Bioguida 47 bassa

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INVERNO 2014/15

N. 47 Trimestrale di ricerca olistica e 2,90

ITINERARI DELLO SPIRITO



BioGuida

ITINERARI DELLO SPIRITO n° 47 inverno 2014/15 Trimestrale di approfondimento e ricerca olistica. Aut. Reg. Tribunale di Trieste n° 1067 del 26/03/03

in questo numero

Testata iscritta al ROC n.16994. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1 CNS TS

Editore: BioGuida Edizioni di Pierpaolo Bon Sede: Piazza Vico 2, 34131 Trieste (TS) Tel. 040.3229773 - Fax 040.9890285 Info-line: 338.8852117 info@bioguida.com - ppbi@bioguida.net Sito web: www.bioguida.com Abbonamenti: 040.3229773 - 338.8852117 info@bioguida.com CCP 51506707 Pubblicità e Marketing: 338.8852117 ppbi@bioguida.net Impaginazione: Luglio Fotocomposizioni, Trieste

La via della scienza:

Gli incontri: La realtà di Alejandro Jodorowsky 4

Possiamo guarire da soli?

La salute nel sale

Psichiatria, abuso e violenza: una storia infinita

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Leggere il tempo nell’iride

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La via delle stelle: Le traiettorie astrali del 2015

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Stampa: La Tipografica, Udine. La riproduzione anche parziale di immagini o testi deve essere autorizzata dall’editore. La rivista viene distribuita esclusivamente in abbonamento postale o in punti selezionati e autorizzati. Nessun allegato alla rivista è da considerarsi tale se non esplicitamente autorizzato. L’editore si mette a disposizione degli autori delle cui opere non sia stato possibile risalire alla fonte. I diritti di immagini e loghi pubblicitari sono forniti dai clienti dietro loro autorizzazione e responsabilità.

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I luoghi: I luoghi della BioGuida

La via interiore:

Direttore responsabile: Pierpaolo Bon

L’ignavia e l’incertezza dell’uomo moderno

Direttore editoriale: Mari Valentini

L’elaborazione del lutto

I nomi di questo numero: Aldo Andreani, farmacista, ricercatore, già professore ordinario presso la Facoltà di Farmacia dell’Università di Bologna. Alberto Brugnettini, Fisico, CCDU onlus. Susanna Berginc, operatrice di Metamedicina, numerologa, floriterapeuta. Antonio Bosna, libero ricercatore spirituale e teologo. Rodolfo Carone, associaz. Gendai Reiki Italia. Elisabetta Conti, antropologa, iridologa. Francesco Giordano, critico ed esperto musicale. Roberta Giurissevich, astrologa. Andrea Sergiampietri, medico veterinario, omeopata.

Il suono delle campane tibetane nella pratica meditativa

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Parole e musica:

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Recensioni libri Recensioni CD

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Disegni e immagini: Cristina Bernazzani, Manuela Frisone, Moreno Tomasetig (quando non diversamente specificato)

In copertina: opera di Manuela Frisone


EDITORIALE

La miopia del selfie Chi dice “io” e “mio”sbaglia sempre. Massima sapienziale

I

l Selfie non è un semplice autoscatto, perché è oramai quasi sempre destinato e “condannato” ad essere “condiviso”. Non è più un gesto privato e affettuoso, di sottile complicità e comunicazione intima con le persone che ci sono più care, ma un’abitudine che con i social network si fa quasi d’obbligo, collettiva e contagiante: scatti con cui ci illudiamo di eternare noi stessi nel mondo, di e con chi ci circonda. E’ la spia di una nuova generazione che Aldo Grasso definisce “allo specchio” e che fonda il proprio stesso vissuto nell’anticipazione del sé a tutto ciò e chi non lo è. Un disperato narcisismo travestito da una nuova modalità di raccontarci. Come noto, la parola nuova selfie entra nell’uso come prestito non adattato dall’inglese self e dal suffisso -ie, o in casi più rari -y. Sulla rete anglofona inizia a circolare nei primi anni del 2000 (Oxford English Corpus, 2002), è ufficialmente registrata come neologismo nel 2012, per approdare in tempi rapidi alla carta stampata e ai mass-media ed è eletta come parola dell’anno nel 2013. Non è, grammaticalmente, un sinonimo perfetto d’autoscatto ma sta in ogni caso ad indicare una fotografia scattata a sé stessi con uno smarthphone o una webcam che circola sulle reti sociali. I momenti e le situazioni “memorabili” allora diventano tutti quelli che ci capitano, più o meno indistintamente, persuasi così di essere al centro dell’universo in web. Fino oramai, come accade agli adolescenti, di crescere con l’assoluta incapacità a guardare e stupirsi come spettatori “semplici” ma, ugualmente partecipi, ai loro eventi di realtà, più o meno eccezionali che essi siano, ad un palmo dal loro naso. Così persino un capolavoro d’arte assoluto come “La Ronda

di notte” di Rembrant, al Rijskmuseum di Amsterdam fa da sfondo irrilevante e marginale, anzi è beatamente ignorato, com’è apparso nelle ultime settimane su facebook, in una foto incredibile, in cui un gruppo di giovanissimi è stato fotografato, da un occhio argutamente non “selfico”, intento a giocare con i propri cellulari e magari impegnato in una sequela di autoscatti invece che, più prevedibilmente dal punto di vista di gene-

razioni adulte, a voltare le spalle e farsi fotografare quantomeno dinnanzi ad una tela che è difficile non notare, peraltro per la sua mole (363cmx437cm). E, altrettanto incredibili, sono le nuove cronache di realtà in fatto di selfie che superano l’immaginazione e rasentano paradossali tragedie. Com’è accaduto alla studentessa Sylwia Rajchek, a Siviglia che, nel tentativo evidentemente malriuscito, di scattarsi

una foto è precipitata da una scogliera di molti metri o com’è accaduto ad una coppia di turisti polacchi, davanti agli occhi dei loro figli con una dinamica identica. Mentre si autoscattavano una foto sul ciglio degli scogli di Cabo de Roco, sulla costa portoghese, nel punto più occidentale d’Europa che si affaccia all’Oceano Atlantico, nota per la spettacolarità del panorama, sono rovinosamente caduti in mare e morti. Viviamo d’altronde in tempi in cui i cellulari rappresentano per tutti una sorta di protesi permanente con cui vivere sempre interconnessi, illudendoci che le nuove tecnologie possano sopperire ad un controllo assoluto su tutti i nostri eventi di vita e di coloro che sono nel nostro orizzonte affettivo, in un rapporto di irrinunciabile dipendenza e presuntuosa, talvolta invasiva, onnipresenza. Come ha osservato in un bel libro lo psicologo Luciano di Gregorio, intitolato Psicopatologia del cellulare. Dipendenza e possesso del telefonino, sebbene datato di un decennio ma precursore straordinario di alcuni comportamenti sociali di questi primi decenni del millennio, i telefoni portatili infantilizzano alcune nostre abitudini comunicative, per cui ci sentiamo autorizzati a parlare ad alta voce, a filmare, fotografare ed autofotografarci in tutti i luoghi che frequentiamo. Senza alcuna remora raccontiamo le nostre vicende e pensieri più discreti con sconcertante e inconsapevole disinvoltura anche in ambienti pubblici, per strada, a teatro, a cinema, in treno. Poco spazio resta alla dimensione del silenzio interiore, del raccoglimento dell’anima, che mal sopporta l’ininterrotto brusio e sguardo del mondo esterno e la patetatica sorveglianza dell’interconnessione continua. Mari Valentini marivalentini@libero.it



GLI INCONTRI

La realtà di Alejandro Jodorowsky a cura di Pierpaolo Bon

A

bbiamo incontrato Alejandro Jodorowsky nella veste di regista al Festival di Fantascienza di Trieste, organizzato da “La Cappella Underground”, ogni anno con bravura e qualità sempre maggiore, tale da farlo diventare un punto di riferimento assoluto nel panorama cinematografico italiano. In quest’occasione Jodorwsky ha presentato la sua ultima opera, “La Danza de la Realidad”, dopo ben 23 anni di assenza dalla regia, dai tempi ormai lontani dei suoi capolavori “El Topo”, “La Montagna Incantata”, “Santa Sangre”. Ovvio che parlare con una personalità eclettica e straordinaria come lui non significa limitarsi all’argomento cinema, infatti, qualsiasi tema egli tratti o qualsiasi strumento utilizzi, non può che fare a meno di riflettere le linee guida del suo percorso umano e spirituale: “La Psicomagia” compare in ogni mio film, in particolare quest’ultimo è pieno di atti psicomagici”, tanto per dare un’idea del tipo di incontro che ci si può aspettare con lui, anche nelle “semplici” vesti di ospite d’onore come premio alla carriera cinematografica. Il film La “Danza della Realidad”, tratto dal suo omonimo libro, è intriso di elementi autobiografici sia nella trama che nell’uso dei personaggi, inseriti nella narrazione scenica in maniera tale da svolgere anche una funzione catartica e psicomagica, tanto per il regista, quanto per gli attori protagonisti e, in ultima analisi, per traslato, per lo spetttore stesso. Ad esempio uno dei figli di Jodorowsky, Brontis, è chiamato ad intepretare il ruolo del padre, figura violenta e ottusa, assieme ad altri due fratelli: Cristobal nel ruolo folle e visionario del “teosofo” e Adan, nel ruolo sofferto e frustrato dell’anarchico. “La parte strettamente biografica, inoltre, pure essendo mantenuta tale, viene ma

nipolata e trasfigurata al fine di compiere un atto psicomagico, una guarigione dei protagonisti dei fatti narrati. Ad esempio, mia madre, donna umile e sottomessa, divene ad un certo punto del film il maestro di mio padre, uomo duro e violento. Io stesso entro in scena ogni tanto a sostenere e confortare me stesso bambino, o a commentare alcuni punti particolarmente profondi degli accadimenti.” Anche il tempo e lo spazio si dilatano e perdono la loro linearità: “Il passato e il futuro non esistono se non nel momento presente, quello in cui stiamo vivendo. Siamo noi che diamo un’interpretazione al nostro passato e lo riviviamo ogni volta

che lo richiamiamo alla memoria, dentro di noi. Ma, con il passare degli anni, noi cambiamo e così cambia il nostro ricordo del passato e le emozioni, percezioni, sensazioni, ecc. Di fatto, quindi, se riusciamo a cambiare la nostra percezione attuale del passato, se riusciamo cioè a trasformarlo con un atto magico che inverta o modifichi simbolicamente quanto accaduto, allora possiamo modificare il passato stesso, perché la nuova sensazione che proveremo nel presente, finalmente liberati, apporterà la stessa energia anche all’indietro, ai nostri ricordi. Pertanto possiamo modificare il passato con un atto nel presente, che porterà i

suoi effetti nella nostra sfera di percezione degli eventi e, di conseguenza, nel passato stesso.” Alla fine, la nostra vita è come un film: scorriamo le immagini del nostro passato e osserviamo i protagonisti delle scene vissute, così come nel presente viviamo nuove scene con altri protagonisti e, nel futuro, prefiguriamo ulteriori scene con nuovi attori. Ma il film non è la realtà! La percezione della realtà non è la realtà stessa. “In questa sala piena – dice Jodorwsky durante la premiazione davanti al teatro gremito di pubblico – ci sono 900, 1000 verità diverse, 900, 1000 percezioni della realtà diverse. Ognuno di noi ha la propria, unica. Ma la percezione è una cosa, la realtà è un’altra. Anche le emozioni che susciterà la visione del film sono percezioni soggettive. Non solo, anche il film stesso è un’elaborazione della realtà e dei fatti. E’ finzione. Così come sono finzioni le sensazioni che vi susciterà. E’ tutto una finzione…” Occorre necessariamente spingersi oltre questo processo percettivo/proiettivo. Occorre lavorare su sé stesssi, sulla propria interiorità, aprirsi a dimensioni spirituali più vaste, spostarsi verso posizioni che aprano nuovi orizzonti e prospettive di visione. Occorre lavorare su sé stessi, molto, senza timore, anzi con il fermo intento di vincere il timore, il terrore, la paura… E’ un salto nel buio, occorre avere il coraggio di farlo da soli. Possiamo cercare indicazioni, suggerimenti, insegnamenti da qualcuno o qualcosa ma, alla fine, siamo noi a dover muovere i nostri passi da soli, a fare esperienza diretta. L’unica vera dimensione della realtà, l’esperienza diretta. Ancora cinema nelle parole di Jodorowsky, per questo è stato chiamato alla premiazione e di questo si parla in conferenza stampa e nelle interviste individuali. Ma il grande Jodorowsky sa lasciar trapelare dalle sue parole, anche quando sono chiamate a descrivere argomenti apparentemente tecnici o tema-


tici, la sua precisa visione delle cose: “Il sistema di produzione hollywoodiano vuole renderci tutti dei perfetti idioti. Tutti i film vengono prodotti in serie, in maniera industriale, con caratteristiche sempre uguali e ripetitive. Perfino l’uso della luce e della fotografia è sempre lo stesso. L’unico obiettivo è quello di fare soldi. Realizzare un prodotto da soldi. Un investimento economico. In questo sistema non solo non c’è spazio per l’arte, anzi, fa paura. Una creazione artistica minerebbe alle basi un sistema di questo tipo, ne farebbe tremare le fondamenta. Hollywood non può accettare l’arte, è troppo pericolosa. Per questo motivo ho aspettato ben 23 anni prima di uscire con un nuovo film. Perché non trovavo i soldi. Non trovavo nessuno sufficientemente pazzo e fuori dal sistema che decidesse di spendere i suoli soldi per un’opera d’arte, realmente creativa.” Come non estendere queste considerazioni ad ogni aspetto della nostra quotidianità e dell’attuale società? Tutto ormai viene prodotto in serie: gli oggetti, le cose… le persone? Gli oggetti hanno perso la loro funzione simbolica intrinseca, hanno smarrito quella carica energetica che solo una produzione individuale, artigianale, poteva dare loro, rendendoli unici e carichi di vita. Gli oggetti esistono solo in quanto “agganciati” a stimoli esterni, abilmente manipolati e pilotati, così come altrettanto abilmente sostituiti in tempi sempre più brevi. Come uscire da tale situazione? “Con l’arte! Con la magia!” Con la voglia di mettersi in discussione, esprimersi, esplorare, allontanarsi dai punti di vista abituali e precostituti. “Perché sono qui a proporre il mio ultimo film, a 85 anni suonati? Avrò davanti a me sì e no ancora 10 anni da vivere, perché mi sono messo in una fatica così grande come quella di realizzare un film? Chi me lo ha fatto fare?... Perché ognuno di noi deve lasciare qualcosa al mondo prima di andarsene, per tentare di migliorarlo.” E allora gli chiediamo: “Riusciremo a farcela?” . “Credo di sì. Le cose stanno cambiando velocemente, la coscienza collettiva si sta espandendo, malgrado tutto. Non sarà facile e ci vorrà del tempo, ci vorranno alcune generazioni. Ma penso che fra 100, massimo 200 anni ce la faremo.” Ma non serve essere attaccati alla nostra singola esistenza individuale nel grande gioco della vita e dell’evolu-

zione delo spirito “Noi siamo proiezioni di altri piani di coscienza più vasti, io stesso che vi sto parlando in questo momento non dico parole mie, ma che arrivano da altri piani, che ci conducono ad altre dimensioni… Guardatemi, vi sto parlando adesso: ma sono proprio io che sto parlando? Le parole escono dalla mia bocca, sono espressione dalla mia mente. Ma questa a sua volta è espressione di qualcosa di più vasto, una coscienza, che è a sua volta espressione di qualcosa di ancora più grande, una coscienza espansa… che a sua volta è espressione di qualcosa di ancora più grande, una

coscienza universale. Quindi, le parole che sentite non sono mie, ma arrivano da qualcosa che sta dietro ed è molto, molto più grande. E, proprio mentre sto parlando qui, con voi, chi vi dice che non stia vivendo anche un’altra esistenza su un altro piano, in un universo parallelo? E, del resto, che cos’è la morte? Un passaggio, una trasformazione. Non certo una fine, ma una trasformazione. Forse la fine di un corpo, una personalità, che però si trasforma in altro e si sposta su altri piani, oppure ritorna nell’universo, nella coscienza cosmica.” Come dire, andiamo


GLI INCONTRI

oltre, espandiamo la nostra visione delle cose, usciamo dalle strettoie delle nostre

speculazioni mentali. Non serve restare chiusi nei deisgni della mente, spostarsi da un parte all’altra della stesa prigione. E’ la coscienza che deve cambiare, quella individuale prima di tutto, per poi pensare di trsformare quella collettiva. E’ il livello di coscienza da espandere, non certamente inteso come morale o etica, come la propria “buona coscienza”, bensì come collegamento diretto e intuitivo con lo spirito, l’essenza, il divino, l’anima dell’universo. Nel film appare una scena estremamente eloquente che richiama agli insegnamenti orientali sull’abbandono dell’ego in ogni sua forma, anche in quella dell’individuo che si adopera per salvare gli altri e vuole manifestare le proprie, sane, intenzioni ad ogni costo. Vi si vede Jodorowsky bambino che entra in un bar malfamato del suo paesino, un vero e proprio postribolo, in cui tenta

di riparare ad una sua colpa commessa nei confornti di un altro bambino, un piccolo lustrascarpe (ovviamente quella che lui, bambino, percepiva come colpa). Come risultato viene picchiato ed insultato e scappa a casa dalla madre cercare rifugio. Qui la mamma (trasformata nella finzione scenica in un maestro) gli spiega della necessità di rendersi invisibili in certe situazioni: così lei si spoglia completamente e lo invita a fare altrettanto, per poi uscire di casa e ritornare nello stesso bar: qui i due entrano, nudi, ma nessuno se ne accorge, perché sono diventati invisibili. Non serve voler mettersi in evidenza o abbracciare cause roboanti a tutti i costi. Occorre piuttosto lavorare seriamente su sé stessi e sforzarsi di trovare la propria via per esprimere le proprie autentiche potenzialità. Perché solo cambiando realmente noi stessi, allora potremo cambiare il mondo.


citato ancora per lui in Niente è come sembra. Ora, a distanza di 23 anni, esce La Danza de la Realidad, film tratto dal suo omonimo libro. Libri in italiano:

Una biografia minima: Alejandro Jodorowsky nasce a Tocopilla, una località costiera a Nord del Cile, il 17 febbraio del 1929. Nel 1953 si trasfisce a Parigi, dove diviene il co-fondatore del movimento teatrale Panico. Successivamente è stato per diverso tempo allievo ed assistente di Marcel Marceau, fino ad arrivare ad esserne il più stretto collaboratore. Il teatro è sempre stato un terreno di grande espressività per Jodorowsky, sperimentando in molte direzioni, spaziando dall’esperienza surrealista fino all’avanguardia messicana, per arrivare ai giorni nostri con i recenti Opera panica e Sogno senza fine, quest’ultimo prodotto in Italia. Il teatro rappresenta un volto stilistico non del tutto noto al grande pubblico, che riafferma la forte identità di un artista che non appartiene ad alcuna scuola né ad alcuna corrente, pur avendole attraversate tutte, muovendosi a suo agio tra poesia e letteratura, romanzo, cinema, fumetto e saggistica. Non a torto Jodorowsky è stato definito artista totale e, proprio nella scrittura per il teatro è possibile cogliere, forse più che in altri ambiti, le sue profonde motivazioni artistiche e spirituali. La sua notorietà al grande pubblico è dovuta, probabilmente. in larga parte ai film da lui diretti, tra i quali: Il Paese Incantato, El Topo, La Montagna Sacra, Santa Sangre. Questi ultimi, in cui compare anche come attore protagonista, sono caratterizzati da un surrealismo provocatorio, orrore e magia. Nel 1991 ha girato Il ladro dell’Arcobaleno con Peter O’Toole e Omar Sharif. Nel 2005 ha interpretato Ludwig van Beethoven in Musikanten di Franco Battiato e successivamente ha re-

Jodorowsky ha pubblicato diversi libri in lingua italiana che ne rispecchiano la sua poliedricità, tra i tanti: Psicomagia, una terapia panica, in cui presenta compiutamente il suo concetto di “atto psicomagico”; La scala degli angeli, libro di aforismi e poesie ispirate alla cabala ebraica; La via dei tarocchi e La danza della realtà, incentrati sull’esplorazione del rapporto esoterico che lega l’uomo al divino; Quando Teresa si arrabbiò con Dio, rivisitazione in chiave epica della saga della sua famiglia di origine ebraica che dalla Russia si trasferisce in Cile; Il figlio del giovedì nero, romanzo denso di riferimenti autobiografici (Jodorowsky, infatti, è nato i giorni del crollo della Borsa di Wall Street del ‘29, da cui il titolo); I Vangeli per guarire rilettura con occhio moderno del mito del Vangelo. E ancora: Metagenealogia, Cabaret mistico, Il dito e la luna, Le pietre del cammino, Psicoposta, una raccolta tratta dalla corrispondenza avuta con i lettori italiani di XL e il recentissimo Viaggio essenziale, poema psicomagico. Jodorowsky ha esteso la sua creatività anche al mondo dei fumetti, collaborando con Moebius, uno dei maggiori disegnatori in assoluto. Fino a tutta la prima metà degli anni ‘80 assieme produssero alcuni fra i più bei fumetti dell’epoca, pubblicati prevalentemente sulla rivista francese Métal Hurlant. Recentemente ha collaborato con Milo Manara e anche con il fumettista italiano Theo Caneschi. Il suo ultimo lavoro è stato una collaborazione con il disegnatore cinese Liu Donghzi.

pazienti non hanno alcun valore scientifico, dal punto di vista della medicina tradizionale, ma l’energia che li pervade è tale da portarli a reagire, a intraprendere loro stessi la strada per una guarigione, per ritrovare la forza positiva dentro di sé oppure, paradossalmente, per un’accettazione serena della malattia. Jodorowsky rimane profondamente affascinato da un tale metodo di cura, caratterizzato da energia, mistero e finzione consapevole, che pure risulta psicologicamente fondamentale per ottenere il benessere delle persone. Giunge quindi ad elabora una forma d’arte che abbia come fine la guarigione, definendola “Psicomagia”. Per mezzo di quello che egli chiama atto psicomagico, propone al suo interlocutore un “atto effimero”, in apparenza privo di logica ma carico di un impatto emotivo dirompente che lo porterà a vedere e percepire la propria realtà da un altro punto di vista, nuovo e diverso. In seguito, il soggetto, realizzando il gesto proposto dallo psicomago, spezzerà il ritmo della quotidianità, con i problemi e lo stato di disagio personale, per arrivare a una nuova percezione del problema stesso e di sé stesso. L’atto psicomagico è finalizzato ad essere costruttivo e positivo. Il tentativo di Jodorowsky, visto in un’ottica più estesa, è quello di portare l’arte ad abbracciare una dimensione di “guarigione”, non solamente estetica, edonistica, emotiva, sociale o politica.

La Psicomagia: Alejandro Jodorowsky negli anni 60 entra in contatto con una guaritrice messicana, Paquita. In lei trova un modo di agire molto simile a quello surrealista, che tanto ammirava. Scopre che i metodi utilizzati da Paquita per guarire i suoi


LA VIA DELLE STELLE

Le traiettorie astrali del 2015 di Roberta Giurissevich (astrologa) astrowaygo@gmail.com

C

osa ci riservano i cicli planetari per l’anno che sta per iniziare? Prima di fornire indicazioni sulle energie con le quali saremo sintonizzati nel 2015, é necessaria una breve premessa per rendere giustizia alla buona pratica astrologica. Esaminando solo la disposizione dei pianeti in base al “segno”, cioè alla posizione del Sole nel tema natale, le analisi di seguito esposte sono in grado di offrire informazioni molto parziali rispetto alla complessità di fattori che si valutano invece nell’effettuare uno studio approfondito dei transiti. Per rendere più accurate le indicazioni fornite si parlerà di decadi (o decani), che corrispondono approssimativamente alla tripartizione in 10 giorni di ciascun segno. Gli Ariete della seconda decade avranno un anno “scoppiettante” e ricco di possibilità, soprattutto nei primi sei mesi, quando il passaggio combinato di Giove e Urano li stimolerà ad intraprendere percorsi inaspettatamente favoriti dalla buona sorte. Dovranno allo stesso tempo continuare il processo di trasformazione intrapreso l’anno scorso, che li ha portati a riconsiderare alcune situazioni e a maturare un’atteggiamento più saggio rispetto agli eventi; particolare attenzione andrà rivolta al settore economico. Siccome le strutture fondamentali di riferimento per questo segno verranno messe a dura prova, il leitmotiv di quest’anno sarà “trasformazione e cambiamenti profondi”. I nati nella prima decade saranno determinati e costanti nel raggiungere i loro obiettivi, soprattutto di carattere professionale, mentre gli appartenenti alla terza decade sapranno sfruttare al meglio il periodo estivo, durante il quale avranno modo di divertirsi, viaggiare ed ampliare la sfera delle proprie conoscenze. Grazie all’uscita di Saturno dallo Scorpione, i nati sotto il segno del Toro avranno un anno finalmente positivo. Quelli nati nella prima decade risenti

ranno positivamente dell’influenza di Giove, che porterà tra agosto e settembre una ventata di vitalità e benessere anche sul piano materiale. Gli appartenenti alla seconda decade potranno disporre di una grande ispirazione, unita ad una notevole determinazione e alla capacità di cogliere le occasioni migliori: il periodo più propizio si registra negli ultimi mesi dell’anno, quando Giove regalerà buone opportunità, soprattutto in campo economico. Solo i nati negli ultimi gradi del segno dovranno ancora pazientare un po’ tra giugno e settembre a causa di possibili ostacoli o ritardi. I Gemelli nati all’inizio del segno sono chiamati ad una prova ardua, data la loro natura mobile ed instancabilmente curiosa: dovranno infatti imparare ad esercitare la pazienza, a causa di ritardi e ostacoli di varia natura. Attraverso le sue prove il “Grande Maestro”, come viene definito Saturno, ci richiama all’ordine, costringendo chi é sotto il suo influsso a mettere da parte il superfluo e ad entrare in contatto con l’essenza delle cose. La tensione si allenterà nei mesi estivi in seguito ad un miglioramento della situazione generale. I nativi della seconda decade avranno un bel da fare per mantenersi saldamente ancorati a

terra, dato che il transito di Nettuno li porta a sognare e a perdere facilmente il contatto con la realtà; Giove li favorirà sia sul piano sociale che economico tra gennaio e giugno ed Urano li renderà ancora più originali e brillanti nel formulare idee e progetti. Qualche ostacolo in più e possibili spese sono previsti tra ottobre e novembre. Ai nati nella terza decade, che attraverseranno un 2015 sereno e privo di scossoni, si consiglia di sfruttare il mese di luglio per programmare una vacanza o qualunque evento favorito dall’influsso positivo di Giove. Tra i nati sotto il segno del Cancro gli appartenenti alla seconda decade sono quelli chiamati ad affrontare lo sforzo maggiore, anche vista la loro natura tendenzialmente conservatrice: trasformare radicalmente le strutture sulle quali si erano basate le loro sicurezze. Nell’affrontare questo importante compito saranno sostenuti da Nettuno, che li renderà ispirati e particolarmente intuitivi e da Giove, che in autunno regalerà loro la possibilità di godere di una maggiore serenità. Gli appartenenti alla prima decade attraverseranno il 2015 senza ostacoli e potranno godere di una splendida estate. I più fortunati tra i cancerini saranno i nati nella terza decade che avranno le


stelle dalla loro parte e la possibilità di realizzare un progetto importante nei mesi estivi. Come già annunciato, è il Leone il segno più fortunato del 2015, poiché ospita Giove per buona parte dell’anno e beneficia contemporaneamente del trigono di Urano. I due pianeti sono simbolo di occasioni fortunate e successi insperati, fanno nascere idee, progetti nuovi e occasioni di espandere la rete di conoscenze, inoltre favoriscono i viaggi e gli scambi con l’estero. Chi godrà in misura maggiore di tali benefici influssi saranno i nati nella seconda decade, in particolare tra gennaio e giugno. La terza decade potrà usufruire della positiva influenza di Giove nei mesi estivi, programmando qualche meravigliosa vacanza. La prima decade avrà Saturno in buon aspetto e, dunque, la possibilità di operare con impegno e determinazione al fine di ottenere risultati significativi nel settore lavorativo. Il segno della Vergine sarà interessato dai transiti concomitanti di Giove e Saturno, le cui energie agiscono in modo diametralmente opposto: il primo produce espansione, mentre Saturno porta all’essenza. I nati nella prima decade,

che già da qualche anno sono alle prese con la destabilizzazione determinata da Nettuno, saranno spinti verso l’essenza: dovranno esercitare tutte le loro doti di pazienza, resistenza e perseveranza tra gennaio e giugno e poi nuovamente tra ottobre e novembre. Potranno concedersi una pausa ed esprimere il desiderio di espansione dato da Giove, in armonia col periodo, solo nei mesi estivi. Ai Vergine della seconda decade consiglio di osare, tentando di mettere in campo i progetti apparentemente più irrealizzabili, poiché le stelle saranno propizie anche a livello economico, soprattutto nei mesi autunnali. I nati nella terza decade del segno avranno l’opportunità di vivere un 2015 positivo senza particolari difficoltà. La situazione registra una fase di miglioramento nella prima metà dell’anno per i Bilancia della seconda decade che, dall’anno scorso, stanno attraversando una fase di trasformazione personale durante la quale hanno dovuto mettere in discussione i traguardi raggiunti. I nati nella prima decade vivranno un anno positivo durante il quale saranno concentrati sulle mete da perseguire con buone possibilità di raggiungere i risultati sperati. Gli appartenenti alla terza decade avranno

un anno favorevole soprattutto nei mesi estivi, durante i quali potranno rilassarsi, divertirsi e fare nuovi incontri. Un anno positivo attende i nati nel segno dello Scorpione, in quanto Saturno lascia l’ottavo segno, dopo avervi transitato per due anni. Gli appartenenti alla prima decade avranno un anno positivo, in particolare durante l’estate, quando Giove li renderà più ottimisti, socievoli e aperti ad accogliere le occasioni che si presenteranno. I nati nella seconda decade, che si sentiranno ispirati ed attratti da tutto quanto travalica l’aspetto tangibile della realtà, avvertiranno l’esigenza di apportare dei cambiamenti in alcuni settori dell’esistenza. Si consiglia di prestare particolare attenzione alla gestione delle finanze nella prima metà dell’anno. Lo stesso suggerimento vale per i nativi della terza decade nel periodo estivo. I nati alla fine del segno dovranno affrontare ostacoli, ritardi e spese impreviste tra giugno e settembre ma saranno poi compensati dal bel sestile di Giove che li farà chiudere l’anno in bellezza. I Sagittario della prima decade attraverseranno una fase di contrazione unita ad una certa mancanza di chiarezza circa la direzione da seguire; si tratterà di un


LA VIA DELLE STELLE

anno di assunzione di responsabilità, maggiore impegno e possibili limitazioni alla libertà di azione. Cercate di essere pazienti e non sovraccaricarvi troppo, anche per non compromettere la vostra resistenza e l’equilibrio psicofisico. La situazione economica richiederà di essere tenuta sotto controllo. I nati nella seconda decade godranno del favore di Urano e Giove, i quali porteranno cambiamenti, progetti ad ampio respiro, viaggi e rapporti con tutto quanto é lontano dalla dimensione quotidiana ed abituale, soprattutto nella prima metà dell’anno, mentre tra ottobre e novembre sarà opportuno controllare le spese. I sagittari della terza decade avranno un anno positivo, in particolare nei mesi estivi, quando potranno godere di uno stato di benessere generale: attenzione in questo periodo a non ingrassare. Per i Capricorno della seconda decade continua la fase di cambiamento avviatasi l’anno scorso in seguito al transito combinato di Urano e Plutone che li ha resi, se possibile, ancora più determinati. La prova imposta da Plutone è quella di eliminare tutto ciò che ha smesso di rappresentare qualcosa di vitale, per fare spazio al nuovo. Urano a sua volta causerà (o può aver già prodotto) eventi inattesi a causa dei quali sarà necessa-

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rio riesaminare le scelte fatte. Il sestile di Nettuno induce a rivolgere l’interesse alla dimensione interiore, per trovare le risposte alle domande che gli eventi recenti hanno fatto sorgere. Si tratta di un periodo impegnativo, che sarà in grado di dare i suoi frutti, anzi, una volta esaurito il transito, sembrerà impossibile pensare di ritornare alla situazione precedente. Quanto appena affermato è già stato sperimentato dai nativi della prima decade che possono meritatamente godere della nuova situazione venutasi a creare dopo anni di trasformazioni. Il periodo più propizio per la prima decade sarà tra agosto e settembre, quando gli eventi seguiranno spontaneamente un andamento positivo guidati dalla forza benefica di Giove. Applicando l’impegno e il senso del dovere, che caratterizza il decimo segno, gli appartenenti alla terza decade potranno realizzare i loro progetti e ottenere riconoscimenti in campo lavorativo; Giove propizio regalerà loro qualche bella sorpresa a fine anno.

passaggio positivo di Saturno li renderà particolarmente tenaci, lucidi ed efficaci; sarà un anno in cui risparmiare energie e anche denaro da mettere a frutto l’anno seguente. Per i nati nella seconda decade continua una fase creativa durante la quale esprimere la naturale esigenza di innovazione tipica del segno; Urano ne stimolerà l’innata genialità indirizzandola verso il miglioramento delle strutture ormai logore che li circondano. Il consiglio è di tenere sotto controllo le finanze nei primi sei mesi dell’anno per i nati nella prima decade e durante i mesi estivi per chi appartiene alla terza. I nati alla fine del segno dovranno esercitare ancora un po’ di pazienza, poiché sentiranno la coda del transito di Saturno che segna la fine di un ciclo di 28 anni e li ha già costretti ad eliminare tutto il superfluo e ad affrontare svariati ostacoli e limitazioni, tuttavia non é il caso di scoraggiarsi: la fase più impegnativa del transito é già passata e a breve ci sarà la possibilità di dare l’avvio ad un nuovo inizio.

I nati sotto il segno dell’Acquario possono tirare un sospiro di sollievo, poiché non si trovano più sotto l’influsso negativo di Saturno, appena uscito dallo Scorpione. Il consiglio per gli acquari della prima decade é di lavorare sodo per portare a termine i propri progetti, poiché il

I Pesci della prima decade dovranno attingere a tutte le loro forze per affrontare un anno che metterà alla prova la validità o meno di quanto hanno iniziato sette anni fa. Sarà un anno in cui esercitare la massima resistenza e mettere temporaneamente da parte le ambizioni. É consigliabile condurre quanto più possibile una vita sana, utilizzare qualche rimedio per rafforzare le difese immunitarie e concedersi delle fasi di riposo. In estate sarà opportuno contenere le spese. Il contemporaneo passaggio di Nettuno nel segno, oltre a stimolarne l’interesse verso argomenti di carattere religioso o metafisico, avrà l’effetto di amplificare la già intensa sensibilità dei nati nel dodicesimo segno. I nati nella seconda decade avranno occasione di apportare cambiamenti positivi attraverso azioni di ricostruzione sia sul piano materiale che psicologico; potranno inoltre approfittare di migliorare la situazione lavorativa accedendo a posizioni di maggiore rilievo. La terza decade trascorrerà un anno sereno che culminerà con l’opposizione di Giove alla fine dell’anno: sarà necessario distinguere tra gli obiettivi degni di motivare gli sforzi e quelli ai quali é il caso di rinunciare. Con l’augurio che il nuovo anno rappresenti per tutti l’opportunità di una dinamica e positiva trasformazione.


LA VIA INTERIORE

L’ignavia e l’incertezza dell’uomo moderno di Antonio Bosna (ricercatore spirituale, teologo)

“… maestro, che è quel ch’io odo? e che gent’è che par nel duol sì vinta? Ed elli a me: questo misero modo tengon l’anime triste di coloro che visser sanza infamia e sanza lodo ... fama di loro il mondo non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa” (Dante, Inferno III, 34-36; 49-51) Chi sono gli ignavi? Per Dante sono “coloro che vissero sanza infamia e sanza lodo”. Sono situati nell’antinferno, cioè in una situazione neutra, poichè non fecero il male in vita ma neanche il bene, per intima vigliaccheria. L’ignavia è la situazione di chi non si espone e non prende mai posizione su nulla per incapacità di assumersi le proprie responsabilità. E’ il caso di tante persone che vivono nel grigiore di un’esistenza passiva, cioè in un modo in cui si cerca sempre un accomodamento per il così detto “quieto vivere”. Se si osserva bene la nostra società attuale, si può scorgere un gran numero di persone del genere le quali, sin da tenera età, grazie ad una impostazione educativa errata, impara a farsi solo “i fatti propri” e a non occuparsi dei problemi e delle necessità degli altri individui, perchè in tal modo dovrebbero comunque affrontare degli ostacoli, al fine di intraprendere una lotta per una causa di giustizia. La mancanza di tale intima e vera solidarietà, nonostante le varie coperture ipocrite di un moralismo di facciata, è forse la causa principale del degrado politico, economico e morale a cui stiamo assistendo ovunque. Quante volte, ad esempio, a livello di politica internazionale, sono stati presi accordi tra le grandi potenze per ridurre l’immissione dei fumi nell’atmosfera ,senza che poi alcuno li rispettasse? Sia a livello di individui singoli che di intere nazioni, ciascuno persegue il proprio utile e il proprio interesse, senza tener presente quello degli altri; rientrando tutto ciò nel naturale egoismo della persona umana, diventa nel tempo il tipico atteggiamento dell’ignavo, il quale ama

chiudersi nel mondo del proprio piccolo io, fatto di paure, timori e meschinità. Il poema indiano della Bhagavad Gita (il Canto del Beato), seconda parte del più ampio Mahabarata (VI sec. d.C.), sintesi di tutta la dottrina metafisica indù precedente, espressa sia nelle Upanishad e nei Veda, narra del contrasto e della guerra tra due clan rivali: i Kaurana e i Pandava, molti dei membri dei quali erano anche imparentati tra loro. L’inizio del poema vede i due eserciti dei clan rivali schierati in assetto di guerra l’uno contro l’altro. Arjuna, il condottiero dei Pandava, viene condotto sul suo carro dall’auriga che è Krishna, incarnazione di Vishnu (l’aspetto di Dio che conserva e governa l’Universo); giunto però di fronte ai suoi nemici esita a dare il segnale dell’inizio della battaglia, perchè vede nello schieramento rivale le figure di molti suoi parenti, per cui rivolgendosi a Krishna dice di non poter uccidere coloro che gli sono prossimi congiunti. Krishna però gli rimprovera tale vigliaccheria che gli impedisce di affrontare la lotta, che invece ha una sua giustificazione trascendentale e quindi lo sprona a combattere, affermando che l’azione giusta è quella non in vista di un suo frutto apparente. Non vi è, prosegue il dio, chi uccide e chi viene ucciso, in

quanto tutto ciò è frutto di illusione del mondo apparente e relativo; l’Io Vero di ogni essere è immortale e sono solo i corpi, suoi rivestimenti, a morire. La lotta (ogni lotta) va affrontata considerando uguali il piacere e il dolore, l’acquisto e la perdita, la vittoria e la sconfitta, in tal modo non vi è peccato. Nella guerra tra i Pandava e i Kaurana di cui narra la Bhagavad Gita, bisogna leggervi il simbolismo che si nasconde e cioè: la lotta che avviene all’interno dell’uomo tra potenze opposte, di cui l’individuo ordinariamente non ne ha coscienza e che lo conducono a pensare e ad agire non secondo la sua apparente volontà. Il guerriero Arjuna simboleggia proprio l’io ordinario, che nel suo stato sonnambolico non si rende conto di essere condotto da potenze che lo manipolano, creandogli confusione, per cui egli può ritenere come amico (parente) colui che sembra solo tale ma che, invece, gli è avversario. Ad esempio nell’uomo ordinario, cioè in colui in cui non è ancora avvenuto il risveglio del Vero Io, la potenza del desiderio viene ritenuta un elemento consustanziale alla propria natura, mentre in realtà non è che la potenza più nemica che si possa avere, in quanto lo rende passivo esecutore di impulsi sub-consci. 11


LA VIA INTERIORE

L’ignavia di Arjuna (dell’io ordinario non ancora illuminato dallo Spirito-Krishna) è nella rinuncia all’azione giusta, quella che consegue all’esatto discernimento interiore e lo paralizza in una stato di incapacità di decisione. L’insegnamento della Bhagavad Gita viene rivolto in particolare alla classe dei guerrieri, o a tutti coloro che decidono di vivere da guerrieri, la cui regola fondamentale consiste sia nell’accettare comunque la lotta, prendendo posizione e assumendosi la responsabilità, sia nell’agire in modo puro, cioè non pensando al frutto dell’azione ma solo alla sua intima giustizia. Così si esprime un passo del poema: “...la tua cura (è Krishna che parla) deve essere rivolta all’azione, non al frutto dell’azione; non devi avere per fine il frutto dell’azione e nemmeno dedicarti alla inazione. Fermo alla disciplina di te stesso compi le azioni lasciando da parte ogni affetto, indifferente alla riuscita o al fallimento; questa indifferenza si chiama disciplina ... chi si attiene alla disciplina si innalza sul bene e sul male; perciò attieniti alla disciplina, essa è la salvezza nell’agire ... l’uomo, il cui animo non si abbatte nelle sventure e che nelle fortune non nutre alcun desiderio,

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da cui sono scomparsi passioni, timore, ira, la cui saggezza è ferma, è detto savio. L’uomo che in nessuna cosa ripone affetto e che di fronte a qualsiasi cosa, piacevole o spiacevole, non prova attaccamento o avversione, di costui la saggezza è ferma”. (B.G.IX, passim). E’ l’etica dell’uomo superiore, il quale sa che, comunque, la vita lo spinge ad agire ma non si lascia coinvolgere emotivamente e passionalmente nell’azione, in quanto il suo scopo non consiste nell’ottenere qualcosa di specifico ma nell’assunzione di uno stile di vita distaccato ed equanime, mediante il quale egli potrà perseguire orizzonti lontani dell’Essere. Il testo così prosegue: “… come le acque entrano nell’oceano che se ne riempie, eppure resta fermo e immobile, così egli ottiene la pace, sebbene in lui penetrino tutti gli oggetti dei desideri; non già colui che prova attaccamento per essi. Quell’uomo che, dicendo addio a tutti gli affetti, agisce senza desideri, scevro dei concetti di ‘mio’ e di ‘io’, egli raggiunge la pace. Questo è lo stato di Brahman e chi lo ottiene non è preda dell’illusione” (B.G.IX, passim). La grande lezione dantesca risulta essere quanto più attuale in una società come

la nostra in cui l’egoismo, il”pensare ai fatti propri” è la regola. Non si insegna forse ai propri figli, da parte di tanti benpensanti che, a scuola e nella società, importa solo essere i migliori, senza preoccuparsi dei compagni e degli altri? “Pensa a te” non è, del resto, la raccomandazione costante di tanti bravi mamme e papà? In realtà fare del bene costa, naturalmente non tanto in termini economici, quanto di impegno, da parte di tutto il proprio essere, in cui il primo elemento essenziale è l’attenzione agli altri e la conseguente capacità di ascolto. Il motore della carità parte proprio da tale capacità di saper osservare ed ascoltare, che implica di essere in grado di tacitare dentro di noi gli appelli della voce del piccolo ego che ripete “pensa agli affari tuoi”. Colui che si astiene dall’azione e non prende mai posizione, la cui vita è solo di natura materiale, che persegue unicamente il proprio interesse personale, pur formalmente legittimo, si esclude da una partecipazione più evoluta e corale, quella in cui si svolge la dialettica delle opposizioni di una comunità di esseri veramente svegli.


LA VIA DELLA SCIENZA

Possiamo guarire da soli? Geerd Hamer e la Nuova Medicina Germanica vista da uno scienziato del farmaco di Aldo Andreani

(Farmacista, ricercatore, già professore ordinario presso la Facoltà di Farmacia dell’Università di Bologna)

A

lla domanda se si può guarire da soli, la Nuova Medicina Germanica risponde affermativamente, se già la si conosce; in caso contrario sarà necessario l’aiuto iniziale di qualcuno, per accedere ad un percorso che può essere difficile e non privo di dolore. Questa corrente di pensiero è frutto dell’intuito di Ryke Geerd Hamer, medico tedesco nato a Mettmann nel 1935; nel 1976 si trasferisce in Italia con la moglie e i quattro figli per porre le basi di un progetto umanitario ma, il 18 agosto 1978, all’isola di Cavallo, accade la tragedia in cui perderà il figlio Dirk, che ha avuto la sola colpa di trovarsi a dormire nel raggio d’azione di Vittorio Emanuele di Savoia, assolto peraltro dall’accusa di averlo assassinato e non condannato nemmeno dopo un’intercettazione in cui dichiarava “Anche se avevo torto....devo dire che li ho fregati. È davvero eccezionale: venti testimoni e si sono affacciate tante di quelle personalità importanti. Ero sicuro di vincere. Io ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua, che era steso, passando attraverso la carlinga”. Poco dopo la perdita del figlio, Hamer viene colpito da un tumore al testicolo e negli anni successivi elabora una teoria sul cancro che gli costa la radiazione dall’ordine dei medici nel 1986. Da allora esercita abusivamente la pratica medica finchè, braccato dalle polizie di vari stati per una moltitudine di capi d’accusa, compreso l’ “incitamento all’odio razziale”, si rifugia in Norvegia, dove sembra risieda attualmente. Il pensiero di Hamer culmina nell’enunciazione delle sue “cinque leggi biologiche”: qui basta ricordare solo la prima, secondo cui la cosiddetta “malattia” è provocata da un episodio inatteso e im-

provviso vissuto in modo acuto e drammatico, cosa provata da Hamer sulla propria pelle, da lui denominato DHS (Sindrome di Dirk Hamer) in memoria di suo figlio. La presa di coscienza di aver vissuto un episodio in modo traumatico, può già instradare il malato verso la guarigione. Le cinque leggi biologiche hanno ormai fatto scuola e sono facilmente reperibili in rete anche in formato video. Quando si fa scuola bisogna mettere in conto che i discepoli possano distaccarsi in qualche modo dal pensiero originale e questo è accaduto anche in Italia con l’Associazione Leggi Biologiche Applicate (ALBA) che ha comunque il merito di aver tentato, fin dal 2006, di richiedere al Ministero della Salute la verifica delle scoperte di Hamer. Dal Ministero non è mai arrivata risposta eppure, senza costringere nessuno a praticare su se stesso una medicina in cui non crede, ma riservandola solo a chi la sceglie consapevolmente, sarebbe un bel risparmio per la sanità pubblica: va da sè poi che il trascorrere del tempo sarebbe

il miglior giudice per valutare le guarigioni e la soddisfazione dei pazienti. Se pensiamo che il metodo Hamer è conosciuto in tutto il mondo, è facile intuire che ci siano vari gradi di tolleranza verso l’impiego dei farmaci: non sono bandite nemmeno le tecnologie ultramoderne di cui disponiamo, finchè sono rivolte ad elaborare la diagnosi. Quando invece si deve passare alla terapia, il discorso cambia radicalmente. La medicina ufficiale, come tutte le altre scienze, procede con metodo galileiano pubblicando i risultati delle sue ricerche su riviste più o meno accreditate, in modo che in qualunque parte del mondo si possa confermare o contestare quanto affermato. Pubmed è una magnifica banca dati che chiunque può consultare in rete gratuitamente: contiene il titolo, gli autori, il riassunto e, qualche volta, anche l’intero documento pubblicato su una rivista di carattere medico. Mettendo nella casella di ricerca il nome completo di Hamer, compare l’articolo “Rationality and Irrationality in Ryke Geerd 13


LA VIA DELLA SCIENZA

Hamer’s System for Holistic Treatment of Metastatic Cancer” derivante dalla collaborazione fra più istituti di ricerca (in Danimarca, Norvegia e Israele) e pubblicato su The Scientific World Journal del 2005 (vol. 5, pag. 93-102). Gli autori affermano che le prime due leggi di Hamer sono princìpi ben consolidati dell’attuale medicina olistica, mentre le altre tre sono effettivamente originali sia per la medicina tradizionale che per quella olistica ma non sono adeguatamente circostanziate; non viene esclusa la possibilità che il metodo funzioni, anche se viene rilevata la necessità di una verifica scientifica. Gli autori sottolineano che Hamer ha presentato le sue ricerche in modo altamente provocatorio, cosa che lo ha alienato dall’intera comunità medica. Personalmente ho speso una vita nello studio dei farmaci e ho sempre trovato molto interessante il fatto che da alcune patologie si possa uscire brillantemente senza utilizzarli. E così, prima ancora che Hamer elaborasse le sue teorie, ho sperimentato su me stesso come combattere extrasistoli atriali con la manovra di Valsalva o come sconfiggere le frequenti recidive della lombalgia acuta (il famigerato “colpo della strega”) con gli automassaggi consigliati da un contadino. Nessuna scoperta innovativa, sia ben chiaro, visto che l’automedicazione esiste nel mondo animale e, probabilmente, esiste dalla comparsa dell’uomo su questo pianeta. A differenza dell’animale che, agendo per istinto, pratica ancora lo stesso tipo di automedicazione caratteristico dei suoi simili, la specializzazione ha portato invece l’uomo a diffe14

renziare le mansioni, spesso delegando il delicato compito della guarigione ad altri, che prenderanno di volta in volta nel tempo, l’aspetto di un sacerdote, un manipolatore, un agopuntore, un esperto di rimedi erboristici, fino ad arrivare ad Ippocrate (460-377 a.C.) che porrà le basi per la moderna medicina occidentale, togliendo di mezzo preconcetti religiosi e filosofici. Dobbiamo ad Aristotele (384-322 a.C.) il ritorno a considerazioni più “umane”; dice Pietro Boccia nel suo libro “Sociologia. Teoria, storia, metodi e campi di esperienza sociale” (Zanichelli, 2001): “Il filosofo greco Aristotele sosteneva che la scienza medica non doveva consistere nella capacità di curare una malattia, ma in quella di seguire il malato nel processo di guarigione; questo processo, però, doveva essere guidato dallo stesso paziente”. Dopo Aristotele questo concetto è stato ripreso da molte altre correnti più o meno note, tra cui la medicina olistica in generale ma, in particolare, è utile ricordare due personaggi. Il primo è Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim noto come Paracelso (1493-1541): il nome tutto per esteso non è pura pedanteria ma serve a ricordare il fatto che, dal suo nome, deriva il termine inglese “bombastic”, traducibile come megalomane (basti ricordare il rapper Shaggy e il suo tormentone Mr. Bombastic). In altri termini, Paracelso, pur essendo considerato il padre della semeiotica medica, prese

una posizione così violenta contro la medicina ufficiale ai suoi tempi, da ricevere in cambio le stesse critiche che oggi vengono rivolte ad Hamer. Il secondo personaggio è Luigi Oreste Speciani (1921-1983): autore del libro “Di cancro si vive”, affermava fra l’altro che “l’uomo è l’unica medicina di se stesso e che nessuno dei nostri superbi interventi è capace di guarire, ma solo di aiutare l’uomo a farlo”. Considero Speciani una pietra miliare in questo campo,

forse soltanto perchè ho avuto il piacere e l’onore di conoscerlo. Non solo, l’ho anche invitato a parlare delle sue ricerche in un’aula della Facoltà di Farmacia (ripensandoci adesso non sembra possibile che sia successo davvero…). Ricordo che, in quel periodo, sia lui che Raffaele Morelli lavoravano insieme per la rivista “Riza Psicosomatica”; dopo la morte di Speciani si sono formate due istituzioni distinte: l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica e l’Istituto Luigi Oreste Speciani di Medicina Integrata. Entrambi lavorano con l’intento di curare piuttosto che cercare il riconoscimento e l’approvazione della medicina ufficiale. Non ho letto direttamente le opere di Hamer ma ho conosciuto alcuni dei suoi adepti: sono prevalentemente giovani ma si possono incontrare persone di tutte le età, accomunate da un sincero sentimento di fede più che da certezze scientifiche, ancora non evidenti. Sono


sembrate anche un po’ “bombastiche” nell’evitare di parlare di quanto era già noto prima che Hamer mettesse mano alla materia e nello sbandierare di avere il 100% delle risposte, cioè di saper attribuire a qualunque patologia una causa specifica (DHS). Il 100% significa che la teoria è così ben concepita da non poter essere migliorata e questo, in ambito medico, è fortemente improbabile e antiscientifico. Il termine “improbabile” è più adatto di “impossibile” perchè non si può dimen-

stanno a significare che, se il futuro gli darà ragione, potrà legittimamente venire considerato un genio; mentre se una sola delle sue tessere si rivelasse falsa, gli oppositori ne approfitteranno per far crollare tutto il mosaico, proponendo

per lui la stessa fine di Semmelweis. Togliendoci quindi la sacrosanta speranza in una medicina che si occupi più del malato che della malattia.

ticare ad esempio la storia del medico ungherese Ignazio Semmelweis (18181865). Morì in manicomio, condannato dai suoi illustri colleghi a cui aveva solo consigliato di lavarsi le mani in un certo modo quando, magari reduci da un’autopsia, dovevano recarsi a visitare una puerpera. Le ricerche successive, a cominciare da quelle di Pasteur, dimostreranno l’ipotesi (ai tempi di Semmelweis solo una brillante intuizione) che la febbre puerperale, allora mortale, era causata da contaminazione batterica e quindi l’igiene dei medici che dovevano avvicinarsi alle puerpere diventava fondamentale. In conclusione, alla luce di quanto esposto, le scoperte di Hamer forse dovrebbero andare ridimensionate; anzi, si potrebbe semplicemente dire che il medico tedesco ha “soltanto” incasellato in uno schema coerente tutte le patologie esistenti e finora note, dove le virgolette 15


I Luoghi della BioGuida Percorsi ed itinerari per viaggiatori dello spirito

Associazioni, scuole, istituti, centri, terapeuti, seminari, corsi, conferenze ed altre proposte Per informazioni su come venire inseriti nella rubrica: info@bioguida.com - 040.302110 - 338.8852117

PIEMONTE TORINO Centro Buddha della Medicina Via Cenischia 13, Torino. Tel. 011.3241650, 011.355523. CENTRO CLOROFILLA Associazione di promozione sociale Via Settimo 1, San Mauro Torinese (TO) Tel. 320.6408204 info@centroclorofilla.it www.centroclorofilla.it Centro Studi Maitri Buddha Via A. Guglielminetti 9, Torino. Tel. 011.359649. IL CERCHIO VUOTO associazione religiosa per la pratica e lo studio del Buddhismo Zen Soto (responsabile spirituale rev. Dai Do Massimo Strumia) Via Massena 17, Torino. Tel. 333.5218111. www.ilcerchiovuoto.it DOJO ZEN MOKUSHO Via Principe Amedeo 37, Torino (TO). Tel. 011.883794.

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ALESSANDRIA Buddhadharma Center Via Galimberti 58, Alessandria. Tel. 3467408380, www.buddhadharmacenter.org

NOVARA AURA - Associazione per la ricerca e lo studio delle filosofie orientali. Centro studi terapie naturali, Scuola di massaggio Via Maggiate 45, Borgomanero (NO). Tel. 0322.846011, www.aurauniversalmente.com ASS. AMICI DEL VILLAGGIO VERDE Località San Germano - Cavallirio (NO). Tel. 0163.80447, 333.7639262 www.villaggioverde.org

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VICENZA Centro Studi Syn Via Villa Glori 22, Vicenza. Tel. 0444.922682, assocsyn@tin.it

TRENTINO ALTO-ADIGE BOLZANO ELEONORA BRUGGER & PAUL KIRCHER S. Pietro Mezzomonte 40, Velturno (BZ) Tel. 0472 802228 www.eleonorapaul.com

TRENTO ASSOCIAZIONE SAMTEN CHÖLING ONLUS L’isola del Dharma per gli esseri di buon cuore - Centro Buddhista nelle 10 Direzioni Corso Alpini 4, Trento. Tel e Fax 0461.038510, cell. 348.2601969 www.samtencholing.eu info@samtencholing.eu CASA DI SALUTE RAPHAEL Piazza De Giovanni, Roncegno (TN). Tel. 0461.772000, www.casaraphael.com CENTRO KUSHI LING Centro di meditazione residenziale, organizza ritiri di gruppo e individuali Laghel 19, Arco (TN), Tel. 347.2113471 www.kushi-ling.com

FRIULI VENEZIA GIULIA TRIESTE ACCADEMIA CRANIO SACRALE Metodo Upledger Piazza S. Antonio Nuovo 6, Trieste. Tel. 040.3476191. www.accademiacraniosacrale.it SCUOLA DI PENSIERO TAOISTA Via Torre Bianca 43, Trieste Info. 3393204963 www.bencichanita.it info@bencichanita.it ASHRAM NATABARA DAS GIORGIO GADDA Bakti Yoga, Psicologia Transpersonale, Yoga Nidra, Meditazione. Via Imbriani 2, 4° piano. Trieste. Tel. 328.1839881, 347.9648358. Associazione culturale NATURALMENTE Oli Essenziali, Fiori di Bach, Cosmesi fai da te, le Ferite dell’Anima e Sentire l’Intuito (Metamedicina), Chakra e Numerologia Via Cumano 4, Trieste. Info: 347.9842995, http://digilander.libero.it/naturalmente.it naturalmente.it@libero.it


A.s.d. YOGA JAY MA Via A. Emo 2, Trieste. Cell. 347 8461831, vie.vanna@yahoo.it

JING TAO® Essenza in movimento di Sonia Rizzi fondatrice ed ideatrice del metodo. Tel. 338.7592945 www.jingtao.it info@jingtao.it

AYURVEDA E BENESSERE Trattamenti e Massaggi Ayurvedici. Massaggi per gestanti, Yoga, seminari di massaggio ed aromaterapia. Via Milano 18, Trieste. Si riceve per appuntamento: Cristiana Simoni, cell. 347.0354846

CENTRO STUDI E RICERCHE OLISTICHE di Maurizio Battistella Shiatsu, Kinesiologia, Reiki ed altro ancora. Via Palestrina 8, Trieste. Cell. 338.7592945. www.csro-ts.it www.inochi.it - info@csro-ts.it segreteria@csro-ts.it

Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Trieste, in Via del Monte 2, presso Centro Ayurveda di Tiziana Roselli. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it CENTRO BUDDISTA TIBETANO SAKYA KUNGA CHOLING Corsi gratuiti di introduzione al buddhismo tibetano e programmi di adozione a distanza. Via Marconi 34, Trieste. Tel. 040.571048, www.sakyatrieste.it sakyatrieste@libero.it Dott.ssa DONATELLA DE COLLE Psicologa, psicoterapeuta, musicoterapeuta. Via Mazzini 30, Trieste. Tel. per appuntamento 331.9077565. donnadec@tiscali.it GENDAI REIKI ITALIA Via Beccaria 7, Trieste Tel. 333.7240918 349.3604929

LAM - Il Sentiero Piazza Benco 4, Trieste. Tel. 040.0642281, cell. 328.5629546.

LUISA SERRA

Insegnante Certificata Heal Your Life® Metodo Louise Hay Life Coach, Trainer Happy Life self coaching School, Visualizzazioni guidate su appuntamento, a Trieste in Via Santa Caterina 5 oppure su Skype: serraluisats. Cell. 333 4577536 me@luisaserra.com www.facebook.com/luisa.serra.142 www.luisaserra.com

Gruppo Soto Zen Trieste “Shiroi Karasu - Il Corvo Bianco” Affiliato all’AZI (Association Zen Internationale) e all’ABZE (Association Buddhiste Zen d’Europe)

www.gendaireiki.it info@gendaireiki.it

INSTITUTE OF YOGIC CULTURE Via San Francesco 34, Trieste. Tel. 040.635718.

Ass. IL MONDO DI VALE Ginnastica Posturale, Yoga, Reiki, Benessere Olistico... Sessioni individuali e seminari. Via Nordio 6, Trieste. Tel.040.371150 www.ilmondodivale.it

META N. SHAW PERCORSI DI CRESCITA PERSONALE Professional Coach (Personale, Wheight & Health Coaching), Didatta Biodanza, Specialista in Rehabilitation Psychoinformatiologist della WCLN Prof. A. Ignatenko Trieste, Gorizia, Udine, Europa cell. 333.7229821, informa@lifecoach-lifetraining.it www.lifecoach-lifetraining.it

Al di là dei limiti di questo mondo Dove il salice è verde E il fiore è rosso Esiste un altro mondo Dove l’airone è nero E il corvo è bianco Taisen Deshimaru

Responsabile: Maria Luisa Gin Getsu Coppa, anziana discepola del Maestro Taisen Deshimaru Meditazione Zazen: ogni mercoledì e venerdì dalle 18.00 Presso l’Associazione Bakti Ayurveda, Via Mazzini 30 (1° piano), Trieste. Cell. 335.5412173 - sito web: www.shiroikarasu.org

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I LUOGHI

NEW AGE CENTER Via Nordio 4/C, Trieste. A disposizione la Saletta Argondia per seminari, conferenze, presentazioni, mostre ed altre iniziative. Tel 040.3721479, www.newagecenter.it SINERGIE Centro Shiatsu, CranioSacrale, movimento e tecniche posturali. Via Lazzaretto Vecchio 9, Trieste. Tel. 339.1998074, 040.631398, gianspes@libero.it STUDIO ESSENYA Via del Marcese 57, Trieste. Tel. 040.381410 www.vivianasossiessenya.it vivianaessenya@yahoo.it JOYTINAT YOGA AYURVEDA “Scuola ayurveda massaggi, yoga, trattamenti.” Via Felice Venezian 20, Trieste Tel.Fax 040.3220384 Cell. 339.1293329 www.joytinat-trieste.org

GORIZIA ASSOCIAZIONE ERRASTRANA Sosta, riposo, cibo con erbe spontanee, baratto, auto-costruzione, due sale a disposizione per seminari e corsi. Via Vicenza 9, Località S. Martino del Carso (GO) Tel. 0481.92411, Cell. 393.1068591 errastrana@gmail.com META N. SHAW PERCORSI DI CRESCITA PERSONALE Professional Coach (Personale, Wheight & Health Coaching), Didatta Biodanza, Specialista in Rehabilitation Psychoinformatiologist della WCLN Prof. A. Ignatenko Trieste, Gorizia, Udine, Europa cell. 333.7229821, informa@lifecoach-lifetraining.it www.lifecoach-lifetraining.it Emporio Erboristico “IL FIORE DELL’ARTE” Via G. Carducci 21, Ronchi dei Legionari (GO). Tel. 0481.475545.

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GIULIO MICELLI - RAM RATTAN SINGH Sat Nam Rasayan, arte di meditazione terapeutica. Trattamenti individuali e percorsi per gruppi. In Friuli Venezia Giulia: cell. 333 77 14 503 giulio.micelli@yahoo.it

Ass. Regionale Cranio Sacrale Metodo Biodinamico Dott.ssa Leonarda Majaron Corsi di formazione

Cranio Sacrale Integrato metodo biodinamico con riconoscimento A.CS.I. (Ass. Cranio Sacrale Italia) PER INFORMAZIONI: VIA SAN LAZZARO 7, TRIESTE Tel. 347 6910549 - www.bcstrieste.it

UDINE ASS.OPE.A. Associazione Operatori Ayurveda Tutela e Aggiornamento Professionale Operatori Iscrizione al Registro Regionale delle Professioni non Ordinistiche Legge 22/04/2006 n. 13 art. 5 Tel. 0432.1721329 - Cell. 328.3919462 info@assopea.it - www.assopea.it NICOLETTA CAMPISI Counsellor professionista Facilitatore Costellazioni Familiari piazza Giovanni XXIII n.15, Udine. Cell. 347.5555802 nicoletta_campisi@libero.it www.centropharus.it BIODANZA Corso settimanale per principianti aperto a tutti. A Collalto di Tarcento (UD). Giovanni Ceschia, cell. 349.3314962, Centro “ES”, tel. 0432.791619, 339.8907819. IL CENTRO DEL CUORE Associazione di promozione sociale Via Leonacco 19, Udine. Tel. 0432.482215, 320.3265696, info@ilcentrodelcuore.it www.ilcentrodelcuore.it Ass. Culturale INTEGRA-AZIONE Associazione culturale per lo sviluppo integrato dell’essere. Strada dei Cedri 22, Basaldella (UD) Tel. 0432.699297, info@centrodintegrazione.it

CENTRO RASHMI AYURVEDA YOGA Massaggi Abyangam Trattamenti Ayurvedici e Reiki Via Roma 50, 33010 Magnano in Riviera (UD). Tel. 0432.782063, cell. 328.3919462, centro.rashmi@yahoo.it http://sites.google.com/site/centrorashmi/ DEBORA SBAIZ Master in Danza/Movimento Terapia e Professional Counselor. Udine, Portogruaro e Lignano. Tel. 0431.422147 www.deborasbaiz.it info@deborasbaiz.it LE AGANE Via Vittorio Veneto 114 33018 Tarvisio (UD) Tel. 0428 450031 LORELLA E. VENDRAMINI Riflessologa Plantare, Reiki 1° livello Via P.Maset 13, Udine. Riceve su appuntamento Tel. 348.6715674 EQUILEARNING di Sonia Struggia Horse Assisted Education Via Cortona 17, Fiumicello (UD). Tel. 0431.91437, Cell. 335.6816129 www.equilearning.it sonia.struggia@equilearning.it ESPRESSIONESEGNO della Prof.ssa Erika Celotti, Arteterapeuta Membro dell’Assoc. Prof.le Italiana Arteterapeuti® Iscrizione Registro n°120/2003 P.IVA 02357220306 Viale Tricesimo 101/A - int. 5, Udine. Riceve per appunt. cell. 338. 3344705 info@espressionesegno.it www.espressionesegno.it Dott. GERMANA PONTE Trainer di Focusing, riconosciuta dal Focusing Institute di NewYork Cell. 338.7812626 www.focusing-consapevolezza.org



I LUOGHI

THE ART THERAPY STUDIO Counseling a mediazione artistica, arteterapia, ricerca interiore. Corsi e sessioni individuali. A Udine. Cell. 340.3706330 mceharts@gmail.com

SANITARIA Del PUP Via Molinari 38/40, Pordenone. Tel. 0434. 28897.

IL FORNO ARCANO Via del Cristo 8, Rive d’Arcano (UD). Tel. 0432.809348, forno.arcano@libero.it

BOLOGNA

GRUPPO ZEN UDINE Via Cormor Alto 218, Udine. Ogni mercoledì alle 21.00 appuntamento di meditazione Za-Zen. Per informazioni: Maurizio KoGyo Florissi, cell. 348.3071667. CENTRO DI SALUTE INTEGRATA del Dott. Gianluigi Giacconi Strada dei Cedri 22, Basaldella (UD) Tel. 0432.699297 www.centrodisaluteintegrata.com

PORDENONE Ass. TERRAUOMOCIELO Qi Gong e Percorsi di salute Tel. 0434.20389 (Laura Guerra), www.terrauomocielo.it STUDIO EQUILIBRYA MASSAGGI OLISTICI Trattamento Cranio Sacrale, Shiatzu, Linfodrenaggio Via Martiri della Libertà 18 Prata di Pordenone (PN) Tel. 0434.611282 333.7466849 manucanziani@virgilio.it Dott.ssa Doriana Mimma DE VIDO Naturopatia & Bilanciamento Somatico. Riceve per appuntamento a Sacile (PN): Tel. 0434.72782, Cell. 329.2399184. A.P.S. CENTRO OLOS Percorsi per migliorare la qualità della vita Accademia Olistica, Massaggi, Trattamenti Olistici, Tantra. Via Oberdan 3, Pordenone. Tel. 334.9161.209 www.centrolos.it

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EMILIA ROMAGNA

CENTRO NATURA Via degli Albari 6, Bologna. Tel. 051. 235643, 051.223331 www.centronatura.it CENTRO STUDI CENRESIG Centro per lo studio e la meditazione Buddista Mahayana Via Meucci 4, Bologna. Telefoni: Maddalena 347.2461157, Giovanni 349.6068534. www.cenresig.org CENTRO YOGA “LE VIE” Via M. D’Azeglio 35, Bologna. Tel. 051.19982056, www.yogalevie.it Scuola/Fondazione Matteo Ricci Via A. Canova 13, Bologna. Tel. 051.531595, www.fondazionericci.it

PARMA Ass. LA GROTTA DI CRISTALLO Shiatsu, Tai Ji, Danze Orientali, Voice Dialogue, Reiki, Diapason Terapia, Naturopatia, Meditazione Guidata. Fidenza (PR). Tel. 0524.84450, 0524.62315. Ass. NAMASTE - Parma Via Mascagni 25, Rivarolo di Torrile (PR). Tel. 0521.810138, cell. 335.6713405. www.oshonamaste.it LIBERA ACCADEMIA SCIENZE UMANE Scuola di counseling professionale accreditata Cncp Incontri di crescita e formazione in ambito umanistico e transpersonale Via Sella 31/A (lat. Via Orlando), Parma. Tel. 0521.944410, www.lasu.it www.alchimia.org

Monastero Zen Fudenji Bargone 113, Salsomaggiore Terme (PR) Tel. segreteria: 0524.565667. Monastero Zen Sanbo-ji Pagazzano, loc. Pradaioli 27, Berceto (PR). Tel. 0525.60296. Associazione di promozione sociale SPAZIO SHIATSU Corsi di shiatsu professionali e amatoriali, meditazione za-zen, seminari di approfondimento. Via Dalmazia 71, Parma. Tel. 0521.533831, www.studishiatsu.it

MODENA Centro Culturale L’Albero Cultura, spiritualità e opere sociali Strada Statale Romana 135 Fossoli di Carpi (MO) Tel. 335 6684108 www.centroculturalelalbero.org CENTRO YOGA SHIVA Via Silvati 12, Modena. Tel. 059.364625, Cell. 338.5332728, www.centroyogashiva.it

RIMINI Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Santarcangelo di Romagna (RN), in Via Cavour 22, presso Centro di Naturopatia di Chiara Zambianchi. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it Associazione Culturale MANAGER ZEN Via San Giovenale 86, Rimini. Tel. 0541.736362, www.managerzen.it


UMBRIA, MARCHE, ABRUZZI ANCONA LA CITTÀ DELLA LUCE Associazione di Promozione Sociale Centro Studi Discipline Olistiche e Bionaturali Associazione Conacreis Marche. Reiki. Ayurveda. Yoga. Costellazioni Familiari. Via Porcozzone 17, Ripe (AN). Tel. 071.7959090, www.reiki.it

MACERATA TARA CENTER C.da Ricciola, Recanati (MC). Tel. 071.7575847, cell. 393.9755533, www.taracenter.it

PERUGIA ANANDA ASSISI Via Montecchio 61, Nocera Umbra (PG). Tel. 0742.813620, www.ananda.it

TOSCANA AREZZO AMO Accademia Massaggi Olistici ads Associazione Dilettantistica Sportiva Scuola Accreditata SIAF Via Teofilo Torri 22-28, 52100 Arezzo (AR). Responsabile: Andrea Marini: 388.9334692 www.massaggiohotstone.it

GROSSETO Comunità Dzog-Chen Merigar, Arcidosso (GR). Tel. 0564.966837.

FIRENZE

PISA

Ass. Culturale “L’ALBERO DELLO YOGA” Via della Libertà 61/65, Matassino - Reggello (FI). Cell.333.3807726, www.lalberodelloyoga.it

ISTITUTO LAMA TZONG KHAPA Via Poggiberna 15, Pomaia (PI). Tel. 050.685654, 050.685009, info@iltk.it segreteria@iltk.it www.iltk.it

Centro Terra di Unificazione Ewam Via R. Giuliani 505/A, Firenze. Tel. 055.454308. SHINNYOJI TEMPIO ZEN FIRENZE Via Vittorio Emanuele II 171, Firenze. Tel. 339.8826023, www.zenfirenze.it SCUOLA DI AGOPUNTURA TRADIZIONALE DI FIRENZE del dott. Nello Cracolici. Via San Giusto 2, Firenze. Tel. 055.704172.

PUNDARIKA CENTRO RITIRI MEDITAZIONE Loc. Cordazingoli 18, Riparbella (PI) Tel. 0586.699077, 338.6759340 (Erica).

PRATO CRONOGENETICA di Mario e Domenica Grilli Tel e fax 0574 33306 Cell. 331 9724607 www.cronogenetica.it

SIENA

LUCCA ASS. CULTURALE OLISTICA OMSAIRAM CENTRO VILLA DELLE ROSE B & B - CASA VACANZE Via della Pergola 2 Località Palleggio Bagni di Lucca Terme (LU) Tel 0583 85599 3476011312 www.associazioneomsairam.it

AGRITURISMO GLI ARCANGELI Azienda Agricola Podere Avere Azienda biologica con 5 camere con bagno, sauna, jaccuzzi, saletta meditazione, piscina all’aperto. Località Pievescola, Casole d’Elsa - Siena. Cell. 335.7072131, 338.1402493. www.gliarcangeli.com

LAZIO ROMA I dati raccolti sono stati forniti o individuati da elenchi pubblici e sono trattati in ottemperenza alla legge 675/96 con particolare riferimento agli articoli 12 e 20. Agli interessati è riconosciuta la facoltà di esercitare i diritti di cui all’art.13. Il titolare del trattamento dei dati è l’editore. www.bioguida.com

ACCADEMIA DI YOGA Via XX Settembre 58 A, Roma. Tel. 06.4742427, www.accademiayoga.it AMRITA CENTRO YOGA E AYURVEDA Via C. Colombo 436, Roma. Tel. 06.5413504, 06.5081202, www.amritayoga.it

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I LUOGHI

ASSOCIAZIONE SHAKTI Centro di Kundalini Yoga e Sat Nam Rasayan Via dei Brusati 30, Roma. www.kundaliniyoga.it BUPPO DOJO praticare il Buddhismo Zen Soto Via Ferento 5, Roma. Tel. 06.70032022 www.buppodojo.it CEDIFLOR Centro Diffusione e Didattica Floriterapia di Bach Via R. Fauro 82, Roma. Tel. 06.8074385, 333.4243663 www.cediflor.it CENTRO NIRVANA Associazione Spirituale per la Meditazione Chan e Zen Via A. Bono Cairoli 15, Roma. Tel. 338.7021800, 328.6848780, www.centronirvana.it CENTRO YOGA ED OLISTICO VIPASHYANA Channelling, regressioni karmiche, yoga, meditazione, cristalloterapia, mass. ayurvedico, riflessologia plantare, pranoterapia, reiki. Via Venezia 48/50, Ciampino - Roma. Tel. 347.8360990 www.vipashyanayoga.com CENTRO TARA BIANCA Danza Creativa, Arti Terapeutiche, Meditazione. Via Ettore Rolli 49, Roma. Tel. 06.5811678, www.centrotarabianca.it

CENTRO ZEN ANSHIN Buddhismo Zen Soto. Sotto la guida di Annamaria Gyoetsu Epifanìa e Guglielmo Doryu Cappelli. Via Ettore Rolli 49, (Stazione Trastevere), Roma Tel. 06.5811678, 328.0829035, 320.9671624, www.anshin.it Associazione Sportiva Dilettantistica DHARMA SPORT E DISCIPLINE BIONATURALI (Coni Fijlkam Uisp) Via Cimone 12, Roma. Tel 339.1286955 www.asddharma.ning.com Fondazione Maitreya Via della Balduina 73, Roma. Tel 06.35498800, www.maitreya.it SCUOLA YOGA ROMA Via Cechov 83 - F6, Roma. Tel. 06.51530068, cell. 335.6571924 www.scuolayogaroma.it YOGA, SCIENZA E ARTE Ass. Culturale Yoga Meditazione-Medicina integrata Viale A. Magno 192, Roma. Cell. 339 1279335 www.albertacorsiyoga.it DOTT. GIOVANNI MONTANARO ODONTOIATRIA E TERAPIE NATURALI Omeopatia, Posturologia, Agopunutra, Test e rimozione dei metalli pesanti. Via Vitruvio 70, Formia (LT). Tel. 0771.24831, cell. 340.1495053 omeo57@hotmail.it

TAO CENTRO DI RICERCA OLISTICA SCUOLA ITALIANA REIKI Via Inghilterra 28, Sabaudia (LT) Via Oberdan 25 (c/o Erboristeria “Il Trifoglio”) Latina. Tel. 338.84.95.996 taocenter@tiscali.it www.centrotao.net

PUGLIA BARI Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Monopoli (BA), Contrada Lamammolilla 476. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it

CAMPANIA NAPOLI TAO - CENTRO DI RICERCA OLISTICA SCUOLA ITALIANA REIKI Via F. Cilea 91, Napoli (NA). Tel. 338.8495996 taocenter@tiscali.it www.taocenter.org DOTT. GIOVANNI MONTANARO ODONTOIATRIA E TERAPIE NATURALI Omeopatia, Posturologia, Agopunutra, Test e rimozione dei metalli pesanti. Via A. Scarlatti 126, Napoli Tel. 081.5786956, cell. 340.1495053 omeo57@hotmail.it

SICILIA PALERMO Dott. RENATO IUDICA Rappresentanze Prodotti Naturali Via G. Arimondi 48, Palermo. Tel. 392.6893370, 347.6215339.

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LA VIA INTERIORE

L’elaborazione del lutto di Susanna Berginc (consulente in Metamedicina)

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ella morte si parla poco, troppo poco, in realtà nulla, perché è un argomento tabù, come il sesso e le malattie terminali. Quando la si vive in prima persona, il mondo ci crolla addosso lasciandoci disorientati e confusi, anche perché molto spesso non sappiamo a chi chiedere aiuto e, quindi, tutto sembra ancora più difficile. Negli ultimi secoli la morte è stata snaturalizzata, le è stato tolto il valore sacro e la dignità che una volta le erano proprii di diritto. I vecchi morivano a casa, circondati da coloro che amavano e i bambini toccavano con mano il ciclo vita-morte, riuscendo talvolta anche a sdrammatizzare l’attimo. Oggi i vecchi vivono gli ultimi attimi lontani da casa, in freddi ed asettici ambienti. E stessa sorte tocca anche ai più giovani, se una malattia improvvisa o impietosa se li porta via. Se poi la dipartita avviene a seguito di un incidente, tutto è orribilmente improvviso, terribilmente scioccante e incredibilmente lacerante. Cosa fare quindi per lenire il dolore? Dove trovare aiuto per sopravvivere allo strazio? Ecco alcune idee, alcuni consigli, nella speranza che possano aiutare ad elaborare il lutto e a riprendere a vivere. Ottimo usare da subito il Rescue Remedy dei Fiori di Bach o l’Emergency dei fiori australiani Bush Flowers. Anche l’olio essenziale di Melissa o di Lavanda o ancora di Neroli (fiori di arancio) sono di grande sostegno, soprattutto se i rimedi sopra non sortiscono alcun effetto. La Lavanda è ottima anche per uso interno ma solo come quintessenza, nella misura di 3-5 gocce per 3 volte al giorno sulla lingua, bevendo subito dopo dell’acqua. Un rimedio dell’anima può aiutare a sopportare meglio la sofferenza ma la cosa più importante è certamente esprimere il dolore, perché trattenerlo signi26

fica congelarlo nel cuore e non è mai cosa saggia da farsi. Al giorno d’oggi è luogo comune credere che piangere sia segno di debolezza, quando in realtà è indice di coraggio: qualunque persona, con un po’ di sforzo, è capace di trattenere le lacrime. Solo pochi invece si concedono la libertà di esprimere il dolore, di permettere al loro cuore di vivere le emozioni, magari davanti ad altre persone o in un luogo pubblico. Il cuore non è solo la sede dell’amore, ma anche del dolore che deriva dall’amore perduto o spezzato. Se questo dolore non viene liberato, rimane nel cuore e toglie spazio all’amore, rendendoci più aridi. Non era forse Gesù che diceva “Lasciate che i bambini vengano a me”? E che cosa hanno di diverso i bambini da noi adulti? Sono spontanei e, così facendo, liberano il cuore dai sentimenti dolorosi, cosa che permette loro di rimanere puri. Questo ovviamente non significa che bisogna disperarsi da mane a sera per il resto della propria vita, ma solo permettersi di esprimere il dolore, fin quanto lo si sente necessario. Solitamente il periodo di elaborazione del lutto ha bisogno di almeno nove mesi per essere completato, arrivando talvolta anche a due anni, ma dipende ovviamente da situazione a situazione.

La Metamedicina e la Nuova Medicina Germanica del dott. Hamer insegnano che le emozioni trattenute non scompaiono ma si depositano finché il corpo non inizia a segnalarle con malattie, malesseri o comunque sensazioni non gradevoli. Forse, proprio per questo ci capita spesso di sentire che persone tranquille, accomodanti e prive di emozioni “negative”, siano improvvisamente mancate. E la frase che poi ne segue è immancabilmente “Sono sempre i migliori che se ne vanno per primi”. Dopo quanto detto sulla Metamedicina e sulla NMG, comprenderemo che non sono i migliori che se ne vanno per primi ma le persone che non esprimono le proprie emozioni, le paure e quanto c’è di più doloroso nel loro intimo. Quindi forse è molto meglio essere sé stessi, essere “peggiori”… e morire dopo, con calma. “Ho fatto un patto sai, con le mie emozioni, le lascio vivere e loro non mi fanno fuori”. Vasco Rossi Ritornando al dolore per la perdita delle persone che amiamo, il discorso di complica ulteriormente se: - Nel periodo precedente alla sua morte, abbiamo desiderato che morisse.


- Nei giorni precedenti la morte abbiamo avuto una lite, un diverbio. Analogo discorso nel caso in cui con la persona in questione abbiamo chiuso i rapporti da anni o più, a seguito di un litigio o un malinteso. - Abbiamo un senso di colpa per non aver fatto qualcosa che la persona ci aveva chiesto: magari voleva fumare una sigaretta, bere un po’ di vino, chiamare o vedere qualcuno e noi, con la convinzione di far bene, o a seguito di ordini medici, glielo abbiamo negato (o non abbiamo fatto nulla per permettergli di farlo). - Con questa persona (solitamente mamma o papà) non abbiamo mai avuto un contatto fisico affettuoso, come un abbraccio o una carezza. - Con questa persona c’è stato un episodio della nostra vita (solitamente doloroso) che non è stato spiegato, di cui non si è più discusso, o un’ombra sul passato, un mistero, che crea profondo disagio. - Crediamo di non aver fatto tutto il possibile per salvarla. - Non le abbiamo mai detto quanto le vogliamo bene, di quanto sia stata importante per noi, oppure è stata la persona che è mancata a non avercelo mai detto.

senziale è che la persona sia libera di esprimere tutto il suo pianto, le emozioni e che possa eventualmente chiedere scusa e sentirsi perdonata. - Si possono prendere in considerazioni anche i “rimedi dell’anima”, quali Fiori di Bach, gli olii essenziali o le quintessenze, meglio se in affiancamento con un altro metodo (come quelli sopra citati). E’ molto importante sciogliere il sentimento di colpa, perché non si può vivere liberi e felici con questo macigno nel cuore. Non sono poche le volte in cui esso (radicato da anni o da decenni) ha portato ad un’esistenza vissuta a metà, in quanto la persona pensava di non meritare nulla (o quasi) dalla vita perché “Se ho desiderato che la zia morisse (ed è successo), come posso avere diritto io di vivere?” oppure “Mamma voleva tanto un bicchiere di vino, ed io fino all’ultimo gliel’ho negato... come posso vivere felice se non sono stata in grado di renderle felice gli ultimi attimi?”. E purtroppo ci si dimentica che, nel nostro atto, c’erano tutte le più amorevoli intenzioni di aiu-

tare quella persona... oppure il desiderio di non vederla più era solo un’espressione di una sofferenza nel rapporto con lei, un guizzo di rabbia, nulla più. Tra desiderare (in un impeto di rabbia) che una persona muoia e prendere un coltello ed ucciderla, c’è una differenza abissale. Un posto importante inoltre, spetta alla rabbia. Molto spesso, o quasi sempre, sotto al dolore c’è la rabbia: per essere stati lasciati, per essere stati abbandonati o traditi. E’ molto importante elaborare prima il dolore, permettendogli di uscire, per poi prendere coscienza della rabbia e trasformarla in perdono. In realtà non è l’adulto ad essere arrabbiato, ma il “bambino interiore”, la nostra parte più pura e più ferita. Proprio per questo la rabbia andrebbe riconosciuta, accettata e poi trasformata con uno dei metodi sopra descritti. Altrimenti la rabbia non espressa può trasformarsi con il tempo in depressione, rancore, odio ed altro. I sogni si dimostrano di enorme conforto in questo periodo: spesso infatti si sogna la persona che è mancata che ci parla,

Quindi, se sentiamo di avere qualcosa in sospeso con qualcuno che ci è venuto a mancare, possiamo provare a scioglierlo in uno dei seguenti modi: - Il più semplice è quello di prendere carta e penna e scrivere una lettera alla persona in questione. Scegliete un momento in cui siete soli in casa e scrivetegli/le quello che avete nel cuore, che sia dolore o anche rabbia. Questo metodo può essere usato anche per chiedere scusa. Ovviamente eventuali lacrime sono liberatorie… - Lo stesso metodo diventa molto più efficace se attuato con la Metamedicina o con le Costellazioni Familiari (non in gruppo, ma in seduta singola con il costellatore): in questo modo è possibile parlare con un interlocutore che guida verso la una risoluzione più efficace. Anche la terapia dell’abbraccio (TA) o il metodo The Journey possono essere di grande aiuto. - Esistono certamente anche altre tecniche che possono aiutare ma l’es27


LA VIA INTERIORE

ci dà un ultimo abbraccio o ci dice che ci vuole bene. I sogni, per molti, sono considerati alla stregua di fantasie e nulla più. Invece possono essere anche un’occasione meravigliosa per entrare in contatto con le persone che amiamo e non sono più di questo mondo. Ma come essere certi che non sia solo un banale sogno, uno come tanti? A parte il fatto che non esistono sogni “banali”, se sappiamo che la persona non è più viva, allora l’incontro è avvenuto realmente, in altri piani e livelli. Se invece nel sogno non sappiamo se la persona non è più viva, è un sogno di un altro tipo, non un incontro. Infine, un ultimo punto, ma assolutamente non per importanza: la preghiera. Spesso in questo mondo caotico, frettoloso, materiale e frivolo, ci si dimentica dell’enorme potere consolatorio della preghiera, di come possa aprire un canale fra noi e il divino e di come il suo amore possa giungere a noi per aiutarci in un momento difficile come questo. Apriamo il nostro cuore, lasciamo fluire i nostri sentimenti e confidiamoci con Dio, con i nostri Maestri, i nostri Angeli o con quello in cui crediamo. Le preghiere non rimarranno inascoltate: “Chiedete e vi sarà dato”. Infine, alcuni aiuti per fronteggiare questo momento della vita, augurando che 28

possa portare ad una nuova comprensione nell’esistenza, assieme a pace e serenità. Legenda: B = fiore di Bach, C = fiori californiani, OE = olio essenziale, Q = quintessenza. DOLORE: Agrimony (B; tormento interiore nascosto ma sempre assieme a Star of Bethlehem dei fiori di Bach), Honeysucke (B; nostalgia e rimpianto), Bleending Heart (C; per la perdita di chi sia ama), Golden Ear Drops (C; per liberare le lacrime trattenute), Sage Brush (C; dolore di perdita), Yerba Santa (C; tristezza interiore causata da trauma). SENSO DI COLPA: Pine (B), Pino (OE, Q), Wild Rose (B; rassegnazione). SHOCK: Rescue remedy (sinergia Bach), Emergency (Sinergia Australiana), Star of Bethlehem (B), Cipresso (OE, Q; per ricompattarsi dopo uno shock, per ricentrarsi), Melissa (OE; per l’angoscia), Lavanda (OE, Q; per l’angoscia, il panico e le emozioni forti). DISPERAZIONE: Rescue remedy (B), Gorse (B; disperazione), Sweet Chestnut (B; angoscia, toccare il fondo, sofferenza acuta ed intollerabile), Borage (C; pesantezza di cuore per chi ha subito troppa sofferenza), Love-Lies-Bleeding (C; profondo dolore e angoscia, ci si sente isolati e soli).

RABBIA: Rescue Remedy (B), Holly (B; rabbia espressa, odio), Willow (B; rabbia repressa, rancore), Lavanda (OQ, Q; rabbia, agitazione, ansia). POSOLOGIA: Per gli olii essenziali: mettete una goccia nel palmo delle mani, strofinate ed annusate a lungo. Per le quintessenze: 2-5 gocce sulla lingua o in un po’ di zucchero: deglutire con l’aiuto di un po’ di acqua. Per i Fiori di Bach e i Fiori Californiani: 4 gocce per 4 volte al giorno sotto la lingua a digiuno Per i Fiori Australiani: 7 gocce al mattino e 7 alla sera. WORKSHOP GRATUITO L’ELABORAZIONE DEL LUTTO CON LE CHIAVI DELLA METAMEDICINA Venerdì 13 febbraio 2015 dalle ore 19.00. Presso l’Associazione Naturalmente In Via Cumano 4 a Trieste. A cura di Susanna Berginc e Paolo Segulin. E’ gradita la prenotazione: Susanna.metamedicina@gmail.com oppure al 347.9842.995


L’ARREDO ECOLOGICO

Con l’esperienza acquisita negli anni produciamo su progettazione e su misura L’ARREDAMENTO NATURALE. Il nostro obiettivo è di creare ambienti alimentando il fluire dell’energia positiva, ottimizziamo gli spazi e soprattutto ascoltiamo le esigenze delle persone che abiteranno i locali da noi arredati. Adoperiamo solo legno massiccio, certificato, le lavorazioni e gli assemblaggi vengono fatte ad incastro, senza uso di colla, i trattamenti sono fatti solo con olio e cere naturali, i colori sono ottenuti con ossidi sciolti nell’olio, otteniamo superfici satinate e piacevoli al tatto. Evitiamo tutte le finiture con spigoli, otteniamo così forme morbide e arrotondate. Dedichiamo una particolare attenzione ai bambini e ragazzi... curando in modo particolare le loro camerette. Adoperando solo LEGNO, OLIO E CERA si evitano tante forme di allergia... non si creano cumuli di cariche elettrostatiche, gli ambienti sono sani, piacevoli, armoniosi... il legno ha la caratteristica di essere termoregolatore: assorbe l’umidità in eccesso per ridarla quando l’ambiente ne ha bisogno. Progettazione per noi vuol dire anche: curare i particolari come: il colore delle pareti, la posizione del letto, l’illuminazione data dalle lampade ionizzanti con la loro luce vivificante... Cerchiamo di seguire il nostro cliente con la massima premura e con la nostra professionalità... Via Roma 129 - 31043 Fontanelle (Tv) - Tel./fax 0422.509013 - bioliving@libero.it - www.bioliving.it


LA VIA DELLA SCIENZA

Psichiatria, abuso e violenza: una storia infinita di Alberto Brugnettini (Fisico, CCDU onlus) www.ccdu.org

O

gni tanto qualche visitatore della mostra “Psichiatria - Un viaggio senza ritorno”, messo di fronte all’infinito elenco di errori ed orrori che costellano il percorso di questa disciplina, non crede ai propri occhi. “E’ roba passata” ci dice, “i manicomi non esistono più, non si fa più l’elettroshock, la lobotomia, ecc.” Purtroppo le cose non stanno così, né s’intravedono cambiamenti all’orizzonte, perché violenza e abuso sono la conseguenza diretta e inevitabile del presupposto filosofico alla base della psichiatria. Scorriamo le pagine di cronaca. Nel solo mese di novembre 2014, solo in Italia, troviamo un ragazzo autistico legato al letto di contenzione dalla sua psichiatra per 14 ore al giorno per 5 mesi (fonte: corriere.it - Bergamo), un paziente psichiatrico morto suicida all’ospedale di Monza (fonte: ilgiorno.it) e uno psichiatra condannato a 8 anni per violenza sessuale su pazienti (fonte: ilgiorno.it - Lodi). Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Secondo il sito www.psych-crimes.org, “gli psichiatri rappresentano solo il 6%

di tutti i dottori, ma sono colpevoli di un terzo degli abusi sessuali compiuti da medici a danno dei loro pazienti. La percentuale di abusi sessuali da parte di psichiatri, inoltre, è trentasette volte più alta della media. Gli stessi psichiatri riferiscono che il 65% dei loro pazienti dice loro di essere stata abusata dallo psichiatra precedente.” La “Ohio Alliance to End Sexual Violence” (OAESV) riferisce sul proprio sito che gli episodi di violenza sessuale da parte di medici sono più che triplicati dal 1989 al 1996. In cima alla classifica ci sono neuropsichiatri infantili, psichiatri e ginecologi. L’ufficio TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) del Comune di Milano registra circa 1000 TSO all’anno. Se a questi aggiungiamo i trattamenti cosiddetti ‘volontari’ ma, in realtà, fatti sotto minaccia di TSO e quelli magari non denunciati al

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Comune, facilmente raddoppiamo la cifra. Se poi la proiettiamo a livello nazionale otteniamo che circa 50mila persone ogni anno vengono legate come salami, immobilizzate al letto di contenzione e sedate con dosi da cavallo contro la loro volontà. La storia della psichiatria è costellata di violenza e tortura, spacciate come terapia senza alcuna prova scientifica di supporto. Castrazioni e shock elettrici ai genitali per curare masturbazione e omosessualità, bagni ghiacciati, isterectomie (per curare l’isteria), shock insulinici, lobotomia, macchine di tortura, ecc. Recentemente, per dare all’elettroshock una parvenza di medicina, è stato ribattezzato TEC (Terapia Elettroconvulsivante). Rispetto al vecchio elettroshock, la TEC viene praticata sotto anestesia e previa assunzione di un farmaco mio-


rilassante per evitare dolore e rottura di ossa e denti, ma la sostanza non cambia: 400 joule di energia sparati nel cervello del malcapitato equivalgono a qualche pugno di Mike Tyson (e infatti producono lo stesso effetto intontimento, tipico del pugile suonato, con perdita di memoria). Così, come per magia, uno strumento di tortura e di punizione viene riciclato come dispositivo terapeutico (ricordate il film “Qualcuno volò sul nido del cuculo”?). Gli stessi paladini della scossa elettrica non sanno spiegarne il funzionamento ma questo non ha impedito all’élite psichiatrica d’insorgere per evitarne la sua messa al bando. TEC e psicochirurgia sono tuttora inclusi tra le prestazioni medico-chirurgiche, dove si noti bene, col termine “psicochirurgia” s’intendono quegli interventi di chirurgia cranica, come la lobotomia, attuata non a fine neurologico, bensì per intervenire sulla psiche del soggetto. Fonte: http:// it.scribd.com In maniera singolare, la storia della psichiatria coincide con la storia dei suoi fallimenti. Quando l’evidenza dei fatti è così abbondante da non poter più essere negata, la cura in voga viene abbandonata e ne nasce una nuova, dall’apparenza

più umana, che tuttavia ne mantiene le caratteristiche essenziali: natura violenta e nessuna prova scientifica. E’ il caso dei farmaci neurolettici (o antipsicotici), detti anche “camicia di forza chimica”, quelli più potenti dell’intero arsenale psicofarmaceutico. Normalmente non dovrebbero essere assunti per più di tre settimane ma, stando alle segnalazioni che riceviamo, questo limite viene bellamente superato, anche di molto. “Certamente calmano, con dosaggi opportuni, qualsiasi individuo” sostiene il Dr Roberto Cestari ma, continua: “vari osservatori hanno fatto notare come le cure prolungate con questi farmaci producono effetti irreversibili che fanno assomigliare questi pazienti a quelli che hanno subito decine di elettroshock o la lobotomia. In effetti con gli antipsicotici opportunamente usati è possibile ottenere una lobotomia chimica: i danni cerebrali, a lungo andare, diventano irreversibili. Quando osserviamo qualcuno ritenuto matto e notiamo quell’espressione vuota e inebetita, la lingua in fuori, i peli e i chili di troppo e la mancanza di qualche dente, non stiamo osservando i segni della ‘malattia’: stiamo solo vedendo quello che fanno questi farmaci su un essere umano. Avrebbero su di noi il me-

desimo effetto”. Queste violenze e questi abusi, come detto, non sono incidenti di percorso: sono il percorso stesso. Lo psichiatra emette diagnosi in base a pensieri o comportamenti dei suoi pazienti. Pensieri e comportamenti, però, sono manifestazioni del carattere umano e, a differenza di quanto accade nelle altre branche della medicina, non sono soggetti a valutazioni oggettive. Il potere di fare a un paziente qualcosa contro la sua volontà deriva dall’idea che lo psichiatra abbia un metro di giudizio oggettivo per stabilire quando la persona sia bisognosa di cure urgenti ma troppo insana per rendersene conto. Questo metro oggettivo, invece, non esiste. Il ripristino dei diritti umani nel campo della salute mentale passa attraverso una riforma generale che ammetta la non scientificità (e conseguente soggettività e opinabilità) delle diagnosi psichiatriche e riclassifichi conseguentemente la psichiatria: non più branca di un sapere medico scientifico ma disciplina afferente le conoscenze umanistiche (come psicologia, meditazione, ricerca interiore, ecc). In questo modo le persone desiderose di cure psichiatriche sarebbero libere di ricorrervi, ma nessuno potrebbe più subirle contro la propria volontà.


LA VIA DELLA SCIENZA

Leggere il tempo nell’iride di Elisabetta Conti (iridologa) www.adacqua.com

N

on è facile per la nostra tradizione occidentale comprendere come sia possibile leggere il tempo nel suo indissolubile legame con lo spazio. In tutto il misticismo orientale sembra invece essere presente una profonda intuizione del carattere “spazio-temporale” della realtà. Viene ribadito con insistenza che spazio e tempo sono uniti in maniera inseparabile, un fatto peculiare anche della moderna fisica relativistica. Questa nozione intuitiva di spazio e tempo ha trovato, forse, la sua esposizione più chiara e la sua elaborazione di più vasta nel Buddhismo (in particolare nella scuola Avatamsaka): “Il Buddha insegnava, o monaci, che... il passato, il futuro, lo spazio fisico e le singole cose non fossero che nomi, forme di pensiero, parole di uso comune, realtà puramente superficiali. Ci guardiamo intorno e sentiamo che ogni oggetto è connesso con ogni altro oggetto... non solo spazialmente, ma temporalmente. Come realtà di pura esperienza, non c’è spazio senza tempo, non c’è tempo senza spazio; essi si compenetrano”. (da “Il Buddha e il suo messaggio“ del ven. Bikkhu Bodhi). Nell’antica Cina il termine Universo (Yuzhou) è composto dei due caratteri “spazio-tempo”: il “prima e dopo” (tempo) sottintendono “vicino e lontano” (spazio) e questo è il risultato dell’azione costante e alterna di yin e yang . Interessanti le osservazioni di Fritjof Capra ne “Il Tao della fisica” qui di seguito sintetizzate in minima parte. Le filosofie orientali sono filosofie dello “spazio-tempo”, quindi la loro intuizione spesso si avvicina moltissimo alle concezioni della natura suggerite dalle nostre moderne teorie relativistiche: tali modelli sono una straordinaria esemplificazione dei due elementi base della concezione orientale del mondo: l’unicità fondamentale del32

l’universo e il suo carattere intrinsecamente dinamico. Anche il pensiero classico occidentale, alle origini, ha rappresentato il tempo secondo l’immagine di una ruota o di un cerchio che ritorna su se stesso da sempre e per sempre sotto l’azione del movimento degli astri che ne regolano il corso. Di qui il tempo ciclico , o cosmico, determinato e misurato dalla rivoluzione delle sfere celesti e, per il suo svolgersi ordinato e puntuale secondo la figura del cerchio, immagine mobile dell’eternità immobile e sua imitazione. (Platone, “Timeo”) Tuttavia la filosofia della natura dei Greci, nel suo evolversi, ha preso una via essenzialmente statica, “non-relativistica” e la sua profonda influenza sul pensiero occidentale può essere certamente uno dei motivi per cui abbiamo difficoltà concettuali tanto grandi di fronte ai modelli relativistici della fisica moderna. In particolare, la fisica classica occidentale era basata sull’idea sia di uno spazio assoluto, tridimensionale, indipendente dagli oggetti materiali in esso contenuti, sia di un tempo inteso come dimensione separata, anch’esso assoluto, che scorre uniformemente e indipendentemente dal mondo materiale. In Occidente, questi concetti di spazio e tempo erano così profondamente radicati nella mente di filosofi e scienziati che furono assunti come proprietà vere e indiscusse della natura. “La fisica moderna ha confermato nel modo più drammatico una delle idee fondamentali del misticismo orientale: tutti i concetti che usiamo per descrivere la natura sono limitati; non sono aspetti della realtà, come tendiamo a credere, ma creazioni della mente; sono parti della mappa, non del territorio”. Le unità crono-spaziali nell’iride “Lo spazio viene protetto dal tempo, lo spazio nutre e sorregge il tempo.” (Lo Rito “Lo spazio dell’uomo”)

Poiché la pupilla oltre che centro è essa stessa un cerchio, possiamo dire che l’iride, se ne consideriamo le caratteristiche geometriche in una prospettiva bidimensionale, è contraddistinta da 3 cerchi concentrici: appare come una corona tra due circonferenze concentriche, che hanno cioè lo stesso centro (la pupilla). Nel 1989 la scuola di Lo Rito ha aperto il campo di ricerca iridologica verso il tempo; ne è nato il Cronorischio. Dopo qualche anno di ricerca si è aperto quello dello Spaziorischio. Abbiamo visto nei n. 43 e 44 di Bioguida che la lettura della disposizione e dei rapporti con lo spazio del corpo umano avviene a livello dell’Orlo Pupillare Interno (primo cerchio), mentre il tempo viene collocato - vedi Bioguida 46- nel secondo cerchio (B.C. o Bordo della Corona). Il trauma: distacco dal progetto iniziale (secondo le teorie di V. Di Spazio e G.M. Ferrero) Le imperfezioni della doppia corona dell’iride, di volta in volta diverse, ci comunicano importanti informazioni sull’intero corpo, sulla psiche e sullo stato energetico della persona in esame. “I segni dell’iride vanno considerati come unità crono-spaziali, con una coordinata temporale (l’età in cui si manifesta un evento traumatico con conseguente conflitto emozionale, attraverso la memoria inconscia, neurosensoriale e somatica) e una coordinata spaziale (area corporea, sede della somatizzazione)”. Ogni uomo inizia la sua vita con un fine ed è codificato secondo un progetto; al termine dell’intera vita tutti noi possiamo ricordare ciò che abbiamo raggiunto e ciò che la vita ci ha dato. Il tempo e lo spazio intervengono nella formazione dell’embrione della nuova creatura, insieme con altre forze, come quelle ereditate attraverso i genitori, quelle cosmiche, quelle del popolo di


appartenenza, l’uomo è inserito in una condizione spazio-temporale. Il trauma è l’evento doloroso che ci permette di ponderare la nostra storia biografica e ci può portare a ricongiungerci col “progetto iniziale” o a distaccarcene ulteriormente, rendendo più gravosa la nostra permanenza nel “tempo profano”: una coscienza sbagliata può causare emozioni non equilibrate; l’emozione dolorosa creerà un agire non corretto, mentre “seguire” il progetto per cui siamo nati ci aiuta a conservare vitalità e armonia. Aree corporee a rischio (dott. Lo Rito) E’ possibile determinare il periodo esatto nel quale si verificherà un rischio patologico con l’analisi dell’iride ? “Il nostro organismo possiede delle zone a rischio che gli appartengono già alla nascita, delle debolezze fisiche o funzionali che possono interagire con un evento esterno. L’iride ci informa quali zone a rischio si potranno manifestare qualora un evento stressante esteriore - stressor è così intensamente vissuto da attivare patologicamente il nostro fisico provocandone la malattia ( pur come uno dei molteplici meccanismi di attivazione patologica dell’organismo). Con il termine cronorischio Lo Rito vuole indicare un periodo determinato della vita di un individuo, in cui un evento fisico o psichico determini un’alterazione/squilibrio della funzione biologica, tale da far prevedere l’insorgere di una malattia”. Queste alterazioni sono evidenti a livello del cerchio del Bordo della Corona (BC, la siepe o secondo cerchio).

Pur non potendo dire cosa è accaduto, si è in grado di valutare quando un vissuto può aver segnato la vita di una persona. Nell’area all’interno del Bordo Corona si proietta la psiche innata, la nostra interiorità, mentre nell’area all’esterno del Bordo Corona (area ciliare, degli organi) si riflette la psiche acquisita (educazione, istruzioni, abitudini, regole, rapporti sociali, ecc.). L’interazione tra i due mondi interiore ed esteriore, self e non-self, crea il vissuto e il BC ne segna il punto di incontro. • Il cronorischio endogeno (segni nella parte interna della siepe) è quello che si lega agli eventi biologici, esempio: debolezze costituzionali, alterazione di sistemi, stress, mal funzionamento di organi. • Il cronorischio esogeno (segni nella parte esterna della siepe) si lega ad eventi sociali ed ambientali, esempio: perdite affettive, traumi da incidenti, eventi traumatici naturali. Sono da osservare attentamente le introflessioni, le lacune (fori a forma di foglia), le rotture della Siepe, le discromie (variazioni di colore), i raggi (solchi) maggiori, minori, i ponti, le cripte (fori a forma di rombo), si veda anche BioGuida n.38. Possono comparire singoli o in associazione, sia sull’iride destra che sinistra, raramente su entrambi. Le posizioni dei segni sono utili per risalire all’età corrispondente al trauma. Nel caso in cui il segno nell’iride corrisponda a un età in cui è stato vissuto realmente un evento traumatico, uno shock, un’emozione dolorosa, allora l’età assume il valore di una finestra aperta sul non-tempo/non-spazio.

La lettura a spirale La lettura è a spirale. Il primo giro copre il periodo della gestazione in cui a 0° troviamo il concepimento/fecondazione e a 360° la nascita; un giro completo corrisponde a 9 mesi. Il secondo giro è da 0 (nascita) a 60 anni, arrivando a 15 anni a 270°, 30 anni a 180°, 45 anni a 90°, fino a tornare a 360° con 60 anni; il terzo giro da 60 a 120 anni. Possiamo dunque percorrere la nostra esistenza in direzione antioraria (ogni quadrante corrisponde a 15 anni di vita). Se un un segno si presenta ad intervalli più o meno ritmici sulla superficie dell’iride, vale a dire se il cronorischio presenta delle traslazioni ad altre età, è possibile che la stessa problematica o “trauma” in quelle date si verifichi su una scena diversa, con un altro fondale e altri attori, con intensità variata e, spesso, più accentuata.

L’intervento più efficace sarebbe quello di riuscire a risalire, per il tramite di varie tecniche, al tempo del primo cronorischio raggiungibile, quando i sintomi sono più lievi. In questo modo si può prevenire l’insorgenza rapida e più intensa che potrebbe avere luogo in quello successivo. Quanto i cronorischi possano incidere nella vita di un individuo si può definire solo attraverso l’energia caratteriale e fisica posseduta dall’organismo in quel momento e in quel tempo. 33


GLI INCONTRI

I.P.

La salute nel sale Il cloruro di sodio Le proprietà del cloruro di sodio, nonostante una composizione chimica abbastanza semplice, lo rendono un naturale sistema non invasivo di grande utilità e dai molteplici e straordinari benefici. Numerosi studi clinici hanno evidenziato che il suo meccanismo d’azione esprime numerose proprietà: risulta essere un ottimo mucolitico, antibatteriologico, antinfiammatorio, immunomodulatore e iposensibilizzante, così come gli ambienti ricchi di ioni negativi in genere hanno una forte proprietà rigenerante e rivitalizzante per tutto l’organismo. Diversi studi medici riscontrano che il cloruro di sodio attiva i sistemi di difesa normalmente presenti nel nostro organismo, quali il sistema mucociliare delle prime vie aeree, favorendo in tal modo l’espulsione di muco e delle particelle dannose in esso contenute; ha inoltre un ottimo meccanismo battericida verso gli stafilococchi, batteri interessati nelle comuni patologie cutanee, esercitando un’azione osmotica. Il cloruro di sodio infatti è in grado di far funzionare al meglio quell’insieme di piccole ciglia di cui sono dotate le cellule che tappezzano le vie respiratorie le quali, con movimenti molto frequenti, regolari e coordinati, trasportano il sottile strato di muco che le ricopre verso il cavo orale: si ottiene così una continua detersione dell’intero albero respiratorio, poiché nel muco restano intrappolati virus e inquinanti atmosferici. E’ inoltre risaputo che gli ioni di sale agiscono principalmente sulla respirazione, migliorando lo stato delle mucose, dei bronchi e delle vie respiratorie, per un incremento globale dello stato di benessere psico-fisico, aiutando il corpo a ritrovare il suo naturale equilibrio. Con i trattamenti di Halobenessere (dal greco ‘halos’= sale) si attiva un meccanismo naturale con rischi ed effetti collaterali praticamente nulli, ma tantissimi e svariati vantaggi e benefici. Questi, un tempo possibili solo recandosi nelle grotte o nelle miniere di sale, sono oggi alla portata di tutti, grazie a particolari 34

ambienti artificiali costruiti in maniera tale da riprodurne le caratterisitiche ambientali, soprattutto per l’uso di salgemma, prezioso e antico sale ricco delle proprietà e benefici sopra descritti. Naturalmente, non essendo trattamenti di tipo medico-stanitario, è in ogni caso preferibile consultare il proprio medico in caso di patologie particolari. Alcuni vantaggi in sintesi Numerosi studi medici affermano che i benefici del cloruro di sodio si estendono su diverse manifestazioni allergiche e dermatologiche favorendo in particolare il riequilibrio del corpo, la rigenerazione dell’intero organismo e la sua disintossicazione, l’attività drenante ed il miglioramento della circolazione, un’azione antisettica per la pelle, un miglioramento su alcuni problemi dermatologici. Importante soprattutto è l’azione svolta a livello respiratorio, nello specifico quella in grado di sostenere un miglioramento della respirazione, un rafforzamento delle difese immunitarie con una minore tendenza a raffreddori ed influenze, un miglioramento sulle manifestazioni asmatiche, l’aumento della capacità respiratoria, sollievo da allergie e febbre da fieno, sollievo da gola irritata, tosse bronchiale, nausea. Infine, grandi benefici si possono riscontrare a livello di sollievo da emicranie per l’azione rilassante esercitata dal sale, diminuzione dell’irritabilità, depressione e tensioni, un miglioramen-

to della qualità del sonno e delle nevrosi in genere, l’aumento dell’attenzione, l’aumento della produttività lavorativa, un miglioramento della concentrazione e un’azione antistress generale. I trattamenti Le sedute di Halobenessere in ambienti come le Terne di Sale sono adatte a chi sta bene e vi entra per innalzare le difese immunitarie o per contrastare lo stress e gli stati di affaticamento emotivo ma, soprattutto, sono indicate come prevenzione e come trattamento coadiuvante nelle manifestazioni a carico dell’apparato respiratorio, dermatologiche ed allergiche. Inoltre, grazie alle sue proprietà igroscopiche, di assorbimento dell’umidità, il sale favorisce l’effetto sgonfiante e decongestionante e contribuisce ad alleviare la fatica, aumentando la circolazione. Ciascuna seduta dura circa 45 minuti e sono consigliati cicli che variano da 6 a 12 sedute. Si entra nella stanza vestiti, ci si accomoda sulla sdraio mentre gli effetti cromatici aiutano il rilassamento. Nel locale attrezzato, pareti e pavimento sono ricoperti di sale che simula l’habitat di una grotta o cava salina. Attraverso l’halogeneratore, un’apparecchiautra elettromeccanica, si crea nell’habitat un movimento aereo di sale puro ionizzato, in grado di caricare l’ambiente di ioni negativi, i quali interagiscono positivamente sul nostro benessere psicofisico complessivo.



LA VIA INTERIORE

Il suono delle campane tibetane nella pratica meditativa di Mirko Sollima (suonoterapeuta) www.laviadelsuono.it

I

n tutte le antiche culture, il suono, la musica e il canto sono sempre stati considerati mezzi potentissimi in grado di alterare lo stato psicofisico dell’ascoltatore e del musicista. Gli stessi strumenti utilizzati erano considerati degli oggetti sacri, venivano realizzati con una speciale attenzione ed erano attribuite loro straordinarie qualità. Alcuni particolari strumenti musicali, definiti armonici in virtù della contemporanea presenza dei suoni armonici prodotti insieme al tono fondamentale, furono utilizzati e creati per avvicinare l’essere umano alla divinità. Possiamo ascrivere in questa categoria le campane tibetane, i gong (realizzati con forme e timbriche differenti in base al luogo di provenienza), il didgeridoo (il famoso strumento australiano), lo shruti box indiano e molti altri. Le campane tibetane, in particolare, sono degli eccezionali strumenti musicali diffusi in buona parte del continente asiatico da almeno 5000 anni. Questi strumenti, legati alla tradizione del Bön tibetano ed integrati successivamente nel Buddhismo moderno, sono composti da una lega di sette o più metalli corrispondenti ai pianeti del sistema solare. La loro forma è profondamente simbolica: la ciotola rappresenta la ricettività,

l’accoglienza, il principio femminile mentre il battente, dalla forma allungata, rappresenta il principio maschile. Le campane tibetane sono dei simboli (la parola simbolo deriva dal greco súmbolon e significa “mettere insieme”), in grado di avvicinare l’essere umano ai principi universali che esse manifestano. Anticamente il loro uso era collegato alla capacità di alterare lo stato di coscienza di chi le utilizzava ed era strettamente collegato ai riti sciamanici di guarigione della tradizione pre-buddhista. Nella moderna tradizione esse vengono utilizzate per scandire l’inizio e la fine della meditazione o, talvolta, per accompagnare un particolare Sutra o un inno. Sono gli strumenti ideali da utilizzare in una seduta di meditazione perché è possibile suonarli da soli senza difficoltà e senza comportare un impegno fisico che possa interferire con la pratica. Ma facciamo chiarezza per capire il modo in cui è possibile trovare delle modalità di impiego per utilizzare nel miglior modo possibile le campane tibetane nella pratica meditativa La meditazione è una tecnica volta a trasformare la mente. Esistono svariate forme di meditazione provenienti da diverse parti del mondo e molte utilizzano l’elemento sonoro. In questa sede

ne approfondiremo alcune collegate alla tradizione buddhista. Elemento fondante dell’approccio buddhsta è la comprensione della natura della mente. Normalmente la nostra attenzione è continuamente attratta dalla esperienze sensoriali e dai contenuti mentali ed emotivi che da esse si originano. Fin qui non c’è niente di male. Il problema sorge nel momento in cui i pensieri occupano tutto lo spazio mentale, ovvero tutta la nostra attenzione, lasciandone solo un briciolo residuo ad occuparsi del mondo circostante. Il risultato di quest’atteggiamento abituale è che trascorriamo così il 99% della nostra vita inseguendo i pensieri ed agendo con pochissima attenzione e, solo raramente, di solito in circostanze eccezionali, entriamo in contatto con la Realtà. Proprio questo è il punto in cui s’inserisce la meditazione, come strumento volto a far germogliare una nuova abitudine, quella di riportare la nostra attenzione dai pensieri alla realtà ed al nostro vero sé. A tal fine le scuole buddhiste hanno formulato una serie di tecniche graduali e concatenate fra loro, sostenute da precetti e da una serie di atteggiamenti mentali che esulano dalla nostra trattazione. Riguardo le tecniche, esse servono come punto d’appoggio per la nostra


mente, un vero ponte percorribile che faciliti il passaggio dall’abituale confusione mentale al raggiungimento di una quiete stabile ed attenta. Per un principiante è impossibile se non controproducente avvicinarsi alla meditazione con l’intento di far tacere il dialogo interno. Esso non può tacere a comando, quindi è meglio non perdere tempo. L’obbiettivo iniziale non è reprimere la corrente di parole ma riportare l’attenzione dai pensieri verso l’oggetto di contemplazione (anche mille e mille volte se è necessario). Bisogna mettere in atto questo piccolo stratagemma senza lamentarsi o rimproverarsi ogni volta che ci si riconosce a pensare. Gli oggetti di contemplazione possono essere un’attività del nostro corpo o della mente (come respirare, sentire o pensare), oppure possono essere rappresentati da elementi del mondo, come i suoni, le forme, ecc. sui quali cerchiamo di riportare la nostra consapevolezza. Essi sorreggono l’attenzione come una barca, impedendo che affondi di nuovo nel ritmo del pensare compulsivo.

Nelle pratiche buddhiste l’oggetto di contemplazione iniziale è il respiro ma molti praticanti trovano più semplice iniziare con i suoni. Il suono è un elemento che si presta molto come oggetto di meditazione. Sia che si viva in una metropoli o in un paesino di campagna, siamo costantemente immersi in un ricchissimo paesaggio sonoro: canto d’uccelli, voci umane, vento, onde, rumore di passi, automobili, clacson. Qualsiasi suono può essere usato come oggetto di meditazione: basta sedersi in una posizione rilassata ed “aprirsi” ad esso. Non importa se quelli che ci circondano siano suoni melodiosi o rumori: ascoltiamoli semplicemente, senza giudicarli e… tutto andrà bene.

La pratica è semplice: basta sedersi in una posizione rilassata e comoda e portare la propria attenzione sui suoni circostanti. Inizialmente sarà necessario sviluppare una buona dose di concentrazione, per cui è utile

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LA VIA INTERIORE

ascoltare i suoni con attenzione, ma senza sforzo. Non è necessario cercarli, né identificarli: è sufficiente udirli attentamente mentre sorgono, durano e finiscono, lasciando che l’attenzione si rivolga naturalmente a quelli più manifesti sul momento. Appena la nostra attenzione verrà attirata da nuovi suoni possiamo lasciarla muovere naturalmente, senza imporle forzature. L’ascolto dei suoni comporta un certo livello d’attenzione ma anche d’abbandono. Permettiamoci una vera esperienza sensuale, lasciamoci lambire dai suoni. Quando ci accorgiamo di aver ricominciato a pensare, riportiamo dolcemente e senza strappi l’attenzione al suono. Se saremo costanti noteremo che, col tempo, la capacità di rimanere presenti ai suoni aumenterà naturalmente. All’interno della meditazione con i suoni le campane tibetane svolgono diverse funzioni. Qui ci soffermiamo sulla loro capacità di bloccare l’ordinario flusso di pensieri, riuscendo a rendere silente la mente. Attraverso l’assenza di pensiero e la concordanza di fase fra onde sonore e cerebrali accediamo ad altri stati di coscienza. Il cervello produce infatti

naturalmente onde elettriche di diversa frequenza, che appaiono strettamente connesse agli stati di coscienza dell’essere umano. In particolare, le campane tibetane accompagnano rapidamente il nostro cervello ad emettere onde alfa. Queste corrispondono ad un particolare stato definito di “rilassamento attivo”. Da un punto di vista scientifico è semplice capire l’immediato effetto prodotto da questi suoni. Le onde sonore prodotte dallo strumento entrano i risonanza con le frequenze cerebrali, alterandole e conducendo il praticante verso stati coscienza differenti da quelli sperimentati quotidianamente. La pratica con le campane è molto simile a quella descritta per il paesaggio sonoro. Anche in questo caso bisogna sedersi in una posizione comoda. Si prende la campana e la si percuote dolcemente un paio di volte, cercando di sincronizzare il movimento di percussione con il respiro. Appena ci si sente più rilassati, si abbassa la campana poggiando la mano che la regge alle gambe e la si percuote molto lentamente, ascoltando il suono prodotto, finchè non sarà svanito del tutto. Solo allora si ripercuote la campana. Noteremo presto che riusciremo a sentire il suono più a lungo del previsto. La presenza di suoni armonici agisce come una specie di “colla” per l’attenzione, inducendola a rimanere aderente al suono per un tempo più lungo. Per questo motivo consiglio l’uso delle campane molto spesso, soprattutto all’inizio della pratica, perché potrebbero essere

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utili per renderla più semplice e fluida e, sostenendo il corpo dall’interno, infondono un’energia particolarmente utile durante la meditazione. Utilizziamole spesso ma non sempre, cercando di inserire nella pratica giornaliera almeno una contemplazione del paesaggio sonoro come sopra descritta. Quando la capacità di mantenere l’attenzione si affinerà, potremo esplorare altri usi delle campane e di altri strumenti armonici, nonché esplorare i misteri del paesaggio sonoro. Esistono campane coniate su precise frequenze che, durante la meditazione, possono accompagnarci verso le onde theta, inducendo uno stato di meditazione profonda, fino alla visualizzazione consapevole ed, in seguito, allo stato di sogno lucido o esperienze extracorporee. I benefici derivanti dalla meditazione con il suono delle campane tibetane non sono ascrivibili soltanto al rilassamento o alla diminuzione dello stress, ma sono legati soprattutto alla possibilità di utilizzare il loro suono come facilitatore di un processo di conoscenza interiore: quell’ascolto profondo che, se coltivato adeguatamente, diviene funzionale nella nostra vita quotidiana. “Coloro che sono in grado di udire il suono astratto e meditare su di esso vengono alleviati da ogni preoccupazione, ansietà, dolore, paura e malattia. Alcuni si addestrano a udire il Saute Surmad nella solitudine del mare, sulla riva di un fiume, sulle colline e nelle valli.” Inayat Kaan


Novità BioGuida Edizioni

SUONOTERAPIA

e MASSAGGIO SONORO

BIOARMONICO Come utilizzare le campane tibetane per creare armonia equilibrio e benessere di Mirko Sollima Le popolazioni antiche ritenevano che il suono fosse il primo creatore ed un potente mezzo di guarigione e trasformazione. Ai loro occhi la materia, in costante vibrazione, appariva come la manifestazione di un suono arcano che, dalla vacuità, tesseva infiniti universi di forme. La Suonoterapia affonda le proprie radici in questa antica visione del mondo che oggi trova conferma nel moderno paradigma quantistico. Il principio di base consiste nella credenza che tutto, esseri umani inclusi, vibri ad una determinata frequenza di risonanza, alla base anche degli stati di salute e malattia. L’autore affronta, in modo semplice ma esaustivo, varie tecniche per utilizzare i suoni delle campane tibetane in modo da ripristinare le frequenze naturali del corpo. Esse sono strumenti di antichissima origine, forgiate dalla lega dei metalli che rappresentano i pianeti dell’antica e moderna concezione del sistema solare. Una volta utilizzate nel giusto stato interiore e selezionate con cura, attraverso le indicazioni riportate nel libro, il lettore potrà avvalersi della propria esperienza per applicare le possibilità terapeutiche delle campane tibetane al personale benessere o per offrire un concreto aiuto agli altri, attraverso una tecnica innovativa chiamata Massaggio Sonoro BioArmonico. Perché BioArmonico? Il termine ha come fondamento teorico la Scienza dell’Armonica, secondo cui la realtà si manifesta seguendo la serie dei suoni armonici. La maestosità del creato risponde a determinate proporzioni rintracciabili ovunque, dalle conchiglie alle galassie. Quando l’Armonica viene applicata all’essere umano, prende il nome di BioArmonica. Il Massaggio Sonoro BioArmonico pone al centro del proprio metodo i suoni come linguaggio portatore di una bellezza armonica universale. In particolare viene dedicata grande attenzione alle frequenze planetarie, di comprovata efficacia terapeutica. Le tecniche e gli esercizi presentati nel libro diventano una mappa ed un invito ad incamminarsi sulla Via del Suono, inteso come strumento di guarigione e crescita interiore, per ritornare all’Origine e sperimentare il Suono Primordiale, che tutto sostiene e preserva.

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PAROLE E MUSICA

a cura di Mari Valentini

Manuel Tardits

Tokyo

Klaus Puth

Yoga per animali (Edizioni Clichy)

Ritratto di una città (Odoya edizioni)

I

n Giappone dove il senso del percorso e dell’itinerario permea la cultura e lo spazio, vivere a Tokyio diviene una questione di tappe. L’autore di questa “guida” raffinata ed ammaliante alla capitale nipponica è un architetto che l’ha scelta come luogo d’esperienze e vita da oltre trent’anni. Partendo dalle sue indicazioni e domande sulla città emerge una tradizione urbana differente dalle grandi capitali europee ed occidentali, che appaiono come alberi che affondano le proprie radici nella storia, perché Tokyo si sottrae a ogni immagine stereotipata e vive senza tempo, scrive l’autore. Le vicende che essa ha vissuto infatti, e che talvolta vi si sono abbattute hanno prodotto un’urbanità attuale e “senza storia”, per cui i suoi abitanti stessi partecipano al mondo in un fluire continuo di molteplicità. Ne scaturisce un racconto intrigante di curiosità, di aneddoti, di contraddizioni che si aprono ad una panoramica architettonica di vitale unicità arricchite dalle illustrazioni dell’artista giapponese Nobumasa Takahashi e dall’architetto Stéphane Lagré. Questa che è la più grande metropoli del mondo, tentacolare e sovrappopolata, può apparire certamente anche disorientante per chiunque, turista o avventuroso suo nuovo cittadino, ma l’autore riesce a creare sguardi sempre nuovi, appesi ad un filo narrativo mistico che svela, oltre l’apparente caos, spazi segnati da un eccezionale ordine. Attraverso “quattro tappe” fondamentali, Tardits apre il cammino al lettore/viandante ad una Tokyo caleidoscopica che detta continuo stupore. Si tratta di attraversare gli interni dei suoi agglomerati: edifici, oggetti, riti, usanze, personaggi, storie, in un tuffo di modernità assoluta nel suo continuo presente. Una città dove ci si perde mille volte, perché infiniti sono i suoi volti d’appartenenza. Così differenti dai nostri.

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A

bbasso i libri che raccontano storie ed evviva l’ironia dei disegno. Ed è questo un simpatico manualetto tutto da sfogliare e divorare in qualche minuto, senza la noia delle parole, se non quelle delle didascalie ed una breve introduzione, in cui l’autore,

che vive in Germania e si circonda d’animali in universo popolato da mucche, oche e tutti gli animali del suo zoo e, oltre a disegnare e scrivere storie, vive assieme alla sua famiglia umana. In quest’ultima divertente pubblicazione, le mucche della fattoria, rimessesi in forma con lo yoga, hanno una missione: insegnarlo a tutti gli altri animali. Così decidono di organizzare una bella gita allo zoo col trattore del contadino. Ecco allora, per cominciare, alcune posizioni: per il tasso: La vecchia pelliccia per la foca: Scalfire la lastra di ghiaccio, e Il pupazzo di neve seduto per la gallina: Acchiappare il verme per la tigre: Addomesticare la tigre per l’elefante: Saluto al Sole per il cavallo: Rinfrescare la stalla per il cammello: Lasciarsi il deserto alle spalle per il maialino: Riconoscere la propria purezza per la rana: La rana atterrata. E molte altre ancora…


LA SOGLIA DELL’ENERGIA Migliaia di anni fa, nel Messico precolombiano, donne e uomini dotati di grande curiosità e sete di conoscenza diedero inizio ad un percorso di esplorazione dell’ignoto, spingendosi al di là della barriera della percezione. Chiamarono “Nagualismo” questo percorso e, se stessi, “Toltechi”. Il Nagualismo pone le sue basi sul principio che l’universo sia un insieme di campi di energia, percepibile direttamente da noi tutti, quando oltrepassiamo i limiti imposti dall’interpretazione. I Toltechi svilupparono le tecniche per liberarsi da tali limiti, per consentire di riappropriarci di quanto più profondo ci appartiene: la totalità del sé. L’obiettivo dei loro sforzi è stato duplice: permettere il ricordo della propria natura energetica e utilizzare pragmaticamente la nuova visione della realtà. Questo viaggio prosegue ancora oggi, grazie all’impegno dei nuovi Toltechi. Il Nagualismo è stato portato all’attenzione del mondo occidentale da Carlos Castaneda, ultimo erede di una stirpe di guerrieri durata secoli. Tale lignaggio però non era l’unico a persistere.

BioGuida Edizioni

BEST SELLER

Dall’inizio degli anni ’90 l’autore ha effettuato una lunga serie di viaggi in Messico, nel corso dei quali si è verificato l’incontro con un gruppo di Toltechi che detiene la conoscenza delle tecniche per muovere il punto di unione. Si tratta di un lignaggio diverso da quello di cui Castaneda fu l’ultimo Nagual ma sempre appartenente alla stessa tradizione. Questo libro racchiude ciò che i lettori di Castaneda aspettavano da molto tempo: sogno, agguato, intento, maestria della consapevolezza, ricapitolazione. Tutte le parti fondamentali del Nagualismo sono esposte in modo chiaro, spiegando tecniche, metodi, strategie, esempi pratici, con la finalità di renderli praticabili e sperimentabili direttamente, oltre a molti altri aspetti mai trattati finora. Dopo un lavoro decennale, l’autore è riuscito a mettere a punto un sistema che rende disponibili le tecniche dei Toltechi ben al di là del contesto tradizionale nel quale sono state sviluppate. Ora, con questo libro, è qui per offrirle a voi.

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PAROLE E MUSICA

Fabrizio Sotti

Gregory Porter

Jaques Morelenbaum

A Few Possibilities

Issues of Life Features and Remixes

Saudade Do Futuro Futuro Da Saudade

(Must Have Jazz/EGEA)

(Sud Music/EGEA)

(Incipit/EGEA)

N

ativo di Abano Terme Fabrizio Sotti si è trasferito a a New York nel 1991 dove si è rivelato in poco tempo come uno dei solisti più apprezzati nel panorama jazz, grazie a collaborazioni illustri come quelle con Al Foster, Roy Hargrove e Randy Brecker. A cavallo del nuovo millennio arrivano anche i primi lavori a suo nome come “This World Upside Down” del ‘99 e “Through My Eyes” del 2004. Prima di questo CD, avevamo apprezzato “Inner Dance” nel 2010 e una importante collaborazione con Cassandra Wilson per “Another Country”, che lo ha definitivamente consacrato negli States. “A Few Possibilities” nasce dalla collaborazione con il bassista Tony Grey e il batterista Mino Cinelu, artisti con cui aveva già lavorato in passato, oltre a nomi come Zucchero, Jennifer Lopez, Whitney Houston, Gipsy Kings, Toquinho, solo per citarne alcuni. Nel frattempo, Fabrizio Sotti si è affermato oltre che come uno dei chitarristi jazz più richiesti anche come uno dei produttori più poliedrici e apprezzati. Il suo nuovo lavoro vede la presenza di artisti che riflettono la visione musicale a 360 gradi dell’artista italiano: Zucchero, Isabella Lundgren, Shaggy, Ice T, Melanie Fiona, Claudia Acuna, Algebra Blessett. “É la prima volta che faccio un album solista dove fondo le mie esperienze di jazzista con quelle di produttore, autore e compositore che, fino ad oggi, ho sempre tenuto volontariamente separate. In ‘A Few Possibilities’ si fondono le varie identità sviluppate in questi anni di carriera, e, per la prima volta, gli artisti pop coinvolti nel progetto sono entrati nel mio mondo di jazz acustico. I generi musicali si sono fusi e contaminati creando quasi un lavoro alla Herbie Hancock. Questo rappresenta ad oggi il coronamento nel percorso della mia carriera musicale”. Così il talentuoso chitarrista fotografa questa fatica discografica, identificando perfettamente la sua capacità di creare musica senza blocchi o barriere a prescindere che interpreti un classico o un pezzo originale. 42

N

ato nel 1971 a Los Angeles, California, Gregory Porter è sicuramente il più talentuoso cantante ad essere apparso sulla scena jazz negli ultimi anni. Nei quattro anni successivi l’uscita del suo album di debutto, “Water” (Motema 233170), Porter ha ricevuto due nomination ai Grammy Awards (vincendo il premio per Best Vocal Jazz Album nel 2014), ha conquistato l’ammirazione di pubblico e critica di tutto il mondo, affermandosi in brevissimo tempo come una star internazionale. a rivista Downbeat l’ha definito “The Soul Poet” sulla sua copertina di ottobre 2013 e ne hanno tessuto le lodi leggende della musica come Quincy Jones, Van Morrison, Herbie Hancock e Stevie Wonder, che ha addiritttura voluto raggiungere Porter per un duetto a sorpresa durante la sua tournée europea. Il successo non sembra averlo cambiato: infatti, nonostatnte i mille impegni, in questi anni il cantante ha continuato a collaborare con altri eccezionali artisti, regalando la sua voce per straordinarie produzioni. Le migliori tra queste registrazioni sono state raccolte in questo CD intitolato “Issues of life (features and remixes)”. Troviamo qui le sue partecipazioni all’album “Great Voices of Harlem” col trombonista Paul Zauner e la sua Blue Brass band, all’ultimo lavoro del sassofonista David Murray e del suo Infinity Quartet (“Be My Monster il Love”), al tributo collettivo dedicato a Gil Scott-Heron e Brian Jackson (“Evolutionary Minded”); al progetto Zbonics, un collettivo soulJazz guidata dal batterista Zak Najor, con il quale Porter ha registrato alcune delle sue prime sessioni in studio a San Diego, tra cui “Issues Of Life”, la title track di questo album. A queste registrazioni sono state aggiunte versioni inedite e remix per offrire un ritratto completo di questo straordinario cantante e del suo poliedrico talento.

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aques Morelenbaum è un violoncellista brasiliano che ha confezionato tanti capolavori di Caetano Veloso ed è apparso in Italia in più di un occasione con Paulo e Daniel Jobim con il Jobim-Morelenbaum Quartet. Nativo di Rio de Janeiro, ha intrapreso la sua carriera artistica con il gruppo brasiliano A Barca do Sol. Violoncellista ricercatissimo ha contribuito alla realizzazione di molti capolavori di Antonio Carlos Jobim, Caetano Veloso, Gal Costa, Gilberto Gil, Maria Bethania, Chico Buarque e Milton Nascimento, confezionando collaborazioni in più di seicento album. Ha inoltre diretto le orchestre di Parigi, Londra, Roma, Madrid, Barcellona, New York, Miami, Buenos Aires, l’ Orchestra Sinfonica di Bahia, la Petrobras Symphonic Orchestra di Rio De Janeiro e la Beiras Philharmonic Orchestra in Portogallo. Musicista rinomato e dal tocco inconfondibile pubblica ora con il Cello Samba Trio da lui costituito “Saudade do Futuro - Futuro da Saudade” nel quale Morelenbaum ripercorre la propria vita artistica fatta di eccelse collaborazioni attraverso dodici brani in cui rende omaggio ad alcuni dei grandi artisti con cui ha collaborato. A partire dal padre della bossanova, Antonio Carlos Jobim, per poi passare ai più noti esponenti della cultura musicale brasiliana come Gilberto Gil, Caetano Veloso, Joao Donato, Joao Gilberto e Jacob do Bandolim. Nel disco apprezziamo anche quattro inediti, due a firma dello stesso Jaques (“Maracatuesday” e “Ar Livre”), una del chitarrista e componente del trio Lula Galvao (“Abaporu”) e una di Luizao Paiva (“Fla x Flu”). Nel lavoro Morelenbaum fa confluire le varie anime della musica brasiliana: dalla MPB (la musica popolare brasiliana) al jazz, alla bossa nova attraverso un telaio musicale ricco e policromatico. Caetano Veloso ha accolto così questo disco: “Il violoncello di Jaques Morelenbaum, suono miracoloso che ha accompagnato tutte le mie emissioni vocali, le mie ispirazioni compositive, la mia idealizzazione di struttura del suono. Adesso, finalmente, abbiamo un disco in cui questa densa realtà umana e musicale si mostra pura”.


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Introduzione alla Introduzione alla

Terapia Cranio Sacralanoe quotidi I principi del benessere

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Terapia Cranio Sacrale I principi del benessere naturale di John E. Upledger

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Per la prima volta in Italia la traduzione dell’originale americano “CranioSacral Therapy - Touchstone for Natural Healing”, il libro introduttivo alla Terapia Cranio Sacrale più semplice, esauriente ed amato, scritto dal suo fondatore John E. Upledger.

Per apprendere la Terapia Craniosacrale è importante comprendere il sistema craniosacrale e la sua funzione.

Ci sono alcune tecniche molto semplici che possono essere usare da chiunque, a prescindere dalla propria formazione o dalle esperienze precedenti. Tutto quello che dovete fare è di avere fiducia, nel farlo.

Potete imparare ad usare le vostre mani per aumentare le capacità di auto-guarigione e auto-correzione, doti che tutti noi possediamo. Non stiamo suggerendo che diventerete un guaritore. Il corpo con cui state lavorando è il guaritore. Voi siete il facilitatore. Voi sarete gli assistenti dei meccanismi autocorrettivi di quel corpo. Credo che tutti, chi più chi meno, siano nati con la capacità di aiutare i processi curativi che sono presenti in ognuno di noi.

John E. Upledger

Disponibile nelle migliori librerie. Con lo sconto del 10% per chi acquista on-line su www.bioguida.com Accademia Cranio-Sacrale/Istituto Upledger Italia: Tel. 040.3476191 - info@accademiacraniosacrale.it




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