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anno I n° 4 Novembre 2009
giornale d’informazione, attualità e cultura
L’Automobile Club di Catania informa
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Giampilieri, l’alluvione dimenticata
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Educazione stradale nelle “rotonde”
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Materiali a “impatto zero” per l’ambiente
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Intervista a Salvo La Rosa
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Tremestieri in passerella, Giulia la modella del Mese
pag. 8-9 Sorgente Cifali, questa sconosciuta
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Bellezze
di Sicilia
Giuseppe Castiglia con Allakatalla a RSC
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Novembre 2009
Sara Racing Week End: in strada ed in pista vincono le regole
Nel mondo ogni giorno muoiono 3 mila persone (solo l’aids miete più vittime tra i giovani); gli incidenti stradali sono la prima causa di morte giovanile; in Italia al giorno avvengono, in media, circa 630 incidenti stradali al giorni con oltre 15 morti. Non è un bollettino di guerra. Sono le allarmanti cifre conseguenti a incidenti stradali. Proprio per sensibilizzare giovani e opinione pubblica sul tema degli incidenti stradali, lo scorso 6 novembre, presso il Centro Fieristico catanese “Le Ciminiere”, si è svolto il “Sara Racing weekend”, importante iniziativa organizzata dall’Automobile Club di Catania, in collaborazione con Aci Sport, Sara Assicurazioni e con il Patrocinio della Provincia Regionale di Catania. Sette le scuole medie superiori catanesi che hanno partecipato (Ist. Tec. Industriale Archimede, Liceo Classico Cutelli, Ist. Tec. Industriale Marconi, Ist. Magistrale Lombardo Radice, Ist. Prof. Alberghiero Woytila e Ist. Eredia) e oltre 500 gli studenti del IV e V anno coinvolti. Il dott. Carlo Sorbello, Direttore dell’AC di Catania, ha sottolineato come “quest’iniziativa rinnova e rinforza l’impegno dell’Au-
tomobile Club di Catania e di Sara Assicurazioni nella promozione della sicurezza stradale e nella formazione dei giovani. Se si pensa che il 33% delle vittime sono dovute a comportamenti non responsabili dei guidatori – fa notare il direttore - allora termini come informazione, formazione, educazione stradale e rispetto delle regole non sono pura retorica, ma diventano concetti culturali da metabolizzare se si vogliono evitare molte tragedie. Un ringraziamento speciale – sottolinea Sorbello – va a quanti hanno ritenuto meritevole quest’ini-
to rientrare questa iniziativa nella loro programmazione didattica, garantendo la partecipazione dei loro studenti”. “In strada e in pista vincono le regole”, questo il leit motiv della manifestazione, rivolta ai ragazzi non per farli evadere dalla routine scolastica, ma per far passare un messaggio forte come quello della guida sicura. Tra gli ospiti, il Vicequestore aggiunto dr. Fatuzzo della Questura di Catania, in rappresentanza del Questore dr. Pinzello, definendo la multa come “il fallimento della prevenzione e il trionfo dell’ineducazione stradale”, ne sottolinea tuttavia la
Da sinistra: l’Ispettore Capo della Polstrada dr. Ferrero, il vicequestore aggiunto dr Fatuzzo, il direttore dell’Ac di Catania dr Sorbello, il pilota Andrea Montermini e la d.ssa Ciollaro di Sara Assicurazioni ziativa: la Provincia Regionale di Catania, l’Ufficio Scolastico provinciale, la Questura di Catania, la Polizia Stradale nella persona del Comandante del Dipartimento della Sicilia Orientale, dr Antonio Sireci e dell’Ispettore Capo dr Ferrero, e i Presidi che hanno fat-
necessarietà “per far comprendere che certi comportamenti sono sbagliati e da modificare. Se c’è educazione stradale - ha aggiunto - c’è educazione in senso lato e conseguentemente una migliore convivenza civile”. L’Ispettore Capo dr. Ferrero ha reso parte-
cipe la platea delle conoscenze maturate direttamente sul campo, concludendo il suo intervento con la puntualizzazione che “il miglior sistema di sicurezza è la testa del conducente”. Durante l’incontro, è stato proiettato anche un video con alcune fasi dei corsi di guida sicura presso il centro ACI di Vallelunga( RM), commentato dalla dr.ssa Ciollaro di Sara Assicurazioni, la quale ha inoltre spiegato che i primi due studenti partecipanti all’incontro, che si classificheranno primi nel gioco on line sulla guida sicura, vinceranno un corso proprio a Vallelunga. Molto atteso e seguito l’intervento di Andrea Montermini, pilota sportivo (dal ’95 al ‘96 in formula 1 con il team Pacific Lotus e Forti Corse) ed istruttore di guida sicura, che ha affascinato la platea spiegando i retroscena delle gare di formula 1, parlando dei sistemi di sicurezza utilizzati dai piloti professionisti, nonché le regole che da questi devono essere seguite, dando preziosi consigli sui migliori comportamenti alla guida e coinvolgendo simpaticamente i ragazzi, ricordando che “è meglio perdere un minuto nella vita, che la vita in un minuto”. Tiziana Campo
L’editoriale
Alluvione di Messina, quando una tragedia non serve
Una tragedia dimenticata quella dell’alluvione di Messina, che lo scorso 1 ottobre ha causato la morte di 30 persone, lasciando migliaia di persone sfollate. L’interesse mediatico si è concentrato sulla tragedia solo nei primi tempi. Gli abitanti lamentano scarsa attivazione da parte delle istituzioni, indifferenza generale e incertezza su tutti i fronti. “Siamo lasciati alla nostra sorte - polemizza Antonio, un abitante di Giampilieri che ha perso tutto - senza sapere cosa fare. Si parla di sovvenzioni, di aiuti, ma sono solo voci che si rincorrono un giorno e vengono poi smentite subito dopo. Nessun intervento economico - continua il ragazzo - è stato previsto per chi, come me, aveva un’impresa. Gli aiuti alimentari e di altro genere scarseggiano. Siamo stanchi e, se la situazione non cambierà, faremo anche gesti eclatanti. Abbiamo vissuto un dramma e andiamo aiutati”. Giornali e notiziari hanno ormai calato il sipario sulla vicenda, “mentre – lamentano gli sfollati – si parla ancora continuamente del terremoto de L’Aquila per osannare l’efficienza degli interventi”. Siamo convinti che tutte le tragedie meritino considerazione, attenzione e pronta risoluzione. Tutte hanno la stessa dignità, ma forse qualcuna serve meno. Probabilmente è questo il caso. Forse l’alluvione di Messina è capitata in un momento sbagliato. Se fosse occorsa in prossimità delle elezioni o si fosse prestata bene ad essere strumentalizzata per qualche fine, probabilmente sarebbe gli sarebbe stata rivolta la giusta attenzione. Considerata la scarsa solidarietà mostrata nei confronti della tragedia (gli unici soldi arrivati sono stati quelli della fondazione Bonino Puleo in favore dei parenti delle vittime), il comitato di Giampilieri ha aperto un conto corrente per gli aiuti al paese gestendolo personalmente: Banco di Sicilia, salviamo Giampilieri IBAN it 8600102016502000300747148.
Tiziana Campo BALLARO’ NEWS - Editore: SaperexGuidare - Giovanni Calì. Direttore Responsabile: Tiziana Campo. Direttore Editoriale: Giovanni Calì. Caporedattore: Antonella Capizzi. Collaboratori: Nelly Gennuso, Andrea Giuffrida, Stefania Patanè, Carmelo Guglielmino, Giulia Calì. Foto della modella: Sambataro Fotografia. Redazione: V. Fortuna, 24 Catania. Tel. 3394999393 email: giovanni.cali@saperexguidare.it - Pubblicità: Itaca Group tel. 3286925521. Grafica & Stampa T.M., Via N. Martoglio, 93 - S. Venerina (CT). Distribuzione gratuita ai soci ACI di Catania e per tutti i lettori a Catania, in tutti i Comuni dell’hinterland, nelle edicole Edicolè v. Roma 261 ed Editel di Bulla Fabio, v. Duca d’Aosta 34 a S. G. la Punta e Tabaccheria Edicola di Pappalardo Giovanni, p.zza Don Diego 3 a Pedara e a p.zza Stesicoro presso Winplay. Registrazione Tribunale Catania iscr. n°12 del 13/03/2009. Il giornale viene stampato utilizzando carta ecologica in mais. Per l’edizione on line, www.ballaronews.it, in cui troverete anche uno spazio dedicato ai redazionali delle varie aziende. Buona lettura.
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Novembre 2009
Intervista al Comandante della Polizia Municipale di Sant’Agata Li Battiati, dr. Rovida
“Abituare alla legalità e insegnare il rispetto delle regole”
Intervistiamo il dott. Rovida, Comandante della Polizia Stradale di S.Agata Li Battiati, il quale ha fortemente sostenuto il progetto di sicurezza stradale promosso dall’Associazione “SaperexGuidare”, per parlare con lui di sensibilizzazione, prevenzione stradale e interventi della Polizia Stradale di Sant’Agata Li Battiati. Comandante, quali sono stati gli interventi intrapresi in merito alla sicurezza stradale? Quali le maggiori problematiche? Il 70% degli incidenti stradali interessano il centro urbano e parecchi coinvolgono i motoveicoli e i ciclomotori; nei casi peggiori la causa del decesso avviene quasi sempre per mancanza di casco o per l’alta velocità. Il nostro Corpo di Polizia Stradale si è adoperato per prevenire queste due grosse problematiche: nei tre punti strategici del paese sono stati installati degli autovelox e degli speed led che rilevano la velocità e si sono riscontrati dei passaggi folli anche a 150 km orari nelle ore notturne. È evidente uno scarso senso di ottemperanza alla norma. Sono tanti i ragazzi che non portano il casco oppure lo portano male, non allacciato o non omologato; mentre il casco deve
essere obbligatoriamente omologato perché serve ad evitare piccoli traumi, o, come nel caso di chi è alla giuda di una moto che sviluppa una velocità elevata, a salvare la vita. Dagli ultimi controlli effettuati, in merito all’articolo 171 (legge sul casco) stiamo purtroppo assistendo ad un fatto ancora più drammatico: parecchi ragazzi sono scoperti di assicurazione. Questo significa che alle spalle c’è un’impossibilità economica dei familiari, ma anziché operare per una soluzione diligente, quale potrebbe essere il servirsi dei mezzi pubblici, si ignora la legge con tutti i rischi che questo comporta. Per ovviare a tutto ciò è indispensabile che cambi la cultura, abituando la mente alla legalità e insegnando il rispetto delle regole. Quanto sono importanti sensibilizzazione e prevenzione stradale? E’ importantissima! Infatti è già il quarto anno che viene promosso il progetto dell’Associazione “SaperexGuidare”, e anche quest’anno, pur con un enorme sforzo, abbiamo creduto nella validità del progetto. Infatti, abbiamo riscontrato dei risultati positivi alla fine del corso: i ragazzi riman-
gono molto colpiti dalle immagini degli incidenti e si rendono conto della drammaticità di questi eventi. Ma questa positività d’azione risulta momentanea e circoscritta, sintomo del fatto che la cultura ancora non è pronta ad immagazzinare questi giusti comportamenti e a perseguirli anche per il futuro. Crede che la sanzione sia un deterrente efficace? E quali i vostri obiettivi? La sanzione è un deterrente molto limitato, anzi, spesso mette ancora più in difficoltà chi si ha di fronte. Credo che il primo buon esempio debba essere rappresentato dalla famiglia, che deve trasmettere ai figli il modus educandi. La scuola ha anche un ruolo molto importante: è lì che i ragazzi si relazionano con gli altri, imparando inoltre il rispetto per le norme e la legalità, e ovviamente anche noi, come forza di polizia, dobbiamo impegnarci nel garantire tutto questo. Promuovere l’utilizzo costante dei sistemi di sicurezza, puntare sulla prevenzione e sul rispetto delle norme relative alla velocità e alla sicurezza urbana, creando una nuova cultura di comportamento; inoltre rendere consapevoli i giovani della drammatica facilità con cui il rischio sulle strade diventa una tragedia. Stefania Patanè
Rotatorie stradali : regole contro il panico centrifugo
Sono ben noti a chiunque i particolari problemi di viabilità che presenta Catania. Sembra che ogni catanese che si rispetti abbia un innato bisogno di commettere almeno un’infrazione giornaliera. Per limitare i troppo numerosi incidenti, da qualche anno si è optato per sostituire i classici incroci semaforici, causa anche di inquinamento acustico e ambientale, con rotatorie stradali, importate da Francia e Inghilterra. Le “rotonde” costituiscono un minor pericolo per gli utenti del traffico cittadino, poiché al loro interno esistono solo quattro punti di intersezione e dunque di possibili incidenti. Sono anche motivo del rallentamento della velocità e di maggior fluidità e regolarità del traffico. Nonostante siano sicure quasi quanto i giochi per bebè, il popolo della strada saprà di
certo come le rotatorie siano viste si deve dare sempre la precedenza a chi sta Dare precedenza da molti automobilisti come stragià transitando nella rotonda; mantenere ni oggetti dal senso criptico a cui, una velocità moderata. Inoltre – spiega dopo attimi di puro terrore, attribuCalì - si deve scegliere la corsia interna o ire le regole più varie e fantasiose. I quella esterna sulla base della porzione di rocomportamenti alle rotonde sono svatatoria da percorrere e segnalare l’uscita con gli riati. Primo tra tutti quello del “vecchietindicatori di direzione”. Nessuna prepotenza né to”, che sceglie di percorrere la rotonda al fantasia dunque; solo buon senso, prudenza e ricentro della carreggiata e a una velocità talspetto del codice della strada. Questa l’unica ricetta mente limitata da sfiorare l’immobilismo, cauper sconfiggere il tanto temuto panico centrifugo. sando rallentamenti non indifferenti. Troviamo Andrea Giuffrida poi quelli con una perenne fretta addosso che, in particolare la notte, scambiano la rotatoria per una chicane di Monza e che applicano la “legge del più forte” in barba al codice della strada. Giovanni Calì Presidente dell’Associazione SaperexGuidare ricorda le principali regole – troppo spesso eluse - che deve rispettare chiunque si trovi a percorrere una rotatoria. “Si deve prestare attenzione alla segnaletica orizzontale e verticale. Infatti per i veicoli in entrata, nelle rotatorie alla francese (dove è apposto il triangolo di precedenza),
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Novembre 2009
Il sistema Italia: Paese delle soluzioni inutili
E’ ormai ben noto che il malfunzionamento del sistema Italia sia figlio di una infinita catena di provvedimenti e decreti che da una decina d’anni vengono presentati ai dormienti cittadini come utili a risolvere l’emergenza di turno. Tra il 2007 ed il 2008 l’attenzione dei mass media si è concentrata, talora in modo eccessivo, su episodi di violenza, commessi in particolare da extracomunitari, come se fino a quel momento nessuno fosse mai stato vittima di stupri o di situazioni del genere e come se si ignorasse che oltre il 70% degli abusi avviene tra le mura domestiche. Creato il problema a regola d’arte arrivò a luglio del 2008 il nostro eroe: il mitico Pacchetto Sicurezza, i cui colpi erano supersegreti e micidiali. Oltre all’”arresto per clandestinità”, sono state pensate anche le “pattuglie miste”, che dovevano essere prova tangibile di ipertutela per il cittadino. A ciò seguì la scomparsa di
notizie riguardanti stupri e violenze, come per magia. La quiete dopo la tempesta, insomma. I pattuglioni misti sono formati da Agenti della Polizia ed ele-
che è sempre meglio avere qualcuno che vigili sulla pubblica incolumità; ma sarebbe anche auspicabile che i pattugliamenti riguardassero anche vicoletti
menti appartenenti Carabinieri o Esercito. Girano nelle zone più centrali della città (ad esempio, piazza Università e via Etnea), per garantire ordine e sicurezza. Ebbene, non vogliamo negare
della città che, per quanto centrali, sono tutt’altro che rassicuranti e in cui non vi è ombra di tutori dell’ordine. In molte delle zone adiacenti alle vie pattu-
gliate, quali le viuzze nei pressi della scalinata Alessi o di via di San Giuliano, sono aumentati in modo esponenziale gli episodi di microcriminalità quali furti dalle auto, borseggi e scippi spesso seguiti da pestaggi. A Catania e in generale in Italia spesso per risolvere problemi inesistenti si attuano azioni inutili; per risolvere problemi tangibili si sopprimono rimedi che funzionano, optando per soluzioni dalla dubbia efficacia. E’ quello che potremmo definire “sistema Italia”. Come sapientemente espresso da Giorgio Gaber in una sua canzone dedicata all’Italia: “Benvenuto il luogo dove tutto è calcolato e non funziona niente e per mettersi d’accordo si ruba onestamente; dove non c’è un grande amore per lo Stato (ci si crede poco) e il gusto di sentirsi soli è così antico”. Andrea Giuffrida
Il ritorno alla Catania degli anni bui
“Una sera, dopo essere stata in compagnia di amici alla scalinata Alessi, sono tornata alla macchina che era posteggiata in un vicoletto cieco che sbocca sulla via dei Crociferi. Ero da sola e ho rifiutato la compagnia di alcuni amici che mi volevano accompagnare. Arrivata, mi sono accorta che il finestrino lato guida era stato rotto ed erano stati rubati oggetti dal cofano e dal cruscotto. Mentre stavo ripulendo il sedile dai vetri, sono sopraggiunti due ragazzi su uno scooter a fari spenti che mi hanno puntato una pistola alla testa e mi hanno chiesto di consegnargli tutto quello che avevo, perquisendomi dovunque per vedere se avevo altri soldi”. È questa la testimonianza di Daniela Libra, una ragazza catanese di 24 anni, che sicuramente non dimenticherà quest’esperienza. “Mi è venuta una rabbia incredibile. È assurdo essere vittima nella stessa sera di due, distinte e separate, situazioni del genere. Ho anche temuto che
volessero farmi altro”. E non importa che, nella fattispecie, i delinquenti fossero rumeni. Questo è solo uno dei tanti episodi che sono diventati all’ordine del giorno a Cata-
nia. Qualcuno, addirittura, sotto la minaccia di una pistola, è stato costretto a consegnare ai malviventi scarpe e giubbotti di marca. Ciò che conta è che, purtroppo, la nostra
città pullula di criminali da strapazzo, che stanno rendendo invivibile una situazione che già era tutt’altro che rosea. Stiamo tornando alla Catania degli anni bui, quando a una certa ora scattava il coprifuoco, quando vi erano delle zone no limits, quando la paura e la diffidenza verso tutto e tutti imperava sovrana. Gli episodi di micro e macro criminalità non accennano ad arrestarsi. Le forze dell’ordine hanno difficoltà ad arginare questa dilagante malavita, anche per carenza di organico, incrementando quel senso di insicurezza e di abbandono imperante tra noi catanesi. Piuttosto che imparare dagli errori del passato, Catania regredisce, violentata dalle mosse della malavita e della mal’amministrazione. Catania potrebbe e dovrebbe spiccare il volo, ma questo riscatto sarà un’utopia fino a che la nostra città si troverà nelle mani sbagliate. Tiziana Campo
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Oltre l’usa e getta: stili di vita e proposte a basso impatto ambientale
Li compri, li usi, li butti, li ricompri. Gi oggetti monouso sono comodi e scompaiono in fretta dalla nostra vita, ma non dal Pianeta, che rischia l’invasione dei rifiuti. Ciò è dimostrato dal Pacific Trash Vortex, la gigantesca concentrazione di rifiuti nell’oceano Pacifico, definita anche il sesto continente: larga oltre 2.500 km e composta per l’80% da plastica. Le alternative “salvambiente” però ci sono. Prima di ogni acquisto pensiamo sempre: quante volte lo useremo? Fatto questo, resta la parte divertente: regalare una seconda vita agli oggetti che nessuno vuole più. In natura i rifiuti non esistono. O meglio, ciò che è rifiuto per un organismo, diventa base alimentare per un altro. È un processo ciclico. Ma, quando interviene l’uomo, a quel punto il circolo diventa una linea, che parte dalla materia prima, passa per il consumo e finisce direttamente dentro il bidone della spazzatura. Imputato numero uno per l’uti-
volontà, un po’ di organizzazione e un pizzico di fantasia, ed i benefici a breve e a lungo termine si faranno sentire, anche sul portafogli. Facciamo un viaggio tra i materiali a impatto zero o a ridottissimo impatto ambientale: economiche, intelligenti e salutari alternative amiche del Pianeta. Nella nostra pattumiera il 50% dello spazio è occupato dalle confezioni, il cui costo medio si aggira intorno al 30% di quello complessivo del prodotto: in alcuni casi può risultare addirittura più caro il contenitore del contenuto. Optiamo, in alternativa, per prodotti alla spina o sfusi (pasta, cereali, detersivi, latte, vino ecc.), per i quali il contenitore si compra una volta sola e si riutilizza. I prodotti venduti alla spina hanno un prezzo medio inferiore del 20-30% rispetto a quelli di marca. La “spesa alla spina” è ormai una realtà in molti paesi europei. A Bundanoon, in Australia, per esempio, è vietato bere l’acqua dalle bottiglie di plastica: tutti devono usare contenitori riciclabili da riempire al rubinetto. Provvedimento estremo, che nel Belpaese sarebbe rivoluzionario, visto che noi italiani deteniamo il record del consumo di acqua in bottiglia: dodici miliardi di litri imbottigliati ogni anno a cui corrispondono oltre 9 miliardi di bottiglie di plastica La bio wash ball per un bucato senza detersivi da buttare. Dei 2,2 lizzo dissennato delle risorse nato milioni complessivi di tonnellate dal consumismo sfrenato è l’usa di imballaggi plastici solo il 35% e getta. Le alternative quotidiane è avviato a riciclo; il resto è rifiuto ci sono e tante: in casa, a tavola, netto per l’ambiente. Ma ad inquinell’igiene personale, in ufficio. nare contribuiscono notevolmenBasta una piccola dose di buona te anche prodotti per l’igiene, che
impattano sull’ambiente in maniera sorprendentemente e negativamente incisiva. Ad esempio, a un bambino, nei suoi primi tre anni di vita, servono fino a 4.500 pannolini: una tonnellata di rifiuti indifferenziabili che rappresentano il 10% di tutti i rifiuti urbani e che graPannolini ecologici lavabili veranno sul pianeta E a salvare l’ambiente possono per 500 anni. Per fortuna ci sono moderni pannolini lavabili, una contribuire anche piccoli gesti rivisitazione moderna dei vecchi quotidiani. Quando si va a fare ciripà, che causano anche meno la spesa, piuttosto che comprare allergie e arrossamenti rispetto a ogni volta un nuovo sacchetto di quelli sintetici e che garantiscono plastica, che verrà utilizzato solo un considerevole risparmio ri- pochi minuti e impiegherà centinaia di anni a smaltirsi, è meglio spetto a quelli confezionati. Alternative bio sono state studia- portarsene sempre da casa uno, te anche per le donne in luogo magari di stoffa, come incita a dei tradizionali assorbenti usa e fare la campagna di www.portagetta. Si tratta di moderni sistemi lasporta.it. In alternativa si può da comprare solo una volta e ri- sempre puntare sul biodegradautilizzare, ossia la coppetta della bile. È solo questione di tempo luna, che si usa come un tampone e dovremmo abituarci a questo non però monouso, ma da lavare comportamento. Dopo diverse e riutilizzare. Costa 30 euro, dura proroghe, infatti, entro il primo una decina d’anni ed è già in voga gennaio 2011 anche in Italia si dovrebbe finalmente giungere al in gran parte dell’Europa. Per il bucato esiste la bio wash definitivo divieto della commerball: contiene ceramica come mol- cializzazione di sacchi non biodeti detersivi e lava fino a 3000 la- gradabili. vaggi a mano o in lavatrice prima Insomma, optare per materiadi dover essere sostituita. La palla li poco impattanti non è cosa da di ceramica per il bucato garan- poco. Sono i singoli, piccoli gesti, tisce un notevole risparmio eco- troppo spesso sottovalutati, che nomico e due grossi vantaggi per possono contribuire, se sommati, l’ambiente: non produce rifiuti da a migliorare la qualità della vita, mandare in discarica e non inqui- producendo una vera rivoluziona l’acqua, che può essere quindi ne. Facendo ricorso al cosiddetto inserita nel riciclo per il water o “effetto farfalla” espresso dalla frase “si dice che il minimo battiper il giardino. Altra nuova sfida filoambietali- to d’ali di una farfalla sia in grado stica è ora il biopneumatico (bre- di provocare un uragano dall’alvetto italiano di Novamont), che, tra parte del mondo”, vogliamo rotolando in modo più fluido ri- farci portavoce dell’idea che picduce i consumi di carburante del cole variazioni producano grandi 25%, consuma meno battistrada, variazioni nel comportamento a produce meno attrito e riduce le lungo termine di un sistema. emissioni di gas serra. Antonella Capizzi
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Università scandalo, tra favori sessuali e nepotismo
L’università, tra nepotismi e abusi di vario genere mostra, ancora una volta, la sua cronica debolezza. L’immagine dell’università come luogo eccelso e dedito alla cultura, diretto e gestito da luminari delle scienze umane e scientifiche, viene troppo spesso macchiata da vicende sgradevoli e indecorose. Il recente caso che ha concentrato l’attenzione sull’Ateneo di Catania, generando gli stessi effetti della pioggia che cade sul bagnato, riguarda il presunto scandalo che ha coinvolto il professore universitario Elio Rossitto, docente di Economia Politica alla Facoltà di Scienze Politiche di Catania, accusato di molestie sessuali. Il caso esplode il 27 ottobre quando trapelano alcune indiscrezioni giornalistiche su un filmato che la trasmissione “Le Iene” aveva annunciato: “docente universitario catanese sorpreso all’uscita da un motel con una studentessa del proprio corso di laurea”. Si tratta della studentessa ventenne Dominique D, che rende pubblico in un’intervista il nome del professore, Elio Rossitto appunto, e che conferma in un’altra intervista televisiva le sue accuse: il professore le avrebbe chiesto una prestazione sessuale, portandola in un motel della circonvallazione, in cambio del trenta nella sua materia e di un valido sostegno alla
laurea. Qui è scattata la “trappola” perché Dominique aveva preventivamente chiamato la redazione del Le Iene. Durante la puntata del programma dello scorso 3 Novembre, è stato trasmesso il video, effettuato con l’ausilio di una telecamera nascosta e di un registratore. Attualmente la Procura della Repubblica di Catania ha aperto un fascicolo in merito alla vicenda per tentata concussione e tentata violenza sessuale. Proprio nel giorno in cui il Senato Accademico avrebbe dovuto discutere della proposta di sospensione cautelativa avanzata dal rettore Toni Recca, Rossitto ha inviato una lettera in cui chiede di essere posto in pensione con decorrenza immediata, motivando la propria decisione con l’intendimento “di non coinvolgere l’istituzione universitaria in una vicenda lesiva dell’immagine dell’istituzione stessa”. L’avvocato del prof. Rossitto, all’uscita dal Palazzo di Giustizia, ha parlato di “tranello”. Nel frattempo gli studenti della Facoltà di Scienze Politiche di Catania si sono riuniti in un’assemblea, non solo per parlare del presunto scandalo Rossitto e chiedere chiarezza sulla vicenda, ma anche per fare un appello a tutti gli studenti - o meglio studentesse - di denunciare le molestie subite e non lasciare da solo chi ha avuto il co-
raggio di farlo, richiedendo inoltre di bloccare una volta per tutte gli esami a porte chiuse. L’invito è quello “di far valere i nostri diritti di studenti. Abbiamo tutti il dovere di denunciare ciò che non va”. Ma questa vicenda è solo la punta di un iceberg, ovvero della totale decadenza di una istituzione pubblica così importante. Ricordiamo il caso “parentopoli”, che ha visto protagonista anche l’Ateneo di Messina. Una pratica diffusa, quella di “sistemare” i propri cari all’interno dell’università. Per non parlare dell’assenza totale di meritocrazia nei criteri delle scelte su assistenti, dottorati e commissioni di concorsi, dove non fanno strada solo parenti e familiari, ma anche amici e conoscenti, cosicché chi non ha raccomandazioni difficilmente trova spazio in un mondo dominato da baroni e signorotti. È il medioevo del terzo millennio, il feudo dell’università. I baroni universitari sono tali perché gli si consente di esserlo, attraverso privilegi smisurati, nomine pilotate, concorsi truccati. Se in cambio non si chiede una prestazione sessuale, allora si richiede un voto politico, oppure un voto pro o contro in sede di consiglio di facoltà e tanto altro ancora. Che
cambino le regole ed arrivi questa tanto auspicabile e troppo pubblicizzata meritocrazia; che il mondo universitario si liberi da ingiustizie e soprusi insopportabili; che gli studenti si uniscano per affermare i loro troppo spesso calpestati diritti; che gli organi di competenza, all’interno del contesto universitario, vigilino sul corretto svolgimento di esami e lezioni tenute dai professori. L’università vive grazie ai tanti giovani, che non sono solo dei numeri o delle tasse, ma che mettono anima e impegno per raggiungere i loro obiettivi; vive grazie agli sforzi delle loro famiglie che, dietro le quinte, lottano giorno per giorno. Il potere accademico esercitato sugli studenti non deve essere usato per denigrare ma per valorizzare e migliorare i futuri componenti del mondo di domani. Prendiamo in prestito una frecciata di Friedrich Nietzsche: “C’è bisogno di educatori che siano essi stessi educati, spiriti superiori, aristocratici, comprovati a ogni istante, comprovati dalla parola e dal silenzio, culture divenute mature, non dei tangheri addottrinati che il liceo e l’università offrono oggi alla gioventù”. Stefania Patanè
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Novembre 2009
Salvo La Rosa, mattatore dell’intrattenimento nostrano
È indiscutibilmente il più noto presentatore siciliano, mattatore dell’intrattenimento nostrano, volto del più seguito talk show della Sicilia, “Insieme”, la cui prima puntata risale all’11 novembre del 1994 e che, anno dopo anno, è diventato imperdibile appuntamento per i telespettatori e gettonatissimo trampolino di lancio per artisti locali e nazionali. Stiamo parlando di Salvo La Rosa, spigliato conduttore, serio e professionale giornalista, capace anche di cimentarsi con destrezza nel ruolo di simpatica spalla dei comici che si alternano sul suo palcoscenico. Hai da sempre sognato di fare questo mestiere? Da sempre ho voluto fare il giornalista, il conduttore televisivo e, comunque, il comunicatore. Sin da ragazzino ho fatto il giornale di classe con il ciclostile; in II media ho approntato con un mio compagno di classe una radio che si sentiva dai salesiani sino a piazza Santa Maria di Gesù e ho fatto la radiocronaca della finale del campionato di calcio di terza media; conducevo anche le recite scolastiche. Essendo però mio padre ottico, all’università mi iscrissi in medicina. Ostinato, però, ho lo stesso iniziato a collaborare per la Sicilia come esterno e, via via, quella che era una passione è diventata un lavoro. Sono entrato ad Antenna Sicilia, ho cambiato facoltà e mi sono iscritto in Scienze Biologiche, dove ho conseguito la laurea giusto per avere, come si dice, il pezzo di carta, ma ho continuato nella mia passione, passando dal giornale, alla radio e alla tv. Qual è, tra tutte le tue esperienze lavorative, quella a cui sei più legato? Inevitabilmente “Insieme”, perché è un’esperienza talmente invasiva nella mia vita che non può che essere principale. Avendo fatto oltre 2 mila puntate, 100 puntate l’anno tutti i giorni e per 15 stagioni, più le tournèe estive, e avendo otte-
nuto – e lo dico con umiltà - un successo clamoroso, che va al di là di ogni più rosea aspettativa, è chiaro che questa trasmissione me la sento dentro. L’equazione Insieme=Salvo La Rosa è vera, anche se la trasmissione della svolta fu “Vediamoci in piazza”, talk show allargato con molto spettacolo che, nel 1991, presentava il festival della canzone siciliana di allora. Fu questa la prima trasmissione di spettacolo e intrattenimento tutta mia. A insieme ci saranno novità nel format, oppure cavallo che vince non si cambia? I n d u b biamente squadra che vince non si cambia. Il cuore della trasmissione rimarrà quello. Ci saranno però alcune novità, come un pianista fisso accompagnato da una bella voce femminile, che saranno la mia colonna sonora di appoggio. La musica, con grandi artisti, sarà sempre protagonista. Stiamo inoltre allargando a nuovi comici, anche nazionali. Ti senti un po’ un talent scout? Quando si fa una trasmissione di questo tipo, che su 2 mila puntate ha visto avvicendarsi migliaia di artisti, inevitabilmente questi personaggi (molti dei quali emergenti e molti con una loro storia artistica pregressa) ad Insieme hanno consolidato la loro notorietà, diventando personaggi amati dal pubblico. Sono orgoglioso di poter concorrere a far conoscere artisti talentuosi che, sul palcoscenico
di Insieme, hanno la possibilità di esprimersi ed essere apprezzati. Come si mostra il pubblico nei tuoi confronti? Il pubblico si mostra molto caloroso. È chiaro che c’è anche qualche critica che è sempre ben accetta, ma riscontriamo un grande successo. Recentemente siamo stati persino in Germania per la prima volta e abbiamo ricevuto un’accoglienza calorosa e tenera. Due sono i complimenti più belli che il pubblico mi fa. Il primo è: “Signor La Rosa, lei ogni sera ci fa compagnia”. In un’epoca di grandi solitudini, crisi e difficoltà, riuscire a regalare risate e spensieratezza ai nostri spettatori è impagabile. Altro complimento bellissimo è quando mi dicono che preferiscono Insieme alle altre trasmissioni della Rai o di Mediaset. Non ci sogneremmo mai di paragonarci a queste corazzate ricche famose; ma che molti optino per Insieme è motivo di grande orgoglio per me e per tutta la squadra che lavora per la trasmissione. Fare un programma quotidiano di 2 ore e mezza a Catania è davvero un’impresa. La nostra non è la produzione di un’emittente locale ma di una grande tv nazionale. Questo ci viene riconosciuto anche da artisti nazionali che, se nei primi anni storcevano un po’il naso quando venivano invitati da noi, ora ci richiedono ospitalità. Inoltre adesso c’è anche il satellite che ci da un respiro internaziona-
le: finisce l’esperienza di Sicilia Channel e ci spostiamo su Oasi Tv che è sull’848 di Sky. Hai avuto anche importanti esperienze in programmi nazionali. Cosa ti è rimasto di queste importantissime vetrine? Sì, a cavallo tra il 2000 e il 2003. Cito 2 festival di Sanremo da inviato e 14 puntate con “Novecento”, che ritengo essere una delle più belle trasmissione che la Rai ha prodotto negli ultimi tempi, perché raccontava in modo brillante la storia del ‘900 italiano. Considero queste esperienze come dei master: mi hanno fatto conoscere la realtà delle grandi emittenti nazionali, insegnandomi moltissimo e permettendomi di crescere professionalmente. Non hanno avuto ulteriori sviluppi, ma va bene così. Qui ho una realtà che ci siamo costruiti con le nostre mani e che mi soddisfa pienamente. Professionalmente ti ispiri a qualcuno? Premetto che sono e rimango sempre Salvo La Rosa, con uno stile, un garbo e un’educazione miei. Non amo essere invasivo, non amo i presentatori e i giornalisti ossessivi e aggressivi, perché quando si ha un microfono in mano si ha comunque un potere fortissimo che, se ben gestito, va a buon fine, altrimenti può diventare un’arma devastante. Pippo Baudo, che mi è amico, mi ha indubbiamente insegnato moltissimo. Ho guardato e guardo tuttora moltissima televisione, per apprendere e prendere il buono da tutti. Sono fermamente convinto che il confronto sia fondamentale. Mi viene in mente una frase che mi ripeteva sempre mia madre: “frequenta chiddi megghiu ‘i tia e pigghici i spisi”, nel senso che, quando si incontra una persona colta e preparata, si deve cogliere ciò che può servire per imparare e crescere con lealtà e senza invidia. Tiziana Campo
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Per il look di Giulia: gioielli, occhiali, abiti, S
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Scarpe, acconciatura e servizio fotografico di...
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Intervista al sindaco di Tremestieri Etneo Antonio Basile Un’amministrazione comunale solerte e in sinergia col cittadino
E’ già trascorso più di un anno dall’elezione del Dott. Antonio Basile a Sindaco del Comune di Tremestieri Etneo. Con lui abbiamo fotografato l’attuale situazione della nuova Amministrazione Comunale, i traguardi raggiunti e quelli messi in cantiere. Sindaco Basile, quali sono state le principali problematiche che ha incontrato all’inizio del suo mandato? Nell’immediato abbiamo risolto problematiche inerenti ad evitare il dissesto del comune. Abbiamo rivisto tutti i conti ed effettuato la dismissione di tutti gli affitti degli immobili comunali, ricollocandoli presso edifici di nostra proprietà. Abbiamo pianificato tutti i debiti fuori bilancio per un ammontare di circa due milioni e mezzo di euro e siamo riusciti a rateizzare con delle transazioni, in un arco temporale di tre e quattro anni, il debito “Petitto Maria” e il debito “Caruso Gaetano”, risalenti agli anni ‘80 e ‘90. Abbiamo inoltre proceduto alla riduzione dei settori con un ulteriore e non indifferente risparmio: l’amministrazione era dotata di quindici dirigenti, mentre adesso sono appena nove. Programmi in cantiere per il prossimo futuro? Abbiamo ottenuto grossi finanziamenti regionali per quanto riguarda la manutenzione degli immobili, in particolare degli edifici scolastici: circa 340 mila euro per la messa in sicurezza di una scuola media, 314 mila euro per la scuola “Raffaello Sanzio” e un ulteriore finanziamento per la scuola “Settebello Nord”. Da qui ai prossimi anni, tutti gli edifici scolastici saranno messi in sicurezza. Siamo inoltre riusciti, partecipando ad un bando regionale, ad ottenere un finanziamento di 712 mila euro per la realizzazione di un nuovo asilo nido, classificandoci tra i primi cento progetti approvati. Abbiamo approntato una programmazione forte, tra cui la valorizzazione della Via Nizzeti e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Stiamo per ultimare i lavori del pattinodromo, con la riqualificazione della zona verde circostante: è stato realizzato un campo di pallacanestro polifunzionale all’interno del quale si potrà usufruire di un campo di bocce e di uno sguinzagliatoio per gli animali. Abbiamo ampliato la biblioteca comunale di Canalicchio e, a breve, prenderà luce pure un giardino d’esta-
te nella stessa struttura. In cantiere c’è anche la messa in sicurezza del palazzo municipale, la riqualificazione della facciata, la realizzazione della piazza e del parcheggio antistante il palazzo municipale. L’intero consiglio comunale ha inoltre approvato la realizzazione di un ulteriore parcheggio in pieno centro storico, accanto al cimitero comunale. Il 2009 è stato ed è tuttora un anno dedicato alla viabilità, con la programmazione di strade importanti che diano respiro a una viabilità ormai troppo pesante. Altra priorità riguarda il tanto atteso piano regolatore che spero possa essere adottato prima della fine dell’anno. Sono convinto che, a breve, i cittadini potranno ottenere quello
che da trent’anni attendono: la possibilità di far sviluppare l’economia attraverso la crescita di strutture commerciali e artigianali, dando così opportunità di lavoro. Altro obiettivo è l’assegnazione dei terreni alle cooperative, che da tanto li richiedono. Che tipo di rapporto si è instaurato con la cittadinanza? Un rapporto meraviglioso perché “Nino (così come sono stato definito appena un anno fa quando vinsi la campagna elettorale) è figlio di Tremestieri”. Io sono nato e continuo a vivere qui e non è cambiato il mio modo di rapportarmi con la gente. Vivo tra la gente, non mi sono chiuso nelle stanze del Comune. I miei concittadini hanno la possibilità di incontrarmi per strada e di venirmi a trovare nella sede comunale. Ne pago ovviamente le conseguenze.
Essendo le sollecitazioni giustamente espresse dai cittadini tante e non essendomi dotato di uno staff per far risparmiare il Comune, molti sono i sacrifici a cui andiamo incontro io, la mia famiglia e tutti coloro che, in maniera spontanea, stanno collaborando pur senza alcun compenso, ma semplicemente perché credono nel lavoro che si sta svolgendo. Chiedo scusa ai miei concittadini se tante cose non sono state ancora realizzate, ma è necessario più tempo. Chiedo di esprimere un giudizio sul mio operato alla fine del mio mandato, perché sarà quello il momento in cui potranno tirare le somme e riconfermare o meno la fiducia che mi è stata accordata precedentemente. Progetti dedicati alla realtà giovanile di Tremestieri? Molti sono i progetti che quest’amministrazione sposa con le scuole del territorio. Approfitto per ringraziare tutti i dirigenti scolastici che continuano a proporre iniziative valide. E’ da poco partita un’iniziativa riguardante la raccolta differenziata e prossimamente sarà presentato un progetto che tratterà il tema “lavoro e legge”, il cui scopo sarà di far capire ai nostri figli come ci si può insediare, nel rispetto della legge, nella realtà lavorativa, in un momento così difficile per l’economia. Noi puntiamo sui giovani e allo stesso tempo abbiamo rispetto per gli anziani a cui cerchiamo di dare tanto. Quest’amministrazione ha proceduto nei giorni scorsi all’acquisto di un nuovo pullman e, prima della fine dell’anno, instaurerà un collegamento tra il centro e le frazioni Canalicchio, Immacolata e Piano, per consentire ai nostri concittadini di raggiungere gli edifici comunali e il cimitero. Tracciando un bilancio, cosa auspica per il futuro? Credo che la nostra sia un’amministrazione ambiziosa. Abbiamo lavorato bene e, per questo, ringrazio tutti gli assessori e l’intero consiglio comunale. Se in futuro manterremo ancora questa sinergia, sicuramente raggiungeremo altri obiettivi. Il mio sogno è quello di realizzare tutto quello che ho fatto presente in questa intervista: mi sentirei l’uomo più felice sapendo di aver svolto un grande lavoro per il mio paese. In quel caso potrò nuovamente chiedere la fiducia ai miei concittadini per continuare a realizzare cose importanti per la mia città. Stefania Patanè
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Novembre 2009
Estate da dimenticare, Natale da sognare La necessaria riscoperta degli agenti di viaggio contro truffe e disservizi
Dubai
La vacanza al mare, il weekend in una capitale europea, tanto sognati la scorsa estate, per alcuni si sono trasformati in un incubo. Le vicende che hanno riguardato i viaggiatori “lasciati a terra” da compagnie aeree e tour operator che sono finiti a gambe all’aria, hanno suscitato un certo clamore: sono nati comitati di truffati, gruppi su facebook, blog. Persino trasmissioni televisive, come “Striscia la notizia” e “Mi manda Rai3” si sono occupate dei casi più eclatanti. Molti sono stati coloro che attratti da offerte ammiccanti di fantomatici operatori turistici presenti sul web, hanno affidato la realizzazione della propria vacanza a chi invece li ha truffati o, nella migliore delle ipotesi, li ha lasciati a casa senza nemmeno rimborsarli. Nei casi più gravi, altri hanno dovuto organizzarsi un rientro in patria anticipato, ripagando i servizi di tasca propria. Come per strada, così nel web, tante sono le insidie che possono nascondersi dietro a proposte attraenti a prezzi molto bassi. Il diffondersi del fenomeno delle vacanze low cost, trainato da compagnie aeree che
hanno abbassato i prezzi dei voli a fronte spesso di una riduzione dei servizi offerti, ha contagiato anche operatori che precedentemente avevano una maggiore cura del cliente e che oggi, pur di vendere a prezzi sempre più bassi, hanno un po’ sacrificato quella qualità che li aveva contraddistinti. In passato le offerte last minute servivano agli operatori per riempire i posti rimasti invenduti, permettendo a pochi fortunati di acquistare all’ultimo minuto pacchetti di viaggio dal valore ben più elevato. Recentemente, invece, l’uso improprio della terminologia last minute ha provocato un po’ di confusione sul mercato. Sempre più persone hanno cominciato ad acquistare sotto data, alterando l’utilità dell’offerta stessa. La confusione che ne è scaturita ha portato ad una alterazione della percezione del valore dei servizi turistici in generale e dei pacchetti tutto compreso in particolare. Le diverse disavventure hanno comportato probabilmente un innalzamento della soglia
Istanbul
d’attenzione tra gli internauti e un ritorno in agenzia per i molti viaggiatori che alle loro vacanze attribuiscono un valore speciale. Il mito che le vacanze a prezzi migliori si trovano soltanto sul web e all’ultimo minuto è stato sfatato. Sempre più spesso ci si accorge quanto sia importante il valore aggiunto che si trae dall’affidarsi a chi organizza viaggi per professione e che conosce i prodotti dei tour operator e le destinazioni turistiche per esperienza. Per la stagione invernale 2009-10, la panoramica delle proposte di viaggio non sembra aver risentito della contrazione della domanda. Ce n’è per tutti i gusti. Dalle splendide spiagge caraibiche, alle coste orientali africane o del sud America; city break nelle capitali europee o negli Usa; il fantastico Oriente; o anche più vicino a casa, per ricercare atmosfere di relax e benessere nelle numerose strutture alberghiere dotate di centri benessere, che offrono soggiorni a tema durante i fine settimana. I mercatini di Natale in Svizzera e nei paesi del Nord Europa introducono alle magiche atmosfere delle feste; i parchi divertimenti offrono svaghi per grandi e piccoli; e poi la neve, ideale sia per le famiglie che per le coppie, sino a giungere alle numerose proposte per trascorrere le vacanze di Natale. E allora come fare? Cosa scegliere? Ci si augura che gli errori estivi abbiano reso finalmente chiara l’utilità dell’agente di viaggio, che, un po’ come uno psicologo, deve entrare in sintonia con il cliente. Non è detto che un professionista preparato sia apprezzato allo stesso modo da clienti diversi. Provate, però, a recarvi in un’agenzia: entrate con il sorriso e verrete ricambiati. Siate sinceri sia in ordine al budget che volete destinare alla vostra vacanza, sia in ordine alle vostre aspettative. Riceverete in cambio altrettanta sincerità e competenza. Niente offerte mirabolanti, niente miraggi a prezzi da discount. Troppi sogni si sono infranti durante l’estate. È l’ora dei doni natalizi e, come un bimbo non vuole trovare sotto l’albero un giocattolo rotto, così anche il viaggiatore desidera, giustamente, rimanere soddisfatto. Nelly Gennuso
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Novembre 2009
La sorgente Cifali, patrimonio sconosciuto e bistrattato
Una sorgente di importanza storico-archeologica non indifferente, sconosciuta alla maggior parte dei catanesi. Ci riferiamo alla sorgente Cifali (dal greco “testa d’acqua”) che scorre sotto il quartiere di Cibali. La storia della sorgente va di pari passo con lo sviluppo della nostra città. Prima del 1625 si hanno solo accenni della sua esistenza sotto la colata lavica del ‘600 e al fatto che era di proprietà della diocesi di Catania. Nel 1625, quando Catania cominciò ad espandersi, il vescovo concesse ai Benedettini di prelevarne l’acqua portandola a Catania attraverso un acquedotto, passando così da uno sfruttamento solo locale della sorgente ad un uso da parte della città intera. Nel 1699, dopo che la lava sommerse per la seconda volta Catania, la sorgente, in origine sul suolo, divenne sotterranea. Dal 1755 fu sfruttata in modo sistematico e industriale, per innaffiare terreni, lavare panni e fare canali. Nell’800 divenne tanto importante da suscitare molte liti tra i proprietari terrieri (che volevano utilizzare l’acqua per abbeverare i terreni), il comune di Catania (che voleva mantenere l’acqua ad uso suo e degli abitanti di Cibali) e
il Vescovo (che voleva l’acqua ad uso esclusivo dei propri concessionari paganti).Una valenza storica rilevante, dunque, a cui se ne affianca anche una archeologica. In via Dirg infatti si trova un condotto che rappresenta uno dei pochi esempi in Italia di camera drenante (fatta dal Principe Biscari nel 1749, per la costruzione Villa Labirinto, ossia Villa Bellini), e su cui è perciò apposto un vincolo etnoantropologico. La sorgente ha anche una rilevanza geologica, in quanto lungo il suo corso sono state ritrovate argille marmose azzurre del pleistocene, tracce del passato sottomarino della Sicilia. Tuttora della sorgente si possono ammirare tracce, come bocchette, mulini e norie anche visibili alla Cittadella Universitaria. Ma l’edificazione dissennata sta distruggendo anche ciò che resta. Il Comitato consultivo
che fornisce pareri sui vincoli all’Assessorato ai Beni Culturali, in occasione di un ricorso per autorizzare una costruzione proprio su una zona soggetta a vincolo etnoantropologico perché al di sotto vi scorre la sorgente, ha affermato che ciò che non è visibile e non usufruibile non è da proteggere. In sostanza si è creato un pericoloso precedente per la distruzione totale del nostro sottosuolo e della sorgente, rischiando così di renderla una leggenda, com’è accaduto per la sorgente Gammazita, ormai diventata pozzo e discarica. Il Comune di Catania ha giustificate le concessioni edilizie su zone che insistono sulla sorgente, negando di essere a conoscenza dell’esistenza di essa, nonostante Cifali venga citata in molti dei documenti deposi-
tati presso l’archivio comunale. Continuando ad autorizzare altre costruzioni, che alterano il corso della sorgente, col tempo si creerà un pericoloso dissesto idrogeologico. Fino al 2001 tutta la collina di Cibali era soggetta a vincolo idrogeologico, ora tolto. E da allora si contano i danni: dalla scalinata della chiesa di Cifali, quando piove, esce acqua abbondante. La scuola ”XX Settembre è franata. Ma ciò non è bastato a non autorizzare la costruzione di villette pochi metri più in là, facendo finta che questi episodi non siano collegati alle modificazioni nel corso della sorgente. Da pochi giorni si è concluso un procedimento tra la Afedil Costruzioni contro il Comune di Catania e la Soprintendenza ai Beni Culturali per sospendere il vincolo e poter costruire altri edifici. Attendiamo il deposito della sentenza per sapere chi vincerà la battaglia tra il patrimonio archeologico e la legge del cemento. Ringraziamo per la documentazione - per la verità molto più dettagliata - Agata Lanzafame e Francesco Ventaloro, appassionati studiosi della storia della sorgente. Tiziana Campo
A.S. Volley Pedara, realtà sportiva fatta di impegno e serietà
Molte sono le realtà sportive di tutto rispetto nella nostra città e nei paesi limitrofi. Tra queste c’è la A.S. Pedara, squadra di pallavolo militante nel campionato di II Divisione femminile. Gli allenamenti si svolgono presso la palestra della scuola “Alcide De Gasperi” per concessione del preside Fernando Rizza, dell’Assessore allo Sport Torrisi e del sindaco Anthony Barbagallo. Ciò ha consentito un notevole miglioramento degli allenamenti stessi e un incremento nel numero degli iscritti, in quanto prima la squadra aveva a disposizione la palestra “Monsignor Pennisi”, struttura molto più vecchia. Alessandra Trovato è l’allenatrice, il marito Giovanni Musumeci il presidente.
Dalla loro passione e dalla loro voglia di fare è nata questa bella società pallavolistica, importante punto di riferimento per Pedara e non solo. Con Alessandra abbiamo parlato delle sue pregresse esperienze sportive e del suo ruolo da coach. “Sono nata e cresciuta a Troina. Poi – spiega l’allenatrice – all’età di 20 anni sono stata invitata a giocare in una società di b2, a Militello, dove ho giocato per 5 anni, ottenendo anche una promozione in b1. Ho cambiato molte squadre e ho sempre amato questo sport. Fin da giovanissima – continua Alessandra – ho sempre avuto il desiderio di gestire un centro di addestramento e finalmente, nel 2006, sono riuscita a creare questa società con dei centri adde-
stramento appunto. Continuo tuttora a giocare in una squadra di B2 di San Giovanni La Punta (Clan dei Ragazzi), ad allenare e sono anche madre di due bimbi, cosa che mi ha molto aiutato nell’approccio con i bambini che alleno. Oltre a me, la squadra è allenata anche da Angela Amore, insegnante di educazione fisica, e da Laura Calì, che gioca attualmente nella squadra del Tremestieri che milita nel campionato di b2”. Insomma, persone qualificate al timone di una squadra che raccoglierà sicuramente i frutti di un impegno serio e appassionato. Giulia Calì
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Novembre 2009
Giuseppe Castiglia si conferma re di risate e gag
“Allakatalla” su RSC, un incredibile successo radiofonico Continua il connubio tra Giuseppe e l’Associazione SaperexGuidare
Allakatalla propriamente vuol dire tutto e niente, o quantità indefinita o meglio ancora, dal greco, altro e altro ancora. Ma Allakatalla è anche il nome della trasmissione radiofonica più seguita in Sicilia nella storia della radio, partorita dal “genio” di Giuseppe Castiglia, brillante conduttore radiofonico, oltreché insuperabile narratore di barzellette, attore e cantante, apprezzato dall’intero pubblico siciliano. “La scelta del nome - come ci racconta lo stesso conduttore - è frutto di un episodio. Quando arrivai in radio la prima volta c’era un caos di macchine infernale e, visto che a Catania si suole dire in simili contesti “e chi successi l’allakatalla?”, decisi che la trasmissione si sarebbe chiamata così”. La seguitissima trasmissione radiofonica cambia frequenza, partner (accanto a Giuseppe Castiglia troviamo ora Fabio Formosa) e radio, spostandosi su Radio Studio Centrale, ma mantiene inalterato il suo format e incrementa il suo successo, registrando un’impennata di ascolti. Il programma in radio non ha testi, né autori. Tutto è basato sull’improvvisazione, sulle gag che nascono spontanee nel corso della diretta, sui divertentissimi personaggi simpaticamente interpretati da Giuseppe: Nunzia su tutti, ma anche Arcibaldo Spinelli, Iachino e molti altri. Gli autori sono giornalmente gli ascoltatori, con cui, in base all’argomento e ai messaggi ricevuti, si crea una sorta di chiacchierata tra amici. Ac-
canto ai numerosissimi e imperdibili momenti di divertimento, nel corso della trasmissione, non mancano anche collegamenti o interventi socialmente utili. Continua infatti il connubio tra Giuseppe Castiglia e l’Associazione SaperexGuidare, dedita alla sensibilizzazione, prevenzione e sicurezza stradale, di cui l’artista è testimonial. Più volte la redazione di Ballarò news è stato ospitata ad Allakatalla, assieme alla modella del mese, per parlare di sicurezza stradale. Inoltre, durante gli incontri con le scuole organizzati dall’associazione, Giuseppe si collega telefonicamente in diretta radio con i ragazzi, per sensibilizzarli sull’utilizzo del casco e sul rispetto del codice della strada. L’ultimo collegamento si è svolto lo scorso 9 novembre, presso il Comune di San’Agata Li Battiati, con i ragazzi di III media della scuola “Mario Pluchinotta” di Sant’Agata Li Battiati, accompagnati dalla prof.ssa Maria Grazia Palio, referente di educazione stradale. Nel corso dell’incontro in cui Giovanni Calì, il Comandante della Polizia Municipale di Battiati, dr. Rovida, il vicesindaco di Battiati Floresta e il Presidente del Consiglio comunale Mavilla hanno toccato ad ampio raggio tematiche concernenti la sicurezza stradale, Giuseppe è intervenuto con un collegamento telefonico trasmesso in diretta su Radio Studio Centrale. “Verrei personalmente con voi – ha affermato Giuseppe, rivolgendosi ai ragazzi – ma, essendo impegnato in radio, devo accontentarmi di questi collegamenti telefonici.
Ogni anno a causa di incidenti stradali sparisce un paese di circa 4-5 mila abitanti. Credo che iniziative del genere siano da abbracciare con entusiasmo – sottolinea Giuseppe – perché hanno un’importanza fondamentale e sono contento che anche le forze dell’ordine le appoggino. È sempre bello trasmettere anche messaggi importanti come questo, oltre alle barzellette o alle battute comiche”. Dopo essersi congedato dai ragazzi, molto divertiti, con lo slogan”Occhiu vivu, mettiti u cascu”, perché “è sempre meglio arrivare, anche se spettinati”, l’incontro si è chiuso sulle note della divertente canzone, rivisitata da Castiglia, “Vespa 50”. I ragazzi si sono mostrati molto soddisfatti dell’incontro. “Davvero interessante - commenta il dodicenne Adriano Veroux - e non ci siamo per niente annoiati . Anche se sono piccolo, quando salgo in auto, allaccio sempre la cintura perché so quanto le strade siano pericolose. E da grande indosserò sempre anche il casco. Giuseppe è molto simpatico ed è bello che parli anche di cose così serie. Poi con la canzone ho riso tanto”. Gli impegni di Giuseppe non si fermano solo alla radio. A partire dal 23 novembre sarà nuovamente ospite della trasmissione televisiva Insieme, condotta da Salvo La Rosa, nella quale allieterà il pubblico raccontando barzellette come solo lui sa fare. Nell’attesa lo seguiamo in veste radiofonica e… buona Allakatalla a tutti! Tiziana Campo
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Novembre 2009
Energie rinnovabili: Stati Uniti e Italia a confronto
Diceva Gandhi: “Vivi semplicemente. Questa cuperare l’investimento è lo stesso dell’Italia e terra ha risorse per tutti, ma non per l’avidità cioè “scambio sul posto”, o come definito in indi tutti”. glese “net metering”.Quindi, per ricapitolare, Rispetto dell’ambiente non significa rinuncia il tutto è molto simile al sistema italiano, con alla civiltà, bensì empatia tra le risorse natura- l’unica differenza che negli Stati Uniti l’incentili e le necessità dell’uomo. Negli ultimi tempi vazione arriva ad un massimo del 60% a fondo si assiste ad un aumentato interesse nei con- perduto, mentre in Italia, attraverso il “Conto fronti di tematiche inerenti all’ambiente e alle Energia”, in zone come le nostre si riesce a ragpossibili soluzioni rispettose di esso e in grado giungere anche il 300% nell’arco dei vent’anni. di permettere uno sviluppo sostenibile. Tra Ing. Tiralongo, perché in Italia il ricorso ad queste, sempre più spesso si sente parlare di energie alternative stenta a decollare? fonti di energia alternativa, per intendere le In Italia purtroppo tutto viene azzoppato diverse modalità per ottenere energia elettri- dalla burocrazia e dai vari enti pubblici. Tutca senza l’utilizzo di combustibili fossili, e di to diventa molto più complesso di quello che fonti di energia rinnovabile, vale a dire fonti di è. Negli Stati Uniti, dopo la firma del cliente, energia che, per loro natura, non sono soggette l’iter si completa al massimo entro 60 giorad esaurimento e la cui utilizzazione non ne ni (allaccio alla rete incluso), grazie alla cerpregiudica, nella scala dei tempi, per così dire, tezza del flusso metodologico indicato dagli umani, la futura disponibilità. Abbiamo in- enti, grazie al loro rispetto dei tempi e alla contrato l’ing. Salvatore Tiralongo, fondatore, standardizzazione. In Italia, invece, là dove ci assieme al dr. Paolo Dell’Arte, della Sky Ener- sono dei vincoli, possono volerci anche più di gy Italia s.r.l., azienda leader nel settore delle 4 mesi. Inoltre, non tutti gli uffici utilizzano gli energie rinnovabili che offre alla propria clien- stessi metodi di giudizio, e non tutti hanno gli tela un servizio completo che va dall’analisi stessi tempi, non c’e’ mai alcuna certezza e la alla realizzazione del progetto. Con lui e con standardizzazione non e’ un concetto ancoil suo socio americano, Ray Sorensen, abbiamo ra utilizzato dalle nostre parti. A tutto ciò fatto un raffronto tra Italia e Stati Uniti, relati- si aggiunge la mancanza di fiducia da parvamente all’utilizzo delle energie rinnovabili. te del cittadino nei confronti delle istituzioDottor Sorensen, quali sono le principali diffe- ni. Mentre negli Stati Uniti tutti hanno la renze tra Stati Uniti e Italia in materia di ener- certezza che ciò che il governo si impegna gie alternative e in particolare di fotovoltaico? a fare, sarà rispettato e mantenuto senza Negli Stati Uniti, con l’elezione di Obama, le alcun ombra di dubbio, in Italia riscontriamo energie rinnovabili hanno ricevuto una spinta continuamente lo stesso dubbio nei clienti, i enorme. Da un punto di vista di incentivazione quali temono che il governo non mantenga i comunque rimangono molto al di sotto rispet- patti del “Conto Energia”. Se non imperasse to agli Stati Europei, ed in particolare all’Italia questa diffidenza, non si spiegherebbe altriche ha il pacchetto d’incentivazione più alto menti perché non troviamo, specialmente in d’Europa. Gli incentivi negli Stati Uniti sono Sicilia, un impianto fotovoltaico su tutti i tetti. suddivisi in tre parti: 1. Federale; 2. Statale; 3. Mi preme comunque sottolineare che questa Rimborso da parte del diffidenza, per quanto giugestore di rete. In partistificata da passati eventi, colare, lo Stato federale dovrebbe esser superata dà un credito d’imposta dai nostri concittadini, vipari a circa il 30% del costo che ad oggi il GSE (Gesto totale dell’impianto; il store Servizi Elettrici) ha governo statale (ad esemrispettato i suoi impegni. pio Arizona, California, Dottor Sorensen, quali ecc.) dà un rimborso sono i maggiori vantaggi monetario che varia da che si riscontrano in Usa posto a posto, ma che di nell’utilizzo di energie alsolito si aggira sui $3000 ternative? ad impianto; ed infine il Negli Stati Uniti, visto gestore di rete rimborsa, l’enorme consumo di eletad impianto allacciato, tricità, il maggiore beneficirca il 30% del costo cio raggiungibile in media stesso dell’impianto. Il e’ un abbattimento di circa sistema utilizzato per re- Da sinistra, il dr. Paolo Dell’Acqua e l’Ing. Salvatore Tiralongo il 30% della propria bollet-
Il dottor Ray Sorensen, socio americano di Sky Energy Italia
ta, e nonostante ciò gli impianti sorgono come funghi. In Italia, invece, l’abbattimento della bolletta è pressappoco totale. In una regione come la nostra, optare per il fotovoltaico sarebbe come scoprire l’acqua calda, ma la diffidenza verso il nuovo, la scarsa informazione e pubblicizzazione da parte del governo, unita a un disinteresse generalizzato verso tutto ciò che invece potrebbe apportare dei benefici non consentono il meritato boom di queste nuove forme di energia, che dovrebbero in toto soppiantare quelle tradizionali. I grandi fornitori considerano ormai le energie pulite come “una delle tecnologie chiave del 21esimo secolo” e sempre più investono in nuovi progetti, in quanto si è compreso che le energie rinnovabili, oltre a essere imprescindibili per il clima, contribuiscono a sviluppare l’economia e migliorare e incrementare il benessere della popolazione. Dati confortanti comunque provengono dall’“Energymed”, la Mostra Convegno sulle Fonti Rinnovabili e l’Efficienza Energetica nel Mediterraneo organizzata da Anea (Agenzia Napoletana Energia e Ambiente), secondo cui in Italia l’utilizzo del fotovoltaico cresce al ritmo di 60-70 MW al mese (gli impianti in funzione nel nostro Paese sono 35.000) e il suo prezzo scende ogni 2-3 anni. Quanto ad installazione di impianti fotovoltaici, l’Italia si è piazzata nel 2008 al terzo posto nel mondo, dietro Germania e Spagna. Confortanti anche i dati relativi ai possibili sbocchi occupazionali nei prossimi due anni: secondo Legambiente, infatti, sono previsti 70 mila nuovi posti di lavoro proprio grazie al fotovoltaico. Questi sono solo dei dati, che però confermano come le energie rinnovabili, e nello specifico il fotovoltaico, siano da considerare un patrimonio cui rivolgere tutta la nostra attenzione. Tiziana Campo
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Novembre 2009
“Bio...logicamente”, ritorno ai negozi di fiducia contro i freddi imperi commerciali
Molti sono i prodotti che consumiamo regolarmente sulle nostre tavole, ma di cui molto spesso ignoriamo la provenienza, nonché i metodi di coltivazione. Non ci si regola più sulla stagionalità di ogni ortaggio o frutto, e ciò perché si è radicato un modus pensandi che prevede il tutto e subito, in barba al ciclo naturale. Cosa si nasconde dietro questa perenne offerta di prodotti? Le industrie si servono di due metodi: l’intervento meccanico e l’uso delle serre e l’intervento chimico-diretto, con l’uso e l’abuso di pesticidi e concimi. Con questi escamotage, i cibi ci appaiono sempre perfetti e gonfi ma insipidi e spesso dannosissimi. Se da un lato, infatti, si soddisfano le richieste dei consumatori, dall’altro si sacrifica la genuinità dei prodotti e si altera l’ecosistema. Per ovviare a questi inconvenienti, da più di trent’anni molti piccoli
produttori hanno scelto una produzione consapevole e rispettosa dell’ambiente, utilizzando un irrisorio numero di macchinari e serre ma, soprattutto, rinunciando a qualunque agente chimico. A tal proposito abbiamo incontrato Fabio Prestifilippo, un simpaticissimo ragazzo che, con grande spirito d’iniziativa, impegno e preparazione, ha da poco aperto un negozio biologico, “Bio...logicamente”, nella zona di Canalicchio, in Via Nizzeti 58. Il suo interesse e la sua attenzione per tutto ciò che è biologico nasce da intolleranze ed allergie. Se è però vero che la necessità di risolvere problemi di intolleranze può porsi alla base della scelta per il biologico, questo è solo un primo impatto. È infatti inconfutabile che il biologico porta ad uno stile di vita cosciente e ponderato, a cui difficilmente si riesce a rinunciare una volta assaporati
i veri e genuini sapori. I “negozi Bio”, con la riscoperta del naturale e l’abbandono dei prodotti chimici, hanno registrato negli ultimi anni un’impennata notevole. Ed è proprio nel settore del biologico che la clientela preferisce il negozio a dimensione umana, dove chiedere consiglio al negoziante che con cordialità e preparazione saprà soddisfare ogni esigenza. Bio vuol dire rispetto delle leggi e dei tempi della natura e fiducia in chi mette, come Fabio,Daniela e Mariangela al servizio dei clienti cortesia, conoscenze e professionalità, sconfiggendo le grandi industrie e i grandi imperi commerciali. Sarebbe auspicabile un ritorno generalizzato ai piccoli negozi di fiducia, dove recuperare un rapporto umano purtroppo perso nei grandi e talora freddi centri commerciali. Andrea Giuffrida
Vetrine di Tremestieri Etneo - I Tuoi Negozi di Fiducia
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