Bioguida 40 - Primavera 2013

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PRIMAVERA 2013

N. 40 Trimestrale di ricerca olistica e 2,90

ITINERARI DELLO SPIRITO


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BioGuida

ITINERARI DELLO SPIRITO n° 40 primavera 2013 Trimestrale di approfondimento e ricerca olistica. Aut. Reg. Tribunale di Trieste n° 1067 del 26/03/03

in questo numero

Testata iscritta al ROC n.16994. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1 CNS TS

Editore: BioGuida Edizioni di Pierpaolo Bon Sede: Piazza Vico 7 B, 34131 Trieste (TS) Tel. 040.3229773 - Fax 040.9890285 Info-line: 338.8852117 info@bioguida.com - ppbi@bioguida.net Sito web: www.bioguida.com Abbonamenti: 040.3229773 - 338.8852117 info@bioguida.com CCP 51506707 Pubblicità e Marketing: 338.8852117 ppbi@bioguida.net Impaginazione: Luglio Fotocomposizioni, Trieste Stampa: Mosetti Grafiche, Trieste. La riproduzione anche parziale di immagini o testi deve essere autorizzata dall’editore. La rivista viene distribuita esclusivamente in abbonamento postale o in punti selezionati e autorizzati. Nessun allegato alla rivista è da considerarsi tale se non esplicitamente autorizzato. L’editore si mette a disposizione degli autori delle cui opere non sia stato possibile risalire alla fonte. I diritti di immagini e loghi pubblicitari sono forniti dai clienti dietro loro autorizzazione e responsabilità.

Direttore responsabile: Pierpaolo Bon Direttore editoriale: Mari Valentini I nomi di questo numero: Ivana Ban, terapista dell’atteggiamento. Marco Baston, nagualista. Rodolfo Carone, ass. Gendai Reiki Italia.

Gli incontri: L’intenzione può cambiare il mondo

I luoghi: 4

Il trauma della nascita: il punto di vista del bambino

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La via interiore: La coscienza infinita

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Attenzione e consapevolezza

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Francesco Giordano, critico ed esperto musicale.

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Il cromatismo dell’iride: “action painting” dell’inconscio?

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La via degli animali:

La via delle stelle: 10

Gli animali non mentono mai

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Parole e musica:

La via della terra: Sentire la casa, il corpo dell’anima

La via della scienza:

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Elisabetta Conti, antropologa, iridologa. Manuela Gatti, consulente di salute naturale.

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La filosofia metafisica applicata alla guarigione

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Zodiaco, eros e amore

I luoghi della BioGuida

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Recensioni CD ......................................................................................

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Recensioni libri

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Roberta Giurissevich, astrologa. Caterina Locati, architetto. Leonarda Majaron, terapista craniosacrale Andrea Sergiampietri, medico veterinario, omeopata. Disegni e immagini: Cristina Bernazzani, Manuela Frisone, Gianni Maran, Moreno Tomasetig (quando non diversamente specificato)

In copertina: “Flowers” di M.V. Graphics


EDITORIALE

Dimore del divino Il dio è giorno e notte, inverno ed estate, guerra e pace, sazietà e fame, e muta come il fuoco, quando si mischia ai profumi odorosi, prendendo di volta in volta i loro aromi. Eraclito, fr B 67

T

racce del sacro permangono e accendono ogni involucro dei corpi, nell’annuncio del divino alle vicende degli uomini, di ciò che s’imprime insondabile al nostro trascorrere nel tempo e nella storia, e lo trascendono. Qualcosa d’impercettibile e misterioso ci abbraccia dall’alto quando ci annuncia al mondo: al di là delle culture e le religioni d’appartenenza, figure mitiche abitano tra gli umani, sottili guide del nostro, sempre perfettibile, cammino, finito e determinato dalle leggi del cosmo. In questa dimensione l’Oriente e l’Occidente coincidono, la volontà del possesso, propria della nostra civiltà, che con caparbietà insegue la mente come presa di potere e terreno d’azione, e la sublime rinuncia al dominio sulla natura e sulle cose dei cieli che caratterizza l’estremo Oriente: due volti e sensibilità che si specchiano e si riflettono nella dimensione degli Dei... Ciò che deve accadere e si dispiega alla nostra volontà, accadrà, significa essere tra gli esseri, divenire molteplice nell’orizzonte religioso di ognuno. Nel pensiero indiano il mondo è apparenza, come il velo di Maya, e la parola che nomina il divino, nel tentativo di svelarlo, lo nasconde, cercando di superare il silenzio; lo annulla, perde il suo senso profondo. Buddha dice: “la mia dottrina sta nel pensare il pensiero del non pensiero, nel parlare il linguaggio del non parlare, nell’esercitare la disciplina dell’indisciplina” (Sutra in quarantadue sezioni). Ma al di là del nichilismo apparente,

questo pensiero umano riguardo al sacro non è una rinuncia, è un salto. E’ quello che spesso certa New Age d’Occidente continua a dimenticare della nostra tradizione filosofica, inneggiando ad un Oriente che ci assomiglia, invece, molto più di quanto appaia ed è apparso. La dimensione dell’incommensurabile e dell’innefabile, infatti, è stata a lungo indagata, studiata e sentita come cuore pulsante della nostra civiltà, semmai poco affrontata ed approfondita, ma sotterraneamente presente e forte nel nostro pensiero intimo, dalla civiltà classica pre-platonica, come ha

indicato con vigore folle e geniale F. Nietzsche, grande estimatore del nostro profondo spirito dionisiaco, a quella giudaico cristiana, dal pensiero ebraico a quello ascetico medievale, come nelle riflessioni di Agostino, fino ai giorni nostri, attraverso voci teoretiche troppo spesso inascoltate da orecchie pigre del “vicino” ed osannanti di un comodo “altrove” esotico. Per esempio, il filosofo tedesco Martin Heidegger in “Che cos’è la metafisica?” aveva individuato come una ginnastica quantistica dell’essere proprio la presenza di ogni ente che, nell’esistenza, diviene senza esaurirsi in questa presenza, o Karl Jaspers, nel Libro “Filosofia”, coglieva nella “determinatezza ontologica che sfugge a ogni comprensione, perchè tutto com-

prende”. Se dunque la parola Nirvana, si compone del suffisso “nis”(da, fuori, via) , “va” (soffio) e “na”, dunque significa “ciò che è via, fuori dal dharma”, ossia “ciò che spegne ogni dharma con il soffio”, per Heidegger “l’essere è il nulla dell’ente” e per accedervi è necessario che la coscienza si dissolva e si stacchi dai pensieri finiti, con un gesto di noluntas (non - volontà). L’indisciplina del Buddha coincide con quella dei nostri pensatori più illustri dell’occidente: l’essere è, il non essere non è. La differenza tra l’umano e il divino è quella indicata dal pensiero greco: tra i molti che si fermano all’apparenza (doxa) e coloro in grado di cogliere e che sanno prendere cura della verità (alétheia, svelamento). Se i più colgono gli enti dell’isolamento del loro apparire, gli altri sanno svolgere il volto apparente dell’apparire, manifestazione che sa scorgere nel dharma il soffio della sublime e leggera impermanenza. Il grande rifiuto compiuto dall’Occidente nell’età della tecnica invece è quello della storia, un distacco che permea il mondo, riconoscendo nell’eterno l’irrilevanza del mondo. E’ dalla delusione della storia che nasce un nuovo sentiero di salvezza, una via che si fa promessa salvifica, non smette di progettare l’amore e trovare in sè nuove costellazioni d’armonia, risonanza di serenità cosmica. Ed è qui dunque che il Dalai Lama riconosce uno straordinario punto di congiunzione tra Cristianesimo e Buddhismo, scongiurando chi traghetta da una religione all’altra, perchè ognuno ha la propria fede e la detiene con grazia indistinta, che s’apre ad un nuovo scenario di sipari aperti al futuro. Mari Valentini marivalentini@libero.it


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GLI INCONTRI

L’intenzione può cambiare il mondo Group Intention

M

asaru Emoto, Lynne McTaggart, Howard Martin, Roger Nelson, Bob Randall, MakaHala Yates, ognuno di questi, con i rispettivi studi ed esperimenti, si impegna ogni giorno a migliorare il mondo in cui viviamo, soprattutto grazie al potere delle intenzioni focalizzate da gruppi sempre più grandi di persone. E, proprio parlando con loro nelle pause concesse dai tempi del convegno, ci siamo resi conto di un tema comune a tutti: la difficoltà di unire coloro che sono impegnati nella stessa missione, che fino ad oggi operano come “cellule solitarie”. Per questo abbiamo presentato a questo illustre e folto gruppo di ricercatori spirituali un progetto tutto italiano, basato su studi e scoperte del loro stesso lavoro, che ha riscosso immediatamente la loro approvazione e gli applausi dei presenti. Il progetto si basa sui lavori che hanno dimostrato quanto un’intenzione coordinata di grandi gruppi di persone cambi l’ambiente circostante, fino a diminuire sensibilmente crimini, furti, incidenti e tanto altro. Lynne McTaggart nel suo nuovo libro “La Scienza dell’Intenzione” sviluppa approfonditamente questo argomento. Il progetto è molto semplice: “Creare una massa critica di persone che, periodicamente (una volta al mese), si riuniscono nelle proprie sedi dal vivo, o davanti al PC in streaming online, per condividere ed inviarci pensieri ed intenzioni di amore e gratitudine, al mondo e a chi ne ha bisogno in un determinato momento, attraverso una meditazione guidata”. Per realizzarlo è stato creato il sito web www.groupintention.com in cui vengono pubblicati i vari eventi dei mesi successivi ed i luoghi dove si potrà partecipare dal vivo, oltre che la pagina da cui seguire la serata via streaming.

Il progetto è stato inagurato il 28 febbraio 2013 con un primo incontro a Brescia e in streaming, a cui hanno partecipato circa 150 persone e i risultati ottenuti sono stati interessanti (la serata è stata monitorata con una speciale apparecchiatura, la GDV CAMERA, in grado di misurare l’energia dell’ambiente (si veda: www.groupintention. com/prima-meditazione-collettiva). Ma, nell’ultima edizione del Cerchio della Vita, quando è stato presentato ufficialmente il progetto, una cosa più di tutte ha colpito i presenti: lo spirito su cui il progetto pone le sue basi, che si può riassumere nella frase “No Name, No Logo, No Money. One Intention Only”. Nessun nome, nessun marchio, nessuno sfruttamento commerciale, nessuna competizione: solamente tutti uniti per migliorare questo mondo, che ha sempre più bisogno di noi. Visitando il sito GroupIntention alla pagina “chi siamo” si legge: “Non bisogna avere un nome per desiderare un mondo migliore, non è necessario prendersi i meriti di aver creato un gruppo o un sito o qualunque organizzazione che porti avanti un progetto di crescita della consapevolezza globale, non c’è bisogno di elevarsi ad ‘illuminati’ o ‘guru’ per poter risvegliare gli animi ‘anestetizzati’ dal sistema contemporaneo…” Non servono nomi, ma solo azioni e congruenza! E’ facile dire o nascondersi dietro la frase “siamo tutti uno” e poi scrivere questo sito è “mio”, o è stato creato dalla geniale idea di quel tale... Purtroppo uno dei grandi limiti della mente umana è la presenza del proprio ego che ci fa apparire e percepire distaccati dal tutto, quando in realtà siamo noi stessi il “tutto”. Ecco perché nella pagina iniziale, dedicata al “chi

siamo”, non ha senso scrivere nomi e cognomi: questo progetto, questo sogno, risuona sin dall’inizio dei tempi nei cuori di ognuno di noi, alcuni ne sono già consapevoli, altri lo diventeranno, prima o poi. Il sito web è di tutti noi, tutti coloro che vogliono unirsi ed essere in contatto per poter creare assieme un nuovo livello di consapevolezza globale ed aiutare, con pensieri e azioni collettive, la nostra Terra e tutti i suoi abitanti in modo indistinto e compassionevole. Realizzeremo assieme incontri dal vivo e on-line, meditazioni collettive, invio di intenzioni di gruppo, piccole azioni quotidiane che, fatte all’unisono, possono davvero cambiare l’ordine delle cose; faremo esperimenti scientifici per soddisfare anche i più scettici, effettueremo ricerche e pubblicheremo articoli e risultati, diffonderemo tutto gratuitamente con il fine ultimo di evolvere noi stessi ed il mondo attorno a noi. Dalle parole all’azione Tutti i leader mondiali presenti a Modena al Cerchio della Vita 2013 hanno supportato il progetto: hanno


rilasciato interviste e commenti che presto saranno pubblicati on-line, ma ora tocca a noi, italiani, passare all’azione e far si che questo grande sogno possa diventare una realtà! Ecco come fare: Se si vuol far parte del gruppo e seguire le serate di meditazione ed invio di intenzione collettiva, il 4° giovedì di ogni mese, dalle ore 21.00, ci si può

recare in uno dei GroupIntention Live Point presenti in Italia oppure seguire la serata da casa in diretta streaming dal tuo computer. Se invece si sa guidare una meditazione e si ha un luogo dove poter raggruppare persone, si potrà tenere la serata e guidare la l’invio dell’intenzione collettiva con il proprio stile e modo, ma con un intento uguale per tutti. Si diventerà così un “GroupIntention Live Point” e le persone che saranno nelle

vicinanze potranno recarsi presso quella sede. Inoltre, se si è attrezzati per lo streaming video, la serata sarà trasmessa in diretta sul sito insieme a tutti gli altri che vorranno dare questo servizio, così che i partecipanti possano scegliere liberamente chi seguire e da chi farsi guidare. Il tutto, sempre, senza scopo di lucro e senza spirito competitivo. Per maggiori informazioni visita il sito: www.groupintention.com o invia una mail a info@groupintention.com


LA VIA INTERIORE

La coscienza infinita di Manuela Gatti www.corposophia.it

L’

universo materiale, con tutto ciò che lo compone, non è altro che un’illusione… Lo sa la scienza, lo ha chiarito la fisica quantistica, la nostra stessa mente può afferrare questo concetto: ogni oggetto non è altro che un fascio di vibrazioni che vengono percepite dai nostri sensi e poi elaborate secondo modelli prestabiliti come qualità dalla nostra mente e noi, infine, concludiamo che essi hanno determinate caratteristiche, forma, colore. Questa scoperta, già dal XVIII secolo, dovrebbe sconvolgerci e cambiare il senso che noi diamo all’esistenza, in quanto ci pone dinnanzi all’irrealtà di quello che ci appare reale, all’inconsistenza di quello che percepiamo come solido e ci costringe alla rivalutazione di ciò che definiamo invece inconsistente. Per timore di perdere la ragione ci facciamo scudo con l’apparente solidità del nostro corpo e degli oggetti che ci circondano, con i quali interagiamo costantemente: preferiamo vivere talvolta nell’illusione, argomentando che, se la nostra testa è dura, la roccia contro la quale va a sbattere lo è ben di più… Ma se ci soffermiamo sul concetto per cui ogni oggetto tangibile non sia altro che un fascio di vibrazioni, che non sia altro che un fascio di luce, non possiamo di conseguenza esimerci dal domandarci cosa ne sarebbe di quell’oggetto se la sorgente della sua sostanza smettesse di emetterle: l’oggetto smetterebbe di esistere? La struttura della materia è una sensazione che sperimentiamo quando le particelle in movimento vengono a contatto, per esempio, con quelle in movimento della nostra mano: questa percezione è così strutturata e decodificata dai nostri sensi che la nostra mente - che, seppure a livello teorico è in grado di comprenderne la portata - a livello pratico rifiuta o rimane incredula rispetto alle reali possibilità che la comprensione di questo concetto comporta. La nostra mente ha paura di uscire dal

suo ambito di sicurezza anche quando vede la propria recinzione sgretolarsi: meglio il timore dell’esistenza e l’alternarsi di piccoli dolori e gioie che non affrontare l’ignoto. Meglio rincorrere i giorni uno dopo l’altro e guardare costantemente con rimpianto al passato, sperando in un futuro migliore che pensare che il tempo non esista. Meglio girovagare come burattini, avanti e indietro piuttosto che pensare quanto lo spazio sia pura illusione e, di conseguenza, noi non siamo qui dove crediamo di essere (e, se non lo siamo, in questo spazio che non esiste e in questo momento che non esiste, su questa sedia che non esiste, allora chi e cosa siamo, ma poi… siamo?). La mente ha il terrore di tutto ciò che non la fa sentire al sicuro, di tutto ciò che non conosce, anche se ciò che sa, alla fin fine è la sua stessa paura: ma è un timore noto, con il quale l’uomo è stato nutrito e forgiato, quella matrice entro la quale sembra costretto, forse frutto di un DNA che ha visto operare la mano di una creatura, piuttosto che quella di un Creatore… Quando la mente non può affrontare simili pensieri, che pure la pervadono, allora cerca di proteggersi allontanandosene, si appella alla razionalità, la butta sul ridere, finge disinteresse, qualsiasi cosa pur di non affrontare il pensiero della propria inesistenza, perlomeno nei termini nei quali essa la decodifica. I pensieri di paura appartengono alla personalità, ma quelli che si aprono un varco nella personalità e comprendono una visione dell’esistenza che va oltre ciò che chiamiamo realtà solida appartengono all’essere spirituale. “Realizzare anche solo parzialmente questa Verità può portare cambiamenti desiderabili nella nostra vita. Di norma ognuno di noi crea passivamente la propria visione del mondo interagendo con le vibrazioni che percepisce, ma immaginandolo in modo diverso siamo in grado di generare attivamente nuove vibrazioni in grado di cambiarlo, se non ci facciamo condizionare da credenze che dicono che non si può. Tuttavia se uno volesse risolvere l’illusione dell’esistenza del-

l’Universo, dovrebbe prima risolvere l’illusione che lo riguarda direttamente. E questa è l’illusione dell’Umanità. Siamo esseri spirituali, illimitati, eterni, onnipotenti. Tuttavia siamo convinti di vivere sul pianeta Terra come membri limitati dalle qualità di una specie, la specie umana. È come la fiaba del brutto anatroccolo di Andersen, crediamo di essere qualcosa di infinitamente piccolo rispetto a ciò che siamo veramente. Credere di essere umani è forse l’illusione che maggiormente ci impedisce di essere ciò che siamo veramente perché ce l’abbiamo incollata addosso. Il potere di questa illusione è talmente grande da farci ritornare vita dopo vita sul palcoscenico della Terra a replicare la stessa commedia”. L. Gianazza E cosa facciamo noi sul palcoscenico della Terra? Gli atti e i gesti del nostro vivere quotidiano sono consapevoli o ricalcano semplicemente i giochi che facevamo da bambini e nei quali ci immedesimavamo? Giochiamo ancora a marito e moglie, all’ammalato, all’andare in guerra? Giochiamo ai giochi che vedevamo fare dagli adulti di allora e continuiamo a ricalcarli? Giochiamo


alla crocerossina, al benefattore dell’umanità, al condottiero che salva il mondo? Giochiamo a nasconderci? Quanti di noi stanno giocando consapevolmente e quanti sono completamente identificati nel gioco della vita? E cosa vuol dire “giocare consapevolmente”? Può l’esistenza essere consapevolmente vissuta (all’interno di una realtà illusoria fatta di ricchezza e povertà, dolore e gioia, generosità e avidità), avendo un’identità illusoria appiccicata addosso? E quali sono le regole del gioco consapevole? Cosa possiamo fare di realmente utile per noi stessi una volta che abbiamo realizzato di non essere quello che pensavamo di essere e che la realtà fisica che percepiamo non è che una infinitesima parte di un universo non fisico? Bene, innanzitutto dobbiamo renderci conto che il mondo è governato dalla paura: la paura dell’ignoto, della morte, del giudizio, della malattia, della povertà, la paura della paura… quando siamo preda di essa siamo preda di un’emo-

mentali, emozionali e vibrazionali che ci impediscono di “ascoltare” e sentire i livelli espansi della nostra consapevolezza. “Queste barriere si concentrano tutte nella “Mente”che crea un circuito chiuso, un “loop” che ci intrappola nella percezione sensoriale e ci isola dalla Coscienza – un blocco di argilla che permette ai manipolatori di fare ciò che vogliono programmando la copia-madre nell’Universo metafisico” D.Icke

zione che risuona sulla gamma di frequenza del livello inferiore della quarta dimensione e quindi siamo molto più facilmente influenzabili dalle forze che appartengono a quella dimensione più bassa. Quello che possiamo fare è scegliere di vivere senza timori, di studiare per acquisire le conoscenze che ci permettono di realizzare la nostra propria e vera natura eliminando le barriere

Se non prendiamo in considerazione che la realtà fisica che crediamo di sperimentare nel nostro breve soggiorno in questa minuscola realtà che noi chiamiamo pianeta Terra può essere vissuta spostando il nostro punto di osservazione, continueremo a percepirci solo come un piccolo “io” nella realtà dei cinque sensi, separato da tutto il resto. Se invece spostiamo la nostra attenzione da quel punto di osservazione, da “io sono” a “io sono il Tutto che sta facendo esperienza con il mio io”, allora tutto


LA VIA INTERIORE

cambia. Se smettiamo di identificarci nel corpo, che altro non è che il veicolo che ci permette di sperimentare questa minuscola gamma di frequenze che noi chiamiamo “il mondo”, allora ci connettiamo con ciò che siamo veramente, Coscienza infinita. Amare il nostro corpo senza identificarci con esso, nutrirlo con il cibo che la Natura ha previsto per la nostra specie, mantenerlo in salute senza intossicarlo con i farmaci e con il cibo-spazzatura, avere pensieri consapevoli, compiere solo azioni indirizzate alla propria e altrui consapevolezza, questa è la scelta. Diventare sempre più consapevoli delle leggi che governano l’esperienza fisica ci permette di gestire e regolare il nostro involucro corporeo e di non sottostare alle imposizioni di multinazionali che producono veleni, cibi nocivi, farmaci tossici, ecc. e che tentano in tutti i modi di costringerci a sottostare ai loro dettami attraverso i media e facendosi scudo con leggi apposite. Se siamo esseri spirituali che stanno facendo un’esperienza fisica, dobbiamo imparare a conoscere le regole che governano il corpo, che poi sono quelle

della Natura. Ma la storia che ci è stata tramandata dalla cultura corrente attraverso alcuni testi scolastici e organi di comunicazione convenzionali comincia pian piano a sgretolarsi: attraverso il web si è imposto un modello di comunicazione che permette condividere informazioni da ogni parte del pianeta semplicemente cliccando su una tastiera. Sta succedendo che ci stiamo svegliando. Ancora non appare chiara la portata di tale fenomeno, ma sta accadendo. La cosiddetta “scienza ufficiale” tenta disperatamente di far passare nel silenzio le scoperte e gli studi realizzati proprio ad opera di chi di questa scienza ufficiale fa parte, ma questo silenzio la sta facendo implodere. A tutt’oggi la maggior parte dei medici ignora che nel testo “The China Study” sono stati pubblicati gli studi epidemiologici più importanti degli ultimi trent’anni e che questi studi hanno definitivamente relegato i farmaci a sostanze dannose per la salute, mentre hanno riconosciuto che il cibo a base di vegetali freschi e cereali integrali sono l’unico strumento che permette all’uomo di vivere in salute e di prevenire e curare le malattie. Silenzio e confusione sono le ultime armi in mano a questa forma di potere.

Far passare nel silenzio le scoperte più importanti senza farvi mai riferimento, in modo tale che la gente comune non possa intuirne immediatamente la portata: già, chi potrebbe credere che la scienza abbia già scoperto le cause della malattia, ma non le divulga? Eppure la causa primaria del cancro è stata ufficialmente scoperta decenni fa da uno scienziato premio Nobel per la medicina nel 1931, Otto Heinrich Warburg e gli studi epidemiologici pubblicati dal dr. Colin Campbell sul “China Study” confermano esattamente la scoperta di quello studioso… E tutti quei ricercatori che sperimentano su cani, topi e altre innocenti creature, i farmaci per la cura del cancro? Ma si può credere che si possa speculare così sulla salute delle persone, sulla salute dei bambini? E cosa dire di tutte quelle scoperte che avrebbero salvato l’umanità? I vaccini, gli antibiotici, il cortisone, i chemioterapici… eppure il più grande studio epidemiologico pubblicato in questi anni sancisce che la seconda causa di morte nei paesi industrializzati è rappresentata dai farmaci e dagli interventi chirurgici. In compenso, la prima causa di morte è rappresentata dall’alimentazione contenente proteine animali e prodotti raffinati. E, quando non basta la medicina ufficiale a far confusione, ci si mettono gli stessi “operatori olistici”, almeno quelli che perseguono l’idea che si debba curare qualcosa somministrando qualcos’altro, preferendo intervenire per tacitare i sintomi che il corpo, questo involucro con il quale ci identifichiamo, sta disperatamente emettendo per segnalare il profondo disagio causato dalla nostra ignoranza delle leggi di Natura. Conoscere il corpo, studiare i princìpi che governano i processi della vita sul nostro Pianeta e renderne partecipi i nostri simili, gestire la nostra salute e liberarci dalle catene fisiche e mentali che ci costringono, diventare consapevoli dell’illusorietà della nostra esistenza fisica e comprendere che l’unica cosa che non è illusione è la “sostanza” spirituale invisibile che lo anima, ci permette di realizzare l’illuminazione. Tutto ciò che esiste nell’universo materiale, che si tratti di una cosa animata o inanimata, è pura illusione..



LA VIA DELLE STELLE

Zodiaco, eros e amore di Roberta Gurissevich (astrologa)

S

e il segno zodiacale e i pianeti che transitano nel cielo al momento della nascita sono in grado di determinare a un livello molto profondo la personalità e il destino individuale, possono influire anche sul nostro modo di amare, di sedurre, di essere nel rapporto con l’altro e di avvicinarci al piacere? Premesso che in astrologia non esiste il “segno puro”, ma che, in base alla sintesi delle energie che compongono il tema di nascita, ciascun oroscopo è contraddistinto dall’integrazione di un vasto numero di elementi in sinergia tra loro, ecco qui di seguito un excursus del comportamento amoroso segno per segno. L’ARIETE, primo segno di fuoco, governato da Marte, è fondamentalmente impulsivo, in amore predilige la conquista ed è generalmente compiaciuto dalle novità; il nativo del primo segno è un amante ardente e istintivo, il suo approccio è determinato da un atteggiamento focoso, che lo spinge ad esprimere in modo impetuoso la sua passionalità; con un Ariete “puro” non ci si possono attendere lunghi preamboli e interminabili preliminari o una particolare premura verso i desideri del partner, l’Ariete va diritto al sodo e anche con una certa impazienza; dopodiché, in accordo con la sua componente eroica, un po’infantile, vi abbandonerà per cimentarsi in una nuova impresa nella quale convogliare la sua dirompente carica energetica. Non sarà il più sensibile e delicato degli amanti ma nel momento del coinvolgimento di certo non si risparmia, anzi anche nel contesto erotico sa esprimere al massimo la sua proverbiale generosità. Il TORO, segno di Terra, governato da Venere è al primo posto nella classifica del segno più sensuale dello zodiaco. I segni di Terra in generale, e il primo di essi in modo particolare, sono fortemente connessi con la componente sensoriale, oltre che con i ritmi della natura, 10

il che li induce ad esprimere la fisicità in modo primitivo, intenso e dirompente. Il Toro è sintonizzato sul canale della seduzione e sa corrispondere ai desideri del partner attraverso tutti e cinque i sensi, con particolare riguardo a quello del gusto; soprattutto nel caso di un soggetto maschile il secondo segno si contraddistingue per prestanza e forza fisica. Il partner del Toro è generalmente fedele e costante, ma può eccedere in quanto a gelosia e possessività. Il GEMELLI, primo segno d’aria, governato da Mercurio, sperimenta il piacere attraverso la mente, è un amante “sempreverde”, curioso, spregiudicato, originale e fantasioso, la sua seduttività si esprime attraverso la sfera intellettuale vivacizzandola con una ricca profusione verbale. La fedeltà non è di certo la sua principale prerogativa, in quanto il soggetto mercuriale predilige la varietà alla profondità dell’esperienza. Il tenore del coinvolgimento può risentire dell’insicurezza fondamentale del terzo segno, che spesso ricerca la stabilità di cui è carente nel partner. E’ un amante interessante, spontaneo, allegro, nonché tendenzialmente eclettico. Il CANCRO, primo segno “acquatico”, governato dalla Luna, sperimenta il pia-

cere attraverso il canale emotivo; è un amante sensibile, intuitivo e premuroso; inizialmente timido e riservato, si lascia andare quando comincia a nutrire fiducia nel suo compagno o nella sua compagna, è molto affettuoso, generoso e attento a compiacere il partner, a cui richiede amore e protezione e nei confronti del quale tende a sviluppare un attaccamento profondo. La sua principale fonte di piacere risiede nel creare insieme a chi ama una speciale condizione di intimità. Il Cancro ha bisogno di essere rassicurato e tende a sviluppare una certa dipendenza da chi ama; come il soggetto maschile del quarto segno ricerca una forma di nutrimento materno nella compagna, così la donna del Cancro tende spesso ad accudire. La possessività e l’insicurezza di questo segno sono ben controbilanciate dall’amorevole sensibilità della sua natura. Il LEONE, governato dal Sole, che detiene il primato dell’egocentrismo, trae piacere dall’essere amato, stimato e considerato. In amore esprime qualità analoghe agli altri segni di Fuoco: è attraente, sensuale, focoso, appassionato, gioioso, creativo e volitivo. La relazione rappresenta per il nativo del quinto segno un’occasione di conferma della propria immagine personale, dunque la sua attenzione non sarà sempre



LA VIA DELLE STELLE

diretta in maniera univoca verso lo stesso soggetto. L’alto concetto che ha di sé conferisce al Leone la convinzione, non del tutto infondata, di essere irresistibile (infatti ignorarlo è la strategia vincente per conquistarlo), accompagnata non di rado dall’idea di poter dominare il partner. Attratto dalle personalità originali e frizzanti, il Leone adora la conquista e, una volta catturata la sua preda, necessita di sentirsi libero all’interno della coppia. La VERGINE, segno di Terra, governato da Mercurio, ha la reputazione di essere poco incline alle gioie del talamo, in quanto associato alla pulizia, alla sobrietà, al pudore, alla compostezza, al perfezionismo e alla moralità. Chi è nato nel sesto segno è molto sensibile e attento all’altra persona, nei confronti della quale tende a essere servizievole e premuroso. Data la sua natura legata ai dati concreti della realtà, il nativo della Vergine è attratto da chi - come l’oppo-

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sto segno dei Pesci - vive in un mondo artificiale, irreale o fugge dal reale, interpretando sovente nei confronti di quest’ultimo il ruolo del “salvatore”. La BILANCIA è segno d’Aria, associato sia alla bellezza, che all’unione e al matrimonio; data la sua tendenza a riflettersi nell’altro, il nativo del settimo segno attribuisce notevole importanza al partner e alla coppia. Il bilancino, governato da Venere, è sensibile, gentile, romantico e dotato di notevole senso estetico, è inoltre appassionato, sensuale e particolarmente attento ai desideri dell’altro. La Bilancia ricerca un partner forte in cui rispecchiarsi e attraverso le cui qualità energetiche e vitali bilanciare la sua natura fondamentalmente fragile e insicura e trovare un suo senso di identità, alle volte un po’ carente.

ne dell’amante più appassionato dello zodiaco. Il nativo dell’ottavo segno è infatti caratterizzato da un natura spiccatamente penetrante, sensuale e seduttiva: per lo Scorpione il sesso funge sovente da tramite per trovare conferma del proprio io. Generalmente egocentrico, lo Scorpione sfodera nei confronti del partner il suo potente magnetismo che nasconde un bisogno più o meno conscio di dominare l’altro. Possessività, gelosia e comportamenti ossessivi sono tra gli atteggiamenti negativi nei quali può incorrere il nativo di questo segno, che, se da un lato è un amante impareggiabile, dall’altro risulta essere molto tormentato, a causa della sua necessità di passare attraverso fasi di morte e rinascita per ritrovarsi e sentirsi vivo: un’esigenza che lo induce a mettere di continuo alla prova se stesso e il partner.

Lo SCORPIONE, segno d’Acqua, governato da Plutone, gode della reputazio-

Il SAGITTARIO, ultimo segno di Fuoco, incarna buona parte delle caratteristiche


che erano proprie di Giove, il mitologico re degli dei corrispondente al suo pianeta governatore: il nativo del nono segno trae piacere dall’avventura. Qualsiasi forma di espressione, per essere assaporata dal Sagittario, deve potersi manifestare nella più assoluta libertà, motivo per cui il nativo di questo segno è fondamentalmente refrattario ai legami. E’ un amante non sempre fedele, né eccessivamente solerte nel soddisfare i bisogni del partner, che peraltro tende a idealizzare, ma sa essere romantico, appassionato, entusiasta, istintivo, sincero, spontaneo e generoso; anch’egli, al pari degli altri segni di Fuoco apprezza la conquista e specialmente il carattere avventuroso delle situazioni; essendo amante della natura, l’ambiente naturale, meglio se esotico, rappresenta il contesto ideale per stimolare il suo coinvolgimento a livello amoroso. Il CAPRICORNO, segno di Terra, governato da Saturno, trae piacere nell’esercitare controllo e nell’affermare una struttura. Apparentemente sobrio, freddo e controllato, il nativo del decimo

segno, nel quale ha sede l’esaltazione di Marte, risulta invece un amante sensuale e passionale al punto che, secondo alcuni, riesce a tenere testa per qualità amatorie al segno dello Scorpione, con il quale condivide la tendenza a non far trapelare sentimenti ed emozioni. Il Capricorno sa essere un compagno solido, fedele e affidabile, che ricerca nel partner la sensibilità, l’affetto e l’emotività che egli stesso fatica ad esprimere. E’ sensibile alle esigenze del partner nella misura in cui la sessualità funge per lui da garanzia alla conservazione del legame amoroso. L’ACQUARIO, ultimo segno d’Aria, governato da Urano, trae piacere dalla sperimentazione e dall’entrare in contatto con situazioni nuove. Il nativo dell’undicesimo segno, che vive la sessualità soprattutto sul piano mentale, è un amante allegro, curioso, originale, imprevedibile e tendenzialmente trasgressivo, in quanto particolarmente incline a provare nuove emozioni, anche fuori dagli schemi dell’amore tradizionale. L’Acquario prova attrazione per chi è in grado di esprimere una

personalità forte poiché lo aiuta a bilanciare la sua identità non pienamente strutturata. I PESCI detengono il primato dei soggetti più romantici e sensibili di tutto lo zodiaco, si potrebbe affermare che il nativo dei Pesci sia “innamorato dell’amore”: il “mare” dei sentimenti infatti è l’elemento nel quale “sguazza” con maggior naturalezza. Governato da Nettuno, il nativo del dodicesimo segno non concepisce l’esistenza di confini all’espressione in generale, né tantomeno a quella amorosa. Essendo il più altruista tra i segni, talvolta il nativo dei Pesci è talmente concentrato nel compiacere l’altro da rischiare di perdere se stesso, fino a porsi in uno stato di tale subalternità da interpretare il ruolo della vittima. Il Pesci è un amante intrigante, affascinante, attento, premuroso, affettuoso, pieno di fantasia, molto sognatore e non sempre fedele. Ha bisogno di un partner solido e ben ancorato alla realtà, capace di controbilanciare la sua natura sognante e di dare un senso di ordine alle fantasiose fluttuazioni del suo caleidoscopico mondo interiore.

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LA VIA DELLA TERRA

Sentire la casa, il corpo dell’anima di Caterina Locati (architetto) www.tbuilding.org

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hi di noi non desidera trovare un edificio in grado di capire istantaneamente i nostri bisogni e facilitare il raggiungimento di un perfetto equilibrio psicosifico? Proviamo ad immaginare di essere per strada e vedere un bellissimo edificio che richiama la nostra attenzione. Esso possiede una qualche attrattiva particolare che ci spinge ad avvicinarci. Sentiamo che questo edificio ci chiama, dicendoci: “Sono qui! Ho voglia di prendermi cura di te!” Spinti da una benefica curiosità, varchiamo la soglia e sentiamo di trovarci all’interno di uno spazio che ci fa sentire immediatamente a nostro agio, rilassati, tranquilli, sereni. La nostra mente si libera di ogni pensiero “pesante”, il

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corpo si alleggerisce di tutte le tensioni che lo affaticano… Come è possibile trovare questo fantastico edificio? Per farlo, può essere utile condividere un’idea. Essa consiste nel diventare consapevoli che tutti noi abbiamo la fortuna di vivere contemporaneamente non in una, ma in tre (o addirittura 4 o più) “case”.

Ebbene sì. Proviamo a pensare: in quante case la nostra anima risiede? Innanzitutto risiede nel nostro corpo, poi risiede nella nostra abitazione (o luogo di lavoro), infine risiede sulla Terra, e, se vogliamo spingerci oltre, anche nell’Universo. Il nostro corpo possiede una frequenza energetica, come la nostra casa e la Terra. Se trovassimo un modo per allineare la frequenza di tutte le nostre case, avremo raggiunto un livello di consapevolezza tale da non vedere più la separazione, ma solo l’unità, il tutto in ogni luogo. Questo è un percorso entusiasmante ma anche lungo. Tuttavia possiamo cominciare con qualche piccola accortezza a dare più attenzione ai luoghi in cui viviamo, cercando di entrare sempre più in sintonia con essi. Cominciamo a considerare le nostre case come luoghi


“vivi” che vibrano e che ci stanno permettendo di svolgere infinite funzioni. Il nostro corpo: ci permette di camminare, muoverci, ridere, osservare… La nostra casa: ci consente di condividere momenti di serenità, di convivialità, di gioco. Ci permette di riposare, leggere, cucinare… La Terra: quante infinite cose ci permette di fare la Terra? Esplorare, conoscere, creare… vivere! La nostra vita, senza un luogo in cui poter svolgersi, cosa sarebbe? Soffermiamoci qualche secondo ora sul nostro rapporto con i luoghi in cui viviamo. Quanto li rispettiamo? Quanto siamo in totale sintonia con essi? Ogni tanto è bello consigliare agli amici di dare un nome alla loro casa: ciò è vitale per dare avvio ad un nuovo rapporto con essa. La mia ad esempio “Case che ride” ed il nome è stato scelto da mio figlio, che ama dare i nomi alle case: “Casa delle caramelle”, “Casa delle Nuvole”. Dopo aver trovato un bel nome per la nostra casa, potremmo anche cominciare a salutarla quando usciamo la mattina e rientriamo la sera. Col tempo la nostra casa ci sembrerà sempre più viva, animata, ed il nostro rapporto con essa cambierà radicalmente. Ricevendo sempre più attenzione, non si sentirà più considerata solo un involucro che ci separa dall’ambiente esterno ma si sentirà sempre più parte di noi e della nostra vita. Potremmo anche soffermarci qualche minuto in una stanza e provare a “sentire”, rilassandoci e tenendo gli occhi chiusi, come è il nostro rapporto con quella stanza: … e se scoprissimo che la nostra camera da letto ci regala un’energia troppo elevata per permetterci di dormire serenamente? Se siamo un pò impacciati nel “sentire”, possiamo ricorrere al seguente stratagemma, un semplice test che ci permette di verificare quanto siamo in sintonia con la nostra casa e con le sue diverse stanze (parti) e loro funzioni.

pronunciamo le parole ”Ogni parte di me è in totale equilibrio con ogni parte di questa stanza e con la funzione ad essa assegnata”… Lasciamoci dunque andare, evitando qualsiasi tipo di tensione ai polpacci e alle gambe. Dopo alcuni secondi sentiremo il nostro corpo cadere in avanti o all’indietro. Se ci sentiremo cadere in avanti, significa che il nostro corpo “sta abbracciando” ciò che abbiamo appena detto dimostrando che siamo in totale armonia con la stanza. Se ci sentiremo cadere all’indietro, significa che il nostro corpo ci sta facendo capire che probabilmente c’è qualche elemento che crea mancanza di sintonia con quella stanza. Se non siamo sicuri di avere ricevuto una risposta chiara, possiamo prendere le seguenti misure: - ripetiamo il test il giorno seguente - beviamo un bicchiere di acqua.

Posizioniamoci al centro della stanza. In piedi. Appoggiamoci bene sui piedi tenendoli spaziati più o meno quanto le spalle. Meglio fare l’esame a piedi nudi o con scarpe senza tacco. Con il mento parallelo al pavimento, guardiamo verso il basso. Concentriamoci in noi stessi, facciamo una profonda inspirazione e

Questo “gioco” può essere fatto in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento, e potrà renderci consapevoli di quanto sia importante la sintonizzazione della nostra frequenza energetica con quella dei luoghi in cui viviamo. L’edificio che abbiamo immaginato insieme, all’inizio di questa lettura, è la nostra casa,

vista con occhi differenti da quelli con cui probabilmente molti di noi l’hanno vista finora: un luogo in cui ogni parte di noi è in totale armonia con essa, un luogo magico. Nella sezione “La Casa” da “Il Profeta” di Gibran Khalil Gibran, si legge: “Allora un muratore si fece avanti e domandò: parlaci della Casa. Egli rispose, dicendo: Prima di costruire dentro le mura cittadine, immaginate una dimora nel deserto. Poiché come voi rincasate al crepuscolo, così fa il vagabondo che è in voi, sempre lontano e solitario. La casa è il vostro corpo più grande. Vive nel sole e si addormenta nella quiete della notte; e non è senza sogni. La vostra casa non sogna? E sognando non lascia la città per un boschetto o per la cima d’un colle? Vorrei raccogliere in mano tutte le vostre case e spargerle sui prati e le foreste come un seminatore. Vorrei che le strade fossero valli, e i vostri viali verdi sentieri, perché possiate cercarvi l’un l’altro tra le vigne, e incontrarvi con gli abiti odorosi della fragranza della terra”. 15


I Luoghi della BioGuida Percorsi ed itinerari per viaggiatori dello spirito

Associazioni, scuole, istituti, centri, terapeuti, seminari, corsi, conferenze ed altre proposte Per informazioni su come venire inseriti nella rubrica: info@bioguida.com - 040.302110 - 338.8852117

PIEMONTE TORINO Centro Buddha della Medicina Via Cenischia 13, Torino. Tel. 011.3241650, 011.355523. Centro Milarepa Largo Beato Umberto 8, Avigliana (TO). centro.milarepa@tiscali.it CENTRO STUDI CLOROPHYLLA Associazione Tecniche Naturali Via Settimo 1, San Mauro Torinese (TO) Tel. 338.5979532 www.centrostudiclorophylla.org csc.clorophylla@virgilio.it Centro Studi Maitri Buddha Via A. Guglielminetti 9, Torino. Tel. 011.359649. IL CERCHIO VUOTO associazione religiosa per la pratica e lo studio del Buddhismo Zen Soto (responsabile spirituale rev. Dai Do Massimo Strumia) Via Massena 17, Torino. Tel. 333.5218111. www.ilcerchiovuoto.it dojo@ilcerchiovuoto.it

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DOJO ZEN MOKUSHO Via Principe Amedeo 37, Torino (TO). Tel. 011.883794. Scuola di Yoga Kalpa Vriksha Satyananda Str. Campetto 43, Piossasco (TO) Tel/Fax: 011.9042534, yogasatyananda@virgilio.it

ALESSANDRIA

SONDRIO CENTRO STUDI TIBETANI - SANGYE CIOELING Associazione culturale per la pace, l’armonia e lo sviluppo interiore, per la pratica del Buddismo Mahayana Vajrayana Via Vanoni 78/B, Sondrio. Tel 0342.513198, sangye@libero.it

LIGURIA

Buddhadharma Center Via Galimberti 58, Alessandria. Tel./ Fax 0131.226322, penpa.tsering@tin.it

LA SPEZIA

NOVARA

ON ZON SU SCHOOL Via Gaggiano 24, Arcola (SP). Tel. 0187.955456, 347.5826327, riflessologia@onzonsu.com www.riflessologiaplantare.org

AURA - Associazione per la ricerca e lo studio delle filosofie orientali. Centro studi terapie naturali, Scuola di massaggio Via Maggiate 45, Borgomanero (NO). Tel. 0322.846011, www.aurauniversalmente.com ASS. AMICI DEL VILLAGGIO VERDE Località San Germano - Cavallirio (NO). Tel. 0163.80447, 333.7639262 www.villaggioverde.org info@villaggioverde.org

Ass. NATURALMENTE Via D. Manin 35, La Spezia (SP). Tel. 0187.20218 , Fax 0187.29547 natural.mente2006@libero.it www.naturalmente-sp.it Comunità Bodhidharma Eremo Musangam, Monti San Lorenzo 26, Lerici (SP). Cell. 339.7262753.


I LUOGHI

SAVONA Zen Savona Piazza del Popolo 5/7, Savona. Pratica Zazen: tel. 019.484956, www.zensavona.it IL CUORE DELLE COSE Via Montegrappa 43G/7, Varazze (SV). Tel. 019.9399443 Cell. 377.1889346 www.ilcuoredellecose.com

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GENOVA CENTRO MUDRA Yoga e Danza Indiana. Via Ponterotto 90/A, Genova. Tel. 010.8394229, cell. 338.3385219. www.centromudra.it ENNEAGRAMMAINTEGRALE Consulenza individuale, seminari, laboratori e ritiri per esplorare chi siamo. Tel. 333.8477054, www.enneagrammaintegrale.it info@enneagrammaintegrale.it Ass. FIUME AZZURRO ARTI PSICOFISICHE Studio pedagogico olistico per la crescita personale. Responsabile Didattico: Anna Mango Via W. Fillak 6, Genova. Tel/Fax: 010.413721, cell. 349.8096336, www.artipsicofisiche.it info@artipsicofisiche.it SCUOLA SUPERIORE DI NATUROPATIA Scuola di formazione in Naturopatia e Floriterapia, corsi monografici e di approfondimento. Via Pisa 23/13, Genova. Tel/fax: 010.366494, www.scuolasuperioredinaturopatia.it scuola.naturopatia@libero.it

IMPERIA Centro Kalachakra Via Verrando 75, Bordighera (IM). Tel. 0184.252532.

LOMBARDIA MILANO ABYANGAM - MASSAGGIO AYURVEDICO Corso teorico-pratico di massaggio ayurvedico Milano, Firenze e in altre città italiane Cell. 328.1928818, www.abyangam.it info@abyangam.it Accademia Ayurveda Yoga Ananda Ashram Milano Via Prandina 25, Milano. Tel. 02.2590972, www.yogamilano.it ACCADEMIA DI KINESIOLOGIA Via Rutilia 22, Milano. Tel. 02.533634, info@accademiadikinesiologia.it www.accademiadikinesiologia.it Associazione culturale Onyhana Via Venezian 18, Milano. Tel. 02 70127984, www.assonyhana.it Associazione Culturale VEGA Via della Repubblica 16, Paullo (MI). Tel. 335.7065167, vega@vega2000.it www.vega2000.it Buddismo Zen Soto - Ufficio Europeo (Imamura Genshu Roshi) Via San Martino 11/C, Milano. Tel. 02.58327569. Centro Dharmadhatu Via Venezuela 3, Milano. Tel. 02.38005575 www.dharmadhatu.it

Centro “il Fiore Del Tao” Via Felice Casati 8, Milano. Tel. 02.29537223 www.fioretao.com CIRCOLO OM SHANTI Via Piave 23, Motta Visconti (MI). Tel. 02.90001188 lucilla.disomma@tin.it Kunpen Lama Gangchen Via Marco Polo 13, Milano. Tel. 02.29010263. Monastero Zen Il Cerchio Via dei Crollalanza 9, Milano. Tel. 02.8323652, www.monasterozen.it THE NEW YUTHOK INSTITUTE PER LA MEDICINA TIBETANA Corsi, meditazioni e seminari. Prof. dr. Pasang Yonten Arya T. Sherpa. Viale Spagna 77, Sesto S. Giovanni, (MI). Tel. 02.2536266, www.newyuthok.it . OIPA - Organizzazione Internazionale Protezione Animali Via Passerini 18, Milano. Tel. 02.6427882, www.oipaitalia.com info@oipaitalia.com ROBERTO FACINCANI Naturopatia Aura-Soma® Cranio-Sacrale PMT e Intolleranze Alimentari A Milano, Como e Bergamo. Cell. 340.3641193, www.astrobenessere.net info@astrobenessere.net SOCIETà ITALIANA AGOPUNTURA VETERINARIA S.I.A.V. - It. V.A.S. www.siav-itvas.org segreteria@siav-itvas.org

BERGAMO CENTRO YOGA MANDALA Via Borgo Palazzo 3, Bergamo (BG). Tel. 035.215395, 333.4576099. GRUPPO ZEN BERGAMO Pratica di zazen c/o Ho Sha Do Via San Bernardino 18, Bergamo. Tel. 333.4400313, zazenbg@yahoo.it

BRESCIA Karma Cio Ling Centro Buddhista della Via di Diamante V.le Venezia 198, Brescia. Tel. 030.301515. www.buddhism.it

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I LUOGHI

IKSEN Via F. Bianchi 3, Tosc. Maderno (BS). Tel 0365.641898.

COMO EDOARDO AMATO KOFLER Tel. 338.9310834 x1idea@hotmail.com www.armoniaesaggezza.com

CREMONA Istituto per l’Evoluzione Armonica dell’Uomo Via Carso 2, Cremona. Tel. 0372.433239.

PAVIA Ass. Scuola Soto Zen Centro Studi Zen Komyoji Loc. Costapelata-Fortunago Fortunago (PV). Tel. 0383.875584. ASSOCIAZIONE ZERO Associazione per il recupero e la trasmissione della tradizione interiore nello Hata Yoga. Sede sociale: via C. Marx 3, Voghera. Sedi di pratica: Pavia e Voghera. Tel. 328.4833411.

VARESE Associazione Maggio Via Sanvito Silvestro 40, Varese. Tel. 0332.235555.

VENETO PADOVA ASSOCIAZIONI PROGETTO BENESSERE Viale Stazione 134. Montegrotto Terme (PD) Tel. 049.8910706 – 335.6745856 www.associazioniprogettobenessere.it www.gioiabertha.it Centro Tara Cittamani Via Lussemburgo 4, Padova. Tel. 049.8705657. Centro Studi Syn per l’Educazione Biocentrica Via Chiesanuova 242/B, Padova. Tel. 049.8979333, assocsyn@tin.it

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Erboristeria VERDEACQUA Dott.ssa Marinella Camera Iridologia, Naturopatia, Fiori Di Bach, Alimenti, Intolleranze Alimentari, Bio-Oggettistica, Cosmesi Naturale. Via Scapacchiò 32B 35030 Selvazzano Dentro (PD) Tel. 049.8056956, cell. 348.4417556 www.verdeacquaerboristeria.com info@verdeacquaerboristeria.com SCUOLA MEKONG Ayurveda e Massaggi Orientali Via Monte Cengio 26 B, Padova. Tel. 049.8716235, www.mekong.it

TREVISO ASSOCIAZIONE LE QUERCE BIANCHE Via Toti dal Monte - Cal del Bosco Barbisano di Pieve di Soligo (TV) Tel. 0438.987178, info@lequercebianche.org Fabio: 347.6202071, fabio@lequercebianche.org ISTITUTO OLISTICO Via Savallon 15, Anzano di Cappella Maggiore (TV). Tel. 0438.941457, info@istitutolistico.it www.istitutolistico.it ASSOCIAZIONE CULTURALE NASHIRA Discipline bio naturali dal 1990 - Shiatsu, Yoga, Fiori di Bach Via Cavour int. 34/C, Conegliano (TV). Tel./Fax 0438.22530, cell. 346.0346404 centro.nashira@libero.it SCUOLA KINERGIA Via Malan 59/2, Borso del Grappa (TV). Tel. 0423.910304, cell. 349.8834096. www.kinesiologiaviva.it info@kinesiologiaviva.it

VENEZIA CENTRO YOGA DHARMA Via Napoli 52, Mestre (VE). Tel. 041.5311954. www.yogadharmamestre.it info@yogadharmamestre.it METODO CALLIGARIS Ass. culturale “STELLA POLARE 999” Via Val Pusteria 9, San Donà di Piave (VE). Cell. 348.3027711, info@metodocalligaris.org www.metodocalligaris.org

ASS. ENERGY DARSHAN OSHO YATRILAND VENEZIA Via Alberoni 41, Lido di Venezia (VE). Tel. 041.5261853, 339.1199317, info@oshoyatrilandvenezia.com www.oshoyatrilandvenezia.com ASSOCIAZIONE CULTURALE MAYA Salute e benessere per il corpo e lo spirito. Corsi di Formazione. Seminari. Consulenze individuali Vicolo San Francesco d’Assisi 1 31032 Casale sul Sile (TV) (presso Hotel Claudia Augusta) Tel. 335.8752254 beppe.maya@libero.it USHIDA REIKI CLINIC Tel. 347 5386600 ushida@centrostudiobioenergie.it

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FRIULI VENEZIA GIULIA TRIESTE ACCADEMIA CRANIO SACRALE Metodo Upledger Piazza S. Antonio Nuovo 6, Trieste. Tel. 040.3476191. www.accademiacraniosacrale.it

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I LUOGHI

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RIMINI

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SCUOLA DI YOGA CENTRO NATURA Via degli Albari 6, Bologna. Tel. 051.223331, 051.235643, sport@centronatura.it www.centronatura.it

PARMA Ass. LA GROTTA DI CRISTALLO Shiatsu, Tai Ji, Danze Orientali, Voice Dialogue, Reiki, Diapason Terapia, Naturopatia, Meditazione Guidata. Fidenza (PR). Tel. 0524.84450, 0524.62315. Ass. NAMASTE - Parma Per la promozione e la diffusione della meditazione. Via Mascagni 25, Rivarolo di Torrile (PR). Tel. 0521.810138, cell. 335.6713405. www.oshonamaste.it maprem@libero.it LIBERA ACCADEMIA SCIENZE UMANE Scuola di counseling professionale accreditata Cncp Incontri di crescita e formazione in ambito umanistico e transpersonale Via Sella 31/A (lat. Via Orlando), Parma. Tel. 0521.944410, www.lasu.it www.alchimia.org Monastero Zen Fudenji Bargone 113, Salsomaggiore Terme (PR) Tel. segreteria: 0524.565667. Monastero Zen Sanbo-ji Pagazzano, loc. Pradaioli 27, Berceto (PR). Tel. 0525.60296. Ass. di promozione sociale SPAZIO SHIATSU Corsi di shiatsu professionali e amatoriali, meditazione za-zen, seminari di approfondimento. Via Dalmazia 71, Parma. Tel. 0521.533831 www.studishiatsu.it info@studishiatsu.it

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PERUGIA ANANDA ASSISI Via Montecchio 61, Nocera Umbra (PG). Tel. 0742.813620, www.ananda.it

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TOSCANA AREZZO AMO Accademia Massaggi Olistici ads Associazione Dilettantistica Sportiva Scuola Accreditata SIAF Via Teofilo Torri 22-28, 52100 Arezzo (AR). Responsabile: Andrea Marini: 388.9334692 www.massaggiohotstone.it andrea.marini@teletu.it

GROSSETO Comunità Dzog-Chen Merigar, Arcidosso (GR). Tel. 0564.966837.

FIRENZE Ass. Cult. “L’ALBERO DELLO YOGA “ L’associazione si occupa della diffusione dello Yoga e di alcune delle principali discipline olistiche attraverso incontri, trattamenti, corsi. Via della Libertà 61/65, Matassino Reggello (FI). Cell.333.3807726, www.lalberodelloyoga.it info@lalberodelloyoga.it Centro Terra di Unificazione Ewam Via R. Giuliani 505/A, Firenze. Tel. 055.454308. SHINNYO-JI TEMPIO ZEN FIRENZE Via Vittorio Emanuele II 171, Firenze. Tel. 339.8826023, www.zenfirenze.it SCUOLA DI AGOPUNTURA TRADIZIONALE DI FIRENZE del dott. Nello Cracolici. Via San Giusto 2, Firenze. Tel. 055.704172.

LUCCA ASS. CULT. OLISTICA OMSAIRAM CENTRO VILLA DELLE ROSE B & B - CASA VACANZE Via della Pergola 2 - Località Palleggio Bagni di Lucca Terme (LU) Tel 0583 85599 - 3476011312 centrovilladellerose@alice.it www.associazioneomsairam.it


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LAZIO ACCADEMIA DI YOGA Via XX Settembre 58 A, Roma. Tel. 06.4742427, accademiayoga@tiscali.it www.accademiayoga.it AMRITA CENTRO YOGA E AYURVEDA Via C. Colombo 436, Roma. Tel. 06.5413504, 06.5081202, www.amritayoga.it ASSOCIAZIONE ERBAMOLY Centro Kundalini Yoga secondo gli insegnamenti di Yogi Bhajam Trattamenti di Sat Nam Rasayan Yoga in gravidanza. Via C. Baronio 90, Roma. Tel. 333.3236981, associazioneerbamoly@libero.it ASSOCIAZIONE SHAKTI Centro di Kundalini Yoga e Sat Nam Rasayan Via dei Brusati 30, Roma. www.kundaliniyoga.it

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GLI INCONTRI

I.P.

Il “trauma” della nascita: il punto di vista del bambino di Leonarda Majaron

L’

intento di quest’articolo è quello di fornire un’introduzione sui modi in cui i piccoli possono essere colpiti negativamente dalle esperienze della nascita: ciò non intende negare o diminuire in alcun modo gli effetti che questo processo può avere sulla madre ma, nella nostra società, moderna e tecnologicamente avanzata, pare si sia perso di vista il fatto che questo momento anche i bambini stiano attraversando particolari esperienze. I traumi comunque più significativi, e, che, secondo uno spettro più o meno ampio, coinvolgono tutti noi, sono quelli che avvengono negli stadi primari di vita: nel tempo trascorso nell’utero, nel processo della nascita, e nei primi anni di infanzia. Mentre è giusto dire che, più precocemente avviene il “trauma”, più significativo è il suo impatto su di noi, ed ha un significato particolare, spesso non tenuto in considerazione. Gli eventi del parto (così come le esperienze prenatali) stabiliscono le fondamenta sulle quali costruiamo le strutture della vita successiva, influenzando in ultimo la nostra salute fisica, emotiva e psicologica. Conseguentemente, circostanze avverse che hanno luogo in questa fase di formazione, hanno potenzialmente molte più ripercussioni ad ampio raggio che se accadessero più tardi nel corso della vita. Le dinamiche di nascita I bambini possiedono l’imperativo biologico di venire al mondo utilizzando il proprio impulso (in associazione all’aiuto delle contrazioni uterine e delle spinte della madre) e di connettersi immediatamente alla madre per iniziarne l’attaccamento. Tutto ciò che si pone come ostacolo a questo istinto naturale può essere percepito dal piccolo come minaccioso, diventando quindi fonte di possibile sopraffazione e traumatizza24

zione. Gli effetti di questi pattern (termine tecnico per indicare gli schemi neuro-fisiologici e del comportamento secondo cui l’organismo organizza e predispone il proprio essere e agire) possono perdurare a lungo. Ad esempio, un bimbo nato da un travaglio molto lungo può, alla nascita, aver maturato un’esperienza di una grande quantità forza compressiva. Ciò può portare ad un alto livello di tensione muscolare e di rigidità in tutto il corpo, che potrebbe essere causa di problemi di salute. In conseguenza di un tale travaglio il soggetto può, inoltre, sviluppare un’alta tolleranza alla pressione e allo stress, addirittura essere attratto, crescendo, da situazioni fortemente stressanti al tentativo di riprodurre, inconsciamente, le dinamiche della propria nascita. Gli effetti che gli interventi hanno sul nascituro dipendono dal modo in cui questi ultimi vengono applicati e da come il piccolo ne ha percezione durante il parto. Se il bimbo è in uno stato di vera sofferenza e non è in grado di completare da sé il percorso di nascita può percepire l’intervento esterno come un potenziale salvataggio che lo

soccorre in un punto di crisi. Se tuttavia il piccolo si sente ingrado di farcela da sé, può percepire gli interventi esterni come invadenti, intrusivi e interferenti al suo naturale istinto. Entrambi questi scenari possono stabilire una dinamica a lungo termine riguardante il bisogno di essere salvati o il sentirsi invasi, soprattutto nei periodi di stress. Quando, ad esempio, viene applicato il forcipe ai lati della testa del bimbo, questo può percepirlo come freddo e ostile, e può tentare di ritrarsi per difendersi da esso. Sfortunatamente egli/ella non può evitarlo e, come risultato, molti piccoli si irrigidiscono e possono rimanerne traumatizzati. Le conseguenze di ciò vengono aggravate dal forte effetto di compressione del forcipe, con l’eccessivo stiramento dei muscoli e nervi, e altri tessuti del collo. Molti dei problemi che affliggono i bambini sono, tuttavia, considerati “normali”. Molte madri ansiose riferiscono di medici che avevano loro detto: “è solo un bimbo che si ammala facilmente”, oppure “è solo sfortuna avere un bimbo che piange molto”. C’è poca o scarsa comprensione che questi sintomi possono essere prodotti da esperienze



GLI INCONTRI

traumatiche precoci. Tentare di risolvere i sintomi senza cercare di risolvere la causa sottostante è come cercare di spegnere un allarme antincendio quando il palazzo continua a bruciare. William Emerson, un’autorità di spicco nel trattamento dei neonati e dei bambini, ha dichiarato su questo argomento quanto segue: “La maggior parte dei genitori e dei professionisti pensa sia normale che un neonato si svegli di notte, pianga a lungo, abbia problemi gastrointestinali, o sia irritabile. Pochi genitori o professionisti hanno visto bambini liberi dal trauma, perciò in pochi hanno visto bambini privi di sintomi. Per di più, in pochi hanno colto il potenziale umano che si dispiega quando essi vengono liberati dai legami del trauma precoce”.

Lavorare coi bambini con l’approccio craniosacrale Lavorare coi bambini comporta mantenere uno spazio nel quale questi si sentano sostenuti abbastanza da iniziare a raccontarci cosa sia successo loro, di cosa abbiano fatto esperienza e di quando ciò si divenuto difficile o addirittura traumatico. Ovviamente i neonati non sono in grado di raccontarci una storia verbalmente, né metaforicamente

come fanno i bambini durante il gioco. Il modo in cui un terapeuta interpreta come e dove un bambino sia rimasto traumatizzato avviene attraverso l’osservazione e l’interazione con i movimenti del corpo e altre forme espressive, assieme ad uno specifico contatto delle mani, come ad esempio nella terapia craniosacrale. I movimenti che i neonati iniziano a mettere in atto, se supportati in questo modo, sono gli stessi che hanno utilizzato durante il processo della nascita. Se incoraggiamo il bimbo ad esprimere tali movimenti con maggiore supporto egli può ri-schematizzare gli effetti di una nascita traumatica. Esempi di ciò includono l’incoraggiare un bimbo nato col forcipe a venire al mondo da sé piuttosto che avere sempre bisogno di assistenza; inoltre, un bimbo la cui nascita è stata influenzata da petidina o altri farmaci può imparare a venire al mondo senza gli effetti di essi; un bimbo nato con un cesareo programmato può imparare a decidere quando dare inizio alla propria nascita e trovare il proprio modo di fuoriuscire senza alcuna interferenza. Il motto con il quale si può riassumere il pensiero della scuola inglese di “cranio sacrale biodinamico” è “prevent the future correct the past“, cioè “previeni il futuro, correggi il passato”. Il paradosso della società moderna è che malgrado il salto quantico che l’ha

portata ad un elevato grado di consapevolezza, riguardo al cammino della nascita è ancora fortemente ancorata alle tradizioni del passato ed è poco propensa ad accogliere il “cambiamento”. I comportamenti del neonato non sono né ignari né causali, sono atti che raccontano ansie e timori per le potenzialità “negative” accumulate, tali da condizionare il loro percorso di vita. Come afferma il Dr. Emerson, autorità di spicco nel trattamento dei neonati e dei bambini, gli effetti del trauma precoce non devono essere una sentenza a vita: con un supporto terapeutico appropriato, possono essere del tutto curati, né vi è un limite di età per il trattamento di tali traumi. Un operatore Craniosacrale Biodinamico cosa può offrire? La “coscienza” per un’accoglienza senza pregiudizi, la nostra “consapevolezza” di offrire un tocco amorevole e delicato che aiuta il neonato a liberarsi dai pesanti “fardelli” accumulati lungo il percorso della nascita. L’incontro previsto con Graham Kennedy ad Aurisina (TS) dal 31 maggio a 2 giugno 2013, aiuterà ad aprire un canale comunicativo con i neonati e i bambini che con i loro gesti ci comunicano, le difficoltà del cammino di nascita. (Si veda: Graham Kennedy, “How do Babies experience their Births?“ www. enhancingthefuture.co.uk/how-dobabies-experience-their-births).



LA VIA INTERIORE

Attenzione e consapevolezza di Marco Baston (nagualista)

N

ell’ultima Bioguida si è accennato al concetto di disponibilità energetica, agguato, allineamento, dialogo interiore... Per i Toltechi c’è un’unica azione che conta: intensificare l’attenzione. Come esseri di pura consapevolezza noi possiamo procedere in due sole direzioni: verso l’intensificazione della consapevolezza stessa oppure verso la sua lenta degradazione. Ogni atto che compiamo ci spinge in una o nell’altra direzione. Basta guardarsi intorno per comprendere verso quale direzione ci porta la nostra struttura sociale. Le cause sono molteplici, ma in questa occasione vogliamo solo cercare di indicare la direzione. Per farlo occorre spendere qualche parola sul concetto di punto di unione. Quando si percepiscono gli esseri umani come energia, come “conglomerato di fibre energetiche”, si nota un’area che appare intensamente accesa e connessa ai campi di energia che costituiscono il mondo percepito. Quest’area viene chiamata dai Toltechi “punto di unione” dato che appare come ciò che permette l’allineamento dei campi energetici interni ed esterni all’essere luminoso. Quello è il punto in cui si unifica la percezione, in cui si organizza la consapevolezza.

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La parte interessante è che la natura del mondo che ci circonda, e di noi stessi, dipendono dalla posizione del punto di “unione”. Quando questo assume una nuova collocazione, il mondo cambia, fino alla possibilità di allineare interi nuovi mondi. Allo stesso modo, si modifica la natura dell’essere che sta “manovrando” il suo punto di unione. In altre parole, l’appartenenza ad una determinata forma e al mondo in cui si vive, è determinata dalla esatta collocazione del punto di unione. Questa posizione viene appresa dai propri simili, potremmo dire dall’intento sociale collettivo, ed è mantenuta grazie alla continua ripetizione mentale delle caratteristiche della realtà. Insomma il cosiddetto dialogo interiore. Questa condizione di relativa immobilità del punto di unione però, non essendo naturale, richiede l’impiego di tutta la nostra energia disponibile, il che porta ad un inevitabile deterioramento della qualità della consapevolezza, che si affievolisce di pari passo con la disponibilità energetica. Normalmente per “ricaricarsi” gli esseri umani si addormentano e sognano.

Mentre sognamo, infatti, il punto di unione si svincola dalla sua area abituale, accende nuovi allineamenti rendendo disponibili nuove quote di energia (che provvederemo regolarmente a “sciupare” durante lo stato di veglia). Le terre del sogno sono aree nelle quali i mondi si intersecano, dove tutti gli allineamenti sono possibili e quindi non valgono le leggi vigenti in ciò che chiamiamo realtà. I guerrieri imparano però ad eseguire due manovre fondamentali: provocare movimenti volontari del punto di unione e controllare i movimenti spontanei che si verificano durante il sognare. Queste due manovre sono fondamentali per incrementare lo stato della consapevolezza in modo lucido e coerente. Sono le manovre che corrispondono alle due arti principali del Nagualismo: l’arte dell’agguato e quella del sogno. Nel primo caso il guerriero manipola e dirige direttamente il movimento del punto di unione, lo provoca, intervenendo sul contesto sociale che, invece, ne determinerebbe usualmente l’immobilità. Nel secondo caso il guerriero aspetta il movimento spontaneo del


punto di unione per poi intervenire su di esso e controllarlo sfruttando le aree di elevata disponibilità energetica. Per raggiungere la capacità di manipolare in questo modo il punto di unione c’è una sola strada: incrementare la propria consapevolezza. I sistemi pratici per ottenere tale risultato sono molti, però non tutti risultano ugualmente validi. Dal punto di vista dei Toltechi hanno valore pratico solo quelli che si basano sul principio dell’integrità energetica. Quindi quali sono i metodi prediletti dai guerrieri Toltechi? Intanto consideriamo una prima regola: la consapevolezza di un guerriero tolteco ha continuità, non è soggetta ad alti e bassi. Questa continuità non viene meno neanche nel passaggio dalla veglia al sogno. Normalmente noi diamo diverso valore a momenti diversi della nostra esistenza, delle nostre giornate. Quando c’è qualcosa che consideriamo più importante, allora, vi prestiamo maggiore attenzione (ma raramente di una certa intensità), altrimenti ci lasciamo perdere nella riconferma del solito dialogo interno. C’è poi un’altra questione: considerando importanti solo gli aspetti puntiformi della realtà che ci circonda, tendiamo a concentrarci esclusivamente su alcuni dettagli del mondo. In questo modo la nostra attenzione si fissa ossessivamente su delle minuzie, perdendo invece totalmente di vista ogni altra cosa che avviene intorno a noi. Un guerriero modifica questo stato allenando la propria attenzione ad abbracciare tutti gli aspetti della realtà: ogni particolare è importante perchè tutto racconta segreti, ma noi non sappiamo da dove arriverà questa conoscenza. Noi siamo stati addestrati a creare scale di valori, ma queste sono del tutto arbitrarie, si basano su una visione del mondo così limitata da escluderci ogni possibile novità. Selezioniamo la direzione dell’attenzione fino a usarla solo per confermare lo stato delle cose, escludendo tutto ciò che ci spingerebbe al vero cambiamento; cioè a disporre di nuova energia. A causa di tutto quanto detto, una chiave fondamentale sia per l’agguato che per il sogno è la perdita delle abitudini. Nell’agguato serve a indurre nuovi comportamenti, specie di carattere interiore, mentre nel sognare interrompe

le correnti energetiche predeterminate, consentendo di raggiungere l’attenzione del sogno. Sconfiggere le abitudini richiede una vigilanza continua, che permetta di modificare la direzione dell’attenzione al momento opportuno. Questo riguarda specialmente le abitudini interiori, cioè quei cicli pensiero-sentimenti-azioni, che si ripropongono continuamente caratterizzando la nostra individualità. L’insieme dei nostri simili, in effetti, ci ha convinto (o ci siamo lasciati convincere) che sia necessario disporre di caratteristiche personali tipiche e riconoscibili, che ci rendano prevedibili e non ci permettano mai di superare una certa soglia di difformità rispetto alle aspettative sociali. Questo ci dà sicurezza gli uni con gli altri, vincolandoci in una ragnatela mortale. Dico mortale non a caso, dato che la rete sociale rappresenta uno dei più efficaci sistemi per impedire l’intensificazione della nostra consapevolezza. I guerrieri, attraverso la pratica dell’agguato, la consapevolezza della realtà come posizione del sogno e la chiara visione della concretezza dell’intento in contrasto con la follia umana, raggiungono un punto di equilibrio che permette al contempo la totale partecipazione ed estraneità alla socialità. Questo produce uno stato di continua intensificazione della consapevolezza, dato che consente di ricanalizzare in modo sobrio la disponibilità energetica altrimenti dispersa negli atti sociali. Quindi un guerriero passa del tutto inosservato, non è mai una persona che si nota per le sue stranezze... essere originali non significa ricanalizzare l’energia, ma solo avere trovato un altro modo per concentrarla sull’immagine di se stessi. E questo infatti è un altro punto chiave: la ricanalizzazione dell’attenzione a se stessi. Negli esseri umani avviene un fenomeno particolare. In tutti gli esseri viventi i campi energetici interni all’essere stesso si orientano allineandosi con quelli esterni che compongono l’universo. Negli esseri umani invece i campi di energia interni si ritorcono finendo per riflettere se stessi. Questo provoca nell’uomo un isolamento e un’attenzione egocentrica patologica che consuma la totalità delle

sue possibilità. Non facciamo altro che riflettere su noi stessi, ogni momento, per tutta la vita, finchè, un giorno, questo bellissimo mondo svanisce senza che noi ci siamo neanche resi conto della fortuna di essere vivi. Questo è in effetti, solitamente, il punto di partenza di tutto il lavoro dei Toltechi. Le tecniche base più semplici riguardano la maestria della consapevolezza, cioè la capacità di modificare volontariamente lo stato della percezione ordinaria con precise finalità. Il lavoro iniziale consiste nel portare l’apprendista a spostare le propria attenzione da se stesso a ciò che lo circonda; questo semplice atto produce già un incremento di consapevolezza sufficiente a mettere in moto ulteriori possibilità. E almeno quella di godere della meraviglia che ci circonda… Prossima uscita per BioGuida Edizioni:

La Soglia dell’Energia di Marco Baston www.bioguida.com info@bioguida.com

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LA VIA DELLA SCIENZA

Filosofia metafisica applicata alla guarigione di Ivana Ban (terapista dell’atteggiamento, medicina metafisica)

Il pensiero e la materia oco più di un secolo fa l’uomo pensava di aver compreso i principi fondamentali della materia grazie alla scoperta della sua unita più piccola (e quindi priva di una struttura interna) che la costituisce. Dapprima si credeva che questi “mattoncini” di cui siamo composti fossero gli atomi. Poi sono state scoperte le particelle che compongono l’atomo, poi altre particelle che compongono quelle particelle e, in questo modo, la fisica scopriva “mattoncini” sempre più piccoli. Fino a trovare, nello spazio subatomico, la presenza di elementi che non potevano più essere definite tali, perché non erano sempre solidi come i “mattoni” con cui costruiamo le case. Questi minuscoli “concentrati di energia”, chiamati quanti, possono infatti assumere una forma solida ma esistono anche in qualità di onda energetica (scoperta del matematico e fisico Luoise De Broglie, premio Nobel nel 1929). Quindi, per quel che riguarda la realtà materiale, essi compaiono e scompaiono. E non finisce qui. I quanti si presentano naturalmente come onde e, solo quando vengono osservati, assumono una forma corpuscolare! Fino a quando qualcuno non li osserva, essi esistono come onde energetiche con enormi potenzialità. Solo nel momento dell’osservazione si “materializzano” occupando una delle infinite possibilità a disposizione. Quale? Solitamente quella che conferma l’aspettativa dell’osservatore. Una scoperta sbalorditiva, il cui aspetto illuminante subentra quando ricordiamo che siamo noi gli osservatori della realtà fisica che abbiamo di fronte, realtà composta da atomi che contengono onde di energia quantiche che, nell’atto di materializzarsi, assumono, tra le tante potenziali forme, quella che viene loro suggerita. Solitamente quella che a noi osservatori sembra più ovvia.

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ll pensiero e l’acqua E’ ben noto ai lettori della BioGuida il nome di Masaru Emoto. Questo ricercatore giapponese, ad un certo punto della sua carriera di scienziato, si è messo a studiare l’acqua, scoprendo che la sua struttura molecolare si adegua, nella forma, all’essenza delle informazioni che la circondano. Ha pensato quindi di suggerire delle informazioni all’acqua, mettendola in rapporto con suoni, frasi, scritte o pensieri inviati in meditazione. Ha utilizzato un complesso sistema di congelamento e cristallizzazione dei campioni d’acqua “condizionata” da diverse impronte energetiche e ha documentato, fotografandone i cristalli così ottenuti, che essa assume forme armoniche e simmetriche come risposta a pensieri armonici e positivi, mentre perde la propria forma come conseguenza dell’esposizione a pensieri e ad emozioni negative. Un lavoro veramente affascinante, il cui aspetto significativo subentra quando ricordiamo di avere un corpo composto per il 90% di acqua. Il pensiero positivo Quindi, se incontreremo ancora chi si vanta di essere concreto e svaluta il pensiero positivo, definendolo solo una specie di dolcificante artificiale nella tazza amara della vita, possiamo tranquillamente non dargli credito… La filosofia di questo pensiero è valida: con la sola mente possiamo infatti modificare

la realtà fisica intorno a noi, compreso il nostro corpo: scegliere come sentirci e attirare solo esperienze positive nella nostra vita. Il nostro cervello raccoglie le informazioni e costruisce i concetti. Poi li collega secondo una procedura associativa condizionata dalle nostre esperienze passate. Ad esempio, quando nella nostra vita il concetto “famiglia” è sempre stato collegato a quello di “incomprensione”, questi diventano per noi associati e, nel subconscio, li viviamo come inscindibili. Uno non ci viene in mente senza l’altro. In questo caso, quando per noi sarà il momento di creare una famiglia, saremo trattenuti dalla convinzione che questo porti con sé anche incomprensioni. Forse rinunceremo all’esperienza per poter vivere in pace, oppure accetteremo di creare una famiglia lo stesso ma, a causa delle nostre aspettative, ci ritroveremo puntualmente a scegliere la persona con la quale avremo molte incomprensioni. Pensiamo alla nostra esistenza: non è proprio così? Abbiamo sempre intenzione di fare diversamente “la prossima volta” ma poi… è più forte di noi. Ci ritroviamo nostro malgrado nella stessa situazone, o in un contesto molto simile. Questo succede perché l’intenzione non basta quando l’attesa è forte. Per attirare qualcosa di diverso dovremmo collegare diversamente i concetti presenti nella nostra mente e creare delle nuove situazioni.


La medicina metafisica Se si applicano tutte queste affascinanti scoperte alla guarigione, ci rendiamo conto che anche la realtà fisica definita “malattia” ha in qualche modo avuto origine nella realtà non-fisica: nella mente, nei pensieri, nei desideri. Secondo la medicina metafisica ogni malattia è psicosomatica, in quanto ogni disequilibrio del corpo nasce da un disequilibrio nei pensieri e dal conseguente disagio emotivo. Ogni sintomo è un allarme che segnala pensieri “non armonici” da sistemare prima di procedere verso la loro realizzazione. E’ come l’intervento del GPS quando deviamo dalla strada giusta. Per capire meglio l’ottica della medicina metafisica, secondo cui le malattie sono segnali, pensiamo al caso in cui, mentre siamo alla guida dell’automobile, improvvisamente si accende la spia del carburante sul cruscotto. Possiamo percepire la spia come noiosa, ma essa è soprattutto un segnale. Va assolutamente presa in considerazione se vogliamo arrivare tranquillamente alla meta. Le spie delle vetture sono necessarie perché rimandano a ciò che succede nelle parti che rimangono “invisibili” ai conducenti. Lo stesso vale per la “segnaletica” del nostro corpo, che ci rimanda a ciò che accade nella nostra coscienza, che è invisibile. Quando in macchina si accende la spia del carburante e noi sappiamo interpretare il suo messaggio, l’unica cosa da fare sarà fermarsi a fare il pieno, dopodiché la macchina tornerà a “stare bene” e l’allarme si spegnerà da sé. Pensiamo invece ad una realtà in cui non sappiamo interpretare il messaggio della spia. In questo caso la situazione, che in realtà è semplice, si complica molto. Vediamo la spia accesa, vogliamo riportarla al suo stato spento, ma non sappiamo come fare. Ci rivolgiamo allora ad un meccanico, che non conosce i messaggi delle spie, controlla il motore ma non trova alcun malfunzionamento. Quindi andiamo dal “chirurgo delle macchine” che, ignaro dei messaggi delle spie, asporta la spia dal cruscotto creando così, oltre al buco antiestetico, anche la falsa credenza che se non c’è più la spia non c’è più nemmeno il messaggio. Alla fine la macchina ci lascia per strada lo stesso perché, non avendo compreso la vera causa del “male”, non abbiamo avuto modo di agire alla sua radice che stava nel serbatoio vuoto e non sul cru-

scotto. Anche se per fortuna sono ormai rari, alcuni medici si comportano come il “chirurgo delle macchine”. Il problema non sono i medici e i chirurghi che, anzi, si occupano del prossimo e salvano tante vite ma, piuttosto, l’unilateralità di alcuni nell’insistere a vedere le cose ancora da un unico punto di vista: quello materiale. Tuttavia, se si asportano parti del corpo che stavano semplicemente portando un messaggio, questo succede perché né medici né pazienti hanno imparato ad interpretare i segnali del corpo fisico e il loro “lampeggiare” negli altri livelli del corpo energetico. Non sapendo dove stia l’origine del sintomo, si sceglie di trattarlo come un nemico e, in mancanza di altre soluzioni, lo si attacca nella speranza di sconfiggerlo. Mentre, se sappiamo interpretare il significato dell’allarme, possiamo agire alla base del problema e risolverlo, invece di lottare per eliminarlo. Lavorare sulla causa dell’accensione della “spia”: una volta sistemata la causa, essa si spegne spontaneamente. Ogni malattia è una lezione che abbiamo voluto evitare ma che è invece necessario apprendere per poter continuare a manifestare tutti i desideri attraverso i quali cresciamo e ci espandiamo. Reprimere i sintomi non porta alla guarigione. Conoscere la loro causa energetica sì. La terapia dell’atteggiamento La terapia dell’atteggiamento si avvale delle conoscenze della medicina metafisica, del pensiero positivo e delle scoperte della fisica quantistica, per guarire qualsiasi disequilibrio presente nella nostra vita, sia nel corpo fisico, sia nella realtà che ci circonda. Usa l’atteggiamento sia come indicatore sia come leva per il cambiamento interiore. Il nostro atteggiamento, infatti, è il “modo di fare” che ci contraddistingue, tenuto in vita dalle abitudini e dai pensieri che agiscono in automatico. E’ ciò che ci distingue e ci identifica. La sostituzione di un modello di pensiero con un altro può dirsi riuscita quando notiamo che è cambiato il nostro atteggiamento in quella determinata area della nostra esperienza. Scegliere un nuovo pensiero non basta se non si è disposti a cambiare atteggiamento, ossia una parte della nostra identità. Se siamo troppo affezionati al nostro consueto modo di fare, ci

sarà una continua alternanza tra l’informazione portata dal pensiero nuovo e quella riproposta dal vecchio atteggiamento. Non riusciremo né ad avanzare sulla strada scelta né a seguire in pace la solita strada a cui eravamo abituati. Il nostro comportamento probabilmente tende ad essere improntato sempre sullo stesso registro anche perché siamo circondati da persone che si aspettano da noi le solite reazioni e risposte e che, quindi, ci aiutano a riproporle e attirare i soliti risultati. L’inclinazione è molto efficace e rapido nell’attrarre le esperienze che risuonano con la sua stessa essenza vibratoria, molto più dei pensieri. Questo perché è una sinergia di pensieri, emozioni ed azione. La sua è quindi un’impronta decisiva, che determina la nostra frequenza. Gli atteggiamenti possono anche essere ereditati. Ereditarne uno che ha creato un sintomo significa acquisire la possibilità di manifestare lo stesso sintomo. Cambiarlo è necessario, soprattutto nei casi di malessere, in quanto cambiare il nostro modo di fare significa modificare drasticamente il nostro punto di attrazione. Le nostre cellule ricevono continuamente forti informazioni dal nostro atteggiamento che decide, o solitamente conferma, la nostra frequenza. Per modificare i modelli mentali, le aspettative e l’atteggiamento è utile isolare il problema ed identificare il fattore psicologico che lo determina, così da lavorare in maniera mirata. Dopodiché bisognerà cambiare le connessioni nella rete neurale del cervello e creare un nuovo modello di pensiero, più adatto alla realizzazione della realtà desiderata. Questo riprogrammerà le aspettative che, come detto all’inizio, influenzano più di ogni altra cosa lo svolgimento della nostra realtà. Il lavoro successivo starà nel monitorare l’atteggiamento e incoraggiare il cambiamento. Se riusciamo a fare tutto ciò, saremo in grado di ottenere qualsiasi mutamento, oltre a diventare consapevoli e padroni dei meccanismi che influenzano direttamente la nostra vita quotidiana. Prossima uscita per BioGuida Edizioni:

Dizionario Somatico di Ivana Ban www.bioguida.com info@bioguida.com

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LA VIA DELLA SCIENZA

Il cromatismo dell’iride: “action painting” dell’inconscio? di Elisabetta Conti (iridologa) www.adacqua.net

L’

“action painting” (pittura d’azione, pittura gestuale) è uno stile pittorico legato all’Espressionismo che si diffuse tra gli anni ’40 e ’60 del Novecento: pittura immediata, libera, spontanea, nella quale tutto il corpo dell’artista viene coinvolto nella realizzazione dell’opera, di cui l’esecuzione è affidata alla gestualità del braccio. Una pittura fatta con spruzzi, macchie, sgocciolature di colore (dripping) dal pennello o direttamente dal barattolo (pouring) sulle superfici in tela o cartone predisposte ad accoglierle, poste in posizione orizzontale,camminandovi attorno, o addirittura sopra, trasportato dalla ritmicità del gesto. I segni che ne conseguono configurano un’immagine caotica, un intreccio irrazionale ed informale di colori e linee, frutto di una gestualità apparentemente casuale, in realtà ritmica e rituale, che vuole portare in superficie le motivazioni nascoste dell’inconscio. L’opera d’arte diventa espressione di un soggettivismo esasperato, dell’azione “automatica” dell’inconscio: la tela è mezzo e tramite fra la materia, il colore, il segno, e l’inconscio dell’artista. Il risultato non dipende da scelte formali o concettuali coscienti, ma è frutto del gesto puro, di un automatismo psichico che delinea forma e contenuto liberamente ed irrazionalmente: non vuol spiegare, solo esprimere. L’automatismo psichico, con l’annullamento di ogni residuo cosciente, trova nell’inconscio una materia di ispirazione vasta ed inesplorata, in grado di liberare la tensione accumulata in molte e successive esperienze, comprendendone i germi. Gli espressionisti 32

astratti come Jackson Pollock e Willem de Kooning parlano della loro pittura come un’arena all’interno della quale vengono a patti con l’atto della creazione. (www.artonweb.it/artemoderna). Pollock trascorse la sua gioventù tra l’Arizona e la California ed ebbe modo di entrare in contatto con i nativi americani Navajo, la loro tradizione culturale orale, le loro cerimonie e i loro miti.. Vide la tecnica della “pittura con la

sabbia”: gli sciamani in uno stato di estrema concentrazione (trance) versavano sabbie colorate su una superficie piatta che potevano avvicinare da ogni lato, seguendo il ritmo del gesto, della danza, degli strumenti a percussione e talvolta di “droghe” per favorire il viaggio nel mondo degli spiriti. I “disegni psicoanalitici” creati da Pollock (in cura da uno psicanalista junghiano per alcoolismo) sono in effetti simili a quelli degli artisti nativi: entrambi combinano elementi astratti e geometrici che si originano dai recessi più profondi della mente. Essenzialmente, l’“action painting” nell’arte contemporanea e il rito pittorico dei nativi americani (e non solo: lo sciamano è una figura di estrema rilevanza in tutte le culture primitive) si esprimono con lo stesso modello di linguaggio visuale e senza tempo...

Il “nuovo” iridologo, sciamano dell’iride Anche le nostre iridi possono paragonarsi alla tela sulla quale l’inconscio, seguendo una tecnica di “dripping e pouring”, crea un intrico drammatico di sgocciolature e laghi di pittura. Ai colori si intrecciano i fori, i solchi e i rilievi della trama - come già abbiamo visto - intorno al buco nero della pupilla), registrando nei nostri occhi le tracce di “quella qualità misteriosa, magica, ‘numinosa’ del substrato archetipico che pulsa sotto la superficie dell’esperienza cosciente” per usare le parole di C. G.Jung . L’iride potrebbe dunque essere paragonata alla back-door della coscienza, ingresso del processo olotropico (cioè muoversi verso una coscienza più espansa) in cui il campo esistenziale dell’uno è la sfera universale del Tutto. Perdendo il senso dell’io l’uomo regredisce a stati dell’essere cosmico immedesimandosi nei regni vegetali, minerali e biologici (Stanislav Grof, “Psicologia transpersonale”). E anche il teorico e scienziato dei sistemi Ervin Laszlo, che ha ipotizzato un campo Akashico di natura quantica (PSI Field) dove eventi soggettivi sono interconnessi transpersonalmente in un universo che si imprime della memoria akashica a qualunque livello


della quotidianità, un accesso temporaneo ad una dimensione diversa, avvenuto anche attraverso una malattia o un forte trauma. I segni cromatici nell’iridologia classica Dopo questa premessa, vediamo come i segni cromatici sono interpretati nell’iridologia classica. Lo studio dei cromatismi iridei è sempre stato oggetto di profonda attenzione da parte di tutti gli iridologi, ma dobbiamo al dott. Siegfried Rizzi una classificazione particolareggiata sui rapporti fra colori delle macchie e il malfunzionamento di determinati organi legati alla depurazione dell’organismo, alla digestione, alle difese immunitarie o alla produzione di sostanze ormonali. di esperienza. Laszlo, E. (1995): “The interconnected universe: Conceptual foundations of transdisciplinary unified theory”). Non c’è da stupirsi perciò se l’iridologo, dopo le prime esperienze di lettura simbolica, si abitui a scorgere sulla trama dell’iride simboli e forme archetipiche (Poco menzionato è il pioniere di questo tipo di ricerca, Alessandro Bisetto, iridologo e ricercatore olistico del trevigiano , che molto ha insegnato a ben più noti maestri delle nuove scuole ). Talvolta i “simboli” che appaiono nell’iride del soggetto analizzato possono rappresentare volti, numeri, animali , piante e minerali, vivi e defunti a colloquio, esseri mitologici, immagini ricorrenti a livello onirico, un desiderio irrealizzato, ma non mancano oggetti della quotidianità (l’arredo di casa o gli “strumenti”degli hobbies preferiti, o le caricature poetico/ironiche, talvolta sarcastiche, di amici e parenti che hanno influenzato in qualche modo la vita della persona che abbiamo davanti). Questo aspetto andrebbe molto approfondito prendendo in considerazione la forma delle macchie e la loro interazione con gli altri segni espressivi dell’iride. Di particolare interesse è l’eterocromia (una delle “costituzioni iridologiche”): ad esempio, la pigmentazione scura sulla trama più chiara, può indicarci un momentaneo “oblio”, un oscuramento

I segni bianchi o più chiari indicano un’infiammazione acuta da parte di scorie derivanti da un disturbo metabolico acuto, per esempio: virus, batteri, funghi, sostanze inquinanti ambientali ed alimentari. I segni scuri indicano una diminuita funzionalità organica. I segni giallo-bruni indicano una malattia cronica. I segni neri o segni difettivi indicano una malattia degenerativa e corrispondente sia del foglietto anteriore che del foglietto posteriore dello stroma.

“painting action” del nostro inconscio. Perché non provare? Questi che seguono sono solo alcuni esempi. E’ noto che nella Medicina Tradizionale Cinese (M.T.C.) gli organi sono correlati ad aspetti psichici (psichismo degli organi: Fegato/Collera; Milza e Pancreas/Preoccupazione; Reni/Paura; Polmone/Tristezza ecc.).

I pigmenti Si presentano come dei piccoli grumi o granellini di colore più intenso rispetto quello di base dell’iride I colori delle macchie Ecco alcuni esempi del colore delle macchie e del messaggio che trasmettono: una volta determinato il colore e individuato l’organo corrispondente, si può anche considerare l’ipotesi che alla base della comparsa del pigmento possa esservi un’emozione “negativa”. Ed ora a voi... E’ capitato a tutti di notare le macchie che spiccano molto spesso sul colore base della trama dell’iride. Vogliono esprimere molto e interpretarle può aiutarci a risolvere problemi fisici, psicofisici, relazionali e a conoscere la 33


LA VIA DELLA SCIENZA

BIANCO Il colore bianco che compare localizzato in una determinata zona dell’iride, può avere diversi significati. Innanzitutto è segno d’infiammazione con aumentato afflusso di sangue, oppure d’iperfunzione dell’organo che si proietta nella zona corrispondente. NERO (marrone molto scuro) Secondo il dott. Rizzi tale aspetto cromatico è da mettere in relazione con la funzione del polmone (e intestino crasso). Si parla di polmone per intendere l’intera funzione respiratoria. Difficoltà di contatti con la propria interiorità e conseguente rapporto alterato con gli altri. ARANCIONE Un bel colore arancio porta la nostra attenzione sul funzionamento delle ghiandole genitali. Può indicare problemi della funzione ovulatoria o mestruale nella donna. A livello psico-emotivo, invece, potremo avere informazioni sulle problematiche di relazione sessuale legati alle affinità di carattere, di emozioni, di condivisione del significato della vita. MARRONE l colore marrone è associato al fegato. Il fegato è un organo dalle molteplici funzioni e con l’esame iridologico siamo in grado di valutarne alcune, in base a due tonalità: il marrone medio ed il marrone scuro. Nellla MTC il fegato governa l’iniziativa personale, ha come sentimento associato la rabbia, la collera, intesa anche come coraggio per superare gli ostacoli (giovinezza). Marrone medio Il marrone medio è rapportato alla funzione metabolica, endocellulare. Marrone Scuro Questo colore c’informa che il fegato ha difficoltà ad eliminare la bile. Possono verificarsi accumuli di tossine, di colesterolo, difficoltà a digerire i grassi, alterazioni della normale omeostasi ormonale. Beige / aranciato l colore beige /aranciato è in relazione con le funzioni del pancreas/milza. Possono verificarsi difficoltà di digestione o di metabolismo degli zuccheri. In MTC: difficoltà nel programmare e nel memorizzare, per eccesso di emotività. Giallo chiaro Il colore giallo paglierino porta la nostra attenzione verso i Reni e l’apparato urinario. Problemi legati alla presenza di sostanze tossiche idrosolubili, quali l’urea e gli acidi urici. In MTC: difficoltà nel prendere decisioni, paura delle scelte e nel riconoscere il proprio lato “complementare” (maschile/femminile). 34



LA VIA DEGLI ANIMALI

Gli animali non mentono mai di Andrea Sergiampietri (medico veterinario omeopata) www.homeocode.info

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ncora ai tempi dell’università pensavo che uno studio veterinario potesse a buon diritto e beneficio essere affiancato a quello di uno psicoterapeuta: immaginavo che la sala d’aspetto potesse essere comune. Strada facendo non ho mai abbandonato questa idea e ho avuto la buona sorte di incontrare persone, colleghi e non, che hanno donato acqua e fertilizzante a questo seme... forse di follia! Gli studi universitari hanno fornito la conoscenza di “come funziona” l’organismo sano, dalla fisiologia cellulare a quella di organi e apparati, e di “cosa accade” a queste strutture durante la malattia. Ho imparato a leggere il linguaggio del corpo sano e quello malato, in pazienti che come è noto non verbalizzano nel nostro idioma, il loro benessere o il loro malessere. Gli studi successivi corroborati da interessi apparentemente non veterinari, mi hanno dato gli strumenti per iniziare a comprendere il senso del discorso dell’Animale, non necessariamente malato, e quanto questo flusso comunicativo sia importante nella relazione con il suo Umano.

Contatto pieno e proiezione L’incontro di un essere umano e di un animale dà vita ad una relazione. In essa ognuno gioca una sua parte e, in maniera diversa, sia l’umano che l’animale donano e ricevono l’uno dall’altro. L’animale nella relazione si aspetta di ricevere protezione, cura, cibo e presenza ... presenza come amore e pieno contatto. Con pieno contatto non intendo tanto uno scambio continuo di effusioni, abbracci e carezze quanto un sincero incontro tra l’essere umano e l’animale in grado di rinnovarsi istante per istante. In parole povere potremmo immaginare che il gatto Asdrubale socchiudendo le palpebre verso il suo umano dicesse “Guardami! Sono davanti a te e siamo in questa stanza formata da pareti, pavimento, oggetti di ignota funzione e un tetto. Siamo io e te e questo è reale ed è quello che c’è adesso.. non passare questo nostro tempo a preoccuparti per quello che accadrà domani o a perderti tra flutti cangianti e insidiosi di ansie o entusiasmi privi di consistenza. Io e te in pieno contatto: un istante di eternità”. Semplice vero? Il “pieno contatto” è condizione essenziale per una vera relazione. L’animale è avvantaggiato, vivendo prevalentemente nella dimensione del “qui e ora” (ma non esclusivamen-

te), rimane in uno stato di equilibrio dinamico tra quelli che sono i suoi veri bisogni e le necessità dell’ambiente in cui è. Senza mettersi a disquisire del livello di autocoscienza e consapevolezza raggiunto dal regno animale in quest’epoca, sono convinto che i miei gatti abbiano un più che adeguato contatto con i loro veri bisogni, ben superiore al mio con i miei. Un buon contatto con le proprie vere e reali istanze, i propri desideri sani, in una parola “con sé stessi” è una delle condizioni essenziali per essere e rimanere in relazione con “l’altro”: banalmente se il sottoscritto si trova a camminare per strada senza sapere dove desidera essere e perché, avrà poche possibilità di giungere in alcun luogo, incontrare e riconoscere chi può essergli



LA VIA DEGLI ANIMALI

di aiuto o dare un senso alle informazioni a lui destinate. Per questo l’animale è avvantaggiato: quando si mette in relazione con il suo umano, esso è sincero già solo perché non sta mentendo a sé stesso. Quando ci si mette in contatto con il proprio animale e si è persa l’autenticità verso sè stessi, non percependosi è probabile che non si possa percepire nemmeno l’animale... e magari veda nel mio gatto o nel mio cane qualcosa che poco ha a che fare con lui. Cani vestiti con capi firmati sono un esempio, non l’unico, dell’effetto sull’animale di una proiezione dell’uomo. La signora Laura ha una cane di 11 anni. L’animale ha diversi problemi di salute, alcuni sono cronici e così inseriti nell’organismo da modificare organi e apparati, come una parte del polmone destro non più funzionante e le formazioni cistiche a carico di fegato e milza. Da queste modifiche strutturali dipendono in parte alcuni sintomi “acuti”, come crisi di affanno e tosse, febbri ricorrenti oppure fenomeni dissenterici. Seguendolo quotidianamente e facendo somministrare rimedi omeopatici il massimo possibile ben calibrati, lo stato di salute dell’animale mostra una tendenza migliorativa con periodi di crisi più leggere e periodi di benessere duraturi. Confrontando la situazione attuale con quella di sei mesi fa, quando solo la somministrazione continua di antibiotici scongiurava tosse e temperature oltre i 40°, la qualità di vita dell’anima38

le è sensibilmente migliorata. Sembra però non essere sufficiente: ogni volta che il cane sta meglio, immediatamente la signora Laura trova un altro potenziale problema da prevenire oppure una qualche caratteristica dell’animale che si potrebbe migliorare. Alla fine esasperato dalle continue richieste cerco di farle notare questo suo bisogno di avere sempre qualcosa da fare per l’animale, non tanto perché stia bene ma perché stia meglio. La sua risposta è molto sincera, mi racconta di aver perso una persona a lei molto cara e di aver provato un grande senso di impotenza durante la sua malattia. Adesso con il cane non riesce a permettersi di non fare qualsiasi cosa per il bene di questo “animale”. Sostanzialmente al cane malato viene sovrapposto un fantasma del passato e questo ha conseguenze dirette sulla vita dell’animale: un eccessivo interventismo terapeutico può portare a risultati pericolosi anche utilizzando la medicina omeopatica. Queste proiezioni impediscono lo stabilirsi di un vero contatto con l’animale fintanto che non vengono individuate e gentilmente rimosse. In questa dinamica relazionale l’animale ci fa il suo primo dono: permettere di “vestirlo con il capo da noi firmato”. Se e quando ce ne rendiamo conto allora il dono si completa con la possibilità di liberarci da un certo quantitativo di zavorra esistenziale. Un Animale felice e appagato è tale unicamente se il suo Umano di riferimento lo è.

Una relazione vera Solo rimuovendo le proiezioni, possiamo iniziare a vedere l’animale con la possibilità di cogliere il senso del suo discorso, il dialogo tra parti disponibili ad uno scambio comunicativo nutriente. La disponibilità dell’animale parte dall’affidare la propria vita ed evoluzione a noi. La nostra prima difficoltà è sicuramente quella di sviluppare un senso di responsabilità così forte da superare il potere del senso di colpa. Contemporaneamente è necessario mostrare una volontà di comprensione, acquisire strumenti, esercitarsi quotidianamente e soprattutto sviluppare l’umile accettazione che quello che mostra il nostro animale è qualcosa che ci appartiene profondamente ed è vero: nettamente più vero dei mille racconti che siamo soliti fare a noi stessi su come stiamo e cosa è o non è importante. Il nostro animale ci dona la possibilità di guardare con verità in noi stessi. La signora G. ha una gatta, periodicamente questo animale si lecca così insistentemente da rimuovere tutto il pelo sulla pancia. E’ un modo esagerato di prendersi cura di sé, tecnicamente grooming eccessivo, derivante da stati d’ansia quando non ci sono altre cause organiche determinanti come per esempio parassiti o infezioni cutanee. La gatta non ha parassiti e non arriva a ferirsi, non morde la sua pelle, solo si lava e rilava per ore ed ore. Un giorno la signora mi chiama perché il suo animale, dopo un periodo di benessere durante il quale il pelo stava ricrescendo, improvvisamente si è “autodepilato” non solo la pancia ma anche la zona del torace sopra il cuore. Le domando cosa è accaduto di toccante in quel giorno. Mi racconta che stava finalmente per realizzare un importante e anelato progetto, quando il suo compagno e socio di affari ha avuto un ripensamento. Di fronte ad una possibile vanificazione del progetto lei si è da subito mostrata paziente e comprensiva nei confronti del compagno con l’intento di sostenerlo e tutelarlo qualsiasi fosse la sua decisione. Apparentemente un comportamento molto maturo ma. in realtà. quello che si è verificato è stato un’interruzione del contatto tra la signora e sé stessa per non vedere la propria ferita e la delusione (cuore), evi-


tando di manifestare rabbia o chiedere dettagliate spiegazioni. Già, solo con parlare dell’accaduto ha ripreso maggior contatto con sé stessa permettendo la rabbia e la sua manifestazione esteriore, attraverso un dialogo determinato a tutelare i suoi veri bisogni, ristabilendo un dialogo forse meno piacevole ma sicuramente più autentico con il compagno. Questa ripresa di coscienza ha favorito l’azione della terapia prescritta determinando la cessazione del comportamento della gatta. Ovviamente una volta individuato il problema e una via di soluzione, soprattutto per alcune tematiche a carattere ricorrente, bisogna anche cercare di non abbassare la guardia per mantenere il ritrovato e condiviso benessere tra umano e animale. Con-senso informato L’animale o gli animali che vivono con noi condividono non solo il nostro rifugio ma anche coabitano tutti i nostri contenuti interiori espressi e non (figura 1). Questi contenuti possono essere immaginati come onde che permeano l’ambiente. L’animale semplicemente offre sé stesso dando sostanza e dinamica percepibile a queste nostre “emissioni” non materiali ovvero emozioni, sia piacevoli che non, pensieri, azioni portate a termine o trattenute. Le cause di malattia classicamente note come virus, batteri, miceti ma anche traumi, sindromi metaboliche, sindromi gene-

tiche, allergie, intolleranze eccetera, non perdono importanza, anzi sono fondamentali come l’inchiostro per una penna affinché possa lasciare un segno sulla carta. L’animale dà voce alle nostre istanze esistenziali: minore è la nostra autoconsapevolezza, maggiore sarà il volume di questa voce. Acuendo i nostri sensi è possibile riuscire a cogliere anche i sussurri, è qualcosa che si può imparare, è qualcosa che può essere insegnato. Prima di imparare a leggere, i libri erano per me un insieme di pagine da far frusciare, illustrazioni su cui sognare e tanti tratti, indecifrabili segni di inchiostro scuro, posti uno a breve distanza dall’altro come in un ordinato schieramento. Osservandoli cercavo di capire il nesso, che poteva esserci con le vicine illustrazioni, oppure potevo fingere di leggerle inventandomi una storia, più o meno aderente a quella che uno dei miei nonni mi avevano raccontato tenendomi seduto tra quello stesso libro aperto e le sue ginocchia. I segni erano indeci-

frabili e lo sarebbero stati fintanto che qualcuno non mi avesse insegnato a comprenderli. Il processo di apprendimento fu come un viaggio: imparare il suono di ogni singolo segno e poi il significato di gruppi di segni, le parole, quindi abbracciarne interi gruppi ovvero il senso di una frase e così via viaggiando per paragrafi, capitoli fino a decifrare e svelare il segreto nascosto in un intero libro. Un buon osservatore è in grado di far tesoro dei messaggi animali e, correggendo la propria direzione, recuperando il proprio sentire, ammaestrando il proprio pensare, è in grado di restituire in termini di pace e benessere all’animale il suo dono. Gli animali non mentono mai, ci parlano attraverso segni, comportamenti, sguardi, suoni e talvolta sintomi. Il problema è imparare a comprendere, cosa stanno cercando di comunicarci e non è molto diverso dalla difficoltà di imparare a leggere; in questo caso, così come fu per l’alfabetizzazione, sono necessarie poche ma essenziali cose: la voglia di farlo, un buon metodo e qualcuno che ci aiuti a comprendere per lo meno le basi, i rudimenti. Una volta compreso il messaggio, quanto meno nelle sue generalità o ancor meglio nelle specifiche che riguardano noi e la nostra biografia, potremo scegliere cosa farcene e affrontare o meno il percorso di risoluzione. Ringrazio le persone che hanno acconsentito a condividere le loro storie in questo articolo, oltreché Chiara, il labrador, e Bambolina, la gatta.

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PAROLE E MUSICA

Raphael Gualazzi

Happy Mistake (Sugar)

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appy Mistake” è il nuovo album di Raphael Gualazzi. Tredici brani ricchi di idee, invenzioni, dettagli che rompono gli schemi e spiazzano l’ascoltatore, tra soul, gospel, country, blues, rock e l’immancabile jazz, con omaggi sorprendenti a Giuseppe Verdi (“Questa o quella per me pari non sono”) a Nino Rota (“Improvvisazione su temi di Amarcord”), e i duetti straordinari con la francese Camille in “L’amie d’un Italien (Rainbows)” e le angloitaliane Puppini Sisters (“Welcome to my hell”). Un lavoro di cui lo stesso Raphael, il trentunenne “artigiano della musica”, è autore, compositore, arrangiatore e produttore. Ascoltare Gualazzi vuol dire entrare nel suo straordinario mondo fatto di musica d’autore, blues, soul, jazz elementi che confluiscono nelle loro forme più tradizionali e contestualmente più moderne attraverso un processso di alchimizzazione originale e innovativo. Nel nuovo disco l’artista marchigiano si dimostra riflessivo e nello stesso tempo appassionato, timido ma incontenibile. “Happy Mistake” contiene anche i due brani portati dall’artista sul palco dell’Ariston, “Senza Ritegno”, il rock intriso di riferimenti jazz (non ultimo l’intervento di Fabrizio Bosso che aveva già collaborato in “Follia d’Amore”) e “Sai (Ci basta un sogno)”, scelta dalla critica e dal pubblico di Sanremo come canzone che si è guadagnata la finale. Il brano è una ballata di pura classe ed emozione, arrangiata da Vince Mendoza e registrata presso gli studi di Hilversum (Amsterdam) con la Metropole Orkest (come anche “Rainbows”). Un intenso e vibrante inno al pensiero positivo ed un incitamento ad andare avanti. Nella versione digitale di “Happy Mistake”, oltre alle 13 tracce, è disponibile su iTunes come bonus track anche la versione tutta personale di Gualazzi di “Luce - Tramonti a Nord Est”, il brano con cui Elisa vinse Sanremo nel 2001, cover interpretata da Gualazzi sul palco dell’Ariston nella serata di “SanremoStory”.

Tania Maria

Canto (Sud Music /EGEA)

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ania Maria è l’indiscussa regina della nuova musica brasiliana, e che ha con il suo stile riunito le due Americhe, quella del Sud con i ritmi caldi del samba e del chorinho, con quella del Nord dagli accenti tonici e nostalgici del jazz e del blues. Non si accontenta di sovrapporre queste sonorità, ma crea risonanze, corrispondenze e tensioni che conferiscono alla sua musica un’energia am-

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a cura di Francesco Giordano

maliante, ricca di energia e carica emotiva che riescono a catturare le platee di tutto il mondo. Nata a Sao Luis, fin da giovanissima ha cantato e suonato nei bar e nei club, che perciò le sono familiari allo stesso modo dei grandi teatri che si sono aperti per lei quando ha conosciuto il grande successo. All’età di soli 13 anni era già leader del gruppo fondato dal padre. Tania ha registrato il suo primo album all’età di 20 anni, mettendo in luce il suo potenziale e il suo stile unico: un mix sorprendente di ritmi brasiliani e armonie jazz, unito a raffinate melodie. Ha firmato dischi per etichette di prestigio quali la Concord, la Blue Note, ha vinto il prestigioso Golden Feather Award, assegnato dal compianto Leonard Feather che era forse il critico più severo di chiunque altro. Il suo nuovo lavoro “Canto” è stato nominato come Best Latin Jazz Album alla XXIII Edizione dei Latin Grammy Awards. Dopo quasi quarant’anni, 25 album, e grandi successi internazionali come “Piquant”, “Come With Me” e “Made in New York”, Tania Maria è universalmente riconosciuta come uno dei veri grandi talenti della scena musicale brasiliana ed è amata in tutto il mondo per la sua voce inconfondibile e per il suo tocco unico al pianoforte. Punto di riferimento del jazz brasiliano, Jobim stesso la definì «la miglior artista brasiliana di jazz», Tania Maria è in realtà un’artista poliedrica come testimonia il nuovo “Canto”, che giunge dopo alcuni anni di silenzio discografico. In questo lavoro l’artista riunisce le sue tre anime: la sua formazione classica, la sua passione per la musica tradizionale brasiliana e l’amore per il jazz nordamericano. Nell’album Tania Maria è affiancata da Gó Do Trombone, Andre Gomes e Tinoco Amaral al trombone, Flavio Bala al sax, Edmundo Carneiro e Julinho Gonçalves alle percussioni, Marc Bertaux e Thierry Fanfant al basso, Luiz Augusto Cavani alla batteria e il Coro Copacabana.

Jonathan Butler

Grace and Mercy (Rendezvous/EGEA)

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onathan Butler è il chitarrista più noto proveniente dal SudAfrica. Gli orrori dell’apartheid non gli hanno impedito di formare una cultura musicale sin da giovanissimo. Considerato ragazzo-prodigio, Jonathan, ultimo di 12 figli, già dodicenne suonava perfettamente la chitarra mentre il debutto discografico arrivava nel 1977 a soli 16 anni con l’inglese Jive Records. Butler che da tempo ha lasciato la terra natia per dividersi fra Europa e States ha indubbiamente assimilato a tal punto la musica occidentale che nel suo stile è più facile trovare elementi che possono accomunarlo a Stevie Wonder o a George Benson che non agli autori della sua terra d’origine. Del resto la sua musica è ora più che mai

una riuscitissima sintesi di pop, R&B e smooth jazz, genere quest’ultimo del quale Jonathan è uno degli esponenti in assoluto più apprezzati a livello internazionale. Il suo nuovo album intitolato “Grace and Mercy” rappresenta per Butler un momento di riflessione, un’occasione per fare il punto sulla sua vita e sulla sua carriera. “Queste canzoni si basano su esperienze personali - spiega Butler - La gente dà sempre per scontato che poiché sei un artista e viaggi per il mondo non hai problemi e non hai delusioni nella vita, ma non è vero. Le abbiamo tutti”. Supportato dalla sua straordinaria voce soul, in “Grace and Mercy” Butler propone una selezione di brani che possano aiutare ad affrontare i tempi difficili in cui viviamo. “Questo album parla di ottimismo, fede e speranza, soprattutto alla luce di quello che tutti hanno sperimentato negli ultimi due o tre anni. Spero che questo album porti speranza alle persone”.

Fourplay

Esprit de Four (HeadsUp/EGEA)

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Fourplay sono un tipico esempio di come il jazz possa essere reso godibile e fruibile senza cadere nello scontato: nel 1991 quattro formidabili solisti come il tastierista Bob James, il bassista Nathan East, il batterista Harvey Mason e il chitarrista Lee Ritenour, decisero di realizzare un progetto comune, dopo aver collaborato all’album Grand Piano Canyon di Bob James. Da allora hanno affiancato alla carriera solista la preziosa collaborazione comune che li ha portati, come Fourplay, a diventare uno dei nomi di riferimento nel panorama contemporary jazz internazionale. L’unica doppia staffetta vissuta dalla formazione arriva nel 1998 quando Larry Carlton prende il posto alla chitarra di Lee Ritenour e successivamente nel 2010 con l’album Let’s touch the sky, con Carlton che a sua volta passa il testimone a Chuck Loeb, altro grande maestro delle sei corde. Il nuovo album di inediti “Esprit De Four”, tredicesima fatica discografica della straordinaria formazione. Il disco si riallaccia idealmente al precedente “Let’s Touch The Sky”. «Avevamo fatto nostro il suono di Chuck e ci eravamo divertiti molto a suonare la nostra nuova musica dal vivo» spiega Bob James. «Eravamo ansiosi di dare un seguito alla nuova direzione intrapresa dalla band». “Esprit De Four” raccoglie brani scritti da tutti e quattro i membri della band e conferma non solo la straordinaria intesa musicale di questi quattro musicisti, ma anche la loro rinnovata voglia di ricerca. Pur rimanendo fedele al suono dei Fourplay, l’album è ricco di nuovi stimoli e suggestioni diverse che arricchiscono il linguaggio del gruppo ed è stato selezionato come uno dei migliori 10 album usciti nel 2012 in U.S.A.



PAROLE E MUSICA

a cura di Mari Valentini

Chantale Robinson

Thomas Cleary

Sergio Givone, Remo Bodei

Massaggi per cani e per gatti

Wumenguan

Beati i miti, perchè avranno in eredità la terra (Lindau edizioni)

(Ed. Oscar Mondadori)

Tecniche per il benessere e il relax del nostro amico a quattro zampe (Edizioni Sonda)

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iamo indotti a credere dal nostro tempo che la mitezza sia sinonimo di remissività, di arrendevolezza e mancanza di forza reattiva. E invece la storia antica di questa parola ci insegna tutt’altro, come ben spiegano gli autori di questo prezioso viatico, con riferimenti biblici ed etimologici di ammirevole precisione. Riscoprire, in controtendenza, la matrice di una difficile attitudine etico-politica ed umana è infatti il pensiero fondante attorno a cui ruota la riflessione di Givone e Bodei. Da prospettive differenti, eppure complementari, l’una teologica e l’altra filosofica, viene analizzata e studiata la propensione psicologica ed emotiva “mite” del cammino umano nel mondo delle relazioni. Mite è colui che è paziente, che non si gloria di sè stesso tramite l’aggressività, mite è ciò che a che fare con il respiro dell’essere, con la grazia. I due saggi che comprendono il volume confrontano i diversi significati che assume la mitezza nel pensiero greco e giudaico-cristiano, ed in particolare nei Salmi del Vecchio Testamento, nelle Lettere di San Paolo, nella concezione ascetica e mistica medievale. Ma uno spazio importante di questo piccolo volume è dedicato anche alla modernità, ai grandi pensatori della mitezza evangelica, da Tolsoj a Gandhi, fino alle più recenti riflessioni di Bobbio. Il lavoro arricchisce le sue riflessioni riguardo alla “terza Beatitudine” sulla necessità di radicare a terra il pensiero dei miti perchè la grande debolezza della modernità è stata quella di indebolire il pensiero “elementare”, quello che muove gli interrogativi fondamentali del rapporto dell’uomo con il mondo e la sua carica di spiritualità. 42

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l benessere del massaggio a “quattro zampe” è possibile? Pare proprio di sì per l’autrice di questa pubblicazione che si concentra sulle tecniche di rilassamento dedicate ai nostri fedeli e pelosi amici di sempre, cani e gatti. A suo avviso, creare un contatto di sintonia tattile tra umani e animali non è nulla di più facile. Basta, naturalmente, tener conto delle loro abitudini, caratteri, inclinazioni, età, per esercitare un canale di comunicazione efficace ed immediato, per esprimere una partecipazione emotiva, un legame affettivo, un messaggio universale d’affetto. E’, questa, una guida precisa e puntuale e arricchita di foto, utili a fornire informazioni sull’anatomia canina e felina, sull’ossatura e la muscolatura, sulle patologie delle articolazioni, sul sistema circolatorio. Tutte le indicazioni preliminari al massaggio sugli animali sono mirati a sapere ciò che occorre prima di cominciare e come comprenderne i benefici ed eventuali controindicazioni, come prepararsi alla “seduta” del massaggio e al contatto con il nostro animale da compagnia. Tocco superficiale, profondo, stretching che può coinvolgere determinate parti del corpo dell’animale (pelle, muscoli, ossa) per scoprire ed affinare la nostra intesa con il loro corpo, e concederci un reciproco momento di complicità e relax. Perchè i massaggi sono un soprattutto un gesto d’amore.

koan oggi sono divenuti famosi poiché utilizzati alla stregua di argute storielle che, nelle fulminanti battute di un dialogo o in un’essenziale trama narrativa, nascondono piccole perle di saggezza valide per la nostra caotica vita di tutti i giorni. In realtà, essi rappresentano gli insegnamenti fondamentali della filosofia Zen, essendo stati utilizzati in origine come potenti strumenti di meditazione da parte dei maestri della scuola Rinzai (Lin Chi). E’ tale particolare scuola, infatti, che ha utilizzato e sviluppato questo particolare metodo di concentrazione, il cui scopo effettivo era quello di “rompere” gli schemi logico/lineari del pensiero razionale, costringendo la mente ad infrangersi contro un paradosso razionalmente insormontabile, superabile solo attraverso un “salto” che porti ad una dimensione concettuale del tutto diversa, intuitiva ed olistica, “Zen” appunto… Per questo essi appaiono a prima vista incomprensibili al lettore occidentale, enigmatici e sfuggenti. Il Wumenguan è una delle più popolari raccolte di koan: Thomas Cleary, profondo conoscitore della cultura e della letteratura cinesi, ci guida alla comprensione di questi piccoli tesori di saggezza. Attraverso cinque livelli progressivi di lettura ci viene illusrato così il significato letterale e quello nascosto dei koan, dove ogni testo è corredato con i commenti, in versi e in prosa, degli antichi maestri Zen. L’autore stesso suggerisce di leggere il libro in una sequenza di 5 volte, seguendo un metodo preciso, in modo da poter almeno avvicinarsi allo straordinario tesoro nascosto dietro questa antiche, semplici le parole.


Ricollegati alla Terra! Ti sentirai meglio! Prima dei tempi moderni i nostri corpi erano naturalmente collegati alla Terra. Nell’ultimo secolo ci siamo scollegati dalla Terra (scarpe di gomma ed abitazioni isolanti). Il corpo accumula elettricità statica, correnti elettriche indotte dai campi elettromagnetici e questo stato di elettrificazione può procurare nervosismo, depressione, tensioni muscolari e renderci vulnerabili a disturbi, dolori e malattie. Oggi gli studi scientifici dimostrano che il contatto con la terra ci protegge dai campi elettromagnetici, calma il sistema nervoso, riduce lo stress, le tensioni muscolari, i dolori e le infiammazioni. Dieci anni di ricerca e di feedback individuali mostrano una miriade di giovamenti determinati dalla messa a Terra (principalmente di notte durante il sonno). Una lista parziale: • allevia tensioni muscolari e dolori • migliora il sonno • protegge dai campi elettromagnetici ambientali (CEM) • normalizza il livello di cortisolo e riduce lo stress • riduce la glicemia nei diabetici • riduce la perdita di ioni calcio-osteoporosi • rafforza le difese del sistema immunitario • riduce l’aggregazione dei globuli rossi e migliora la circolazione

I benefici del contatto con la Terra A piedi nudi nell’erba o in riva al mare ci sentiamo tutti bene perché, connessi con la Terra, ci liberiamo delle cariche elettrostatiche e riceviamo elettroni antiossidanti ed antinfiammatori. Studi scientifici hanno scoperto che il contatto con la Terra, fonte inesauribile di elettroni liberi a carica negativa, può migliorare la circolazione sanguigna e neutralizzare i radicali liberi in eccesso, così da ridurre o da porre fine ai cicli di infiammazione cronica. I sistemi antistatici BHUR.EU ci riconnettono con il naturale campo elettrico della Terra in modo sicuro, al coperto, durante il sonno, il lavoro, lo studio ed anche nei momenti di relax.

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