Bioguida 46 bassa

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AUTUNNO 2014

N. 46 Trimestrale di ricerca olistica e 2,90

ITINERARI DELLO SPIRITO



BioGuida

ITINERARI DELLO SPIRITO n° 46 autunno 2014 Trimestrale di approfondimento e ricerca olistica. Aut. Reg. Tribunale di Trieste n° 1067 del 26/03/03

in questo numero

Testata iscritta al ROC n.16994. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1 CNS TS

Editore: BioGuida Edizioni di Pierpaolo Bon Sede: Piazza Vico 2, 34131 Trieste (TS) Tel. 040.3229773 - Fax 040.9890285 Info-line: 338.8852117 info@bioguida.com - ppbi@bioguida.net

La via dei viaggi:

La via della scienza:

Birmania: viaggio nell’animismo e nel buddhismo

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Spazio e tempo nei cerchi dell’iride

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Sito web: www.bioguida.com Abbonamenti: 040.3229773 - 338.8852117 info@bioguida.com CCP 51506707 Pubblicità e Marketing: 338.8852117 ppbi@bioguida.net Impaginazione: Luglio Fotocomposizioni, Trieste Stampa: La Tipografica, Udine. La riproduzione anche parziale di immagini o testi deve essere autorizzata dall’editore. La rivista viene distribuita esclusivamente in abbonamento postale o in punti selezionati e autorizzati. Nessun allegato alla rivista è da considerarsi tale se non esplicitamente autorizzato. L’editore si mette a disposizione degli autori delle cui opere non sia stato possibile risalire alla fonte. I diritti di immagini e loghi pubblicitari sono forniti dai clienti dietro loro autorizzazione e responsabilità.

Direttore responsabile: Pierpaolo Bon Direttore editoriale: Mari Valentini I nomi di questo numero: Marco Baston, nagualista. Susanna Berginc, operatrice di Metamedicina, numerologa, floriterapeuta. Antonio Bosna, libero ricercatore spirituale e teologo. Selene Calloni Williams, counsellor, Nonterapia, yoga sciamanico, psicogenealogia e costellazioni immaginali. Elisabetta Conti, antropologa, iridologa. Francesco Giordano, critico ed esperto musicale. Roberta Giurissevich, astrologa. Andrea Sergiampietri, medico veterinario, omeopata. Mirko Sollima, terapista in massaggio sonoro bioarmonico.

La via interiore:

Gli incontri:

La musica delle Sfere e le Campane Tibetane Planetarie 10 ....

Creatività e consapevolezza Ego e Metamedicina

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I luoghi: 16

La via degli animali: Animali e medicina omeopatica: piccole dosi per piccoli gatti

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La via delle stelle: I tipi planetari

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I luoghi della BioGuida

Sale

Parole e musica: 24

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Musica d’autunno

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Disegni e immagini: Cristina Bernazzani, Manuela Frisone, Moreno Tomasetig (quando non diversamente specificato)

In copertina: “Nebbia sul golfo” opera di Sabrina Degrassi


EDITORIALE

La vita dimenticata delle parole “Quando stai mangiando una mela tu e la mela siete parte di Dio. Quando vivi tu sei un centro di ruota e i tuoi raggi sono raggi di vita. Puoi girare solo intorno al tuo perno o scegliere di correre e andare.” Franco Battiato, La realtà non esiste

A

Fukushima nel 2011, in Giappone, i danni ad una centrale nucleare, in seguito ad una forte scossa di terremoto ed un conseguente maremoto, nonostante l’evacuazione di oltre 180.000 persone e gli interventi tempestivi, hanno causato una fortissima contaminazione radioattiva che si è ripercossa su uomini, animali, ma anche su piante e fiori, pesci e vegetazione marina, con danni incalcolabili in termini d’impatto ambientale. Subito dopo il disastro un piccolo altare sacro è stato issato nelle sue vicinanze per ricordare, con discrezione amorevole, tutte quelle creature che nel ciclo della loro vita sono state danneggiate e distrutte da quest’ennesimo incidente dei nostri tempi. Quest’atto d’attenzione può sembrare piccola cosa, ed è passato alle cronache con estrema e distratta velocità, in un servizio giornalistico che onorava il ricordo dell’accaduto, eppure è di rara e inusuale sensibilità, se si pensa alla tendenza a celebrare il nostro vissuto e passato di uomini solo in termini autoreferenziali, in cui tutte la parti della natura che ci circonda sembrano essere troppo spesso un margine irrilevante per il nostro stesso esistere, lì dove ne sono insostituibile linfa vitale. Basti citare, per esempio, quanto clamore abbia suscitato e stia suscitando nel cuore della nostra occidentale Europa, e in territorio carsico, in particolare, la commemorazione del centenario dello scoppio del primo conflitto mondiale, sorvolando completamente l’enorme tragedia toccata anche agli animali, oltre che agli uomini, alle donne e ai bambini che hanno vissuto la loro vita e la loro morte in quell’evento atroce della Storia del primo Novecento. Tra le rare pubblicazioni in merito, ammirevole invece, per precisione e completezza, vi è un libro delizioso di Eugenio Bucciol, sebbene datato di qualche anno, intitolato Animali

al fronte, con l’introduzione dell’indimenticabile atrofisica e animalista Margherita Hack, arricchito di alcune fotografie storiche e toccanti che ripercorrono piccoli e grandi gesti d’eroismo e sacrificio compiuti da piccioni messaggeri tra i confini nemici, cani utilizzati per il trasporto dei soldati feriti, cavalli e muli per quelli delle armi e dei viveri, galline immolate per segnalare la presenza dei gas, e non ultime pecore e mucche per sfamare gli eserciti, ed ancora orsi, che con modalità circensi si ritrovavano, innaturalmente costretti tra guinzagli e museruole, a dilettare le serate disperate e solitarie delle milizie in trincea, trascorse nelle interminabili pause tra una battaglia e l’altra.

A proposito poi di questi ultimi animali è difficile non pensare alle cronache estive dei nostri giorni, sempre costellate d’abbandoni e persecuzioni insensate nei loro riguardi, come le ultime vicende sul triste epilogo dell’orsa Daniza, inseguita, sedata e stremata fino alla morte in Trentino Alto Adige, per aver semplicemente difeso i suoi cuccioli da un umano che ha violato il suo spazio e, che invece, la consueta visione antropocentrica ha letto come una vittima innocente di un’aggressione insensata e reiterabile, dunque ritenuta d’estremo pericolo. Sembra che i ritmi della contemporaneità ci impediscano di ricongiuncerci con la nostra essenza primordiale e con la nostra profonda dimensione sacra, intesa nell’uno/ tutto delle creature e dei processi viventi. Una parola antichissima e dimenticata, che deriva dal latino sacer, e dall’indeuropeo sak, sag, dal sancrito sacate e significa

tanto al riparo degli dei, quanto ha in sé il senso arcaico del cercare, dello spingerci ad una dimensione che abbraccia tutto il cuore pulsante delle nostre manifestazioni e relazioni, del seguire accompagnando, e si può trovare anche nell’eco etimologico di lingue moderne, come del tedesco sauchen e del lituano segti, connettere, legare al Divino, ce lo ricordano. Un grande salto di spiritualità laica prima ancora che religiosa, che sembra smarrito se non in qualche eccezione, che non sa riportarci al ventre materno della nostra mente in connessione viscerale con il cosmo, come la definisce in un bel libro Christopher Bollas ne La mente orientale. Sacra e materna era ogni azione e pensiero umano: nascere, morire mietere il grano, accudire, fare la guerra contraddistingueva tanto le civiltà occidentali che quelle orientali, nel tempo mitico di una memoria e di una storia passata che concepiva la Divinità della Natura nella Natura. E’innegabile che ad un’interpretazione più scientista, il mistero del Sacro possa apparire come l’espressione dell’incredulità e dell’ignoranza degli uomini rispetto ad una spiegazione razionale degli eventi naturali, così poi com’è accaduto nel VI secolo A.C. nell’antica Grecia, all’origine della filosofia occidentale, nel passaggio dallo “stupore” del mondo, dal greco taumazein, al tentativo della sua “comprensione”, dal latino cumprendere, dunque cominciare a possedere i significati logici e “paterni” della realtà, e così poi come nel XVI e XVII secolo D.C. con i grandi pensatori europei che hanno fondato la Scienza e il pensiero Moderno con Galilei e Cartesio, per esempio . Di fatto una sacralità così intesa non è solo oggi difficilmente raggiungibile e vivibile, quanto addirittura minacciosa per i nostri paradigmi di pensiero. Eppure, a cominciare dalla semplice storia delle parole, ci è consentito un più facile abbraccio all’universo ed una dose d’amore e di comunione, con tutte le creature che ci circondano nel reciproco divenire molteplice, che ci è utile e benefica. Le vita antica delle parole apre sempre nuove costellazioni di speranza. Mari Valentini marivalentini@libero.it



LA VIA DEI VIAGGI

Birmania: viaggio nell’animismo e nel buddhismo di Selene Calloni Williams www.nonterapia.ch

I

l Myanmar è un paese in cui una natura forte e generosa regala ancora il brivido della selvatichezza, come nello stato Chin, dove sono presenti oltre 150 tigri del Bengala. Un paese che incanta per la bellezza e l’antichità dei suoi templi dorati, che risplendono alla luce del sole e della luna, avvincendo l’immaginazione dei viandanti. Ma la Birmania è un luogo magico soprattutto per la sua gente sorridente, che è riuscita a mantenere in vita tradizioni antichissime, capaci di presentare agli occhi del viaggiatore modi assai diversi di essere uomini. Appena arrivati, ci lasciamo alle spalle la città, addentrandoci nelle campagne e poi nella foresta alla ricerca di realtà umane sempre differenti da quella a cui siamo abituati, sicuri che dalla diversità abbiamo tutti molto da imparare. Distese a perdita d’occhio, campi di riso accompagnano il nostro viaggiare fino al limitare della foresta. Lo sciamano Nelle aree più a est dello stato Shan, incontriamo la città di Kyaninge Tong, nel famigerato “triangolo d’oro”, dove si fa commercio d’oppio e, malgrado i controlli governativi molto severi, ragazze e persino bambine vengono nascostamente vendute, a volta dai loro stessi famigliari, oppure rapite e spedite oltre confine, nella vicina Tailandia. Ma, al di fuori della città, si estende una fitta foresta collinare nella quale abitano, protette dalla natura, varie tribù. Gente che ancora oggi si sottrae alla cosiddetta civiltà, rifiuta la vita di città e preferisce quella antica e selvaggia dell’umanità primitiva. Camminando nella foresta incontriamo gli Akha, riconoscibili dal loro caratteristico copricapo borchiato. La maggior parte di essi sono stati convertiti al cristianesimo e al buddhismo.

Continuando a camminare, assai più all’interno della foresta, incontriamo gli Eng, una minoranza che mantiene intatte le tradizioni animiste. Siamo affascinati dai drappelli di uomini e donne che sono riusciti a mantenere in vita una religione così antica. Gli Eng indossano vestiti neri e si tingono i denti di nero, esprimendosi in tutta la loro bellezza “altra”. Presso di essi possiamo vedere il tempio animista, una capanna con il simbolo della fertilità: il fallo e la vulva rappresentati da alcuni legni stanno a garantire la prosperità della tribù e l’unione di tutti gli opposti, di morte e di vita, che è così

sentita presso gli Eng, come scopriremo tra breve. La nostra guida, che parla il linguaggio dello stato Shan, diverso dal birmano, cerca per noi il capo villaggio che è anche lo sciamano della tribù. Vogliamo avere la possibilità di parlare con lui. Quell’uomo, apertamente analfabeta, che vive di caccia e dorme in un pagliericcio, ci appare dotato di una saggezza profonda e antica. Allora chiediamo di sedere intorno alla fioca luce di una candela all’interno della sua capanna per poter parlarci. Gli metto in mano persino un piccolo microfono collegato alla


videocamera e lui lo accetta, ridendo. Facciamo molte domande, abbiamo sete delle sue parole perché sono diverse, enormemente diverse da tutto ciò che chiunque altro potrebbe dirci. Ci parla degli avi della tribù che vivono nella foresta. Il villaggio è la dimora dei vivi, la foresta quella dei morti e fornisce ai viventi i mezzi di sussistenza, permettendo la caccia, perciò la morte è il nutrimento della vita. Lo sciamano spiega che gli spiriti della foresta sanno ogni cosa e i vivi non hanno niente da imparare, devono solo saper chiedere. Gli Eng appaiono collegati ad una rete ben più vasta di internet... Siamo già tutti innamorati dello sciamano. Lui ci parla a mezzo di un linguaggio poetico che entra in noi come ambrosia, nutrendo una sete che neppure conoscevamo di avere. “Cosa sono i sogni?” Gli chiede una di noi. E lui risponde che sono gli spiriti che ci vengono a visitare, quelli che abbiamo incontrato nel nostro peregrinare diurno e non abbiamo preso con noi. Quando camminiamo in una foresta, o in una città, tutto ciò che incontriamo è dotato di spirito e dobbiamo prendere con noi quelli che ci riguardano; e se non lo facciamo, ci vengono a trovare di notte, nei sogni. La somiglianza di ciò che dice con i principi della psicologia del profondo e dei grandi cammini esoterici come il tantrismo e l’alchimia, è straordinaria: nella psicologia del profondo e nello yoga tantrico-sciamanico tutto ciò che viviamo è visto come una nostra stessa immaginazione o proiezione dell’anima,

dunque è uno spirito che noi stessi emaniamo, espirando. Le nostre proiezioni vengono poi ritirate inspirando, perciò si dice che nell’espirazione si ha il giorno e nell’inspirazione la notte. La notte è il momento in cui riassorbiamo la realtà, ritiriamo le nostre proiezioni e gli spiriti ritornano all’anima che li ha emanati. Lasciamo gli Eng con il cuore pieno di poesia, attraversando a ritroso la foresta, godendo di paesaggi naturali mozzafiato, nella luce avvolgente di un sole basso prossimo al tramonto, camminando tra erbe e cortecce profumate, seguiti dai bambini Eng che ci accompagnano ridendo e vociferando. Ci sentiamo arricchiti e, allo stesso tempo, più leggeri. Il lago Inle Il viaggio ci porta tra i meravigliosi paesaggi del lago Inle, chiamato la Venezia asiatica. Ci rilassiamo sulle gondole a motore che permettono di scoprire paesaggi lacustri densi di orti galleggianti e palafitte. Qui è abitudine fare coltivazioni sull’acqua. Dicono che i pomodori, cresciuti nell’acqua del lago, siano i più succulenti del mondo. Le case, interamente in legno, appoggiano su palafitte e i monasteri sono sospesi su enormi pali, come quello dei gatti che saltano, che deve il suo nome alla vecchia abitudine dei monaci di insegnare ai gatti a saltare in un cerchio.

È una magnifica serata, il cielo terso. È molto piacevole farci trasportare sulle acque fino a che una gigantesca luna piena si alza all’orizzonte tra gli alberi, riempiendo il lago di uno scintillio luminescente. Siamo estasiati da tanta bellezza. L’indomani all’alba partiremo per il remoto stato Chin. Abbiamo dovuto ottenere dei permessi speciali per raggiungere questo stato dove le minoranze etniche hanno idee secessioniste e il governo centrale non ama che arrivino i turisti. Le strutture turistiche qui sono praticamente assenti, sappiamo che non potremo avere i confort a cui siamo abituati ma scopriamo che, nel mezzo del parco naturale che ricopre una vasta porzione dello stato Chin, i confort non servono e una casetta di legno che non crea nessuna seria divisione con la foresta ci permette di riposare profondamente. Lo stato Chin L’indomani ci attende la visita ai villaggi. I Chin sono popolazioni di origine Tibeto-Birmana, migrate dal Tibet alla Birmania in tempi remoti. Si dividono in numerosi sottogruppi etnici: i Khami, i Chinbon, i Ton Chin, i Chin Pu, gli Yindu, gli Hueldo, gli Zanniack, i Kuelshi, i Ngun, i Tashun, i Lisol, i Titan, Saingyan, gli 7 Siyin, i Tehyan, i Din, gli Zo, i Khaung saing, i Thado, gli Wanngo, i


LA VIA DEI VIAGGI

Maro… questa lunga lista fornisce l’idea della complessità e della diversità etnica di una popolazione numericamente esigua che, agli occhi di chi appartiene alla cultura della globalizzazione, appare incredibile. Ogni gruppo ha i propri costumi e le proprie tradizioni. La lingua parlata nello stato Chin è ancora diversa da quella parlata nello stato Shan, perciò un’altra guida locale ci deve assistere. Le donne Chin si tatuano il viso. I vari clan utilizzano tatuaggi diversi per distinguersi e riconoscersi fra loro. Siamo fortunati. Camminando per i villaggi incontriamo personaggi straordinari. Una donna centenaria che sbuccia fave e ci racconta di avere sei figli, dei quali il più giovane ha ben settantotto anni. Una bellezza altra in un mondo altro. E, poco più un là, una donna dal viso tatuato, non distante dal centesimo compleanno, suona il flauto con il naso. Ancora qualche passo e ci imbattiamo nei bimbi che giocano nei pressi di una scuola. Poi la nostra guida viene a sapere che in una capanna del villaggio una donna malata sta per essere curata da una sciamana. Accorriamo chieden

do rispettosamente di poter assistere al rito. Siamo accolti con gioia nella casa della malata la quale ha gli occhi sbarrati. “È posseduta da uno spirito che le causa malessere” spiega lo sciamano del posto che ha invitato appositamente la guaritrice da un altro villaggio. Lui personalmente non poteva fare niente per quella donna, perciò ha chiesto l’intervento della collega. Riti di guarigione Assistiamo al rituale di guarigione che appare proprio come un rito di esorcismo. Viene sacrificato un gallo che poi, diviso in quattro parti, verrà posto agli angoli del villaggio. La sciamana-esorcista accende candele e chiama gli spiriti, suoi aiutanti, dalla foresta; poi fa dei segni sul corpo dell’ammalata. Quest’ultima, alla fine del rito, appare rilassata e sorridente; ciò che é successo veramente non sappiamo, ma la cosa più straordinaria deve ancora accadere. La sciamana-esorcista accetta di parlare con noi. Abbiamo molte domande da farle, ma lei non è interessata a queste in nessun modo. Ci prende le mani tra le

sue, ad uno ad uno. Esercita una leggera pressione delle sue dita sulle nostre, ascolta il flusso del sangue che scorre e poi ci racconta favole meravigliose che parlano di draghi, angeli, cavalli alati, laghi verde smeraldo, tesori nascosti, statue e strani animali che ci attendono nella foresta. Al primo momento ci sembra di essere storditi: non siamo abituati allo sguardo di qualcuno capace di vedere così profondamente. Sappiamo di essere mito, sappiamo di essere favole e sogni, ma che qualcuno ce lo dica così apertamente, una donna mai vista prima, sconosciuta, è veramente una cosa talmente inaspettata da annientare ogni pensiero in noi. Cogliamo la poesia e la bellezza che ci viene regalata, lasciamo qualche soldo per la malata, assai poca cosa rispetto a quello che abbiamo ricevuto, ma non abbiamo altro: ci sentiamo davvero poveri! È già sera, dobbiamo fare ritorno alle nostre macchine. Le favole della sciamana rimarranno per sempre in noi, ci hanno permesso di vedere dentro e cogliere in pochi attimi una bellezza che avremmo


potuto inseguire per il resto della vita, senza mai afferrare. Il sole sta tramontando: siamo grati a questo giorno che ci abbandona per tutto ciò che ha portato con sé. Ci attendono gli sciamani di Bagan. I Nat sul Monte Popa Gli inglesi la chiamavano Pagan, la città dei pagani. Si tratta di una città antichissima: Bagan è stata la capitale del primo regno birmano, il regno dei Mon, fondato dall’imperatore Anawrata che portò il buddhismo in Birmania dallo Sri Lanka. Durante l’impero, tra l’undicesimo e il tredicesimo secolo, nella vasta pianura di Bagan sono stati costruiti più di 10.000 templi buddisti, tra stupa e pagode, al punto che si ritiene la regione divenne desertica a causa della massiccia deforestazione dovuta alla necessità di procurare legname per i forni in cui si producevano i mattoni. Oggi rimangono circa 2.200 templi e pagode che offrono uno spettacolo surreale, specialmente al tramonto, quando il cielo si fa infuocato e le guglie degli stupa emergono dalla nebbia che spesso di sera si alza nella pianura desertica: è uno spettacolo mozzafiato a cui assistiamo in silenzio con la sensazione di essere in un altro pianeta. A circa un’ora e mezza di macchina da Bagan vi è il leggendario Monte Popa, una montagna di origine vulcanica che si erge nel mezzo di una fitta foresta abitata dai Nat. I Nat per il popolo birmano sono i Signori della Natura, gli spiriti che vivono negli alberi e possono proteggere e riempire di favori gli uomini, così come possono esser loro avversi. Gli sciamani di Bagan sono una mia vecchia conoscenza. Tutte le volte in cui ho visitato il Myanmar mi sono recata da loro per chiedere di partecipare ai riti e conoscere sempre un po’ più da vicino i Nat, che sono al centro dello spirito animista birmano. Prendiamo alloggio in un eco-resort sprofondato nella foresta, dove gli sciamani ci raggiungono con i loro tamburi e costumi per una serata davvero unica. Danzando e cantando gli sciamani evocano gli spiriti. Nella trance prodotta dalla musica, dal canto, dal ballo, vengono posseduti dagli spiriti e se ne fanno canali. Ogni Nat arriva con le proprie caratteristiche mitologiche: il Signore

della Grande Montagna, per esempio, esprime la propria forza costringendo lo sciamano che lo impersona a tagliarsi con la lama di una spada, a farsi colare cera sul viso e sulla lingua, a passarsi il fuoco di molte candele sulla pelle e a mangiare fuoco. Il Signore della Grande Montagna era un giovane fabbro, un maniscalco celebre per la propria forza. Il Re, temendo che la forza del giovane potesse minacciare il proprio trono, lo fece legare a tradimento al tronco di un albero e bruciare vivo. Tutti i Nat sono morti in circostanze tragiche, giacché essi rappresentano le possenti forze dell’anima selvaggia, gli aspetti arcani dell’Io istintuale, repressi e dimenticati dalla mente nell’esasperazione del modello simbolico patricentrico sul quale si fonda la cosiddetta “civiltà”. Uno sciamano omosessuale, che conosco e apprezzo da molti anni per le sue doti da trasformista, impersona molti Nat cambiando trucco e costumi. Ma la più bella rimane sempre lei, la mia carissima sorella di cuore, la sciamana che impersona i Nat femminili più dolci: l’Orchessa, la Regina del Nord e Thounban Hla, la dea tre volte bella. La sciamana, che io chiamo Thounban Hla, identificandola a pieno con la dea, ha un messaggio per noi da parte dei Nat: “Ricordatevi sempre che siete amati”. E’ tutto. Come potrebbe esserci altro? A casa della sciamana Nei giorni seguenti Thounban Hla ci invita nella sua casa. Siamo carichi delle

immagini magiche del viaggio che sta ormai volgendo alla fine e questo invito, inatteso per il gruppo ma per me abituale, appare come l’occasione per fermare il tempo, riassumere, assimilare e infine purificarci, per far ritorno al mondo ordinario consapevoli dei tesori conquistati. Entrando nella sua casa, la sciamana ci presenta il suo unico figlio che suona per noi la meravigliosa arpa birmana dal suono dolcissimo. Poi ci offre caramelle al tamarindo, acqua, frutta, felice di averci nella sua dimora: una capanna con le pareti di foglie di palma intrecciate e il tetto di bambù. Scopro che nel punto più sacro della casa, sopra l’altare domestico, insieme a qualche statuetta dei Nat, c’è una copia del mio libro dedicato a lei, agli sciamani birmani e ai Nat: sono commossa. I Nat, i Signori della Natura sono anche associati agli avi. E io ho scritto un libro dal titolo “Le Carte dei Nat”, dedicato alla psicologia transgenerazionale e alle costellazioni familiari, che vuole aiutare il lettore a contattare i propri antenati attraverso le immagini dei Nat. Ci sediamo tutti intorno alla sciamana per sentirla parlare, di cosa non sappiamo, tutto andrà bene. Alla fine di questo viaggio a tutti noi è chiaro che la gente che vive a contatto con la natura sa lasciarsi ispirare dagli dei, dai Nat, dai Signori della Natura, perciò voler programmare gli eventi significa quasi sempre sciuparli. Ci sediamo per terra, un po’ stanchi, ma questo gioca a nostro favore, perché contribuisce a disarmare la


LA VIA DEI VIAGGI

le sta di fronte. Ogni venerdì notte, ci racconta, il marito terreno viene lasciato da solo perché lei torna nella casa dei propri genitori, dove dorme sola nel suo letto di ragazza per accoppiarsi con lo sposo celeste.

mente. Arriva anche il marito della sciamana, grande suonatore di tamburo e ci sorride. Lei è bellissima nella penombra della capanna. Sceglie di parlarci di suo marito ma, meraviglia, non parla dell’uomo appena entrato nella capanna e sta al nostro fianco, bensì di uno spirito, un Nat. Tutti gli sciamani, ci spiega, hanno un sposo o una sposa sotterranea, o celeste. Poiché la terra è il sogno del cielo e il cielo è il sogno della terra, dire celeste o sotterraneo cambia assai poco, come dire yin o yang. La nostra mente è sempre più disarmata e la favola ha inizio. Ci racconta del suo meraviglioso matrimonio mistico. “Lei era la ragazza più bella a scuola e cantava magnificamente!” aggiunge suo marito, quello terreno, di carne e ossa: “Io ero follemente innamorato di lei, ma anche un Nat era innamorato di lei e io ho dovuto attendere”. “Mi sono sposata con il mio Nat”, dice lei e racconta di una straordinaria festa, invitati, abiti meravigliosi: tutti gli elementi di una grade cerimonia nuziale erano presenti, ma lo sposo era uno spirito. “Solo dopo il mio matrimonio spirituale ho accettato di sposare mio marito”, aggiunge e indica l’uomo che

La sciamana si racconta sorridendo e noi comprendiamo che per lei il suo sposo celeste viene prima di tutto, è la presenza più importante nella vita, è colui che dà la conoscenza e il potere sciamanico. La vera conoscenza è eros, poiché è energia creativa. Dov’è che la nostra cultura lo ha dimenticato? Quando è stato che siamo divenuti prigionieri dell’oggetto? La sciamana continua a parlare e comprendiamo molto in pochi attimi. Tutte le persone che hanno uno sposo sotterraneo o una sposa celeste e non ne sono consapevoli hanno una vita dura fino a che non accettano il matrimonio mistico, fin tanto che non dicono di sì allo spirito. Nessuno che è amato da uno spirito può avere una vita di coppia appagante fino a che non ha detto di sì innanzitutto all’amante invisibile. L’amante mistico appartiene al regno delle ombre, al mondo dei sogni, degli avi, dello spirito animale, dell’anima selvaggia, dell’Io istintuale, della notte, dell’Ade: il regno dell’invisibilità. Dire di sì allo sposo sotterraneo o alla sposa celeste è dire di sì all’Ombra. Quand’è che la nostra cultura ha perso il coraggio? “Ho raccontato la tua storia nel mio libro, Le Carte dei Nat”, dico alla sciamana. Lei mi guarda, apre le braccia e scoppia a piangere, allora piango anch’io e ci abbracciamo. Nel lasciare la sua casa siamo tutti in uno stato di trance, lei ci saluta da lontano. Stiamo partendo ma nessuno ha la sensazione di andare via. Si lascia un individuo, un luogo, un oggetto ma non si possono lasciare le anime, quando le abbiamo, dopo tanto peregrinare, ritrovate. Un viaggio del fare anima non porta in nessun luogo, se non là dove ti trovi da sempre e, ritrovarsi, è commovente. Non possiamo lasciare il Myanmar senza recarci in un centro di meditazione Vipassana per fare da vicino l’esperienza della meditazione. Il centro di meditazione buddhista Dopo tanto contatto con la religione di natura, l’incontro con l’istituzione mo-

nastica ci segnala che abbiamo lasciato il regno dell’anima selvaggia e stiamo facendo ritorno al mondo della cosiddetta civiltà. Ma l’anima selvaggia non è solo un ricordo, è una forza che prende sempre più spazio dentro di noi. Abbiamo la netta sensazione che le immagini viste nel nostro viaggio resteranno dentro di noi come semi, capaci di dare i loro frutti al momento del bisogno. Abbiamo costruito ricordi che sono, in verità, chiavi di attivazione. La meditazione è un veicolo straordinario per fare da ponte tra lo stato naturale e la civiltà, tra la nostra anima e la mente. Gli insegnamenti del Buddhismo Theravada, che è la forma di Buddhismo più diffusa in Myanmar, sono preziosi per noi, ci fanno dono di immagini importanti. Come l’immagine di samsara e nirvana... Samsa-ra Il termine “samsara” indica “l’oceano dell’esistenza”, la vita terrena, il mondo materiale, che è permeato di dolore e sofferenza ed è, soprattutto, illusorio: infatti, il mondo quale noi lo vediamo e nel quale viviamo, altro non è che miraggio, illusione, sogno. Tutta la realtà non è che una danza di immagini oniriche. Gli eventi sono enti, entità, spiriti, dei, archetipi. Tutto ciò che possiamo sperimentare nella nostra vita quotidiana, ogni persona, ogni luogo, ogni cosa che possiamo incontrare, è sogno, immagine, un dio, puro spirito, un’apparizione magica priva di sostanzialità. Tutte le immagini si producono simultaneamente, tutto è qui e ora. Ma la nostra mente non è in grado di contenere il tutto, di conseguenza lo filtra poco a poco, creando l’impressione del tempo. Ciò che unisce insieme le immagini, creando l’idea di una storia, di un prima e un dopo, di una continuità, è il senso dell’Io. L’attaccamento all’Io, all’idea di noi stessi, ci imprigiona nell’illusione del tempo, nell’illusione della nascita, della morte e del divenire. L’attaccamento all’Io è all’origine della sofferenza. Ma si tratta di un fenomeno a cui c’è rimedio. Il rimedio alla prigionia a cui si è costretti dalla gabbia dell’Io, il rimedio alla sofferenza, è la meditazione.


incamminandoci verso la libertà finale, il nirvana. Nirva-na Il Nirvana è l’estinzione dell’illusione, la libertà dalla prigione dell’Io. In esso la sofferenza e l’illusione hanno fine, la realtà viene riassorbita, tutte le proiezioni vengono ritirare e tutto viene spiegato. Il superamento dell’illusione dell’Io e degli attaccamenti ad essa, lo stato di riunificazione con il tutto, è chiamato samadhi.

Meditazione Secondo la dottrina buddhista abbiamo 1500 attaccamenti o Upadana: 500 del corpo, 500 della mente e 500 dell’emotività. Questi sono gli attaccamento al senso dell’Io, all’idea di esserci, di esistere come individui, come realtà oggettive, materiali, separate dal tutto. La meditazione scioglie gli attaccamenti permettendoci di risvegliarci dal sogno

del materialismo e dell’Io. Meditando le cose, le persone, i luoghi, gli eventi con i quali veniamo a contatto quotidianamente, ritrovano in modi sempre più intensi, la loro reale natura, che è immagine, proiezione, sogno e noi, in misura sempre più crescente, ritroviamo noi stessi come sognatori del sogno, cessiamo dunque di essere le vittime degli eventi per scoprirci loro creatori. Ci liberiamo dall’inganno e dalla sofferenza

Sama-ndhi Il samadhi è uno stato di piena beatitudine, raggiungibile attraverso la meditazione. L’essenza del samadhi, una volta raggiunta, non viene mai perduta dal meditante, essa si manifesta in un effettivo miglioramento della qualità dell’esistenza, uno dei tesori più preziosi che si possano acquisire. È stato più volte dimostrato che i meditanti sono persone più felici. Nel Buddhismo Theravada sono conosciute alcune tecniche di meditazione assai efficaci. Ecco alcuni esempi. La contemplazione del corpo dall’interno: Seduti in postura composta, chiudiamo gli occhi e immaginiamo di poter osservare il nostro corpo dall’interno, dall’alto al basso e dal basso all’alto, per qualche minuto, restando possibilmente in perfetta immobilità, con il corpo rilassato. Questa meditazione, se praticata regolarmente, apre gli occhi che guardano dentro e consente la visione profonda. La contemplazione dello scheletro: Questa meditazione può essere fatta camminando o mentre si compiono le attività quotidiane. Essa consiste nell’immaginare il proprio scheletro che si muove durante i vari movimenti compiuti dal corpo. Immaginare con attenzione significa cercare di essere consapevoli di ogni più piccolo osso o cartilagine o giuntura che si muove. Questa meditazione alleggerisce dall’ansia e dalla paura. Con l’invito a provare a dedicare qualche minuto della vostra giornata alla meditazione, vi lascio con un augurio di buon viaggio interiore. Per informazioni sui viaggi di Selene Calloni Williams potete visitare il sito: www.voyagesillumination.com


LA VIA INTERIORE

La Musica delle Sfere e le Campane Tibetane Planetarie di Mirko Sollima (suonoterapeuta) www.laviadelsuono.it

S

toricamente, gli uomini sono stati sempre affascinati dall’immenso universo che si estendeva ai loro occhi, quando la notte contemplavano il cielo stellato. Nelle attente osservazioni della sfera celeste dovette essere loro piuttosto evidente la differenza tra le stelle più luminose (i principali pianeti del sistema solare), caratterizzate dai veloci movimenti sulla volta celeste e le cosiddette stelle fisse. Nelle antiche concezioni del sistema solare, i sette principali pianeti visibili ad occhio nudo (Sole e Luna compresi), ovvero Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, furono investiti di significati magico-religiosi. I perfetti movimenti degli astri, le figure che creavano durante gli allineamenti, le albe e i tramonti, le fasi lunari, gli impeccabili moti planetari, intrisi di un armonia trascendentale, furono considerati la massima espressione dell’ordine universale e ritenuti porta-

tori di energie che influenzavano la vita degli esseri umani. Osservando la perfezione dell’universo e delle sue armonie, gli antichi filosofi elaborarono un complesso sistema di conoscenza che prese il nome di Musica delle Sfere. Fu il modo in cui l’ottica, la geometria, l’armonica, la musica, l’astrologia, l’astronomia, trovarono un denominatore comune che poneva in relazione la realtà visibile con quella invisibile, delineando una forma di conoscenza intuitiva e matematica al tempo stesso. Il sistema della Musica delle Sfere fu divulgato in particolare da Pitagora, il quale fu il primo ad intuire che l’universo e la vita basavano il loro equilibrio su una serie di rapporti e proporzioni matematiche, esprimibili attraverso gli intervalli musicali. Il sistema da lui elaborato sosteneva che la rotazione planetaria (tempo impiegato da un pianeta a completare un giro completo attorno al proprio asse) e il tempo di rivoluzione (ovvero il moto planetario intorno al sole) producevano alcuni intervalli armonici e che, in generale, i pianeti del sistema solare mantenevano il loro equilibrio grazie

alle relazioni armoniche che si instauravano fra i loro moti. Questa asserzione è stata egregiamente dimostrata dai moderni studi di astrofisica, attraverso il fenomeno della risonanza orbitale fra i corpi celesti. Questa consente al sistema solare di ruotare e muoversi in armonia, consentendo ai pianeti e ai satelliti di aggregarsi e mantenere una distanza di sicurezza fra loro. Le risonanze orbitali avvengono solo quando alcune proporzioni matematiche fra le velocità di rotazione e rivoluzione vengono rispettate ed, in particolare, quando le velocità orbitali creano rapporti quantificabili in frazioni di numeri pari. In termini musicali possiamo affermare che la risonanza orbitale tra i moti planetari avviene quando questi creano intervalli di unisono e ottava. L’esempio più eclatante avviene fra gli anelli di Saturno e i primi tre satelliti di Giove, ma anche fra Urano e Plutone e, fra quest’ultimo ed i piccoli pianeti extrasolari, chiamati plutini. Il sistema solare nel suo complesso sembra muoversi su un intervallo di unisono. Quando la risonanza orbitale


Novità BioGuida Edizioni

SUONOTERAPIA

e MASSAGGIO SONORO

BIOARMONICO Come utilizzare le campane tibetane per creare armonia equilibrio e benessere di Mirko Sollima Le popolazioni antiche ritenevano che il suono fosse il primo creatore ed un potente mezzo di guarigione e trasformazione. Ai loro occhi la materia, in costante vibrazione, appariva come la manifestazione di un suono arcano che, dalla vacuità, tesseva infiniti universi di forme. La Suonoterapia affonda le proprie radici in questa antica visione del mondo che oggi trova conferma nel moderno paradigma quantistico. Il principio di base consiste nella credenza che tutto, esseri umani inclusi, vibri ad una determinata frequenza di risonanza, alla base anche degli stati di salute e malattia. L’autore affronta, in modo semplice ma esaustivo, varie tecniche per utilizzare i suoni delle campane tibetane in modo da ripristinare le frequenze naturali del corpo. Esse sono strumenti di antichissima origine, forgiate dalla lega dei metalli che rappresentano i pianeti dell’antica e moderna concezione del sistema solare. Una volta utilizzate nel giusto stato interiore e selezionate con cura, attraverso le indicazioni riportate nel libro, il lettore potrà avvalersi della propria esperienza per applicare le possibilità terapeutiche delle campane tibetane al personale benessere o per offrire un concreto aiuto agli altri, attraverso una tecnica innovativa chiamata Massaggio Sonoro BioArmonico. Perché BioArmonico? Il termine ha come fondamento teorico la Scienza dell’Armonica, secondo cui la realtà si manifesta seguendo la serie dei suoni armonici. La maestosità del creato risponde a determinate proporzioni rintracciabili ovunque, dalle conchiglie alle galassie. Quando l’Armonica viene applicata all’essere umano, prende il nome di BioArmonica. Il Massaggio Sonoro BioArmonico pone al centro del proprio metodo i suoni come linguaggio portatore di una bellezza armonica universale. In particolare viene dedicata grande attenzione alle frequenze planetarie, di comprovata efficacia terapeutica. Le tecniche e gli esercizi presentati nel libro diventano una mappa ed un invito ad incamminarsi sulla Via del Suono, inteso come strumento di guarigione e crescita interiore, per ritornare all’Origine e sperimentare il Suono Primordiale, che tutto sostiene e preserva.

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LA VIA INTERIORE

non avviene, le velocità di rotazione fra i corpi celesti producono degli intervalli non perfetti o disarmonici, come avviene per esempio tra alcuni piccoli pianeti o asteroidi che, per questo motivo, vengono espulsi dal sistema solare. La Musica delle Sfere intesa come rapporti armonici fra le velocità orbitali di rotazione e di rivoluzione dei pianeti è una realtà: essa consiste in armonie e disarmonie riproducibili attraverso il sistema musicale ma anche con alcune forme geometriche o architettoniche. Nella storia sono stati in molti ad interessarsi a questo fenomeno: Pitagora, Platone, Tolomeo ed in epoca moderna Newton, Copernico e Keplero. Le principali scoperte astronomiche di Keplero si basano proprio sulla visione ancestrale della Musica delle Sfere o armonie universali che ha descritto nel suo Harmonicae Mundi un complesso sistema armonico di proporzioni che hanno trovato la loro espressione nelle sue famose tre leggi che governano il sistema solare. Trasformando la visione circolare copernicana delle orbite planetarie egli ritenne, a ragione, che le orbite planetarie in realtà fossero ellittiche e i pianeti raggiungessero dei picchi di vicinanza e distanza dal sole (perielio ed afelio). In queste posizioni, creavano degli intervalli e delle note diverse. Quando si trovavano alla massima distanza dal sole, il suono era più grave, mentre al perielio era più acuto, come conseguenza dell’aumento della velocità orbitale del pianeta. Furono così attribuite delle note ai pianeti utilizzando diversi parametri: alcuni consideravano il sole come nota fondamentale al quale accordare gli altri pianeti, altri la Terra ed altri ancora attribuivano le note in base alle dimensioni dei corpi celesti. Credenze simili e complessi sistemi musicali dell’universo sono stati ritrovati in diverse parti del mondo (Grecia, Cina,Giappone e India). La Musica delle Sfere oggi In epoca moderna, tra il 1977 e il 1989, le esplorazioni del sistema solare delle sonde Voyager 1 e 2 hanno svelato un incredibile universo sonoro: lì dove il suono non sarebbe dovuto esistere, si manifestava come vibrazioni elettriche e radiofrequenze. Il vento solare, la magnetosfera, i moti dei pianeti, l’interazione tra essi e i loro satelliti, infatti, pro12

ducono delle frequenze di vibrazione ed un campo elettromagnetico che varia in base alle dimensioni e alla massa. Oggi è possibile scaricare le sonorità del sistema solare dal sito della NASA. Questi suoni ricordano, incredibilmente, il suono del vento, le onde del mare, il canto degli uccelli e dei delfini. Il suono di Giove ricorda quello di un enorme Gong mentre i suoni di Urano ricordano cimbali e campanelle. Negli anni ’80 del secolo scorso lo scienziato svizzero Hans Cousto ha calcolato matematicamente le frequenze planetarie fino a renderle udibili ed utilizzabili attraverso le campane tibetane, i diapason ed i gong. Per calcolare una frequenza planetaria si tengono in considerazione diversi parametri: dalla massa alla velocità orbitale, oltre che ai periodi di rotazione e rivoluzione dei singoli pianeti. Applicando la legge dell’Ottava, ovvero il fenomeno della risonanza su ottave differenti, è possibile rendere udibili e, quindi, riproducibili musicalmente tali frequenze.

terapeutico come le migliori frequenze da applicare all’essere umano. Da allora, molta strada è stata fatta e le sperimentazioni in campo ospedaliero, riguardo la biorisonanza, hanno confermato l’utilità di tali frequenze per coadiuvare la guarigione di svariate patologie. Utilizzare per scopi terapeutici la musica delle sfere significa prendere parte ad una visione antica e moderna, al tempo stesso, della realtà ma anche del significato del concetto di malattia. Il nuovo paradigma quantistico considera la realtà come un continuum energetico e dinamico formato da quanti di energia in vibrazione, rispondenti a leggi diverse da quelle considerate valide nel paradigma deterministico. Le nuove ricerche di fisica quantistica considerano ogni quantum, ogni singola particella e tutti noi, come elementi di un mondo perfettamente connesso ad un livello energetico e, per questo, modificabile da un qualsiasi punto del sistema, rispondente inoltre a determinate leggi come la risonanza, l’armonia o la disarmonia, ecc.

Le campane tibetane planetarie Circa dieci anni fa mi trovavo una piccola cittadina tedesca dove seguivo gli insegnamenti del mio maestro di campane tibetane. In quell’occasione venni a conoscenza del perché chi utilizzava le campane usava alcune frequenze specifiche piuttosto che altre. Negli anni ’50, in seguito all’occupazione cinese del Tibet, molti monaci trovarono rifugio in Europa e negli Stati Uniti. In particolare, la Germania fu una delle nazioni dove il buddhismo trovò maggiori favori. Oltre al loro prezioso bagaglio di conoscenze, essi portarono con sè le prime campane tibetane in Occidente. Ricordiamo che le campane tibetane sono antichissimi strumenti musicali armonici forgiati dalla lega di 5, 7, 10 o 12 metalli, che corrispondono all’antica e nuova concezione del sistema solare. I pionieri tedeschi della Suonoterapia e del Massaggio Sonoro scoprirono, con loro grande stupore, che le antiche campane portate da quei monaci e molte altre ritrovate in seguito, risuonavano perfettamente con le frequenze planetarie calcolate scientificamente. Ancora una volta, una conoscenza millenaria trovava conferma in moderne ricerche! Esse vennero così utilizzate a livello

Ogni frequenza planetaria interagisce con determinate zone del corpo fisico ed organi interni, trasportando l’informazione con le qualità del pianeta corrispondente. L’azione del suono planetario si manifesta anche sul piano emotivo e spirituale, toccando certi aspetti del nostro mondo interiore e le predilezioni personali. A livello del corpo sottile o aura, questi suoni riescono ad entrare in risonanza con i centri energetici dell’essere umano, riattivandoli. Ad oggi utilizziamo le frequenze di queste campane, i loro armonici e gli intervalli che si creano, nel metodo definito Massaggio Sonoro BioArmonico. Ciascuna di queste campane risuona sui livelli della persona interagendo bio-armonicamente con il delicato e sensibile sistema corpo-mente-spirito. A questo proposito si veda “Suonoterapia e Massaggio Sonoro Bioarmonico” (BioGuida Edizioni) in cui vengono fornite queste frequenze con il loro uso terapeutico e viene spiegato come utilizzare tecnicamente le campane planetarie attraverso tale Massaggio Sonoro BioArmonico. Rimandiamo pertanto al libro per un adeguato approfondimento del tema e delle straordinarie prospettive offerte dalle campane tibetane.



LA VIA INTERIORE

Creatività e consapevolezza Ars sine scientia nihil est di Antonio Bosna

(ricercatore spirituale, teologo)

Q

uest’espressione venne adoperata dal maestro parigino Jean Mignot, in occasione della costruzione del Duomo di Milano nel 1398. L’intento del maestro era quello di riaffermare una dottrina tradizionale, già espressa in Platone, Dante e in tanti altri autori, secondo cui l’arte non può essere semplicemente un modo per esprimere sentimenti ed emozioni individuali ma ha il compito di tradurre, in forme adeguate, l’inesprimibile. Se si considerano le varie manifestazioni dell’arte, dalla pittura alla scultura, dall’architettura alla musica, si nota in esse la volontà di rappresentare in forme visibili qualcosa che viene dall’invisibile, dal pensiero. Quest’ultimo però, prima di esprimere se stesso in forme definite, per cui diviene pensiero pensato e quindi cristallizzato, è forza creativa che sfugge ad ogni definizione. Tale qualità, che i filosofi della Scolastica chiamarono Intelletto, superiore alla Ragione dialettica, in realtà è ciò che lega l’individuo umano all’Universale. Da tale Potenza, chiamata da alcuni Pensiero Vivente, dipendono tutte le altre facoltà dell’uomo, in un ordine gerarchico discendente. Ciò che viene chiamata “creatività” non è altro che la manifestazione di tale forza a livello formale. Il problema si presenta nel momento in cui una qualsiasi espressione creativa deve essere trasmessa ad altri soggetti, possibili fruitori di essa. Quando la Forza-Pensiero viene captata dall’artista e trasmessa, riesce ad essere compresa da chi la riceve? Il problema assume maggior peso quando si tratta di dover trasmettere sentimenti, emozioni e sensazioni, che sono espressioni di esperienze strettamente individuali dell’artista e non possono 14

che appartenere a lui solo, in quanto parte della sua specifica individualità. I commenti che di solito si ascoltano da parte di chi osserva le opere di una galleria o di un museo di arte moderna, sono di affettata ammirazione per opere di cui non si comprende il significato, oppure di lunghe e cerebrali disquisizioni sui materiali e sugli elementi tecnici utilizzati dall’artista. Ma cosa hanno voluto dire quelle opere? Quali contenuti hanno trasmesso alla coscienza? A tali domande, di solito, non vi è risposta alcuna. Uno dei nodi essenziali che impediscono l’autenticità nell’individuo della società moderna dipende dal fatto che apparire è piu’importante che essere! Dalla pubblicità commerciale, che bombarda la mente degli individui, alle menzogne del mondo della politica e dell’economia, alla stoltezza e alla vacuità del mondo degli spettacoli, in cui raramente s’incontra qualcosa di veramente serio e interessante, tutto un teatro di vanità e banalità s’impone all’uomo moderno, determinando un insieme di

condizionamenti negativi che gli impediscono l’accesso al Vero. La lezione socratica del “conosci te stesso” e quella di Sant’Agostino “in interiore hominis abitat Verum” pare siano state abbondantemente rimosse dalle coscienze. Se non si esce dal soggettivismo in cui è chiusa l’arte moderna non sarà più possibile realizzare qualcosa di veramente valido. La norma antica racchiusa nella frase del maestro costruttore parigino “ars sine scientia nihil” vuole affermare che l’arte, qualsiasi essa sia, per essere tale, deve essere in grado di esprimere un contenuto oggettivo che, superando la dimensione individuale dell’artista, riesca a mettere in contatto chiunque, indipendentemente dal proprio livello culturale, con il mondo superiore ed universale dello Spirito. Nella lettera a Can Grande della Scala, Dante Alighieri circa la sua Commedia dichiara che: ”tutta l’opera fu intrapresa non per un fine speculativo ma per un


fine pratico… il fine del tutto è di rimuovere coloro che vivono in questa vita dallo stato di miseria allo stato di beatitudine”.(1) Platone, nel Timeo, parlando del diverso effetto che provoca l’ascolto della musica a seconda dei soggetti ascoltatori, dice che essa produce “un piacere agli insipienti, ma agli intelligenti quella letizia che è provocata dall’imitazione dell’armonia divina, realizzata in movimenti mortali”.(2) Gli antichi cantori omerici, capaci di mandare a memoria le migliaia di versi dell’Iliade e dell’Odissea, nel narrare le vicende epiche degli eroi achei e di Ulisse non avevano l’intenzione di creare un semplice diletto negli ascoltatori ma di trasmettere i valori ritenuti fondanti per la società di quei tempi: la volontà degli Dei, l’onore guerriero, il senso della gerarchia, l’importanza dei riti, ecc.

lenti ai nostri Angeli), sia che si tratti di un elefante di terracotta, di un oggetto di bronzo, di un indumento o un oggetto d’oro…(3). Ciò che ribadisce questo passo di testo sacro della tradizione indù, è ancora una volta l’idea secondo cui l’artista, se è veramente tale, nella sua ispirazione entra in contatto con il mondo dello Spirito e da questo trae il contenuto dell’opera che andrà a realizzare. La necessità di seguire forme canoniche deriva dal fatto che queste traducono in simboli la Realtà Trascendentale. Il soggetto che entra in una cattedrale romanica o gotica, al di là se egli sia un intellettuale o un contadino, partecipa direttamente, grazie alla realtà simbolica espressa, a contenuti di carattere universale. Cosa che non succede nelle costruzioni di chiese moderne completamente avulse da ogni riferimento simbolico.

verso l’eresia. Quando Dio creò l’anima di Adamo, essa non voleva entrare nel corpo e svolazzava come un uccello intorno alla gabbia. Allora Dio ordinò agli Angeli di suonare sulle due corde, che si chiamano maschio e femmina e l’anima, credendo che la melodia risiedesse nello strumento - che è il corpo - vi entrò e vi rimase chiusa dentro. Per questa ragione bastano due corde - che si chiamano sempre maschio e femmina - per liberare l’anima dal corpo”.(4) In conclusione, la concezione dell’arte secondo il mondo della Tradizione, attribuisce all’artista una grande responsabilità educativa, in quanto ponendosi come canale di comunicazione tra l’Universale e la comunità degli uomini, riesce a “rendere la Verità primordiale intelligibile, rendere l’inudibile udibile, proferire la Parola primordiale”.(5) NOTE:

Nel teatro antico, ai primordi della tragedia greca, l’attore si metteva la maschera, volendo con tale gesto significare l’importanza del tutto secondaria della sua persona rispetto alla forza spirituale di cui era tramite, al fine di provocare negli spettatori, che rivivevano in se le vicende archetipiche del mito, un’esperienza di catarsi liberatoria. Tale concezione sopravvive ancora nel teatro tradizionale giapponese del No e del Kabuki, nelle sacre rappresentazioni dell’arte indù e di vari altri popoli dell’Oriente.

Un vecchio cantastorie del Marocco, a cui fu chiesto per quale motivo la piccola chitarra araba di cui si serviva per accompagnare le salmodie delle leggende non avesse che due corde, diede questa risposta: ”Aggiungere una terza corda al proprio strumento è fare il primo passo

1) Ananda K.Coomaraswami, “Il grande brivido” ed.Adelphi 2) Platone, ”Timeo” 3) Titus Burckhardt, “L’arte sacra in oriente e in occidente” ed.Rusconi 4) Titus Burckhardt, op.cit. 5) Ananda K.Coomaraswami, op.cit.

L’arte, quindi, per poter trasmettere efficacemente contenuti universali, da un lato non può essere la semplice espressione di sentimenti ed emozioni soggettive dell’autore, dall’altro ha bisogno di forme canoniche, frutto della sapienza del mondo della Tradizione, che preservino dall’anarchia di forze infere, sempre pronte ad irrompere dal subconscio non dominato del soggetto. Emblematiche sono, ad esempio, le opere di Hieronymus Bosch, di Brueghel e di Goya, in cui è evidente l’evocazione di forze infernali, le quali potrebbero produrre in chi le osserva, vere e proprie infezioni psichiche. Secondo l’Aitareya Brahmana, ogni opera d’arte sulla terra è realizzata mediante imitazione dell’arte dei Deva (equiva15


I Luoghi della BioGuida Percorsi ed itinerari per viaggiatori dello spirito

Associazioni, scuole, istituti, centri, terapeuti, seminari, corsi, conferenze ed altre proposte Per informazioni su come venire inseriti nella rubrica: info@bioguida.com - 040.302110 - 338.8852117

PIEMONTE TORINO Centro Buddha della Medicina Via Cenischia 13, Torino. Tel. 011.3241650, 011.355523. CENTRO CLOROFILLA Associazione di promozione sociale Via Settimo 1, San Mauro Torinese (TO) Tel. 320.6408204 info@centroclorofilla.it www.centroclorofilla.it Centro Studi Maitri Buddha Via A. Guglielminetti 9, Torino. Tel. 011.359649. IL CERCHIO VUOTO associazione religiosa per la pratica e lo studio del Buddhismo Zen Soto (responsabile spirituale rev. Dai Do Massimo Strumia) Via Massena 17, Torino. Tel. 333.5218111. www.ilcerchiovuoto.it DOJO ZEN MOKUSHO Via Principe Amedeo 37, Torino (TO). Tel. 011.883794.

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ALESSANDRIA Buddhadharma Center Via Galimberti 58, Alessandria. Tel. 3467408380, www.buddhadharmacenter.org

NOVARA AURA - Associazione per la ricerca e lo studio delle filosofie orientali. Centro studi terapie naturali, Scuola di massaggio Via Maggiate 45, Borgomanero (NO). Tel. 0322.846011, www.aurauniversalmente.com ASS. AMICI DEL VILLAGGIO VERDE Località San Germano - Cavallirio (NO). Tel. 0163.80447, 333.7639262 www.villaggioverde.org

SONDRIO CENTRO STUDI TIBETANI SANGYE CIOELING Buddismo Mahayana Vajrayana Via Vanoni 78/B, Sondrio. Tel 0342.513198

VAL D’AOSTA AOSTA Alkimea Centro di Terapie e Discipline Naturali Frazione. Borettaz 7, Gressan (AO). http://alkimea.org alchimeaterapie@gmail.com

LIGURIA LA SPEZIA ON ZON SU SCHOOL Via Gaggiano 24, Arcola (SP). Tel. 0187.955456, 347.5826327, www.riflessologiaplantare.org Ass. NATURALMENTE Via D. Manin 35, La Spezia (SP). Tel. 0187.20218 , Fax 0187.29547 www.naturalmente-sp.it Comunità Bodhidharma Eremo Musangam, Monti San Lorenzo 26, Lerici (SP). Cell. 339.7262753.


I LUOGHI

GENOVA

ROBERTO FACINCANI A Milano, Como e Bergamo. Cell. 340.3641193, www.astrobenessere.net

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Accademia Ayurveda Yoga Ananda Ashram Milano Via Prandina 25, Milano. Tel. 02.2590972, www.yogamilano.it

THE NEW YUTHOK INSTITUTE PER LA MEDICINA TIBETANA Corsi, meditazioni e seminari. Prof. dr. Pasang Yonten Arya T. Sherpa. Viale Spagna 77, Sesto S. Giovanni, (MI). Tel. 02.2536266, www.newyuthok.it

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OIPA - Organizzazione Internazionale Protezione Animali Via Passerini 18, Milano. Tel. 02.6427882, www.oipaitalia.com

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CREMONA Istituto per l’Evoluzione Armonica dell’Uomo Via Carso 2, Cremona. Tel. 0372.433239.

PAVIA Ass. Scuola Soto Zen Centro Studi Zen Komyoji Loc. Costapelata-Fortunago Fortunago (PV). Tel. 0383.875584.

VENETO PADOVA ASSOCIAZIONI PROGETTO BENESSERE Viale Stazione 134. Montegrotto Terme (PD) Tel. 049.8910706 – 335.6745856 www.associazioniprogettobenessere.it www.gioiabertha.it Centro Tara Cittamani Via Lussemburgo 4, Padova. Tel. 049.8705657.

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I LUOGHI

Centro Studi Syn per l’Educazione Biocentrica Via Chiesanuova 242/B, Padova. Tel. 049.8979333, assocsyn@tin.it

TREVISO ASS. LE QUERCE BIANCHE Via Toti dal Monte - Cal del Bosco Barbisano di Pieve di Soligo (TV) Tel. 0438.987178, www.lequercebianche.org ISTITUTO OLISTICO Via Savallon 15, Anzano di Cappella Maggiore (TV). Tel. 0438.941457, www.istitutolistico.it ASSOCIAZIONE CULTURALE NASHIRA Discipline bio naturali dal 1990 - Shiatsu, Yoga, Fiori di Bach Via Cavour int. 34/C, Conegliano (TV). Tel./Fax 0438.22530, cell. 346.0346404 centro.nashira@libero.it SCUOLA KINERGIA Via Malan 59/2, Borso del Grappa (TV). Tel. 0423.910304, cell. 349.8834096. www.kinesiologiaviva.it

VENEZIA Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Mestre, in Via San Donà 26, presso Centro di Medicina Integrata Palladio. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it CENTRO YOGA DHARMA Via Napoli 52, Mestre (VE). Tel. 041.5311954. www.yogadharmamestre.it METODO CALLIGARIS Ass. culturale “STELLA POLARE 999” Via Val Pusteria 9, San Donà di Piave (VE). Cell. 348.3027711, www.metodocalligaris.org ASS. ENERGY DARSHAN OSHO YATRILAND VENEZIA Via Alberoni 41, Lido di Venezia (VE). Tel. 041.5261853, 339.1199317, info@oshoyatrilandvenezia.com www.oshoyatrilandvenezia.com

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ASSOCIAZIONE CULTURALE MAYA Salute e benessere per il corpo e lo spirito. Corsi di Formazione. Seminari. Consulenze individuali Vicolo San Francesco d’Assisi 1 31032 Casale sul Sile (TV) (presso Hotel Claudia Augusta) Tel. 335.8752254 beppe.maya@libero.it

VICENZA Centro Studi Syn Via Villa Glori 22, Vicenza. Tel. 0444.922682, assocsyn@tin.it

TRENTINO ALTO-ADIGE VERONA Centro Ming Men Corte Convento 28, San Michele ex. (VR). Tel. 045.8921109, www.centromingmen.com Associazione culturale IL CERCHIO APERTO Garda - Verona (VR) Tel. 338.3866915 info@cerchioaperto.com www.cerchioaperto.com

BOLZANO ELEONORA BRUGGER & PAUL KIRCHER S. Pietro Mezzomonte 40, Velturno (BZ) Tel. 0472 802228 www.eleonorapaul.com

TRENTO ASSOCIAZIONE SAMTEN CHÖLING ONLUS L’isola del Dharma per gli esseri di buon cuore - Centro Buddhista nelle 10 Direzioni Corso Alpini 4, Trento. Tel e Fax 0461.038510, cell. 348.2601969 www.samtencholing.eu info@samtencholing.eu CASA DI SALUTE RAPHAEL Piazza De Giovanni, Roncegno (TN). Tel. 0461.772000, www.casaraphael.com CENTRO KUSHI LING Centro di meditazione residenziale, organizza ritiri di gruppo e individuali Laghel 19, Arco (TN), Tel. 347.2113471 www.kushi-ling.com

FRIULI VENEZIA GIULIA TRIESTE ACCADEMIA CRANIO SACRALE Metodo Upledger Piazza S. Antonio Nuovo 6, Trieste. Tel. 040.3476191. www.accademiacraniosacrale.it SCUOLA DI PENSIERO TAOISTA Via Torre Bianca 43, Trieste Info. 3393204963 www.bencichanita.it info@bencichanita.it ASHRAM NATABARA - DAS GIORGIO GADDA Bakti Yoga, Psicologia Transpersonale, Yoga Nidra, Meditazione. Via Imbriani 2, 4° piano. Trieste. Tel. 328.1839881, 347.9648358.


Associazione culturale NATURALMENTE Oli Essenziali, Fiori di Bach, Cosmesi fai da te, le Ferite dell’Anima e Sentire l’Intuito (Metamedicina), Chakra e Numerologia Via Cumano 4, Trieste. Info: 347.9842995, http://digilander.libero.it/naturalmente.it naturalmente.it@libero.it A.s.d. YOGA JAY MA Via A. Emo 2, Trieste. Cell. 347 8461831, vie.vanna@yahoo.it AYURVEDA E BENESSERE Trattamenti e Massaggi Ayurvedici. Massaggi per gestanti, Yoga, seminari di massaggio ed aromaterapia. Via Milano 18, Trieste. Si riceve per appuntamento: Cristiana Simoni, cell. 347.0354846 Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Trieste, in Via del Monte 2, presso Centro Ayurveda di Tiziana Roselli. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it CENTRO BUDDISTA TIBETANO SAKYA KUNGA CHOLING Corsi gratuiti di introduzione al buddhismo tibetano e programmi di adozione a distanza. Via Marconi 34, Trieste. Tel. 040.571048, www.sakyatrieste.it sakyatrieste@libero.it Dott.ssa DONATELLA DE COLLE Psicologa, psicoterapeuta, musicoterapeuta. Via Mazzini 30, Trieste. Tel. per appuntamento 331.9077565. donnadec@tiscali.it GENDAI REIKI ITALIA Via Beccaria 7, Trieste Tel. 333.7240918 349.3604929 www.gendaireiki.it info@gendaireiki.it INSTITUTE OF YOGIC CULTURE Via San Francesco 34, Trieste. Tel. 040.635718.

JING TAO® Essenza in movimento di Sonia Rizzi fondatrice ed ideatrice del metodo. Tel. 338.7592945 www.jingtao.it info@jingtao.it

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I LUOGHI

GORIZIA ASSOCIAZIONE ERRASTRANA Sosta, riposo, cibo con erbe spontanee, baratto, auto-costruzione, due sale a disposizione per seminari e corsi. Via Vicenza 9, Località S. Martino del Carso (GO) Tel. 0481.92411, Cell. 393.1068591 errastrana@gmail.com META N. SHAW PERCORSI DI CRESCITA PERSONALE Professional Coach (Personale, Wheight & Health Coaching), Didatta Biodanza, Specialista in Rehabilitation Psychoinformatiologist della WCLN Prof. A. Ignatenko Trieste, Gorizia, Udine, Europa cell. 333.7229821, informa@lifecoach-lifetraining.it www.lifecoach-lifetraining.it Emporio Erboristico “IL FIORE DELL’ARTE” Via G. Carducci 21, Ronchi dei Legionari (GO). Tel. 0481.475545.

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Ass. Regionale Cranio Sacrale Metodo Biodinamico Dott.ssa Leonarda Majaron Corsi di formazione

Cranio Sacrale Integrato metodo biodinamico con riconoscimento A.CS.I. (Ass. Cranio Sacrale Italia) PER INFORMAZIONI: VIA SAN LAZZARO 7, TRIESTE Tel. 347 6910549 - www.bcstrieste.it

UDINE ASS.OPE.A. Associazione Operatori Ayurveda Tutela e Aggiornamento Professionale Operatori Iscrizione al Registro Regionale delle Professioni non Ordinistiche Legge 22/04/2006 n. 13 art. 5 Tel. 0432.1721329 - Cell. 328.3919462 info@assopea.it - www.assopea.it

NICOLETTA CAMPISI Counsellor professionista Facilitatore Costellazioni Familiari piazza Giovanni XXIII n.15, Udine. Cell. 347.5555802 nicoletta_campisi@libero.it www.centropharus.it BIODANZA Corso settimanale per principianti aperto a tutti. A Collalto di Tarcento (UD). Giovanni Ceschia, cell. 349.3314962, Centro “ES”, tel. 0432.791619, 339.8907819. IL CENTRO DEL CUORE Associazione di promozione sociale Via Leonacco 19, Udine. Tel. 0432.482215, 320.3265696, info@ilcentrodelcuore.it www.ilcentrodelcuore.it Ass. Culturale INTEGRA-AZIONE Associazione culturale per lo sviluppo integrato dell’essere. Strada dei Cedri 22, Basaldella (UD) Tel. 0432.699297, info@centrodintegrazione.it


GIULIO MICELLI - RAM RATTAN SINGH Sat Nam Rasayan, arte di meditazione terapeutica. Trattamenti individuali e percorsi per gruppi. In Friuli Venezia Giulia: cell. 333 77 14 503 giulio.micelli@yahoo.it CENTRO RASHMI AYURVEDA YOGA Massaggi Abyangam Trattamenti Ayurvedici e Reiki Via Roma 50, 33010 Magnano in Riviera (UD). Tel. 0432.782063, cell. 328.3919462, centro.rashmi@yahoo.it http://sites.google.com/site/centrorashmi/ DEBORA SBAIZ Master in Danza/Movimento Terapia e Professional Counselor. Udine, Portogruaro e Lignano. Tel. 0431.422147 www.deborasbaiz.it info@deborasbaiz.it LE AGANE Via Vittorio Veneto 114 33018 Tarvisio (UD) Tel. 0428 450031 LORELLA E. VENDRAMINI Riflessologa Plantare, Reiki 1° livello Via P.Maset 13, Udine. Riceve su appuntamento Tel. 348.6715674 EQUILEARNING di Sonia Struggia Horse Assisted Education Via Cortona 17, Fiumicello (UD). Tel. 0431.91437, Cell. 335.6816129 www.equilearning.it sonia.struggia@equilearning.it ESPRESSIONESEGNO della Prof.ssa Erika Celotti, Arteterapeuta Membro dell’Assoc. Prof.le Italiana Arteterapeuti® Iscrizione Registro n°120/2003 P.IVA 02357220306 Viale Tricesimo 101/A - int. 5, Udine. Riceve per appunt. cell. 338. 3344705 info@espressionesegno.it www.espressionesegno.it Dott. GERMANA PONTE Trainer di Focusing, riconosciuta dal Focusing Institute di NewYork Cell. 338.7812626 www.focusing-consapevolezza.org

THE ART THERAPY STUDIO Counseling a mediazione artistica, arteterapia, ricerca interiore. Corsi e sessioni individuali. A Udine. Cell. 340.3706330 mceharts@gmail.com

SANITARIA Del PUP Via Molinari 38/40, Pordenone. Tel. 0434. 28897.

IL FORNO ARCANO Via del Cristo 8, Rive d’Arcano (UD). Tel. 0432.809348, forno.arcano@libero.it

BOLOGNA

GRUPPO ZEN UDINE Via Cormor Alto 218, Udine. Ogni mercoledì alle 21.00 appuntamento di meditazione Za-Zen. Per informazioni: Maurizio KoGyo Florissi, cell. 348.3071667. CENTRO DI SALUTE INTEGRATA del Dott. Gianluigi Giacconi Strada dei Cedri 22, Basaldella (UD) Tel. 0432.699297 www.centrodisaluteintegrata.com

PORDENONE Ass. TERRAUOMOCIELO Qi Gong e Percorsi di salute Tel. 0434.20389 (Laura Guerra), www.terrauomocielo.it STUDIO EQUILIBRYA MASSAGGI OLISTICI Trattamento Cranio Sacrale, Shiatzu, Linfodrenaggio Via Martiri della Libertà 18 Prata di Pordenone (PN) Tel. 0434.611282 333.7466849 manucanziani@virgilio.it Dott.ssa Doriana Mimma DE VIDO Naturopatia & Bilanciamento Somatico. Riceve per appuntamento a Sacile (PN): Tel. 0434.72782, Cell. 329.2399184. A.P.S. CENTRO OLOS Percorsi per migliorare la qualità della vita Accademia Olistica, Massaggi, Trattamenti Olistici, Tantra. Via Oberdan 3, Pordenone. Tel. 334.9161.209 www.centrolos.it

EMILIA ROMAGNA

CENTRO NATURA Via degli Albari 6, Bologna. Tel. 051. 235643, 051.223331 www.centronatura.it CENTRO STUDI CENRESIG Centro per lo studio e la meditazione Buddista Mahayana Via Meucci 4, Bologna. Telefoni: Maddalena 347.2461157, Giovanni 349.6068534. www.cenresig.org CENTRO YOGA “LE VIE” Via M. D’Azeglio 35, Bologna. Tel. 051.19982056, www.yogalevie.it Scuola/Fondazione Matteo Ricci Via A. Canova 13, Bologna. Tel. 051.531595, www.fondazionericci.it

PARMA Ass. LA GROTTA DI CRISTALLO Shiatsu, Tai Ji, Danze Orientali, Voice Dialogue, Reiki, Diapason Terapia, Naturopatia, Meditazione Guidata. Fidenza (PR). Tel. 0524.84450, 0524.62315. Ass. NAMASTE - Parma Via Mascagni 25, Rivarolo di Torrile (PR). Tel. 0521.810138, cell. 335.6713405. www.oshonamaste.it LIBERA ACCADEMIA SCIENZE UMANE Scuola di counseling professionale accreditata Cncp Incontri di crescita e formazione in ambito umanistico e transpersonale Via Sella 31/A (lat. Via Orlando), Parma. Tel. 0521.944410, www.lasu.it www.alchimia.org Monastero Zen Fudenji Bargone 113, Salsomaggiore Terme (PR) Tel. segreteria: 0524.565667.

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I LUOGHI

Monastero Zen Sanbo-ji Pagazzano, loc. Pradaioli 27, Berceto (PR). Tel. 0525.60296. Associazione di promozione sociale SPAZIO SHIATSU Corsi di shiatsu professionali e amatoriali, meditazione za-zen, seminari di approfondimento. Via Dalmazia 71, Parma. Tel. 0521.533831, www.studishiatsu.it

MODENA Centro Culturale L’Albero Cultura, spiritualità e opere sociali Strada Statale Romana 135 Fossoli di Carpi (MO) Tel. 335 6684108 www.centroculturalelalbero.org CENTRO YOGA SHIVA Via Silvati 12, Modena. Tel. 059.364625, Cell. 338.5332728, www.centroyogashiva.it

RIMINI

MACERATA TARA CENTER C.da Ricciola, Recanati (MC). Tel. 071.7575847, cell. 393.9755533, www.taracenter.it

PERUGIA ANANDA ASSISI Via Montecchio 61, Nocera Umbra (PG). Tel. 0742.813620, www.ananda.it

AREZZO AMO Accademia Massaggi Olistici ads Associazione Dilettantistica Sportiva Scuola Accreditata SIAF Via Teofilo Torri 22-28, 52100 Arezzo (AR). Responsabile: Andrea Marini: 388.9334692 www.massaggiohotstone.it

GROSSETO

Ass. Culturale MANAGER ZEN Via San Giovenale 86, Rimini. Tel. 0541.736362, www.managerzen.it

Ass. Cult. “L’ALBERO DELLO YOGA” Via della Libertà 61/65, Matassino - Reggello (FI). Cell.333.3807726, www.lalberodelloyoga.it

ANCONA LA CITTÀ DELLA LUCE Associazione di Promozione Sociale Centro Studi Discipline Olistiche e Bionaturali Associazione Conacreis Marche. Reiki. Ayurveda. Yoga. Costellazioni Familiari. Via Porcozzone 17, Ripe (AN). Tel. 071.7959090, www.reiki.it

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LUCCA ASS. CULT. OLISTICA OMSAIRAM CENTRO VILLA DELLE ROSE B & B - CASA VACANZE Via della Pergola 2 Località Palleggio Bagni di Lucca Terme (LU) Tel 0583 85599 3476011312 www.associazioneomsairam.it

TOSCANA

Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Santarcangelo di Romagna (RN), in Via Cavour 22, presso Centro di Naturopatia di Chiara Zambianchi. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it

UMBRIA, MARCHE, ABRUZZI

SCUOLA DI AGOPUNTURA TRADIZIONALE DI FIRENZE del dott. Nello Cracolici. Via San Giusto 2, Firenze. Tel. 055.704172.

Comunità Dzog-Chen Merigar, Arcidosso (GR). Tel. 0564.966837.

FIRENZE

Centro Terra di Unificazione Ewam Via R. Giuliani 505/A, Firenze. Tel. 055.454308. SHINNYOJI TEMPIO ZEN FIRENZE Via Vittorio Emanuele II 171, Firenze. Tel. 339.8826023, www.zenfirenze.it

PISA ISTITUTO LAMA TZONG KHAPA Via Poggiberna 15, Pomaia (PI). Tel. 050.685654, 050.685009, info@iltk.it segreteria@iltk.it www.iltk.it PUNDARIKA CENTRO RITIRI MEDITAZIONE Loc. Cordazingoli 18, Riparbella (PI) Tel. 0586.699077, 338.6759340 (Erica).

PRATO CRONOGENETICA di Mario e Domenica Grilli Tel e fax 0574 33306 Cell. 331 9724607 www.cronogenetica.it

SIENA AGRITURISMO GLI ARCANGELI Azienda Agricola Podere Avere Azienda biologica con 5 camere con bagno, sauna, jaccuzzi, saletta meditazione, piscina all’aperto. Località Pievescola, Casole d’Elsa - Siena. Cell. 335.7072131, 338.1402493. www.gliarcangeli.com


LAZIO ROMA ACCADEMIA DI YOGA Via XX Settembre 58 A, Roma. Tel. 06.4742427, www.accademiayoga.it AMRITA CENTRO YOGA E AYURVEDA Via C. Colombo 436, Roma. Tel. 06.5413504, 06.5081202, www.amritayoga.it ASSOCIAZIONE SHAKTI Centro di Kundalini Yoga e Sat Nam Rasayan Via dei Brusati 30, Roma. www.kundaliniyoga.it BUPPO DOJO praticare il Buddhismo Zen Soto Via Ferento 5, Roma. Tel. 06.70032022 www.buppodojo.it CEDIFLOR Centro Diffusione e Didattica Floriterapia di Bach Via R. Fauro 82, Roma. Tel. 06.8074385, 333.4243663 www.cediflor.it CENTRO NIRVANA Associazione Spirituale per la Meditazione Chan e Zen Via A. Bono Cairoli 15, Roma. Tel. 338.7021800, 328.6848780, www.centronirvana.it CENTRO YOGA ED OLISTICO VIPASHYANA Channelling, regressioni karmiche, yoga, meditazione, cristalloterapia, mass. ayurvedico, riflessologia plantare, pranoterapia, reiki. Via Venezia 48/50, Ciampino - Roma. Tel. 347.8360990 www.vipashyanayoga.com CENTRO TARA BIANCA Danza Creativa, Arti Terapeutiche, Meditazione. Via Ettore Rolli 49, Roma. Tel. 06.5811678, www.centrotarabianca.it

CENTRO ZEN ANSHIN Buddhismo Zen Soto. Sotto la guida di Annamaria Gyoetsu Epifanìa e Guglielmo Doryu Cappelli. Via Ettore Rolli 49, (Stazione Trastevere), Roma Tel. 06.5811678, 328.0829035, 320.9671624, www.anshin.it Associazione Sportiva Dilettantistica DHARMA SPORT E DISCIPLINE BIONATURALI (Coni Fijlkam Uisp) Via Cimone 12, Roma. Tel 339.1286955 www.asddharma.ning.com Fondazione Maitreya Via della Balduina 73, Roma. Tel 06.35498800, www.maitreya.it SCUOLA YOGA ROMA Via Cechov 83 - F6, Roma. Tel. 06.51530068, cell. 335.6571924 www.scuolayogaroma.it YOGA, SCIENZA E ARTE Ass. Culturale Yoga Meditazione-Medicina integrata Viale A. Magno 192, Roma. Cell. 339 1279335 www.albertacorsiyoga.it DOTT. GIOVANNI MONTANARO ODONTOIATRIA E TERAPIE NATURALI Omeopatia, Posturologia, Agopunutra, Test e rimozione dei metalli pesanti. Via Vitruvio 70, Formia (LT). Tel. 0771.24831, cell. 340.1495053 omeo57@hotmail.it

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PUGLIA BARI Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Monopoli (BA), Contrada Lamammolilla 476. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it

CAMPANIA NAPOLI TAO - CENTRO DI RICERCA OLISTICA SCUOLA ITALIANA REIKI Via F. Cilea 91, Napoli (NA). Tel. 338.8495996 taocenter@tiscali.it www.taocenter.org DOTT. GIOVANNI MONTANARO ODONTOIATRIA E TERAPIE NATURALI Omeopatia, Posturologia, Agopunutra, Test e rimozione dei metalli pesanti. Via A. Scarlatti 126, Napoli Tel. 081.5786956, cell. 340.1495053 omeo57@hotmail.it

SICILIA I dati raccolti sono stati forniti o individuati da elenchi pubblici e sono trattati in ottemperenza alla legge 675/96 con particolare riferimento agli articoli 12 e 20. Agli interessati è riconosciuta la facoltà di esercitare i diritti di cui all’art.13. Il titolare del trattamento dei dati è l’editore. www.bioguida.com

PALERMO Dott. RENATO IUDICA Rappresentanze Prodotti Naturali Via G. Arimondi 48, Palermo. Tel. 392.6893370, 347.6215339.

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LA VIA DELLE STELLE

I tipi planetari Di Roberta Giurissevich (astrologa)

N

el delineare il ritratto astrologico individuale vengono solitamente evidenziate le diverse predisposizioni degli appartenenti ai vari segni zodiacali. Se, come affermava C.G. Jung, “esiste qualche collegamento, nell’inconscio dell’uomo, con - si potrebbe dire - l’Universo. Ci dev’essere qualcosa nell’uomo che è universale; in caso contrario egli non avrebbe potuto fare una proiezione simile, non potrebbe leggere se stesso in costellazioni remote”(1), associare i vari segni a determinate caratteristiche trova un senso nella valenza simbolica dell’astrologia (C.G. Jung “Visioni” - seminario 1930-34). Ogni segno si connette in chiave analogica a determinati livelli di significato e ciò si definisce in modo più chiaro per il fatto che, ciascun segno, deriva la propria simbologia da un pianeta dominante che viene definito suo “reggente” o “governatore”. Ogni qualità determinata dai segni si riconduce cioè al campo simbolico rappresentato dal pianeta che governa quel segno. Collegare i segni ai rispettivi governatori spiega anche il fatto che un soggetto sia

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più o meno influenzato da un pianeta a livello di personalità e sviluppo individuale. Ciò che determina le caratteristiche e i destini personali sono le alchimie che si creano tra le diverse simbologie espresse da quei pianeti che esercitano maggiormente la loro influenza nel quadro astrologico. Dunque, per chi conosce il proprio tema natale, sono importanti il pianeta governatore del Sole, quello dell’Ascendente o quello che governa il segno che ospita più pianeti. Nella tabella qui sotto viene riportato l’elenco dei segni con i rispettivi governatori. Il fatto che Mercurio e Venere siano reggenti rispettivamente di due segni è un argomento ampiamente discusso tra gli esperti della materia, che meriterebbe di per sé un approfondimento a parte. Lo stesso pianeta esprime nei due segni che governa le proprie qualità su livelli diversi: Venere nel suo cosiddetto “domicilio notturno”, in segno di Terra, è più materica e sensuale, mentre in segno d’Aria si esprime in chiave più astratta e legata alla forma; Mercurio in segno di Terra è analitico e concentrato sui dettagli, mentre in Aria si espande sul piano mentale, determinando una conoscenza vasta con tendenza alla dispersione.

Segno

Elemento

Governatore

Ariete

Fuoco

Marte

Toro

Terra

Venere

Gemelli

Aria

Mercurio

Cancro

Acqua

Luna

Leone

Fuoco

Sole

Vergine

Terra

Mercurio

Bilancia

Aria

Venere

Scorpione

Acqua

Plutone

Sagittario

Fuoco

Giove

Capricorno

Terra

Saturno

Acquario

Aria

Urano

Pesci

Acqua

Nettuno

Ma vediamo come agiscono sulla personalità e sul destino le energie planetarie. Nell’oroscopo governato da Marte spiccano l’attivismo, l’attitudine alla lotta, al comando e allo sforzo, l’ambizione, l’indipendenza, l’azione impulsiva immediatamente seguente l’ideazione. Il destino di chi è fortemente rappresentato da Marte sarà movimentato e caratterizzato da lotte e situazioni impreviste. Il marziano si esprime al meglio nelle professioni autonome, dove vi è la possibilità di distinguersi con l’azione. Molte personalità con Marte in evidenza nel proprio tema natale sono militari, condottieri, esploratori, inventori e innovatori. Possono dimostrare una propensione anche per attività che implicano l’utilizzo di strumenti da taglio (chirurghi, dentisti, macellai), a contatto con il fuoco (macchinisti, fabbri, pompieri) o con i motori (ingegneri meccanici, motociclisti e automobilisti). Venere nell’oroscopo è per tradizione sinonimo di fascino e di fortuna. Il predominio di Venere, soprattutto nel Toro, genera una forte affinità con la terra e la natura, crea inoltre propensione per la bellezza, amore per le comodità, pigrizia, socievolezza e spiccata sensibilità artistica. Venere si associa alle risorse economiche. Se prevale nell’oroscopo, è spesso un segnale di tendenza a spendere e ricercare il lusso. Gli oroscopi nei quali predomina mostrano un destino comunque di riuscita per la natura intrinsecamente benevola di Venere. Tra le professioni collegate alla dominante venusiana vi sono quelle artistiche, quelle connesse alla forma, all’estetica, al piacere, alla flora e alla natura. Mercurio domina l’intelligenza, il piano mentale, la sfera della comunicazione, il movimento e le abilità. Chi ha una personalità e uno sviluppo caratterizzato dalle simbologie collegate a questo pianeta, soprattutto se associato al segno dei Gemelli, è mosso da una notevole curiosità, tende a privilegiare il piano mentale e l’utilizzo delle proprie facoltà intellettuali, mentre il Mercurio della Vergine è maggiormente sinonimo di abilità manuali, oltre che di spiccate


doti analitiche. Il mercuriale è socievole, curioso, vivace, diplomatico, colto, eloquente, ingegnoso e abile scrittore. Tra i settori congeniali a chi ha questa dominante vi è quello del commercio, dei trasporti, della comunicazione, della letteratura, dell’editoria, dell’amministrazione; mentre, in particolare se associato al segno della Vergine, determina abilità artigianali. Data la propensione di questo astro per i cambiamenti, può capitare di cambiare spesso occupazione nel corso della vita. La dominante lunare è indice di fecondità, ricettività, sensibilità, dolcezza, immaginazione, intuizione e memoria; tra i punti deboli vi sono la timidezza, l’insicurezza, l’instabilità, gli sbalzi di umore, la pigrizia, la mancanza di iniziativa e di senso pratico. La Luna è in analogia con il sogno, l’inconscio, il passato, la casa,

le radici, la madre, la famiglia, l’oralità, la folla. La famiglia esercita sovente un’influenza capitale nelle scelte e nel destino del cancerino. L’astro notturno è inoltre in analogia con la massa, la popolarità o il ruolo esercitato a livello pubblico. La Luna è un satellite, ragion per cui i soggetti “lunari” riescono meglio nei lavori dipendenti o al servizio di altri. Tra le professioni associate con l’astro notturno vi sono quelle in collegamento con il passato (storico, antiquario, collezionista), con la psiche, con le donne e i bambini (ostetrica), con l’acqua o i liquidi e tutte quelle a contatto con il pubblico (dal politico al commerciante al dettaglio). Anche la dominante lunare è spesso indice di cambiamenti e oscillazioni nel corso dell’esistenza. Negli oroscopi maschili la posizione della Luna informa sulle caratteristiche del-

la partner e, in generale, sull’influenza esercitata sul nativo dall’altro sesso. Il Sole in ciascun oroscopo rappresenta la forza vitale e creatrice e la sua posizione si considera per valutare la vitalità, l’impatto personale e le capacità di riuscita. Se in posizione forte, determina energia, magnetismo, eleganza, volontà, ambizione, generosità, coraggio, idealismo, indipendenza, lealtà e senso dell’onore; i punti deboli del tipo solare sono l’egoismo, l’orgoglio, l’arroganza, la vanità e gli eccessi di rabbia. Come nel caso di Venere, una dominante solare in posizione favorevole è spesso indice di facile ascesa e di destino agiato, soprattutto sul piano delle risorse materiali. D’altronde il tipo solare non disdegna spendere, poiché è attratto dagli oggetti di pregio e dai beni di lusso, oltre che dal gioco e dalla speculazione. Data la sua natura 25


LA VIA DELLE STELLE

fondamentalmente attiva, il solare è portato più a comandare che ad eseguire: tra le occupazioni associate con questa collocazione vi sono i ruoli di autorità e le professioni a contatto con beni di lusso. Negli oroscopi femminili la posizione del Sole informa sulle caratteristiche del partner e in generale sull’influenza esercitata da parte dall’altro sesso. Il tipo dominato da Plutone, generalmente circondato da un alone di mistero, è magnetico, sensibile, istintivo, estremo, fiero, tenace, ricerca il potere ed è dotato di una forza di volontà inossidabile, ha bisogno del limite per mettersi alla prova, segue nel suo percorso un andamento di rinnovamento ciclico, costituito da fasi di morte e rinascita; al negativo può essere egoista, critico, geloso, possessivo, diffidente, violento, imprudente, trasgressivo, esprimere una sessualità eccessiva, un profondo istinto autodistruttivo e uno spirito di ribellione indomabile. Chi ha Plutone in posizione dominante non è solitamente favorito dalla fortuna, il suo destino tende a essere travagliato, soprattutto sul piano dei sentimenti. Il plutoniano si occupa più spesso di attività che hanno a che vedere con la medicina, la politica, il passato (antiquario), la morte (necroforo), le trasformazioni della materia (chimico, droghiere), l’occultismo, lo sforzo fisico (sportivo) e l’esercizio del potere (leader, stratega). Giove, più di Venere, è considerato un pianeta benefico: lo si analizza nell’oroscopo per esaminare le capacità organizzative ma, soprattutto, la fortuna e le finanze. Chi ha il governatore del Sagittario in posizione importante nel proprio tema è un individuo socievole, espansivo, entusiasta, generoso, giusto, autorevole, rispettoso delle norme. Un Giove favorevole nell’oroscopo è la migliore indicazione di riuscita, buona salute e longevità; siccome per definizione non è mai totalmente negativo, il soggetto gioviano alle prese con situazioni sfavorevoli ha sempre una protezione. Sono associati a Giove le esplorazioni, i viaggi, gli incarichi dirigenziali, le attività svolte nelle amministrazioni, nelle banche, nei tribunali, di carattere religioso o collegate alla legge; non mancano soggetti gioviani che si dedicano all’arte. 26

La simbologia di Saturno, Cronos presso i greci, è pressoché antitetica a quella di Giove. Se Giove rappresenta l’espansione, il governatore del Capricorno è sinonimo di contrazione ed essenzialità. Si esamina nell’oroscopo per acquisire informazioni sulla determinazione e sulla perseveranza ma, soprattutto, sulle prove della vita. Chi ha Saturno dominante nel proprio oroscopo è una persona seria, sobria, fedele, responsabile, razionale, concentrata, metodica, organizzata, riflessiva, dotata di profondità e ricchezza interiore; al negativo può diventare egoista, pessimista, calcolatore, chiuso, invidioso e insensibile. Il tipo saturnino è ben rappresentato dalla figura dell’eremita nei Tarocchi. Pur essendo ambizioso, raramente ha un destino di grandi successi, più spesso i suoi progressi sono lenti e di lungo percorso. Quando raggiunge le alte vette è soprattutto per merito della sua costanza, caparbietà e senso di sacrificio. Essendo il saturnino un costruttore, le occupazioni a lui più congeniali possono svolgersi nel campo edile o architettonico o, in conformità col suo elemento, a contatto con terra (agricoltore, minatore, archeologo), infine può eccellere nel campo dell’erudizione poiché è facile ad appassionarsi allo studio. Con Urano come dominante si è di fronte a una personalità eclettica, originale, indipendente, innovatrice, intellettualmente vivace, ingegnosa, inventiva, ricca di interessi, spesso dedita a cause umanitarie e filantropiche; nella sua espressione negativa l’uraniano può divenire un utopista, un estremista o un individuo senza scrupoli.

Il suo modo di procedere è intermittente, anche se dimostra notevole resistenza nelle situazioni faticose. Il suo destino si snoda attraverso molteplici cambiamenti e incertezze. Il successo può essere conseguenza di un prodotto del suo ingegno, di un’azione audace o di una qualche incredibile scoperta. Tipico soggetto uraniano è l’inventore, può inoltre eccellere nel settore intellettuale, in campo scientifico (ingegnere, scienziato), rivelarsi un bravo meccanico, elettricista o artigiano. In un oroscopo si esamina la posizione di Nettuno per stabilire il grado di intuizione e la propensione mistica del soggetto. Il nettuniano è guidato dall’ispirazione, dall’intuizione, da una profonda sensibilità, ricchezza interiore e spiritualità. Tra le altre sue qualità vi sono fascino, socievolezza, forte immaginazione, talento artistico, genialità, dolcezza, empatia, romanticismo, compassione, profondità di sentimenti; quando si esprime al negativo, il nettuniano è instabile, indeciso, irrazionale, utopista, maniacale. Riesce al meglio nelle attività fuori del normale. Salvo casi fuori dall’ordinario o determinati dalla sua notevole ispirazione, il destino del nettuniano non è solitamente molto prospero, anche a causa della sua scarsa aderenza alla realtà. Si esprime al meglio in quegli ambiti che richiedono ispirazione, come in quello artistico o religioso, sensibilità e compassione, come in quello medico, umanitario, dell’assistenza, o a contatto con l’acqua o i liquidi, come in quello marittimo, navale o della produzione e vendita di bevande.


L’ARREDO ECOLOGICO

Con l’esperienza acquisita negli anni produciamo su progettazione e su misura L’ARREDAMENTO NATURALE. Il nostro obiettivo è di creare ambienti alimentando il fluire dell’energia positiva, ottimizziamo gli spazi e soprattutto ascoltiamo le esigenze delle persone che abiteranno i locali da noi arredati. Adoperiamo solo legno massiccio, certificato, le lavorazioni e gli assemblaggi vengono fatte ad incastro, senza uso di colla, i trattamenti sono fatti solo con olio e cere naturali, i colori sono ottenuti con ossidi sciolti nell’olio, otteniamo superfici satinate e piacevoli al tatto. Evitiamo tutte le finiture con spigoli, otteniamo così forme morbide e arrotondate. Dedichiamo una particolare attenzione ai bambini e ragazzi... curando in modo particolare le loro camerette. Adoperando solo LEGNO, OLIO E CERA si evitano tante forme di allergia... non si creano cumuli di cariche elettrostatiche, gli ambienti sono sani, piacevoli, armoniosi... il legno ha la caratteristica di essere termoregolatore: assorbe l’umidità in eccesso per ridarla quando l’ambiente ne ha bisogno. Progettazione per noi vuol dire anche: curare i particolari come: il colore delle pareti, la posizione del letto, l’illuminazione data dalle lampade ionizzanti con la loro luce vivificante... Cerchiamo di seguire il nostro cliente con la massima premura e con la nostra professionalità... Via Roma 129 - 31043 Fontanelle (Tv) - Tel./fax 0422.509013 - bioliving@libero.it - www.bioliving.it


LA VIA INTERIORE

Ego e Metamedicina di Susanna Berginc (consulente di Metamedicina)

“Quando l’Ego non è abbastanza umile per ascoltare il messaggio del maestro interiore, la sofferenza si incarica di farglielo capire.” Claudia Rainville

I

mmaginiamo una carrozza che corre nella notte, con i suoi veloci cavalli, il valente cocchiere ed un passeggero. Il passeggero siamo noi, che abbiamo una destinazione da raggiungere, quella scelta dalla nostra anima. I cavalli sono le nostre emozioni, che possono imbizzarrirsi, bloccarsi, impaurirsi, arrabbiarsi. Ed infine il cocchiere, che contiene e dirige i cavalli, il cui obiettivo è condurci a destinazione. Ma chi è il cocchiere? Il cocchiere dovrebbe essere il nostro Sé superiore, saggio ed evoluto, la cui funzone è quella di portarci nella giusta direzione, nel più breve tempo possibile ma, soprattutto, attraverso la strada più sicura, scevra da pericoli o imprevisti. Ma, purtroppo, nella maggioranza dei casi, le redini della nostra carrozza sono in mano al nostro Ego, che vuole mantenere il controllo a tutti i costi esoprattutto vuole condurci dove vuole, o perlomeno dove crede sia giusto arrivare. Quindi, se vogliamo essere certi di arrivare alla nostra vera destinazione, dovremmo per prima cosa prendere coscienza che è il cocchiere, lui solo, a dirigere i cavalli. Il passeggero può soltanto dire al cocchiere dove vuole andare ma non può prendere in mano le redini dei cavalli. E, una volta partita la carrozza, non è semplice urlare al cocchiere che la strada non è quella giusta o ci fa star male, ci fa soffrire. Ma che cos’è l’Ego? E’ la supermente che controlla e soggioga la nostra mente e si forma nell’infanzia quando il bambino vive i suoi momenti infelici, ma è troppo piccolo per parlarne con qualcuno e comprendere che è giusto far conoscere i propri bisogni; e, se anche decide di farlo, quasi sempre è l’adulto ad avere l’ultima parola, così magari viene zittito, 28

o peggio ancora, umiliato con frasi e punizioni fisiche o psicologiche. Il bambino non è in grado di elaborare tutto questo dolore ed allora, per ridimensionarlo o dimenticarlo, inizia a parlare da solo, con sé stesso, dandosi delle risposte più o meno veriterie: “Mamma ha ragione, disturbo sempre”, “Forse sarebbe stato meglio che non nascessi”, “Mia sorella è meglio di me”, “Forse dovrei morire perché si accorgano di me”. Pensieri di questo tipo minano alla base l’autostima del bambino, aprendo spesso la strada ai sensi di colpa o alla subdola sensazione

di non aver diritto a nulla. Se poi arriva a pensare “Odio quando mi trattano così”, “Non li sopporto più”, “Tu non mi vuoi? Bene. Nemmeno io ti voglio”, si può aprire la strada a rabbia, rancore, senso di ingiustizia e così via. Le risposte che arrivano al bambino sono quelle dell’Ego, che avvia la sua opera inizialmente per difendere la sopravvivenza stessa. Ma se l’Ego, da bambini, è servito per sopravvivere, da adulti ci complica la vita, fa ripetere gli stessi errori, rende l’esistenza impossibile. Questo perché nel nostro intimo, talvolta an-


che solo a livello del subconscio, muove e fomenta una marea di convinzioni errate e limitanti, che fanno credere cose non vere, creando sofferenza. E, il più delle volte, nemmeno lo riconosciamo, crediamo che i pensieri che ci attraversano la mente siano farina del nostro sacco. Ma, allora, quali sono le caratteristiche dell’Ego, per poter così essere in grado di riconoscerlo? L’Ego non è assolutamente in sintonia con il nostro Sé interiore, in quanto vuole primeggiare, vuole spingere alla competizione. E’ lui che ci induce ad arrivare primi, mettercela tutta, a forzare fisico e mente per essere migliori. Ed è sempre l’Ego che fa vedere tutto questo come corretto, giusto, senza farci rendere conto come nella competizione ci sia uno solo che arriva primo; è una divisione, una separazione, che genera altre ferite. Siamo talmente abituati a vedere le competizioni sportive da pensare che siano giuste, leali, mentre in realtà sono un gioco dell’Ego sin dalla notte dei tempi. Ma per chi vinciamo? Perchè dobbiamo vincere? Perchè dobbiamo fare un buon tempo? A chi dobbiamo dimostrare cosa? Il più delle volte è nascosto un grande desiderio di rivalsa, la voglia di dimostrare che “io valgo, a dispetto di quello che gli altri pensano di me”. Una persona in pace con sé stessa, che crede di valere, e pensa nel suo intimo di essere speciale, farà dello sport per il piacere di sentire il proprio corpo muoversi, per il desiderio di stare bene e mantenersi in salute. Non farà competizioni, non si metterà in gara con altri, in quanto sa già quello che vale e non ha motivo di dimostrarlo. Non ci era stato detto tempo fa: “Beati gli ultimi”...? Ma “non competere” non significa “non migliorarsi”. Possiamo migliorare anche per il gusto di farlo o per vivere meglio, non necessariamente per arrivare primi. Questo sia nello sport che in altri campi.

portati a pensare male degli altri, a giudicarli, a vederli sbagliati, non siamo noi a fare tutto questo bensì l’Ego: “dividi et impera”. L’Ego infine ci fa vivere nel passato (nel rimpianto o rancore) oppure nel futuro (nella paura, insicurezza, ansia), perché nel presente, nel “qui ed ora” egli muore. L’Ego non vuole che viviamo nel presente, altrimenti non può controllarci; quando siamo nel presente siamo centrati nel cuore, viviamo attraverso il corpo, non solo nella mente, dove lui regna. Con questo a significare che è normale pensare al tempo passato, o a quello che verrà, ma non sempre o, perlomeno, non spesso. E’ logico fare ogni tanto dei paragoni con chi ci sta vicino, ma proporli di continuo, con la convinzione che siano soltanto delle banali “constatazioni”, ci rende sempre più preda del gioco dell’Ego, che gode di tutto questo. Quante persone fanno il suo gioco rifiutandosi di vedere che le loro “constatazioni” sono solo critiche. Oppure credono fermamente che la loro infelicità sia opera di altri o del fato. E, così facendo, vivono la vita che ha deciso l’Ego, non la loro anima. Tutti noi, nessuno escluso, ne siamo preda, in quanto è uno degli esami più ostici da superare in questo mondo. L’Ego si riconosce perché ricerca i complimenti, ama “fare la morale” al pros-

simo, ha molte difficoltà ad accettare le critiche, può sminuire gli altri per sentirsi meglio oppure può elevarli per convincersi di essere inferiore, ricerca la riconoscenza, rifiuta le cose semplici, si impegna a fare le cose perfette, recita il ruolo di vittima per ottenere attenzioni, resiste a qualunque cambiamento, vuole avere ragione a tutti i costi (“Si, ma...”), vuole farsi notare o, all’incontrario, vuole scomparire, non essere visto, restare invisibile... Ricordate: quando siamo sicurissimi di avere ragione, non siamo noi: è il nostro Ego. Il dubbio è la strada per la consapevolezza, in quanto porta alla ricerca e alla conferma o meno delle nostre convinzioni. La sicurezza di essere nel giusto invece non porta a nulla, perchè non c’è più ricerca, ma solo stasi, immobilismo e rigidità, che corrisponde alla morte (mentale, intellettuale, emotiva o spirituale). L’Ego si manifesta attraverso l’orgoglio, di cui ne esistono diversi tipi: quello mentale, di chi pensa di sapere tutto e conoscere cosa sia meglio per gli altri. L’orgoglio spirituale, di chi pensa di essere giunto a conoscere la verità (che spesso è solo conoscenza, un gioco mentale): ci fa credere che siamo nel giusto, superiori agli altri (che invece sono rabbiosi, paurosi, cattivi, isterici, egoisti, ecc.). Ed infine l’orgoglio modesto, di chi vive nella falsa modestia o nel buonismo, per

L’Ego non si manifesta soltanto nella competizione; porta anche alla separazione e alla divisione. E’ normale infatti sentirsi arrabbiati, ma perché portare avanti tale conflitto nella nostra mente, ingigantirlo, per poi arrivare alla separazione? Perché non accogliere, comprendere e perdonare? Ogni volta che siamo 29


LA VIA INTERIORE

sentirsi dire (o crederlo dentro di sé) di essere una brava persona: l’Ego modesto ci illude su quanto siamo bravi ad aiutare gli altri, dire di si, dedicare tutto il nostro tempo nell’aiuto del prossimo, a scapito di noi stessi. L’amore per il prossimo è indubbamente alla base di una vita piena, ma senza dimenticare che è stato detto “Amerai il prossimo tuo come te stesso”: come, non di più... Dietro l’Ego in realtà si nasconde soprattutto la paura, di non essere amati, accettati, di non essere all’altezza. Paura del rifiuto, di essere umiliati e gli altri si aprofittino di noi. E, purtroppo, l’Ego porta sempre al dolore, alla separazione, ai problemi. Finchè esiste, c’è sofferenza, dolore, malattia. L’Ego guarito, sano, porta invece alla crescita personale, alla consapevolezza, ad una vita piena e felice. Porta all’unione, alla comprensione, alla compassione, alla spiritualità vera, viva. Porta all’Amore. Una volta compreso di essere nel controllo del nostro Ego, potremo pensare di fare il primo passo per trasformalo, anche se ci vorrà un po’ di tempo. Potremmo, ad esempio: - Essere più veri, spontanei: ridere, arrabbbiarsi o piangere quando sentiamo di farlo.

- Chiedere scusa, riconoscere i propri torti; non ostentarci nell’avere ragione a tutti i costi ed accettare che la persona di fronte a noi possiede una propria verità, che per lei è importante, è tanto vera per lei, quanto la nostra per noi. Un buon approccio può essere quello di riconoscere “Abbiamo idee diverse, ma rispetto le tue, anche se non le capisco”. In questo modo non ci sono perdenti, non ci sono lotte per la detenzione del potere dell’Ego. - Sviluppare una migliore autostima, lavorando magari con metodi o tecniche a noi congeniali (ad esempio con la Metamedicina). - Vivere ascoltando il nostro cuore, ritornando al suo livello, dove l’Ego non può esistere. - Riconoscere il nostro valore: rendersi conto che, se le cose non vanno come vorremmo, è perchè finora non abbiamo trovato il modo giusto, non perchè non valiamo qualcosa. Evitare i paragoni favorevoli o sfavorevoli con altre persone o situazioni, in quanto servono solo ad aumentare la frustrazione ed ingigantiscono l’Ego, che ci farà vivere ancora nel dolore. Lavorare sulle proprie paure, innanzi tutto riconoscendole: fanno anch’esse parte del cammino, rappresentano

la parte bambina che non ha ancora superato i dolori passati. Anche l’approccio floriterapico può essere di enorme aiuto. - Non giudicare. Una persona ritenuta “cattiva”, lo è perchè dentro di sé ha del dolore. Infatti una persona in pace con sé stessa, non ha motivo di essere “cattiva”, perché non vive più la sofferenza. - Non ricercare l’apprezzamento degli altri, ma piuttosto essere fieri di sè stessi per quello che è stato fatto o si sta facendo. - Ricercare l’equilibrio, evitando gli estremi ed accettando il fatto di non essere perfetti.

EGO E METAMEDICINA Workshop gratuito Venerdì 31 ottobre 2014 alle ore 18.00 Presso l’Associazione Naturalmente di via Cumano 4 (Trieste) A cura di Susanna Berginc e Paolo Segulin Gradita la prenotazione: susanna.metamedicina@gmail.com


LA VIA DELLA SCIENZA

Spazio e tempo nei cerchi dell’iride di Elisabetta Conti (iridologa) www.adacqua.com

La memoria

C

ome evidenzia G. Michele Ferrero (“Le Riflessologie dell’Ultrasensibile”), il corpo dell’uomo non ha solo una dimensione spaziale. La medicina accademica odierna ha dei grossi limiti perchè non giunge alla causa originaria della genesi della malattia: ne consegue che le strategie di intervento servono solo a limitare i danni dell’immediato e ad arginarne l’estensione. Essendo l’uomo inserito in una condizione spazio-temporale, possiamo identificare la spazialitá nella materialità del corpo fisico; il tempo, invece, è identificabile nella memoria. Questa può essere conscia o inconscia. La memoria conscia proviene dagli organi sensoriali, coinvolge la corteccia cerebrale, permette il processo cognitivo e una risposta cosciente. La memoria inconscia coinvolge le aree sottocorticali del cervello, consegue una risposta automatica legata alla sopravvivenza e, per diventare cosciente, necessita di passare ed essere riconosciuta dall’organo di senso del cuore. Questo è comprensibile se si parte dal concetto fondamentale che ogni uomo inizia la sua vita con un fine, è codificato secondo un progetto e, alla fine dell’intera esistenza, tutti noi possiamo ricordare ciò che abbiamo raggiunto e ciò che la vita ci ha dato. “Potrebbe essere lecito chiedersi se c’è, quindi, un libero arbitrio nella nostra vita” nota Ferrero, concludendo: “Possiamo dire che esiste, ma risiede nella possibilità di accettare o rifiutare il Progetto. Accettandolo, l’individuo manifesta la libertà di rimanere nel disegno che lui stesso ha progettato per sé.” Possiamo dire che esiste una certa elasticità con cui la persona può avvicinarsi o allontanarsi alla propria Biografia. Se l’allontanamento eccede la misura, c’è un richiamo alla coscienza che si attua attraverso l’esperienza del trauma, cioè l’evento doloroso che ci permette di ponderare la nostra storia biografica e ci

fine tra il corpo fisico e quello eterico.

può portare a ricongiungerci col Progetto iniziale, oppure a distaccarcene ulteriormente, rendendo più gravosa la nostra permanenza nel “tempo profano”. Una coscienza sbagliata può causare emozioni non equilibrate; l’emozione dolorosa creerà un agire non corretto e viceversa. Il trauma può quindi interpretarsi come uno “strappo” nel velo dell’inconsapevolezza, ovvero un “timer”, una sfida che un individuo ha programmato di affrontare quando era nel “non-tempo/ non-spazio”. Anche durante il periodo di gestazione il feto può registrare i traumi vissuti dalla madre. Questi vivono nel bambino e nell’adulto e, con il passare degli anni, potrebbero manifestarsi situazioni simili a quelle che la madre aveva vissuto in gravidanza. Se la madre ha un parto naturale e dolce, anche il neonato sarà tranquillo e sereno, ma se il parto è complicato e sofferto, il bambino memorizza questa sofferenza. Nel momento in cui si formano i ricordi, questi si imprimono in una zona di con-

Consiglio pratico: per sbloccare traumi gestazionali è fondamentale agire (con massaggi, cromoterapia, ecc.) a livello di riflessologia plantare sulla linea che congiunge l’alluce al tallone, dove la fecondazione è localizzata sulla punta del dito, mentre il parto si localizza a livello del tallone, sulla faccia mediale del piede. Traumi e Costellazioni Familiari Il tempo e lo spazio intervengono nella formazione dell’embrione della nuova creatura, insieme con altre forze, come quelle ereditate attraverso i genitori, quelle della famiglia in senso lato e del popolo d’appartenenza e persino quelle cosmiche: il segno irideo che incontriamo ha una doppia valenza, sia per un trauma durante la gestazione, sia per un trauma durante il trascorrere della vita (o, per chi vuole “crederci”, durante vite precedenti). “Spesso la nostra vita viene condizionata da destini e sentimenti che non sono veramente nostri: anche malattie gravi, desiderio di morte, problemi sul lavoro possono essere dovuti a grovigli sistemici familiari. Sembra che continui ad agire dentro di noi una struttura arcaica, cieca e inconscia, preposta alla coesione e all’appartenenza nel sistema familiare. Per questo, se in una famiglia è stato di31


LA VIA DELLA SCIENZA

nore intensità e accompagnato da maggiore consapevolezza. Introduzione al Cronorischio

menticato un membro o escluso, per questa legge inconscia, un altro membro giovane, di generazioni successive, che nulla sa di questo suo predecessore, porterà su di sé il destino di questi e cercherà di seguirlo nella sua tragica sorte.” Questa drammatica ma realista interpretazione di fenomeni psico/sociali molto frequenti è tratta da “Le Costellazioni Familiari” di Bert Hellinger, il cui sistema di terapia si è diffuso nei paesi di lingua tedesca ed ora è conosciuto a livello mondiale per profondità ed efficacia e utilizzato nei più disparati campi della vita associata, ove esistano dei sistemi: per questo si definiscono anche costellazioni sistemico-fenomenologiche. Efficacissime nella terapia individuale, di coppia, familiare, di gruppo (nella scuola, negli ospedali, negli uffici, in azienda, nelle carceri) la loro caratteristica principale è quella di fare riferimento agli “ordini dell’amore” e alle forze guaritrici cercate alle origini del sistema familiare. Noi possiamo verificare eventi del passato ma non siamo in grado di cancellare l’evento a venire, essendo già stato programmato nella Biografia, tuttavia, attraverso la terapia delle Costellazioni, questo verrà vissuto sicuramente con mi32

I protagonisti del dialogo “Timeo” di Platone si domandano: “Ma… che cos’è il tempo?“ Il tempo, concludono, è “imitazione, immagine mobile dell’eternità”. Non a caso viene identificato con il movimento circolare: se si vuole rappresentare l’eternità con qualcosa di movimentato, senz’altro ciò che meglio la rappresenta è il cerchio, in cui si compie un giro per poi tornare al punto di partenza. La cosa più simile a ciò che non si muove mai è quella che torna sempre su stessa. Abbiamo già visto, negli articoli pubblicati su BioGuida n. 35 e n. 42, come, nel corpo dell’uomo e degli animali più “evoluti”, l’iride appaia come una corona tra due circonferenze concentriche, che hanno cioè lo stesso centro (la pupilla). In una prospettiva bidimensionale, è contraddistinta da tre cerchi concentrici (1 - Pupilla, 2 - Bordo della Corona, 3 Aura), con un diametro totale, compresa la pupilla, di circa 12-13 mm. Le imperfezioni di tale doppia corona, di volta in volta diverse, ci comunicano importanti informazioni sull’intero corpo, sulla psiche e sullo stato energetico della persona in esame. Prendiamo in considerazione il secondo cerchio: la Siepe.

La scuola del dott. Magnano la definisce come anello delle reattività, in quanto ci dà informazioni sulle modalità di risposta agli stimoli ambientali della persona analizzata. E’ proprio a livello della Siepe (detta anche Collaretto, o B.C. , Bordo della Corona) che, secondo la tesi del dott. Lo Rito, possiamo leggere lo scorrere degli avvenimenti (il tempo): mediante la localizzazione dei segni iridei, pur non potendo dire cos’è accaduto, si è in grado di valutare quando un vissuto può aver segnato la vita di una persona. Sono da osservare attentamente le introflessioni e le rotture della Siepe, le lacune, le discromie, i raggi maggiori, minori, i ponti, le cripte che la “segnano”. Possono comparire singoli o in associazione, sia sull’iride destra che sull’iride sinistra, raramente su entrambi. Con il termine Cronorischio (D.Lo Rito, “Il cronorischio”) “vogliamo indicare un periodo determinato della vita di un individuo, in cui un evento fisico o psichico determini un’alterazione/squilibrio della funzione biologica tale da far prevedere l’insorgere di una malattia. Abbiamo la straordinaria possibilità di conoscere l’età precisa nella quale un eventuale trauma ci ha causato un certo squilibrio a livello fisico, causando non di rado una determinata patologia.”

Il continuum spazio-tempo nei cerchi dell’iride Nei n. 44 e 45 di BioGuida (a proposito della descrizione della Pupilla) abbiamo visto che nell’orlo pupillare si può collocare la dimensione spazio. Il dott. Lo Rito definisce tale condizione come “Spaziorischio”, che non va dissociata dalla presenza, a livello del Bordo della Corona, dal “Cronorischio“ : “Lo spazio viene protetto dal tempo, lo spazio nutre e sorregge il tempo”.(op. cit. Lo spazio dell’uomo”). Potremmo dire (scavalcando a ritroso le varie definizioni date dalla psicoanalisi occidentale, spesso troppo varie e variegate) che tali segni sono finestre rimaste aperte verso la dimensione del nostro “caos” individuale, riflesso del “caos” primordiale del macrocosmo. Per caos (dal greco chaos, fenditura, da “chainein”, aprirsi, spalancarsi) si intende, particolarmente nei miti teogonici,


lo stato primordiale di tutta la materia, prima che essa prendesse la forma e l’ordine interno dell’Universo. I miti sulla creazione sono presenti in tutte le civiltà e sono dappertutto mol-

to simili. La struttura di questi racconti è sempre uguale: all’origine dell’Universo vi è il caos e regna indistinto il disordine. In seguito interviene un Essere Supremo, diverso per ogni civiltà, che sostituisce al caos l’ordine e la separazione tra i vari elementi. Il Caos è una specie di profonda e tenebrosa voragine, nella cui assoluta indeterminatezza e nel cui totale disordine tutto si considera presente, nulla è distinguibile come spazio/tempo. Tra i tanti elementi che li accomuna c’è in tutti una situazione iniziale di tenebre. Vi si contrappone, semanticamente, la nozione di Cosmo (Kosmos, ordine) con la quale gli antichi filosofi greci (in particolare Parmenide ed Esiodo) designavano il mondo in quanto ordine, compiutezza, determinatezza. Nei miti cosmogonici, della creazione, l’Universo (Cosmo) è concepito come spazio temporalizzato.

Ritornando al nostro microcosmo personale potremmo “sintetizzare” (si veda il dott. Di Spazio: “Iride, Rachide e memoria biografica dell’individuo”): “Il segno irideo va considerato come unità cronospaziale, con una coordinata temporale (l’età in cui si manifesta l’evento traumatico con conseguente conflitto emozionale) e una coordinata spaziale (area corporea, sede della somatizzazione). L’unità cronospaziale si collega esattamente alla memoria (inconscia, neurosensoriale e somatica) di un evento vissuto, con un linguaggio morfocromatico unico e individuale”. Può essere interessante a questo punto rimandare ad una breve esplorazione futura, per “curiosare” su come questi grandi studiosi, suddividendo in settori graduati le circonferenze/cerchi dell’iride, hanno reso possibile la lettura e interpretazione cronospaziale dei nostri traumi. 33


GLI INCONTRI

I.P.

Il sale, nutrimento prezioso Q

uanto prezioso per la nostra vita quotidiana è il sale, il comunissimo cloruro di sodio usato tutti i giorni, se già gli antichi Romani lo tenevano nella massima considerazione? Non a caso il termine salario, ancora utilizzato per indicare la retribuzione dei lavoratori dipendenti, venne coniato allora per definire il compenso dei legionari. La salatura degli alimenti, oltre ad essere necessaria per conservare meglio alcuni cibi, riveste pertanto anche un profondo significato culturale. Ma non solo. Il sale, respirato o inalato, agisce da rimedio naturale, conosciuto da secoli per i suoi benefici effetti sulle vie respiratorie, le cui prime applicazioni risalgono al Medioevo, quando viene riportata l’abitudine di alcuni monaci di praticare quella che oggi viene definita speleoterapia. Per alleviare i disturbi alle vie respiratorie si inalava infatti l’aria presente in alcune grotte con concrezioni di sale, prodotta in maniera naturale dalla rottura e dallo sfregamento tra stalattiti e stalagmiti. Nel XIX secolo questo trattamento ebbe un picco di popolarità nell’Europa dell’Est, nata dalla considerazione che i minatori salini in Polonia godevano di una drastica riduzione dei disturbi respiratori, rispetto al resto della popolazione. Da questo conseguirono i primi studi scientifici sul microclima delle grotte di sale, che si svilupparono ad opera del fisico polacco F. Bochkowsky che, nel 1843, pubblicò un volume in cui raccolse le sue osservazioni. Il dottor Boczkowski descrisse i suoi studi sulle miniere di sale, in cui attribuiva gli effetti curativi di questi luoghi ad alcuni fattori fondamentali: i microelementi presenti nell’ambiente, la temperatura e l’umidità costanti. Di fatto, il luminare polacco fu il primo a cimentarsi in quella che, più tardi, venne definita haloterapia, facendo respirare ai suoi pazienti dei microelementi del sale, la salgemma nello specifico. A seguito di queste prime valutazioni, i trattamenti a base di sale hanno avuto una diffusione sempre più ampia, fino a diventare una terapia medica ufficialmente riconosciuta in numerosi paesi dell’Est e del centro Europa, per la cura 34

di molti disturbi prevalentemente a carico dell’apparato respiratorio. Oggi sono molto diffuse anche da noi le cosiddette “grotte di sale”, vale a dire ambienti ricreati ad arte con pareti, pavimenti e soffitti interamente di sale, in cui respirare aria arricchita di salgemma, puro, cristallino e privo di iodio, ridotto in particelle microscopiche da apposite apparecchiature che lo diffondono nell’aria. Grazie ad un metodo esclusivo di lavorazione utilizzato in fase di costruzione dell’ambiente, nelle ampie stanze la temperatura è autoregolata, proprio come quella delle grotte, con un’umidità costante tra il 45/55 % e una temperatura attorno ai 20/22°, senza uso di riscaldamento o aria condizionata, riuscendo così a ricreare il microclima naturale delle miniere. L’haloterapia e, in particolare, il fatto di respirare il sale sotto forma di aerosol diffuso nell’aria, è un vero toccasana per le vie respiratorie. I generatori emettono minuscole particelle di sale che riempiono l’aria del locale e riescono a raggiungere naso, faringe, laringe, trachea e bronchi in profondità, stimolandone la naturale funzione di depurazione. In pratica, si riproduce lo stesso effetto di una vacanza al mare, quando inaliamo la salsedine marina e spurgando il muco. Il sodio inalato stimola a far funzionare meglio le piccole ciglia delle vie respiratorie che, con i loro movimenti, frenano l’ingresso di germi e inquinan-

ti atmosferici, veicolando il muco dal naso al cavo orale e detergendo così l’apparato respiratorio. Il sale respirato ha anche un effetto battericida, contro pneumococchi e stafilococchi in particolare, consentendo di ridurre le malattie da patologie virali o infettive, così come da allergeni, tossine e inquinanti. Nello specifico, può essere molto utile in caso di sinusiti, asma e riniti, patologie broncopolmonari, otiti, tosse, raffreddore, faringiti, tonsilliti, polipi nasali e adenoidi. Le sedute di haloterapia si svolgono in un’atmosfera di grande relax per stimolare al meglio l’attività di respirazione profonda. In genere le grotte hanno un design particolare, arricchite con l’uso della cromoterapia e di poltrone ergonomiche per stare comodi e respirare ampiamente durante il trattamento. Questo dura in media 45 minuti, con un minimo di almeno 3 sedute come inizio, per poter notare i miglioramenti nel proprio stato di benessere. Sono adatte a tutte le età, dalla primissima infanzia sino agli anziani, a chi vuole innalzare le difese immunitarie, così come a chi desidera contrastare lo stress o stati di affaticamento psicofisico. Ma, soprattutto, come facilmente intuibile dai benefici sopra descritti, sono indicate per prevenire e contrastare tantissime patologie dell’apparato respiratorio, di tipo dermatologico e allergico, magari in vista dell’arrivo della stagione invernale.



LA VIA DEGLI ANIMALI

Animali e medicina omeopatica: Piccole dosi per piccoli gatti… di Andrea Sergiampietri (medico veterinario) www.homeocode.info

P

aprika è una gatta persiana, tricolore e bianco, il pelo morbido, vaporoso, gli occhi nocciola caldo. Ha quattro anni e un grosso problema: lo stress da parto. Essere mamma per lei è una situazione impossibile da sostenere. Ha avuto tre cucciolate. Del primo parto è sopravvissuta solo una cucciola, gli altri sono stati aggrediti e purtroppo uccisi dalla stessa Paprika. Nella seconda e terza cucciolata, ripetendosi gli episodi di aggressione verso i cuccioli, questi sono stati presto allontanati e alimentati dagli umani della casa. A nulla sono serviti i feromoni. Paprika è nuovamente in gravidanza, il parto è previsto tra poco più di venti giorni. Non esistendo nulla di chimico/farmacologico che possa aiutare la gatta a non essere sopraffatta dall’ansia e aggredire i cuccioli, la speranza è di trovare una risposta con la medicina omeopatica. Una questione di Metodo Il funzionamento dei rimedi omeopatici resta tutt’ora un mistero, almeno in parte. Il metodo di scelta di un rimedio invece segue regole precise e sostanzialmente invariate da più di duecento anni. Una famosa e antica farmacia austriaca possiede una collezione (remedioteca) di ben 5500 diversi rimedi omepatici. L’omeopata sa che uno di quei 5500 è il rimedio giusto per il paziente. Un rimedio è detto simillimum quando non solo è la sostanza omeopatica per caratteristiche più simile al paziente, ma anche la diluizione e il modo in cui viene somministrato sono perfettamente armonizzati sul paziente. Ma quale scegliere tra questi oltre 5000? Come si fa a trovare il rimedio per Paprika? Solo applicando correttamente il metodo omeopatico è possibile trovare il rimedio giusto. A volte, pur con tutta l’attenzione e professionalità del medico omeopata, non 36

si riesce alla prima prescrizione. Anche in questo caso, solo affidandosi al metodo è possibile aggiustare il “tiro” e incontrare quello giusto in una successiva prescrizione. Per Paprika purtroppo, considerando l’imminenza del parto e, soprattutto, il fatto che è il parto stesso l’evento scatenante, non esiste una seconda possibilità. Il metodo in generale consiste nel visitare il paziente, eventualmente richiedendo esami di laboratorio quando necessario e quando non sono già presenti e sottoporlo poi al cosiddetto interrogatorio omeopatico. La centralità del dialogo Durante l’interrogatorio il paziente, oppure il cliente nel caso della visita veterinaria, espone il problema, parlando liberamente e stimolato dalle osservazioni e domande dell’omeopata. Il dottor Hahnemann, a tal proposito, descrive nel suo “Organon dell’Arte del Guarire” anche l’atteggiamento che deve tenere il medico. Il racconto libero non deve es-

sere interrotto, il medico ascolta, prende appunti e, solo in un secondo momento, riprende i punti essenziali di quanto detto, verifica di aver capito correttamente e, quindi, con domande specifiche ma aperte esplora le parti del racconto che ritiene importanti. Verrebbe quasi da dire che Hahnemann (1755-1843) ha anticipato di oltre un secolo l’idea dell’ascolto attivo del counselling... Sintomi peculiari e strani della totalità dell’individuo Le notizie salienti dell’interrogatorio sono quelle che riguardano in modo specifico ed individuale il paziente. E’ piuttosto generico dire che il paziente vomita ma, se questo sintomo compare solo nei giorni di luna piena, allora sarà considerato un sintomo peculiare e strano di quel paziente. Tali sintomi possono riguardare sia caratteristiche di malessere fisico o mentale ma anche aspetti comportamentali non esclusivamente disfunzionali. Per quanto troppo generico, essere “allegro” o essere “una buona


forchetta” sono aspetti della persona, o dell’animale, degni dell’attenzione dell’omeopata, senza essere sintomi di “malattia”. L’insieme di pochi ma specifici sintomi del paziente costituiscono un quadro. Un buon quadro di sintomi è quello che permette di immaginare il paziente anche senza averlo mai visto. Esprime la totalità del paziente. L’essenziale di Paprika Paprika vive molto lontana dal medico veterinario omeopata ed essendo poco tollerante agli spostamenti, la sua umana non può far altro che raccontarla al telefono. La difficoltà è ancora maggiore. Nel racconto libero la gatta viene descritta attraverso i seguenti elementi: “Quando sente i gattini piangere inizia ad agitarsi e diventa via via più aggressiva e, come fosse un’isterica nevrastenica, si avventa su di loro azzannandoli. Per effetto dello stress dopo pochi minuti dal parto la lattazione si blocca; quando i gattini si avvicinano ai capezzoli, la gatta, con le pupille dilatate, le orecchie basse come fossero due linee e la respirazione rapida e ansante, inizia a soffiargli rabbiosa e infine li attacca. E’ sempre stata molto aggressiva con il suo partner felino ed gli altri gatti di casa. Dopo il parto, dopo la secrezione di poco colostro, il latte smette di fluire e la lattazione si blocca completamente. Una volta svezzati, quindi, quando non hanno più la necessità del latte, i gattini possono essere messi a contatto con la madre, la quale si mostra affettuosa nei loro confronti. Non sopporta di essere portata fuori di casa, si stressa paurosamente e, quando torna a casa, emette miagolii strazianti e gutturali. E’ molto possessiva con i suoi umani, li segue in ogni stanza, ma se gli viene fatto qualcosa che non desidera in quel momento, come essere pettinata, reagisce soffiando. Sempre diffidente con chi non conosce”. Il repertorio dei sintomi Raccolti i sintomi essenziali l’omeopata deve consultare un grosso libro, che per fortuna adesso è in formato digitale, chiamato Repertorio. Ne esistono di diversi autori e sono il frutto di anni di ricerca meticolosa, durante i quali omeopati di chiara fama e affidabilità hanno raccolto i sintomi di ogni rimedio conosciuto, sia che derivassero dalla sperimentazione

omeopatica, sia da casi clinici comprovati. Uno dei repertori più utilizzati, il Syntheis, ha circa duemila pagine e stimo, cautelativamente, che contenga più di ventimila sintomi. Questi repertori sono elaborati su e per i pazienti umani. Al veterinario omeopata non resta che trarre, cercando di interpretare meno possibile, dal racconto/interrogatorio omeopatico, pochi e ben selezionati sintomi da cercare nel repertorio. Esso ha questa caratteristica: ogni sintomo pre-

senta un elenco di rimedi che possono curarlo. Quelli che coprono il numero maggiore di sintomi sono da considerare in prima battuta per scegliere il rimedio da somministrare. I sintomi di Paprika sono: la pazzia puerperale, il desiderio di uccidere i propri figli, la soppressione del latte provocata dalla collera, i disturbi della lattazione con il latte che scompare dopo il parto comunque a causa di disturbo emotivo.


LA VIA DEGLI ANIMALI

Omeopatia informatica Non solo per pigrizia ma, invece che mettersi a sfogliare meticolosamente il repertorio, pagina per pagina, l’omeopata moderno utilizza un software di ricerca testuale. Inserisce i sintomi e il programma elenca in ordine di affinità a questo caso 60 rimedi omeopatici, da quelli che compaiono in più sintomi a quelli meno rappresentativi. Per la gatta ci sono almeno otto rimedi possibili, che coprono da tre a quattro dei sei sintomi presi in considerazione. Troviamo, secondo l’ordine dell’analisi, atropa belladonna, matricaria chamomilla, mercurius solubilis, aconitum nepellus, bryonia alba, ecc. Ritorno ai libri: la Materia Medica Raramente un rimedio comprende tutti i sintomi considerati; anche per questo motivo il metodo prevede una seconda e importante fase: la consultazione della Materia Medica. In questi numerosi volumi ogni rimedio ha una descrizione approfondita. Leggendo la descrizione e tenendo viva in sé l’immagine del paziente, in tutta la sua complessità, se ne verifica la similitudine. Il rimedio, la cui descrizione appare più simile al paziente, viene scelto per la prima prescrizione. Non esiste comunque la garanzia che la salute verrà ripristinata completamente con la prima prescrizione! Le variabili, trattandosi di un paziente vivente e non di un’automobile, sono numerose. Il dialogo rimane sempre centrale Somministrando o assumendo il rimedio, questo interagisce con la capacità di reazione del paziente. L’interazione produce variazioni sulla sintomatologia. Dalla somministrazione in poi è assolutamente necessario lo stabilirsi di un dialogo continuativo tra il paziente o chi se ne prende cura e il medico curante. Senza questo dialogo, se l’omeopata non riceve notizie periodiche e dettagliate di come sta rispondendo il paziente, le probabilità di successo terapeutico si riducono drasticamente. Una buona camomilla... senza “camomilla” Nel caso di Paprika viene scelto come rimedio Matricaria chamomilla diluita alla 200 cH. La diluizione è senza dubbio il gran mistero dell’omeopatia, la sfida ad ogni mente razionale. 38

La 200esima diluizione nella scala centesimale di Hahnemann (200 cH) non contiene, secondo criterio statistico (numero di Avogadro), alcuna molecola della tintura madre iniziale della pianta di camomilla. Esattamente come per l’oscillococcinumTM. Abbiamo provato a fare un calcolo folle, anche ammettendo che nella 200 ch ci sia ancora una infinitesimale traccia chimica della sostanza di partenza, questa sarebbe pari a 1x10-400 ml (ovvero uno zero virgola seguito da 399 zeri per arrivare ad un 1). Per poter ritrovare 1 ml della sostanza di partenza, sarebbe necessario riempire di soluzione 200 cH un volume pari a 10373 di Pianeti Terra ! Inimmaginabile. Eppure si potrebbe dire che un rimedio molto diluito sta alla sua sostanza di origine come il profumo della rosa sta al suo fiore.. Il parto di Paprika Paprika prende il rimedio una settimana circa prima del parto e, ulteriore complicazione, a causa del contemporaneo trasloco della sua famiglia umana viene affidata temporaneamente ad un’altra famiglia. L’omeopata rimane un poco sbigottito. Per forza di cose viene aggiunto un altro fattore stressogeno, ovvero lo spostamento, comprensivo di viaggio in auto e adattamento all’ambiente nuovo, per di più popolato da numerosi altri gatti. Notano però le persone, con il grande merito di informare l’omeopata, che la gatta è meno schiva di come se la ricordavano, si lascia accarezzare ed è più serena. Il parto comunque non avviene in maniera semplice, Paprika è molto agitata, il respiro è molto veloce e richiede la presenza degli amici umani. Ma non aggredisce i cuccioli. Questi riescono anche ad attaccarsi alle mammelle. Una placenta tarda ad essere espulsa, fatto che sembra innervosirla ulteriormente. Nascono quattro gattini, tre maschi ed una femmina. Viene deciso di ripetere il rimedio a parto finito e continuare ogni giorno. Nei primi giorni una sola volta la gatta reagisce con una zampata verso l’unica figlia, senza causare danno. Il contatto telefonico con l’omeopata è giornaliero nella prima settimana dal parto. I gattini e la mamma vengono sorvegliati costantemente; in alcuni momenti per cautela sono allontanati e ricevono lat-

te artificiale ma per lo più è Paprika ad allattarli. Pur sempre in evidente stato di ansia, questa volta, oltre a non perdere il latte, manifesta chiaramente di voler stare con i suoi cuccioli. Cerca di portarli in un posto diverso dalla nursery, li lava con estrema cura e li difende, soffiando se si avvicina qualcuno che non conosce bene. I cuccioli questa volta sopravvivono tutti! La loro mamma, grazie al rimedio omeopatico e alla somma attenzione dei custodi umani, può vivere l’esperienza della maternità come mai l’aveva vissuta prima! Nessuna molecola è contenuta in un rimedio alla 200 cH, eppure il risultato non lascia adito a dubbi. Metodo e collaborazione stretta con il paziente, o chi se ne prende cura, fanno la differenza. L’omeopatia, la medicina omeopatica, è arte, scienza e coscienza. Una medicina in cui la relazione tra medico e paziente è fondamentale. Ogni specifico paziente risponde, in accordo a capacità di reazione e similitudine, ad uno specifico rimedio. E’ importante ricordare che l’omeopatia non dona l’immortalità, non è un atto magico ma è un atto di coscienza e responsabilità. Pin questo caso, un grazie particolare alla prof.ssa Bruss che ha sovrainteso al folle calcolo e a Maddalena P.B. e Paolo M. che lo hanno brillantemente risolto.


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PAROLE E MUSICA

Musica d’autunno a cura di Francesco Giordano

È

un calendario fitto di grandi appuntamenti musicali quello che offre questo autunno. Artisti italiani ed internazionali si esibiscono sul territorio nazionale, fra Palasport e Teatri, attraverso una serie di date che soddisfano tutti i palati musicali.

Tour”: sabato 26 ottobre 2014 ancora al Mediolanum Forum Assago. L’artista pop hawaiano che ha ottenuto un successo mondiale con l’album d’esordio DooWops & Hooligan sarà in Italia dopo due anni d’assenza.

Milano presso il Mediolanum Forum, il 31 Ottobre allo Stadium 105 di Rimini, quindi a novembre è di scena il 2 alla Zoppas Arena di Treviso, il 6 nella ‘sua’ Bologna, e il 9 al Palaflorio di Bari. Paolo Conte inaugura il suo tour europeo il 25 Ottobre a Legnano (MI) al Teatro Galleria, per proseguire il 30 Ottobre al Teatro Europauditorium di Bologna; a novembre Conte sarà di scena il 20 al Teatro Regio di Parma, il 27, 28 e 29 al Conservatorio di Milano Sala Verdi, quindi in dicembre al Sistina di Roma per tre sere di fila dal 4 al 6.

A cominciare da Peter Gabriel che con il suo “Back To Front” Europe Tour sarà in concerto a Milano lunedì 7 ottobre 2014 al Mediolanum Forum Assago, per poi ritornare in Italia il 20 e 21 novembre rispettivamente al Palaolimpico di Torino e all’Unipol Arena di Bologna. Unica data italiana invece per Bruno Mars e il suo “The Moonshine Jungle

Renzo Arbore con l’Orchestra Italiana salirà sabato 9 novembre sul palco del Gran Teatro Geox a Padova. Ancora Arbore di scena il 22 dicembre al Teatro Alfieri di Torino. Anastacia ha un calendario che prevede 4 appuntamenti nel nostro Paese: il 27 ottobre sarà a Milano al Fabrique, quindi il 29 Ottobre a Roma all’Auditorium Parco Della Musica, il 30 ottobre a Firenze al Teatro Saschall, il 1 Novembre a Padova al Grande Teatro. Cesare Cremonini con il suo “Logico Tour” ha un programma davvero molto intenso. Il 25 ottobre è al Modigliani Forum di Livorno, il 28 e 29 ottobre a

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Dove trovare la BioGuida?

LA BIOGUIDA SI RICEVE SOLO IN ABBONAMENTO POSTALE: conto corrente postale: 51506707 intestato a: BioGuida Edizioni - causale: abbonamento BioGuida oppure: IBAN IT14M0760102200000051506707 Contribuisci anche tu al successo del progetto BioGuida: sottoscrivi un semplice abbonamento annuale! Come privato al costo dell’abbonamento di soli 10,00 e annuali, riceverai la BioGuida comodamente a casa tua...

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PAROLE E MUSICA

al Pala Trento, il 7 al PalaTrieste, l’8 allo Zoppas Arena di Treviso, il 12 al Palaolimpico di Torino, il 13 al 105 Stadium di Genova, il 15 all’ Unipol Arena di Bologna, il 18 al Pala Remo Magetti di Roseto degli Abruzzi, il 21 al Palasport di Andria, il 22 al Palasele di Eboli, il 24 al Palapartenope di Napoli, il 28 al Palalottomatica di Roma, mentre in dicembre sono in programma ancora due date: l’1 al Nelson Mandela Forum di Firenze e il 16 al Mediolanum Forum di Milano. I Subsonica partono il 31 Ottobre dal Pala Arex di Jesolo, quindi proseguono a novembre l’1 all’Adriatic Arena di Pesaro, il 7 al Palapartenope di Napoli per spostarsi a Bari presso il Palaflorio; il 13 novembre la band farà tappa al Palaolimpico di Torino, due sere dopo al Palasport di Verona, il 21 al Palalottomatica di Roma, il 27 al Futurshow Station di Casalecchio di Reno (BO), il 28 al Nelson Mandela Forum di Firenze e il 29 al 105 Stadium di Genova per concludere il tour il 1 dicembre a Milano al Mediolanum Forum.

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Un’altra band, in questo caso ‘storica’, la PFM, sarà in tour il 25 ottobre a Bologna al Teatro delle Celebrazioni e il 29 novembre a Firenze al Teatro Obihall. Davvero ricco di impegni il cartellone che propone un’altra icona della musica italiana, Claudio Baglioni. Si parte il 22 Ottobre dal Palasport di Cuneo per proseguire due sere più tardi al Palaravizza di Pavia, il 25 all’Impianto Sportivo Terdoppio di Novara, il 29 all’Adriatic Arena di Pesaro; in novembre il cantautore è di scena l’1 al Pala Fabris di Padova, il 5

I Local Natives, gruppo californiano di indie rock sarà presente sabato 9 novembre 2014 a Bologna. La band di Taylor Rice si esibirà all’ Estragon Club per presentare la nuova fatica discografica, l’album “Hummingbird!”. Due sere più tardi replicheranno a Roma.


LA SOGLIA DELL’ENERGIA Migliaia di anni fa, nel Messico precolombiano, donne e uomini dotati di grande curiosità e sete di conoscenza diedero inizio ad un percorso di esplorazione dell’ignoto, spingendosi al di là della barriera della percezione. Chiamarono “Nagualismo” questo percorso e, se stessi, “Toltechi”. Il Nagualismo pone le sue basi sul principio che l’universo sia un insieme di campi di energia, percepibile direttamente da noi tutti, quando oltrepassiamo i limiti imposti dall’interpretazione. I Toltechi svilupparono le tecniche per liberarsi da tali limiti, per consentire di riappropriarci di quanto più profondo ci appartiene: la totalità del sé. L’obiettivo dei loro sforzi è stato duplice: permettere il ricordo della propria natura energetica e utilizzare pragmaticamente la nuova visione della realtà. Questo viaggio prosegue ancora oggi, grazie all’impegno dei nuovi Toltechi. Il Nagualismo è stato portato all’attenzione del mondo occidentale da Carlos Castaneda, ultimo erede di una stirpe di guerrieri durata secoli. Tale lignaggio però non era l’unico a persistere. Dall’inizio degli anni ’90 l’autore ha effettuato una lunga serie di viaggi in Messico, nel corso dei quali si è verificato l’incontro con un gruppo di Toltechi che detiene la conoscenza delle tecniche per muovere il punto di unione. Si tratta di un lignaggio diverso da quello di cui Castaneda fu l’ultimo Nagual ma sempre appartenente alla stessa tradizione. Questo libro racchiude ciò che i lettori di Castaneda aspettavano da molto tempo: sogno, agguato, intento, maestria della consapevolezza, ricapitolazione. Tutte le parti fondamentali del Nagualismo sono esposte in modo chiaro, spiegando tecniche, metodi, strategie, esempi pratici, con la finalità di renderli praticabili e sperimentabili direttamente, oltre a molti altri aspetti mai trattati finora. Dopo un lavoro decennale, l’autore è riuscito a mettere a punto un sistema che rende disponibili le tecniche dei Toltechi ben al di là del contesto tradizionale nel quale sono state sviluppate. Ora, con questo libro, è qui per offrirle a voi.

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Potete imparare ad usare le vostre mani per aumentare le capacità di auto-guarigione e auto-correzione, doti che tutti noi possediamo. Non stiamo suggerendo che diventerete un guaritore. Il corpo con cui state lavorando è il guaritore. Voi siete il facilitatore. Voi sarete gli assistenti dei meccanismi autocorrettivi di quel corpo. Credo che tutti, chi più chi meno, siano nati con la capacità di aiutare i processi curativi che sono presenti in ognuno di noi.

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