Preview Arco numero 4 2016

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ISSN 1593-0386

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Bimestrale n. 4 - Luglio-Agosto 2016 - e 4,30 - Poste italiane SpA - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1- DCB-BO - Contiene I.P.


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primo piano

L’attrezzatura in carne e ossa Diversi arcieri raccontano di come da bambini giocassero a costruirsi archi e frecce e di come, in età adulta, iniziare a praticare questo sport li abbia riportati alla giocosa sensazione dell’infanzia. Per molti, infatti, il tiro con l’arco è soprattutto giocare da adulti, scappare dalla vita frenetica della città per qualche ora, per rilassarsi nel verde e con gli amici, per allentare le tensioni. Sentiamo continuamente parlare di stress, ebbene, il tiro con l’arco è anche questo: un modo, per giunta anche divertente, di tenere bassi i nostri livelli di stress e rimanere quindi in salute. La risata è terapeutica, l’aria fresca e salutare ci dà nuovo vigore, la mente, concentrata unicamente su quella freccia e su quel bersaglio, si prende una piccola vacanza da pensieri assillanti e preoccupazioni. Il tiro con l’arco è uno sport che ci fa bene, quindi, ma ricordiamoci che può anche farci male: se praticato senza gli opportuni accorgimenti può infatti causare problemi di salute, perché sollecita muscoli, tendini e articolazioni in modo intenso e poco graduale. Che fare quindi? Intanto possiamo iniziare a pensare che le nostre attenzioni non devono essere rivolte solo all’attrezzatura, ma anche al nostro corpo. Bastano pochi semplici accorgimenti: fare riscaldamento prima di iniziare a tirare; fare stretching alla fine della nostra attività; effettuare queste operazioni tutte le volte che facciamo delle pause molto lunghe tra una freccia e l’altra; tirare poche frecce per volée, anche se abbiamo la faretra piena. Questa è la routine, ma c’è anche una questione, a mio avviso fondamentale, che riguarda il libbraggio dell’arco, che deve essere adatto a noi. Non è dal libbraggio che si giudica un arciere, ma dalla sua capacità di eseguire un buon tiro. Cercate di non sottoporvi a sforzi eccessivi e dannosi, innanzitutto per la vostra salute, ma anche per la vostra performance, perché la potenza è davvero nulla senza il controllo, soprattutto nel nostro sport. Durante un seminario Vincenzo Scaramuzza, grande arciere ed allenatore, ci fece fare una piccola prova: gli uomini dovevano provare a rimanere in ancoraggio per 60 secondi, le donne e i ragazzi per 40. Secondo questo test, essere al di sotto di questo tempo significa che probabilmente abbiamo scelto un libbraggio eccessivo. Fatelo a casa, provate e soprattutto pensate a garantirvi un futuro arcieristico sereno ed appagante. Chi rilascerebbe a vuoto o lascerebbe il proprio arco in una macchina con 40° al sole? Nessuno, perché ci teniamo molto alla nostra attrezzatura. Ecco, proviamo a vederla così: riserviamo la stessa attenzione anche ai nostri tendini, muscoli e articolazioni, che a differenza della nostra attrezzatura potremo sostituire o riparare in pochi giorni. Valeria Bellagamba

in questo numero

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Speciale Olimpiadi

I protagonisti di Rio Ardingo Scarzella

10 Manifestazioni

Un Campionato da Leoni Enrico Rossi

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Ne parliamo con

Il tuning secondo Faletti Valeria Bellagamba

20 L’intervista

Luana Bassi, amazzone d’acciaio Francesca Capretta

Irene Franchini, 25 anni di vittorie F.C.

24 L’intervista 28 Training

Il programma di lavoro definitivo Vincenzo Scaramuzza

Osserviamo la postura V.S.

31 Coaching 34

Arco olimpico

L’intensità dell’allenamento Filippo Clini

ANNO XXVIII - Numero 4 Luglio - Agosto 2016

Editori

Greentime S.p.A. Via San Gervasio, 1 - 40121 Bologna Tel. 051223327 www.greentime.it - info@greentime.it Direttore responsabile: Valeria Bellagamba bellagamba@greentime.it In redazione: Francesca Domenichini domenichini@greentime.it

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Tecnica compound

50 Psicologia

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Progettazioni campi

52 Benessere

Come preparare una gara Fiarc, step by step Mimmo Raffo

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Dal mercato

Alla scoperta dei Longobardi L’Arc

A tutto overdraw Tiziano Xotti

V.B.

Facciamo centro con il self talk Annalisa Avancini In equilibrio, con la kinesiopatia V.B.

56 Storia

42 Eventi

60 Storia

44 Eventi

64 Cinema

46

68 Coppie d’arco 70 Panorama

Prove generali T.P. Il punto sugli Indoor Fiarc 2016 Tito Poli

Medicina sportiva

Gli effetti del sole sulla pelle Domenico Bonsignore

a cura di Francesca

Domenichini

Danilo Rosini

Mille e una “tolleranza” Sara Cappelletto

Segreteria generale: Valentina Pezzoli, Miriam Serotti, Danila Tartarini Progetto grafico e impaginazione: Maria Della Rocca Periodicità: Bimestrale Tiratura: 36.000 copie Stampa: MIG srl - Bo Distributore: ME.PE Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti 15 - 20142 - Milano Pubblicità: Greentime SpA - Tel. 051/223327 danila@greentime.it In copertina: Foto Giusy Vignali

The Revenant: il redivivo Arianna Biagi

77 Aica

49 Psicologia

Il potente arco delle steppe Alessio Cenni

78 I professionisti dell’arceria

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speciale olimpiadi

I protagonisti di Rio La recente tappa di World Cup, in Turchia, era l’ultima possibilità per qualificarsi alle prossime Olimpiadi e la qualità mondiale si è talmente livellata che, rispetto al passato, nessuno poteva dirsi sicuro di ottenere l’agognato pass. Tra eccellenti esclusi e rivelazioni ecco i Paesi che si contenderanno il podio pentacerchiato.

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Ecco le azzurre che hanno realizzato la grande impresa, considerato l’altissimo valore delle avversarie: (da sinistra) Guendalina Sartori, Claudia Mandia e Lucilla Boari.

Per gli uomini le ultime gare hanno riportato alla ribalta la difficile decisione sul completamento della squadra italiana. Mentre inamovibili sono Pasqualucci (a destra) e Nespoli (a sinistra), il terzo posto è un gioco a due tra Frangilli e Galiazzo.

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sono 6. Nel numero precedente avevamo raccontato del complesso meccanismo che porta alle qualificazioni olimpiche e visto come all’Italia mancasse ancora il pass della squadra femminile - con le due ulteriori qualificazioni individuali che ne sarebbero conseguite - e come per ottenerlo sarebbe stata necessaria un’impresa davvero titanica alla tappa di Coppa del mondo di Antalya. Ebbene, come ormai quasi tutto avranno saputo, dalle pagine internet e dai social, l’impresa è stata compiuta e le nostre azzurre hanno ottenuto il tanto agognato pass per Rio de Janeiro. Ma perché si deve parlare di impresa per quella che spesso in passato è stata un’abitudine azzurra? La risposta è presto detta. La qualità mondiale si è talmente livellata che, rispetto al passato, nessuno, nemmeno la Korea, può ormai dirsi

tranquilla di ottenere la qualificazione olimpica. Nuovi grandi competitors si sono affacciati alla ribalta mondiale in questi anni, per i più svariati motivi: si pensi alla crescita di molte nazioni del sud est asiatico, all’India, o alla piccola Taipei. La cara vecchia Europa non è certo stata a guardare, ma la circolazione delle informazioni e la maggior visibilità - con le conseguenti ricadute sulle aumentate disponibilità economiche - hanno creato un mix davvero micidiale che ha rimescolato completamente i valori in campo. Chi si sarebbe immaginato la Germania femminile fuori dai giochi? O la Gran Bretagna? O gli Stati Uniti? E, invece, dove tanti sono caduti, la nostra nazionale ce l’ha fatta. Korea, China, Taipei, Italia - oltre ovviamente l’ospitante Brasile di diritto - sono le uniche nazioni al mondo ad aver ottenuto il bottino completo. Tutti 5


ne parliamo con

Il tuning secondo Faletti Giuliano ci accompagna in un viaggio che ogni arciere ha fatto almeno una volta, quello della messa a punto di arco e freccia, perché chi ben comincia…

S

i dice che chi ben comincia è a metà dell’opera, perché una buona partenza ci mette nelle condizioni di ottimizzare i risultati. Non c’è niente di più vero nel tiro 16

con l’arco: la buona predisposizione mentale, la preparazione del gesto, in allenamento e prima del tiro, sono fondamentali. Il discorso è ancor più valido per l’attrezzatura, perché una

buona messa a punto, qualsiasi sia il nostro livello, oltre a garantirci risultati migliori ci permette di lavorare in maniera più consapevole sul gesto. Un buon tuning consente di eliminare in


partenza tutti quegli errori imputabili all’attrezzatura e a quel punto rimangono solamente, solamente si fa per dire, quelli fatti dall’arciere, che così potrà meglio comprendere e analizzare il proprio gesto, i propri difetti ed i propri punti di forza. Lo sanno bene i campioni, che negli anni hanno sperimentato, provato e ricercato instancabilmente, perché anche in questo ambito non si smette mai di imparare, tante sono le possibilità e le soluzioni. Ne parliamo con Giuliano Faletti, plurimedagliato campione Fiarc e Fitarco, che dopo aver mietuto tanti successi con il ricurvo quest’anno ha deciso di affrontare una nuova sfida, dedicandosi al longbow. Ti arriva un nuovo arco e devi fare la messa a punto. Qual è la prima cosa che fai? “Parto da un punto di incocco standard, di 1/8. Metto il brace indicato dal costruttore, che in genere, alla fine della messa a punto, è leggermente più alto. Più basso è il brace più aumentano le possibilità per la corda di sbattere sul braccio, disturbando la precisione del tiro. Fatto questo tiro una freccia più o meno adeguata al mio libbraggio e vedo come si comporta. Se l’arco è giusto per me, già dal primo tiro la freccia va più o meno come dovrebbe”. A quel punto arriva il momento di lavorare per correggere gli eventuali errori. Su quali prove ti basi e su cosa agisci? “Per la messa a punto uso il test della carta. Tra le prove che ho fatto è risultato il migliore, il più leggibile. Quando la prova della carta è buona anche la freccia spennata vola bene. La faccio partendo dai 6 metri. Cerco di avere una freccia leggera, per quanto possibile, basandomi sul parametro grano per libbra che mi ha dato il costruttore dell’arco. La freccia leggera mi garantisce maggiore velocità, quindi una parabola più tesa. Ma le frecce leggere non sono tutte uguali, perché il peso è prevalentemente dato da asta e punta, delle quali possiamo variare la combinazione. La prima cosa a cui prestare attenzione è proprio la scelta della punta, che non deve essere troppo leggera o troppo pesante. Una freccia con una punta troppo pesante o troppo leggera è meno precisa, ecco perché cerco di utilizzare una punta adeguata e, per rendere la freccia più rigida o più morbida, gioco con la lunghezza dell’asta: se risulta troppo

rigida tengo l’asta più lunga, se risulta troppo morbida accorcio l’asta. Il peso dell’asta deve essere spostato in avanti e per verificarlo trovo la metà dell’asta, la segno, poi metto l’asta sulla lama di un coltello e verifico dove si trova il punto di equilibrio”. Tiri sia con il ricurvo sia con il longbow, che scelte hai fatto riguardo alle frecce? “Io tiro con un ricurvo da 45# e una freccia in carbonio da 550, con punte da 90. Con il longbow tiro sempre 45 libbre, utilizzando una freccia per 45-50# e punta da 80 grani. Con il longbow preferisco tenere la freccia un po’ più rigida, perché il legno dell’asta tende ad ammorbidirsi: le fibre non tengono sempre, il legno si torce un pochino e si sfibra. Le frecce in legno dovrebbero essere di peso costante e spine adeguato. Vedo alcuni arcieri che tirano frecce di peso differente, che però si comportano diversamente, un fatto che risulta evidente dai 25 metri in poi. Trovarsi una freccia diversa in faretra senza saperlo fa cambiare il risultato del tiro. Le frecce vanno spinate tutte, o fatte selezionare dal venditore. Per spinare la freccia è necessario fissare orizzontalmente e sullo stesso piano le sue estremità e mettere un peso al centro, che farà curvare l’asta: avranno tutte lo stesso spine se la misura tra la punta più bassa della curva creata dall’asta con il peso e la posizione di partenza dell’asta senza peso sarà costante. Non basta fare questo, poi è necessario anche fare un’ulteriore selezione pesandole. La fragilità del legno rende a volte necessari dei compromessi, quindi a volte mi alleno con frecce riparate in punta. Poi capita anche la freccia riparata che va meglio delle altre, il legno è talmente strano che può succedere. Un’altra cosa fondamentale della freccia in legno è l’impermeabilizzazione”. Parliamo del punto di incocco… “Come dicevo parto da 1/8 e poi non mi discosto di molto. Se il punto di incocco è perfetto a 5-6 metri vuol dire che va bene. Quando è giusto a 5 metri lo è anche a 20, perché più ci allontaniamo, più la freccia si stabilizza. Ci accorgiamo che un punto di incocco è sbagliato perché la freccia tenderà a cavalcare e ce lo dirà anche il test della carta”. Fai anche altre regolazioni sull’arco per correggere il volo della freccia? “No, spessore laterale e del piatto di finestra li tengo sempre uguali, perché 17


training Figura 1

Figura 2

Figura 3

illustrata nel figura 1. Si può comunque correggere tale postura (figura 2), basta osservare il disegno qui riportato, ma ne abbiamo parlato dettagliatamente nel numero di settembre/ottobre 2015 della rivista, dove in copertina c’è la grande Giulia Barbaro. Per rafforzare tale postura nell’arco nudo 30

potremmo montare un clicker, con la raccomandazione di non rilasciare al momento dello scatto, ma aspettare almeno un secondo, per non essere condizionati dal click. A questo punto eseguire 3 volèe da 6 frecce per ogni posizione, 2 volte la settimana. Per questo lavoro dovremo trovare un

posto adatto che ci possa garantire di tirare le nostre frecce a tali pendenze (figura 3). Prima di questo eseguire alcuni rilasci con l’elastico e poi l’esercizio chiamato hula-hoop, proposto sempre nello stesso numero di “Arco” precedentemente citato. Vincenzo Scaramuzza


coaching

Osserviamo la postura L’equilibrio del corpo avviene solo attraverso una corretta postura e una buona tonicità dei muscoli delle gambe e degli addominali. Alcuni elementi di analisi sugli errori più frequenti e sulle loro cause, che saranno utili per migliorare la performance dei nostri allievi.

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l lavoro del coach consiste nell’impartire le nozioni giuste per garantire una buona crescita tecnica dell’allievo attraverso un programma serio di lavoro. Non ha certo la pretesa di risolvere definitivamente tutti i problemi, poiché è fuori dubbio che potrebbero non essere solo tecnici. Tuttavia offre senz’altro un contributo ed un arricchimento al bagaglio

La corretta postura dell’arciere è fattore indispensabile per una adeguata azione di tiro. Un buon allenatore deve saper osservare l’allievo, per evidenziale eventuali errori e quindi intervenire.

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storia

Borraccia in legno del VII secolo, Oberflacht (Germania).

Cuspidi di freccia e un elmo fedelmente riprodotto.

Da sinistra: una fibula, una fibula a ponte e un pettine in osso.

filologica e realistica di un popolo misterioso, che ha lasciato segni profondi nel nostro modo di essere attuale: dal lessico alla suddivisione delle classi sociali senza cancellare completamente (prerogativa della maggior parte dei popoli conquistatori) la cultura dei vinti. Alcune riproduzioni sono state oggetto di una mostra interamente allestita da L’Arc presso il Museo civico di Cuneo, con l’approvazione dalla Sovrintendenza ai Beni archeologici del Piemonte. Finalmente l’archeologia sperimentale entra ed anima i musei,

rendendoli vivi e meno statici. Questa bellissima opportunità è stata per L’Arc fonte di grande soddisfazione e appagamento per i tanti sforzi condotti. Le nostre esposizioni sono visitabili su appuntamento o durante gli eventi organizzati a Villar San Costanzo presso la sede dell’Associazione stessa o nel Parco archeologico che stiamo realizzando alle porte delle cittadina. Il Parco Cannetum

Anche il Parco archeologico Cannetum a Villar San Costanzo (Cn), in

Gli appuntamenti L’Arc 2016 Nel ricco calendario di attività condotte dall’Associazione L’Arc, oltre al Raduno nazionale di arceri storici a Villar San Costanzo (Cn) che ha avuto luogo dal 30 aprile al 1° maggio e alla festa “Cannetum Celtica” (dal 4 al 5 giugno al Parco Cannetum), i prossimi appuntamenti sono: l 20-21 agosto “Cannetum Langobardorum” festa longobarda al parco Cannetum; l 17-18 settembre Campionato di tiro con l’arco antico a Marmora (B.ta Torello) nel cuneese; l 22-23 ottobre “Corso di costruzione dell’arco storico” a Villar San Costanzo. Per maggiori informazioni: enricolarc@libero.it - www.larc-arcieriasperimentale.com.

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piena fase evolutiva, avrà la propria sezione dedicata all’alto medioevo con un modulo abitativo di tipologia longobarda che rispecchierà nelle dimensioni, nei materiali e nella tipologia costruttiva i ritrovamenti avvenuti in ambito piemontese. Un Parco che riproporrà cronologicamente gli habitat storici relativi alle epoche del ferro, del periodo della dominazione longobarda e dell’alto medioevo. Sono in avanzato corso di realizzazione il castelliere, con la grande palizzata e la motta difensiva, la capanna longobarda e un insediamento dell’età del ferro. Vi invitiamo a visitare il Parco Cannetum per scoprire L’Arc in occasione dei numerosi eventi organizzati, per accompagnarvi in un realistico viaggio nella storia. Cogliamo infine l’occasione per ringraziare la redazione della rivista che ci ospita, per lo spazio concessoci e per la bella opportunità di far conoscere a un vasto numero di lettori le nostre esperienze, i nostri sogni e l’evolversi del nostro progetto storico. Da segnalare infine che tutti gli oggetti visibili in questo articolo sono riproduzioni L’Arc. L’Arc



SERGIO PAGNI

INGE VAN CASPEL

2016 MEN’S VEGAS CHAMPION

2016 WOMEN’S VEGAS CHAMPION

. A R O C N A . O I D O P L I A N I M O D T Y HO 2003-2016 VEGAS MEN’S & WOMEN’S

PRO CHAMPIONS BOW

HOYT

®

Vegas è conosciuta come la più difficile e faticosa prova di precisione nel tiro con l’arco, nessun altro arco è salito sul podio più di Hoyt. È per questo che Hoyt è l’arco dei campioni.

MATHEWS® PSE® BARNSDALE BOWTECH® ALL OTHERS

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