Il Bollettino Salesiano – Giugno 2020

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LE CASE DI DON BOSCO Antonio Carbone

Torre Annunziata

Don Bosco “in frontiera”

L

a presenza dei Salesiani a Torre Annunziata risale al 1929. Primo Direttore fu lo stimatissimo don Ermidoro Caramaschi. Lo zelante sacerdote diocesano di Torre don Pasqualino Dati, che tanto si adoperava per l’educazione cristiana dei ragazzi della sua città, ottenne da don Paolo Albera, secondo successore di don Bosco, che si impiantasse a Torre un Oratorio Salesiano e acquistò lui stesso il terreno e un piccolo fabbricato in contrada “Pie’ d’ulivo” per far iniziare il lavoro dei Salesiani per i giovani di Torre. I Superiori Salesiani oltre all’Oratorio pensarono, da subito, di mettere una scuola per ragazzi aspiranti al sacerdozio. Negli anni Quaranta e Cinquanta è stata anche studentato filosofico per i giovani salesiani che si preparavano al sacerdozio. I salesiani di Torre hanno continuato a formare altri giovani salesiani fino alla fine degli anni settanta. Sin dalla loro venuta, divennero subito un punto di riferimento significativo per tantissimi giovani della città e per tutto l’ambiente cittadino, dal punto di vista spirituale, ma anche civile e sociale. Diretta e animata da Salesiani dinamici e convinti, specie in certi momenti storici delicati e drammatici per la città, la presenza salesiana in particolare attraverso l’oratorio è stata punto di riferimento unico, ha dato un contributo eccezionale per la solidarietà sociale e cristiana, riconosciuto dalle più alte autorità civili e religiose. La Città di Torre Annunziata, dove i salesiani operano da circa 90 anni oggi è caratterizzata da un contesto socio-economico multiproblematico. Da un punto di vista socio-culturale, un’approfondita lettura del contesto lascia emergere queste critici-

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tà: basso tasso di scolarizzazione della popolazione; elevati livelli di dispersione e abbandono scolastico che determina un livello basso di conoscenze e di competenze tali da incidere su una “marginalizzazione” dell’individuo; disagio diffuso legato alle condizioni socio-economiche; insufficienti opportunità per la popolazione giovanile con un tasso di disoccupazione passato dal 49,9% del 2017 al 54,7% del 2018, e la persistenza di sacche di illegalità diffusa tra adulti e minori. La camorra è fortemente attiva nella zona, soprattutto col racket ed il traffico di droga nel quale sono sempre più spesso “utilizzati” gli adolescenti, che iniziano con


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