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Anno XCII - N. 7 AGOSTO/SETTEMBRE 2014

orlese

“L’Angelo in Famiglia” - Pubb. mens. - Sped. abb. post. - 50% Bergamo

Direzione ed Amministrazione: Società Editrice SS. Alessandro Ambrogio Bassiano - Bergamo - Viale Papa Giovanni XXIII, 18 - Tel. 035 212344

ADULTI nella FEDE con MARIA nella gioia del VANGELO e dell’EUCARISTIA “Maria, guida i nostri passi, confortaci nelle difficoltà, affinché, fedeli a Dio e all’uomo, affrontiamo con umile audacia il nostro cammino per recare ai fratelli l’annuncio gioioso di Cristo e per portare, con gioia, amore e pace nel mondo. Maria, cammina con noi, guidaci e sii la nostra Protettrice” Giovanni Paolo II

GORLE in FESTA 2014 > 29 AGOSTO - 8 SETTEMBRE


NONOSTANTE TUTTO DIFENSORI… …DELLA Carissimi, il senso della misura e dell’equilibrio, che dovrebbe essere il vanto di una società civile ed evoluta, sembra, a volte, venire azzerato dalla concretezza di atteggiamenti particolarmente criminosi e scellerati che la cronaca ci esibisce quasi quotidianamente. Si assiste, certe volte, a reazioni sproporzionate: per un piccolo sgarbo, si innesca una violenza che può arrivare, senza mezzi termini, addirittura all’annullamento fisico dell’antagonista, all’uccisione. Di fronte a questi eventi può insi-

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SPERANZA

nuarsi nel nostro cuore un senso di smarrimento, di turbamento e una rabbia che porta a pensieri non particolarmente cristiani. Occorre resistere a questa tentazione. Siamo, infatti, immersi in un mondo nel quale regna l’individualismo e lasciarci prendere da sentimenti di rabbia può portare a indebolire quelle relazioni che già soffrono di provvisorietà. Se ci fermiamo a pensare, possiamo constatare che, pur vivendo in un mondo più progredito, più avanti nei vari comparti tecnologici e scientifici, in sintesi più ricco, i nostri valori e le no-

stre radici stanno subendo un sostanziale regresso, con l’evidente conseguenza di una chiusura nel privato delle nostre case e nell’oscurità dei nostri pensieri, ammalati, spesso, di relativismo. Ma l’uomo ha bisogno di luce, non di oscurità; la luce è vita, è energia, è guida. Il buio è paura, è smarrimento, è morte; la luce è positività, il buio è negatività; stiamoci attenti al buio perché questo può, in maniera subdola, velata, penetrare, annidarsi ed evolversi anche in ognuno di noi. Pare proprio che di luce questo mondo percorso da guerre e distruzioni, da infanticidi e femminicidi, pieno di affamati, assetati e disperati, così sconsiderato verso la natura da minacciare l’esistenza stessa della vita, ne abbia bisogno in quantità smisurata: il malessere sociale diffuso diventa così figlio di una società senza valori, tanto da poter dire che stiamo diventando un po’ tutti figli... di Caino, cioè incapaci di essere custodi del nostro fratello. Carissimi, questa nostra società ha bisogno di cristiani autentici, che sappiano impegnarsi in tutti i campi del vivere umano, mettendosi alla scuola del Maestro Cristo Gesù che ci guida sulla “vita buona del Vangelo”. Ha bisogno di una politica fatta di uomini che si mettono al servizio del bene comune; di scuole che non siano solo fucine di trasmissioni di nozioni di cultura, ma anche di valori civili che insegnano il rispetto della persona e delle cose; di una economia non


fine a se stessa, ma finalizzata al beneficio di tutte le nazioni; di famiglie normali e stabili; di una Chiesa, che, come dice Papa Francesco, sia aperta ai problemi dell’uomo spesso bisognoso di essere curato da ferite che potrebbero diventare mortali. Come cristiani non possiamo non essere interessati a queste cose: esse abbisognano della collaborazione di tutti coloro che amano l’uomo e il cristiano, in questo, deve essere in prima fila. Potremo continuare a crescere solo se non dimenticheremo le radici e le tradizioni profonde che hanno reso possibile la costruzione, la comunanza e l’aggregazione, ancora per buona sorte (io penso più per grazia di Dio), a misura d’uomo nelle nostre piccole e medie Comunità. Carissimi, siamo all’inizio di un nuovo anno pastorale; impegniamoci tutti, ognuno secondo le sue possibilità e le sue capacità e negli ambiti nei quali trascorre la sua giornata, a creare relazioni positive e a fare in modo che la nostra Comunità cresca nella conoscenza di Cristo, nella partecipazione all’Eucaristia domenicale e nella testimonianza della buona notizia del Vangelo. E il tutto sia fatto con gioia, perché la testimonianza data con un volto triste non fa breccia nel cuore delle persone. Non chiusura in se stessi, ma apertura al mondo, per riscoprire la gioia di vivere e per giungere alla pace interiore, unica fonte di felicità e meta conclusiva delle persone di buona volontà, qualità quest’ultima, che ogni buon cristiano ne dovrebbe possedere in gran quantità. Diceva S. Agostino: “...essere cristiano e non sapere amare, è come essere medico e non saper curare; chiamarsi custode e non

saper vegliare”. Cristiano non è colui che si adegua, ma chi sceglie con coscienza e responsabilità sulla base della verità evangelica. Per crescere bisogna diminuire, per salire bisogna scendere... Difendiamo la speranza non facendoci prendere dallo scoramento: dopotutto ci viene sempre offerta la possibilità di essere

discepoli di quel Gesù che non si è sorpreso della conversione del ladrone. “Cristiani insieme con Maria nella gioia del Vangelo e dell’Eucaristia” sia lo spirito con il quale vogliamo iniziare e portare avanti questo anno pastorale. Con affetto il vostro Parroco Don Luigi

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Estate 2014 A

lcune riflessioni a voce alta… Siamo ormai giunti alla conclusione di una “bellissima” estate. Metto le virgolette sulla parola bellissima perché se dovessimo guardarla dal punto di vista meteorologico è stata un disastro… invece dal punto di vista umano/relazionale è stata un successo. È stata una stagione carica di attività: Lizzola animatori, Cre, Pianezza, mare con adolescenti e il pellegrinaggio Assisi - Roma. Tante attività e proposte che hanno avuto una caratteristica: sono passate troppo veloci!! Sembravano tantissime all’inizio dell’estate… ora alla fine di tutto posso dire che sono volate. Volate perché sono state fantastiche e belle. Davvero ho visto tanti sorrisi in molti ragazzi. Sorrisi a volte misti a pianti di gioia per la conclusione dell’esperienza. Volti rigati da lacrime anche tra gli animatori e coloro che hanno vissuto l’esperienza da “adulti”. Cosa posso dire alla fine di quest’estate? Che è stata un’avventura incredibile. Il 2014 è stato un laboratorio per due grandi esperienze: Cre e Pia-

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nezza. Più volte abbiamo detto che il Cre è stato allungato di una settimana. Ma in realtà la vera rivoluzione che si è respirata fra i cancelli dell’oratorio non è stata solo un allungamento temporale ma un cambiamento dell’organizzazione. Abbiamo lavorato nell’ottica di modificare la struttura del Cre responsabilizzando molto di più gli animatori e coinvolgendoli maggiormente nella preparazione. Coloro che hanno lavorato dentro l’attività hanno visto che il coinvolgimento degli animatori non era solo pratico ma progettuale. Questo passaggio è stato il frutto del lavoro fatto con la commissione della revisione del Cre. È stato un investimento per tanti aspetti “folle” ma che ha ripagato le aspettative di tanti e soprattutto mie. Il desiderio che i ragazzi fossero veramente i pensatori del Cre è diventato realtà. Animatori che hanno pensato gli atelier da soli, gestito e fatto le squadre da soli, che hanno pensato i giochi da soli… Non è cosa da poco! Vedere ragazzi dai 15 ai 19 anni responsabili e attivi è stato un grande successo. E in particolare vedere questo in un anno dove più volte

si è dovuto rimettere in discussione la giornata, mi ha fatto esultare nel capire che veramente il Cre è cambiato. E gli elogi di tanti genitori e di tanti ragazzi, ci hanno confermato che qualcosa di magico è successo in quest’estate! Un grande grazie a chi ha permesso questo miracolo! Dagli animatori ai ragazzi alle mamme… e a tutti coloro che hanno creduto in questo. Un capitolo a parte deve essere speso per Pianezza. Quest’anno per allungare il Cre abbiamo accorpato l’esperienza in montagna a 2 turni: il 1° con i ragazzi di terza, quarta e quinta elementare e il 2° con i ragazzi delle medie. Anche qui il tempo… non è stato un amico. Specialmente nel secondo turno, la pioggia ogni giorno era nostra compagna di viaggio! Comunque i racconti fatti dai ragazzi hanno descritto che l’avventura è stata positiva. Davanti a questo però vorrei fare alcune considerazioni ad alta voce riguardanti la casa di Pianezza. Considerazioni ormai non da poco e che meritano una seria riflessione sull’utilizzo di questa struttura. Da subito dico che la casa di Pianezza non


è della comunità di Gorle. La casa non è stata mai acquistata dalla nostra Parrocchia ma è di proprietà della Parrocchia di Vilminore. La comunità di Gorle ogni anno paga un affitto di 6000 € per l’utilizzo di questa casa. Una domanda sorge spontanea: noi abbiamo in gestione una casa che ci costa 6000 € per usarla solo 1 mese all’anno. Si perché l’utilizzo di questa è impossibile nei vari momenti dell’anno. Perché? Alcuni esempi: per il ritiro dei cresimandi la casa è troppo piccola (le classi delle medie sono composte da circa 60/65 ragazzi… e la casa ne ospita 50), durante l’inverno è impraticabile (manca il riscaldamento) e poi l’impossibilità di avere spazi adeguati per momenti di riflessione e di progettazione a causa di assenza di stanze adeguate. Questo comporta che durante l’anno dobbiamo affittare “a tempo” altre strutture pagando affitti in più quando abbiamo a disposizione una casa vuota. Se dovessimo poi menzionare il protocollo HACCP o letteralmente Analisi dei Rischi e Controllo dei Punti Critici che la parrocchia sottoscrive per la casa di Pianezza, qui apriamo un lungo capitolo. La casa è veramente “fuori norma”. Mancano strutture necessarie e importanti che la casa non possiede o che sono inadatte: manca una scala di emergenza, le scale sono tutte di legno (se dovesse scoppiare un incendio?), l’assenza di servizi igienici adeguati (sono ancora quelli di 40 anni fa), la mancanza di attrezzature idonee per la cura degli alimenti come celle frigorifere, dispensa alla conservazione del cibo, lavastoviglie… e l’elenco potrebbe continuare a lungo. Come comunità ci stiamo interrogando (partendo da me e don Luigi) sull’utilità di questa

casa. Sappiamo bene che a Pianezza sono legati i ricordi più belli di tanti ragazzi ormai mamme e papà… ma non penso che l’esperienza sia legata ad un luogo quanto all’attività in se. Per me l’esperienza potrebbe chiamarsi Pianezza, Vilminore, Schilpario, Lizzola, Carona, Foppolo… non è il luogo ma quello che vivi! E per questo la riflessione sull’utilità di rinnovare o meno il contratto di affitto è presa in discussione dai consigli Pastorale e Affari Economici della parrocchia. Perché finché tutto va bene… non succede nulla! Ma nel momento in cui, dovesse succedere qualcosa non siamo in grado di garantire quelle richieste minime che la legge ci richiede e ci impone di avere oggi. Questo significa che se la casa di Pianezza un giorno dovesse venir meno non è per la cattiveria dei don ma perché i proprietari (cioè la parrocchia di Vilminore) in questi anni non hanno attrezzato la casa secondo le esigenze richieste dalla legge e oggi, davanti a questo, forse la nostra comunità ha bisogno di maggiori sicurezze che la casa ora non è più in grado di offrire. Vedremo come evolverà la situazione. Le altre attività sono state decisamente positive come il mare e il pellegrinaggio Assisi-Roma. Concludendo l’estate 2014 per tanti aspetti è stata veramente magica. Sono passati tanti ragazzi

tra i cancelli, mura e spazi dell’oratorio. Ragazzi che hanno vissuto proposte impegnative e a volte faticose. Ma queste hanno portato a condividere un pezzo insieme di cammino, sicuri di aver capito una cosa: qualcuno era pronto ad accoglierci, a sostenerci, a condividere con noi un sorriso, una fatica, un momento di gioia. Per questo il mio grande grazie va a chi quest’anno ha donato del tempo all’oratorio. Ragazzi, mamme e papà che hanno dato del tempo che poteva essere speso in altri modi, ragazzi che hanno regalato energie e forze per un progetto impegnativo e importante, ragazzi che non si sono tirati indietro davanti alla fatica di credere che un dono non è sprecato ma è investimento nel prossimo e nell’umanità. Grazie di tutto… questo è il miracolo più grande! Vedere uomini e donne capaci di amare gli altri. E permettetemi, da don, di dire il più grande grazie a Colui che ha permesso tutto questo e ci permette ogni volta di sentirci fratelli: Cristo Gesù. Il suo essere presente in ogni nostra attività non era un di più, ma il vero ed unico centro di attrazione e di possibilità nuova. Amatevi come io vi ho amato… quest’anno lo abbiamo veramente toccato con mano! Che Cristo Nostra Pasqua continui a benedire il nostro oratorio! don Davide

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CRE

CRE A PIANO TERRA LA VITA È BELLA

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na macchia gialla e nera, i febbricitanti ottanta animatori, nella nostra chiesa è il primo dei tanti ricordi del CRE. Domenica 15 Giugno è stata celebrata la S. Messa che ha dato inizio ad una grande avventura o, per stare in tema, che ha aperto la porta a Piano Terra. Dopo tempo di preparativi e progetti le idee di noi animatori hanno iniziato ad avere un senso nella vita della comunità. Molta emozione sedeva tra noi in chiesa durante la Messa, ma nulla in confronto a quella del giorno successivo! Il lunedì più atteso del mondo è quello dell’inizio del CRE e finalmente è arrivato. Ultimi preparativi e alle 13:30 si è aperto il cancello: animatori bramosi di divertimento travolti da un’onda di 240 bambini si sono lasciati “trasportare dalla corrente” e, con un sorriso luminoso sul viso e tanta voglia di fare sono iniziati i giochi del primo giorno, seguiti dalla tanto attesa (sia dagli animati che dagli animatori) divisione in

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squadre e dagli atelier. In un batter d’occhio la giornata era finita, e il sorriso contagioso era aperto sul viso di tutti. Accoglienza, preghiera, atelier, merenda e giochi era la routine quotidiana: a vederla così, qualche lettera stampata su un foglio, si potrebbe dire monotona ma in molti possono assicurare che questo è l’ultimo aggettivo a cui si possa associare! Che si voglia pensare alle facce e ai nomi nuovi che poco a poco si sono conosciuti e alle risate che nascevano come le amicizie oppure ai lavoretti colorati che finivano, ai giochi divertenti sempre differenti e ai sudati punti che si accumulavano in ogni giorno del CRE si è vissuto qualcosa di innovativo ed inimitabile. Alla fine è stato un po’ così questo CRE: tutta una novità! Quattro settimane anzi che tre: un cambiamento che può sembrare banale ma nel quale sono stati investiti tempo, cervello e tanta voglia. E questo investimento ha fruttato più di ogni aspettativa, tanto che

finite le quattro settimane sembrava che il CRE fosse iniziato solo il giorno prima. Un po’ di stanchezza, forse, si sentiva ma era tranquillamente surclassata dal divertimento e dalla gioia di ogni singolo attimo vissuto in compagnia. E la compagnia si viveva anche il giovedì sera, nei particolari “CRE in famiglia” organizzati per coinvolgere proprio tutti nel mondo magico che è il CRE. Oltre al divertimento un altro fattore ci ha accompagnati in questo mese: il brutto tempo. Piscine saltate, gite cambiate, potrebbe sembrare una tragedia e invece no! Soluzioni rapide ed efficaci hanno sempre risolto i problemi del maltempo. Se parlando di meteo sembrava Novembre era sufficiente osservare gli occhi e il sorriso di ognuno dei partecipanti al CRE per tornare nel calore avvolgente dell’ estate. Se si vuole parlare invece di accompagnatori concreti non si possono non nominare le nostre super mamme Donatella, Anna


e Laura: oltre a disinfettare le ginocchia che ogni tanto si sbucciavano, loro erano sempre presenti a soddisfare qualsiasi cosa ci fosse bisogno. Poi le mamme merende che preparavano il giusto ristoro per i famelici giocatori. Un grande grazie va anche a Lidia, instancabile segretaria sempre disponibile, ai maestri di Aikido, a Giuliana e Donatella che ci hanno affiancati negli atelier di candele e cucina. Come tutte le cose belle, però, anche il CRE finisce. Un giovedì sera intenso e ricco quello della festa finale, reso indimenticabile oltre che dallo spettacolo e dai balletti anche dai ricordi e condito da molti applausi e risate. E, nonostante quella sera non abbia piovuto, qualche goccia di gioia mista a malinconia è scivolata comunque sul viso di qualcuno. Essendo stato per me il primo CRE me ne ero fatta un’idea, avevo delle aspettative che sono state nettamente superate da ciò che realmente si è rivelata questa avventura. Un sorriso continuo, un’intesa, un’empatia che non si possono descrivere: sono talmente fantastici che vanno vissuti. Non mi resta che ringraziare a nome di noi del ’99 tutti gli al-

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tri animatori che ci hanno accolti e resi parte fondamentale del gruppo, come in una famiglia. Un grazie immenso va al nostro don Davide che ci ha dato l’ opportunità di rendere possibile questa esperienza indimenticabile assumendo un ruolo di guida sicura e divertente compagno di viaggio. Non si può decidere un unico momento da ricordare del CRE, perché ogni singolo attimo è stato un regalo, un piccolo mattoncino senza il quale la storia di questo CRE non si sarebbe costruita e non sarebbe stata vissuta, proprio come una casa, nel modo armo-

nioso e inimitabile che invece lo ha caratterizzato. E così come i momenti anche ogni persona è stata fondamentale per dare significato a questa storia. Quindi un grazie ENORME, ma proprio grande grande, va a voi e ai vostri figli senza i quali questa storia non avrebbe avuto dei protagonisti e senza loro nemmeno un senso. È impossibile trasmettere le emozioni vissute con un articolo, ma spero che almeno le abbiate un po’ percepite, perché noi vi aspettiamo l’anno prossimo per un nuovo CRE pieno di avventura! Erica

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PIANEZZA primo turno

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el sentire la parola Pianezza moltissimi, tra adolescenti e giovani, rievocheranno nella mente ricordi indelebili ancora custoditi nei loro cuori. La casa di villeggiatura del paese, “Raggio di Sole”, ospita infatti ogni estate molti ragazzi, con lo scopo di vivere una settimana insieme in mezzo alla splendida natura della Val di Scalve e provare a vivere lo spirito di gruppo e di fratellanza di chi vive sotto lo stesso tetto; e proprio l’abitare, tema del Cre e dell’anno

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pastorale attuale, in questa settimana ha assunto un’importanza ancora più rilevante. La settimana compresa tra il 15 e il 22 luglio è stata fin da subito caratterizzata da grandi dosi di divertimento, allegria e, per fortuna, da un tempo a dir poco splendente (che mancava addirittura dall’inizio di quest’estate). In questo modo quindi i nostri ragazzi hanno potuto provare le emozioni di piacevoli camminate in mezzo al verde e lo spirito di squadra grazie a giochi accuratamente organizzati da noi animatori. Inoltre non mancavano i momenti di riflessione e di preghiera, in cui ci si interrogava quotidianamente sul valore di alcune parole; in questo percorso ci ha guidato Carl, protagonista del film “Up!”, che con il suo amico Ralph ci ha trasmesso l’importanza del prendersi cura del prossimo, cosa fondamentale per chi vive in comunità con altre persone. I momenti più belli però non sono solo quelli più rilevanti, ma anche quelli più semplici e banali.

Sono proprio le piccole cose che ci rimangono più impresse: dagli appetitosi piatti preparati dalle nostre mamme Anto, Marpi e Monica, alle cantate in compagnia (Falulay). Quindi ogni cosa, sia bella che brutta, verrà sempre ricordata da ciascuno di noi e nel sentire la parola Pianezza non ci verrà in mente tanto la struttura in sé, che ci ha ospitato, ma le persone con le quali abbiamo condiviso questa

fantastica esperienza. Mi sembra doveroso quindi ringraziare tutti i ragazzi che ci hanno appagato per ogni sforzo fatto per organizzare questa settimana grazie ai loro sorrisi, risate, e, per alcuni, pianti, perché giunti alla fine di questa esperienza. Un arrivederci a tutti! All’anno prossimo! Matteo e Giacomo

PIANEZZA secondo turno “Piove, guarda come piove, senti come piove, guarda come viene giù!” Ascoltando questa canzone sembra quasi che Jovanotti abbia partecipato al secondo turno di Pianezza 2014! Si, perché la pioggia è stata una perenne compagna della nostra settimana nell’alta montagna della Valle di Scalve. Ma nulla avrebbe potuto abbatterci e così armati di santa pazienza e di una macchina del tempo all’avanguardia abbiamo cominciato il nostro viaggio attraverso tutte

le epoche storiche conoscendo strambi personaggi tra cui egizi, hippie e gli abitanti del futuro. La nostra settimana tuttavia non è sempre stata rose e fiori, anzi… è successa una cosa gravissima che ci ha fatto preoccupare moltissimo: è scaduto lo yogurt!! No dai, è un bluff! A parte gli scherzi, il secondo turno è stato pieno di risate e di divertimento e nella casa “raggio di sole” c’è stato un clima di serenità, rispetto e amicizia! Tutti sono 9


stati capaci di donare agli altri il loro meglio e di mettersi in gioco sempre. Rispetto agli altri anni c’era una novità: ogni giorno eravamo chiamati a riflettere su temi diversi come ad esempio il corpo o i sogni. In questi momenti ognuno aveva la possibilità di rimanere da solo, ragionare e pregare come voleva senza nessun limite o restrizione. Bisogna ricordare anche un altro suggestivo momento che resterà per sempre nella nostra mente e nel nostro cuore: quello della Santa Messa di Domenica notte. È stato molto particolare e vissuto da tutti con fede e trasporto. Come tutte le belle esperienze anche quella di Pianezza è finita e a noi animatori resta solo una piccola cosa da fare: dire grazie! Grazie alle mamme e al papà che nonostante fossero sempre pieni di lavoro non ci hanno mai fatto mancare un sorriso. Grazie al don che si è fidato di noi e ci ha scelti per questa settimana. Ma soprattutto grazie a voi che avete creduto nei vostri animatori e ci avete regalato momenti indimenticabili perché senza di voi Pianezza non sarebbe stata possibile. In conclusione vorremmo dire: “Pioggia, titillaci… noi ci siamo divertiti lo stesso”. Gli animatori

NUMERI TELEFONICI

Sito parrocchiale www.oratoriogorle.net

Casa Parrocchiale: 035.661194 Segreteria: 035.0770699 Don Davide: 035.663131 Don Carlo: 035.668690 Cineteatro Sorriso: 035.656962

Per inserzione nello spazio “In ricordo dei defunti” contattare la segreteria dell’oratorio oppure inviare una mail a bollettino@oratoriogorle.net

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MARE Pinarella di Cervia

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eh che dire di questa vacanza? È stata davvero fantastica! Dal primo minuto in cui siamo saliti sul pullman per partire per Pinarella di Cervia, all’ultimo in cui siamo ritornati a Gorle. Abbiamo passato momenti fantastici! Condividere una settimana insieme ci ha fatto conoscere meglio, ci ha uniti e rafforzati nei rapporti. Risvegliarsi alla mattina e addormentarsi con persone non della tua famiglia ma che con il tempo sono diventate una nuova famiglia, parte integrate della tua vita.

Questa settimana non è servita solo a prendere il sole e rilassarsi, ma è servita soprattutto a creare legami. Non c’è mai stato un attimo in cui ci siamo annoiati, tra tornei di pallavolo, pallamano, giochi di carte e balletti con gli animatori del villaggio “Mare e Vita”. Certo l’acqua non era delle migliori, ma gli scherzi non mancavano mai, tuffi, finti affogamenti e, appena usciti, impanature del corpo, non ci siamo mai stancati insomma. La sera poi, era d’obbligo andare a magiare la piadina, la crepes e il gelato, giusto per non rimanere con la pancia vuota! Si é notato come gli animatori di Gorle erano amichevoli anche con altri oratori e come hanno fatto subito conoscenza con la gente che si trovava nella struttura, diventando subito amici e divertendosi insieme. Un grazie a tutti voi, che avete reso indimenticabile questa vacanza; alle persone che all’inizio non conoscevo bene e che alla fine si sono rivelate persone fantastiche, ai miei amici di sempre che mi hanno fatta divertire come non mai e un grazie al Don che ha reso possibile tutti questo! Grazie della vacanza! Michela Benigni

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boidrati conditi al pomodoro, veglie canore e messe animate, molto animate... Il valore aggiunto però è stato il clima di amicizia che ha consentito a tutti di rinsaldare ancor di più i rapporti e la conoscenza reciproca. Quando si sta bene insieme, non importa se alghe e meduse rovinano i bagni, se cibo e alloggio non sono eccezionali, se per un giorno non hai a disposizione gli ombrelloni a causa del sequestro della spiaggia, perché quel che conta è sentirsi bene con gli altri, sapere di poter essere sé stessi senza paura di essere giudicati, nell’accettazione reciproca e gratuita. Questa vacanza rimarrà nei cuori dei partecipanti, come la memoria dell’ultima sera trascorsa in spiaggia fino all’alba... “Stasera che sera la luna crea l’atmosfera io e te sulla plaja”.

entotto ragazzi di Gorle in trasferta a Pinarella di Cervia, per godersi una settimana di allegra convivenza, dopo le esperienze del CRE e di Pianezza. Così si potrebbe sintetizzare la vacanza vissuta da adolescenti e giovani nel centro estivo Mare & Vita sulla riviera romagnola. Mare, sole, risate e nuove conoscenze, anche molto particolari (nessun riferimento è puramente casuale, vedi Bruno e Davide) hanno allietato i giorni e le sere/notti del gruppo accompagnato da don Davide, Enrico e Luca. Partiti nella prima, ma veramente prima, mattinata di domenica 3 agosto e tornati nella tarda sera della domenica successiva, il 10 agosto per chi non avesse voglia di fare i conti, i vacanzieri hanno sperimentato terapie balneari come sabbiature e fanghi esfolianti forzati, diete squilibrate di soli car-

Elisa e Paola

Pinarella di Cervia ORARI

delle

CELEBRAZIONI

SANTE MESSE Sabato/prefestivi: ore 18.30 Giorni

festivi:

ore 8.00 - 10.00 - 11.30 - 18.30

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feriali:

ore 9.00 - 18.00


Generosità per le campane Continua la generosità dei Gorlesi. A poco a poco viene completato il poster che si trova in fondo alla chiesa che rappresenta visivamente le offerte che vengono date con la motivazione “per le campane”. La spesa sostenuta dalla Parrocchia per mettere a norma di legge l’impianto elettrico delle campane, come sapete, è di Euro 20.000,00. A proposito delle campane leggo nel “Cronicon” (diario nel quale i Parroci scrivevano gli avvenimenti più significativi della Parrocchia) il seguente appunto: “In occasione della chiusura del mese di maggio si sono inaugurate pure le nuove campane della Ditta Angelo Ottolina di Bergamo, collaudate dal Prof. D. Castelli che dichiarò essere riuscite perfettamente. I non indifferenti sacrifici di questi

DAL 19 MAGGIO AL 10 AGOSTO

buoni popolani hanno già pagato più della metà di quanto costano. Così vennero coronati i più che legittimi desideri di questi miei parrocchiani”. È il Parroco don Emilio Mazza che scrive questa nel maggio del 1950 in occasione della Solennità della Pentecoste. Dal gruppo biblico 235,00; NN. 50,00; centro sociale e d’intorni 100,00; NN. 100,00; NN. 50,00; Tombolere 25,00; NN. 30,00; NN. 100,00; NN. 50,00; NN. 25,00; NN. 30,00; NN. 400,00; NN. 50,00; NN. 50,00; in onore di S. Anna 230,00; NN. 300,00; NN. 50,00; NN. 500, 00; NN. 50,00; NN. 200,00; NN. 50,00; NN. 150,00; nel bussolotto 1080,00.

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NOTIZIE da PADRE BENIGNO E... 19 luglio 2014 Don Luigi, questo periodo estivo è anche il momento delle grandi riunioni familiari. Sapete che gli africani non si accontentano della famiglia “nucleare” e che zii, cugini, nipoti, nonni e parenti acquisiti fanno spesso un numero considerevole. Lo sappiamo anche noi Franceschetti che a volte proviamo a radunarci. I momenti di incontro della famiglia sono numerosi soprattutto per i lutti, in cui la presenza di tutti è obbligatoria, pena il sospetto di avere in qualche modo causato la morte del defunto; ma anche matrimoni, nascite o altre ricorrenze. Questo raduno estivo

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ha però lo scopo dell’organizzazione della famiglia: si affrontano i problemi e i dissidi, si sostiene economicamente chi ha avuto disgrazie o ha serie difficoltà; si assegnano i figli che rimangono orfani o che, per ragioni di studio, devono spostarsi di città. Il tutto sotto la guida dell’“erede del padre”, cioè di colui che il padre ha designato come suo successore e responsabile di tutta la famiglia e che è il garante anche della tradizione e dei valori familiari. Potete bene immaginare che non sia facile conciliare egoismo e amore fraterno, ma qui questa solidarietà familiare non è messa in discussione. Noi non c’entriamo con tutto questo, ma essi ci chiamano spesso a celebrare per

invocare l’aiuto di Dio sulla famiglia. Ci sono poi le varie feste delle CEB (Comunità ecclesiali di base), molto più semplici, e altre circostanze di celebrazioni nelle famiglie. C’è la sostituzione dei preti che prendono un periodo di riposo (anche in Europa) e c’è il torneo di calcio dei diversi quartieri. Insomma non c’è da annoiarsi, nonostante il periodo di vacanze. E tra dieci giorni avremo la visita e l’animazione di alcuni giovani di Salerno che vengono per una “Esperienza missionaria” di circa tre settimane. P François, che li accompagna, li farà riflettere e li farà anche un poco lavorare con la gente, nonostante il limite della lingua. Fra di loro c’è un giovane che forse deciderà di farsi Saveriano e c’è un seminarista che si prepara all’ordinazione e


che vorrebbe un’esperienza più pastorale. Con i giovani, a Djinga, stiamo preparando un terreno di gioco davanti alla sala. Non è facile per loro trovare un terreno che non sia coltivato in cui scaricare le loro energie e misurare le loro capacità. Il terreno è un po’ inclinato e si deve fare un certo lavoro di livellamento … a mano, e di canalizzazione per le piogge. C’è poi il problema di portare sul terreno della missione la luce e l’acqua dalla città, che non è molto lontana, ma che non ha ancora previsto di far arrivare qui questi

servizi. Stiamo contattando qualche privato, che ha già questi allacci, per risparmiare nella spesa. Ci sarebbe una sorgente naturale sulla collina vicina, ma fare la conduttura non è una piccola impresa. Ecco, abbiamo il nostro bel “daffare” e, senza pretendere naturalmente di risolvere tutto, diamo il nostro piccolo contributo per un progresso sociale e, speriamo, anche umano e cristiano a queste giovani comunità. Auguri anche a voi e buon riposo… se potete. P. Benigno

... SALUTI DA DON ELVIO Cari Gorlesi, vi scrivo questi saluti alla vigilia del ritorno in Costa d’Avorio, nell’Africa Occidentale. Sono ormai 26 anni di missione: ringrazio sempre il Signore per questa vocazione e tutti voi che mi sostenete con la preghiera e le offerte generose. Ripensando al Vangelo di domenica scorsa (domenica 27 luglio) vi auguro di continuare con fede a seguire Gesù Cristo, tesoro della nostra vita. Tesoro nascosto che si rivela attraverso le opere

don Elvio distribuisce la S. Comunione

di bontà e di solidarietà della comunità cristiana. Opere di misericordia, accompagnate da parole meditate dal Vangelo del Signore, che ci sostengono nelle situazioni non sempre facili dell’esistenza. Per l’anno pastorale 2014 - 2015 Per la mia attività missionaria c’è un cambiamento importante: ricomincio a lavorare in parrocchia. Vi ricordo che in questi ultimi tre anni sono stato direttore del

Centro Diocesano S. Kizito a Abengourou, sede vescovile e capoluogo della regione orientale ivoriana. Accoglievo chi veniva a pregare, riposare o anche solo pernottare, ecc, poiché il centro è attrezzato per ospitare fino a 150 persone. Ero sempre economo diocesano, quindi incaricato di entrate e uscite per conto del Vescovo che si chiama Ziri Boniface. Ora egli mi ha inviato in parrocchia, 100 Km a Nord, e riprendo perciò a tempo pieno il servizio di prima evangelizzazione, salute e forze permettendo. Questa nuova parrocchia si chiama N’Dakro: è formata da una decina di comunità sparse in altrettanti paesi in un raggio di 60 Km e sono con un giovane curato avoriano. Nei primi mesi ci dedichiamo alla visita di ogni comunità per vedere, ascoltare, comprendere e poter servire, applicando le direttive del Vescovo. Inutile dirvi che, in quanto missionario, mi sento particolarmente portato a svolgere la mia funzione in questa zona rurale isolata e povera. Rinnovo un sentito grazie a don Luigi e al Gruppo missionario Miriam. Con gioia Don Elvio

Don Elvio con alcuni catechisti

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E V E R B n i E L R GO Mercoledì 4 giugno ha preso inizio la celebrazione della S. Messa al Camposanto. Questa iniziativa è continuata per tutti i mercoledì del mese di giugno, luglio e agosto. La S. Messa è stata celebrata alle ore 20,30 nei mesi di giugno e luglio e alle ore 20,00 nel mese di agosto. Domenica 15 giugno, con la S. Messa delle ore 18,30, celebrata da Don Davide, è ufficialmente iniziata l’attività del CRE. Erano presenti tanti ragazzi, molti genitori e tutto il gruppo degli animatori. Dopo la S. Messa i ragazzi iscritti al CRE, i genitori e tutti gli animatori si sono portati all’Oratorio dove era stato preparato un abbondante buffet. (VD. pag. 06-07) Giovedì 10 luglio è terminata la bella avventura del CRE con un bellissimo spettacolo all’interno del nostro Cineteatro “Sorriso”. I protagonisti sono stati i ragazzi che hanno partecipato a questa attività e gli animatori che hanno ideato, seguito e curato il tutto. Martedì 15 luglio ha preso il via il 1° turno a Pianezza dedicato ai ragazzi di 3a, 4a e 5a elementare. Una settimana caratterizzata da divertimento, allegria e tanto-tanto sole, tra camminate, preghiere, giochi e risate. (VD. pag. 08-09)

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Martedì 22 luglio c’è stato il cambio ed è iniziato il 2° turno con i ragazzi di 1a, 2a e 3a media. Nonostante la pioggia, perenne compagna di ogni giorno, non sono mancati il divertimento, la serenità, ma anche le riflessioni su diversi temi, compresi il corpo e i sogni. (VD. pag. 09-10)


Tutte le sante Messe di Domenica 3 agosto sono state predicate da Don Elvio: un’occasione per salutare i gorlesi prima del suo ritorno in Costa d’Avorio e per informarli sulla nuova missione che il vescovo Ziri Boniface gli ha affidato. Sempre molto generosa la comunità che ha donato a don Elvio per la sua missione le offerte raccolte nelle messe: Euro 1833,05. In questa stessa domenica 28 adolescenti e giovani della nostra comunità sono partiti per il mare. Destinazione… Pinarella di Cervia (RA) (VD. pag. 11-12)

Dal 9 al 15 agosto Don Carlo ha accompagnato 50 persone, tra le quali diverse anche della nostra parrocchia, alle Giornate di spiritualità ad Assisi. È stata una settimana ricca di riflessioni sulla Parola di Dio, di preghiera, di approfondimento della propria fede e di serena convivenza. Dal 17 al 25 agosto numerosi adolescenti e giovani di Gorle hanno partecipato al pellegrinaggio diocesano Assisi - Roma. ‘Un cammino della luce’, accompagnati dal Vescovo Francesco Beschi, che ha permesso di incontrare e riflettere su alcune grandi figure: San Francesco, San Pietro, ma soprattutto un’occasione per ringraziare Dio ed il Santo Padre per il dono della canonizzazione del nostro Beato Giovanni XXIII.

BATTESIMI Domenica 15 giugno sono stati celebrati, durante la S. Messa delle 10,00, i battesimi di Edwin, Nicolò, Samuele, Filippo, Luca, Marta e Sofia; sabato 21 giugno, nel pomeriggio, è stata battezzata Lisa e domenica 13 luglio, nella Messa delle 11,30 hanno ricevuto il sacramento del Battesimo Aurora, Andrea, Marta e Marco. Preghiamo il Signore perché questi bambini, aiutati dalle loro famiglie e dalla comunità, possano crescere nella Vita buona del Vangelo. MATRIMONI Due matrimoni sono stati celebrati nella nostra Chiesa: Chiara e Daniele venerdì 27 giugno, Silvia e Andrea sabato 12 luglio. Nadia e Paolo si sono uniti in matrimonio nella chiesa del Crocefisso in Valtesse S. Colombano sabato 28 giugno; Luigina e Andrea nel Santuario della Madonna della Castagna di Bergamo domenica 13 luglio. Sono diventati una famiglia, davanti a Dio e alla comunità. Preghiamo perché il Signore renda fecondo il loro amore, conceda loro pace e sostegno ed essi possano essere testimoni fedeli di vita cristiana. BENVENUTI! Le campane hanno suonato a festa per la nascita di Sebastiano: una grande gioia per mamma Manuela, papà Damiano, i parenti e per tutta la comunità di Gorle che augura una lunga vita al piccolo nato. È sempre emozionante ascoltare il suono allegro delle campane per la nascita di un bambino: ricordiamoci, però, di accompagnare questa felicità con la recita di un’Ave Maria. Vogliamo, infatti, come comunità accogliere la nuova creatura avvolgendola nella preghiera e affidandola alla Madonna. 17


Dott. MARIO MILESI (SEGUE DA MAGGIO 2014)

“Poesia è desiderio d’amare, è capacità di soffrire, è vita da comunicare. È un tratto venuto dal cuore, è anima piena che scorre, è incontro silenzioso che vola nelle reminiscenze dell’io”. Con questa poesia di Mario Milesi introduciamo la 2a parte dell’articolo a lui dedicato. Medico cardiologo che per 50 anni ha esercitato la professione medica in Borgo Santa Caterina ma da sempre è anche affermato pittore, scultore e poeta. Inizia a scrivere poesie e narrativa nel 1944-45, nel periodo della maturità al Liceo Classico P. Sarpi e produce ininterrottamente fino alla pubblicazione di libri per i quali è premiato con significativi riconoscimenti, ai Concorsi di Poesia a LEVICO, al Premio alla Cultura Livraga, ai premi Il medico di famiglia, Vecchia Lodi e Tra Secchia e Panaro. Con la narrativa ha vinto il Premio Victor Hugo. È presente in molti volumi antologici, tra cui: Il dolce web, Autori del Nuovo Millennio, I mille colori della poesia, Poetic@, I poeti del cielo, Artisti italiani per l’Europa, Analisi critica della Poesia Italiana, Poeti del mondo attraverso Internet e Rassegna poetica dedicata alla mamma (Edit. Carello). Di lui si sono occupati, tra gli altri, Lucio Klobas, Gina Guarasci, Fulvio Castellani, Pasquale Emanuele, Francesco Piselli e Romano Leoni. Opere edite: Un uomo racconta, Terrina di coniglio e Ratatouille mentre per la prosa: Dolore Amore Luce, Vita e vento, Pensando, Per un recital, La gatta sul divano, Frammenti, MomentiSette poesie, un CD con 32 poesie, Per un recital … per la poesia. 18


La grandezza e la passione profusa da Mario con la medicina la rileviamo anche nei suoi scritti che sanno cogliere nell’oggi di ogni giorno sentimenti profondi quali amore, gioia, dolore, attesa, certezza, speranza. Attento alla natura viva che lo circonda ne rivela, nello scorrere delle stagioni i mutamenti, colori, rumori, silenzi e sussurri e vento e cielo e terra e mare dei luoghi tanto cari. Nel giardino della sua casa, tra ciuffi d’erba, spuntano eleganti, esili volatili collocati in atteggiamenti molto naturali che Mario ha creato con le proprie mani. Nonostante l’importante osteoartrosi che nel corso degli anni ha minato le sue mani instancabilmente plasma, piega e modella semplice filo di ferro e piccole retine metalliche dando vita a forme animali tra le quali riconosciamo il trampoliere, il fenicottero rosa, la gallina ed inoltre il gatto, il pesce, il ragno, la libellula. Il tutto imparato “sul campo” dove il nostro artista immerso nella natura produce schegge di sensazioni e sentimenti irripetibili sempre nuovi. Emozioni che ritroviamo anche nei suoi disegni con giochi di bimbi, voli d’aquilone, leggerissime libellule e nelle tele che tappezzano la sua casa. Concludiamo proponendo le foto di due sculture e riportiamo due poesie scelte tra la vastissima produzione. In un recente cartellone pubblicitario in centro città era scritto: “La fantasia è una perpetua primavera”. Impossibile non collegarla a Mario, alla vastità, freschezza e concretezza dei suoi sentimenti. Ben si addice la poesia “Fantasia” ed inoltre abbiamo scelto “Le mie mani” dove spicca la profondità e la dedizione alla professione medica vissuta come vocazione. A Mario Milesi esprimiamo tutta la nostra grande stima e riconoscenza. A lui l’apertura e ai suoi significativi ed appropriati versi anche la chiusura dell’articolo. … con le mie poesie ho “sculpito” e disegnato sensazioni provate nel passato, vive nel presente, da ripetere nel futuro. Emozioni che ho desiderato comunicare, grazie. Mario

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FANTASIA Sognare è fantasia e sognan tutti. Parlare è fantasia e parlan tutti. Scrivere è fantasia, e scrivon tutti. Tutto è fantasia. Tutto ciò che ho detto e molto più. Ma fantasia, fantastica fantasia, è il vivere. Sopravvivere è facile. Vivere è complesso. Vivere non è consumare il momento in cui vivi, è sapersi proiettare nel passato che non è più, assorbire l’attimo presente, già sfuggito, per addivenire sicuri in un futuro che non c’è. Questa è fantasia: riempire tempi che non esistono e creare un passato scomparso, per conquistare un futuro che verrà, un futuro che sta con te un attimo, per divenir passato e mostrarsi per quel che non è. Fantasia è creare, creare una vita fantastica. Fantasia è amare, amare sogni e realtà. Fantasia è volare nel cielo, nell’acqua, nell’anima. Fantasia è essere fermi e sentirsi camminare contro vento. Fantasia è guardare occhi verdi e capirne il significato. Fantasia è ascoltare musica ed impazzirne. Fantasia è tacere ed ascoltare il tuo pensiero. Fantasia è vedere nel lampo qualcosa di nuovo. Fantasia è, ancora e sempre, amare rose, bimbi, donne. Fantasia è soffrire tanto e riuscire ad essere buoni. Fantasia è vedere il colore ed udirne l’espressione. Fantasia è essere nudi e sentirsi vestiti di sole. Fantasia è essere poveri e godere di quello che si ha. Fantasia è ciò che vuoi e goderne in libertà. Fantasia è il mondo che gira per te e non lo vuoi fermare. Fantasia è una cosa sola: vivere. Vivere nel sole, nell’amore, nell’amicizia, nel suono e nel sogno, nel colore e nel sapore, nel brivido e nella luce, nel buio e nella bontà. Fantasia è vivere!

LE MIE MANI (1996) Ma queste mani - dico - son mie? C’è scorsa tra le dita tutta una vita. Un rosario di umili meraviglie. Con dolore guardo le mie mani arrugginite dal tempo. Mani usate nel mio mondo. Sempre. Consumate carezzando il doloroso male altrui. Scorse, ora lente ora rapide ora intrepide, ora impacciate sui tasti di un pianoforte per tutta la vita. Hanno carezzato cani, uomini, sogni. Han fatto giochi musica e colori. Abbracciato tanti tanti dolori. E unite hanno pregato quel Dio in cui credo. Sì! Queste mani son mie.

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(Rachele e Cinzia)


I 5 sensi +1 MOSTRA COLLETTIVA DEL GRUPPO ARTISTI GORLESI

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rande successo di pubblico per la mostra di pittura e scultura ‘I 5 sensi + 1’, organizzata dal Gruppo Artisti gorlesi presso l’auditorium della biblioteca di Gorle dal 7 al 22 giugno. La vista, l’udito, l’olfatto, il gusto e il tatto sono stati declinati e raccontati creativamente in diversi modi. Ma i 30 artisti che hanno partecipato a questa XI rassegna sono andati oltre, conducendo lo spettatore in quella dimensione del ‘più 1’ che ha permesso di toccare l’infinito. ‘Arte’ è una parola di poche lettere che ingloba significati illimitati e spesso inconsueti. L’essenzialità del senso sta nel fulcro del termine stesso che è appunto vita, perché ogni vita è un’espressione d’arte e l’arte, intesa come prodotto, è una minima parte della personalità dell’ideatore che si manifesta attraverso l’opera. La mostra collettiva era composta da artisti dalle svariate formazioni ed espressioni: celebrare questo evento culturale ha significato rendere omaggio ai lavori degli Artisti gorlesi e contemporaneamente riconoscere ed apprezzare la vita, per il suo elevato valore esistenziale. Paola

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MARIA

MARIA Parola di Dio

È questo il titolo dell’ultimo libro scritto da Antonio Centurelli

NOTIZIE SULLA VITA DELL’AUTORE Antonio Centurelli, nato il 9 settembre 1936 a Bergamo dove vive in via Davide Albertario 4, spesse volte trascorre le sue giornate qui a Gorle, in via Turati 2E, nel suo laboratorio pieno di libri, di quadri, di fogli con disegni e pitture che rappresentano paesaggi, scorci di paesi e di città, scene bibliche e religiose, racconti e fiabe, realizzati con diverse tecniche pittoriche. Personaggio poliedrico, ha conseguito dapprima il diploma di ragioniere e di geometra, poi ha fre­ quentato l’Accademia Carrara di Bergamo. Ha inoltre ottenuto il Diploma in Scienze Religiose e quello di Magistero, conferitogli dalla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Nel 1974 abbandona la Facoltà di Architettura per dedicarsi allo studio della filosofia, della teologia e della catechesi. Nel campo umanitario il suo scopo principale è quello di aiu­ tare fattivamente e, con il supporto della stampa, sensibilizzare le coscienze per le im22

pellenti necessità di alcune missioni e lebbrosari. Nel 1980 riceve, a tale riguardo, il Crocefisso da S.E. Mons. Clemente Gaddi, Vescovo di Bergamo. Il Vescovo Roberto Amadei, in occasione della pubblicazione della prima Edizione del libro di poesie “Acquerelli di parole” gli ha fatto omaggio di una artistica medaglia, raffigurante Papa Giovanni XXIII, opera di Enrico Manfrini. Ha incontrato per ben due volte Benedetto XVI: il 25 ottobre 2006 ha presentato personalmente al Papa i suoi tre volumi di poesie sulla tematica filosofica-teologica “Uomo-Dio” relativi ai temi della famiglia, dei disabili e dell’Eucaristia, rispettivamente dai titoli “Acquerelli di parole - Le ali dello Spirito - La voce del silenzio”. Il 18 maggio 2011 lo scrittore ha consegnato nelle mani del Papa due volumi di poesie: “Oltre il frastuono” e “In cerca dell’Assoluto” e il libro edito dalla casa editrice Elledici di Torino: “L’Eucaristia nel pensiero di J. R. Benedetto XVI”, ricevendo le congratulazioni dal Papa che lo ha incoraggiato a proseguire in questa sua ricerca.


Centurelli ha poi fatto dono di un suo quadro, raffigurante Bergamo Alta, a ricordo della visita fatta a Bergamo da Ratzinger, negli anni in cui non era ancora stato eletto al soglio pontificio. Ora attende il mese di settembre nel quale avrà un incontro con Papa Francesco. IL LIBRO È l’autore stesso che ci rivela i motivi che lo hanno spinto a scrivere “Maria Parola di Dio”. «In primo luogo, egli scrive, faccio presente che questo libro vuol essere un inno di lode e di ringraziamento al Signore per gli innumerevoli benefici che Egli ha concesso alla Vergine Santa e tra questi, principalmente, l’immacolato concepimento, la maternità divina, l’assunzione in cielo in anima e corpo. Secondariamente questo libro è un omaggio che inten­do rivolgere a Maria, Madre di Dio, della quale sono da sempre devoto, e un atto di riconoscenza per le numerose grazie che Ella ha concesso a me e alla mia famiglia con la sua materna intercessione. Infine, questo libro vuol essere un sincero gesto d’a­more al compianto mio fratello Ernesto, deceduto il 21 luglio 2011 in seguito ad una lunga e dolorosa malattia, per i meravigliosi esempi di bontà e di generosa sotto­missione alla volontà di Dio, che egli mi ha lasciato. E per tale motivo che questo libro lo dedico a lui». Centurelli, nella prefazione, ci manifesta anche i limiti della sua opera: «Desidero sottolineare che questo mio libro non vuole avere la pretesa di essere un trattato di Mariologia, né sul piano teologico e neppure su quello esegetico, ma uno scritto che ha come finalità il dare la gioia al mio spirito ed offrire, ad eventuali lettori, l’accrescere nel proprio cuore la devozione alla Vergine Santa, Madre di Dio, Madre nostra e Madre della Chiesa. Se anche solo in parte questo mio desiderio si realizzerà, sono fiducioso che non solo la Vergine Santa avrà benedetto questa mia “fatica” letteraria, ma che essa costituirà anche per i miei fratelli nella fede la realizzazione di quanto la Madonna

ebbe a proclamare nel canto del suo ‘Magnificat’: “Tutte le generazioni mi chiameranno beata”». UN COMMENTO Ho letto con gusto questo libro che ho trovato semplice e nello stesso tempo ricco di riflessioni sulla Madonna Santissima. Ella è la creatura che più di ogni altra vive la Parola di Dio, è il riflesso di ciò che il Signore dice, guardando a Lei si scopre e si comprende quella Parola che in Lei è diventata carne e Salvezza per tutto il genere umano. A Lei in modo particolare è stato chiesto di vivere quella fede che è apertura continua al Mistero, che, proprio perché Mistero, non è del tutto afferrabile e richiede una continua conversione a quella Parola che chiede di essere vissuta per essere capita. Così è stato per la Vergine Santissima nel momento dell’Annunciazione, nel ritrovamento di Gesù al tempio, alle nozze di Cana, nelle varie tappe della vita pubblica del Figlio, sotto la croce, nella Risurrezione, nella Pentecoste. La lettura di questo libro ha il pregio, almeno così è stato per me, di suscitare nel lettore l’amore per la Mamma di Gesù e Madre nostra e nel contempo di far vedere che Ella stessa è stata chiamata a scoprire nel tempo il senso di quel “Sì” detto all’Angelo nel momento dell’Incarnazione. Ella ci insegna che fare la volontà del Padre significa avere un cuore docile che sappia “sottomettersi” alla “Parola”. Come? “Fate quello che egli vi dirà”: è la raccomandazione che la Madonna suggerisce ai servi alle nozze di Cana quando il vino era venuto a mancare. Ed è questa la grandezza di Maria: aver accolto la “Parola”, sempre. Ed è questa anche la nostra grandezza quando diventiamo capaci di accogliere la “Parola” nella nostra vita, nella nostra storia. Maria, Parola di Dio, ci aiuti a vivere questa Parola nella nostra quotidiana esperienza, perché anche noi, non certamente quanto Lei ma per quanto ne saremo capaci, possiamo diventare per gli altri “Parola di Dio”. Don Luigi

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1 Ottobre I SEGRETI DI OSAGE COUNTY (I) di John Wells L’Oklahoma delle ‘grandi pianure’ dove in estate il caldo è soffocante. Beverly e Violet Weston portano avanti stancamente il loro lungo matrimonio. Lui poeta e professore, beve. Lei s’impasticca come se non ci fosse un domani. All’improvvisa sparizione dell’uomo, la casa tornerà a riempirsi: le tre figlie (Roberts, Nicholson, Lewis), ormai lontane una con le altre, si ritrovano nel luogo dove sono cresciute. Una alle prese con un matrimonio agli sgoccioli, l’altra (apparentemente) ancora sola, e la terza, la svampita, accompagnata da un cialtrone che le ha promesso mari e monti. Verrà tutto a gala, anche le cose più insospettabili di un passato che sembrava sepolto. John Wells riunisce un cast di stelle per portare sullo schermo la pièce premiata con il Pulitzer di Tracy Letts: nella miglior tradizione dei film-teatrali, “August Osage County” affida alla parola e agli stati d’animo i cambi di ritmi di un racconto solido e strutturato. Facilitato, in questo, dalla verve di attori straordinari: oltre alla Streep e alla Roberts - candidate all’Oscar - rubano la scena comprimari di lusso, come la zia Margo Martindale, lo zio Chris Cooper e il cugino Benedict Cumberbatch. VALERIO SAMMARCO 8 Ottobre LA SEDIA DELLA FELICITA’ di Carlo Mazzacurati Nel paesaggio fisico e umano del Nord Est, quello che mai nessuno aveva raccontato bene come il regista Carlo Mazzacurati, le facce, le andature, gli atteggiamenti hanno importanza fondamentale. Nell’ultimo film dell’autore scomparso a gennaio, il più allegro e insieme il più triste perché esce accompagnato dall’aggettivo ‘postumo’, ne scorrono tante, 24

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ma una più azzeccata dell’altra. Quella scettica e rassegnata del tatuatore Valerio Mastrandea, quella intraprendente e impertinente dell’estetista Isabella Ragonese, quella colpevole e ambigua del sacerdote Giuseppe Battiston, quella ermetica del pescivendolo Roberto Citran… Tutti insieme per raccontare la favola grottesca di un tesoro nascosto in una sedia. Una galleria variopinta di attori italiani intenti a dare il massimo, diretti con il gusto intelligente di uno che, guardandoli, si divertiva pensando a divertire gli altri. Oltre agli equivoci, ai colpi di scena, al ritratto di un’umanità in bilico sul baratro della catastrofe, resta della “Sedia della felicità”, il senso di un lavoro comune, fatto bene e fatto con amore. Un’energia vitale che trascende la storia, ne accentua il tocco di follia e dimostra che l’importante è sempre nonostante tutto e fino all’ultimo respiro fare quello che piace. ALESSANDRA LEVANTESI KEZICH 15 Ottobre IL CAPITALE UMANO di Paolo Virzì Con “Il capitale umano” Paolo Virzì ha cambiato passo. È andato in Brianza a raccontare come è cambiata l’Italia, lo ha fatto come se partisse per l’Alaska. Ha messo in valigia i suoi attrezzi da sarto di storie e come un esploratore si è addentrato di soppiatto nella terra dei ricchi. Di quelli che hanno scommesso sulla rovina del nostro paese, e hanno vinto. Gli speculatori, i maghi della finanza, quelli che ti promettono di guadagnare il 40 per cento sui tuoi risparmi e che poi se li mangiano, con la tua vita intera. Che calcolano con un algoritmo quanto costa la tua morte, il ‘capitale umano’ del titolo: il risarcimento agli eredi per l’assenza. Il film è bellissimo, il migliore di Virzì. Potente, lieve, preciso. Il regista dirige un gruppo di attori eccezionali, rendendo ciascuno di loro, se ancora possibile, una sorpresa. La storia avviene alla vigilia di Natale in un piccolo paese della Brianza. C’è una cena di gala, c’è un incidente - il cameriere della cena torna a casa in bici, investito da un Suv - c’è un colpevole ignoto.


Affresco polifonico e corale (riscrittura del romanzo di Stephen Amidon). L’America è qui in Brianza. CONCITA DE GREGORIO

22 Ottobre IDA di Pawel Pawlikowski Sarebbe bello che questo film, “Ida”, riuscisse a valicare i limiti di un pubblico ristrettissimo da festival (ha partecipato all’ultima edizione di quello torinese). Emana un profumo molto vintage da ‘nuovo cinema’ dell’est europeo a cavallo tra anni ’50 e ’60 (i primi Polanski e Skolimowski o un possibile sviluppo del meraviglioso “Cenere e diamanti” di Wajda), ma senza fare del proprio look un feticcio. Anno 1962. Due figure femminili. La più giovane (Ida) è un’orfana cresciuta in convento che alla vigilia dei voti la superiora, lungimirante, spinge a uscire per conoscere un po’ il mondo al quale sta per rinunciare e ciò che resta della sua famiglia. La zia Wanda, sorella della madre, mai incontrata prima. Wanda, giudice che ha mandato a morte non pochi ‘controrivoluzionari’, donna sola dedita ad amori occasionali e all’alcool, ex partigiana comunista profondamente delusa, svela a Ida la sua origine ebraica e il come sono andate le cose, e come si è salvata e come invece i suoi genitori non si sono salvati. Un tratto di strada insieme, dopo ciascuna farà le proprie scelte. Teso, potente, intenso. PAOLO D’AGOSTINI

in particolare le feroci strategie di marketing con le quali le ‘firme’ dei medicinali si contendono il mercato. Claudio Santamaria è Bruno, ufficialmente ‘informatore medico’, più prosaicamente piazzista: è uno di quei tizi con la valigetta che dal dottore passano sempre davanti a noi poveracci, disposti a tutto per piazzare il campionario. Sopra Bruno c’è una capo feroce (Isabella Ferrari, bravissima) pronta a sbranare gli informatori se non raggiungono gli obiettivi. Dietro Bruno c’è una vita privata inesistente, uno stress che attanaglia l’apparato dirigente: il giovane consuma più medicine di quante non riesca a venderne. È il capitalismo, bellezza. Film come “Il venditore di medicine” sono necessari: e bisogna dire che il nostro cinema ha sempre capito questa necessità…Sono film che portano alla luce mestieri sommersi, invisibili e ne mostrano i lati più oscuri. ALBERTO CRESPI

29 Ottobre IL VENDITORE di MEDICINE di Antonio Morabito Una tradizione che non muore: quella del ‘cinema civile’, alla quale l’Italia deve fior di capolavori. Antonio Morabito, autore di corti e documentari al secondo lungometraggio, ci accompagna in un mondo che pochi di noi conoscono, ma con il quale abbiamo prima o poi a che fare: l’industria farmaceutica, e Proiezione unica con inizio alle ore 20,45 Costo di ogni proiezione € 4,50 Tessera per nr. 5 film € 18,00 Per ogni film è prevista una scheda di presentazione. Tutte le news su www.oratoriogorle.net

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LE VITE DEI SANTI Ss. Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, 29 settembre 2014 ARCANGELO MICHELE Il nome dell’arcangelo Michele, che significa “chi è come Dio?”, è citato cinque volte nella Sacra Scrittura e in tutte le cinque volte egli è considerato “capo supremo dell’esercito celeste”, cioè degli angeli in guerra contro il male. Nell’apocalisse il male è rappresentato da un dragone con i suoi angeli che, sconfitto nella lotta, fu scacciato dai cieli e precipitato sulla terra. In altre scritture il dragone è un angelo che aveva voluto farsi grande quanto Dio e che Dio fece scacciare, facendolo precipitare dall’alto verso il basso, insieme ai suoi angeli che lo seguivano. Michele è stato sempre rappresentato e venerato come l’angelo-guerriero di Dio, rivestito di armatura dorata in perenne lotta contro il Demonio che continua nel mondo a spargere il male e la ribellione contro Dio. Dopo l’affermazione del cristianesimo, il culto per San Michele ebbe in Oriente una diffusione enorme, ne sono testimonianza le innumerevoli chiese, santuari, monasteri a lui dedicati come ad esempio la chiesa funeraria del Cremlino a Mosca in Russia. In Occidente si hanno testimonianze del suo culto con le numerosissime chiese intitolate a volte a S. Angelo, a volte a S. Michele, come il celebre santuario e monastero di Mont Saint Michel in Normandia in Francia. L’Arcangelo viene riconosciuto anche come guida delle anime al cielo. Questa sua funzione è evidenziata nella liturgia romana, in particolare nella preghiera per l’offertorio della 26

messa dei defunti: “Signore Gesù Cristo, libera le anime dei fedeli defunti dalle pene dell’inferno; San Michele, che porta i tuoi santi segni, le conduca alla luce santa che promettesti ad Abramo e alla sua discendenza”. La tradizione attribuisce a San Michele anche il compito della pesatura delle anime dopo la morte. Per questo, in alcune sue rappresentazioni iconografiche, oltre alla spada, l’Arcangelo porta in mano una bilancia La sua festa liturgica principale in Occidente è iscritta nel Martirologio Romano al 29 settembre e nella riforma del calendario liturgico del 1970, è accomunato agli altri due arcangeli più conosciuti, Gabriele e Raffaele nello stesso giorno, mentre l’altro arcangelo a volte nominato nei testi apocrifi, Uriele, non gode di un culto proprio. Per la sua caratteristica di

“guerriero celeste” San Michele è patrono degli spadaccini, dei maestri d’armi; poi dei doratori, dei commercianti, di tutti i mestieri che usano la bilancia, i farmacisti, pasticcieri, droghieri, merciai; fabbricanti di tinozze, inoltre è patrono dei radiologi e della Polizia. Difensore della Chiesa, la sua statua compare sulla sommità di Castel S. Angelo a Roma, che come è noto era diventata una fortezza in difesa del Pontefice; protettore del popolo cristiano, così come un tempo lo era dei pellegrini medievali, che lo invocavano nei santuari ed oratori a lui dedicati, disseminati lungo le strade che conducevano alle mete dei pellegrinaggi, per avere protezione contro le malattie, lo scoraggiamento e le imboscate dei banditi. ARCANGELO GABRIELE Il nome deriva dall’ebraico e significa: “La forza di El”, “El è forte”, o anche “l’uomo forte di El”. L’Arcangelo Gabriele viene anche chiamato “Eroe di Dio”, ed è a capo degli ambasciatori per l’umanità, nonché l’Angelo della Rivelazione. Ha rivelato a Daniele i segreti del piano di Dio e ha annunciato la nascita di Giovanni Battista e di Gesù, e per i musulmani è stato il tramite attraverso cui Dio rivelò il Corano a Maometto. Nella tradizione biblica è a volte rappresentato come l’angelo della morte, uno dei Messaggeri di Dio e anche come angelo del fuoco. Nella tradizione cristiana è conosciuto come uno degli arcangeli, anche se questo non trova riscontro nella Bibbia, dove si


LE VITE DEI SANTI Ss. Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, 29 settembre 2014 per Gabriele l’immagine dell’arcangelo in abiti di corte, con una tunica dalmatica bianca coperta dalla clamide.

parla sempre di un solo arcangelo (angelo capo) al singolare e mai al plurale e, comunque, non riferito mai a Gabriele bensì a Michele. Nel nuovo testamento, Gabriele è l’angelo che rivela a Zaccaria che Giovanni Battista nascerà da Elisabetta, e che visita Maria rivelandole che sarà lei la madre di Gesù. Gabriele può anche essere l’angelo che visitò Giuseppe apparendogli in sogno. Il suo aspetto rispetta quello dell’angelo: giovane figura androgina alata che talvolta porta il diadema. Spesso raffigurato con il giglio portato alla Vergine nell’Annunciazione. L’angelo Gabriele viene promosso ad arcangelo dai testi dei Vangeli apocrifi, senza che da questo derivi una particolare distinzione iconografica, dipendente piuttosto dall’episodio rappresentato che dagli attributi specifici. Per questa ragione non è imprescindibile

ARCANGELO RAFFAELE Raffaele è, nella tradizione apocrifa biblica, uno degli angeli che sono alla presenza di Dio e ne cantano incessantemente le lodi. Il nome Raffaele vuol dire “medicina di Dio” o “Dio guarisce” e si contrappone al significato del nome del diavolo Asmodeo: “colui che fa perire”. È l’angelo dell’amore sponsale e della salute. È, nella chiesa cattolica, come in quella ortodossa, il patrono di giovani, fidanzati, sposi, farmacisti, educatori, viandanti e profughi. Nell’iconografia cristiana i suoi simboli sono il pesce e il vaso dei medicamenti. Per gli adolescenti ed i giovani che vanno fuori di casa per la prima volta c’è un patrono d’eccezione, l’arcangelo San Raffaele. II motivo di tale patronato è presto detto. Egli è quello spirito creato da Dio che compare nel libro di Tobia. Nucleo centrale del libro è il viaggio intrapreso da Tobia per recuperare, in terra lontana, un credito del padre divenuto indigente, con il “sicuro” accompagnamento di un personaggio che si rivelerà essere alla fine l’arcangelo Raffaele. Una volta giunti sulle rive del Tigri, Tobia veniva invitato a pescare nel fiume con le mani un pericoloso pesce in parte per alimentarsi ma, soprattutto, per conservarne il cuore, il fegato ed il fiele. Nel complicato e avventuroso viaggio essi diventeranno elementi di cla-

morose guarigioni. Con i profumi dei due organi posti sopra un braciere, Sarra, posseduta dal demonio che le aveva fatto morire i primi sette mariti, ne verrà liberata e diventerà, senza più pericolo, moglie di Tobia. Più avanti, con il fiele applicato sugli occhi del padre, il giovane riuscirà a guarirlo dalla cecità. Col credito recuperato si narra a conclusione del racconto, doveva essere ricompensato il generoso accompagnatore. Raffaele però rifiutò ogni offerta e, invitando a ringraziare Iddio, salì in alto. Nel Medioevo gli adolescenti ed i giovani che lasciavano la casa per la prima volta si ponevano sotto la protezione di San Raffaele e portavano con loro una tavoletta che li raffigurava nei panni di Tobia accompagnato dall’arcangelo. Dal racconto biblico si comprende anche come Raffaele sia invocato contro molte malattie dell’anima e del corpo. Negli ultimi tempi la sua festività liturgica è stata portata dal 24 ottobre al 29 settembre, insieme a quella di Michele e di Gabriele. Ancora oggi i farmacisti lo ricordano ogni anno come loro principale patrono. 27


NGOLO DELLA POESIA L’unica via Non si arriva ad una meta se non per ripartire e la dove siamo ora non è che una tappa del nostro cammino, con la certezza che ogni sera è la promessa di un’aurora. Conta i fiori del tuo giardino mai le foglie che cadono. Conta le ore della tua giornata dimentica le nuvole. Conta le stelle delle tue notti non le tue ombre. Conta i sorrisi della tua vita non le lacrime. E ad ogni compleanno conta con gioia la tua età dal numero degli amici non da quello degli anni. Che piccola cosa una vita! La mia, come tutte, è una goccia. Voglio si perda in un mare d’amore: è l’unica via; altrimenti è una goccia sprecata: troppo piccola per essere felice da sola, troppo grande per accontentarsi del nulla. Questa poesia, di cui non conosco l’autore, ci invita a non stare fermi in attesa degli eventi ma a precederli, ad essere noi a costruirci, giorno per giorno, il nostro futuro. A pensare ogni sera che non siamo ad un traguardo ma ad un punto di partenza per il giorno dopo. Ad essere ottimisti, a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, non mezzo vuoto. Ad amare le cose belle: non guardare le foglie che cadono, ma i fiori che nascono. Apprezza le gioie e i sorrisi che ti offre la vita, non pensare ai dolori, ci suggerisce l’autore. Ad ogni compleanno, non soffermarti a contare gli anni ma verifica con gioia il numero dei tuoi amici: se hai vissuto con amore e giustizia ne avrai tanti. Ma la parte migliore della poesia è la seconda. La nostra vita è una piccola grande cosa. Se considerata a se stante è una piccola goccia infelice e sprecata, ma se fa parte del grande mare dell’Amore allora è una vita realizzata e felice, che può fare grandi cose. 28


al Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò” Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri

GORLE DOMENICA 28 SETTEMBRE 2014 GAZEBO PER LA RACCOLTA A FAVORE DELLA FONDAZIONE A.R.M.R. Aiuti per la Ricerca sulle Malattie Rare Fondazione Internazionale Aiuti per la Ricerca sulle Malattie Rare Presidenza Dott.ssa Daniela Gennaro Guadalupi Tel. +39.035.671906 Cell. 345 3694036 www.armr.it @mail: presidenza@armr.it Segreteria Gabriella Crespi Chisci Delegazioni Ancona Canton Ticino Lugano Catania Cosenza Cremona Ferrara Genova Milano Monte Argentario Noto Novara Varese Pisa Sarnico Sebino Tirano Torino Umbria Verbania Elargizioni c.c. postale n° 14246219 c.c. bancario n° 94728 ABI 5428 - CAB 11101 Banca Popolare di Bergamo Sede IBAN: IT28E0542811101000000094728 c.c. bancario n° 360621 ABI 08899 - CAB 11100 Cassa Rurale - BCC Treviglio Filiale di Bergamo IBAN: IT28E0542811101000000094728 Devoluzione 5 x mille nella Dichiarazione dei Redditi codice fiscale Fondazione A.R.M.R. Onlus 02452340165 Socio Socio Socio Socio

Quote associative giovane 5 euro ordinario 30 euro sostenitore 60 euro benemerito 600 euro

Raccogliere fondi per finanziare borse di studio da dedicare alla Ricerca sulle Malattie Rare grazie all’aiuto dei cittadini.

La Manifestazione “Un Sorriso per la Ricerca”, organizzata dalla Fondazione A.R.M.R., è giunta alla sua sedicesima edizione. Domenica 28 settembre 2014 sul sagrato della Chiesa Parrocchiale dalle ore 8,30 alle ore 13 come di consueto verrà allestito un gazebo dove saranno distribuiti riso, biscotti, caramelle e quant’altro in cambio di una libera offerta. Il ricavato servirà a finanziare Borse di Studio annuali e Grant di Ricerca da assegnare a ricercatori del Centro di Ricerche Cliniche sulle Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò” di Villa Camozzi in Ranica (Bergamo), che fornisce gratuitamente aiuto concreto agli ammalati. Il Centro “Aldo e Cele Daccò” fa parte del prestigioso Istituto Mario Negri. Le Borse di Studio e i Grant di Ricerca vengono consegnate ogni anno durante la cerimonia ufficiale che si svolge presso la Sala Mosaico della Borsa Merci di Bergamo, entro la fine di ogni anno. La Fondazione A.R.M.R. ha già assegnato oltre 110 Borse di studio e numerosi Grant di Ricerca, grazie ai tanti volontari, ai donatori e ai cittadini, ognuno ha donato e dona il suo tempo, i suoi mezzi, le sue capacità, il suo entusiasmo, la sua fantasia. Durante la manifestazione saranno presenti dei volontari che forniranno informazioni relative alle attività svolte dal Centro di Ricerche (Aldo e Cele Daccò). Vi aspettiamo per condividere i nostri ideali, scopi ed obiettivi. Coordinatrice e responsabile delle piazze Anna Valtellina

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