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Infini.to Planetaro di Torino
{ Text and Photos } Planetario di Torino www.planetarioditorino.it/infinito www.facebook.com/planetarioditorino
Torino ha la sua città delle stelle chiamata Pino Torinese che ospita un Parco Astronomico al cui interno si trovano l’Osservatorio Astrofisico di Torino e Infini.to – Planetario di Torino, Museo dell’Astronomia e dello Spazio.
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Ci potete raccontare qualcosa del vostro museo, quando è stato istituito e come è stato realizzato architettonicamente?
Infini.to nasce sulla collina di Pino Torinese il 27 Settembre 2007 come centro di divulgazione dedicato all’Astronomia e allo Spazio. È un moderno museo della scienza che ospita numerose installazioni interattive e un planetario digitale di ultima generazione. Al suo interno lavora un gruppo di persone composto da esperti in comunicazione della scienza, appassionati e studiosi di Astronomia e Spazio, che realizzano le attività quotidiane e portano avanti progetti nazionali e internazionali.
La struttura che racchiude il Museo è molto particolare e richiama un oggetto celeste realmente esistente: un sistema binario costituito da una stella gigante rossa e un buco nero.
La sfera che racchiude la sala del Planetario rappresenta la stella, mentre il cono di cristallo, che dall’ingresso scende fino Turin has its own city of the stars, it’s called Pino Torinese, it houses an Astronomical Park where the Turin Astrophysical Observatory and Infini. to (Planetarium of Turin, Museum of Astronomy and Space) are located.
al piano -3, riproduce il getto astrofisico di un buco nero posto all’ultimo piano del Museo. Le rampe elicoidali rappresentano il gas che, dalla stella gigante spiraleggiando, viene risucchiato dal buco nero.
Una volta varcata la soglia del Museo, avvolti dai suoni dello Spazio e muovendosi in una struttura unica e affascinante, i visitatori possono sperimentare in prima persona la scienza e “giocare” con essa. La regola principale del Museo è: vietato NON toccare!
Parte integrante della struttura è la Terrazza sul cielo, uno spazio esterno con una vista stupenda che all’imbrunire si trasforma in una terrazza osservativa e, grazie alla guida dello Staff e con l’utilizzo di telescopi, è possibile ammirare dal vivo le meraviglie del nostro cielo.
In quale modo riuscite a farci viaggiare nello spazio? Di quali moderne tecnologie dispone il simulatore del cielo stellato?
Cuore pulsante di Infini.to è il Planetario, un vero e proprio simulatore del cielo: ciò che si vede non è reale ma ricostruito. Un luogo magico che, grazie alla proiezione della volta celeste e degli oggetti che la popolano su uno schermo semisferico, crea un
effetto immersivo e coinvolgente. Il Planetario che si trova all’interno del Museo di Infini.to utilizza una grafica digitale computerizzata, Digistar6, prodotto dalla ditta americana Evans & Sutherland, tra i più avanzati al mondo. Grazie a questa tecnologia e con l’impiego del Digital Universe, una base dati del cielo costruita sulle osservazioni dei maggiori telescopi dalla Terra e dallo Spazio, è possibile sorvolare Sole e pianeti, osservando da vicino spettacolari dettagli tridimensionali, seguire satelliti e sonde spaziali, avvicinarsi ad ammassi stellari e galassie lontane, andare virtualmente a “spasso” per il cosmo e viaggiare nel tempo fino all’inizio del Big Bang. Molti degli spettacoli proposti vengono prodotti completamente dallo Staff di Infini. to, dallo storybording alle realizzazioni 3D in computer grafica, dalla scelta delle musiche alla creazione del video finale che viene successivamente narrato dal vivo con il pubblico in sala. Questo rende anche lo spettacolo un momento interattivo e coinvolgente.
Il planetario diventa inoltre, in alcuni momenti dell’anno, un vero e proprio palco stellato accompagnando performance musicali live o spettacoli di teatro e scienza.
Qual è la vostra strategia
di comunicazione sia all’interno del museo che sui canali social; come è cambiata, e se è cambiata, in questo periodo particolare di Covid-19?
Infini.to nasce per raccontare la Scienza e l’Astronomia al pubblico e il suo obiettivo è farlo per tutti, grandi e piccini, neofiti ed esperti. Anche la sua comunicazione, soprattutto quella che passa attraverso i canali social del Museo, va in questa direzione.
La pagina Facebook è nata non solo per segnalare la struttura e gli eventi organizzati, ma per raccontare la scienza e chiacchierare con il pubblico anche in maniera digitale.
Tutto questo è stato potenziato in un periodo in cui siamo stati tutti costretti nelle nostre abitazioni. La nostra voglia di raccontare le meraviglie del cielo non si è mai fermata e il nostro gruppo di lavoro ha messo in piedi un canale digitale nuovo che arriva fino nelle case del nostro pubblico… e non solo. Abbiamo creato video e attività per i più piccoli, raccontato il cielo attraverso software che tutti noi possiamo utilizzare sui nostri computer per esplorare il cielo o con un planetario digitale portatile, tirato fuori telescopi e binocoli osservando il cielo dai nostri terrazzi con dirette live o ancora inseguito comete nel loro passaggio ravvicinato alla Terra.
Si tratta di un canale nuovo per noi, ma che continuerà a vivere anche quando finalmente le porte del Museo potranno riaprire.
In un momento di difficoltà come questo che stiamo vivendo qual è la lezione che l’epoca della corsa allo spazio ci può dare?
L’esplorazione dello Spazio permette di sviluppare e testare innumerevoli tecnologie e materiali. Molte delle cose che siamo riusciti a fare in questo periodo di isolamento forzato e di smartworking spesso improvvisato, sono sicuramente in gran parte supportati dalla tecnologia che arriva proprio da quella corsa spaziale. Inoltre, abbiamo sperimentato in molte situazioni che cosa voglia dire veramente la parola collaborazione sperando che la parte positiva di tutto quello che sta succedendo non vada dispersa.