BioGuida n. 44 - Primavera 2014

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PRIMAVERA 2014

N. 44 Trimestrale di ricerca olistica e 2,90

ITINERARI DELLO SPIRITO


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BioGuida

ITINERARI DELLO SPIRITO n° 44 primavera 2014 Trimestrale di approfondimento e ricerca olistica. Aut. Reg. Tribunale di Trieste n° 1067 del 26/03/03

in questo numero

Testata iscritta al ROC n.16994. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1 CNS TS

Editore: BioGuida Edizioni di Pierpaolo Bon Sede: Piazza Vico 7 B, 34131 Trieste (TS) Tel. 040.3229773 - Fax 040.9890285 Info-line: 338.8852117 info@bioguida.com - ppbi@bioguida.net Sito web: www.bioguida.com Abbonamenti: 040.3229773 - 338.8852117 info@bioguida.com CCP 51506707 Pubblicità e Marketing: 338.8852117 ppbi@bioguida.net Impaginazione: Luglio Fotocomposizioni, Trieste

La via interiore: Educazione all’interiorità

Gli incontri: 4

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Tempo di risveglio spirituale

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La guarigione dentro di noi

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Un pizzico di sale

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Il percorso di crescita personale

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La via della scienza:

Stampa: La Tipografica, Udine. La riproduzione anche parziale di immagini o testi deve essere autorizzata dall’editore. La rivista viene distribuita esclusivamente in abbonamento postale o in punti selezionati e autorizzati. Nessun allegato alla rivista è da considerarsi tale se non esplicitamente autorizzato. L’editore si mette a disposizione degli autori delle cui opere non sia stato possibile risalire alla fonte. I diritti di immagini e loghi pubblicitari sono forniti dai clienti dietro loro autorizzazione e responsabilità.

Direttore responsabile: Pierpaolo Bon

La conoscenza della Vita

I segni della primavera

Le deformazioni pupillari 8

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Direttore editoriale: Mari Valentini I nomi di questo numero: Marco Baston, nagualista. Susanna Berginc, operatrice di Metamedicina, numerologa, floriterapeuta. Antonio Bosna, libero ricercatore spirituale e teologo. Rodolfo Carone, associaz. Gendai Reiki Italia. Elisabetta Conti, antropologa, iridologa.

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La via della terra: Il paradigma del maiale

La via delle piante: La magia e il canto degli Alberi

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La via delle stelle:

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Ileana Dudine, Master Reiki, Vivation. Cornelia Giordani, ricercatrice fitoterapica.

La via degli animali: I nostri maestri a distanza di una carezza

Francesco Giordano, critico ed esperto musicale. Roberta Giurissevich, astrologa.

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Marinka Pockaj, interprete/traduttrice, riciclista. Andrea Sergiampietri, medico veterinario, omeopata. Disegni e immagini: Cristina Bernazzani, Manuela Frisone, Moreno Tomasetig (quando non diversamente specificato) In copertina: “‘Volo” opera di Cristina Bernazzani

I luoghi: I luoghi della BioGuida: Associazioni, Scuole, Istituti, Operatori, Naturopati, Facilitatori, Terapisti, Corsi, Conferenze, Seminari

Parole e musica:

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Una primavera di grandi concerti e spettacoli

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EDITORIALE

“Bisogna avere il caos dentro di sè per generare una stella danzante”. F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra. “Io fui già un tempo giovane e ragazza e anche pianta e uccello e muto pesce che salta fuori dal mare”. Empedocle, Frammenti.

È

in gran voga parlare di cambiamenti, da più parti, ma con eccessiva e talvolta grossolana solennità. Si inneggia superficialmente al coraggio di mutare le prospettive della nostra esistenza, alla forza necessaria per poter liberare gli schemi indottici dall’educazione ricevuta, e le gabbie della ripetitività che ci protegge dal giudizio sociale, cullandoci nell’ovattata e comoda niccha delle convenzioni. Niente di nuovo, anche perché, da sempre, la maggioranza degli uomini stanno appollaiati come un macigno sulla propria collina: l’ultima cosa che si vuole è mutare il piccolo angolo di sè faticosamente costruito nei nostri anni di vita, e l’idea di uscirne colma di spavento e dà vertigine, apre a pericolosi dubbi sulla propria identità. Ma il mutamento è esso stesso parte essenziale di noi stessi e di ogni essere senziente e vivente, per cui averne timore non è una buona ragione né può essere utile per sottrarvisi. Per dimostrare quanto ogni vita sia intrinsecamente mutevole può bastare riferirsi alla lezione di moltissimi e grandi filosofi dell’Occidente come dell’estremo Oriente, spesso passati in

ombra da parte delle Accademie proprio per il coraggio trasgressivo del loro pensiero. Da Protagora ad Empedocle nell’antica Grecia, al cuore della cultura buddista Zen in Giappone, fino a F. Nietzsche, per citare solo qualche esempio eclatante, più recente e a noi vicino in merito. In una delle sue opere più discusse e straordinarie, Così parlò Zarathustra, il tema della continua trasmutazione è l’essenza stessa di chi voglia approdare all’ulteriorità come principio strutturale del nostro divenire nel mondo. Una questione per nulla inedita e originale dunque, usata e abusata negli ultimi anni, a cavallo di questo millennio “appena” trascorso da un decennio. Ma se su questa tema si vuole sorridere, senza rinunciare all’estrema profondità del suo sotterraneo messaggio, basta leggere un gioioso e delizioso libro scritto dall’ eremita e poeta cinese Wu Ch’eng- En della dinasta Ming nel Sedicesimo secolo, intitolato Lo scimmiotto. Perchè anche la sua storia comincia con una roccia. Dalla creazione del mondo, la roccia ha assorbito le essenze più pure del Cielo, il “vigore del sole e la grazia della luna”. Ma inaspettatamente la roccia rimane incinta, dà alla luce un uovo di pietra e dall’uovo esce Scimmiotto. Un animale irriverente e spavaldo che ben presto padroneggia le trentadue trasformazioni polimorfiche insegnategli dall’Immortale taoista. Un giorno impara a fare il trapezista delle nuvole e a passare, viaggiando su una nuvola, da

un parte all’altra del mondo, e arrivare fino al Cielo. Quello seguente impara a trasformare i peli del corpo in eserciti e pennelli. Ed ancora si procura una bacchetta magica grande come un ago che può infilare dietro l’orecchio e con cui può espandersi come la Via Lattea. L’adattibilità e le capacità creative di Scimmiotto si rivelano a tal punto insolenti che persino Buddha decide di rinchiuderlo in una montagna per cinquecento anni e insegnargli un po’ d’umiltà. Come segno della trasformazione finale Scimmiotto fa propria la saggezza della vita monastica e impara a moderare la sua debordante e irrefrenabile impulsività. Resta tuttavia sempre disponibile e felice a vivere ruoli e situazioni sempre nuovi e inebrianti, aiutando per esempio il giovane monaco Tripikaka nella sua ricerca spirituale. La leggerezza di Scimmiotto ci insegna dunque quanto possa essere terribilmente noioso starsene immobili nella propria ossificata e inflessibile identità e come il masso della montagna del racconto, possa essere simbolo dello straordinario aprirsi alla bellezza di qualsiasi cambiamento e ad una nuova invenzione di sé. In ognuno dimora una segreta saggezza in attesa di fiorire in forme continuamente diverse. E ad ognuno di noi può essere concesso utilizzare le proprie nuvole come trampolini di lancio verso il nostro personalissimo Cielo. Mari Valentini (marivalentini@libero.it)


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LA VIA INTERIORE

Educazione all’interiorità di Antonio Bosna (ricercatore spirituale, teologo)

I

Il termine educare significa, dal latino e-ducere, condurre fuori, per cui l’uso corretto di tale termine dovrebbe indurre colui che si accinge all’oneroso e difficile compito di educatore ad assumere un duplice atteggiamento. Per prima cosa egli dovrebbe saper osservare e quindi ascoltare l’educando, per poter comprendere quali siano le sue innate tendenze (i suoi talenti), uniche e specifiche per ciascun individuo. In secondo luogo dovrebbe passare ad adottare quei mezzi e tecniche necessarie a far si che il discente metta in moto il suo naturale processo di evoluzione delle proprie potenzialità verso una compiuta consapevolezza e, quindi, verso la loro manifestazione. In genere però il termine educare è stato usato solo nel senso di una trasmissione di saperi e di esperienze da parte degli adulti nei riguardi dei giovani, assicurando così continuità e compattezza all’organismo sociale. Intesa in tale maniera, l’educazione certamente è servita alla costruzione delle varie civiltà, almeno per quel che riguarda l’apparato politico-giuridico ed economico, ma quanti conflitti individuali e sociali ha generato nei secoli una tale concezione? Un elemento fondamentale che spiega sia l’aggressività degli individui, così come tutti gli altri classici difetti della personalità (egoismo, invidia, gelosia, chiusura interiore, esagerato attaccamento ai piaceri e ai beni materiali, ecc.), consiste proprio nella mancata realizzazione dell’equilibrio interiore di ciascun essere umano. Certamente, quando l’educazione è stata concepita solo nella direzione della formazione del buon cittadino, del bravo scolaro, del soldato obbediente e disciplinato, dell’operaio produttivo e così via, si è accentuato il condizionamento della cultura dominante dei vari periodi storici che, spesso, ha impedito il pieno sviluppo delle possibilità individuali. Con questo non si vuol ipotizzare la

vita di un individuo al di fuori di qualsiasi organismo socio-culturale, il che sarebbe pressoché impossibile ma, se si vuole tendere ad un’evoluzione positiva dell’uomo dalla stagnante situazione del diffuso materialismo attuale, è bene far tesoro della lezione della storia, alla luce di una superiore visione spirituale e metafisica della realtà. Affinché, quindi, si possa compiere un balzo in avanti, in direzione di una società più armoniosa, è necessario attuare un processo di pacificazione all’interno di ciascun individuo. Tale processo viene messo in moto a condizione che ci si renda conto che la società viene dopo l’individuo, nel senso che tutto ciò che di positivo o di negativo possa essere ritrovato in essa, altro non è che la proiezione di tutto ciò che i vari individui pensano ed operano. Risulta così evidente che il “guasto” di un società ha il suo antecedente in quello degli individui. Si obbietterà forse a tale affermazione, che vi sono vari tipi di società, così come vi sono vari tipi di individui. Ciò indubbiamente è vero ma i problemi fondamentali con cui ci si deve misurare oggi, come ieri, sono legati essenzial-

mente alla mancata realizzazione di un possibile equilibrio tra le varie esigenze dei popoli e quelle dei singoli. Ma è opportuno chiedersi: quali sono le reali e vere esigenze dell’individuo? Non è possibile rispondere in maniera univoca a tale domanda, fino a quando si porrà al centro di ogni criterio di valori l’avere. Risulta più che dimostrato storicamente, tanto a livello individuale che a livello collettivo, che più si possiede più si vuole possedere, in quanto per tale via vengono stimolati gli elementi più bassi della personalità, quali: avidità, egoismo e aggressività. Non si vuole qui affermare che la ricchezza e la proprietà dei beni siano un male, ma è bene ricordare che tutto ciò che si possiede, la vita, l’intelligenza, la salute, i beni materiali, viene donato da Dio o, per chi non crede, dalla Vita. L’uomo nasce solo e povero e così muore: tutto ciò che egli crede di avere come suo, lo deve per forza abbandonare. Se si riflette bene su tale realtà, risulta più facile comprendere come ciò che all’individuo non potrà essere mai tolto è il suo Essere. Se quindi questa è la sua peculiarità, la realizzazione del suo equilibrio la deve


cercare in una continua e crescente consapevolezza di Sé. Pur lasciando il giusto valore all’educazione intesa come trasmissione di saperi e di tecniche da una generazione all’altra, una svolta epocale potrebbe prodursi se si ponesse al centro degli interessi dell’uomo l’educazione, quale percorso verso la propria interiorità. Sia beninteso, ciò non significa volersi isolare in se stessi, in un mondo di fantasie soggettive; al contrario, tale tipo di educazione, se correttamente intesa, indurrebbe ciascuno a conoscere se stesso e quindi a manifestare nel tessuto sociale le proprie reali possibilità, senza nulla togliere agli altri individui. Vi è una fondamentale differenza tra la conoscenza delle varie cose del mondo esterno e la Conoscenza di Sé. La prima è frutto di un’assimilazione individuale che fa seguito ad una descrizione della realtà, fatta da altri. E anche a voler ammettere che esista una interazione tra il soggetto che apprende e il soggetto che comunica un sapere, la rielaborazione dell’Ego individuale dei dati forniti dall’esterno è sempre condizionata da una descrizione consolidata e, spesso, dogmatica della realtà.

La conoscenza di Sé, invece, può dirsi la Vera Conoscenza, in quanto ogni elemento che fa parte della complessa costituzione dell’individuo, quando viene veramente conosciuto, non implica solo un’acquisizione mentale ma anche e soprattutto una trasformazione dell’io nella direzione di una più estesa consapevolezza, di natura sia mentale che fisica. Dice S.Giovanni apostolo: “carissimi,noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando Egli si sarà manifestato, noi saremo simili a Lui, perché lo vedremo così come Egli è”. (1 lettera di S. Giov. 3,2). La manifestazione del Signore ci renderà simili a Lui e allora sapremo chi veramente noi siamo, è il senso di tale passo. Ma ciò equivale alla conoscenza di Sé, al nucleo nascosto del nostro essere, da cui ogni pensiero o azione prende corpo ed energia. Educare all’interiorità quindi è portare fuori, o meglio lasciare che emerga la luce dello Spirito che giace in noi. In realtà l’uomo è sconosciuto a se stesso e ciò provoca un senso di paura e smarrimento. In una dimensione mate-

rialistica della realtà egli crede che, la cosa migliore per superare tale stato di minorità, sia l’affermare se stesso identificandosi progressivamente in stati d’animo legati al potere. Se si esercita potere sulle cose (la proprietà) e sugli altri (successo, fama, consenso, ecc.), generalmente si ritiene di essere realizzati. Ma ciò è frutto di illusione, se si considera che tutto quello che si ha, prima o poi lo si perde. Tutto è mutevole: da ricchi si può diventare poveri, da sani malati e così via. Esistono leggi dell’Universo che sono superiori al volere degli individui e i processi che regolano la vita e la morte non si possono cambiare. Ma l’Essere, secondo quanto afferma Parmenide di Elea, è immutabile, sempre uguale a sé stesso, non soffre né accrescimento, nè diminuzione e, al di là del tempo e dello spazio, è l’inizio e la fine di ogni cosa. “Io sono l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Dio, colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!”(Ap.1,8). Di quest’essere ogni individuo partecipa necessariamente, altrimenti non potrebbe neanche esistere. “In Lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo.”(Atti,17,28). In definitiva dunque, un’efficace terapia dei mali che affliggono la società attuale


LA VIA INTERIORE

dovrebbe portare all’educazione all’interiorità, alla realizzazione dell’espressione di una cultura fondata sull’Essere. Per realizzare un obbiettivo del genere, però, gli ostacoli sono tanti e difficili da superare: innanzitutto il materialismo diffuso che, in Occidente, si è andato progressivamente affermando da vari secoli, prima in sede teoretica, poi nei vari domini della vita pratica di ogni individuo. In secondo luogo le varie organizzazioni politiche hanno come punto centrale di riferimento l’economia, avendo posto ai margini tutti gli altri interessi e necessità dei cittadini. Si può anzi affermare che ormai sia l’Economia a guidare e condizionare la Politica ed i santuari moderni non sono più le cattedrali, ma le banche ed il mercato borsistico. In terzo luogo, gli strumenti di comunicazione di massa, la televisione in primis, operano un condizionamento pesante sui modi di vivere, spesso più negativo che positivo, considerando che gran parte delle trasmissioni sono intrise di stoltezza, violenza e volgarità. A ciò si aggiunge la crescente pericolosità, specie per i più giovani e le menti fragili, di un utilizzo distorto del web e dei social network. Le cronache quotidianamente riportano una serie di delitti efferati, molti dei quali tipici della società attuale, priva di valori dello Spirito. Da cui conseguono i soliti discorsi moralistici e di circostanza da parte dei vari rappresentanti delle istituzioni, con infiniti dibattiti televisivi in cui si ripetono fino alla nausea sempre le stesse cose. Come si fa a non accorgersi che siamo ormai immersi in un sistema ipocrita? Da un lato tanti bei discorsi e dall’altro si concede al cinema, alla televisione e alla stampa di massacrare gli animi delle persone con immagini, parole e situazioni violente, oscene e stupide. Sembra proprio che la nostra sia divenuta una società suicida, che non ha il coraggio di guardare in faccia al male e combatterlo.

Qualche appunto va fatto anche sul sistema scolastico ed universitario. Anche in questo ambito si assiste da anni ad una sempre più accentuata demotivazione degli studenti, i cui reali interessi sono ormai posti al di fuori della scuola. Spesso purtroppo, d’accordo con le proprie famiglie, essi soggiornano nelle aule scolastiche come in un parcheggio, poiché non saprebbero che altro fare, avendo l’unico obbiettivo, il conseguimento del titolo di studio. Inoltre, non pare che alla Stato interessi così tanto la scuola, visto che le agenzie educative che vanno prendendo sempre più piede, sono istituzioni private, che organizzano corsi costosissimi, che propongono un “sicuro” accesso al mondo del lavoro. Una società che chiede sem-

pre maggiori doti specialistiche non può più essere interessata alla scuola di massa, utilissima nella prima fase dell’industrializzazione, ma oggi non più rispondente alle richieste del mondo socio-economico. Inoltre, se si tiene presente che l’educazione scolastica, specie quella tecnicoprofessionale, è stata improntata più su una serie di nozioni da mandare a memoria, piuttosto che sullo sviluppo delle facoltà intellettive vere e proprie, si può ben capire perché attualmente tale sistema sia entrato in crisi, dato che gran parte delle nozioni di ogni genere si può ricavare più facilmente dall’uso del computer. A ciò si aggiunga che anche molte abilità manuali vengono sostituite dall’uso di macchine, peral-

tro più convenienti economicamente. Considerazioni analoghe valgono anche per le Università in cui, dato il sovraffollamento degli studenti, la cosa migliore pensata dai docenti al fine di tentare una mascherata selezione, è quella di aumentare il numero dei volumi da mandare a memoria per superare gli esami. Ma come poter operare un risanamento nell’attuale sistema educativo che sta tracollando? Tutto dipende da come si concepisce l’individuo. Se si continua a ritenerlo solo uno strumento per la società economica, da utilizzare al meglio nelle varie occupazioni, allora lo si considererà sempre come un contenitore da riempire con un cumulo di nozioni. Se invece riusciremo a svincolarci da questa concezione meccanica dell’essere umano, potremno comprendere che la realizzazione della personalità è possibile solo se l’individuo attinge al proprio Essere. Quindi, è necessario un capovolgimento di prospettiva, una rivoluzione, nel senso più vero del termine: un ritorno ai Principii. Se si considera attentamente, l’individuo parte da uno stato di confusione interiore, perché non sa chi egli stesso sia; solo la tensione verso il proprio Essere ne determina la sua autenticità. Riconoscendo gli elementi del mondo esterno come semplici supporti per la sua vera realizzazione e non cose in cui egli si debba identificare, la sua vita sarà armoniosa e si svolgerà nella pace. Se l’uomo sa di Essere, riconoscerà come illusione tutto ciò che è frutto di desiderio e di avversione. In tal modo potrà staccarsi sia dal condizionamento del passato che dalle aspettative del futuro. Riposando nella quiete e nel silenzio interiore, l’uomo potrà conoscere la propria vocazione e saprà quindi come agire nella costruzione di una società in cui ognuno occupa il posto che, secondo il diritto naturale, gli spetta. (bosna.antonio@libero.it)



LA VIA DELLE STELLE

I segni della primavera di Roberta Giurissevich (astrologa)

C

ome la natura, il ciclo della vegetazione e le attività collettive si sviluppano su un modello di quattro fasi, che si riflettono nel susseguirsi delle stagioni, determinate dal movimento di rivoluzione della Terra intorno al Sole, così l’oroscopo individuale viene tradizionalmente suddiviso in quattro punti cardinali, collegati alle quattro fasi del giorno conseguenti al movimento di rotazione della Terra intorno al proprio asse. Questi punti, dati dall’intersezione tra l’orizzonte e il meridiano verticale sono: il punto più a Est o Ascendente (ovvero il punto dell’eclittica che si trova all’orizzonte al momento della nascita), che corrisponde all’alba e il suo opposto a Ovest - o Discendente - che equivale al tramonto. Le persone nate di giorno hanno il Sole sopra l’orizzonte, quelle nate di notte nella metà inferiore del cerchio zodiacale. La linea dell’orizzonte suddivide il cerchio in due metà che si differenziano per qualità, in base alla dinamica che si attua tra le simbologie di luce e buio. La metà superiore, vale a dire la fase di luce, rispecchia il rapporto con il mondo esterno, quella inferiore, oscura, corrisponde alla sfera interiore. Gli individui nati nelle ore diurne, cioè con il Sole situato sopra l’orizzonte hanno personalità più estroverse, socievoli, attive e orientate verso il rapporto con l’esterno, mentre i soggetti nati dal tramonto all’alba sono introversi, riflessivi e maggiormente in contatto con la propria dimensione interiore. Se nel corso della giornata si segue il movimento del Sole da Est a Ovest in relazione al Meridiano, si determina una ripartizione che corrisponde nell’oroscopo alla suddivisione delle Case. Lungo tale arco la Terra passa dal buio del punto più a Sud - il Fondo Cielo - alla luce dello Zenith, o Medio Cielo. Questo movimento in fase crescente (dal Nadir allo Zenith) nel settore orientale dell’oroscopo è in analogia con il percorso di evoluzione della coscienza

dall’oscurità alla luce, poiché corrisponde al cammino dell’individuo da una dimensione indifferenziata a una fase di azione creativa nel mondo. Viceversa, dalla luce al buio, nella fase calante lungo il settore occidentale (dal punto culminante al Fondo Cielo), l’individuo è soggetto a eventi provenienti dall’esterno che sono solo parzialmente sotto il suo controllo. Come le quattro fasi del giorno, collocate sui quattro assi dell’oroscopo, stanno a indicare lo sviluppo della coscienza individuale, così le stagioni, regolate dai punti dei solstizi e degli equinozi, segnano la corrispondenza tra il percorso evolutivo individuale e quello collettivo transpersonale. Al grado 0° dell’Ariete corrisponde nel ciclo stagionale l’equinozio di primavera con qualità analoghe a quelle dell’Ascendente nell’oroscopo. Tale punto, che si trova all’intersezione dell’equatore celeste con l’eclittica e viene detto anche punto vernale o punto gamma (dalla forma del glifo dell’Ariete), corrisponde simbolicamente alla nascita, alla prevalenza della luce sull’oscurità, al nuovo inizio, alla vita che si è appena manifestata nella sua forma germinale. Il periodo che va dall’equinozio di primavera al solstizio d’estate corrisponde alla sezione di cielo che va dall’alba al mezzogiorno: è il Sole che sorge e si leva, è la luce che aumenta, si tratta di una fase di nuova energia, di speranza, di grande idealità, di massimo potenziale e di progresso. Nella prima cornice del ciclo stagionale, disegnato dal giro che la Terra compie intorno al Sole, si inseriscono le simbologie dei tre segni “primaverili”: Ariete, Toro e Gemelli. Il segno dell’Ariete è governato da

Marte, pianeta maschile dinamico, che regola l’azione-desiderio, vale a dire l’azione tesa al raggiungimento immediato dello scopo. Come conseguenza, l’appartenente al segno dell’Ariete è volitivo, impulsivo, diretto, precipitoso, talvolta aggressivo, ama l’avventura, la scoperta, le novità, sa comandare e guidare gli altri. Veloce anche sul piano mentale, comprende rapidamente e ha una buona immaginazione; la sua logica tuttavia può essere limitata per l’eccesso di dogmatismo. Lo studioso Dane Rudhyar definisce l’Ariete “l’alba della personalità (…) costantemente nel processo di formare se stesso”. Pur ostentando sicurezza, il nativo del primo segno esprime delle qualità infantili, essendo instabile, psicologicamente insicuro, egocentrico, teatrale, spontaneo, istintivo, generoso e passionale. L’influenza di Marte si manifesta nelle espressioni guerriere del segno, che si dimostra coraggioso, combattivo, competitivo, ambizioso e indipendente. Tra i difetti, l’Ariete manca di costanza, è inquieto, impaziente, nervoso, irascibile e vittimista. La lezione da apprendere riguarda l’acquisizione di qualità come la pazienza e la perseveranza. Afferma Dane Rudhyar a proposito del primo segno: “La personalità è la sola cosa che desidera ‘possedere’ e di cui


non è mai sicuro, dato che non può mai essere ‘finita’”. (Rudhyar D., I segni astrologici, Astrolabio, Roma, 1988, p. 29) Simbolicamente associato alla fertilità e alla terra, il nativo del secondo segno è estremamente ricettivo nei confronti della ciclicità e dei richiami della natura. Le corna del glifo rimandano alla forma della falce lunare: non a caso la Luna è esaltata in Toro. E’ il primo della grande croce dei segni fissi: Toro, Leone, Scorpione e Acquario, che compaiono anche nella Bibbia nelle figure del toro, del leone, dell’aquila e dell’angelo e rappresentano diversi livelli di espressione della forza. Quello del Toro è il potere di produrre e far prosperare. In accordo con la visione più arcaica, è considerato femminile, nonostante le caratteristiche maschili dell’animale corrispondente e la sua funzione fecondatrice. Chi appartiene al segno del Toro presenta delle qualità tipicamente femminili, come l’istinto materno e una particolare sintonia con gli aspetti pratici della vita materiale. Insieme al suo opposto, lo Scorpione, costituisce l’asse della sessualità nella ruota zodiacale e corrisponde all’istinto per la riproduzione. Governato da Venere, il Toro viene considerato il segno più sensuale dell’oroscopo, è dotato infatti di una spiccata sensi-

bilità a livello sensoriale, oltre che di talento artistico. E’ lento ma costante, stabile, concreto, operoso, caparbio, organizzato e responsabile. Necessita

di sicurezze e procede perseguendo un obiettivo. Attribuisce valore all’utilità e alla funzionalità. Dane Rudhyar gli attribuisce “la sostanza di ogni processo produttivo”. Il glifo dei Gemelli rappresenta l’unione degli opposti: in sanscrito mithunam - gemelli - significa “unione dei principi maschile e femminile”. Questa definizione si ricollega alle qualità attribuite a Mercurio, governatore del segno, dalla tradizione mitologica. Egli, il messaggero degli dei, rappresentato con le ali ai piedi, era noto anche come Ermes, lo psicopompo, con il compito di trasportare le anime nel regno dei morti. A Mercurio si può ascrivere la capacità di collegare le polarità opposte e l’importante compito di mettere in comunicazione la sfera cosciente con l’inconscio. In analogia con la necessità dell’uomo di entrare in contatto con il mondo circostante, che è anche uno dei significati della terza Casa dell’oroscopo, l’ultimo segno della stagione primaverile viene tradizionalmente associato alla comunicazione in tutte le sue forme. Il nativo dei Gemelli si contraddistingue per la

mobilità, la necessità di scambi e la vivacità intellettuale. Viene associato alla fase della giovinezza per il bisogno tipico di quest’età di fare esperienze e acquisire informazioni. Gli appartenenti al segno sono simpatici, curiosi, intuitivi, adattabili, rapidi ad apprendere, attenti a registrare tutto quanto li circonda, hanno la tendenza a essere dispersivi, superficiali e non molto affidabili, poiché la loro necessità di ricercare nuovi stimoli non favorisce l’approfondimento, la riflessione e la stabilità. Tra i bisogni del terzo segno vi è la necessità di esprimere l’energia mentale attraverso la definizione e la classificazione. La lezione da apprendere riguarda la capacità di sviluppare un certo grado di costanza, di chiarezza e di fermezza nelle decisioni.Con il segno dei Gemelli si conclude la fase primaverile del ciclo solare, che culmina nel solstizio d’estate: il giorno più lungo dell’anno. Il potere della luce che ha accompagnato lo sviluppo della coscienza dalla fase iniziale di pura energia dell’Ariete a quella del controllo attraverso il pensiero dei Gemelli, passando per la costruzione operativa stabilizzante del Toro, raggiunge il suo apice per subire un’inversione di tendenza nel segno del Cancro, in cui la luce inizia a cedere il passo all’incedere dell’oscurità, alle trasformazioni e ai compromessi legati alle istanze delle forze inconsce e collettive. (astrowaygo@gmail.com)


LA VIA INTERIORE

Tempo di risveglio spirituale di Susanna Berginc (Operatrice di Metamedicina, Floriterapeuta, Numerologa)

L

a primavera porta sempre con sé una gran voglia di risvegliarsi e di ricominciare a vivere: la natura si risveglia, il nostro corpo, la nostra sessualità, manca solo un risveglio più profondo, vibrante, come potrebbe essere quello spirituale. Ma cos’è il “risveglio spirituale”? Bisogna pregare, meditare, frequentare le funzioni religiose oppure un buon seminario? O bisogna essere più comprensivi, compassionevoli, altruisti? Forse, per risvegliarsi è necessario innanzitutto prendere coscienza che si sta dormendo. Vi è un bellissimo racconto di Osho, in cui si narra di un pesce che, uscito dal mare e disteso sulla spiaggia sotto il sole rovente, si rende conto per la prima volta di quanto stava bene nell’acqua. E, nel momento stesso in cui il pesce riesce a ritornare nel mare, ama quel mare, lo vive, ci sguazza dentro come non mai, perché finalmente ha capito quanto è importante per lui. Questa storia può richiamare la ben nota parabola del figliol prodigo, spesso fraintesa dai più. Egli, in realtà, che chiede al padre la sua parte di patrimonio e lascia la casa paterna per godersi la vita, ha avuto il coraggio di provare, di essere sé stesso, di ascoltare il suo sentire. Una volta provata quella strada, una volta sperperato quanto ricevuto dal padre, si è reso conto di come stava bene dov’era prima, con la triste consapevolezza che, finito il denaro, veniva trattato peggio dell’ultimo degli schiavi del padre. Ed è molto importante notare quello che ha fatto subito dopo aver compreso tutto ciò: è tornato a casa. Non si è macerato nel dolore, non è caduto in depressione, non ha fatto finta che tutto andasse bene, non è scappato lontano per la vergogna. Semplicemente ritorna. 10

Con senso di colpa, col capo chino, ma ritorna. Come volete che un padre non faccia festa per questo figlio? Un figlio che ha avuto coraggio di ascoltarsi, di provare e di tornare con umiltà? Certo, qualcuno potrebbe dire “per interesse”. Ma qual è, o dovrebbe essere, il nostro maggiore interesse su questa Terra? Essere noi stessi fino in fondo per essere felici. Questo comporta osare, sbagliare, e ritornare a riprovare. Una, dieci, mille volte. Come Thomas Edison con i suoi mille tentativi per ottenere la lampadina: se si fosse fermato al centesimo tentativo, ora forse leggeremmo a lume di candela. Questa parabola insegna molto altro, tra cui l’importanza di “amarsi”: è un argomento in gran voga, senza che peraltro venga spiegato come metterlo in pratica. Vediamolo con un esempio: se un bambino nasce in una famiglia in cui viene picchiato, umiliato o comunque trattato male, sapete cosa fa? Ama i suoi genitori ugualmente. Ama incondizionatamente. Ama “anche se”. Quindi “amare sé stessi” significa amarsi con gli occhi di un bambino, amarsi “anche se”.

Mi amo “anche se” sono brutto, grasso, vecchio, irascibile, intrattabile, scontroso, arrogante, piagnucoloso, sensibile, timido, sterile, solo. Perché ho il diritto di esserlo! E, quando qualcuno mi dice “non puoi essere così, con quello che hai nella tua vita”, mi concedo comunque il diritto di esserlo, perché mi amo anche se”. Se siamo in grado di amarci così come siamo (con tutti i nostri presunti difetti), siamo in grado di amare il prossimo con tutti i suoi presunti difetti: se ho imparato ad amarmi “anche se”, riesco ad amare gli altri “anche se”. E, quindi, diventiamo automaticamente più tolleranti, pazienti, più amorevoli. Se mi permetto di essere mè stesso e di vivere le mie emozioni (soprattutto quelle “negative”), prendo contatto con esse (rabbia/depressione/paura/ odio/invidia, ecc.) e inizio a chiedermi: “perché vivo questa emozione negativa?” La Metamedicina considera un’emozione tale come un campanello d’allarme che segnala una ferita, un dolore non risolto che, per essere curato, deve per prima cosa essere scoperto. Ma se applichiamo l’arte di mostrarci al mondo dietro una fac-


ciata di convenienza, forse sarà più difficile ammetterlo. Ricordo di una donna che esprimeva parole di biasimo verso la madre: nel momento stesso in cui gliel’è stato fatto notare, lei ha sorriso forzatamente dicendo “Ma no, povera, ha fatto tanto per me”. La rabbia era uscita per poi essere nuovamente sepolta. In questo modo non ce ne libereremo mai. Ma che vita è questa, vivere “di facciata” mentre dentro siamo molto arrabbiati? E ci sono persone che nemmeno vogliono ammettere a sé stessi di essere arrabbiati/delusi/frustrati e in realtà stanno anche peggio, perché si sentono male ma non ne comprendono il motivo. E poi ci lamentiamo che tutto va storto, non abbiamo denaro, nessuno ci ama o abbiamo sempre un problema dopo l’altro. Il mondo in cui viviamo ha il sacro terrore delle emozioni, tanto che esistono molteplici tecniche per tenerle sotto controllo senza comprendere che, essendo fluide come l’acqua, sono spesso ingestibili: basti pensare a quante volte vi siete ripromessi di non arrabbiarvi, mettervi a dieta, smettere di fumare. Non è la mente che comanda, sono le emozioni che a lungo andare lo fanno, soprattutto quelle represse. Per questo è essenziale scoprire il mondo di emozioni che vive dentro di noi: nasconderlo non serve a nulla, tranne che a peggiorare la situazione. Un deposito pieno di emozioni inespresse prima o poi esplode, all’esterno oppure all’interno, sul corpo fisico. La Metamedicina insegna a prendere coscienza dell’emozione “negativa”, aiutando ad esprimerla efficacemente e a scoprire quando è nata. Infine, parte più importante, aiuta a perdonare completamente la persona che ha innescato tutto questo, la persona che ci ha ferito. Fatto ciò, l’emozione “negativa” (il campanello d’allarme) improvvisamente sparisce; questo perché non ha più motivo di esistere, in quanto la ferita è stata sanata. Ma attenzione: perdonare non è lo stesso di scusare. Tutti sanno scusare,

perdonare è completamente diverso. E’ una questione di testa, perché ci ho ragionato su: “so quanto la mamma ha fatto per me, che vita ha passato... poverina, la capisco”. E’ un processo mentale: ma le ferite risiedono nel cuore, non nella testa, dov’è presente solo la memoria. Perdonare invece è per sempre, scusare dura quel poco che dura, in quanto l’emozione negativa poi ritorna.

male. Poi l’uomo si ammalò e perse l’uso delle gambe. Poco tempo dopo, la moglie, forse stanca dei suoi rimproveri, lo lasciò. Improvvisamente assistetti ad un cambiamento incredibile: com’era bella la vita prima, com’era stata dolce sua moglie, com’era bello poter lavorare. Perché dobbiamo perdere qualcosa prima di renderci conto di quanto sia importante per noi?

Un altro grande insegnamento della parabola del figliol prodigo è: “vengo amato comunque”. Anche se abbiamo commesso le colpe peggiori del mondo, l’Universo, Dio, ci perdonerà sempre, perché ci ama così tanto da permetterci di sbagliare. Spesso ci dimentichiamo che siamo qui, su questa Terra, per imparare: è l’esperienza dello sbaglio che ci apre gli occhi e che ci permette di imparare.

Forse perché siamo così addormentati da credere che non ci sia altro modo di vivere. O semplicemente perché dobbiamo attaversare la spiaggia rovente per ricordare l’abbraccio amorevole del mare. Per questo motivo le occasioni di fallimento della nostra vita vanno prese al volo, perché ci danno la spinta necessaria a risvegliarci e cambiare il modo di vivere. Separazioni, cambi di lavoro, litigi dolorosi, abbandoni, lutti, malattie; sono tutte occasioni. Per risvegliarsi, perché vogliamo, come il pesce, ri-tornare nel mare. Recriminare ci fa restare bloccati sulla spiaggia a soffrire.

Il pesce non sa quanto è bello vivere nel mare finché non commette lo sbaglio di perderlo. Noi stessi non sappiamo quante cose abbiamo nella nostra vita finché non le perdiamo. Ma se non vogliamo capire e ci ostiniamo a tenere cuore ed occhi chiusi, non potremo ritornare nel mare e rimarremo sulla spiaggia rovente a patire: non a caso le persone più “difficili” sono quelle che dentro hanno i dolori più roventi. Chissà da quanto tempo sono lì, su quella spiaggia bollente.. Ricordo un uomo, piuttosto giovane, che si lamentava sempre senza cercare da nessuna parte un aiuto per il suo malessere. Diceva che la sua vita era un fallimento, il rapporto con la moglie uno dei peggiori, il lavoro andava

Quindi per ri-svegliarsi è necessario per prima cosa rendersi conto che non stiamo bene. Subito dopo è importante amarsi “anche se“ non siamo perfetti. E’ fondamentale per-


LA VIA INTERIORE

re il diamante nel nostro prossimo, “anche se” odioso, arrabbiato, cattivo, impietoso. Amo il mondo, amo me stesso, amo il mio prossimo qualunque esso sia e non vedo il fango che lo ricopre. Non c’è giudizio, perché ho capito. Ho compreso che anche lui ha un dolore, alla pari di tutti gli altri e il suo comportamento è il migliore che sa mettere in atto per soffrire meno su quella spiaggia rovente. E, se non giudico, improvvisamente cambio frequenza e mille strade si aprono innanzi a me. Non giudichiamo per non essere giudicati.

mettersi di essere come si è: abbiamo tutti il diritto di essere come siamo, per quello che abbiamo vissuto, per il dolore che abbiamo passato. Il figliol prodigo, quando ha visto il baratro in cui era finito, ha continuato ad amarsi così com’era. Non ha pensato “non valgo nulla, non ho il diritto di tornare a casa”. Il passo successivo è chiedersi “perché vivo questa emozione?”. E qui le risposte possono essere infinite: perché papà non mi ha voluto, perché sono sempre secondo in tutto, perché mi sento rifiutato, perché nessuno mi ama, perché per mia madre non esisto, perché era meglio non essere nato. Una volta trovata l’emozione che si nasconde sotto il nostro dolore, fermiamoci e ricordiamoci quando l’abbiamo provata la prima volta nella vita. E facciamo come il figliol prodigo: torniamo indietro. Chiudiamo gli occhi ed immaginiamo di tornare 12

indietro in quella situazione dolorosa, e di prenderci cura di noi stessi come nessuno lo ha mai fatto, come un padre o una madre amorevole che abbraccia e spiega che la persona che ci ha ferito non ha potuto fare altrimenti: anche lui ha il suo vissuto doloroso, le sue ferite, che forse sono le stesse nostre. Facciamo come il padre del figliol prodigo che, quando vede il figlio ritornare a casa, gli corre incontro e lo abbraccia; nonostante abbia fatto una scelta opposta a quella desiderata, lo ama “anche se”. I bambini nascono innocenti ma con gli anni e i dolori della vita perdono quest’innocenza, accumulando ferite e condizionamenti. Tutti noi abbiamo perso la nostra innocenza, la meravigliosa capacità di guardare il mondo (nel bene e nel male) con occhi di bambino, che ama “anche se”. Questo è un approccio spirituale alla vita, perché ci permette di vede-

Tutti hanno perduto la loro innocenza ma troppo pochi l’hanno ritrovata, si sono cioè resi conto di essere sulla spiaggia e si sono dati da fare per tornare nel mare. Osho dice “Gesù non è altro che Adamo che torna a casa”, che torna dal padre. Ma non occorre essere Gesù per tornare nel mare, non ci viene chiesto questo. Ci viene chiesto solo di essere Adamo, con le sue imperfezioni. E questo possiamo farlo. Il regno dei cieli, cioè la felicità, è accessibile a chi vede il mondo con gli occhi di un bambino. Infine: cosa sarebbe successo se il figliol prodigo non avesse mai scelto di andarsene? Possiamo solo ipotizzare, ma forse la sua vita sarebbe stata pesante e, giorno dopo giorno, avrebbe sognato altri posti, altre città e, forse, avrebbe finito per odiare quello che aveva.

Workshop gratuito di Metamedicina:

“DIPENDENZA AFFETTIVA” A cura di Susanna Berginc e Paolo Segulin Venerdì 4 aprile alle ore 17.00 Presso Mericlere Via Mazzini 30, Trieste. E’ richiesta la prenotazione: susanna.metamedicina@gmail.com


LA VIA INTERIORE

Il percorso di crescita personale di Ileana Dudine (Master Reiki, Vivation) Ass. Reiki la Via del Cuore

A

rriva nella vita di ognuno un momento in cui ci si ritrova in una profonda crisi interiore. E’ un momento di grande trasformazione che si sta preparando. Di solito, questi eventi ci trovano delusi dall’evidente illusorietà della vita, a seguito di malattie, separazioni affettive, o quant’altro ci faccia ripiegare su noi stessi. E’ in questi frangenti che ci si rende conto che è del tutto inutile cercare al di fuori la compensazione ai nostri bisogni, nel mondo orizzontale, ma è necessario riscoprire in sé la capacità di abbracciare, confortare, contenere se stessi e ripristinare il dialogo con quella realtà più profonda, verticale, che è la nostra anima. C’è una frase bellissima di Franco Fornari, da un suo vecchio libro, “La riscoperta dell’anima”, che suona così: “riscoprire l’anima è in realtà un passaggio obbligato per riscoprire l’Amore nel cammino della nostra vita che va dalla nascita alla morte e chissà, forse, perché no? Perché sì? Anche al di là dalla morte.” Possiamo considerare l’anima come quello strumento che possiede l’uomo per sperimentare il mondo spirituale, per contattare lo Spirito, come energia d’amore incondizionato e infinito che continuamente ci sostenta e sostiene in quella che è l’esperienza della vita in un corpo fisico, ma non solo. Ecco che dobbiamo ripristinare questo “canale”

verticale, che ci permetta di portare quella vibrazione sottile, spirituale, che non può che restare là fuori, quando il corpo è occupato da altre energie, emozionali o mentali che gli impediscono di nutrirsi di quel cibo raffinato che è lo Spirito. Da ciò si deduce la necessità di elevare e trasformare ciò che è in “basso”, incarnato, in qualcosa di più “alto”, più evoluto, più cosciente. Bisogna volerlo fare! Ognuno deve prendersi questa responsabilità in modo autonomo. E’ questo uno stupendo lavoro con la Volontà, di cui tanto parla Roberto Assaggioli (il padre della Psicosintesi). Prendendo la propria vita nelle proprie mani, tutta la depressione e il senso d’impotenza nei confronti di se stessi se ne vanno via! Il cammino è lungo e facilmente lungo il percorso ci assale una “fame da lupi”: vorremmo comprendere tutto, subito. Ma non è possibile. Il lavoro di trasformazione e di direzione cosciente delle energie, non può essere fatto in poco tempo. L’ignoranza su noi stessi è la cosa più terribile! Non sappiamo come siamo fatti, energeticamente parlando. Non sappiamo da dove veniamo, quali sono i nostri talenti, qual è lo scopo del nostro essere qui e ora, incarnati in questa forma fisica. Perché maschio? Perché femmina? Perché questi genitori, questa città? Tutto è buio e, a volte, sembra privo di senso, ma quale gioia risvegliarsi piano piano alla Vita! Iniziare a comprendere i propri moti interni, le proprie reazioni, il perché

del nostro fare, dell’andare, dell’amare. Comprendere il significato simbolico degli eventi, imparando finalmente la lezione in essi contenuta, che espande la Coscienza. Una volta acquisita, possiamo diventare via via sempre più creativi, creare cioè una vita improntata sulla consapevolezza e la riflessione, vissuta con un aspetto “adulto” e non più con la testardaggine del bambino ferito che ripropone sempre le stesse, ormai note, sofferenze. Quante volte dobbiamo farci male per comprendere che, in realtà, vogliamo vivere sempre gli stessi dolori perché è solo quello che conosciamo? Quanti incontri da ri-visitare, alla luce della consapevolezza, quante strade già percorse da ri-percorrere appoggiando i piedi sulle vecchie orme ma con maggior saggezza e comprensione. Quanta compassione per se stessi è auspicabile sviluppare per trasformare solo un grammo di materia?! E’ necessario, inoltre, esplorare diverse tecniche d’integrazione per poter giungere alla comprensione dei significati, a volte diventa necessario cambiare terapeuta o facilitatore affinché ognuno possa agire quello che è il valore più alto: la libertà di scelta, l’autonomia, dunque scegliere quello che ci è affine, senza più paura alcuna. La vera libertà, infatti, è essere liberi dalla paura. I sentieri per arrivare a percepire lo Spirito dentro di sé sono tanti e noi, esseri umani, siamo meravigliosamente unici e straordinari: ognuno può tracciare il suo sentiero in piena libertà. Allora, godiamoci il “viaggio”…


LA VIA DELLE PIANTE

La magia e il canto degli Alberi di Cornelia Giordani (ricercatrice fitoterapica) http://pianteamiche.blogspot.it

I

l mio incontro ravvicinato con il mondo vegetale è iniziato circa 14 anni fa. Sino ad allora, la consapevolezza di quanto fosse meraviglioso e “vivo” questo mondo e che la mia vita su questa terra fosse possibile solo grazie ad esso, era pressoché nulla. Consideravo le piante solo come un accessorio molto piacevole, rilassante e nulla di più. Mi sono chiesta per parecchio tempo perché questa intuizione “energetica” non fosse venuta a qualcuno più preparato, che già amasse le piante e avesse una conoscenza scientifica delle loro proprietà terapeutiche. Perché le piante mi abbiano scelto, ad essere sincera, ancora oggi non l’ho capito. Si sa che da sempre l’uomo utilizza le loro proprietà guaritrici per curarsi e portare equilibrio ai vari malanni da cui è afflitto, con ottimi risultati. Ci sono discipline naturali molto antiche ed altre più recenti ma tutte estremamente valide: Fitoterapia, Gemmoterapia, Fiori di Bach, Omeopatia, ecc. Cosa ha portato di nuovo la mia intuizione? L’estrema semplicità dell’estrazione energetica! Ho intuito che possiamo utilizzare le energie guaritrici degli Alberi e delle piccole Piante, semplicemente attaccando un boccettino contenente un veicolo (acqua o olio) al loro tronco ed esponendo alla Pianta la nostra richiesta di aiuto. Si lascia un “contenitore” accanto alla Pianta per un periodo di tempo variabile da uno a tredici giorni e, successivamente, è possibile utilizzare acqua o olio energizzati per portare equilibrio al nostro corpo. Ho provato anche a utilizzare altri veicoli come: garze sterili, creme semiliquide, miele, ecc. sempre con ottimi risultati. I punti di forza di questa tecnica si possono così riassumere: • tutti possono preparare questi rimedi, anche i bambini 14

• non necessita di “materia” (tranne quelle del veicolo) e quindi si possono utilizzare anche le energie di piante velenose • non danneggia in alcun modo gli Alberi e le Piante coinvolte (il veicolo deve essere proporzionato al volume della pianta) • ci consente di usufruire dell’energia dell’intera Pianta (gemme, corteccia, fiori, radici, ecc.) • ma soprattutto è Energia “viva”, donata consapevolmente dal mondo vegetale. Per chi non conosce il mondo energetico può sembrare una tecnica assurda, considerando che il passaggio di energia avviene senza contatto diretto con la materia della Pianta, ma l’energia attraversa il contenitore e si ferma nel veicolo. Affinché il passaggio avvenga, fondamentali sono la richiesta energetica e il rispetto verso di essa. Comunque basta provare. Solitamente, dai più scettici, viene posta la seguen-

te domanda: “il boccettino è aperto vero?”. Se venisse lasciato aperto qualcosa potrebbe caderci dentro: polline, foglie, fiori, insetti, ecc. e questo, ovviamente, potrebbe giustificare la funzionalità del veicolo. Quando, al contrario, dico che deve essere ben chiuso, l’incredulità aumenta e mi si guarda come se fossi in preda a qualche allucinogeno. Questo mi diverte moltissimo. La considerazione successiva è: “sarà un effetto placebo”. Rispettando tutte le opinioni, credo proprio non sia così. Le energie delle piante sono state utilizzate anche per curare animali con ottimi risultati e non so se può valere per essi l’effetto placebo. Una veterinaria tempo fa mi chiese un consiglio per un cavallo da corsa: doveva essere trasportato con l’aereo a Tokyo per una gara. Il cavallo soffriva di claustrofobia e ogni volta che doveva affrontare viaggi in aereo veniva sedato con farmaci. Purtroppo in questo caso non potevano farlo perché non sarebbe trascorso il tempo necessario per depurare il sangue dalle sostanze farmacologiche e quindi il test antidoping sarebbe


stato positivo. Le consigliai di utilizzare un olio energizzato con Acero, Tiglio e Lavanda e di testare il quantitativo di gocce prima della partenza. Il grande dilemma era proprio il quantitativo delle gocce: dose da cavallo! Comunque riuscì ad andare e tornare senza inconvenienti da Tokio. La dimostrazione che i preparati sono molto attivi è data dal fatto che si può incorrere nel cosiddetto “eccesso energetico”. Se si esagera nel quantitativo di gocce, dopo 2-3 giorni i sintomi della disarmonia che inizialmente erano migliorati, ritornano, oppure si può avvertire una leggera tachicardia o un pizzicore generalizzato sulla pelle. Nulla di grave, è solo il segnale che si stanno utilizzando troppe gocce. Si sospende il trattamento per 2-3 giorni ed in seguito si diminuiscono le gocce utilizzate. Altro dubbio che solitamente ci si pone è inerente alla scelta dell’albero o della pianta che può aiutarci. Possiamo affidarci alle indicazioni classiche che si trovano sui testi di fitoterapia-gemmoterapia o scegliere per istinto. La pianta o le piante che in quel periodo ci attirano particolarmente sono senz’altro quelle che possono aiutare. Anche se pensiamo di aver sbagliato la scelta perché non otteniamo risultati per quella particolare disarmonia, i miglioramenti si percepiscono in altro. Ogni pianta, infatti, ha un’azione equilibrante su più organi quindi qualche cambiamento nel nostro corpo sarà avvenuto. Fondamentale è quindi “ascoltarsi” prima di iniziare. Ascoltare non solo il corpo fisico, ma anche le nostre emozioni e annotare tutto per monitorarci dopo il trattamento. Il metodo è molto semplice ma l’utilizzo è un po’ più complesso. Ho avuto molte difficoltà a comprendere come si potessero utilizzare al meglio queste energie. Per mia fortuna sono affiancata nella ricerca da numerose persone entusiaste che hanno sperimentato su di sè, sui loro familiari, amici e parenti, aumentando così la

mia e loro esperienza. C’è chi, ad esempio, ha trovato un proprio modo per velocizzare la risoluzione del mal di gola: versare in un piccolo nebulizzatore 50 ml di acqua e aggiungere 50 gocce (totali) di elisir di più piante. Il primo giorno spruzzare questa soluzione in gola più volte e sino a miglioramento della situazione, nei giorni successivi ridurre drasticamente le applicazioni. Ma la madre di tutte le domande è: “dove posso acquistare questi prodotti perché io abito in città e non ho piante a disposizione”. Questi prodotti non sono in vendita perché uno dei miei desideri è quello di far comprendere alle persone che possono, se lo desiderano, crearsi un’indipendenza terapeutica per le disarmonie più semplici. Ognuno di noi ha parenti o conoscenti che hanno un orto, un giardino o addirittura un bosco. Certo, ci vuole un pò di coraggio a chiedere di permettere di “legare” al tronco delle loro piante un boccettino per recuperarne l’Energia, ma vi assicuro che vale la pena superare questo scoglio. L’utilizzo di queste energie non è solo mirato alla “guarigione” fisica: si possono utilizzare anche per riequilibrare chakra, meridiani, prevenire la formazione di radicali, ricaricarsi con una botta di energia, per riequilibrare e

depurare i vari organi nel cambio di stagione, rinforzare il sistema immunitario, ma anche semplicemente migliorare l’aspetto estetico della pelle del viso o delle mani. Questa è la ricetta collaudata di una maschera purificante da utilizzare quando il colorito della pelle vi apparirà spento e un pè grigiastro: create una pastella molto morbida con un cucchiaio abbondante di farina di riso (l’amido contenuto nel riso ha un’azione rinfrescante e calma i rossori) e un po’ di latte tiepido. Aggiungete due gocce di Olio d’Alloro o altre di Energie purificanti (Argilla, Tarassaco, Cicoria, Bardana, Sambuco, Viola, Prugnolo, Sorgente, Betulla, Salvia, Rosmarino ecc.), mescolate ed applicate la pastella sul viso, collo, decolleté e mani. Massaggiatela molto delicatamente per qualche secondo (se avete la pelle del viso sottile o delicata evitate il massaggio), lasciatela agire per 10 minuti e, sempre delicatamente, asportatela con abbondante acqua tiepida. Dopo aver asciugato la pelle, applicate la vostra solita crema. Per verificare l’efficacia del trattamento, applicate la maschera solo su una mano. Più la mano è “bisognosa”, più si noterà l’azione trattante, visibile anche il giorno successivo! Consiglio di ripetere il trattamento ogni 15–21 giorni per chi abita in mezzo al verde, mentre per chi vive in città tutte le settimane. Ho condiviso con voi quella che considero “una strana storia” sperando possa essere utile. Credo valga la pena di provare. Ancora oggi il “contatto” con le piante rappresenta per me un momento “magico”, perché hanno la capacità di stupirmi, meravigliarmi ed emozionarmi e, questo, ripaga di tutte le difficoltà quando le mie ricerche mi portano a contatto con nuove disarmonie. Come scrivo nel mio libro: “Dicono che gli Alberi abbiano un’Anima collettiva, ma se ogni Albero mi ha passato queste grandi sensazioni ed emozioni, credo proprio che in ognuno di loro ci sia un “gran pezzo d’Anima”… 15


I Luoghi della BioGuida Percorsi ed itinerari per viaggiatori dello spirito

Associazioni, scuole, istituti, centri, terapeuti, seminari, corsi, conferenze ed altre proposte Per informazioni su come venire inseriti nella rubrica: info@bioguida.com - 040.302110 - 338.8852117

PIEMONTE TORINO Centro Buddha della Medicina Via Cenischia 13, Torino. Tel. 011.3241650, 011.355523. CENTRO CLOROPHYLLA Associazione di promozione sociale Via Settimo 1, San Mauro Torinese (TO) Tel. 320.6408204 info@centroclorofilla.it www.centroclorofilla.it Centro Studi Maitri Buddha Via A. Guglielminetti 9, Torino. Tel. 011.359649. IL CERCHIO VUOTO associazione religiosa per la pratica e lo studio del Buddhismo Zen Soto (responsabile spirituale rev. Dai Do Massimo Strumia) Via Massena 17, Torino. Tel. 333.5218111. www.ilcerchiovuoto.it DOJO ZEN MOKUSHO Via Principe Amedeo 37, Torino (TO). Tel. 011.883794.

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ALESSANDRIA Buddhadharma Center Via Galimberti 58, Alessandria. Tel. 3467408380, www.buddhadharmacenter.org

NOVARA AURA - Associazione per la ricerca e lo studio delle filosofie orientali. Centro studi terapie naturali, Scuola di massaggio Via Maggiate 45, Borgomanero (NO). Tel. 0322.846011, www.aurauniversalmente.com ASS. AMICI DEL VILLAGGIO VERDE Località San Germano - Cavallirio (NO). Tel. 0163.80447, 333.7639262 www.villaggioverde.org

SONDRIO CENTRO STUDI TIBETANI SANGYE CIOELING Buddismo Mahayana Vajrayana Via Vanoni 78/B, Sondrio. Tel 0342.513198

LIGURIA LA SPEZIA ON ZON SU SCHOOL Via Gaggiano 24, Arcola (SP). Tel. 0187.955456, 347.5826327, www.riflessologiaplantare.org Ass. NATURALMENTE Via D. Manin 35, La Spezia (SP). Tel. 0187.20218 , Fax 0187.29547 www.naturalmente-sp.it Comunità Bodhidharma Eremo Musangam, Monti San Lorenzo 26, Lerici (SP). Cell. 339.7262753.

GENOVA CENTRO MUDRA Yoga e Danza Indiana. Via Ponterotto 90/A, Genova. Tel. 010.8394229, cell. 338.3385219. www.centromudra.it ENNEAGRAMMAINTEGRALE Consulenza individuale, seminari, laboratori e ritiri per esplorare chi siamo. Tel. 333.8477054, www.enneagrammaintegrale.it


I LUOGHI

Ass. FIUME AZZURRO - ARTI PSICOFISICHE Studio pedagogico olistico per la crescita personale. Responsabile Didattico: Anna Mango Via W. Fillak 6, Genova. Tel/Fax: 010.413721, cell. 349.8096336, www.artipsicofisiche.it SCUOLA SUPERIORE DI NATUROPATIA Scuola di formazione in Naturopatia e Floriterapia, corsi monografici e di approfondimento. Via Pisa 23/13, Genova. Tel/fax: 010.366494, www.scuolasuperioredinaturopatia.it

SAVONA Zen Savona Piazza del Popolo 5/7, Savona. Pratica Zazen: tel. 019.484956, www.zensavona.it IL CUORE DELLE COSE Via Montegrappa 43G/7, Varazze (SV). Tel. 019.9399443 Cell. 377.1889346 www.ilcuoredellecose.com

IMPERIA

Monastero Zen Il Cerchio Via dei Crollalanza 9, Milano. Tel. 02.8323652, www.monasterozen.it THE NEW YUTHOK INSTITUTE PER LA MEDICINA TIBETANA Corsi, meditazioni e seminari. Prof. dr. Pasang Yonten Arya T. Sherpa. Viale Spagna 77, Sesto S. Giovanni, (MI). Tel. 02.2536266, www.newyuthok.it OIPA - Organizzazione Internazionale Protezione Animali Via Passerini 18, Milano. Tel. 02.6427882, www.oipaitalia.com ROBERTO FACINCANI A Milano, Como e Bergamo. Cell. 340.3641193, www.astrobenessere.net

BERGAMO CENTRO YOGA MANDALA Via Borgo Palazzo 3, Bergamo (BG). Tel. 035.215395, 333.4576099.

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LOMBARDIA MILANO Accademia Ayurveda Yoga Ananda Ashram Milano Via Prandina 25, Milano. Tel. 02.2590972, www.yogamilano.it ACCADEMIA DI KINESIOLOGIA Via Rutilia 22, Milano. Tel. 02.533634, info@accademiadikinesiologia.it www.accademiadikinesiologia.it

GRUPPO ZEN BERGAMO Pratica di zazen c/o Ho Sha Do Via San Bernardino 18, Bergamo. Tel. 333.4400313, zazenbg@yahoo.it

BRESCIA IKSEN Via F. Bianchi 3, Tosc. Maderno (BS). Tel 0365.641898.

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Associazione Culturale VEGA Via della Repubblica 16, Paullo (MI). Tel. 335.7065167, vega@vega2000.it www.vega2000.it

EDOARDO AMATO KOFLER Tel. 338.9310834 x1idea@hotmail.com www.armoniaesaggezza.com

Centro Dharmadhatu Via Venezuela 3, Milano. Tel. 02.38005575, www.dharmadhatu.it

CREMONA

Centro “il Fiore Del Tao” Via Felice Casati 8, Milano. Tel. 02.29537223, www.fioretao.com

Istituto per l’Evoluzione Armonica dell’Uomo Via Carso 2, Cremona. Tel. 0372.433239.

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I LUOGHI

PAVIA Ass. Scuola Soto Zen - Centro Studi Zen Komyoji Loc. Costapelata-Fortunago Fortunago (PV). Tel. 0383.875584.

VENETO PADOVA ASSOCIAZIONI PROGETTO BENESSERE Viale Stazione 134. Montegrotto Terme (PD) Tel. 049.8910706 – 335.6745856 www.associazioniprogettobenessere.it www.gioiabertha.it Centro Tara Cittamani Via Lussemburgo 4, Padova. Tel. 049.8705657. Centro Studi Syn per l’Educazione Biocentrica Via Chiesanuova 242/B, Padova. Tel. 049.8979333, assocsyn@tin.it

TREVISO ASS. LE QUERCE BIANCHE Via Toti dal Monte - Cal del Bosco Barbisano di Pieve di Soligo (TV) Tel. 0438.987178, www.lequercebianche.org ISTITUTO OLISTICO Via Savallon 15, Anzano di Cappella Maggiore (TV). Tel. 0438.941457, www.istitutolistico.it ASSOCIAZIONE CULTURALE NASHIRA Discipline bio naturali dal 1990 - Shiatsu, Yoga, Fiori di Bach Via Cavour int. 34/C, Conegliano (TV). Tel./Fax 0438.22530, cell. 346.0346404 centro.nashira@libero.it

CENTRO YOGA DHARMA Via Napoli 52, Mestre (VE). Tel. 041.5311954. www.yogadharmamestre.it METODO CALLIGARIS Ass. culturale “STELLA POLARE 999” Via Val Pusteria 9, San Donà di Piave (VE). Cell. 348.3027711, www.metodocalligaris.org ASS. ENERGY DARSHAN OSHO YATRILAND VENEZIA Via Alberoni 41, Lido di Venezia (VE). Tel. 041.5261853, 339.1199317, info@oshoyatrilandvenezia.com www.oshoyatrilandvenezia.com ASSOCIAZIONE CULTURALE MAYA Salute e benessere per il corpo e lo spirito. Corsi di Formazione. Seminari. Consulenze individuali Vicolo San Francesco d’Assisi 1 31032 Casale sul Sile (TV) (presso Hotel Claudia Augusta) Tel. 335.8752254 beppe.maya@libero.it

VERONA Centro Ming Men Corte Convento 28, San Michele ex. (VR). Tel. 045.8921109, www.centromingmen.com

VICENZA Centro Studi Syn Via Villa Glori 22, Vicenza. Tel. 0444.922682, assocsyn@tin.it

TRENTINO ALTO-ADIGE BOLZANO

SCUOLA KINERGIA Via Malan 59/2, Borso del Grappa (TV). Tel. 0423.910304, cell. 349.8834096. www.kinesiologiaviva.it

ELEONORA BRUGGER & PAUL KIRCHER S. Pietro Mezzomonte 40, Velturno (BZ) Tel. 0472 802228 www.eleonorapaul.com

VENEZIA

TRENTO

Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Mestre, in Via San Donà 26, presso Centro di Medicina Integrata Palladio. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it

ASSOCIAZIONE SAMTEN CHÖLING ONLUS L’isola del Dharma per gli esseri di buon cuore - Centro Buddhista nelle 10 Direzioni Corso Alpini 4, Trento. Tel e Fax 0461.038510, cell. 348.2601969 www.samtencholing.eu info@samtencholing.eu

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CASA DI SALUTE RAPHAEL Piazza De Giovanni, Roncegno (TN). Tel. 0461.772000, www.casaraphael.com CENTRO KUSHI LING Centro di meditazione residenziale, organizza ritiri di gruppo e individuali Laghel 19, Arco (TN), Tel. 347.2113471 www.kushi-ling.com

FRIULI VENEZIA GIULIA TRIESTE ACCADEMIA CRANIO SACRALE Metodo Upledger Piazza S. Antonio Nuovo 6, Trieste. Tel. 040.3476191. www.accademiacraniosacrale.it SCUOLA DI PENSIERO TAOISTA Via Torre Bianca 43, Trieste Info. 3393204963, www.bencichanita.it info@bencichanita.it ASHRAM NATABARA - DAS GIORGIO GADDA Bakti Yoga, Psicologia Transpersonale, Yoga Nidra, Meditazione. Via Imbriani 2, 4° piano. Trieste. Tel. 328.1839881, 347.9648358. Associazione culturale NATURALMENTE Oli Essenziali, Fiori di Bach, Cosmesi fai da te, le Ferite dell’Anima e Sentire l’Intuito (Metamedicina), Chakra e Numerologia Via Cumano 4, Trieste. Info: 347.9842995, http://digilander.libero.it/naturalmente.it naturalmente.it@libero.it A.s.d. YOGA JAY MA Via A. Emo 2, Trieste. Cell. 347 8461831, vie.vanna@yahoo.it AYURVEDA E BENESSERE Trattamenti e Massaggi Ayurvedici. Massaggi per gestanti, Yoga, seminari di massaggio ed aromaterapia. Via Milano 18, Trieste. Si riceve per appuntamento: Cristiana Simoni, cell. 347.0354846



I LUOGHI

Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Trieste, in Via del Monte 2, presso Centro Ayurveda di Tiziana Roselli. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it

SINERGIE Centro Shiatsu, CranioSacrale, movimento e tecniche posturali. Via Lazzaretto Vecchio 9, Trieste. Tel. 339.1998074, 040.631398, gianspes@libero.it

Buqi Center Trieste c/o Moto Perpetuo Trajno Gibanje Via del Rivo 13, Trieste. Tel. 335.5751544

STUDIO ESSENYA Via del Marcese 57, Trieste. Tel. 040.381410 www.vivianasossiessenya.it vivianaessenya@yahoo.it

CENTRO BUDDISTA TIBETANO SAKYA KUNGA CHOLING Corsi gratuiti di introduzione al buddhismo tibetano e programmi di adozione a distanza. Via Marconi 34, Trieste. Tel. 040.571048, www.sakyatrieste.it sakyatrieste@libero.it

JOYTINAT YOGA AYURVEDA “Scuola ayurveda massaggi, yoga, trattamenti.” Via Felice Venezian 20, Trieste Tel.Fax 040.3220384 Cell. 339.1293329 www.joytinat-trieste.org

Dott.ssa DONATELLA DE COLLE Psicologa, psicoterapeuta, musicoterapeuta. Via Mazzini 30, Trieste. Tel. per appuntamento 331.9077565. donnadec@tiscali.it GENDAI REIKI ITALIA Via Beccaria 7, Trieste Tel. 333.7240918 349.3604929 www.gendaireiki.it info@gendaireiki.it INSTITUTE OF YOGIC CULTURE Via San Francesco 34, Trieste. Tel. 040.635718.

JING TAO® Essenza in movimento di Sonia Rizzi fondatrice ed ideatrice del metodo. Tel. 338.7592945 www.jingtao.it info@jingtao.it

CENTRO STUDI E RICERCHE OLISTICHE di Maurizio Battistella Shiatsu, Kinesiologia, Reiki ed altro ancora. Via Palestrina 8, Trieste. Cell. 338.7592945. www.csro-ts.it www.inochi.it - info@csro-ts.it segreteria@csro-ts.it

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GORIZIA Ass. IL MONDO DI VALE Ginnastica Posturale, Yoga, Reiki, Benessere Olistico... Sessioni individuali e seminari. Via Nordio 6, Trieste. Tel.040.371150 www.ilmondodivale.it LAM - Il Sentiero Piazza Benco 4, Trieste. Tel. 040.0642281, cell. 328.5629546 META N. SHAW PERCORSI DI CRESCITA PERSONALE Professional Coach (Personale, Wheight & Health Coaching), Didatta Biodanza, Specialista in Rehabilitation Psychoinformatiologist della WCLN Prof. A. Ignatenko Trieste, Gorizia, Udine, Europa cell. 333.7229821, informa@lifecoach-lifetraining.it www.lifecoach-lifetraining.it NEW AGE CENTER Via Nordio 4/C, Trieste. A disposizione la Saletta Argondia per seminari, conferenze, presentazioni, mostre ed altre iniziative. Tel 040.3721479, www.newagecenter.it

ASSOCIAZIONE ERRASTRANA Sosta, riposo, cibo con erbe spontanee, baratto, auto-costruzione, due sale a disposizione per seminari e corsi. Via Vicenza 9, Località S. Martino del Carso (GO) Tel. 0481.92411, Cell. 393.1068591 errastrana@gmail.com ASSOCIAZIONE LA QUE SABE Via San Francesco 13 34070 Turriaco (GO)

Ass. Regionale Cranio Sacrale Metodo Biodinamico Dott.ssa Leonarda Majaron Corsi di formazione

Cranio Sacrale Integrato metodo biodinamico con riconoscimento A.CS.I. (Ass. Cranio Sacrale Italia) PER INFORMAZIONI: VIA SAN LAZZARO 7, TRIESTE Tel. 347 6910549 - www.bcstrieste.it


META N. SHAW PERCORSI DI CRESCITA PERSONALE Professional Coach (Personale, Wheight & Health Coaching), Didatta Biodanza, Specialista in Rehabilitation Psychoinformatiologist della WCLN Prof. A. Ignatenko Trieste, Gorizia, Udine, Europa cell. 333.7229821, informa@lifecoach-lifetraining.it www.lifecoach-lifetraining.it Emporio Erboristico “IL FIORE DELL’ARTE” Via G. Carducci 21, Ronchi dei Legionari (GO). Tel. 0481.475545.

UDINE ASPIC UDINE Via F. Dormish 7, Udine. Tel. 0432.547168. ASS.OPE.A. Associazione Operatori Ayurveda Tutela e Aggiornamento Professionale Operatori Iscrizione al Registro Regionale delle Professioni non Ordinistiche Legge 22/04/2006 n. 13 art. 5 Tel. 0432.1721329 - Cell. 328.3919462 info@assopea.it - www.assopea.it

NICOLETTA CAMPISI Counsellor professionista Facilitatore Costellazioni Familiari piazza Giovanni XXIII n.15, Udine. Cell. 347.5555802 nicoletta_campisi@libero.it www.centropharus.it

GIULIO MICELLI - RAM RATTAN SINGH Sat Nam Rasayan, arte di meditazione terapeutica. Trattamenti individuali e percorsi per gruppi. In Friuli Venezia Giulia: cell. 333 77 14 503 giulio.micelli@yahoo.it

BIODANZA Corso settimanale per principianti aperto a tutti. A Collalto di Tarcento (UD). Giovanni Ceschia, cell. 349.3314962, Centro “ES”, tel. 0432.791619, 339.8907819.

CENTRO RASHMI AYURVEDA YOGA Massaggi Abyangam Trattamenti Ayurvedici e Reiki Via Roma 50, 33010 Magnano in Riviera (UD). Tel. 0432.782063, cell. 328.3919462, centro.rashmi@yahoo.it http://sites.google.com/site/centrorashmi/

IL CENTRO DEL CUORE Associazione di promozione sociale Via Leonacco 19, Udine. Tel. 0432.482215, 320.3265696, info@ilcentrodelcuore.it www.ilcentrodelcuore.it Ass. Culturale INTEGRA-AZIONE Associazione culturale per lo sviluppo integrato dell’essere. Strada dei Cedri 22, Basaldella (UD) Tel. 0432.699297, info@centrodintegrazione.it

DEBORA SBAIZ Master in Danza/Movimento Terapia e Professional Counselor. Udine, Portogruaro e Lignano. Tel. 0431.422147 www.deborasbaiz.it info@deborasbaiz.it LE AGANE Via Vittorio Veneto 114 33018 Tarvisio (UD) Tel. 0428 450031

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I LUOGHI

LORELLA E. VENDRAMINI Riflessologa Plantare, Reiki 1° livello Via P.Maset 13, Udine. Riceve su appuntamento Tel. 348.671674

PORDENONE

EQUILEARNING di Sonia Struggia Horse Assisted Education Via Cortona 17, Fiumicello (UD). Tel. 0431.91437, Cell. 335.6816129 www.equilearning.it sonia.struggia@equilearning.it

Ass. TERRAUOMOCIELO Qi Gong e Percorsi di salute Tel. 0434.20389 (Laura Guerra), www.terrauomocielo.it

ESPRESSIONESEGNO della Prof.ssa Erika Celotti, Arteterapeuta Membro dell’Assoc. Prof.le Italiana Arteterapeuti® Iscrizione Registro n°120/2003 P.IVA 02357220306 Viale Tricesimo 101/A - int. 5, Udine. Riceve per appunt. cell. 338. 3344705 info@espressionesegno.it www.espressionesegno.it Dott. GERMANA PONTE Trainer di Focusing, riconosciuta dal Focusing Institute di NewYork Cell. 338.7812626 www.focusing-consapevolezza.org THE ART THERAPY STUDIO Counseling a mediazione artistica, arteterapia, ricerca interiore. Corsi e sessioni individuali. A Udine. Cell. 340.3706330 mceharts@gmail.com IL FORNO ARCANO Via del Cristo 8, Rive d’Arcano (UD). Tel. 0432.809348, forno.arcano@libero.it GRUPPO ZEN UDINE Via Cormor Alto 218, Udine. Ogni mercoledì alle 21.00 appuntamento di meditazione Za-Zen. Per informazioni: Maurizio KoGyo Florissi, cell. 348.3071667. CENTRO DI SALUTE INTEGRATA del Dott. Gianluigi Giacconi Strada dei Cedri 22, Basaldella (UD) Tel. 0432.699297 www.centrodisaluteintegrata.com

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Ass. IL SOFFIO Scuola di Shiatsu Via Rotate 10, Pordenone. Tel. 347.5102713.

STUDIO EQUILIBRYA MASSAGGI OLISTICI Trattamento Cranio Sacrale, Shiatzu, Linfodrenaggio Via Martiri della Libertà 18 Prata di Pordenone (PN) Tel. 0434.611282 333.7466849 manucanziani@virgilio.it Dott.ssa Doriana Mimma DE VIDO Naturopatia & Bilanciamento Somatico. Riceve per appuntamento a Sacile (PN): Tel. 0434.72782, Cell. 329.2399184. A.P.S. CENTRO OLOS Percorsi per migliorare la qualità della vita Accademia Olistica, Massaggi, Trattamenti Olistici, Tantra. Via Oberdan 3, Pordenone. Tel. 334.9161.209 www.centrolos.it SANITARIA Del PUP Via Molinari 38/40, Pordenone. Tel. 0434. 28897.

EMILIA ROMAGNA BOLOGNA CENTRO NATURA Via degli Albari 6, Bologna. Tel. 051. 235643, 051.223331 www.centronatura.it CENTRO STUDI CENRESIG Centro per lo studio e la meditazione Buddista Mahayana Via Meucci 4, Bologna. Telefoni: Maddalena 347.2461157, Giovanni 349.6068534. www.cenresig.org

CENTRO YOGA “LE VIE” Via M. D’Azeglio 35, Bologna. Tel. 051.19982056, www.yogalevie.it Scuola/Fondazione Matteo Ricci Via A. Canova 13, Bologna. Tel. 051.531595, www.fondazionericci.it

PARMA Ass. LA GROTTA DI CRISTALLO Shiatsu, Tai Ji, Danze Orientali, Voice Dialogue, Reiki, Diapason Terapia, Naturopatia, Meditazione Guidata. Fidenza (PR). Tel. 0524.84450, 0524.62315. Ass. NAMASTE - Parma Via Mascagni 25, Rivarolo di Torrile (PR). Tel. 0521.810138, cell. 335.6713405. www.oshonamaste.it LIBERA ACCADEMIA SCIENZE UMANE Scuola di counseling professionale accreditata Cncp Incontri di crescita e formazione in ambito umanistico e transpersonale Via Sella 31/A (lat. Via Orlando), Parma. Tel. 0521.944410, www.lasu.it www.alchimia.org Monastero Zen Fudenji Bargone 113, Salsomaggiore Terme (PR) Tel. segreteria: 0524.565667. Monastero Zen Sanbo-ji Pagazzano, loc. Pradaioli 27, Berceto (PR). Tel. 0525.60296. Associazione di promozione sociale SPAZIO SHIATSU Corsi di shiatsu professionali e amatoriali, meditazione za-zen, seminari di approfondimento. Via Dalmazia 71, Parma. Tel. 0521.533831, www.studishiatsu.it

MODENA Centro Culturale L’Albero Cultura, spiritualità e opere sociali Strada Statale Romana 135 Fossoli di Carpi (MO) Tel. 335 6684108 www.centroculturalelalbero.org


CENTRO YOGA SHIVA Via Silvati 12, Modena. Tel. 059.364625, Cell. 338.5332728, www.centroyogashiva.it

RIMINI Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Santarcangelo di Romagna (RN), in Via Cavour 22, presso Centro di Naturopatia di Chiara Zambianchi. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it Ass. Culturale MANAGER ZEN Via San Giovenale 86, Rimini. Tel. 0541.736362, www.managerzen.it

MACERATA TARA CENTER C.da Ricciola, Recanati (MC). Tel. 071.7575847, cell. 393.9755533, www.taracenter.it

PERUGIA ANANDA ASSISI Via Montecchio 61, Nocera Umbra (PG). Tel. 0742.813620, www.ananda.it

ANCONA LA CITTÀ DELLA LUCE Associazione di Promozione Sociale Centro Studi Discipline Olistiche e Bionaturali Associazione Conacreis Marche. Reiki. Ayurveda. Yoga. Costellazioni Familiari. Via Porcozzone 17, Ripe (AN). Tel. 071.7959090, www.reiki.it

AMO Accademia Massaggi Olistici ads Associazione Dilettantistica Sportiva Scuola Accreditata SIAF Via Teofilo Torri 22-28, 52100 Arezzo (AR). Responsabile: Andrea Marini: 388.9334692 www.massaggiohotstone.it

GROSSETO Comunità Dzog-Chen Merigar, Arcidosso (GR). Tel. 0564.966837.

FIRENZE I dati raccolti sono stati forniti o individuati da elenchi pubblici e sono trattati in ottemperenza alla legge 675/96 con particolare riferimento agli articoli 12 e 20. Agli interessati è riconosciuta la facoltà di esercitare i diritti di cui all’art.13. Il titolare del trattamento dei dati è l’editore.

www.bioguida.com

LUCCA ASS. CULT. OLISTICA OMSAIRAM CENTRO VILLA DELLE ROSE B & B - CASA VACANZE Via della Pergola 2 Località Palleggio Bagni di Lucca Terme (LU) Tel 0583 85599 3476011312 www.associazioneomsairam.it

TOSCANA AREZZO

UMBRIA, MARCHE, ABRUZZI

SCUOLA DI AGOPUNTURA TRADIZIONALE DI FIRENZE del dott. Nello Cracolici. Via San Giusto 2, Firenze. Tel. 055.704172.

Ass. Cult. “L’ALBERO DELLO YOGA” L’associazione si occupa della diffusione dello Yoga e di alcune delle principali discipline olistiche attraverso incontri, trattamenti, corsi. Via della Libertà 61/65, Matassino Reggello (FI). Cell.333.3807726, www.lalberodelloyoga.it Centro Terra di Unificazione Ewam Via R. Giuliani 505/A, Firenze. Tel. 055.454308. SHINNYO-JI TEMPIO ZEN FIRENZE Via Vittorio Emanuele II 171, Firenze. Tel. 339.8826023, www.zenfirenze.it

PISA ISTITUTO LAMA TZONG KHAPA Via Poggiberna 15, Pomaia (PI). Tel. 050.685654, 050.685009, info@iltk.it segreteria@iltk.it www.iltk.it PUNDARIKA CENTRO RITIRI MEDITAZIONE Loc. Cordazingoli 18, Riparbella (PI) Tel. 0586.699077, 338.6759340 (Erica).

PRATO CRONOGENETICA di Mario e Domenica Grilli Tel e fax 0574 33306 Cell. 331 9724607 www.cronogenetica.it

SIENA AGRITURISMO GLI ARCANGELI Azienda Agricola Podere Avere Azienda biologica con 5 camere con bagno, sauna, jaccuzzi, saletta meditazione, piscina all’aperto. Località Pievescola, Casole d’Elsa - Siena. Cell. 335.7072131, 338.1402493. www.gliarcangeli.com info@gliarcangeli.com

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I LUOGHI

LAZIO ROMA ACCADEMIA DI YOGA Via XX Settembre 58 A, Roma. Tel. 06.4742427, www.accademiayoga.it AMRITA CENTRO YOGA E AYURVEDA Via C. Colombo 436, Roma. Tel. 06.5413504, 06.5081202, www.amritayoga.it ASSOCIAZIONE SHAKTI Centro di Kundalini Yoga e Sat Nam Rasayan Via dei Brusati 30, Roma. www.kundaliniyoga.it BUPPO DOJO praticare il Buddhismo Zen Soto Via Ferento 5, Roma. Tel. 06.70032022 www.buppodojo.it CEDIFLOR Centro Diffusione e Didattica Floriterapia di Bach Via R. Fauro 82, Roma. Tel. 06.8074385, 333.4243663 www.cediflor.it CENTRO NIRVANA Associazione Spirituale per la Meditazione Chan e Zen Via A. Bono Cairoli 15, Roma. Tel. 338.7021800, 328.6848780, www.centronirvana.it CENTRO YOGA ED OLISTICO VIPASHYANA Channelling, regressioni karmiche, yoga, meditazione, cristalloterapia, mass. ayurvedico, riflessologia plantare, pranoterapia, reiki. Via Venezia 48/50, Ciampino – Roma. Tel. 347.8360990 www.vipashyanayoga.com

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CENTRO TARA BIANCA Danza Creativa, Arti Terapeutiche, Meditazione. Via Ettore Rolli 49, Roma. Tel. 06.5811678, www.centrotarabianca.it CENTRO ZEN ANSHIN Buddhismo Zen Soto. Sotto la guida di Annamaria Gyoetsu Epifanìa e Guglielmo Doryu Cappelli. Via Ettore Rolli 49, (Stazione Trastevere), Roma Tel. 06.5811678, 328.0829035, 320.9671624, www.anshin.it Associazione Sportiva Dilettantistica DHARMA SPORT E DISCIPLINE BIONATURALI (Coni Fijlkam Uisp) Via Cimone 12, Roma. Tel 339.1286955 www.asddharma.ning.com Fondazione Maitreya Via della Balduina 73, Roma. Tel 06.35498800, www.maitreya.it SCUOLA YOGA ROMA Via Cechov 83 - F6, Roma. Tel. 06.51530068, cell. 335.6571924 www.scuolayogaroma.it YOGA, SCIENZA E ARTE Ass. Culturale Yoga Meditazione-Medicina integrata Viale A. Magno 192, Roma. Cell. 339 1279335 www.albertacorsiyoga.it DOTT. GIOVANNI MONTANARO ODONTOIATRIA E TERAPIE NATURALI Omeopatia, Posturologia, Agopunutra, Test e rimozione dei metalli pesanti. Via Vitruvio 70, Formia (LT). Tel. 0771.24831, cell. 340.1495053 omeo57@hotmail.it

TAO CENTRO DI RICERCA OLISTICA SCUOLA ITALIANA REIKI Via Inghilterra 28, Sabaudia (LT) Via Oberdan 25 (c/o Erboristeria “Il Trifoglio”) Latina. Tel. 338.84.95.996 taocenter@tiscali.it www.centrotao.net

PUGLIA BARI Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Monopoli (BA), Contrada Lamammolilla 476. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it

CAMPANIA NAPOLI TAO - CENTRO DI RICERCA OLISTICA SCUOLA ITALIANA REIKI Via F. Cilea 91, Napoli (NA). Tel. 338.8495996 taocenter@tiscali.it www.taocenter.org DOTT. GIOVANNI MONTANARO ODONTOIATRIA E TERAPIE NATURALI Omeopatia, Posturologia, Agopunutra, Test e rimozione dei metalli pesanti. Via A. Scarlatti 126, Napoli Tel. 081.5786956, cell. 340.1495053 omeo57@hotmail.it

SICILIA PALERMO Dott. RENATO IUDICA Rappresentanze Prodotti Naturali Via G. Arimondi 48, Palermo. Tel. 392.6893370, 347.6215339.



GLI INCONTRI

La guarigione dentro di noi Q

uando ci amiamo davvero tutto funziona nella nostra vita”. Parola di Louise Hay, americana classe 1926, tra i massimi esponenti contemporanei del pensiero positivo, docente di metafisica ed autrice del best seller da 50 milioni di copie “Puoi guarire la tua vita”. Il volume, pubblicato per la prima volta nel 1984, tradotto in 25 lingue e diffuso in 33 Paesi del mondo, è il manuale di riferimento dello straordinario metodo di auto-aiuto messo a punto dalla Hay. Un metodo con cui l’autrice, da oltre quarant’anni, aiuta milioni di persone a superare i blocchi emotivi ed a rivoluzionare profondamente ed in meglio la vita. Ancora oggi i messaggi di guarigione della Hay vengono regolarmente proposti in articoli e trasmissioni televisive in diversi Paesi del mondo. Proprio di recente i media australiani hanno definita la Hay “l’essere umano più simile ad un santo vivente”. Mark Oppenheimer, cronista del New York Times, ha raccontato la sua vita in un toccante articolo comparso sul quotidiano americano nel maggio 2008. Un’intervista in cui la Hay ha raccontato le violenze subite da bambina e la malattia che le fu diagnostica quando aveva solo quarant’anni. Un male che fu subito giudicato incurabile dai medici. A quella terribile sentenza, tuttavia, lei non solo non si è arresa ma ha reagito mettendo a punto un metodo straordinario per armonizzare mente, corpo e spirito fatto di affermazioni, esercizi allo specchio, visualizzazioni e molto altro ancora. Un metodo semplice, ma per nulla semplicistico, per ritrovare quel benessere che le ha permesso di sconfiggere la malattia e guarire totalmente. Una storia incredibile di grande sofferenza e rinascita che l’autrice ha voluto condividere e diffondere in tutto il mondo con “Puoi guarire la tua vita” ed altri numerosi libri. 26

Apprendere la filosofia di Louise Hay e farla propria è possibile grazie ai corsi Heal your life® tenuti da insegnanti qualificati, gli unici accreditati dalla Hay House e approvati da Louise Hay. A formare i docenti dei corsi è Lucia Giovannini, membro dell’American Psychological Association ed unica formatrice degli insegnanti per l’Italia e la Svizzera italiana. Sono due i principali corsi Heal your life® - Louise Hay: quello intensivo “Puoi guarire la tua vita, Heal your life®” della durata di un week end, molto potente e coinvolgente, durante il quale si affrontano tutti i punti della filosofia di Louise Hay e li si mette in pratica attraverso esercizi individuali, a coppie e di gruppo. Oppure quello di dieci settimane,

strutturato in dieci incontri, attraverso cui il gruppo arriva a conoscere la filosofia e le tecniche generali del metodo oltre che ad approfondire argomenti monotematici. Il percorso permette di raggiungere non solo una forte coesione di gruppo ma anche di generare un sostegno costante tra i partecipanti. Oltre ai due corsi principali sono organizzati seminari monotematici su argomenti specifici come denaro, salute, relazioni, che vengono approfonditi alla luce della filosofia di Louise Hay. Tra questi “Heal your life® - La totalità delle possibilità”, corso di mezza giornata o un giorno intero, per conoscere gli otto principi e le cinque chiavi per amare se stessi e guarire la propria vita. “Heal your life® - Di sì ai tuoi sogni”, un week end per scoprire i segreti del successo e usare la filosofia di Louise Hay per realizzare i propri sogni. “Heal your life® - Dimagrire facilmente” approccio cosciente alla per-


dita di peso: un viaggio verso il cambiamento di pensieri, emozioni e comportamenti per ritrovare la linea. Abbiamo incontrato Luisa Serra, insegnante certificata Heal your Life® per conoscere più da vicino il metodo. Come hai conosciuto la filosofia di vita di Louise Hay? Diversi anni fa nella mia vita sono successi degli eventi che mi hanno portato a pensare di essere in balìa delle situazioni, priva di qualsiasi potere e vittima delle circostanze. Così ho iniziato a farmi delle domande e a cercare le risposte. Volevo capire meglio me stessa, gli altri e, in generale, il funzionamento dell’animo umano. Uno dei primi libri che ho letto è stato “Il potere è in te” di Louise Hay

me alla mia cara amica e compagna di studi Gina Abate.Nelle sessioni di coaching individuale utilizzo anche il metodo di Louise Hay che, una volta integrato come filosofia di vita, porta risultati sorprendenti! In conclusione, come pensi abbia cambiato la tua vita? Devo dire che gli insegnamenti di Louise

Hay sono l’abc per una vita felice. A suo tempo partecipare al seminario intensivo mi aveva permesso di scoprire alcune convinzioni limitanti che tenevano ancora bloccate alcune aree della mia vita e, utilizzando il metodo delle affermazioni, si sono “miracolosamente” sbloccate! Adottare i principi che lei insegna mi fa sentire, giorno dopo giorno, più fiduciosa ed entusiasta!

Cosa significa essere un’insegnante certificata? Louise Hay ha iniziato a tenere i suoi seminari in America fin dagli anni ‘80. Il suo libro “Puoi guarire la tua vita” è presto diventato un best seller venduto in tutto il mondo aiutando milioni di persone. Così ha iniziato a istruire alcuni suoi collaboratori per poter a loro volta formare degli insegnanti nei vari paesi che utilizzassero il suo metodo e la stessa tipologia di corsi. Essere un insegnante certificata Heal Your Life ® consente anche a me di divulgare la sua filosofia attraverso i corsi ufficiali, i corsi monotematici e le sessioni individuali. Tu oggi sei una coach di crescita personale: quanta parte del metodo della Hay è presente nelle tue tecniche di insegnamento? Negli ultimi anni ho frequentato diversi corsi, oltre a quello di insegnante Heal Your Life®, per apprendere varie discipline e tecniche: dalla psicologia del cambiamento di Anthony Robbins e Roberto Re, al Master di Pnl, agli straordinari insegnamenti di Roy Martina, Fabio Marchesi, Igor Sibaldi, Sebastiano Zanolli, Lucia Giovannini e altri splendidi trainer e coach. Ho acquisito strumenti che ho sperimentato su me stessa e ne ho fatto uno stile di vita. Da un mix di tutti questi insegnamenti è nato un bellissimo percorso che si chiama “Leadership con il cuore” e che propongo settimanalmente a Trieste assie27


GLI INCONTRI

I.P.

Un pizzico di sale… D

a sempre il sale è considerato un toccasana per la salute. Veniva usato per risolvere un ampio spettro di malattie, disturbi, sofferenze, per la disinfezione di ferite, ulcerazioni, eruzioni cutanee e veniva cosparso sul malato per quasi tutte le affezioni. Oppure lo si usava per bagni, pediluvi, impacchi. Per via orale era d’aiuto contro svenimenti e forme di debolezza, mentre nel cibo serviva a conservare le carni e ad insaporirle. L’importanza del sale per la salute risiede nella sua composizione e, per il nostro corpo, ha la stessa importanza dell’acqua, dal momento che contiene i minerali e gli oligoelementi basilari per la crescita e lo sviluppo dell’organismo. Necessitiamo infatti di potassio e sodio, di cui è ricco il sale, così come il sangue stesso è una soluzione salina all’1%. Attraverso un processo chimico, il sale rende l’aria più salubre ed è scientificamente provato che le forme di patologie respiratorie e dermatologiche, agendo da antibatterico naturale. Parecchi sono stati e rimangono tuttora i suoi utilizzi per il benessere: dalla purificazione di oggetti, come le pietre usate nella cristalloterapia, a quella di ambienti; dal sale sciolto nella vasca da bagno con gli oli essenziali, all’uso nelle preparazioni omeopatiche. Ecco una breve carrellata di alcuni utilizzi per il benessere: • Pietre di sale: sono pietre vere e proprie, però fatte di sale. Si indossano come ciondoli, collane o gemme ma si possono anche tenere in tasca o appoggiate su varie parti del corpo. Si usano anche in casa, accanto al letto o vicino al computer. Aiutano a sciogliere blocchi energetici e forti attaccamenti a modelli di pensiero o di comportamento, proteggono da influenze negative e stimolano una visione positiva dell’esistenza.

• Le lampade di sale: sono pietre di sale di varia grandezza con un foro interno, in cui è collocata una lampadina elettrica o una candela. La lampada di sale ha le stesse proprietà terapeutiche delle pietre di sale ma con una capacità di irradiazione più forte, dovuta all’effetto del calore. Il cristallo di salgemma, sollecitato da aria, luce e calore, emana benefici ioni negativi che permangono nell’aria fino a 12 ore dopo il suo spegnimento. • Sacchetti/cuscini di sale: possono essere usati caldi o freddi e per riscaldare o raffreddare le parti del corpo sofferenti, ristabilendo rapidamente un sano equilibrio energetico. Sono preparati con sale di miniera tritato riposto in sacchetti di tessuto che, a seconda delle esigenze, si possono riscaldare nel forno a 60-70°C per lenire dolori alle orecchie, rilassare, disintossicare, decontratturare, oppure mettere nel freezer e applicare per contusioni e tumefazioni. • Acqua salina: si usa per depurare e disintossicare il corpo. Se ne possono bere alcuni litri, dietro precise indicazioni di naturopati o omeopati. L’acqua salina si usa anche per la terapia della pulizia dell’intestino, sotto forma di bagni, per lavaggi nasali, per la pulizia dei denti e della bocca, contro l’herpes e altre infezioni, acne e alcune dermatiti. • La soluzione salina (acqua purificata e sale): ha molteplici usi, dal risciacquo delle lenti a contatto o del piercing, a quelli più professionali: infusioni intravena, riempimento delle protesi al seno, pratiche di irrigazione nasale. E’ solitamente il primo fluido utilizzato quando la disidratazione è abbastanza grave da minacciare la corretta circolazione del sangue, poichè è il liquido più sicuro da assumere in grandi quantità. • Le grotte terapeutiche: una volta bonificato l’ambiente dagli impianti di estrazione del sale, rimangono le cavità

vuote delle montagne, che vengono utilizzate per l’effetto benefico sulla pelle e sulle vie respiratorie. La Speleoterapia sfrutta la purezza dell’aria delle gallerie di sale e le loro frequenze risonanti, in grado di ripristinare l’equilibrio originario del corpo. L’organismo umano, attraverso i tessuti e la respirazione, stabilisce con l’ambiente un continuo scambio gassoso: da ciò discende l’importanza della qualità dell’aria circostante. Oggi si può beneficiare degli effetti delle grotte di sale senza necessariamente recarsi nelle miniere: le “Terne di Sale” sono ambienti in cui godere in pace e tranquillità delle loro straordinarie proprietà. Sono adatte a tutte le età, per innalzare le difese immunitarie e contrastare lo stress e stati di affaticamento emotivo, migliorare il proprio benessere psicofisico ma, soprattutto, come documentato da numerosi studi medici, sono indicate per prevenire e contrastare diverse problematiche respiratorie, dermatologiche e allergiche. Grazie ad un metodo esclusivo durante la fase di costruzione della “grotta”, mediante una particolare lavorazione di resine minerali atossiche e sale purissimo, nelle Terne di Sale la temperatura si autoregola come quella delle miniere, con un’umidità tra il 45 e il 55% e una temperatura tra i 18° e i 24°, senza l’uso di riscaldamento o aria condizionata. Il sale utilizzato per costruirle è purissima salgemma, dall’aspetto cristallino e priva di iodio, non ottenuta chimicamente ma estratta da saline, miniere, laghi salati.



LA VIA DELLA SCIENZA

La conoscenza della Vita di Fabio Basalisco (medico ayurvedico) www.fabiobasalisco.it

L’

Ayurveda è una scienza olistica che ha avuto origine nell’India oltre 5000 anni fa, applicabile peraltro a tutto l’Universo e non già solo di pertinenza del paese di origine, che fornisce la conoscenza adeguata su come vivere utilizzando in maniera ottimale le nostre capacità e le potenzialità offerte dalla Natura. La parola Ayurveda è costituita da due suffissi: Ayu = vita e Veda = conoscenza. Indica pertanto la conoscenza della vita in tutti i suoi aspetti, fisici, psicologici, comportamentali, ambientali e, in particolare, la conoscenza della durata della vita. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto la validità dell’Ayurveda e anche solo da questo si può intuire la sua assoluta scientificità che ne è alla base. Nella visione ayurvedica, la salute non si identifica solo con l’assenza della malattia ma con il perfetto equilibrio dell’organismo, comprendente un adeguato stile di vita e norme com-

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portamentali, un’alimentazione sana in accordo con la propria costituzione, un corretto uso dei sensi, delle emozioni, dell’intelligenza. Secondo l’Ayurveda non è sufficiente limitarsi allo studio delle malattie ma, per curarle realmente, è necessario studiare gli uomini e conoscere la natura più intima di ogni singolo paziente. Essa aiuta a scoprire la nostra reale natura e a mantenere in armonico equilibrio l’Uomo (microcosmo) e l’Universo (macrocosmo).

cosiddetti rishi, figure a metà strada tra l’umano e il divino. Se si paragona l’Ayurveda ad un grande albero, l’insegnamento dei rishi, tramandato prima oralmente e poi sotto forma di testi scritti, ne costituisce la radice, mentre le sue applicazioni successive rappresentano il tronco, i rami, le foglie, i frutti. Come la vita di un albero dipende dal nutrimento fornito alle radici, così l’esistenza stessa dell’Ayurveda non può prescindere dal mantenimento di un contatto con le sorgenti originali di conoscenza.

“L’arte della medicina consiste nel distrarre il paziente mentre la Natura cura la malattia”. In questa frase di Voltaire si possono individuare alcuni dei principi fondamentali dell’Ayurveda, la scienza della Vita. Questa è un arte, o diventa un’arte, solo quando il guaritore ne è coinvolto. La terapia efficace diventa il prodotto di un connubio tra saggezza, arte e conoscenza. L’Ayurveda è un insieme vasto di conoscenze, tuttora vive, che nel corso dei secoli sono andate incontro a inevitabili modifiche. Il nucleo centrale di questo corpus è un insegnamento originale, risalente in gran parte ai primi secoli a.C. che la tradizione attribuisce ai

Nello sviluppo della medicina ayurvedica si incontrano e si scontrano diverse posizioni che vanno da quella asceticospiritualista, che riconosce una scelta di vita di tipo monacale, votata all’astinenza e alla meditazione, a quella materialista, che va alla ricerca dell’essenza tangibile della vita stessa riconoscendola in ojas. Anche riguardo la figura del medico sono presenti nei testi varie sfaccettature. Egli è colui che nasce due volte, una fisica e l’altra con l’istruzione medica. Il medico è colui che aiuta la vita a fiorire in tutta la sua pienezza, unendo la medicina della bellezza e della longevità alla consapevolezza dei limiti della propria azione, all’attenzio-


ne e alla compassione verso il paziente. Il vero medico è un maestro che aiuta l’individuo a prendere consapevolezza della propria esistenza e lascia fare i miracoli alla Natura, offrendo se stesso quale veicolo per i suoi prodigi. Ciò presuppone che egli, mettendo da parte l’ego, possa inizialmente prendere contatto con la sua parte più profonda, intima, intuitiva. Un detto popolare ayurvedico afferma che un bravo medico non cerca di scoprire la malattia di cui soffre il paziente ma, piuttosto, si preoccupa di conoscere a fondo la natura del paziente che sta esaminando, per capire i suoi punti di forza e di debolezza. L’attenzione, pertanto, viene spostata dal singolo fenomeno morboso alla totalità dei fattori ambientali, fisici, mentali, emozionali che, interagendo tra loro, determinano l’insorgenza della malattia. Più ci si focalizza sul sintomo, cercando di combatterlo, più lo si rinforza, perché “ciò che tu vedi tu diventi”. E’ necessario spostare l’attenzione dalla minuscola imperfezione, all’oceano della perfezione, nutrito ed alimentato dall’amore.

corpo fisico deve essere in armonia con la Natura, la mente in accordo con la Mente collettiva della società e l’anima in sintonia con l’Anima universale. “Samadoshah Samagnish Ca Samadhatumalakriyah prasannatuendriyamanah svastha sty abhidhiyate” – “Colui i cui Dosha sono in equilibrio, il cui appetito è buono, i cui Dhatu funzionano normalmente, i cui Mala sono in equilibrio e il cui ego, la mente, i sensi siano permeati dalla beatitudine del Sé, questa è una persona sana” (Sush. Su. 15.38). In sanscrito “salute” si definisce con la parola “svastha”, composta da sva (sé) e stha (radicato), ossia ciò che è radicato in sé, a significare non tanto l’assenza di malattia, quanto la capacità di essere in equilibrio con le varie parti di sé. La salute è determinata da tutti i suoi aspetti manifesti e non manifesti. Non manifesto è quello che i fisici quantistici chiamano campo unificato, ossia campo di tutte le leggi di Natura e che l’Ayurveda chiama coscienza. Questa sfrutta tutte le leggi naturali: minimo sforzo, massimo risultato. “Conosci ciò che, conosciutolo, ti dà la conoscenza di ogni altra cosa” ossia è la conoscenza autoreferente (soggetto della conoscenza, processo del conoscere e oggetto della conoscenza). Lo stato di disequilibrio (malattia) ha inizio quando la fisiologia cessa di funzionare in maniera ordinata. La causa prima dell’insorgenza dello squilibrio è il prajna aparadh (delitto contro la saggezza) che genera la violazione delle

leggi naturali, determinando a loro volta l’imperfezione dei Dosha. L’Ayurveda è una scienza eterna senza principio né fine; ha avuto origine con la creazione perché in realtà è la scienza della Natura e le sue leggi sono eterne ed immutabili. Ciò che l’Ayurveda fa è ripristinare l’equilibrio perduto, operando sull’intelligenza nascosta; così come in una pianta ci preoccupiamo soprattutto di nutrire ciò che non si vede, ossia le radici, la linfa. Tutto nell’Universo è interconnesso ma, a causa dell’illusione, gli esseri hanno l’impressione di essere scollegati gli uni dagli altri. Ciò accade non solo a livello cosmico ma si ripercuote anche nel nostro corpo. La coscienza pervade l’intero corpo trasmettendo ad ogni cellula i sentimenti che proviamo. La parola Ayu è definita da Charaka come un’inseparabile combinazione di sharira (corpo fisico), indriyas (gli organi senso-motori), manas (la mente), atman (l’anima, il sé, la coscienza). Finchè questa combinazione è intatta e funziona in modo ottimale, si dice che una persona è in vita e in salute; se questo composto è attaccato e disturbato nel suo equilibrio, il risultato è la malattia. Principio fondamentale dell’Ayurveda è “Uno in tutto, tutto in uno” (come le onde del mare fanno parte del mare pur mantenendo la propria individualità, così l’uomo fa parte dell’universo pur mantenendo la propria individualità). “Ciò che una cosa è all’inizio, essa ritorna a esserlo alla fine”; questa è la sua realtà anche al centro… (Uddhava Gita dial. 19 verso 17).

Oltre ad essere un sistema terapeutico risalente a migliaia di anni fa, l’Ayurveda è uno stile di vita, un modo di cooperare e vivere in armonia con la Natura, con i suoi cicli, le proprietà degli elementi in essa contenuti. L’armonia individuale include una dimensione verticale, costituita dall’interazione dinamica di corpo, mente e spirito e una dimensione orizzontale, determinata dall’equilibrio tra l’individuo e il suo ambiente. Per raggiungere uno stato di salute autentica, il 31


LA VIA DELLA SCIENZA

Le deformazioni pupillari di Elisabetta Conti (iridologa) www.adacqua.net

C

ome abbiamo avuto modo di conoscere, anche attraverso la lettura degli articoli precedenti apparsi su BioGuida, sappiamo dall’iridologia fisica che a livello del bordo della pupilla si proietta, secondo gli insegnamenti del dott. Siegfried Rizzi, il rachide vertebrale: in una prima analisi, l’iridologo mette in rapporto le deformazioni pupillari alla colonna vertebrale. La biologia evolutiva ci conferma che esistono dei geni che codificano la disposizione spaziale dei vari organi: questi sono localizzati a livello della notocorda nello sviluppo embrionale. Essa sarà la base della futura colonna vertebrale. Questi geni sono chiamati Hox e sono responsabili delle informazioni relative alla

disposizione spaziale dei vari tessuti e organi. Ed è proprio “la colonna vertebrale che armonizza il lavoro che si dovrà fare all’interno dell’edificio, indirizzando le forze plasmatrici dove esse necessitano. La colonna stessa vive nel ritmo e, attraverso questo, plasma il fisico come fa il vento sulle dune di sabbia” (Daniele Lo Rito “Lo spazio dell’uomo”, 1998). Quindi, proprio dall’analisi delle deformazioni pupillari, e quindi delle anomalie a livello della colonna vertebrale, l’iridologo può essere in grado di verificare una condizione potenziale o attuale di maggior pericolo per la salute, in seguito al verificarsi di anomalie nella spazialità corporea e visualizzare i fattori di rischio determinati da cause interne ed esterne o più precisamente dalla loro interazione.

ALCUNI ESEMPI Dobbiamo immaginare la pupilla come un cerchio deformabile, al quale vengono applicati dei vettori di forza in diversi punti della circonferenza: ne possono derivare delle forme particolari, ad ovale, ad ellisse, triangolari, quadrangolari... In particolare, la forma della pupilla è determinata dal gioco di forze contrapposte del muscolo sfintere (concentrico ad essa, innervato dal sistema parasimpatico) e del muscolo dilatatore, radiale, innervato nel sistema simpatico. Quando le due tensioni determinate dai muscoli sono uguali in tutti i settori, la pupilla è rotonda. Osservando le immagini che schematizzano le deformazioni semplici (appiattimenti) e complesse (ovalizzazioni o ellissi) della pupilla (si veda anche BioGuida n.43), possiamo farci un’idea di come le deformazioni pupillari rivelino le nostre debolezze a livello somatico e psicoemotivo, che si evidenziano anzitutto a livello della colonna vertebrale. Deformazione nella parte frontale superiore della pupilla Alterazione vertebrale cervicale C1 C2 - Depressione, Incubi, Disturbo della capacità di giudizio Deformazioni del settore nasale / temporale superiore Alterazione vertebrale C2 C7 Disturbi visivi, Mania di persecuzione, Sinusite Laringite faringite, Difficoltà di concentrazione, Labirintosi, Vertigini, Acufeni, Epilessia, Disturbi uditivi Deformazioni del settore nasale / temporale laterale Alterazione vertebrale dorsali (T1/T7) Difficoltà respiratorie, Asma, Dispnea, Disfunzioni cardiache, Noduli tiroidei

Iride e proiezioni rachide: C1/C7 vertebre cervicali, T1/T12 vertebre toraciche o dorsali, L1/L5 vertebre lombari

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Deformazioni del settore nasale/ temporale inferiore Alterazione vertebrale T8 L3 - Disturbi vasomotori agli arti inferiori, Diabete, Disfunzione pancreatica, epatica e biliare, vescicale, Irritazione lombo/ sacrale


Deformazioni del settore ventrale Alterazione vertebrale lombare L3 coccige - Disturbi motori e vasomotori agli arti inferiori, Gonalgia (dolori alle ginocchia), Coxalgia (dolori all’anca), Disfunzione renale, Prolasso dell’utero, vescicale o anale

Pupilla Normale

Ellisse orizzontale Depressione, Alterazione motoria degli arti inferiori, Disfunzione cardio respiratoria, Asma, Tachicardia, Debolezza renale Ellisse verticale Incidente vascolare centrale, Ictus cerebrale, Emiplegia, Disfunzione della tiroide Ellisse ad asse maggiore divergente in basso Stanchezza muscolare arti inferiori, Stanchezza e pesantezza agli arti inferiori, Lombalgia Ellisse ad asse maggiore divergente in alto Rischio circolatorio cerebrale, Ansietà, Predisposizione a difficoltà respiratorie

Verticale

Orizzontale

Traversale Obliqua

Pupilla normale destra

Appiattimento superiore o frontale

Appiattimento mediale o nasale

Ovalizzazioni Oblique Parallele

Ovalizzazioni Oblique Secondo Assi Non Paralleli

Appiattimento temporale o laterale

Il dott. Lo Rito definisce tale condizione come “spaziorischio”, che non va dissociata dalla presenza, nell’iride, del “cronorischio”:

Appiattimento inferiore

”Dopo la fatica di comprendere la sede dove veniva rappresentato il tempo a livello dell’iride (come vedremo analizzando la Siepe o Bordo della Corona), sono rimasto stupefatto

di vedere che anche lo spazio ha una sua sede ben precisa. Lo spazio viene protetto dal tempo, lo spazio nutre e sorregge il tempo. Alla prima ricerca, rivolta a intuire in quale età (cronorischio) si è verificato un trauma importante per l’individuo, si è affiancata quella che riguarda la spazialità del nostro essere e a quale livello possiamo ammalarci: lo spaziorischio, che ha sede nell’orlo pupillare interno, ci può indicare il settore corporeo più debole, una predisposizione costituzionale oppure acquisita. Il fatto di conoscere lo spaziorischio porterà ognuno di noi a una conoscenza diversa sul proprio spazio, comprendendo quale sia più importante per noi sia fisicamente che emotivamente. Quali saranno i comportamenti, le soluzioni più adatte a quel valore dello spaziorischio, divenendo una percorso di sviluppo evolutivo capace di farci vivere più in armonia con lo spazio interiore e con quello degli altri.” (dal già citato “Lo spazio dell’uomo”). La coinvolgente e “sconvolgente” scoperta del dott. Lo Rito è di avere sperimentato come si può pensare l’iride come il luogo in cui, nel corpo dell’uomo ma anche in molte specie di animali, la dimensione spazio/tempo diventa visibile e interpretabile. “Lo spazio è il substrato di tutte le nostre relazioni e dei nostri interscambi. Come esistono un tempo esogeno e uno endogeno, così anche lo spazio si può dividere in esogeno ed endogeno. Il primo riguarda l’ambiente nel quale ci muoviamo e viviamo. Questo spazio può essere fonte di pericolo e di malattia, determinando lo spazio esogeno: ad esempio, le fonti di inquinamento sia chimico sia elettromagnetico, oppure le calamità naturali rappresentano dei potenziali fattori di destabilizzazione. Lo spazio endogeno è quello legato alla propria corporeità; questo spazio endogeno sembra venga regolato da alcuni geni chiamati omeotici. Questi, nelle prime fasi di sviluppo embrionale, dicono “questa è la zona del cervello, questa del torace e della milza o del surrene. Ogni orga33


LA VIA DELLA SCIENZA

no prende la sua posizione spaziale nell’essere in evoluzione che diverrà domani l’uomo o la donna.” (dal testo di Lo Rito sopra citato) CIELO ANTERIORE E CIELO POSTERIORE Da qui, il passaggio agli affascinanti campi dell’embriologia (DNA, genotipi, fenotipi...) arriva “scontato”. Argomenti di grande complessità, affrontati per il settore iridologico e altri campi da studiosi di grande competenza scientifica. Basta notare, intanto, come tali “intuizioni” fossero già presenti nelle più antiche culture, come sottolinea G. Michele Ferrero (“Le Riflessoterapie dell’Ultrasensibile”), facendo riferimento alla Medicina Tradizionale Cinese: “Tutti noi, prima della nascita, ci troviamo in una dimensione che possiamo chiamare di non-tempo/nonspazio.” Il tempo e lo spazio intervengono nella formazione dell’embrione della nuova creatura, insieme con altre forze, come quelle ereditate attraverso i genitori, quelle cosmiche, quelle del popolo di appartenenza. L’energia vitale, che l’uomo riceve dai genitori nel momento del concepimento, può definirsi secondo la termonologia della cultura tradizionale cinese, Qi Pre-Natale o Cielo Anteriore (paragonabile all’insieme dei geni

che compongono il nostro DNA, il nostro corredo genetico o genotipo): noi potremmo denominarla ”la nostra interiorità”.

L’energia che si acquisisce successivamente alla nascita attraverso l’assunzione d’aria (Qi della respirazione) e di cibo (Qi dell’alimentazione) e di tutte quelle ‘faccende umane’ (ad esempio educazione, istruzioni, abitudini, cultura, regole, rapporti familiari e sociali, ecc.) che vanno ad influenzare la costituzione dell’uomo può definirsi Qi Post-natale o Cielo Posteriore (paragonabile, per certi aspetti, all’insieme di tutte le caratteristiche osservabili in un organismo vivente: il fenotipo). In altri termini, il Cielo Anteriore è l’innato, il Cielo Posteriore è l’acquisito. ”Il corpo umano si annuncia dunque come la palestra di una ricerca continua, tesa verso un equilibrio tra le forze in gioco, per regolamentare le energie cosmiche con quelle umane.”


L’ARREDO ECOLOGICO

Con l’esperienza acquisita negli anni produciamo su progettazione e su misura L’ARREDAMENTO NATURALE. Il nostro obiettivo è di creare ambienti alimentando il fluire dell’energia positiva, ottimizziamo gli spazi e soprattutto ascoltiamo le esigenze delle persone che abiteranno i locali da noi arredati. Adoperiamo solo legno massiccio, certificato, le lavorazioni e gli assemblaggi vengono fatte ad incastro, senza uso di colla, i trattamenti sono fatti solo con olio e cere naturali, i colori sono ottenuti con ossidi sciolti nell’olio, otteniamo superfici satinate e piacevoli al tatto. Evitiamo tutte le finiture con spigoli, otteniamo così forme morbide e arrotondate. Dedichiamo una particolare attenzione ai bambini e ragazzi... curando in modo particolare le loro camerette. Adoperando solo LEGNO, OLIO E CERA si evitano tante forme di allergia... non si creano cumuli di cariche elettrostatiche, gli ambienti sono sani, piacevoli, armoniosi... il legno ha la caratteristica di essere termoregolatore: assorbe l’umidità in eccesso per ridarla quando l’ambiente ne ha bisogno. Progettazione per noi vuol dire anche: curare i particolari come: il colore delle pareti, la posizione del letto, l’illuminazione data dalle lampade ionizzanti con la loro luce vivificante... Cerchiamo di seguire il nostro cliente con la massima premura e con la nostra professionalità... Via Roma 129 - 31043 Fontanelle (Tv) - Tel./fax 0422.509013 - bioliving@libero.it - www.bioliving.it


LA VIA DELLA TERRA

Il paradigma del maiale di Marinka Pockaj (interprete/traduttrice, riciclista)

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el maiale non si butta via niente” recita un vecchio adagio della tradizione contadina. In un unico enunciato c’è la descrizione di un dato di fatto, dettato dalla necessità e la prescrizione per le generazioni future. Le risorse limitate di un ambito povero e ristretto insegnavano al contadino l’uso attento e oculato dei principali beni di sostentamento. In realtà, poco veniva sprecato di qualsiasi cosa in quel contesto, per cui il maiale diventava il manifesto di uno stile di vita in cui si estraeva il massimo da ciò che c’era e dove, a volte, ci si inventava anche ciò che non c’era. Al giorno d’oggi in alcune parti del mondo le cose non sono molto cambiate rispetto al contesto rurale del nostro passato. Nelle zone depresse si continua ad applicare il paradigma del maiale a tutto tondo, anche se probabilmente gli abitanti locali non lo chiamano così. In Occidente il benessere e la tecnologia dalla fine del secolo scorso hanno portato ad un cambiamento radicale nella vita del cittadino medio, che ha potuto finalmente spostare l’asse del proprio esistere da un’affannosa battaglia per l’esistenza quotidiana all’esercizio di nuove e impensate attività (cultura, svago, benessere, introspezione, sport, acquisto di beni). Gradualmente il contatto con le fonti dell’alimentazione si è così tanto allentato che la massa delle persone ha iniziato a percepirle come scontate, senza preoccuparsi del loro uso attento e oculato. Delle nuove generazioni, in molti, un maiale, non l’hanno nemmeno mai visto dal vivo. Grande disponibilità di risorse, prodotti a prezzi accessibili e una grande spinta al consumo, hanno allontanato dalla coscienza collettiva la necessità di vegliare sulle fonti delle risorse. In seguito, l’evoluzione ha avuto un corso molto accelerato e, negli ultimi decenni, si è fatta strada la coscienza che siamo sempre di più, che produciamo quantitativi incredibili di rifiuti, che le risorse sulla terra non sono illimitate e 36

la coperta, che prima bastava e avanzava per coprire sprechi e leggerezze, ora sta diventando corta e rischiamo di vederci spuntare l’alluce… La capacità dell’uomo di trovare soluzioni e nuove strade, nei momenti di crisi o bisogno, ha portato spesso al raggiungimento di importanti traguardi e innovazioni nella scienza e nella tecnica. Il riciclo e il riuso non sono un’invenzione della nostra epoca, sono da sempre cosa nota all’uomo che, in varie circostanze (guerre, carestie ecc.) e in vari periodi storici, ha usato ingegno e creatività per sopperire alla mancanza di oggetti o materiali, oppure per risparmiare sull’uso di risorse vergini. Il riciclo e il riuso vengono praticati sin dai tempi remoti: scritti di Platone del 400 a. C. ne portano testimonianza; nell’antica Roma si riciclavano calcinacci e vasellame per il ripristino del fondo stradale e si usavano anfore residue e inutilizzabili per strutture di drenaggio e sistemi di deumidificazione. Il riutilizzo e la fusione dei metalli di scarto per il riutilizzo perpetuo è un classico. Nel XIX secolo si registrano le prime forme di recupero con il cosiddetto “vuoto a rendere” delle bottiglie di bevande, durante la seconda guerra mondiale si procedeva alla raccolta di metalli per sostenere lo sforzo bellico; la crisi energetica degli anni ’70 ha dato il via a un grande impegno per la riduzione dei costi energetici di produzione, anche attraverso il riciclo di materiali. L’arte e il design, con l’attitudine degli artisti a cogliere tratti e potenzialità nascoste negli oggetti di uso comune, si sono avvalse del riuso e del riciclo per dare corpo a riflessioni etiche, politiche ed economiche sulla gestione dei rifiuti nel mondo moderno. Ora siamo alle soglie di una svolta in cui il paradigma del maiale sta tornando nuovamente in auge. Ancora una volta, di necessità, virtù. Il prodotto “rifiuto” può essere visto come il risultato di una catena di produzione che si è interrotta nel punto del massimo profitto, prima cioè di concludere il suo ciclo. Il problema degli scar-

ti di produzione è stato così consegnato alla comunità, che se n’è presa carico con l’obiettivo principale di eliminarli assieme ai propri rifiuti. L’inevitabile saturazione e il danno all’ambiente che ne derivano ha fatto sì che negli ultimi decenni si sviluppasse una nuova sensibilità ambientale, per cui si è iniziato a ripensare l’intero processo di produzione in un’ottica integrata a ciclo zero, ipotizzando una catena ininterrotta di trasformazione in cui si re-impiegano tutti i sottoprodotti, come accadeva una volta in ambito rurale. Un obiettivo del genere è difficilmente applicabile “a circuito chiuso” alle singole imprese in generale: andrebbe piuttosto esteso a livello territoriale creando delle regioni a ciclo zero, in cui le imprese vengano stimolate a diventare virtuose attraverso incentivi “verdi” o con la prospettiva di nuove sinergie e opportunità commerciali. Hanno iniziato a svilupparsi numerosi progetti e cordate basate sugli obiettivi “zero waste” (rifiuti zero) o “cradle to cradle” (C2C, da culla a culla). “Rifiuti zero” è una strategia che prevede la riprogettazione della produzione con tecnologie capaci di riformulare e rigenerare prodotti già utilizzati e l’introduzione di prodotti completamente riutilizzabili, riciclabili e riparabili in modo da far tendere a zero la quantità di rifiuti destinati alla discarica o all’inceneritore. Prevede anche l’incentivazione della riparazione, del riuso e del riciclo in quest’ordine di priorità e uno stile di vita generale che diminuisca il volume di scarti (per esempio prodotti privi di imballaggi, alla spina ecc.). Si tratterebbe quindi di un modello che ottimizza l’uso delle risorse in campo, ispirato a ciò che accade in natura: nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma. Il “cradle to cradle” è un approccio che si basa su concetti del tutto simili e che agisce a livello di sistema, una visione olistica dei processi produttivi, della dimensione industriale e sociale in un contesto economico che privilegi la compatibilità ambientale. Non è un modello pensato esclusivamente per l’ambito industriale e produttivo ma


può essere esteso anche agli ambienti urbani, alle infrastrutture, agli edifici e ad altri aspetti della civiltà e della vita in comunità. La città di San Francisco, per esempio, ha lanciato un programma di gestione dei rifiuti solidi urbani (Zero Waste Program) con l’obiettivo ambizioso di raggiungere la quota zero entro l’anno 2020. La città di Venlo nella provincia olandese di Limburgo è stata la prima ad adottare i principi del “cradle to cradle”. Il municipio della città sarà costruito secondo approcci innovativi di sostenibilità in linea con le esigenze di comfort e tutela della salute, fra cui: facciate-filtro coltivate a verde; giardino sul tetto con funzione di cappotto termico; parcheggio con funzione termoregolante del sistema di riscaldamento/ refrigerazione; particolare configurazione degli spazi e delle aperture per ottimizzare l’apporto della luce solare e dell’aria dall’esterno e ridurre l’uso di ventilazione forzata ed elettricità; materiali riutilizzabili dopo l’estinzione dell’uso dell’edificio. In Italia va segnalato il progetto Prisca, che nasce dalla collaborazione tra 6 partner dislocati su tutto il territorio nazionale, finanziato dalla Commissione Europea, che si propone di sperimentare un modello di Centro di Riuso (a Vicenza e a San Benedetto del Tronto) in grado di diminuire significativamente il quantitativo di beni riusabili presenti nel flusso dei rifiuti solidi urbani che oggi vengono smaltiti in discarica, per renderlo replicabile a livello europeo. Il progetto svolge anche un’azione di sensibilizzazione dei cittadini attraverso un’intensa attività di comunicazione che punta a far crescere la consapevolezza del valore ambientale del riutilizzo. Coinvolgimento diretto dei cittadini e sensibilizzazione alla riduzione e al miglioramento della raccolta differenziata dei rifiuti sono i principi fondanti dell’iniziativa “Second Life” del comune di Bologna, che ha predisposto un’area del riuso in cui i cittadini possono scambiarsi liberamente e gratuitamente qualsiasi oggetto di casa in buono stato. I beni che entrano nell’area, vengono registrati con liberatoria e deposti. Se prelevati da qualcuno, vengono depennati all’uscita. Una vicina stazione eco-

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logica provvede a smaltire tutto ciò che non viene utilizzato. Quest’azione è perfettamente in linea con la gerarchia delle operazioni prioritarie dell’Unione Europea per la gestione dei rifiuti. Alla base della piramide invertita sta la prevenzione della produzione di rifiuti, che ha per oggetto beni non ancora diventati rifiuti. Essa comprende il riutilizzo ed ha la precedenza rispetto a tutte le altre operazioni sottostanti che si occupano già di rifiuti veri e propri. Segue quindi la preparazione al riutilizzo che nella graduatoria precede il riciclaggio. Poi c’è il recupero e, infine, all’ultimo posto delle opzioni consigliate, lo smaltimento. Ad eccezione dello smaltimento tutte queste operazioni mirano alla “resurrezione” del bene materiale scartato da re-inserire

nel circuito economico al servizio dell’uomo. Come spesso accade, la lingua arriva prima della norma. La terminologia usata per descrivere le attività di reimpiego di risorse usate o scartate, nate con la storia dell’uomo, è bastata sinora per permettere una comunicazione agevole ma è risultata confusa nel momento in cui, in una società articolata come la nostra, si è voluto dare delle regole al settore. Ad oggi le direttive europee sono l’unica fonte lessicale certa, anche se presentano dei limiti pratici. Secondo la direttiva europea del 2008 si definisce riutilizzo una “qualsiasi operazione attraverso la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti, sono reimpiegati per la stessa finalità 37


LA VIA DELLA TERRA

per la quale erano stati concepiti” (per esempio mobili, vestiti, apparecchiature elettriche ed elettroniche, riparati e rinnovati, pronti per rientrare sul mercato). La stessa direttiva definisce “preparare al riutilizzo” come un’“attività di controllo, pulizia o riparazione attraverso cui prodotti o componenti di prodotti che sono diventati rifiuti sono preparati in modo da poter essere reimpiegati senza altro pretrattamento”. Riuso, termine che non compare nella direttiva europea, significa usare nuovamente un oggetto o un materiale, per il proprio scopo originale o per scopi simili, senza alterarne in maniera significativa la sua forma fisica. La parola riuso copre in buona parte il campo semantico del termine riutilizzo e non significa riciclo in quanto questo termine implica operazioni che determinano una trasformazione di tipo fisico del rifiuto. La direttiva europea parla infatti di riciclaggio come di “qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i rifiuti sono trattati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini”. Il recupero è “qualsiasi operazione il cui principale risultato sia di permettere ai rifiuti di svolgere un ruolo utile, sostituendo altri materiali che sarebbero stati altrimenti utilizzati per assolvere una particolare funzione, o di preparare i rifiuti ad assolvere tale funzione”; in questo caso i rifiuti divengono materie seconde, valorizzate economicamente (come il recupero energetico di plastiche, carta, legno e tessili per incenerimento). I rifiuti rappresentano dunque dei materiali che non sono destinati al riuso e al riutilizzo. Per la normativa europea, dal punto di vista formale, è importante sapere in che momento un bene usato diventa rifiuto e quando invece il rifiuto, recuperato e trattato, cessa di essere tale (EoW - End of Waste) e viene reimpiegato nel flusso economico. Il riuso e il riutilizzo sono senz’altro preferibili al riciclo e al recupero, in quanto, riguardando “cose usate” non divenute ancora rifiuti, comportano in genere un risparmio d’energia e risorse 38

naturali rispetto al riciclo, in cui il materiale scartato subisce un trattamento intensivo e una trasformazione più profonda (es. lavaggio per le bottiglie di vetro da riutilizzare; fusione per i detriti di vetro da riciclare, ecc.). In questo contesto va menzionato anche il termine upcycling che si è fatto strada ultimamente e che alcuni definiscono “riuso creativo”. Per alcuni è una forma particolare di riuso in cui il materiale scartato viene trasformato in un prodotto di qualità superiore, per altri è la riproposizione creativa di oggetti usati e non usati, cui viene dato un valore aggiunto (es. un tavolino semplice successivamente ricoperto da mosaico artistico). Il riutilizzo è il regno degli ambulanti alle fiere, dei mercati storici e delle pulci, delle botteghe di rigatteria, dei negozi in conto terzi, degli enti di solidarietà, ecc. Il riuso e il riuso creativo La Venexiana - Untitled Code - Cortigiana illuminata - Parafuoco, griglia in ferro, rete di pollaio, elementi di sono il regno degli aman- lampadari e coprifilo in ottone su struttura di sedia. Info: ti del fai-da-te, di un certo Untitled Code, www.untitled-code.com design ed arte. Aldilà delle un animale al quale tradizionalmente mode, danno la possibilità a chiunque di coniugare creatività, rispetto dell’amsi davano da mangiare tutti gli scarti e biente e responsabilità nei confronti del quale poi… non si buttava via nulla. Tutto ritorna, tutto si ripropone attraverdell’uso delle risorse, prima di perso tempo e spazio, in modi diversi, in derne il contatto all’interno di catene un grande riciclo della vita. organizzate di recupero e riciclaggio. Rappresentano anche un atteggiamento ecologico deciso laddove la progetta“Secondo la filosofia buddhista, tutte le cose non hanno un corpo, zione è carente nel proporre oggetti con ovvero di per sé non hanno sostanza. trattamento di fine vita integrato (life Ma, allora viene da chiedersi cycle design). come mai esistono se, di fatto, Assieme al riutilizzo, il riuso e il riuso creativo sono i più vicini alla cura delnon hanno sostanza. Le cose esistono perché sono l’ambiente, che tutti possiamo mettere in relazione reciproca tra loro. in atto nel nostro quotidiano, lontani e Lo stesso vale per gli esseri umani. ignari dell’habitat naturale e del corpo Ma gli esseri umani pensano di esistere della terra, dal quale siamo comunque sempre sostenuti nostro malgrado. di per sé e non in relazione ad altro. La ridefinizione della destinazione finaPer questa ragione decidono cosa sia utile e cosa non lo sia più le di prodotti e materiali esistenti in e lo trasformano in immondizia”. funzione di un nuovo inizio e la riprogettazione di prodotti nuovi con un tratKeisuke Matsumoto, tamento di fine vita integrato hanno, “Manuale di pulizie curiosamente, una grande similitudine con il ciclo di vita del maiale di casa, di un monaco buddhista”


LA SOGLIA DELL’ENERGIA Migliaia di anni fa, nel Messico precolombiano, donne e uomini dotati di grande curiosità e sete di conoscenza diedero inizio ad un percorso di esplorazione dell’ignoto, spingendosi al di là della barriera della percezione. Chiamarono “Nagualismo” questo percorso e, se stessi, “Toltechi”. Il Nagualismo pone le sue basi sul principio che l’universo sia un insieme di campi di energia, percepibile direttamente da noi tutti, quando oltrepassiamo i limiti imposti dall’interpretazione. I Toltechi svilupparono le tecniche per liberarsi da tali limiti, per consentire di riappropriarci di quanto più profondo ci appartiene: la totalità del sé. L’obiettivo dei loro sforzi è stato duplice: permettere il ricordo della propria natura energetica e utilizzare pragmaticamente la nuova visione della realtà. Questo viaggio prosegue ancora oggi, grazie all’impegno dei nuovi Toltechi. Il Nagualismo è stato portato all’attenzione del mondo occidentale da Carlos Castaneda, ultimo erede di una stirpe di guerrieri durata secoli. Tale lignaggio però non era l’unico a persistere.

BioGuida Edizioni

NUOVA USCITA

Dall’inizio degli anni ’90 l’autore ha effettuato una lunga serie di viaggi in Messico, nel corso dei quali si è verificato l’incontro con un gruppo di Toltechi che detiene la conoscenza delle tecniche per muovere il punto di unione. Si tratta di un lignaggio diverso da quello di cui Castaneda fu l’ultimo Nagual ma sempre appartenente alla stessa tradizione. Questo libro racchiude ciò che i lettori di Castaneda aspettavano da molto tempo: sogno, agguato, intento, maestria della consapevolezza, ricapitolazione. Tutte le parti fondamentali del Nagualismo sono esposte in modo chiaro, spiegando tecniche, metodi, strategie, esempi pratici, con la finalità di renderli praticabili e sperimentabili direttamente, oltre a molti altri aspetti mai trattati finora. Dopo un lavoro decennale, l’autore è riuscito a mettere a punto un sistema che rende disponibili le tecniche dei Toltechi ben al di là del contesto tradizionale nel quale sono state sviluppate. Ora, con questo libro, è qui per offrirle a voi.

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LA VIA DEGLI ANIMALI

I nostri maestri a distanza di una carezza di Andrea Sergiampietri (medico veterinario)

R

ifletto e medito sulla possibilità di apprendere come vivere bene direttamente dagli animali. Ho compreso che in tutto ciò che riguarda emozioni, relazioni, socialità, rispetto di sé e degli altri, loro sono molto più saggi. Ho scoperto che posso imparare da loro, praticare la mia parte animale e osservare come gli aspetti emotivi sociali e personali della mia vita migliorano, giorno dopo giorno. Ho trovato gli illuminati maestri nella mia casa; hanno nasi umidi e grandi occhi che rilucono nel buio, code pelose con le quali “fustigano” la faccia e, quando sono certi che io abbia ben capito emettono un roboante “frrrrr! frrrr!”. Gratitudine E’ mattina presto di un giorno d’inverno, apro gli occhi e muovo la mano delicatamente verso il mio gatto Joseph, lo sfioro e lui apre gli occhi. Prontamente il silenzio della mattina viene riempito da profonde e ritmate fusa. Lo sguardo pieno di felina beatitudine e amore riempie i miei occhi e il mio cuore. Grazie. La gratitudine del mio gatto nuota nell’oceano di amore liquido che esonda dal bordo delle sue palpebre. Gratitudine per un piccolissimo gesto. Giovanna invece è una gattona di quasi 7 kili, prevalentemente bianca con poche e asimmetriche macchie tigrate scure. Delicatissima a saltare sulle ginocchia: medita, prepara il salto e, pur avendo una certa massa critica, atterra morbida sulle gambe senza arpionarsi con le unghie. Giovanna ha un’altra particolarità. E’ sufficiente guardarla e, prontamente, socchiudendo gli occhioni verdi, inizia a fare sonorosissime e gustose fusa danzando nella stanza e strusciandosi ad oggetti visibili solo al suo cuore. E’ sufficiente la presenza di una persona 40


nell’ambiente, è sufficiente rivolgerle un minimo di attenzione e lei ricambia felicissima. Non occorre nemmeno il contatto fisico. A volte addirittura mi accorgo di Giovanna perché ne sento le fusa e solo in un secondo istante arriva un breve “miao”. E non accade solo con me, chiunque entri in ambulatorio riceve il particolare benvenuto della gatta. Felice semplicemente di vedere una persona. Felice di essere in relazione anche quando è l’unica ad esserne cosciente.

le-uomo, con la parte animale sacra tanto quanto quella umana. L’assenza di un forte e sviluppato pensiero logicorazionale consente all’animale di sfruttare pienamente l’intelligenza emotiva e sociale. Per noi umani la strutturazione del pensare, che avviene spesso in modo disfunzionale e paradossale, è una vera e propria gabbia che limita il nostro stesso benessere. Quindi, sperimentando l’imitazione, la mimesi, dell’animale, nei suoi aspetti emotivi

e relazionali, permette di andare oltre la limitazione innaturale di cui siamo emozionalmente schiavi. Imitare con l’intelletto Eppure ad imitare gli animali, noi “sapiens” siamo bravi. Ne imitiamo capacità e abilità da sempre, ovvero li studiamo, raramente con rispetto, cercando di capire come riescono a fare cose per noi inimmaginabili. In Canada, nel Wood Buffalo National

Da uomo comprendo allora come l’essere grati può divenire indipendente dalla quantità di ciò che è ricevuto e imparare una lezione. L’avevo letto sicuramente in qualche libro, ma mai prima d’ora veramente colto. Mimesi quotidiana Inizio a riflettere e anche a sperimentare. Ogni volta che esco di casa cerco di ricordarmi che è possibile essere grato a chi incontro, che lo conosca o meno, che mi guardi o sia assorto nei suoi pensieri. Non è facile inizialmente. Mi rincuora ed ispira aver visto i miei gatti farlo in modo naturale. Inizialmente un contatto visivo o solo vedere un sorriso fugace, occasionale, è motivante per osare alimentare il senso profondo di essere grato a questa persona, che mi mostra la possibilità di sorridere, o semplicemente la possibilità di essere diverso, o l’esistenza di un modo di vivere differente. Avere la possibilità di riconoscere e comprendere, anche solo per un istante, che l’altro ha un mondo ricco quanto il nostro di cose buone e difficoltà, oltre a non essere è un nemico, è sufficiente per attivare la gratitudine. E poi accadono cose insospettabili, via via praticando questa primigenia qualità del cuore, aumentano spontaneamente le occasioni per essere grati a qualcuno o qualcosa. Come sempre, cambiando un proprio atteggiamento e mantenendolo, quanto ci sta intorno, possedendo infinite possibilità e facce, si adegua e risponde al nuovo stato emotivo. Proviamo e riproviamo ogni giorno! La gratitudine è contagiosa. Razionalizzando L’essere umano, è un animale dotato di pensiero logico-razionale: anima41


LA VIA DEGLI ANIMALI

Park, esiste una delle più grandi dighe costruite dai castori, lunga 850 metri. Fotografata la prima volta nel 1990 da un satellite della NASA, è stata costruita da più famiglie di castori in cooperazione e forse nessuno di loro era in grado di dimostrare il teorema di Pitagora... Tra le dieci tecnologie che abbiamo rubato ultimamente al mondo animale, spesso a sue gravi spese (http://mentalfloss.com/article/22702/10-technologies-we-stole-animal-kingdom), troviamo materiali sanitari di nuova generazione, treni ad alta velocità, mini aerei spia, strumenti per non vedenti, edifici a elevatissima resa energetica, ecc. Il martin pescatore riesce a tuffarsi in acqua senza fare “splash”, grazie alla particolare forma aerodinamica del suo becco. Senza saperlo, il martin pescatore ha risolto uno spinoso quesito per i treni ad alta velocità giapponesi. Prima che venissero costruiti con un “naso” simile al becco di questo uccello, il collidere del treno con la massa d’aria accumulatasi durante la percorrenza di un tunnel era tale da produrre un violentissimo boato, rallentare sensibilmente la velocità del treno e ridurre l’efficienza energetica del 20%. La pelle dello squalo ha un’interessante caratteristica strutturale: batteri e altri microorganismi non riescono facilmente ad aderirvi. Ispirandosi alle caratteristiche di questa particolare pelle, imitandone la conformazione, è stato creato un materiale di rivestimento il cui utilizzo è molto promettente in ambito sanitario. La ricchezza dell’incontro Avete mai visto due formiche sul pavimento che da direzioni opposte provengono? Ognuna sta andando per la sua strada, con compiti da portare a termine. Le formiche nella loro operosità sembrano frettolose, impazienti come manager all’uscita della metro a Milano. Bene, quando si incontrano sulla stessa strada, prendono contatto tra di loro, le antenne si sfiorano febbrilmente, avviene uno scambio e un confronto. Ripartono poi nelle rispettive direzioni, ognuna con un pezzo di informazione in più e con la conferma del senso di appartenenza. Scenario simile: un marciapiede e due persone che procedono da direzioni 42

opposte. In questi casi è fin troppo facile dubitare della pretesa superiorità dell’essere umano. Incontrandosi le due persone evitano (rifuggono) qualsiasi possibilità di scambio, lo sguardo volutamente direzionato verso l’infinito o verso il marciapiede, mai verso l’altro. Espressioni del viso contratte, quasi criogenate. Il senso confermato è quello di una forzata esclusione, lo scambio non avviene e ognuno prosegue per la sua strada ancor più impoverito, ancora più solo. Normale e innaturale. Quasi da invidiare le formiche. Però anche questo si può imparare. Forse non è necessario abbracciare tutti quelli che si incontrano sul marciapiede ma un contatto e un sorriso, anche non avendo le antenne, se ci riescono le formiche… Imitare con il Cuore Imitiamo alcuni aspetti del mondo naturale per trasformarli in strumenti tecnici: sotto sotto è chiaro che, solo con questa testa (la nostra), non è possibile inventare nulla che già non esista in Natura. Dal punto di vista fisico e prestazionale, l’animale-umano non primeggia in nessuna “disciplina”, non è l’animale più veloce, né quello più alto, né quello più grosso e nemmeno il più longevo, inoltre non può volare, né resistere a condizioni estreme di temperatura. Tutte queste mancanze vengono superate dall’utilizzo della qualità logico-razionale del pensiero, con enorme sforzo e spes-

so enormi costi energetici. In questo momento i miei gatti, mentre sono tutto indaffarato a scrivere, bere caffè, controllare l’orologio, pensare alle scadenze su cui sono in ritardo, controllare la posta, gli sms.. in questo momento, loro riposano. Hanno un’innata capacità di amministrare perfettamente le proprie energie, mentre io so solo come dissiparle. Probabilmente ora, in qualche laboratorio, qualcuno sta studiando come migliorare l’efficienza nella corsa di qualche robot imitando sempre più raffinatamente la deambulazione dei cani (BigDog). Animale-uomo. La razionalità è importante ma trascinare il corpo e il cuore con la testa è molto faticoso! Impariamo dagli animali, quelli che ci stanno attorno, a dar voce alla nostra naturale emotività e al nostro corpo. Loro lo sanno fare benissimo e, sulla via dell’evoluzione, in questo momento, rimangono rispetto a noi un passo più avanti, ma comunque a distanza di una carezza. La carezza dobbiamo dargliela noi, allungando il braccio e la mano; non solo per prendere, trattenere, carpire i loro segreti fisico-tecnici. Facciamo un passo avanti con il cuore e uno indietro con l’orgoglio. Possiamo imparare da loro come comportarci con i nostri simili e con noi stessi. Come sempre è una scelta. Mantenere congelati i muscoli facciali o provare a scioglierli, con il giusto tempo, in un sorriso aperto.


PAROLE E MUSICA

a cura di Francesco Giordano

Una primavera di grandi concerti e spettacoli La stagione primaverile porta con sé molti eventi di assoluto richiamo nel mondo della musica. Si affollano teatri e Palasport e, in prospettiva della stagione a cavallo fra primavera ed estate, gli stadi accolgono i grandi concerti. In marzo Elisa arriva nella ‘sua’ Trieste: la star internazionale, nata a 40 chilometri dal capoluogo giuliano, si esibisce a Trieste il 29 marzo a conclusione di un trionfale tour che verrà poi ripreso a luglio per due ulteriori date: il 17 a Lucca e il 25 a Piazzola sul Brenta nei pressi di Padova. Altro nome di grande spicco è quello di Ligabue che parte da Roma il 30 maggio con Mondovisione Tour che lo porterà a Firenze, Pescara, Catania, Milano, Padova per concludersi a Salerno il 23 luglio. L’altro rocker per eccellenza, Vasco Rossi, si divide fra Roma e Milano fra il 25 giugno e il 10 luglio in 7 concerti evento che prevedono 3 date a Roma e 4 a Milano. Gli artisti provenienti dall’ultimo Sanremo hanno da tempo pianificato i loro impegni dal vivo: la vincitrice Arisa sarà il 6 aprile a Roma e dieci giorni dopo a Milano, mentre Francesco Renga sarà nelle due metropoli in maggio il 19 a Milano e due sere dopo a Roma. Ancora da Milano parte il 17 aprile il tour di Noemi che proseguirà attraverso numerose tappe fra le quali Firenze, Brescia, Trento, Mantova, Parma, Verona, Roma, per concludersi il 26 maggio a Torino. Claudio Baglioni, che a Sanremo come ospite ha lasciato il segno, sarà protagonista sabato 5 aprile al Palasport Forum di Pordenone e due sere più tardi al

Palasport di Verona: il suo tour che corre lungo Palasport e stadi approderà a Milano per la conclusiva serata il 6 maggio. Simone Cristicchi invece porta in teatro lo spettacolo con il quale ha commosso ed entusiasmato tantissimi spettatori: quel Magazzino 18 che narra dell’esodo dei giuliano-dalmati e che sarà di scena al Teatro Nuovo Giovanni da Udine il 7 aprile. Denso di appuntamenti è anche il calendario che ha approntato un’altra splendida voce della canzone italiana: Giorgia. La grande interprete darà il via ai suoi concerti il 3 maggio da Padova per poi passare da Rimini,

Bologna, Torino, Roma, Ancona, Napoli, Firenze per giungere a Verona il 25 maggio. Altrettanto fitto di date il tour di Alessandra Amoroso che il 28 marzo si esibisce a Conegliano e che toccherà Padova, Torino, Genova, Roma, Firenze, Ancona, Bari, Napoli e giungerà a Verona il 19 maggio. Due le tappe per Biagio Antonacci: il 24 maggio a Bari e il 31 maggio a Milano. Ricco di appuntamenti anche il calendario di artisti internazionali. L’ex Genesis Steve Hackett arriverà con la sua inconfondibile chitarra a Roma il 22 maggio per poi passare da Cesena, Trento e giungere a Milano il 26 maggio. Un’altra straordinaria chitarra è quella di Pat Metheny che, fresco della pubblicazione del CD con il suo Unity Group, arriverà a Villa Manin di Passariano, presso Codroipo (UD) il 14 giugno per poi replicare la sera successiva a Tortona e chiude-

re la parentesi italiana del tour mondiale a Fiesole (FI) il 16 giugno. Uno dei più grandi esponenti della musica popolare brasiliana, Caetano Veloso, torna in Italia il 2 maggio a Padova, quindi il 5 a Milano e il 7 a Roma. Gli Aerosmith saranno a Milano il 25 giugno dove 5 giorni prima si esibiscono i Pearl Jam, una delle più grandi rock band di tutti i tempi e che il 22 giugno suonerà allo stadio Nereo Rocco di Trieste. Intanto torna a Bologna, Sensation, show dance tra i più importanti al mondo: dopo il successo del 2013, l’Unipol Arena si vestirà nuovamente di bianco (abito obbligato per i partecipanti) il 25 aprile e trascinerà migliaia di persone alla riscoperta dei sensi, alla natura selvaggia: “Into the wild” è infatti il tema 2014. Johnny Winter, il leggendario eroe del blues bianco e protagonista della scena musicale mondiale da oltre quarant’anni, sarà a Roma, Mezzago (MB) e, per l’unica data del Nordest, al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, martedì 20 maggio 2014. I 2 Cellos, voluti da Elton John nel suo ultimo tour mondiale sono un originalissimo duo di violoncellisti sloveno-croato: a marzo sono in tournee in Giappone e, come unica data italiana, hanno scelto il 30 maggio il Teatro Politeama Rossetti di Trieste. Il rock britannico dei Bastille, freschi della conquista del Brit Awards, decolla il 22 marzo da Milano e arriva allo splendido Castello di Udine il 27 luglio. A proposito di estate, un’anticipazione per quello che sarà uno dei grandi eventi rock: venerdì 18 luglio l’Hydrogen Festival, a Piazzola sul Brenta, Padova, ospiterà l’unico concerto italiano degli Scorpions, leggendaria band rock tedesca. L’evento assume un significato particolare perché il tour mondiale, che toccherà 38 paesi, sarà l’ultimo dopo oltre 40 anni sulla scena hard e heavy. La band, inoltre, è assente dall’Italia da 15 anni (salvo l’esibizione al Gods of Metal nel 2007).

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presenta DOPO ANNI DI ATTESA DALL’ULTIMA RISTAMPA

FINALMENTE È USCITA L’EDIZIONE COMPLETAMENTE RIVEDUTA E CORRETTA DEL LAVORO FONDAMENTALE DI JOHN UPLEDGER E JON VREDEVOOGD

TERAPIA CRANIO SACRALE TEORIA E METODO

UN TESTO IMPERDIBILE PER GLI OPERATORI DI TERAPIA CRANIO-SACRALE, UTILIZZATO COME MANUALE PER L’AMMISSIONE AI PRIMI LIVELLI DI STUDIO INDISPENSABILE PER QUALSIASI OPERATORE DEL BENESSERE CHE DESIDERI APPROFONDIRE I CONCETTI BASILARI DI UNA DISCIPLINA ORMAI UNIVERSALMENTE RICONOSCIUTA PER LA SUA STRAORDINARIA VALIDITà ED EFFICACIA

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