque fils d'Ulysse, Den Haag, Daniel Barthélemy, 1 706 Il romanzo, pubblicato per la prima volta alla fine del XVII secolo, costò l'espulsione dell'autore dalla corte di Luigi XIV, dove era stato nominato precettore. L'opera narra le avventure del figlio di Ulisse, Telemaco, che, accompagnato dal precettore Mentore, attraversa diversi paesi e ne osserva i problemi politici, economici e sociali, con una chiara allusione satirica al regno di Luigi XIV.
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