Il Codex Arboreum Maior
La storia di questa piccola enciclopedia di appunti botanici si perde nella notte dei tempi. Era conosciuta già ai tempi del faraone Tausert II, come testimoniano i geroglifici ritrovati tra le rovine della piramide di Ra. Una copia integrale della raccolta si dice fosse conservata con venerazione nella parte riservata della Biblioteca di Alessandria prima del devastante incendio. Anche Plinio ne parla nel 38° capitolo del famoso libro “Naturalis Historia”. Accenni ad un “compendio di diavolerie botaniche, frutto del compromesso tra Lucifero e i gruppi stregoneschi attivi nelle nostre comunità” si ritrovano inoltre negli appunti del Cardinal della Santa Inquisizione. C’è chi ha avanzato l’ipotesi che tali frasi si riferissero, appunto, al Codex: secondo questi documenti, l’almanacco fu dato alle fiamme attorno al 1672 d.C. Se ne perdono le tracce per oltre un millennio, fino a quando nel 1889 il Codice viene presentato all’Esposizione Universale di Parigi in o