Corso RSPP – Modulo C
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischi aziendali – II parte
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Catalogazione dei rischi aziendali I rischi all’interno dell’azienda che si possono tradurre in danni per i lavoratori sono di tre tipologie: 1. Rischi per la salute; 2. Rischi per la sicurezza; 3. Rischi trasversali o organizzativi.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischi per la salute
Rischio CHIMICO
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO
RISCHIO CONNESSO ALL’USO PROFESSIONALE DI SOSTANZE O PREPARATI IMPIEGATI NEI CICLI DI LAVORO, CHE POSSONO ESSERE INTRINSECAMENTE PERICOLOSI O RISULTARE PERICOLOSI IN RELAZIONE ALLE CONDIZIONI D’IMPIEGO
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO PERICOLO
La proprietà intrinseca di un agente chimico di poter produrre effetti nocivi.
RISCHIO
La probabilità che si raggiunga il potenziale nocivo nelle condizioni di utilizzazione o esposizione.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO AGENTI CHIMICI - Definizione Tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attivitĂ lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato. (Art.222 D.lgs 81/08)
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO AGENTI CHIMICI PERICOLOSI 1. Agenti chimici classificati come sostanze pericolose ai sensi del D.Lgs.3/2/97, n. 52, e successive modifiche; 2. Agenti chimici classificati come preparati pericolosi ai sensi del D.Lgs.14/3/2003,n.65 (sono esclusi i preparati pericolosi solo per l’ambiente); 3. Agenti chimici che pur non essendo classificabili come pericolosi in base ai punti 1 e 2, possono comportare un rischio per la sicurezza e la salute a causa della loro proprietà chimico-fisiche, chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzate o presenti sul luogo di lavoro, compresi gli agenti chimici cui è stato assegnato un valore limite di esposizione professionale.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO AGENTI CHIMICI PERICOLOSI – Esclusione dal campo di applicazione
• Medicinali ad uso umano e veterinario
• Preparati che contengono sostanze radioattive
• Cosmetici
• Dispositivi medici
• Rifiuti
• Mangimi
• Alimenti
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO
DEFINIZIONE DI PERICOLOSITÀ Sono pericolose le sostanze e i preparati che hanno una o più delle seguenti proprietà:
CHIMICO-FISICHE
TOSSICOLOGICHE
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO - Classificazione delle sostanza chimiche • ESPLOSIVI • COMBURENTI (Ossigeno) • ESTREMAMENTE INFIAMMABILI (R12- os. etilene) • FACILMENTE INFIAMMABILI (R11 – Toluene) • INFIAMMABILI (R10 - xilene) • MOLTO TOSSICI (T+) • TOSSICI (T – formaldeide) • NOCIVI (Xn – clorobenzene) • CORROSIVI (C – acido cloridrico) • IRRITANTI (Xi) • SENSIBILIZZANTI ( Xn - R42; Xi – R43) • CANCEROGENI • MUTAGENI • TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
ESPLOSIVI Le sostanze ed i preparati solidi, liquidi, pastosi o gelatinosi che, anche senza l’azione dell’ossigeno, possono provocare una reazione esotermica con rapida formazione di gas e che, in determinate condizioni di prova, detonano, deflagrano rapidamente o esplodono in seguito a riscaldamento in condizione di parziale contenimento. COMBURENTI Le sostanze ed i preparati che a contatto con altre sostanze, soprattutto se infiammabili, provocano una forte reazione esotermica.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
INFIAMMABILI
Le sostanze ed i preparati liquidi con un basso punto di infiammabilità.
ESTREMAMENTE INFIAMMABILI
Le sostanze ed i preparati liquidi con i punto di infiammabilità estremamente basso ed un punto di ebollizione basso e le sostanze ed i preparati gassosi che a temperatura e pressione ambiente si infiammano a contatto con l’aria.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
FACILMENTE INFIAMMABILI le sostanze ed i preparati che, a contatto con l'aria, a temperatura ambiente e senza apporto di energia, possono subire innalzamenti termici e da ultimo infiammarsi; le sostanze ed i preparati solidi che possono facilmente infiammarsi dopo un breve contatto con una sorgente di accensione e che continuano a bruciare o a consumarsi anche dopo il distacco della sorgente di accensione; le sostanze ed i preparati liquidi il cui punto d'infiammabilità è molto basso; le sostanze ed i preparati che, a contatto con l'acqua o l'aria umida, sprigionano gas estremamente infiammabili in quantità pericolose.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
TOSSICI Le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, in piccole quantitĂ , possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche. MOLTO TOSSICI Le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, in piccolissime quantitĂ , possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche NOCIVI Le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
CORROSIVI Le sostanze ed i preparati che, a contatto con i tessuti vivi, possono esercitare su di essi un'azione distruttiva. IRRITANTI Le sostanze ed i preparati non corrosivi, il cui contatto diretto, prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose può provocare una reazione infiammatoria. SENSIBILIZZANTI Le sostanze ed i preparati che, per inalazione o assorbimento cutaneo, possono dar luogo ad una reazione di ipersensibilizzazione per cui una successiva esposizione alla sostanza o al preparato produce reazioni avverse.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
CANCEROGENI Agenti chimici,fisici o biologici in grado di alterare il materiale genetico di una cellula rendendola capace di sviluppare un tumore in seguito ad una esposizione più o meno prolungata nel tempo. MUTAGENI Le sostanze ed i preparati che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono produrre difetti genetici ereditari o aumentarne la frequenza. TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO Le sostanze ed i preparati che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono provocare o rendere più frequenti effetti nocivi non ereditari nella prole o danni a carico della funzione o delle capacità riproduttive maschili o femminili.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO
L’esposizione lavorativa al rischio chimico dipende: dalle caratteristiche chimico – fisiche e tossicologiche delle sostanze e/o dei preparati utilizzati; dal ciclo di lavorazione; delle modalità operative.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO – VALUTAZIONE DEI RISCHI Art. 223 comma1. (4/8 mesi detenzione - 4.000/12.000 € multa) Il Testo Unico prende in considerazione a) Le proprietà pericolose; b) le informazioni sulla salute e sulla sicurezza comunicate dal produttore o dal fornitore tramite la relativa scheda di sicurezza predisposta ai sensi dei D.Lgs. 52/97 e 65/03. c) il livello, il tipo e la durata dell’esposizione; d) le circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza di tali agenti, compresi la quantità degli stessi; e) i valori limiti di esposizione professionale o i valori limiti biologici riportati negli allegati XXXVIII e XXXIX; f) gli effetti delle misure preventive e protettive adottate o da adottare; g) se disponibili, le conclusioni tratte da eventuali azioni di sorveglianza sanitaria già intraprese.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO - ETICHETTATURA ETICHETTA Altre indicazioni non regolamentate dalle norme di etichettature
Frasi di Rischio Nome commerciale
Componenti pericolosi Frasi di sicurezza Simbologia di pericolo
S2 = Conservare fuori dalla portata dei bambini S7 = Conservare il recipiente ben chiuso S16 = Conservare lontano da fiamme e scintille e non fumare
Confezionato a norma di legge Cod. PRX00007R
USO ESTERNO
Indicazioni d’uso Nome e indirizzo del produtore
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO – SHEDE DI SICUREZZA
Molto più dettagliate delle etichette;
rivolte all’utilizzatore professionale (datore di lavoro);
accompagnano obbligatoriamente l’immissione sul mercato di sostanze e preparati pericolosi;
sono una vera e propria guida alla manipolazione sicura da parte di chi utilizza professionalmente un prodotto pericoloso;
contengono 16 informazioni;
Devono essere richieste al produttore o fornitore del prodotto;
Vanno conservate nel luogo di lavoro rendendone facile e rapida la consultazione.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO – SHEDE DI SICUREZZA La scheda di sicurezza deve contenere i seguenti 16 capitoli
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
RISCHIO CHIMICO - MISURE SPECIFICHE DI PROTEZIONE E PREVENZIONE Quando la natura dell’attività non consente di eliminare il rischio BISOGNA: a) Progettare appropriati processi lavorativi e controlli tecnici, nonché uso di attrezzature e materiali adeguati; b)adottare appropriate misure organizzative e di protezione collettive alla fonte del rischio; c) adottare misure di protezione individuali, compresi i DPI, qualora non si riesca a prevenire con altri mezzi l’esposizione; d) programmare la sorveglianza sanitaria dei lavoratori a noma degli artt. Specifici.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO- Possibili rischi PER LA SICUREZZA Pericolo di incendio e/o esplosione; pericolo di contatto con sostanze corrosive; pericoli di intossicazione o asfissia.
PER LA SALUTE Pericolo d’inalazione e/o contatto con sostanze nocive che possono provocare effetti irreversibili
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO – AGENTI PIU’ COMUNI
calce viva ( ossido di calcio ); cemento; amianto ( asbesto ); fibre di vetro e fibre minerali artificiali; sabbia e polveri silicotigene ( mole abrasive, etc); manufatti e prodotti contenenti piombo; oli disarmanti; additivi per cemento e calcestruzzo; prodotti vernicianti; solventi organici a base di idrocarburi aromatici; acidi e liscive; collanti e adesivi; polveri di legno; polveri metalliche; materie plastiche e gomma; ossido di ferro; sostanze derivanti dalla saldatura, etc.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO – CAUSE di DANNO DALL’INALAZIONE DAL CONTATTO (pelle e mucose ) DALL’INGESTIONE
EFFETTI RISCONTRATI
IRRITAZIONI APPARATO RESPIRATORIO ALLERGIE RESPIRATORIE E CUTANEE IRRITAZIONI PELLE E OCCHI ALTERAZIONI SUL SISTEMA NERVOSO ALTERAZIONI AL FEGATO E ALL’APPARATO DIGESTIVO
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO – CAUSE di DANNO L’agente è presente nell’aria e introdotto nell’organismo con l’atto respiratorio.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO – CAUSE di DANNO L’agente penetra nell’organismo attraverso il cavo orale come contaminante di alimenti o per mezzo di oggetti portati alla bocca
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO – CAUSE di DANNO L’agente penetra nell’organismo attraverso il contatto con la pelle o le mucose svolgendo un’azione locale o venendo assorbito dagli strati grassi dell’epidermide
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO NEBBIE AEROSOL DI PARTICELLE LIQUIDE CON DIAMETRO MASSIMO INFERIORE A 1 µ DISPERSE NELL’ARIA E GENERATE DA PROCESSI DI EVAPORAZIONE E CONDENSAZIONE, DI ATOMIZZAZIONE, DI NEBULIZZAZIONE, ECC. Es: nebbie acquose,oleose e di solventi.
FUMI AEROSOL DI PARTICELLE SOLIDE PROVENIENTI DALLA COMBUSTIONE INCOMPLETA DI SOSTANZE CARBONIOSE O DALLA CONDENSAZIONE DI SOSTANZE GASSOSE CON DIAMETRO MASSIMO INFERIORE A 1 µ Es:scarichi di motori (carrelli trasportatori) fumi di saldatura
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO GAS SOSTANZA AERIFORME CHE A TEMPERATURA AMBIENTE ESISTE SOLO ALLO STATO DI GAS Es: ossido di carbonio, acetilene, protossido di azoto, ozono ecc.
VAPORI FORMA GASSOSA DI UNA SOSTANZA NORMALMENTE PRESENTE ALLO STATO LIQUIDO Es: vapori di solventi, di acidi,ecc.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO POLVERI PARTICELLE SOLIDE DI VARIE DIMENSIONI DISPERSE NELL’ARIA DIFFERENZIATE IN BASE AL LORO DIAMETRO MASSIMO inferiore a 0.5 µ tra 0.5 e 5 µ
maggiore di 5 µ
penetra in profondità ed in parte espirato
frazione respirabile che si fissa negli alveoli
trattenute dalle vie aeree superiori
Un micron (µ ) è uguale alla milionesima parte del metro: 1 µ = 0.000001 m 1 µ = 0.001 mm
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO - LIMITI DI ESPOSIZIONE PROFESSIONALE Art. 222 comma 1. Al fine di tutelare la salute del lavoratore, L’ACGIH (American Conference Governmental Industrial Hygenist) ovvero la Conferenza Americana degli Igienisti Industriali, stabilisce i VALORI LIMITE DI SOGLIA(TLV). I TLV si riferiscono a concentrazioni atmosferiche di sostanze alla quali si ritiene che pressochè tutti i lavoratori possono essere ripetutamente esposti, giorno dopo giorno, senza andare incontro ad effetti nocivi.
Riconosciamo: TLV-TWA (Time Weighted Average)
Concentrazione media ponderata per giornata lavorativa di 8 ore e 40 ore settimanali (esposizione cronica).
TLV-STEL (Short Term Exposure Limit)
Esposizione media ponderata,su un tempo di 15 min, che non deve mai essere superata nella giornata lavorativa.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO - LIMITI DI ESPOSIZIONE PROFESSIONALE Art. 222 comma 1. Tale TLV ha la finalità di protegger i lavoratori dall’insorgenza di irritazioni, danni tissutali irreversibili oppure narcosi di grado sufficiente ad accrescere la possibilità di infortuni ed integra il TLV-TWA nel caso in cui la sostanza in esame abbia anche effetti acuti
TLV-C (Ceiling)
E’ la concentrazione che non deve mai essere superata durante l’esposizione lavorativa.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO – VALUTAZIONE DEI RISCHI Art. 223 comma 3 (4/8 mesi detenzione - 4.000/12.000 € multa) e comma 4. IL DATORE DI LAVORO DEVE (ai sensi dell’articolo 28): valutare i rischi connessi al uso dei prodotti pericolosi; scegliere opportunamente le sostanze ed i preparati chimici da impiegare; sostituire ciò che è pericoloso con ciò che non lo è o che è meno pericoloso (per esempio l’utilizzo di un agente cancerogeno sul luogo di lavoro è subordinato alla dimostrazione che non è tecnicamente possibile ricorrere a sostanze alternative o a processi tecnologici meno pericolosi); informare i lavoratori sui pericoli connessi all’uso delle sostanze e dei preparati pericolosi e addestrali in occasione dell’introduzione di nuovi prodotti sul modo di prevenire incidenti, disturbi e malattie; informare i lavoratori dell’esistenza della scheda e del luogo in cui è conservata.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO – VALUTAZIONE DEI RISCHI Art. 223 comma 3 (4/8 mesi detenzione - 4.000/12.000 € multa) e comma 4.
Nel caso di attività lavorative che comportino l’esposizione a più agenti chimici pericolosi, i rischi vanno valutati considerando la combinazione dei rischi di tutti gli agenti chimici utilizzati per quel particolare processo. “Fermo restando quando previsto dai D.Lgs. 52/97 e 65/03, e s.m.i. chi immette sostanze chimiche pericolose sul mercato è tenuto a fornire al datore di lavoro acquirente tutte le informazioni necessarie per la completa valutazione dei rischi.”
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio CHIMICO – VALUTAZIONE DEI RISCHI Art. 223 comma 3 (4/8 mesi detenzione - 4.000/12.000 € multa) e comma 4. RISCHIO BASSO
Nel D.Lgs. 81/08 viene introdotto il concetto di rischio basso per la sicurezza e irrilevante per la salute. Quando a seguito di valutazione viene stabilito che non c’è il superamento di tale soglia il Datore di Lavoro deve applicare i principi generali di prevenzione di cui all’articolo 224 comma 1 (nonchè di tutte le altre norme di prevenzione e protezione) ed è sollevato dall’applicazione di specifiche misure di tutela, quali: Sorveglianza sanitaria, cartelle sanitarie e di rischio, specifiche misure di protezione e prevenzione e le disposizioni in caso di emergenza.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischi per la salute
Rischio Rumore e Vibrazioni
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Rumore CHE COSA E’ IL RUMORE ?
Il RUMORE lo possiamo definire come un effetto acustico sgradevole, indesiderato ecc. che ci provoca fastidio
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Rumore Come facciamo a percepire il SUONO? Con il suono si ha una variazione della pressione dell’aria che il nostro orecchio riesce a percepire. Infatti il suono e’ una energia che nasce da una sorgente che poi si propaga in un mezzo, sia esso solido, liquido o gassoso
In questo modo si creano delle VIBRAZIONI queste VIBRAZIONI producono delle ONDE che si propagano in tutte le direzioni e vengono percepite dalla membrana del timpano che si trova nel nostro orecchio
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Rumore il numero delle VIBRAZIONI cioè delle variazioni di pressione al secondo si chiama
FREQUENZA e si misura in hertz (Hz)
L’INTENSITA’ è la PRESSIONE sonora provocata dall’onda sonora sulla membrana del nostro orecchio
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Rumore IL SUONO è quindi caratterizzato da: Frequenza: che è il numero delle variazioni di pressione che si verificano in un secondo (viene misurata in HERTZ). Le frequenze udibili dall’orecchio umano sono comprese tra 20 e 20.000 Hz Lunghezza d’onda: che è la distanza tra due vertici dell’onda sonora Intensità: che è l’ampiezza delle variazioni della pressione e l’unità di misura è il decibel (dB) la soglia dell’udito è uguale a 0 dB quella del dolore è uguale a 130/140 dB.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Rumore Riferimenti Legislativi: •D.lsg 81/08 •
Titolo VIII, Agenti fisici •
Capo II protezione dei lavoratori contro i rischi di Esposizione al Rumore durante il lavoro ( artt. da 187 a 198)
•
Capo III protezione dei lavoratori contro i rischi di Esposizione a Vibrazioni durante il lavoro ( artt. da 199 a 205)
•Linee guida ISPELS e INAIL
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Rumore – MISURAZIONE di Esposizione Il livello di esposizione quotidiana personale del lavoratore è dato da:
Nel caso in cui il livello di esposizione giornaliera non sia rappresentativa si utilizza il livello di esposizione settimanale, che viene calcolato come media settimanale dei valori Lex 8h,d La spiegazione dei simboli è definita all’art. 39 del D.Lgs. N. 277/91
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Rumore – Danni per eccessiva Esposizione Il rumore, a seconda della sua intensità e del tempo di esposizione può provocare un danno specifico temporaneo o permanente, all’organo dell’udito oltre che ad altri organi ed apparati del nostro corpo.
danni uditivi:
cioè che incidono negativamente a carico dell’organo dell’udito, provocando all’inizio fischi e ronzii nell’orecchie con una iniziale transitoria riduzione della capacità uditiva e successiva sordità;
danni extrauditivi:
quali insonnia, facile irritabilità, diminuzione della capacità di concentrazione sino a raggiungere una sindrome ansioso-depressiva, aumento della pressione arteriosa, difficoltà digestiva, gastriti, ulcere, alterazioni tiroidee ecc..
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Rumore – Danni per eccessiva Esposizione Esposizione ripetuta e prolungata al rumore = IPOACUSIA PROFESSIONALE Per valutarla occorre conoscere quantitativamente l’esposizione nell’arco della giornata lavorativa. Siccome l’esposizione varia durante il giorno si calcola una esposizione quotidiana costante equivalente all’esposizione variabile subita dal lavoratore.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Rumore – D.Lgs. 81/08 – titolo VIII – Capo II Definizioni Pressione acustica di Picco (Ppeak): valore massimo della pressione acustica istantanea; Livello di esposizione Giornaliera al Rumore (LEX, 8h;Lday): valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore per una giornata lavorativa nominale di 8 ore; Livello di Esposizione Settimanale al rumore (LEX,w): valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione giornaliera al rumore per una settimana nominale di cinque giornate lavorative di otto ore.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Rumore – D.Lgs. 81/08 – titolo VIII – Capo II I valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, sono fissati a: Livello di Esposizione Giornaliera LEX, 8h
Pressione acustica di Picco Ppeak
Livelli contenuti nel D.Lgs. n. 277/1991
Valori Limite di Esposizione
87 dB(A)
200 Pa = 140 dB(C
90 dB(A)
Valori Superiori di Azione
85 dB(A)
140 Pa = 137 dB(C)
85 dB(A)
Valori Inferiori di Azione
80 dB(A)
112 Pa = 135 dB(C)
80 db(A)
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Rumore – D.Lgs. 81/08 – titolo VIII – Capo II Inferiori 80 dB(A)
Valori di Azione Superiori 85 dB(A)
Valori Limite
87 dB(A)
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Rumore – D.Lgs. 81/08 – titolo VIII – Capo II Misure di Prevenzione e protezione per fasce Informazione e formazione
DPI
Controllo Sanitario
Altre Misure
<80 dB(A)
NO
NO
NO
NO
80/85 dB(A)
SI
Disponibili
Su Richiesta
NO
85/87 dB(A)
SI
Obbligo
SI
•Segnaletica •Misure di riduzione
>87 dB(A)
SI
Obbligo
SI
•Oltre quanto sopra •Misure IMMEDIATE DI RIDUZIONE
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Rumore – D.Lgs. 81/08 – titolo VIII – Capo II OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO Se i Valori inferiori di azione 80 dB(A) possono essere superati il Datore di Lavoro: •
misura i livelli di esposizione dei lavoratori esposti e riporta i risultati nel documento di valutazione;
Se i Valori inferiori di azione sono superati: •
sono messi a disposizione i DPI per l’udito;
•
i lavoratori possono richiedere di essere sottoposti a sorveglianza sanitaria o qualora il medico competente ne confermi l’opportunità;
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Rumore – D.Lgs. 81/08 – titolo VIII – Capo II OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO Se i Valori superiori di azione 85dB(A) sono oltrepassati il Datore di Lavoro: •
elabora e applica un programma di misure tecniche ed organizzative per la riduzione del rumore
•
indica con cartelli i luoghi in cui i lavoratori possono essere esposti a valori superiori di azione
•
delimita dette aeree e limita l’accesso alle stesse
•
sottopone a sorveglianza sanitaria i lavoratori Se l’esposizione è pari o al di sopra dei Valori superiori di azione il Datore di Lavoro:
•
deve assicurarsi che i lavoratori indossino i DPI
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Rumore – D.Lgs. 81/08 – titolo VIII – Capo II SANZIONI PER NON ADEMPIMENTO OBBLIGHI •
Art.190 – Valutazione del rischio; •
•
Art. 192 – Misure di prevenzione e protezione •
•
Datore di lavoro: arresto 4/8 mesi - ammenda 4.000/12.000 €
Datore di lavoro e dirigente: arresto 4/8 mesi - ammenda 2.000/4.000 €
Art. 193 – Uso dei dispositivi di protezione individuali •
Datori di lavoro e dirigente: arresto 4/8 mesi - ammenda 2.000/4.000 €
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Rumore – D.Lgs. 81/08 – titolo VIII – Capo II Alcuni D.P.I. di protezione udito
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Vibrazione COSA CAUSA LE VIBRAZIONI? Le vibrazioni sono generalmente causate dal contatto delle mani con l'impugnatura di utensili manuali o di macchinari condotti a mano ma anche da macchine e/o veicoli industriali, agricoli o di trasporto pubblico che espongono tutto il corpo a vibrazioni e impatti
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP â&#x20AC;&#x201C; Modulo C
Rischio Vibrazione EFFETTI FISIOPATOLOGICI DELLE VIBRAZIONI
Per poter valutare l'effetto delle vibrazioni sull'uomo bisogna considerare diversi parametri quali: 1. la regione di ingresso delle vibrazioni e la loro direzione; 2. la frequenza; 3. l’ accelerazione; 4. l'intensità; 5. la risonanza; 6. la durata di esposizione.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Vibrazione L’ L’Accellerazione Accellerazione E’ il parametro più importante per la valutazione della risposta corporea alle vibrazioni, in quanto l'uomo avverte più la variazione di uno stimolo che il suo perdurare. I valori dell’accelerazione non sono legati esclusivamente alla macchina ma sono funzione delle condizioni di impiego impiego, dello stato di usura e di numerose variabili che possono modificarne sensibilmente l’intensità.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Vibrazione Ogni parte del nostro organismo ha una frequenza propria, propria per cui anche le reazioni alle vibrazioni risultano differenti a seconda delle regioni interessate Frequenze di risonanza
Organi/Apparati interessati
1 : 4 Hz
app. respiratorio
1 : 10 Hz
app. visivo
4 : 6 Hz
encefalo
4 : 8 Hz
orecchio interno cuore
20 : 30 Hz
colonna vertebrale
20 : 40 Hz
app. visivo
Sintomatologia associata dispnea (difficoltà respiratoria) riduzione dell’acuità visiva sonnolenza, perdita dell’attenzione disturbi dell’equilibrio algie precordiali dolore cervicale e lombare riduzione della capacità di fissare le immagini
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Vibrazione In Europa il 24% di tutti i lavoratori dipendenti è esposto a vibrazioni meccaniche in relazione al proprio lavoro.
In Italia il 21% di tutti i lavoratori dipendenti è esposto a vibrazioni meccaniche in relazione al proprio lavoro. Le sole angioneurosi da vibranti rappresentano nel nostro Paese la quinta causa di malattia professionalmente indennizzata dall’INAIL
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Vibrazione I disturbi causati dalle vibrazioni si possono classificare sinteticamente come: •Disturbi del confort; •Disturbi dell’attività; •Effetti patologici, transitori o permanenti.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Vibrazione D.Lgs 81/08 – Capo III - Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a Vibrazioni – Art. 200 Definizioni: 1. Ai fini del presente capo si intende per: a) Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio: Le vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al sistema mano-braccio nell’uomo, comportano un rischio per la salute e sicurezza dei lavoratori, in particolare disturbi vascolari, neurologici o muscolari;
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Vibrazione b) Vibrazioni meccaniche trasmesse al corpo intero: Le vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al corpo intero, comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare lombalgie e traumi del rachide; c) Esposizione giornaliera a vibrazione trasmesse al sistema manobraccio A(8):[ms-2]: Valore mediato nel tempo, ponderato in frequenza, delle accelerazioni misurate per una giornata lavorativa nominale di otto ore; d) Esposizione giornaliera a vibrazioni trasmesse al corpo intero A(8):[ms-2]: Valore mediato nel tempo, ponderato, delle accelerazioni misurate per una giornata lavorativa nominale di otto ore;
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP â&#x20AC;&#x201C; Modulo C
Rischio Vibrazione Valori limite di esposizione e valori di azione 1. Per le vibrazioni trasmesse al sistema manomano-braccio: braccio: a)
il valore limite di esposizione giornaliero giornaliero, normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore, e' fissato a 5 2 m/s ; b) il valore d'azione giornaliero giornaliero, normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore, che fa scattare l'azione e' fissato a 2,5 m/s2.
2. Per le vibrazioni trasmesse al corpo intero: intero: a) il valore limite di esposizione giornaliero giornaliero, normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore, e' fissato a 1,0 m/s2; b) il valore d'azione giornaliero giornaliero, normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore, e' fissato a 0,5 m/s2.
Tabella 3 - Livelli di azione giornalieri e valori limite per l'esposizione a vibrazioni trasmesse al sistema manobraccio ed al corpo intero Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio Livello d'azionegiornaliero di esposizione A(8) = 2,5 m/s
2
Valore limite giornalierodi esposizione A(8) = 5 m/s
2
Vibrazionitrasmesse al corpo intero Livello d'azionegiornaliero di esposizione A(8) = 0,5 m/s
2
Valore limite giornalierodi esposizione A(8) = 1,15 m/s
2
Rischio Vibrazione Tabella 1 - Esempi di sorgenti di rischio di esposizione a vibrazioni del sistema mano-braccio Tipologia di utensile Principali lavorazioni Scalpellatori, Scrostatori, Rivettatori Edilizia - lapidei, metalmeccanica Martelli Perforatori Edilizia - lavorazioni lapidei Martelli Demolitori e Picconatori Edilizia - estrazione lapidei Trapani a percussione Metalmeccanica Avvitatori ad impulso Metalmeccanica, Autocarrozzerie Martelli Sabbiatori Fonderie - metalmeccanica Cesoie e Roditrici per metalli Metalmeccanica Levigatrici orbitali e roto-orbitali Metalmeccanica - Lapidei - Legno Seghe circolari e seghetti alternativi Metalmeccanica - Lapidei - Legno Smerigliatrici Angolari e Assiali Metalmeccanica - Lapidei - Legno Smerigliatrici Diritte per lavori leggeri Metalmeccanica - Lapidei - Legno Motoseghe Lavorazioni agricolo-forestali Decespugliatori Lavorazioni agricolo-forestali Tagliaerba Manutenzione aree verdi Motocoltivatori Lavorazioni agricolo-forestali Chiodatrici Palletts, legno Compattatori vibro-cemento Produzione vibrati in cemento Iniettori elettrici e pneumatici Produzione vibrati in cemento Limatrici rotative ad asse flessibile Metalmeccanica, Lavorazioni artistiche Manubri di motociclette Trasporti etc. Cubettatrici Lavorazioni lapidei (porfido) Ribattitrici Calzaturifici Trapani da dentista Odontoiatria
Rischio Vibrazione Tabella 2 - Esempi di sorgenti di rischio di esposizione a vibrazioni del corpo intero Macchinario Principalisettori di impiego Ruspe, pale meccaniche, escavatori
Edilizia, lapidei, agricoltura
Perforatori
Lapidei, cantieristica
Trattori, Mietitrebbiatrici
Agricoltura
Carrelli elevatori
Cantieristica, movimentazione industriale
Trattori a ralla
Cantieristica, movimentazione industriale
Camion, autobus
Trasporti, servizi spedizioni etc.
Motoscafi, gommoni, imbarcazioni
Trasporti, marittimo
Trasporti su rotaia
Trasporti, movimentazione industriale
Elicotteri
Protezione civile, Pubblica sicurezza, etc.
Motociclette, ciclomotori
Pubblica sicurezza, servizi postali, etc.
Autogru, gru
Cantieristica, movimentazione industriale
Piattaforme vibranti
Vibrati in cemento, varie industriali
Autoambulanze
SanitĂ
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP â&#x20AC;&#x201C; Modulo C
Rischio Vibrazione Art. 202 – Valutazione dei rischi 2. Il livello di esposizione alle vibrazioni meccaniche può essere valutato mediante l’osservazione delle condizioni di lavoro specifiche e il riferimento ad appropriate informazioni sulla probabile criticità delle vibrazioni per le attrezzature o i tipi di attrezzature nelle particolari condizioni reperibili presso banche dati dell’ISPESL o delle regioni o, in loro assenza, dalle informazioni fornite in materia dal costruttore delle attrezzature. Questa operazione va distinta dalla misurazione che richiede l’impiego di attrezzature specifiche e di una metodologia appropriata e che resta comunque il metodo di riferimento.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Vibrazione ALLEGATO XXXV – Parte A Contiene le disposizioni in merito alla valutazione e misurazione dell’esposizione del lavoratore alle vibrazioni trasmesse al sistema manobraccio. ALLEGATO XXXV – Parte B Contiene le disposizioni in merito alla valutazione e misurazione dell’esposizione del lavoratore alle vibrazioni trasmesse al corpo intero.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Rischio Vibrazione - DPI Guanti Antivibrazioni
Attenzione: I normali guanti da lavoro amplificano le vibrazioni
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP â&#x20AC;&#x201C; Modulo C
Riduzione del rischio in relazione al tipo di utensile
Rischio Vibrazione - DPI Tabella 7 â&#x20AC;&#x201C; Livelli di protezione minimi ottenibili dai guanti anti-vibrazione stimati per alcune tipologie di utensili. Tipologia diutensile
Attenuazione attesa delle vibrazioni (%)
Utensili di tipo percussorio Scalpellatori e Scrostatori, Rivettatori Martelli Perforatori
< 10%
Martelli Demolitori e Picconatori
< 10%
Trapani a percussione
< 10%
Avvitatori ad impulso
< 10%
Martelli Sabbiatori
< 10%
Cesoie e Roditrici per metalli
< 10%
Martelli piccoli scrostatori
< 10%
Utensili di tipo rotativo
< 10%
< 10% < 10%
Levigatrici orbitali e roto-orbitali
40% - 60%
Seghe circolari e seghetti alternativi
10% - 20%
Smerigliatrici angolari e assiali
40% - 60%
Motoseghe
10% - 20%
Decespugliatori
10% - 20%
Rischi Trasversali e organizzativi
Principi di Ergonomia
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP â&#x20AC;&#x201C; Modulo C
Principi di ergonomia
Il termine "ergonomia" deriva dalle parole greche "érgon" (lavoro) e "ńomos" (regola, legge).
L'ergonomia, secondo la I.E.A. (International Ergonomics Association), è quella scienza che si occupa dell'interazione tra gli elementi di un sistema (umani e d'altro tipo) e la funzione per cui vengono progettati (nonché la teoria, i principi, i dati e i metodi che vengono applicati nella progettazione), allo scopo di migliorare la soddisfazione dell'utente e l'insieme delle prestazioni del sistema
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Principi di ergonomia
Allâ&#x20AC;&#x2122;art. 15, comma 1, lettera d) a riguardo dei principi generali di tutela, viene stabilito: d) il rispetto dei principi ergonomici nellâ&#x20AC;&#x2122;organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo;
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP â&#x20AC;&#x201C; Modulo C
Principi di ergonomia
Campo di applicazione: Attrezzature da lavoro; DPI; Movimentazione manuale dei carichi; Videoterminali.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP â&#x20AC;&#x201C; Modulo C
Principi di ergonomia Il sempre costante aumento di malattie occupazionali che riguardano l’apparato neuro-muscolare e scheletrico (sindrome del tunnel carpale, tendinite, mal di schiena, cervico-brachialgie, ecc...) pone il rispetto dei principi ergonomici sempre più in primo piano nell’organizzazione del lavoro secondo i principi dell’ergonomia.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Principi di ergonomia Tabella nuove malattie professionali, G.U. n° 169 del 21/07/2008 Arto superiore, Spalla
Arto superiore, Braccio-avambraccio-mano
a) TENDINITE DEL SOVRASPINOSO
e) EPICONDILITE
b) TENDINITE DEL CAPOLUNGO BICIPITE
f) EPITROCLEITE
c) TENDINITE CALCIFICA (MORBO DI DUPLAY)
g) BORSITE OLECRANICA
d) BORSITE
h) TENDINITI E PERITENDINITI i) SINDROME DI DE QUERVAIN
Ginocchio
l) SINDROME DEL TUNNEL CARPALE
a) BORSITE b) TENDINOPATIA DEL QUADRICIPITE FEMORALE c) MENISCOPATIA DEGENERATIVA
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Principi di ergonomia Il rispetto dei principi ergonomici avviene su tre livelli: 1. Concezione (progettazione) dei posti di lavoro; 2. Scelta delle attrezzature; 3. Definizione dei metodi di lavoro e produzione.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP â&#x20AC;&#x201C; Modulo C
Principi di ergonomia Norme tecniche UNI ENV 26385: che si applica al progetto di spazio e attrezzature, ambiente di lavoro e processo di lavoro; UNI 10120: definizione e metodologie di rilevazione delle variabili antropometriche essenziali per una progettazione ergonomica; UNI 7367, 7368, 7498, 9095, 9716: mobili per uffici (vedi anche VDT) ISO 7730: confort termico; ISO 10075: carico di lavoro mentale; ISO/CD 11226: valutazione delle posture di lavoro; ISO/CD 11228: movimentazione manuale dei carichi; ISO 5970: sedie e tavoli per scuole.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP â&#x20AC;&#x201C; Modulo C
Esempio di importanza dell’ergonomia: Il VIDEOTERMINALISTA
Il lavoro al VDT è regolato dal D.Lgs. 81/08 artt. 172 – 179; I requisiti minimi di una postazione munita di VDT sono riportati nell’allegato XXXIV.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Esempio di importanza dell’ergonomia: Il VIDEOTERMINALISTA Viene definito videoterminalista colui che è addetto all’uso del VDT per più di 20 ore settimanali. Tale qualifica comporta di mettere a norma: •Postazione lavorativa; •Illuminazione; •Pause e organizzazione del lavoro; •Sorveglianza sanitaria.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Esempio di importanza dell’ergonomia: Il VIDEOTERMINALISTA L’esposizione prolungata al VDT provoca: Affaticamento visivo; Disturbi muscolo-scheletrici; Stress psicologico.
NB. L’Art. 174 T.U. riporta tra gli obblighi del datore di lavoro la valutazione del rischi VDT con particolare riferimento ai problemi per la vista e occhi, problemi di postura, affaticamento visivo e mentale, condizioni ergonomiche e di igiene ambientale.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Esempio di importanza dell’ergonomia: Il VIDEOTERMINALISTA
Allegato XXXIV Prescrizioni minime per posti di lavoro muniti di videoterminale.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Esempio di importanza dellâ&#x20AC;&#x2122;ergonomia: Il VIDEOTERMINALISTA Prescrizioni SCHERMO La risoluzione dello schermo deve essere tale da garantire una buona definizione, una forma chiara, una grandezza sufficiente dei caratteri e, inoltre, uno spazio adeguato tra essi. L'immagine sullo schermo deve essere stabile; esente da farfallamento, tremolio o da altre forme di instabilitĂ . La brillanza e/o il contrasto di luminanza tra i caratteri e lo sfondo dello schermo devono essere facilmente regolabili da parte dell'utilizzatore del videoterminale e facilmente adattabili alle condizioni ambientali. Lo schermo deve essere orientabile ed inclinabile liberamente per adeguarsi facilmente alle esigenze dell'utilizzatore.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP â&#x20AC;&#x201C; Modulo C
Esempio di importanza dellâ&#x20AC;&#x2122;ergonomia: Il VIDEOTERMINALISTA Prescrizioni TASTIERA La tastiera deve essere separata dallo schermo e facilmente regolabile e dotata di meccanismo di variazione della pendenza onde consentire al lavoratore di assumere una posizione confortevole e tale da non provocare l'affaticamento delle braccia e delle mani. Lo spazio sul piano di lavoro deve consentire un appoggio degli avambracci davanti alla tastiera nel corso della digitazione, tenendo conto delle caratteristiche antropometriche dellâ&#x20AC;&#x2122;operatore. La tastiera deve avere una superficie opaca onde evitare i riflessi. La disposizione della tastiera e le caratteristiche dei tasti devono agevolarne l'uso. I simboli dei tasti devono presentare sufficiente contrasto ed essere leggibili dalla normale posizione di lavoro.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP â&#x20AC;&#x201C; Modulo C
Esempio di importanza dell’ergonomia: Il VIDEOTERMINALISTA Prescrizioni SEDILE Il sedile di lavoro deve essere stabile e permettere all'utilizzatore libertà nei movimenti, nonché una posizione comoda. Il sedile deve avere altezza regolabile in maniera indipendente dallo schienale e dimensioni della seduta adeguate alle caratteristiche antropometriche dell’utilizzatore. Lo schienale deve fornire un adeguato supporto alla regione dorso-lombare dell’utente. Pertanto deve essere adeguato alle caratteristiche antropometriche dell’utilizzatore e deve avere altezza e inclinazione regolabile. Nell’ambito di tali regolazioni l’utilizzatore dovrà poter fissare lo schienale nella posizione selezionata. Lo schienale e la seduta devono avere bordi smussati. I materiali devono presentare un livello di permeabilità tali da non compromettere il comfort dell’utente e pulibili. Il sedile deve essere dotato di un meccanismo girevole per facilitare i cambi di posizione e deve poter essere spostato agevolmente secondo le necessità dell’utilizzatore.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Esempio di importanza dell’ergonomia: Il VIDEOTERMINALISTA Prescrizioni PIANO DI LAVORO Il piano di lavoro deve avere una superficie a basso indice di riflessione, essere stabile, di dimensioni sufficienti a permettere una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera, dei documenti e del materiale accessorio. L’altezza del piano di lavoro fissa o regolabile deve essere indicativamente compresa fra 70 e 80 cm. Lo spazio a disposizione deve permettere l’alloggiamento e il movimento degli arti inferiori, nonché l’ingresso del sedile e dei braccioli se presenti. La profondità del piano di lavoro deve essere tale da assicurare una adeguata distanza visiva dallo schermo. Il supporto per i documenti deve essere stabile e regolabile e deve essere collocato in modo tale da ridurre al minimo i movimenti della testa e degli occhi.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Esempio di importanza dell’ergonomia: Il VIDEOTERMINALISTA Prescrizioni AMBIENTALI L'illuminazione generale e specifica (lampade da tavolo) deve garantire un illuminamento sufficiente e un contrasto appropriato tra lo schermo e l'ambiente circostante, tenuto conto delle caratteristiche del lavoro e delle esigenze visive dell'utilizzatore. Riflessi sullo schermo, eccessivi contrasti di luminanza e abbagliamenti dell’operatore devono essere evitati disponendo la postazione di lavoro in funzione dell'ubicazione delle fonti di luce naturale e artificiale. Si dovrà tener conto dell’esistenza di finestre, pareti trasparenti o traslucide, pareti e attrezzature di colore chiaro che possono determinare fenomeni di abbagliamento diretto e/o indiretto e/o riflessi sullo schermo. Le finestre devono essere munite di un opportuno dispositivo di copertura regolabile per attenuare la luce diurna che illumina il posto di lavoro.
Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP – Modulo C
Esempio di importanza dell’ergonomia: Il VIDEOTERMINALISTA POSIZIONE DI LAVORO CORRETTA
FINE LEZIONE Ing. Vincenzo Staltieri Corso RSPP â&#x20AC;&#x201C; Modulo C