SORRISO
IL DEL RAGNO
storia di giorgio puleo illustrazioni di Francesca marinelli
PARTE PRIMA Tobia aveva una passione: dare fuoco alle ragnatele. Le ammirava contorcersi come piccoli vermi infuocati e vedere i ragni, disperati, scappare via impauriti. Quella mattina trovò, in un angolo della sua stanza un vero TESORO: una grande ragnatela rossa - grande quanto il suo viso. Accese il suo accendino e la guardò da vicinissimo.
Ma il padrone della tela rossa non era d’accordo con Tobia e il ragno balzò sulla sua mano! Subito dopo il doloroso pizzico, si sentì preda ad uno Strano tremore, il sangue pulsargli nella mano, nel collo, negli occhi, il suo cuore rimbalzare TUTUM TUTUTM! TUTUM TU TUTM!
e all’improvviso vide tutto nero.
PARTE seconda Di colpo Tobia si ritrovò con otto zampe, un addome bello peloso, le zanne sul muso ed un grandissimo mal di testa.
In preda all’ ansia, Tobia voleva fuggire da ciò che vedeva: un corpo di bambino -il suo corpo! - che ora era solo un corpo estraneo posseduto dal ragno che l’aveva morso. Non sapeva se il ragno dentro il suo corpo fosse stordito e disorientato quanto lui, ma una cosa era certa: Doveva nascondersi! Nel buco che trovò come rifugio, né ragno, né bambino, si sentiva solo uno scherzo del destino. Sembrò passare un’ eternità, quando delle urla lo destarono e si affacciò per controllare.
Un corpo volante lo travolse e lo minacciò: -Libera la mia compagna!disse il farfallone, dispiegando le ali e rizzando le antenne contro Tobia. -AIUTO!- urlò l’altra farfalla catturata da una ragnatela nei pressi del buco. -Oggi digiuno, ragnaccio maledetto! - Urlò il farfallone che lo inchiodava a terra. -N-non è mia, io n-non sono...- accennò Tobia -BALLE! - il farfallone ringhiò mentre la sua compagna si dimenava, inghiottita sempre più dalla ragnatela. -O..ok, la libererò- disse Tobia , non avendo neanche la minima idea di come farlo.
Mordendo e tirando, tirando e mordendo,la farfalla fu in qualche modo libera di volar via. -Ti tengo d’’occhio, ragnaccio! - Disse il farfallone -SCAPPIAMO!!- Urlò l’altra, guardando verso l’alto.
Un’ombra cadeva sulle loro teste: la mano del ragno trasformato agguantò l’ignaro e indifeso Tobia. Le farfalle, ormai al sicuro, osservarono la scena, contente d’essere scampate al pericolo. -Potremmo aiutarlo- disse la farfalla liberata. -Affari suoi! Se lo merita quel ragnaccio schifoso. Per un pelo non morivi per colpa della sua ragnatela!- rispose l’altra farfalla carica d’odio.
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Quando riconobbe il rumore, Tobia si rese conto che era troppo tardi per lui: nulla poteva salvarlo dentro un frullatore. Come in un terremoto, un uragano, si sentiva sempre piÚ risucchiato dentro le sue lame. Un ciuffo di prezzemolo gli si annodò intorno al collo, una massa melmosa di patate lo pressava da tutte le parti.
VVRRRRRRRRRRR! Chiuse gli occhi, aspettandosi il peggio.
La Ragnatela! Il filo! Aggrappati!
Tobia sentÏ queste voci ovattate come in un sogno. AprÏ gli occhi. Era vivo e ancora dentro il frullatore. Quelle voci erano delle farfalle: -Tessi la ragnatela!Dentro il frullatore, tutto girava vorticosamente. Tobia voleva seguire il consiglio delle farfalle ma era impossibile concentrarsi su qualsiasi cosa. La testa gli girava troppo: gli tornò in mente di quella volta che stava sulle montagne russe. involontariamente vomitò un lungo filo che prontamente venne afferrato dal farfallone. -Preso!-
Il vento fresco lo fece riprendere e per poco non cadde dalla farfalla che lo trasportava in volo. -.Sei un ragnaccio fortunato, tu!- Ghignò il farfallone. -Non sono un Ragno!- ribattè Tobia. -Comunque, ti porto via da quel bambino sadico e poi nemici come prima, ragnaccio!- Disse, sorvolando la cucina. Tobia vide sul tavolo della cucina qualcosa che lo rese contento e sgomento allo stesso tempo. -Fermati!- urlò Tobia dimenandosi. -Stiamo scappando, ricordi?- Precisò la farfalla -Fammi scendere qui, ho detto!- ribattè Tobia
-Fammi scendere sul tavolo, quelli sono i miei genitori!-
-Mamma, Papà! Cosa vi è successo?- chiese Tobia ai suoi genitori imprigionati dentro dei bicchieri. -Alberto Aiuto!- urlò la mamma -Pussa via mostro! battè i pugni sul vetro il papà. -Non sono un ragno, sono Tobia, papà!- Protestò Tobia. -Oh mio dio, parla!- e la mamma svenne nel suo bicchiere. -MAMMA!- Tobia si avvicinò cercando di scoperchiare quella gabbia di vetro . -Maledetto! Lascia stare mia moglie!Tobiaaa, aiutaci!-
TUMP TUMP TUMP! Battè il papà sul vetro. -Ma papà... sono io Tobia!-Rispose disperato il figlio.
All’improvviso il ragno nel corpo del bambino sopraggiunse al tavolo e cercò di afferrare Tobia, ma le farfalle furono più scaltre e lo sottrassero alle sue grinfie. -E’ colpa sua! Si dannò Tobia in braccio al farfallone, -E’ lui che li ha rimpiccioliti!-Abbiamo sentito ciò che hai detto- Gli disse la farfalla mentre volavano fuori dalla finestra -E ti crediamo.-Devo fare qualcosa!- Disse furiosamente Tobia atterrando sull’erba. -Non so come sia possibile, ma quel ragno è magico!-Forse se lo rimordo potrei riportare le cose alla normalità...- pensava Tobia.
-Shhhhhhh!- Lo zittĂŹ il farfallone -Ci ha seguito.I tre si zittirono e si nascosero meglio dietro dei fiori alti.
PARTE TERZA -Potremmo nasconderci nella grotta...- disse Tobia ....- e cercare di elaborare un piano!Le farfalle guardarono la grotta e si scambiarono uno sguardo di intesa. -Forse abbiamo un’idea.dirigendosi in volo verso la grotta, le due farfalle gli spiegarono il piano: loro avrebbero attirato fuori dalla grotta i pipistrelli, che si sa, sono golosissimi di ragni, e avrebbero dato perciò la caccia al falso tobia. Nella confusione, il nostro eroe sarebbe dovuto zompare sulle spalle del nemico per morderlo. -te la senti?-gli chiesero. -non abbiamo scelta-rispose tobia. e deglutÏ.
Una volta dentro, si sentÏ un gran frastuono, e subito dopo le farfalle schizzarono via dall’antro, inseguite da uno stormo di pipistrelli.
Quando volarono vicino al falso Tobia, i pipistrelli si accorsero attraverso il loro olfatto, che davanti a loro c’era un ragnone gigante e non un bambino.
Lasciarono stare le farfalle e avvolsero subito il falso Tobia.
-Ora!-urlarono le farfalle -Saltagli addosso!
I pipistrelli inseguivano il ragno nel corpo del bambino. lo braccarono, lo costrinsero a tornare in casa e poi riuscire: non aveva Tregua. Il vero Tobia prese coraggio, piegò tutte le sue otto zampette e balzò sul suo vecchio corpo di bambino. Tobia si aggrappò con tutte le sue forze al suo impostore. Con i denti, la ragnatela, le zampe cercava disperatemente di rimanere attaccato e di morderlo. Quando si accorse delle intenzioni del ragno di gettarsi nel lago, provò a saltare via, invano. Entrambi caddero nell’acqua gelida.
Anche quando l’acqua tranquillizzò il suo moto, per un pò niente riemerse dalle sue profondità.
ultima parte -Cos’è successo?- chiese uno dei pescatori che era lì. -Un bambino, inseguito dai pipistrelli, si è tuffato nel lago!- Gli rispose un altro. -Non è riemerso!- Aggiunse. -Chiamiamo i soccorsi!-Tuffiamoci!-Non si vede nulla!-Questo lago è maledetto! E’ come cascare dentro una ragnatela!- Si agitavano i pescatori.
Dal buio riemerse prima una testa e poi un volto. La gente che abitava vicino al lago era contenta che questa volta qualcuno era stato risparmiato. Tra quelle persone c’ero anche io.
Come se stesse ringraziandoci, il bambino ci fissava, rivolgendoci un enigmatico ed inquietante sorriso...
...che non dimenticherò mai.