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ILLUMINARE


ILLUMINARE

Le grandezze illuminotecniche Flusso luminoso (φ) [lumen, lm] Quantità di energia luminosa emessa nell’unità di tempo da una sorgente. Efficienza luminosa L’efficienza luminosa è il rapporto esistente tra il flusso luminoso emesso da una fonte luminosa (Lumen) diviso la potenza elettrica assorbita, espressa in Watt. [lumen/Watt]


ILLUMINARE Le grandezze illuminotecniche Intensità luminosa (I) [candela, cd = lm / sr] Flusso luminoso emesso all’interno dell’angolo solido unitario (steradiante) in una direzione data.


Illuminamento (E) [lux, lx = lm / m²] Rapporto tra flusso luminoso ricevuto da una superficie e area della superficie stessa


Luminanza (L) [candela / m², cd / m²] Rapporto tra intensità luminosa emessa da una superficie in una data direzione e l’area apparente di tale superficie. La luminanza (L) una grandezza soggettiva, dipendente dalla posizione dell’osservatore. Corrisponde alla quantità di luce che effettivamente giunge al nostro occhio.


Durata delle lampade Quando si parla di durata della lampada si fa riferimento in genere a due parametri: • durata di vita media: il numero di ore di funzionamento dopo il quale una percentuale di un determinato lotto di lampada in ben definite condizioni di prova, smette di funzionare. • durata di vita media economica: rappresenta il numero di ore di funzionamento dopo il quale il flusso luminoso scende per effetto del decadimento luminoso al di sotto di un valore percentuale prestabilito.


La durata delle lampade è misurata generalmente in ore (h). Diversi sono i fattori che influenzano la vita operativa di una lampada, come la temperature ambiente, lo scostamento dalla tensione nominale, il numero e la frequenza delle accensioni e le sollecitazioni meccaniche. A seconda della tipologia di lampada installata tali fattori sono piĂš o meno incisivi. Il fenomeno del decadimento luminoso che coinvolge tutte le lampade, rappresenta la riduzione del flusso luminoso con il trascorrere del tempo di funzionamento e comporta inevitabilmente una riduzione dell’efficienza. Fisicamente si manifesta con un annerimento del vetro che ingloba il corpo emettitore di luce oppure con il degrado delle sostanze (polveri fluorescenti, gas di riempimento ecc..).



Temperatura di colore T (K) Il parametro che descrive il colore apparente della luce emessa da una sorgente luminosa è la temperatura di colore. Si misura in gradi Kelvin (° K), ed è definita come “la temperatura di un corpo nero (o Planckiano) che emette luce avente la stessa cromaticità della luce emessa dalla sorgente sotto analisi”.


Temperatura di colore T (K) Convenzionalmente si parla di sorgente “fredda” quando si registra una temperatura di colore superiore ai 5.300 °K (colore bianco-azzurro), sorgente “calda” per temperature inferiori ai 3.300 °K (colore rosso scuro) e sorgente “neutra” per temperature comprese tra i 3.330 e 5.300 °K (colore arancione-giallo).




Temperatura di colore T (K) Dal punto di vista psicologico esiste una stretta relazione tra la tonalità della luce ed il comfort ambientale. Ad esempio in locali ove siano previsti valori di illuminamento piuttosto modesti è consigliabile installare lampade che emetta no luce a tonalità calda piuttosto che neutra o fredda. Si veda al riguardo il diagramma di Kruitoff


Resa cromatica L’indice di resa cromatica (CRI o Ra) è un indicatore che quantifica la capacità della luce emessa da una sorgente di far percepire i colori degli oggetti illuminati. La quantificazione avviene per confronto con una sorgente di riferimento (metodo CIE) e valuta l’alterazione, o meno, del colore delle superfici illuminate percepito nelle due condizioni.


Resa cromatica La sorgente campione per eccellenza è la luce naturale, anche se leggermente alterata da condizioni climatiche e dalle diverse fasce orarie del giorno. Nella valutazione del valore del CRI bisogna sottolineare che non è sempre vero che una lampada con alto indice di resa cromatica sia migliore di un’altra con un indice inferiore, in quanto tale valutazione deve essere effettuata in base all’utilizzo reale ed alla funzione della lampada stessa. Una delle migliori lampade in termini di resa cromatica è la lampada ad incandescenza che però ha una bassa efficienza luminosa e una breve durata, due caratteristiche molto importanti per una lampada.


Altri due aspetti da considerare sono: • la tipologia di attacco che rappresenta la parte della lampada che, inserita nel portalampada, la pone in contatto funzionale con i punti terminali dell’alimentazione elettrica. Tali attacchi sono classificati da una convenzione internazionale;

• la presenza, tra le componenti delle lampade, di sostanze nocive e pericolose per l’uomo e l’ambiente come ad esempio il mercurio (Hg) e il piombo (Pb).



DIMMERABILE SI - NO La regolazione della luce indica se la lampadina può essere o meno dimmerabile, ovvero utilizzata anche su impianti o lampade muniti di regolatori elettronici della luce (dimmer).





L’illuminazione ambiente naturale Una buona illuminazione rende disponibile una adeguata intensità e direzione di illuminazione sull’area di interesse, una appropriata resa dei colori, la assenza di fastidi, una soddisfacente varietà in qualità ed intensità della luce sia nello spazio che nel tempo. Le preferenza della gente nel campo della illuminazione sono fondamentalmente soggettive, tuttavia è importante notare che, in generale, la gente è disponibile ad accettare una gamma più estesa di valori di illuminazione se questa proviene da una sorgente naturale.


L’illuminazione ambiente naturale Il fattore di illuminazione diurna è calcolato secondo la normative italiana attraverso la seguente formula:

DFm = ( Aw * ε * ψ * t ) / Stot * (1- δm) dove: Aw: rappresenta l’area superficiale della finestra (m²); ε: rappresenta un fattore per tener conto delle ostruzioni esterne; ψ: rappresenta un fattore per tener conto dello spessore del muro della finestra; t : rappresenta il fattore di trasmissione del vetro della finestra; Stot: rappresenta la superficie totale interna della stanza (m²); δm: rappresenta il fattore di riflessione medio di tutte le superfici interne dell’ambiente.


L’illuminazione ambiente naturale Il valore del DF richiesto è ovviamente variabile in funzione della attività svolta nell’ambiente, a puro titolo di esempio si possono considerare i seguenti riferimenti.

Ambiente

DF medio

DF minimo

Ospedale

5

1

Ufficio

5

2

Classe scolastica

5

2

Salotto

1.5

0.5

Camera da letto

1

0.3

Cucina

2

0.5


L’illuminazione ambiente naturale I tubi di luce I lucernari tubolari sono convogliatori di luce naturale concepiti per portare la luce solare nelle zone degli edifici lontane dalle pareti perimetrali, non raggiungibili direttamente o in misura adeguata, dal flusso luminoso naturale delle finestre o dei lucernari tradizionali.


L’illuminazione ambiente naturale I maggiori vantaggi che i lucernari tubolari apportano nell’edilizia moderna derivano dalla possibile rivalutazione d’uso di spazi preziosi delle costruzioni, assicurandovi la fruizione della luce naturale. A questi vantaggi vanno poi associati quelli, non meno importanti, del risparmio di elettricità e della protezione ambientale, riducendosi i consumi per illuminazione e climatizzazione nelle fasi diurne raggiungendo, naturalmente, livelli di illuminamento adeguati alle attività.


L’illuminazione ambiente naturale I “tubi di luce” sono realizzati tramite di tubazioni rivestite all’interno di materiale riflettente, è fondamentale evidenziare che questa tipologia di apparecchi funziona anche in condizioni di cielo coperto. Un tubo di luce è composto da tre parti distinte: •la testa di captazione, •il canale riflettente, •la bocca di emissione.


L’illuminazione ambiente naturale La testa di captazione, situata a contatto con l’ambiente esterno (generalmente il tetto), ha la funzione di raccogliere e direzionare nella maniera più efficiente la radiazione incidente: poiché minore è il numero delle riflessioni della luce all’interno del canale, maggiore la quantità di energia trasferita, il disegno della testa di captazione risulta l’elemento più critico dal punto di vista progettuale per massimizzare l’efficienza del sistema. Esistono sostanzialmente due tecniche: la prima utilizza lenti di Fresnel che piegano la radiazione incidente lungo l’asse del condotto, la seconda un sistema di specchi posizionati in maniera opportuna.


L’illuminazione ambiente naturale Il canale riflettente permette di condurre la luce al punto di utilizzo con la maggiore efficienza possibile. La proprietà di riflessione del materiale utilizzato risulta quindi il fattore critico, particolarmente nel caso di geometrie complesse. •Il condotto è una guida composta da elementi tubolari e da elementi ad asse curvabile che vengono configurati ed assemblati secondo le necessità impiantistiche, in sito.


L’illuminazione ambiente naturale •La superficie dello strato interno è una pellicola multistrato altamente riflettente, solidamente ancorata a un laminato di lega di alluminio, particolarmente elastico, resistente alle azioni aggressive degli inquinanti ambientali. La trasmittanza luminosa del condotto (TTE = efficienza di trasmissione del tubo), dipende dalla sua riflettività speculare (R = riflettanza %). Variazioni dello 0,1% di R possono determinare apprezzabili differenze nelle prestazioni del condotto. •La geometria del condotto influisce sulle prestazioni di trasporto attraverso il coefficiente di forma del tubo, espresso in via preliminare, come coefficiente di aspetto cioè il rapporto tra la sua lunghezza, L ed il suo diametro, D


•Le perdite di efficienza aumentano con la lunghezza del condotto, le sue variazioni di direzione e con l’aumentare della distanza angolare della traiettoria del raggio entrante, rispetto a quella dell’asse del condotto. I materiali riflettenti più comunemente usati nella costruzione dei condotti di luce, sono a base di argento o alluminio con riflettività speculari di circa il 90% e riflettività totali del 95%. •Recentemente a questi materiali si sono aggiunti i film multistrato, altamente riflettenti nel campo visibile con riflettività speculare dell’ordine del 99%, costituiti da una molteplicità di strati sottili trasparenti fabbricati con materiali dielettrici; si creano così condizioni di riflessioni totale per tutte le lunghezze d’onda del campo visibile (400 — 700 nm) che, in aggregato, producono l’altissima riflettività del film per un ampio intervallo di angoli di incidenza.


La bocca di emissione I “tubi di luce� risultano facilmente applicabili su tutte le strutture di copertura, possono seguire percorsi obliqui, orizzontali o tortuosi ed essere integrati da opportuni portalampade. I diametri disponibili sono diversi, possiamo tuttavia considerare i seguenti riferimenti: diametro del tubo in cm

Lunghezza massima del condotto

Superficie illuminabile in mq

25

6

15

35

9

22

53

13

35


Le fibre ottiche Illuminatori a fibre ottiche opportunamente integrate con lenti Fresnel sono in grado di trasferire all’interno degli edifici la luce naturale dalle coperture attraverso opportune canalizzazioni in fibra ottica. Tali illuminatori utilizzano la luce disponibile in copertura per illuminare con luce naturale spazi interni sfavoriti per profondità o per posizionamento rispetto alle pareti esterne.


ILLUMINARE I livelli d'illuminamento, spesso considerati l'unico parametro interessante di un impianto, rappresentano invece solo una parte degli effetti realizzati. Ogni persona può gradire livelli d'illuminamento diversi. Per illuminare una stanza dove poter compiere gesti abituali (quindi un'illuminazione diffusa) occorrono 100 lux; per le attività che richiedono piÚ attenzione, (quindi un'illuminazione localizzata) occorrono da 200 a 500 lux; per richiamare l'attenzione su come illuminare un quadro, un oggetto o un dettaglio (quindi un'illuminazione puntuale) occorre da 500 a 1.000 lux. L'occhio umano riesce a distinguere delle forme anche con solo 5 lux,, leggere e lavorare da 150 lux in poi, in una giornata di sole all'aperto possiamo avere illuminamenti pari anche a 200.000 lux o piÚ.


La tonalità della luce La tonalità di luce è funzione della temperatura di colore, riportiamo alcune grandezze indicative: § tono caldo < 3.300 K § tono neutro < 3.300 - 5000 K § tono bianchissimo 4.000 K § luce diurna > 5.000 K La temperatura di colore della lampada assume una importanza particolare. Ad esempio, un ambiente esposto a nord (luce naturale con alta temperatura di colore) può integrarsi meglio con una illuminazione fluorescente che risulterebbe invece del tutto cromaticamente inadatta ad ambienti normalmente illuminata dalla luce solare.


ILLUMINARE Le lampade ad incandescenza Sono le più diffuse nell’ambito dell’illuminazione domestica e possono essere di varia forma: a goccia, a pera, sferica, tubolare, ad oliva, a tortiglione, ecc. Sono costituite da tre parti essenziali: l’ampolla (o bulbo) esterna, l’attacco e il filamento. Emettono luce di tonalità “calda” e l’indice di resa cromatica, ovvero la capacità di distinguere i colore, presenta il valore 100, massimo possibile.


LAMPADE AD INCANDESCENZA “ALOGENE” Sono lampade ad incandescenza all’interno delle quali viene introdotta una miscela di alogeni che crea un processo di rigenerazione del filamento. Vantaggi rispetto alle lampade ad incendescenza: -Maggiore efficienza luminosa - Emettono la luce ad una temperatura superiore, quindi più gradevole


LE LAMPADE A SCARICA IN GAS Alla famiglia delle lampade a scarica in gas appartengono le lampade fluorescenti. Esse sono costituite da un contenitore di vetro, con elettrodi sigillati alle estremità all’interno del quale si trovano vapore di mercurio e un gas con particolari sostanze fluorescenti che trasformano le radiazioni ultraviolette invisibili, prodotte all’interno del tubo stesso quando si innesca la scarica nel vapore di mercurio, in radiazioni luminose visibili. Possiamo suddividere le lampade fluorescenti in: -Lampade fluorescenti tubolari -Lampade fluorescenti tubolari ad alta frequenza -Lampade fluorescenti compatte


LE LAMPADE A SCARICA IN GAS Le fluorescenti compatte

Le lampade fluorescenti tubolari


LED Un led non è altro che un diodo capace di emettere luce. Un diodo è un semiconduttore che si comporta come una valvola nelle tubature, o come le valvole cardiache nel nostro cuore: quando si applica la tensione in un verso, il diodo conduce la corrente, quando si applica la tensione in verso opposto, esso si comporta come un filo interrotto. I led costituiscono una "anomalia" nel senso che quando un particolare tipo di diodo viene attraversato dalla corrente, una parte di essa viene trasformata in luce. Cambiando il materiale con cui sono fatti i led, si ottengono diversi colori.


LED I primi diodi LED erano disponibili solo nel colore rosso. Venivano utilizzati come indicatori nei circuiti elettronici e nei display. Successivamente vennero sviluppati LED che emettevano luce gialla e verde e vennero realizzati dispositivi che integravano due LED, generalmente uno rosso e uno verde, nello stesso contenitore permettendo di visualizzare quattro stati (spento, verde, rosso, verde+rosso=giallo) con lo stesso dispositivo. Negli anni novanta vennero realizzati LED con efficienza sempre pi첍 alta e in una gamma di colori sempre maggiore fino a quando con la realizzazione di LED a luce blu fu possibile realizzare dispositivi che, integrando tre LED (uno rosso, uno verde e uno blu), potevano generare qualsiasi colore.


LED I LED sono sempre piÚ utilizzati in ambito illuminotecnico in sostituzione di alcune sorgenti di luce tradizionali. I motivi principali per cui è consigliabile utilizzare i led rispetto alle lampade ad incandescenza, alogene o fluorescenti compatte (comunemente chiamate a risparmio energetico) per l'illuminazione nelle abitazioni sono: Durata : (15 volte di piÚ) i led da noi utilizzati hanno una durata di funzionamento molto elevata (fino a 50.000 ore) e questo garantisce una grande affidabilità nel tempo.


LED Elevato risparmio energetico: consumo bassissimo che si traduce in un risparmio sulla bolletta dell’energia elettrica. Nessun costo di manutenzione: i costi di manutenzione derivanti dalla periodica sostituzione di lampadine fulminate si riducono notevolmente (si azzerano addirittura). NON dannose per la salute: tutte le altre lampadine presentano problemi di radiazioni elettromagnetiche, mercurio e radiazioni UV


ILLUMINARE L’efficienza luminosa dichiara quindi il rendimento di una lampada o di un apparecchio illuminante. Avere una lampadina ad alta efficienza significa quindi risparmiare! Per avere un’idea delle varie efficienze luminose, riporto i valori significativi di alcune classi di lampade: Lampade ad incandescenza è pari a circa 6-18 lm/W Lampade a mercurio Ef = 40 – 60 lm/W Lampade agli alogenuri Ef = 60-100 lm/W Lampade al sodio ad alta pressione Ef = 60 – 150 lm/W Lampade al sodio a bassa pressione Ef = 100 – 190 lm/W Lampade a LED fino a 150 lm/W


Efficienza luminosa L’efficienza luminosa è il rapporto esistente tra il flusso luminoso emesso da una fonte luminosa (Lumen) diviso la potenza elettrica assorbita, espressa in Watt. [lumen/Watt] Nel caso non fosse indicato nella confezione è possibile calcolare l’efficienza luminosa (rendimento) di un corpo illuminante. E‘ sufficiente individuare i LUMEN (indicati di solito sulla confezione con l'abbreviazione "lm") e dividerli per la potenza (Watt) della lampadina. Esempio: se acquisto una lampadina da 60 W con 630 lm, ho un rendimento di 630/60 = 10,5 (piuttosto basso! Infatti questi valori appartengono ad una lampadina ad incandescenza).


ILLUMINARE Tipo

Temperatura di colore

Resa cromatica

Flusso luminoso (lumen/Watt)

Durata (ore)

Incandescenza

2.700

90

10 - 15

1.000

Alogene

2.900

99

15 - 30

2.000

Fluorescenti

2.700-7.500

50 - 97

50 - 95

9.–20.000(HF)

Fluo alta durata

3.000 – 4.000

> 80

80

60.000

Vapori Hg

3.000 – 6.000

60 - 95

36 - 55

6.000

Ioduri metallici

5.000 – 7.000

70 - 95

80 - 115

6.000

Na Hi Press

2.000 – 2.900

20- 80

80 - 140

12.000

15 - 40

160 – 180

13.000

Na Lo Press Luce naturale

6.000 – 10.000

100


http://www.lightronicshop.com/content/it/Consumoenergetico.html


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